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Distretto del Cibo canavesano: confronto tra amministratori locali
Sono un centinaio i Comuni del Canavese, dell’Eporediese e della pianura ai piedi della Collina Torinese potenzialmente interessati alla costituzione del Distretto del Cibo della pianura canavesana, i cui amministratori sono stati invitati dalla Consigliera metropolitana delegata allo sviluppo economico, alle attività produttive, al turismo e alla pianificazione strategica ad una riunione preliminare che si è tenuta lunedì 6 giugno nel Municipio di Strambino. L’ipotesi su cui si è confrontata con i colleghi amministratori la Consigliera metropolitana, che è anche Sindaca di Strambino, è quella di un progetto che potrebbe valorizzare le produzioni cerealicole del territorio, ma anche la loro sostenibilità ecologica, soprattutto per quanto riguarda il contenimento dei consumi idrici. La costituzione dei Distretti del Cibo è disciplinata da una legge regionale del 2019 e dal successivo regolamento di attuazione. Alla riunione erano presenti i funzionari regionali, proprio al fine di valutare le modalità di elaborazione del progetto del nuovo Distretto del Cibo. Gli amministratori presenti, tra i quali anche il Sindaco di Castellamonte e Consigliere metropolitano delegato alla pianificazione territoriale e difesa del suolo, ai trasporti e alla protezione civile, si sono dimostrati molto interessati all'idea di creare un Distretto del Cibo che possa promuovere il territorio sia dal punto di vista agricolo che turistico. Il prossimo passo, come ha sottolineato la Consigliera metropolitana delegata alle attività produttive, al turismo e alla pianificazione strategica, sarà il coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli altri portatori di interesse del territorio, per continuare a raccogliere disponibilità e idee da far confluire in un progetto che abbia come obiettivo la creazione di una identità territoriale attraverso la promozione della realtà rurale della pianura canavesana, particolarmente vocata per la cerealicoltura. Uno degli argomenti in discussione è stata anche la transizione verso colture e tecniche colturali più sostenibili dal punto di vista ambientale, a cui deve corrispondere la promozione di un turismo rurale ecocompatibile. Michele Fassinotti
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