N. 14 - SETTEMBRE 2014
UNIVERSITARI COSTRUTTORI: STUDENTI D’INVERNO, MURATORI D’ESTATE. PER BENEFICENZA
POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI
IL SENSO DI MATTEO RENZI PER LE COSTRUZIONI
DA APPLE A GOOGLE, DA AMAZON A FACEBOOK, I NUOVI QUARTIERI GENERALI DEI BIG DEL MONDO DIGITALE HANNO UNA PAROLA D’ORDINE IN COMUNE: LA CHIAMANO NEUROERGONOMIA O DESIGN COMPUTAZIONALE ED È GIÀ IL FUTURO DELL’EDILIZIA DIREZIONALE
IL FUTURO o DEL LAVORO l a i c è s
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Più di 830 Punti Vendita in Europa di prodotti e consulenze per costruire e ristrutturare casa. Anno 4 - Numero 14 - Settembre 2014 Direzione, Redazione, Abbonamenti e Amministrazione BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Comitato di redazione Rosita Bacis, Massimo Bussola, Davide A. Milani, Francesca Negri, Pierluigi Sabato, Anna Maria Sciorelli Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Lina Mazzullo Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Lafleur, Luca Mercante, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Susanna Tamborini, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione Commfabrik Srl Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community spedizione gratuita Stampa Faenza Industrie Grafiche Srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 30.000 copie
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Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente è a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.
EDITORIALE
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ari Lettori, il sottotitolo del nostro magazine UP! è “L’edilizia secondo BigMat”. Ciò significa che in questo giornale numero dopo numero cerchiamo di fare cultura e informazione in un settore che forse è il più tradizionalista di tutti, tentando di proporre spunti ed essere fonte di ispirazione per riflessioni di natura comunitaria e futuristica. Spesso nei nostri UP! è stato trattato il tema della “contaminazione” di cervelli come fattore positivo
e determinante per rivolgersi al futuro. Troppo spesso, però, i “cervelli” si trovano a dover fuggire dal nostro Paese alla ricerca di una collocazione adeguata al loro sviluppo, che non riescono a trovare in Italia. Noi, pur consapevoli della situazione attuale del nostro Belpaese, vorremmo soffermarci sulla gravità di questa affermazione e sensibilizzare tutti i nostri lettori sugli straordinari risultati che si possono ottenere agevolando gli scambi intellettuali e cercando di trattenere i “cervelli” invece che farli fuggire. Nei numeri scorsi abbiamo parlato di collaborazioni strategiche, di incubatori di idee e di strumenti straordinari come il crowdfunding. In questo numero faremo un ulteriore passo avanti, presentandovi ambienti di lavoro disegnati — e prima ancora pensati — per agevolare le idee, contaminandosi vicendevolmente per raggiungere gli obiettivi aziendali. Si tratta di una nuova frontiera dell’edilizia direzionale, che può dare molti spunti e idee. Parleremo dell’intelletto al servizio della comunità e daremo spazio a iniziative sociali come quelle degli Universitari Costruttori, che d’estate si rimboccano le maniche per dare una mano – nel vero senso della parola – a costruire strutture per i più deboli e disagiati. Anche questa è rigenerazione (sociale) e creatività (del cuore). Buona lettura!.
■ Lina Mazzullo
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SOMMARIO
In copertina il nuovo Headquarter di AirBnb: ogni ufficio replica i migliori appartamenti offerti dal sito di affitti in tutto il mondo
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È IL TEMPO DELLA SOCIOLOGIA URBANA La progettazione degli edifici direzionali si interroga sulla fruizione degli spazi nell’era di internet, della connettività 24 ore su 24 e dei social network. Così, grandi nomi dell’architettura ridisegnano i quartieri generali dei colossi del web: a suon di milioni di dollari, gli uffici diventano condensatori sociali sempre più green e attenti al benessere psico-fisico dei dipendenti.
RASSEGNA PRODOTTI Una mini carrellata tra i prodotti più smart e di tendenza da impiegare nell’edilizia residenziale proposti dai partner BigMat
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IL SENSO DI RENZI PER LE COSTRUZIONI
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi fin da subito è sembrato uno che aveva capito bene quanto conta il comparto dell’edilizia per riavviare il motore economico dell’Italia. E adesso le manovre promesse iniziano a concretizzarsi, a partire dal cavallo di battaglia di Renzi, l’edilizia scolastica.
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ALUNNI D’INVERNO, MURATORI D’ESTATE
D’estate rinunciano alle vacanze per rimboccarsi le maniche e costruire o ristrutturare case in giro per l’Italia. Merito di un’associazione, la Universitari Costruttori, nata a Padova nel 1966.
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60 ANNI DI COMPASSO D’ORO
L’anniversario del più importante premio di design italiano è l’occasione giusta per ripercorrerne la storia e ricordarne alcuni pezzi che hanno fatto scuola.
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IL PREFERITO ANCHE DALLE STRUTTURE ANTICHE
Il sistema tetto BigMat VASS consente di creare tetti moderni dal sapore tradizionale con installazioni record di appena due giorni e alte performance di trasmittanza.
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IL GIARDINO SECONDO BIGMAT
Gli spazi della casa si estendono verso l’esterno con un’infinità di soluzioni che BigMat seleziona in un’area tecnica studiata ad hoc, dove fare esperienze emozionali e trovare tanti spunti per rinnovare o allestire ex novo giardini e terrazzi
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ASSEMBLEA NAZIONALE BIGMAT 2014
Grande partecipazione per l’incontro di Roma che ha visto anche l’elezione del nuovo CDA e del nuovo presidente BigMat.
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SPAZIO HABIMAT Altri tre nuovi punti habiMat in Italia e appuntamento al Cersaie
RUBRICHE
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48 FEDERLEGNO INFORMA 50 FORMEDIL INFORMA 52 IL CONSULENTE D’AZIENDA 55 RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO 56 BIGMAT VASS INFORMA 60 NEWS DAL MONDO BIGMAT 66 BIGMAT INTERNATIONAL 5
È il tempo della sociologia urbana La progettazione degli edifici direzionali si interroga sulla fruizione degli spazi nell’era di internet, della connettività 24 ore su 24 e dei social network. Così, grandi nomi dell’architettura ridisegnano i quartieri generali dei colossi del web: a suon di milioni di dollari, gli uffici diventano condensatori sociali sempre più green e attenti al benessere psico-fisico dei dipendenti. di Zoe Lafleur
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colossi del digitale segnano il passo non solo sul web ma anche nell’edilizia direzionale: i nuovi quartieri generali di big come Apple e Facebook, che saranno pronti entro un paio di anni, mostrano infatti una progettazione del tutto inedita, che tiene conto delle
nuove modalità di lavoro, del benessere delle persone e dell’ambiente. A fare questa rivoluzione sono stati chiamati grandi nomi dell’architettura come Norman Foster e Franck Gehry, anche se è lo studio NBBJ di Los Angeles a essere il preferito del momento dalle multinazionali di tutto il globo. Una tendenza che offre lo spunto per spingerci ad analizzare la filosofia del futuro della progettazione, inevitabilmente sempre più social per “sopravvivere” alla rivoluzione della virtualità e dalle nuove frontiere della connettività. SOCIOLOGIA URBANA
Il lavoro d’ufficio è ormai rivoluzionato dalle tecnologie che consentono di lavorare in condizione di mobilità. Il
mondo delle comunicazioni virtuali è sempre più avanzato e in grado di eliminare la necessità di essere fisicamente presenti in ufficio. Per questo l’interrogativo odierno gira attorno al ruolo del luogo, che viene messo in discussione: cosa deve offrire un edificio adibito a uffici, oggi? Come si comporta la progettazione degli uffici quando le aspettative e le domande nei confronti del lavoro creativo significano non solo che si può, ma anche che si deve lavorare in ogni luogo in ogni momento? Nel corso del XX secolo il luogo di lavoro si è evoluto rispetto all’originario concetto innovativo del Nord America: grattacieli pianificati, progettati e costruiti nel centro delle città ed edifici bassi per le zone industriali periferiche sono diventati un paesaggio tipico dello sviluppo in tutto il mondo. Un sistema altamente standardizzato di procurament, fornitura e sviluppo che è cresciuto e ha visto realizzare queste tipologie di edifici ovunque, dando luogo a una vera e propria sociologia urbana istituzionalizzata non solo negli spazi fisici. La giornata di lavoro dalle 9 alle 17, i pendolari che viaggiano su metro e treni per raggiungere il luogo di lavoro, lo sviluppo di distretti finanziari nel cuore cittadino
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e la successiva innovazione delle zone industriali in periferia, sono diventati “standard internazionali”. UFFICI COME CONDENSATORI SOCIALI Oggi la sociologia urbana detta nuove regole plasmate dal potere del mondo virtuale. In passato la progettazione degli uffici riguardava la creazione di spazi nei quali gli individui potessero lavorare su scrivanie, in cubicoli o uffici privati, e al numero di dipendenti doveva corrispondere il numero di postazioni di lavoro individuali nello spazio fisico dell’edificio. Adesso, invece, la sfida è quella di progettare uffici in grado di competere con il mondo virtuale: il luogo
di lavoro diventa l’alternativa al “nulla” del
mondo virtuale, il condensatore sociale che incentiva la cooperazione, uno spazio nel quale rafforzare la cultura aziendale e fidelizzare i propri dipendenti, dove attirare i cuori e le menti dei talenti creativi, dove facilitare gli incontri, la collaborazione e l’interazione. L’ufficio diviene il mezzo più importante per esprimere e comunicare il marchio e i messaggi dell’organizzazione al personale, ai collaboratori e ai visitatori. RIFLETTORI PUNTATI SULL’AMBIENTE La nuova progettazione dell’edilizia direzionale ha oggi anche un’altra esigenza, quella di ripensare il ruolo dei luoghi di lavoro rispetto all’ambiente. Mentre siamo occupati
DAL DESIGN COMPUTAZIONALE ALLA NEUROERGONOMIA E SOCIOGENESI di Carlo Vacca
L
o studio di architettura NBBJ si definisce un “produttore globale di architettura”, con uffici a Pechino, Boston, Columbus, Londra, Los Angeles, New York, Pune, San Francisco, Seattle e Shanghai. Di certo è lo studio del momento per quanto riguarda la progettazione di centri direzionali, in grado di fornire progetti integrati con studi di pianificazione e progettazione urbana, architettura, interni, progettazione del paesaggio, illuminotecnica, nonché consulenza branding. L’hanno scelto grandi nomi come Amazon e Samsung. Il segreto del suo successo? Quello che in NBBJ chiamano “design computazionale”, un approccio simile a modellare un sito web o un’applicazione mobile. «Per quanto possibile, si cerca di prevedere e simulare come gli occupanti di un edificio (i suoi utenti) sperimenteranno gli spazi in cui vivono», spiegano dal quartier generale di Seattle, dove lo studio è stato fondato nel 1943. Da queste intuizioni, gli architetti dello studio NBBJ possono progettare strutture che incoraggino tipi di comportamento dei lavoratori utili a innalzare il loro rendimento.«Grazie ai progressi in campi quali le neuroscienze, la psicologia e l’antropologia e a un massiccio aumento della potenza di calcolo a basso costo – fa sapere Andrew Heumann, specialista di progettazione computazionale alla NBBJ – gli architetti possono fare molto di più che indovinare come le persone si muoveranno all’interno di progetti che non hanno ancora costruito. Si può tracciare ogni possibile percorso del movimento, creando modelli completi di
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come un edificio possa funzionare». In Italia c’è qualcosa di simile. Si chiama neuroergonomia e sociogenesi. È questo un tema di fondamentale importanza, perché le città moderne da oltre un secolo e mezzo, non soltanto stentano a unire le persone ma, come già osservavano addirittura Marx ed Engels, le dividono attivamente, le isolano, le funzionalizzano alla produzione facendole così diventare peggiori, meno felici, meno generose. Che i risultati della progettazione urbanistica non siano brillanti al riguardo è forse l’argomento principale di dibattito fra i ricercatori e i professionisti, fra cui ricordiamo il Project for Public Space negli Stati Uniti, il Centre for Advanced Spatial Analysis di Mike Batty a Londra, lo studio Jan Gehl Architects a Copenhagen, il centro di studi sulle “monocittà” (ovvero cittadine la cui economia è dominata da una singola industria o azienda) dell’Università Economica del Kazakhistan, e così via. Cosa accadrebbe allora se la progettazione urbanistica capisse come smettere di spezzare le relazioni sociali e permettesse loro di crescere e svilupparsi? In che modo un pianificatore urbano che non si sia arreso alla logica dell’applicazione sterile delle regole può rendere una città più umana e felice, prestando attenzione agli effetti che l’ambiente costruito ha sulla socialità? «Con una progettazione capace di generare la socievolezza e le relazioni umane», risponde Stefano Serafini, direttore (filosofo e psicologo,) della Ricerca presso l’International Society of Biourbanism di Artema, in provincia di Roma, una rete scientifica di ricerca interdisciplinare, discus-
a rendere i vecchi edifici eco-compatibili e progettarne di nuovi in modo che siano maggiormente efficienti dal punto di vista dei consumi energetici, si rischia di tralasciare un vantaggio ambientale molto più importante: reinventare il concetto di utilizzo degli uffici per adattarli a metodi di lavoro più mobili e fluidi che inevitabilmente influiscono sull’uso di edifici, quartieri e città. Le tecnologie wireless, ad esempio, consentono un livello alto di mobilità all’interno dell’edificio: sfruttando prassi di lavoro come queste, già comuni a tutti i lavoratori, la progettazione è in grado di ridurre la quantità di
spazio lavorativo necessario a favore di nuovi ambienti ideati invece per favorire un migliore equilibrio tra lavoro e qualità della vita, innalzare
sione, disseminazione e attuazione sul territorio nata in Italia nel 2010 e con membri diffusi in oltre 15 Paesi. Il suo scopo statutario consiste nel facilitare un cambiamento paradigmatico nelle scienze urbanistiche e della progettazione in genere: «La definizione della disciplina biourbanistica – spiega Serafini – è stata redatta nel 2010 dal gruppo di lavoro della neonata Società Internazionale di Biourbanistica, formato da me, Antonio Caperna (architetto, Università di Roma Tre), Alessia Cerqua (architetto, Ministero Ambiente), Alessandro Giuliani (biostatistico, primo ricercatore Istituto Superiore di Sanità), Nikos A. Salìngaros (matematico, Università del Texas di San Antonio). Nello specifico, la biourbanistica ha per oggetto lo studio dell’organismo urbano, inteso come sistema ipercomplesso, l’analisi delle dinamiche interne e quelle con il suo intorno (territorio), nonché le relazioni che sussistono tra dette componenti». Un atteggiamento conoscitivo che accomuna la biourbanistica alle scienze della vita e, più in generale, a tutte quelle scienze che nel XXI secolo si occupano di sistemi integrati, come la meccanica statistica, la termodinamica, la ricerca operativa e l’ecologia. Si arriva addirittura a parlare di “agopuntura biourbana”, ovvero una progettazione che «opera sui “punti vitali” a scala minima di una città, per influenzarne l’intero sistema. Tale cambiamento sistemico può avvenire attraverso la modifica di una struttura architettonica, come di un elemento socio-culturale. Attraverso le “punture” in queste aree cruciali i flussi vitali disconnessi della città vengono rimessi in circolo, rinforzando così l’intero sistema biourbano. I risultati consistono in un aumento della resilienza urbana e in una migliore qualità di vita», conclude Serafini.
le performance e ridurre le emissioni nocive dell’edificio. Se l’ufficio non è più il luogo in cui bisogna recarsi per svolgere il lavoro individuale, il suo valore aumenta perché diventa invece il posto in cui svolgere attività di comunicazione di livello superiore, di collaborazione di elevata qualità. La sfida per il progettista e il mercato edile, quindi, non riguarda il declino dell’ufficio, bensì il come reinventarlo per competere con la virtualità. Le dimensioni fisiche dell’edificio potrebbero essere più piccole di un tempo (importante vantaggio, questo, per l’ambiente), ma l’attenzione va concentrata sulla qualità dello spazio: da file di cubicoli destinati al lavoro individuale a spazi collegati tra loro per favorire una collaborazione efficiente, più potente e coinvolgente.
Nel tessuto urbano di Taipei (la capitale di Taiwan) nascono e spariscono spontaneamente come funghi orti comunitari e fattorie urbane collettive in una sorta di guerriglia gardening che occupa continuamente le zone degradate della città o quelle in attesa di sviluppo urbano, sospese nelle maglie della burocrazia. Alcuni sopravvivono solo per un paio di anni, altri per una lunga tradizione di decenni, come quelli sulla lingua di terra tra Zhongxiao e Zhongsheng. I cittadini addomesticano qua e là le rive dei fiumi, i cantieri abbandonati e le aree degradate lasciate libere dalla cementificazione con una rete di orti ufficialmente legalizzati o spesso illegali. La rete dei giardini comunitari di Taipei viene classificata come esempio di agopuntura biourbana della città industriale. Se infatti in agopuntura gli aghi si inseriscono in punti determinati dell’organismo che sbloccano flussi d’energia, per riequilibrarlo a scopi terapeutici, così l’innesto anarchico di aree verdi nel tessuto urbano post-industriale «manipola architettonicamente l’intelletto collettivo e porta la città a sintonizzarsi con i ritmi della natura gettando il seme vivifico della “città di terza generazione”», come dice l’architetto sociologo italo-finlandese Marco Casagrande (suo il disegno qui riportato che traccia la mappa degli orti-agopuntura di Tiapei), tra i collaboratori di punta della Società Internazionale di Biourbanismo.
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APPLE Si chiama Spaceship, ovvero astronave, e la forma ricorda proprio quella di una navicella spaziale. Il nuovo quartier generale di Apple, fortemente voluto così da Steve Jobs, sorgerà come sempre a Cupertino in California e sarà pronto per il 2016. A disegnarlo è stato l’archistar Norman Foster: un prodigio di hi-tech e di green concept che costerà 5 miliardi di dollari. Il progetto prevede un mega-edificio di quattro piani e 260.000 mq, costruito in uno spazio che in precedenza era occupato da un impianto della Hewlett-Packard, che ospiterà circa 12.000 dipendenti. È previsto anche che vengano piantati più di 6.000 alberi, in modo da “nascondere” strade ed edifici e creare uno spazio all’insegna dell’eco-sostenibilità. Per muoversi tra gli uffici i dipendenti useranno il monopattino.
GOOGLE Abolire le scrivanie. È questo l’imperativo della nuova sede di Google a Mountain View in California. I giovani cervelloni del web, infatti, potranno lavorare ovunque e soprattutto all’aria aperta sfruttando gli oltre 70.000 mq di tetto attrezzato. Pronto nella primavera 2016 (con un ritardo di circa 12 mesi rispetto alle tempistiche iniziali) il nuovo headquarter potrà contare anche su un campo di atletica, su uno skate park e su un’area dedicata allo yoga. Il nuovo campus sarà soprannominato “Bay View” e si trova su 42,2 ettari affittati dalla NASA: offrirà spazi per uffici e laboratori di ricerca e sviluppo per 5.000 persone. Il contratto di locazione di 40 anni costerà a Google 146 milioni di dollari in totale.
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DROPBOX Il leader mondiale dell’hosting online sta costruendo nel centro di San Francisco la sua nuova sede, un palazzo di 17.000 mq che dovrebbe essere ultimato entro la fine di quest’anno. Il costo è di 180 milioni di dollari ed è stato disegnato dalla Boor Bridges Architecture. Tra i punti più “social” dell’edificio ci sono un ristorante che servirà tre pasti al giorno gratis, un’area giochi per i fanatici del Lego e persino una stanza per incontri romantici tra colleghi.
AMAZON Costa 1,5 miliardi di dollari il progetto della nuova sede di Amazon a Seattle firmato da NBBJ. Simbolo della realizzazione saranno tre serre sferiche in vetro e acciaio contenenti piante esotiche e giardini tropicali, ovvero il nuovo ambiente di lavoro dei dipendenti. Il progetto dovrebbe essere realizzato entro la primavera 2016: l’idea alla base del “Biosfere” è quella di riuscire ad attirare i lavoratori di Amazon fuori dai loro uffici all’interno del grattacielo e spingerli a lavorare in un luogo “alternativo” dove la natura la fa da padrona. «Sappiamo dalla ricerca che solo l’atto di fare una passeggiata nella natura può ridurre la fatica e lo stress del cervello», spiegano dalla NBBJ per sottolineare la motivazione forte di un progetto sicuramente pionieristico.
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TENCENT Per Tencent, una delle più grandi aziende del mondo Internet, lo studio di architettura NBBJ ha progettato un paio di torri collegate da tre strutture a ponte, orizzontali e massicce. L’idea è quella di adattare il modello suburbano di grande successo di un campus high-tech in un grattacielo urbano. Uno degli obiettivi principali sarà ridurre i consumi e le emissioni di carbonio del 40% rispetto a un tipico grattacielo direzionale. Inoltre, la leggera rotazione delle torri e la loro altezza sono state studiate per catturare i venti e sfruttarli per l’areazione degli atri, nonché per ridurre al minimo l’esposizione diretta al sole. Per controllare la riflessione dei raggi solari, la facciata continua incorpora un sistema di ombreggiatura modulare che varia in funzione del grado di esposizione solare. L’edificio, situato nel distretto di Nanshan a Shenzhen, in Cina, punta tutto sulla luce che può penetrare l’edificio, un altro “elemento costruttivo” che può avvantaggiare sensibilmente la produttività, assicurano dallo studio di architettura americano. Nella nuova sede lavoreranno circa 12.000 dipendenti.
SAMSUNG È ancora la NBBJ a disegnare la futuristica sede di Samsung, un “ciambellone” da 800 milioni di dollari pronto nel 2017. Tra i plus del progetto, in questo caso, un collegamento diretto del palazzo con la rete ferroviaria, un orto verticale e un salone di bellezza. La costruzione sorgerà a San Jose in California, e l’intento di Samsung e dello studio di progettazione è quello di trasformare il suo avamposto in una sede di ricerca e sviluppo che incoraggia i tipi di collaborazioni spontanee che la Silicon Valley ritiene ispirare. Per sviluppare la socialità, il team di NBBJ ha studiato una ciambella di vetro (anche il pavimento!) dove ognuno può vedersi da un piano all’altro: in questo modo, assicurano gli architetti, si favoriscono gli incontri e le relazioni vis à vis. Gli scettici dovranno provare per credere.
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FACEBOOK Quello del nuovo quartier generale di Marck Zuckenberg è un progetto top secret. Si sa che a firmarlo è l’achistar Frank Gehry, che sarà una città giardino, con palazzi bassi nascosti dalla vegetazione, e che sarà il più grande ufficio del mondo con le sue 10.000 postazioni operative contenute in un ambiente unico. Un prodigio pronto nel 2016.
AIRBNB Per traslocare nella Silicon Valley, AirBnb ha investito 200 milioni di dollari. Il servizio di affitto online tra privati più in voga del momento ha deciso di realizzare ogni ufficio in modo molto particolare: l’edificio, infatti, replica i migliori appartamenti offerti dal sito di affitti in tutto il mondo, da Tokyo a Roma. Molti gli spazi conviviali, zone salotto dove poter interagire in pieno relax, e c’è persino una stanza con un letto. Gli uffici occupano parte di un secolare edificio industriale ristrutturato, denominato 888 Brannan. C’è anche una sala conferenze modellata sulla War Room del film di Stanley Kubrick “Il dottor Stranamore”, così come un muro-giardino che si estende su un lato dell’atrio principale. L’obiettivo? Ancora una volta quello di spingere i dipendenti a collaborare creando uno spazio che incoraggi il movimento e l’interazione. La nuova sede di AirBnb è già operativa.
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TECHNOGYM VILLAGE Il Technogym Village, il nuovo quartier generale del noto produttore di attrezzature per il fitness, nasce come fucina di pensiero e di divulgazione d’innovazione, contenuti e ricerche scientifiche. È il primo esempio di Wellness Campus al mondo e per questo possiamo considerarlo il progenitore del nuovo stile dell’edilizia direzionale che abbiamo visto nelle pagine precedenti visto che è operativo dal 2012. Il Technogym Village progettato dall’archistar Antonio Citterio si sviluppa su un’area di 150mila metri quadri, 60mila dei quali coperti, a Cesena ed è composto da tre edifici: lo stabilimento, gli uffici e il Wellness Center, che ospita un centro congressi, una mediateca specializzata, una palestra di ultima generazione e un ristorante biologico a chilometro zero. Pur avendo una loro autonomia lessicale, queste tre strutture elaborano in forme diverse alcuni temi comuni a tutto il Technogym Village. Tra questi i più espliciti sono: l’esteso impiego del legno strutturale e il tema del movimento. Wellness è prima di tutto movimento e questa tensione dinamica trova compimento nel progetto sia nelle soluzioni planimetriche, quali la pianta ellittica del Wellness Center, sia nelle soluzioni formali, l’immensa copertura a onde dell’edificio produttivo o la copertura dell’edificio uffici che si flette verso il basso autonomamente rispetto alla facciata a vetri. Lo stabilimento per la produzione delle macchine per il fitness, circa 45.000 mq di superficie di pavimento, seguendo le necessità operative e logistiche delle filiere produttive, è organizzato in lunghe navate di pilastri prefabbricati (seguendo una maglia di 15x18 m), rese autonome visivamente dalle falde inclinate del tetto, shed rivolti a nord che si inarcano e si flettono costantemente per 80 m di lunghezza. In questo modo il tema del movimento entra anche all’interno della fabbrica e modula la quantità di luce naturale in entrata dai serramenti. Sia le travi che legano i pilastri sia la struttura portante del tetto sono di legno lamellare con dimensioni in sezione vicine al metro di altezza. Tutti i prospetti della fabbrica sono pensati attraverso la modularità di pannelli di lamiera coibentata di acciaio zincato e preverniciato color argento; tutti eccetto la facciata verso l’autostrada che, pur essendo apparentemente il “retro” del campus, è, invece l’esposizione con maggior visibilità. Per questo il prospetto è stato nobilitato riprendendo, con una facciata continua di vetro, il tema comune dei fronti verso il parco degli uffici e del Wellness Center. Proprio l’attenzione dedicata dai progettisti alle facciate con la maggiore esposizione solare ha contribuito a risolvere l’identità del progetto. La volontà di grande trasparenza dei prospetti e di apertura degli spazi interni al paesaggio ha trovato, in un felice equilibrio formale, anche la risoluzione del rendimento termico passivo e della ventilazione naturale degli edifici.
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RASSEGNA PRODOTTI Una mini carrellata tra i prodotti più smart e di tendenza da impiegare nell’edilizia direzionale, alcuni proposti dai partner BigMat
LE PRESTAZIONI DI UNA FINESTRA ANCHE SUI TETTI PIANI La finestra cupolino VELUX rappresenta la prima vera soluzione per il mercato dell’edilizia direzionale e residenziale grazie a una perfetta integrazione con i sistemi di copertura e a finiture interne equivalenti a quelle di un serramento. L’ottimo valore di trasmittanza termica, Uw pari a 1,4 W/m2K calcolato secondo lo standard dei serramenti (UNI EN 126572:2005) ovvero pari a 0,72 W/m2K secondo lo standard cupolini (DS 418), l’operabilità elettrica remota e la possibilità di dotare la finestra cupolino di tenda interna ed esterna, fanno sì che questo innovativo prodotto possa essere inserito in qualsiasi contesto, per avere luce e ventilazione dove una finestra per tetti non può essere installata. Nella versione elettrica VELUX INTEGRA®, la finestra cupolino è dotata di un innovativo control pad touch screen che, grazie ai suoi 8 programmi preimpostati, permette di gestire facilmente, e da qualsiasi punto dell’ambiente interno, l’apertura e la chiusura della finestra e delle tende interne ed esterne per migliorare il comfort e l’efficienza energetica. Con il control pad è anche possibile creare dei programmi personalizzati in base alle proprie esigenze. E alle prime gocce di pioggia il sensore chiude la finestra auto-
maticamente. Oltre alla versione elettrica, VELUX propone la finestra cupolino anche in versione fissa, manuale per l’uscita sul tetto e, infine, un modello per l’evacuazione di fumo e calore. Tutti i modelli sono forniti di vetrata bassoemissiva antieffrazione, basamento in PVC estruso e cupola esterna in policarbonato. È possibile dotare la finestra di tende filtranti e oscuranti interne e di tenda parasole esterna. Quest’ultima abbatte l’ingresso del calore estivo fino all’88%, riducendo la temperatura nei locali di 6-7 °C.
L’ACUSTICA CON ELEGANZA Il top della tecnologia nella costruzione di soffitti modulari ispezionabili si concentra nella serie di pannelli Danoline di Knauf. Estremamente tecnico, un soffitto realizzato con un pannello Danoline forato consente di ottenere eccezionali prestazioni di assorbimento acustico degli ambienti interni. La struttura a micro e macro pori, tipica del gesso, il particolare feltro insonorizzante privo di fibre di vetro incollato sulla superficie superiore, la conformazione e la quantità dei fori sono gli elementi che insieme concorrono alla correzione acustica degli interni. I pannelli Danoline sono dotati sul retro di un sottile feltro fonoassorbente in fibra, appositamente realizzato per migliorare ulteriormente le capacità di assorbimento acustico alle diverse frequenze. Questi soffitti rappresentano delle ottime soluzioni per l’utilizzo nell’edilizia ricettiva, ospedaliera e pubblica, grazie all’ampia scelta tra tipi di foratura e bordi è possibile valorizzare esteticamente i soffitti per ogni tipo di edificio.
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RASSEGNA PRODOTTI L’ASSO NELLA MANICA PER IL VERDE Lavorare gomito a gomito con la natura, immersi in essa o comunque circondati da piante e fiori (anche da appendere alle pareti come quadri) è uno dei messaggi più forti che traspare dai progetti direzionali che abbiamo visto nelle pagine precedenti. Si fa quindi sempre più ricorso, ad esempio, all’uso di particolari vasche e fioriere che accolgono piante erbacee, arbustive o persino grandi esemplari di alberi e che in molti casi diventano parte integrante dell’arredo urbano diventando persino comode sedute. La posa di piante in ambiente urbano solitamente avviene in aree fortemente circondate da superfici impermeabili che creano condizioni avverse per la crescita delle piante. Per questo uno dei prodotti strategici è lo strato drenante che è in grado di creare AgriLeca sul fondo della fioriera. Anche lasciando che i granuli si mescolino con il terreno di coltura, il prodotto di Laterlite è in grado di migliorare la circolazione di acqua e aria a disposizione delle piante. AgriLeca, grazie al suo aspetto esteticamente piacevole, viene anche impiegata come strato pacciamante o rifinitura decorativa della fioriera. AgriLeca è l’argilla espansa speciale a Ph specifico (6-7) per l’impiego in giardini pensili, ortoflorovivaismo e coltivazioni idroponiche. Non contiene sostanze organiche, non si decompone, non è attaccata da muffe o parassiti, presenta buona ritenzione idrica e un’elevata porosità totale. L’origine del prodotto, unitamente a un processo produttivo rispettoso dell’ambiente, permette ad AgriLeca di essere un prodotto ecobiocompatibile e certificato ANA-ICEA per la applicazioni in bioedilizia.
la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione di coperture a verde”) e costituisce il supporto ideale in grado di sostenere lo sviluppo della vegetazione e ad assicurarne il giusto nutrimento. Disponibile in due versioni, a loro volta declinate nelle versioni per giardini pensili estensivi o intensivi, LecaGreen 400 e 600 si differenziano per il valore della densità secca che è rispettivamente di circa 400 e 600 Kg/m3. LecaGreen è una speciale miscela a base di argilla espansa AgriLeca frantumata, aggregati minerali e componenti di natura organica accuratamente selezionati (cocco peat, ammendante compostato verde), caratterizzata da elevata leggerezza, ottima porosità, buona capacità di accumulo e ritenzione idrica, ottima capacità drenante, resistenza e stabilità strutturale nel tempo. La leggerezza del prodotto lo rende ideale per inverdimenti in ambiti di ristrutturazione e per spessori di substrato importanti: l’ottima porosità facilita la circolazione degli elementi nutritivi e assicura l’ossigenazione dell’apparato radicale; la stabilità nel tempo contribuisce a eliminare il compattamento del substrato (fenomeno di riduzione del volume apparente).
LecaGreen, speciale miscela a base di argilla espansa da utilizzare come substrato colturale leggero nella realizzazione di giardini pensili, sia estensivi sia intensivi. LecaGreen è una soluzione che risponde ai requisiti della norma UNI 11235 (“Istruzioni per
SOLUZIONE VERTICALE ACUSTICA Akusto™ Screen A della Ecophon del Gruppo Saint-Gobain è uno schermo efficiente fonoassorbente che abbinato a un controsoffitto dà ottimi risultati acustici in aree aperte quali uffici open space. Akusto Screen è una parte vitale di una soluzione acustica per edifici TABS (Thermally Activated Building Systems). Ha una superficie fonoassorbente Texona, disponibile in una vasta gamma cromatica all’avanguardia, che consente di creare il design desiderato. Akusto™ Screen A è un sistema fonoassorbente in lana di vetro ad alta densità racchiuso in un telaio in alluminio anodizzato naturale. Entrambe i lati hanno una superficie di tessuto in fibra di vetro (Texona) riciclato al 70%. Il peso è di circa 24-44 Kg. È anche possibile avere tale sistema con una lastra di vetro trasparente di spessore 6 mm e altezza di 400 mm, altezza totale dello screen pari a 1.820 mm, per favorire la privacy tra gruppi di lavoro.
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NANO CRISTALLI E OSSIDO DI NIOBIO PER LA FINESTRA PIÙ “INTELLIGENTE” DEL MONDO Un team di ricercatori guidato da Delia Milliron del Lawrence Berkeley National Laboratory di Berkeley, in California, ha messo a punto una nuova tecnologia che permette di ottenere la “finestra intelligente”, con vetri in grado operare dinamicamente il controllo del flusso di calore e di luce che le attraversa modulandolo in base alle diverse condizioni meteorologiche attraverso la trasparenza. In un’ottica di risparmio energetico questo nuovo approccio
permetterebbe un notevole risparmio di risorse e un’ottimale gestione dei costi soprattutto per il raffrescamento e l’illuminazione degli edifici residenziali e in particolare di quelli direzionali e commerciali, dove l’utilizzo di ampie vetrate è largamente diffuso. Il nuovo vetro della finestra intelligente sfrutta l’interazione di due materiali altamente conduttivi: i nano cristalli di ossido di indio e stagno e una matrice vetrosa di ossido di niobio. L’interazione tra i due conduttori permette un controllo selettivo della luce visibile e del calore prodotto dalla luce nel vicino infrarosso, in questo modo si può ottenere un’illuminazione naturale all’interno senza aumento di calore, tipico dei mesi più caldi. L’interazione dei due materiali consente infatti di bloccare circa il 50% del calore e il 70% della luce visibile rispetto all’utilizzo dei singoli materiali. Rispetto alle attuali tecnologie, in cui il controllo della radiazione comporta anche un oscuramento della superficie vetrata recando degli inconvenienti sulla qualità dell’illuminazione degli ambienti, la conformazione a tre strati della finestra intelligente consente all’utente finale un controllo personalizzato e ottimale del calore, della luce e della trasparenza. Attualmente i ricercatori stanno lavorando con una start-up con base a Oakland, in California, per abbassare i costi di produzione, ancora troppo elevati, ma a breve, assicurano, la superfinestra arriverà sul mercato europeo.
I MOBILI DINAMICI I mobili del futuro non dovranno più essere elementi “passivi” all’interno degli ambienti, ma“dinamici, attivi, intelligenti”, e giocheranno un ruolo da protagonista nel bilancio termico dell’edificio specie se direzionale e quindi dell’efficienza energetica e del comfort ambientale. Questi mobili intelligenti si chiamano SMARTh FUrniTURE sono elementi di arredo in grado di immagazzinare un’importante quantità di energia grazie al materiale a cambiamento di fase (PCM) DuPont™ Energain® che è stato inserito all’interno della struttura. Sono, quindi, mobili che funzionano come veri e propri accumulatori di calore, aumentando l’inerzia termica degli spazi che li ospitano. L’arredamento non è solo estetica ma assume anche un ruolo funzionale e segna una svolta nell’industria del mobile e del design ampliando i loro raggi d’azione. Come funzionano questi mobili? Durante il giorno, quando la temperatura interna aumenta oltre i 21°C, i mobili iniziano ad assorbire energia sotto forma di calore latente, evitando il surriscaldamento dell’ambiente. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le superficie non aumentano la loro temperatura. La capacità del materiale a cambiamento di fase di soli 5 mm di spessore equivale ad avere, in termini di capacità di assorbimento del calore, a circa 40 mm di spessore di un muro costruito in calcestruzzo. Pertanto, uno spazio con bassa inerzia termica arredato con SMARTh FUrniTURE avrebbe un comportamento simile a uno spazio costruito con materiali pesanti, con elevata inerzia termica. Durante la notte, a impianti spenti, la temperatura scende e i mobili iniziano a rilasciare il calore accumulato mantenendo la temperatura interna quasi uniforme, diminuendo i consumi per la climatizzazione. Un’ottima soluzione per gli edifici con bassa inerzia termica, costruzioni con importanti carichi termici solari, serre solari, ecc..
Le simulazioni termiche effettuate hanno dimostrato che i mobili dinamici consentono di ridurre fino al 30% i consumi energetici per la climatizzazione estiva negli edifici vetrati e di circa 10% per la stagione invernale. Questo risultato è stato ottenuto analizzando un intero piano tipo open space di un edificio esistente con una superficie pari a 1.100 mq e con una facciata interamente vetrata esistente localizzato a Milano. Lo spazio organizzato con soli elementi di arredo (scrivanie, armadi e alcune pareti leggere divisorie come riportato nell’immagine), è stato simulato come se fosse stato costruito interamente con materiale a cambiamento di fase al suo interno per un totale di circa 1.540 mq di superficie.
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IL SENSO DI RENZI PE Il presidente del Consiglio Matteo Renzi fin da subito è sembrato uno che aveva capito bene quanto conta il comparto dell’edilizia per riavviare il motore economico dell’Italia. E adesso le manovre promesse iniziano a concretizzarsi, a partire dal cavallo di battaglia di Renzi, l’edilizia scolastica. di Stefano Guolo
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l piano di edilizia scolastica, fortemente voluto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi fin dal suo discorso di fiducia alle Camere del 24 febbraio 2014, prende il via. Un piano, composto da tre principali filoni, che coinvolgerà complessivamente 20.845 interventi in edifici
scolastici per investimenti pari a poco più di un miliardo di euro. Quattro milioni di studenti
e una scuola italiana su due sono protagonisti di questo primo progetto, che porta nell’arco del biennio 2014-2015 ad avere scuole più belle, più sicure e più nuove. Si tratta della costruzione di nuovi edifici scolastici o di rilevanti manutenzioni, grazie alla liberazione di risorse dei Comuni (coinvolti da Renzi fin da subito nell’individuazione delle strutture da risanare) dai vincoli del patto di stabilità per un valore di 244 milioni (#scuolenuove) e del finanziamento per 510 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione, dopo la delibera Cipe del 30 giugno, per interventi di messa in sicurezza (#scuolesicure), di decoro e piccola manutenzione (#scuolebelle). Al lavoro su questo obiettivo c’è una specifica Unità di missione istituita dalla Presidenza del Consiglio in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca per mettere in sicurezza le strutture scolastiche.
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SBLOCCA PATTO: #SCUOLENUOVE Sblocco del patto di stabilità per 404 cantieri in corso o che stanno aprendo, con progetti dall’importo medio di un milione, generando circa 400 milioni di valore complessivo. Tutti i sindaci che hanno risposto all’appello del Presidente del 3 marzo scorso segnalando interventi di edilizia scolastica immediatamente cantierabili, finanziati completamente con fondi propri e per i quali sbloccare il patto di stabilità, hanno infatti trovato accoglimento nei
Fonte: www.governo.it
PER LE COSTRUZIONI
ULTIME NOTIZIE
Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri firmati in giugno: i sindaci riceveranno la comunicazione dalla Ragioneria dello Stato secondo le procedure gestionali ordinarie di sblocco del patto per l’anno 2014 e 2015. Per gli altri sindaci che – rispondendo all’appello del governo – hanno chiesto finanziamenti o lo sblocco del patto per interventi che inizieranno nel 2015, si aprirà una nuova possibilità con il prossimo Documento programmatico di economia e finanza (nota come Finanziaria, ndr) e con i mutui in fase di attivazione con oneri a totale carico dello Stato.
Mentre UP! stava andando in stampa, il decreto Sblocca Italia del Consiglio dei ministri ha pres o forma. Per le infrastrutture il governo di Matteo Ren zi è riuscito a trovare, raschiando il fondo del barile (Fon do sviluppo e coesione e fondo revoche), solo 3,8 mili ardi di euro, ben lontano dai 43 evocati da Renzi all’inizi o di agosto. Per tentare di indurre i privati a mettere in campo risorse è arrivata poi una proposta di “scambio”: i concessionari autostradali che investono nella rete avra nno la proroga della concessione. Sempre che da Bru xelles arrivi il via libera. Ancora nel limbo la proroga dell’ecobonus del 65% per le riqualificazioni energetiche, su cui però, ha garantito Renzi, il governo ”si impegna ”. Confermato (ma si attende di vedere il testo) l’inc entivo fiscale del 20% destinato a chi compra casa per affit tarla a canone concordato. Nessuna traccia della riforma dei porti, ma c’è l’ok definitivo al gasdotto Tap, che sarà ratificato a Baku (Azerbaijan) il 20 settembre. Infine c’è il DDL delega per il nuovo codice degli appalti: «Avrem o le stesse regole in Italia come nel resto d’Europa: l’Ita lia ha il vezzo di ‘irrobustire’, e peggiorare, la normativ a Ue. Siamo noi che abbiamo inserito troppe norme, con danno economico e mancanza di chiarezza», ha spiegato il premier, che ha anche promesso la conferma del bonus degl i 80 euro «per i prossimi anni per 11 milioni di itali ani».
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VALLE D'AOSTA #scuolebelle € 0,00 #scuolesicure € 0,00 #scuolenuove € 473.779,28 TOTALE € 473.779,28
TRENTINO ALTO ADIGE #scuolebelle € 0,00 #scuolesicure € 0,00 #scuolenuove € 302.519,52 TOTALE € 302.519,52
ABRUZZO #scuolebelle € 16.778.727,93 #scuolesicure € 22.494.151,30 #scuolenuove € 2.856.298,69 TOTALE € 42.129.177,92
BASILICATA #scuolebelle € 8.066.105,12 #scuolesicure € 9.734.051,64 #scuolenuove € 1.483.730,79 TOTALE € 19.283.887,55
PIEMONTE #scuolebelle € 13.223.786,12 #scuolesicure € 49.995.808,98 #scuolenuove € 20.748.361,65 TOTALE € 83.967.956,75
FRIULI VENEZIA GIULIA #scuolebelle € 768.724,92 #scuolesicure € 14.726.386,44 #scuolenuove € 12.387.746,00 TOTALE € 27.882.857,36
UMBRIA #scuolebelle € 640.953,71 #scuolesicure € 6.469.957,91 #scuolenuove € 1.393.896,38 TOTALE € 8.504.808,01
PUGLIA #scuolebelle € 68.810.384,13 #scuolesicure € 30.957.505,37 #scuolenuove € 7.416.788,27 € 107.184.677,77 TOTALE
LOMBARDIA #scuolebelle € 10.143.728,10 #scuolesicure € 82.495.136,18 #scuolenuove € 67.961.761,66 € 160.600.625,94 TOTALE
EMILIA ROMAGNA #scuolebelle € 7.556.019,94 #scuolesicure € 11.586.455,89 #scuolenuove € 12.347.501,74 TOTALE € 31.489.977,57
LAZIO € 38.991.749,85 € 21.969.956,15 € 3.826.372,88 € 64.788.078,88
CALABRIA #scuolebelle € 43.128.556,86 #scuolesicure € 20.950.860,36 #scuolenuove € 2.626.048,27 TOTALE € 66.705.465,49
LIGURIA #scuolebelle € 1.308.569,62 #scuolesicure € 6.462.985,93 #scuolenuove € 4.420.332,76 € 12.191.888,31 TOTALE
TOSCANA #scuolebelle € 3.665.088,00 #scuolesicure € 3.260.965,00 #scuolenuove € 7.390.429,47 TOTALE € 14.316.482,47
CAMPANIA € 171.278.619,58 #scuolebelle #scuolesicure € 3.304.276,96 #scuolenuove € 8.345.108,23 TOTALE € 182.928.004,76
SICILIA #scuolebelle € 39.068.538,02 #scuolesicure € 51.872.580,93 #scuolenuove € 250.000,00 TOTALE € 91.191.118,95
VENETO € 9.097.163,58 #scuolebelle #scuolesicure € 15.876.865,35 #scuolenuove € 39.920.277,25 TOTALE € 64.894.306,18
MARCHE #scuolebelle € 3.705.664,85 #scuolesicure € 9.927.287,99 #scuolenuove € 8.366.565,47 TOTALE € 21.999.518,30
MOLISE
SARDEGNA #scuolebelle € 11.729.562,12 #scuolesicure € 26.017.843,09 #scuolenuove € 5.583.377,52 TOTALE € 43.330.782,72
#scuolebelle #scuolesicure #scuolenuove TOTALE
#scuolebelle #scuolesicure #scuolenuove TOTALE
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€ 2.038.056,76 € 11.897.204,46 € 286.259,76 € 14.221.520,98
Iniziativa
Tipologia degli interventi
Numero scuole coinvolte
Piccola manutenzione Decoro Ripristino funzionale
17.961
#scuolesicure
Messa in sicurezza Rimozione amianto Barriere architettoniche
2.480
#scuolenuove
Sblocco Patto Stabilità (primo blocco) Immediatamente cantierabili
404
#scuolebelle
Fonte per tutte le tabelle di questa pagina: Presidenza del Consiglio dei Ministri, www.governo.it
FINANZIAMENTO DELLE GRADUATORIE E INTERVENTI DI DECORO: #SCUOLESICURE E #SCUOLEBELLE Con le delibere approvate dal Cipe il 30 giugno scorso sono stati destinati complessivamente 510 milioni all’edilizia scolastica riprogrammando Fondi di Sviluppo e Coesione. #scuolesicure. Di questa somma 400 milioni di euro sono stati destinati a interventi di messa in sicurezza e agibilità delle scuole per un totale di 2.480 interventi del valore medio di circa 160.000 euro: interventi già resi ammissibili e presenti in graduatorie, ma che solo oggi sono finanziati e che potranno partire terminato l’iter di registrazione delle delibere. Comuni e Province per acquisire i relativi finanziamenti dovranno aggiudicare gli appalti entro il 30 ottobre 2014, esaurendo i primi 1.635 interventi previsti dal DL Fare. In seguito agli accertati ribassi d’asta, saranno finanziati altri 845 progetti previsti dal DDG 267 del MIUR. #scuolebelle. Gli altri 110 milioni, abbinati a 40 milioni in capo al MIUR, finanzieranno gli interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale che interesseranno 7.801 plessi scolastici nel corso del 2014. Ulteriori 300 milioni sono in attesa di essere sbloccati nel 2015 e riguarderanno 10.160 plessi. In totale si tratta quindi di 17.961 interventi di piccola manutenzione. Totale investimenti su base nazionale Italia #scuolebelle
€ 450.000.000
#scuolesicure
€ 400.000.000
#scuolenuove
€ 244.000.000
TOTALE
€ 1.094.000.000
Segui tutti gli sugli aggiornamentihastag gli interventi conscuolebelle # re u #scuolesic #italiasicura #scuolenuove
4 MILIARDI PER IL DISSESTO IDROGEOLOGICO Non ci sono solo le scuole sul tavolo di Renzi. Il 9 luglio, infatti, il presidente del Consiglio ha presentato #italiasicura, la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. In vista, 3.395 cantieri anti-alluvioni e per la messa in sicurezza dalle frane e 183 opere per depurazione scarichi urbani e disinquinamento di fiumi e laghi, per un investimento di circa 4 miliardi di euro in tutte le Regioni. Il coordinamento spetta a Erasmo D’Angelis con il direttore di #italiasicura Mauro Grassi: la sfida è affrontare e risolvere i ritardi clamorosi di due settori in emergenza e in infrazione europea con pesanti sanzioni in arrivo. «Le due Strutture di missione che abbiamo creato – ha affermato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio – quella sull’edilizia scolastica e questa sul dissesto idrogeologico, sono i paradigmi dell’azione di governo e di un’Italia che deve ripartire. Dare la priorità alla scuola e all’educazione vuol dire consolidare il pilastro fondamentale della società e dello sviluppo di un Paese moderno, concentrarsi sul territorio vuol dire prendersi cura del bene più prezioso che abbiamo ed essere coerenti con la vocazione naturale dell’Italia alla cultura e alla bel-
lezza. Diamo inizio alla più importante opera pubblica di cui il Paese ha urgente bisogno. La scelta del Governo è stata quella di cambiare radicalmente la governance e la filiera delle responsabilità e dei controlli che fino a oggi hanno impedito o ritardato la sicurezza di molte aree».
L’81,9% dei Comuni (6.633) hanno aree in dissesto idrogeologico. È pari a 3,5 miliardi l’anno
il costo pagato dallo Stato dal 1945 ad oggi per danni e risarcimenti da frane e alluvioni. Il Governo ha affidato alla Struttura di missione misure straordinarie e il compito di fare regia e coordinare tutte le strutture dello Stato (Ministeri, Protezione civile, Regioni, Enti locali, Consorzi di bonifica, Provveditorati alle opere pubbliche, Genio Civile, Enti e soggetti locali), per trasformare in cantieri oltre 2,4 miliardi di euro non spesi dal 1998 per ridurre stati di emergenza territoriali (casse di espansione e vasche di laminazione di fiumi e torrenti, argini anti-alluvioni, briglie per regimentazione acque, messa in sicurezza di frane, stabilizzazione di versanti a rischio crollo, riattivazione di linee Fs locali interrotte e di ponti e infrastrutture viarie di Anas). In più nel bilancio dello Stato sono utilizzabili e ancora non spesi né impegnati in fase di cantiere 1,6 miliardi di euro stanziati con Delibera Cipe nel 2012 per opere urgenti di fognature e
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#italiasicura
3,5
MILIARDI L’ANNO
il costo pagato dallo stato dal 1945 a oggi per danni e risarcimenti da frane e alluvioni
81,9%
DEI COMUNI
in Italia (6.633) ha aree in dissesto idrogeologico
3.395
OPERE E INTERVENTI DA SBLOCCARE di cui
2,480 MILIARDI €
risorse recuperate non spese dal 1998 ad oggi
110 EVENTI METEO
CON DANNI INGENTI
3,7
nei primi 20 giorni del 2014
MILIARDI €
richiesti dalle Regioni da ottobre 2013 all’inizio di aprile 2014 con
20 STATI DI EMERGENZA
Italia sotto infrazione europea per macnata depurazione
Cancellate o ridotte infrazioni (fino a 700 milioni di euro anno e blocco dei finanziamenti europei fino a realizzazione opere) se realizzate entro
DICEMBRE 2015
1,6 MILIARDI €
Risorse non spese dal 2012 a oggi
Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri, www.governo.it
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depuratori nelle Regioni del Sud da concludere entro il 2015 (la maggior parte tra Sicilia e Calabria). «Per la prima volta l’Italia fa un salto di qualità e investe sulla protezione del territorio e sulla prevenzione anziché concentrarsi sull’intervento in fase di emergenza – spiega Erasmo D’Angelis –. È il momento di accelerare interventi e investimenti. Il cambiamento del clima ha
cambiato anche il regime delle precipitazioni, oggi a carattere “esplosivo”: in poche ore piove quanto poteva cadere in mesi. Dai 100 eventi meteo con danni ingenti l’anno registrati fino al 2006, siamo passati al picco di 351 del 2013 e a 110 nei soli primi 20 giorni del 2014. Da ottobre 2013 all’inizio di aprile 2014 sono stati richiesti dalle Regioni 20 stati di emergenza con fabbisogni totali per 3,7 miliardi di euro. E la Commissione Europea ha già stabilito sanzioni nei confronti dell’Italia per diverse centinaia di milioni l’anno per mancata depurazione di scarichi urbani che vedono il nostro Paese tra i primi inquinatori in area UE. Tali sanzioni potrebbero essere ridotte o cancellate solo se le opere previste saranno realizzate entro dicembre 2015». Al termine della conferenza stampa di presentazione di #italiasicura è stata consegnata al Sottosegretario la petizione #dissestoitalia che chiedeva al Governo di uscire dall’emergenza per occuparsi della prevenzione sul territorio. Lo hanno fatto i promotori, il presidente di ANCE Paolo Buzzetti, il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Leopoldo Freyrie e il consigliere nazionale dell’Ordine dei Geologi Eugenio Di Loreto salutando con soddisfazione l’operatività della nuova struttura governativa.
Graziano Delrio e Mauro Grassi
IL DECRETO CULTURA Il Decreto Cultura, o decreto “Art Bonus”, approvato dal Consiglio dei Ministri e contenente interessanti novità per la cultura ma anche per l’edilizia, dovrà proseguire il proprio iter. In particolare il Decreto porta buone notizie per gli albergatori: ci saranno sgravi fiscali del 30% per chi ristruttura l’albergo e per chi utilizza il web e il mobile per la promozione della propria attività di albergatore, da quest’anno fino al 2018. Non si conoscono ancora tutti i dettagli tecnici del provvedimento, ma quello degli sgravi fiscali per gli albergatori sì. Per sostenere la competitività del turismo italiano e favorire la digitalizzazione del settore, il testo prevede crediti d’imposta del 30% per la ristrutturazione edilizia e l’ammodernamento delle strutture ricettive e per le spese sostenute negli anni 2014, 2015, 2016, 2017 e 2018 e per l’acquisto di siti e portali web, inclusa l’ottimizzazione per i sistemi di comunicazione mobile, l’acquisto di app e di spazi pubblicitari per la promozione e commercializzazione di servizi, pernottamenti e pacchetti turistici sui siti e piattaforme web specializzate, anche gestite da tour operator e agenzie di viaggio. Altri passaggi d’interesse del Decreto Cultura sono il Piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” e misure relative al finanziamento: entro la data del 31 dicembre di ogni anno sarà adottato un piano strategico per i grandi progetti sui beni culturali. Attraverso questo strumento si potranno individuare beni
o siti di eccezionale interesse per i quali risultano imprescindibili interventi di restauro e valorizzazione. Tra le misure inerenti a questo tema specifico sono previste anche l’eliminazione del limite di 100 milioni per investimenti in favore dei beni culturali e il ripristino del 3% delle risorse aggiuntive previste per opere infrastrutturali, con una parte di questa quota destinata a finanziare fino al 2016 progetti di attività culturale promossi dagli Enti Locali nelle proprie periferie urbane. Infine, le misure volte a favorire il mecenatismo culturale: credito di imposta al 65% per 2014 e 2015 (con un decalage al 50% nel 2016) per quanto riguarda le erogazioni liberali per gli interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura pubblici o per la realizzazione di nuove strutture o il restauro e il potenziamento delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri pubblici. Soprannominato icasticamente “ArtBonus”, il credito sarà riconosciuto a persone fisiche, a enti senza scopo di lucro (per una cifra non superiore al 15% del reddito imponibile) e a soggetti titolari di reddito d’impresa (entro i limiti del 5 per mille dei ricavi annui). Sono inoltre previsti interventi rilevanti in materia di trasparenza sulle donazioni e nuove strutture idonee a supportare le attività di fundraising e crowdfunding (per saperne di più, vedi articolo a pag. 12 del numero di marzo 2014 di UP!). Insomma, se tutte le manovre del Governo Renzi dovessero entrare in vigore l’edilizia italiana avrebbe una sferzata di finanziamenti vitale per la sua ripresa. ■
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ALUNNI D’INVERNO, MURATORI D’ESTATE D’estate rinunciano alle vacanze per rimboccarsi le maniche e costruire o ristrutturare case in giro per l’Italia. Merito di un’associazione, la Universitari Costruttori, nata a Padova nel 1966. di Cristina Serra
gli Universitari Costruttori, un gruppo di studenti che da quasi mezzo secolo trascorre le proprie vacanze in giro per l’Italia a impastare cemento, innalzare muri e costruire case. Un modo davvero concreto ma anche particolare di fare volontariato, il predecessore – potremmo dire – di fortunati format televisivi come Extreme Makeover Home Edition, che in Italia è alla sua seconda stagione e che fa seguito al fortunato programma americano dove un team di esperti di edilizia, affiancato da molti volontari, regala una casa nuova (ristrutturata, costruita ex novo, ecc.) a una famiglia bisognosa. COME NASCE
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a settembre a giugno si destreggiano freneticamente tra una lezione da frequentare e un esame da sostenere, ma quando arriva l’estate invece che pensare alle spiagge e ai tuffi nelle acque rinfrescanti di qualche litorale marino impugnano cazzuola e livella per aiutare chi si trova in difficoltà. Sono
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L’idea di riunire un gruppo di ragazzi disposti a sacrificare le proprie vacanze estive per aiutare il prossimo è venuta nel 1966 al padre gesuita Mario Ciman di Padova. Inizialmente il gruppo lavorava per i privati in difficoltà, poi le richieste sono diventate troppe e oggi l’attività viene svolta solo a favore di associazioni, comunità, enti e cooperative impegnate nel sociale, che richiedano un aiuto per opere di
tipo edilizio non avendo mezzi economici sufficienti per garantirsi manodopera specializzata. «All’inizio eravamo davvero tanti. Subito dopo il terremoto in Friuli arrivammo a toccare la quota record di 800 costruttori. Oggi siamo molti meno ma riusciamo ugualmente a portare a termine i nostri obiettivi con cantieri sparsi in tutta Italia», racconta Vittorio Fasolo, uno dei referenti del gruppo. Il campo base e lo zoccolo duro degli Universitari Costruttori è rimasto nel padovano, ma l’associazione si è diramata anche a Milano, Roma, Napoli e in Sicilia. COME FUNZIONA A rimboccarsi le maniche in realtà non solo studenti universitari di facoltà legate alle costruzioni, come Architettura o Ingegneria, ma anche ragazzi delle scuole medie superiori (a partire da 16 anni) e tanta gente comune che ha voglia di mettersi a disposizione di chi ha bisogno. Come funziona? Gli Universitari Costruttori (UC) si incontrano in autunno in assemblea e presentano i progetti delle realtà che chiedono loro aiuto. Sulla base di criteri di bisogno, urgenza, fattibilità, avvengono le votazioni che decideranno i lavori che verranno effettuati nel periodo estivo dell’anno successivo. Un’ulteriore assemblea
Mario Ciman padre gesuita di Padova, fondatore dell’iniziativa nel 1966
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re alle Per partecipa versitari i n U i d e v i t inizia saperne Costruttori e il sito di più visita ostruttori.it ic r a it s r e iv n www.u di primavera, poi, verifica che l’organizzazione dei campi proceda regolarmente, che i permessi per i lavori siano a posto, e dà ufficialmente il via alla pubblicità e alle iscrizioni dei volontari. La permanenza al campo va da domenica a domenica, nei mesi di luglio e agosto. Ogni settimana prevede la presenza di un “capocampo” (CC) e di un “capotecnico” (CT), entrambi volontari che hanno già partecipato ad almeno un campo estivo e che si rendono disponibili per ricoprire questi ruoli. Il capocampo coordina i partecipanti della settimana, li accoglie e fa da punto di riferimento per ogni esigenza fuori dal cantiere. Il capotecnico fa da tramite con il committente, il direttore lavori e il capo mastro e controlla che in cantiere sia garantita la massima sicurezza. E i fondi da dove arrivano? «Dal momento che il nostro gruppo ha come finalità soprattutto il servizio rivolto agli altri – fanno sapere gli Universitari Costruttori – abbiamo deciso di pesare il meno possibile su chi chiede il nostro aiuto e quindi di autofinanziarci con una quota settimanale di 100 euro (60 euro per i minori di 25 anni che sono alla prima esperienza con gli UC), che copre le spese di vitto, alloggio e assicurazione. Alloggiamo vicino al cantiere, solitamente in scuole o parrocchie attrezzate che ci offrono la struttura, mentre richiediamo al nostro “committente” di provvedere ai materiali per la costruzione (sabbia, cemento, mattoni e così via). Il viaggio di andata e ritorno al campo è a carico dei partecipanti». COSTRUIRE IL FUTURO Sono in molti a chiedere agli Universitari Costruttori perché lo fanno: «Siamo convinti che costruendo o ristrutturando con cazzuole, badili e betoniere fabbricati destinati a progetti sociali diamo una mano importante a realtà che hanno pochi mezzi e le aiutiamo a portare avanti progetti fondamentali per chi ha bisogno. Proponiamo, per una settimana, di vivere un “mondo alla rovescia”: si paga per lavorare, il primo si mette al servizio dell’ultimo, tutti sono uguali… Utopisti? Forse». Ma da cinquant’anni le braccia per lavorare non mancano mai. ■
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60 ANNI DI COMPASSO D’ORO L’anniversario del più importante premio di design italiano è l’occasione giusta per ripercorrerne la storia e ricordarne alcuni pezzi che hanno fatto scuola. di Rosa Santavite 28
Da habiMat Procacci di Gubbio (PG) è possibile ammirare una collezione di alcune opere Compasso d’Oro di tutti i tempi
L
a Fiat 500, la lampada Eclisse, la sveglia Sferyclock, la radio Brionvega, il sistema MyHome BTicino, lo spremiagrumi La Tina di Guzzini, la barca a vela Shaka, la pentola Pasta Pot di Alessi, la casa mobile Sunset. Sono solo alcuni degli oggetti entrati nel mito grazie al Premio Compasso d’Oro ADI, il
più antico ma soprattutto il più autorevole premio mondiale di design.
Nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti fu per anni organizzato dai grandi magazzini la Rinascente allo scopo di mettere in evidenza il valore e la qualità dei prodotti del design italiano allora ai suoi albori. Fu donato poi all’ADI
Il premio Compasso d’Oro, che ha cadenza triennale, viene assegnato sulla base di una preselezione effettuata dall’Osservatorio permanente del Design dell’ADI, costituito da una commissione di esperti, designer, critici, storici, giornalisti specializzati, soci dell’ADI o esterni, impegnati tutti con continuità nel raccogliere, anno dopo anno, informazioni e nel valutare e selezionare i migliori prodotti che vengono poi pubblicati negli annuari ADI Design Index. Ogni tre anni vengono assegnati dai 10 ai 20 premi Compasso d’Oro a beni ritenuti di assoluta eccellenza; da 75 a 150 Menzioni d’Onore per il Compasso d’Oro (per beni ritenuti di eccellenza in una di queste categorie: Design per l’abitare, per l’ambiente, per il lavoro, per la persona, per il sociale, tecnologia dei materiali e dei componenti, servizi, allestimenti, comunicazione, ricerca per l’impresa e ricerca teorica); fino a 9 premi Compasso d’Oro alla carriera e fino a 3 “Premi speciali internazionali”. Con un’iniziativa che non ha precedenti nell’ambito del design internazionale il Ministero dei Beni Culturali - Soprintendenza Regionale per la Lombardia, con Decreto del 22 Aprile 2004, ha dichiarato “di eccezionale interesse artistico e storico” la Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro ADI, inserendola conseguentemente nel patrimonio nazionale. Nel 2011 ADI ha siglato una convenzione con il Comune di Milano per la creazione di una “Esposizione Permanente della Collezione Compasso d’Oro ADI” presso il fabbricato ex Enel, in Via Bramante/Via Ceresio a Milano. I lavori di ristrutturazione dell’immobile sono in corso per rendere fruibile al pubblico la Collezione. Un concorso anonimo in due fasi è stato lanciato in ottobre 2013 per individuare il progettista del futuro allestimento dell’Esposizione. La nuova sede ADI verrà ricavata all’interno del progetto di riqualificazione delle aree ex Enel di Porta Volta.
(Associazione per il Disegno Industriale) che dal 1964 ne cura l’organizzazione, vigilando sulla sua imparzialità e sulla sua integrità. I quasi trecento progetti pre-
miati in oltre sessant’anni di vita del premio, insieme ai quasi duemila selezionati con la Menzione d’Onore, sono raccolti e custoditi nella Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro ADI la cui gestione è stata affidata alla Fondazione ADI, costituita nel 2001. UP! vuole rendere omaggio al Premio Compasso d’Oro proponendo nelle prossime pagine una carrellata di oggetti che hanno fatto la storia.
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Flos, Luminator
Artemide, Eclisse
Una delle prime lampade disegnate dal grande designer Achille Castiglioni è il modello Luminator per Flos. L’idea è di traslare una tecnica di illuminazione delle sale di posa dei fotografi nell’abitazione, ovvero di diffondere la luce nell’ambiente orientando una sorgente luminosa, costituita da una ampolla in vetro specchiato, verso il soffitto. Una soluzione formale molto semplice in cui la struttura è un tubo metallico con il minimo diametro per contenere il portalampada che diventa contenitore per gli steli alla base durante il trasporto.
Eclisse è una lampada progettata dal designer italiano Vico Magistretti nel 1965 per l’azienda d’arredamento e illuminazione Artemide che ha avviato la sua produzione nel 1967. Si tratta di uno dei prodotti di disegno industriale più rilevanti del XX secolo e divenuta uno dei simboli del design italiano nel mondo. Fa parte della collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano, della collezione permanente del MoMA di New York ed è stata esposta in molti musei dedicati al design, all’arte contemporanea e all’arredamento di tutto il mondo. Viene venduta ancora oggi.
Veglia Borletti, Sfericlock
Ducati, 1199 Panigale
Più che dell’oggetto qui bisogna iniziare parlando del suo designer, Rodolfo Bonetto. Batterista jazz di professione, disegnatore autodidatta, Bonetto verso i trent’anni interrompe la carriera di musicista per iniziare a collaborare con aziende legate all’industria dell’auto, carrozzieri e produttori di componenti. Già nel 1964 vince il primo di sette Compassi d’Oro ADI proprio con l’orologio Sfericlock per Veglia Borletti.
La Ducati 1199 Panigale è una motocicletta sportiva stradale realizzata dalla Ducati a partire dal 24 gennaio 2012. Il suo nome è tratto dal quartiere di Bologna Borgo Panigale, sede della fabbrica bolognese.
Compasso d’Oro ADI 1955
Compasso d’Oro ADI 1964
Compasso d’Oro ADI 1967
Compasso d’Oro ADI 2014
Movit, Sunset
Compasso d’Oro ADI 2011 Sunset, ideata dallo studio internazionale di architettura Hangar Design Group per il brand Movit di Pircher Oberland, è assolutamente in linea con la tendenza ecologica che permea il mercato delle costruzioni: è certificata in classe A secondo gli standard internazionali CasaClima, sia in termini di processi produttivi sia di gestione ambientale e materie prime utilizzate. Il concept di Sunset si sposa con l’idea di integrare la costruzione nel paesaggio con un impatto ambientale pari a zero.
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Lualdi, L16
Compasso d’Oro ADI 2014 L16 di Lualdi, disegnata da Piero Lissoni, ha vinto il Compasso d’Oro ADI 2014 per aver dato valenza architettonica a un elemento d’arredo, rendendolo sorprendentemente leggero. L16 offre allo sguardo una superficie intatta, nitida, pulita. Pensata come elemento architettonico, è in grado di definire lo spazio grazie a finiture e colori. La porta misura solo 16 mm di spessore ed è pensata per ridurre al massimo gli ingombri, sfidando le regole dimensionali tipiche dell’elemento porta. Straordinariamente sottile, l’anta a battente somiglia a un foglio, a una pagina nitida, capace di separare gli ambienti con mano leggera e movimento fluido. Ogni elemento visibile è progettato per scomparire.
Montini, Sfera
Compasso d’Oro ADI 2014 Il progetto della collezione di chiusini e caditoie Sfera di Montini nasce da una ricerca indiziaria sulle storie nascoste nelle piccole tracce che attraversano i suoli pubblici – come le impronte degli uccelli nel parco o le tracce dei battistrada di un pneumatico. Dalla loro osservazione scaturisce una serie di motivi decorativi astratti, che aggiungono una componente estetica e concettuale a prodotti normalmente considerati secondari nel disegno dello spazio. Un secondo elemento sviluppato dal progetto scaturisce dalla messa a confronto delle qualità della ghisa sferoidale rispetto alla ghisa lamellare, una variante del materiale comunemente utilizzata per la fabbricazione di questa categoria di elementi tecnici.
Magis, Spun
Compasso d’Oro ADI 2014 Disegnata da Thomas Heatherwick nel 2010, questa seduta ha meritato il Compasso d’Oro ADI per l’interpretazione ironica e giocosa. Piace a grandi e piccini. È dotata di una poltroncina rotante in polietilene stampato in rotazionale. Adatta anche per esterni, è disponibile nei colori: rosso, viola scuro, grigio antracite e bianco. Prevista anche la versione in policarbonato trasparente, nei colori grigio fumé e ambra.
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IL PREFERITO ANCHE DALLE STRUTTURE ANTICHE Il sistema tetto BigMat VASS consente di creare tetti moderni dal sapore tradizionale con installazioni record di appena due giorni e alte performance di trasmittanza. di Stefano Guolo Sezione del tetto dove è visibile la struttura preesistente su cui è stata progettata la copertura BigMat VASS
Schema di posa dei moduli BigMat VASS che compongono il tetto della ristrutturazione di Sesto Fiorentino (FI)
U
n tetto in legno modulare, montato in appena due giorni. È questa una delle particolarità della ristrutturazione di un terra-tetto di due piani dei primi del Novecento, ubicato nella bella Sesto Fiorentino (FI) città che ha dato i natali a personaggi noti come gli scultori rinascimentali Pietro e Lorenzo Bernini, il grande poeta Mario Luzi e la cantante Emma Marrone. A curare la realizzazione, lo studio Vivarelli di Sesto Fiorentino.
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SITUAZIONE ESISTENTE Il terra-tetto, su due piani fuori terra con destinazione a civile abitazione, è collocato all’interno di un’area urbana storica con edifici antichi e si affaccia su Piazza Edmondo De Amicis. Al piano terra dell’abitazione si trova l’ingresso con vano scala, oltre a una stanza adibita a cucina da cui si accede a una piccola corte con tettoia. Il corridoio e la cucina hanno il controsoffitto in longarine e tavelloni. Al primo
piano si accede da un’ampia scala a due rampe sfalsate e lì si trova, in un piccolo atrio che conduce a due stanze, un’altra stanza indipendente con finestra sulla facciata principale, l’altra adibita a soggiorno con portafinestra, dalla quale si accede al terrazzo. Il primo piano è tutto controsoffittato con un “canniccio”. Il soggiorno collega altre due stanze, una su fronte strada e l’altra tergale. Dall’atrio, tramite un’ulteriore rampa di scale, è possibile accedere al bagno e da quest’ultimo con un’altra scala si accede a un vano con abbaino per raggiungere il tetto. La muratura interna è tradizionale portante in mattoni pieni e foratoni, mentre le murature laterali sono in pietrame e mattoni. L’intonaco è stato realizzato con Biocalce Kerakoll, per le sue caratteristiche di traspirazione e protezione delle murature. Si tratta di un materiale naturale certificato, eco-compatibile, di pura calce naturale NHL 3.5 a norma EN 459-1, ideale nella green building e nel restauro storico. Contiene solo materie prime di origine rigorosamente naturale e minerali riciclati. A ridotte emissioni di CO2 e bassissime emissioni di sostanze organiche volatili, si tratta di un prodotto a ventilazione naturale attiva nella diluizione degli inquinanti indoor, batteriostatico e fungistatico naturale, riciclabile come inerte a fine vita. Tornando alla realizzazione di Sesto Fiorentino, completa la struttura un tetto in marsigliesi in cotto con gronde e discendenti in rame per la parte frontale, in rame e lamiera per la parte tergale. L’INTERVENTO I lavori previsti consistono nella ridistribuzione degli ambienti dell’alloggio: spostare la cucina dal piano terra al primo piano e invertire la scala, che mantiene comunque inalterata la sua posizione. Quella che un tempo era la cucina verrà adibita a camera da letto dove viene riaperta e trasformata la preesistente finestra in porta finestra per accedere direttamente allo spazio esterno. Nel cortile, sotto la tettoia, sarà installata la caldaia a condensazione di potenza 25,5 kW. All’interno, nel sottoscala, verrà realizzato un piccolo bagno di servizio dotato di aerazione forzata con accesso dal disimpegno con altezza interna di 2,40 m, larghezza di 1,10 m per una lunghezza di 1,38 m per un totale di 1,51 mq. Nella porzione eccedente del sottoscala a quota più bassa, verrà realizzato un armadio a muro. Si arriva a queste misure ottimizzando la struttura della scala per le quote in altezza e le dimensioni in pianta. La zona corridoio e la stanza sul retro vengono rialzate di 10 cm per l’alloggiamento dei servizi tecnologici di riscaldamento e salubrità del piano. Al primo piano l’appartamento si distribuisce intorno al soggiorno con accesso al terrazzo e alla nuova cucina situata nella stanza tergale, dove viene realizzata una nuova finestra di forma
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innovazione in cantiere
Per il cantiere
e dimensioni analoghe a quelle già esistenti. Dal soggiorno si accede inoltre a un disimpegno che serve un piccolo bagno, dotato di aerazione forzata, e a una camera; tale vano ha come servizio un ampio spazio spogliatoio e un’ulteriore bagno finestrato. La scala e il bagno di origine dell’unità immobiliare, vengono sostituiti da una scala di dimensione e forma come la sottostante che dà
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accesso al soppalco aperto sul lato soggiorno. Per quanto riguarda il soppalco, questo avrà spessore di circa 7,6 cm ed è costituito da un maxi listone in legno di 6 cm, una guaina antirumore di 4 mm saldata al maxi listone e un parquet flottante di 1,2 cm, lasciando la parte sottostante a un’altezza di 2,70 m. Struttura che si differenzia per forma e materiali dall’ambiente esistente, assimilabile quindi a un elemento di architettura d’interni. Il pavimento e il rivestimento delle pareti dei locali adibiti a servizi igienici saranno realizzati con materiale impermeabile e facilmente lavabile fino all’altezza di almeno 2 m. In particolare, i pavimenti all’interno dell’immobile verranno sostituiti, a causa dell’inserimento dei pannelli radianti: al piano terra con cementine o cotto, lo “scheletro” della scala in laterizio sarà rivestito in pietra serena con profili classici, materiale arenario tipico particolarmente utilizzato in architettura, mentre il primo piano sarà rivestito interamente di parquet.
IL SISTEMA BIGMAT VASS Il tetto dell’abitazione di Sesto Fiorentino è stato completamente rifatto e alla fine risulterà più alto rispetto allo stato attuale per la coibentazione con “cappotto termico”, anche se vengono mantenute le stesse altezze di gronda. Con il rifacimento del tetto sono stati utilizzati gran parte degli embrici originari, le gronde e i pluviali in rame sono del tipo naturale. Per realizzare la struttura del manto (95 mq) la progettazione ha scelto il sistema BigMat VASS e in particolare un modulo con un valore di trasmittanza di 0,25 W/m2K. Il tempo di montaggio è stato di appena due giorni. Nella copertura sono presenti anche dei lucernari VELUX, montati sui moduli imbotte Isocornìs BigMat VASS, che permettono di ottenere elevate prestazioni di isolamento termico e acustico; perfetta tenuta all’acqua; assenza di
IL RUOLO DI BIGMAT BigMat Focardi e Cerbai ha giocato un ruolo chiave in questa realizzazione: un pool di tecnici specializzati BigMat ha supportato il cliente nei minimi dettagli nella progettazione della copertura e nella sua messa in opera, consentendo un lavoro a regola d’arte, in tempi record e che risponde a tutti i parametri richiesti di risparmio energetico. BigMat Focardi e Cerbai è una storica realtà fiorentina con un’esperienza di oltre 50 anni nel settore dell’edilizia: «Siamo alla terza generazione. Oggi si parla di prodotti nuovi e tecnologici, logistica, professionalità e competenza. La necessità è quella della multispecializzazione – dichiara Alessandro Cerbai, uno dei titolari –, un concetto che oggi BigMat, di cui facciamo parte dal 2005, sta portando avanti con forza. A breve, sarà completato un restyling degli spazi riservato alle finiture d’interni con un centro colore professionale che affiancherà il già presente spazio dedicato al noleggio BigRent».
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PAROLA ALL’ESPERTO di Luca Mercante Direttore tecnico Team BigMat VASS Il modulo BigMat VASS è un modulo prefabbricato, a volte solo nel significato letterale del termine: è costruito completamente in azienda e in cantiere deve essere solo posato sull’orditura principale. A differenza di un prodotto prefabbricato, che tradizionalmente è difficile da modificare e da adattare a esigenze progettuali particolari, il modulo BigMat VASS può essere facilmente personalizzabile variando, non solo le funzioni che può ospitare (luci, finestre, antenna e così via), ma anche e soprattutto la propria struttura. È possibile, senza penalizzare costi e tempi di produzione, scegliere i materiali e variare gli strati che lo compongono per meglio adattarsi alle consuetudini costruttive, ai requisiti della zona climatica e alla tipologia di involucro edilizio del cantiere in esame. Nel caso specifico della realizzazione di Sesto Fiorentino (FI), dato che il cantiere si trova in zona D, per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali del 65% in accordo con il DL 63/13 è stato necessario rispettare il limite di trasmittanza U=0,26 W/m2K. Per rientrare all’interno di questo valore e garantire uno
fibra di legno alta densità (230kg/mc) sp. 40mm fibra di legno media densità (160kg/mc) sp. 20mm
sfasamento superiore alle 11 ore (come da esigenza di progetto) è stato realizzato un modulo interamente in fibra di legno composto da uno strato di fibra a media/ bassa densità (130 Kg/m3) da 8 cm, uno strato a media densità (160 Kg/m3) da 2 cm e un ultimo strato ad alta densità (230 Kg/m3) da 4 cm. Per quanto riguarda la parte strutturale, per rispondere ai requisiti imposti dal progettista di dare maggior rigidità al sistema alle sollecitazioni orizzontali, è stato introdotto un tavolato di OSB/3 tra le perline (strato di finitura a vista) e il primo strato di isolamento. Il pannello inserito è dello spessore di 18 mm tale da poter essere utilizzato per la controventatura della struttura. Il fissaggio del modulo sui travi tramite viti a testa svasata HBS garantisce un irrigidimento conforme alle richieste. Sfruttando la versatilità e la flessibilità della produzione BigMat VASS, il modulo è stato prodotto ad hoc per il cantiere di Sesto Fiorentino, sempre garantendo però lo standard di qualità e di sicurezza del risultato finale che caratterizza il sistema costruttivo BigMat VASS.
Nella figura si può vedere come sia stato possibile irrigidire la struttura utilizzando ogni singolo modulo per controventarla. Infatti ogni modulo viene fissato attraverso 4 viti ai tre travi su cui appoggia; in questo modo ogni pannello di OSB/3 da 18 mm garantisce, su tutta la superficie coperta, una maggior rigidità del sistema alle sollecitazioni orizzontali.
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ponti termici con la certezza che non si generino muffe dovute alla formazione di condensa; finitura estetica di pregio. Il modulo imbotte Isocornìs, come tutti i pannelli BigMat VASS, arriva in cantiere già assemblato deve essere solo posato sull’orditura portante. I comignoli degli sfiati sono realizzati in manufatto in cotto, il comignolo della cucina e lo sfiato caldaia sono invece costruiti in laterizio
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e tegole della forma tradizionale. Per la produzione di acqua calda sanitaria, infine, viene installato un pannello solare sulla copertura, in grado di produrre un fabbisogno per l’unità immobiliare superiore al 20%. Nei moduli del sistema BigMat VASS è stato possibile inserire le necessarie predisposizioni per il passaggio, attraverso il tetto, delle tubazioni dell’impianto solare termico. ■
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i chiama Area Verde Esterna BigMat ed è un’altra novità firmata BigMat, dove il Punto Vendita presenta un’area tecnica in cui si spiegano, in maniera visiva, tutte le modalità per creare e allestire una zona green sia che si tratti di un giardino sia che si tratti più semplicemente di una terrazza o di una veranda. L’idea è quella di realizzare, negli ampi spazi liberi dei piazzali accanto all’entrata della rivendita, un’area espo-
sitiva tecnica di materiali e prodotti dedicati all’area esterna di un edificio.
Il progetto base consiste in un format di 11 m di lato (ma può essere adattata di volta in volta alle esigenze del Punto Vendita BigMat) in cui il cliente verrà accompagnato a scoprire in modo facile e intuitivo come gli spazi esterni possano essere allestiti, tramite anche vere e proprie installazioni. Lo spazio è articolato attorno a un percorso studiato ad hoc per guidare il visitatore in un’esposizione dove l’ordine e l’armonia suggeriscono nuovi scenari: le diverse zone, come in un vero giardino, sono quelle legate agli spazi aperti da pavimentare o da destinare a prato, quelle legate all’orticoltura, alla socialità di una riunione con tanti amici per pranzi e cene e al relax in un soggiorno all’aperto da vivere in tutte le stagioni. In quest’area il cliente può trovare un luogo dove fare esperienze, un’area dove conoscere nuovi trend e dove imparare nuove tecniche, ma soprattutto dove poter trovare un’ampia e assortita gamma di prodotti, dalla pavimentazione alla pietra da giardino e cortile, dai muretti a secco piuttosto che a tufo, dalla panchina alle fontane, al barbeque. ■
Esempio di progetto realizzato per BigMat dall’architetto paesaggista Susanna Tamborini
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ASSEMBLEA NAZIONALE Grande partecipazione per l’incontro di Roma che ha visto anche l’elezione del nuovo CDA e del nuovo presidente BigMat. di Nicola Pisano
È
stata un’assemblea annuale molto partecipata quella che si è svolta lo scorso giugno a Roma. All’ordine del giorno, oltre all’approvazione di bilancio, c’erano anche temi importanti dell’attualità del settore, strategie da sviluppare insieme e, in ultimo ma non per ultimo, il rinnovo del consiglio d’amministra-
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2014
zione di BigMat (per la prima volta composto per un terzo da donne) e l’elezione del presidente, che ha visto tornare alla guida del Gruppo italiano Rocco Alfano. L’animata convention si è suggellata con la cena di gala, organizzata nello splendido contesto del ristorante Open Colonna, sulla sommità del Palazzo delle esposizioni di Roma.
Da sinistra: Pietro Rasenti, Ferruccio Pagliarini, Lucia Guglielmina, Fabio Gerbi, Carla Nassi, Antonio Paparo, Gina Caralli, Alessandro Cerbai, Rocco Alfano.
Il nuovo CDA che guiderà BigMat Italia per i prossimi tre anni è così composto: Rocco Alfano ALFANO Spa Presidente Lucia Guglielmina GUGLIELMINA Srl Vice presidente Pietro Rasenti RASENTI MATERIALI DA COSTRUZIONE Spa Consigliere Fabio Gerbi EDILAOSTA Srl Consigliere Ferruccio Pagliarini EDIL.COM Srl Consigliere Gina Caralli F.LLI CARALLI Srl Consigliere Carla Nassi GIACOMELLI MIRCO & C. Snc Consigliere Antonio Paparo IDEA Srl Consigliere Alessandro Cerbai FOCARDI & CERBAI EDILIZIA Snc Consigliere Claude Coutant BigMat France Consigliere Fabrice Maud BigMat France Consigliere
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ersonalizzare le superfici in qualsiasi loro forma o espressione, sia che si tratti di tinte sia di pitture, carta da arredo, legno, ceramiche, superfici continue come le resine. Rendere unici ed esclusivi i mobili da bagno, che sono ormai assimilati a tutti i mobili living
del resto degli ambienti della casa. Distinguersi, proponendo al cliente cura e attenzione per i dettagli, l’accoglienza in un ambiente professionale ma allo stesso tempo informale e famigliare, dove sia riconosciuto il valore delle esigenze e dei desideri di chi vuole realizzare la
casa dei propri sogni. È tutto questo e molto di più habiMat, il marchio di BigMat dedicato al mondo delle finiture d’interni e dell’arredobagno, che tra qualche settimana debutterà sul palcoscenico privilegiato del Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, in programma dal 22 al 26 settembre a Bologna. Uno stand di quasi 100 mq, concepito come una piazza in cui dialogare e incontrarsi, accoglierà i visitatori al Padiglione 30, stand C32 per condurli alla scoperta di tutto il mondo habiMat. Gli ultimi showroom habiMat by BigMat che hanno aperto durante l’estate sono habiMat Cossu, habiMat Comed e habiMat Guglielmina.
Uno scorcio del progetto dello stand habiMat a Cersaie 2014
Il primo sorge in provincia di Oristano negli spazi di BigMat Tecnicom F. Cossu. L’azienda, attiva nel settore da oltre 50 anni, è entrata nel Gruppo BigMat
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Spazio habiMat
da circa 8 anni e ha ricavato i nuovi spazi nella sede storica di Donigala: una sala espositiva di circa 250 mq dove, con cura e attenzione al dettaglio, sono state selezionate proposte classiche e innovative, sempre accattivanti. Si va dalle soluzioni per interni ed esterni (dalle pavimentazioni alle porte), fino ad arrivare ai mobili da bagno e ai sanitari. La gamma di prodotti è poi allargata a nuove proposte, come la carta da parati e l’arredamento da giardino. «L’obiettivo è quello di puntare su un livello di mercato medio alto e soprattutto sulle ristrutturazioni, in ripresa in Sardegna e in particolare nella provincia di Oristano, che ritengo trascineranno il rilancio di tutto il settore edile nei prossimi anni», spiega Francesco Cossu, amministratore unico di BigMat Tecnicom F. Cossu. Dalla Sardegna passiamo in Liguria, e più precisamente a Diano Marina (IM), dove è la BigMat Comed ad aver aperto un nuovo punto habiMat inaugurato ufficialmente il 6 settembre. Nata nel 2007, l’azienda entra da subito a far parte di BigMat, condividendone in pieno le metodologie, gli interessi e gli obiettivi. Ricerca, selezione, controllo e verifica, sono i principi cardine di questa realtà che mira costantemente a trovare nuovi prodotti, soluzioni e servizi che migliorino la qualità dell’ambiente di lavoro e delle abitazioni dei clienti. Uno spazio di 300 mq in cui sono esposti materiali specifici e all’avanguardia. Finiture d’interni,
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CHI È habiMat habiMat è la catena di showroom del Gruppo BigMat dedicata a finiture per interni e arredobagno ad alto comfort abitativo. Nato dall’esperienza di BigMat, habiMat oggi è presente sul territorio nazionale con 16 showroom di alto livello per dialogare con clienti, interior designer e progettisti. I consulenti degli showroom habiMat seguono il cliente e l’interior designer in tutte le fasi di ristrutturazione o realizzazione ex novo di ambienti interni alla casa: dalla progettazione 3D alla scelta delle finiture più adatte allo stile di ognuno, fino all’assistenza durante la posa in opera. habiMat ha appena lanciato il suo nuovo sito web, www.habimat.it, dove è possibile localizzare tutti gli showroom in Italia e dove si trova una sezione dedicata ad argomenti di lifestyle e tendenze che i clienti possono prendere come spunto e ispirazione per i propri progetti.
arredobagno, serramenti e arredo giardino saranno proposti in uno spazio elegante e luminoso e i clienti potranno contare sulla professionalità di personale altamente qualificato. Con la nuova immagine habiMat, BigMat Comed è in grado di dare un servizio completo al cliente, dalle fondamenta al tetto, fino alla personalizzazione interna.
habiMat Comed Diano Marina (IM)
Un’altra regione coinvolta nelle novità habiMat è il Piemonte grazie all’associato BigMat Guglielmina di Gattinara e Varallo (VC). La realtà piemontese ha aperto un nuovo e molto più ampio Punto Vendita all’ingresso del paese di Varallo e in un mercato come quello della Valsesia questa novità ha smosso il
Spazio habiMat
habiMat Guglielmina Varallo (VC)
habiMat Cossu Donigala (OR)
settore. «Crediamo molto nella forza di una sala espositiva grande e con prodotti di qualità – dichiara Lucia Guglielmina, titolare dell’azienda –. Il mercato dell’edilizia tradizionale è saturo, per questo abbiamo deciso di investire in questo nuovo Punto Vendita declinandolo verso un’offerta più idonea al settore privato.
La geografia limitante del territorio ha causato una saturazione dell’edilizia tradizionale ma l’attenzione nei confronti del settore privato è ancora poco sviluppata. E il nostro showroom habiMat di finiture per interni e arredobagno sarà il più grande della zona. Crediamo che quest’offerta, abbinata al nostro servizio professionale nel mondo
del colore, ci permetterà, inoltre, di incuriosire una clientela differente e potenzialmente utile per incrementare il nostro mercato sia in termini geografici sia numerici». E i numeri del cambiamento sono già importanti: a Varallo sono 800 mq di libero servizio e 800 mq di showroom dedicato all’arredobagno e al mondo delle finiture.
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NOVITÀ IN CASA FEDERLEGNOARREDO Domenico Corà è il nuovo presidente di Fedecomlegno e per il 2014 arriva MADE Virtual
Domenico Corà è il nuovo presidente di Fedecomlegno, l’associazione nazionale degli importatori, commercianti e agenti di materia prima legno. Eletto lo scorso giugno a Milano, presso la sede di FederlegnoArredo, resterà in carica per il prossimo triennio. Classe 1966, a ventisei anni entra a far parte dell’azienda di famiglia, la Corà Domenico Spa, mentre quest’anno ha ricevuto anche la carica di presidente del Raggruppamento Legno-Arredo di Confindustria Veneto. «Desidero esprimere il mio personale ringraziamento per la fiducia espressa dall’assemblea nell’affidarmi questa importante responsabilità – commenta Corà –. Gli importatori italiani operano in un contesto più complicato rispetto al passato, sia a causa
Domenico Corà
della crisi del comparto edile sia a causa dell’approccio al mercato dei Paesi emergenti, che comporta una tensione nei prezzi e una concorrenza agguerrita». Uno dei temi cardine dalle presidenza di Corà è la conformità al Regolamento
www.federlegnoarredo.it
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UE N. 995/2010, meglio noto come Due Diligence (“giusta diligenza”). Entrato in vigore il 3 marzo 2013, stabilisce una serie di obblighi da parte degli operatori che commercializzano e distribuiscono legno e prodotti da esso derivati, con lo scopo di contrastare la raccolta, il trasporto, l’acquisto e la vendita di materiale legnoso effettuate nel mancato rispetto delle leggi nazionali o internazionali in materia. «Dobbiamo essere i primi a dare il buon esempio, indirizzando i nostri acquisti esclusivamente a quei canali che garantiscono la sostenibilità del patrimonio forestale», afferma il neo eletto. Massimo Buccilli è invece il nuovo presidente di Edilegno Arredo, che riunisce le imprese produttrici di elementi in legno per l’edilizia e le finiture, una delle colonne portanti
Massimo Buccilli
della filiera italiana del LegnoArredo: vale infatti oltre 5 miliardi di euro e occupa circa 90.000 addetti. Nonostante il ridimensionamento del mercato nazionale, causato dalla generale crisi dell’edilizia, il sistema continua a dimostrare la sua competitività conquistando nuovi mercati all’estero. I dati del Centro Studi FederlegnoArredo parlano chairo: tra il 2009 e il 2013 la crescita delle esportazioni è stata
superiore al 30%. Nel 2013 l’export verso l’area UE cresce del 13,4%, con un totale di oltre 301 milioni di euro, quello verso l’area extra-Ue con 371 milioni presenta incrementi superiori al 50%. In questa area si registrano i risultati più significativi: Europa non UE (Russia, Turchia ecc.) +58,6%, Medio Oriente +76,8%, Stati Uniti e Canada +84,7%. «Risentiamo ancora del colpo di coda della recessione, ma tutti gli indicatori macroeconomici ci fanno ben sperare», commenta Buccilli, neo-presidente di EdilegnoArredo, che riunisce le imprese produttrici di elementi in legno per l’edilizia e finiture. Note positive vengono infatti dalle spese generali per la riqualificazione edilizia ed energetica. In base alla ricerca realizzata per EdilegnoArredo dal Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio) hanno raggiunto quota 27,8 miliardi nel 2013, superando i 10 miliardi di euro nei primi quattro mesi di quest’anno. Ma le novità in FederlegnoArredo non finiscono qui. Nel 2015 la federazione conta di rivoluzionare il panorama fieristico nazionale ed europeo con un nuovo format di MADE Expo, la fiera biennale dell’architettura e dell’edilizia. L’innovazione
si chiama MADE Virtual: da, con un semplice click. MADE Virtual renderà possibile ai clienti MADE expo l’attivazione, subito dopo la fiera di un tour interattivo inglobabile nel proprio sito web e nei social network, oltre che in una apposita sezione del sito www.madeexpo.it. Si unisce quindi un’esperienza immersiva e interattiva per l’utente, tendenza oggi in crescita esponenziale, a un miglioramento della visibilità e raggiungibilità delle aziende direttamente grazie al servizio sviluppato, basato sulla tecnologia Google Maps Business View TM, gli utenti di tutto il mondo potranno entrare all’interno dello stand del cliente, visitandolo virtualmente, visualizzare informazioni in più lingue e video e interagire con le aziende dalle pagine dei motori di ricerca. Un’esperienza interattiva, disponibile, 24 ore su 24 in tutto il mondo con immagini a 360 gradi. In breve un nuovo strumento di comunicazione che integra e potenzia l’esperienza fieristica, aumentandone l’indispensabilità.
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EDILTROPHY 2014, PAROLA D’ORDINE HI-TECH Integrare, modernizzare e rendere efficiente È iniziata per le Scuole Edili del Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale in edilizia) la preparazione di Ediltrophy 2014, gara di arte muraria, arrivata alla sua settima edizione, nella quale giovani allievi ed esperti mastri delle Scuole Edili si confrontano per eleggere il muratore dell’anno. La manifestazione – nata nel 2008 e organizzata dal Formedil in collaborazione con Saie (Salone internazionale dell’edilizia) e Iiple, la Scuola Edile di Bologna – si articola in due fasi, selezioni regionali e finale nazionale, in cui le squadre, composte ciascuna da due muratori, verranno suddivise in due categorie: junior e senior a seconda del grado di esperienza e del livello contrattuale. Tra il 13 settembre e il 10 ottobre le piazze delle principali città d’Italia si riempiranno di operai più o meno giovani, che si cimenteranno nella costruzione di manufatti di uso
comune (panchine, barbecue e murature) per mostrare come nascono oggetti che usiamo nella vita di tutti i giorni e quali e quante abilità la loro realizzazione richieda. Le selezioni regionali si svolgeranno in 13 città italiane e coinvolgeranno i lavoratori di 17 regioni. Gli incontri si terranno per lo più in spazi pubblici cittadini e nei centri storici in modo da sensibilizzare il grande pubblico alle tematiche connesse alla formazione e alla sicurezza. Molte manifestazioni godranno del patrocinio e della collaborazione dei principali Enti pubblici locali (Comune, Provincia, Regione e Inail), oltre che delle Parti sociali territoriali. La maggior parte dei manufatti realizzati nel corso di questa prima fase verranno poi donati alle varie amministrazioni comunali o alle location che ospiteranno la competizione. I vincitori delle selezioni regionali avranno accesso alla finale nazionale che si svolgerà a Bologna, in occasione della
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giornata conclusiva del Saie, il 25 ottobre, nella quale le squadre si confronteranno nella realizzazione di un manufatto hi-tech e i membri della squadra che dimostrerà maggiore competenza e bravura riceveranno il titolo di muratore dell’anno per la categoria di appartenenza. Un premio speciale verrà assegnato, come ogni anno, ai due operai senior e junior che si distingueranno nel lavorare in sicurezza. L’edizione 2014 della manifestazione si propone di declinare il tema della sicurezza sul lavoro in modo più attuale e tecnologicamente avanzato, dedicando la finale nazionale al tema della sostenibilità associata alla tecnologia. Si comincia a parlare sempre più di smart city e di sistemi urbani integrati. Tutto quello che è tradizione costruttiva deve mantenere la propria tradizione e identità, ma deve al contempo essere integrato, modernizzato e reso efficiente. Occorre essere in grado di garantirne la compatibilità con le più nuove tecnologie. Di qui l’impegno del sistema della formazione, IZIA EDILRA& ILE ICU ENIB OST
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composto da Scuole Edili sparse sul territorio nazionale, per dare a tecnici e operai conoscenze e competenze al passo con i tempi. L’iniziativa vedrà anche quest’anno il coinvolgimento di tutto il Sistema Bilaterale delle Costruzioni, composto, oltre che dal Formedil, anche da Cnce (Commissione Nazionale paritetica per le Casse edili) e da Cncpt (Commissione Nazionale per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro), che hanno dato il proprio patrocinio alla manifestazione. Ediltrophy 2014 è organizzata in partnership con Andil, l’Associazione nazionale degli industriali dei laterizi, e con le principali aziende ad essa associate che mettono a disposizione i laterizi necessari sia per le selezioni regionali sia per la finale nazionale.
ali per selezioni region deranno in 13 di Bologna. muratori si sfi e presso il SAIE Edili e mastri ato il 25 ottobr Allievi delle Scuoledell’anno, che verrà design rophy ore ok e Twitter: @Edilt diventare il murat Seguici su Facebo
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IL CONSULENTE D’AZIENDA
GLI SPAZI LAVORATIVI SI EVOLVONO: COME PORTARE LA “CASA” AL “LAVORO” E NON PIÙ IL “LAVORO” A “CASA”! Il modo di interpretare e vivere gli spazi lavorativi ha evidenziato continue evoluzioni nel corso dell’era moderna dei sistemi produttivi, industriali e commerciali. Se si pensa ai sistemi tayloristici delle prime fabbriche automobilistiche americane che Charles Chaplin aveva sapientemente rappresentato nel suo film “Tempi moderni” del 1936, si può facilmente immaginare come si sia modificato il contesto produttivo e lavorativo, stravolgendo spesso regole e consuetudini consolidate e socialmente riconosciute. Lo scenario economico e organizzativo delle nostre aziende è ormai interessato da una sempre maggiore complessità in presenza di risorse sempre più limitate: si è pertanto passati da tendenze quali l’outsourcing, portando all’esterno della propria azienda funzioni non strategiche, a processi più invasivi quali il crowdsourcing e la share-economy, basati sulla creazione di legami e relazioni stabili con altri soggetti e imprese con cui condividere risorse e co-gestire i progetti imprenditoriali. Ciò sta enfatizzando il concetto di “impresa estesa”, in cui le “mura” aziendali diventano meno evidenti determinando confini aziendali sempre più labili: non è così semplice, come lo è stato in passato, capire dove finisca un’azienda e cominci quella dei soggetti con cui la stessa si relaziona, siano essi fornitori, clienti, concorrenti o collaboratori. Questa “rivoluzione” organizzativa, amplificata ed accelerata dallo sviluppo pervasivo delle nuove tecnologie dell’informa-
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zione e comunicazione (ICT), impatta ovviamente sul ridisegno e riconfigurazione degli spazi lavorativi che devono assecondare e supportare queste nuove esigenze, non sempre facilmente formalizzabili e definite. Nasce un nuovo modo di intendere l’azienda, non più solo un luogo “chiuso” in cui dare il proprio contributo in un orario Roberto Schiesari predefinito, ma uno “spazio” aperto in cui condividere conoscenze, esperienze e interpretare in maniera creativa e proattiva il proprio ruolo organizzativo. Questa diversa concezione trova sicuramente la sua più ampia e completa realizzazione in quella che è ormai comunemente chiamata Silicon Valley, un’area di poche centinaia di chilometri quadrati a sud di San Francisco, simbolo del dinamismo imprenditoriale e dell’innovazione. Quello che maggiormente colpisce quando si entra all’interno delle aziende che in questa area sono nate e velocemente sviluppatesi, da quelle di maggiori dimensioni (Google, Apple) fino alle meno strutturate startup, è l’organizzazione degli spazi e le modalità informali di vivere gli stessi da parte dei dipendenti: open-space con particolare attenzione ai sistemi di aereazione e di illuminazione, spazi comuni apparentemente ludici e di intrattenimento (ristoranti interni, aree fitness e di svago) con un duplice obiet-
IL CONSULENTE D’AZIENDA tivo: rendere più piacevole e sostenibile il contesto lavorativo ma anche e soprattutto creare occasioni di confronto e di lavoro al di fuori delle “tradizionali” modalità legate alla classica “scrivania” del singolo o a una riunione pianificata. Tutto ciò è poi amplificato dal fatto che spesso tali luoghi lavorativi non hanno un orario definito e sono aperti a soggetti “esterni”: non è raro vedere di domenica pomeriggio bambini che giocano all’interno delle aree svago dell’azienda mentre il proprio genitore sta lavorando. Non solo. Esperienze come quella di WMware, leader mondiale in ambito software, dimostrano addirittura come si possano aprire gli spazi interni aziendali a soggetti “totalmente” esterni: un consulente o un semplice studente può affittare per pochi dollari spazi di co-working e avere la possibilità di utilizzare tutte le aree comuni (ristoranti, area fitness, strutture sportive e addirittura un centro di bricolage per il legno!) con lo scopo di mettere in contatto i propri dipendenti con soggetti con cui poter condividere, confrontarsi e magari sviluppare nuovi progetti. Queste tendenze, seppur non ancora consolidate e generalizzate, stanno comunque influenzando il ridisegno degli spazi industriali già esistenti e la progettazione innovativa di quelli nuovi, richiedendo nuove soluzioni e nuovi materiali
per l’illuminotecnica, la climatizzazione e l’arredamento nel suo complesso. Questi aspetti, in passato alquanto disgiunti e non correlati, vengono sempre più considerati in un’ottica univoca e inscindibile. Questa tendenza sta rafforzandosi con una conseguente necessità di un’offerta costituita da operatori professionali con più ampie conoscenze ed esperienze e in grado di fornire soluzioni integrate più che singoli prodotti. La crescente convergenza dei settori, non a scapito delle competenze specialistiche, potrà determinare un cambiamento significativo tra gli operatori del settore. L’evoluzione verso la smart-home e lo smart-office rappresenta infatti un futuro ormai molto prossimo, con le conseguenti esigenze di forte integrazione. Nuovi spazi e nuovo modo di viverli dunque. Se come afferma lo scrittore statunitense Arthur Bloch parafrasando la più famosa legge di Einstein “ogni lavoro si espande fino a occupare tutto lo spazio disponibile”, i confini prevedibili di queste nuove tendenze risiederanno esclusivamente nella nostra capacità di ridisegnare in modo creativo l’ambiente in cui viviamo e operiamo. Roberto Schiesari Schiesari & Associati Economia, Finanza e Diritto di Impresa
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RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO
LA QUALITÀ DELLO SPAZIO INDETERMINATO La rivoluzione digitale sta cambiando sostanzialmente il modo di comunicare, di conseguenza il modo di lavorare, di far politica, di studiare, di divertirsi, cambia il modo di vivere. Naturalmente cambieranno anche le nostre città. Il sociologo canadese della cultura digitale Derrick de Kerchove è convinto che sarà un cambiamento storico molto più rilevante del Rinascimento. I canali di comunicazione sono così trasversali e fitti da essere paragonati a un sistema sociale più vicino al villaggio dove tutti parlano con tutti. La domanda è quale tipo di città saprà accogliere questa rivoluzione, quali spazi sapranno accogliere nuove esigenze ergonomiche. Un riferimento già costruito e funzionante da qualche anno, al di fuori degli spazi autoreferenziali delle grandi sedi delle multinazionali digitali, si trova vicino a Tokyo ed è un edificio universitario. Junya Ishigami è l’architetto giapponese autore di questo edificio ed è un allievo di Kazuyo Sejima progettista dell’innovativo Rolex Learning Center di Losanna, uno straordinario paesaggio ondulato, luminoso e continuo. A differenza dell’edificio svizzero Ishigami, a Kanagawa, in Giappone, costruisce un volume semplice ed elementare a un solo piano appoggiato a terra, anzi sollevato di un gradino, talmente semplice e talmente diverso, da diventare esemplare. Tutto il progetto parte da precisi presupposti, infatti dall’analisi delle funzioni interne emerge appunto una nuova complessità di contenuti e di relazioni, che si traducono in un insieme di spazi specifici senza confini precisi con una “distribuzione”
variabile a seconda delle attività. Non esistono corridoi e stanze e lo spazio resta disponibile a diverse funzioni, diversamente relazionabili fra loro. Il Kanagawa Institute of Technology terminato nel 2008 denominato semplicemente Facility è utilizzato per la produzione sperimentale di “cose” dagli arredi in legno ai robot. È composto da Gabriele Lelli una piattaforma in cemento di 46x47 ml che sostiene una struttura metallica a cassettoni sorretta da pilastri posti in posizioni diverse allo scopo di creare aree interne libere da strutture. L’illuminazione interna è omogenea e avviene attraverso lucernai a nastro. Le pareti esterne sono vetrate e favoriscono la continuità con il verde esterno. Tutti gli impianti sono nel pavimento in getto. Ishigami ha cercato l’ambiguità dei limiti, sia nello spazio interno sia fra interno ed esterno. A mio parere è molto interessante la coerenza fra un nuovo modo di pensare lo spazio del lavoro in relazione alla forma architettonica e strutturale che lo contiene. Il risultato è un paesaggio di lavoro contemporaneo, aperto, flessibile, fluido, leggero, luminoso e in continuità con gli alberi di ciliegio che lo circondano. Gabriele Lelli
Lelli & Associati Architettura Vincitore del Premio internazionale di architettura BigMat ’13 Premio Nazionale Italia
Il Kanagawa Istitute of Technology progettato da Junay Ishigami
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SISTEMI COSTRUTTIVI IN LEGNO: L’ISOLAMENTO ACUSTICO DEL TETTO L’isolamento acustico degli edifici è un tema sempre più rilevante nella progettazione di un edificio dovuto al fatto che il valore di isolamento di facciata di un edificio o di una partizione è abbastanza semplice da misurare e sono sempre più frequenti contestazioni e cause dovute al mancato rispetto dei limiti di legge. Ciò nonostante, la letteratura sulla progettazione acustica degli edifici in legno è piuttosto scarsa. Uno dei motivi principali di questa carenza di letteratura sta nel fatto che l’acustica nell’edilizia, è un argomento estremamente complesso sebbene i fenomeni fisici dell’acustica sono noti e ampiamente studiati. Infatti i risultati ottenibili in opera, sono assolutamente sensibili alla qualità della posa, e non solo negli edifici in legno. Non è quindi mai possibile generalizzare; la stratigrafia di un solaio può risultare acusticamente perfetta in un calcolo previsionale, ma rivelarsi pessima se messa in opera in maniera approssimativa, o se “rovinata” dal passaggio di impianti idraulici, elettrici, ecc..
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La legge che regolamenta i “problemi di rumore” in Italia è la Legge Quadro 447/95. La legge che invece indica i livelli massimi di rumore ammissibili nelle diverse zone dei Comuni è il DM 14/11/97. Infine i valori di isolamento ai rumori che devono possedere gli edifici una volta realizzati sono indicati nel DPCM 5-12-1997. Luca Mercante Nelle nostre case siamo sottoposti a diversi tipi di disturbo: • rumori aerei, provenienti dall’esterno o dai vicini; • rumori impattivi, provenienti dal calpestio dei vicini, dei giochi, ecc.; • rumori di impianti di riscaldamento, sanitari, ecc.; Il DPCM 5-12-1997 indica i valori di isolamento acustico che devono possedere le abitazioni per queste tipologie di rumori.
Parametri Destinazione d’uso Ospedali, cliniche Abitazioni, alberghi Scuole Uffici, palestre, negozi
R’w 55 50 50 50
D2m,nT,w L’n,w 45 40 48 42
L ASmax
L Aeq
35 35 35 35
25 35 25 35
58 63 58 55
R’w
Indice del potere fonoisolante apparente di partizioni divisorie tra unità immobiliari (pareti e solai) D2m,nT,w Indice dell’isolamento acustico di facciata L’n,w Indice del livello di rumore di calpestio di solai LASmax Livello massimo di rumore per gli impianti a funzionamento discontinuo (es. scarichi) LAeq Livello massimo di rumore per gli impianti a funzionamento continuo (es. caldaie, condizionatori)
La normativa di riferimento è individuabile sempre dal DPCM 5 dicembre 1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” dove vengono definite le grandezze e il metodo di calcolo. Gli indici di valutazione che caratterizzano i requisiti acustici passivi degli edifici sono: a. indice del potere fonoisolante apparente di partizioni fra ambienti (R’w) da calcolare secondo la norma UNI EN ISO 140-4:2000; b. indice dell’isolamento acustico standardizzato di facciata (D2m,Nt,w) da calcolare secondo la norma UNI EN ISO 140-5:2000; c. indice del livello di rumore di calpestio di solai, normalizzato (L’n,w) da calcolare secondo la procedura descritta dalla norma UNI EN ISO 140-7:2000. I riferimenti normativi sono quindi i seguenti: UNI EN ISO 140-5 UNI EN ISO 15186-2 UNI EN ISO 717-1
Misurazione dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio. Misurazioni in opera dell’isolamento acustico per via aerea degli elementi di facciata e delle facciate. Misurazione mediante intensità sonora dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio. Misurazioni in opera. Valutazione dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio. Isolamento acustico per via aerea.
I metodi di misurazione dell’isolamento acustico per via aerea degli elementi della facciata e delle facciate, previsti dalla norma UNI EN ISO 140-5, sono numerosi. Si differenziano in base alla porzione della facciata da esaminare (i metodi degli elementi analizzano solo una parte costruttiva dell’edificio, come ad esempio una finestra, mentre quelli globali prendono in esame la facciata nella sua interezza) e in riferimento alla metodologia di misura e alla sorgente adottata (metodo con altoparlante, intensità, traffico stradale, traffico ferroviario, traffico aereo). Il metodo globale con altoparlante è quello più diffuso e, al contempo, di semplice realizzazione e in grado di fornire risultati piuttosto accurati.
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Impermeabilizza senza demolizioni terrazze, balconi e tetti piani Applicazione su vecchie pavimentazioni 7. Nuova pavimentazione incollata con adesivo classificato C2S1/C2S2 tipo GENIUSTRONG e fugata con FUGOPOX COLOR AB
Applicazione su supporti in calcestruzzo, vecchi e nuovi, anche se umidi
5-6. Giunto perimetrale con doppia mano di UNOLASTIC (o PURLASTIC FLASHING) e RINFOTEX PLUS
6-7. Giunto perimetrale con doppia mano di UNOLASTIC (o PURLASTIC FLASHING) e RINFOTEX PLUS
8. Pavimentazione incollata con adesivo classificato C2S1/C2S2 tipo GENIUSTRONG e fugata con FUGOPOX COLOR AB 4-5. Accostamenti di testa e laterali con doppia mano di UNOLASTIC (o PURLASTIC FLASHING) e RINFOTEX PLUS
3-4. Accostamenti di testa e laterali con doppia mano di UNOLASTIC (o PURLASTIC FLASHING) e RINFOTEX PLUS
3. SELFTENE Terrace
2. SELFTENE Terrace
Video di posa
1. Vecchia pavimentazione
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1000
630
500
400
315
250
200
10,0
160
20,0
125
R [dB] 23,9 27,7 28,7 34,4 33,6 35,0 38,4 37,2 37,5 37,9 43,2 46,1 49,3 51,6 53,9 57,9 57,4 60,4
100
f [Hz] 100 125 160 200 250 315 400 500 630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150 4000 5000
Potere fonoisolante, R [dB]
Una volta prescelto l’elemento di facciata da esaminare, la sorgente di rumore viene posizionata seguendo le indicazioni della norma UNI EN ISO 140-5, in modo da formare un angolo di 45° fra il punto di coincidenza e gli assi perpendicolari e ortogonali al piano della facciata. Le misure effettuate permettono di costruire una curva sperimentale da confrontare con quella di riferimento che viene riportata nella norma UNI EN ISO 717-1. Si rimanda a trattazioni più approfondite il procedimento di misura e di costruzione della curva sperimentale e il metodo di avvicinamento della curva di riferimento alla curva misurata. Il valore che la curva assume in corrispondenza della frequenza di 500 Hz è l’indice di valutazione D2m,nT,w, da confrontare con i limiti previsti in tabella B dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 1997. Il modulo BigMat VASS è stato testato nei laboratori della Zlab Engineering. La prova (vedi immagine sotto riportata) è stata effettuata su di una parete realizzata con 16 moduli a “ISOLAMENTO ALTO” (U=0,22 W/m2K). La prova ha seguito le prescrizioni dettate dalla norma UNI EN ISO 10140-2. La prima camera denominata “emittente” ha ospitato la sorgente sonora omnidirezionale. Nella seconda camera, denominata “ricevente”, sono stati registrati i livelli di pressione sonora dopo la perdita di energia causata dalla presenza del provino posizionato nell’apertura di prova. Come si può vedere nel grafico a destra il valore di Rw misurato è risultato pari a 42 dB. Questo valore non è direttamente confrontabile con il valore di isolamento di facciata indicato dal DPCM 5-12-1997, ma a partire dal valore di Rw (misurato in laboratorio) è possibile però stimare in fase progettuale il valore in opera dell’indice di isolamento acustico di facciata conoscendo tutti i dettagli costruttivi di un edificio. Nella misura dell’indice di isolamento di facciata entrano infatti in gioco tutti gli elementi che costituiscono l’edificio e non solo il tetto. L’uso del semplice indice di isolamento non consente di comprendere a pieno quali sono le prestazioni acustiche della partizione nei vari
Frequenza [Hz]
Valutazione in conformità ISO 717-1 Rw (C;Ctr) = 42 (-1; -5) dB
C100-5000= 0 dB Ctr100-5000= -5 dB
Valutazione basata su risultati di misurazioni in laboratorio effettuati mediante un metodo tecnico
campi di frequenza. Pertanto vengono introdotti anche due ulteriori fattori che consentono di avere un’idea migliore delle prestazioni per particolari tipologie di suoni. Tali termini di adattamento dello spettro (C, Ctr) sono stati introdotti per correggere il valore dell’indice di valutazione quando quest’ultimo è riferito a una situazione pratica in cui è prevista una sorgente di rumore riconducibile al rumore rosa ponderato A (termine C) utilizzato per descrivere rumori di ambienti interni (parlato, televisione, musica) o al rumore di traffico urbano ponderato A (termine Ctr). Di conseguenza il risultato della valutazione dell’indice di isolamento acustico del modulo BigMat VASS, Rw pari a 42 (-1, -5) dB, sta ad indicare che la parete considerata ha una prestazione di base pari a 42 dB; se investita da rumore rosa la prestazione di isolamento acustico diventa 41 dB, mentre se sottoposta a rumore da traffico avrà un isolamento equivalente a 37 dB. Luca Mercante
Direttore tecnico Team BigMat VASS
BIBLIOGRAFIA
www.promolegno.com e www.anit.it
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NEWS DAL MONDO BIGMAT CENTO ANNI DI CARCARE IN MOSTRA DA HABIMAT EDILIZIA DUE La storia di un paese raccontata attraverso immagini d’epoca, vecchi oggetti e mezzi d’altri tempi. È questo quanto si è proposta la mostra “Sulle tracce di Carcare”, fortemente voluta da habiMat Edilizia Due di Carcare (SV) con la partecipazione del Comune e della Proloco di Carcare. Negli spazi dello showroom al numero 15 di via Nazionale, l’esposizione è stata inaugurata il 26 giugno con l’intervento del sindaco di Carcare Franco Bologna e del presidente della Proloco Lucia Battaglia a rimarcare il pregio dell’iniziativa: «Abbiamo collaborato con molto piacere alla lode-
vole iniziativa della habiMat Edilizia Due – ha dichiarato soddisfatta Lucia Battaglia –, fornendo le foto antiche del nostro Paese. Abbiamo constatato
visitando la mostra che è stata allestita con gusto e seguendo un percorso tematico che denota una grande attenzione dell’azienda verso il paese in cui opera, il suo territorio, la sua cultura e tradizione. Un vero valore aggiunto
60 Mostra di reperti foto grafici e oggetti
MOSTRA IN SHOWROOM
per un’attività commerciale. Non possiamo che sentirci onorati di avere in Carcare un’azienda che opera con una sensibilità non comune: un augurio di vedere ricompensata la loro attenzione con una clientela che faccia progredire economicamente questo insediamento è dovuto e sentito». I visitatori accorsi all’esposizione, conclusasi il 19 luglio, hanno potuto vedere qual è stata la trasformazione del paese nel corso degli anni attraverso fotografie scattate tra il 1890 e il 1970, materiali e oggetti come biciclette e macchine d’epoca.
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NEWS DAL MONDO BIGMAT FIERA DEL MADONNINO: GRANDE AFFLUNEZA ALLO STAND BIGMAT Anche quest’anno BigMat ha preso parte alla tradizionale Fiera del Madonnino, senza dubbio la fiera campionaria per eccellenza della Toscana, appuntamento di grande richiamo per imprenditori e pubblico. Quest’anno l’affluenza di pubblico è stata sopra le aspettative e anche lo stand di BigMat, allestito come sempre dai punti vendita della provincia di Grosseto (BigMat Edilpiù e BigMat Corti di Follonica, BigMat Peri Ado di Scansano e BigMat Edilizia Commerciale di Grosseto) ha visto un via vai di pubblico per tutte le giornate della manifestazione, svoltasi ad aprile. La fiera di Braccagni è considerata infatti uno dei classici e più attesi appuntamenti della primavera in Maremma e certamente la più apprezzata esposizione della Toscana che ogni anno richiama migliaia di visitatori. La Fiera del Madonnino o “Festa del 25 aprile” (come in molti la amano definire in Maremma), è un grande contenitore dove si può davvero trovare di tutto e
dove domanda e offerta si incontrano direttamente dando vita a un vivace momento commerciale. Quest’anno, inoltre, è stato allestito un padiglione dedicato ai prodotti dell’Agricoltura locale con tanto di area per talk show e convegni, che hanno permesso di sfruttare la Fiera del Madonnino come appuntamento dove dibattere sui problemi dell’agricoltura locale. Altra novità, l’inserimento della fiera “Giardini di Marzo” dedicata al florovivaismo all’interno della Fiera del Madonnino. «Da quattro anni a questa parte la Fiera del Madonnino è un’ottima occasione per promuovere la nostra attività e il nostro far parte del Gruppo BigMat Uno schema tetto proposto in fiera
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– sottolinea Sara Scarpelli di BigMat Edilizia Commerciale –. Crediamo molto in questa opportunità di visibilità e pubblicità, per questo anche quest’anno con un grande sforzo abbiamo partecipato alla fiera con uno stand istituzionale dove però era presente un articolo nuovo: il tetto in legno. Quest’ultimo ha suscitato grande interesse e richiamato l’attenzione di molti a cui è stato regalato il quaderno tecnico specifico sul legno e data la possibilità di confrontarsi con del personale specializzato. Siamo molto soddisfatti del riscontro visivo e della partecipazione ottenuta. Mai come quest’anno vi era stato un numero così elevato di presenze».
NEWS DAL MONDO BIGMAT UN NUOVO PUNTO VENDITA PER LA TORINESE BIGMAT EDILPELLICE È stato inaugurato sabato 28 giugno un nuovo Punto Vendita BigMat Edilpellice a Villafranca Piemonte (TO). I nuovi spazi si trovano in frazione Mottura 51. Per l’occasione dei paracadutisti si sono lanciati dall’elicottero atterrando proprio sul piazzale della nuova sede, dando il via al brindisi e al rinfresco. Maria Grazia Falco commenta così l’evento: «Siamo molto soddisfatti di come si sia svolta la giornata e soprattutto della massiccia partecipazione. Ora che abbiamo aperto i battenti possiamo dire che l’afflusso della clientela sta di giorno in giorno incrementando. Siamo tutti molto felici di questo rinnovamento: ha superato le aspettative di tutti noi».
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NEWS DAL MONDO BIGMAT
BIGMAT GUGLIELMINA: NUOVO PUNTO VENDITA MULTISPECIALIZZATO Da generalisti a multispecializzati. È questa l’evoluzione necessaria del distributore di materiali edili e che i soci BigMat stanno compiendo forse prima di molti altri operatori del mercato. Ultimo in ordine di tempo a confermare questo percorso è BigMat Guglielmina, realtà storica della Valsesia in provincia di Vercelli. La realtà piemontese apre uno nuovo e molto più ampio Punto Vendita, inaugurato sabato 5 luglio, dove gli spazi sono stati disegnati ad hoc secondo un nuovo concept di spazio vendita, diviso in comparti facilmente individuabili che rimarcano le varie aree specialistiche. Lo spazio della nuova struttura è sfruttato per puntare in maniera decisa ai vantaggi consentiti dallo showroom habiMat (vedi approfondimento a pag. 45): 800 mq dedicati all’arredobagno e al mondo delle finiture. Un’altra novità è rappresentata dall’esposizione tecnica di sistemi costruttivi avvalorata dai calcoli termici eseguiti con il software
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KliMat. In totale il nuovo Punto Vendita multispecializzato della BigMat Guglielmina offre oltre 2mila mq di superficie coperta e 5mila di magazzino scoperto. «L’investimento economico – dichiara Lucia Guglielmina, titolare dell’azienda – è stato importante, ma era necessario per completare la nostra ricetta fatta di edilizia tradizionale e e di una gamma di prodotti a 360 gradi. Ingredienti fondamentali per conquistare e fidelizzare la clientela». BigMat Guglielmina nasce nel lontano 1870 e da oltre un secolo è un riferimento preciso per il territorio della Valsesia. Originariamente la realtà piemontese nasce come emporio ma nell’immediato dopoguerra avviene la svolta. Da più di cinquant’anni infatti BigMat Guglielmina si occupa esclusivamente della commercializzazione di materiali edili. Altre tappe importanti sono il 1998 con l’ingresso in BigMat e il 2005, anno dell’apertura del secondo Punto Vendita di Gattinara.
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BIGMAT INTERNATIONAL
PARTNERSHIP FRA BIGMAT IBERIA ED EL CORTES INGLÉS Come anticipato dall’intervista al direttore di BigMat International, Matteo Camillini, nel numero di marzo 2014 di UP!, BigMat Iberia ha siglato un accordo con El Cortes Inglés Group, la più importante catena di grandi magazzini in Spagna, per il suo brand Bricor, insegna di negozi di bricolage e decorazione. L’agreement, che è solo l’inizio di altre collaborazioni, è finalizzato alla creazione di uno spazio specifico dove si possono trovare materiali per edilizia pesante appositamente pensati per i professionisti delle costruzioni. Il risultato di questa collaborazione è il “shop in shop” BigMat, che ha aperto lo scorso marzo all’interno del Punto Vendita
Bricor Xanadu (Madrid) e dispone di oltre 1.700 mq quadrati e oltre 3.000 referenze specializzate. Questa prima esperienza tra le due
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società non è altro che uno scambio di sinergie che ha come fine quello di dare un servizio al cliente, tanto al professionista quanto all’appassiona-
BIGMAT INTERNATIONAL
to di costruzioni e decorazione, dal momento che entrambi si trovano dinanzi a un una gamma completa e all’assortimento più ampio di prodotti sul mercato. Uno dei plus è la zona di servizio “Drive in” dove i clienti possono arrivare con i propri veicoli e caricare direttamente il materiale senza nessuna attesa. Un’altra novi-
tà è l’ampiezza della fascia oraria di apertura, che segue quella del grande magazzino. Con questa iniziativa BigMat Iberia fa un altro passo avanti nelle sue prospettive di crescita mentre Bricor ne integra l’esperienza di azienda leader nel settore dei materiali da costruzione. Una partnership importante per tutte
e due le realtà che segna un momento storico: l’entrata dei materiali da costruzione nei centri commerciali. Questa è solo la prima tra le innovazioni programmate da BigMat Iberia per i prossimi mesi. BigMat è approdata nella penisola iberica nel 1997 e si è subito distinta per il valore aggiunto di prodotti e servizi rivolti sia a professionisti sia a privati. Oggi BigMat Iberia riunisce Spagna e Portogallo, ha 177 associati e 268 Punti Vendita per un totale di oltre un milione di metri quadrati di superficie.
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