Nuovo Ezzelino - Gennaio 2012

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Sommario Editoriale

Gennaio 2012

3 La vita era gioia

Mensile di informazione e di cultura della Pro Loco di Romano d’Ezzelino

5 Autoritario o autorevole?

Per la Pro Loco di Romano: Maurizio Carlesso Direttore Responsabile: Dario Bernardi Segreteria: Stefania Mocellin In redazione: Sara Bertacco, Cinzia Bonetto, Maurizio Carlesso, Gianni Dalla Zuanna, Duilio Fadda, Franco Latifondi, Stefania Moccellin, Valeria Orso, Erika Piccolotto, Christian Rinaldo, Silvia Rossi, Maurizio Scotton, Serenella Zen, Giuseppe Bontorin. Via G. Giardino, 77 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. 0424 36427 proromano@libero.it Poste Italiane Spa - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza

ato Farraouran ia g r io L G iovanni e bre 2011 di G 24 Novem nata il

Ricordi

4 Quell’indescrivibile carezza

Riflessioni Interviste 6 La mostra dei presepi: cenni storici

Resoconti 7 La dodicesima mostra dei presepi 11 Baldo Cavaliere della Repubblica

Ricordi 8 Ciao Bortolo

Riflessioni 9 Sinergie

Storie 10 Bartolomeo Ferracina 16 La famiglia Pegoraro all’estero

Territorio 12 - 13 La Grande Guerra dalla Valbrenta al Grappa 15 Don Mario

Sport 14 Brevetto del Grappa 2012

Tutti i diritti riservati Quote soci: • ordinario nazionale E 10,00* • ordinario nazionale E 16,00 • estero E 22,00 • sostenitore E 52,00 *quota che non dadiritto a ricevere l’organo d’informazione della Pro Loco ccp. n. 93337772 Aut. Trib. Bassano del Grappa 2/1975 Tranne gli originali d’epoca, non si restituiscono le foto.

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Notizie in breve di rinnovare Gentili Soci è tempo che re l’iscrizione 2012, olt Pro Loco presso la sede della vostra potrete rinnovare la i consueti so es pr e ch an e adesion n l’allegato punti adesione e/o co . no tti bolle o l’importo è Anche per quest’ann mentre per ,00 invariato ad € 16 € 22,00. di è rto po l’im l’estero fiducia. Grazie per la vostra

FILIALE DI ROMANO D'EZZELINO Via Roma, 62 36060 Romano d'Ezzelino (VI) Tel. e Fax 0424 514112


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EDITORIALE - PAG. 3

“Dormivo e sognavo che la vita era gioia; mi svegliai e vidi che la vita era servizio. Volli servire e vidi che servire era gioia” R. Tagore Gentili Soci dopo l’organizzazione dell’ultima passeggiata di San Va- Maurizio Carlesso lentino, le parole di Tagore mi appaiono ancor più pertinenti alla nostra bella realtà di Romano. Tutti abbiamo nei nostri ricordi le ultime settimane fatte di giornate invernali fredde, sferzate da un fastidioso vento, ma rigorosamente senza precipitazioni sino a quando? Sino al 12 febbraio, dove una bella coltre bianca ha proposto ai temerari della passeggiata di San Valentino organizzata a Romano un percorso ammantato e fiabesco che inerpicandosi per le colline Ezzeliniane li ha accompagnati in un percorso bellissimo. Si, i temerari, poiché per le avverse condizioni meteo in molti non hanno raggiunto la sede della manifestazione convinti di non trovare l’organizzazione pronta sul percorso. Alle 9.00, circa 150 persone, sono partite sotto i fiocchi di neve abbondanti ed hanno iniziato la loro fatica seguendo il tracciato e salutando tutti i nostri collaboratori che sparsi lungo la strada li assistevano. Tutte le associazioni del comune hanno collaborato con entusiasmo e desideriamo ringraziarli in modo particolare poiché seppur le condizioni meteo non presentassero un freddo pungente la nevicata ha creato sicuramente delle difficoltà, quindi un grazie a tutti a partire dalla Protezione Civile, ai Carabinieri in Congedo, all’ Ass. Culturale Sèriola, ai Donatori di Sangue, agli Alpini, alla Croce Verde, all’Associazione Greg Runner e ai consiglieri e simpatizzanti della pro che hanno confezionato i panini e gestito i ristori. Mano nella mano e nel silenzio i nostri innamorati si sono quindi ritrovati ed insieme hanno trascorso una bella parentesi di giornata dedicata ad un sana disciplina che occupa il fisico e la mente. Ci resta solo un rammarico per chi non è intervenuto poiché difficilmente si potrà riproporre una simile atmosfera, rotta solo dal passaggio dei mezzi comu-

nali che raggiungevano il deposito per uscirne carichi di ghiaino utile a mettere in sicurezze le nostre strade, per il resto un silenzio di fiaba… Alle 14.30 del pomeriggio era anche previsto il Carnevale dei Ragazzi 2012, ma le avverse condizioni non hanno permesso la sua realizzazione, un dispiacere condiviso con gli organizzatori che quest’anno avevano proposto una manifestazione ai massimi livelli che, come sempre, avrebbe portato ragazzi ed adulti a divertirsi per le vie della Frazione di Fellette. Impegno sfumato dopo un lavoro preparatorio di mesi e mesi. Un grazie particolare va anche a tutti coloro che, impegnati a vario titolo hanno contribuito al grande lavoro di preparazione sottostante. Ma siamo già proiettati alle prossime iniziative sul territorio pertanto fervono già i lavori preparatori alla prossima edizione del Palio delle Contrade e la settimana prima degli Angoli Rustici che quest’anno promettono di essere interessanti come sempre e sempre più indirizzati a rievocare arti e mestieri del tempo. Sotto l’abile regia dell’Associazione Culturale Siriola si preannuncia un’edizione ricca di interessanti spunti culturali e musicali, a tutti l’appuntamento ai prossimi mesi che ci permetteranno di vivere insieme questo grande evento. Dormivo e sognavo che la vita era gioia…


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RICORDI - PAG. 4

Quell’indescrivibile carezza Madre Caterina Andolfatto Don Luigi Bonetto

Sono assente da Romano da più di sette anni e quando arriva qui a Vigodarzere Il Nuovo Ezzelino mi si apre un balcone su un’infinità di ricordi incancellabili. Ho saputo proprio attraverso le sue pagine della morte di madre Caterina Andolfatto (1930 - 2011) nativa di Romano ma in India da una vita. Così dicendo, gli feci una carezza e gli rimisi il denaro tra le mani. Ti verrò a trovare tutti i giorni. Su, fammi un sorriso! Mi guardò con meno disperazione, gli feci un’altra carezza e me ne andai. Risalii sulla jeep e la mano con cui l’avevo accarezzato rimase per più di mezz’ora (lo confidai anche a suor Griselda) con una forte sensazione: capivo che avevo toccato Gesù stesso. Non ho neanche voluto lavarla anche se l’uomo era così sporco. Dopo qualche giorno quel uomo mi rivelò che aveva una parente buona ma molto lontana e che il denaro giornaliero che continuavo a dargli bastava ormai per raggiungerla in treno. Nel congedarsi mi si prostrò ai piedi e li baciò. Mi ringraziò e pianse. Gli dissi: Arrivederci in Cielo!

Custodisco in cuore tante confidenze che mi fece durante le sue vacanze presso i suoi cari. Ma qui voglio riferire quanto lei stessa scrisse in una lettera resa pubblica in un opuscolo. “Un giorno uscii per dei lavori insieme a Suor Griselda. Viaggiavamo in jeep perché questo mezzo è utile nelle strade brutte e fangose. Ebbene, ad un certo angolo della strada – che sembrava un letamaio – vidi sdraiato un vecchio magro, sporco, con i miseri vestiti a brandelli. Aveva gli occhi sofferenti, uno sguardo disperato. Fermiamoci – dissi all’autista – Voglio scendere!

No, madre, – mi rispose – va a finire che la prenderà a pugni o a bastonate. L’uomo, infatti, portava con sé un bastone. Non importa – dissi io – voglio saltar giù, voglio consolarlo e dargli qualche soldo per un po’ di pane. Mal volentieri, ma si fermarono. Feci un salto giù e andai dal vecchio: Fratello, – gli dissi porgendogli il denaro – come stai? Di che hai bisogno? Mi gettò il denaro in faccia e rispose: Tutti i miei cari mi hanno abbandonato; ho fatto tanto per loro. E tu vattene, voglio morire! No, – gli sussurrai – io ti voglio bene. Sei mio fratello.

Ancora oggi mi ritrovo a baciare la mia mano più di una volta, poiché ho sentito proprio un’altra mano sulla mia: era la mano di Gesù! La sensazione provata non la potrò mai descrivere. Così fa Gesù quando lo vediamo nel prossimo”. Madre Caterina ebbe modo anche di incontrare Madre Teresa di Calcutta che ebbe occasione di passare per Mombay dove la nostra suora romanota risiedeva; ne fa fede una foto che lei stessa mi regalò. Due donne consacrate, ma uno stesso cuore. E, ne sono sicuro, uno stesso paradiso.


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RIFLESSIONI - PAG. 5

Autoritario o autorevole? Con il termine parenting gli anglosassoni definiscono l’insieme delle Cinzia Bonetto competenze necessarie per prendersi cura del proprio figlio dall’infanzia all’età adulta promuovendone lo sviluppo fisico, emotivo, intellettivo e sociale. Nel nostro paese più semplicemente parliamo di “mestiere” di genitore. Che lo si chiami parenting oppure “me- comportamentali a diversi livelli, mancanstiere” di fatto il ruolo di genitore è forse za di comunicazione e bassa o nulla couno dei più difficili da interpretare, perché scienza sociale. non si può apprendere sui libri di scuola Lo stile autorevole-democratico stiin quanto non esistono regole universali su mola nei bambini il rispetto delle come prendersi cura dei propri figli. Ogni norme con una flessibilità conforgenitore interpreta il ruolo in modo del tut- me alla loro età. Si promuove il to soggettivo; sono la storia individuale e rispetto all’autorità e alle regole e familiare, l’educazione ricevuta e le diverse allo stesso tempo si lascia il giusto esperienze a determinare le differenze nel- spazio ai bambini affinché migliorino con lo proprie forze. Permette le competenze genitoriali. L’approccio dei genitori, dunque, è estre- loro di crescere con i propri mezzi mamente diverso: diversi sono gli atteggia- riducendo i possibili rischi e protegmenti, le credenze e le abitudini di base; gendo i bambini da qualunque avverdiversa la qualità e la quantità di tempo sità. I genitori utilizzano il loro autoritatrascorso con i figli, il modo d’interagire e rismo e la permissività nei momenti giusti di dialogare; diversa la capacità di rispon- e nella giusta proporzione. Questo stile dere ai bisogni fisici e psicologici del figlio. promuove nei bambini la creatività, l’indiInoltre, uno stesso atteggiamento educati- pendenza, la sicurezza, i vincoli affettivi, vo da parte del genitore può produrre ef- l’iniziativa e l’adattamento sociale. fetti anche molto diversi su figli dotati di Risulta fondamentale osservare come i rimtemperamenti diversi. Anche se ogni indi- proveri sono efficaci solo se al bambino viduo ha un approccio suo caratteristico, viene offerta una spiegazione/motivazione i genitori possono essere classificati come adeguata e coerente e lui è nelle condizioappartenenti ad uno di questi tre stili edu- ni di capire davvero dove ha sbagliato. Se viene ripreso per non avere rispettato cativi: una regola che non è in grado di capire, – il permissivo/lassista; il rimprovero apparirà ai suoi occhi come – l’autoritario; qualcosa senza senso e quindi da non ri– l’autorevole. Lo stile passivo-permissivo si riferisce a spettare e se il genitore insisterà apparirà quello stile educativo nel quale i genitori come un persecutore e dittatore. non si preoccupano abbastanza per i figli Uno stile di questo tipo, autoritario, si rifee non sorvegliano nessuna delle loro at- risce infatti ad uno stile educativo nel quale le regole e/o i desitività o comportamenti; li abbandonano al loro deri dei genitori sono libero arbitrio senza prestabiliti e devono il ruolo di genitore mettere dei freni razioè uno dei più difficili da essere realizzati/e così, senza mai dare spieganali. Qualunque cominterpretare, perché portamento dei bamnon si può apprendere zioni. Il non adempiere a queste norme implibini viene accettato sui libri di scuola in passivamente. Questo ca rimproveri severi. quanto non esistono stile educativo crea inDifendendo posizioregole universali ni come “lo faccio per sicurezza nei bambini su come prendersi cura il suo bene”, “non sa verso le norme esistendei propri figli quanto sia conveniente ti al di fuori del nucleo per lui”, ecc., i genitori familiare, problemi

diventano direttori assoluti della vita dei loro figli. Questo stile educativo riduce l’iniziativa, la creatività e fa sì che il bambino reagisca in base alla paura verso i rimproveri, e inoltre crea una dipendenza eccessiva e un insicurezza preoccupante. In conclusione, è importante sottolineare come lo stile da privilegiare sia quello democratico e di quanto fondamentale sia, che padre e madre, siano coerenti per non confondere il figlio. Una volta stabilita una regola con lui, bisogna farla rispettare, anche quando costa più fatica: troppi “strappi” alla regola, finiscono per confondere il bambino e vanificare gli sforzi dei genitori. I genitori devono essere coerenti e solidali nel rifiuto, i pochi divieti vanno ribaditi sia da mamma che da papà: un sì e un no renderebbero il bambino insicuro e, ovviamente, poco disponibile ad obbedire. Non bisogna farsi ingannare dal senso di colpa, dai lacrimoni del piccolo, e dalla paura di essere stati troppo severi: cedere sempre ai loro ricatti significa perdere il controllo della situazione. Quindi “Sì” ai divieti, ma con misura: bisogna trovare il “giusto equilibrio”!


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INTERVISTE - PAG. 6

La mostra dei presepi: cenni storici Duilio Fadda

- Allora, Duilio, come va questa mostra dei presepi? L’afflusso di persone è sempre alto oppure quest’anno si fa sentire la crisi anche nelle presenze? - Ma, sai Renzo, non credo che la crisi fermi la gente, e poi per iniziative così importanti non mancano i visitatori; anche perché, nel territorio, la mostra, è una delle eccellenze fra le manifestazioni culturali religiose. - Ma tu lo sai che fra gli ideatori della mostra c’ero anch’io assieme ad alcuni altri parrocchiani di San Giacomo e allora pensammo di fare la prima esposizione nel centro parrocchiale? Solo per motivi di sicurezza venne abbandonata l’idea, e poi, spostata l’anno dopo dentro la chiesetta Torre. - Si, di questo me ne ha parlato alcuni giorni fa Gianni Bordignon, si, Gianni “Campanaro”…

Era da tanto tempo che pensavo ad una memoria storica della mostra, un po’ per rilanciare l’idea fra i giovani e un po’ per riprendere alcuni temi che con il passare degli anni si sono lentamente sbiaditi. Per tornare alle radici ho dovuto fare una breve ricerca su come ebbe inizio questa avventura denominata “La Mostra dei Presepi” di San Giacomo. E, per tornare alle origini, oltre alle due persone già menzionate sono andato a trovare colui che creò realmente la prima mostra, soprattutto perché era ed è l’unico a possedere tanti presepi, un vero e proprio collezionista. Giovanni Raisi, credo non abbia mai segnato un’assenza alla Mostra dei presepi, proprio perché i pezzi pregiati da collezione sono il suo forte e noi ogni anno li esponiamo con vero piacere. Giovanni, lei è stato assieme ad alcuni altri il pioniere della mostra, può illustrarci come nacque quest’idea? Era il 1998 e fra alcuni parrocchiani di San Giacomo venne la brillante idea di allestire una mostra di presepi; in quelli anni non esistevano tante iniziative simili, a parte quella degli Scalabrini e quella a Scaldaferro non c’era un panorama vasto come oggi di mostre e rappresentazioni. A quei tempi eravamo dei veri e propri pionieri e l’unico problema era dove fare questa benedetta mostra e quali natività esporre. Il sito dove esporre i presepi fu poi individuato nel centro parrocchiale di San Giacomo, naturalmente il vecchio centro, ed i presepi furono nella quasi totalità miei, ovvero della mia collezione. Nel pensare a quella prima mostra, dopo aver ragionato su come esporre i pezzi e come fare il resto dell’allestimento, venne fuori il problema della sicurezza. Fra i miei presepi vi erano veri e propri pezzi unici, oggetti veramente pregiati e allora sentii la necessità di poterli esporre con la sicurezza che nessuno poteva portarli via. Fu uno dei motivi per il quale decidemmo di sospendere la mostra quell’anno. L’anno successivo, grazie all’interessamento ed al contributo decisivo dell’allora Assessore alla cultura e istruzione Giuseppe Vivian, venne organizzata la prima Mostra dei presepi nella chiesetta Torre. C’è da fare un

inciso su Vivian, perché la sua passione per i presepi si può dire che era smisurata, tant’è vero che andava a procurarsi le natività da collezionisti suoi conoscenti in giro per l’Italia; Toscana, Romagna Lombardia erano le località dove si recava. Il comune, a quell’epoca, concesse questo magnifico sito appena restaurato, grazie al tributo di Antonio Campagnolo. Questo sito era provvisto di allarme per la sicurezza e lo stesso Vivian si preoccupò di fornirci tutte le strutture per l’allestimento e andò alla RAASM di San Zeno per prendere a noleggio le vetrine per l’esposizione. Ecco la prima mostra nacque così con un lavoro in sinergia tra alcuni volontari della parrocchia di San Giacomo e il comune di Romano, oltre naturalmente l’importante supporto di Antonio Campagnolo che fornì delle stampe di immagini sacre, crocifissi e libri sacri, che venivano regalate ai visitatori. Dopo le prime due Mostre si interrupe per motivi ignoti questa importante iniziativa… Non si è mai capito perché avvenne questo black out, so solo che nel 2002 alla ripresa della mostra si notò un forte calo nelle visite da parte dei cittadini. Nel frattempo cambiarono alcune cose che forse erano il segnale per gli organizzatori, in ogni caso si andò avanti lo stesso, nella speranza di una ripresa. Tornando però alle prime edizioni, ricordo che la prima in assoluto era composta nella quasi totalità da presepi della mia collezione, pensi che ora posseggo oltre 500 natività provenienti da tutti i paesi del mondo e uno degli ultimi che ho esposto quest’anno l’ho acquistato personalmente in Pennsylvania negli USA. Quella prima volta l’altro espositore era Ferraro, che possedeva parecchi pezzi e molti ricorderanno perché componeva i presepi con i sassi del Piave, anche lui aveva una bella collezione. In quella prima mostra ci furono tantissimi visitatori, si stimò allora in oltre 10.000 persone, cosa che non fu

mai più ripetuta forse perché era una novità e poi perché gli orari di apertura e chiusura erano folli. Pensi che allora si apriva tutti i giorni, mattino e sera e l’orario di chiusura era fino alle nove di sera, oggi sarebbe impensabile. Cosa ne pensa di queste iniziative collaterali che abbiamo avviato da pochi anni a questa parte? Piuttosto penso ad un maggior coinvolgimento della Parrocchia come avviene a San Marco di Resana, dove ogni anno espongo qualche mio pezzo, ecco, là viene coinvolta la parrocchia, dove prima si celebra la Santa Messa e dove viene eseguito un concerto, poi le autorità, in genere è l’assessore alla cultura Bottero a introdurre l’inaugurazione, prendono la parola e infine in corteo ci si reca alla apertura della mostra. Comunque è lodevole quello che avete fatto quest’anno anche se con i problemi di spazio, perché è troppo piccola per simili iniziative la struttura della chiesetta, sarebbe invece più efficace se si potesse fare come a San Marco, interessando, appunto, la parrocchia. Inoltre, secondo il mio parere, mancano pezzi di pregio che potrebbero rendere più attraente la visita, bisognerebbe andare alla ricerca e quindi scoprire novità fuori dell’ambito comunale o addirittura territoriale. Ma anche il modo di esporre le varie natività potrebbe essere più interessante, per esempio racchiudere ogni presepe dentro una nicchia che isoli un opera da un’altra per poterla meglio apprezzare, non come avviene adesso che ogni opera si confonde con quelle vicine. Questi buoni propositi mi fanno pensare, perché, sempre più mi rendo conto che non è solo la nostra volontà che può tenere in piedi questa iniziativa, ci vuole la volontà anche degli amministratori. Quello che mi dice, invece, mi fa pensare che non possiamo sapere fin d’ora se ci sarà una prossima mostra dei presepi… Non è proprio così… ma… Vede quando cominciò l’avventura “Mostra dei presepi”, oltre al supporto lodevole della parrocchia c’era in prima linea l’assessore e tutti i dipendenti comunali interessati per organizzare al meglio questa manifestazione… Ma noi non vogliamo tutto questo, perché con il tempo ci siamo attrezzati per risolvere qualche problema, vorremmo solo che non ci fossero nuove sorprese o meglio che noi sapessimo in anticipo ciò che è possibile e ciò che non lo è. Quest’anno non tutto ha funzionato in questo modo. Comunque sarebbe meglio che alle spalle ci fosse il comune. Chissà, il tempo è sempre galantuomo, grazie della sua testimonianza Giovanni, la speranza per me è che il prossimo Natale potremo gustarci ancora una volta qualche novità della “collezione Raisi”.


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RESOCONTI - PAG. 7

La dodicesima mostra dei presepi

Duilio Fadda

La dodicesima edizione della mostra dei presepi quando fu inaugurata dava il sospetto che qualcosa non avrebbe funzionato a dovere: la partecipazione dell’assessore alla cultura piuttosto che il vicesindaco come era ormai consuetudine, lo spazio piuttosto ristretto per l’orchestra Symphoniae ed altri piccoli incidenti di percorso, facevano presagire in un fallimento o quantomeno, in un insuccesso. Tutto ciò è stato sfatato e fra le edizioni che io ricordo, dico con certezza che, aldilà delle prime iniziali mostre, dove i numeri sono davvero importanti, questa edizione ha segnato più di un dato positivo: il primo che salta agli occhi è la partecipazione di visitatori, oltre 5000 persone hanno varcato la soglia della chiesetta Torre, con giornate veramente importanti di presenze numerose; il secondo dato è la qualità dei “pezzi” in mostra, alcuni dei quali ritenuti prestigiosi da persone qualificate; terzo ma non certamente ultimo è la grande partecipazione delle scuole, sia in esposizione che nelle giornate dedicate ad esse. Infatti fra tutte le novità di questa dodicesima edizione, la più bella ed importante la ritengo quella svoltasi in parrocchia a San Giacomo con gli scolari delle scuole primarie di San Giacomo, Fonte, Onè e San Zenone. Questa iniziativa, progettata da tanto tempo, è stata poi elaborata e preparata con grande impegno dalle maestre e dalle scolaresche, l’esibizione è risultata la più interessante dal punto di vista formativo e creativo. La mattina del 23 dicembre, si poteva cogliere l’emozione dei genitori convenuti mentre i bimbi recitavano storie, aneddoti, filastrocche ma anche quando intonavano le canzoni natalizie diretti energicamente dalle insegnanti. Ma non solo questo hanno offerto scuole e studenti, insegnanti ed alunni. Essi sono stati i protagonisti di questa mostra che ha portato molte novità ed ancora ne porterà se riuscirà a mantenersi negli anni futuri, perché la ventata di genuinità possono darla solo i bimbi con la loro creatività e credetemi sui loro presepi c’era proprio questo: la Semplicità. Però non ci siamo fermati al supporto delle scuole, siamo andati oltre, e grazie a uno stuolo di amici, che dico, fraterni amici, abbiamo portato il 26 dicembre in parrocchia a San Giacomo il presepe vivente del gruppo Natività sul Colle con la superba regia di Ornella Piccolotto. L’abilità degli attori è stata notevole quando il piccolo Luca Camazzola, che interpretava il neonato Gesù, ha dato il meglio di sé implorando con forza l’abbraccio della madre naturale. Veramente commovente e apprezzabile è stata tutta la recita, bravi tutti. In quella serata il Coro Ezzelino, era la sua pri-

ma uscita ufficiale dopo le new entry, ha dato prova di grande maestria, se ancora qualcuno avesse avuto il minimo dubbio sulle loro capacità. La sera del 26 dicembre grazie a don Delfino ed alla comunità parrocchiale di San Giacomo abbiamo potuto godere di questo spettacolo, Teatro e musica all’insegna del Santo Natale. Poi non ci siamo fatti mancare neanche le primizie e le cose già note del Palio delle contrade e nel pomeriggio del sei e dell’otto gennaio alcune/i contradaiole/i, di contrà Zaghi, hanno dato vita a due iniziative, prima alla colorazione delle statuine in gesso del presepio e poi alla lavorazione della lana, infeltrendola e creando oggetti e personaggi per un vero e proprio presepe di lana. In ultima, gli amici del gruppo Aque slosse – Amissi de’a poesia, ci hanno deliziato con le loro poesie sul Natale, (una di queste è pubblicata qui di seguito) in loro aiuto, nei momenti meno vivaci, ci ha rallegrato suonando la chitarra, con estrema bravura, Manuel Mocellin, musicista provetto. Al momento della stesura di questo pezzo sui presepi siamo ancora in attesa di poter consegnare il denaro raccolto in chiesetta Torre durante tutto il periodo della mostra, questi soldi al momento opportuno verranno dati alla Associazione Sammy Basso, questo ragazzo come molti sapranno è affetto da Progeria, la rara malattia chiamata anche da invecchiamento precoce. Il nostro amico Sammy, che ha sempre bisogno di cure e soldi per la ricerca sulla sua rara malattia, ha partecipato, con i genitori, il 26 dicembre in Parrocchia a San Giacomo la sera della rappresentazione del presepe vivente. Come dicevo prima, siamo in attesa che ci venga concesso di consegnare questi soldi possibilmente durante un consiglio comunale, cioè alla presenza di tutti i rappresentanti del comune di Romano d’Ezzelino e qualora non fosse possibile ciò, su una manifestazione che abbia caratteristiche identiche. La nostra richiesta è stata fatta ormai da tempo.

Na mostra de’i presepi

A San Giaco a xe propio bea, davero ‘na santa idea; ghi n’è fati co’a ceramica, col fero, col legno, co’a plastica, col vero, co’i pì strani materiài insieme ben asemblai co’ tanta e tanta fantasia da parer squasi ‘na sinfonia pà mostrarne che Dio se ga fato carne e tuti, propio tuti el vol salvarne; i ne far riviver co’ emosion a nostra coltura de fede e devosion. L’albero de Nadal dove i toseti pica i pensierini e disegnati fati co’ inocente candor da’ a so anima piena de stupor pal caro Bambin Gesù che li fa crescere in sapiensa e virtù!!! Grassie, grassie cari vòeontari, come luminosi fari fe rivarfin qua tante persone che e torna casa un fià pì bone. Margherita Bellò


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RICORDI - PAG. 8

Ciao Bortolo Maurizio Scotton

Il “Presidentissimo”, il cavalier Bortolo Busnardo, una delle persone più limpide e beneamate del nostro territorio, nella mattina del 24 gennaio 2012 ha raggiunto i suoi Alpini nel paradiso del Generale Cantore. La notizia si è diffusa in un attimo come uno squillo di tromba ed ha gettato nel sconforto quanti lo conoscevano. Bortolo, è stato l’incarnazione dei più alti valori umani, civili e culturali. Una vita esemplare, dedicata alla famiglia al lavoro e ai suoi alpini, che lascia un’impronta indelebile nel mondo del volontariato e dell’impegno verso il prossimo. Fu presidente della Sezione Montegrappa per più di due decenni dal 1985 al 2006, fu Vice presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini e fu capogruppo del Gruppo Alpini di Casoni dal 1956 al 2009. Ideò il giornale della Sezione “Sul ponte di Bassano” e fu sempre in prima linea nella diverse missioni di solidarietà sia in Italia che all’estero. Con il suo inseparabile cappello alpino intervenne a seguito del terremoto in Friuli, del terremoto in Armenia; aiutò la popolazione dell’ex Jugoslavia durante la guerra, partecipò alla costruzione dell’asilo a Rossosch, in Russia, e poi in Calabria, in Madagascar ecc… Grazie alla sua determinazione fu l’artefice del rilancio della Sezione Montegrappa e fu anche grazie a lui se nel 2008 si fece l’81^ Adunata Nazionale degli Alpini a Bassano del Grappa. Esempio di rettitudine e di attaccamento ai valori cristiani ed alpini, anche dopo aver lasciato la pre-

sidenza, continuò ad essere un punto di riferimento per le numerose penne nere del territorio. Come un buon padre di famiglia, era sempre molto disponibile, e non negava mai un saggio consiglio, un modesto parere, un grande insegnamento. Integerrimo quanto severo e determinato era in realtà una persona allegra e sorridente. Amava la montagna ed in particolare in Monte Grappa di cui conosceva ogni sentiero, ogni trincea, ogni vicenda storica. Ora la nostra montagna lo accoglie e custodisce amorevolmente. Per l’estremo commiato la chiesa di Casoni non è riuscita a contenere la numerosa folla accorsa. Fu come un’adunata, con più di 2000 persone. Gonfaloni, vessilli, gagliardetti in rappresentanza delle istituzioni civili e militari, delle associazioni combattentistiche d’arma e di volontariato e di tantissima gente comune. La commozione era palpabile. Sincero e commosso, a nome delle penne nere presenti, l’amico e Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, Corrado Perona, ti ha descritto schietto e sincero, sempre ottimista e pronto a guardare al futuro cercando il lato positivo delle cose. I tuoi alpini non ti dimenticheranno. Essi, a partire da tuo figlio Fabrizio, hanno nel loro DNA il valore del ricordo, sanno l’importanza di tramandare, con la vita e con le opere, le imprese di chi li ha preceduto. Ora essi sono pronti a prendere sulle loro spalle il tuo pesante zaino e proseguire lungo quel sentiero che tu ci hai tracciato. Anch’io ho avuto il piacere di conoscerti collaborare con te. Grazie “presidentissimo” per tutto quello che mi hai insegnato in questi anni. Ad eterna riconoscenza


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RIFLESSIONI - PAG. 9

Sinergie Progeria, ecco una parola che vorremmo eliminare dal dizionario, an- Gianni Dalla Zuanna che se purtroppo non è ancora possibile. È una malattia strana, subdola, vigliacca, che causa un invecchiamento precoce, tanto che a sedici anni ti devi confrontare con i problemi di un vecchietto. Se ne contano una sessantina di casi al mondo, tra cui il nostro amico Sammy Basso. Troppo pochi per invogliare case farmaceutiche e scienziati ad una ricerca costante ed approfondita, perché il ritorno economico e di notorietà non sarebbe all’altezza dell’ impegno profuso. Insomma è una lotteria al contrario, contro cui si trovano a combattere in prima linea associazioni di volontariato formate da persone venute, a vario titolo, in contatto con questa malattia. Anche la nostra comunità si è sempre dimostrata sensibile alla battaglia che Sammy sta combattendo. La dimostrazione di questo è stata la serata organizzata la sera di Santo Stefano da tre associazioni che operano nel nostro territorio: il “Gruppo volontari amici del Presepe”, il gruppo “Natività sul Colle” e il “Coro Ezzelino”. Da tempo gli amici del Presepe affiancano alla mostra allestita, con bravura e impegno, in Chiesetta Torre una serata speciale a tema natalizio con racconti, esperienze e storie in dialetto sul natale di altri tempi. Quest’anno assieme al gruppo Natività sul Colle hanno pensato di riproporre nella chiesa parrocchiale di San Giacomo, col placet del nuovo parroco, don Delfino, la rappresentazione che sul colle di Dante è sospesa fino al 2013. L’idea di chiedere al Coro Ezzelino, diretto dal maestro Simonetto, nella formazione arricchita e potenziata da sei nuovi elementi, di sottolineare i vari momenti della serata si è rivelata vincente. Dall’impegno di tutti è sortita una narrazione fluida e scorrevole dove era naturale immergersi in profondità. Ecco che gli attori, invece di muoversi tra banchi ed inginocchiatoi, si ritrovavano in un piccolo paese della terra santa. Ecco che i cantori

indossavano idealmente le ali e le vesti degli angeli venuti a dare l’annuncio divino. È stata una serata che resterà nei cuori di chi vi ha partecipato, ne siamo sicuri. Sinergie, ecco una bella parola, moderna elegante, che piace. Significa unire varie potenzialità per ottenere un risultato che da soli sarebbe irraggiungibile o comunque insoddisfacente. Sa di volontà ed impegno, di fiducia e amore e credo che la serata di Santo Stefano sia stata una dimostrazione tangibile di cosa voglia dire e di dove possa portare. Anche questo è un messaggio natalizio: si vince uniti, non da soli.


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STORIE - PAG. 10

Bartolomeo Ferracina Il genio del tempo e dell’acqua

Bartolomeo Ferracina, nato a Solagna (VI) nel 1692 e vissuto sino al 1777, é stato un vero genio nel domare l’acqua ai suoi voleri, tanto che la Serenissima gli assegnò importanti incarichi. È suo il progetto di ricostruzione del Ponte Vecchio di Bassano, distrutto da una piena a metà ‘700. In quell’occasione il Ferracina, ormai noto come “il celebre ingegnere bassanese”, inventò il battipali, una macchina mossa dalla corrente del fiume che sprigionava una forza d’urto capace in conficcare nel greto i pali delle fondamenta. Macchina che sarà usata in mille altre occasioni.

Ma il suo “hobby” (come diremo oggi) erano gli orologi, che costruì con l’aiuto dei figli Giambattista (Tita) e Maria nella sua officina nella natia Solagna. Ne realizza di splendidi, che oltre segnare le ore davano le fasi lunari, i segni dello zodiaco e mille altri congegni. Il più noto é quello che si trova sulla torre dei Mori in Piazza San Marco a Venezia. Il Comune di Solagna ha una bella macchina, destinata originariamente al campanile della chiesa di Santa Giustina, inattivo da un secolo ormai, che con gran-

de sensibilità ha affidato al Museo dell’Automobile “Bonfanti-Vimar” per arricchire ulteriormente la “Galleria del Motorismo, Mobilità e Ingegno Veneto - Giannino Marzotto”, una rassegna permanente ora espressa in sintesi nella sede attuale, ma destinata ad ampliarsi di molto nella nuova sede del Polo Museale Santa Chiara, che a marzo partirà con i lavori nel centro di Bassano. Sabato 4 febbraio, alle ore 11.00, il Sindaco di Solagna Carlo Nervo ha effettuato la consegna ufficiale di questa stupenda macchina,già collocata all’interno del Museo “Bonfanti-Vimar”.

La sua traccia a Bassano del Grappa Al centro della città, fin dal 1200 sotto la dominazione Carrarese, svetta la Torre Civica, la più alta con i suoi 42 metri. E’ sta-

ta pesantemente ‘restaurata’ nel 1823 con l’aggiunta di improbabili merlature ad arco acuto. Un nuovo restauro si rende necessario nel 1986. Da gennaio 2003, terminato il lungo restauro, la torre è visitabile e dalla terrazza merlata possiamo ammirare l’orizzonte cittadino racchiuso tra le quinte del Monte Grappa e dell’Altipiano di Asiago.Vi si accede, visita guidata, percorrendo i diversi piani dove è allestita una mostra sulla storia della città e della torre stessa, fino all’impressionante soffitto a crociera che sostiene la grande campana civica. Quindi una strettissima e ripidissima scaletta buia permette di accedere alla terrazza del tetto. In uno dei piani si trova la settecentesca ‘macchina’ dell’orologio. E’ una delle molte opere di Bartolomeo Ferracin da Solagna detto ‘il Ferracina’, poliedrico ‘ingegnere della Serenissima’ specializzato nella costruzione macchine industriali e idrauliche, macchine scientifiche e grandi orologi per campanili, più noto per la costruzione dell’orologio ‘dei mori’, Torre dell’Orologio di Piazza San Marco a Venezia.


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RESOCONTI - PAG. 11

Baldo

Cavaliere della Repubblica Caro nonno Baldo, ad una persona così unica e speciale una dedica non poteva certo mancare. In questo tuo amato paese che sa di storia, d’impresa e natura, hai sempre vissuto cortese, mostrando una straordinaria apertura. In mezzo a tanta gente, forte e tenace, che qualche volta sa ancora sognare, giorno per giorno, paziente e capace, hai graffiato la vita e ti sei dato da fare. Eri piccolo, in un tempo antico e duro, hai faticato e per il gran sudore ti sei fatto velocemente bimbo maturo poi uomo forte, saggio, di valore. Non importa in quale posto nasci, non importa qual è il suo colore, del suo intenso profumo ti pasci e ti resta per sempre nel cuore. Profumo di grano tagliato, di cieli azzurri infiniti, che mai ti hanno lasciato, che restano i tuoi preferiti. Con la forza di tanti ricordi, hai percorso sereno la via, particolari che certo non scordi, che infondono una certa nostalgia. Potremmo forse dire tempi andati, ricchi di sogni e di lieta speranza, sicuramente tempi popolati di affetti in gran abbondanza. Intonavi soavemente da bambino una canzone antica e un po’ speciale, l’ardita e conosciuta “il baldo alpino, che accordavi in modo magistrale. Da grande poi, modulando sonetti, motivi e melodie, hai viaggiato per stati e per chiese, accompagnato dalla tua contagiosa allegria. Con la nonna hai imparato con pazienza quale fosse dell’amore la misura, quali i modi, i tempi e l’essenza per vivere una storia duratura. Insieme avete scoperto che meraviglioso dono è la vita lungo la quale si avanza a rilento, qualche volta in faticosa salita. Hai colmato con generosità il tuo tempo, manifestando ovunque dignità e impegno, aggrappandoti al filo degli avvenimenti e lasciando un incancellabile segno. Anche in banca non hanno dimenticato quanta vera disponibilità e dedizione hai personalmente dimostrato per l’affermazione della cooperazione. Eh sì, nel tumulto del tuo cuore c’è l’essenza dei giorni passati, le ragioni, le radici del tuo onore, la sostanza di valori pregiati. Ricordi straordinari, ricordi di ogni giorno, che ti lasciano meno tristi se c’è questa gente intorno. Complimenti nonno per questo traguardo, Cavaliere della Repubblica sei diventato. Cavaliere dal limpido e pacifico sguardo, Cavaliere in questo mondo venerato. Ma na roba no ghemo capio, “furbo…”: parchè na volta che te gavevi i cavai no te zeri gnente e deso che te si senza cavai i te ga fato cavaliere? I tuoi nipoti, con il prezioso contributo della maestra Irene Campagnolo


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TERRITORIO - PAG. 12

La Grande Guerra dalla Valbrenta al Grappa Consorzio Pro Loco Grappa Valbrenta

Piccoli frammenti di una grande storia. Tristi testimonianze di un passato malinconico che ha visto svolgere in queste terre sanguinose battaglie e violente distruzioni. Opere che un tempo costituivano un ruolo di fondamentale importanza nel corso di un combattimento e che oggi stanno ormai scomparendo. All’ombra di una radura, nel corso di un sentiero, lungo una strada o sulla cima di un monte, si scorgono preziosi frantumi, ormai briciole, di possenti opere belliche che hanno resistito a colpi di cannone ma che il tempo sta ormai consumando. Alcune costruzioni, quelle più meritevoli e importanti, sono state sottratte all’abbandono, grazie all’aiuto e al sostegno dei volontari e degli enti che desideravano mantenerne vivo il ricordo.

Altre probabilmente resteranno impresse nella nostra memoria. Il Consorzio pro loco Grappa Valbrenta, ente volontario che opera a favore della valorizzazione del territorio e al recupero delle tradizioni locali, si è nuovamente imposto, con questa seconda guida, di tramandare le nostre ricchezze, incoraggiando a non scordare le nostre radici che ci legano a un passato importante e che vorremmo condividere con chiunque decida di trascorrere alcuni giorni a visitare i nostri splendidi luoghi.

Valbrenta “Rinchiusa, quasi schiacciata tra due massicci montuosi, la valle del Brenta può forse dare un certo senso di timore a chi si trovi per la prima volta in uno dei tanti borghi allungati sulle sponde del fiume, ai piedi di quelle pareti che incombono minacciose, ergendosi per centinaia di metri fino ai boschi e pascoli del Grappa e dell’altopiano dei sette comuni.” (Bortignon 1990, p.11) In questo scenario suggestivo si trova il paese di Cismon, “situato ai piedi di quattro pareti verticali di roccia aperte ai quattro angoli.” (Vanin 2004, p.15) Da nord-ovest scende il Brenta, il fiume che nasce dai laghi di Levico e Caldonazzo in provincia di Trento, da nord-est arriva il torrente Cismon che, dopo essere uscito dalla gola di Rocca e Corlo, si immette nel Brenta. Arsiè invece è il capoluogo di un vasto comune che si estende su un’ampia conca incastonata fra il Massiccio del Grappa e l’altopiano di Asiago. La porzione meridionale della conca è occupata dal bacino idroelettrico delle acque del Cismon, bloccate dalla diga nella stretta di Rocca Incino. I territori dei due comuni, situati tra il Massiccio del Grappa e le Valli del Cismon, sono automaticamente inseriti tra i 99 siti di importanza comunitaria (SIC) e fra le 70 zone di protezione speciale (ZPS). Infine, Cismon ed Arsiè, entrambi comuni di confine, condividono una storia di numerosi e

repentini cambi di dominio: due luoghi presidiati nei secoli da castelli e forti, incendiati e distrutti perché troppo vicini alle frontiere. Luoghi che corrono il rischio di venir dimenticati iassieme alla loro storia a causa della loro distanza dalla pianura e dal “centro”.

Dal Trattato di Campoformido alla Prima Guerra Mondiale A seguito della stipula del trattato di Campoformido (1797), l’amministrazione del Veneto e della Lombardia passò dalla Repubblica di Venezia all’Austria. L’amministrazione austriaca autorizzò, sulle rive del Brenta, la coltivazione del tabacco che però non si sviluppò nel comune di Cismon: gli abitanti continuavano a preferire il contrabbando lungo le vie di montagna che conoscevano perfettamente. Sulla riva destra invece la coltura di questa pianta esotica sconobbe un ampio sviluppo, come dimostrano i caratteristici terrazzamenti di Valstagna. Contemporaneamente, sotto il dominio austriaco, gli abitanti della Valle furono impiegati nella costruzione dei forti di difesa: fra questi il Forte della Scala, di Cima Campo e Cima Lan.

Le Fortificazioni alla vigilia della Grande Guerra Anche se con la Triplice Alleanza del 1882 era alleata di Germania e Austria-Ungheria, l’Italia aveva intensificato, negli anni precedenti allo scoppio della Grande Guerra, i rapporti con Regno Unito e Francia, conscia che gli accordi raggiunti, in particolare con quello che era stato il nemico austriaco nell’Ottocento, non le avrebbero garantito, anche in caso di aiuto militare, quei territori su cui aveva posato gli occhi per espandere il proprio territorio (Trentino, Trieste con l’Istria e Zara con la Dalmazia). In quest’ottica i preparativi antecedenti il 1915, addestramento e rafforzamento di truppe di montagna, e in particolare la costruzione di nuove opere fortificate sulle linee difensive delle Alpi, appa-

iono come il chiaro segno del conflitto latente tra le due alleate Italia ed Austria. In merito alla provenienza di disegni e appunti sui forti della Valbrenta, Doležar ricorda come, in fase di costruzione, i servizi segreti austriaci controllavano i lavori dei progettisti e raccoglievano diligentemente dettagli utili in caso di un attacco italiano. «Fu così che tra il 1906 e 1913 ebbe origine un intero dossier di progetti con descrizioni particolareggiate in ogni dettaglio, anche minimo: dai rilievi metrici alla consistenza dei muri, fino alla posizione dei singoli vani e alle liste complete delle armi in dotazione.» (Doležar, 2000, p.21) «La documentazione in mano allo stato maggiore austriaco non contiene soltanto precisi rilievi delle fortezze, ma anche descrizioni delle vie di comunicazione, giudizi a proposito dei punti forti e di quelli deboli degli impianti, come pure possibili tattiche di avvicinamento e di attacco.» (Doležar, 2000, p.21)

INFO TECNICHE SUI PERCORSI

Il periodo ideale per effettuare le escursioni va da inizio maggio a fine settembre quando la natura è rigogliosa e la neve è sciolta. Nella maggior parte dei casi i forti si trovano lungo percorsi di facile e breve percorrenza. E’ tuttavia consigliabile prestare attenzione soprattutto lungo i tratti esposti. I sentieri sono segnalati attraverso i segnavia CAI o la cartellonistica specifica. Indossare abbigliamento da montagna, scarpe comode e k-way. Munirsi di torce elettriche per la visita alle gallerie.

SPECIALE GRUPPI e SCUOLE

Su prenotazione si organizzano itinerari e proposte didattiche con personale specializzato. Oltre ai forti si possono abbinare visite ad altri monumenti o musei. Per informazioni: Consorzio Pro Loco Grappa Valbrenta Tel. 0424 36427 - grappavalbrenta@libero.it www.grappavalbrenta.it


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Forte Trombion La Tagliata Tombion edificata tra il 1884 e il 1885 fu la prima componente del complesso fortificatorio Brenta Cismon; situata nel punto più stretto del canale del Brenta, bloccava l’arteria principale che percorreva la valle. Il forte Tombion è composto da due batterie a piano unico erette perpendicolarmente alla strada, da un magazzino per munizioni ed una abitazione per ufficiali. L’intera struttura era circondata dalle mura di cinta che venivano difese dalla fanteria. I resti del Forte sono visibili lungo la SS. 47 Valsugana nei pressi di Cismon del Grappa - loc. Tombion.

Tagliata della Scala La Tagliata della Scala sbarrava indirettamente la rotabile nella valle del Brenta e direttamente quella che univa Primolano a Fastro e Feltre. Era costituita da una batteria in casamatta, da una piattaforma per artiglieria all’aperto, da una galleria coperta per fucili e da una torre di collegamento. Dalla batteria un collegamento portava alla Tagliata delle Fontanelle. Dalla Statale 47, imboccare l’uscita Primolano. Dal centro del paese si segue la strada per Fastro (Scale di Primolano), lungo la quale si possono vedere i resti della Tagliata.

Monte Grappa Il Monte Grappa è la montagna di Bassano e dei paesi pedemontani vicini che in essa si identificano. È conosciuto principalmente per le vicende della Grande Guerra (1915 – 18) che ha visto svolgersi in questo territorio numerose e decisive battaglie per la vittoria dell’Italia. Si tratta, in verità, di un massiccio, ossia un gruppo montuoso aspro e limitatamente esteso la cui cima più elevata (cima Grappa) tocca i 1775 metri. La sua origine è carsica, con poca acqua in superficie e molte cavità sotterranee. L’ambiente è pressoché incontaminato ed integro tuttavia il terri-torio è segnato da evidenti cicatrici lasciate dai conflitti mondiali: trincee, gallerie, voragini di mine e granate.

La Grande Guerra sul M. Grappa Il Monte Grappa è conosciuto principalmente per le vicende della Grande Guerra (1915–18) che ha visto svolgersi in questo territorio numerose e decisive battaglie per la vittoria dell’Italia. In particolare nel 1917 quest’area è stata teatro della tenace resistenza italiana alle truppe austro-ungariche che, dopo Caporetto, ambivano a conquistare la pianura veneta sfondando proprio la linea sul Monte Grappa e sul Piave.

Tagliata dell Fontanelle La Tagliata delle Fontanelle sbarrava il collegamento che da Tezze conduceva a Fastro passando per Sorist e teneva sotto fuoco le strade che dalla valle del Cismon si dirigevano, attraverso Fastro, a Primolano. Le Fontanelle sono composte da una batteria, da un edificio a gola e da una torre.

Forte Col del Gallo Forte Col del Gallo si trova sul massiccio che separa Arsiè da Fastro ed era composto da una batteria superiore e da una inferiore. Il suo controllo si estendeva fino al monte Sorist, su Enego, Colbarco e Frizzon Veneto. A piedi, si imbocca la strada del genio che parte dal Forte Tombion (lungo la statale 47).

Forte di Cima Campo Forte Cima Campo, costruito tra il 1906 e il 1912, «è un forte blindato a prova di bomba che comprende un complesso per le battaglie campali ed uno per i combattimenti ravvicinati, un edificio adibito ad alloggio con depositi di munizioni, un cortile ed una trincea che cinge in parte il forte e un muro che costituisce il prolungamento del fossato.» (Doležar 2000, p.37) La strada più agevole per arrivare a forte Campo è quella che parte dalla piazza di Arsié, in direzione Col Perer.

Forte di Cima Lan Forte Cima Lan è situato in località Col Perer, in comune di Arsiè. Si trattava di un forte a corpo unico, composto da un complesso per combattimento a distanza, da uno per gli scontri ravvicinati, da una polveriera ed era circondato da un fossato. Il forte aveva una buona visuale sulla strada della valle del Cismon e sugli altopiani di Lamon, Sorriva, Zorzoi. Da Arsiè, seguendo le indicazioni per Col Perer, si troveranno le indicazioni specifiche per il forte.

TERRITORIO - PAG. 13

lone. Dal parcheggio si prosegue a piedi sulla stradina asfaltata per Col Campeggia. Si prende, verso est, il sentiero delle trin-cee su cui si può ammirare, oltre che un fitto sistema fortificato, il punto in cui sorgevano due teleferiche stese su Valle Santa Felicita e la vista su quest’ultima. L’escursione è completamente segnalata con tabelle e non comporta particolari difficoltà. Il dislivello è di un centinaio di metri. Richiede almeno tre ore per visitare con calma le varie postazioni: trincee, gallerie, osservatori, spiazzi per i depositi.

Col Moschin e Colli Alti Dalla Casa Parco, il località Campo Solagna (m. 1000, da Bassano del Grappa percorrere la SP 148 per 20 km ca.), si prende la strada in direzione di San Giovanni abbandonando la strada asfaltata al primo tornante e prendendo il sentiero sterrato sulla sinistra. Dopo pochi chilomentri si trova l’indicazione per il Pertuso, un arco naturale scavato nella roccia e una sorgente d’acqua. Proseguendo per lo sterrato si arriva a Malga Gennari. Tenendo la destra, lungo tre tornanti tornanti, si risale il Col Moschin (m. 1279). Si prosegue sulla strada sterrata, sempre verso destra, giungendo al Col Fenilon (m. 1327) dov’è posto un cippo in granito che ricorda le battaglie della Prima Guerra Mondiale. In breve, riprendendo la strada asfaltata si può scendere a San Giovanni, quindi a Campo Solagna, punto di partenza.

Trincea di San Giovanni ai Colli Alti

Dopo una prima fase di resistenza, in cui l’esercito italiano arresta l’avanzata del nemico, la difesa italiana viene rinsaldata attraverso il rafforzamento di trinceramenti, postazioni e reticolati. Pur avendo perso posizioni importanti come il Monte Asolone e Col Moschin, l’esercito italiano viene sapientemente riorganizzato sotto la guida del generale Cadorna e, nell’ottobre 1918, sferra l’offensiva ricacciando il nemico dai territori precedentemente conquistati.

Sentiero “Casa Andreon” Sistema dei musei all’aperto della grande guerra Partenza da località Camposolagna (m. 1000; da Bassano del Grappa percorrere la SP 148 per 20 km ca.). La passeggiata si effettua seguendo il sentiero che porta a Casara Andreon, lungo il quale si trovano numerose tracce di trincee restaurate e, attorno alla casara un vasto sistema di trincee e postazioni con pannelli didattici. Un vero e proprio museo all’aperto riguardante la Grande Guerra.

Sistema fortificato del Col Campeggia Partenza da Bassano del Grappa. Percorrere la SP 148 per 20 km ca. In loc. Camposolagna seguire la cartellonistica. Si tratta di un percorso di notevole importanza per la Grande Guerra. Il Campeggia, infatti, fu ma-gazzino e centro logistico per il fronte del settore occidentale del Grappa ma anche sede di comando, nonché osservatorio per i tiri d’artiglieria verso l’Aso-

Si tratta di una breve e facile escursione, adatta a tutti, che porta a visitare una trincea della prima guerra mondiale restaurata a scopo didattico. La partenza è presso l’Albergo S. Giovanni in località San Giovanni ai Colli Alti (Solagna; da Bassano del Grappa percorrere la SP 148 per 20 km ca.). Lungo il percorso alcuni cartelli illustrano la situazione degli avvenimenti bellici e come venivano scavate ed organizzate le trincee al fronte. Naturale abbinamento all’escursione è la visita al piccolo, ma interessantissimo, museo della guerra all’interno dell’Albergo San Giovanni, dove sono custoditi numerosi reperti bellici rinvenuti nei dintorni. La passeggiata, senza difficoltà, si può compiere in un’ora.

Sentiero delle Meatte Il punto di partenza si trova a m. 1380, in località Boccaor, detta anche “Pian dea Bala”(Da Bassano del Grappa raggiungere Semonzo del Grappa e prendere la strada Generale Giardino), contrassegnata da una grande croce in legno. Il percorso di andata segue il segnavia CAI n. 152 e percorre una mulattiera militare larga e ben tracciata costruita dalle truppe italiane per rifornire la prima linea ed avere un punto d’appoggio per costruire teleferiche da utilizzare per sia per il rifornimento, sia per il trasporto a valle di eventuali feriti. Proseguendo nel cammino, infatti, il sentiero diventa molto panoramico e molto esposto su valle San Liberale fino a raggiungere una forcella con un serbatoio d’acqua che risale alla Prima Guerra Mondiale. Da qui inizia la trincea del Boccaor che, percorsa al suo interno, porta sino alla cima Boccaor e infine scende verso le malghe dalle quali si può raggiungere nuovamente il punto di partenza.


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SPORT - PAG. 14

Brevetto del Grappa 2012 Le salite della Vita Si tratta di raggiungere Cima Grappa a 1775 mt di altitudine da dieci diverse vie, non molti sanno che tante siano le possibilità di salire in Grappa, con partenza da altrettanti punti di attacco, stabiliti presso dieci esercizi pubblici convenzionati per la timbratura di inizio salita. Il visto d’arrivo è prevista al Rifugio Bassano in Cima Grappa. Quello del Monte Grappa è lo splendido massiccio montuoso delle Prealpi Venete, tra le valli del Brenta e del Piave, contornato a sud da una incantevole fascia collinare e a nord daun piede dolcemente

degradante. Fuori dai rumori e dal traffico, luogo ideale per un turismo tranquillo, caratterizzato dal verde di prati e di boschi: palestra unica per gli amanti dei sentieri, ma anche della bicicletta. La decima salita è la novità del brevetto 2012, si tratta della Strada del “Col dei Prai”, una strada silvo pastorale vietata ai mezzi motorizzati che sale da Cismon del Grappa e, in località Forcelletto, si congiunge

alla Strada Cadorna che arriva a Seren del Grappa. Ai ciclisti amanti delle salite e dell’aria pura, è dedicata questa iniziativa dalle particolari valenze storiche, paesaggistiche ed ambientali. Alla edizione 2011 hanno partecipato 291 ciclisti e ben 180 erano presenti alla serata delle premiazioni. Gli organizzatori vi aspettano numerosi anche quest’anno.


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TERRITORIO - PAG. 15

Don Mario Gentili soci, concedeteci di concludere il saluto di benvenuto ai par- Maurizio Carlesso roci che si sono insediati nella nostra Romano, con una breve scheda di don Mario Gamba, nuovo parroco della frazione di Sacro Cuore. Don Mario è nato a Thiene il 22.07.1969 ed ha concluso il suo percorso di studi tra i Diocesani di Padova. Alle spalle ha un esperienza importante formatasi tra le mura e le persone delle parrocchie di Piovene Rocchette e di Fossò da cui a chiare lettere traspare il carattere e l’indole del nostro parroco. I suoi parrocchiani hanno così scritto con profonda riconoscenza: “…Per salutare e ringraziare Don Mario che ha condiviso parte del suo cammino con la nostra comunità e che, in particolare nell’ultimo anno, grazie alla sua presenza discreta e gentile, ci ha permesso di superare un momento molto difficile per la nostra parrocchia…” queste le premesse del suo modo di essere impegnato per la collettività, gentile e discreto nel territorio. È stato bello incontrarlo in quanto è trasparso dalle sue parole che l’accoglienza ricevuta al suo ingresso nella nuova Parrocchia è stata caratterizzata dall’abbraccio forte di una famiglia

aperta, giovane e disponibile al dialogo. Ha ritenuto di avere avuto un’importante momento di accoglienza e ritiene di essere impegnato in attività con i giovani che in molti frequentano la chiesa portando un contributo in ambiti ed interessi tra i più diversi. Ritiene che la collaborazione e l’attività di gruppo sia una peculiarità importante per la sua nuova parrocchia. Sereno, solare ed attento alle sollecitazioni ha trasmesso anche a noi della redazione un importante momento di accoglienza e non ci resta che augurargli una lunga parentesi apostolica presso la nostra Comunità. Buon lavoro Don.

Curiosità e usanze La nascita di un figlio in una famiglia è sempre un evento meraviglioso e di grande gioia!. Di norma, i parenti ed amici si congratulano con i genitori e fanno regali. I più ricchi, specie in passato, regalavano terreni ed altri beni consistenti, usanza quest’ultima ancora valida per i più benestanti. Ad esempio, a Romano, i Seraglio, tutti appassionati di caccia, alla nascita di un figlio maschio regalavano un fucile da caccia; mentre i Trollo, fanatici del gioco delle carte, al primogenito maschio regalavano un mazzo di carte. Probabilmente era anche un modo per auspicare che i figli fossero invogliati, a suo tempo, a portare avanti le abitudini e le passioni del proprio genitore. Qualsiasi regalo si faccia in tali occasioni, è pur sempre un segno di amore ed un alleluia alla Vita! Viva la famiglia! Giuseppe Bontorin

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STORIE - PAG. 16

La famiglia Pegoraro all’estero (fonte La Valigia anno XIII nr. 73 – Gennaio 2012) Albino Benacchio

Nella foto: la famiglia Pegoraro; da sx in alto, i figli Bruno, Sivana, Marcella, Lino. Sotto: Maria, la mamma Anna Canesso, il papà Giovanni.

Della famiglia romanese dei Pegoraro, Maria è stata la prima ad emigrare nel 1947 assieme al marito Francesco. Lino l’ha seguita nel 1953, come Marcella che finì in Svizzera in una fabbrica tessile. Nel 1954 fù Bruno a raggiungere Marcella ed impiegarsi in una fonderia elvetica. Nel 1955, infine, fu Silvana - quinta della famiglia Pegoraro - ad emigrare per trovare lavoro nella stessa fabbrica dove già lavorava Marcella.

Appena maggiorenne, Silvana si fece raggiungere dal fidanzato Francesco Carlesso che trovò anch’egli posto in fonderia dove il lavoro, benchè usurante, era pagato tra il 20 ed il 25% in più del normale. Francesco, ad ogni buon conto, in fonderia era addetto ai lavori meno pesanti della laminatura. “Bisognava vederli - assicura Silvana - vestivano degli scafandri di amianto e calzavano delle scarpe con la suola tre volte più grossa del normale. Dovevano proteggersi dal calore ma anche dalla caduta di eventuali pezzi di metallo incandescente. Finito di caricare i forni, si toglievano tute e scarpe e si immergevano

in vasche di acqua fresca per riprendere una temperatura corporea normale. L’azienda era all’avanguradia ma non erano rari gli incidenti sul lavoro. Essa produceva lamiere di varie lunghezze e spessori in diverse leghe di acciaio”. Quando la fonderia chiuse i battenti, si occupò anche di trovare lavoro ai suoi fedeli operai. Francesco finì a lavorare con Silvana in una fabbrica di pezzi di ricambio per macchine tessili. Marito e moglie lavoravano a turno alla stessa macchina e così potevano dividersi nell’assitenza ai figli con i quali abitavano a poche centinaia di metri dal luogo di lavoro, in un appartamento dell’azienda. Nel 1960, dopo cinque anni di grande impegno, Silvana a Francesco pensarono di rientare in Italia: “Non a Romano - precisa Silvana - ma nel bresciano, a Rovato, per gestire un bar con mio fratello Bruno e mia cognata. Il lavoro non andava male ma, per sopraggiunti problemi di salute di mia cognata, abbiamo venduto e deciso di

tornare in Svizzera”. Al loro ritorno furono ben accolti nell’azienda che avevano lasciato. Bruno rientrerà definitivamente in Italia nel 1965 ottenendo una licenza per commercio ambulante a Rovato (BS), il paese natale della moglie. Silvana tornò, invece, a casa nel 1966 e Francesco nel 1967 per dedicarsi al commercio ambulante in Romano d’Ezzelino. Quanto a Marcella - la prima delle Pegoraro a trasferirsi in Svizzera nel 1952 - cominciò in una fabbrica metalmeccanica per poi proseguire in una cartiera per i 40 anni di lavoro che le valsero la pensione. Sposata ad un giovane svizzero conosciuto in fabbrica, Marcella non ha avuto figli ed è tornata a Romano d’Ezzelino nel 2000 dove aveva acquitato casa in Via Ugo Foscolo. Qui però non è rimasta per molto tempo e, dopo un pò, ha ceduto al richiamo della Svizzera, delle sue amicizie di ragazza e lavoratrice, di un Paese che l’aveva sempre benvoluta ed al quale si era dedicata con tutte le sue forze ed il suo animo, tanto da sposarne un giovanotto. “Figli non ne abbiamo avuti - ha raccontato un giorno con pacatezza - perchè il lavoro assorbiva completamente me e soprattutto mio marito”.


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NOTIZIE IN BREVE - PAG. 17

PREGHIERE DIMENTICATE Giuseppe Bontorin

La defunta mia nonna Zilio Domenica in Bontorin, conosciuta come “Meneghina”, donna di profonda fede cristiana, nonché molto caritatevole, ci faceva recitare le seguenti preghiere sera e mattina, in aggiunta alle comuni preghiere che oggi i cristiani recitano abitualmente. In memoria anche di questa esemplare nonna, morta a 93 anni, che oltre ai 5 suoi figli ha cresciuto nella fede 18 nipoti, sarebbe un peccato che le seguenti sue preghiere andassero dimenticate:

La vita è breve e la morte è certa, del morire l’ora è incerta, l’anima sola che si ha, se si perde che sarà? Dio mi vede e mi giudicherà e Paradiso o Inferno mi toccherà; se perdi il tempo che adesso hai, alla morte non l’avrai; finisce tutto e finisce presto, ma l’eternità non finisce mai!

A letto me ne vò, levare non lo so, vu Signor che o savì, tre grazie me darì: Confession, Comunion, Oio Santo e Benedisio!

San Giuseppe vecchie reo, cossa gavio so quel cesteo? Gò na fassa e on panaseo per fasare Gesù beo, Gesù beo Gesù d’amore per infasare nostro Signore; Nostro Signore va in finestra con tre corone in testa; la più bea ze cascà e tutto il mondo se ga smarrio; vado a S. Chiara che a me preste a so scaea per andar in Paradiso coi Angei cantando, a Madonna predicando e il Signor in zenocion, sentì che bea orazion!

Sabato 17 marzo alle ore 20,30 Casa delle Associazioni incontro annuale dei coristi, famiglie e simpatizzanti.

L’incontro è promosso per procedere al tesseramento 2012 e la serata si concluderà con una succulenta cena. Ottima occasione per apprezzare e ripercorrere l’attività dello scorso anno guardando al futuro ed alle bella iniziativa del calendario celebrativo del coro Ezzelino. Vi aspettiamo numerosi e per ragioni organizzative vi preghiamo di prenotarvi ai numeri: Antonio Bordignon 340 0609849 Ignazio Casula 347 7275110 Giuseppe Bontorin 340 5945203 Mauro Bernardi 340 3459607


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NOTIZIE IN BREVE - PAG. 18

Relazione Reparto Donatori di Sangue “Monte Grappa” gruppo di Romano d’Ezzelino

Associazione Nazionale del Fante Federazione Provinciale di Vicenza Sezione di Romano d’Ezzelino

Domenica 18 marzo i fanti della sezione di Romano si ritroveranno al ristorante “Dalla Mena” per l’annuale pranzo di chiusura tesseramento 2012. Sarà l’occasione per ringraziare tutti i soci e fare il rendiconto delle attività svolte nel 2011 dalla sezione, che sono molte e che variano dal volontariato, al recupero dei siti storici della prima guerra mondiale sul monte Grappa, alle manifestazioni patriottiche, e alla beneficenza. Con l’occasione verrà presentato il programma 2012 che qui elenchiamo le manifestazioni principali: Il 21 e il 22 Gennaio si sono svolte le votazioni per il rinnovo del Direttivo 2012/2014 del Gruppo Donatori di Sangue di Romano d’Ezzelino. Dopo lo spoglio delle schede, il risultato è il seguente: Capo Gruppo: Dino Carlesso Vice Capo Gruppo: Cecchetto Samuele Vice Capo Gruppo: Riccardo Zilio Segretaria: Deborah Gnesotto Cassiere: Gabriele Galvan Revisori dei Conti: Diego Vinante, Remo Dalla Costa Probiviri: Elio Guglielmin, Andrea Bergamo Consiglieri: Ivo Pilati, Gregori Parolin, Stefano Bontorin, Pietro Dissegna Il Gruppo conta oggi 372 iscritti, nel precedente triennio oltre 900 donazioni effettuate e 60 neodonatori. Prossimo appuntamento Domenica 25 Marzo per il pranzo annuale che si svolgerà presso il Garden Relais di Semonzo del Grappa. L’evento sarà preceduto dalla Santa Messa presso la chiesa Parrocchiale di Romano d’Ezzelino alle ore 10,20. Vi aspettiamo numerosi.

Festa dei Mario

Domenica 4 marzo e domenica 14 ottobre vendita gardenie e mele per raccolta fondi Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) Domenica 15 aprile a Tezze Sul Brenta Parco dell’amicizia 4^ Festa della Famiglia in collaborazione con le sezioni Fanti del bassanese. Domenica 27 maggio a Ravenna raduno nazionale dei Fanti d’Italia (Verrà organizzata una corriera) Domenica 17 giugno Pellegrinaggio internazionale dei Fanti in Val Magnaboschi di cesuna Domenica 15 luglio Incontro internazionale per la pace a Tonezza del Cimone Domenica 5 agosto Incontro delle “Genti Venete” al Sacello Ossario di Cima Grappa Domenica 9 settembre Monte Pasubio cerimonia all’Arco Romano In aprile ricominceranno i lavori di recupero dei siti storici di Casara Andreon in grappa che tanto stanno portando lustro e ammirazione alla nostra associazione.

Il 22 gennaio scorso, si è svolta l’annuale festa dei Mario di Romano. L’incontro, preceduto dalla Santa Messa a San Giacomo, si è concluso presso il ristorante “Pioppeto” e con l’occasione ha partecipato anche don Mario, nuovo parroco della frazione di Sacro Cuore. Giusto per snocciolare un po’ di numeri, 20 sono stati i Mario ritrovatisi, 1356 la somma delle età, 62 i figli in totale (uno da solo ne contava 13, di cui 9 maschi e 4 femmine!). Il più giovane era don Mario coi suoi 43 anni, mentre il più anziano, il big Mario della tavolata, la superstar, è stato l’attesissimo Mario Chemello “baldi”, lo storico barbiere di Romano che coi suoi 100 anni il prossimo 10 aprile ha onorato i presenti. Baldi è stato come sempre all’altezza della sua nomea che lo vuole arzillo e scaltro nelle battute, guadagnandosi stima e simpatia anche dagli altri commensali del ristorante. Una grande festa dei Mario con un grande “baldi” tale da meritare una foto ricordo che tutti tengono cara. W i Mario! Roberto Frison

Per chi avesse svolto il servizio militare in Fanteria o nelle sue specialità (Genieri, Trasmettitori ecc...) e fosse interessato iscriversi alla nostra associazione e partecipare alle nostre attività telefonare a: Giovanni 3381236298 Marco 3333854913 Calisto 0424/37528 Ti aspettiamo

Sezione Fanti Romano D’ezzelino IL DIRETTIVO


Il Nuovo Ezzelino Gennaio 2012

NOTIZIE IN BREVE - PAG. 19

Ci hanno lasciato

Natalina Parolin

Alfredo Frigo

ved. Lollato 88 anni 23 novembre 2011

82 anni 24 novembre 2011

Alberta Grego

Maria Fiorese

Carla Camazzola

Augusto Moretto

Raimondo Scremin

in Vivian 59 anni 29 novembre 2011

ved. Fantinato 87 anni 2 dicembre 2011

in Zan 49 anni 12 dicembre 2011

82 anni 12 dicembre 2011

80 anni 14 dicembre 2011

Giovanna Dissegna

Giovanna Saretta

Domenica Cecilia Bontorin

Maria Bordignon

Giovanna Bordignon

ved. Cecchin 96 anni 16 dicembre 2011

ved. Gnesotto 83 anni 18 dicembre 2011

ved. Farronato 89 anni 19 dicembre 2011

96 anni 24 dicembre 2011

ved. Piotto 82 anni 27 dicembre 2011

Punti rinnovo soci

E’ possibile ricevere il Nuovo Ezzelino, organo ufficiale dei soci sostenitori. La quota associativa è di E 16 per i nazionali e di E 22 per gli esteri.

Sede Proloco Via G. Giardino 77, San Giacomo Uffici Postali, Centri Parrocchiali, Banca di Credito Cooperativo.

Romano Edicola La Coccinella, Profumeria Elisir, Tabaccheria e Cartoleria Mirò, Giovanni Bontorin (pittore), Foto Gastaldello / Arduino, Frutta e Verdura da Silvana.

San Giacomo Edicola Cartoleria Zilio Giovanni, Bar Ca’ Mauri, Bocciofila Ezzelina. Fellette Panificio Bosa, Edicola Cartoleria Brillante, Happy Bar, Trattoria Conte Chantal. Sacro Cuore Speedy Bar (Autolavaggio Scotton).


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