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Thiene MesePlus

Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 21 - ottobre 2024

Breganze Comics. Quando il fumetto è arte - p.10 ◆ In biblioteca si insegna l’amore per l’ambiente - p.14

Francesca Carollo dalla parte delle donne

“Dobbiamo fare squadra”

È uno dei volti femminili più noti nel panorama dell’informazione nazionale: giornalista di punta di Mediaset in programmi come Quarto Grado, Dritto e Rovescio e Mattino 5, la 47enne thienese è da tempo impegnata nella difesa delle donne vittime di abusi. Con la onlus “Wall of Dolls”, fondata insieme a Jo Squillo, organizza manifestazioni, serate, documentari: “Siamo convinte che un bullo in meno oggi a scuola sia un violento in meno domani”.

NCopertina

on le piace parlare della sua vita di successo, preferisce definirla di duro lavoro e grandi soddisfazioni. Vive tra Milano e il resto del mondo fin dai suoi esordi, quando cioè approdò nel capoluogo lombardo in una redazione di moda, per poi seguire le principali sfilate nelle metropoli internazionali e infine, quasi per caso, insediarsi negli studi Mediaset per immergersi nella cronaca nera, di cui oggi è specializzata.

Francesca Carollo, ci racconti i suoi inizi. Non avevo la passione per il giornalismo fin da bambina pur essendo da sempre molto curiosa, a me interessava la moda. Ho sempre amato lo stile, i colori, e volevo lavorare in quel settore. Ho studiato giurisprudenza, sono un avvocato mancato ma ben ricompensato da un lavoro che adoro. Mi sono trasferita a Milano e ho cominciato a lavorare nella redazione di una rivista di moda in sostituzione di una persona. In quei tempi ho girato il mondo per assistere alle sfilate.

Dalla moda alla cronaca nera è un bel salto… Amo la moda, ho un profondo rispetto per il talento creativo che c’è in tutto quel settore e che è estremamente stimolante. Il made in Italy è una altissima rappresentazione di questo concetto e io ne sono sempre attratta. Ma sentivo che era un mondo che non faceva per me, non ero soddisfatta al 100%, avevo bisogno di qualcosa che avesse più spessore. Sono stata presa per uno stage a Studio Aperto e mi hanno chiesto di restare e di entrare nella cronaca. Io ho studiato giurisprudenza, sono una persona che studia molto e approfondisce. Mi sono appassionata presto della cronaca. È un lavoro che avvicina molto al lato oscuro delle persone, al crimine, alla violenza. Non le faceva paura?

È stato ed è sempre estremamente stimolante. Io adoro, nel vero senso della parola, il mio lavoro. Per tutto quello che faccio e che mi permette di fare. Fare cronaca nera è molto difficile. Bisogna saper mantenere equilibrio, entrare nelle storie altrui senza enfasi e senza morbosità, avvicinare le persone senza scardinare le loro vite. Nei vari casi che seguo studio davvero tanto, leggo fascicoli enormi. In questo la giurisprudenza mi aiuta.

Conoscere così da vicino le persone che subiscono crimini la aiuta a conoscere anche il lato debole della società?

Assolutamente sì. Sono entrata in contatto con la vita di molte vittime, con i figli del-

Francesca Carollo dalla parte delle donne

“Dobbiamo

fare squadra”

Giornalista di cronaca per cercare di avvicinarsi il più possibile alla verità, ma anche per curiosità e senso di giustizia. Francesca Carollo, 47 anni di Thiene, è uno dei volti femminili più noti nel panorama dell’informazione nazionale, giornalista di punta di Mediaset in programmi come Quarto Grado, Dritto e Rovescio e Mattino 5. Con Jo Squillo ha fondato la onlus “Wall of Dolls” che aiuta i figli delle vittime di femminicidio.

le donne uccise da mariti e compagni, con donne sfregiate da acidi o che hanno subito crimini per mano di uomini. Seguo tutto quello che ruota attorno al mondo della cronaca nera e le ripercussioni sulle donne, mi interesso di casi di differenze religiose o culturali, omofobia. Mi occupo anche della politica, che traina la nostra società. Amo la cronaca perché racconta il nostro paese e mi ha permesso di conoscere aspetti burocratici che devono essere cambiati.

In che senso?

Ad esempio. Entrare in contatto con chi si occupa dei figli delle vittime di femminicidio mi ha messa a conoscenza del fatto che molti di questi orfani non riescono ad accedere ai fondi dello Stato, che pur ci sono, perché i femminicidi non sono censiti e gli stanziamenti non vengono fatti sul numero reale dei reati. Inoltre la burocrazia si tara anche sulle date dei femminicidi. Per cui, paradossalmente, se una donna

viene ammazzata in un periodo dell’anno per i suoi figli ci sono più o meno fondi, in base al mese. È incredibile, io vado fuori di testa quando vedo queste cose. E ne vedo parecchie. C’è tanta burocrazia, incredibile ed estenuante.

Lei è impegnata anche a livello personale su questo fronte.

Cerco di fare un lavoro culturale anche per smuovere la politica. Con la mia cara amica Jo Squillo abbiamo fondato una onlus “Wall of Dolls” (il Muro delle Bambole), che compie 10 anni. Io sono laBiso presidente. L’obiettivo principale è aiutare i figli che rimangono. Facciamo manifestazioni, serate, documentari; siamo convinte che un bullo in meno oggi a scuola sia un violento in meno domani. Facciamo raccolte fondi, anche per quelle vittime che troppo spesso sono dimenticate dallo Stato, non solo per gli orfani dei femminicidi. Abbiamo acquistato anche molte creme per le donne che sono state sfregiate dall’acido, perché lo Stato le considera creme ad uso estetico. È incredibile, difficile veramente da accettare, eppure è così. E queste donne non vengono aiutate. Il nostro ultimo documentario “Figli del femminicidio” sta girando l’Italia adesso.

Avete stretto un rapporto di fiducia e di amicizia con qualche vittima?

Tante vittime sono diventate nostre testimonial e sono con noi da tanti anni. Con questo lavoro si va ben oltre la ricerca della verità. Io ho un profondo senso di giustizia, non a caso ho studiato giurisprudenza. Grazie al giornalismo e all’impegno che richiede, riesco ad avvicinarmi molto alla verità. Ma bisogna poi anche lavorare sodo per fare la propria parte, per cercare di dare giustizia a chi non ne ha. Tante, troppe denunce rimangono inascoltate e questo non va bene. Non dobbiamo più accettarlo. Non possiamo più permetterci le denunce inascoltate. Io non voglio assolutamente piegarmi a questa scia di violenza. Ha scritto un libro “Le amiche che non ho più”. Racconta di tre donne scomparse, uccise, le definisce ‘amiche’.

È stata una sfida. Scrivere è molto complesso. Nel libro racconto la storia di tre donne che ho seguito: erano scomparse, perché uccise dai compagni. Ho studiato i loro casi profondamente ne ho conosciuto tutti i risvolti. Ho parlato con chi era loro vicino, oramai sapevo tutto di loro. Questa conoscenza, unita al profondo rispetto per i loro casi di cronaca, mi ha consentito di chiamarle ‘amiche’. Scrivere mi ha permesso di fare un passo in avanti in questo lavoro, che richiede impegno, bisogna studiare tanto, ma bisogna anche metterci un pezzo di cuore.

Copertina

Le è mai capitato di fermarsi e di riflettere su quello che fa?

Fermarmi mai, riflettere molto. A volte non so come muovermi, non da che parte devo andare perché davanti a certe cose ci si può smarrire, si può perdere il filo. Allora guardo le foto delle vittime, mi concentro su di loro, prendo forza dall’ingiustizia che hanno subito e capisco cosa devo fare, riprendo il filo, capisco la direzione dove devo andare. Le donne hanno bisogno di fare squadra.

Le viene mai nostalgia del mondo della moda, la prima grande passione?

No perché ne sono circondata. La moda è ovunque e ha un forte impatto. Ricordo bene il giubbino e gli occhiali di Salvatore Parolisi quando parlava con i giornalisti. Spesso i criminali, gli assassini, fanno attenzione a cosa indossano. Il look di molti assassini lo ricordiamo bene, evidenzia il loro modo di porsi, il carattere. La moda non è mai secondaria, è ovunque.

Oggi quindi preferisce le inchieste e non tornerebbe indietro.

Oggi sono estremamente soddisfatta della mia vita professionale. Le inchieste sono avvincenti, permettono di approfondire, di cercare soluzioni. Naturalmente un giornalista non deve mai sostituirsi alla magistratura. Ma capita spesso che le persone cerchino più noi che i poliziotti. Le inchieste creano complicità. Noi giornalisti non indossiamo la divisa, non arrestiamo, con noi sentono che si possono confidare. Molte Procure hanno infatti acquisito agli atti delle nostre interviste, grazie ai contenuti che avevano. Progetti per il futuro?

Come dicevo, sono assolutamente soddisfatta. Io sono determinata, ma anche fortunata. La mia famiglia mi ha supportata e assecondata negli studi e mi ha sempre sostenuta nelle scelte. Sono fortunata perché faccio un lavoro bellissimo e famiglia che mi ha supportata. Ma sono anche felice di riuscire a prendermi il tempo per le persone che amo, per la mia famiglia, e per gli amici, che sono quelli di sempre. ◆

Carollo e Jo Squillo
Mostra del Cinema di Venezia

CAttualità

Omar Dal Maso

hiamatelo pure hub, termine moderno che ne segna il “passo con i tempi”, ma confermatelo fulcro e cuore pulsante del fare musica in città. Dopo la pausa estiva ha riaperto i battenti l’Istituto Musicale Veneto “Città di Thiene”, con una nuova regia: dopo aver costituito una Ats (associazione temporanea di scopo) per partecipare al bando di gestione promosso dal Comune, le tre realtà vincitrici CorOrchestra “Città di Thiene”, InArteSalus e Dolci Accenti sono ora ai blocchi di partenza.

Il contratto di gestione già siglato tra le parti prevede la durata di 6 anni e, va ricordato, è attesa nei prossimi mesi l’approvazione del progetto esecutivo dei lavori di riqualificazione dell’immobile comunale sede dell’Istituto Musicale di via Carlo del Prete. Una “casa” frequentata da gente di tutte le età: dai bimbi dell’asilo fino alle persone più mature. E anche in termini di “gusti”, nessun limite: dalla musica classica alla musica moderna, con corsi dedicati ad amatori e musicisti professionisti, sia individuali che collettivi. Da aggiungere che a ripartire sono tutti i corsi “classici”, mentre verrà dato un maggiore impulso alla musica d’insieme e alla formazione attraverso l’affiancamento di nuovi percorsi, oltre all’aggiornamento della strumentazione tecnologica in dotazione all’Istituto. I punti cardine? “Il mantenimento e il potenziamento dell’eccellenza dell’offerta musicale – spiegano i portavoce dell’Ats Musica - e un’apertura maggiore alla città con lo sviluppo di competenze relazionali, sociali e comunicative, attraverso un’offerta didattica inclusiva e accessibile a tutte le fasce d’età, dagli 0 ai 99 anni”. “L’amministrazione ha scelto la formula della coprogettazione – ha spiegato Giampi Michelusi, primo cittadino di Thieneperché ha ritenuto che meglio di altre ci permettesse di continuare a valorizzare l’altissimo livello formativo dell’Istituto

Istituto Musicale, si cambia A gestirlo tre associazioni

Dopo un’esperienza quasi trentennale la casa della musica thienese cambia “custodi”. A vincere il bando di gestione sono state le tre realtà CorOrchestra “Città di Thiene”, InArteSalus e Dolci Accenti che avranno il compito di proporre corsi, concerti, eventi assortiti, musicoterapia e tanto altro. Confermato quasi in toto il corpo insegnanti.

Musicale, coniugandola con le nuove istanze di crescita delle potenzialità relazionali di chi intraprende un percorso musicale. Oggi la società è radicalmente cambiata rispetto a trent’anni fa e richiede un cambio di passo nell’ampliamento delle funzioni. L’Istituto è e resta una realtà poliedrica, radicata nel territorio, e questo grazie alle professionalità che lo hanno fatto grande e che continueranno a lavorare al suo interno perché questa eccellenza sia garantita anche in futuro. Penso doveroso esprimere la riconoscenza mia a Riccardo Brazzale e Bruno Grotto per il lavoro prezioso che hanno svolto”.

Con il nuovo corso, previsti i vari di logo e sito web aggiornati tra le varie novità annunciate. Gli obiettivi principali sanciti consistono nell’educazione musicale e la formazione con corsi, lezioni-concerto, corsi di educazione all’ascolto, masterclasses, formazione vocale e strumentale con la novità della prassi esecutiva antica, formazione musicoterapica per docenti e caregivers, organizzazione di eventi concertistici anche con la promozione della tradizione bandistica cittadina e del patrimonio culturale locale, esami di certificazione presso i Conservatori convenzionati a Padova, Castelfranco Veneto e Sassari in aggiunta a Vicenza; la promozione della musica come strumento di crescita umana e cultu-

rale con corsi accessibili a tutti, laboratori creativi, iniziative di inclusione sociale e progetti di musicoterapia ed arteterapia per tutta la cittadinanza, lo sviluppo della sfera relazionale e la partecipazione sociale con la musica d’insieme. E ancora la creazione di una rete sul territorio con un’offerta didattica integrata in collaborazione con le scuole di Thiene e altre realtà musicali e non, come le Rsa e l’Università degli adulti ed anziani; infine l’inclusione, l’accessibilità e lo sviluppo di corsi tecnici per il settore spettacolo per offrire opportunità lavorative. Il lavoro di coordinamento tra le associazioni è svolto da Andrea Cerato e Elisabetta Cuman.

“Dopo un fruttuoso e importante percorso di quasi trent’anni – ha aggiunto l’assessora delegata Anna Maria Savio - il nostro Istituto è ora pronto per una progettualità più ricca e per una nuova visione rispondente al mondo contemporaneo. La musica si conferma il focus assoluto dell’intera offerta tant’è che le proposte formative riceveranno un impulso maggiore. Sono convinta che la musica ricopra un ruolo importante per la formazione della persona e quindi vanno sviluppate tutte le molteplici potenzialità che le sono proprie. Con queste prerogative l’Istituto vuole diventare un hub musicale più completo e aperto alla città e al territorio circostante”. ◆

La nuova squadra

Attualità

Ivalori legati all’inclusione, accessibilità e all’uguaglianza per rendere ogni azione e impresa di oggi alla portata di ognuno, abbinati ai valori e ai principi capisaldi della Resistenza.

È il video documentario in formato cortometraggio con protagonisti i ragazzi di Engim Veneto a esplorare un frammento di storia, catapultandolo ai giorni nostri, grazie agli studenti della scuola di formazione professionale e a chi li ha accompagnati in questo percorso insieme affascinante e divertente.

E, per chi si trova a vederne il risultato, uno spunto di riflessione mai banale che sapientemente intreccia il passato con il presente.

Il risultato, appunto, è stato intitolato “I ragazze delle pietre spezzate”, un filmato che in 15 minuti raccoglie le testimonianze di sette giovani di oggi coetanei dei partigiani Carollo, tra loro fratelli e cugini, uccisi nel 1945 a Lugo di Vicenza.

Un “laccio” che attraversa quasi 80 anni di tempo trascorso, dagli anni della Resistenza di chi si oppose ai regimi nazifascisti di allora, riavvicinati nelle parole di chi oggi, a modo suo e suo malgrado, porta in atto quotidianamente una “moderna” resistenza a a fronte di situazioni complesse: dalla prepotenza alla violenza, passando per la paura del “diverso” come impulso a creare disuguaglianze e discriminazioni inaccettabili.

“Vorrei per tutti lo stesso punto di partenza”, si ascolterà in uno dei passaggi più significativi, per bocca di uno degli attori/testimoni dei tempi attuali.

Risale al 1945 la vicenda intorno a cui ruota il racconto nella sua genesi, “rimbalzando” al 2024.

Il corto di Engim racconta storie di resistenza quotidiana

Il cortometraggio realizzato dagli studenti di Engim Thiene ha per protagonisti gli sguardi e le voci di sette ragazzi vicentini dai 16 ai 28 anni, chiamati a “resistere” alle discriminazioni e alla disuguaglianze e a chiedere diritti uguali per tutti.

Da un episodio documentato: il furto di una macchina per ciclostilare in uso agli esponenti vicentini del regime, avvenuto a Thiene, e al rastrellamento in località Lore che ne conseguì.

La fuga, la paura e infine la morte di quei ventenni a cui anche il cortometraggio realizzato nei mesi scorsi rende un omaggio alla memoria. Nel video documentario, realizzato anche con riprese dal drone, un valore aggiunto è costituito dall’ambientazione nelle montagne come “punti fissi” nello scorrere dei decenni, a volte in vesti di testimoni e altre di scenari di battaglia. Tra tante pietre spezzate, così come fu spezzata la speranza di crescere liberi di chi fu trucidato per il furto di un oggetto inerte.

Un’onta da lavare col sangue, allora, per i soldati tedeschi che controllavano il Thienese. Gli studenti del corso promosso da Engim Veneto hanno partecipato a ogni fase della realizzazione dell’opera, dalla ricerca delle

fonti storiche alla scrittura delle sceneggiature, fino anche ai contenuti delle interviste. Per poi godersi i primi applausi, nel corso della presentazione del video che si è tenuta a Villa Fabris. Attraverso questo processo, tutti loro hanno potuto confrontarsi con le storie di resistenza e coraggio del passato, trovando ispirazione e rilevanza nelle loro vite attuali.

Un’idea “suggerita” da una passione profondo di uno tra loro.

Quella di Alberto Gnata, giovane di Engim impresa formativa con sindrome di Down, appassionato di studi storici con lente d’ingrandimento su luoghi e tempi che corrispondono all’epoca della lotta partigiana. Da qui i valori di equità, libertà e giustizia sociale che nel cortometraggio traspariscono chiari attraverso le voci e le immagini dei protagonisti.

Daniel 18 anni, Alberto 28, Anware 21, Alex 19, Amin 18, Adam 20 e Yusuf, il più giovane, di soli 16 anni, sono gli sguardi e le voci che descrivono le storie di sette ragazzi che stanno crescendo a Thiene e dintorni. Come i partigiani, anch’io sogno un mondo più umano, e penso che sia giusto disobbedire ai prepotenti - spiega Alberto Gnatanon è giusto che ci sia qualcuno che decida chi ha dei diritti e chi no. Io penso di avere gli stessi diritti di tutti come, ad esempio, avere una famiglia e diventare genitore”. Il documentario ora messo a disposizione delle scuole per le proiezioni, sarà accompagnato da una serie di materiali didattici. L’obiettivo è farne spunto utile per stimolare la riflessione e il dibattito tra gli studenti, favorendo una comprensione più profonda della storia e una consapevolezza critica sul presente. ◆ [O.D.M.]

NAttualità

ati nel 1997 grazie al disegnatore Alberto Simioni, scomparso prematuramente a soli 39 anni dopo aver dato “vita” al pistolero biondo Gigitex, i Breganze Comics contano oggi 20 attivisti. Appassionati di disegno naturalmente, ognuno con le sue attitudini e diversi modi di disegnare e raccontare le storie. Dal manga al ritratto, dai personaggi inventati alle ispirazioni storiche, ce n’è per tutti i gusti. Un grande successo di pubblico infatti ha avuto la mostra Spritz Comics Expo, organizzata dal Circolo PickWick, che ha portato nella biblioteca di Thiene numerosi visitatori richiamati dal fascino delle rappresentazioni grafiche che ripropongono fatti, stravaganze, mondi paralleli e vite personaggi reali.

Un’arte particolare, chiamata anche “la nona arte”, quella che Hugo Pratt definiva “letteratura disegnata”, che si presenta con un linguaggio articolato in diversi codici: disegno, immagini, testo, colori, il tutto racchiuso in vignette dove a raccontare il dialogo ci pensano delle ‘nuvolette’ o didascalie e a raccontare frammenti di storia ci pensano stringati sottotitoli. Eppure il racconto fila.

Daniele Dal Maso, 53enne thienese, è un punto fermo del collettivo: “Fin da quando ero bambino ho passione e attitudine per il disegno e professionalmente mi occupo di graphic design e creo contenuti per il web. Ho cominciato a realizzare fumetti ispirandomi ai super eroi della Marvel e con la maturità mi sono avvicinato alle grafiche italiane e francesi, che propongono più sentimento e intrighi psicologici”.

La mostra Spritz Comics Expo non ha avuto un tema particolare, ma ha proposto storie libere e i 17 autori hanno estratto due pagine dall’opera Spritz Comics, inserendo anche degli originali.

I Breganze Comics presentano il fumetto a tutto tondo. C’è chi predilige il formato manga giapponese, chi racconta le sue storie proponendo volti e figure che sembrano usciti da fotografie storiche. C’è chi inventa personaggi fantastici, chi dà voce agli animali e chi, in questo caso il bregnanzese Antonio ‘Oak’ Carrara, dà volti, voci e forme alle nuvole che fotografa nel cielo dell’Alto Vicentino.

“Ci sono tanti tipi di fumettisti – racconta Daniele Dal Maso – C’è chi realizza il fumetto a tutto tondo, chi fraziona e si specializza solo in una parte, ad esempio il

Breganze Comics Quando il fumetto è arte

Non solo Silvia Ziche con la sua Lucrezia o Lorenzo De Pretto con la mascotte di Gardaland Prezzemolo. Nell’Alto Vicentino il fumetto spopola grazie anche ai Breganze Comics, collettivo composto da una ventina di attivisti che da quasi 30 anni racconta la storia, la quotidianità e i romanzi della vita.

disegno, oppure la narrazione, o la colorazione. Io sono un autore completo, nel senso che disegno, coloro, scrivo e racconto. In pratica il fumettista è come un regista, deve avere le idee chiare su cosa vuole rappresentare e nello storytelling deve seguire una logica che è simile a quella dei film”. I Breganze Comics collaborano con La Voce dei Berici, settimanale diocesano di ispirazione cattolica che ogni 15 giorni dà spazio ad una striscia o a delle tavole dei fumettisti dell’Alto Vicentino per rappresentare temi di vario genere, non prettamente religioso, ma in grado di sensibilizzare su argomenti di attualità.

“Noi del collettivo Breganze Comics ci incontriamo ogni mese, in presenza o attraverso incontri online – spiega Dal Maso – Sono appuntamenti molto importanti perché ci confrontiamo sul tema per noi caro, sugli sviluppi di questa arte, sui punti di crescita di questo piccolo mondo e su

eventuali punti deboli. Insieme creiamo progetti, in gruppo o anche progetti singoli e partecipiamo alle mostre”. Alla domanda sull’importanza del fumetto nella società e sulla sua evoluzione dai tempi di “Yellow Kid” a oggi, il fumettista thienese risponde senza esitazioni: “Il fumetto è importante perché p multidisciplinare, multimediale. È un’arte completa dal punto di vista della creatività. L’autore di fumetti cura tutto lo storyboard e gestisce tutta la timeline della sua opera. Il fimetto ha dimostrato di aver saputo mantenere la promessa del suo successo – conclude Daniele Dal Maso – Basti pensare che oggi ci sono moltissimi film realizzati basandosi sui personaggi e le storie dei fumetti. Il fumetto ha un capitale culturale importante che si sta espandendo anche al mondo del cinema. Basti pensare che al botteghino i film sui personaggi della Marvel hanno battuto Via Col Vento”. ◆

Attualità

L’idea di realizzare un percorso a premi che invogliasse i bambini a leggere libri durante l’estate e che coinvolgesse le loro famiglie è venuta a Maria Grazia Caprioli e Giovanna Rizzato, bibliotecarie che da otto anni, ogni anno, inventano qualcosa per riempire la biblioteca di giovanissimi anche in estate. E ci riescono.

Il concorso “Per un’aria più pulita, supertopolettore cambiamondo 2024” è stato un successone. Il tema è chiaro: insegnare agli studenti degli istituti comprensivi a prendersi cura dell’ambiente, attuando e costringendo i propri genitori ad attuare politiche ecologiche di riciclo, raccolta differenziata, trasporto sostenibile.

“Ci siamo basate sull’agenda 2030 e abbiamo adattato i temi e gli obiettivi sulla salute e su ciò che fa bene e che fa vivere bene: lotta all’inquinamento, attenzione alla propria alimentazione, muoversi usando trasporti sostenibili, pulire la propria stanza, differenziare la raccolta dei rifiuti”.

“Il concorso è stato articolato in quattro sfide ecologiche, che si realizzavano attraverso compiti a casa molto pratici. Per ogni risultato raggiunto i ragazzi guadagnavano un tassello da apporre in un grande pannello. In questo modo, da un pianeta malato e malconcio che avevano all’inizio, grazie ai tasselli guadagnati sono riusciti attraverso le loro azioni positive e attente a far guarire pian piano la nostra terra”. E nel frattempo bambini e ragazzini si sono divertiti con gli appuntamenti in biblioteca per partecipare alle sfide guadagnare i tasselli-salva-terra. Diverse le sfide: riconoscere gli elementi naturali toccandoli ad occhi chiusi (noci, legno, conchiglie, muschio, terra e molto altro), seminare semini

In biblioteca si insegna l’amore per l’ambiente

Un concorso a premi per insegnare ai giovanissimi ad amare e rispettare l’ambiente ha portato in biblioteca tra luglio e agosto decine di studenti degli istituti comprensivi e i loro genitori, che per ore hanno abbandonato gli smartphone e si sono concentrati su cosa fa bene e cosa fa male al pianeta sul quale viviamo.

a casa e farli germogliare, spostarsi a piedi o in bicicletta invece che in auto, differenziare i rifiuti. Seminare il bene per raccogliere il bene, in sintesi. E in questo percorso le famiglie non sono potute rimanere a guardare e genitori, fratelli e amici hanno partecipato con i ragazzi per aiutarli a guadagnare tasselli per far guarire il pianeta. “I ragazzi hanno anche letto più di quello che fanno di solito e anche questo era ovviamente un obiettivo – ha continuato Giovanna Rizzato – Non vogliamo che i bambini stra-leggano, ma che leggano bene. I ragazzi sono stati coinvolti nella lettura in una sfida con le bibliotecarie e hanno dato il loro meglio. Per questo concorso abbiamo collaborato con gli insegnanti degli istituti comprensivi e anche durante l’estate, quando di solito la biblioteca conta meno giovani, loro sono venuti puntualmente e in tanti. Ammettiamo che è stato impegnativo, ma è stata soprattutto una grandissima soddisfazione”.

“Le biblioteche non devono essere considerate solo dei luoghi dove prendere libri in prestito o leggere – ha evidenziato Maria Grazia Caprioli – Sono luoghi che non servono solo alla conservazione dei libri, Sono presidi di cultura, luoghi di incontro, centri di socializzazione. Basti pensare agli incontri di lettura per bambini, per genitori e per mamme che non conoscono bene la lingua italiana. Ed è bellissimo vedere le famiglie coinvolte nelle attività dei figli, vedere i genitori aiutare i piccoli a guadagnare i punti per salvare il pianeta o fare progetti insieme. Nel concorso per l’ambiente abbiamo avuto l’importante collaborazione di Ava (Alto Vicentino Ambiente, l’azienda che si occupa della gestione e dello smaltimento dei rifiuti). Abbiamo insegnato ai bambini quanto tempo ci vuole a smaltire determinati oggetti ed è stato interessante vederli comprendere l’importanza delle loro azioni nei risvolti ambientali”. ◆ [A.B.]

Le bibliotecarie Caprioli e Rizzato

Attualità

n custode del passato, un simbolo della città, una villa veneta divenuta castello e un po’ anche viceversa. Un compendio di fascino legato alla storia e alle storie che il Castello di Thiene racconta, e da qualche tempo lo può fare in maniera per così dire “potenziata”. Si parla di realtà aumentata e di narrazione digitale quando si parla insieme di attitudine a seguire le nuove frontiere del turismo, con l’obiettivo sempre “dichiarato” di far vivere un’esperienza al visitatore, con i contorni di una sorta di viaggio nel tempo. E di valorizzare un bene culturale importante.

La tecnologia del secondo millennio permette anche questo, aiutando a diffondere e perché no esaltare i contenuti che la dimora della famiglia di Thiene, proprietaria dell’edificio le cui origini risalgono al ‘400, contiene e custodisce.

Un po’ museo, tanto un gioiello architettonico del Medio Evo, e un po’ testimone dei secoli trascorsi e dei thienesi che qui hanno vissuto, il Castello di Thiene inaugura un nuovo corso. O, come si è evidenziato a fine estate nella presentazione ufficiale, una nuova esperienza di visita, nuovo passo di un percorso di musealizzazione unico nel suo genere, per valorizzarne i beni artistici.

Un lavoro profondo e che si è protratto a lungo, oltre un anno, con aziende partner coinvolte a Milano e in Portogallo, reso possibile grazie anche all’accesso a un bando di risorse messo a disposizione dalla Regione Veneto. Uno sguardo alle cifre: 250 mila l’investimento richiesto, coperto per circa due terzi dall’ente territoriale che ha destinato risorse a imprese culturali che investono in digitalizzazione applicandola al turismo.

“Il progetto - sono parole espresse da Francesca di Thiene, comproprietaria e amministratrice del sito storico - ha l’obiettivo principale di potenziare il percorso muse-

Il Castello diventa digital con app e specchi magici

Storia e innovazione a braccetto nel progetto che vede uno dei simboli della città aprire alle visite in modalità “realtà aumentata”. Un team internazionale ha utilizzate tecniche di intelligenza artificiale, modellazione 3D, sound design e recitazione per ricreare fedelmente un’ambientazione del XVI secolo.

ale del Castello, lavorando sui ricchi contenuti esistenti, sulla loro narrazione e su innovativi metodi di fruizione degli stessi, introducendo un moderno approccio alla visita della nostra dimora storica basata su nuove narrazioni. Puntiamo così a migliorare e ampliare l’esperienza del visitatore, aumentandone il coinvolgimento in modo significativo attraverso innovative tecnologie di realtà aumentata e contenuti immersivi a 360° con ricostruzioni storiche, quiz e specchi magici. Da oggi il percorso museale del Castello ne risulta quindi potenziato e arricchito”.

Il viaggio inizia fin dall’ingresso nel cortile che dà su corso Garibaldi e piazza Ferrarin. Attraverso l’utilizzo dell’applicazione digitale studiata ad hoc e della realtà aumentata è ora possibile ricostruire l’originaria funzione della grande corte nobile, usando smartphone o tablet come una sorta di “binocolo” puntato a ritroso nei secoli passati. L’esperienza, che si estende anche ad altri spazi visitabili, è stata creata da un team di designer, artisti 3D, programmatori, ricercatori e sul piano artistico attori e narrato -

ri che hanno condotto ricerche in collaborazione con l’archivio storico del Castello. Sono state utilizzate tecniche di intelligenza artificiale, modellazione 3D, sound design e recitazione, con tanto di costumi d’epoca, per ricreare fedelmente un’ambientazione del XVI secolo all’interno del castello. Su questa scia è stato effettuato anche il lavoro di archivio e inventario digitale delle principali opere presenti nel Castello, un patrimonio da custodire e insieme mostrare a chi sceglie questi luogo per trascorrere qualche ora in visita. Con tante pillole di storie e di storie, come si diceva, che gli specchi magici multimediali raccontano lasciando nello stupore garantito ogni utente.

Questo “step” importante va ad affiancarsi a quanto fatto con un precedente lavoro di ordinamento, inventariazione e digitalizzazione dell’archivio storico del Castello grazie anche alla collaborazione con la prestigiosa Biblioteca Bertoliana di Vicenza. Per informazioni e prenotazioni delle visite è possibile cliccare sul nuovo portale web https://www.castellodithiene.com.

Attualità

Due dei quattro “angeli in terra” che indossano le tipiche tuniche da suora e che svolgono il proprio servizio di assistenza agli anziani ospiti della residenza per anziani “Oic” di Thiene hanno festeggiato i 25 anni di consacrazione. In una giornata speciale, rallegrata da canti e balli, oltre che di preghiera e discorsi cerimoniali, che ha coinvolto anche gli utenti della struttura residenziale oltre al personale al lavoro nel centro dell’Immacolata, come tanti thienesi sono abituati a indicare il centro servizi “Guido Negri” che sorge ai confini tra Thiene e Zanè, in via Liguria.

E con ospiti anche le autorità cittadine e altri amici della casa di riposo, dove suor Gladia e suor Anna, entrambe indiane di origini asiatiche, costituiscono ormai dei veri pilastri silenziosi, donne operose e di umanità. Emozionate e felici, poi, di tanta partecipazione in occasione delle “nozze d’argento” con la loro vocazione. Il quartetto di consacrate fa parte del gruppo Suore Missionarie Snehagiri del Kerala, dall’India. Un ordine che è stato fondato sul brano del Vangelo di Matteo che recita “ogni volta che avete fatto questo a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Due di loro prestano la loro professione come infermiere e due come Oss, vivendo proprio all’interno del centro, dove affiancano la preghiera nel piccolo conven-

Grande festa all’Oic per le suore indiane

Due delle quattro suore indiane che vivono e lavorano a fianco degli anziani ospiti del centro residenziale dell’Immacolata hanno condiviso la gioia per i 25 anni dalla consacrazione.

to presente all’Oic al lavoro in campo sanitario e assistenziale.

Tra gli ospiti graditi della giornata di festa che si è tenuta ai primi di settembre il sindaco di Thiene Giampi Michelusi, accolto con gli altri visitatori dal direttore della struttura Giovanni Pettina, e don Giovanni Vanzo, della parrocchia di San Gaetano,

che ha celebrato la Santa Messa insieme ad altri quattro sacerdoti. Dopo la cerimonia solenne, è stato l’Auditorium ad accogliere davvero tutti: dai volontari che operano nel centro agli educatori, dal personale sanitario a quello di cucina, oltre ai familiari degli ospiti, tra balli e canti tipici della regione indiana del Kerala. ◆ [O.D.M.]

Al via la Scuola di formazione teologica

Giunto al 25esimo anno accademico, il percorso nato nel 1999 da un’idea di don Piergiorgio Sandonà e patrocinato dall’Istituto superiore di scienze religiose di Padova, è aperta a tutti coloro che desiderano approfondire criticamente i temi della fede.

Quest’anno sono previsti due corsi lunghi e quattro corsi brevi: “La vita in abbondanza” è curato dal biblista Giuseppe Casarin e si terrà ogni lunedì, dalle 9 alle 11 dal 7 ottobre al 25 novembre, nella parrocchia San Vincenzo; “Il perdono fa bene al cuore” è condotto dallo psicologo e pastoralista Luciano Sandrin e si terrà il 9, 16 e 23 ottobre, dalle 20.30 alle 22.30, nella parrocchia di San Sebastiano; “Il sacramento della riconciliazione”, spiegato dal teologo Giuseppe Toffanello, si terrà il 12, 19 e 26 novembre, dalle 20.30 alle

22.30, nella parrocchia di Madonna dell’Olmo. Il nuovo anno si aprirà invece con il corso “Il Giubileo nella chiesa cattolica”, condotto da Francesco Gasparini, docente di storia della chiesa, in programma ogni mercoledì dalle 9 alle 11 dal 15 gennaio al 5 marzo nella parrocchia di San Vincenzo; “Celebriamo con il corpo” è il percorso guidato da Francesca Leto, architetta e liturgista, che si terrà il 14, 21 e 28 gennaio dalle 20.30 alle 22.30 nella parrocchia di Maria Ausiliatrice alla Conca. Infine “Il nostro corpo: possesso o dono?”, curato dall’educatore e teologo morale Mattia Francescon, in programma il 12, 19 e 26 febbraio dalle 20.30 alle 22.30 nella parrocchia del duomo. Gli interessati possono iscriversi online sul sito www.parrocchiasanvincenzo.eu oppure rivolgendosi alla segreteria del centro parrocchiale. ◆

AOmar Dal Maso

tleti e studenti hanno trovato una nuova casa a due passi dalla cittadella degli studi di Thiene.

Un’idea sorta intorno al 2012, poi divenuta progetto nero su bianco nel 2020 con i lavori al via l’anno successivo fino ad arrivare ai primi di ottobre odierni, con gli ingressi dei circa 2000 studenti dell’Itt Chilesotti e del Liceo Corradini per le ore di educazione fisica.

Per le associazioni sportive invece ci sarà da attendere ancora qualche settimana, al termine di collaudi e rifiniture più sul piano burocratico in verità, prima di poter disputare partite e allenamenti, ma si è davvero ormai anche qui “all’ultimo giro di pista”.

All’interno del vasto edificio, che ospita una parete per l’arrampicata sportiva in una sorta di spazio-cortile, le due palestre affiancate del piano terra: una di maxi dimensioni utile per il calcio a 5 oltre che per pallacanestro, baskin e pallavolo, dotata di tabellone display luminoso per i punteggi degli incontri e con quasi 300 sedili per il pubblico in tribuna (297 per la precisione): l’altra a fianco, “sdoppiabile” attraverso la discesa di un telo che suddivide gli spazi, di fatto consentendo la contemporanea attività di tre diverse discipline sui due parquet di gioco, quello principale e il “fratello minore”.

Sempre su questo piano, quattro gli ampi spogliatoi per gli atleti, a cui aggiungerne due per giudici di gara e arbitri, e altri locali tecnici. Sarà previsto anche un angolo bar nell’atrio di ingresso per il pubblico. Poi la domotica e l’acustica all’avanguardia, con attenzione alla sicurezza di atleti e studenti attraverso il rivestimento antitrauma in gomma delle pareti interne alle due palestre.

Salendo al piano superiore, altri due locali di dimensioni più contenute, polifunzionali: dalla danza alla scherma, queste “palestrine” potranno essere sfruttate da altre associazioni della città, anche qui con spogliatoi dedicati.

Pronta la nuova palestra Opera da 8 milioni

Sono ormai conclusi i lavori di realizzazione del nuovo impianto sportivo comunale di via San Gaetano. In attesa dell’inaugurazione ufficiale, il piano terra è stato messo a disposizione delle 80 classi degli istituti Chilesotti e Corradini. L’opera è costata complessivamente 8 milioni di euro.

Uscendo dall’impianto, frontalmente verso via San Gaetano, si trova il parcheggio realizzato all’aperto da 30 posti auto e le aiuole, e poi quello sotterraneo con 93 stalli a cui si accede da una rampa.

Sarà aperto al pubblico non prima dell’inverno, una volta effettuate le prove di collaudo.

I due parking realizzati sono previsti a pagamento secondo tariffa oraria. Il sopralluogo dedicato agli addetti ai lavori e alla stampa svoltosi a fine settembre, alla presenza di progettisti e imprese che hanno portato a termine i tre anni di lavori, ha preceduto il “via libera” all’ingresso delle classi scolastiche.

L’impianto sportivo è costato 8 milioni di euro, con investimento esclusivo del Comune di Thiene, dunque ente unico proprietario. L’inaugurazione ufficiale, invece, avrà luogo non appena conclusi i passaggi burocratici che permetteranno la fruizione dell’intera struttura polifunzionale. Poi sarà la volta della futura denominazione da abbinare al centro sportivo. Con l’intenzione, da parte dell’amministrazione comunale, di intitolarlo magari ad una

figura di spicco che richiami alla memoria proprio lo sport thienese, o comunque una figura illustre cara alla città. Ma, di questo ultimo tassello, se ne riparlerà nel futuro prossimo.

«Lo sport ha un ruolo importante nella società – ha dichiarato il sindaco Giampi Michelusi -.Contribuisce in modo rilevante al benessere e alla salute psico-fisica di chi lo pratica e, soprattutto, aiuta in modo significativo a formare i giovani, insegnando loro il valore della fatica necessaria al risultato, del miglioramento personale, della solidarietà per un gioco di squadra, di rispetto dell’avversario in campo, del dialogo, della relazione interpersonale. Nell’attesa dell’inaugurazione ufficiale, nel corso della quale ci sarà modo di presentare alla cittadinanza la nuova struttura, desidero rivolgere un pensiero riconoscente a Giovanni Casarotto, nella cui Amministrazione ero appunto assessore con la delega allo sport, all’allora assessore Andrea Zorzan, all’attuale assessore Nazzareno Zavagnin, agli uffici comunali del tecnico. Questa struttura è un investimento per il futuro dei nostri giovani». ◆

Cultura e spettacoli

ncora una volta le scelte, che vertono su spettacoli rinomati e un altissimo livello dei protagonisti, sono il frutto di una ormai rodata collaborazione tra l’amministrazione comunale e Arteven, Circuito Multidisciplinare Regionale Arteven, diretta da Giancarlo Marinelli, succeduto a Pierluca Donin scomparso lo scorso anno.

“Anche quest’anno il miracolo si rinnova, la magia del teatro tiene ancora tre giorni –è il commento di Marinelli – A Thiene vengono proposti i migliori spettacoli italiani in quello che è di fatto uno dei più grandi teatri italiani”.

È uno degli appuntamenti culturali più importanti della provincia e del territorio, che gode da ben 44 anni della fiducia dei suoi spettatori. Un pubblico vasto, in crescita, intelligente, preparato, esigente, motivato dal desiderio di vivere l’emozionante rito collettivo di una prosa dal respiro nazionale, capace di offrire con mirabile equilibrio tradizione e innovazione, identità e relazione, visione e parola, divertimento e riflessione sulla realtà.

Soddisfatta Ludovica Sartore, assessora alla cultura, padrona di casa consapevole del ruolo primario del teatro nella vita sociale cittadina: “Un evento di eccellenza che è ormai tradizione – sottolinea – La nostra città nel corso degli anni si è sempre più distinta per ospitare attori che rappresentano il meglio della scena italiana e opere che sono la massima espressione del teatro di prosa. Abbiamo accolto i suggerimenti e le preferenze del pubblico, in un lavoro di continua verifica e assestamento. Saranno gli spettatori a dire se ci saremo riusciti. Abbiamo formulato una proposta adatta a soddisfare la diversità dei gusti, certi che sia una grande occasione di crescita culturale, umana e sociale. Andare a teatro significa arricchire le proprie conoscenze e

Si alza il sipario sulla 44a stagione di prosa

Torna a Thiene la Stagione teatrale con tredici spettacoli in cartellone che spaziano tra vari generi e una serie di appuntamenti per bambini, ragazzi e famiglie. La 44esima edizione, che si aprirà martedì 12 novembre con La coscienza di Zeno di Italo Svevo, si preannuncia un successo, tanto da essere stata definita “Il mirabile equilibrio” durante la sua presentazione al pubblico.

competenze e tessere relazioni per accrescere il proprio intimo benessere”.

La 44esima Stagione conferma i dieci spettacoli, ciascuno in scena per ben tre serate - un unicum, come noto, nel panorama nazionale dei teatri di provincia - e invita ad assistere e a partecipare ad una proposta di altissima qualità che vuole accompagnare il pubblico in un viaggio nell’animo umano e nella società, alternando riflessione e leggerezza e toccando con la parola - e i silenzidegli attori le corde più profonde dell’animo. La rassegna spazia dal dramma psicologico alla commedia brillante, dagli adattamenti degli autori classici a testi contemporanei. Non mancano elementi di sperimentazione linguistica e scenica. La Stagione cala anche un tris di eventi fuori abbonamento, uno in più rispetto alla scorsa Stagione.

“Il teatro è passione, impegno, parte della nostra identità – spiega il sindaco Gianantonio Michelusi –. Quando si crede fortemente in qualcosa, quello che si riesce a realizzare insieme è veramente importante”

Sono dieci gli spettacoli in abbonamento: La coscienza di Zeno di Italo Svevo con Alessandro Haber, I Ragazzi irresistibili di Neil Simon con Umberto Orsini e Franco

Branciaroli. Seguono Testimone d’accusa di Agatha Christie, Il fu Mattia Pascal dal romanzo di Luigi Pirandello con Giorgio Marchesi, Venere nemica con Drusilla Foer, Ti sposo ma non troppo con Vanessa Incontrada. Francesco Pannofino porta in scena Chi è io?, a cui seguono Don Giovanni con Arturo Cirillo e Vicini di casa con Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Alessandra Acciai e Alberto Giusta.

La Stagione di prosa termina martedì 1 aprile con repliche al 2 e 3 con Il malloppo di Joe Orton, con Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro.

Tre gli spettacoli fuori abbonamento: Sonics in toren che vede l’esibizione degli Acrobati sonics, 30per100 con Ramin Bahrami e Gioele Dix e La scuola dei mariti e delle mogli con Paolo Rozzi, Anna Farinello, Aristide Genovese, Piergiorgio Piccoli, Gilda Pegoraro e Anna Zago.

Anche quest’anno, grazie al supporto del Lions Club Thiene Host, saranno offerti agli studenti delle scuole superiori, cinquecento biglietti gratuiti per far conoscere il teatro alle giovani generazioni. Prosegue inoltre la riduzione di abbonamenti e biglietti per gli under 30. ◆

L’assessora Sartore

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