Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 7 - agosto 2023
Per il giorno più bello in molti scelgono il sì “civile” - p.4 ◆ A scuola di memoria con il premio Nicolussi - p.14
Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 7 - agosto 2023
Per il giorno più bello in molti scelgono il sì “civile” - p.4 ◆ A scuola di memoria con il premio Nicolussi - p.14
A 20 anni dal varo, Lo Spirito di Stella, il catamarano di 18 metri che il thienese Andrea Stella ha voluto come simbolo dell’inclusione e realizzato senza barriere architettoniche, ha intrapreso il giro del mondo a fianco della Amerigo Vespucci. Un’avventura unica che durerà 3 anni e si snoderà in ottanta tappe.
Ha finalmente preso il via l’emozionante giro del mondo de Lo Spirito di Stella, il catamarano di 18 metri che il thienese Andrea Stella ha voluto come simbolo di inclusione vera e capace di far vivere uguaglianza e libertà a persone con disabilità.
Il 48enne thienese è stato irremovibile in occasione dell’inizio del viaggio più importante di tutti, che ha atteso 20 anni, durerà 3 anni e si snoderà in ottanta tappe: “Oggi al timone ci sono io”. Due imbarcazioni uniche nel loro genere, orgoglio italiano, che solcheranno i mari del mondo salutandosi per alcune tratte per poi ritrovarsi ad altre latitudini, seguendo rotte precise intorno al globo, attraversando i mari del mondo.
“L’Amerigo Vespucci è la nave più bella di tutte, è un onore navigare insieme – ha commentato entusiasta Andrea Stella, in sedia a rotelle dal 2000 a causa di due colpi di pistola che gli sono stati sparati da degli sbandati a Miami – Noi siamo partiti seguendo la rotta equatoriale, passeremo per lo Stretto di Panama in quanto non possiamo affrontare come condizioni Capo Horn e i Capi. E poi anche perché vogliamo toccare gli Stati Uniti d’America dove ci sono molti ‘wounded warriors’ (guerrieri feriti) che ci aspettano. Per alcuni tratti proseguiremo quindi allontanandoci dalla Vespuc-
Partito a inizio luglio dal porto Antico di Genova, dopo il varo a fianco della Amerigo Vespucci accompagnato dall’esibizione delle Frecce Tricolori, il progetto ‘WOW – Wheels on waves - AROUND THE WORLD 2023-2025’ di Andrea Stella prosegue in grande stile al fianco della Vespucci, la nave scuola più bella del mondo.
ci, per poi ritrovarci in Australia, a Singapore nel 2024 e proseguire insieme fino al Golf Arabico”.
Il nuovo progetto di inclusione e accessibilità fortemente voluto da Andrea Stella ha il compito di portare nel mondo il messaggio di famiglia che la Difesa Italiana promuove, cioè la capacità di non considerare nessuno diverso e di “non lasciare nessuno indietro”. La Difesa italiana è infatti l’unica al mondo che non dimentica i militari che hanno subito traumi e menomazioni compiendo il proprio servizio attivo e li considera sempre Militari. Il giro del mondo de Lo Spirito di Stella e la Marina della Difesa condividono il progetto di uguaglianza e inclusione che vede al centro la persona. “Lo Spirito di Stella farà 80 cambi di equipaggio – spiega Andrea Stel-
la – Avremo personale dello Stato Maggiore della Difesa abile che aiuterà a condurre l’imbarcazione e avremo soprattutto 80 gruppi di ospiti diversi, militari che sono diventati disabili in servizio, delle forze armate italiane e di tanti altri Paesi. L’Italia, criticata spesso perché considerata arretrata nel campo dell’inclusione, è esempio di orgoglio perché dà riconoscimento tangibile a chi ha messo a disposizione la sua vita per la Patria”.
A bordo del catamarano accessibile è salito per la prima volta anche Manuel Bortuzzo, nuotatore trevigiano rimasto disabile a causa di una pallottola nella schiena che gli è stata sparata nel 2019 quando aveva solo 19 anni. Appena sentito dell’incidente accaduto al nuotatore Andrea Stella si era
reso disponibile ad accoglierlo nella sua imbarcazione e l’invito si è concretizzato, con il nuotatore che è stato anche nominato dal Ministero della Difesa presidente del Gruppo di Progetto ‘WoW Around the World 2023-2025’. Bortuzzo è salito a bordo in occasione della partenza dal Porto Antico di Genova: “È il battesimo della vela, la mia primissima volta a bordo, sono emozionato come un bambino – ha detto – Il ministro della Difesa Guido Crosetto mi ha reso partecipe in questo bellissimo progetto di giro del mondo a bordo di un catamarano attrezzato per disabili e non. A bordo provo sensazioni di libertà, uguaglianza e ho emozioni incredibili. Sono profondamente onorato di essere parte di questo gruppo”.
Nella giornata in cui a Genova si è scritto un pezzo di storia, un giorno che rimarrà nella annali della storia della Marina italiana, Stella ha voluto essere al timone alla partenza sobbarcandosi tutte le difficoltà, invece di godersi l’evento da spettatore come gli era stato suggerito, perché ha lavorato nel progetto del giro del mondo da tanto tempo e perché quest’anno è il ventennale del varo de Lo Spirito di Stella. Impossibile non comprendere lo stato d’animo eccitato ma concentrato del thienese, che realizza il suo sogno con la consapevolezza di non poter fare nessun errore, posizionato fermo nello standing costruito per supportare una persona paraplegica davanti alla ruota del timone, intento a governare e gestire la velocità della barca.
A Marsiglia, in Francia, la prima tappa, con
il primo open day che ha visto salire a bordo Luke Venter, 30enne sudafricano della Legione straniera Francese, specializzato in esplosivo, disinnesco mine, operazioni subacquee e tanto altro. Divenuto disabile 2 anni fa a causa di un incidente sul campo, dopo un anno di ospedale oggi cammina con un tutore al ginocchio. “Abbiamo avuto il piacere di conoscere Luke durante un primo incontro conoscitivo a bordo ed è stato con noi in mare”, ha spiegato Andrea Stella, preparandosi ad una serie di incontri che lo vedrà impegnato nei prossimi 3 anni a confrontarsi con persone di diverse nazionalità e con vari tipi di disabilità. A bordo è salita anche una delegazione della Vespucci e al termine dell’incontro Stefano Locci, comandante del catamarano, ha sottolineato: “Credo sia stata una giornata molto proficua. È stato davvero un piacere avere a bordo un equipaggio di tale statura. E il legionario Luke ha passato una giornata illuminante”.
Un attestato di merito per Lo Spirito di Stella e la sua ‘mission’ è arrivato anche dal tenente colonnello Gianfranco Paglia, Medaglia d’Oro al Valore Militare e Consigliere del Ministro della Difesa per gli aspetti connessi alla disabilità, che salito a bordo del catamarano ha commentato con stima: “È un progetto unico. Conosco Andrea Stella dal 2017, l’ho sempre apprezzato per la grande dedizione dimostrata in quello che fa. È un grande onore essere qui. Noi del gruppo sportivo paralimpico della Difesa
saremo sempre presenti, questo progetto è un esempio per tutti”. Stima ed entusiasmo condivisi anche da Andrea Quarta, Sottufficiale della Marina Militare in congedo, atleta del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa e attuale testimonial per la Difesa Italiana sullo Spirito di Stella per il progetto WoW, che insieme al comandante della Vespucci, al Console e all’Ambasciatrice italiana in Francia ha incontrato il sindaco di Marsiglia in occasione della prima tappa del giro del mondo. Un incontro dove è stato sottolineato il valore delle relazioni tra Italia e Francia in termini di cooperazione, usanze e cultura, nonché l’importante ruolo di Marsiglia nel Mediterraneo, in quanto punto di incontro tra diverse culture e tradizioni. “Un primo passo nel giro del mondo che rappresenta un’opportunità per rafforzare ulteriormente i legami tra Italia e Francia – ha concluso Andrea Stella – e per celebrare la diversità e l’inclusione che caratterizzano entrambi i paesi”.
Il rito civile non è più solo formale e veloce burocrazia, ma può essere una festa vera e propria, con lacrime e commozione, promesse e fiori, raccomandazioni e parole d’amore. Nel comune di Thiene, dal 2018 al 2022 i matrimoni religiosi con rito concordatario sono passati da 36 a 28, con un picco mimino di 19 nel 2020 e di 26 nel 2021, anni della pandemia. Quelli civili sono invece passati da 29 a 43 e sono già 29 quelli celebrati nel 2023, con altri 19 programmati fino a settembre di quest’anno. Nell’anno del covid 24 matrimoni sono stati celebrati nel palazzo municipale e sono raddoppiati nel 2021.
Un trend in aumento
Numeri che fanno riflettere e che coincidono con il trend nazionale che vede sempre più coppie decidere di sposarsi in municipio invece che in chiesa, con i matrimoni religiosi scelti a volte più per la coreografia che per il loro contenuto di fede nella religione cattolica.
“Veder crescere i matrimoni civili a Thiene è per noi una soddisfazione perché significa che le persone apprezzano anche il nostro modo di celebrare e non è solo una questione di forma – commenta Anna Maria Savio, assessora al sociale e ai servizi alla persona e alla famiglia – . Io credo che anche il fatto che ci siano coppie al secondo matrimonio, che hanno quindi un divorzio alle spalle, costringe le coppie ad optare per l’unione in municipio. In ogni caso, qualsiasi siano le motivazioni, il nostro compito è fare in modo che il matrimonio sia una giornata indimenticabile per i coniugi e per chi festeggia insieme a loro e quindi abbia-
A Thiene raddoppiano i matrimoni civili mentre diminuiscono sensibilmente quelli in chiesa. Segno dei tempi, di esigenze diverse, di costi e di praticità, ma anche della disponibilità di alcuni Comuni a celebrare cerimonie civili che poco, se non addirittura nulla, hanno da invidiare a quelle religiose.
mo scelto di ufficiare in Comune cercando di trasmettere emozioni, contenuti e la solennità della cerimonia”.
Alla base della scelta delle coppie, soprattutto di quelle più mature, secondo l’assessora c’è anche la ricerca di intimità.
Alla ricerca di un rito intimo “Penso che oltre all’allontanamento dalla sfera religiosa, che sappiamo esserci e per quanto mi riguarda me lo hanno confermato alcune coppie, sottolineando che non frequentano la chiesa, ci sia anche una ricerca di una cerimonia meno sfarzosa, più intima, più ‘coccola’ – continua Savio – La celebrazione è più intima in Comune, ci possono essere meno persone se gli sposi vogliono. A molti piace fare il matrimonio con poche persone, perché si sentono più vicini. Ciò non impedisce però agli sposi che invece vogliono invitare tanti parenti e amici di farlo, lo spazio c’è anche in Comune. E costa meno, questo dobbiamo ricordarlo”.
Poi ci sono le coppie che convivono da tempo, consolidate, per le quali la celebrazione magari è solo un atto formale per legittimare al meglio la coppia. E in tal caso la formalità del municipio è sufficiente al raggiungimento dell’obbiettivo.
Per chi vuole unirsi in matrimonio a Thiene, non c’è solo il municipio a fare da location. Oltre alla Sala Giunta e alla Sala Consiglio, che sono gratuite per i residenti nel Comune, c’è la splendida cornice di Villa
Fabris, nel cuore della città. Un luogo rinnovato da qualche anno, sempre più frequentato dai thienesi e dai visitatori che godono di un grande spazio verde a ridosso della elegante costruzione settecentesca. “Da quest’anno c’è anche la possibilità di sposarsi nell’ufficio separato di Stato Civile ne La Corte del belo – spiega Anna Maria Savio – Il primo matrimonio è in programma l’1 settembre e ce n’è un altro schedulato per il venerdì successivo”.
Una cerimonia ricca di emozioni L’assessora ci tiene a sottolineare che a Thiene la cerimonia civile non ha nulla da invidiare a quella religiosa. Certo, manca la parte spirituale legata alla fede, ma emotività e sentimentalismo ce ne sono “da vendere”.
Niente cerimonie fredde e velocissime, che durano circa 10 minuti e raccontano solo una serie di articoli di legge, doveri e diritti degli sposi. “La cerimonia civile, studiata per essere volutamente anonima e rapida, non la ritengo adatta all’occasione e i miei colleghi la pensano come me, sindaco incluso – evidenzia Anna Maria Savio – Il matrimonio è una giornata importante, A Thiene raddoppiano i matrimoni civili mentre diminuiscono sensibilmente quelli in chiesa. Segno dei tempi, di esigenze diverse, di costi e di praticità, ma anche della disponibilità di alcuni Comuni a celebrare cerimonie civili che poco, se non addirittura nulla, hanno da invidiare a quelle religiose. Per il
giorno più bello in molti scelgono il sì “civile” la celebrazione è una cerimonia vera anche se viene fatta in comune e non in chiesa. Quindi l’abbiamo studiata, personalizzata, e dura almeno 40 minuti. Vogliamo che sia solenne, che sia ricordata, che non sia solo una lista da ascoltare ma che ci sia uno scambio. Finora abbiamo avuto grandi soddisfazioni, tutti i partecipanti alle varie e diverse cerimonie si sono commossi. Ognuno di noi celebra a modo suo, il sindaco ad esempio è molto chiacchierone e simpatico ma sa essere profondo. Io sono più emotiva e sentimentale. L’amore è uno scegliersi continuamente, è un impegno, un percorso che si intraprende ed è questo che dà valore al vivere insieme”.
Per agevolare le coppie a sposarsi, l’amministrazione comunale ha deciso di ridurre tutte le tariffe a pagamento. Un atto voluto personalmente dall’assessora Anna Maria Savio, per andare incontro al formarsi delle famiglie, sia per residente che per chi viene da fuori.
Musica e usanze tipiche
“Noi celebranti siamo consapevoli che l’unione in matrimonio è un atto burocratico per la legge, ma sappiamo anche che per gli sposi e i loro amici e famigliari è molto
di più – dice l’amministratrice thienese –È una promessa di sentimenti, di rispetto, di condivisione. Per questo studiamo bene la cerimonia, la personalizziamo. Incontro sempre gli sposi prima della celebrazione. E chiedo sempre perché si sono scelti. È una domanda che fa uscire testimonianze incredibilmente dolci ed emozionanti, spesso inaspettate e che neanche i fidanzati hanno mai condiviso tra di loro. Poi lasciamo scegliere la musica e cerchiamo di essere accondiscendenti con le varie richieste, quando è possibile naturalmente. Una volta ad esempio mi hanno chiesto di poter rompere dei piatti, secondo l’usanza di un rituale sardo. Abbiamo accettato. In occasione di matrimoni con o tra persone straniere, soprattutto durante il periodo delle restrizioni dovute al covid, quando non si poteva viaggiare, abbiamo messo in collegamento via computer o telefono le famiglie o gli amici all’estero. È stato incredibile”.
Il massimo dell’emozione però, per Anna Maria Savio, che di professione è insegnante, è stato sposare qualche suo alunno: “Qualcuno mi ha cercata di proposito, per uno è stata una sorpresa. Mi sono commossa fino alle lacrime”.
Sentimenti e attenzione per le persone che nel Comune di Thiene non ci sono so -
lo nella celebrazione civile dei matrimoni, ma che l’assessora Savio ha voluto estendere a tutti gli uffici che riguardano i servizi alla persona e alla famiglia: “Anche l’ufficio anagrafe non è più un modo solo di distribuire i documenti – conclude – Abbiamo iniziato a mandare lettere di auguri a persone che compiono età importanti e ai nuovi nati perché ci piace sentirci vicini ai cittadini e vogliamo far sentire loro la nostra vicinanza”.
Adodici anni dal suo esordio nella scena musicale thienese il 34enne Matteo Scapin punta a New York, per un importante evento dedicato alla musica latina dove, insieme a famosi esponenti del genere, c’è l’opportunità di presentare suoni innovativi provenienti dalle scene rock, hip-hop ed elettronica, la sua specialità ed il suo marchio di riconoscimento. “Kathy Palma canterà i miei successi al Latin Alternative Music Conference (LAMC) – spiega – È un evento con portata internazionale, un palcoscenico che implica crescita e dà una grande visibilità”. Matteo Scapin è meglio conosciuto come Matthew S ed il suo nome lo si trova anche su Wikipedia, rigorosamente in inglese. È musicista elettronico, sound designer, produttore ed insegnante di musica da 12 anni all’Istituto Musicale Veneto di Thiene. Ha iniziato la carriera con determinazione ed il prossimo obiettivo è proprio il LAMC, un evento di rilievo che riunisce figure di spicco sia anglo che latino provenienti da tutti i settori dell’industria dell’intrattenimento. L’opportunità di fare un ulteriore salto nella carriera è parecchia, visto che al festival nella Grande Mela ci saranno riviste di prestigio come Billboard, Paste, Harp, Rolling Stone, Latina, Batanga oltre a produttori, dirigenti di etichette musicali statunitensi e latine, agenzie, grandi aziende, società televisive, stampa e nuovi media. La partecipazione di Matthew S al LAMC è testimonianza del successo del giovane thienese e della sua capacità di lasciare un segno nel panorama musicale contemporaneo.
“Vivo di musica dopo tanti anni di sacrifici – sottolinea Scapin, un po’ inconsapevole di essere ancora giovane – La passione
per la musica elettronica ce l’ho da sempre, sono cresciuto ascoltando radio e musica disco. Ho iniziato come dj alle feste e nelle discoteche, poi nel 2015 ho vinto il premio come artista emergente per MTV e lì le cose sono cambiate, la mia vita nel mondo musicale è cambiata ed è diventata una professione vera”.
Matthew S dice di non avere degli obiettivi precisi, ma ammette di non riuscire ad accontentarsi di quello che capita e di quello che fa e quando capisce che c’è spazio per una nuova sfida, per un nuovo tentativo, si lancia. “Non mi getto nel buio, sono padrone delle mie azioni nel mio mondo musicale – precisa – I tanti anni nel settore mi hanno plasmato e formato. Voglio crescere nelle collaborazioni a livello nazionale ed internazionale, voglio lavorare con grandi artisti e farmi conoscere sempre di più come Matthew S”.
Matthew S inizia la sua carriera nel 2009 con la pubblicazione del EP ‘Reiz Music 014’, influenzato principalmente dalla musica elettronica, ambient e dalla tecno house. Nel 2015 il premio di MTV ‘Best New Generation Electro’ ed il salto di qualità. “Mi definisco un artista poliedrico, un grande sperimentatore – dice di sé – Non ho mai avuto paura delle sfide e sono aperto a pronto alle evoluzioni che il mondo musicale porta da sempre con sé”. In un mondo in cui “cantano ormai tutti”, come ha detto la celebre cantante Laura Pausini durante un’intervista a Radio Italia lo scorso aprile, Matthew S è consapevole delle regole del mestiere: “Vivere di musica si può, ma non bisogna
considerarla solo una passione o la moda del momento bensì un lavoro vero che richiede costanza, tantissimo impegno e studio – sottolinea – Molti ragazzi pensano che sia una moda, una bella opportunità da prendere e che non implica una grande fatica, ma sbagliano. La musica è un lavoro e come tale va rispettata e trattata”. Matthew S è anche ‘sound designer’ per le multinazionali, compone cioè musiche per canali televisivi, per programmi e pubblicità. Artista dalle mille facce, poliedrico e con l’amore per la sperimentazione, Matteo Scapin è anche OSS nelle scuole, dove segue progetti per ragazzi disabili, in particolare progetti interconnessi con il mondo della musica. È da qui che nasce ‘Matebox’, che a prima vista appare come una semplice scatola con dei tasti colorati. “In verità è uno strumento polifunzionale che ha l’obiettivo di far crescere la capacità interattiva dei bambini con o senza disabilità. Musica ed immagini servono per superare le barriere e le difficoltà di comunicazione e di apprendimento”. “Ci sono otto tasti diversi e alcune tessere con disegni e parole, scritte anche in braille, ideati per stimolare la possibilità di interagire del bimbo”, spiega. Matebox permette di svolgere attività grazie ad un sistema di comunicazioni che si basa sullo scambio di immagini e simboli, combinando le conoscenze specifiche della terapia del linguaggio. “È possibile anche registrare la voce del genitore per creare attività personalizzabili – sottolinea l’autore – È uno strumento ludico, comunicativo e conoscitivo”.◆ [A.B.]
“Custodi di Terre Alte” è il tema centrale della 18esima edizione di “Senza Orario Senza Bandiera”, rassegna itinerante in 22 Comuni dell’Alto vicentino che si terrà dal primo settembre al 18 dicembre, con una piccola anteprima estiva a fine luglio e agosto. La kermesse propone ben 58 eventi dedicati alla montagna attraverso il cinema, i racconti d’alpinismo, la letteratura, la musica e la gastronomia.
“Persone, comunità, immobili, borghi che hanno il compito di presidiare e “vivere la montagna” - spiega Nerio Brian, direttore e curatore della rassegna -. Un territorio con tutte le molteplici problematiche presenti e future. Un compito arduo ma necessario. Territori nello stesso tempo da difendere e da promuovere. Pensiamo a chi ci abita e vive, ai pastori, malghesi, alpinisti, forestali, geologi, climatologi, artisti, rifugi, comunità montane e regole. Con il turismo di massa è cresciuta la sensibilità ambientale ma nello stesso tempo pure i rischi di un uso massiccio di risorse limitate e delicate. L’equilibrio fragile del territorio può essere sottoposto a spinte incontrollate. È necessario “avere a cuore”, “custodire” questa parte del territorio. Lasciato incustodito o peggio maltrattato e abbandonato ci sottopone a rischi idrogeologici, ambientali e sociali molto grandi. Ecco spiegato il life motiv della rassegna 2023. Una perce-
Per la sua 18esima edizione saranno coinvolti 22 comuni dell’Alto vicentino che ospiteranno 58 eventi grazie all’impegno di un gruppo di associazioni ed enti accomunati dalla passione per la montagna, intesa come scoperta e incontro con la natura.
zione esatta sulla tematica, prima nella coscienza di ogn’uno di noi. Poi l’attenzione sui luoghi, le comunità, le persone ed il loro “vivere” accanto e negli ambienti delicati. Promuovere infine percorsi di difesa e sostenibilità, anche individuale. Ne possiamo trarre il giusto “profitto” tutti. Diventiamo tutti Custodi di Terre Alte”.
La kermesse propone un’anteprima estiva: il 27 luglio al Giardino Magico di Dueville con la proiezione de “Le otto montagne”, il 3 agosto a Lusiana Conco con il cartone “Luca” e il 20 agosto sul Monte Summano con il concerto “La stessa via” de I Vallincantà.
Come da tradizione, la rassegna 2023 darà grande spazio a film e documentari: tra le proiezioni più attese, alcuni titoli presentati nel corso dell’ultima edizione del Trento Film Festival: “Custodi” di Marco Rossitti, “Fragments from Heaven” di Adnane Baraka, “Lupo uno” di Ivan Mazzon e Bruno Boz, “The North Drift” di Steffen Krones, cui si aggiunge la pellicola premiata nel 2022 “La panthère des neiges” di Marie Amiguet.
Spazio poi alle proposte teatrali con “Permafrost” del gruppo Controscene e “Pastori”, ideato e diretto da Nerio Brian, e agli
incontri con gli autori: Gigi Abriani con “I custodi delle terre alte”, Paolo Malaguti con “Piero fa l’america”, Daniele Zovi con “Caccia al topo”, Anna Torretta con “Dal tetto di casa vedo il mondo”, Giancarlo Ferron con “Il ritorno del Bosco”.
Anche i viaggiatori saranno protagonisti della rassegna 2023: attraverso foto, filmati e aneddoti, racconteranno le loro imprese in terre lontane come Islanda, Kazakhistan, Israele, Tibet.
Il programma completo della rassegna è consultabile sulla pagina facebook Senza Orario Senza Bandiera, e reperibile in forma cartacea nelle biblioteche e nei comuni aderenti all’iniziativa. Gli ingressi agli eventi sono generalmente gratuiti, salvo quelli specificatamente indicati a pagamento. ◆
Sono diventati ufficialmente una band di gothic metal soltanto lo scorso novembre, ma subito sono stati definiti il miglior gruppo vicentino del Vicenza Rock Contest. Tre uomini e una donna, con la voce femminile che rende melodiosa una musica a tratti dura, a tratti tagliente. “Gothic metal – spiega Davide Ruaro – Un genere che combina l’aggressività dell’heavy metal con le sonorità oscure e malinconiche del gothic rock. In molti si aspettano che le nostre canzoni siano pesanti, poi si stupiscono quando le ascoltano e si rendono conto è una musica più soft di quanto si aspettavano”.
È Ruaro quello che ha dato il via alla band. “Io e Andrea abitavamo insieme a Trento negli anni dell’università e quando mi ha sentito suonare la chitarra gli sono piaciuto – racconta – L’estate scorsa, dopo anni che suonavamo trovandoci di rado, ho proposto di unirci per suonare e trovare altri elementi”. Ad unirli è senza dubbio la passione per un genere musicale di nicchia che ha comunque un notevole seguito, ma soprattutto la forte motivazione nel voler fare musica insieme. L’input definitivo per “darsi una mossa, comporre e provare” è arrivato con la telefonata dell’organizzatore del Vicenza Rock Contest, che aveva sentito parlare del gruppo e lo voleva in gara. “Ci siamo dati da fare subito, l’invito ci ha presi alla sprovvista e ne siamo stati entusiasti – sottolinea Ruaro – Abbiamo sistemato alcune canzoni, alcune le abbiamo scritte. Non avevamo aspettative ma tanta voglia di fare musica insieme. Avevamo un obiettivo e ci abbiamo dato dentro”.
Inaspettatamente la band è stata definita il migliore gruppo rock del vicentino, dando così uno stimolo ancora più forte ai quattro musicisti, che ora si trovano regolarmente una volta la settimana a suonare nella sala prove di Magrè (Schio).
“Alcune canzoni nascono direttamente lì – continua il chitarrista Davide Ruaro –Ognuno di noi ha le sue idee e le condividiamo per poterci lavorare. Finora abbiamo
Sono diventati ufficialmente una band di gothic metal soltanto lo scorso novembre, ma subito sono stati definiti il miglior gruppo vicentino del Vicenza Rock Contest. Un successo e una “gran bella soddisfazione” per Davide Ruaro, 29 anni di Zanè, che insieme ad Andrea Vigorito, Francesca Domirti e Damiano Pedergnana ha fondato il gruppo.
scritto otto brani e uno, “Contagious” lo abbiamo regisytrato su Youtube”. Dopo il contest vicentino è arrivato subito un nuovo obiettivo: arrivare ad avere quattordici canzoni per riuscire a fare delle date in autonomia, e non solo come band d’appoggio. “Noi quattro siamo tutte ruote motrici - spiega soddisfatto Ruaro – Ognuno di noi mette il suo contributo e la cosa bella è che siamo proprio in sintonia. Siamo molto appassionati e questo ci spinge a trovare il tempo, ad organizzarci, ad aspettarci. Il Contest ci ha dato uno scossone, lo ammetto, ci ha spinti in avanti e ci ha praticamente imposto delle scadenze. Il prossimo passo è avere una nostra scaletta completa, per fare qualche live in qualche città o festival, come il Milady metal Fest, un festival con band che hanno la voce femminile”.
Davide Ruaro suona dalla prima elementare e da sempre è appassionato di musica metal, trash metal addirittura. Andrea invece nel suo background musicale ha seguito anche il black metal, mentre Francesca e Damiano sono fan sfegatati degli Evanescence, gruppo gothic metal per eccellenza.
Per Davide Ruaro la musica è una via di sfogo artistico: “mi calma, mi rasserena –dice facendo una sorta di introspezione – A seconda di come mi sento, mi metto a suonare e le mie agitazioni si calmano, oppure mi carico quando sono giù di tono. Sono una persona che si fa prendere spesso da pensieri, che viaggia con la mente. La musica è il mio punto fermo, la mia bussola. Ho fatto lezioni di chitarra da quando ero bambino e la musica ha sempre avuto un effetto benefico su di me. Mi sfogo facendo musica. La musica a volte mi capita all’improvviso, sono in giro, o a casa e la sento. Allora la memorizzo e poi a registro, per non farla scappare”. L’avventura per i Grymrose è appena cominciata ma i ragazzi hanno intenzione di farla durare al lungo: “È un grande sogno – conclude il chitarrista – ma noi ce la metteremo tutta. Da settembre sicuramente faremo delle date con le nostre canzoni”. ◆ [A.B.]
La memoria di quanto accaduto nelle atroci battaglie del periodo nazifascista rimane custodita, a favore delle nuove generazioni, anche dal ricordo vivo di chi per i più piccoli e per gli insegnamenti lasciati dalla storia ha speso buona parte della propria vita. Il riferimento va ad Antonio Nicolussi, stimato medico pediatra vicentino nativo di Pedescala ma cresciuto a Grumolo Pedemonte, mancato nel 2010 all’età di 80 anni e in omaggio del quale è tornato in questo anno 2023 il premio a lui intitolato. E dedicato ai ragazzi delle scuole del Thienese.
Se la pandemia non aveva concesso di portare avanti in anni recenti il messaggio che il Premio Nicolussi porta con sé dalla sua istituzione, nessuno tra i promotori e gli insegnanti aveva “chiuso a chiave” quel cassetto simbolico che i tempi attuali hanno consentito di riaprire. Per la gioia dei quattro figli e dei nipoti del compianto dott. Nicolussi, che fu primario di Pediatria prima all’ospedale di Malo e poi al Boldrini di Thiene, andando a stretto contatto con centinaia di famiglie e genitori della zona. Il tema che più stava a cuore al di fuori del suo impegno professionale, che spesso andava ben oltre i propri doveri di medico, era quello della Resistenza, tanto da ricoprire a lungo il ruolo di presidente della sezione locale dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani italiani. Da qui la nascita del Premio in sua memoria, che stanzia riconoscimenti in denaro per le scolaresche, istituito nel 2014 con il patrocinio dell’Istrevi (l’Istituto della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Ettore Gallo”) e il sostegno della Banca San Giorgio Quinto Valle Agno, ora BCC di Verona e Vicenza. La setti-
ma edizione, organizzata dopo la pausa forzata di tre anni a motivo della pandemia, si è conclusa registrando l’adesione di numerose classi, impegnate ad approfondire con la guida preziosa dei rispettivi docenti la storia del ‘900 e, in particolare, quella della Resistenza al Nazifascismo. Un’iniziativa che i docenti di storia contemporanea hanno calato all’interno della programmazione didattica della terza media, abbinandola ad attività pluridisciplinari e gite scolastiche culminati con la proposta rivolta agli studenti di visitare, in modo consapevole, i luoghi dove sono conservate testimonianze delle tragedie che hanno caratterizzato la Seconda Guerra Mondiale. Una ventina le classi che hanno aderito alla proposta per l’anno scolastico 2022/2023, coinvolgendo circa 400 alunni dell’Altovicentino. Ai vincitori dei vari istituti un contributo economico, variabile dai 200 ai 500 euro a progetto, utilizzato per ridurre le spese – la quota a carico delle famiglie in particolare - per le visite d’istruzione. Il regolamento del Premio Nicolussi richiedeva agli studenti di realizzare un elaborato a conclusione della visita con valutazioni, riflessioni e giudizi. “In questi anni – rileva con soddisfazione Giovanni Tessari, presidente della sezione Anpi di Thiene - abbiamo sempre riscontrato un grande interesse da parte dei ragazzi: le riflessioni scritte a conclusione di queste esperienze sono sentite e personali e rivelano giudizio cri-
tico e maturità, tanto che gli elaborati prodotti hanno spesso avuto meritati apprezzamenti. La maggioranza dei lavori degli studenti sono costituiti da video, una tipologia espressiva che trova molto riscontro nei ragazzi di oggi; non mancano, tuttavia, i classici temi e, talvolta, anche poesie, capaci di sorprenderci per la sensibilità che esprimono. L’obiettivo del Premio è incoraggiare le visite d’istruzione delle terze medie e delle classi dei Cfp del Thienese ai luoghi della Memoria legati alla Lotta di Liberazione. Nel bando inviato ai Dirigenti figura un nutrito elenco di possibili mete, da quelle che richiedono uno o due giorni, fino a quelle che si concludono in una mattinata, a pochi chilometri da scuola”. Tra le scuole premiate il Patronato San Gaetano per la visita al campo di concentramento di Fossoli, l’Istituto Comprensivo “Nodari” per il percorso della Resistenza dedicato all’eccidio dei sei Carollo alle Lore di Lugo. Riconoscimenti proprio per le “medie” di Lugo, Fara e Marano, quest’ultimo con due progetti, il primo a Vallortigara di Valli del Pasubio nei luoghi dove fu catturato e ucciso Bruno Brandellero, Medaglia d’Oro al Valor Militare, e il secondo con destinazione Trieste con visita alla città, alla Risiera di San Sabba e alla foiba di Basovizza. Ancora a Thiene premi in denaro come contributi alla scuola “A. Ferrarin” e al Centro di Formazione Professionale Engi. ◆
Ripristinato il bando per le scuole promosso dall’Anpi di Thiene e dalla famiglia dell’ex primario di Pediatria dell’ospedale Boldrini.Una passione comune, una passione sottopelle, una passione più che mai di famiglia che le ha per così dire “incluse” loro per prime. Stefania e Francesca Tagliapietra sono due sorelle di Carrè che oltre che al cognome condividono una “missione”: quella di prendere simbolicamente per mano e condurre fin sotto canestro ragazzi e ragazze – sia giovani che adulti – che praticano il baskin. Si parla di sport inclusivi, anzi, dello sport inclusivo per eccellenza oggi, nonostante l’origine del basket inclusivo – da qui il neologismo baskin - risalga “solo” al 2003. Un’eccellenza, tutta italiana, visto che questa versione di pallacanestro integrata e mista nei generi (maschi e femmine) e nell’età per atleti normodotati e atleti con forme di disabilità, è nata a Cremona dall’idea (socialmente geniale si direbbe) di una coppia di insegnanti e nelle scuole ha preso corpo e vita. Si gioca di norma indoor, in palestre e palasport in un campo da basket adattato con due aree (laterali) extra e in tutto 6 canestri a diverse altezze, regole di gioco codificate ad hoc e con la peculiarità di rendere protagonisti davvero tutti in campo allo stesso modo. Uno slogan? No, pura realtà. E aggiungendone una seconda: quella di saper portare, di recente, 1.800 persone come pubblico di una sola partita per sostenere e applaudire la squadra di casa, domenica 18 giugno al PalaRomare di Schio, nella finale dell’Euro Cup con il Pgs Concordia Baskin a trionfare nel trofeo internazionale 2023. E, appunto, l’accoppiata Stefy/Francy in panchina a dirigere le danze, godersi la festa, e aprire il cuore al turbinio di emozioni.
Stefania, neo sposa, è la più grande delle due allenatrici. Ha 42 anni, è “dell’ambiente” svolgendo la professione di insegnante di sostegno, e già di suo portava il basket nel dna. “Siamo cresciute a pane e palestra sin da piccolissime”. A dirlo però è la minore delle sorelle, Francesca, che di anni ne ha 28. Entrambe, infatti, sono figlie (d’arte,
Le due giovani di Carrè condividono un qualcosa che è ben più di una passione: insieme allenano un team speciale che gioca una versione di pallacanestro integrata e mista nei generi e nell’età per atleti normodotati e con forme di disabilità.
nella pallacanestro) di Lia Zenere, ex cestista vicentina di alto livello e istruttrice da anni attiva nel Vicentino. L’unica a “smarcarsi” dal canestro, per così dire, è la sorella intermedia Serena, comunque pure lei una sportiva – e ci mancherebbe - che di professione fa la personal trainer. Stefania, che dopo le giovanili a Carrè a due passi da casa ha giocato anche al Famila Schio da teenager nel ruolo di pivot, oltre a tifare la “piccola” di famiglia (“è di gran lunga la più brava tra noi, per qualità tecniche oltre che per combattività in campo” dice la maggiore), non ha mai abbandonato del tutto il basket dopo il ritiro agonistico alla soglia dei 30 anni, fino a conoscere di recente questa novità assoluta per lei, che l’ha stravolta in positivo. Il primo giorno nel baskin? “Lo ricordo bene, avevo passato
due ore in palestra a sostenere un ragazzo con delle difficoltà importanti di fronte a una canestro. Una volta concluso l’allenamento, da sola in macchina, ho pianto. Ma ho capito di essere nel posto giusto e da quel giorno sto portando avanti un impegno fatto invece di tantissimi sorrisi e momenti di entusiasmo e soddisfazioni. Una sorta di colpo di fulmine”. Era il 2021, e quasi a due anni di distanza la Tagliapietra senior non può non ringraziare Francesca – la junior dunque – per averla fatta avvicinata al Pgs Concordia, conosciuto a sua volta nel 2019 e oggi divenuto una costante nelle giornate delle due coach speciali. Per lei carriera da “baby” a Carrè sul parquet di casa delle scuole locali, poi arriva la chiamata alla Reyer Venezia trasferendosi a Mestre già da adolescente viste le
indubbie qualità dimostrate, il debutto in prima squadra da giovanissima fino all’A2 e poi la scelta di vita a stelle e strisce. Francesca approda alla Clemson University, in Sud Carolina, dove porta a compimento gli studi di psicologia e si mette alla prova con la palla a spicchi made in Usa per quattro anni. Due, in realtà, quelli effettivi, quello d’esordio e l’ultimo prima del rientro in patria, a causa di un brutto infortunio che la priva di due stagioni agonistiche. “Quando sono tornata in Italia, giusto il tempo di riprende la palla in mano per pochi mesi a Marano ed è arrivata la pandemia a fermare anche me di nuovo, ma almeno, in quel periodo, ho conosciuto il baskin nella stagione 2019/2020 e lì è scattato qualcosa in me”. Da atleta riprende finalmente con continuità a giocare prima alla Velcofin Vicenza in A2 e fino ad oggi a Sarcedo, nel frattempo la passione “contagia” la sorella maggiore e si compone una coppia “che spacca”, come si direbbe in gergo giovane. L’assist? “È vero che a Stefania l’ho fatto io, ma a mia volta devo ringraziare un’amica, Nadia, che mi ha introdotto in questo mondo: non conoscevo bene questa realtà di sport inclusivo, pur avendo partecipato negli Stati Uniti ad attività rivolte a persone con disabilità. Innamorarsene è stato facile”. Una passione forte, cresciuta rapidamente, tanto da “sconfinare” anche negli studi. Francesca infatti è in procinto di ottenere la laurea in Scienze Motorie, alzi la mano chi ha già intuito quale sarà il tema di discussione della tesi: il baskin. Qualche dettaglio? “Grazie a questa esperienza che sto vivendo e alla disponibilità di ragazzi e famiglie cerco di mettere in luce i benefici che la pratica del baskin porta ai giocatori con disabilità diverse, nei ruoli 1-2-3 fino al 4 – ndr sono le classificazioni
regolamentari che permettono di schierare in campo gli atleti in base alle abilità effettive in maniera ponderata -, benefici di natura psicofisica ma anche socio-relazionale. Come migliorano i rapporti sociali, la nascita di nuove amicizie, i miglioramenti riscontrati in ambito scolastico e nella vita familiare e altri aspetti importanti”.
E magari, perché no, nel caso delle sorelle Tagliapietra anche il consolidamento di un legame fraterno che già il dna sancisce e che a volte lo sport “santifica”, avvicinando ulteriormente - qualora ce ne fosse bisogno - le due “baskin-sisters” dell’Altovicentino. Insieme allenano la squadra dei “gialli” al Concordia, con gli altri pilastri Giacomo Eberle e Vera Balestra, questi ultimi sono anche giocatori in campo, a condurre invece i “rossi”. Sì perché i componenti del gruppone sono oggi oltre 80, un numero così ampio da consentire di formare due squadre che, unite insieme, formano la cromia giallorossa con i colori tipici della città di Schio. “Lavorare con persone di fa-
miglia, si sa, non sempre è semplice – spiega la coach Francesca - ma nel nostro caso ci completiamo a vicenda: Stefy è quella più estroversa e che sa far gruppo e se la cava benissimo nelle relazioni. Io magari quella più orientata a curare gli aspetti tecnici del gioco e degli allenamenti, ma non privo del piacere della compagnia e dello stare insieme”.
Il week end di giugno con l’Europa Cup ospitata e conquistata a Schio cosa ha significato per te? “Un’esperienza fantastica, per me, per mia sorella e per tutti. Tre giorni stupendi, ricchi di emozioni tra cui anche la tensione per chi ha rivestito un ruolo come il nostro. Mi spiego: non sapevamo quali reazioni potesse suscitare la presenza di tanto pubblico nella squadra, ad esempio, e quindi l’attenzione da parte di tutto lo staff è stato massima. Ma è andata come meglio non poteva andare, sono felicissima”. Con la sorella maggiore ad aggiungere: “mi sono portata a casa la bellezza di questo sport, e in verità la porto con me ogni giorno quando esco dalla palestra. Il messaggio è semplice quanto forte: qui disabilità=normalità. Nel baskin c’è bisogno di tutti, non è luogo comune né slogan compassionevole, è la realtà e se ne ne sta rendendo conto sempre più gente. Le 1.800 persone venute a vedere la finale di Euro Cup vorranno pur dire qualcosa: hanno assistito a uno spettacolo sportivo prima di tutto e hanno respirato un clima di gioia. Il baskin è una nuova visione e una fonte di opportunità. Speriamo – conclude Stefania da portavoce – che anche grazie a questi eventi il messaggio possa giungere in tutte le case, in tutte le famiglie dove vive un figlio o una figlia con delle disabilità che non devono più essere considerate come limiti invalicabili”. ◆
Si gioca in cinque (alla volta), mancava da ormai cinque anni a Villaverla, ed è iniziato il giorno 5 (di luglio). Tre indizi che portano in tanti a immaginare subito piazza delle Fornaci e quel nuovo campo tra l’arancione il “rosso mattone” tipico dell’argilla che richiama un colore tanto caro da queste parti e alla storia della Fornace Trevisan.
Stabilimento laterizio dei primi del ‘900 –oggi sede del Municipio – che fa da scenario non banale dell’undicesima edizione del Trofeo Hoffmann, che torna dopo l’ultima chiusura di torneo del 2018. L’anno della ripartenza coincide con l’estate 2023, prendendo a prestito un termine tecnico dal gergo proprio del calcio a 5, visto che nel rettangolo di gioco i team in gioco sono composti da 5 giocatori ciascuno.
Calciatori del panorama dilettantistico veneto e calcettisti dai livelli amatoriali fino alle massime serie di futsal formano una truppa sportivamente agguerrita di circa 250 giovani e giovanissimi, a sfidarsi per arrivare alla fatidica data di venerdì 28 luglio, il giorno delle finali. Anzi, la serata. Con il favore del bel tempo, nei primi giorni di partite e di eventi musicali e culinari abbinati al torneo nel cuore di Villaverla sono state spazzate via tutte le incognite che aveva disseminato la pandemia, grazie all’impegno profuso dallo staff di organizzatori rinnovato rispetto al passato, con Massimiliano Crivellaro – proprietario di Hoffmann Cafè, attività perno che ha promosso le tre settimane di show – in testa e più mesi di lavoro alle spalle.
A garantire il “lancio” del torneo una serata inaugurale che ha portato più di 500 tra curiosi, giocatori e clienti affezionati a gustarsi la cerimonia d’apertura e i primi cinque match della prima fase a gironi. Con special guest le giovani e giovanissime cheerleaders del “Titanium Gim & Cheers” di Tezze sul Brenta che per 5 volte – un numero che ritorna – si sono esibite dando
È tornato dopo 5 anni di assenza il torneo di calcio più seguito del Vicentino. Per quasi tutto il mese di luglio piazza delle Fornaci di Villaverla ha ospitato 250 giocatori pronti a sfidarsi per aggiudicarsi l’ambito trofeo Hoffmann nella finalissima in programma venerdì 28 luglio. Previsti anche il premio Fair Play e le coppe individuali di capocannoniere, miglior giocatore e portiere.
il via torneo e tra una partita e l’altra con acrobazie e coreografie applauditissime. Presenti al calcio d’inizio ufficiale, un lustro dopo a quello precedente risalente a fine luglio del 2018, gli sponsor indispensabili per rimettere in moto l’ingranaggio, oltre ai rappresentanti del Comune di Villaverla (il sindaco Enrico De Peron e l’assessore allo sport Ruggero Gonzo che fu tra gli ideatori del torneo) e della Pro Loco, partner istituzionali della venti giorni di sport e movida in corso per tutte le serate di luglio, dal lunedì al venerdì, con solo una manciata di “break” nel calendario per eventuali match di recupero in caso di maltempo.
Tra le variopinte squadre iscritte al torneo c’è un po’ di tutto: dai giovanissimi atleti dell’Asto con età dai 16 ai 19 anni fino ai veterani sulla soglia degli “anta” che ancora sanno farsi valere per qualità ed esperienza. Tanti mix di appassionati di pallone nello sport e amici nella vita che abbando -
nano le rispettive maglie di club per trovarsi a battagliare come “compagnia”, ma anche le selezioni che riuniscono sotto la stessa sigla ragazzi solitamente avversari. Tra le squadre più seguite guai a non citare in pratica i “padroni di casa”, che si sono dati il nome di “The Last Dance”, i giocatori di calcio a 5 amatoriale del Villareal proprio di Villaverla.
Per quanto riguarda la formula del Trofeo Hoffmann, l’edizione della ripartenza è stata chiusa a 20 formazioni, suddivise per sorteggio in quattro gruppi. Ogni squadra, dunque, disputerà nella prima fase gli incontri su tempo unico di 25 minuti per conquistarsi la miglior posizione in classifica in vista delle fasi finali, ad eliminazione diretta. Da qui e fino al triplice fischio che assegnerà il trofeo più ambito, si giocherà su due tempi di 20 minuti, più extra time ed eventuali calci di rigore come da regolamento della manifestazione. Solo le quattro migliori accederanno alle semifinali e poi alla finalissima per il 1° posto che assegna un maxi trofeo, un sostanzioso premio in denaro e vari gadgets offerti dagli sponsor, con riconoscimenti comunque graditi per le prime quattro. Premio Fair Play e coppe individuali di capocannoniere, miglior giocatore e portiere saranno assegnate nella cerimonia conclusiva del 28 luglio, dando poi un appuntamento (già assicurato) per il 2024. Per seguire passo passo risultati, classifiche ed eventi collegati alle serate del torneo è disponibile la pagina Facebook Trofeo Hoffmann. ◆ [O.D.M.]
Attualità
Nove ragazze e ragazzi del progetto “Sei Reloaded” residenti nei comuni di Thiene, Fara, Lugo, Malo, Marano, Villaverla e Zané hanno preso parte ad un viaggio a Bruxelles per conoscere da vicino i luoghi delle istituzioni europee e il lavoro che vi si svolge. Accompagnato dall’assessora al turismo e ai bandi fondi europei Marina Maino e dalla funzionaria comunale di riferimento, il gruppo si è recato dapprima al Parlamento europeo, dove ha incontrato l’europarlamentare Achille Variati che li ha introdotti al funzionamento delle istituzioni europee e ha tracciato una panoramica su finanziamenti e progetti di sviluppo sostenibile. Ha quindi visitato il Museo Casa della Storia Europea e il Parlamentarium, il Centro Visitatori del Parlamento.
Il soggiorno è proseguito con la partecipazione del gruppo all’assemblea generale di Alda, partner della Commissione europea Qui le ragazze e i ragazzi del Sei hanno potuto incontrare i membri e i partner di Alda che operano in tutti i Paesi Europei e limitrofi riuniti per lo scambio annuale di informazioni, rendicontazioni ed esperienze sulle attività svolte per conto dell’UE, per la condivisione di conoscenze e buone pratiche su temi quali la migrazione, l’in-
clusione, la parità di genere, la protezione ambientale, lo sviluppo sostenibile e i diritti umani.
«È stata un’opportunità preziosa per crescere in consapevolezza e toccare con mano le dinamiche importanti di scambio di informazioni che sono alla base delle politiche europee - spiega l’assessora Maino -. Del resto lo slogan dell’assemblea era proprio “La democrazia locale salverà la democrazia”. Mi aspetto molto dal gruppo che si è costituito: si tratta di ragazzi e ra-
gazze che rappresentano i Comuni aderenti al Sei - Servizio Europeo Intercomunale, di cui il Comune di Thiene è capofila, che hanno ora il compito di proporre azioni da attivare nei vari comuni di residenza in linea con i valori dell’UE». Il progetto prosegue ora localmente con altre iniziative chevengono ideate, programmate e realizzate sul territorio di Thiene e dei Comuni partner di Fara, Lugo, Malo, Marano, Villaverla e Zané con il coinvolgimento anche della popolazione. ◆
Thiene ha ottenuto il riconoscimento da parte dell’Ulss 7 di “Comune attivo” grazie ai molteplici servizi promossi per garantire il benessere della cittadinanza: pedibus, Gruppi di Cammino, palestre della salute, fitness nei parchi, attività motorie di prossimità, aree verdi.
«Il riconoscimento regionale premia oltre un decennio di impegno forte e continuo dell’amministrazione comunale e dell’assessorato allo sport che ho seguito in tutti questi anni, per la promozione della salute e del benessere psicofisico della cittadinanza - spiega il sindaco Giampi Michelusi -. Abbiamo offerto un ricco ventaglio di proposte di iniziative sportive gratuite rivolte a tutta la popolazione che sono state accolte con entusiasmo e hanno creato sane abitudini alla pratica sportiva. Sono, quindi, giustamente orgoglioso che questo impegno sia stato valutato e apprezzato dall’Ulss 7 Pedemontana».
«Sono davvero lusingata di questo riconoscimento che ci pone all’apice dei Comuni della nostra area per quanto riguarda la promozione di un sano stile di vita tra la popolazione. L’Assessorato allo sport del Comune di Thiene prosegue con convinzione nell’impegno di diffondere l’attività fisica per tutti e gratuitamente – precisa l’assessora Marina Maino -. Ricordo la recente serata promossa sui “Disturbi alimentari tra Scuola e Sport” , il progetto nazionale “Il valore dello sport tra crescita personale e inclusione sociale” rivolto a docenti, istruttori, operatori, genitori e professionisti appartenenti alle diverse
agenzie educative che operano nell’ambito dell’inclusione e delle realtà sportive e organizzato dal Tavolo InterAssociativo Sport Inclusione dell’Ufficio VIII Ambito Territoriale di Vicenza con il Comune di Thiene, per non parlare dei quasi 300 appuntamenti gratuiti di Thiene Sport Estate 2023. Insomma, Thiene è davvero un Comune attivo e la cultura dello sport e dell’attività fisica da noi sono davvero di casa».
I
“nel cuore” dell’Europa
Un assaggio gustoso che stimola l’appetito per l’arte in ogni sua forma. E prima fra tutte la danza, l’arte delle movenze corporee. “A Taste of Dance” 2023 è andato in scena nel salotto buono della città, il centro di Thiene, portando avanti il consueto messaggio attraverso novità e performance sempre originali. Un festival della danza di portata internazionale che ha concluso la sua quinta edizione ospitando incontri, spettacoli con importanti artisti locali e internazionali, workshop, laboratori e performance site-specific. Con protagonista il movimento armonioso dei corpi ma anche la città, con la sua gente e i suoi luoghi, andando a “sondare” tutte le età e coinvolgendo non solo puristi e appassionati in genere della danza. Ballerine, ballerini, insegnanti, coreografi e altri at-
Un successo la quinta edizione di “A Taste of Dance” , con ballerini e ballerine a regalare una settimana di spettacoli in vetrina nei negozi dei commercianti del centro.
tori del mondo della danza hanno portato in Altovicentino un calendario di eventi dipanato su otto giorni di spettacoli e incontri. “Che mira a promuovere l’arte della danza - come hanno spiegato i promotori -, valorizzandola come strumento educativo e culturale, offrendo alla cittadinanza nuove possibilità di espressione artistica e contribuendo alla crescita e alla diffusione dell’arte tersicorea anche tra coloro che non la praticano o conoscono”.
Padiglione Fieristico via Vanzetti, Auditorium Fonato, Corso Garibaldi, parco di Villa Fabris e tante altre location sparse tra
i negozi con la riproposta dalla “danza in vetrina” e le vie del centro di Thiene hanno fatto da scenari alle iniziative: dai racconti in musica e movimento per i bimbi dai 4 ai 6 anni a DanzareOltre per adulti e persone anziane ai workshop con cinque coreografi di riconosciuta fama, provenienti da Francia, Argentina e Gran Bretagna oltre che dall’Italia. “A Taste Of Dance” è stato organizzato dall’associazione Sinedomo Dance District con sede a Creazzo, nelle persone di Giulia Menti, Lorenzo Tonin, Eleonora Zanrosso in collaborazione e con il sostegno del Comune di Thiene. ◆ [O.D.M.]
Viaggio indietro nel tempo di 40 anni esatti per i protagonisti della seconda opera edita in tre anni dall’autore thienese Gilberto Sola, che porta in Sicilia i ricordi di un’estate e di una vacanza. Lo fa attraverso il libero “Quando eravamo stupidi”, lasciando sfumare alla lettura il confine tra ricordi reali e “inserti di fantasia”: i primi custoditi nella memoria di chi della gioventù conserva le perle da rivivere prima ancora che raccontare, i secondi tutti da individuare pagina dopo pagina. Amicizia, nuovi amori in modalità “scappatella” e riflessioni tutt’altro che fugaci, fissati nell’anno 1983 e destinati a germogliare e accompagnare per sempre i protagonisti di una storia divenuta (anche) libro. Fermi tutti, i fatti narrati solo a intermittenza corrispondono al vero come alla fantasia, “anche per rassicurare le mogli degli amici di allora”, come spiega l’autore
con la consueta ironia che traspare anche nelle righe.
“Quando eravamo stupidi” (189 pagine, Europa Edizioni, euro 14,90) è stato pubblicato nel 2023, dopo la prima opera di Sola, “Il Cavaliere d’Altromondo”, presentata tra l’altro nell’estate di due anni fa a Zanè, il paese dove l’autore è cresciuto. Anche qui, un racconto in vacanza, a Schiumarea, nome inventato di una località turistica della costa adriatica. In età già matura, per lui, trova carta bianca la sua passione silente per la scrittura, dopo gli anni da impiegato bancario ed esperienze altre da insegnante, bibliotecario e operaio, prima della pensione. Un porto a volte quiete e a volte irrequieto, che lo porta a pagine da scrivere e note fortemente autobiografiche negli spunti che ama raccontare. “Nel primo libro quasi al 100%, nel secondo ho lasciato più sfogo a situazioni verosimili non realmente
accadute per favorire l’intreccio narrativo. Il protagonista, Biagio, è comunque sempre lo stesso, ci sono dei rimandi tra le due storie che un lettore attento saprà cogliere subito”. Già al lavoro per un terzo volume seguendo il detto proverbiale non c’è due senza tre? “L’idea è quella di completare una trilogia, intanto ho deciso il titolo e sto pensando alla struttura della narrazione”. Quegli amici che hanno ispirato il racconto delle vacanze siciliane sono al corrente dell’uscita del libro? “Due di loro con cui sono in contatto tutt’oggi lo hanno ordinato dopo averlo saputo: sarà una sorpresa scoprire i loro commenti. Li aspetto al varco”. ◆ [O.D.M.]
Dopo “Il Cavaliere d’Altromondo” il secondo libero dell’autore di Thiene, che racconta una vacanza in Sicilia tra amici tra realtà e fantasia.