RUBRICA
Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”
Aprile 1944: le stragi nazifasciste, la testimonianza e la memoria La guerra partigiana nell’archivio storico di Valdo Fusi
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ome ogni anno, l’incedere dei primi dolci giorni di primavera sollecita il drammatico ricordo dell’amarissimo frangente dell’inizio di aprile 1944, quando due tragici episodi della guerra partigiana contro il nazifascismo sconvolsero la già drammatica vita della Torino di allora, mentre negli stessi giorni gli eccidi di Balangero (10 civili), Cumiana (51 civili) e Caluso (15 partigiani) insanguinavano anche la provincia. Il 2 aprile avvenne l'eccidio del Pian del Lot, una strage compiuta dall’invasore tedesco, in collaborazione con le forze della Repubblica sociale italiana, nei confronti di 27 giovani rastrellati in precedenza, presso la Val di Lanzo e la Val Pellice, nonché reclusi nel carcere "Le Nuove", come rappresaglia per l'uccisione del caporale della difesa antiaerea tedesca Walter Wohlfahrt avvenuta in città a opera di un commando parti-
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giano. Come luogo per la rappresaglia fu scelto il Pian del Lot, nella collina torinese: i 27 giovani furono portati nei pressi di una fossa dove, a gruppi di quattro, furono falciati dalle mitragliatrici; alcuni di essi tuttavia erano ancora vivi quando furono ricoperti dalla terra. Tre giorni dopo, all'alba del 5 aprile, furono fucilati al po-
CRONACHE DA PALAZZO CISTERNA
ligono di tiro del Martinetto otto componenti del Comitato regionale militare piemontese (Crmp), l'organo del Comitato di liberazione nazionale che aveva il compito di coordinare le azioni delle bande partigiane: Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Eusebio Giambone, Massimo Montano e Giuseppe Perotti. La condanna a morte fu decretata alla fine di un farsesco processo-lampo, in cui tuttavia furono assolti per insufficienza di prove altri due componenti del Crmp: Valdo Fusi e Luigi Chignoli. Erano stati tutti catturati nella mattinata di lunedì 31 marzo nella sacrestia del Duomo di Torino, dove era stata convocata una riunione, ovviamente clandestina, del Comitato. La vicenda è raccontata dallo stesso Fusi nel libro Fiori rossi al Martinetto, pubblicato nel 1969, e costituisce una parte