Colori & Sapori
Dicembre 2022 in Veneto - Viaggi, Sapori, Territorio
Babbo Natale
Leggenda e origini del personaggio più amato dai bambini
Il panettone Storia e curiosità Natale in tavola
Le curiosità natalizie nel mondo
Le ricette dello Chef Massimo Sella: Polenta di mais “sorgat”con pero di san martino, formaggio stravecchio di malga e radicchio agrodolce
Sbrisolona con crema al mascarpone
Colori & Sapori - Dicembre 2022 - Allegato di La Piazza e Lira&Lira
Polenta di mais “sorgat”
con pero di san martino, formaggio stravecchio di malga e radicchio agrodolce
Le ricette dello Chef Wild Massimo Sella
Facebook: Massimo Sella
Instagram: sellamassimo e-mail: sellamassimo.wildchef@gmail.com
parte far bollire l’acqua, l’aceto, il sale e lo zucchero. versare sul radicchio preceden temente messo in un contenitore per mi croonde mescolando bene. continuare la cottura nel microonde per 1 minuto.
pero san martino:
• 8 pere di san martino
• 40 gr olio
Procedimento:
“A
ntipasto” antico, leggermen te rivisitato. Era consuetudi ne nelle contra’ di montagna della nostra vallata abbinare questo frutto croccante e “duro” con la polenta e il for maggio. Se si mangia crudo, allappa leg germente la bocca come il caco, per que sto va cotto o in forno o spadellato con un filo d’olio e/o acqua per renderlo piu morbido.
per 4 persone ricetta polenta:
• 1 lt acqua
• 200-250 gr farina gialla
• 20 gr sale
• 20 gr burro
Procedimento:
Portare a bollore l’acqua e il sale. spegnere il fuoco e aggiungere la farina continuando a rimestarla con una frusta. proseguire la cottura per 40 minuti a fuoco basso con un coperchio cosi da tenere la polenta morbi da. aggiungere il burro prima di impiattare.
ricetta radicchio:
• 2 pz di radicchio tardivo di treviso
• 40 gr zucchero
• 10 gr sale
• 200 gr acqua
• 80 gr aceto di mele
Procedimento:
Pulire e tagliare il radicchio in 4-6 pezzi. a
Pulire e pelare le pere, togliere la parte centrale con i semi e tagliarli a spicchi ab bastanza grossolani. Mettere una padella sul fuoco con l’olio e rosolare le fette di pe ro per qualche minuto. proseguire la cot tura con un po di acqua. in tutto ci vor ranno 10 minuti per una cottura croccante del frutto (far proseguire se si vuole più morbido). salare e pepare a piacimento (il pepe ci sta molto bene con questo piatto.
Presentazione:
Impiattare la polenta nel piatto da porta ta, scolare e asciugare leggermente il radic chio e adagiarlo vicino alla polenta. lascia re raffreddare leggermente i peri e servirli insieme alla polenta, al radicchio e una fet ta abbondante di formaggio stravecchio.
Questo frutto è adatto anche ad essere cot to in acqua bollente salata e poi condito con sale, olio e aceto. Piatto povero ma molto gustoso. ricetta ormai dimenticata.
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Le curiosità natalizie nel mondo
dalle gocce di sangue del cuore infranto di una dea che soffriva per amore.
• In Repubblica Ceca è tradizione di Na tale per le donne single posizionarsi da vanti alla porta dandole le spalle e lanciare una scarpa all’indietro. Se quest’ultima ca de con la punta rivolta verso la porta vuol dire che entro l’anno troveranno l’amore.
• In Serbia c’è la strana usanza di scartare i regali due domeniche prima di Natale. Ciò che rende particolare la tradizione è che i bambini sono soliti “rapire” le mamme le gandole ai piedi per poi richiedere un ri scatto per la liberazione che di solito viene pagata con i regali.
• Se pensiamo che in Italia il pranzo di Natale sia particolarmente lungo, c’è chi ci batte alla grande! In Polonia il pranzo na talizio prevede 12 portate ovvero una per ogni apostolo.
• In Ucraina non è insolito usare le ragna tele come addobbi Natalizi, questo perché ritenute portatrici di fortuna.
•
In Norvegia la tradizione vuole che il 24 dicembre si nascondano tutti gli oggetti per pulire casa, questo perché si pensa che durante la notte arrivino streghe cattive a rubare tutte le scope nelle abitazioni.
• In Germania e in Austria esiste il demone del Natale, la controparte negativa di San Nicola. Questo demone detto “Krampus” ha il compito di punire i bambini cattivi. A tal proposito in alcune città il giorno di San Nicola persone mascherate da demone girano per le strade con catene in mano per ricordare ai bambini di “essere buoni”.
• In Svezia Babbo Natale è molto diverso da come lo conosciamo, infatti di chiama Tomte, è basso quasi come un folletto e gi ra accompagnato da Yule, la sua capra.
• La Statua della Libertà può essere consi derata il più grande regalo di Natale mai fatto! Infatti i francesi la donarono agli americani proprio il 25 dicembre come segno di amicizia tra i due popoli.
• Gli americani amano così tanto gli ad dobbi Natalizi che non solo ogni anno negli Usa vengono organizzate numero se “gare” a tema, ma si arriva a spende re per luci e decorazioni fino a 6 milioni di dollari.
• In America, nello stato di Washington, esiste la “cit tà Natalizia” per eccellen za: Leavensworth! Questa cittadina abitata da meno di 2.000 persone nel periodo Natalizio si trasforma in una fe dele riproduzione di un villaggio ba varese. Tra stand gastronomici, addobbi e cerimonie la città è un enorme mercatino Natalizio.
• L’Euphorbia pulcherrima, nota a noi co me “Stella di Natale” cresce come cespu glio in Messico e può raggiungere i 4 metri di altezza. Gli Aztechi la utilizzavano per ricavare il pigmento rosso e credevano che il colore intenso delle sue foglie fosse nato
• In Spagna il presepe è una tradizione, ma in Catalogna in mezzo ai classici pastori si nasconde il “Caganer” ovvero un pasto re con i pantaloni calati che sta “facendo i suoi bisogni”. Gli Spagnoli la pongono sul presepe come portafortuna.
• In Giappone il Natale non è come lo intendiamo noi, ma è festeggiato più come una sorta di San Valentino durante il quale le coppie si scambiano i doni. Inoltre è usanza in tutto il paese cena re con una “abbuffata” di pollo fritto, meglio se della catena KFC!
• In sud Africa tra le tradizioni gastrono miche Natalizie troviamo, gustosi piatti di insetti fritti!
• In Brasile si pensa che “Papi Noel” (Bab bo Natale) venga dalla Groenlandia per tanto una volta arrivato il Brasile, a causa del forte caldo, egli indossa solo abiti in seta.
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Babbo Natale
Leggenda e origini del personaggio più amato dai bambini
Arriva il Natale e porta con sé miti e leggende che lo rendono unico e magico. Quando pensiamo al Na tale cosa ci viene in mente? Babbo Natale con il suo pancione, l’abito rosso e il sacco pieno di regali, che atterra sui nostri tetti sulla slitta trainata dalle renne e che, ca landosi dal camino, entra nelle case per la sciare i doni sotto l’albero.
La storia di Babbo Natale Babbo Natale è la versione moderna di un santo di origini germaniche: il vescovo San Nicola della città di Myra (nell’odier na Turchia), che nel X secolo esortò i preti della sua diocesi a diffondere il cristianesi mo anche nei luoghi in cui i bambini non avevano la possibilità di recarsi in chiesa. Invitò quindi i suoi uomini ad andare nelle
case dei fedeli portando un regalo ai bam bini. I sacerdoti, quindi, indossando un pesante soprabito rosso scuro e portando con loro un sacco pieno di regali portaro no a termine la loro missione, anche nelle terre più fredde e isolate, grazie ad alcune slitte trainate da cani.
Il personaggio come lo cono sciamo oggi però è una ver sione addolcita per affa scinare i bambini del santo, che in realtà era brusco e severo. Negli anni le tradizioni di di versi paesi hanno influ ito nella trasformazione di questa figura in Santa Claus o Babbo Natale.
La svolta decisiva è avvenuta nel 1930 , quando un famoso marchio, la Coca Cola, per aumentare le vendite in vernali della sua bibita ha dato un volto nuovo creato dall’ingegno dell’illustratore americano Haddon Sundblom. Il Babbo Natale di Sundblom era il perfetto uomo della Coca Cola: un omone grande, rosso in volto per il freddo, allegro e buono e
raccontato in stravaganti situazioni, che si concludevano con una bibita come ricom pensa per una dura notte di lavoro passata a consegnare giocattoli.
Le renne di Babbo Natale Assieme a questo nuovo volto, Babbo Na tale è diventato un po’ magico, per cui la sua slitta non è più trainata da cani ma vola grazie alle renne, il cui numero va ria a seconda delle versioni. Ufficialmente sono 8 e, in italiano si chiamano: Balleri na, Cometa, Cupido, Donato, Donno la, Freccia, Fulmine, Saltarello (in inglese: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blit
A queste va aggiunta Rudolph, la renna dal naso rosso, diventata molto popolare nei pae si britannici grazie alla sua storia. Rudolph, per via del suo nasone rosso, era preso in giro dalle otto renne di Babbo Natale. In una notte della vigilia molto fredda e neb biosa, Babbo Natale però decise di affidare alla luce del suo naso la conduzione della slitta. Da quel momento Rudolph è diven tato l’eroe del Natale che ogni anno per mette ai regali di arrivare a destinazione e infatti è la renna più amata dai bambini!
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Sbrisolona con crema al mascarpone
Le ricette dello Chef Wild Massimo Sella
Facebook: Massimo Sella Instagram: sellamassimo e-mail: sellamassimo.wildchef@gmail.com
crema al mascarpone
• 5 tuorli
• 250 gr mascarpone
• 180 gr zucchero
• 200 gr panna montata
• aroma vaniglia
Procedimento: Montare con le fruste i tuorli insieme allo zucchero, meglio se i tuorli sono a tem peratura ambiente, cosicché montano più velocemente.
Unire a questo punto il mascarpone, l’aro ma e la panna montata con un leccapento le, mescolando dall’alto verso il basso. far riposare in frigo per un’ora.
Dolce veloce e delizioso per il perio do invernale, ottimo per le festività. Un dolce che ricorda il tiramisù con una base croccante e leggermente salata. Al momento dell’impiattamento si può aggiungere alla sbrisolona del cioccolato, caffè, succo di frutta, marmellata etc.
ricetta sbrisolona
• 300 gr farina bianca “00”
• 150 gr farina gialla
• 200 gr zucchero semolato
• 150 gr burro
• 2 tuorli
• 150 gr farina di mandorle
• 3 gr sale
• buccia 1 limone grattugiato
Procedimento:
Impastare il burro con zucchero e aromi. aggiungere le farine setacciate e impasta re sfregolando a mano. unire i tuorli con il sale nell’impasto, continuando a sfrego lare. sistemare il composto nella tortiera e cuocere a 170 °c per 15-20 minuti, fino a doratura.
Composizione in tortiera: Si può cucinare la sbrisolona in una piro fila rotonda e, raffreddata, si può bagnare con un liquore o con del caffè. spalmare la crema al mascarpone e mettere in frigo per almeno 1 ora.
Versione in bicchiere: Sbriciolare la sbrisolona nel fondo di un bicchiere o di una tazza, aggiungere a pia cere una bagna, del cioccolato o della mar mellata e riempire a piacimento con la cre ma. si può decorare con della frutta o delle scagliette di cioccolato.
Nella foto suggerimento di presentazione: sbrisolona al caffè qualità “oro” Carraro, zest di buccia di mandarino affumicato, crema al mascarpone e scaglie di cioccolato amaro.
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Il panettone
Storia e curiosità
Il re dei dolci di Natale è senza dubbio il panettone, tanto che per noi italiani esso è uno dei simboli della festa più attesa dell’anno
Il panettone si presenta come un prodot to a pasta morbida e lievitazione naturale, ha una forma cilindrica e lo stampo di cot tura di solito resta attaccato al prodotto fi nito ed è molto alto. Ha una crosta con una “scarpatura”, ossia non è liscia e uniforme, ma frastagliata e tagliata a causa della lie vitazione. La struttura della pasta è mol to soffice e alveolata.Dal 2005 il panettone è tutelato da un disciplinare che specifi ca gli ingredienti e le percentuali minime. Non meno del 20% del panettone deve es sere costituito da uvetta sultanina, scorze di arancia candite e cedro candito, mentre almeno il 10% del peso dell’impasto deve essere di materia grassa butirrica. Tuttavia oggi esistono innumerevoli varianti, dal panettone senza canditi a quello ripieno, e poi ci sono delle propost regionali dal Nord al Sud dell’Italia, che sostanzialmen te dipendono dagli ingredienti che si han no a disposizione.
È difficile dare una data precisa alla nasci ta del panettone, ma pare che già a partire dal ‘400 fosse nota la ricetta artigianale del
suo primo antenato. La storia del panet tone è immersa nella leggenda ed esistono almeno due versioni dei fatti. Entrambi i racconti sono di origine milanese e fan no risalire la nascita del dolce ai tempi di Ludovico il Moro, duca di Milano (XIV secolo).
va bruciando e, per recuperare all’errore, guarnì il tutto con frutta candita e uvetta. La “nuova ricetta” del pan dolce ebbe mol to successo tra gli invitati e acquistò fama negli anni fino ad arrivare ai giorni nostri. A Milano e dintorni, fin dal IX secolo, c’e ra una tradizione, che è stata raccontata da Pietro Verri, uno dei massimi esponen ti dell’Illuminismo in Italia. Secondo tale tradizione a Natale tutta la famiglia si ri univa attorno al pater familias che aveva il compito di spezzare “un pane grande” e porgerne un pezzo a ognuno dei com ponenti del nucleo famigliare. Quella po trebbe essere considerata l’inizio della tra dizione del panettone.
ne dolce ricco di uvetta e scorze candite di arancia e cedro che divenne fa moso come “pane del Toni“.
La seconda leggenda narra che alla corte di Ludovico il Moro durante i preparati vi per la cena di Natale, il cuoco Toni si accorse troppo tardi che il pane dolce sta
In seguito, attorno al XV secolo, si è dif fusa un’altra tradizione natalizia: mentre durante il resto dell’anno le botteghe che preparavano e vendevano il pane desti nato ai poveri, che era detto pan de mej, perché fatto di miglio, non potevano pro durre anche il pane dei nobili, detto micca (un pane bianco), il giorno di Natale sia gli aristocratici sia i plebei potevano mangia re lo stesso pane, che veniva regalato lo ro dai fornai. Quel pane era detto pan di scior o pan de ton (pane di lusso) ed era fatto con frumento, burro, miele e zibibbo. Nel registro delle spese del col legio Borromeo di Pavia c’è una prima testimonianza uffi ciale dell’esisten za di un “Pane di Natale”, che venne servi to agli studenti durante il pran zo di Natale. Al tre testimonianze risalgono al XVIII , quando la Repubblica Cisalpina sostenne l’attività di arti giani e commerciali milanesi e favorì l’apertura dei forni, mentre nel se colo successivo, durante l’occupazione au striaca, il panettone veniva offerto, come dono personale, dal governatore di Mila no al principe Klemens Wenzel von Met ternich
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