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Thiene MesePlus Stefania Pigato danza sul tetto del mondo

Docente e coreografa, nonché direttrice del percorso di formazione professionale “The bridge Pigato contemporary”, Pigato ha appena assunto la guida delle numerose Accademie di Margot Fonteyn sparse nei 5 continenti. A lei spetta il compito di onorare l’eredità artistica della più famosa ballerina del Novecento, autrice di una metodologia di classico seguita dalle varie scuole che portano il suo nome nel mondo.

adozioni
- p.4 ◆ Thiene scende in strada per il Buon Rientro - p.12 Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 8 - settembre 2023
Record di
e abbandoni al canile Alto vicentino
Foto Janira Tarquini

Copertina

Il mondo della danza di Thiene registra un nuovo successo con la nomina di Stefania Pigato a direttrice internazionale della Danza Contemporanea per le Accademie di Margot Fonteyn nel mondo. L’annuncio della nomina è avvenuto in municipio a Thiene, con il sindaco Giampi Michelusi e l’assessora alla cultura Ludovica Sartore che hanno affiancato il direttore artistico delle Accademie Kenneth Ludden durante il conferimento del prestigioso titolo alla ballerina thienese, direttrice di The Bridge Pigato Contemporary.

Un prestigioso riconoscimento

«La danza di Stefania Pigato è estremamente significativa poiché presenta anche temi di valore sociale come povertà, razzismo, disparità di genere. Con i suoi spettacoli pone l’attenzione su argomenti di valore importantissimo – è il commento di Ludovica Sartore –. Mi congratulo a nome anche dell’intero mondo culturale cittadino con Stefania Pigato. L’incarico è molto rilevante e indica il legame che il territorio thienese ha con la danza, intesa non solo come forma artistica da apprezzare come pubblico, ma anche come strumento espressivo da vivere in prima persona. A Thiene e nell’area limitrofa da molti decenni le scuole di danza hanno compiuto un’opera di educazione e di formazione nelle varie generazioni veramente molto importante. La nomina di Stefania Pigato a Direttrice Internazionale sarà di stimolo per crescere ancora in una cultura coreutica e per rafforzare il legame e l’attrazione che i giovani e le giovani del territorio nutrono per l’affascinante mondo della danza. La cosa che apprezzo in modo particolare di Stefania Pigato è che ha sempre condiviso con la città di Thiene la sua professionalità, il suo percorso ed il suo talento. La sua danza è strettamente collegata all’attuali-

Stefania Pigato danza sul tetto del mondo

Docente e coreografa, nonché direttrice del percorso di formazione professionale “The bridge Pigato contemporary”, Pigato ha appena assunto la guida delle numerose Accademie di Margot Fonteyn sparse nei 5 continenti. A lei spetta il compito di onorare l’eredità artistica della più famosa ballerina del Novecento, autrice di una metodologia di classico seguita dalle varie scuole che portano il suo nome nel mondo.

tà e la sua lingua viene percepita anche da chi non è del mestiere. Questo – conclude l’assessore – è frutto della sua abilità ed è il risultato della sua professionalità».

Danza come forma d’arte

Danza come arte e non come sport, è un tema caro a Pigato, che ha raccolto la nomina con entusiasmo e gratitudine e ora intende spingere affinchè la danza venga spostata dal circuito del Ministero dello Sport a quello della Cultura, per entrare in un percorso di spazi, finanziamenti e contesti adeguati.

«La danza è una forma d’arte che ci può aiutare ad osservare tempi sociali – sottolinea Pigato –. Il mio prossimo tema sarà l’omosessualità e continuerò a non esprimermi in ambito politico. Il mio impegno come direttrice per le Accademie di Margot Fonteyn sarà massimo. Ho sempre lavorato con passione e senza aspettative,

pensando in modo semplice e questo mi ha portato risultati inaspettati. Ci ho impiegato 25 anni a costruire una tecnica di danza contemporanea che prima non esisteva. Ho creato un “sillabus” di lavoro per gli insegnanti di oggi e futuri. Nel mondo ci sono culture diverse e dovrò studiare i diversi metodi di approccio. Sarà difficile ma entusiasmante».

«La nomina prestigiosa della thienese Stefania Pigato è un grande onore per l’intera città  dichiara il sindaco Giampi Michelusi –. Siamo davvero orgogliosi di un incarico internazionale che porta lustro a Thiene e accende i riflettori internazionali sul mondo della danza del nostro territorio. A Stefania Pigato vanno le congratulazioni dell’amministrazione comunale e l’augurio di buon lavoro per l’attività che l’attende. Stefania Pigato ha creduto nei suoi sogni e li ha trasformati in professione con professionalità, fino a diventarne ambasciatrice».

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«Ho conosciuto Stefania Pigato 5 anni fa quando era membro della Giuria del Riga Spring Choreographic Contest a Riga, Lettonia e da allora il confronto con lei è stato continuo – spiega Kenneth Ludden, direttore artistico delle Accademie – Mi parlò dopo la gara e mi resi conto della sua competenza. Per l’Accademia di Margot Fonteyn, che tra i suoi sostenitori vedeva impegnata anche la Regina inglese Elisabetta II, io cerco le persone migliori nel mondo. La lingua della danza contemporanea è la lingua di oggi. Tutti possono essere colpiti dal linguaggio della danza, suscita e fa vivere emozioni. Il livello di preparazione e competenza di Stefania Pigato è 10 volte superiore alla norma. Non ho mai visto nessuno lavorare sodo come lei, eppure alla fine delle sue giornate sembra non essere mai stanca».

Margot Fonteyn

Ludden racconta chi era Margot Fonteyn, ballerina inglese nata nel 1919 e morta a Panama nel 1991.

«A 16 anni andò a Londra a studiare danza perché voleva insegnanti qualificati – racconta il direttore artistico – Il mio lavoro è tenere alta la sua eredità, Margot Fonteyn nella danza è come Michelangelo nella pittura. L’impatto delle Accademie di Margot Fonteyn è globale e include diversi ambiti, per questo io non scelgo solo ballerini classici come collaboratori ma ballerini che si esprimono con stili diversi, che portano nella danza terapia, arte, tcnica. Bisogna conoscere tutti gli aspetti dell’arte prima di firmare un contratto nel mondo dell’arte. Io cerco le migliori persone nel mondo e Stefania Pigato lo è».

Ludden racconta l’evoluzione del suo rapporto con la ballerina thienese, fatto ci confronto e crescita, di scontro e movimento: «È meglio confrontarsi, scontrarsi e procedere, piuttosto che stare ermi – dice – Quando sei membro di un direttivo il confronto è fondamentale. Quando sei un coreografo sei responsabile di tutto quello che accade nel palcoscenico, di tutto il linguaggio che va in scena. La danza è linguaggio universale, la coreografia è l’opportunità di dire qualcosa a tutti. Quando ho analizzato il lavoro di Stefania Pigato sono

rimasto profondamente colpito dalla sua arte coreografica, ho pensato che lei avesse il controllo su tutto, che forse a suo agio nei panni di coreografa, che fosse un talento naturale».

La comunicazione della nomina di Stefania Pigato a direttrice internazionale della Danza Contemporanea per le Accademie di Margot Fonteyn nel mondo è arrivata il 20 giugno, quando Kenneth Ludden, Direttore Artistico Internazionale di MFAB, che detiene un incarico a vita come membro della Direzione Internazionale di Fonteyn Global ha informato la ballerina thienese.

Il Metodo Pigato Contemporary

Kenneth Ludden ha riconosciuto il Metodo Pigato Contemporary creato da Stefania Pigato, che lei stesa definisce “sillabus”, come linguaggio di punta dell’espressione della danza al giorno d’oggi. Ludden ha potuto osservare i risultati nei danzatori attraverso i lavori presentati. La forza di Pigato Contemporary e del dono straordinario di Pigato come coreografa, è stato notato dalla Fonteyn-Leung Educational Trust, e valutato come lavoro consolidato ai più alti livelli di qualità richiesti da FLET per la nomina di membro del Consiglio Direttivo Internazionale. Attualmente la danza contemporanea è diventata il linguaggio dei tempi nostri ed è quello che meglio rappresenta il progresso e l’evoluzione del mondo e ciò rende Pigato la persona ideale per supervisionare e guidare l’educazione globale per l’Accademia di Margot Fonteyn. «Il lavoro di Pigato è notevol – dice Ludden – lei è capace di trasmettere ai suoi danzatori un acuto sen-

so di comunicazione ed espressione attraverso il movimento, sul quale è costruita la danza per ogni tipo di pubblico. Sono sempre molto impressionato dalla qualità del suo lavoro, l’insegnamento, la creazione di coreografie, il dialogo sulla danza, il suo lavoro sul Metodo Pigato Contemporary e molto più e sono molto entusiasta di vederla guidare il mondo delle Accademie di Margot Fonteyn per raggiungere i suoi più alti standards».

Lo scorso maggio Stefania Pigato è volata in America per ricevere il Fonteyn Centenary Award, il più alto riconoscimento assegnato dal Fonteyn-Leung Educational Trust. Un premio che viene assegnato solo a 10 persone ogni anno e sarà assegnato solamente per 100 anni. Il centenario di Fonteyn è stato istituito nel 2019, per commemorare il centenario della nascita di Dame Margot Fonteyn. FLET ha deciso di creare il premio, che sarà conseguito solo da 1000 persone nell’arco di un secolo, come un modo per onorare le 10 migliori persone in tutto il mondo ogni anno che mantengono i più alti standard nell’arte performativa e nell’educazione delle arti, soddisfacendo l’eredità che la vita e la carriera di Fonteyn hanno stabilito.

Thiene festeggia la residenza di un artista così internazionale, rendendo la città un punto focale artistico per l’arte e la cultura. «Thiene è una cittadina viva, l’Italia è la patria di cultura, pittura, moda, cibo, interior design – conclude Kenneth Ludden –L’Italia è il progenitore di ogni forma d’arte e Thiene ha la potenzialità di portare l’Italia al centro del mondo anche per quanto riguarda la danza». ◆

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Foto Janira Tarquini

Attualità

Il parco canile Alto Vicentino inaugurato sette mesi fa, con sede a Schio ma punto di riferimento per l’intero territorio, ha raggiunto oltre cinquanta adozioni, sette delle quali nella sola “settimana nera” di Ferragosto.

Un successo per Enpa, Ente Nazionale di Protezione Animali, che però si è sobbarcata un carico di lavoro extra, perché anche gli abbandoni nell’estate del 2023 hanno registrato numeri record, con tredici cani abbandonati a luglio in sole 24 ore e cinque in un solo giorno dopo Ferragosto.

Cani di tutte le taglie trovati a vagare per strada, cuccioli dentro scatole sotto il sole, che i volontari hanno salvato e sono in attesa di una famiglia.

Gli abbandoni estivi

“I tredici cani abbandonati in sole 24 ore a luglio hanno tutti trovato una casa – racconta soddisfatta Federica De Pretto, presidente Enpa sezione Thiene-Schio – Io ero appena partita per qualche giorno di vacanza e mi sono sentita scoraggiata e il canile era al completo. Con i volontari siamo riusciti a trovare casa a tutti in un tempo relativamente breve. Una cosa non facile, il mese di agosto è difficilissimo per le adozioni, perché la maggior parte delle persone sono in ferie e le ferie sono anche una delle maggiori scuse per chi vuole liberarsi di un cane”.

Invece ce l’hanno fatta, anche se per alcuni cani la speranza era poca. Tre di loro erano pittbull, pieni di cicatrici, graffi, infezione agli occhi e con sangue dal naso dovuto probabilmente ad una bastonata. “Per fortuna c’è tanta gente sensibile disposta ad adottare cani in difficoltà – continua De Pretto – Oltre ai tre pittbull, in quelle 24 ore sono stati abbandonati quattro cuccioli incrocio amstaff ancora da svezzare e sei cuccioli incrocio con pastore del Lagorai. Sono

Record di adozioni e abbandoni al parco canile Alto vicentino

È un bilancio dolceamaro quello tracciato dai volontari dell’Enpa, da febbraio alla guida del nuovo canile di Schio. Lo sfogo della presidente Federica De Pretto: “Spesso ci troviamo ad avere a che fare con gente violenta, che ci aggredisce verbalmente; non capiscono che siamo volontari, il nostro servizio è gratuito e dettato dal cuore”.

frutto di cucciolate indesiderate, che poi la gente abbandona senza pietà. Purtroppo per troppe persone ancora rifiutano di sterilizzare i propri animali pur non volendo cuccioli e scelgono di ucciderli, o di abbandonarli e scaricare il problema su altri. Abbandonare è la scelta più comoda quando la gente non vuole prendersi le proprie responsabilità”. Neanche il tempo di godersi la soddisfazione di aver sistemato i tredici cani che Enpa in un solo giorno si è trovata ad avere a che fare con cinque nuovi abbandoni, due ad Arsiero e tre a Breganze. I due cani di Arsiero sono stati trovati in pessime condizioni, uno magrissimo e l’altro in condizioni ancora peggiori, con il lungo pelo totalmente aggrovigliato che gli impediva i movimenti. “Troveremo casa anche a questi – aggiunge – A volte la tentazione di smettere, di fermarci, è tantissima. Questo perché spesso ci troviamo ad avere a che fare con gente violenta, che ci aggredisce verbalmente, che ci tratta come se fossimo un’organizzazione stipendiata di gente che lavora solo per la causa degli animali. Non capiscono che siamo volontari, il nostro servizio è gratuito, a noi non arriva nulla se non la gioia, grande lo ammetto, di trovare casa a degli animali sfortunati”.

Cani dal triste destino

Per i cuccioli trovare una nuova famiglia è più semplice, complice la tenerezza, la possibilità di veder crescere il piccolo e di godere della sua goffa simpatia mentre piano piano si trasforma in un cane adulto. Più difficile è quando in canile ci sono animali anziani, i meno richiesti. “Eppure un cane anziano sa dare alla sua nuova famiglie esperienze meravigliose ed emozioni profonde – spiega Federica De Pretto – Il cane adulto ha la maturità di riconoscere chi lo toglie da una situazione provvisoria e sgradita e lo accoglie in casa come membro della famiglia. Di solito ha già una educazione e sa darsi dei limiti. A volte ci vuole pazienza, ma le soddisfazioni sono tantissime, anche con i cani anziani”. Nel mese di agosto Enpa è stato anche testimone di una triste storia bizzarra: Molly, cagnolina di taglia media che era sparita nel 2021, è stata ritrovata ma il suo padrone non la rivuole perché nel frattempo ha preso un altro cane: “Una tristezza dall’inizio alla fine – sottolinea amareggiata De Pretto – Ci chiediamo dove sia stata Molly tutto questo tempo. Quel che è certo è che ora merita una famiglia per sempre”. Capita a volte accolga anche cani sequestrati, o dal carattere difficile ed in quel ca-

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so l’adozione è più complicata e richiede tempi più lunghi. “È il caso di quattro cani sequestrati finiti in canile – dice De Pretto – Se i cani vengono sequestrati ma risultano di proprietà la trafila burocratica per l’adozione è lunga. Poi ci sono i cani ‘tosti’, quelli con un carattere forte e dominante o difficile. Come Cioko, 9 mesi d’età e una vivacità incredibile, ma piuttosto impegnativo, o Birillo che è un cane che deve andare in mano ad una persona o famiglia esperta. Io mi arrabbio quando qualcuno dice che Enpa non dà i cani. Ci capita di dire ‘no’ a qualcuno, con motivazioni precise. Capitano quelli che vogliono il molosso ma non hanno idea delle caratteristiche e delle esigenze di quel tipo di cane, altrimenti poi la gente non li sa gestire, li lascia legati, li fa incattivire perché non li fa muovere a sufficienza e alla fine tornano in canile, con nuovi traumi addosso. Succede anche per altri cani, per questo ci informiamo bene. I cani hanno sentimenti, emozioni, non possono pensare di avere trovato una famiglia e poi ritrovarsi ancora in canile. Quando succede soffrono tantissimo e non se lo meritano, perché le colpe non sono mai loro, ma di chi li prende con leggerezza, senza la sufficiente consapevolezza di cosa significa adottare e crescere un cane”.

Gatti in cerca di una famiglia per sempre

Enpa gestisce il parco canile Alto Vicentino ma da anni auspica di avere prima o poi anche un ‘gattile’, una struttura simile che accolga anche i gatti abbandonati. Gatti ce ne sono sempre tanti e finiscono inevitabilmente nelle case dei volontari, che li sistemano come possono cercando di trovare loro casa. Si tratta soprattutto di decine, a volte oltre un centinaio, dei frutti di cucciolate indesiderate, che la gente abbandona o butta via addirittura nell’immondizia, spesso ancora vivi. “Il problema principale che abbiamo è che troppa gente ancora non comprende che

i gatti bisogna sterilizzarli – sottolinea la presidente Enpa – Tanti ci dicono che è contro natura e ogni volta io replico che abbandonare i cuccioli o ucciderli è molto più contro natura. Sterilizzare è un gesto d’amore. Si accudisce il proprio gatto evitando nuove cucciolate, impedendogli di scappare e rischiare di finire sotto una macchina. E poi non riesco mai a comprendere come una persona che dice di amare il proprio gatto poi abbandoni i suoi cuccioli”.

Per chi vuole adottare o avere informazione sui cani in cerca di una famiglia, contattare telefonicamente via sms o whatsapp il numero 347 2796801. ◆

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Attualità

Attualità

Il nuovo lungometraggio del regista

Dennis Dellai e della squadra di Progetto Cineam AV venerdì primo settembre approderà al Lido e poi, a aprtire dal 30 settembre, sul grande schermo. Ancora una volta, Dellai ha tratto ispirazione da storie della terra in cui vive. «È vero, sono sempre un po’ romanzate – spiega Dellai – come nel caso di quest’ultimo film, ma richiamano le vicende reali di persone le cui vite sono state sconvolte da eventi più grandi di loro: la guerra e le leggi razziali in “Terre Rosse” e “Oscar” e il crimine nel caso di “800 giorni”».

L’idea di In particolare l’idea di raccontare il caso Celadon risale a cinque anni fa ed era stata condivisa con Progetto Cinema. L’allora 19enne Carlo Celadon, figlio dell’imprenditore Candido Celadon, fu rapito il 25 settembre 1988 mentre rientrava nella sua casa ad Arzignano. Alcuni uomini gli puntarono addosso dei kalashnikov e lo caricarono nel bagagliaio di un’auto. Fu l’inizio di un incubo per il rapito, per la sua famiglia, e per un itero territorio che in quegli ‘anni d’oro’ temeva i sequestri a scopo di riscatto. La liberazione arrivò solo dopo 831 giorni e ad oggi è la detenzione per rapimento più lunga nella storia del crimine italiano. Carlo Celadon fu detenuto in condizioni estreme, quasi sepolto vivo in trincee impossibili e non fu solo il suo corpo ad essere messo a dura prova, ma anche la sua testa. Il padre Candido fece di tutto per riportare a casa il figlio, ma a lui i rapitori fecero credere che la famiglia lo avesse abbandonato al suo destino. Carlo Celadon fu trovato su una strada dell’Aspromonte in Calabria disteso a terra, magrissimo e senza forze. «Non ce la faccio, aiutatemi, fatemi tornare a casa» le uniche parole che riuscì a dire ai soccorritori.

«È una storia molto forte, che segnò l’immaginario collettivo dell’epoca, per la lunghezza della detenzione ma anche per la durezza del trattamento, fisico e psicologico, a cui il rapito venne sottoposto – spiega Dellai – Com’è noto, Carlo Celadon ha sem-

Gli “800 giorni” di Dellai alla conquista del Lido

Sbarca all’80esima edizione del Festival del Cinema di Venezia “800 giorni” del regista e giornalista vicentino Dennis Dellai. Il film è liberamente ispirato al sequestro di Carlo Celadon che dopo averlo visto in prima assoluta con la famiglia, ha espresso la sua approvazione complimentandosi con l’autore e coinvolgendolo in un caloroso abbraccio.

pre cercato di evitare di essere al centro dell’attenzione mediatica, forse anche per motivi caratteriali. E noi abbiamo cercato di rispettare questo suo modo di essere. La fiction, tutto quello che c’è di romanzato nel film, ci è servito proprio per mantenere quella che potremmo definire una “distanza di rispetto”. Con il co-sceneggiatore Giacomo Turbian, abbiamo lavorato di fantasia soprattutto in quelle parti del racconto in cui sono protagonisti famigliari e fidanzata del rapito, mentre ho voluto essere il più aderente possibile al reale nelle scene della prigionia, nella descrizione delle difficili condizioni del sequestrato e dei suoi rapporti duri con i banditi». Arrivare alla fine delle riprese non è stato semplice. Dopo il primo ciak battuto ad ottobre del 2020, il film si è scontrato con il Covid e le restrizioni dovute alla pandemia, che hanno complicato il riprendere delle attività anche alla fine dell’emergenza sanitaria.

«Gestire le riprese durante la pandemia è stato complicato e ha richiesto una organizzazione puntuale – sottolinea Dellai – A livello scenografico abbiamo investito tanto nella ricostruzione meticolosa dei covi utilizzati dai rapitori in Calabria. Abbiamo visionato i filmati originali tratti da inchieste giornalistiche dell’epoca, e li abbia-

mo minuziosamente ricreati con cemento, tavole di legno e rocce».

Una volta vista la prima del film completato, Carlo Celadon ha manifestato apertamente apprezzamento, dimostrando anche di aver gradito che alcune parti fossero romanzate.

«Carlo Celadon ha mostrato di capire e di apprezzare le scelte che abbiamo fatto –racconta il regista – Il nostro obiettivo era soprattutto riportare alla memoria collettiva, attraverso la storia che raccontiamo, un periodo storico nel quale molte famiglie, anche nel vicentino, hanno vissuto la terribile esperienza di vedersi private dei propri cari. E se Celadon alla fine di un periodo comunque durissimo è tornato a casa, non dimentichiamo che di altri due ostaggi vicentini, il maranese Pietro Berto e il bassanese Livio Bernardi, si è persa ogni traccia. Dopo la proiezione a Venezia venerdì 1 settembre “800 giorni” sarà sugli schermi in un’anteprima il 30 settembre alle 20.30 al cinema Verdi di Breganze, dove inaugurerà la settima edizione del Breff con la presenza del cast e della troupe; poi domenica 1 ottobre repliche alle 17 e alle 20.30. La pellicola sarà poi al cinema Campana di Marano da venerdì 6 a lunedì 9 ottobre. Nel frattempo l’agenzia distributrice per Amazon Prime ha richiesto “800 giorni”. ◆

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Attualità

Il parroco anticonformista di Calvene, prete nel carcere Due Palazzi di Padova, che parla al telefono con il Papa e lo ha portato in tv e che per un periodo veniva soprannominato “Don Spritz” per la sua vicinanza ai giovani, nella sua ultima opera dipinge le dinamiche e le fatiche di una parrocchia dove all’improvviso arriva un nuovo prete, Julian, e il paese sussulta. Un racconto molto personale, che in pieno stile Don Marco Pozza parla di religione ed eresia, di ostie e bordelli come se nulla fosse. Un prete ribelle, forse, ma prete vero, tanto da condividere quando serve la prima serata con Papa Francesco. «All’improvviso è il modo con cui la vita mi rimette pancia a terra e mi manda allo sbaraglio– ha dichiarato a Vativision che lo ha intervistato – Sono sempre impreparato con la vita, improvviso». Don Maro Pozza è uno che vive la vita con curiosità, con stupire, che ama rapportarsi ai giovani, confrontarsi con le persone. Scevro di pregiudizi, uomo di fede anche se a vederlo non si capisce neanche che è un prete.

Parla del suo libro e sostiene che si è scritto da solo, ma è un uomo che impara da tutti e mette insieme le cose che lo colpiscono. Nel romanzo “Alla fine è sempre all’improvviso”, il don di Calvene racconta di un piccolo paese, ricco di chiese, di persone e con un bordello, dove vivono uomini di ogni genere onesti o meno. Lì un prete è stato cacciato dalla gente per il suo comportamento ritenuto inopportuno e all’improvviso, come un tornado, arriva Don Julian, un parroco con alle spalle una storia difficile, che parla di carceri e violenza. Un’opera introspettiva, lo specchio dell’anima di Don Pozza. Sarà infatti proprio grazie a questo nuovo prete che la popolazione conoscerà una nuova forma di fede, impa-

Don Pozza si racconta tra fede e svolte inattese

Don Marco Pozza pubblica il nuovo romanzo “Alla fine è sempre all’improvviso” e racconta il suo «fare i conti con la propria umanità inquieta». La sua nuova opera verrà presentata al pubblico al teatro comunale di Thiene il 15 settembre in una serata gità sold out. A dialogare con don Pozza ci sarà la giornalista Lorena Bianchetti.

rerà a credere in modo diverso, meno formale e più adatto ai tempi. Un prete che costringe le persone a mettersi a contatto con la vita vera, li obbliga a fare i conti con la realtà, insegnando loro che la vita è meravigliosa anche quando presenta conti difficili o imprevisti.

Julian, con il suo passato difficile e ingombrante, è il prete simbolo della resurrezione. Julian usa la sua storia personale, di uomo vero ferito e guarito, per raccontare la storia di Cristo. È un prete insolito, non usa

la castità o il sacrificio per far attecchire il suo pensiero, parla con la gente in modo vero e arriva dritto al punto. Don Pozza racconta la storia di un prete che è uomo, quindi una storia umana e credibile.

Secondo Don Marco Pozza la vita vera offre molti più spunti della fantasia, è più ammaliante della vita immaginata. Nel romanzo parla d’amore, di delusioni, dell’incertezza di un futuro che sembra scritto e invece viene stravolto da eventi inattesi. «Alla fine Dio trova sempre il finale migliore», dice facendo ricordare che è un prete vero. «Un prete che si innamora non è un prete fallito – sottolinea – È un prete che non avrebbe mai capito che cosa significa che Dio è amore se non si fosse innamorato.

Nel romanzo Don Marco Pozza osa. Parla addirittura di un’ostia leccata, interpretabile come un atto sacrilego. Ma lui difende la sua scelta con forza: «Quando Dio vuole salvare un’anima è disposto anche a compiere manovre spericolate». ◆ [A.B.]

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Attualità

Èper il 1° settembre, a partire dalle 20, l’atteso appuntamento con l’evento che mette in risalto l’ospitalità del centro storico cittadino e che giunge quest’anno alla 23^ edizione, a conferma di quanto sia apprezzato dai locali aderenti e dalle persone che vi partecipano.

L’iniziativa è un invito rivolto dai commercianti esercenti thienesi a tutti coloro che desiderano trascorrere una serata all’insegna dello svago, della voglia di incontrarsi e del divertimento, ricordando le vacanze appena trascorse in un’estate prossima alla fine.

«La Festa rappresenta un ritrovarsi insieme e un ritorno alla vita cittadina dopo il periodo estivo che dà l’avvio anche a tutta una serie di grandi eventi autunnali –commenta il sindaco Giampi Michelusi -. La città è ormai collaudata ad accogliere quanti desiderano vivere una serata straordinaria all’insegna della socialità e del divertimento, grazie ad un impegno organizzativo molto importante e delicato profuso in primis da ConfCommercio che ringrazio per il lavoro svolto».

«La Festa del Buon Rientro – dichiara l’assessora all’animazione del centro storico Marina Maino – è un buon esempio di sinergia tra realtà diverse che lavorano insieme in unità di intenti e con lo stesso spirito per la promozione della città e la rivitalizzazione del centro e quindi l’Amministrazione ben volentieri sostiene l’iniziativa». Divertimento, musica live, danza e performance, drink & food, shopping in una magica alchimia di suoni, sapori, luci, balli e voglia di divertirsi. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: jazz, rock, blues, pop, techno, suonati rigorosamente dal vivo, all’esterno dei locali e nelle piazze del centro storico. I negozi fashion presenteranno le anteprime delle collezioni autunno/inverno e gli altri negozi proporranno le loro novità stagionali. Sarà anche la festa di ogni palato, con le proposte di street food e di cucina tradizionale abbinate al bere responsabile.

Thiene scende in strada per il Buon Rientro

Torna a Thiene la Festa del Buon Rientro, la lunga notte bianca a base di musica, divertimento e shopping organizzata da Confcommercio mandamento di Thiene con il patrocinio e la collaborazione del Comune, e il supporto della Pro loco, l’Istituto musicale veneto e la Pedemontana vicentina.

L’Istituto Musicale Veneto “Città di Thiene” collabora alla realizzazione della Festa del Buon Rientro, dedicandosi in particolar modo, in questa edizione, alle proposte dei più giovani, con la partecipazione sia dei più piccoli, con un paio di gruppi in centro, curati da Bruno Grotto, sia dei ragazzi, con la partecipazione della JUNIORchestra, curata da Andrea Cerata ed Elisabetta Cuman, che in zona Bosco si esibirà insieme ad altre realtà musicali thienesi. Il presidente di Confcommercio Mandamento di Thiene, Andrea Retis, esorta i colleghi dei pubblici esercizi a gestire la serata del Buon Rientro con la professionalità e il senso di responsabilità che ne hanno sempre contraddistinto l’operato e che, nel corso delle varie edizioni, hanno permesso alla città di Thiene di essere un centro di attrazione di alto livello. «Il Buon Rientro

– dichiara Andrea Retis - è un patrimonio di questa città e siamo sicuri che ancora una volta la cittadinanza saprà apprezzare la festa che fa di Thiene un faro di attrattività e di intrattenimento di qualità per tutto l’alto vicentino. Anche per questa 23^ edizione è doveroso il ringraziamento per i gestori dei pubblici esercizi e dei negozi, il Comune di Thiene, le Forze dell’Ordine, Carabinieri e Guardia di Finanza, la Polizia Locale, la Croce Rossa, il Distaccamento di Thiene dei Vigili del Fuoco Volontari, Gruppo Volontari Associazione Falchi Alto Vicentino, Jazzercise e le decine di collaboratori che hanno profuso energie ed idee per crearla e per farla arrivare sino ad oggi, mantenendola giovane e attrattiva».

I pubblici esercizi che aderiscono all’evento sono: Villa 6 Sharing Bar, Caffè Carducci, Le Tresor, Dal Conte, Botanico 87, Il Portico, Enosteria da Andrei Thiene, I’Scream, Shelter Garden, Bar Al Corso, Buzzolan, 2766 Gas, Papillon, Via Roma 15, Cosmopolitan, Bacaro Al Bosco, Maria Bonita, Anima Madre, Albachiara, Cek’s, Mai Stufi, Valhalla Rock Pub, Bottega Faccini.

Anche quest’anno la Festa del Buon Rientro sostiene Sla mai soli onlus e Oasi Villaggio Mama Mima ETS.

In caso di maltempo la manifestazione si terrà venerdì 8 settembre. ◆

[12] ◆ Thiene MesePlus

Attualità

Otto nuovi varchi elettronici presidieranno entro fine anno il territorio comunale di Thiene. Il progetto, del valore di 418mila euro, di cui 250 mila euro finanziati dal Ministero dell’Interno, prevede l’installazione di nuovi occhi elettronici che saranno presidiati dal Consorzio di Polizia Locale Nordest Vicentino.

I varchi verranno collocati in corrispondenza della SP 67 verso Zugliano, in viale Europa, alla rotatoria Gasparona in via Dei Quartieri, lungo la SP 349 via Del Santo, in via Dell’Autostrada, alla rotatoria di via Cappuccini/via Dell’Autostrada, alla rotatoria tra le vie Boldrini-val Posina–Valdastico, alla rotatoria di via del Costo. Inoltre sarà realizzato il collegamento in fibra ottica del municipio con i magazzini comunali e il cimitero sempre nell’ambito della sicurezza delle aree.

«La città di Thiene vedrà un significativo potenziamento del sistema di videosorveglianza con l’installazione di sistemi di monitoraggio per l’identificazione delle targhe degli autoveicoli – commenta il sindaco Giampi Michelusi –. Si tratta di raggiungere un maggiore e più esteso controllo del territorio che permetterà di aumentare la sicurezza di Thiene e del territorio e prevenire o perseguire eventuali

Nuovi varchi elettronici in arrivo entro l’anno

Il Comune entro fine anno installerà otto nuovi occhi elettronici in altrettante aree cittadine. Il progetto, che ha un valore compelssivo di 418 mila euro, permetterà di monitorare i veicoli in entrate e in uscita dalla città.

infrazioni o reati. Riceviamo un contributo considerevole, il massimo che si poteva ottenere nel bando e che risulta essere anche l’importo più alto assegnato a un Comune della provincia di Vicenza, tra quelli che hanno fatto richiesta».

L’investimento di oltre 418 mila euro previsto nel progetto di Thiene va a finanziare i lavori di predisposizione degli impianti,

per il passaggio della fibra, la fornitura e la predisposizione di nuovi varchi.

«Intercettare finanziamenti statali, regionali o provinciali è davvero fondamentale oggi per un Comune così come la sinergia tra enti – rileva l’assessore ai lavori pubblici Nazzareno Zavagnin –. Insieme riusciamo a raggiungere obiettivi importanti e sostenibili per i bilanci comunali». ◆

Riattivato in città lo Sportello Energia

Il servizio di consulenza gratuita sui temi di efficientamento energetico è gesttito dall’associazioene BuonaPratica e promosso dalla “Rete dei Comuni per la Sostenibilità”.

Dopo la pausa estiva, lo Sportello Energia” riaprirà i battenti a Thiene giovedì 14 settembre dalle 18.30 alle 20 all’ex Agenzia delle Entrate. Vuoi rendere la tua casa più efficiente? Vuoi risparmiare in bolletta? Stai pensando di cambiare auto? Non riesci a districarti fra nuovi incentivi e normative? Ti piacerebbe contribuire a migliorare il nostro ambiente ma non sai da dove cominciare? Lo Sportello Energia ti aiuta a capire come fare! Si tratta di un servizio gratuito, voluto dalla “Rete dei Comuni per la Sostenibilità”Santorso, Lugo, Chiuppano, Zugliano, San

Vito, Breganze, Carrè, Marano, Sarcedo, Posina, Zanè, Tonezza e Thiene - con la collaborazione dell’associazione BuonaPratica. Lo sportello ha come obiettivi quelli di promuovere buone pratiche da adottare nella vita quotidiana e consulenze su scelte, interventi e vantaggi per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili in casa e non solo come: riqualificazione energetica residenziale; incentivi, bonus e normative; energia rinnovabile per la casa; passaggio alla mobilità elettrica; lettura bollette e fornitura energia rinnovabile; gestione domestica delle acque meteoriche.

A Thiene, lo sportello è aperto il secondo giovedì di ogni mese; ogni primo giovedì del mese è invece a Santorso, nella casa del custode di villa Rossi, mentre il terzo giovedì in biblioteca a Breganze. Per ulteriori informazioni o richieste contattare direttamente l’associazione BuonaPratica (buonapratica.santorso@gmail.com, 353/4179018) ◆

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Attualità

Dentro a quel campanile, che quest’anno celebra 130 anni, Fabio all’inizio si era spaventato per la fatica ed il dolore alle mani, poi ci è tornato e ha deciso di assecondare quell’originale passione.

“La prima volta che ho suonato le campane non mi pareva nulla di che. Era difficilissimo, le mani mi sanguinavano e mi hanno fatto male per giorni – racconta Carraro, che di professione è impiegato – Ho smesso subito. Nei giorni successivi però continuavo a guardarmi le mani e mi riecheggiava nelle orecchie quel suono profondo, ricco di significato, che mi era costato quel piccolo sacrificio di iniziazione e che ha un significato così profondo per le persone”. La passione del campanaro Fabio Carraro si è consolidata così, accompagnata dallo studio della storia locale che oggi lo rende punto di riferimento e guida turistica.

“La cosa più difficile nel suonare una campana è tenerla in verticale, in gergo si dice “a bocca”, esordisce mentre accompagna un gruppetto di turisti incuriositi in cima al campanile facendo da Cicerone.

Il campanile di Breganze vide la luce l’11 marzo 1838 quando il precedente crollò sopra la chiesa senza fare vittime. Fu l’architetto veneziano Antonio Viedo, amico di famiglia dell’allora parroco, a costruire l’edificio in stile veneziano, posandolo su palafitte costruite sul terreno paludoso. Salì piano piano fino al 1860, quando ci fu uno stop per difficoltà economiche. In quel momento fu costruita una stanza provvisoria per custodire le campane e fu don Andrea Scotton, della nota famiglia breganzese Scotton, a completare il campanile nel 1892 seguendo il disegno originale. Venne inaugurato il 24 agosto 1893 ed è alto 90 metri (è la quattordicesima torre più alta d’Italia, e la terza del Veneto dopo il campanile di

Il suonatore di campane Una tradizione lunga 130 anni

San Marco a Venezia e il campanile della chiesa di Santa Sofia a Lendinara, in provincia di Rovigo).

Se il campanile ha avuto una storia tormentata, le sue campane non sono da meno. “Sono sedici in tutto, quattordici sono opera della fonderia De Poli di Udine e 2 della succursale di Vittorio Veneto – spiega Fabio Carraro – Sono tutte diverse tra di loro, per grandezza, perso, nota e decorazioni. Sono le dimensioni a determinare la nota della campana e ognuna ha una dedica ad un santo e al santo principale del posto, poi hanno anche dediche minori. Le decorazioni sulla superficie delle campane sono fatte in base agli anni. Di nove campane su sedici siamo sicuri della dedica principale, delle altre invece siamo meno sicuri, abbiamo solo delle ipotesi. La cosa bella delle campane di Breganze è che tra di loro sono tutte armoniose e suonano bene insieme, cosa non facile quando le campane sono fatte in anni diversi e vengono aggiunte alle precedenti. Le cinque campane più vecchie sono le più grandi e sono del 1882, la più grande è la rifusione della originale, le più nuove sono del 2022. Una è la più piccola di tutte ed è una semi-tono”.

Fabio Carraro è entusiasta quando parla del campanile e delle campane di Breganze. Spiega nel dettaglio come e quando si suonano le campane perché ci sono regole precise in base a cosa si deve celebrare, commemorare o festeggiare. “A Breganze le campane si suonano mezz’ora prima delle messe, si suonano in occasione di funerali e matrimoni e per l’annuncio della morte delle persone. In quest’ultimo caso il suono viene definito ‘del transito’. C’è poi una differenza sostanziale quando suonano per la morte di un uomo o di una donna. Per le donne i rintocchi sono due, per gli uomini sono tre. E si suona una campana precisa, con la nota decisa per l’occasione. Per l’annuncio di nascite si suona la numero 8, simbolo di buon auspicio. Per il decesso del Papa invece una volta c’era un numero di serie preciso di suonate ora si suona la campana numero 9, la più grande. Quando muoiono le persone c’è una gerarchia precisa da rispettare quando si suonano le campane, e corrisponde ad una nota nello sparito musicale. Nel caso di persone comuni, come me ad esempio, si suona la campana numero 6”.

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Fabio Carraro ha cominciato a fare il campanaro per caso, trascinato da un amico dentro il campanile di Breganze e da quel giorno del 2018 il 33enne è diventato un esperto di campane e della storia della sua città.
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Attualità

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Il campanaro spiega che c’è una notevole differenza tra suono automatico, cioè quello predefinito e preimpostato per quando non ci sono persone presenti a suonare e manuale, che è quello fatto dai campanari. Nel caso del suono automatico le campane oscillano e producono un suono musicale. “Che non mi sento di definire ‘musica’ –sottolinea Carraro – Il suono manuale, cioè quel suono prodotto dai campanari che tirano le corde con le mani, che ci mettono l’anima e ascoltano il suono con le loro orecchie, è musica vera. Quando suoniamo noi non sono solo semplici rintocchi e suoniamo più a lungo”.

La prima notizia certa delle campane di Breganze è del 1571 e cita la presenza di due campane non meglio descritte. Nel 1631 il fonditore Marino De Maria fuse nella sua bottega di Caltrano due campane per il campanile di Breganze ma la campana si danneggiò e venne rifusa mentre ne venne realizzata una seconda. Ne venne fusa anche una terza più piccola, che serviva come sonello, una piccola campana che suonava da sola pochi minuti prima dell’inizio della messa per dell’imminenza della celebrazione. Le due campane più grandi non ebbero vita lunga, una si ruppe dopo pochi mesi e siccome non si era pienamente sicuri nemmeno della seconda lo stesso comitato decise di farle rifondere. Nel 1833 una nuova rottura colpì le campane breganzesi, la vittima questa volta fu la più piccola, la campana chiamata Maria. Quando nel 1838 il campanile crollò sopra la chiesa, il ritrovamento senza danno della campana più piccola fu un momento di grande gioia per la popolazione di Breganze, che la portò in processione a braccia per le vie del paese. Questa campana riprese poi la sua funzione di sonello e successivamente anche di richiamo per la messa del fanciullo, e lo fece fino a non troppi decenni fa. Pur non suonando più, rimane tuttora al suo posto,

nella vela sul lato sud della chiesa, unica testimone rimasta dell’intera vicenda, dal primo piccolo campanile al suo restauro e innalzamento, dal crollo alla successiva ricostruzione, fino ad arrivare ai giorni nostri. Altre vicissitudini intervennero a scapito di alcune campane del campanile di Breganze e alla fine, i breganzesi, per avere le loro campane, fecero pressione sui fratelli Scotton per avere delle nuove campane e per allestire un concerto senza precedenti, tanto per Breganze quanto per tutta la zona. “Le campane non suonano mai a caso, senza una logica – continua Carraro – Ma questo succede solo in caso di suono ‘a slancio’, dove le campane oscillano ed è difficilissimo ottenere una melodia predefinita. Esistono di contro sistemi di suono che permettono l’esecuzione di veri e propri brani musicali. Il principio di funzionamento quando suoniamo è semplice: il campanaro, muovendo la corda, fa compiere alla campana oscillazioni sempre più ampie, fino a farle compiere un giro di 180°, portandola e mantenendola in posizione verticale, chiamata ‘a bicchiere’ o ‘a bocca’, sottosopra rispetto alla posizione di partenza. Quando tutte le campane sono in questa posizione può partire il concerto, durante il quale le campane vengono fatte suonare, facendo loro eseguire un giro completo di 360° dalla posizione a bicchiere, secondo uno spartito, quindi con una sequenza ed un tempo, ben definiti. In questi passag-

gi il batacchio rimane fermo, ad emettere il rintocco è il lato interno della campana che, muovendosi, va a colpire il batacchio sempre dal basso verso l’alto. Una volta colpito, il batacchio rimane posato alla parete interna della campana, e ne segue il movimento fino alla posizione verticale. Quando il campanaro fa eseguire alla campana la rotazione completa, il batacchio si stacca per gravità dalla parete interna dove era posato, e viene colpito dalla parete interna opposta, sempre del basso verso l’alto”. “Durante la suonata sono talmente concentrato nel seguire correttamente il maestro e la suonata che non riesco a provare niente. Sono solo focalizzato sul fare bene e non commettere errori. In altri momenti invece mi piace pensare che il suono delle campane trasmette un messaggio che contribuisce all’atmosfera del periodo stesso. Vivo questa cosa in particolare a Pasqua. Nel periodo quaresimale infatti suoniamo in modo diverso, ottenendo un suono piuttosto ‘triste’ e ‘incompleto’, dal Gloria del Giovedì Santo non si suona proprio più, quindi l’arrivo della Pasqua significa il tornare a suonare in modo gioioso, quasi trionfante, rallegrando un’atmosfera che da diverso tempo si era fatta un po’ più cupa. E mi piace pensare che la gente, ascoltando le suonate che eseguiamo, riesca a vivere meglio i momenti. Un po’ come se, sentendo ad esempio l’Adeste Fideles a Natale, pensassero che finalmente è Natale”. ◆

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“Mi piace pensare che la gente, ascoltando le suonate che eseguiamo, riesca a vivere meglio i momenti. Un po’ come se, sentendo ad esempio l’Adeste Fideles a Natale, pensassero che finalmente è Natale”.
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Attualità

Alessandro Cumerlato sul podio degli Special Olympics

Il tennista thienese ha recentemente arricchito il medagliere nazionale ai giochi mondiali estivi che si sono svolti a Berlino.

ha conquistato una medaglia d’argento nel singolo e una di bronzo nel doppio unificato a tennis.

«È una grande soddisfazione per la nostra città – ha commentato il sindaco Michelusi - ad Alessandro vanno le nostre congratulazioni e un grande in bocca al lupo per il suo futuro sportivo».

Il campione, ricevuto in municipio dal sindaco Giampi Michelusi, dall’assessora allo sport Marina Maino assieme alla direttrice Special Olympics di Vicenza Claudia Treviso e alla presidente dell’associazione “I Can” di Breganze Itala Grando,

«Siamo davvero lieti di aver sostenuto la partecipazione di Alessandro a Berlino con l’adesione alla campagna “Adotta un campione” - ha aggiunto l’assessora Maino - . Nello specifico Thiene ha sostenuto il proprio campione con 1.500 euro. Ringrazio tutti quei cittadini che hanno creduto nel nostro tennista e l’associazione Età Serena, sempre presente laddove c’è un appello alla solidarietà. Con la campagna “Adotta un campione” abbiamo voluto esprimere innanzitutto il sostegno morale e l’incoraggiamento di una città che fa il tifo per il proprio campione. Ringra-

zio anche Special Olympics per il prezioso lavoro svolto in quanto lo sport è anche strumento efficace per la ricerca e la conquista dell’autonomia nella vita di tutti i giorni di persone con disabilità intellettiva». «Alessandro Cumerlato ha vissuto un’esperienza non solo sportiva ma anche di socializzazione e di autonomia personale - ha sottolineato Treviso -. Ha affrontato questo viaggio con determinazione e curiosità. Questa è la dimostrazione che lo sport è un grande veicolo di autodeterminazione e di inclusione e che può essere praticato in modi differenti a seconda delle proprie capacità o delle proprie inclinazioni».

I giochi mondiali estivi Special Olympics di Berlino hanno visto la partecipazione di circa settemila atleti provenienti da 190 Nazioni, che si sono confrontati con coraggio per dimostrare il proprio valore e le proprie abilità. ◆

Brillano in Europa le arti taoiste del maestro Cenci

Gli atleti allenati dal maestro Oscar Cenci, alla guida dell’Acsd Kun Lun di Thiene, hanno agguantato diversi podi nel corso della quindicesima edizione della Tai Chi Europa Cup Competition 2023.

La società sportiva Kun Lun di Thiene ancora una volta sulla vetta d’Europa. Allenati dal maestro Oscar Cenci, gli atleti si sono aggiudicati per il settimo anno consecutivo il primo posto al XV Open Tai Chi Europa Cup Competition 2023. La squadra ha gareggiato in tutte le specialità con piazzamenti sul podio in tutte le svariate categorie proposte dalla competizione. «Siamo orgogliosi dello splendido risultato della Kun Lun di Thiene, che si conferma una presenza di eccellenza nel panorama sportivo cittadino e del territorio. Colgo l’occasione per rinnovare l’apprezzamento e la riconoscenza per la disponibilità che da moltissimi anni il m° accorda alle nostre proposte di sport gratuito per la cittadinanza» ha dichiarato il sindaco Michelusi.

«A tutti gli atleti vanno le congratulazioni dell’Amministrazione Comunale – ha aggiunto l’assessora allo sport Marina Maino -. Sono risultati davvero importanti, che si raggiungono solo con grande spirito di sacrificio e un serio ed impegnativo allenamento».

La società è guidata dal maestro Oscar Cenci, allievo diretto di sifu Severino Maistrello, III generazione Style Fu, che da molti anni pratica e diffonde in Città le nobili arti taoiste di lunga vita quali Kung Fu, Tai Chi Chuan, Qi Gong, Yoga Taoista, Bagua e tutte le armi associate a queste discipline.

«La trasmissione dello spirito delle nostre antiche arti interne taoiste avviene attraverso la pratica costante, alimentata dal fuoco sacro della passione sincera qual è l’intenzione, linfa vitale alla base di ogni

gesto tecnico, in un clima sinergico di rispetto e fiducia tra maestro e allievo» è il commento del maestro Cenci che aggiunge: «Ringrazio l’Amministrazione per l’attenzione che ci riserva. Da parte nostra collaboriamo da sempre con entusiasmo a tutte le iniziative sportive lanciate alla cittadinanza dal Comune in una bella sinergia esistente».

Il XV Open Tai Chi Europa Cup Competition 2023 ha visto coinvolte 30 società sportive, circa 300 atleti, avvicendatisi in quasi 700 gare nelle nove ore della manifestazione.

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Cultura

La settima edizione dell’evento “Suoni tra le Malghe Voci delle Bregonze” arriva sulle nostre colline con tre imperdibili appuntamenti.

La rassegna mira ad abbinare i concerti di generi musicali diversi, sempre “en plein air”, a una serie di camminate, di varia durata e difficoltà, tra luoghi molto significativi sotto l’aspetto naturalistico, sostando attorno alle malghe, ma pure in altri siti d’interesse archeologico, storico, artistico e devozionale.

Il primo appuntamento sulle colline delle Bregonze si terrà domenica 3 settembre al Roccolo di località Marola a Carrè/ Chiuppano. Per raggiungere la destinazione si può prendere parte alla passeggiata di circa 1 ora e mezza guidata dai volontari del gruppo Anthracotherium, con partenza alle 14 dal cimitero di Chiuppano in via San Michele, e con possibilità di discesa per “Anello 2” delle Bregonze. Dalle 15 sarà attivo un punto ristoro presso il Roccolo a cura del gruppo giovani Young Square Lab. Alle 16.30 si terrà il concerto del gruppo toscano Casa del Vento (combat folk). In caso di maltempo il concerto si terrà alle ore 17:30 presso la palestra comunale di via Compans a Carrè.

Il secondo appuntamento è in programma domenica 10 settembre alle 13.30 a vil-

Concerti ed escursioni sulle Bregonze

Tre diversi appuntamenti ospitati in altrettanti scenari en plein air a Carrè-Chiuppano, Zugliano e Lugo, regaleranno al pubblico l’occasione di assistere all’incontro tra musica e natura.

la Giusti Suman si terrà il concerto delle CapGirls (pop-rock) ovvero Giulia Filippi e Ilenia Frau, rispettivamente voce e chitarra, batteria e cori. Anche in questo caso è prevista un’escursione con partenza alle 9.30 dal piazzale della villa. In caso di maltempo l’esibizione si terrà alle 20.30 al centro polifunzionale Zagorà.

L’ultimo evento si terrà domenica 17 settembre alle 14 a Lugo, nella frazione di

Tre autori in villa Giusti-Suman

L’antica dimora di Zugliano ospiterà la nona edizione della rassegna dedicata ad alcuni scrittori locali che presenteranno le loro opere ad un pubblico sempre più attento alle offerte librarie del territorio e non solo.

Con il mese di settembre ritorna a Zugliano la rassegna “Autori in villa Giusti”, appuntamento culturale promosso dall’Amministrazione comunale e dalla biblioteca. La kermesse, giunta alla nona edizione, vedrà protagonisti tre autori vicentini

Si parte mercoledì 13 settembre con Silvia Dal Maso che presenterà il suo libro “Detective in blue jeans - Il caso Brandon”. L’opera, un romanzo a metà tra lo stile giallo e quello rosa, racconta le vicende di Emma Lane, intrigante investigatrice sbadata e attraente, che attraverso la sua sensibilità e con l’aiuto di un pizzico di fortuna riesce a scoprire il colpevole risolvendo così un difficile caso di omicidio.

Mercoledì 27 settembre sarà invece la volta di Elena Mantiero e del suo libro “Vuoi volare con me?” che affronta in modo leggero e delicato il tema dell’inclusione e dell’accettazione delle diversità tutte, nella loro preziosa unicità. La serata vedrà la presenza di Matteo Scapin (musica), Pagine in scena (letture), Anna Casasola (Edùco Aps) e Emanuele Zenere (illustrazioni) con le tavole originali che sono state realizzate per il libro.

Infine, mercoledì 20 settembre l’appuntamento conclusivo con Michele Santuliana che proporrà il suo romanzo “Come un temporale”: è l’estate del 1938 e Federico arriva alle terme di Recoaro per la cura con

Santa Maria, che ospiterà l’esibizione di Monica Bassi e Massimo Santacatterina (musica d’autore). Per raggiungere il luogo del concerto è possibile percorrere la vecchia strada militare che sale fino a Marola e poi scende in piazza; ritrovo alle 10 per la passeggiata guidata. In caso di maltempo l’evento si terrò alle 18 nella sala parrocchiale di via Vigne. La partecipazione agli eventi è gratuita. ◆

le acque. Infelice e insicuro, non si attende niente di speciale da una villeggiatura con la nonna e gli zii. Eppure ai piedi dei monti della “Conca di smeraldo”, lo aspetterà un’estate dove incontrerà la storia. Tutti gli appuntamenti avranno inizio alle 20.45 e sono a ingresso libero. ◆

“Caccia al sindaco” il 5 settembre a Breganze

Martedì 5 settembre a Breganze, alle 20.45 nel parco di Villa Laverda, sarà presentato il nuovo romanzo di Stefano Tomasoni, “Caccia al sindaco”, con la presenza e l’intervento anche del sindaco Piera Campana. Il romanzo racconta una rocambolesca vicenda (di fantasia) ambientata in un’immaginaria cittadina delle provincia vicentina, dove si sviluppa una divertente campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco. In caso di maltempo l’incontro si terrà presso la Bibliosala.

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