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Cooperativa San Gaetano da 34 anni al fianco dei più fragili

L’onda lunga della pandemia ha messo in ginocchio non solo molte aziende del territorio ma anche le cooperative sociali collegate a esse. È il caso della San Gaetano di Thiene impegnata nell’ambito dell’inserimento lavorativo di persone disabili, che sta ancora oggi affrontando le conseguenze della crisi economica causata dall’emergenza sanitaria.

Periodico
informazione
Vicentino n. 4 - maggio 2023
di
dell’Alto

Cooperativa San Gaetano da 34 anni al fianco dei più fragili

“Il lavoro è calato, siamo preoccupati per il futuro, ci servono nuovi ordini per impegnare i ragazzi e reperire fondi”.

A parlare è la presidente Carla Tessaro, in carica da un anno, con a fianco il suo vice e colonna portante Luigi Rigon. Parlano consapevoli delle difficoltà dovute al momento ma soprattutto dell’importanza di una struttura che è un fiore all’occhiello per Thiene e che impiega nel quotidiano sedici persone che arrivano anche da fuori, trovando collocazione lavorativa per loro e dando sollievo alle loro famiglie.

Impegnata dal 1989 nell’integrazione dei disabili nel mondo del lavoro, la cooperativa sociale di Thiene accusa il contraccolpo dovuto all’emergenza Covid e alla crisi dilagante. La presidente Carla Tessaro lancia un appello alle aziende del territorio per riuscire a garantire un futuro all’associazione e ai suoi ragazzi.

Passato e presente della cooperativa Fondata il 1 aprile 1989 per volontà ed esigenza di Anna Maria Borgo Thiella con l’appoggio dei Padri Giuseppini e di alcuni volontari, la cooperativa San Gaetano vide la luce con lo scopo di far fronte alla crescente necessità di aiutare le persone con disagio psichico e le loro famiglie.

E dopo 34 anni il progetto continua senza sosta. Fu Anna Maria Borgo Thiella a trasmettere con le sue parole il senso della mission: “Quando vedi la felicità e l’orgoglio di persone che si alzano volentieri e dicono ‘devo andare a lavorare in cooperativa’, quando vedi la ritrovata serenità delle loro famiglie, ti rendi conto che la cooperativa San Gaetano è un sogno felice, condiviso e riuscito”.

Chi oggi visita la sede di via Santa Caterina da Siena entra in un contesto lavorativo organizzato, con ampi spazi divisi o condivisi, con apparecchiature professionali, scrivanie, mensa, uffici. Ma all’inizio non era certo così.

“Abbiamo iniziato con una sola stanza – ha spiegato Rigon, presidente dal 1997 al 2022 e da sempre volto riconosciuto della cooperativa – Il tempo che va dal 1989 al 1994 è stato caratterizzato dall’entusiasmo per la nuova sfida e dal desiderio di far fronte alla crescente necessità di aiutare persone in disagio. È stata un’esperienza pionieristica per il volontariato ma il piccolo nucleo di persone ha trovato il coraggio di rompere il ghiaccio delle difficoltà. I preparativi per i vari meandri della burocrazia erano stati lunghi e difficili e spesso ci si chiedeva se l’impresa sarebbe riuscita”.

Dal 1995 al 1996 la Cooperativa fu guidata da Claudia Guglielmi, che ci mise tutto l’entusiasmo di una giovane presidente creando consenso nel territorio e dal 1997 arrivò Luigi Rigon, che studiò e realizzò una maggiore stabilità organizzativa interna coinvolgendo anche organizzazioni economiche, istituzionali e sociali del territorio.

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Tessaro e Rigon

Una casa per le persone con disabilità di vario tipo “Dal 2000 c’è stato un vero e proprio aumento delle presenze ed è sorta la necessità di trovare un ambiente adeguato. Quindi è stata creata la struttura – ha continuato Rigon – Nel 2000 la Ulss Alto Vicentino contava 500 casi di disabilità di vario tipo. L’allora direttore ai servizi sociali Alberto Leoni diceva che l’integrazione della disabilità sarebbe stata sempre più necessaria. Aveva ragione. I nostri ragazzi vengono ‘testati’ e selezionati dal Silas (Servizio Integrazione Lavorativa Area Svantaggio) della Ulss7.

La cooperativa San Gaetano oggi impiega sedici persone, che arrivano da Thiene e da alcuni Comuni limitrofi. Gli inserimenti sociali sono individuati dalla Ulss 7 e i ragazzi entrano in cooperativa dopo un colloquio durante il quale si stabilisce il tipo di inclusione e si delinea a grandi linee il percorso che sarà poi studiato ad hoc e personalizzato.

Per i 25 anni della cooperativa, l’allora direttore Leoni disse: “Colpisce la serenità che si respira tra queste mura. È la serenità di chi è forte dentro. È figlia di una cultura solidaristica che non sconfina mai nel pietismo. È figlia di un senso di imprenditorialità sociale certamente con limiti, ma che vuole fare i conti con il mercato con le forze di cui dispone. È figlia di una concezione del lavoro come mezzo che può aiutare le persone a stare meglio, a trovare un’autostima maggiore, a credere di più in se stessa”.

Una piccola frabbica che conta sulle commesse che arrivano dal territorio

Il lavoro che fanno i ragazzi è un lavoro vero e proprio. Sono le aziende locali infatti a fornire le commissioni da realizzare. “A tutti gli effetti noi siamo dei terzisti – ha spiegato la presidente Carla Tessaro, posizionandosi vicino ad alcuni ragazzi concentrati e intenti a realizzare etichette che saranno poi applicate a capi di abbigliamento – Siamo organizzati come una piccola fabbrica, ognuno ha il suo compito, produciamo e consegniamo prodotti che ci sono stati richiesti. Chi viene qui a lavorare lavora davvero e per i ragazzi disabili è sicuramente meglio di un Ceod (centro diurno). Dal 2000 ad oggi la nostra crescita è stata notevole. La struttura è divenuta più organica e abbiamo commissioni da aziende importanti che lavorano nel territorio”. La cooperativa San Gaetano si autofinanzia e per coprire i costi di gestione servono circa 200 mila euro l’anno.

“Come ogni azienda siamo anche noi alla ricerca costante di nuovi clienti – ha con-

tinuato Carla Tessaro – Fortunatamente c’è una grande sensibilità nel territorio e le persone riconoscono la nostra utilità sociale. Questo spinge molte aziende ad affidare alcune produzioni a noi. Ma il lavoro è calato, come conseguenza del Covid, dei rincari, della crisi. Tanti motivi che hanno messo anche noi in difficoltà, infatti il lavoro è diminuito e siamo un po’ preoccupati perché le spese sono davvero tante. Speriamo arrivino nuove commesse”.

“E speriamo anche che la gente si ricordi con noi quando sarà il momento di donare il 5 x 1000 nella dichiarazione dei redditi”, ha sottolineato Luigi Rigon.

gna il lavoro – ha sottolineato la presidente Tessaro – Mi servirebbe più tempo materiale per le persone, per il lato umano del nostro lavoro, invece mi trovo spesso impegnata in ambito burocratico. Non mi piace, perché in cooperativa la componente umana è immensa”.

Una realtà

sostenuta dall’Amministrazione e da tutta la comunità

“La cooperativa sociale San Gaetano di Thiene costituisce per l’intera città una splendida realtà che rappresenta una delle espressioni più significative del volontariato presenti sul territorio”, ha commentato Giovanni Casarotto, ex sindaco di Thiene, che con la sua amministrazione nel 2014 volle insignire la cooperativa con il Premio Thiene. Una convinzione portata avanti dall’attuale sindaco Gianantonio Michelusi, che di recente ha fatto visita alla cooperativa con l’assessora ai servizi sociali Anna Maria Savio per fare il punto sulla situazione attuale e ribadire il sostegno dell’Amministrazione.

Tante le difficoltà, imprevisti sempre dietro l’angolo e reperire soldi per continuare la mission e commissioni per i ragazzi è sempre più difficile. Nonostante questo “Non abbiamo mai avuto, nemmeno per un attimo, la tentazione di mollare tutto”, hanno spiegato Carla Tessaro e Luigi Rigon, scambiandosi uno sguardo d’intesa che lascia trapelare l’orgoglio di essere alla guida della Cooperativa e l’intenzione di mettercela tutta.

“L’unica cosa che mi crea davvero dei problemi è la troppa burocrazia che accompa-

“Se penso al momento più bello qui dentro, penso a tutte le mattine, a quando arrivo e arrivano i ragazzi, al momento dell’accoglienza – ha continuato Luigi Rigon – Per me è sempre una fonte di infinita soddisfazione. Quando arrivo qui tutte le mie preoccupazioni scappano via. Il nostro orizzonte ci presenta spesso elementi concreti, come la sfida nella ricerca di fondi e lavoro, ma la cosa più bella della nostra Cooperativa è proprio quella che sfugge alle statistiche umane. Al di là delle strutture e della amministrazione contabile, ci sono tanti ricordi di amici che hanno teso una mano, di giovani che qui imparano a confrontarsi con chi è meno fortunato di loro e spesso tornano ad aiutare. Ormai da tanto tempo ho capito che qui i valori sono ribaltati. Quando ho iniziato l’ho fatto pensando che mi stavo mettendo a disposizione per dare quello che potevo a questi ragazzi svantaggiati. E invece mi sono reso subito conto che quello che loro davano e danno a me è molto di più di quello che io do a loro”. ◆

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Attualità

La stagione teatrale di Thiene chiude con il botto nonostante l’inizio incerto dovuto al timore di un ritorno della pandemia e con un 15% di incassi in più che rende Ludovica Sartore, assessora comunale alla cultura, estremamente orgogliosa.

“È il mio primo anno in amministrazione e la stagione teatrale era già impostata, ma ci ho voluto aggiungere qualche cosa di mio” conferma con soddisfazione. Partiti in sordina dopo due anni di pandemia, con meno abbonamenti venduti rispetto alle stagioni precedenti visto che non si sapeva a che anno si sarebbe andati incontro, i buoni risultati sono arrivati settimana dopo settimana.

“Quando la stagione è iniziata – spiega l’assessora Sartore - non eravamo certi che la pandemia fosse ufficialmente debellata e c’era il timore di dover richiudere il teatro, come era successo in precedenza. Abbiamo deciso di introdurre i mini abbonamenti, che ci hanno portato un ottimo risultato.

Le compagnie stesse, all’inizio della stagione teatrale, non sapevano come muoversi e stilare il calendario degli spettacoli non è stato semplice. Poi piano piano le difficoltà sono diminuite e la stagione si è aperta”.

Infatti, anche le serate singole sono cresciute e grazie allo “sbigliettamento”, termine in gergo teatrale che indica la vendita di un biglietto, i numeri hanno ripreso vigore. Da gennaio in poi il teatro comunale di Thiene ha infatti registrato quasi sempre il tutto esaurito.

“Ammetto che all’inizio ero timorosa di come sarebbe andata, ma mi sono accor-

La stagione thienese chiude con il botto

Arrivata alla sua 42a edizione, la rassegna promossa da Comune di Thiene e Arteven ha registrato un aumento del 15% degli incassi. Grande soddisfazione per l’assessora alla cultura Ludovica Sartore che conferma il format per il prossimo anno con grandi classici, commedie, drammi e narrazione moderna.

ta presto che i risultati sarebbero arrivati – conferma l’assessora – La stagione, che era partita con una grande incognita, si è confermata estremamente positiva e giorno dopo giorno, al termine di ogni spettacolo, mi rendevo conto che il risultato c’era. Inoltre, e anche questo è un dato per noi importantissimo, l’analisi del questionario compilato al termine degli spettacoli dagli spettatori ci ha dato ottimi input per il prossimo anno”.

Per la stagione teatrale 2023-2024, il format sostanzialmente non cambierà, con grandi classici, commedie, drammi e narrazione moderna. E c’è una sorpresa: “Le commedie, soprattutto quelle nelle quali recitano i grandi attori, o quelli particolarmente popolari in quel preciso momento, fanno il tutto esaurito subito. Ma alla fine, elaborando i dati dei gusti degli spettatori, è emerso che piacciono meno dei classici o di qualche spettacolo drammatico recitato particolarmente bene”. È il caso di ‘L’attesa’, con Paola Minaccioni e Anna Foglietta. L’ultima rappresentazione, di taglio fortemente drammatico e con un dialogo fitto e impegnativo, è quella che in assoluto è piaciuta di più.

Assessora Sartore, la stagione teatrale per Thiene è uno dei punti centrali nella gestione dell’ambito culturale. Lei è alla sua prima esperienza e c’era una grande aspettativa, come l’ha vissuta?

Sentivo e sento ancora una grande responsabilità, ma sono rassicurata dalla grande competenza di chi è al mio fianco in questo contesto. L’ufficio cultura è preparato, poi c’è Arteven che ci è di grande supporto con le sue proposte. E c’è Silvano Guarda, che ha una grande preparazione. Non sono da sola, ho una bella squadra con la quale lavorare. La prossima stagione sarà simile a questa o diversa?

Terremo la stessa impostazione, perché l’analisi dei questionari proposti agli spettatori ci hanno dato indicazioni precise: tre spettacoli classici e poi il resto sarà variegato. Sul piano teorico c’è sempre un’aspettativa che poi viene smentita dai fatti. Pensiamo sempre che le commedie siano il genere preferito, perché le persone ridono e applaudono in modo evidente. Poi, una volta fatta un’analisi approfondita, abbiamo compreso che vengono più apprezzati i contenuti importanti, gli spettacoli forti. Andremo avanti con lo stesso impianto.

È difficile portare le persone a teatro?

A Thiene no, è piuttosto facile. Qui la cultura e la tradizione del teatro sono ben radicate, c’è uno zoccolo duro di spettatori fedeli che non mancano mai. Poi ci sono molti spettatori nuovi. Quest’anno, anche grazie all’aiuto del Lions Club Thiene Host e agli incentivi della Regione Veneto, siamo riusciti a portare molti giovani a teatro, anche con biglietti gratuiti e or-

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L’assessora Sartore

ganizzando incontri per dialogare con gli attori. La voglia di avvicinare i ragazzi al teatro è data dalla convinzione che il teatro, rappresentando vari aspetti della vita, possa essere uno strumento per insegnare ai giovani a cogliere e apprezzare i valori. Chiacchierando direttamente con alcuni attori, come Chiara Francini che era reduce da un trionfale Sanremo, i ragazzi hanno perso il timore reverenziale che avevano entrando a teatro e questo sarà loro utile per tornarci.

È difficile trovare sponsor per la stagione teatrale thienese?

Anche qui c’è uno zoccolo duro di sponsor che continuano a sostenere il teatro, ma ci sono anche nuovi sponsor, importantissimi. Abbiamo avuto il 15% di più in termi-

ni di soldi, un risultato davvero inatteso, soprattutto di questi tempi, perché è vero che uscivamo da due anni di pandemia e la gente aveva voglia di riprendere le sue abitudini, ma era altrettanto vero che quando abbiamo aperto la stagione non sapevamo che tipo di anno sarebbe stato e se avremmo dovuto richiudere in anticipo.

Se non ci fossero gli sponsor, il Comune da solo ce la farebbe?

Non credo proprio. Stiamo parlando di cifre importanti, di spettacoli di serie A, con attori professionisti di altissimo livello. Senza quell’importante aiuto economico esterno non sarebbe possibile impostare una stagione così ricca, bella, interessante e in grado di richiamare spettatori di vario genere ed età. Non saremmo insomma in

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grado di dare quel bel teatro a cui Thiene è abituata e che richiama spettatori anche da fuori città.

Ci dica i suoi tre spettacoli preferiti di questa stagione.

Anche io, come la maggior parte degli spettatori, ho particolarmente apprezzato ‘L’attesa’. Poi mi è piaciuto molto ‘Così è se vi pare’ di Pirandello e infine ‘Ezra in gabbia’, uno spettacolo difficile e coraggioso, che ha ottenuto gran riscontro anche dal pubblico. Ma mi sono divertita anche con qualche commedia e mi è piaciuta la rivisitazione di Cyrano de Bergerac.

Ora che la stagione teatrale è terminata, il teatro chiude i battenti fino all’anno prossimo? Assolutamente no. Ci sono moltissime attività in corso e altre in arrivo. Ci sono spettacoli di vari generi. Diciamo che la danza la fa un po’ da padrona, perché a Thiene ci sono anche tante scuole e compagnie, ma poi c’è il teatro nelle scuole, spettacoli per le famiglie e per bambini, diversi generi di rappresentazioni. Il teatro di Thiene non si ferma mai. ◆

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Attualità

La città di Thiene ha rinnovato può contare su sei nuovi comitati di quartiere che rimarranno in carica per i prossimi sei anni.

Grazie alla partecipazione di oltre 1.300 persone, il quorum del 5 per cento richiesto dallo statuto per certificare la validità delle operazioni di voto è stato raggiunto in tutti i rioni cittadini, ovvero Ca’ Pajella, Cappuccini, Centro, Conca e nelle frazioni di Rozzampia e Santo-Lampertico. Manca all’appello solo quartiere di San Vincenzo, che ha posticipato le elezioni al 15-16 aprile non raggiungendo tuttavia il quorum.

“Si tratta di un ottimo risultato che non va dato per scontato – commenta il sindaco Giampi Michelusi – .Il voto esprime partecipazione, senso di responsabilità, volontà di contribuire alla vita amministrativa. Credo che sia un eccellente punto di partenza per iniziare un percorso di collaborazione”

“Ringrazio i Comitati uscenti per il lavoro organizzativo svolto, tutti coloro che hanno collaborato con la diffusione dei volantini, i componenti dei seggi e il personale comunale di riferimento - dichiara il consigliere delegato Alberto Vecelli - .In particolare, desidero esprimere la riconoscenza dell’Amministrazione Comunale ai 79 candidati, a chi è stato eletto e anche a chi, non eletto, resta comunque a disposizione per eventuali possibili sostituzioni nel corso del mandato. Le operazioni elettorali hanno coinvolto oltre 1300 persone». Complessivamente sono stati proclamati 72 eletti.

Ecco i risultati.

La città di Thiene ha sei nuovi comitati

Le elezioni hanno visto la partecipazione di 1.300 cittadini che hanno rinnovato i comitati dei quartieri Ca’ Pajella, Cappuccini, Centro, Conca e nelle frazioni di Rozzampia e Santo-Lampertico. San Vincenzo rimane al momento senza rappresentanza.

Ca’ Pajella: Matteo Faccin 146 voti, Marco Rigon 112, Roberto Marchioro 98, Bruno Fontò 25, Gianpietro Marzaro 16.

Cappuccini: Marianna Rigoni 79, Mauro Spinato 65, Renato Gnata 60, Anna Tagliapietra 54, Martina Verlato 54, Fabio Balasso 49, Pietro Pauletto 33, Luca De Toni 31, Michele Peron 30, Giuseppe Saccardo 21, Rober- to Cenzato 10, Simone Foltran 5.

Centro: Salvatore Davide Balsamo 54, Giulio Gamba 51, Cristina Lotto 46, Elsa Maria Marsilio 39, Giancarlo Pasin 39, Marisa Genovese 27, Claudio De Rossi 26, Gian Paolo Stella 24, Marco Crivelletto 24, Francesco Pronio 23, Angelo Capovin 14, Vittorio Rigotti 12, Lionella Zorzi 12, Elena Giulia Sveva Scalabrin 12, Daniele Dal Santo 9. Conca: Nicoletta Pasqualotto 114, Gian Riccardo Rigoni 83, Lorella Saccardo 79, Mirella Balasso 78, Lino Panozzo 59, Germano Martini 56, Luca Martini 47, Giovanni Rizzi 47, Renato Perlini 44, Giuseppe Arnaldi 32, Patrizia Ramon 29, Lorenzo Binotto 22, Giannantonio Fiocco 22, Roberto Todesco 21, Luca Cavedon 20.

Rozzampia: Pierino Salbego 62, Matilde Spagnolo 62, Franco Tedesco 38, Ermes Garzotto 32, Michele Gnata 26, Emilio Busato 23, Giovanni Spagnolo 18, Giuseppe Martini 13, Igor Martini 11, Domenico De Venanzi 8, Antonio Carollo 7.

Santo-Lampertico: Giampietro Marsetti 90, Andrea Trentin 70, Emanuela Dall’Igna 68, Maria Gabriella Binotto 55, Luciana Dalla Vecchia 54, Romano Bonora 40, Andrea Tessaro 35, Simone Dalla Vecchia 35, Stefano Canale 31, Maurizio Grotto 29, Alessandro Marangoni 23, Massimo Saresin 14, Alessandro D’Ospina 11, Mauro Saresin 8. Il prossimo step è, ora, la nomina dei sei presidenti.

“In base allo statuto - spiega Vecelli - ora il consigliere anziano di ciascun quartiere, cioè colui che ha ricevuto il maggior numero di preferenze, convocherà entro il termine di venti giorni dalla proclamazione degli eletti il direttivo che deve riunirsi entro dieci giorni dalla convocazione. Il direttivo eleggerà quindi il presidente, il vice presidente, il segretario e il tesoriere nella seduta di insediamento, entro e non oltre i trenta giorni decorrenti dal giorno delle votazioni».

L’obiettivo dei Comitati è promuovere e favorire la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità locale attraverso l’approfondimento dei problemi del quartiere, il confronto con l’Amministrazione e la promozione di iniziative e proposte per migliorare la qualità di vita nei quartieri. ◆

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Il consigliere Vecelli

Attualità

Sorge un nuovo parco cittadino nell’area ex Comboniani, a due passi dal centro storico di Thiene, lungo la nuova strada che collega i quartieri Centro e Conca.

L’intitolazione ad Anna Frank dell’oasi urbana pubblica per un attimo di relax dice molto sulla necessità di rinverdire la memoria collettiva, con l’inaugurazione ufficiale che ha preceduto di una manciata di giorni proprio la Festa della Liberazione. Il parco dedicato alla ragazza ebrea, scrittrice postuma dopo il ritrovamento del suo Diario, si trova in via Mariano Rumor, così da far sì che anche a Thiene uno spazio dedicato in primo luogo ai bambini porti ben oltre la targa all’ingresso il ricordo di Anna Frank e di chi, come lei, è stata vittima dell’Olocausto.

Tedesca di nascita (era venuta al mondo il 12 giugno 1929) ma cresciuta in Olanda, fu deportata nei campi di concentramento e morì all’interno di uno di essi a Bergen-Belsen, nel 1945, prima di compiere i 16 anni. E, soprattutto, poche settimane prima della liberazione dall’abominio nazista. Oltre ai valori legati alla Shoah, si tratta di una “dedica” ad una figura storica femminile della storia contemporanea.

L’area su cui è stato stato progettato e ora consegnato alla comunità il nuovo “fazzoletto” di natura sorge su una superficie di poco meno di 1.500 mq all’interno del piano di riqualificazione che ha interessante buona parte della sede thienese dei Missionari Comboniani, dopo l’abbattimento dei fabbricati preesistenti, ad esclusione della chiesa, del portico e dell’edificio attiguo. In

Il “diario verde” di Anna Frank dove germogliano semi di pace

Nell’ambito del piano di riqualificazione dell’area ex Comboniani il Comune ha inaugurato un nuovo parco con una superficie di 1.480 mq. Il giardino, che celebra la Memoria, è pronto ad accogliere grandi e piccoli thienesi.

pratica gli stabili che danno su via Dante. I religiosi lasciarono Thiene definitivamente nel 2007, dopo oltre 70 anni di presenza. A potenziare il “carico” simbolico della scelta di legare il nuovo parco a ridosso del centro ai valori della pace, della fratellanza tra i popoli e dell’umanità anche la piantumazione di un “seme speciale”, in realtà già in crescita a Thiene da qualche tempo, anche qui con un rimando esplicito alla Seconda Guerra Mondiale.

La piantina da qualche giorno “immersa” in “terra thienese” è nata infatti dai semi di ginkgo custoditi nel Shukkeien Garden di Hiroshima, sito distante appena un chilometro dall’ipocentro del bombardamento sul Giappone.

Quando, alle 8.15 del 6 agosto 1945 Hiroshima fu ridotta in cenere da un’unica bomba atomica – le vittime furono circa 140 mila - alcuni alberi, dopo essere stati bruciati dalla devastazione provocata dall’ordigno

lanciato dal cielo, germogliarono nuovamente nella terra.

Quasi un “miracolo” che molti hanno interpretato come segno di speranza, di coraggio e di rinascita.

Così anche a Thiene, che già aveva abbracciato l’iniziativa lanciata su scala mondiale in occasione del 70° dell’anniversario dall’organizzazione internazionale “Mayors For Peace”.

Denominata “Semi e arboscelli di piante sopravvissute al bombardamento atomico.”, la campagna è stata accolta allora dal Comune di Thiene in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Thiene. I semi “certificati” di ginkgo arrivati dall’Estremo Oriente sono stati piantati in vaso e quando sono germogliati sono stati piantumati nel 2017 nelle aree verdi dei plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo.

Le scelte prese dall’amministrazione in capo a Giovanni Casarotto, sono state confermate dal sindaco attuale, Giampi Michelusi, a cui è spettato il taglio del nastro dell’area verde ex novo.

“L’augurio è che in questo spazio i thienesi di ogni età possano trascorrere ore liete e serene all’aria aperta. Quando la città si arricchisce di un nuovo parco è sempre un tassello prezioso apposto nel mosaico variegato degli spazi urbani. Pensiamo ai giovani non solo per la scelta dell’intitolazione ma anche individuandolo tra tutti gli altri parchi cittadini perché accolga un segno importante che ci ricorda la Pace. Infine, confidiamo che la crescita di questa piantina venga seguita con attenzione e cura dai cittadini e che questo arboscello negli anni diventi un messaggio vivo di pace per Thiene”.

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Attualità

Nadia Fabbrolati racconta la sua arte

L’artista dipinge utilizzando non solo tecniche tradizionali ma anche materiali alternativi come caffè, vino, o una semplice penna biro. E nonostante la sua pittura preferita riguardi le figure sacre, riesce a far sembrare viva ogni sua opera che ritragga elementi della natura.

Nadia Fabbrolati, 50enne di Thiene, si definisce una arte-dipendente: “Ogni cosa che vedo vorrei dipingerla o trasformarla in statua di terracotta” dice mentre intinge un pennino in una tazzina di caffè e completa un ritratto al quale manca solo la parola. Il suo ultimo premio è la Palma d’Oro per l’Arte alla Biennale 2023, a febbraio la Palma d’Oro per le Arti Visive e in più è stata giudicata la “migliore iconografa del Veneto”. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha voluto conoscerla e complimentandosi l’ha definita “un’artista poliedrica”. Nadia Fabbrolati, ci parli di lei.

La mia passione per l’arte è nata con me. Da sempre sono attratta da forme e colori, dalla bellezza e da quello che ritengo originale. Ho iniziato dipingendo nel giardino di casa, quando ritraevo tutto quello che mi passava davanti: una farfalla, foglie, le nuvole. Passavo ore ad osservare la natura. Mia mamma riteneva il disegno una perdita di tempo e io dipingevo di nascosto, anche a costo di trascurare gli amichetti quando ero a scuola. Anche oggi ho sempre con me una matita e una gomma da cancellare, perché non si sa mai quando arriva l’ispirazione.

Come vive un’artista come lei in una cittadina di medie dimensioni?

Spesso mi sento un pesce fuor d’acqua, sono molto sensibile. Lascio che l’ispirazione mi venga incontro in ogni momento, mi faccio travolgere dalle emozioni delle persone, dai loro sorrisi, dalle tristezze che vedo nei volti mentre passeggio. A volte fisso le immagini nella mia mente e a casa le dipingo. Ne escono perfino dei ritratti di persone che non sanno di essere protagoniste dei miei disegni. Un signore incontrato a Marghera è diventato un Cristo.

Da dove comincia quando dipinge o scolpisce? Quando comincio ho già l’intera opera in testa, la vedo già davanti a me. Inizio da una tela bianca o da un pezzo di pietra da scolpire ma le mie mani vanno a colpo sicuro, sanno cosa devono fare. Però non potrei mai fare la stessa opera due volte. È diverso invece per le opere che mi vengono richieste, perché in quel caso ascolto il committente e studio le sue emozioni. Assorbo quello che mi dicono, per questo lavoro per persone positive. Prediligo l’arte sacra, adoro dipingere icone. Gran parte delle icone le ho realizzate nei monasteri, dove mi sono ritirata per giorni, anche per settimane, fino a che finivo l’opera. Lei si occupa anche di restauri. È un lavoro che le piace?

Mi piace moltissimo ma oggi ci sono pochi fondi. Il mondo del restauro mi affascina: la ricostruzione a mano delle statue, i capitelli, gli affreschi. Un contesto nel quale mi sono sempre sentita a mio agio. Dipinge anche animali, sembrano fotografati, in pieno movimento. Mi fa pensare che siano creature che le piacciono particolarmente…

Vivo con il mio cagnolino Tommy che è sempre con me. Gli animali sono esseri per me perfetti e amo ritrarli, immaginando le loro emozioni. Amo la natura e la vita semplice fatta di cose genuine che a volte diamo per scontate. Nell’arte ho sempre cercato ciò mi mancava in casa, perché vengo

da una famiglia dove tutto doveva sempre essere controllato e in ordine. Ha mai pensato di smettere?

Per un periodo ho proprio smesso di dipingere, perché ero stata demotivata da un maestro d’arte. Poi però mi sono rimessa in gioco, perché vivo di passioni e penso che chi rinuncia alle sue passioni sia destinato ad essere infelice. Penso che oggi ci siano persone che perdono tempo odiandosi, vendicandosi, quando invece potrebbero impiegare le stesse energie per conoscersi e rispettarsi. Noi tutti abbiamo la possibilità di essere sereni, addirittura felici, solo che a volte indulgiamo nella cattiveria, perdiamo tempo a stare male. Ho riflettuto tanto su questo e mi sono lanciata nella mia passione. Quindi sono stata contattata da un gruppo di critici d’arte di Venezia che mi hanno chiesto se mi andava di partecipare alla biennale con un opera a mio piacere. Sono stata premiata come la migliore iconografa del Veneto”.

È qui davanti a me, che chiacchiera maneggiando pennino e caffè. Un sistema alternativo di dipingere. È una tecnica che ha inventato?

Sì, come molte altre da quando ho iniziato. Man mano che imparavo a disegnare mi piaceva studiare sistemi nuovi. Ho imparato a fare i capelli alle statue di terracotta utilizzando le forchette. Uso acrilico e colori in modo normale, ma ho inserito anche vino, caffè, ogni cosa che mi ispira la provo.

[A.B.]
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Da Fara a Reggio Emilia con “mirino” puntato sul Sud America e, più precisamente, con il volo già prenotato per la Colombia.

Non ci andrà in vacanza ma a gareggiare il Cristal Skating Team, storico club del pattinaggio artistico vicentino che ancora una volta ha centrato l’obiettivo dei Mondiali: si disputeranno nel prossimo mese di settembre 2023 a Ibaguè.

Ovviamente, con la banda del “Grande Gruppo” – è questa la categoria di competizione in cui concorrono i 24 atleti del Cristal, più le riserve – ci saranno anche dirigenti, allenatori e coreografi che seguono per tutto l’anno la folta squadra di artisti della danza su pattini a rotelle.

Dopo due ori nelle passate edizioni dei Campionati Italiani lo show messo in pista al PalaBigi di Reggio Emilia è valso un terzo posto, con una medaglia di bronzo da portare a casa per tutti e quel pass per i Mondiali che spettava alle formazioni capaci di salire sul podio. Un obiettivo sempre prestigioso, anche perché, come hanno spiegato le portavoci del club, si è trattato di una sorta di “anno zero” per il Cristal, con parco atlete profondamente rinnovato rispetto alle stagioni sportive precedenti, e provenienti da più località del Vicentino (ma si conta anche una padovana) grazie al patto tra le società di Apav Fara, New Ska-

Il Cristal punta ai Mondiali dopo il bronzo italiano

L’ennesimo podio conquistato di recente agli Assoluti nel Grande Gruppo vale la qualificazione per la massima competizione iridata che si terrà a settembre in Colombia. Lanciata una campagna di raccolta fondi su gofundme per finanziare la trasferta.

te Bassano, Mvm Mason Molvena, Azzurra Sandrigo e Pattinaggio Trissino solo per citarne alcune. Tante giovani interpreti dello skating abituate in passato a confrontarsi magari da avversarie e che, di allenamento in allenamento, sono divenute poi compagne di team condividendo fatica, ambizioni ed emozioni che solo la pratica sportiva intensiva sa infondere tutte insieme.

La qualificazione ai Mondiali presuppone adesso altri sei mesi di prove ed esibizioni dal vivo, in vista della partenza per la nuova esperienza tutta da vivere sulle coste dall’Oceano Pacifico.

Un viaggio intercontinentale inedito per buona parte del “Gruppo Show” mentre altri atleti avevano già partecipato alla spedizione – ancora sudamericana – di Buenos Aires l’anno precedente, portando in alto i colori azzurri, veneti e vicentini, come avverrà nuovamente nei prossimi primi giorni di autunno.

Sei sono i titoli italiani e ben undici le partecipazioni iridate nel palmares della so -

cietà con sede a Fara, che si esibirà in più occasioni da qui all’estate prima di partecipare all’appuntamento più atteso – nonché l’ultimo della stagione – in Colombia. Allenato da Elisabetta Restello con le coreografie di Daniel Morandin, il pool su pattini ha proposto un programma di gara dal titolo “Vita”, ripercorrendo l’origine del mondo: dal silenzio del nulla a una scintilla di luce, fino alla nascita dell’umanità.

Nel palasport di Reggio Emilia ai Nazionali svoltisi a fine marzo, il Cristal Skating Team ha ottenuto un punteggio complessivo di 34.95: a soli 0.15 centesimi dai secondo classificati, i Rollstyle (Pattinaggio Artistico Mignagola e S.C. Ponte di Piave (Treviso).

Primo posto assoluto invece per i Royal Eagles (S.C. Don Bosco Treviso) con 36.07 punti. In categoria Grandi Gruppi Show, quella che vede scendere in pista il maggior numero di atleti contemporaneamente (più di venti) aveva visto in gara solo sei formazioni, tutte venete.

Appena fuori dal podio un’altra valida realtà con radici vicentine: al quarto posto, giù dal podio per un soffio, il sodalizio Renovatio che raduna atleti delle società di pattinaggio di Marano, Malo, Breganze e Sarcedo con “Storia di un burattino”.

Per tutti loro l’accesso ai Campionati Europei che si terranno a maggio in Portogallo. Fuori dalle palestre e piste, vale a dire nel dietro le quinte, è da rimarcare come i costi di trasferta saranno tutti a carico di famiglie e sponsor che supportano la banda Cristal, con una raccolta di fondi sul web già lanciata sulla piattaforma gofundme allo scopo di permettere la partecipazione di tutti i protagonisti alla spedizione sudamericana, dando…. Vita all’ultimo show del 2023. ◆

[14] ◆ Thiene MesePlus Sport

Attualità

L’ex ospedale “Boldrini” di Thiene sta per diventare a tutti gli effetti una Casa di Comunità grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr. Sono infatti stati assegnati al nuovo piano di ristrutturazione sanitaria che riguarda il polo di Thiene quasi 1,5 milioni di euro, per tramite dell’azienda Ulss 7 Pedemontana, destinati a ridisegnare il punto prelievi del piano terra, che sarà ampliato e potenziato, e gli spazi assegnati alla fisiokinesi al primo piano..

Stessa struttura, la sede ospedaliera storica di Thiene tanta cara ai cittadini nati proprio in questa “culla” così come i residenti dei paesi vicini fino al 2012, ma una rivisitazione degli spazi abbinata a importanti interventi che ne muteranno gli interni per una seconda volta, dopo la “rivoluzione” di oltre dieci anni fa, ormai, in seguito alla nascita del centro di cura unificato di Santorso.

Insieme alla nuova collocazione del punto di prelievi di sangue e urine, saranno spostati anche i servizi territoriali che fanno capo alla Medicina Trasfusionale.

Con il contributo ora assegnato, si può in questa primavera del 2023 abbozzare una previsione di inizio e fine dei lavori per poi prevedere il futuro status quo entro un paio d’anni.

La stesura del progetto esecutivo, secondo i vertici di Ulss 7 Pedemontana, non dovrebbe andare oltre il prossimo autunno, per

Una Casa di comunità all’ex ospedale Boldrini

Il progetto di restyling del valore di quasi un milione e mezzo di euro permetterà di realizzare, entro giugno 2025, una nuova zona prelievi al piano terra e un’intera area dedicata alla fisioterapia con ambulatori e due palestre per la riabilitazione.

poi procedere con appalti e fase effettiva di ristrutturazione da avviare nei primi mesi del 2024, rinviando a un anno dopo l’appuntamento per l’inaugurazione ufficiale. In soldoni, si andrà al massimo entro il mese di giugno 2025.

Da tener conto che la superficie su cui si andrà a lavorare dopo l’affido a ditte specializzate è di 1.298 metri quadrati, per costi preventivati di complessivi 1 milione e 480 mila euro interamente finanziati dal bando Pnrr.

La nuova Area Prelievi

In attesa del progetto definitivo Ulss 7 ha illustrato la planimetria interna.

Al piano terra prevede un’ampia sala di attesa attigua alla segreteria, una sala prelievi funzionale al servizio al pubblico, due ambulatori specialistici e altri quattro analoghi da dedicare alle terapie individuali sui pazienti in carico alla Medicina Trasfusionale.

Un corner specifico sarà destinato ad area ristoro per i donatori e in generale per utenti e pazienti sottoposti al prelievo di sangue.

Il tutto con una particolare attenzione anche alla funzionalità degli spazi per gli operatori sanitari al lavoro, che potranno contare su uno spogliatoio dedicato e su altri locali di servizio.

Area di fisiokinesiterapia

Al secondo piano, invece, l’ampliamento degli spazi da dedicare alla fisiokinesi consterà tra un paio d’anni di due capienti ambulatori polifunzionali e altrettanti studi medici, oltre ad una serie di altre stanze dedicate ai diversi e specifici trattamenti: per la logopedia, per la laserterapia, per il linfedema, per la terapia mediante ultrasuoni e per l’elettroterapia. Saranno inoltre ricavate qui due “piccole” palestre necessarie per poter svolgere in un ambiente ideale e attrezzato tutti quegli esercizi di riabilitazione consigliati per il recupero funzionale, il tutto sotto la supervisione degli operatori sanitari.

Il nuovo... Ex Boldrini.

Si andrà dunque incontro a una terza trasformazione sostanziale nel secondo millennio, dunque in una manciata di anni appena, e si può dire anche epocale nella storia dell’ospedale di Thiene, da sempre parte integrante del quartiere San Vincenzo a nord del centro città.

E che oggi mantiene il nome di Centro Sanitario Polifunzionale in attesa di assumere nel futuro ormai prossimo la denominazione di Casa della Comunità dopo la riqualificazione strutturale alle porte. Un luogo di cura che ha portato per quasi tre secoli il nome di Carlo Boldrini – non

[16] ◆ Thiene MesePlus

tutti sanno che in precedenza si chiamava “Ospedale Trombato” e prima ancora “dei Pellegrini”, anche se in altre sedi - benefattore scomparso nel 1964 che con la sua eredità “condizionata” consentì a cavallo del XVII e XVIII secolo di porre le basi per l’antesignano ospedale cittadino – il primo riconoscimento formale risalirebbe al 1717 per decreto veneto - che ne porterà poi la testimonianza nella denominazione per decenni.

Da casa per infermi a casa di ricovero, si è arrivati al secolo scorso, con i rinnovamenti che si sono succeduti fino a renderlo un polo con oltre 400 posti letto, fino ad arrivare alla riforma più recente con gli accorpamenti dei bacini sanitari – le Ulss – e dei nosocomi ospedalieri.

La soddisfazione di Ulss e Amministratori

“Il progetto di riqualificazione del Centro Polifunzionale Boldrini rappresenta una grande opportunità – spiega Carlo Bramezza, direttore generale dell’azienda Pedemontana -. I cittadini potranno contare nel cuore di Thiene su una struttura sanitaria più moderna, funzionale e accogliente: perché se è vero che l’area su cui interverremo era già stata in parte ristrutturata negli anni ’90, è anche vero che in trent’anni gli standard di riferimento sono molto cambiati. Grazie ai fondi Pnrr daremo così ulteriore sviluppo all’impegno dell’Azienda per valorizzare gli ex ospedali dismessi, a Thiene come a Schio, cosa che per inciso non sempre è accaduta in altri territori: oggi il Boldrini continua a essere un fondamentale riferimento di prossimità per molti servizi socio-sanitari e questa operazione di riqualificazione garantisce che lo sarà ancor di più in futuro”.

“È un progetto importante per la Città e per tutto il territorio – dichiara Giampi Miche-

lusi, sindaco di Thiene – perché rappresenta una significativa valorizzazione dell’ex Boldrini. Come dice il nome stesso, Casa di Comunità, la struttura si prefigge di essere un luogo di riferimento familiare e di fiducia per i nostri cittadini che vi potranno accedere comodamente per usufruire di una vasta gamma di servizi essenziali ed innovativi”.

“Come amministratori locali - è il commento di Franco Balzi, presidente della Conferenza dei Sindaci –  abbiamo la responsabilità di accompagnare questo cambiamento, integrando gli obiettivi della Missione 6 (Sanità) con quelli della Missione 5 di competenza dei Comuni (Servizi Socio-Sanitari), in particolare di implementazione degli Ambiti Territoriali Sociali ATS. Occorre lavorare affinchè il cittadino possa ricevere i benefici del processo che oggi ci viene richiesto”.

Risparmio energetico

Tra gli aspetti tecnici più salienti che riguardano le novità è stata richiesta un’attenzione mirata all’efficienza sul piano energetico, che poterà tra l’altro all’installazione ex novo di un impianto di illuminazione a led, con tanto di “scenario not-

Attualità

turno” con luci che si autoregoleranno in base alla luminosità naturale del giorno. Lo stesso principio vale per le temperature interne e il riscaldamento che saranno gestiti all’interno di ogni singolo ambienti secondo le moderne tecnologie digitali che permettono di evitare sprechi di energia e, di conseguenza, tenere sotto controllo i costi.

Tra 24-26 mesi il risultato di intenzioni, progetti, investimenti, fondi e lavori regaleranno a Thiene la nuova Casa di Comunità, quindi, secondo il modello predisposto in Italia con le intenzioni di costituire un innovativo modello di struttura sanitaria territoriale pensate con l’auspicio di mettere a disposizione del cittadino, nelle vicinanze di casa, tutti i principali servizi a maggiore frequenza di utilizzo in ambito e ambiente pubblico.

I servizi

A trovare collocazione in questa sede, tra “conferme e new entry” gli ambulatori di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta, l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e l’Unità di Continuità Assistenziale (UCA), oltre ad ambulatori specialistici per le patologie più diffuse, servizi infermieristici, gli sportelli CUP, i principali servizi diagnostici di base (ad esempio per l’esecuzione di elettrocardiogrammi, spirometrie, esami della retina, etc.), il Punto Prelievi e gli ambulatori della Medicina dello Sport”.

Altri spazi dedicati – si legge nella nota esplicativa diffusa da Ulss 7 Pedemontana - sono previsti anche per i servizi per la salute mentale, le dipendenze patologiche e la neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza. Proprio ai minori sarà rivolta una particolare attenzione, con servizi dedicati nell’ambito delle attività previste dai Consultori Familiari. Infine, nella Casa di Comunità troveranno collocazione anche gli spazi per le attività di screening rivolti alla popolazione così come per altre iniziative di salute pubblica, incluse le vaccinazioni”.

◆ Thiene MesePlus ◆ [17]

Attualità

Aormai quasi 500 anni dalla sua edificazione, la prima villa palladiana attribuita all’opera ingegnosa del celebre architetto aspira a un “tocco” di verde speranza.

Che consiste in quella di attingere al bando Parchi e Giardini Storici indetto dal Ministero della Cultura, e in particolare a un contributo di 2 milioni di euro da destinare al pieno recupero e alla valorizzazione del sito di Villa Godi Malinverni a Lugo, “perla” architettonica dell’Altovicentino. Nonché inserita nella lista dei patrimoni dell’Umanità dall’Unesco. D’attualità è l’intervento destinato al parco esterno cinquecentesco (sul retro rispetto dell’edificio centrale e con 50 statue) e a quello di epoca romantica, che si richiama all’800 e alla tradizione inglese con i boschetti di magnolie, i cedri, i tassi e le ampie radure. Insieme per circa 2,5 km di viali inseriti nel contesto verde collinare tra le piante secolari.

Il progetto mirato in questa direzione, affidato all’architetto vicentino Nazzareno Leonardi, attraverso un’accurata indagine storico ed iconografica risale all’indietro nel tempo, andando a spulciare nelle carte che testimoniano le origini della costruzione tra il 1538 e il 1542, che la firma di Andrea Palladio rende ancora più suggestiva e conosciuta in Italia e nel mondo.

E, non a caso, prescelta come meta di turisti di molteplici provenienze per esplorare il Veneto in una delle sue forme d’arte più invidiata e osannata, l’architettura appunto e le Ville Venete come “copertina”.

Con il fiorire della primavera intanto è “sbocciata” sul colle di Lonedo dove sorge la Villa anche la conferma dell’assegnazione del prezioso quanto sostanzioso contributo da parte del Ministero, nell’ambito del bando promosso grazie i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Unione Europea.

Con la “bussola” per l’avvio dei lavori già predisposti e il finanziamento pubblico

Con i fondi del Pnrr rifioriscono i Giardini del Palladio

Il progetto per il recupero e la valorizzazione degli spazi esterni di Villa Godi Malinverni a Lugo, situata sul colle di Lonego assieme a villa Piovene, ha un valore di due milioni di euro e punta a “rinverdire” l’area e ad attirare i turisti.

erogato, si prevedono circa 12 mesi per il completamento del restyling di un vasto parco che tra le sue gemme naturali consta ad esempio dell’imponente palma fossile lunga 9 metri – citata come la più grande in altezza per il continente Europa – e il laghetto dei cigni caro a tante coppie di sposi in particolare che hanno scelto Villa Godi Malinverni come scenario di ricordi ed emozioni indelebili.

A spiegare nei dettagli dove si andrà a “mettere il pollice verde” è la famiglia privata che da oltre 60 anni gestisce l’edificio e gli esterni dopo l’acquisizione del 1961.

“Entro un anno – spiega Christian Malinverni - sarà possibile ammirare nella loro struggente bellezza anche i giardini palladiani del Cinquecento con i terrazzamenti, i giardini segreti, le aiuole fiorite, la collezione di rose, le siepi regolari e simmetriche di bosso, il colonnato, le fontane zampillanti e altro attorno alla Villa e al Torchio Antico. La nostra famiglia conserva con cura questo immenso patrimonio vincolato, affidandolo alla manutenzione quotidiana a cui concorrono alcuni giardinieri fissi tutto l’anno. Speriamo molto in questo contributo dello Stato per tramandare ai posteri questo vero e proprio luogo della memoria da sempre aperto ai visitatori”.

Obiettivi principali dell’azione che passerà alla fase esecutiva consistono nella salvaguardia di parco e giardino in generale, il restauro di importanti manufatti come la limonaia e la torre colombara da destinare a centro di documentazione del giardino dell’area pedemontana in accordo con l’Università di architettura di Venezia e l’osservatorio del paesaggio con i comune di Lugo e Fara. Per l’area “ottocentesca”, invece, il progetto prevede la manutenzione delle quasi mille piante presenti nel parco di 11 ettari, l’introduzione di nuovi arbusti e prati fioriti in modo che il parco e i giardini diventino luoghi attrattivi dal punto di vista turistico, strizzando l’occhiolino al mondo anglosassone. A collaborare nella stesura del programma di recupero e rilancio anche Diego Maino e Marco Faccin. Non solo giardino storico, ovviamente, tra le attrattive di Villa Godi Malinverni, che mostra il genio palladiano del corpo padronale, delle barchesse e della torre colombara, la foresteria oltre al Museo dei fossili. Ad arricchire gli interni gli ampi affreschi, nel salone nobile e nelle sale laterali al primo piano, nove in tutto oltre alla loggia, tra i più vasti e importanti delle Ville Venete. ◆ [O.D.M.]

[18] ◆ Thiene MesePlus

Attualità

“Abbiamo perseguito i nostri obiettivi senza paura di andare fuori dagli schemi e di uscire dalle corporazioni che impongono limiti”. Roberto Brazzale, presidente della Brazzale Spa, commenta così la sua elezione tra i “100 imprenditori più coraggiosi d’Italia”. Brazzale Spa non ha bisogno di presentazioni: è la più antica azienda italiana nel settore lattiero-caseario, con attività mai interrotta da otto generazioni e il marchio ‘Alpi’ nel mercato dalla fine del 1700. Unica con uno stabilimento in Cina. E con Roberto Brazzale ed i suoi fratelli Gianni e Piercristiano l’azienda, legata all’Altopiano di Asiago e alla pianura veneta ma con filiali nel mondo, innova e si rinnova, crescendo non solo nella produzione ma anche nell’attenzione all’ambiente con filiere ecosostenibili e nel welfare aziendale.

L’elezione tra i 100 imprenditori più coraggiosi d’Italia arriva da qui: “Per aver sfidato lo status quo trasformando modelli di business consolidati, assumendosi il rischio di cambiare completamente pelle alla sua azienda – recita la motivazione che aggiunge – Veneto per origini e cultura ma aperto al mondo”.

“Chi più dei veneti è aperto al mondo?”, si interroga Brazzale, spiegando che cosa significa uscire dagli schemi, innovare, essere professionisti in un mercato che evolve.

“Nel mondo caseario il ‘DOP’ impone le regole, ma è limitativo. 20 anni fa abbiamo

Roberto Brazzale imprenditore coraggioso

La rivista Class-Capital-Milano Finanza ha individuato i 100 industriali che hanno sfidato le normali regole del business e fatto crescere le loro aziende. Tra loro c’è anche il presidente di Brazzale Spa, azienda casearia di Zanè.

scelto di cambiare e abbiamo iniziato a fare il grana nella pianura vicentina. Siamo usciti dalle corporazioni perché pongono restrizioni e abbiamo inventato il nostro formaggio, con la nostra tecnologia e le materie prime che consideravamo migliori, in un territorio che abbiamo scelto nel mondo. Abbiamo inseguito ciò che si poteva fare di meglio. Un lavoro poco o per nulla capito da un certo sistema. A dire il vero ci sembra che l’aggettivo coraggiosi sia un po’ riduttivo; talvolta abbiamo la sensazio -

ne che per fare impresa in un contesto ingessato come quello in cui operiamo bisogna essere matti da legare”. Secondo l’imprenditore “Il made in Italy non esiste” poiché non esistono i confini. “La domanda è immensa e l’offerta è limitata – continua Roberto Brazzale – È l’economia della paura quella che fa rimanere all’interno degli schemi e rende impossibile l’economia che io definisco ‘della vita’, che non si può sviluppare all’interno degli schemi corporativi italiani”. ◆ [A.B.]

La città si è recentemente dotata di un nuovo dispositivo salvavita, il primo posizionato in area pubblica.

Un nuovo defibrillatore è stato installato a Thiene in corso Garibaldi, sotto i portici di piazza Chilesotti. Voluto dall’amministrazione comunale per rendere accessibile al pubblico lo strumento salvavita, si tratta del diciottesimo apparecchio posizionato in città ed il primo in area pubblica.

“Il defibrillatore in centro l’ho fortemente voluto, è un atto di civiltà”, ha commentato soddisfatto il sindaco Gianantonio Michelusi, che già nei 10 anni di amministrazione precedente, quando il sindaco era Giovanni Casarotto, si era occupato di sicurezza in ambito sportivo.

“Mentre ero assessore allo sport ho procurato moltissimi defibrillatori in modo che le società sportive e gli ambienti nei quali le persone praticano sport fossero più sicuri possibile – ha sottolineato – Si tratta di uno strumento che fa la differenza tra la vita e la morte. Ricordo un episodio accaduto nel 2015, al quale ho assistito personalmente, quando un signore è mancato durante la messa. Epilogo fortunatamente diverso invece ha avuto un fatto accaduto durante un carnevale in centro, quando una giovane ha perso i sensi e l’intervento tempestivo della Croce Rossa, che aveva in dotazione un defibrillatore, è stato de-

cisivo per salvarla. Oggi assistiamo a numerosi infarti – ha concluso il primo cittadino – Mi auguro che sempre più aziende si dotino di defibrillatori, da usare in caso di emergenza. Nel frattempo averne uno in pieno centro in città ci dà un bel po’ di sicurezza in più”. ◆ [A.B.]

Un nuovo defibrillatore in pieno centro storico [20] ◆ Thiene MesePlus

Cultura

Tomasoni dà la “caccia al sindaco”

Nel suo ultimo romanzo, il giornalista e scrittore costruisce una storia ricca di personaggi che ruota intorno a una rocambolesca campagna elettorale per l’elezione del sindaco in una cittadina della provincia vicentina

La sua ultima opera, che verrà presentata venerdì 19 maggio alle 20.30 a palazzo Cornaggia, con la partecipazione del sindaco di Thiene Giampi Michelusi, ruota intorno a una campagna elettorale per l’elezione del primo cittadino.

Ambientata nella piccola città di Gorzone - nome di fantasia dentro una realissima provincia di Vicenza - la storia ha per protagonisti i gemelli Adriano e Mariano Drago.

Mentre Adriano rivoluziona i funerali cittadini lanciando un nuovo servizio molto gradito dai clienti, e mentre Mariano organizza corsi di dialetto per bambini delle elementari che riscuotono grande successo, in città si avvicinano le elezioni per il rinnovo del sindaco.

“Caccia al sindaco” è il nuovo romanzo di Stefano Tomasoni, giornalista e scrittore con all’attivo ben undici pubblicazioni tra libri di costume, attualità e memoria locale. Oltre al romanzo “Avevo un cuore che ti amava tanto” e il docuromanzo “La Coca-Cola di Boninsegna, Inter-Borussia, la sfida più lunga”.

Il primo è titolare dell’impresa di pompe funebri di famiglia, il secondo è professore di italiano. Ma vive anche la sindacalista di lungo corso Alice Cumerlato; il preside Francesco Ceccon detto Checocecòn, indomito indipendentista veneto; il segretario di Forza Italia, l’avvocato Concetto Caiazzo, e quello del Pd, il pacato Gianluca Visetti.

Al via la 19a edizione di Parole a Confine

Dal 5 al 20 maggio, i Comuni di Carrè e Chiupanno ospiteranno la rassegna dedicata alla letteratura, al teatro e alla musica.

I Comuni di Carrè e Chiuppano tornano ad ospitare l’evento “Parole a confine”, festival dedicato alla letteratura, al teatro e alla musica in programma dal 5 al 20 maggio. La rassegna itinerante promossa dalle Amministrazioni e biblioteche dei due paesi, e patrocinata da Regione e Provincia, avrà inizio venerdì 5 maggio alle 20.45 in Casa Colere a Chiuppano dove lo scrittore Usama Al Shahmani presenterà il suo libro “La piuma cadendo impara a volare”. Sabato 6 maggio alle 21.15 la palestra delle scuole elementari di Carrè vedrà esibirsi in concerto Erica Boschiero in quartetto, mentre martedì 9 maggio alle 20.45 sarà ospite del centro culturale Carradium il fumettista Fabio Babich con “Faccio draghi, vedo gente”. Sempre al centro culturale di Carrè, giovedì 11 maggio alle 20.45 la scrittrice

Eddi Marcucci presenterà il libro “Rabbia proteggimi”, mentre sabato 13 maggio alle 20.30 in auditorium a Chiuppano si terrà lo spettacolo teatrale per famiglie “Sulla luna in bicicletta” con i Guardiani dell’Oca. Gli ultimi due appuntamenti sono domenica 14

Centrodestra e centrosinistra si mettono alla ricerca del candidato ideale alla fascia tricolore: qualcuno fuori dalle logiche di partito, per avere maggiori chance di vittoria in un clima di generale distacco dalla politica e di voglia di rinnovamento. Ma c’è da fare i conti con il preside indipendentista, con una lettera che arriva dal passato e con vicende private che sollevano piccoli scandali e piccole vendette.

E si sa: finché una campagna elettorale non è finita, tutto può succedere…

maggio alle 20.45 in auditorium a Chiuppano con il concerto del rapper Kiave, e sabato 20 maggio alle 18 al centro Caradium con la scrittrice Arianna Cecconi che presenterà il libro “Teresa degli oracoli”. Accanto al Festival “dei grandi”, quest’anno ci sarà anche Parole a confine “vietato ai maggiori” con una serie di iniziative dedicate ai più piccoli. Infine, i biglietti per gli eventi a pagamento sono acquistabili su Liveticket; il programma completo della rassegna è consultabile invece su www.paroleaconfine.it ◆

[22] ◆ Thiene MesePlus

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