Venerdì dal sindaco
Salassa, tra i Longobardi e il futuro
S
alassa è un comune di 1800 abitanti del Basso Canavese, sulla sponda destra del torrente Orco, collocato in mezzo a due Comuni più grandi e più ricchi: una vicinanza che da un lato è una risorsa e dall’altra penalizza invece la sua centralità. Un Comune, insomma, di mezzo come ce ne sono molti sul territorio metropolitano: nella fascia mediana dei piccoli comuni, ricco di storia ma non abbastanza documentata. Prendiamo il nome: Salassa fa subito pensare ai Salassi, che in effetti hanno abitato questo territorio, ma secondo altre ricerche storiche il toponimo deriverebbe da Sala, ovvero abitazione del signore, e quindi luogo in cui si raccolgono le derrate e sarebbe di origine longobarda. Altrettanto incerta la storia della bella Torre che è il monumento simbolo del paese: alta 25 metri, ha una struttura decisamente inconsueta: rotonda, ma su base rettangolare, una caratteristica difficilmente riscontrabile in altre costruzioni dello stesso tipo presenti nella zona. A circa metà altezza si apre verso l’esterno un’unica finestra con cornice in cotto (databile al XIII secolo). La parte inferiore
è costituita da pietrame legato con malta molto povera, mentre la parte superiore, eseguita probabilmente in due tempi successivi, è realizzata in muratura ed è stata probabilmente elevata nel 1725. Dal punto di vista territoriale è un Comune fortunato: abbastanza lontano dal torrente Orco e dalle sue piene, in zona pianeggiante, al riparo dai tanti rischi idrogeologici che rendono la vita difficile a molti insediamenti del territorio metropolitano. Vi sono alcune fabbriche di media grandezza, e ancora molta agricoltura, in parte dedicata alla viticoltura: si produce un buon vino, ma è al di fuori della zona più blasonata dell’Erbaluce. Il centro storico non è grande, ma ripercorre l’antico ricetto, nel quadrante a nord del borgo, in posizione elevata rispetto ai terreni esterni all’abitato. Databile al XIII secolo, ha conservato la sua planimetria originale. Ha forma quadrata, un unico ingresso difeso dalla torre posta nel vertice sud; l’impianto viario è costituito da un unico anello interno con collegamento centrale.
UNA SINDACA GIOVANE ED ENTUSIASTA IN DIFESA SERVIZI E CULTURA Fra le sorprese che riserva Salassa è che ha la fortuna di avere un sindaco donna, giovane e determinata nel salvaguardare il senso di comunità del suo Comune. Trent’anni, studi in giurisprudenza, Roberta Bianchetta, che è anche viceportavoce della Zona Omogenea Canavese occidentale, ci conduce a visitare Salassa fermandosi a salutare e scambiare due parole con ogni cittadino che incontra, e quando si ferma davanti a un monumento, una chiesa, o un servizio pubblico tira fuori dalla borsa un voluminoso mazzo di chiavi: non c’è angolo che sfugga alla sua attenzione. “La vicinanza a due centri più grandi come Rivarolo e Cuorgné ci offre vantaggi, perché essendo più piccoli c’è più tranquillità e un bel senso di appartenenza” spiega Roberta Bianchetta” Tutti si conoscono e in più disponiamo di tutti i servizi essenziali: la scuola, la posta, la farmacia, la biblioteca, un ambiente familiare . Certamente i servizi in più dei centri più grandi sono un’attrattiva per i nostri cittadini, e un po’ li allontanano”.
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CRONACHE DA PALAZZO CISTERNA
a.vi.