Thiene MesePlus
Croce Rossa Thiene e Ulss 7 un sodalizio che funziona
Ad inizio anno il Comitato di Thiene e l’azienda sanitario hanno siglato una convenzione per supportare l’ospedale di Santorso e potenziare il servizio Suem. In due mesi oltre 200 interventi di soccorso effettuati sul territorio a favore di altrettanti pazienti dell’Alto Vicentino bisognosi di cure.
L’asilo Amatori compie 20 anni - p.4 ◆ Calcio a 5 “internazionale” ma made in Thiene - p.14 Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 2 - marzo 2023
Nel corso del 2022 i 200 volontari attivi hanno coperto 6.115 turni di servizio per un totale di 35.660 ore svolte in 21 Comuni della Pedemontana e dell’Altopiano
Anna Bianchini
La Croce Rossa di Thiene in prima linea nel lavoro di supporto del servizio Suem 118 della Ulss 7 Pedemontana, con un sodalizio che funziona e dimostra che le richieste dei volontari di voler essere più presenti nel territorio derivavano da una necessità.
Sono oltre duecento gli interventi realizzati dal primo gennaio 2023, giorno in cui ha avuto inizio l’accordo che prevede un’ambulanza all’ex ospedale di Thiene, impegnata a giorni alterni dalle 18 alle 24 e il sabato e la domenica dalle 8 alle 24.
Circa cento le chiamate che sono arrivate a gennaio al servizio di soccorso per l’Urgenza e l’Emergenza Medica, altrettante ne sono state registrate a febbraio. Il tutto possibile grazie alla convenzione con l’azienda sanitaria, che ha reso realtà una delibera del 2019. Dal primo dell’anno a oggi il mezzo ha trasportato oltre duecento pazienti bisognosi di cure, presi in carico sia per l’entrata al Pronto Soccorso dell’ospedale di Santorso che nella fase di dimissioni. “È un servizio che aspettavamo da anni, che la Croce Rossa garantisce dappertutto ma che mancava nella nostra zona – conferma con orgoglio il presidente della sezione locale Michele Antonio Michelon – Lo avevamo chiesto spesso, passando attraverso le amministrazioni del Comune. Ora è stato realizzato, grazie alla volontà del direttore generale della Ulss 7 Carlo Bramezza che ne ha compresa l’importanza e dei direttori del servizio di Pronto Soccorso dell’azienda sanitaria locale Andrea Favaro e Giulia Castiglione. Ma anche grazie alle amministrazioni comunali, quella del sindaco di Thiene Giovanni Battista Casarotto prima e di Gianantonio Michelusi adesso, che hanno spinto in questa direzione dando supporto alle nostre richieste, fino a creare le condizioni perché questo importante servizio diventasse realtà”. Per Carlo Bramezza, si tratta di “Un accor-
Croce Rossa Thiene e Ulss 7 un sodalizio che funziona
Ad inizio anno il Comitato di Thiene e l’azienda sanitario hanno siglato una convenzione per supportare l’ospedale di Santorso e potenziare il servizio Suem. In due mesi oltre 200 interventi di soccorso effettuati sul territorio a favore di altrettanti pazienti dell’Alto Vicentino bisognosi di cure.
do che conferma la collaborazione con la Croce Rossa, i cui volontari offrono ogni giorno un contributo prezioso affiancando i nostro operatori sanitari a beneficio di tutta la popolazione. La presenza di un mezzo di soccorso in più nel distretto dell’Alto Vicentino, permetterà di gestire in maniera più veloce le chiamate per il soccorso di pazienti non critici e le loro dimissioni in un contesto che richiede il trasporto in ambulanza, evitando così che questi pazienti debbano aspettare che i mezzi del Suem 118 completino i loro turni di emergenza. Di conseguenza e non meno importante, il mezzo utilizzato dalla Croce Rossa permette al Suem di concentrare l’attenzione delle ambulanze e degli operatori sanitari della Ulss 7 sulle chiamate più urgenti, migliorando così i tempi di soccorso per gli utenti del territorio”. Secondo il dg inoltre, la convenzione di collaborazione
Ulss7-Croce Rossa rappresenta un ulteriore passo in avanti per il miglioramento ed il rafforzamento dei servizi sanitari nell’intero territorio.
È quindi un bilancio decisamente positivo per l’associazione umanitaria che ha la sua sede principale nel Centro Polifunzionale Boldrini, l’ex ospedale di Thiene, ma che rende servizio a ben 21 Comuni della Pedemontana e dell’Altopiano di Asiago, dove la Croce Rossa Italiana ha anche aperto nell’ultimo anno una nuova sede nel municipio del Comune di Gallio.
Ma non è solo il 2023 ad essere cominciato come un buon anno per i volontari, che sono reduci dal biennio del covid che ha fatto triplicare le attività dei volontari e da un 2022 che ha fatto registrare numeri importanti.
Nel 2022 i volontari della Croce Rossa di Thiene infatti hanno coperto 6.115 turni di
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servizio, per un totale di 35.660 ore e i mezzi hanno percorso circa 247mila chilometri. “Numeri davvero importanti, impressionanti”, spiega con orgoglio il presidente Michele Antonio Michelon. “Il nostro Comitato dopo il periodo pandemico ha visto triplicare le attività sul territorio. Ogni giorno abbiamo circa 20 volontari in servizio che con una flotta di 10 mezzi, di cui 5 ambulanze, 4 vetture per trasporto persone e carrozzine, rispondono alle tante e diverse necessità della popolazione e dell’Ulss 7 Pedemontana. Attualmente l’associazione vede attivi circa 200 volontari sia nel settore sociale, che nel trasporto infermi, nei
corsi di primo soccorso”. Volontari e risorse però non sono mai abbastanza, viste le emergenze e le manifestazioni ed il deperimento dei mezzi, che vengono utilizzati in un contesto delicato e richiedono una manutenzione costante e precisa.
“Il bisogno di persone e mezzi c’è sempre –continua Michelon – per cui ben vengano donne e uomini desiderosi di impegnarsi donando il proprio tempo libero a servizio della comunità. Siamo, inoltre, sempre nel bisogno di reperire risorse per i mezzi che vedono un rapido deterioramento visto la particolarità degli usi cui sono destinati e richiedono un notevole dispendio economico”.
Anche il Covid ha fatto la sua parte quindi nel richiedere impegno e risorse ai volontari. E la Croce Rossa si è data da fare e in periodo di lockdown e di emergenza, in collaborazione con lo Sportello Sociale, ha operato in aiuto dei più fragili distribuendo oltre 166 quintali di viveri alle fasce deboli e collabora attivamente con la Caritas nella gestione dell’Emporio Solidale recentemente aperto su via Rasa.
Ma non è tutto, perché per la Croce Rossa volontariato non è solo attivarsi in caso di crisi, ma essere operativi sempre. Per questo ha svolto e svolge numerosi servizi di trasporto infermi, per conto di privati e delle case di riposo, permettendo così a soggetti non autosufficienti di andare in ospedale o in altre strutture per lo svolgimento di visite mediche. Volontari in prima linea anche nei tanti servizi sanitari necessari in occasione di manifestazioni sportive o complesse, come il Rally Città di Bassano e per gare podistiche in ambienti impegnativi come nella parte più alta dell’Altopiano di Asiago, dove si occupano anche del coordinamento interforze dei soccorsi e delle comunicazioni radio. Di rilievo, e molto apprezzato, anche l’impegno dei volontari nelle decine di corsi di primo soccorso che vengono realizzati in scuole e aziende, dove viene insegnato anche ad utilizzare il defibrillatore e viene rilasciata l’autorizzazione per l’utilizzo dell’importante strumento salvavita. La Croce Rossa Italiana Comitato di Thiene è reperibile per richieste o informazioni al numero 0445 364867, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, alla mail thiene@cri.it e sul sito www.crithiene.it. ◆
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Il dg Branezza consegna alla Cri gli attestati di riconoscenza per l’attività svolta in supporto all’emergenza Covid
Attualità
Omar Dal Maso
Una nuova coloratissima area gioco esterna da 700 metri quadri, un ritocco al verde e un “regalo” dal Comune di Thiene alla scuola dell’infanzia statale “Maria Amatori” proprio in occasione del ventennale dalla sua fondazione. Grazie a un investimento di 135 mila euro, di cui 15 mila dedicati all’installazione di giostrine moderne, la struttura che sorge in via Monte Ortigara a fianco dello stadio Miotto ha portato una “scorta” di sorrisi ai bimbi fino ai 6 anni – attenzione, anche a quelli delle maestre - a partire dal giorno dell’inaugurazione ai primi di febbraio. Erano in 130 i piccoli protagonisti invitati e al contempo “padroni di casa” speciali a cantare in coro in uno dei momenti più divertenti che hanno rallegrato la cerimonia del taglio del nastro simbolico, dopo i lavori conclusi per la riqualificazione del cortile e del giardino esterno. Con richiamo all’ape a i suoi caratteristici colori, un insetto fonte di ispirazione nei programmi educativi e che grazie alla sua laboriosità iconica regala un qualcosa di assai dolce di cui anche i bambini – ma non solo – sono notoriamente ghiotti. Si tratta di un’ampia porzione di terreno antistante all’asilo e che si trova a due passi dal centro della città e dal cuore quartiere Ca’ Pajella. Fino a poco tempo fa era visibile da fuori la necessità di una manutenzione mirata e di una nota di colore per ravvivare gli spazi disponibili, rendendoli più a misura di bambino. Va da sé che i nuovi giochi installati sono stati subito “collaudati” dagli stessi utenti, divertiti in egual modo nel vedere tanti adulti tra cui una rappresentanza di mamme e papà, oltre a quella degli amministratori con in testa il sindaco Giampi Michelusi e gli assessori Anna Maria Savio, Marina Maino, Edoardo Zampese e Nazzareno Zavagnin, affiancati dal dirigente scolastico Francesco Crivellaro e dal parroco di San Sebastiano, don Andrea Battagin. Dopo un’attenta analisi delle piante cresciute nel
L’Amatori compie 20 anni E si regala un parco giochi
La scuola dell’infanzia statale Maria Amatori rimette a nuovo cortile e giardino esterni grazie all’impegno del Comune di Thiene. Nuovi giochi e spazi colorati per i 130 baby utenti e le amiche api protagoniste dei programmi educativi dell’asilo.
cortile e della possibile ridefinizione degli spazi è stato possibile salvare i due aceri “storici” e innocui per bimbi, mentre è stato deciso il taglio di due ciliegi, i cui frutti e noccioli, se ingeriti, rappresentavano un’insidia. Nell’aiuola verde ricavata lungo il confine a est è stata messa a dimora una siepe che, nel tempo, crescendo, porterà l’ombreggiatura. Installate infine panchine e gazebi ed una “seduta” di forma semicircolare in calcestruzzo che riprende la forma circolare dell’aiuola sotto l’acero nella parte a nord. Ricomposta la pavimentazione esterna utilizzando la resina acrilica multistrato, mentre nelle aree di sicurezza dei giochi si è impiegato materiale antitrauma ad alta elasticità per prevenire infortuni. Non si tratta in realtà dell’unica novità di questo avvio del 2023 per la scuola Amatori, che ha
ricevuto e investito una somma di 75 mila euro in nuovi arredi interni e giochi interattivi adatti ai fanciulli, provenienti questi da un bando promosso dal Ministero dell’Istruzione attriverso i Pon, Programmi Operativi Nazionali.
Pur in un clima di festa, l’inaugurazione del giardino e parco giochi rinnovati ha costituito anche un’occasione di riflessione sul tema della denatalità e per fare il punto sui numeri delle scuole dell’infanzia thienesi. Tra statali e paritarie, a fronte di 522 posti disponibili, risultano 350 quelli occupati e 172 quelli liberi. Un terzo dei banchi in formato mignon, quindi, risultano “sfitti”. A influire, poi, i costi di gestione e manutenzione di edifici che sentono il peso degli anni, spesso costruiti in epoca di boom economico e “a rimorchio” l’aumento demografico, prima dell’inversione di tendenza delle nascite. Se tante famiglie a Thiene sorridono per l’ambiente confortevole (e a portata di mano) di crescita per i proprio figli in età bambina intorno alla Amatori, poco lontano al quartiere della Conca lo “smile” è al rovescio per la prossima chiusura dell’Istituto Saugo, di gestione parrocchiale dopo oltre 50 anni di attività. A fine giugno serrerà i battenti, e si tratterà della seconda scuola dell’infanzia a rinunciare in due anni appena, dopo quella di Rozzampia nel 2021. ◆
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Il sindaco Michelusi con il preside Crivellaro
Attualità
Il ritorno di Eva Pevarello
“Canto me stessa”
Anna Bianchini
Èla prima volta di Eva Pevarello, il primo disco da autrice e produttrice dopo l’esordio con il botto a X-Factor e lo stop forzato per la pandemia. La 33enne cantante thienese torna in grande stile nel panorama musicale italiano con “Questa pelle”, un disco che racconta di lei, della sua vita, delle sue origini, che mescola l’italiano con il sinti e stili musicali diversi, come si conviene a chi si nutre di musica da anni e ha scelto di farne la sua professione.
Eva è al telefono mentre rientra a Roma, la sua città adottiva, dove ha trascorso due anni di introspezione, ha lavorato sodo e si è conosciuta come non era riuscita a fare prima.
Eva Pevarello, quando ha deciso di diventare una cantante e di vivere di musica?
Non c’è stato un momento in cui l’ho deciso, è venuto da sé. Canto da quando avevo due anni, sono cresciuta in una famiglia di musicisti autodidatti, ho avuto qualche band. Cantare per me era una passione, un modo per esprimermi che mi veniva bene, tanto che una mia amica mi ha iscritta a X-Factor, nell’edizione del 2016. È stato il talent ad indicarmi la strada, se non avessi partecipato forse la musica sarebbe rimasta una passione, ma avrei svolto un lavoro diverso.
Ora ha le idee chiare?
Sì. Anche se non è stato facile fare i passi giusti. Mi sono staccata dalle dinamiche delle etichette, ho prodotto il disco da sola, ho deciso tutto io dall’inizio alla fine. È stato uno sforzo enorme, anche dal punto di
La 33enne thienese, cantautrice versatile e intensa che ha partecipato a X Factor 10 e a Sanremo Giovani del 2018, ha pubblicato il nuovo singolo “Questa Pelle” che rende omaggio alle sue origini gitane. La canzone anticipa l’uscita del suo primo album che porterà in tour la prossima estate.
vista economico. Ma ce l’ho fatta e la soddisfazione è gigante, è un lavoro che mi rappresenta al mille per cento. Volevo uscire come cantautrice e l’ho fatto.
Ci parli di “Questa pelle” e del tuo nuovo disco…
È un inno all’amor proprio, simboleggia per me la rinascita, la ripartenza, la conoscenza di sé. Ho scritto tutto da sola. È la prima canzone che ho scritto quando mi sono trasferita a Roma, dove mi sono trasferita per poter vivere di musica. Il mio disco nasce nel periodo del Covid, che per me è stato estremamente formativo. Mi sono trovata da sola in una città sconosciuta, impossibilitata ad avere contatti. Sono rimasta con me per così tanto tempo che finalmente ho avuto modo di parlarmi, di ascoltarmi e mi sono conosciuta. Il mio disco è un momento che aspettavo da una vita. Sono emozionata, mi sento come quando si sta per esplodere per un senso di liberazione.
Ha portato in musica le sue origini gitane, la sua conoscenza di diversi stili musicali, generi diversi che ha mescolato con abilità.
Ho unito italiano e sinti, musica elettronica, psichedelica e black music, è un bel mix di cose. Volevo fare una cosa diversa, per distinguermi dal resto. Con “Questa pelle” ho
intrapreso una strada che sento mia, solo mia, che mi rappresenta. Ci metto la voce e la faccia per raccontarmi, sono io totalmente.
La pandemia ha influito sulla sua formazione o è stato un intoppo che ha rallentato l’uscita del disco?
Alla fine ha rappresentato un beneficio per me, perché mi ha fatta rallentare, mi ha fatto capire che cosa volevo e mi ha dato il tempo di individuare la strada per mettere i mattoncini nel posto giusto. Altrimenti avrei seguito l’onda e probabilmente sarei stata trasportata dalla corrente. Invece adesso la mia strada me la disegno io. Quando si pensa ad un cantante o musicista, si immaginano il palco e le luci della ribalta. Le difficoltà sono nascoste. Essere una cantante è come si aspettava o è diverso?
Il mondo della musica è un mondo molto difficile. È difficilissimo arrivare, soprattutto se non accetti compromessi. Ed è difficile entrare nel meccanismo giusto, quello che ti consente di vivere di musica. La maggior parte dei musicisti fa la fame, diciamocelo, fanno una vita impossibile. Con il talent X-Factor, che dà una visibilità immensa, io ho messo un piede ai piani alti del sistema musicale e se da un lato è stato formativo e meraviglioso, dall’altro ho vi-
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sto in modo molto chiaro com’è quel mondo. Bisogna scendere a compromessi e io non volevo farlo.
Tempo fa, tra le sue esperienze musicali, ha fondato la band femminile Le Quote Rosa. Secondo lei c’è disparità tra donne e uomini nel mondo della musica oppure c’è meritocrazia?
C’è tanta differenza di genere, la donna è penalizzata anche nel mondo della musica. Noi donne dobbiamo faticare di più, ci viene riconosciuto meno. Io non sono una persona che ama lamentarsi, mi rimbocco le maniche e lavoro. Rispondo con il mio lavoro, ci metto tutto l’impegno. Però bisogna essere consapevoli che anche questo mondo a noi donne non risparmia nulla. Per gli uomini è più semplice. Quest’anno a Sanremo i primi cinque posti sono stati tutti maschili: un caso o un segnale?
In questo caso davvero non saprei perché potrebbe anche essere semplicemente che le canzoni degli uomini piacevano di più… Bisogna distinguere quando ci sono dei meriti naturalmente. Ma in senso generale io la differenza di genere la vedo, la vivo.
Lei ha partecipato a Sanremo Giovani nel 2018, vorrebbe tornare al Festival?
Mi piacerebbe, sarebbe bellissimo, soprattutto tornarci con una canzone tutta mia.
Che cosa le piace del mondo della musica?
È una forma gigante di espressione. Quando sono sul palco tiro fuori quello che he dentro come non riesco a fare in nessun’altra occasione. Il live è la parte migliore, il microfono in mano e il pubblico davanti. Emozione pura, ma anche concentrazione, rispetto, attenzione. Passione. Chi è il suo mito?
Non ne ho uno solo, mi piace ascoltare tanta musica diversa. Probabilmente i miei capisaldi sono Lucio Battisti e Lucio Dalla, ma anche Domenico Modugno ha un’importanza grandissima nella mia formazione musicale. Se devo pensare di prendere ispirazione da un’artista che sento vicina, su tutte c’è l’immensa Carmen Consoli, con la quale ho avuto il privilegio di duettare a X-Factor e poi ho aperto qualche suo concerto. Cantare con lei è stato pazzesco, indimenticabile.
Attualità
I suoi prossimi impegni?
A fine marzo uscirà il nuovo singolo. E poi sto organizzando una serie di live per l’estate. Non vedo l’ora. ◆
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“Ci sarebbero così tante cose da raccontare di questa avventura, ma un po’ gelosamente le custodisco per me”.
Sono le parole di Lisa Bonato al traguardo dell’ultima tappa della Grande Odyssèe Trophy Royal Canin, la corsa nordica di sleddog – con i cani da slitta – che la musher (guida) cresciuta a Zanè ha portato a termine nelle scorse settimane ad Albepierre-Bredons, paesino montano di 200 anime. Salendo pure sul podio, con brillante 2° posto finale, andando così a migliorare il 4° conquistato un anno prima la suo esordio assoluto. Attenzione che la classifica non fa distinzioni tra uomini e donne “al volante”, meglio dire alle redini della muta di cani: vittoria a Jerome Serres sulle nevi di casa della Val Cenis, mentre la vicentina è stata la migliore sia delle truppa di italiani in lizza che tra le “quote rosa” al via, e soprattutto capaci di tagliare il traguardo finale dopo una settimana di fatiche al freddo e al gelo. “È difficile esprimere le emozioni – continua Lisa, che da qualche tempo vive sull’Altopiano a Canove, con la neve e i paesaggi a lei più cari a portata di mano - che si provano in queste gare. La tensione, la fatica, l’ansia ma anche la pace, gli occhi che brillano, la solitudine nella notte in posti sconosciuti, il vento in faccia, i tramonti, le albe, il sentirsi vivi”. Medaglia d’argento al collo della conduttrice quindi, e pure ai… collari dei siberian husky “caricati” in un furgone speciale, attrezzato per gli spostamenti della white family nostrana in trasferta transalpina. Una “maratona” del gelo in cui Lisa Bonato e i suoi amici a quattro zampe, tutti di sua proprietà e cresciuti in prima persona, si è trovata dunque ancora una volta a proprio agio. Ben oltre il ragguardevole risultato sportivo e il prestigio che ne consegue, ma per le emozioni provate e raccontate sui social dove protagonisti assoluti sono i suoi amati siberian husky Margot,
Odissea d’argento tra le Alpi francesi
Seconda partecipazione alla corsa nordica a tappe per Lisa Bonato.
La musher di Zanè è riuscita a salire sul secondo gradino del podio della Grande Odyssèe Trophy Royal Caninc assieme ai suoi siberian husky.
La giovane atleta è ora impegnata in Austria nella International Nockberge Longtrail.
Steel, Jager, Iron, Delta, Varg, Fujiko, Robin e Rookie, ognuno con un nome che porta con sé con un significato particolare. Nove cani adulti più una cucciolata di cinque baby husky non ancora “battezzati” che vivono con lei. Da ricordare che la ragazza vicentina, ex pallavolista da giovanissima, pratica anche il canicross e il bikejoring, vale a dire la corsa a piedi in coppia con uno o più cani e in mountain bike, dove Lisa tra l’altro è pluricampionessa italiana. Insomma, quando manca la neve, non ci si annoia mai.
Poi Lisa è rientrata in Veneto, trovando il
tempo, tra i suoi molteplici impegni, di ringraziare tutti coloro che da casa hanno fatto il tifo per lei e i suoi amici dagli occhi di ghiaccio. Ma subito con la mente fiondata verso la prossima avventura fuori Italia che segue a una tappa a Vermiglio. Un po’ più vicina se vogliamo, in Austria questa volta, ma non meno impegnativa. La International Nockberge Longtrail, questo il nome della competizione, dove nella categoria di riferimento l’equipaggio condotto dalla musher azzurra – sì, Lisa Bonato fa parte anche della nazionale di sleddog – dovrà guardarsi dai team di Repubblica Ceca e Svizzera in funzione di un successo sul podio. La corsa nordica si concluderà proprio nei giorni in cui questo numero di Thiene Mese Plus va in stampa. Nel frattempo si ritorna agli allenamenti, tra un turno di lavoro e l’altro come tecnico di laboratorio all’ospedale di Asiago, alle scorrazzate tra i sentieri innevati con i suoi cani mai “sazi” di fatica e nemmeno di cibo, per la verità, come amabilmente le piace raccontare. Una fatica, una spesa, ma soprattutto una gioia quotidiana. ◆ [O.D.M.]
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Attualità
Anna Bianchini
Maria Luisa Fabris, La Marisa, ha trascorso la vita dietro al bancone del bar, a volte ballandoci sopra fino a tarda sera con gli amici, dispensando caffè e stringendo amicizie. E se alla fine ha chiuso il suo Le Chic, a Thiene, è stato per assecondare le esigenze del suo cuore. Un cuore “monello”, che all’improvviso ha smesso di battere, posizionandola nel bivio tra la vita e la morte. Lei però ha avuto la fortuna di poter scegliere quale direzione prendere, grazie ad un trapianto di un cuore arrivato quando nessuno se lo aspettava. “Durante l’ultima crisi ero semi-incosciente, volevo lasciarmi andare – racconta – È stato il cardiologo Gianluca Toffanin a farmi cambiare idea: guardandomi negli occhi mi ha ricordato che sono mamma e nonna e che perdere l’opportunità di veder crescere i miei nipotini sarebbe stato insensato”.
Marisa, lei è un “volto noto” tra i baristi di Thiene. Quando ha chiuso Le Chic in molti si sono chiesti cosa fosse successo.
Avevo appeso un foglio fuori dal bar con il disegno di un cuore bendato in un letto di ospedale. La gente ha capito, ho ricevuto tanti messaggi. Ho avuto un anno difficile, che mi ha fatto capire che sono ricca di affetti in famiglia e di amicizie vere, nate anche grazie al mio lavoro.
Ci racconta la sua vita al bar?
È stata bellissima, il bar per me è sempre stata una passione, che ho trasformato in lavoro. Sono sempre stata barista, prima con mio papà e poi nel 1987 mi sono messa in proprio. Ho rifatto Le Chic, in zona Cappuccini più volte e l’ho acquistato e nel 2004. Negli anni ho conosciuto tantissime persone, ho stretto amicizie, ma ho sempre stabilito delle regole precise, che non hanno mai concesso a quei clienti che oggi si potrebbero definire “difficili” di superare il limite che io imponevo.
Quando si è accorta che non stava bene?
Nel 2012. E ho rischiato grosso ogni giorno da allora. All’epoca mia mamma stava male e mi alzavo ogni giorno alle 4.30, andando a letto a mezzanotte. Una mattina ho aperto il bar e mi sono accorta che non riuscivo più a respirare. Lì c’è stato il mio primo appuntamento con il cardiologo. Volevano operarmi, ma io sono testarda e ho rifiutato. Nella lettera di dimissioni di allora c’era scritto “morte imminente”. Ho fatto di testa mia, ma non ne vanto, perché alla fine sono stata fortunata.
Maria Luisa Fabris
“La mia vita è ripartita con un cuore nuovo”
La toccante testimonianza di una donna che, dopo un periodo buio in cui ha rischiato di non farcela, è ritornata a vivere grazie alla generosità di uno sconosciuto: “Tutte le mattine penso al mio donatore e lo ringrazio”.
È stato un percorso difficile?
Ogni 6 mesi andavo a Padova per dei controlli. E questo fino al 2020. Sono stata una “monella”, per anni ho fatto quello che ho voluto. Mi è andata bene. Poi mi sono trovata costretta a dormire seduta per riuscire a respirare e mi sono resa conto che stavo peggiorando. Lo sapevo ma era difficile ammetterlo con me stessa. Andavo avanti cercando di non pensarci ma il male alla fine si è fatto sentire e il crollo è stato improvviso, ero convinta di morire. Che cosa è successo?
Il mio cuore si fermava continuamente. Ero spacciata. Sono arrivata a pesare 33 chili, non riuscivo più a muovermi. Per mesi ho mangiato ghiaccioli e gelato sciolto. Avevo sempre una sensazione di caldo soffocante. Non avevo più battito, non avevo sangue nelle vene. Per infilarmi un ago me lo hanno dovuto mettere in testa. Io mi cullavo nei miei sogni: prati verdi, distese infinite di pace e non vedevo l’ora di andare “di là” perché la consideravo l’unica via percorribile.
Poi è arrivato un cuore.
È stato inaspettato. Il 7 luglio 2022 ho fatto l’intervento, a mezzanotte. Io non c’ero già più, non mi sono accorta di nulla. Dopo
l’intervento ci ho messo giorni a svegliarmi, forse settimane. E ho capito che avevo subito un intervento solo perché ho visto un cerotto sul torace. Non ho mai sentito dolore, ero anestetizzata sotto tutti i punti di vista, anche emotivamente. Che effetto le fa vivere con il cuore di un’altra persona?
Per me è il mio cuore, mi serve pensare così per andare avanti. Però mi sveglio tutte le mattine pensando al mio donatore e lo ringrazio. Non so chi sia, secondo me è un giovane di colore che ho sognato mentre mi sorrideva. Mi piace pensare che sia lui, ogni tanto gli parlo.
Che progetti ha per il futuro?
Tra poco compio 66 anni. Mi sento invecchiata, ho i capelli grigi e corti, mi vedo un po’ gobbetta, molto simile a mia mamma quando era vecchietta. A volte mi guardo e mi faccio tenerezza. A volte mi si accende una fiammella di grinta. Sono felice perché sono viva. Ho una figlia che amo e che si è spesa senza sosta per me e ho tre nipotini meravigliosi. Voglio ricominciare a muovermi con libertà, ad uscire senza troppe accortezze. Ma nel frattempo, finchè faccio in modo che questo accada, mi godo ogni singolo momento della mia vita◆
[12] ◆ Thiene MesePlus
L’idea è originale, il livello è regionale, la provenienza dei propri calcettisti è internazionale. Ed è propria da questa “vocazione” ad ampio respiro che nel 2022 è nato il Futsal Thiene, società di calcio a 5 della città che accomuna tanti giovani uomini, di origine straniera ma anche veneti doc, che tra il PalaVianelle e il PalaCeccato crescono nei numeri, di categoria e nei progetti tesi a valorizzare il pallone indoor.
Quello di oggi e quello di domani, visto che si è iniziato a seminare per un settore giovanile e dare “sfogo” a bambini e ragazzini per così dire a km zero, senza costringere i genitori a sorbirsi viaggi in altre località del vicentino.
Velocità di pensiero, gioco di suola e di “punta”, spazi stretti in cui muoversi in rapidità, sono solo alcuni tra gli aspetti peculiari del futsal rispetto al calcio tradizionale. La squadra è salita in serie C2 regionale da due stagioni, nel cuore della stagione 2022/2023 naviga nelle zone alte dei playoff. Un gruppone di ragazzi affiatati guidato da Bojan Antic, presidente del club e allenatore, punto di riferimento un po’ per tutti. Un’avventura iniziata ormai quasi 14 anni fa, tra amici che si sono “messi insieme” affrontando tornei e poi campionati da amatori, prima di cimentarsi in Figc. Senza scordare mai la valenza sociale come denominatore comune in questi anni di attività sportiva.
“Siamo nati quasi per caso – ci racconta Antic, 47enne ex portiere di calcio arrivato alle soglie del professionismo in Serbia in gioventù prima di emigrare in Veneto nel 1998 -, mettendo insieme qualche collega di lavoro e alcuni amici. Ai tempi eravamo tutti stranieri, chi più chi meno con
Calcio a 5 “internazionale” ma Made in Thiene
La squadra Futsal Thiene è un esempio di integrazione sociale attraverso lo sport e la passione per il pallone indoor. Un mix di ragazzi dai 22 ai 36 anni arrivato a contare una quindicina di nazionalità sparse in tre Continenti. Ma in spogliatoio vige una sola regola: ci si parla in italiano.
difficoltà nella lingua, da subito abbiamo imposto l’italiano per comunicare tra noi in spogliatoio e questa scelta ci ha aiutato nella vita quotidiana. Quando è stata l’ora di scegliere un nome è stato facile: Internazionale 09. Poi, nel 2022, avendo messo radici a Thiene e per ringraziare la città che ci ha concesso degli spazi per noi vitali, abbiamo deciso di portare il nome di Thiene, con orgoglio, visto che altre società nel futsal maschile erano purtroppo scomparse”.
Primi calci in Veneto a Povolaro, con mix di ragazzi serbi, rumeni, brasiliani, marocchini e ucraini, poi via via l’invito che si espande fino a contare una quindicina di nazionalità che hanno “vestito” i colori prima dell’Internazionale 09 e adesso del Futsal Thiene.
“Iscriversi a campionati, per chi è straniero, per le carte burocratiche, è ancora più impegnativo – ci confida dopo aver lasciato il delicato ruolo di n°1 tra i pali per di n°1 come dirigente -, ma non mi sono perso d’animo e ci sono riuscito. Oggi non sono solo, un paio di amici mi aiutano e anche mia figlia maggiore, che ha 23 anni e forse – qui sorride - è una delle più giovani dirigenti del Veneto”.
I calcettisti in forza al Futsal Thiene sono oggi 18, tra cittadini italiani e dal “resto del mondo”, abbracciando tre continenti. Una fetta consistente vive in città, portando famiglie al al PalaCeccato di via Vanzetti al
venerdì (match alle 21.30 ogni 14 giorni), gli altri sparsi tra i vicini Sarcedo, Breganze e Sandrigo. E c’è chi che si sorbisce dei chilometri in più pur di far parte di un team in continua crescita. Non solo di risultati. Dopo aver dribblato un ostacolo enorme, il Covid-19.
“È servita tanta tenacia da parte di tutti, riprendersi non è stato facile. Grazie al giro di conoscenze siamo riusciti a ripartire e anzi a formare un bel gruppo, di cui vado fiero. Sottolineo come qui tutti giocano a titolo gratuito così come ci aiuta, è puro volontariato”.
Eterogeneo non solo per le diverse provenienze e le storie alle spalle, ma anche per età: dai 22 ai 36 anni. Tutti fattori di diversità che svaniscono con un pallone tra i piedi e al calcio d’inizio di ogni partita. “Qui da noi le porte sono sempre aperte, non solo per chi ama questo sport ma per chi volesse dare una mano nel dietro le quinte. Ora puntiamo alle giovanili, magari una Under 15 e poi i più piccoli in prospettiva. In estate ci eravamo vicini ma abbiamo trovato ostacoli a cui eravamo impreparati, vorrà dire che ci impegneremo ancora più. Non si molla mai, né in campo né fuori, perché è un desiderio che ho nella tanto nella mente quanto nel cuore”. Un gol solo sfiorato quindi, a suo tempo, in attesa di una partita che il Futsal Thiene ora più che mai vuole giocarsi mettendo in campo tutta la passione del mondo. E dal mondo. ◆ [O.D.M.]
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Attualità
Nell’area è presente una preziosa falda acquifera, collegata alle Risorgive del Bacchiglione di Novoledo, da cui attingono numerosi Comuni veneti più a valle, tra cui le città di Vicenza e Padova
Omar Dal Maso
La discarica Corsea di Sarcedo, ai confini con Thiene, verrà finalmente e definitivamente “scaricata”, in modi ora noti ma con tempistiche ancora ignote.
Il sito gestito dall’ex consorzio Corsea, scomparso dai radar da fine 2012, sorge ancora oggi in località Quartieri a Sarcedo, per quanto versi in uno stato di abbandono ormai conclamato ma sotto “sorveglianza”, visti i rischi connessi alla dismissione e la presenza di una importante falda acquifera che attraversa il sottosuolo.
Un’area desolata che, se lasciata all’incuria e senza riparo dall’erosione dei fattori climatici, potrebbe rivelarsi una “bomba a orologeria” per l’ambiente e per i cittadini. Nota bene: non solo sarcedensi e dei dintorni, visto che ad attingere alle fonti –collegate alle Risorgive del Bacchiglione di Novoledo - sono le reti idriche potabili presenti in vaste aree delle province di Vicenza e Padova e quindi decine di migliaia di “bevitori” non per sfizio ma per necessità.
La novità di questo inizio di 2023 consiste nell’approvazione del progetto di fattibilità, tempo fa sottoposto alla Provincia di Vicenza appunto, e oggetto di varie integrazioni, che fornisce la “bussola” per orientarsi sugli interventi futuri, oltre che condizione sine qua non per attivare qualsiasi cantiere. Mancano però i fondi necessari per mettere mano al sito. L’ammontare complessivo? Cinque milioni di euro secondo le previsioni più recenti, andando a “batter cassa” nel pubblico e, forse qui sarà impresa più ardua, nel privato per ragioni di pubblica utilità, se non di vera e propria sopravvivenza in termini di ecostenibilità. La discarica oggi inerte per rifiuti speciali ex Rsau, forse meno nota con questa denominazione e più conosciuta come discarica Corsea, ha una storia di ormai quasi mez-
Discarica ex Corsea: arrivato l’ok al piano di messa in sicurezza
A fine gennaio è stato firmato il documento necessario per dare il via alla fase di finanziamento dell’opera che avrà un costo di cinque milioni di euro. “Si tratta di un grande passo in avanti dal momento che fino ad oggi non si era mai riusciti a produrre un piano per la sistemazione definitiva” afferma il sindaco di Sarcedo Luca Cortese.
zo secolo alle spalle se si “pianta” il paletto delle radici ai tempi dei primi discorsi sul tema, risalenti a metà degli anni ‘70. Discorsi sorti negli ambienti degli industriali veneti che trovarono poi una direzione a partire dal decennio successivo –un primo documento approvato in giunta regionale risale al marzo del 1982 -, fino all’ok definitivo accordato dall’allora Regione solo nel 1990. Alla realizzazione susseguente della struttura di interramento rifiuti contribuirono 160 aziende fino alla dismissione definitiva dell’area nel 2015, con la società già fallita. Come noto da queste parti, l’effettivo abbandono ha provocato molteplici problemi abbinati a rischi di inquinamento per l’ambiente: dal percolato liquido “sversato” nel sottosuolo al cedimento delle sponde per citare quelli più evidenti e “meno tecnici” da illustrare. Per dirla in soldoni: non basteranno più le “toppe” periodiche da apporre per limitare danni e pericoli, ma servirà un intervento sistematico atto ad eliminare qualsiasi effetto collaterale. A rendere nota la firma
del progetto di fattibilità sono stati ai primi di febbraio il Comune di Sarcedo, per mano e voce del sindaco locale Luca Cortese, e l’ente provinciale. Tra l’altro, si è trattato di una delle ultime firme del presidente uscente Francesco Rucco, in scadenza di mandato a breve anche dall’incarico di sindaco di Vicenza.
Cinque milioni permettendo, per portare a termine la serie di lavori specifici previsti nel documento progettuale ora approvato si dovrà procedere alla sistemazione del capping sommitale (in termini tecnici si parla di “ribaulatura”), alla messa in sicurezza e alla stabilizzazione della scarpata sud della discarica e alla risistemazione degli impianti di trattamento di biogas e percolato, l’insidia forse più imminente per l’ambiente circostante. Anzi, sottostante. Lo studio redatto in anni recenti non ha evidenziato potenziali impatti negativi significativi sull’habitat e sulla popolazione, dimostrando sul piano teorico la compatibilità ambientale. Tanto più che, a fronte dell’esigenza primaria in tema di sicurezza
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e tutela del cittadino, alla lunga si andrà a sanare l’impatto sul paesaggio intorno, ripristinandolo in buona sostanza. A Sarcedo in sintesi si può parlare di “metà dell’opera”, visto che il documento di fattibilità costituiva una condizione indispensabile per agire. A patto che non rimanga solo sulla carta. “Posso affermare che si tratti di un grande passo in avanti – riferisce Luca Cortese all’indomani dell’accordo – dal momento che fino ad oggi non si era mai riusciti a produrre un piano per la sistemazione definitiva. Con questa progettualità, che non prevede l’utilizzo di rifiuti, siamo pronti per ricercare i fondi necessari che serviranno. Siamo a metà strada ma fiduciosi di ricercare tra gli apparati pubblici in particolare chi ci possa aiutare a concretizzare l’importante intervento. Dovrà essere un lavoro di concerto tra enti sovracomunali, visto che la discarica non riguarda solo il territorio e i cittadini di Sarcedo, ma diventa strategico e vantaggioso per tutti poter supportarci nella realizzazione del progetto. Finora il percorso è stato in salita ma l’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente è sempre stata prioritaria da parte di tutti gli enti interessati”.
abitato, in destra idrografica del torrente Astico e in prossimità ora del tratto di Spv che attraversa anche la periferia della cittadina altovicentina. L’area estrattiva, che morfologicamente presenta la tipica conformazione a fossa delle cave di pianura, si trova in prossimità di via Molle, laterale della strada provinciale 63, estendendosi su una superficie di circa 40 mila metri quadrati.
Nella cronistoria del sito di Sarcedo per scarti Rsau (acronimo di rifiuti speciali assimilabili ad urbani), dunque, l’anno 2023 dovrebbe essere inserito a buon diritto come penultima data saliente, secondo gli auspici degli attori in causa, in attesa poi di inserirne una definitiva.Tra il prima e dopo l’effettiva operatività della discarica, ormai, la sommatoria degli anni supera quella del suo utilizzo, di fatto cessato nell’anno 2009 dopo nemmeno vent’anni di servizio attivo. Con tanto di scioglimento del consorzio di gestione (la procedura di fallimento del Corsea fu annunciata alla vigilia del Natale dell’anno 2012) e saluti e baci a tutti per le conseguenze nel tempo connesse all’abbandono, dopo una parentesi definita come “attivazione automatica post operativa” e, da quasi otto anni a questa parte, di
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un piano di sorveglianza e controllo. Assodata la rilevanza sovracomunale della necessità di azioni congiunte per mettere in sicurezza l’area di campagna, al pari della centralità di Sarcedo come Comune, tocca a chi fa da garante vigilare sia sull’ambiente sia sul “fare bene e fare presto”. Mentre a tutte le parti in causa spetta rastrellare i fondi utili per finanziare l’opera approvata e passare dalle carte alla fase esecutiva. Che dovrebbe durare tra i 6 e i 10 mesi. “In 8 anni ci sono stati diversi incontri e momenti dedicati – ha aggiunto Cortese - in cui ho partecipato al fine di formulare una soluzione all’abbandono della discarica, alla presenza del Prefetto e dell’assessore regionale all’ambiente. Il sito, attualmente in post mortem, a causa della sua collocazione, ha avuto dei cedimenti della scarpata a sud con lo sversamento in superficie di percolato che avrebbe potuto inquinare il sottosuolo”. Un campanello d’allarme. “Alleato” dell’ente locale altovicentino è stato quello provinciale, viste le competenze in materia, dando supporto nella gestione delle criticità attraverso l’utilizzo delle fideiussioni e con fondi propri. Nel 2017 in accordo proprio con il Comune, la Provincia ha effettuato interventi per una messa in sicurezza parziale, ad esempio con impermeabilizzazione della scarpata, sistemazione della rete delle acque di ruscellamento e il nuovo impianto di trattamento del percolato. Infine, nel 2021, sempre la Provincia aveva autorizzato il proprietario della cava adiacente ad un’opera di sostegno della scarpata a sud. Toppe e rattoppi che alla lunga non garantirebbero un sito sicuro e al riparo da problemi futuri, consigliando quindi quell’intervento risolutivo auspicato che dovrà passare ora dalla carta tangibile dei progetti e delle firme a quella delle banconote con filigrana da “dissotterrare” per dare il via ai lavori. ◆
Thiene MesePlus ◆ [17]
Il sito “Quartieri” sorge a sud del centro
Attualità
Sarà Alessandro Cumerlato “volto” di Thiene e dell’Italia nel tennis nella prossima edizione dei Giochi Mondiali Estivi Special Olympics, il più grande evento sportivo inclusivo del mondo che si terrà a Berlino, dove migliaia di atleti con disabilità intellettive gareggeranno in 26 discipline sportive, in una nove giorni di grandi emozioni. “Adottato” dal Comune di Thiene, che con l’associazione Età Serena ha contribuito alle spese, il 28enne affetto dalla sindrome di Dandy Walker è pronto. Per Cumerlato lo sport ha sempre rivestito un ruolo importante perché gli ha dato la possibilità di relazionarsi con gli altri, di stimolare la sua autonomia e di svolgere attività fisica. Un grande impegno, preso seriamente e appassionatamente, fatto di allenamenti, gare regionali e nazionali e culminato nella partecipazione ai giochi di Berlino.
Il thienese è uno dei 7.000 atleti, con o senza disabilità e provenienti da 190 Paesi, che approderanno a Berlino a disputare la loro gara, confrontandosi lealmente nel segno dello sport. La delegazione italiana gareggerà in 17 discipline, composta da 142 persone: 45 coach, 97 atleti e partner tra cui anche Alessandro Cumerlato, impegnato nelle gare di tennis.
Il giovane è entrato nel mondo dello sport praticando inizialmente tiro con l’arco, pattinaggio e calcio. Nel 2012 con l’associazione “I CAN” ha cominciato ad allenarsi nei campi da tennis di Breganze. Grazie a questa realtà ha potuto trovare un contesto di accoglienza che gli permettesse di allenarsi con personale dedicato e formato a relazionarsi con ragazzi e adulti con disabilità. Ha partecipato a molti tornei sociali fino alle competizioni con Special Olympics. Nel 2013 ha preso parte al torneo nazionale Special Olympics in Sardegna, classificandosi nel singolo al terzo posto e nel doppio al primo posto. Ha partecipato poi a vari tornei a Rieti, Varese, Monza, Verona, Cumiana e Venezia, e a Reit im Winkl in Germania. Dopo essere stato nominato atleta italiano di riserva per i mondiali Special Olympics di Abu Dhabi nel 2019 e le nazionali di Torino nel 2022, è stato convocato per i Mondiali di Berlino 2023. “Sono davvero emozionato di rappresentare l’Italia a questo grande evento e di fare un’esperienza sicuramente indimenticabile – ha commentato lo sportivo di Thiene –Lo sport mi permette di partecipare a ma-
Il Comune di Thiene adotta un tennista speciale
Alessadro Cumerlato, 28 anni, di Thiene, sarà uno dei 97 atleti della delegazione italiana che dal 17 al 25 giugno parteciperà ai Giochi mondiali Special Olympics di Berlino. Per coprire i costi della trasferta, pari a circa duemila euro per atleta, l’Amministrazione ha avviato la raccolta fondi “Adotta un campione” assieme al comitato Special olympics di Vicenza.
nifestazioni e attività che mi consentono di conoscere tante persone e mi stimolano a migliorarmi ogni giorno”.
Non c’è solo il tennis nella vita sportiva di Alessandro, ma anche il calcio a cinque, che pratica a Thiene dal 2013 nella squadra ASD Senza Confini, con la quale gareggia in tornei regionali.
“L’esperienza che Alessandro e la sua famiglia stanno per vivere deve essere di esempio per le tante famiglie di persone con disabilità intellettiva – ha sottolineato Claudia Treviso, direttrice provinciale Special Olympics Vicenza – Lo sport è un diritto di tutti, ma sappiamo quanto sia difficile trovare luoghi e persone in grado di accogliere la disabilità. Per questo il Team Veneto Special Olympics si impegna quotidianamente nella formazione di associazioni e società sportive, di volontari, familiari e atleti affinché possano aumentare le possibilità grazie anche al sostegno delle pubbliche amministrazioni. Quindi un grazie va all’amministrazione comunale di Thiene che, ancora una volta sostiene l’inclusione e il diritto allo Sport”.
“Partecipare ai Mondiali è un risultato importante e lusinghiero, frutto di anni di sacrificio e di impegno – ha dichiarato Marina Maino, assessora allo sport e al tempo
libero – Quando parliamo di vero sport si tratta sempre di una sfida che l’atleta lancia innanzitutto a se stesso per migliorarsi. Nel caso di un ragazzo con disabilità, questa sfida acquista un rilievo ancora più significativo. Il premio più importante sarà un’aumentata autostima, una maggiore autonomia e una più profonda conoscenza di sé e delle proprie potenzialità. A nome della città porgo ad Alessandro un grande in bocca al lupo per la sua partecipazione ai Giochi Mondiali di Berlino ed invito la cittadinanza a sostenere con generosità il suo campione. Sono certa che Thiene non mancherà di far sentire la sua generosa presenza alle Olimpiadi”.
Per coprire i costi della trasferta ai Giochi Mondiali, pari a circa duemila euro per atleta, Special Olympics ha lanciato la campagna di raccolta fondi “Adotta un Campione”che anche l’amministrazione comunale ha fatto propria per sostenere Alessandro Cumerlato e alla quale ha contribuito anche l’associazione Età Serena. È possibile contribuire tramite bonifico con la causale Adotta un Campione sull’IBAN IT14O0306912117100000046267 oppure con un versamento direttamente all’Ufficio Economato entro e non oltre il 30 aprile. ◆ [A.B.]
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Cumerlato assieme ai familiari, all’assessora Maino e alla direttrice Treviso
Spettacoli
Èun appuntamento per chi vuole farsi notare per le sue doti artistiche, ma anche un trampolino di lancio per chi spera di entrare nel mondo dell’arte e dello spettacolo, in una qualsiasi delle sue forme espressive.
Uno show che si ripropone dopo due edizioni ricche di successo, che hanno lasciato il segno nel territorio. Il talent è organizzato ancora una volta dalla sua ideatrice, la cantante soprano Alisa Zonovjeva, fondatrice dell’associazione culturale e musicale Recitar Cantando, da dove sono usciti giovanissimi talenti, come Chanel Dilecta Apolloni, che ha rappresentato l’Italia nell’ultima edizione di Eurovision Junior e Giada Rossi, finalista del Sanremo Giovani 2021.
La finale sarà domenica 26 marzo alle 16, al teatro comunale di Thiene, mentre sempre al teatro comunale di Thiene, domenica 12 marzo si terrà la semifinale.
“Esibisci il tuo talento” è il motto del talent show, che prevede la partecipazione di concorrenti senza limiti di età o di residenza, purchè residenti nell’Unione Europea. Nessuno degli artisti deve essere legato da contratti di tipo artistico o con vincoli di utilizzo della propria immagine. Lo spettacolo prevede la possibilità di esibirsi in diverse discipline: canto, danza, recitazione, magia spettacolo, cabaret.
Per tutti i partecipanti una raccomandazione dall’ideatrice, che sorridendo sottolinea: “Bisogna lasciare fuori dalla porta del teatro la paura di esibirsi davanti al pubblico e ad una giuria e avere voglia di divertirsi”.
Nelle due edizioni precedenti, nel 2019 e 2020-2021, il talent ha ottenuto notevole riscontro in tutto l’Alto Vicentino con apprezzamento della Regione Veneto e ha visto la partecipazione di concorrenti provenienti da tutto il territorio nazionale. A mettere in piedi la terza edizione dell’evento del 2023 è lo staff dell’associazione Recitar Cantando in collaborazione con la Pro loco di Thiene, Pro loco Medio Astico e con il patrocinio della Regione e del Comune di Thiene.
“La manifestazione non ha solo lo scopo di scoprire nuovi talenti, ma vuole anche favorire l’incontro tra diversi artisti per valorizzare le doti canoro - musicali, artistiche e creative, per far emergere e promuovere talenti di vari settori provenienti dal terri-
Altovicentino Talent Show in scena al Comunale
Torna per la sua terza edizione l’Altovicentino Talent Show, il talent che premia le migliori voci, le migliori performance e i migliori artisti non professionisti e promuove la ricerca di nuovi talenti senza considerare limiti di età.
torio dell’Alto Vicentino e non solo”, spiega Alisa Zinovjeva.
Nessun limite di età per i partecipanti, che però sono divisi in categorie: i “Giovanissimi” fino agli 11 anni, i “Junior” dai 12 ai 17 anni, gli “Adulti” dai 18 ai 99 anni e il gruppo “Misto” che prevede la partecipazione di persone di varie fasce d’età.
“È un talent show dedicato ai non professionisti che animeranno e si divertiranno per due serate – sottolinea Alisa Zinovjeva – Il pubblico potrà accedere gratuitamente e i due spettacoli saranno non solo divertenti ma anche ricchi di qualità. Gli artisti si esibiranno su un palcoscenico bellissimo, quello dela teatro comunale di Thiene, davanti ad una giuria qualificata presieduta da Piergiorgio Piccoli, attore,
regista e fondatore del Theama Teatro di Vicenza”.
Agli artisti più meritevoli verranno riconosciuti borse di studio e 7 premi principali: Giovane promessa, Vincitore sezione Giovanissimi, Vincitore sezione Junior, Vincitore sezione Adulti, Vincitore sezione Misti, Premio speciale GEF di Sanremo (per i gruppi) e Vincitore Assoluto.
L’Altovicentino Talent Show sarà condotto dal brillante e carismatico attore e cantante Federico Fellynium, con la partecipazione della sua carismatica valletta Arianna Brogliato. “Ci sarannpo però anche ospiti eccezionali”, aggiunge l’organizzatrice Alisa Zinovjeva, che concluse – I talenti brilleranno ancora e siamo felicissimi ad accoglierli a Thiene. Evviva l’arte, in ogni sua forma”. ◆ [A.B.]
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Premiazione del ballerino Riccardo Frison, vincitore assoluto della 2a edizione del talent
Nel mese di marzo, il Castello di Thiene ospiterà il ciclo di conferenze “Architettura e Politica nella Venezia del Rinascimento” a cura del professore Luca Trevisan, accademico olimpico e dottore di ricerca in Storia dell’arte moderna all’Università di Verona.
Si inizia venerdì 10 marzo con l’incontro “Venezia alterum Bysantium”: dopo la caduta di Costantinopoli in mano turca nel 1453, Venezia intraprese una politica audace anche sotto il profilo della comunicazione “mediatica” del potere, tesa all’esaltazione del proprio valore sullo scacchiere internazionale. Attraverso le architetture di Pietro Lombardo e di Mauro Codussi – due tra i massimi protagonisti di quel periodo – la città lagunare riscrisse le proprie coordinate urbanistiche, facendo diretto riferimento al bagaglio figurativo e ai valori plastici e formali dell’antico. Venerdì 17 marzo si terrà la conferenza “Da alterum Bysantium a nova Roma” che mira a inquadrare la nuova politica veneziana nella prima metà del Cinquecento. Facendo appello ai valori formali dell’architettura rinascimentale ispirata alla lezione dell’antico, il programma riformistico imposto dal doge Andrea Gritti poté avvalersi dell’eccezionale figura dell’architetto Jacopo Sansovino che, giunto da Roma a Venezia nel 1527, seppe letteralmente rinnovare e riscrivere la facies urbana della città lagunare.
A chiudere la rassegna, venerdì 24 marzo, l’incontro “Andrea Palladio e la civiltà della villa veneta”: con la crisi della mercatu-
Venezia nel Rinascimento Al via ciclo di conferenze
Il Castello di Thiene ospiterà tre incontri per scoprire l’architettura e la politica nella Venezia del Rinascimento. Le conferenze sono curate dal professor Luca Trevisan.
ra verso il Levante, Venezia favorì in tutti i modi una politica di investimento verso la terraferma. L’occasione, propizia anche per bonificare una campagna in buona parte acquitrinosa, determinò lo sviluppo di un’economia basata sullo sfruttamento dei terreni a fini agricoli, ma non solo. Proprio il Veronese e il Vicentino diverranno allora, nella terraferma veneta, le due grandi capitali nel campo dell’industria serica.
A dar voce alle esigenze di questa rinnova-
ta classe imprenditoriale ci pensò, su tutti, Andrea Palladio, il quale seppe realizzare meravigliose aziende agricole per gli insediamenti rurali dell’aristocrazia locale. Grazie alla rivoluzionaria modernità dell’opera di Palladio, trovò così piena e matura espressione la cosiddetta civiltà della villa veneta.
Le conferenze hanno inizio alle 17.30, e saranno anticipate alle 17 da una visita del Castello. Info e biglietti su www.castellodithiene.com
Le “parole, opere e omissioni” di Dall’Amico
Nel suo nuovo libro lo scrittore maranese racconta la lotta di classe degli anni ‘50 attraverso i ricordi del pensionato Ettore
Con all’attivo quattro libri di poesia e quattro romanzi, il maranese
Flavio Dall’Amico si conferma come uno degli autori più prolifici del nostro territorio. Spazia con facilità dai versi alla prosa ed è stato premiato in concorsi nazionali. Recentemente ha dato alle stampe “Parole, opere e omissioni”, pubblicato dall’editrice vicen-
tina Caosfera. È un’opera che si legge volentieri, permeata da quelle che sono le caratteristiche peculiari dello scrittore: descrizioni poetiche, personaggi ben delineati e dalla forte carica emotiva, intrecci a tratti complessi e ricchi di flash-back. Protagonista è il pensionato Ettore, ritiratosi a coltivare la terra, mentre l’ambientazione si snoda tra Italia
e Francia; numerosi sono i riferimenti alla lotta di classe degli anni ‘50 proprio nel paese d’oltralpe, a cui Ettore ha partecipato in gioventù; non mancano intrecci gialli, piacevoli alla lettura e non scontati. Se riconosciamo a Dall’Amico soprattutto l’essere poeta, ci par proprio che qui abbia dato del suo meglio pure come narratore, anche se in alcuni tratti, a nostro avviso, ha scelto di arricchire alquanto la trama, che necessita di una lettura attenta per limitarne la complessità. ◆ [M.D.Z.]
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Cultura