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ThieneMesePlus Periodico di informazione dell’A lto Vicentino

n. 10 - ottobre 2023

Villa Fabris diventa la casa del Bene Comune - p.6 ◆ Vigili del fuoco in festa per i 110 anni di servizio - p.12

Diletta Busin, stella delle passerelle Cantante per scelta, modella per caso. È la storia professionale di Diletta Busin di Zanè, 24 anni appena compiuti, che dal 2019 si è trasferita a Londra per studiare e lavorare nel mondo della musica e si è ritrovata ad aprire la sfilata di Valentino, rimbalzando con il suo volto espressivo e la sua falcata grintosa su tutti i media internazionali.


[2]◆ ThieneMesePlus Copertina

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Anna Bianchini

na ragazza dall’apparenza dolce Diletta Busin, ma soprattutto decisa e determinata, che ha scelto di assecondare la passione per il canto ereditata da nonno Battista studiando a tutto tondo ciò che serve per diventare una musicista professionista. Una giovane donna moderna, di buona educazione e di buona famiglia, che non ha mai voluto essere mantenuta e ha sempre lavorato, consapevole che per sfondare nel mondo del lavoro serve la gavetta.

Diletta, ci racconti qualche cosa di lei.

Io sono di Zanè, nata a Thiene. Ho 24 anni e mi sono laureata nel 2021 al Icmt triennale di Londra, l’International college of musical theatre. Fin da giovane ho sempre amato il canto e la musica, una passione ereditata probabilmente dal mio nonno paterno Battista Busin, che mi ha insegnato ad avvicinarmi alla musica. Con lui cantavo e mi divertivo molto e ho scoperto non solo che mi piaceva, ma anche che avrei potuto esprimermi in quel settore e che tutto sommato ho una voce che si presta. Quindi finiti gli studi superiori ha scelto la musica.

Ai miei genitori l’ho detto quando avevo già deciso, a fatto compiuto. Per loro è stato un fulmine a ciel sereno, perché venivo dal Liceo Scientifico e avevo manifestato interesse per studiare medicina, in particolare neurologia. Quindi per loro la mia strada era già delineata nel mondo delle scienze. Quando ho detto che avevo scelto Icmt sono rimasti sbalorditi. Sapevano che amo la musica, ma non si aspettavano che l’avrei scelta come professione. Perché ha scelto di andare a Londra?

Mi sono trasferita a Londra per studiare canto e tutto ciò che ruota attorno alla musica: imparare a suonare uno o più strumenti musicali, imparare a registrare, il sound, la performance, lo studio della voce, di come usarla, la vocalità. La musica è sempre stata la mia grande passione. Ma mi ci è voluto del tempo per capire che sarebbe potuta essere un lavoro. E naturalmente per fare un lavoro bisogna prepararsi, esercitarsi, studiare. Per questo ho scelto la scuola a Londra. È un college che ha un approccio molto moderno alla musica, in tutti i suoi aspetti. Ho studiato anche produzione, uno strumento musicale, musica per film e colonne sonore, ho imparato a muovermi negli studi di registrazione, ad

Diletta Busin, stella delle passerelle Cantante per scelta, modella per caso. È la storia professionale di Diletta Busin di Zanè, 24 anni appena compiuti, che dal 2019 si è trasferita a Londra per studiare e lavorare nel mondo della musica e si è ritrovata ad aprire la sfilata di Valentino, rimbalzando con il suo volto espressivo e la sua falcata grintosa su tutti i media internazionali.

usare macchine per il suono che non avevo mai visto.

Nel frattempo ha cantato da qualche parte, si è esibita?

Sì certo. Io canto, lavoro come musicista e questo significa esibirsi per il pubblico. Ma ho anche lavorato all’interno della mia università e occasionalmente lo faccio ancora. Insegno agli studenti più giovani a muoversi negli studi di registrazione, ad

avere un approccio alla parte ‘tecnologica’ del mondo musicale. La musica è la mia occupazione e sto per pubblicare i miei primi progetti importanti. Sono all’inizio del mio percorso professionale in questo ambito, ne sono consapevole. So che la strada è lunga e non è facile, per questo ho voluto creare delle basi solide studiando in una scuola che ritenevo adatta a fornirmi gli strumenti giusti.


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ThieneMesePlus ◆ 3 Oggi lei scrive, produce… Da sola o ha qualcuno?

Ho il mio team. Io faccio la mia musica, la scrivo, la canto, la produco. Ma non sono sola, ho un gruppo che lavora con me. Quando mi esibisco propongo solo inediti, che è la prassi a Londra. Mi capita e mi è capitato di collaborare anche con artisti importanti. Il bello di Londra è nche è un centro che pullula di creatività di ogni genere. Qui c’è spazio per tutti, per quanto di nicchia un artista sia qui riesce a trovare il suo spazio, il suo pubblico, la sua possibilità di vivere di musica. Qui c’è posto per ogni tipo di sperimentazione e gli artisti trovano sempre supporto. Ha mai pensato di tornare in Italia a fare musica?

Mi piacerebbe molto, penso spesso di poter tornare per fare qualche esibizione dal vivo, vorrei scrivere di più in italiano, portare qualche cosa di nuovo. Per il momento non è fattibile, ma per il mio futuro è sicuramente una cosa che valuto.

La sua carriera di cantante e musicista è all’inizio, ma l’abbiamo vista in tv, ne giornali e in tanti video come modella…

È successo per caso. Per qualche tempo avevo mandato dei miei book alle agenzie perché lavorare all’università mi portava via un sacco di tempo e per dedicarmi alla musica avevo bisogno di concentrazione e tempo. Mandavo immagini molto curate, dove indossavo abiti che ritenevo adatti per presentarmi come modella, ma non mi avevano mai presa in considerazione, non si era mai fatto sentire nessuno. A un certo punto sono stata chiamata da una agenzia, ma ero scoraggiata. Ci sono andata pensando che fosse l’ultima occasione che mi concedevo per fare la modella. Mi sono presentata con abiti larghi, senza trucco, con i capelli colorati, mi hanno vista veramente per quello che sono. E mi hanno scelta immediatamente. Appena sono entrata uno

mi ha puntato un dito e ha detto “ti vogliamo con noi, sei favolosa”. E poi cosa è successo?

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Da settembre dello scorso anno hanno cominciato a mandarmi a dei casting. Io non mi immaginavo proprio in passerella, pensavo addirittura di non avere gli standard fisici. Però ci ho provato, a me piace accettare nuove sfide e provare esperienze se ritengo possano rivelarsi interessanti. Ho fatto dei casting a Londra e iniziato a lavorare come modella. Devo dire che è andata molto bene. Subito sono stata confermata per Kane e ho aperto la sfilata. Lì mi hanno vista e il mio nome ha cominciato a girare nel mondo della moda. Quindi hanno cominciato a chiamarmi, tra Milano, Parigi e Londra. Ho lavorato anche per il brand di Kayne West. E poi ha aperto la sfilata di Valentino. Una cosa che le modelle professioniste e già famose sognano…

Mi ha notata Pierpaolo Piccioli, il direttore creativo di Valentino e mi ha detto che sarei stata l’orgoglio italiano. Io non capivo cosa voleva dire. Il mondo della moda è molto complicato e non ci sono sicurezze. Giri il mondo ma è sempre un’avventura perché fino all’ultimo momento non sai se vieni chiamata oppure no.Alle 5 di mattina sono stata chiamata e mi hanno detto che avrei aperto la sfilata di Valentino. È stato casuale e inaspettato, ma non ho avuto tempo per andare in tilt per l’emozione, mi sono subito dovuta concentrare sul lavoro per farlo al meglio. Mi sono impegnata, ho avuto poche ore per prepararmi, per ‘indossare i panni’ di una esperta chiamata a fare una cosa così importante in quel mondo. Penso di averlo fatto bene, il riscontro è stato positivo. Ha altri progetti importanti nel mondo della moda?

Il lavoro di modella per me viene va, non è costante. Ma quando mi capita qualche

lavoro importante, o stimolante, lo prendo. Ho appena girato una campagna per H&M. Una campagna dove devo anche recitare, perché non è solo fotografica, è anche video. Ho conosciuto un contesto nuovo nel settore della moda. In quel set ho visto la grandezza dell’industria, ho avuto a che fare con un team enorme, sono stata veramente impressionata. La grandezza del set, i macchinari importanti, le stanze immense, un sacco di persone, professionisti di gran calibro. Tutto di altissimo livello. Una grande esperienza. Se deve scegliere tra moda e musica, che cosa sceglie? Quale vesti vestirà per il suo futuro?

Io voglio fare la musicista, sono una musicista, ho studiato per questo. La moda è un mondo bello, divertente e privilegiato, ma non sarà il mio futuro. Il mio futuro è a musica. Mia mamma ha avuto un percorso da modella e in questo ho un po’ seguito le sue orme. Però è anche un’appassionata di musica classica e mi ha trasmesso anche questa sua passione. Mio papà invece ama la musica rock. Mio nonno amava la musica a tutto tondo. Io ho messo insieme tutto e ho approfondito tutto. Al momento non mi sento in grado di dire quali sono le mie aspettative per il futuro, penso sia ancora presto. Di sicuro posso dire che voglio concentrarmi al 100% nella musica. La mia carriera al momento la vedo nel contesto delle grandi città, dove ci sono tante opportunità e un mondo variegato. Ma l’Italia rimane la mia casa e nei miei sogni spero sempre di poter tornare e portare un po’ di novità. ◆


[4]◆ ThieneMesePlus Da Riccardo

Attualità

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Anna Bianchini

ono la prima, la seconda o la terza generazione di ristoratori, punto di riferimento per molti palati e professionisti indiscussi, che il loro impegno e la dedizioni negli “affari di cucina” portano avanti una tradizione che oltre alla capacità di stare sui fornelli e lavorare in sala comporta pazienza, dedizione, sacrificio e tanta, tantissima passione. Il covid li ha messi a dura prova, perché ha “falciato” camerieri e cuochi che hanno scelto di dedicarsi a lavori più regolari e ha reso più impegnativi i clienti, che oggi pretendono e a volte giudicano senza sapere.

Tecnica, tempo e tradizione “La professionalità non te la insegna nessuno, o ce l’hai o non ce l’hai”. A parlare è Francesco Dal Santo, titolare del ristorante Opera Terza a Zanè, che gestisce con la moglie Agnese. Una storia importante iniziata con La Valle dei Mulini a Lusiana, passando per Villa Bassi a Zugliano. “Cuoco per professione, ristoratore per scelta. Per descrivere questo lavoro ho le mie tre T: tecnica, tempo e tradizione”. Tecnica perché è fondamentale avere la propria, tempo perché questa professione ne richiede tantissimo che si spende anche nella ricerca e tradizione perchè io scelgo la cucina tradizionale”. Quando non esisteva ancora la cucina innovativa, Francesco e Agnese l’hanno portata nel vicentino, consapevoli che anche l’occhio vuole la sua parte. Una scelta che ha fatto da apripista e che ha dato i suoi frutti, portandoli a primeggiare e ad entrare nelle liste top. “La cucina di 40 anni fa non è quella di oggi, ci sono forni e cotture diverse, mode nuove, un mercato che è radicalmente cambiato – spiega Dal Santo – Oggi c’è l’eco dei media, una volta c’era solo il passaparola. Il mio ristorante è fortemente radicato nella tradizione, che però viene elaborata e presentata in modo innovativo”. La moglie Agnese sempre al fianco: “Per me fondamentale che lavori con me. È la mia spalla, la mia condivisione su tutti i fronti. Non è sempre stato facile, bisogna trovare la propria dimensione e i propri spazi, sei sempre insieme. Per noi è normale lavorare nei giorni di festa e ora che i figli sono cresciuti ci pesa anche meno. Non abbiamo mai avuto ripensamenti o pentimenti e anche se a volte ci sono state difficoltà non ho mai pensato di cambiare

Ristoratori di successo Problemi e gioie di un affare di famiglia Una piccola indagine nell’Alto vicentino alla ricerca di chi ha fatto della cucina la propria ragione di vita. Un mestiere, quello del ristoratore, negli ultimi anni messo a dura prova prima dalla pandemia e poi dal vertiginoso aumento dei prezzi delle materie prime. Ma loro resistono, per se stessi, per la propria famiglia e per i clienti.

lavoro”. Cosa che invece con il covid hanno fatto molti cuochi e camerieri, che hanno scelto lavori meno “impegnativi” la sera e nei giorni di festa. Con il covid Dal Santo ha infatti aggiunto una quarta T: la tenacia. “Pensavamo durasse poco. Poi ci siamo dati da fare con il delivery di qualità, un menù studiato per regioni. Il delivery è stato un impegno, dalle foto al packaging, agli abbinamenti, tutto è stato una nuova sfida”. E dopo il covid, la sfida nel trovare personale.

Covid e aumento dei prezzi delle materie prime Come Dal Santo la pensa Laura Villani, titolare con il marito Carlo Cattaneo del ristorante pizzeria Al Barcon: “Per lavorare in cucina o in sala bisogna essere preparati. Capita che i ragazzi che arrivano in cucina pensano di trovare un lavoro che vedono in tv, ma la realtà è completamente diversa. A volte i giovani non si danno il tempo di imparare perché vogliono tutto in fretta e le scuole non sempre formano a sufficienza, per quanto servano”. “Noi abbiamo la fortuna di avere un ottimo team”, spiega Laura Villani affiancata dal-

la figlia Sara, appena 27enne, ma una vera ‘macchina da lavoro’. Laura ha rinunciato alla sua carriera nel mondo della danza per stare con il marito: “La famiglia viene prima di tutto e questo lavoro ha tempi e orari particolari. I nostri figli hanno sempre lavorato qui e lo faranno anche in futuro. Hanno fatto grandi rinunce, ma riteniamo che i giovani vadano inseriti presto nel mondo del lavoro. Soprattutto questo, che richiede preparazione”. Un lavoro difficile in tanti sensi, che la pandemia ha sia rafforzato che messo alla prova. “Dopo il covid abbiamo riaperto e si lavora tanto perché la gente ha voglia di socialità – spiegano Laura e Sara – Ma l’aumento dei prezzi ha un po’ sballato il mercato e tanti che lavoravano in questo settore, una volta sperimentata la ‘libertà’ di altri impieghi non sono più tornati indietro. Ho anche notato che il post pandemia ha visto andare avanti soprattutto le realtà famigliari, chi è proprietario dei locali, chi ha nella sua attività il centro della sua vita insomma. Per gli altri è stato molto più difficile”. Il problema della carenza di personale ha investito il mondo della ristorazione: “Formare una persona è costoso e impegnativo,


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ThieneMesePlus ◆ 5 questo lavoro richiede preparazione – sottolinea Villani – Molti lo considerano un lavoro di passaggio, ma in questo caso allora non si può pretendere di essere pagati come professionisti. Sono rimasta basita quando a Sky Tg 24 parlavano di 50mila posti di lavoro che non richiedono preparazione e si riferivano al nostro lavoro. La preparazione serve eccome. Questo è un lavoro difficile se lo si fa bene, serve pazienza, professionalità, dedizione, non si improvvisa”.

La difficoltà di reperire personale Della stessa opinione Annalisa Zocca Giaretta, moglie di Riccardo del ristorante Da Riccardo a Carrè, attività oggi portata avanti dalla figlia Martina con il marito Luca, che per aiutare la moglie ha lasciato la sua professione. “Per 40 anni ho affiancato mio marito e ho visto questo mondo cambiare – dice la ristoratrice – Dopo il covid trovare personale è diventato difficilissimo. Se prima cuochi e camerieri vivevano la loro professione con soddisfazione, la pandemia li ha allontanati, facendo loro prediligere impieghi più regolari che garantissero tempo libero e ferie. Il lockdown e il covid hanno cambiato la mentalità delle persone in tutti

i sensi però, anche i clienti, che dopo la pandemia hanno riscoperto la voglia di uscire e incontrarsi, sono diventati più esigenti”. Difficile essere ristoratori, anche perché il tempo all’interno della cucina e del locale non è il solo tempo che si dedica al lavoro. “C’è la scelta delle materie prime, lo studio del menù che noi cambiamo ogni 4 mesi, c’è l’approccio all’innovazione”, spiega Dal Santo di Opera Terza, sottolineando che la cosa che predilige del suo lavoro è vedere i clienti uscire soddisfatti. Secondo Zocca Giaretta “La famiglia è fondamentale in questo lavoro, ma non è da meno il team, che spesso si comporta come una famiglia e garantisce sostegno e continuità. Questo lavoro ha tempi molto lunghi perché ha anche implicazioni importanti di tipo burocratico, richiede continui aggiornamenti, che non inizia e finisce all’intero del ristorante ma continua al di fuori”. Per non parlare della leggerezza con la quale molti clienti giudicano attraverso le pagine social ed emettono sentenze quando piatti o servizio non sono stati di loro gradimento. Spesso senza avere nessuna competenza né di cucina né di lavoro in sala. Tutti d’accordo nel sostenere che i commenti via social dovrebbero essere fatti da chi ne capisce qualcosa.

Attualità

Al Barcon

A riassumere il concetto è Villani: “Le recensioni non devono per forza essere positive, quelle negative, se hanno fine costruttivo, le accettiamo senza problemi. Ma devono essere fatte da gente del mestiere, riservate a chi ne capisce, non possono essere uno sfogo personale. Siamo professionisti e come tali dobbiamo essere giudicati, anche perché solo chi è del mestiere ne conosce problemi e sfumature, il pubblico, giustamente, vede solo la parte divertente del ristorante, quella ciòè che racconta di piacevoli serate in compagnia a chiacchierare e mangiare bene”. ◆


[6]◆ ThieneMesePlus Attualità Engim Thiene, cooperativa Samarcanda e Alda + saranno gli attori che dal primo gennaio 2024, e per 6 anni, avranno in gestiore la struttura del centro di Thiene

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Omar Dal Maso

ngim Thiene, Alda + e Samarcanda, realtà del territorio che operano nel sociale, nell’inclusività concreta e nella formazione professionale, sono le tre “anime” che per i prossimi sei anni renderanno la storica dimora di via Trieste un centro aggregatore e di promozione di un ventaglio ampio di attività, come spiegato nella conferenza stampa di presentazione e di “avvio dei lavori” preliminari rispetto all’apertura vera e propria all’indomani del “San Silvestro”. Inclusività e innovazione le vie maestre parallele da seguire per il nuovo corso, aperto a proposte e soluzioni per arricchire il già denso piano predisposto da Engim e “soci”, che fa capo fila del terzetto riunito per l’occasione in vesti formali in un’Ati, vale a dire un’Associazione Temporanea d’Impresa. Altri ingredienti? Coworking, promozione turistica (ci sarà anche un B&B all’interno con i ragazzi del Sanga Bar), intrattenimento e rassegne d’arte e artigianato a vocazione locale, regionale e internazionale e a seconda degli eventi in programma. A distanza di oltre 35 anni dall’acquisizione da parte del Comune, dopo essere stata dimora privata della famiglia Chilesotti pri-

Villa Fabris diventa la casa del Bene Comune Villa Fabris e le sue pertinenze diventano “Bene Comune” nel cuore di Thiene. È questo il nome scelto dalle tre associazioni che hanno partecipato al bando di gestione per il progetto approvato di recente e che, dal 1 gennaio 2024, consegnerà le chiavi della storica dimora cittadina di proprietà comunale ad un gruppo di enti.

ma e della famiglia Fabris poi (fino al 1984, tre anni dopo il passaggio definitivo di proprietà) la struttura che sorge tra il centro e il “Bosco” di Thiene in tempi recenti aveva ospitato il Centro Europeo per i Mestieri del Patrimonio e la Scuola Internazionale di Restauro. Dopo il “patto di gestione” sottoscritto tra Engim, Alda + e Samarcanda e la partecipazione al bando si scaldano i motori in vista della nuova avventura, con già pronto (e attivo per candidarsi per spazi comuni e proposte) ancor prima del varo ufficiale un portale web: www.villafabris.com. Per il sindaco di Thiene Giampi Michelusi “si apre una nuova epoca, ricca di storia e valori da custodire nel tempo e affidata ad associazioni importanti del nostro territorio. Gli attori che scendono in campo sono di comprovata professionalità

e serietà - ha assicurato - e attendiamo ricadute e benefici per la città da questa sfida che vede impegnate tante persone”. “Una sfida sicuramente impegnativa ma che abbiamo voluto cogliere - aggiunge Marta Rigo, coordinatrice di Engim Thiene -, un progetto complesso che ha richiesto di mettere insieme competenze e peculiarità diverse, in funzione del ‘Bene Comune’, da cui prende il nome il progetto”.Tra le novità, oltre al sito appena affidato al mare magnum virtuale, lo spazio dedicato alle professioni del restauro qui nel segno della continuità, il laboratorio artigianale “Abilmente”, il Bed & Breakfast inclusivo, gli Atelier Digitali, le mostre-evento e altre idee che potranno essere proposte “già da ieri” attraverso il portale nella sezione dedicata. Anche il bar del giardino di Villa Fabris cambierà gestione, tamite concoso. “Manifattura, creatività e digitale - così Mattia Oro per Samarcanda -, questi saranno alcuni ambiti sui quali ci impegniamo a fornire un accesso agevolato a strumenti e conoscenze utili a chi ne ha bisogno, con particolare attenzioni a disoccupati, ai giovani e alle donne”. Una convergenza di intenti che si traduce insomma in un vortice di idee e opportunità. “La volontà condivisa da tutti - ha spiegato Marco Boaria di Alda + - consiste nel rendere Villa Fabris non un contenitore ma un canale interattivo per coinvolgere il territorio”.A confermarlo Roberto D’Amato, incaricato di fare da coordinatore di “Villa Fabris Bene Comune”, proveniente dal mondo Engim: “faremo in modo che chiunque desideri frequentare e vivere gli spazi della Villa non sia solo un inquilino, ma un partner”. ◆



[8]◆ ThieneMesePlus Attualità

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a musicoterapia è una metodologia che si basa sulle scienze che, utilizzando il linguaggio musicale con finalità terapeutiche, crea interazioni e relazioni di tipo prevalentemente emozionale e simbolico, tra il musicoterapeuta ed il paziente. Musicoterapia per alleggerire la fatica mentale, stimolando le emozioni e la memoria e migliorando la creatività. Ma per farlo si deve essere preparati. Il Centro Studi Musicoterapia Alto Vicentino è un ente formativo nato nel 2006, all’interno delle attività dell’Istituto Musicale Veneto Città di Thiene, con lo scopo di promuovere, divulgare e approfondire il complesso rapporto tra la dimensione umana-relazionale e quella sonora in tutte le sue accezioni. Il Centro Studi organizza svariate attività, seminari tematici, congressi, pubblicazioni e soprattutto vanta al suo interno una Scuola triennale di formazione in musicoterapia che si avvale di una rete di convenzioni didattiche per lo svolgimento del tirocinio formativo. Una realtà consolidata e riconosciuta in ambito regionale e non solo, orientata anche ad un approccio di tipo socio-sanitario, percorso che si potrà perseguire scegliendo tra il curriculum didattico e quello clinico. La scuola di Musicoterapia si inserisce in una realtà fortemente consolidata e agganciata al territorio locale con l’Istituto Musicale Veneto Città di Thiene, scuola musicale con 50 anni di storia e sostenuta dal Comune. La musicoterapia, che deve essere effettuata da un musicoterapeuta qualificato, utilizza la musica o il suono come strumento di comunicazione non verbale per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico in caso di condizioni patologiche. Cinque sono i principi base che delineano i confini della musicoterapia: il paziente deve esserne parte attiva, ci deve essere rapporto di fiducia tra paziente e mu-

La musicoterapia come professione: a Thiene si può L’Istituto Musicale Veneto Città di Thiene propone dal 2006 percorsi formativi triennali per insegnare alle persone ad usare la musica, i suoni e le sue componenti per aiutare le persone a esprimere le proprie emozioni.

sicoterapeuta in un rapporto che prevede anche scambio di proposte, la tecnica deve essere personalizzata volta per volta, grazie al suono paziente e musicoterapeuta stabiliscono un legame, si deve stimolare e sviluppare la resilienza. Il paziente, quindi, attraverso il lavoro e la collaborazione del musicoterapeuta, elabora ed esprime le proprie emozioni. Diverse possono essere le persone che hanno necessità di approccio alla musicoterapia: dalla persona autistica a chi ha subito un trauma, da chi ha difficoltà di comunicare a che ha ‘chiusure’ di tipo patologico. La formazione del musicoterapeuta è fondamentale non solo per la pratica della disciplina e l’aiuto al paziente, ma anche perché il professionista deve saper prestare attenzione e non sovrapporre il suo lavoro a quello di altre figure professionali, in modo da non interferire con altri sistemi di cura, in particolare con la psicoterapia. Il Centro Studi Musicoterapia Alto Vicentino collabora anche con professionisti che operano in realtà consolidate all’estero, come ad esempio la Middlesex University di Londra, nel regno Unito. Proprio nel

complesso di studi inglese, dove lavora Anthony Mangiacotti, che di recente ha presenziato ad un incontro con l’Istituto Musicale Veneto Città di Thiene nell’open day riferito alla musicoterapia, i professionisti studiano il declino cognitivo delle persone anziane e dei residenti nelle case di riposo ed eventuali cure che possono essere messe in campo con la musicoterapia. “Oggi le persone vivono più a lungo è probabile che più persone soffrano di un declino cognitivo, ad esempio sperimentando difficoltà di attenzione e di memoria – sottolinea Fabia Franco, che dirige la ricerca alla Middlesex University con Mangiacotti – È quindi essenziale che i ricercatori studino come gli individui possano mantenere buoni livelli di funzione cognitiva più a lungo ed evitare danni”. Il coordinatore didattico del Centro Studi Musicoterapia Altovicentino Manuela Guadagnini è psicologa specializzata in musicoterapia e musicista, il direttore scientifico Mario Degli Stefani è psichiatra, psicoterapeuta e suonatore ed è referente del Gruppo Musicoterapia in Psichiatria. ◆ [A.B.]





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cchio che le 110 “candeline” sulla torta non emanino troppo fumo, altrimenti si rischia davvero di far scattare l’allarme antincendio. Con “soccorsi”, in tal caso, per così dire a km zero visto che a festeggiare il 110° compleanno, a metà ottobre, sono stati proprio i pompieri di Thiene o, per meglio definirli secondo i tempi moderni, i vigili del fuoco (volontari qui) del distaccamento di Thiene. Pompieri “distaccati” ma uniti più che mai in occasione di una mattinata dedicata alle celebrazioni che hanno portato, nella sede di Rozzampia (magazzino mezzi in dotazione e uffici oltre che base di partenza delle squadre del 115 qui dislocate) qualche centinaio di persone. Tra operatori in servizio - sono 32 i componenti attuali del contingente tra uomini e donne, come detto tutti volontari del 115 -, autorità amministrative locali e della politica e semplici cittadini che si sono goduti le esercitazioni dimostrative e hanno applaudito ai discorsi di rito. Con tanto di “regalo” svelato nell’occasione, prima coperto dal tricolore, un nuovo modello di pick-up Ford che entra dunque nel parco mezzi della caserma thienese che si trova in via dell’Aeroporto, vicino appunto alla pista del “Ferrarin”. La sede di Thiene fa parte della rete di avamposti di vigili del fuoco del Comando provinciale di Vicenza. Caposquadra è Alessandro Benetti, al servizio di 14 ben Comuni dell’Altovicentino. Dal lontano 1913, quindi oltre un secolo e una decade fa, è documentata ufficialmente la presenza dei “pompieri” in città, in ogni epoca chiamati con appellativi magari diversi ma sempre affidabili e fedeli ai loro compiti: vanno dalla prevenzione degli incendi alla formazione del personale, l’informazione nelle scuole, il salvataggio animali, le azioni di pubblica sicurezza in generale e, ov-

Vigili del fuoco in festa per i 110 anni di servizio Dal “Pompieropoli” per i più piccoli in villa Fabris alle celebrazioni ufficiali a Rozzampia: il Distaccamento volontario dei vigili del fuoco ha celebrato la sua storia circondato dall’affetto e dalla stima della comunità dell’Alto vicentino.

viamente, l’intervento qualificato in caso di emergenze di ogni tipo. Dal 1913, dai primi pompieri ai vigili del fuoco, chi ha indossato qui elmetto e divisa ha operato attivamente facendm fronte alle calamità nazionali, tra cui i bombardamenti in Veneto durante il secondo conflitto mondiale, il disastro del Vajont, il terremoto in Friuli, il disastro di Stava, il terremoto in Abruzzo e quello in Emilia Romagna, e la grande alluvione di Vicenza e Caldogno del 2010. Il comandante provinciale, dei Vigili del fuoco di Vicenza, Andrea Gattuso, ha sottolineato l’importante contributo del distaccamento per le operazioni a carattere tecnico e di urgen-

za non solo nel bacino territoriale intorno, ma dove serve all’occorrenza in provincia di Vicenza. “Tutto questo - spiega il comandante berico del 115 - grazie a una formazione di base che consente di accedere all’operatività e successivi percorsi specialistici, l’addestramento mensile e l’esperienza maturata sul campo con i tanti interventi di soccorso effettuati sono una importante componente del dispositivo di soccorso”. Ad applaudire la cerimonia dell’alzabandiera e gli altri eventi della mattinaa, tra gli altri, il Prefetto di Vicenza Salvatore Caccamo e il presidente della Provincia Andrea Nardin. Sempre a Thiene, stavolta nel giardino di Villa Fabris ancora prima a fine settembre, si era svolta la rassegna “Pompieropoli”, dedicata ai più piccoli, affascinati nel vedere all’opera i vigili del fuoco adulti e pronti cimentarsi in prima persona in percorsi (di gioco) a seconda delle età. “Fare il pompiere è un gioco da ragazzi” il motto della giornata, arricchita dall’esposizione dei mezzi di soccorso in dotazione al 115, dalle autocisterne alle autogru, passando per i fuoristrada e vetture di rappresentanza. ◆ [O.D.M.]



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ono partiti il 23 settembre dalla loro casa di Dueville Giuseppe e Orsolina Rizzotto per ricordare la nipote Chiara, scomparsa a soli 21 anni, e dopo aver percorso in sella alle loro biciclette 2.500 chilometri lungo tutta l’Italia attraverso le sedi di undici Banche degli Occhi, il 18 ottobre hanno completato il giro facendo tappa a Mestre, alla Fondazione Banca degli Occhi del Veneto. Lì Chiara Munaro aveva donato le sue cornee, affinchè qualcun altro, dopo la sua morte, potesse continuare a vedere. Sensibilizzare all’importanza del dono è stato lo scopo del giro dello Stivale “In viaggio con gli occhi di Chiara”. Chiara Munaro era di Creazzo, amava la vita e amava viaggiare. A 18 anni la scoperta di una malattia oncologica e quindi la decisione di donare tutto ciò che le era possibile. Dopo la sua morte, i genitori Michela Rizzotto e Leonardo Munaro hanno dato vita al progetto “In viaggio con gli occhi di Chiara”, una sorta di impegno a godere la vita e le bellezze che offre anche per coloro che non possono più farlo: quando si viaggia e ci si ferma davanti ad un bel posto, bisogna vivere quel momento pensando anche a Chiara, e a tutte le persone che per motivi di salute non possono più vivere momenti di gioia, non possono vedere il bello che stiamo vedendo noi. Quindi ci si scatta una foto e la si condivide sulla pagina CiaoChiara, magari

Il giro d’Italia in bici per ricordare Chiara Munaro L’impresa di un gruppo di cicloviaggiatori che hanno percorso 2.500 chilometri per promuovere la donazione e celebrare la vita di una giovane ragazza che con il suo gesto d’amore ha regalato la vista ad un altra persona. indossando la maglietta “In viaggio con gli occhi di Chiara”. Mercoledì 18 ottobre la tappa finale del tour delle Banche degli Occhi, con l’arrivo della famiglia Munaro-Rizzotto al Padiglione Rama di Mestre, accompagnata per 35 chilometri da 30 cicloviaggiatori e volontari, e accolta dai dipendenti della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, da Aido Veneto, dalle autorità cittadine e sanitarie e dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin.

Il viaggio partito dal vicentino ha attraversato Monza, Pavia, Torino, Genova, Lucca, Napoli, Roma, l’Aquila, Fabriano, Bologna e infine Mestre. In ogni tratto di strada è stato lanciato un messaggio per coinvolgere un territorio, in ogni tappa c’è stato un incontro personale con medici, infermieri, operatori delle banche degli occhi, oculisti e volontari. Un viaggio che, per la famiglia, si conclude sempre con una nuova ripartenza, il cui motto è “Donare, ripartire, rinascere”. ◆ [A.B.]

Al via la raccolta fondi “Uno scontrino per il paese” Fino all’8 gennaio i cittadini che faranno acquisti nei negozi di Marano contribuiranno a scegliere e a sostenere un progetto da realizzare per il bene della comunità. L’originale iniziativa è promossa dal nuovo Distretto del commercio.

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negozi di vicinato di Marano promuovono un crowdfunding di prossimità a sostegno di tre progetti locali. L’iniziativa, che rientra nel percorso del nuovo Distretto del commercio di Marano, coinvolge direttamente i cittadini che sono invitati a fare acquisti in paese, esprimendo la loro preferenza tra tre interventi a beneficio della comunità. Il progetto che raccoglierà più voti verrà realizzato grazie al contributo delle attività economiche e dell’amministrazione comunale. I tre progetti in “gara” toccano

diversi temi. Si va dall’installazione di una “giostra” in uno dei parchi gioco comunali, alla piantumazione di nuovi alberi sino all’installazione di un pannello a messaggio variabile per la promozione delle iniziative e delle manifestazioni in programma a Marano I clienti potranno esprimere la loro preferenza fino all’8 gennaio per ogni acquisto effettuato presso una o più delle oltre 25 attività economiche che hanno aderito all’iniziativa, e che hanno dato un contributo economico per l’effettiva realizzazio-

ne del progetto vincitore. Un gesto importante quello degli operatori economici che, unitamente al Comune mira a valorizzare il commercio di vicinato promuovendo un circolo virtuoso tra negozi,Amministrazione e comunità locale. ◆



[16]◆ ThieneMesePlus Attualità

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hiene ha aderito al concorso “Peaceful Towns – Città per la Pace” promosso ogni anno dall’organizzazione Mayors for Peace e dedicato ai ragazzi dai 6 ai 15 anni. L’intento è quello di promuovere un messaggio di pace e di solidarietà fra le Nazioni e portare le giovani generazioni a riflettere sull’importanza della Pace e della convivenza pacifica. Dato il successo della scorsa edizione, che ha visto la premiazione di una delle opere inviate da Thiene con il secondo premio per la categoria 6-10 anni, già al termine dello scorso anno scolastico il Comune ha invitato gli studenti e le studentesse delle classi delle scuole primarie, secondarie di I grado e del biennio superiore, a partecipare al concorso. La partecipazione si concretizza con la realizzazione di un disegno che diffonda un messaggio di Pace, in tutte le sue sfumature. In risposta all’invito rivolto dal Comune alle scuole sono giunti 25 disegni. Per scegliere le opere che parteciperanno al concorso è stata organizzata un’esposizione online sul sito www.comune.thiene. vi.it. Le cinque opere che riceveranno il maggior numero di voti saranno inviate a Hiroshima entro il 31 ottobre. Fra tutte le opere partecipanti l’organizzazione Mayors for Peace sceglierà quella che, vincitrice del

Nei disegni degli studenti un invito alla pace Il Comune di Thiene ha aderito al progetto del concorso artistico internazionale “Peaceful Towns - Città per la Pace”, e ha invitato gli istituti scolastici a partecipare. Ora la cittadinanza è chiamata a votare i cinque disegni migliori che verranno poi inviati a Hiroshima. concorso, sarà utilizzata per promuovere la campagna sull’importanza dell’educazione alla Pace durante gli eventi istituzionali organizzati nel corso dell’anno 2024. Altri disegni saranno selezionati per premi e menzioni speciali. L’annuncio dei risultati è previsto per la fine di dicembre. «Si tratta di un’iniziativa che porta i giovani a pensare ed immaginare il mondo fuori dai confini locali - spiega l’assessora Marina Maino - a capire come il tema della pace

non sia sentito solamente all’interno della propria classe o del Paese che abitano, ma appartenga a tutti i ragazzi e le ragazze del mondo. Immaginare che il proprio disegno concorrerà insieme a quello di partecipanti provenienti dalla Nuova Zelanda oppure dal Canada o da altre Nazioni sviluppa sicuramente in loro un senso di vicinanza e di condivisione con i loro coetanei che li aiuterà, nel futuro, ad affrontare il mondo con maggiore fiducia e speranza».◆

Un parcheggio all’ex Titanus a servizio del centro città Grazie ad un accordo pubblico–privato, Thiene può contare su una nuova area di sosta di mille metri quadri capace di ospitare una quarantina di veicoli. Uno sfogo utile alle vicine scuole ma anche a chi si reca in centro per lo shopping.

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na nuova area di sosta è stata ricavata nel terreno dell’ex opificio di via Vittorio Veneto, a servizio delle molteplici attività dislocate nel quadrante compreso tra le vie Vittorio Veneto, IV Novembre, Carlo del Prete e Munari. Qui infatti, oltre alle elementari Salcerle che si sono trasferite temporaneamente, si trovano le medie Bassani, la sede staccata dell’Itet Ceccato, l’Istituto musicale, l’auditorium Fonato e, entro fine anno, i nuovi ambulatori dei medici di base. Un via vai di persone che ora po’ contare su un nuovo parcheggio sterrato di circa mille metri quadri

e che può ospitare circa una quarantina di auto. L’area è nelle disponibilità del Comune grazie ad accordo siglato con l’attuale proprietà dall’Amministrazione. «Il trasferimento delle Scalcerle - dichiara il sindaco Giampi Michelusi – ci ha richiesto anche di ripensare alla viabilità, con particolare riguardo alle esigenze di parcheggio e di sosta nella zona di via Carlo Del Prete. La soluzione che abbiamo realizzato ha permesso di iniziare con tranquillità l’anno scolastico a tutti coloro che devono raggiungere in auto le scuole e non solo, visto che essendo l’accesso libero i po-

sti auto sono fruibili anche da chi si reca in centro per lo shopping». La destinazione a parcheggio di questa superficie è migliorativa anche sotto un altro profilo, di grande importanza. «Con la sistemazione dell’area e la sua frequentazione – prosegue Michelusi – riusciamo anche ad avere un maggior controllo della zona che diventa aperta alla visuale dei passanti. Anche questo è un deterrente e una misura di prevenzione per l’ordine e la sicurezza pubblica». ◆



[18]◆ ThieneMesePlus Sport

“M

Omar Dal Maso

ezza vita” da mediano, l’altra metà da mister, ovviamente solo quando si parla di calcio. E di Mauro Zironelli, vicentino classe 1970 che forse è stato l’ultimo talento genuino del pallone espresso nell’Altovicentino quando si parla di serie A e calcio internazionale. Certo non sono mancati - vedi i fratelli Luca e Nicola Rigoni, di Cogollo o Marco Cunico, di Zugliano, capitano in B al Portogruaro dei miracoli - e non mancano - Michele Cavion oggi pilastro del LR Vicenza con gettoni fin qui in serie B - i calciatori professionisti provenienti dalla provincia-patria di Roby Baggio (Caldogno), ma proprio “Ziro” da una trentina d’anni a questa parte è l’unico ad aver vestito l’azzurro da Thiene in su - dove è nato -, ed aver messo piede in campo nelle coppe europee. “Dispiace un po’ - ammette Mauro - in effetti dai tempi miei e di Claudio Clementi e Giorgio Sterchele non si ripete un periodo così. Forse non viene curato abbastanza il nostro territorio”. Originario di Piovene Rocchette, vive da tempo ormai a Zanè con la moglie Luciana Sella e due figli già grandi. Dopo aver indossato la gloriosa maglia biancorossa del Vicenza che lo lanciò da giovanissimo in serie C1 ha vestito i colori di Fiorentina, Chievo, Pescara e Venezia in serie A, e altre in B prima di concludere la carriera agonistica a 35 anni nelle serie minori a due passi da casa, a Thiene e Montecchio. Di ruolo centrocampista, è stato uno degli ultimi mediani coriacei col piglio dell’incursore, come dimostrano le 25 reti realizzati tra i big. Quelli che ricordi sempre con più gioia? “Il mio gol all’esordio in Nazionale U21 ci racconta - a Reggio Calabria contro l’Olanda nelle qualificazioni agli Europei. Lo

Mauro Zironelli, l’ultimo azzurro made in Thiene L’ex calciatore altovicentino, classe ‘70, è stato l’ultimo calciatore della zona a raggiungere i palcoscenici internazionali. Dopo la gloriosa maglia del Vicenza, ha indossato i colori di Fiorentina, Chievo, Pescara e Venezia, concludendo poi la carriera agonistica a Thiene e Montecchio. Oggi è allenatore di calcio e promotore nel padel.

segnai a un certo Van Der Sar, che poi diventò portiere della Juve”. Già, la Juventus, una tappa storica non solo per lui, ma anche per la società bianconera: “Sono stato il primo allenatore - spiega - della seconda squadra della Juventus, l’Under 23, nella stagione 2018-2019. Ricordo che mi chiamò Fabio Paratici, allora diesse del club, e credevo fosse uno scherzo, tanto che misi giù il telefono. Ero reduce da una parentesi negativa, dopo che il Bari in serie B non si iscrisse al campionato per problemi finanziari. Stavo rientrando in treno a casa dopo la notizia. Poi ovviamente lo richiamai, quando seppi che già quando ero a Mestre la Juventus mi seguiva”. In Laguna, insomma, “Ziro” ha lasciato il segno sia come calciatore a Venezia (quattro annate, la terza con promozione in serie A) che come tecnico a Mestre (serie D vinta e salto in Lega Pro). In panchina per lui anche le esperienze all’Altovicentino (2° posto in serie D dietro al Parma). Fan sfegatato degli U2, chiese al presidente mestrino un permesso speciale per partecipare a un concerto a Roma della band. Concesso sì, ma solo per il campionato appena vinto. Un passo indietro, da calciatore, tre gravi infortuni patiti nella prima parte di carriera. Qualcuno lo chiamava Robocop e Zirocop, sulla scia del film cult di quei tempi. Ti chiedi mai dove saresti potuto arrivare

senza questi “tackle” del destino? “Ho esordito in serie A a 19 anni, alla Fiorentina, dopo già due crociati e un menisco saltati. A quei tempi le operazioni non erano come oggi, ma sono sempre riuscito a riprendere. Nonostante gli infortuni non mi lamento, sono riuscito a portare a casa grandi soddisfazioni. Hanno inciso però sulla velocità di corsa: a inizio carriera giocavo in fascia, poi come mezzala e infine da mediano”. Da calciatore ha giocato a fianco di campioni come Roberto Baggio (per un anno, sempre in viola), Gabriel Batistuta, Carlo Dunga,Alvaro Recoba al Venezia e tanti altri (Stefano Pioli mister del Milan e Massimo Allegri della Juventus) e in tema di allenatori ha avuto come allenatori Claudio Ranieri, Nevio Scala (al Vicenza nelle giovanili), Alberto Malesani e Cesare Maldini in Under 21. E qualche giovanotto di talento lo ha lanciato anche lui, una volta passato alla panchina, pronto a ritrovarla alla prossima chiamata dopo l’esperienza più recente, alla Luparense, conclusa a giugno. E intanto, c’è il padel, qui in vesti di pioniere. “Ho aperto a gennaio del 2022 un centro padel a Schio, il primo in Altovicentino. Durante la pandemia, quando allenavo nelle Marche, ho visti i campi frequentatissimi e ho coinvolto degli amici che sono diventati miei soci in quest’avventura. Oggi abbiamo 500 tesserati, è qualcosa di incredibile”. ◆



[20]◆ ThieneMesePlus Sport Autunno in Coppa e poi inverno in campionato. È iniziata in realtà a fine estate la nuova stagione dell’Hockey Montecchio Precalcino, che qualcuno definisce di “ripartenza” dopo che, nell’annata “storica” 2022/2023 il club di hockey su pista di casa al PalaVaccari ha fatto assaggiare ai propri tifosi il “gran ballo” delle big di serie A1. Smaltito il rammarico per la retrocessione nel debutto da matricola, concluso con la Poule Salvezza dove è sfuggito il “salvagente”, la società e la squadra biancoverdi non si sono perse affatto d’animo, tornando subito intorno al tavolo e dentro la pista per programmare il futuro. Che, come d’abitudine da queste parti e in altri avamposti vicentini dell’hockey, posa le sue fondamenta sul vivaio di giovani rollers e ragazzi che pattinano e soprattutto “spingono” per arrivare in prima squadra. Sarà serie A2, in questo 2023/2024, categoria dove l’HMP è una “costante” se così si può definire, con organico rinnovato e con qualche sorpresa. Redini del gioco affidate al tecnico Ivano Zanfi, allenatore esperto, e team che da poche settimane ha dato il via alle prime partite ufficiali in Coppa Italia, in vista di gennaio 2024, mese in cui sarà dato il via ufficiale al campionato. Salutati i bomber internazionali Vega e Posito (56 reti in coppia che non sono bastate per garantire la permanenza tra le “grandi”) e altre pedine che hanno lottato per i colori biancoverdi, si riparte dal blocco che ha composto la seconda squadra (la formazione “B”) e si fa tesoro anche degli innesti a “km zero”. Infine, è arrivata anche la ciliegina di Franco Giuliani, il veterano argentino di San Juan che ha deciso di rimettersi in gioco in Italia dopo un periodo di inattività. Stagione di “palline al centro” iniziata al 15 di ottobre subito con il derby dell’Astico contro i vicini di pista dell’Hockey Sandrigo, per la serie A2 Hockey Montecchio Precalcino, inserito tra le 10 al via nel girone A. Un gruppone composto per metà da quintetti vicentini (Thiene, Breganze “B”, Sandrigo “B” e Roller Bassano le altre).

Dopo l’A1 l’Hockey Montecchio Precalcino riparte dai giovani Trascorsa la prima storica stagione nella massima serie italiana, il club biancoverde non si perde d’animo e torna in pista con le promesse dell’A2 per programmare il futuro.

Esordio nel giorno dell’Epifania, il 6 gennaio, a Correggio. Poi sarà subito la volta di un altro derby di vicinato all’esordio casalingo al PalaVaccari, con ospiti i gialloblu dell’Hockey Thiene, da sempre una sfida con tanti ex “incrociati”. Dopo 18 giornate, anzi serate - si gioca al sabato sera di norma, alle 18 o 20.45 ma con posticipi periodici alla domenica - la regular season si stoppa a metà maggio, prima della resa dei conti finale. Del gruppo uscente dell’A1 in casa Montecchio hanno detto sì il capitano Andrea Zanini ed Elia Guglielmi, andati a integrare il blocco di A2 composto da Carlo Sanson, Filippo Thiella, Nicola Pozzo, Michele Dalla Valle e l’altro Zanini, Davide: per la prima volta la coppia di fratelli sarà in tandem a “pedalare” al PalaVaccari. Rinforzi dall’import sono il rientrante Marco Todeschini cresciuto proprio nella “cantera” biancoverde (portiere, da Valdagno), oltre al sudamericano Giuliani sopra citato, e un tris di “baby” dal vivaio di “produzione propria”

Andrea Zanini

composto da Tommaso Graziani, Pietro Martini e Gianni Carraro. Tra i dodici agli ordini di Zanfi alcuni ragazzi che a livello Under 17 vinsero uno storico scudetto giovanile per la società biancoverde. “Certamente del rammarico c’è stato per non essere riusciti a tenere la massima categoria ma c’è anche la consapevolezza che lavorando sui giovani e sulla voglia di riscatto la squadra di quest’anno possa e debba recitare un ruolo importante. Presentiamo una squadra sicuramente giovane ma con individualità interessanti, ancora acerbe in alcuni elementi ma sicuramente di qualità”. Intanto sono già da un mese abbondante in pista tutte le squadre giovanili biancoverdi, dai teenagers ai bimbi del mini hockey, con il via ufficiale dato a fine settembre nel corso di una riuscitissima serata di presentazione al palasport, con passerella di giocatori di tutte le età e tanti volti noti di Montecchio Precalcino e dell’hockeypista nazionale. ◆ [O.D.M.]

L’allenatore Ivano Zanfi



[22]◆ ThieneMesePlus Cultura

A

rendere vivo il Comunale non ci sono solo l’eccellenza di una stagione di prosa che si distingue a livello anche nazionale e le proposte per le famiglie e i più piccoli che, anch’essa, fa il pienone nei pomeriggi domenicali d’inverno. Il mese di novembre, infatti, offrirà al pubblico anche una rassegna di tre spettacoli imperdibili dal nome programmatico + Thiene. La rassegna inizia Domenica 5 Novembre 2023 alle 20.45 con Mi resta un solo dente e cerco di riavvitarlo portato in scena da Elio e le Storie Tese diretti da Giorgio Gallione. Sarà un pittoresco viaggio musicale nel repertorio di Elio e le Storie Tese. Una radiografia folle e ragionata della nostrana Terra dei Cachi 2023 dove ironia, incursioni surreali e filosofia assurda disegnano un bel paese italiota grottesco e contemporaneo. Si prosegue Domenica 12 Novembre 2023 alle 18.00 con Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato di e con Marco Goldin. Seguendo il ritmo del proprio recente omonimo romanzo edito da Solferino, Marco Goldin sale sul palcoscenico per raccontare, con la consueta affabulazione appassionata e coinvolgente che lo distingue le ultime settimane della vita di Vincent van Gogh. Chiude la rassegna Venerdì 24 Novembre 2023 alle ore 20.45 Avantintrio di Marco e Pippo. Si tratta del debutto a Thiene del

Nuova rassegna + Thiene: tre eventi a novembre Elio e le Storie Tese, Marco Goldin e il trio comico Marco e Pippo saranno i protagonisti della kermesse promossa dal Comune con l’obiettivo di portare a teatro un pubblico sempre più variegato. nuovo spettacolo di Marco Zuin, Filippo Borille e Gaetano Ruocco Guadagno, il Trio Comico Marco e Pippo. Lo spettacolo è un viaggio “avanti e indrio” per il Veneto, per raccontare le bellezze e le caratteristiche del nostro territorio anche a chi veneto non è. «L’Amministrazione è sensibile ai desiderata del suo pubblico – è il commento dell’Assessora alla Cultura Ludovica Sar-

tore - e ritiene che un’offerta culturale debba intercettare, interpretare e realizzare i gusti davvero di tutti. Ovviamente per farlo deve mettere in campo tutta l’esperienza e la professionalità consolidate di quanti, in Municipio e in altre realtà del settore, fanno del Teatro un lavoro e una passione». Info e vendita biglietti all’ufficio cultura o su Vivaticket.◆

Alla scoperta dei segreti del cuore e dei modi per curarlo Lo spettacolo curato dal cardiologo Davide Terranova fornisce al pubblico, in maniera chiara ed esaustiva, tutte quelle indicazioni che è utile tenere presenti per la salute e per prevenire le malattie cardiovascolari.

L

o “Spettacolo del cuore” fa tappa a Zugliano. Sabato 18 novembre alle 20.30, nel centro polifunzionale Zagorà, si terrà “Il cuore: che spettacolo”, una rappresentazione multimediale a carattere scientifico e divulgativo, adatto a tutti, che propone la conoscenza del cuore in un’ottica di prevenzione delle malattie cardiovascolari. Un viaggio emozionale e scientifico attraverso la proiezioni di filmati sensazionali, descritti dal cardiologo e divulgatore scientifico, dottor Davide Terranova, ideatore e conduttore dello spettacolo. Ogni anno in Italia circa 200 mila persone vengono col-

pite da infarto del miocardio. Quasi 550 ogni giorno, 1 persona ogni 6 minuti. Le malattie cardiovascolari sono al primo posto tra le cause di decesso in Italia.

«Per evitare tutto questo - dichiara l’ideatore del progetto, il cardiologo Davide Terranova - oltre alla ricerca, poiché le evidenze scientifiche su come evitare queste patologie sono importanti, è la parola “divulgazione” il miglior passepartout per aprire le porte a una vita più sana e lunga. La divulgazione effettuata in questo modo suscita stupore, emozione, producendo quell’imprinting necessario alla concreta applicazione del messaggio recepito. Spiegheremo cosa vuol dire avere un infarto, cos’è la morte improvvisa, cosa vuol dire avere un cardiopalmo, come si curano e come si prevengono le malattie del cuore con uno sguardo anche... al cuore degli animali». L’ingresso è ad offerta libera e il ricavato andrà alle attività sociali del Comune. ◆




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