Nuovo Ezzelino - Febbraio 2016

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. A.P. – D.L. 353/2003 - (conv. In L.27/02/2004 n.46 - Art. 1, comma 1, DCB Vicenza. Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 2/1975

n° 433 Febbraio 2016 41° Anno

Mensile di informazione e cultura edito dalla Pro Loco di Romano in distribuzione gratuita ai soci.


Filiale di Romano d'Ezzelino Via Roma, 62 36060 Romano d'Ezzelino (VI) tel: 0424.514112 fax: 0424.392105 filiale87@bpmarostica.it

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n° 433 Febbraio 2016 41° Anno

Poste Italiane S.p.A. - Sped. A.P. – D.L. 353/2003 - (conv. In L.27/02/2004 n.46 - Art. 1, comma 1, DCB Vicenza. Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 2/1975

Mensile di informazione e cultura edito dalla Pro Loco di Romano in distribuzione gratuita ai soci.

LA COPERTINA A PAROLE… Carri, maschere e tante tante persone a Fellette per il 50° Carnevale dei Ragazzi.

Mensile di informazione e di cultura della Pro Loco di Romano d’Ezzelino FOTO IN COPERTINA di Michela Borgonovo PER LA PRO LOCO DI ROMANO Maurizio Scotton DIRETTORE RESPONSABILE Dario Bernardi GRAFICA E IMPAGINAZIONE Andrea Pietro Camazzola HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Gianfranco Cavallin, Cinzia Bonetto, Maurizio Scotton, Massimo Caneva, Eusebio Vivian, Gabriele Farronato, Gianni Dissegna, Mauro Moro, Danilo Mazza, Giovacchino Bortignon, Assunta Bordignon, Padre Elio Farronato, Antonio Bordignon, Via G. Giardino, 77 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. 0424 36427 proromano@libero.it redazioneproromano@gmail.com Poste Italiane Spa - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza Tutti i diritti riservati Quote soci: • ordinario nazionale € 1O,OO* • ordinario nazionale € 18,OO • estero € 27,OO • sostenitore € 55,OO *quota che non dadiritto a ricevere l’organo d’informazione della Pro Loco ccp. n. 93337772 Aut. Trib. Bassano del Grappa 2/1975 Tranne gli originali d’epoca, non si restituiscono le foto.

Trattiamo bene il nostro territorio Cari Lettori ben ritrovati, avere ancora nel cuore, la serenità e la bontà d’animo che ci animavano durante le festività natalizie, non è semplice. Dopo poco più di un mese, intrappolati quasi frullati dai frenetici ritmi lavorativi e/o scolastici, a fatica ci accorgiamo che i buoni propositi di regalare un sorriso, un abbraccio a chi ci sta vicino, sembrano persi nell’obblio. Ci dimentichiamo perfino di apprezzare, ogni giorno, le bellezze che ci circondano o peggio lasciamo che queste si deturpino senza far nulla. Da queste pagine de “Il Nuovo Ezzelino” avevamo sollevato il problema del decoro urbano molti mesi fa. Denunciando i soliti ignoti che abbandonano i rifiuti e lodando l’operato di chi pulisce, di chi volontariamente “mette in ordine”, con la speranza che la maleducazione di alcuni scemasse. Ed invece il nuovo anno si riapre con i consueti tristi segnali, quasi che le nostre splendide valli ezzeliniane, i nostri colli, le nostre strade siano il luogo ideale per abbandonare i rifiuti dei festeggiamenti natalizi o qualsiasi altro oggetto non ci serva più. Innumerevoli sono le segnalazioni che ci giungono per denunciare tutto questo e per evidenziare come tale incivilta’ possa pregiudicare la sicurezza e l’incolimità degli animali e dei bambini. (vedi i bocconi avvelenati o le bottiglie di vetro rotte all’interno dei parchi). Rileviamo tuttavia, alcuni segnali positivi. L’Amministrazione comunale di Romano d’Ezzelino ed alcuni volontari cittadini, in diversi modi, si adoperano per segnalare e/o ripulire tali zone. Vi riportiamo all’interno una lettera giunta in redazione che ben evidenzia, la necessità di un intervento inprorogabile per restituire decoro al nostro territorio troppo spesso abbandonato al dissesto e all’inciviltà. È vero, la salvaguadia e la tutela del nostro paese deve essere un nostro dovere ed ognuno

Rifiuti abbandonati sul Col Bastia

deve fare la propria parte dalle istituzioni ai privati. Si dovrà non solo ripulire e monitorare ma anche diffondere una nuova cultura che spinga ad avere maggior cura e amore dell’ambiente in cui viviamo e conviviamo. A regalarci un sorriso e la voglia di stare assieme sono state la Sagra della Candelora a Romano ed il 50° Carnevale dei Ragazzi di Fellette di cui all’interno troverete un ampio reportage. A loro il compito di ricordarci che la bellezza è un valore fondamentale, un bene da coltivare dentro e fuori di noi. Buona vita

Maurizio Scotton “Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso”. (Mahatma Gandhi )

EDITORIALE

Febbraio 2016

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O” NUOVO EZZELIN L “I e er sc no co i Fa ici. anche ad altri am pravvivenza. le della sua so Sentiti responsabi te cose da dirci. Abbiamo mol fendere bonamento per di Ci serve il tuo ab giornale. il tuo

Sommario EDITORIALE 3 Trattiamo bene

il nostro territorio

5 RIFLESSIONI Whatsapp

6-7 SPIGOLATURE ROMANESI RESOCONTI 8-9 Il teatro comico 12-13 50° Carnevale dei Ragazzi 14-15 Carnevale in Pedemontana: benvenuti a Fellette!

CULTURA 9 Il Mardignon PERSONE 10-11 Gianni Dissegna LETTERE AL DIRETTORE 16 Segnalazione di inciviltà 17 Kinshasa-Bibwa, Natale 2015

17 Romano Natale 2015 APPUNTAMENTI 18 Una vetrina di eccellenze: Nuova “Galleria del motorismo, mobilità e ingegno Veneto Giannino Marzotto”

19 Lassù è casa mia 19 DEFUNTI

Via Salvo d’Acquisto, 5 - 36065 MUSSOLENTE (VI) Tel. 0424 30129 - Fax 393734 - gardin.roberto@gmail.com

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Whatsapp “Ma l’esercizio di matematica era a pagina 33 o 35?”. “Mi mandate per favore la foto della pagina da studiare di storia che non abbiamo il libro a casa?” “I soldi per la gita vanno portati entro domani?”. Purtroppo non è il gruppo whatsapp fra compagni di classe, ma quello fra genitori. Una moda che sta diventando contagiosa, dal nido al liceo.

RIFLESSIONI

di Cinzia Bonetto

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Leggo con interesse l’articolo di Monica D’Ascenzo contro il registro elettronico ed il gruppo “Whatsapp” dei genitori; veri e propri pericoli del nostro tempo… L’esperienza quotidiana dell’impazzare di messaggi sui compiti nei gruppi Whatsapp dei genitori diventa l’occasione per una riflessione critica: non è che tutta questa massa di informazioni che circolano sulle attività dei nostri figli a scuola rischia di deresponsabilizzarli e diventare quindi un freno per lo sviluppo della loro autonomia? All’interno dei gruppi Whatsapp si discute di tutto: di insegnanti (soprattutto), di compiti, di avvisi vari relativi alla scuola o personali come gli inviti ai compleanni, ecc. La comodità è quella di avere sempre qualcuno all’ascolto. Tuo figlio è stato assente? Basta una richiesta di aiuto mandata nel web per avere una risposta immediata (o quasi) con un notevole risparmio di tempo e fatica. Sublime. Direi… Un altro “fantastico” vantaggio dei gruppi Whatsapp è quello di fare gruppo e di sentirsi uniti, spesso (purtroppo) anche

contro gli insegnanti. Si chiacchiera, ci si scambiano vedute in una grande piazza virtuale facendoci forza l’uno con l’altro. Il problema è che tutto ciò va a soddisfare un nostro bisogno di ipercontrollo, che non corrisponde al bisogno dei nostri figli. Basta un “clic” per farci sentire meno ansiosi e preoccupati… per sapere velocemente ciò che vogliamo: “senza tempo e desiderio”; siamo dentro ad un sistema educativo che non tiene conto dei bisogni dell’altro… non lascia spazio e libertà di vivere l’esperienza… Ciò fa rabbrividire!!! La riflessione mi porta a pensare che tale ipercontrollo non dà a nostro figlio la possibilità di costruire un contenitore con un contenuto: è attraverso le proprie scelte giuste o sbagliate che s’impara a costruire la propria identità. Diamo ai nostri figli l’opportunità di cadere per poi rialzarsi come loro sanno fare? Siamo disposti ad accettare i loro fallimenti e le brutte figure, come quella di non aver fatto i compiti? O di trovarsi in pagella un brutto voto? Ipercontrolliamo per proteggerli, for-

nendo delle comode ciambelle di salvataggio… addirittura preveniamo il fallimento o la caduta, non depositando nessuna fiducia sulle loro risorse e sulle loro capacità di recuperare, di riparare. Questa è la modalità giusta per donare ai nostri figli le ali? Non diamo loro la possibilità di esprimere se stessi… di fare la loro esperienza e di credere in se stessi. Non permettiamo loro di scegliere. Ovviamente oggi basta un facile e comodo “clic” per avere perfettamente tutto sotto controllo… Se anni fa nascondere un brutto voto al genitore era una forma di ribellione… mi chiedo come si possono ribellare ora i nostri giovani se l’occhio del genitore è onnipresente… Forse cercano la loro ribellione in forme diverse, sicuramente dove il controllo del genitore non ci può essere! I nostri figli hanno bisogno di sviluppare la responsabilità, il rispetto e la consapevolezza fondamentali nella vita di ciascuno: la scuola non è per sempre… Un giorno i nostri figli saranno degli adulti e dovranno essere in grado di scegliere, pensare e rispettare in autonomia!


Spigolature Romanesi Riprendiamo le nostre riflessioni in libertà, tenendo d’occhio le problematiche che di giorno in giorno ci offrono le cronache dei periodici locali. Non sempre ci si accontenta di un “taglio” comunale, per cui ci sono notizie che travalicano lo stretto nostro ambito, ma di conseguenza si riflettono su di noi.

SPIGOLATURE ROMANESI

di Gianfranco Cavallin

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Esempi chiarissimi vengono dagli annosi temi legati alla viabilità sui quali si è detto, nel tempo, di tutto ed il contrario di tutto. Non possiamo pretendere che tutti abbiano ragione, ma a sentirli uno per uno, si potrebbe anche pensarlo, almeno per qualche istante. Tra i temi che sembrano avere assunto fascino intercomunale nell’ultimo periodo c’è quello del servizio bus. Molte corse, quelle sempre stracolme, sono legate al servizio di trasporto alunni e proprio a metà gennaio compare sul Giornale di Vicenza un bel servizio in cui Lorenzo Parolin riassume la situazione spiegando come si possano studiare nuovi modi di collegamento utilizzando mezzi elettrici e corse a chiamata. Tante belle idee, che, come l’esperienza insegna, rischieranno di naufragare nel grande mare delle buone intenzioni. Questa nota incompleta e non risolutiva potrebbe servire a dare il via ad un dibattito serio se si vuole veramente risolvere il grave tema. Trovano ospitalità nel giorno in cui sia parla del tema bus anche altri due grossi temi di cronaca che smuovono le coscienze degli uomini: il prossimo processo con rito abbreviato per l’omicidio di Aldo Gualtieri e l’iniziativa, decisa, per ricordare la tragedia che aveva colpito la sua famiglia, da Christian Capello che intende compiere il giro d’Italia a piedi contro la fibrosi cistica. Il 13 gennaio compare nelle cronache la notizia che era stata individuata la famiglia che aveva celato dei rifiuti in una galleria lungo la Cadorna. Episodi di vandalismo e maleducazione non infrequenti in questo periodo.

Il 21 gennaio il GdV dà notizia di un ciclo conferenze su cyberbullismo e droga che sono state organizzate dall’Istituto New Cambridge. Il Corriere Veneto, cronaca di Bassano, lo stesso giorno informa del successo della vendita dello storico essiccatoio Manardi in centro a Bassano, dopo anni di inutili tentativi. Più sotto si parla del tema Pro loco con la notizia non tranquillizzante di tagli a fondi regionali per la rivisitazione di tradizioni locali. Trova spazio nella stessa pagina anche la scoperta di polpette avvelenate nel parco accanto alle Poste di San Giacomo. E giacchè si parla di Poste il 23 gennaio nella cronaca del Gdv compare un articolo in cui si lamentano i relativi disservizi, aggravatisi di recente. Nello stesso giorno, due pagine più avanti, incappiamo nella cronaca che tratta della pista ciclabile in costruzione verso Sacro Cuore. Il 27 gennaio da uno dei numerosi articoli che trattano di furti in case private e garage veniamo a sapere che in una palazzina di Fellette la “banda dei garage” è tornata a colpire. Il 28 gennaio sappiamo che l’asilo “Girotondo” di Romano ridisegna gli orari a seconda delle necessità e diventa sempre più a misura di famiglia. Nella cronaca bassanese del Gdv del 29 luglio compare una richiesta di risarcimento per un decesso di una romanese avvenuto oltre tre anni fa. E’ stato presentato dai familiari al Tribunale di Belluno

perchè la vittima era stata curata Feltre. Nello stesso giornale si dà notizia delle celebrazioni nella ricorrenza della Candelora . Sabato 30 gennaio il Corriere del Veneto dà notizia del fatto che alcuni negozi sfitti a Bassano si trasformino in vetrine da museo per combattere il degrado in centro storico e si parla della scoperta a Romano di una serra di marijuana, con l’arresto del coltivatore. Il 31 gennaio in una intera pagina si legge del giro di vite imposto dall’amministrazione comunale per scoraggiare i comportamenti incivili, affidando alle guardie venatorie il compito di controllo per rilevare episodi di inquinamento, abbandono di rifiuti ed altre violazioni. Il servizio è regolato da una convenzione con la provincia di Vicenza e durerà fino alla fine del 2017. Sono previste, al minimo una cinquantina di “uscite”. Nella stessa pagina viene data notizia di un patto tra sindaci, cui aderisce anche Romano, per ridurre i consumi energetici e le emissioni del 20 per cento, entro il 2020. Lunedì 1 febbraio una notizia riguardante il carnevale dei ragazzi a Fellette organizzato dal comitato apposito con l’appoggio determinante della Parrocchia di Fellette che ha visto un afflusso record di circa 6.000 persone in occasione del 50° anniversario dell’avvenimento. Ha trionfato il carro di sant’Anna di Rosà dal titolo “La vera bellezza splende entro di noi”. Tra i gruppi mascherati hanno vinto i “Madagascar” della scuola materna di san Giacomo.


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SPIGOLATURE ROMANESI


Il teatro comico Il Teatro Comico è il titolo con cui Carlo Goldoni presentò nel 1750 questo suo lavoro, che potremmo definire “didattico”, con il quale intendeva, in modo comico ma non troppo, chiarire al pubblico i modi e le finalità della sua riforma del teatro.

RESOCONTI

Prof. Massimo Caneva

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Si tratta di una sorta fisse e improvvisaoperazione coraggiosa di prefazione, di in- da parte del Teatrino zione nei dialoghi dei protagonisti. Per metroduzione alla Com- delle Pulci avere messo media, lavoro ben di- in scena un lavoro glio fare comprendeverso dai precedenti, che pretenderebbe un re la differenza tra il lavoro indirizzato a pubblico particolarmente vecchio modo di reun pubblico di buo- colto, in grado di citare e le novità prona levatura culturale, comprendere fino in fondo il senso dei gesti, pugnate, nel Teatro in grado di capire la dei dialoghi e delle comico vengono inportata delle scelte battute seriti alcuni momenti nuove che avrebbero del vecchio ciarpame poi costituito il riferimento per i suc- contro cui si rivolge la battaglia di cessive opere teatrali. Si tratta dunque Goldoni. Il noto inserto della vicendi una “meta-commedia”, una rifles- da di Rosaura in cui esplode la rivasione che la commedia fa su sé stessa lità in amore del vecchio Pantalone e sulle innovazioni volte a destruttu- e del figlio Florindo serve a mettere rarla facendo venire meno gli elemen- in luce l’armamentario che fa capo al vecchio teatro della Commedia ti cui si era affiata fino ad allora. dell’Arte o degli Zanni, come veniva La riforma goldoniana ha fra i suoi definita alla fine del’500 dal nome di obiettivi principali il rifiuto di un una delle maschere più antiche. modo di recitare che andava sot- Abbandonando vecchi schemi e arto la denominazione di “Commedia tifici triti e ritriti, Goldoni propone e dell’Arte” che prevedeva maschere combatte per una Commedia nuova,

che chiamerà di “carattere” in quanto i personaggi non sono più fissi come quelli delle maschere, ma acquistano una loro fisionomia essendo definiti dall’autore che fornisce agli attori un copione in cui le parti sono scritte completamente. Scompare il vecchio canovaccio sul quale gli attori stessi potevano improvvisare le battute rifacendosi alla memoria, all’abilità personale e alle tipicità delle maschere. Nel lavoro presentato dal Teatrino delle Pulci il pubblico è dunque chiamato a osservare e a rendersi conto della portata delle proposte goldoniane, magari mettendo a confronto i personaggi che sostengono la necessità della riforma che proponeva un teatro più impegnativo per il pubblico, ma certamente più gradito e gratificante. Da una parte stanno i sostenitori del nuovo (Orazio, Placida e Anselmo), e dall’altra coloro che si oppongono a ogni cambiamento


Come si è avvertito da quanto, pur in modo sintetico, è stato detto, è davvero operazione coraggiosa da parte del Teatrino delle Pulci avere messo in scena un lavoro che pretenderebbe un pubblico particolarmente colto, in grado di comprendere fino in fondo il senso dei gesti, dei dialoghi e delle battute, a iniziare dall’azione di togliersi la maschera quando il singolo attore si affaccia al palcoscenico. È il primo gesto che annuncia quale sarà la direzione della commedia che ci si appresta a vedere; una commedia in cui il Goldoni si è prefissato non tanto di suscitare il riso, anche se questo, ovviamente, c’è, quanto di insegnare, di illustrare attraverso i modi della commedia, che è fatta di gestualità oltre che di parole e di costumi, tutta la novità delle sue idee. Come già accennato, si tratta di un lavoro per addetti ai lavori, forse non pienamente godibile, almeno nelle finalità elencate dallo stesso Goldoni, dal grande pubblico. Che senso ha, ad esempio, il pezzo in cui due attori interpretano, in inglese, il noto passo di Amleto che inizia con battuta “To be or not to be”, una delle espressioni più celebri di Shakespeare sul cui significato si è consumato tanto inchiostro? Il pensiero immediato va alle maschere già presenti nel teatro del ‘500 o vi è anche il riferimento alla fatica e alla lotta che Goldoni ha intrapreso a sostegno della sua riforma del teatro? Le oggettive difficoltà di immediata comprensione di alcuni momenti nulla tolgono alla bravura che complessivamente la Compagnia Teatrale ha dimostrato, anche se qua e là qualche smagliatura va ricucita. Forse il pubblico andrebbe aiutato con una breve introduzione sugli obiettivi che il Goldoni si poneva con questo lavoro di riflessione e di educazione alle novità che la sua riforma propugnava. In caso contrario, non saranno pochi coloro che faranno proprie le lamentele del custode: “Anca el Goldoni gà da eser vegnù al mondo! Cossa galo pensà de scrivar dele comedie! Che dopo le me par tute precise!…”

Il Mardignon Per ricordare la Giornata Nazionale dei dialetti dello scorso 17 gennaio, riportiamo una poesia di Eusebio “Berna”Vivian. Il Mardignon: il quasi nascosto ruscello, che trae la sua sorgente “soto l’onbria de cavassi e castegnare” a nord est del colle di Dante e che lambisce, quieto, una piccola valle dall’aria misteriosa prima di disperdersi nella poco lontana pianura; mi parla di storie recenti ed antiche e di un lento lavorare del tempo che purifica e da dimensione all’esperienza umana, intesa nel suo senso totale. “cà vedemo senpre mejo, ‘l quadro parecià”.

CULTURA

(Tonino e Lelio) e che si sentono defraudati di una loro libertà data dalla Commedia dell’Arte e devono soggiacere alla fatica di dovere imparare a memoria tutte le parti scritte dall’autore.

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Tra chiete sensa tempo Tra ‘na chiete che pare sensa tenpo, soto l’onbria de cavassi e castegnare, gossa dopo gossa buta e se slontana ‘l Mardignon: sguinsi de aqua ciara che ‘ncora se porta drio, sangue fresco de vita colà so dal Grapa qua da rente, fato teatro sensa amore de egoismi e odio, mai stuà. Aque fate testimoni longo ‘a storia de tante nefandesse, che pora mente umana ga pensà. Del castéo qua parssora no’ resta pì de na piera, tuto se ‘ndà in malora, ma’l Mardignon

sconto sigio, tien streta ‘a storia vera. Mah…! Se conta de ssighi e urli de xente martorià. Se conta che de note ‘ncor se sente…! Se conta de paura e de atressi de tortura, che qua xe sta catà. Alora, va… Mardignon; sigia, sempre pì i to segreti e gossa dopo gossa, slava ‘a storia nostra, ca’ vedemo senpre mejo ‘l quadro che tra chiete sensa tenpo fin da l’eterno, pa’ naltri xe parecià.


Gianni Dissegna “È stato il dott. Criscuolo a far nascere l’A.C. Romano nel 1967! – dice Gianni Dissegna classe 1939 – Il dottore era stato medico condotto a Cartigliano, ove era presidente e allenatore. A Cartigliano ha dato prova delle sue capacità che poi dimostrerà a Romano”. di Gabriele Farronato, collaborazione fotografica Gianni Dissegna

La storia di Gianni Dissegna è un esempio per tutti noi. Può essere considerato il papà del calcio romanese. La Pro Romano vuole così farlo conoscere a tutti.

PERSONE

Maurizio Scotton Presidente della Pro Loco di Romano d’Ezzelino

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Già, direbbe qualcuno, sempre lui! Ma per fare squadra un uomo solo non basta, servono collaboratori che credano nelle iniziative e, se lo fanno con questo spirito, si prospetta un lungo impegno, sempre silenzioso. Gianni, si può dire alla luce del poi, è stata la vera anima del Calcio a Romano e eminenza operativa insieme con Giovanni Alberton: sono loro due con le rispettive consorti che preparano i generi di conforto per la squadra nel dopopartita. Raccontare la storia di questo uomo, operaio alle Smalterie di Bassano (ora Baxi), ragazzo con un handicap che ha lottato per la sua salute e per gli altri con grande umiltà. Effettivamente è un esempio per la nostra comunità.

Il dramma e il coraggio del pare Antonio. “Sono nato il 12 febbraio 1939 con una lussazione esposta alla gamba destra. A quei tempi i neonati venivano fasciati ben stretti. Così quando avrei dovuto cominciare

a camminare mia mamma Angela Zen (nata 3.4.1910) si è resa conto che qualcosa non andava. Avevo una gamba più lunga dell’altra... Ma mamma, domenica 28 giugno 1942 ha dato alla luce la mia unica sorella Maria, morta a soli quattro giorni di vita e con lei anche mia madre

di appena 32 anni. Così sono rimasto orfano insieme con mio padre Antonio, nato il 25 gennaio 1906”. Una storia fatta di sofferenze, ma con il padre Antonio che accoglie le richieste della moglie di fare qualcosa per quel figlio con problemi di deambulazione, costretto a camminare con le stampelle. Subito papà Antonio cerca e ascolta, fino ad ottenere nientemeno che una visita specialistica all’Istituto Rizzoli di Bologna, ente famoso per le cure di calciatori e moltissimi altri atleti anche oggi. “A quattro anni mio padre mi portò alla visita a Bologna, era il 19 marzo 1943. Il viaggio fu avventuroso come spesso mio padre mi ha ricordato e ripetuto. Un improvviso attacco aereo costrinse tutti a scendere dal treno e a cercare riparo lontano dalla linea ferroviaria in una cava, ma quel che più interessa fu il responso medico: Si può fare! La speranza si era fatta più grande.” Superata brillantemente la prova, bisogna fare la riabilitazione “a casa”


Foto nella pagina a fianco: Bassano di Sutri (VT), Gianni Dissegna in una bella azione plastica a 16 anni.

I calciatori di San Giacomo nel 1961, sei anni prima della nascita dell’A. C. Romano. Da sinistra: Luigi Dissegna (1939), Guerrino Tiberio (1942), Camillo Dissegna (1940), Gianni Dissegna (1939). Accosciati: Vincenzo Zonta (1945), XX Mosè da Mussolente, Natale Zonta (1943), Mario Baron (1944).

Nascita dell’A.C. Romano Si deve tornare alla metà degli anni Sessanta quando i ragazzi che amavano il calcio di Romano trovavano spazio nelle squadre del Bassanese:

in comune, ancora nel 1966 non c’era un campo da calcio (escluso i Fatebenefratelli), nulla di nulla. Così Gianni raccoglie i vari ragazzi che vogliono che si faccia qualcosa per non giocare fuori paese. Si comincia con le gare tra paesi e poi piano piano nasce l’idea di fare una squadra con Criscuolo e Fontanesi che incoraggiano. Gianni Dissegna si muove per formare una squadra con ragazzi del paese e ci riesce, Telatin è il primo allenatore ufficiale e Gianni aiuto allenatore svolge anche il compito di organizzatore e animatore. A questi si deve aggiungere il maestro Tessarolo sindaco. Il campo trovato, non è tutto di proprietà pubblica, ma si fa presto a fare. Secondino Zen con la sua ruspa sistema il campo alla meglio, ma non lo si può chiamare campo: troppi cocci di mattone. Allora arriva sabbia ed una macchia spianatrice che sistema le cose. Paletti di ferro e il filo delimitano i bordi del campo: così nel 1967 inizia l’avventura del’A. C. Romano. Gianni Dissegna svolge tutti i ruoli tecnici, mentre Alberton è il segretario che si occupa di burocrazia. A questo punto la storia dell’ A.C. Romano d’Ezzelino si identifica con la vita di Gianni che per il calcio ha dato tutto e ha fatto partecipare la moglie Mirella. I risultati, le coppe disciplina, la preparazione fisica e il comportamento più che i risultati sportivi, sono le grandi soddisfazioni.

La carriera nel 1970 Nato il 12 febbraio 1939 a S.Giacomo di Romano d’Ezzelino. Nelle stagioni 1955-56 e 56-57 partecipò al campionato Veneto ragazzi con l’A.C. Bassano del Grappa. Nel 1957-58 al campionato Veneto riserve e nel 1958-59 sempre con l’A.C. Bassano al campionato italiano di serie D. Nel 1959-60 campionato dilettanti II categoria con I’U.S. Angaramo. Nelle stagioni dal 1960-61 al 1966-67, campionato italiano dilettanti di I categoria. Nella stagione 1967-68 come allenatore passò a dirigere l’Associazione Calcio Romano d’Ezzelino (Fondata nel 1967), militante per due campionati dilettanti in III categoria. Come giocatore fu chiamato nella rappresentativa di serie D. Come allenatore a selezionare gli allievi al Torneo Regionale Veneto. In tre anni da allenatore con l’A.C. Romano, ha vinto tre “Coppe disciplina”, 1968 esordienti, 1969 juniores, 1970 allievi. G. Colombo, Dizionario dei tecnici del calcio italiano. Firenze, 1971.

PERSONE

con esercizi fisici che continuano anche dopo le dimissioni. La crescita del ragazzo prosegue con attività fisica; non esistono attrezzi ginnici, non divise, basta una maglietta della Juve fatta in casa per sentirsi un calciatore. È bene ricordare che l’istituzione della scuola media Statale Montegrappa nel 1964 è iniziata senza palestra ed anche con una sede ricavata nelle ex elementari in Piazzale Chiesa, ma la palestra arriva oltre un decennio dopo. Il nostro Gianni frequenta le elementari di San Giacomo, ma per la quinta, nel 1951, studia in un collegio a Riccione nella scuola delle Suore della Colonia Mater Dei; quindi frequenta gli studi di avviamento a Bassano di Sutri: qui ha una sorpresa. La scuola di avviamento professionale non è ancora stata istruita, ma lo sarà un anno dopo. Resta in quel collegio e per l’anno di attesa svolge un ruolo di assistente non solo sportivo. Ottenuto il diploma, rientra a Romano e suo padre si vede accolta la richiesta di dare un lavoro al figlio presso le Smalterie. Il calcio però lo pervade tutto e questo è importante per la sua salute e perché si fa notare dal Bassano, squadra con la quale gioca 12 anni.

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50° Carnevale dei Ragazzi Cinquant’anni e non sentirli! …è la tipica espressione che chiunque raggiunga una tappa così importante della propria vita vorrebbe esclamare, pur sapendo che non è vero. Ebbene sì, cinquant’anni ci sono e si sentono. Sentiamo cinquant’anni densi di tante esperienze, storie ed emozioni, quelle vissute direttamente e quelle tramandate di generazione in generazione attraverso racconti, immagini e fotografie. di Mauro Moro

RESOCONTI

le, passando per serate che senz’altro hanno lasciato il segno più di altre.

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Da anni aspettavamo l’arrivo di questo ambito traguardo e da mesi eravamo al lavoro per programmare ed organizzare una festa che potesse restare nei nostri e nei vostri cuori. Ed è in tal senso che il Comitato organizzatore ha lavorato nei quattro mesi che hanno preceduto il Carnevale riuscendo a mettere assieme il lavoro, le idee e le proposte dei più giovani come degli anziani, di chi il Carnevale dei Ragazzi lo vive in prima persona da pochissimo e di chi lo ha visto nascere, e direi che l’obiettivo è stato raggiunto nel migliore dei modi e con enorme soddisfazione. La programmazione è iniziata con i primi incontri ad inizio ottobre, riunioni succedutesi fino alla vigilia del nostro carneva-

Tra le tante, vogliamo ricordare le due serate, che di solito vengono chiamate di selezione, ma che noi vogliamo chiamare di amichevole incontro con i gruppi costruttori dei carri allegorici. Serate che ti portano dal dopocena fino all’una di notte ad avventurarti dentro stalle, capannoni e portici, trasformati in vere e proprie “officine artistiche”, dove è sempre un piacere, di anno in anno, incontrare delle persone che, credendo nel carnevale, riescono a mettere assieme tanta passione, un enorme sacrificio e soprattutto tanta amicizia, tutte persone che possiamo ormai dire siano diventate anche per noi, anche per il Carnevale dei Ragazzi dei veri amici. E come dimenticare l’emozione dell’ultima riunione organizzativa quando, a tarda serata, ti arriva un messaggio degli amici di Spineda, che quest’anno dopo tanti anni, per vari problemi, non sfileranno con il loro carro allegorico ma comunque non vogliono mancare al 50° anniversario con un gruppo mascherato, e leggi la filastrocca appositamente pensata per il nostro carnevale ad alta voce:

Un dolce gigante per un’occasione importante Salve a tutti, siamo gli allegri pasticceri bravi, competenti, ma alle volte poco seri. Il fatto è che ci piace scherzare e con i nostri dolci ogni festa ravvivare. Più l’avvenimento è grande e importante più la nostra torta la facciamo gigante. Così questo bel dolce goloso e speciale è dedicato a Fellette e al suo colorato carnevale, che di anni ne compie bensì cinquanta e fin’ora di allegria a grandi e piccini ne ha portato tanta. Anche voi tutti gentili presenti unitevi a noi per i festeggiamenti. Battete le mani e i coriandoli lanciate ma soprattutto fatevi tantissime risate! …qualche secondo di silenzio e subito ognuno di noi capisce che il Carnevale dei Ragazzi non è un carnevale qualunque, è un carnevale che sa divertire, aiuta a creare amicizie e comunque riesce a generare dei sentimenti. E allora avanti! …Ci siamo. È il sabato sera ed un bellissimo carnevalino anima la felicità di piccoli e grandi. Arriviamo al grande giorno, dal primo mattino i preparativi fervono. Fellette inizia ad animarsi e riempirsi di addobbi, stand gastronomici, palchi, cominciano ad intravvedersi per le strade i primi carri allegorici e Piazzetta Albere diventa un qualcosa di meraviglioso tra carri allineati, tra sfilanti che iniziano a vestirsi, tra compagnie che assaporano un panino assieme e tutto è ormai pronto. Bene, alle 14, una volta assicurate la chiusura e le deviazioni stradali, cominciamo a far marciare il convoglio dei carri verso la partenza, sale l’adrenalina ed alle 14.30 pre-


E noi lo faremo, felici ed entusiasti di quello che abbiamo fatto assieme a tutti voi, saremo carnevalanti, faremo carnevale e porteremo avanti questa grande tradizione. Grazie a tutti!

RESOCONTI

ceduta dalla Banda e dalle Majorettes di Romano d’Ezzelino, con un entusiasmante lancio di palloncini e con il canto di “Buon Compleanno” degli amici di Spineda, che sono arrivati per l’occasione con una torta gigante, parte la sfilata. E da qui, tutto procede nel migliore dei modi: il centro di Fellette è riempito da dieci carri allegorici animati da altrettanti balletti coreografici, da sette gruppi mascherati originali, da trampolieri, giocolieri, mangiafuoco, ma è soprattutto riempito da tante emozioni, dalle emozioni del folto pubblico presente, dalle emozioni di tutti noi organizzatori nel vedere l’entusiasmo dei presenti e dalle emozioni che si riuscivano a cogliere negli occhi degli sfilanti, quasi 1100, nel momento in cui varcavano la soglia della Piazza di Fellette, increduli nel vedere così tanta gente e soprattutto così tanti bambini. Tutto è proceduto benissimo, con il termine della sfilata, con gli spettacoli in piazza e con le premiazioni conclusive che, è vero hanno visto dei vincitori, ma in realtà ognuno di noi esce vincitore da questo carnevale: pubblico, sfilanti, organizzatori e collaboratori tutti. Ed è per questo che vi vogliamo lasciare con un semplice pensiero che nei giorni successivi alla sfilata uno dei nostri amici “carristi” ha voluto esprimere: …Sono anni ormai che faccio i carri di carnevale …e tutti i lunedì dopo la prima sfilata ho questa sensazione di tristezza …passare le sere con quattro balordi a ridere e scherzare …e poi stop! Mesi di lavoro e attesa …per poi bloccare tutto di colpo così! In dieci giorni o poco più passerà tutto! Mille parole, amici storici, amici nuovi e amici passati ad altre storie! Questo é carnevale! Chi non lo fa non può capire …chi non lo vive come noi, non può capire! L’aggregazione che porta questo evento non si può immaginare, anche se si é divisi, tra polemiche, esagerazioni e convinzioni! Ognuno parla e porta avanti questa tradizione, in qualche modo! Puoi essere il migliore o il peggiore, ma comunque fai parte della stessa storia! Fate il il carnevale e se potete siate carnevalanti…

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Carnevale in Pedemontana: benvenuti a Fellette! All’ombra di “papà Grappa”, adagiato a valle tra Romano e Rosà c’è il grazioso paesetto di Fellette; lo riconosci subito per l’inconfondibile piazzetta con la Chiesa, il Campanile e lo spettacolare curvone che sembra fatto apposta per collaudare le gomme invernali suggerite dal gommista di fiducia! Ebbene, in questo grazioso paesetto sì è svolto il tradizionale appuntamento per “I Carri di Carnevale”, una simpatica tradizione giunta al suo cinquantesimo compleanno…

RESOCONTI

di Danilo Mazza

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Buongiorno a te, Amico Lettore. Come va?! Nello scorso numero de “Il Nuovo Ezzelino” io non ero presente. Piccola pausa di riflessione tra l’anno appena conclusosi ed il nuovo 2016 che timidamente debutta ed inizia a far capolino. Riprendo con slancio a narrare di piccoli fatti, di Persone che con impegno e goliardia plasmano amorevolmente questi fatti, di Luoghi ormai a me cari che fungono da palcoscenico naturale per lo svolgimento di questi fatti. Mi si palesa una ghiotta occasione per riprendere tale filo narrativo. Vedi Amico Lettore, Cinquanta anni fa io ero solo entropia allo stato virtuale poiché dovevo ancora nascere! Tuttavia in questo angoletto di Veneto debuttava… “la prima puntata” di un appuntamento che ancora oggi, dopo mezzo secolo, accoglie ed ospita “tosèti e vèci” in un clima di spensierata festa. Sì, proprio il Carnevale di Fellette! Forse non sarà “opulento” come il Carnevale di Rio, probabilmente non sarà “blasonato” come il Carnevale di Venezia, magari non sarà “famoso” come quello di Viareggio o “coreografico” come quello di Acireale, ma per me, dopo solo appena due anni di permanenza in queste lande, è diventato ormai importante. E lo è per tanti motivi. Aspetta, ne condividerò con te alcuni perché. La prima volta che sentii parlare del Carnevale di Fellette fu due anni fa. Stavo visionando alcune foto degli anni ‘70 in compagnia del caro Amico Renzo, e fu proprio lui a narrarmi piccoli eventi di questa festa. Nelle foto, dal tipico colore che solo le foto vecchie hanno, vidi automobili con il tetto segato (…matti!!) piene di persone in maschera, vidi visi di bambini e bambine che nel frattempo ho conosciuto e che adesso han messo su famiglia e a loro volta portano i loro bimbi lì in quel di Fellette! Ho riflettuto così sul ripetersi dei cicli della vita: dono meraviglioso, talvolta incompreso.

Vengo dislocato come supporto ad un bel carro (servizio d’ordine della Protezione Civile). Una signora con degli occhi luminosi ed un ragazzo col sorriso contagioso, nei loro costumi azzurri, confabulano un attimo tra di loro e poi mi dicono: “Ma come! Non ti ricordi di noi? Anche l’anno scorso eri di scorta al nostro carro! Siamo il Gruppo di Carmignano di Brenta!” Ho visto me stesso, a distanza di un anno. Dodici mesi fa con una semplice pettorina della Protezione Civile, in veste di “simpatizzante”, quest’anno con la Divisa regolare come “effettivo”. Ho riflettuto, dopo questo piacevolissimo incontro con gli Amici di Carmignano, su quante cose siano cambiate dentro di me in poco meno di due anni di permanenza in questa mia nuova “Patria Veneta”. Ho visto darsi da fare tanti Volontari, ho visto Gruppi di Alpini, ed ho riflettuto sul fatto che sicuramente Fellette non sarà Rio o Venezia, ma la voglia di fare, lo slancio dei Volontari, la dimensione dell’attivismo “di quartiere” o “di Parrocchia” sembra essere insita nel modus vivendi di questa Gente. Ho riflettuto sul tributo di sangue che… “grazie” alla lungimirante politica (Nazionale ed Europea) molti Veneti hanno pagato per la crisi economica che ha colpito duro. E mi sono accorto che tra i carri, sorri-

denti, non c’erano solo “bòcia e tosèti”, ma anche “gente grànda e anca veci”. Che un bambino sia lì a giocare e ad emozionarsi lo do quasi per scontato. Ma che la stessa cosa la facciano anche adulti precari e pensionati in austerity mi riempie il cuore di speranza. La voglia di vivere di questa gente è atavica. Foto 1. A fine sfilata incontro il buon serafico (in birra veritas!!) Ignazio, Amico onnipresente come il prezzemolo nelle varie attività della nostra Pedemontana. “Bevi un goccetto?” - mi chiede. Pensavo che sul carro avesse alcune bottigliette d’acqua. Ma perbacco!! Nemmeno durante il periodo del proibizionismo americano avrebbero architettato così tanto!! Integrati e alquanto armonicamente occultati nel carro,


due damigianoni formato lago di Garda fanno capolino tramite le due spine: “el rosso ma anca el bianchèto, ciò!” Ho riflettuto sul fatto che nelle lotte tra Sciiti e Sunniti, tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud, esiste una striscia di Pedemontana dove basta un bicchiere di vino e subito si inizia a “ciacòlare” serenamente. Dove il lavoro (in questo caso realizzare un carro), diventa momento di aggregazione tra Amici.

Grazie Amici di Fellette. E grazie agli Amici di Carmignano di Brenta, di Spineda di Riese, di S. Anna di Rosà e a tutti – ma proprio tutti! – coloro che da Fellette sono transitati con un bel carro, o magari con la famiglia, o più semplicemente con la fidanzata. Rifletto: finché ci sarà voglia di divertirsi in allegria, con semplicità, con spirito di condivisione, allora ci sarà ancora un buon posto dove vivere. Ciao Fellette, al prossimo anno!

Foto 3. A fine servizio, io e la mia divisa facciamo capolino verso il parcheggio dove la mia cara vecchia Ford, adesso coriandolata, aspetta il sottoscritto. Vedo un angolino da dove si spande un profumo irresistibile di “panini onti”. Mi avvicino sorridente con la mia leggiadra fisionomia da Grizzly, e chiedo dove sia la cassa per fare lo scontrino. Amico Lettore, ci crederesti? Mi ritrovo in meno di un secondo con un paninone onto tanto da mandare in orbita le transaminasi di un elefante in una mano, e un bicchierone da un paio di ettolitri di bianchetto nell’altra mano, mentre un ragazzo metà poeta e metà Speedy Gonzales spiattella luganeghe sulla piastra: “oèh, toso! Ma quale scontrino! Xèmo èl gruppo dè S. Anna di Rosà. I panini xariano per noaltri che qui g’avemo un carro, ma màgna ànca tì, cio! Non tutto xè fa per schei! Magna e tasi! Xè festa per tutti!”

RESOCONTI

Foto 2. A pochi metri di distanza scorgo una torta in cartongesso attorniata da una squadra di cuochi. Urca, la cosa mi incuriosisce! Chiedo lumi, ed una graziosissima ragazza si presenta e mi spiega. “Siamo il Gruppo Carnevale di Spineda. Abbiamo deciso di omaggiare simbolicamente con questa torta, il cinquantesimo compleanno di questa manifestazione”. Ho riflettuto sul fatto che un Veneto può anche rinunciare ad un “gòto dè vìn”, ma mai, per nessuna ragione al mondo, rinuncerebbe ad onorare una sua tradizione. Che si tratti di ricordare gli Alpini, o gli Arditi, o il Carnevale, una tradizione è parte integrante del patrimonio storico di questo Popolo. E non si discute.

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Segnalazione di inciviltà

Siamo marito e moglie, cittadini residenti a Fellette, frazione di Romano d’Ezzelino. Coppia dopo gli “anta”, entrambi in pensione e nonni a tempo pieno che, avendo la possibilità di ritagliarci un po di tempo libero, spesso lo occupiamo in tranquille e salutari passeggiate locali.

LETTERE AL DIRETTORE

di Bortignon Giovachino e Bordignon Assunta

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Abbiamo la fortuna di abitare in una zona non eccessivamente fabbricata e con pochi passi si può raggiungere la restante campagna e godersi sullo sfondo la vista della pedemontana (sia i cantieri, nostro malgrado, ma anche i monti), i colli asolani e in circostanze favorevoli con una mano sembra di toccare il profilo delle colline di Caerano vicino a Montebelluna. Tutto piacevole ma il problema vero è quando lo sguardo devia per terra vicino a dove stai passando in quel momento! Le piste ciclopedonali e il ciglio della strada in mancanza di esse sono divenuti “contenitori” di ogni tipo di rifiuto… bottiglie, fazzoletti, contenitori in cartone, buste in plastica, scarti di cibo, addirittura ombrelli ed oggetti personali, poi laddove c’è maggiore spazio si trovano materassi, oggetti di arredo e la lista potrebbe essere ancora lunga ma ci fermiamo qui, poiché dalla constatazione di tutto questo ci è venuto spontaneo fare alcune considerazioni. Anzitutto, sottolineando tutta la nostra disapprovazione e il disgusto su questa indecenza, se i dati dimostrano che nei comuni del nostro amato Veneto siamo cittadini

rigorosi in tema di rifiuti, dimostriamo un tiepido interesse per il decoro e per il rispetto altrui, ricordandoci che il primo centro di raccolta per le piccole cose sono le nostre tasche. E non si dica che mancano i cestini!!! Molto spesso la loro presenza è incompresa!!! Abbiamo osservato anche la presenza dei legittimati a gettare rifiuti, una questione da vero sportivo, quella che una minoranza di running o ciclisti eseguono seminando i loro rifiuti nonostante in commercio esistano dei marsupi che in qualsiasi bazar, con pochi euro, possono essere acquistati. Evidentemente tale accessorio non è previsto nell’abbigliamento tecnico sportivo, in poche parole se hai il marsupio rischi la squalifica… Parlando di accessori ho notato che alcuni modelli di autovettura di ultima generazione (la mia compresa) abbondano di svariate dotazioni ma manca il posacenere, o se previsto è talmente piccolo che è sufficiente l’involucro di una caramella a riempirlo! Forse i maestri del design hanno intuito di non inserire il piccolo oggetto considerando lo scarso utilizzo o forse anche loro prati-

cano il lancio dal finestrino dimenticando di inserire il modesto ma utile accessorio. (prima provocazione). Evitando ulteriori polemiche ci sentiamo di affermare che un impegno maggiore da parte nostra porterebbe sicuramente a dei risultati evidenti, meno inquinamento, maggiore decoro e tutto a costo zero. Non ci sembra il caso di puntare il dito contro le amministrazioni locali dove, peraltro, gli investimenti ridotti al lumicino impediscono di spendere denaro per incrementare le pulizie delle strade ma forse chi potrebbe avere un occhio più “vigile” è proprio la polizia locale in sinergia con la cittadinanza segnalando il degrado ambientale perlomeno dove è più evidente. Secondo noi chi ha un buon potere deterrente contro questi comportamenti sono i bambini, giovani risorse che fortunatamente a scuola sono protagonisti in campagne contro l’inquinamento e di esperienze pratiche promosse dagli istituti su differenziazione e quant’altro… forse una tirata di orecchie da parte loro alla vista di comportamenti sbagliati dei grandi sarebbe più che meritata e molto efficace!!! (seconda provocazione).


Kinshasa-Bibwa, Natale 2015

Sorelle e Fratelli carissimi, Buon Natale! Quest’anno vi scrivo dalla periferia di Kinshasa, dove mi trovo dal mio rientro in Congo. Ho lasciato il servizio al santuario della santa martire Anuarite con un po’ di nostalgia, un periodo che è stato per me un dono prezioso del Padre e della martire Anuarite.

Ora mi trovo in questa parrocchia di periferia, lontana circa trenta km dal centro, un ambiente pieno di gente immigrata da varie parti del paese con tanti problemi per i quali mi sento, in un certo senso, sorpassato. Questo quartiere è cresciuto in fretta e un po’ anarchicamente in una zona sabbiosa com’è tutta Kinshasa ma dove, a parte la grande arteria asfaltata che lungo il fiume conduce al centro, tutte le altre strade e le vie sono grandi bande di sabbia, dove passano solo e con difficoltà le macchine a doppia trazione o moto

condotte da autisti spericolati. Nel quartiere non c’è né acqua corrente né elettricità e per questo la comunità comboniana è riuscita a far scavare una decina di pozzi con pompe a mano per il bisogno della gente. Le case sono in gran parte miserevoli e alcune un po’ belle fanno meglio risaltare la miseria della altre. Durante la stagione delle piogge ci piove dentro in abbondanza rendendo difficile alla gente di trovare un riparo per dormire. Ma questi sono solo una parte dei problemi, quelli più visibili, mentre tutti portano ancora altri problemi che spesso li abbattono. Vorrei poterli raggiungere tutti questi fratelli e sorelle per poter dar loro una parola di speranza ma non so come fare perché la maggior parte non arriva in chiesa. Sono persone stanche e sfiduciate Gesù però è venuto proprio per loro. E in questo tempo di Natale mi chiedo come portare Gesù fino a loro perché conforti con la sua tenerezza la loro vita fatta di sofferenza. Gesù si è fatto uno di noi per toglierci il velo di tristezza e desolazione che offusca la nostra

Romano Natale 2015

vita e farci sentire la tenerezza infinita del suo amore che conforta. Sento che la mia vita ha senso solo per far incontrare questi fratelli con la tenerezza di Gesù. Ho cominciato a uscire a piedi nei vari quartieri per poter incontrare queste sorelle e fratelli nel loro ambiente, nella loro vita per portar loro quel conforto che solo viene da Gesù. Come Gesù si è fatto nostro fratello venendo a vivere in mezzo a noi anch’io cerco di farmi fratello in mezzo a sorelle e fratelli feriti e umiliati. Un fratello che ha incontrato l’amore di Gesù e che sente che è la cosa più preziosa della sua vita, l’unica che lo riempia veramente di gioia. Visito volentieri i malati e vorrei portare loro l’amore di Gesù e la sua tenerezza. In una comunità di base, una vecchietta quasi moribonda che ha ricevuto l’unzione degli infermi si è ripresa così bene che anche gli altri malati ora vogliono ricevere il sacramento. Ma vorrei dare qualcosa di più, quando entro nelle loro case sento un disagio profondo per le loro tante miserie di fronte alla mia povera presenza e la mia terribile incapacità di portare pienamente il conforto di Gesù e la sua tenerezza. Per questo mi affido a voi e alle vostre preghiere insieme a questa comunità parrocchiale che ha tanto bisogno di sentire dei veri testimoni dell’amore di Gesù. Che questo natale segni la nostra conversione all’amore di Gesù e nella gioia ineffabile della sua tenerezza diventeremo suoi veri testimoni dando gioia a tutte le sorelle e fratelli che incontriamo. Che la gioia di Gesù bambino che si è fatto nostro fratello inondi i vostri cuori e che essi possano trasalire della sua tenerezza. Con affetto immenso in Gesù.

In periferia di Romano capoluogo è stato fatto, per il secondo anno consecutivo, un presepe in contrà scoasa ora vicolo Carlessi. Un lavoro da veri artisti, non manca nulla. In primis il sacrario del Grappa nel suo anniversario, poi la valle Santa Felicita, poi il nostro splendido angolo rustico e poi tutto il resto. Sono stati i miei contradaioli, grazie a voi uomini e padri, il vostro esempio vada ai più giovani. In questa contrada inoltre è esistito da sempre un capitello custodito da Ines Piareto Nichele ma non sapevo di che santo si trattasse. Visto che ormai era in condizioni precarie, questi bravi contradaioli hanno avuto l’idea di restaurarlo e così è stato. Era la Madonna del Buon Consiglio proprio lei che dimenticata, ormai non ci vedeva più. Il nuovo capitello è stato inaugurato lunedì 8 dicembre, il giorno dell’immacolata, da don Cesare. Ora spero che quest’immagine metta una mano sul maligno di contrà Carlessi che da anni semina odio, colpevolizzando innocenti.

LETTERE AL DIRETTORE

di Padre Elio Farronato

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Una vetrina di eccellenze:

Nuova “Galleria del motorismo, mobilità e ingegno Veneto - Giannino Marzotto”

APPUNTAMENTI

Il Museo “Bonfanti-VIMAR” festeggia quest’anno i 25 anni di attività. Al suo attivo annovera oltre 40 mostre tematiche che si sono susseguite destando l’interesse di migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Abbiamo esposto dalle microcar, alle auto giocattolo, agli imponenti mezzi militari protagonisti della grande guerra, toccando temi di design con lo stile di Zagato e Pininfarina, celebrando case costruttrici prestigiose.

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Abbiamo presentato inoltre miti quali “Nuvolari” o la “Leggenda dei rally”, esponendo modelli unici di vetture da sogno quali Ferrari, Lamborghini, Maserati, Formula 1. Sono state esposte auto che sono state protagoniste nei film, nei manifesti, riferimenti iconici oramai parte della storia soprattutto del XX secolo. Da cinque anni il nostro Museo presenta con la “Galleria del Motorismo, Mobilità e Ingegno Veneto - Giannino Marzotto”, una rassegna esclusiva di primati, motori, auto, piloti, artigiani, scienziati, record che solo il Veneto può vantare. I veneto diviene così, attraverso il Bon-

fanti-VIMAR, l’unica regione d’Europa con una propria vetrina dell’ingegno e delle eccellenze nei settori pertinenti. Si parte dal lontano anno mille, con l’arsenale di Venezia, e si giunge fino alle attuali imprese leader come Vimar, Askoll, Bifrangi, Montegrappa, Ceccato, Michelotto, Wilier e Texa per nominare solo quelle a noi più vicine. Una “Galleria” dalle potenzialità strepitose che la Pubblica Amministrazione della Città di Bassano del Grappa ha saputo cogliere confermando recentemente il prosieguo del cantiere dedicato al futuro Polo Museale Culturale Santa Chiara, che vedrà il “Bonfanti-VIMAR” come fulcro di interesse tecnologico in dialogo con un moderno e stimolante Museo di storia naturale. Quando i nuovi maggiori spazi saranno completati, alla “Galleria” permanente affiancheremo una sezione dedicata alle mostre tematiche a rotazione. Il “BonfantiVIMAR”, riprenderà così la sua dinamica e stimolante proposta espositiva che gli ha valso negli anni passati per ben cinque volte il titolo di migliore Museo della motorizzazione attribuito da una giuria internazionale nella grande kermesse che si tiene a Mulhouse in Alsazia ogni anno. Dalla meta del prossimo mese di marzo,

nell’attuale sede, la “Galleria del Motorismo, Mobilità e Ingegno Veneto- Giannino Marzotto”, si proporrà ai visitatori rivista ed ampliata. L’estensione della “Galleria” al piano semi interrato del “Bonfanti-VIMAR”, permetterà la presentazione di altri importantissimi cimeli che narrano, nella loro unicità, le specifiche avventure di chi ha reso questi mezzi degli emozionanti pezzi di storia. All’ampliamento della galleria seguiranno incontri e raduni. Proseguiranno anche le diverse sessioni di corsi per restauratori di auto e moto d’epoca patrocinati dall’ASI, sempre molto richiesti e seguiti. Impossibile raccontare di più: la “Galleria del Motorismo, Mobilità Ingegno Veneto” rientra tra le cose da gustare, al pari dei mille sapori che il nostro territorio offre; prossimamente riuniti, sotto un unico e prestigioso marchio d’area di cui il nostro Museo è un convinto sostenitore attivo, per esempio invitando i propri visitatori a scoprire i luoghi fisici del circondario protagonisti di molte vicende che vengono narrate al proprio interno. Foto: il “Libratore” con cui il solagnese Aldo Bellò, il 4 agosto 1933, davanti ad una folla immensa, si lanciò dalla cima del Monte Grappa, compiendo un’impresa epica atterrando incolume in pianura e diventando così l’antesignano del volo libero che ogni anno attira oltre 40.000 appassionati praticanti da tutto il mondo, che colorano e animano con le loro evoluzioni i cieli del Monte Sacro alla Patria.

Per diventare soci e ricevere “Il nuovo Ezzelino”

n° 433 Febbraio 2016 41° Anno

Mensile di informazione e cultura edito

Autorizzazione del Tribunale di Bassano n.46 - Art. 1, comma 1, DCB Vicenza. D.L. 353/2003 - (conv. In L.27/02/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. A.P. –

Sede Proloco, via G. Giardino, 77 - San Giacomo Uffici Postali, Banca di Credito Cooperativo Romano: Edicola La Coccinella, Tabaccheria e Cartoleria Mirò, Foto Gastaldello / Arduino, Frutta e Verdura da Silvana, Profumeria Elisir. San Giacomo: Edicola Cartoleria Zilio Giovanni, Bar Ca’ Mauri. Fellette: Panificio Bosa, Happy Bar, Trattoria Conte Chantal, Edicola Cartoleria Brillante. Sacro Cuore: Speedy Bar (Autolavaggio Scotton).

del Grappa n. 2/1975

È possibile ricevere il Nuovo Ezzelino, organo ufficiale dei soci sostenitori. La quota associativa è di € 18,OO per i nazionali e di € 27,OO per gli esteri.

dalla Pro Loco di Romano in distribuzione

gratuita ai soci.


Appuntamento a teatro a Sacro Cuore

DEFUNTI

Sabato 12 marzo alle 20:45 in teatro a S.Cuore, per il Coro Ezzelino si apre una nuova pagina nella sua già variegata carriera. Ebbene si, proviamo a fare gli attori. L’idea ci è balenata a Ca’ Cornaro 2014 quando, in occasione dello spettacolo del venerdì dedicato alla grande guerra, abbiamo invitato sul palco come figurante Loris Giuriatti assieme a suo figlio e Claudio Zen. La cosa ci è piaciuta e così abbiamo deciso di instaurare una collaborazione. Il tempo passava e gli impegni nostri e quelli del Loris hanno un po allungato i tempi, ma poi alla fine ci siamo trovati e abbiamo pensato ad uno spettacolo tratto dal suo secondo libro. “LASSU’ E’ CASA MIA” narrazione teatrale in musica. Questo spettacolo si sviluppa accorpando varie sfumature, ci sarà della recitazione, verranno lette alcune lettere dal fronte, ci saranno i canti del coro, qualche filmato e foto per non dimenticare il tutto esaltato da un bellissimo lavoro di luci. Sarà sicuramente uno spettacolo coinvolgente e in alcuni tratti commovente. Del resto, nella terra dove il cimitero monumentale di Cima Grappa ci sono 12.615 caduti italiani e 10.295 austro-ungarici, che chiedono un nostro pensiero. Oltre 5.000 sono i soldati italiani del Tempio Ossario di Bassano del Grappa, 3.465 quelli austro-tedeschi sepolti a Quero, 1.000 i francesi del Sacrario di Pederobba, 273 i germanici di San Paolo di Feltre. Crediamo di dover dedicare un pensiero commosso a tanti giovani che sono morti su questa nostra terra. La riuscita di tutto questo si deve al lavoro di tante persone, dal Giuriatti che ci ha fornito i testi, da Tiziano Bergamo che su spunto di una bozza della nostra maestra Renata ha eseguito i disegni della locandina, al nostro amico Manuel che con il computer gli ha messi assieme e creato la grafica, a Lisa Frison anima dello spettacolo, al Coro Ezzelino cuore dello spettacolo e in fine a voi pubblico che vi aspettiamo numerosi per coronare quello che dovrebbe essere un bel evento. Un saluto a tutti e a presto, Bordignon Antonio

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nuove stelle nel cielo

Giuseppe Dissegna Adamo Marcolin 80 anni 19 Gennaio 2016

70 anni 19 Gennaio 2016

Gabriella Bordignon Angela Gazzola in Bianchin 68 anni 25 Gennaio 2016

ved. Sonda (Teresa) 88 anni 30 Gennaio 2016

Lucia Arise

ved. Ferraro 68 anni 2 febbraio 2016

Dal 1966 l’Impresa Funebre BONIN svolge servizi funebri con professionalità, competenza e sensibilità DISBRIGO PRATICHE, CREMAZIONE, TRASPORTI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, ACCESSORI FUNEBRI E CIMITERIALI.

SEDE: V.le San Giuseppe, 91 - San Giuseppe di Cassola (VI) Tel. 0424 512222 - Cell. 348 7679123 - 360 221742 REPERIBILITA’ 24H SU 24

Custodi cimiteri comunali



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