Nuovo Ezzelino - Febbraio 2012

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Sommario Febbraio 2012 Mensile di informazione e di cultura della Pro Loco di Romano d’Ezzelino Per la Pro Loco di Romano: Maurizio Carlesso Direttore Responsabile: Dario Bernardi Segreteria: Stefania Mocellin In redazione: Sara Bertacco, Cinzia Bonetto, Maurizio Carlesso, Gianni Dalla Zuanna, Duilio Fadda, Franco Latifondi, Stefania Moccellin, Valeria Orso, Erika Piccolotto, Christian Rinaldo, Silvia Rossi, Maurizio Scotton, Serenella Zen, Giuseppe Bontorin. Via G. Giardino, 77 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. 0424 36427 proromano@libero.it Poste Italiane Spa - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza

Tutti i diritti riservati Quote soci: • ordinario nazionale E 10,00* • ordinario nazionale E 16,00 • estero E 22,00 • sostenitore E 52,00 *quota che non dadiritto a ricevere l’organo d’informazione della Pro Loco

Editoriale

3 Il lavoro silenzioso

Appuntamenti

4 Convocazione assemblea dei soci Campagna rinnovo soci 2012 5 6 7 13 14

Resoconti

Candido San Valentino 46° Carnevale di Ragazzi Siamo i ‘94 de Roman Medaglia d’onore a Giuseppe Bizzotto Una stella ritrovata

Territorio 8 Crescere “con” e “per” il territorio

Riflessioni 9 Adolescente… quale look? 11 Tribù in movimento

Associazioni 10 Volontari… in formazione

Interviste 12 Il Palio di… Roberto Parise

Cultura

15 Collezionare = Amare Semplicemente Arte?

Storie

16 Il 13 aprile 2012 la Signora Dissegna Ermenegilda Zarpellon compie 100 anni 17 Lettera dal Congo 18 - 19

Notizie in breve

ccp. n. 93337772 Aut. Trib. Bassano del Grappa 2/1975 Tranne gli originali d’epoca, non si restituiscono le foto.

FILIALE DI ROMANO D'EZZELINO Via Roma, 62 36060 Romano d'Ezzelino (VI) Tel. e Fax 0424 514112


Il Nuovo Ezzelino Febbraio 2012

EDITORIALE - PAG. 3

Il lavoro silenzioso Gentili soci, siamo alle porte di una stagione del Nuovo Ezzelino e Maurizio Carlesso volevo ringraziarvi della fiducia che state dimostrando alla Pro Loco, ripagate l’impegno che tutto il Consiglio dedica all’organizzazione ed alla collaborazione con le associazioni sul territorio, difatti siamo già nuova edizione del Palio 2012, spumeggiante iniziativa che vede coinvolte le contrade di Romano, si assapora già l’aria dei grandi impegni e delle grandi iniziative, il lavoro silenzioso e minuzioso di tutti i contradaioli porterà senz’altro ad un’edizione da ricordare. Si, silenzioso lavoro di preparazione, studio e ricerca per dare sempre il meglio al nostro ospite che si tuffa in un’atmosfera magica, un pezzo di storia dei nostri nonni. Molte le novità che ci aspettano quest’anno che vi lasciamo svelare dall’associazione Sèriola che organizza e gestisce la manifestazione, ma l’invito è quello di seguire passo a passo il tutto sul sito www.paliodiromano.it. In questo periodo si sono rinnovati i direttivi di alcune associazioni e per noi è importante augurare loro un buon lavoro perché sono un punto di riferimento per tutta la comunità. Proprio in occasione del rinnovo del direttivo dell’Aido è stata organizzata, lo scorso 23 febbraio, una serata informativa con relatori di grande spessore, Marco Baiocchi, Chiara Giurgevich, Roberto Dell’Acquila, Bruno Celia, Bruno Zamberlan solo per citarne alcuni, e gli stessi hanno proposto alla nostra attenzione, moderati dal Dr. Melandri nostro concittadino e medico di base di Romano, uno spaccato della loro importante attività supportata dall’AIDO. L’apertura della serata è dedicata dagli organizzatori ai vari ringraziamenti proposti alle persone che con molta sensibilità hanno accettato la loro proposta e poi hanno dato la parola dapprima al Sindaco di Romano per il proprio intervento di saluto e quindi a Bruno Zamberlan referente Provinciale dell’associazione organizzatrice. Passano alla tematica specifica, una prima informazione è stata dedicata alla situazione

attuale della donazione degli organi che con puntuale ricostruzione è stata portata alla nostra attenzione segnalando lo stato attuale dei vari progetti. La serata è poi proseguita con il tema principe che è stato “il percorso del paziente con insufficienza renale”; argomento trattato in modo impeccabile e sviluppato altrettanto bene che ha visto poi la partecipazione attiva dell’assemblea con domande particolarmente mirate alla problematica. A margine è intervenuta l’importante segnalazione del Dr. Marco Baiocchi sullo stato del reparto di rianimazione del nostro ospedale di zona, il San Bassiano, informando la numerosa platea dell’apertura del reparto di cura intensiva, ai parenti delle persone ricoverate, togliendo la barriera che sino ad ora esisteva. Si vuole dare un importante segnale di maggior contatto tra

pazienti, medici, infermieri e parenti, un’apertura che riavvicinerà i vari attori del nasocomio facendo crescere la relazione e la collaborazione attiva nella cura del paziente. La notizia è stata accolta da un applauso delle persone presenti poiché se ne avvertiva la necessità. Il diabete, la dialisi, il trapianto sono stati quindi i temi affrontati con gli interventi degli altri relatori. Particolarmente interessante è stato il percorso proposto dal dr. Dell’Aquila che ci ha illustrato cosa deve affrontare il paziente in dialisi e le tecniche attualmente utilizzate per dare una qualità di vita migliore a queste persone. Le innovative tecniche proposte, utili ad evitare lunghe ore di attesa per la dialisi. Una bella serata d’informazione per la quale dobbiamo un grazie all’Aido che l’ha ben organizzata.


APPUNTAMENTI - PAG. 4

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Convocazione Assemblea dei Soci Il Consiglio di Amministrazione della Pro Loco di Romano d’Ezzelino invita tutti i Soci a partecipare all’Assemblea ordinaria che si terra venerdì 20 aprile 2012 presso la sala comunale di Romano d’Ezzelino (Sede di San Giacomo) Via G. Giardino, 77 alle ore 20,00 in prima convocazione e alle ore 21,00 in seconda convocazione per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: • Conto consuntivo 2011 • Bilancio di previsione 2012 • Programma attività 2012 • Varie ed eventuali. All’assemblea hanno diritto al voto i soci in regola con la quota associativa 2012 versata entro il giorno 10 aprile 2012. Ogni socio potrà, inoltre, essere delegato al voto da un solo altro socio. La delega, riprodotta su qualsiasi foglio, ricopiato dal testo che segue, deve contenere i dati essenziali al riconoscimento del delegante: Il sottoscritto

nato a

il

socio della Pro Loco di Romano d’Ezzelino, delego a rappresentarmi all’assemblea del 20/4/12 il Sig. Data Firma

Campagna rinnovo soci 2012 Gentili Soci, continua il periodo utile al rinnovo della quota d’iscrizione alla pro loco, desidero ricordarvi le istruzioni inerenti le nuove tessere: a) sono a disposizione dei soci le tessere e le stesse possono essere ritirate in Sede negli orari consueti e in pratica dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 b) chi non riuscisse a ritirare la tessera in sede potrà ritirarla la sera stessa in cui sarà convocata l’assemblea per l’approvazione del bilancio 2011 prevista per il 20.04.2012 ore 21,00 presso la sala comunale di San Giacomo. La tessera Unpli, sarà consegnata sino all’esaurimento di quelle pervenute alla Segreteria della Pro Loco dalla sede provinciale. Dopo, pur essendo tutti i soci legittimati d’ogni diritto, dovremo predisporre una nuova richiesta al Comitato Provinciale. La tessera qui riprodotta e consegnata unitamente ad un’agenda Unpli, da diritto ad alcune riduzioni e/o sconti, presso alcuni punti commerciali convenzionati che sono evidenziati nell’agenda stessa. Le convenzioni sono state fatte a livello nazionale ed a livello provinciale. Esistono nello specifico delle convenzioni con alcune compagnie assicurative che consentono dei risparmi sensibili, controllate o fate controllare la vostra polizza. Grazie per la vostra attenzione. Il Presidente

Punti rinnovo soci

E’ possibile ricevere il Nuovo Ezzelino, organo ufficiale dei soci sostenitori. La quota associativa è di E 16 per i nazionali e di E 22 per gli esteri.

Sede Proloco Via G. Giardino 77, San Giacomo Uffici Postali, Centri Parrocchiali, Banca di Credito Cooperativo.

Romano Edicola La Coccinella, Profumeria Elisir, Tabaccheria e Cartoleria Mirò, Giovanni Bontorin (pittore), Foto Gastaldello / Arduino, Frutta e Verdura da Silvana.

San Giacomo Edicola Cartoleria Zilio Giovanni, Bar Ca’ Mauri, Bocciofila Ezzelina. Fellette Panificio Bosa, Edicola Cartoleria Brillante, Happy Bar, Trattoria Conte Chantal. Sacro Cuore Speedy Bar (Autolavaggio Scotton).


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RESOCONTI - PAG. 5

Candido San Valentino Ricoperta da una candida neve la Passeggiata di San Valentino di quest’an- Maurizio Scotton no si è così adornata di un fascino magico ed inconsueto. Come previsto dalle previsioni meteo, la neve ha fatto capolino su Romano d’Ezzelino all’alba di domenica 13 febbraio. Mentre i volontari della Pro Loco e delle altre associazioni coinvolte si apprestavano a completare gli ultimi preparativi, iniziavano a fioccare i primi fiocchi di neve.

Nel giro di un paio d’ore un leggero manto bianco ricoprì ogni cosa. Il percorso tracciato era comunque percorribile in assoluta sicurezza e la passeggiata prese il via regolarmente. I primi partecipanti ben attrezzati con giacca a vento, scarponi, guanti e berretto partirono entusiasti. Il maltempo non li scoraggiava ed il freddo dopo i primi passi quasi non si sentiva più. Lungo il percorso ogni angolo delle nostre splendide colline ricoperte di neve, sembrava più bello. Quando fummo sul col di Dante, ai piedi della torre, il paesaggio che ci circondava era una splendida cartolina.

Le avverse condizioni meteo, se da un lato ci hanno regalato questo eccezionale adorno, dall’altro purtroppo hanno scoraggiato la partecipazione di molte famiglie. Il pericolo di viaggiare in auto per raggiungere villa negri e l’incognita sulla durata del maltempo ha ridotto considerevolmente il numero dei partecipanti alla manifestazione. Difficile raccontare, per chi non c’era, le emozioni di quest’anno. Si potrebbe chiederle ai bambini mentre felici correvano per i prati lanciandosi palle di neve o mentre giocavano a scivolare lungo i pendii. Oppure si potrebbe chiederle ai due giovani innamorati che

mano nella mano s’incamminavano lungo il sentiero, tra gli olivi. La neve “che cadendo rumore non fa” regalava quelle sensazioni di pace, serenità, amore, e quel silenzio che permette ai cuori di parlare. Un clima invernale, inconsueto, che ad ogni partecipante ha certamente, almeno per un attimo, fatto dimenticare il ritmo convulso e frenetico della settimana lavorativa, offrendo una piacevole sensazione di calma e relax. Infine un grazie doveroso ai numerosi volontari che hanno prestato il loro servizio.


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RESOCONTI - PAG. 6

46° Carnevale dei Ragazzi Il Comitato

Carnevale dei Ragazzi

Mesi e mesi di impegno, lavoro e tanta, tanta passione. Le fatidiche date del 11 e 12 febbraio si stanno avvicinando. Si succedono giornate fredde ma di bel tempo. L’ultima settimana si fa sempre più minacciosa, iniziano numerose e prolungate nevicate in tutta Italia, ma qui a Romano no, a parte una debole nevicata domenica 5 febbraio. Forse è un buon presagio, il tempo ci vuole essere amico: lo speriamo anche perché quest’anno non è stato possibile individuare una data alternativa per la sfilata nel caso non possa avere luogo quella prevista per domenica 11 febbraio. l’ammassamento degli undici carri allegorici presso Piazzetta Albere, pronti per la sfilata il cui inizio è previsto per le 14.30 circa. La sfilata sarà preceduta dalle esibizioni lungo le vie del percorso di percussioni a ritmo afro-brasiliano a cura del “Bloko Aureliano”. Aprirà la sfilata la banda musicale di Crosara con le Majorette di Nove, seguiranno poi i carri allegorici con alternati i grup-

E invece no. Le previsioni meteorologiche si fanno sempre più minacciose: stanno arrivando le nevicate anche qui da noi. I preparativi fervono, c’è chi corre per le necessarie autorizzazioni, c’è chi gira per promuovere la manifestazione, c’è chi seleziona i carri allegorici che si apprestano a sfilare per le nostre strade e c’è chi lavora con sacrificio al freddo impervio per preparare tutte le strutture logistiche. È sabato sera, l’11 febbraio, ed inizia in Centro Parrocchiale la festa organizzata dagli educatori dell’A.C.R. che con la loro simpatia riescono a coinvolgere i presenti con balli di gruppo, musica ed il concorso mascherato “Sbirulino d’oro” con la premiazione di quattro maschere: una per la scuola materna, una per la scuola elementare, una per le scuole medie e novità di quest’anno una coppia di genitori. Tutto va per il meglio, la festa riscuote un grande successo con la partecipazione veramente di tanta gente. È un buon presagio, tutto andrà per il meglio, siamo tutti carichi per la grande sfilata del giorno dopo. Le previsioni meteorologiche ci sono contro ma ce la faremo, sarà una grande giornata. Tutto è pronto. Il programma prevede

pi mascherati. In piazza è atteso il concerto della banda con la premiazione dei carri partecipanti. A partire dalle ore 13.00 inizierà la festa in piazza con musica e balli di gruppo, pagliacci con palloncini, truccabimbi e tante simpatiche sorprese per tutti i bambini. Lo stand gastronomico gestito dalla Parrocchia sarà pronto per servire specialità di ogni tipo: crostoli, frittelle, patatine, pizza, panini caldi, cotechino con polenta, vin brulè e tanto altro. È domenica mattina, alle 8.15 ci dobbiamo ritrovare tutti in Piazza per preparare gli ultimi dettagli. Sono le 7.00, guardiamo fuori dalla finestra, evviva il cielo è minaccioso ma non nevica. Una illusione che dura pochi minuti, passano solo venti minuti ed inizia a nevicare copiosamente. Il paesaggio inizia ad imbiancarsi. Ci ritroviamo in Centro Parrocchiale, la cucina è già al lavoro, sta preparando le delizie per la giornata. Proviamo ad attendere ma la situazione non migliora, anzi, le strade sono sempre più sporche ed il cielo si fa sempre più bianco. A malincuore ma con grande senso di responsabilità non ci resta che prendere atto della situazione ed an-

nullare la manifestazione, non ci resta che avvertire i costruttori dei carri allegorici che dovevano già di buon mattino accingersi a partire per Fellette, i gruppi mascherati, la banda e le majorette, il Comandante della Polizia Municipale e la stampa. Sembra un racconto fantastico ed invece no, è la dura e cruda verità. Un grande peccato, una grande delusione, tanti e tanti appassionati attendevano quest’anno come tutti gli anni il Carnevale dei Ragazzi ed in molti hanno continuato a chiederci e continuano tuttora a chiedere quando venga recuperata la data del Carnevale oramai andato. Le riflessioni sono state tante, ma con coerenza ed obiettività non ci resta che constatare che per quest’anno il Carnevale dei Ragazzi purtroppo non può più’ aver luogo. Ma è proprio grazie alla passione di così tanta gente unita alla passione ed alla caparbietà di noi tutti organizzatori che siamo oggi più che mai decisi e convinti a portare avanti questa grande tradizione: il Carnevale dei Ragazzi di Fellette vi aspetta per l’anno 2013. È per questo che già stiamo pensando alla prossima edizione con la passione, la decisione e la volontà di fare di questo appuntamento un evento sempre più indimenticabile. Questo lo dobbiamo a chi per anni si è sempre sacrificato per il nostro Carnevale dei Ragazzi, lo dobbiamo a chi per ultimo ma con dedizione ha fatto l’ingresso all’interno del Comitato organizzatore, lo dobbiamo ai costruttori dei carri che con la loro simpatia e bravura ogni anno con piacere scelgono di essere protagonisti del nostro carnevale, lo dobbiamo infine alle nostre famiglie che con spirito di sacrificio, collaborazione ma soprattutto con grande entusiasmo ci spingono ad andare avanti. Arrivederci alla prossima edizione del Carnevale dei Ragazzi di Fellette, Edizione “Anno 2013”.


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RESOCONTI - PAG. 7

Siamo i ‘94 de Roman 5 febbraio 2012, chi l’avrebbe mai detto? Tocca a noi scalare il palo della cuccagna! Abbiamo già diciotto anni ma ci sembra di essere fermi ancora al tempo di quando eravamo putei: esuberanti, scalmanati e un po’ matuseti. Niente sembra cambiato, infatti siamo ancora tutti qua, sì certo diversi esteriormente, ma sempre pieni di vita e con tanta voglia di divertirsi (credo che ve l’abbiamo fatto notare!). Ed eccoci qua, dopo l’indimenticabile festa, a scrivere questo articolo per farci conoscere.

Siamo i 94 de Roman, romanoti doc insomma, cresciuti nel bellissimo territorio di Romano d’Ezzelino a cui siamo molto affezionati. Per organizzare questa festa ci abbiamo impiegato dei mesi, durante i quali si sono susseguiti ritrovi, riunioni con il Parroco, con il Sindaco, con il comandante dei vigili urbani e tra di noi, ma, come spesso succede, le decisioni più importanti sono state prese durante l’ultimo trepidante mese prima della festa. Eravamo in tanti all’inizio, quasi cinquanta, ma purtroppo qualcuno si è perso per strada ed al fatidico giorno eravamo comunque in 35, un bel numero no? La festa della classe nel giorno del Santo Patrono è una bellissima tradizione e noi abbiamo voluto godercela interamente iniziando a festeggiare già il giorno prima: Sabato 4 febbraio, il giorno più freddo dell’anno! Ma per noi non è stato un problema, tanto i Romanoti se diverte anca se fora fa fresco! Congelati ma felici, affrontiamo le varie tappe della serata: bar, agriturismo e discoteca… che tirada! Alle 5 della mattina rientriamo per fare le scritte lungo le strade ma, con meraviglia, ci accorgiamo che l’intero paese e coperto da un soffice

velo di neve… beh niente scritte, per ora, ma Romano adesso è ancora più bello! Visto l’impossibilità di fare le scritte qualcuno torna a casa, qualcuno più caparbio decide di stare sveglio tutta la notte girovagando per le vie imbiancate di Romano! “Festa sensa santi xe na festa da briganti” quindi alle 10 in punto ci raduniamo davanti alla nostra chiesa dove Don Cesare ci aspetta per conoscerci tutti, certo è contento di vedere tanti ragazzi una volta tanto in chiesa! Al termine della celebrazione, si procede con la tradizionale processione nella quale i ragazzi della classe portano l’effigie della Madonna lungo le vie del paese. Quanta fatica! Ma non è ancora nulla in confronto a ciò che ci aspetta! Dopo un panino al volo e dopo aver imbottito per bene le nostre tute da lavoro,tutto è pronto per la fatidica scalata. Siamo saliti tutti e 35 nel nostro carro mascherato (trattore con rimorchio) e abbiamo “sfilato” lungo le vie del paese, gettando coriandoli e portando allegria. Giunti presso il piazzale della chiesa abbiamo stappato l’ennesimo bottiglione di spumante e dopo un brindisi collettivo tutti pronti a raggiungere il nostro traguardo.

Marco Vigo, Natasha Favero e Tommy Farronato dei 94 de Roman

La sagra era inoltre animata dai ragazzi di “Chi fermerà la musica” che ringraziamo di cuore per averci sostenuto e per aver allietato gli spettatori con il loro repertorio musicale. Ringraziamo anche il comitato Siriola per averci offerto la cena ed aiutato ad appendere gli striscioni; noi ovviamente saremo prontissimi a dare il nostro contributo durante il palio, portando allegria e servendo sotto il tendone. Ma adesso tocca a noi: i 94 de Roman vs palo della cuccagna, chi vincerà… ovviamente noi! La scalata è stata difficile, ci abbiamo impiegato più di un’ora, quasi due, ma alla fine spinti da un moto d’orgoglio abbiamo dimostrato a chi non credeva in noi che arrivare in cima era possibile senza “l’aiuto” di chi voleva solo umiliarci. È stato bellissimo veder cadere giù da quel palo, che a causa del gelo risultava ancora più scivoloso, quelle stramaledette uganeghe. È stato bello ricevere l’applauso dei genitori, dei parenti e degli amici accorsi in massa a vederci, è stato bellissimo ritrovarci dopo tanti anni a rivivere questa straordinaria esperienza ed è stato magnifico mostrare a tutti che i 94 FA EL DEGHEJO, OGNI ANNO SEMPRE MEJO!


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TERRITORIO - PAG. 8

Crescere “con” e “per” il territorio Nella foto: il Presidente U.Martini “tiene a battesimo” la cooperativa in presenza del Dirigente Scolastico M.Parolin ed il Presidente Confcooperative A. Fontana

Diventare un punto di riferimento nel vivace tessuto economico della Pedemontana Bassanese, ricco di piccole e medie aziende, perseguendo e promovendo i valori per i quali Banca di Romano e Santa Caterina - Credito Cooperativo è stata fondata, è l’obiettivo più che coerente alla propria mission.

Serate Formative su… La Banca di Romano e S.Caterina ha organizzato per il particolare momento ricco di novità (v. decreti SalvaItalia, CrescitaItalia e SemplificaItalia) degli incontri formativi per aggiornare in tema di utilizzo del contante, di metodi alternativi di pagamento, di riforma delle pensioni e previdenza integrativa. La partecipazione alle serate, aperta a tutta la cittadinanza, è stata apprezzata. Si resta a disposizione su richiesta di interessati per ulteriori date di incontro (BANCA DI ROMANO E S.CATERINA sede amm.va tel. 0424 8868). Ma ancor più la Banca continua a contraddistinguersi per l’attività a sostegno del territorio anche a livello sociale: numerose infatti sono le iniziative e gli eventi che la Banca di Romano e Santa Caterina sostiene, in ambito sociale, culturale, sportivo, ecc. Per promuovere per esempio lo sviluppo della cultura cooperativa sta entrando nelle scuole, sia primarie che secondarie, sponsorizzando e affiancando la nascita di “Associazioni Cooperative Scolastiche”. E’ nata proprio in questi giorni la prima A.C.S. del Comprensorio, nel plesso della scuola primaria “Carducci” di Fellette chiamata “L’Isola del Sorriso”, per promuovere tra gli alunni il lavoro di

gruppo, la condivisione delle esperienze e l’inclusione. “In aree come il Trentino le esperienze di cooperazione in ambito scolastico costituiscono da molto tempo una tradizione radicata – spiegano i fautori dell’iniziativa -. Le Cooperative Scolastiche sono associazioni in forma collettiva di scolari guidati da un insegnante in qualità di tutor. Lo scopo è quello di preparare le nuove generazioni a vivere e lavorare insieme mediante l’assunzione di responsabilità personali e collegiali”. Banca di Romano e S.Caterina, quale sponsor ufficiale, crede in questa iniziativa ed augura ai suoi giovani cooperatori di applicare a pieno i principi coo-

perativi nell’attività didattica e nella vita quotidiana, sperimentando positivamente il metodo cooperativo e interagendo con il mondo delle imprese cooperative. Per quanto riguarda le relazioni con la compagine sociale, continuano invece gli incontri di zona con i propri soci. Sono momenti attesi, occasione di confronto nonché di aggiornamento sull’andamento della Banca e del sistema economico in generale. Tre saranno gli appuntamenti diversamente dislocati durante il mese di aprile per incontrare tutti i soci delle varie zone di provenienza prima di ritrovarci a maggio per l’approvazione del bilancio del 2011, esercizio conclusosi positivamente.


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RIFLESSIONI - PAG. 9

Adolescente… quale look? L’influenza della moda negli adolescenti e sulla percezione del loro Cinzia Bonetto corpo è davvero interessante. Essa, infatti, non è per gli adolescenti Psicologa/Psicoterapeuta solo un modo di vestire, ma veicola significati che riguardano lo stile di vita, il look personale e del gruppo dei pari di appartenenza, l’immagine e il modo di essere e pensare. L’adolescente, inserito nelle sue dinamiche psicologiche di creazione e stabilizzazione di una propria identità, trova spesso nel look la possibilità di esorcizzare questo processo di per sé impegnativo. Tanto si è scritto, ad esempio, sul ruolo delle modelle e sull’immagine che queste propongono. Oltre alla famiglia c’è anche la società di oggi. Una società che si centra sull’immagine, sul corpo e spesso sull’apparenza proponendo modelli estetici specifici, attraverso la pubblicità, col risultato di influenzare la percezione del corpo degli adolescenti. Si crea così un complesso insieme di fattori emotivi, basati su aspetti psicologici e sociali, che porta spesso un adolescente ad essere insoddisfatto della propria immagine corporea. In effetti, il vestito esprime anche una qualche forma, seppur rozza, di comunicazione non verbale. Un vestito comunica qualcosa di sé, esprime dei segni che portano a dei significati per realizzare scambi interindividuali tra le persone. Nel vestirsi, il giovane ricerca il proprio Sé, si immagina come vorrebbe essere e, soprattutto, come vorrebbe essere visto dagli altri. In tal senso, un determinato vestito può consentirgli di fingere di essere qualcosa che non è, mentre un altro abito può permettergli di imitare qualcuno di ideale. L’identità dell’adolescente si lega al look e alla moda all’interno di un continuo rapporto tra immagine interna, data da aspirazioni, ambizioni e identificazioni, e mondo esterno, caratterizzato dall’adeguamento al gruppo dei pari di appartenenza, ai “miti” e alle icone del momento. Di fronte a pressanti richieste di capi firmati, piercing e tatuaggi, i genitori sono spesso in dubbio sul da farsi: lasciar fare, vietare, consigliare? Tenendo presente che non esiste una ricetta infallibile, valida in tutte le situazioni, si tenta di dare alcune indicazioni utili alla riflessione, affinché i genitori compiano scelte più consapevoli nel rapporto con i loro figli.

1. Non è semplice per un adolescente confrontarsi con un corpo che cambia in fretta e assume un aspetto molto differente da quello infantile. Il ragazzo che crescendo, deve imparare ad accettarlo e curarlo. Questo passaggio può rivelarsi complicato, perché ci si può sentire brutti e goffi. L’abbigliamento riveste allora un ruolo importante in un momento della vita in cui l’attenzione rivolta al corpo è massima. Durante l’adolescenza essere concentrati sul look non è quindi sinonimo di superficialità, ma un tentativo di colmare le proprie insicurezze e di proteggersi dal giudizio negativo degli altri. 2. Una delle maggiori preoccupazioni dei genitori rispetto all’aspetto esteriore dei propri figli è la moda dei piercing e dei tatuaggi. Non si può certo generalizzare, ma spesso queste richieste nascondono la voglia di gridare al mondo che si è adulti autonomi in grado di gestire la propria persona. Ogni genitore deciderà quindi cosa fare di fronte a una tale richiesta, ma è bene che prima riconosca il naturale bisogno del figlio di essere accettato con il suo nuovo corpo, carico di trasformazioni e di sessualità. 3. Gli adolescenti devono anche ridefinire la propria identità, spesso attraverso il rifiuto dei modelli genitoriali e l’adesione a modelli alternativi, come quelli forniti dal gruppo degli amici. L’adozione di un particolare look può essere una delle declinazioni di questo passaggio. Non bisogna quindi stupirsi più di tanto se il ragazzo passa da maglione e camicia a jeans aderentissimi, magliette di band musicali, scarpe nere, cinture e borchie. Nel tentativo di svincolarsi dall’ingombrante mondo dell’infanzia e di acquisire lo status di adulto, si intensificheranno anche le contestazioni nei confronti dei genitori. 4. Troppe regole, nessuna regola: due facce della stessa medaglia. Se la famiglia non è in grado di ridefinire l’immagine dell’adolescente, può andare incontro a delle difficoltà. Ci sono genitori che impongono regole troppo rigide

e insopportabili, negando ogni cambiamento rispetto al look e ci sono famiglie che tendono a considerare i ragazzi come adulti, tendendo a soddisfarne ogni richiesta. Gli adolescenti non sono più bambini, ma non sono ancora adulti: la funzione del genitore rimane quella di accompagnare il proprio figlio nella crescita. Anche rispetto all’abbigliamento quindi i limiti sono importanti, perché esprimono la capacità dei genitori di creare per i figli dei confini sicuri e prevedibili, che possono anche essere sfidati ma che resteranno al loro posto. 5. Dall’egocentrismo alla responsabilità. A causa dei cambiamenti che avvengono nel loro fisico e nella loro mente sono del tutto concentrati su se stessi, tanto da avere grandi difficoltà nel comprendere le esigenze altrui. Il loro egoismo a volte esaspera gli animi dei genitori, sempre in bilico fra il senso di realtà (non si può acquistare l’ennesimo paio di scarpe per poi non arrivare alla fine del mese) e la paura di perdere l’amore dei figli a causa di un rifiuto. L’amore verso il genitore non può dipendere dall’assoluta accondiscendenza nei confronti delle richieste del figlio. Si può invece insegnare al figlio a ottenere le proprie soddisfazioni, ma dentro i limiti che la vita sempre presenta; possono insegnargli a gestire meglio i suoi risparmi o permettergli di fare qualche lavoretto. 6. Siate pazienti e restate in ascolto. È importante dunque non trascurare i figli, ma rimanere in ascolto e dare supporto, vivendo la crisi adolescenziale, che si esprime anche attraverso il look, senza esagerati rifiuti o estremi coinvolgimenti.


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ASSOCIAZIONI - PAG. 10

Volontari... in formazione

Per l’intera giornata di sabato 4 febbraio scorso i volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri – Nucleo “Monte Grappa” e del Coordinamento di Protezione Civile “Brenta Monte Grappa” di Romano d’Ezzelino, unitamente ad altre Associazioni di Protezione Civile della provincia di Vicenza, hanno preso parte al corso di formazione per A.S.A. che si è svolto presso la sala “G. Agnolin” del velodromo “Mercante” di Bassano del Grappa. Un A.S.A., in termini tecnici, è un “Addetto alle Segnalazioni Aggiuntive”, ovvero un soggetto abilitato che collabora con la Polizia Stradale, con il personale di scorta tecnica o con gli organizzatori durante una manifestazione sportiva (come per esempio una gara ciclistica), allo scopo di garantire maggiore sicurezza sulle strade. Il compito degli A.S.A. è alquanto delicato perchè questi volontari devono, nei modi e nei tempi corretti, segnalare agli utenti della strada il sopraggiungere dei partecipanti alla gara, garantendo così il regolare svolgimento della manifestazione sportiva in tutta sicurezza. Ecco allora il corso di formazione, durante il quale i 72 volontari presenti hanno appreso le tecniche e le procedure operative per svolgere con competenza il ruolo di A.S.A. mettendo in pratica comportamenti adeguati nel settore della sicurezza e della viabilità, utili anche in altri ambiti operativi, oltre le manifestazioni sportive. Presente come supervisore, durante l’intera giornata, anche un commissario di Polizia Stradale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza di Padova. Questo corso, della durata di otto ore e tenuto dal Dott. S. Antonelli, è stato in gran parte finanziato dal Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Vicenza e scelto dai Presidenti delle Associazioni di volontariato in Coordinamento tra le tante proposte messe in campo dal Centro di Servizio già nello scorso anno, considerando anche i contenuti del decreto legge 81 del 2008 relativo alla sicurezza in ambito lavorativo. Al termine del corso i volontari sono stati sottoposti ad un esame scritto con domande a risposta multipla, superato brillantemente da tutti. Sara Bertacco

Fine d’anno in formazione

Nella serata di sabato 17 dicembre 2011 i volontari del Coordinamento di Protezione Civile “Brenta Monte Grappa” si sono ritrovati presso la sala consiliare di Pove del Grappa per partecipare ad un incontro formativo in materia di volontariato e Protezione Civile. Ospiti nel ruolo di relatori sono stati il responsabile dell’Ufficio provinciale di Protezione Civile di Vicenza Graziano Salvadore e la Presidente del Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Vicenza Rita Dal Molin. Presenti inoltre anche i Sindaci dei Comuni di Pove del Grappa e Cismon del Grappa, quest’ultimo anche nel ruolo di Presidente della Comunità Montana del Brenta. L’incontro, programmato dal Presidente del Coordinamento Bettiati Italo, ha voluto essere un momento di riflessione collettiva sulle tematiche del volontariato di Protezione Civile alla luce delle nuove disposizioni di legge da poco entrate in vigore. Dopo i saluti delle autorità presenti, ha preso la parola il Sig. Graziano Salvadore che ha messo in evidenza le caratteristiche peculiari del sistema di Protezione Civile: i presenti hanno ricevuto delucidazioni sul ruolo del volontario che opera all’interno di tale sistema e sulle responsabilità di capisquadra e presidenti delle varie Associazioni di volontariato di Protezione Civile, nonché alcuni approfondimenti sulle caratteristiche dei piani di Protezione Civile comunali. La Presidente Dal Molin invece ha dato avvio al suo intervento ponendo alcune domande ai volontari presenti, a volte volutamente provocatorie, per riflettere sulle motivazioni che stanno alla base di quella grande disponibilità all’aiuto che caratterizza ogni volontario. Nel corso del dibattito sono emerse da parte dei presenti in sala alcune difficoltà che le piccole Associazioni di Protezione Civile del nostro territorio stanno vivendo e con le quali devono fare i conti quotidianamente: sempre maggiori sono infatti le richieste che il sistema di Protezione Civile fa ai volontari in termini di quantità e qualità degli interventi, sia a livello locale che nazionale. Inoltre, i mezzi e le risorse economiche disponibili per far fronte alle necessità operative si riducono sempre più con il passare degli anni. Queste problematiche, come ha sottolineato anche il Presidente della Comunità Montana, in parte possono essere affrontate “facendo squadra”, facendo parte cioè di un grande gruppo, come il Coordinamento “Brenta Monte Grappa”, che permette alle Associazioni componenti la “sopravvivenza” attraverso la condivisione di volontari, mezzi e risorse. La serata si è conclusa con un brindisi e con un piccolo buffet, occasione per lo scambio di auguri di un sereno anno nuovo e un auspicio a continuare ad essere impegnati sotto la grande stella del volontariato. Sara Bertacco


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RIFLESSIONI - PAG. 11

Tribù in movimento Credo che cinquant’anni fa non si parlasse tanto della necessità di attività Gianni Dalla Zuanna fisica. C’era un altro stile di vita, meno sedentario, si faceva sicuramente più movimento fisico. L’automobile non aveva ancora il predominio assoluto sugli altri mezzi di locomozione ed era più che normale spostarsi a piedi o in bicicletta. Il lavoro era sicuramente diverso, meno automatizzato, più duro, con uno sforzo fisico maggiore. Avevamo anche un altro regime alimentare rispetto ad oggi, più essenziale, ma più genuino: niente merendine o cibi preconfezionati, più cose naturali e poco elaborate, senza grassi e zuccheri subdoli. I tempi purtroppo sono cambiati, qualcuno direbbe che è colpa del progresso, che porta tanti benefici, ma non è privo di effetti collaterali. Si fa un gran parlare dell’incidenza delle malattie cardiovascolari, dell’ obesità giovanile, della necessità di una costante attività fisica perché il nostro fisico possa funzionare a pieno regime e mantenersi in forma. Questa necessità tipica della nostra realtà giustifica il fiorire di campetti sportivi, centri benessere, palestre e piscine. L’offerta è variegata: tornei di calcetto, corsi di tennis, spinning, acquagym, pilates e aerobica. Ognuno di noi si regola secondo gusti e necessità, ormai tutti o quasi apparteniamo ad una tribù particolare di cui condividiamo tendenze, usi e costumi, luoghi ed abbigliamento. I più bravi riescono ad inserirsi anche in più di un gruppo e viaggiano sempre con il borsone sportivo nel bagagliaio. A volte mi chiedo quanto di tutto questo sia veramente una scelta spontanea, la soddisfazione di un desiderio oppure non sia la voglia di seguire una moda, un andare con la corrente perché così fan tutti. Forse proprio a causa di questo dubbio le tribù che amo di più sono quelle dei pedalatori, dei corridori e dei camminatori. In inglese, tanto per stare al passo con i tempi, i bikers, i runners e i walkers. Sono le più spontanee, le più “normali”, quelle che ci capita di incontrare tutti i giorni, andando al lavoro, tornando dal supermercato o mentre tagliamo la siepe. Fra queste tre i pedalatori sono i meno stanziali, capaci, grazie alle due ruote di cui sono dotati, di percorrere giornalmente distanze che ai più sembrano infinite, anche superiori al centinaio di chilometri. Sono animali gregari che si spostano preferibilmente in gruppo perché è nel numero che sta la loro forza, anche se questo a volte irrita gli automobilisti costretti a rallentare dietro a fiumi di biciclette che invadono affiancate la sede stradale. Le uscite solitarie sono di solito dedicate ad imprese particola-

ri, i cui risultati vanno poi condivisi col resto del gruppo. Sono ragionieri i pedalatori: precisini fino al minimo dettaglio, tengono conteggi accurati di medie orarie, distanze percorse e passi alpini scalati. Sanno tutto di telai, rapporti, gruppi di cambio, sellini e computer di bordo. A volte la loro passione rasenta il fanatismo e non esiste stagione o avversità climatica capace di fermarli. Sembra quasi abbiano fatto proprio il giuramento dei portalettere di una volta: “Né la pioggia, né la neve o il solleone...” Mi chiedo ancora a cosa pensasse il ciclista incrociato qualche anno fa a mezzogiorno del giorno di Natale mentre, imbacuccato fino agli occhi, sfidava il clima glaciale del Canal di Brenta... I corridori sono ovviamente più stanziali, non usufruendo di mezzi meccanici. Sono meno numerosi e generalmente giovani. Si muovono raramente in gruppo e preferiscono la solitudine che deriva dalle cuffiette d’ ordinanza, che li isola dal mondo circostante. Utilizzano gli stessi percorsi dei camminatori, ma non si mischiano. Sono troppo concentrati nel loro sforzo e se incontrano qualcuno lo degnano al massimo di un cenno del capo e poi via, verso nuove avventure. Mi fanno sorridere, guardandoli sbuffare e sudare con impegno, perché mi ricordano Willye coiote quando insegue Beep-Beep. La tribù che preferisco è quella dei camminatori. Non necessita di requisiti particolari, di investimenti economici onerosi, non si pone obbiettivi pretenziosi, ma si basa su quan-

to di più tranquillo, di più normale ci sia: il quieto camminare, parlando, guardandosi attorno, consapevoli di tutto quello che ci circonda. Tutti noi, prima o poi, diventiamo dei camminatori, anche se è innegabile che l’età media sia più elevata rispetto a quella dei pedalatori e dei corridori. Ci si diventa per consiglio del medico, perché il calcetto è più duro, perché a casa la televisione è in mano ai figli, perché l’aria del bar all’improvviso ci pare più pesante, perché ci piace andare sul Colle di Dante ad osservare il paesaggio o perché è l’unico momento in cui riusciamo a scambiare due parole in tranquillità con la moglie. Fra tutti i camminatori quelli che preferisco sono quelli che incrocio al mattino recandomi al lavoro. Alle sette, mentre la mia giornata muove i primi passi, li vedo scendere dal Col Roigo, allegri e soddisfatti, pronti ad affrontare gli impegni quotidiani. Sono costanti durante tutto il periodo dell’anno e ormai fanno parte del mio andare. Incontro prima il signore e la signora che scendono verso S. Giacomo, poi il gruppo di amiche che salgono a Romano, saluto mentalmente l’uomo che si fa accompagnare dal cane e la coppia di amici che ha appena fatto la sosta al bar bianco a prendere il latte fresco. Potrei descrivere molti appartenenti alla tribù dei camminatori, che, senza saperlo, mi fanno compagnia, ma non è importante. Quello che mi preme dire è: “Bravi, continuate così, perché il vostro è un esempio per affrontare con fiducia ed ottimismo la giornata.”


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INTERVISTE - PAG. 12

Il Palio di… Roberto Parise Duilio Fadda

Quando si parla della contrà Zaghi non si può non fare riferimento a Roberto Parise, da anni, quasi dalla nascita del Palio, rappresenta uno dei pilastri dell’intera manifestazione della Sèriola (questo è, in ordine di tempo, il nome dell’associazione romanotta). Da tempo, infatti, pensavo di proporre un’intervista al personaggio Roberto, perché per me rappresenta l’unicità di contrà Zaghi.

Nella mia memoria il tuo nome è legato da tantissimo tempo alla contrà Zaghi e alle tematiche messe in campo. Ricordo che molti temi sviluppati provengono dalle tue idee e dalla ricerca di tutto il gruppo dei contradaioli, ma, come nasce il tuo rapporto con il palio e come si sviluppano i processi di costruzione di ciascun tema? Quando arrivai, qui a Romano negli anni ‘70, rimasi affascinato da questa manifestazione che però a quei tempi si riduceva alla sfilata dei carri trainati dai mussi, con un carico di vari attrezzi e accessori dei contadini dei primi del ‘900 e poi la corsa degli asini. In quei primi tempi, in un anno di un passato non lontanissimo, allestimmo con Alfredo (Ciorci ndr), nella sua “corte”, il primo tentativo di Angolo Rustico: un tavolino ed alcuni figuranti che giocavano a carte e si versavano sui bicchieri del vino tra urli e finti litigi, poteva essere un’osteria. Poi la curiosità mi portò lentamente ad interessarmi sempre di più del palio, infatti, poco tempo dopo, venuto a contatto con Alfredo mi chiese e m’impegnai personalmente nella messa in opera dell’angolo rustico di Zaghi. Col tempo i ruoli tra me e Ciorci si diversificarono e da allora diedi sfogo alla mia fantasia e alla passione per la ricerca storica della vita contadina e rurale del passato. Così, diventò facile per me partire da una semplice intuizione in un vera e propria ricerca sulla filiera di un tipico prodotto. Ricordo che, un giorno mentre percorrevo in auto una strada che fiancheggiava dei campi d’erba verde, osservai con la coda dell’occhio un gregge di pecore, impegnate a brucare. D’improvviso mi si accese la classica lampadina e mi venne in mente l’idea che per il palio si poteva realizzare tutta la filiera della lana; a quel punto già immaginavo la messa in opera del nostro Angolo. Ma dall’idea allo sviluppo di un tema è necessario del tempo ed una ricerca intensa su i vari processi di lavorazione. Quando poi si prende una decisione definitiva

sul tema da trattare, tutto il gruppo dei contradaioli si dedica allo studio della lavorazione della lana, in questo caso, dalla tosatura al prodotto finito. É in quel momento che alcuni contradaioli partecipano a convegni, a corsi e talvolta ci si reca in piccoli gruppi alla ricerca di manifestazioni che trattano il tema deciso. Altre volte, si va da contadini e da piccoli artigiani che fanno lavorazioni rustiche. Una delle ultime ricerche sulla lana è stata “l’infeltrimento ad ago” che abbiamo dovuto affinare in Val Passiria, località oltre Merano, quasi in Austria. Qui ci sono alcuni artigiani che fanno questo tipo di lavorazione e scelgono i tipi di prodotto con una cura particolare. Loro separano la lana tosata in un periodo dell’anno piuttosto che in un altro, dividono il vello delle pecore di un tipo rispetto ad un’altra, lavano questo in modo naturale e realizzano la colorazione con erbe o fiori. La nostra ricerca poi non si ferma solamente a queste sortite, va oltre, e lo studio dei sistemi di lavorazione porta quasi alla perfezione. Ti dico questo perché nel mio laboratorio (ci rechiamo sul posto), come vedi ho realizzato strumenti per la cardatura, riprodotti come gli originali, copiati dal vero o da immagini e disegni pubblicati su libri, su internet e riviste specializzate. Quest’anno, le nostre donne, che sono il nostro sostegno prezioso, utilizzeranno fusi e rocche riprodotti dallo studio sugli originali, che verranno comunque messi in mostra. Come dicevo, le nostre donne, sono fondamentali nel rendere sereno il clima che regna nella contrada. Pensa che Patrizia, la mia signora, oltre a darmi una mano nelle scenografie del palio, nella sistemazione dei costumi, in certi giorni è colei che mi sorregge quando vede in me un minimo cedimento. Tu sei stato anche dirigente della contrada… e anche della Sèriola… Si, negli anni passati ho anche vestito i panni del

capocontrada al posto di Alfredo e poi ho partecipato al consiglio della Sèriola. Quel ruolo però non mi si addiceva, ero infatti un sostenitore degli Angoli Rustici, nel senso che volevo dare più peso all’Angolo piuttosto che alla corsa dei mussi. Non è che ero contrario alla corsa, ma ritenevo più interessante, per il pubblico, la rievocazione dei mestieri e delle tradizioni d’una volta. Da allora non vi ho più fatto parte. Siamo arrivati alla fine. L’anno scorso le scuole primarie di tutto il comune di Romano hanno partecipato alla dimostrazione dei vari lavori durante il palio in un giorno infrasettimanale, ai Zaghi e ai Farronati, Signori e Valle, farete anche quest’anno qualcosa del genere? Come tu sai, il mio e quello della Sèriola, è un progetto finalizzato alla conoscenza di un passato ricco di storia e di tradizioni. Noi vogliamo, innanzi tutto, farlo comprendere alle giovani generazioni, quindi anche quest’anno e se avremo la forza anche in futuro porteremo avanti questo progetto affinché rimanga traccia del passato anche nel futuro. Noi, non solo qui in contrà Zaghi, facciamo cultura e diamo cultura ma per quanto mi riguarda personalmente, visto che mi piace studiare a fondo ogni singola cosa, ogni singolo avvenimento storico, ogni singola situazione, ho coniato un motto che ritengo imprescindibile ed è questo: Datemi un sasso e racconterò la sua storia.

Grazie Roberto, per le tue perle di saggezza e per ciò che fai per la tua comunità, che non si ferma al palio ma spazia anche nella recitazione, nello studio della storia medioevale ed in altri campi. Certo, avrei voluto raccontare tutto ciò che mi hai esposto con grande maestria e con estrema cognizione, però sai che gli spazi sono sempre angusti ed il tempo è tanto, quindi lasciamo al tempo lo spazio per una prossima storia da raccontare. Grazie


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RESOCONTI - PAG. 13

Medaglia d’onore a Giuseppe Bizzotto Momento commovente per Romano d’Ezzelino quello della consegna a Giuseppe Bizzotto della medaglia d’onore per essere stato deportato e fatto prigioniero nei lager nazisti. Martedì il Sindaco Rossella Olivo, per conto del Prefetto, si è recata con il gruppo Alpini presieduti da Giovanni Bontorin e l’Assessore Massimo Ronchi, a casa dell’ex prigioniero di guerra dei tedeschi dal 20 settembre 1943 al 2 settembre 1944, catturato a Fiume e condotto in Germania. La medaglia, donata secondo la legge 296 del 27 dicembre 2006, non è stata solo un simbolo di gratitudine ad un grande cittadino di Romano d’Ezzelino, ma anche un traguardo importante per chi ha sempre creduto nelle istituzioni fino a cedere la fornace ex Panizzon di sua proprietà al Comune “a patto che resti ad uso della comunità”. Quella di Giuseppe Bizzotto, classe 1923, è una storia commovente e che parla ai giovani d’oggi, testimonianza di un miracolo economico ottenuto col sudore della fronte, così significativa che meriterebbe di essere raccontata nei dettagli. Da lavoratore a Lipsia in una fabbrica di aerei, fino all’essere arruolato come militare a Fiume. E’ qui che nel ’43 arrivarono i tedeschi, condussero Giuseppe in un campo di lavoro a Lipsia e poi ad Amburgo. “La notte gli alleati bombardavano i ponti, di giorno noi prigionieri lavoravamo per ripararli” racconta Giuseppe con gli occhi pieni di emozione ed umiltà. Lui in quel campo era un militare internato, un prigioniero di guerra, agevolato solo dalla conoscenza del tedesco che a tratti lo trasformava in interprete. Poi il ritorno in una Bassano surreale e spettrale, appena tre giorni dopo il 26 settembre ’44 con le impiccagioni in Viale dei Martiri, la clandestinità per non ritornare in Germania, la collaborazione con i partigiani che gli valse nel 1966 il riconoscimento di patriota, insieme a quello di combattente reduce con la croce al merito di guerra. Quando finì la guerra per Giuseppe arrivò il momento di reinventarsi, di rinascere, di credere nelle proprie capacità di lavoratore che insegue e trova la propria strada: lavorò con i fratelli come trasportatore a bordo di un ca-

mion, partì per il Venezuela, dove la moglie Elena lo raggiunse e dove vissero dal ’48 al ’61. Si lavorava nell’edilizia, attraverso mille difficoltà, attraversando inondazioni periodiche e ben tre rivoluzioni. Quando Giuseppe ritornò in Italia risistemò la vecchia fornace del suocero Bortolo Panizzon e riprese l’attività trasformandola in un punto di riferimento per il territorio. Nel 2000, dopo 30 anni di attività e molte soddisfazioni, Giuseppe cede la fornace al Comune con la clausola che resti ad uso della comunità. L’Amministrazione recupera l’antico manufatto grazie ad un sapiente lavoro di restauro. “Questo riconoscimento mi dà un onore di cui non so nemmeno se averne davvero merito – ringrazia con tutta la sua consueta umiltà Giuseppe Bizzotto durante la consegna – Mi riempie di soddisfazione. Ho vissuto ogni momento della mia vita con entusiasmo e speranza, ci sono stati momenti duri, certo sono stati molti, ma le gioie che ho vissuto, tra cui questa medaglia e l’affetto delle persone intorno a me, ricompensano di tutto”. “La straordinaria storia del nostro concitta-

A cura dell’Amministrazione Comunale e del Gruppo Alpini di Romano d’Ezzelino

dino Giuseppe è il racconto di un uomo che ha vissuto da protagonista gli episodi più significativi del nostro ultimo secolo - spiega il Sindaco Rossella Olivo - La fame, la guerra, il dopoguerra, l’emigrazione, la ripresa economica l’hanno visto povero, soldato, internato, emigrante e infine imprenditore di successo. La Fornace è la testimonianza della sua grande generosità, del suo attaccamento alla terra ezzelina, ma soprattutto è il segno indelebile di una riuscita ripresa economica. Oggi abbiamo bisogno di temerari come lo è stato Giuseppe.” Sentita anche la partecipazione del Presidente degli Alpini di Romano, Giovanni Bontorin: “Dopo una lunga attesa anche per il nostro socio reduce è arrivata la meritata riconoscenza da parte della Presidenza della Repubblica. A nome mio e di tutti gli Alpini ringrazio “Bepi” per l’esempio che ci continua a dare ogni giorno portando lo zaino più pesante nel lungo sentiero della sua vita. Il tuo capogruppo te lo dice con affetto: grazie Bepi.”


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RESOCONTI - PAG. 14

Una stella ritrovata Sara Bertacco

“Ciao a tutti, io sono Stella e vivevo nel Cielo. Poi un giorno decisi di scendere sulla Terra. Allora la mia mamma mi accolse tra le sue braccia e mi strinse in un tenero e caldo abbraccio.” È così che si presentava la maestra Stella Marchetti ai suoi piccoli alunni il primo giorno di scuola, e tutti restavano ad ascoltarla affascinati da questo suo racconto, curioso e originale.

È stata davvero una maestra speciale, la nostra Stella Marchetti tanto da rimanere nel cuore di tanti giovani adulti di oggi che hanno trascorso con lei gli anni più belli di scuola e che grazie a lei hanno condiviso esperienze e vissuto momenti significativi che ancora, con piacere, ricordano. Stella è arrivata alla scuola elementare di San Giacomo di Romano nel 1977 e qui ha insegnato per due cicli consecutivi, fino a quando, nel 1987, si trasferì ad Asolo. Ora vive ed abita a Conegliano Veneto, suo paese natale. A Stella piaceva moltissimo il suo lavoro a contatto quotidiano con i bambini ed è stata felice di trascorrere parte della sua carriera di insegnante nel nostro paese che ha visto svilupparsi nei dieci anni della sua permanenza qui da noi. Qualcuno dei suoi studenti, dalla fine della classe quinta elementare nel 1982, è rimasto in contatto con la maestra Stella; altri non avevano più sue notizie ma vivo era il desiderio di incontrarla nuovamente; così, grazie all’iniziativa di alcuni suoi ex alun-

ni (quelli della mitica prima sezione C!), la maestra Stella è tornata a San Giacomo per una serata in compagnia dei suoi “tosati”. Lo scorso 10 dicembre infatti, noi che siamo stati i suoi primi alunni alla scuola elementare di San Giacomo e che ora abbiamo quarant’anni, la abbiamo invitata per una cena e lei ha accettato molto volentieri l’invito. Alcuni di noi non la vedevano da ben trent’anni e l’emozione, al momento dell’incontro, è stata grandissima! Qualcuno si è addirittura commosso, altri erano talmente felici di avere davanti a sé la loro maestra da non riuscire a pronunciare parola! La serata, iniziata con la celebrazione di una S. Messa per ricordare il nostro compagno di classe Paolo Rocco che non è più con noi, è proseguita presso il Ristorante Pizzeria “Ezzelino” di San Zenone ed è stata dedicata ai nostri ricordi di bambini, a quanto fatto insieme in quegli anni oramai passati e a ringraziare la nostra maestra Stella per averci dato tante opportunità di crescita. Lei stessa ricorda con piacere le at-

tività svolte: lo studio del territorio con l’osservazione diretta di quanto presente nel paese (passeggiate tra le colline, visita alle fattorie sul Col Roigo e alle fabbriche…), la ricostruzione degli stili di vita del passato attraverso l’allestimento di una mostra con oggetti antichi (in questa occasione Stella ricorda la grande disponibilità dei genitori dei suoi alunni che hanno collaborato attivamente alla buona riuscita della mostra e che anche in altre situazioni sono sempre stati presenti per dare una mano), il corso di pittura con un artista esperto, le tesine preparate da noi bambini in occasione degli esami di quinta elementare (Stella ci ha seguiti personalmente aiutandoci nella stesura e nell’elaborazione dei contenuti scelti da ognuno di noi per la prova orale dell’esame), le lezioni di educazione motoria nel prato vicino la scuola, ma anche le rappresentazioni teatrali, le divertentissime partite di calcio culminate in un indimenticabile torneo e la gita a Trieste in classe quinta. Al termine della serata, la maestra Stella ci ha salutati con queste parole: “So di essere stata un po’ severa, ma io volevo farvi diventare i migliori e per me eravate la classe ideale…” Noi invece le diciamo che è stata lei la nostra maestra ideale e desideriamo ringraziarla per averci fatto diventare grandi e per averci accompagnato nei primi passi verso la vita adulta. Ti aspettiamo di nuovo qui Stella, per poterti stringere nuovamente in un tenero e caldo abbraccio. I tuoi alunni di San Giacomo.


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CULTURA - PAG. 15

Collezionare = Amare Semplicemente Arte? Il progetto C.A.S.A. nasce da una decisa volontà da parte di alcuni colle- Elisa De Rossi zionisti di Toni Zarpellon di condividere con la cittadinanza i quadri che Tulia Provenzani hanno raccolto nel corso della loro vita . Il forte legame d’amicizia che da anni li lega tra loro e al pittore ha permesso che questo desiderio si concretizzasse in una mostra: C.A.S.A. per l’appunto.

L’acronimo C.A.S.A. Collezionare = Amare Semplicemente Arte? racchiude in sé il tema dell’esposizione: ciò che viene messo in scena è un’analisi del rapporto tra la figura del collezionista, l’opera d’arte e la sua casa. L’allestimento si snoda all’interno un ipotetico appartamento di circa 100 m2 partendo dalla stanza pubblica per eccellenza, il salotto, ed aumentando via via il livello di intimità dei locali. Il visitatore scopre così una figura di collezionista ricca di sfaccettature e non priva di contraddizioni nella sua relazione con il mondo dell’arte: ostentazione vs. riservatezza, identificazione vs. rifiuto. L’opera d’arte rivendica in questo contesto il ruolo di bene di prima necessità all’interno di una ritrovata dimensione umana, mentre

ogni mero aspetto economico viene lasciato letteralmente “fuori dalla porta”. In quest’ottica il visitatore non è un attore passivo, ma interagisce con l’installazione arricchendo ogni tela di un terzo significato rispetto a quelli che già possiede: il primo dell’artista che l’ha creata, il secondo del collezionista che l’ha incorniciata e il terzo dello spettatore che l’ha conosciuta. Questi infatti è in grado di rispondere al grande quesito che dà vita alla mostra: collezionare vuol dire amare semplicemente l’arte? Emblematico risulta il punto interrogativo disegnato da Toni Zarpellon intitolato “nucleo mentale sconosciuto” che grazie alla forza intrinseca del suo segno diventa una chiara icona, evidenziando il compito fondamentale che l’essere umano ha nel dare un senso alle cose del mondo ed alla propria esistenza.

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Con il patrocinio di: Comune di Cassola Città di Bassano del Grappa Assessorato alla Cultura Con la collaborazione di: Pro loco di Romano d’Ezzelino Collezionare=AmareSemplicementeArte? Sala Bassiano Zonta presso la sede Costenaro Assicurazioni Via San Pio X 58/2 San Giuseppe di Cassola (VI) Ingresso libero Inaugurazione sabato 21 Aprile ore 18.00 in cui verrà presentato il nuovo catalogo TONI ZARPELLON 2009-2011 La mostra si protrarrà fino a Sabato 12 Maggio Orario: lun-ven 15.00-18.00 - sab 09.00-12.00 www.casa-arte.it


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STORIE - PAG. 16

Il 13 aprile 2012

la Signora Dissegna Ermenegilda Zarpellon compie 100 anni Renzo Zarpellon

Il prossimo 13 aprile la signora Dissegna Ermenegilda Zarpellon raggiungerà il fatidico traguardo dei 100 anni: si tratta di un secolo di vita che racchiude un secolo di storia e che vogliamo sintetizzare ricordando gli avvenimenti principali della sua vita.

La signora Dissegna Ermenegilda nasce a Fellette di Romano d’Ezzelino il 13 aprile 1912. Dopo aver frequentato le prime tre classi delle scuole elementari in un piccolo edificio soprannominato La Baracca a S. Cuore, in quel tempo una piccola borgata chiamata Lanzarini, comincia subito a lavorare andando a servire presso famiglie benestanti prima a Bassano e più tardi ad Asiago. Nel 1938 sposa il signor Angelo Zarpellon, un ragazzo del ‘99, che fin da giovane ha svolto il lavoro di cameriere presso i più noti bar di Bassano, come Il Nazionale ed Il Caffè Italia. Assieme iniziano a formare una famiglia e a gestire in proprio un pubblico esercizio: durante la guerra il Bar Excelsior e subito dopo, dal 1946 al 1954, il Banco Assaggio, presso l’incrocio di Via Beata Giovanna. Nel 1954, da S. Giuseppe di Cassola dove risiedevano dal 1938, si trasferiscono a Fellette e per sei anni gestiscono, in affitto, l’unica Osteria del centro, subito conosciuta da tutti come Osteria da Angelo. Nel nuovo esercizio la Signora Gilda inizia a far da mangiare curando due specialità: trippe alla parmigiana e fagioli in salsa. Ben presto i clienti cominciano ad arrivare numerosi anche da Bassano e dintorni ed i locali dell’osteria si dimostrano troppo piccoli e inadeguati per gestire una vera trattoria, oltre che per la famiglia che in quel tempo è formata da cinque figli. Si pensa così ad una nuova casa con una trattoria moderna. Nel 1960 la famiglia Zarpellon e la Trattoria Da Angelo si trasferiscono nell’attuale sede di Via Merlo a S. Giacomo di Romano d’Ezzelino, dove, grazie all’intraprendenza della Signora Gilda e del marito, aiutati da tutti i cinque figli, conosce uno sviluppo così rapido che dopo

solo cinque anni i nuovi locali risultano insufficienti per far fronte alle richieste di una clientela in continuo aumento. Si procede pertanto ad un ampliamento per ricavare una nuova cucina ed una grande sala da pranzo. Purtroppo, poco tempo dopo la conclusione dei lavori, nel 1968 Angelo lascia improvvisamente la moglie e i figli. La signora Gilda non si perde d’animo, anzi con grinta tenace tiene unita la famiglia continuando a portare avanti l’esercizio sia di Bar che di Trattoria. Col passare degli anni il suo posto in cucina viene preso dalle nuore e, dopo aver compiuto gli 80 anni, un po’ alla volta si dedica sempre di più al banco, vale a dire nel servizio del Bar: ogni mattina, puntualmente alle ore 6, continua ad aprire il Bar e servire i primi clienti e questo fin oltre i 90 anni di età. Nel 1992 l’Associazione dei Commercianti di Vicenza le conferisce il diploma di Maestro del Commercio decorandola con l’onorificenza dell’Aquila di Diamante per 51 anni di attività come commerciante. Tuttavia, nonostante il prestigioso riconoscimento ed i molti anni di lavoro, la Signora Gilda non intende andare … in pensione e preferisce stare ogni giorno al banco e … nei dintorni … per continuare un’attività che da 64 anni fa ormai parte della sua vita. Purtroppo con l’avanzare degli anni anche per

lei le forze cominciano a mancare e a 95 anni lascia anche il suo banco per trascorrere la giornata tra i suoi affezionati clienti. Nel 2010 si ritira presso la Casa di Riposo di Ca’ Cornaro dove trascorre ore serene, amorevolmente assistita dai suoi figli, che ogni giorno le tengono compagnia per alcune ore. In particolare, la figlia Rosanna ogni mattina le è vicino per … metterla a posto perché, come dice la signora Gilda, per servire i clienti bisogna essere sempre ben postai …e in fatto di abbigliamento è molto esigente e il suo guardaroba ben fornito… Per celebrare il lieto evento i figli hanno organizzato una serie di festeggiamenti che si svolgeranno presso la Casa di Riposo. Si comincerà Venerdì 13 aprile 2012, giorno del suo 100° compleanno, con una grande festa con tutti gli ospiti della casa e con la straordinaria partecipazione del Gruppo Folcloristico Storicanti. Nello stesso giorno, presso la Trattoria Da Angelo sarà organizzato un brindisi per tutti i clienti, in particolare con quelli più anziani. Domenica, 15 aprile 2012, alle ore 11.00 ci sarà una S. Messa solenne, cantata dalla Schola Cantorum di San Giacomo, presso la Chiesa di Villa Ca’ Cornaro e seguirà il pranzo nei saloni nobili della villa con tutti i famigliari e parenti. Saranno presenti anche i nipoti della signora Gilda che risiedono in Francia. Per l’occasione verrà allestita una piccola mostra fotografica che illustrerà gli avvenimenti principali dei cento anni di vita della Signora Ermenegilda.


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STORIE - PAG. 17

Lettera dal Congo Carissimo Il Nuovo Ezzelino, Padre Pace e bene. Innanzitutto ringrazio la redazione del nostro giornale e chi Lorenzo Farronato missionario Comboniano mi ha donato l’abbonamento che mi permette di stare in contatto con nella R.D. del Congo il nostro paese tanto amato. Vivo da tanti anni nel centro dell’Africa, in mezzo a foreste dove davanti agli occhi ho solo e sempre piante.

Non vedo mai un orizzonte lontano e mi capita spesso di dire alla nostra gente: “sapeste come è bello il mio paese”. Loro non hanno nessuna idea di una montagna alta, di un panorama vasto, dei prati e dei campi ben coltivati e in perfetta armonia visti dall’alto. Così con il nuovo Ezzelino faccio sempre un bagno di nostalgia in terra nostra. Ultimamente, prendendo un po’ di riposo in una capanna in foresta, ho letto sul giornale un articolo di marzo 2011, di Damiano Pelizzari psicologo. Ringrazio lo psicologo che mi ha dato occasione di riflettere. Non intendo far polemica, ma vorrei dire il mio pensiero. Innanzitutto ho lasciato il mio caro paese con tutto ciò che comporta e, posso dire che da 44 anni a oggi ho vissuto sempre lontano da casa e, di questi anni, 34 li ho passati nel Congo che fu anche Zaire. Tutta questa vita vissuta nella certezza che Gesù è il vero Maestro. È stato ucciso proprio perché ritenuto un presuntuoso. Infatti si è dichiarato più di Mosé e nel discorso del matrimonio dirà che certe cose, come il ripudio della moglie Mosé le ha concesse “a causa della durezza del vostro cuore”. È per me il Maestro. Egli porta il messaggio di gioia che è programmatico nelle Beatitudini, dirà anche: “ vi dico queste cose perché la vostra gioia sia piena. Questo è il

mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (cfr Vangelo di Giovanni 15, 11-13) Io non mi azzarderei di portare una glossa sul detto di un tale Maestro. Nel vangelo si dice “ama il prossimo tuo come te stesso”, comandamento preso dal Vecchio testamento, Gesù poi dirà: “Amatevi come io vi ho amati” portando un completamento al comandamento. Infatti Lui non è venuto a togliere ma a completare. Nel caso di crisi psicologiche penso che il soggetto sia vittima di una mancanza di amore vero più che di un amore eccessivo. Infatti i santi diranno che in Amore non ci saranno mai eccessi. Numquam satis amabo cioè “non amerò mai abbastanza”. Chi va in crisi si sente forse più schiavo che amato o amante e agisce sotto la spinta di forze che non enumero più che sotto l’attrazione dell’amore. Ultimamente un mio confratello comboniano congolese diceva che è più importante il motivo di vita che la vita stessa. L’uditorio congolese faceva fatica a capirlo, ma hanno poi voluto imprimersi bene in mente questo detto. Ne segue che dare la vita per una causa comprende sacrificio gratificante non mortificante. Se castriamo il vangelo per paure della sindrome

del Salvatore del mondo dobbiamo considerare il gesto di Salvo d’Acquisto, di Massimiliano Kolbe e perché no anche il mio, quello di spendere la vita in queste foreste come frutto di una sindrome malsana. Non voglio qui parlare della mia e nostra vita di tre Farronato di Romano in Congo, dico solo stiamo dando la vita cercando di essere testimoni di certezze al seguito del Maestro per eccellenza. Non me la sentirei di spendere la vita per insegnare incertezze come quella se è meglio vivere con una o con due o quattro mogli. Vedo come sia importante l’insegnamento del vangelo in questo nostro Congo dove la gente vive nella paura e nell’odio a causa di credenze da cui con molta fatica cercano di liberarsi. Spesso si lotta contro corrente, ma intanto vediamo frutti di speranza e rinascita. Mentre qui si cerca di uscire da certi errori si ha l’impressione che il nostro popolo stia regredendo in stili di vita che potremmo definire selvaggi. Congolesi stessi m’han detto che sembra che il nostro occidente stia andando verso valori fatui da cui loro cercano di uscire. In modo particolare per quanto riguarda la vita via di famiglia nella donazione totale. Termino ringraziando “il Nuovo Ezzelino” che mi tiene unito alla mia terra e mi dà occasione di riflettere.


Il Nuovo Ezzelino Febbraio 2012

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Bravi nonni Coco’

Requisiti legge 398/91

Domenica 26 febbraio 2012 nella stessa chiesa di allora, hanno festeggiato assieme ad amici e parenti il 60° Anniversario di Matrimonio Bontorin Giuseppe Davide (dei Asei) e Bergamo Francesca Antonia (dei Metri). Sicuramente 60 anni fa gli sposi non hanno avuto la possibilità di festeggiare il loro matrimonio, per questo abbiamo voluto fare una grande festa tutti assieme, per condividere 60 anni di vita passati assieme tra gioie e dolori, fatiche e sacrifici. Li ringraziamo per l’esempio di vita che ci hanno dato e per il grande valore della famiglia che ci hanno trasmesso. Un grazie a tutti per aver accettato con entusiasmo di festeggiare assieme a noi.

Vi proponiamo quindi una check list dei requisiti inerenti la Legge 398/91, tramite cui potrete facilmente verificare la regolarità amministrativa e gestionale.

Gentili Presidenti, Segretari di Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche, da qualche tempo a questa parte diverse società sportive chiedono informazioni ed assistenza a seguito del ricevimento di avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, dovuti al disconoscimento dei benefici della Legge 398/91, per il mancato rispetto dei presupposti necessari per la sua applicazione legittima.

Verifiche da effettuare: Iscrizione al Registro CONI / FIGC / Equipollente Rinnovo dell’iscrizione annuale al Registro CONI / FIGC / Equipollente Lo statuto e l’atto costitutivo sono conformi alle previsioni di cui all’art. 90, comma 18, della l. 289/2002? La denominazione sociale, che deve richiamare la finalità sportiva dilettantistica, è riportata in tutti i segni distintivi e le comunicazioni rivolte al pubblico? Pagamenti effettuati e/o ricevuti di importo superiore ad € 516,46 solo tramite c/c bancario intestato alla società sportiva. Tutti i movimenti bancari dall’inizio alla fine del periodo d’imposta sono documentabili e giustificabili formalmente? C’è traccia dello svolgimento della vita associativa dell’organizzazione sportiva (convocazione assemblee, redazione verbali, etc.)? Rispetto del presupposto soggettivo (assenza fini di lucro, svolgimento attività sportiva dilettantistica, riconosciuta come tale dal Coni, compresa attività didattica, affiliazione a E.P.S. o F.S.N., costituzione in forma associativa o di società sportiva dilettantistica di capitali) Rispetto del presupposto oggettivo (non superamento del plafond dei 250.000,00 Euro di proventi derivanti dall’attività commerciale, applicando il principio di cassa per le ASD e di competenza per le SSDARL). Obbligo di emettere il titolo di accesso. Obbligo di fatturazione delle prestazioni di sponsorizzazione cessioni o concessioni di diritti di ripresa televisiva e trasmissione radiofonica e prestazioni pubblicitarie Obbligo di conservare copia di incassi e pagamenti. Obbligo di numerare fatture di acquisto. Obbligo di annotare, entro il giorno 15 del mese successivo a quello di riferimento, i corrispettivi nel registro Iva o nell’apposito prospetto riepilogativo. Obbligo di presentare la Dichiarazione dei Redditi, mediante invio del Modello Unico Società di Capitali o Modello Unico Enti non commerciali, ai fini Ires e Irap. Obbligo di presentare il Modello EAS annuale entro 60 giorni dalla costituzione ovvero entro il 31 Marzo di ogni anno in caso di variazione di dati precedentemente comunicati (fatti salvi i casi specificamente previsti in cui, anche se alcuni dati sono mutati, non è necessario ripresentare l’EAS (es. variazione legale rappresentante) Obbligo di assolvere gli adempimenti dei sostituti d’imposta (invio Modello 770, pagamento ritenute d’imposta, certificazioni annuali dei compensi erogati per rimborsi spese). Obbligo di redigere il Rendiconto annuale. Obbligo di redazione, entro 4 mesi dalla chiusura dell’esercizio, di apposito rendiconto e della specifica relazione illustrativa che dev’esservi allegata, relativa alle eventuali (massimo) due manifestazioni di raccolta fondi fino ad un importo di € 51.645,69 annui.

E’ indispensabile che tutti questi requisiti siano adeguatamente soddisfatti per poter applicare legittimamente la 398 e godere dei relativi benefici. Maurizio Carlesso


Il Nuovo Ezzelino Febbraio 2012

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Consegna Attestati Alluvione Domenica 29 gennaio scorso i Volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri - Nucleo Volontariato e Protezione Civile “Monte Grappa” - di Romano d’Ezzelino hanno ricevuto gli attestati di benemerenza giunti direttamente dalla Regio- ne del Veneto per aver partecipato alle operazioni di soccorso in occasione dell’emergenza alluvione a Vicenza del novembre 2010. Oltre agli attestati di lode ricevuti lo scorso anno dall’Ispettorato Regionale A.N.C. del Veneto, un altro importante segno di riconoscimento è arrivato dunque nelle mani di questi volontari che guidati dal Presidente App. Siano Giuseppe si dimostrano sempre disponibili e sempre presenti in caso di necessità. Gli attestati sono stati consegnati dal Presidente della Pro Loco, che ha ringraziato tutti i volontari convenuti per l’occasione ribadendo l’utilità e la professionalità dei servizi prestati dal Nucleo e dalla Sezione A.N.C. a livello locale e non solo. Sara Bertacco

Ci hanno lasciato Giovanna Gnoato

Albina Zanca in Vassallo 62 anni 25 gennaio 2012

Tessarolo Luigi Franco

Maria Bontorin

in Alessi 88 anni 2 gennaio 2012

72 anni 10 gennaio 2012

ved. Bergamo 91 anni 23 gennaio 2012

Lino Antonio Sartori

Irma Dal Pastro

Mons. Antonio Andolfatto

72 anni 26 gennaio 2012

in Baggio 85 anni 28 gennaio 2012

83 anni 29 gennaio 2012


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