Siria: ricominciamo

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Siria: ricominciamo

La fase due l’educazione, il futuro

Riprendono i lavori di restauro a Betania

Siria: ripartire con un impegno ancora più grande

Poste italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale Aut. n° 432/2021 Stampe Periodiche ROC Periodico quadrimestrale edito da Pro Terra Sancta Network APS N. 2 2023

Pro Terra Sancta è un network che promuove e realizza progetti di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, di sostegno alle comunità locali e di aiuto nelle emergenze umanitarie. Partecipare all’opera pro Terra Sancta significa amare la Terra Santa nei luoghi e nelle persone, significa vivere un legame duraturo con i Luoghi Santi e le antiche comunità cristiane. Pro Terra Sancta opera in

Periodico di Pro Terra Sancta Network APS

Registrazione al Tribunale di Milano n. 184 del 08/10/2021

Numero di iscrizione ROC: 38301

Sede legale e operativa: Piazza Sant’Angelo 2, 20121 Milano

Direttore responsabile: Andrea Avveduto

Redazione: Veronica Brocca, Giacomo Pizzi

Hanno collaborato: Carla Benelli

Grafica: Federica Marta Puglisi | naimarta.com

Stampa: Brain Print & Solutions S.R.L. Via IV Novembre 54, 20019 Settimo Milanese (Mi)

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Medio Oriente, principalmente dove sono presenti i frati francescani della Custodia di Terra Santa, nei luoghi all’origine della fede cristiana e al fianco delle comunità locali. I nostri progetti sono realizzati in collaborazione con le realtà associative, economiche, culturali e sociali delle società civili locali e offrono opportunità di formazione e crescita alle fasce più vulnerabili.

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Editoriale di Andrea Avveduto

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Riprendono i lavori di restauro a Betania di Carla Benelli

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Restiamo in contatto La lettera di Mattia

Siria: ripartire con un impegno ancora più grande di Giacomo Pizzi 11

Libano: il lavoro di chi ha scelto di rimanere di Veronica Brocca

Il Libro dei Benefattori di Veronica Brocca

La fase due il futuro, l’educazione

Ah già, il terremoto. Quel sisma potentissimo che ha devastato Turchia e Siria il 6 febbraio scorso. Un evento di una potenza inimmaginabile, come non si vedeva da un centinaio di anni. Ha tenuto banco sui nostri media per due settimane, poi l’inchiostro è tornato a battere altre notizie. Che è giusto, per carità. Fa riflettere però il poco tempo con cui il terremoto è stato dimenticato, come sono state dimenticate le migliaia di persone sfollate, alcune una seconda volta. Non è un problema. Sono abituati a essere dimenticati, in questi dodici anni di guerra.

Noi no, però. Noi non riusciamo a dimenticare. Non possiamo perché ogni giorno siamo sommersi da richieste di aiuto, che durano molto più del clamore che i media affidano ai grandi fatti di cronaca. Abbiamo già parlato tante volte delle condizioni in cui versa la Siria, e sarebbe superfluo farlo ancora.

Facciamo uno sforzo, e senza recriminare andiamo avanti a raccontare i mesi successivi al terremoto. Proviamo a dire ciò che non fa notizia, eppure è a tutti gli effetti una notizia. Qualche settimana fa abbiamo accompagnato un gruppo di ingegneri italiani in Siria, per fare una ricognizione delle case danneggiate e per verificarne l’agibilità. È stato il primo, importante passo per cercare di ricostruire quanto è andato distrutto, o le case a rischio crollo. Perché basta un attimo, e tutto può crollare. Ancora. Dobbiamo pensare alla ricostruzione, e dobbiamo farlo in fretta.

Quando riflettori si spengono, rimangono gli uomini di buona volontà ad aiutare, nel silenzio e nella discrezione, chi ha perso tutto. In questo numero ne parleremo, attraverso il racconto di Giacomo Pizzi, che sta documentando la fase due del sisma. Un lavoro che non è solo ricostruzione di case, ma punta anche alla trasmissione di conoscenze, perché siano proprio in siriani i primi protagonisti

della ricostruzione. Non è facile, ma è proprio la sfida educativa quella che ci interpella di più. Come in Libano, di cui parliamo nel secondo articolo a firma di Veronica Brocca, messo alla prova da una crisi mai vista prima. Vi raccontiamo cosa abbiamo fatto, e cosa faremo, grazie alla grande quantità di aiuti ricevuti. Segno che quella regione non è dimenticata, anzi.

Educare. Ecco la priorità. Ricostruire una casa è un conto, insegnare a un altro le tecniche edilizie è un altro. E non c’è cosa più bella, più gratificante. Cosa possono fare i nostri aiuti, se non partono dal tentativo di creare uno sviluppo che permetta alla popolazione di creare lavoro, opportunità futuro?

Noi siamo al loro fianco, insieme a voi, per aiutare chiunque voglia a costruire. Per sé, e per gli altri.

Buona lettura.

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EDITORIALE
A cura di Andrea Avveduto Direttore responsabile

Lettere dei Sostenitori

Restiamo in contatto

Carissimi, volevo scrivervi poche righe per contestualizzare la donazione di 824€ fatta a mio nome nella giornata odierna.

Due settimane fa con alcuni ragazzi delle medie, che fanno l’esperienza dei Cavalieri nella zona di Legnano (MI) e Busto Arsizio (VA), ci siamo trovati per uno dei nostri incontri abituali. Avevamo tante cose in programma, ma non abbiamo potuto fare a meno di guardare a quello che stava accadendo ai nostri fratelli turchi e, consapevoli del dramma degli ultimi dodici anni, siriani. La proposta di un’azione è partita dai ragazzi. Abbiamo subito pensato a un volantino, ci siamo immediatamente organizzati in gruppi, abbiamo chiesto ai presidi delle nostre scuole il permesso di fare una raccolta tra i nostri compagni di classe.

Nel giro di pochi giorni abbiamo raccolto la cifra di cui sopra: non cambierà radicalmente le sorti dei nostri fratelli siriani, ma ha cambiato tanti ragazzi italiani, che hanno aperto gli occhi e deciso di aiutarli. Qualcuno ha tirato la giacchetta ai genitori, facendosi passare grosse cifre; qualcuno ha dato qualche moneta, quel che aveva a propria disposizione. Speriamo di potervi assistere ancora come gruppo prossimamente, nonché di aver dato un piccolo contributo all’edificazione della Chiesa

sia in Siria che quaggiù, con ragazzi che un giorno si prenderanno carico della comunione tra tutti i cristiani e dell’incontro con gli altri fratelli uomini in tutto il mondo.

Vi siamo vicini nel vostro compito con la preghiera. Mattia S.

Caro Mattia,

grazie per aver condiviso questo gesto di solidarietà realizzato con i ragazzi. Ci commuove il fatto che la proposta sia partita proprio da loro. Leggendo la sua lettera, mi sono tornate alla mente le parole con cui l’allora Custode di Terra Santa Pierbattista Pizzaballa concluse il suo intervento al Meeting di Rimini nel 2014: “In Medio Oriente abbiamo bisogno di tutto: aiuti finanziari, militari, politici, mediazioni, sostegno, ma soprattutto di credere ancora che è possibile volersi bene. Le testimonianze ci ricordano che, nonostante tutto, grazie ai piccoli, questa forza vive ancora”.

Grazie a tutti i ragazzi per l’aiuto che ci avete dato, e soprattutto per aver reso ancora più vera questa frase che custodiamo nel cuore. La speranza di un domani più bello e più giusto non muore. Mai.

Il Direttore Responsabile

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TERRA SANCTA

Siria: ripartire con un impegno ancora più grande

Avevamo già fatto molto nei 12 anni di intervento in Siria, prima distribuendo beni di prima necessità, poi riparando le case e ricostruendo ciò che le bombe avevano distrutto.

Poi era arrivata la povertà, la fame, la mancanza di energia e lo sconforto di chi non aveva mai visto la pace. E dato che le condizioni di vita non miglioravano, abbiamo immaginato progetti di lunga durata che potessero garantire

condizioni di vita accettabili a chi, per scelta o necessità, era costretto a rimanere nel Paese.

Abbiamo montato pannelli solari per la corrente e l’acqua calda sulle case che avevamo ricostruito e avviato iniziative di supporto psicologico e formazione per bambini e adulti. E anche se nel mare dei bisogni della Siria martoriata le nostre attività sono solo una piccola gocciolina, grazie al vostro aiuto in 12 anni abbiamo sostenuto centinaia di migliaia

di persone

Avevamo fatto molto insieme, o almeno così ci sembrava fino a quella terribile mattina del 6 febbraio quando la terra ha tremato violentemente provocando ancora una volta morte e distruzione. Ve l’abbiamo raccontato nello scorso numero: come una manciata di sale grosso sulle ferite che iniziano a rimarginarsi abbiamo sentito tutti una fitta di dolore lancinante davanti alle nuove macerie causate dal sisma che si ammassavano sopra quelle del conflitto.

E ci siamo chiesti “a cosa sono serviti i nostri 12 anni di intervento se poi in un attimo è crollato tutto?”

Nelle settimane successive ci siamo resi conto che la risposta era già nella domanda: perché abbiamo capito che i dodici anni di intervento non erano la conclusione, ma la possibilità di un nuovo inizio, la possibilità di ripartire da una presenza solida che ci ha permesso di rispondere a una grande tragedia con una forza ancora più grande. Una presenza che ci ha

permesso di intervenire con rapidità sopperendo a tante mancanze di un’autorità indebolita da anni di conflitto logorante. Tanto che, vista la fiducia reciproca cresciuta in questi anni, le autorità di Aleppo hanno chiesto la nostra collaborazione per valutare i danni del terremoto. E grazie a questa collaborazione abbiamo organizzato una missione dall’Italia di 4 ingegneri con esperienza legata ai sismi in Emilia Romagna e Abruzzo.

Dalle polemiche di quelle settimane successive al terremoto, riportate sulle testate internazionali che criticavano da un lato la chiusura dei confini e dall’altro l’impossibilità di far arrivare i soccorsi, si può intuire l’importanza di questa collaborazione.

Dopo le valutazioni degli ingegneri sono iniziate le attività di riparazione delle case. Purtroppo a causa delle sanzioni, c’è carenza di materiali, dunque ci vorranno decenni per la ricostruzione vera e propria; per questo alle persone che hanno la casa completamente

distrutta provvediamo a trovare abitazioni alternative e a contribuire al pagamento dell’affitto in base alla necessità: ad oggi sono circa 150 le famiglie che aiutiamo in questo modo.

Il nostro obiettivo primario rimane lo stesso di sempre: trasformare i fondi raccolti in aiuti duraturi per la popolazione siriana non solo ad Aleppo, ma anche a Latakia, Kanye e Yacoubieh, zone che sono state colpite ancora più duramente dal sisma e che sono lontane dalla macchina dei soccorsi governativi e internazionali.

Pe questo motivo nei prossimi mesi vogliamo innanzitutto consolidare le azioni che abbiamo visto avere importanza fondamentale nella crisi, come ad esempio aumentare la distribuzione di pasti caldi da parte della mensa; inoltre, al Terra Santa College di Aleppo, vogliamo costruire un forno che garantirà il pane per il maggior numero possibile di famiglie.

Un aiuto immenso, visto che il pane è razionato dal governo e

per avere una pagnotta bisogna fare code di ore, col rischio di non riuscire ad averne. Continueremo a fornire pannelli solari alle famiglie, come prima del terremoto, ma soprattutto vogliamo estendere il nostro progetto di sostegno psicologico ai bambini, nato ad Aleppo, anche alla città di Latakia e rafforzare le attività di sostegno psicologico e di formazione ai bambini nei centri di Un Nome e Un futuro ad Aleppo Est.

Per molti di quei piccoli le attività sono state e sono l’unica possibilità di ripartire in un contesto di miseria e disperazione. Oltre a queste, non si sono mai interrotte le attività del Pulmino della Vita, il centro mobile di assistenza ai bambini che sono impossibilitati a recarsi ai centri. Vogliamo aumentare il numero di pulmini per raggiungere il maggior numero di bambini e ragazzi, per continuare a esserci per tutti, come in questi 12 anni. E ripartire insieme da qui, assieme a voi.

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Causale: EMERGENZA TERREMOTO G2 | PRO TERRA SANCTA | IBAN: IT04U0501801600000017145715 Donazione sicura anche su proterrasancta.org Articolo di Giacomo Pizzi CON 100 € offri un pasto caldo a 30 famiglie di Aleppo CON 500 € sostieni le attività di un centro di accoglienza per gli sfollati CON 150 € aiuti 5 bambini a studiare

Riprendono i lavori di restauro a Betania

Finalmente riprendono i lavori a Betania!

Betania è un luogo molto importante per la tradizione cristiana.

Si trova nei territori dell’Autorità palestinese vicinissimo a Gerusalemme, ma al di là del muro e in una condizione economica e sociale piuttosto disagiata.

Noi come Pro Terra Sancta lavoriamo nel sito già da molti anni e grazie ad un contributo dell’Agenzia della Cooperazione italiana per lo Sviluppo riusciamo a riprendere i lavori di recupero del luogo e di attività con la comunità locale. In questo luogo si trova la

tomba di Lazzaro e la tradizione ricorda la Resurrezione di Lazzaro e la presenza di Gesù, per questo si trovano tantissimi resti culturali e religiosi davvero preziosi, che purtroppo versano in una condizione di pesante degrado. Noi da anni li stiamo preservando, coinvolgendo la comunità locale, soprattutto i ragazzi e le donne per ottenere anche dei benefici sociali e culturali.

Betania è legata alla figura di Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro, ed è per questo che con le associazioni femminili del luogo svolgiamo anche delle attività di produzione di un artigianato particolare legato agli oli essenziali di nardo.

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Articolo di Carla Benelli

Libano: il lavoro di chi ha scelto di rimanere

Oggi in Libano le persone sono mentalmente devastate.

Fadi Bejani, 38 anni, responsabile dei progetti di Pro Terra Sancta in Libano, ci racconta di un Libano devastato dalla crisi economica, sociale e umanitaria. A tre anni dall’esplosione del porto di Beirut, il Paese dei cedri vive sotto la soglia di povertà senza lavoro né prospettive future.

Fadi, il Libano sta vivendo ormai da tre anni una serie di crisi che hanno messo il Paese in ginocchio. Com’è la situazione reale?

Per capire la drammatica situazione che sta vivendo il Libano negli ultimi anni basta camminare per le strade qualche ora. Senza lampade a petrolio e generatori saremmo nel buio più totale. Abbiamo a disposizione elettricità pubblica per non più di tre ore al giorno; questo significa che la maggior parte delle famiglie si affida quasi totalmente ai gene-

ratori per soddisfare le proprie esigenze energetiche. Ma i generatori sono molto costosi e le bollette hanno un prezzo esorbitante. Alcune case hanno i pannelli solari, ma questa soluzione vale solo per pochi ricchi. I più devono scegliere se pagare i generatori o rimanere senza elettricità.

I ministeri sono in sciopero da un anno e due mesi. Operano mezza giornata alla settimana, due mezze giornate se sei fortunato. Tutto il sistema è paralizzato. Ogni giorno ci sono file chilometriche di auto in attesa di fare benzina. Che scarseggia. Al mercato e nei negozi i prezzi di tutta la merce stanno subendo un aumento drammatico. Alcuni prodotti registrano un’impennata del 400 - 500%. L’impatto è grave, perché si tratta soprattutto di beni di prima necessità, come il cibo e i prodotti per l’igiene.

Per non parlare poi del tasso di disoccupazione, che qui in Libano colpisce circa il 70% delle persone tra i 18 e i 60 anni.

Come vive la popolazione in queste condizioni?

Mentalmente le persone oggi sono devastate. Tra la tremenda esplosione del porto di Beirut nell’agosto del 2020, il collasso della valuta nazionale e la bancarotta, si stima che l’80% della popolazione in Libano sia oggi in una condizione di povertà. La bancarotta è uno dei problemi più gravi. Molte famiglie - letteralmente nel giro di una notte - hanno perso tutti i loro risparmi.

Il contesto generale della situazione è estremamente complesso. Tutte queste crisi hanno creato una situazione davvero difficile che tocca ogni aspetto della nostra vita. Il disagio psicologico che dilaga tra le persone porta spesso come conseguenza all’ipertensione e al diabete, per esempio.

Come rispondete alle molteplici crisi nel Paese dei cedri?

Forniamo assistenza a circa 3.400 famiglie, per un totale di circa

13.500 persone, tutte registrate nel nostro database. Ti spiego come funziona. Quando qualcuno si registra, un team di Pro Terra Sancta programma una visita domiciliare per capire precisamente le esigenze della famiglia. In media, visitiamo circa 50 case ogni settimana. Dopo la visita, ritornano in ufficio e compilano un dettagliato questionario di nove pagine che ci permette di raccogliere tutte le informazioni necessarie per capire la situazione economica e di salute della famiglia. Ogni venerdì pomeriggio organizziamo una riunione tutti insieme per valutare il questionario e inserire i dati in sei categorie. Le persone che rientrano nella categoria più alta hanno bisogno di tutto: cibo, prodotti per l’igiene, medicine e spesso un supporto psicologico. Una parte significativa di loro sono le persone anziane e sole. A ogni

categoria corrisponde a un progetto specifico.

Inoltre, due nuove sale dell’ufficio di Beirut ospiteranno a breve un dispensario medico sulla scia di quello a Tripoli. A Tripoli, infatti, abbiamo una clinica con due pediatri, un cardiologo, uno specialista in medicina interna, due infermiere e un chirurgo. La nuova clinica qui a Beirut offrirà gli stessi servizi medici di quella di Tripoli, ma su una scala leggermente più ampia. Il nostro obiettivo finale è quello di stabilire un centro medico completo entro un anno.

Come vedi il futuro del tuo Paese? C’è ancora speranza sotto il peso delle crisi?

Dai primi mesi del 2020 a oggi, 400.000 persone hanno lasciato il Libano. E di queste persone,

290.000 sono cristiane. Lasciano il Paese perché qui non c’è lavoro. Per quanto mi riguarda, non partirò. Avrei potuto farlo. Ho vissuto tutta la mia vita tra l’Africa e la Francia, sono tornato in Libano solo nel 2016. Quando è iniziata la crisi, sarei potuto tornare in Francia, ho un dottorato in finanza, ho lavorato dieci anni nel settore finanziario prima di dedicarmi al lavoro umanitario. Le opportunità all’esterno non mancano. Ma questo non è il mio obiettivo. Se tutti i giovani lasciano il Paese, chi rimarrà? Anziani, bambini e gang criminali. Dobbiamo restare qui per aiutare le persone a capire che devono restare, perché se vanno via nessuno ricostruirà il Paese. Rimarrò finché avrò questa energia. Dobbiamo essere un esempio per le persone che ci circondano.

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Intervista di Veronica Brocca

Il Libro dei Benefattori

Gerusalemme, la Città Santa, dal valore religioso, storico, artistico e culturale unico al mondo. Nei secoli non ha mai smesso di stupire e attrarre archeologi, artisti, mercanti, nobili e pellegrini provenienti da ogni angolo della Terra. Le sue possenti mura ottomane racchiudono tesori dal valore inestimabile, gelosamente custoditi e tramandati dalle numerose comunità cristiane, musulmane ed ebree, ognuna nei rispettivi quartieri di Gerusalemme. Forse non tutti sanno che nel quartiere cristiano, il grande convento francescano di San Salvatore ospita un archivio storico tra i più importanti in Medio Oriente: l’Archivio storico della Custodia di Terra Santa. Un vero e proprio tesoro in continua espansione che documenta la presenza cristiana nel Vicino Oriente e le vicissitudini dell’istituzione religiosa in loco.

Sono migliaia i volumi ordinati e schedati secondo i più moderni criteri di archiviazione. Tra manoscritti, dizionari di lingue orientali, documenti giuridici di sette secoli fa, troviamo qui custodito anche il Libro dei Benefattori Pro Terra

Vivere per sempre in Terra Santa

Sancta. Ogni anno, infatti, dall’inizio della storia di Pro Terra Sancta, il Libro dei Benefattori viene consegnato a Gerusalemme dal Direttore Generale dell’Associazione, Tommaso Saltini, al Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, Presidente di Pro Terra Sancta. Si tratta di un preziosissimo volume contenente i nomi di tutti coloro che hanno contribuito ai progetti e alle opere di Pro Terra Sancta anno per anno.

Il Custode deposita il Libro dei Benefattori proprio nell’Archivio storico perché è un luogo in cui si ricordano tutte le persone che in qualche modo nei secoli hanno legato il loro nome alla Terra Santa, sostenendo i luoghi e la fede di tutto il cristianesimo

Anche quest’anno, nel mese di mar-

zo, abbiamo consegnato con gratitudine il Libro dei Benefattori 2022, che rimarrà per sempre nel cuore di Gerusalemme insieme ai francescani, custodi secolari dei Luoghi di Cristo.

Ogni anno il Libro dei Benefattori è sempre più corposo e tutte le donazioni, dalla più grande alla più piccola, ci permettono di sostenere i nostri progetti di conservazione dei Luoghi Santi, assistenza alle famiglie bisognose, aiuti nelle emergenze in Medio Oriente e promozione di corsi di formazione professionale, specialmente per giovani e donne.

Ogni donatore è per noi un amico e il suo nome sarà conservato per sempre nell’Archivio custodiale della Gerusalemme terrena, preludio di quella celeste.

Fare un lascito testamentario o una donazione in memoria in favore di pro Terra Sancta significa inserirsi in una tradizione plurisecolare. Sono molte le testimonianze che ci riferiscono di credenti che mandarono nei secoli donazioni per i santuari e i Luoghi Santi, con lo scopo di rispondere alle necessità dei più poveri e mantenere un legame con Gerusalemme.

Le donazioni per la Terra Santa hanno consentito nell’arco di 2000 anni di storia di realizzare grandi opere. A volte intere cattedrali, come nel caso della basilica di Nazaret, per la costruzione della quale l’architetto Giovanni Muzio rinunciò al suo

onorario. Aiutare la Terra Santa vuol dire stringere un legame forte con la terra che ha visto le origini del Cristianesimo e della fede, anche con piccoli gesti di generosità.

Il legame con la Terra Santa, sull’esempio di san Paolo, si è sempre realizzato con gesti di carità reale, operati in vita o dopo la morte. Paolo racconta che la raccolta a favore dei cristiani di Gerusalemme è grazia, condivisione, servizio, amore che vede in azione la generosità e la grazia del Signore (Rm 15,25-27). Come riconosce la tradizione, tutto quello che si opera nella Città Santa trova un’eco nella Gerusalemme celeste.

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Parole di Veronica Brocca
UN TESTAMENTO O UNA DONAZIONE IN MEMORIA VUOL DIRE SCRIVERE PER SEMPRE IL PROPRIO NOME NELLA STORIA DI TERRA SANTA UN LASCITO PER LA TERRA SANTA Per ricevere gratuitamente la guida ai lasciti scrivi a lasciti@proterrasancta.org o telefona: 02.65.72.453

Associazione pro Terra Sancta é l’organizzazione no profit che realizza progetti di conservazione dei Luoghi Santi, di sostegno delle comunità locali, e di aiuto nelle emergenze umanitarie. È presente in Medio Oriente, laddove risiedono i frati francescani della Custodia di Terra Santa.

Partecipare all’opera dell’Associazione pro Terra Sancta significa amare la Terra Santa nei luoghi e nelle persone. Significa vivere un legame duraturo con i Luoghi Santi e le antiche comunità cristiane, coinvolgendosi in tutti gli aspetti religiosi, culturali e sociali.

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