UP! n 15 - dicembre 2014

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L’EDILIZIA SECONDO

n° 15

DICEMBRE 2014

PREMIO BIGMAT TORNA BIGMAT ’15 INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD PREMIAZIONE FINALE A BERLINO

EMOZIONI E FINITURE ALCUNE TRA LE NOVITÀ PIÙ INTERESSANTI DEL SETTORE SECONDO HABIMAT BY BIGMAT

PROGETTI

POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI

L’AUTOCOSTRUZIONE CHE FA SCUOLA IN VENETO

ARCHITETTURA ORGANICA FRANK LLOYD WRIGHT È STATO IL PRIMO A TEORIZZARE L’ARCHITETTURA ORGANICA CHE OGGI TORNA ALLA RIBALTA NEL MONDO DELLA PROGETTAZIONE PER METTERE AL CENTRO DEL COSTRUITO L’AMBIENTE CON PROGETTI INNOVATIVI COME IL PARIGINO VILLAGE NATURE, L’IDEA VISIONARIA DELLA CASA CONCHIGLIA DI MARGOT KRASOJEVIC, IL PADIGLIONE DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE A EXPO MILANO 2015 E IL BOSCO CHE ENTRA IN AZIENDA


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L’EDILIZIA SECONDO BIGMAT

CONSIGLIANO UP!

Più di 840 Punti Vendita in Europa di prodotti e consulenze per costruire e ristrutturare casa. Anno 4 - Numero 15 - Dicembre 2014 Direzione, Redazione, Abbonamenti e Amministrazione Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Comitato di redazione Rosita Bacis, Massimo Bussola, Davide A. Milani, Francesca Negri, Pierluigi Sabato, Anna Maria Sciorelli Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Francesca Negri Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Lafleur, Luca Mercante, Francesca Negri, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Susanna Tamborini, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione Commfabrik Srl Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community spedizione gratuita Stampa Faenza Industrie Grafiche Srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA)

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Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 25.000 copie Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Pro.Ma. Italia S.c.p.a. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente è a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.


EDITORIALE

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ari Lettori, è con piacere che firmo il mio primo editoriale di UP!.

In questo numero affrontiamo un tema che costituisce un filo conduttore nell’attuale contesto architettonico e urbanistico: le città diventano sempre più vegetali, nel senso che c’è un ritorno, nella sostanza e nella forma, all’architettura organica teorizzata per la prima volta da Frank Lloyd Wright agli inizi del Novecento. Come lui stesso la intendeva “un’architettura che si sviluppi dall’interno all’esterno, in armonia con le condizioni del suo essere, distinta da un’architettura che venga applicata dall’esterno”. Uno tra gli esempi più attuali è il progetto Village Nature, complesso turistico a pochi chilometri da Parigi voluto dalla Disney: già dal nome si intuisce quali siano le “attrazioni” della struttura, interamente incentrata sul recupero del rapporto uomo-Natura a partire da sistemi costruttivi perfettamente integrati nell’ambiente e che fanno uso di materiali organici o, comunque, sostenibili. Questa nuova corrente del costruire – o meglio, una vecchia teoria che oggi torna alla ribalta – sta portando alla ricerca anche di nuovi prodotti a km zero e biocompatibili: ne sono esempi il bambù (con cui sarà costruito anche il padiglione della Repubblica Popolare Cinese a Expo Milano 2015), le fibre di carbonio organiche e, in generale, un sempre più diffuso utilizzo del legno. Legno fa rima con tradizione, ma oggi anche con grande innovazione tecnologica, specie se parliamo di BigMat VASS, il sistema costruttivo per tetti in esclusiva per il nostro Gruppo, di cui leggerete ampiamente all’interno del giornale. In generale, gli edifici di oggi e di domani devono e dovranno essere sempre più attivi, nel senso che dovranno autoprodurre energia e tutto quello di cui hanno bisogno (persino verdure e frutta!) in modo da puntare dritto verso quello che oggi è ancora un sogno: le zero emissioni. Non mi resta che augurarvi una buona lettura e, soprattutto, un sereno Natale e un 2015 che ci veda ancora tutti insieme per costruire il futuro del nostro settore.

■ Rocco Alfano Presidente BigMat Italia

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SOMMARIO L’EDILIZIA SECONDO BIGMAT

In copertina Frank Lloyd Wright © The Estate of Yousuf Karsh. All Rights Reserved.

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LA CITTÀ VEGETALE SECONDO DISNEY

Villages Nature sarà pronto per il 2016 e sarà il più innovativo polo turistico in chiave green d’Europa.

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IL BOSCO VERTICALE DI MILANO FIRMATO BOERI

Alcuni dei prodotti strategici impiegati dallo Studio Boeri per realizzare l’importante progetto in zona Porta Nuova, che ha appena vinto l’International Highrise Award 2014.

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L’ACCIAIO NATURALE

Costruire con il bambù, nuova moda pronta a sbarcare in Europa?

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IL BOSCO IN AZIENDA

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LA TRADIZIONE CHE GUARDA AL FUTURO

La riqualificazione delle facciate del Pastificio Felicetti di Predazzo (TN), unico pastificio di montagna italiano, ha mirato a riprodurre la natura della Val di Fiemme sull’architettura dell’edificio.

Uno storico borgo termale toscano ritorna al suo antico splendore con l’impiego di materiali moderni al servizio della tradizione.

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N. 15 - DICEMBRE 2014 28

AUTOCOSTRUZIONE, PRIMO CANTIERE SCUOLA IN VENETO

L’esempio di Casa Santa Rita, nel padovano, dove l’Associazione Fraternità e Servizio Onlus vuole “tornare al passato” e fare da sé la ristrutturazione dell’edificio – che conta anche su un isolamento molto particolare in paglia – affiancando alla manodopera specializzata lavoratori non specializzati.

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BIGMAT VASS VA IN FATTORIA DIDATTICA

Un’azienda agricola umbra si rinnova e realizza una copertura in legno hi-tech, antisismica e ad alto risparmio energetico.

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BIGMAT PREMIA I MIGLIORI PROGETTI EUROPEI D’ARCHITETTURA

Seconda edizione del Premio Internazionale BigMat per l’archittetura di qualità.

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ARPINGE, LO SBLOCCA-CANTIERI DEGLI ORDINI PROFESSIONALI

Le Casse di previdenza delle professioni tecniche hanno fondato Arpinge una società di investimento in infrastrutture e immobiliare che opera con la logica del project financing. Cento progetti saranno sbloccati entro il 2015, con benefici per tutta la categoria e una ricaduta sull’economia nazionale di circa un miliardo di Pil aggiuntivo.

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RUBRICHE 50 FEDERLEGNO INFORMA 52 FORMEDIL INFORMA 54 IL CONSULENTE D’AZIENDA 56 BIGMAT VASS INFORMA 58 RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO 60 NEWS DAL MONDO BIGMAT 62 BIGMAT INTERNATIONAL 5


LA CITTÀ VEGETALE

Villages Nature sarà pronto per il 2016 e sarà il più innovativo polo turistico in chiave green d’Europa. di Zoe Lafleur 6

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ondere architettura e natura, mettendo la vegetazione al centro della progettazione. Leggendo gli ultimi progetti delle archistar più conclamate del mondo si era già capito che questa era una delle nuove tendenze del costruire, ma ora a esplicitarla ci pensa Villages Nature, progetto immobiliare in costruzione che aprirà nel 2016 ideato da Joe Rohde (vice presidente senior


SECONDO DISNEY

GREEN UTOPIA, LA CITTÀ VEGETALE TEMPORARY TUTTA MADE IN ITALY Se in Francia la città vegetale sta per diventare realtà, in Italia si fanno ancora le “prove tecniche”. È successo lo scorso aprile durante il Fuori Salone di Milano, quando è stata realizzata Green Utopia negli spazi della Fabbrica del Vapore di via Procaccini. Bambù, terra, paglia, salice, canne palustri e verde tecnico erano i materiali di cui era fatta questa città vegetale temporanea: 2.000 mq dedicati a esempi reali di progettazione vegetale, innovativa risposta alle esigenze di sostenibilità in architettura e design. Nella città, una cupola di salice vivo gareggiava in altezza con lo ziggurat (il tempio mesopotamico dalla forma di una torre composta da tronchi di piramide sovrapposti a più piani) in paglia e terra di oltre 5 m, c’erano costruzioni in terra cruda, colonne di verde verticale, archi di bambù e canna palustre, giardini e orti pensili. Il progetto ha coinvolto architetti “green” da tutta Italia ed è stato coordinato da Maurizio Corrado, uno dei maggiori esperti italiani

del rapporto fra piante, architettura e design. L’intento del progetto di Green Utopia era mostrare come l’elemento vegetale sia tornato a essere una materia prima di costruzione adatta anche agli ambienti dei cittadini moderni dallo stile “verde” ed ecologico, a chi desidera annullare il confine tra costruzione e vegetazione, tra architettura e natura. L’esposizione di queste tecniche nuove, in realtà molto antiche, ha riproposto materiali dalle grandi peculiarità ecologiche e antisismiche come la terra cruda e il bambù, o ancora dalla tradizione antica e dai benefici effetti isolanti come la paglia e la canna palustre. Le caratteristiche naturali di questi elementi sono stati poi integrati dalla tecnica e dal design, fino alla realizzazione di costruzioni artificiali che utilizzano elementi architettonici naturali, come orti botanici e pareti vegetali, per arredare e rinverdire nuove città a orientamento ecologico.

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www.villagesnature.com

Giardini straordinari

Foyer

Forum

Ristoranti e negozi lungo lago

Bowling

Percorso vita nella foresta

Centrale Geotermica

Spiaggia Piscine naturali Aqualagon

Fattoria SPA Isola dell’avventura

La cartina di Villages Nature

di Walt Disney Imagineering) e Thierry Huau (paesaggista, urbanista ed etnobotanista francese di fama internazionale). Tra i finanziatori di questa nuova realizzazione c’è la Disney, che da sempre nei suoi cartoon ha raccontato la natura e i suoi abitanti. IL PROGETTO Villages Nature sarà un complesso che comprenderà 1.730 residenze turistiche composte da cottage e appartamenti di pregio, che in totale copriranno solo il 10% della superficie disponibile. Le tre ambientazioni possibili per le abitazioni – Bulle, Nature e Clan – sono pensate e realizzate con l’obiettivo di realizzare una fusione tra architettura e vegetazione e mettere la Natura al centro dell’architettura, assegnando il ruolo di protagonista agli elementi

architettonici naturali quali il legno, i muri vegetali e i giardini pensili. In questo modo, Villages

Nature varierà costantemente da una stagione all’altra consentendo ai suoi abitanti e visitatori di vivere tutto l’anno al ritmo della natura. Un vero e proprio parco naturale a 6 chilometri da Disneyland Paris e a 32 chilometri da Parigi

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destinato a diventare il più innovativo polo turistico in chiave green in Europa. Spiega Joe Rohde: «Abbiamo scelto due metafore che sono presenti in tutto il sito: quella del giardino, per cui in qualunque punto di Villages Nature è possibile scoprire quanto di meglio la Natura e l’uomo hanno da offrire insieme; e quella della presenza geotermica (che esprime l’energia della Terra, ndr), rappresentata nel cuore del sito attraverso la star del parco, Aqualagon». Aqualagon è costituito da una grande laguna geotermica costellata di cascate e vasche idromassaggio per un totale di 2.500 mq dove i visitatori potranno nuotare tutto l’anno grazie ai 30 °C di temperatura costante dell’acqua. A gestire la struttura è Villages Nature de Val d’Europe Sas, joint venture a metà tra il gruppo Euro Disney Sca e Pierre & Vacances-Center Pars Group. La società supervisiona la progettazione, lo sviluppo, la costruzione e la pianificazione delle operazioni per la nuova destinazione turistica europea Villages Nature, vera e propria innovazione nel turismo sostenibile family-friendly che offrirà soggiorni di breve e media durata completamente orientati alla ricerca dell’armonia tra uomo e natura.


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Qui e nella pagina seguente esempi di edifici in legno di Villages Nature

TUTTA COLPA DI QUEL VISIONARIO DI FRANK LLOYD WRIGHT L’architettura organica, filosofia centenaria oggi alla ribalta. di Carlo Vacca

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rank Lloyd Wright (1867-1959) è stato il primo a parlarne nel suo volume dal titolo “Architettura organica” del 1939. Il famoso architetto e designer americano la definiva «una branca dell’architettura moderna che promuove un’armonia tra l’uomo e la natura, la creazione di un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso l’integrazione dei vari elementi artificiali propri dell’uomo (costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell’intorno ambientale del sito. Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio architettonico. Architettura organica corrisponde molto da vicino a società organica». L’architettura organica mira a una concezione integrata dell’edificio tesa a esprimere già nella pianta e nell’articolazione esterna anche le funzioni degli spazi interni e della sua Kaufman House a Bear Run, in Pennsylvania. Questa foto mostra la parte della costruzione che si estende al di sopra di una cascata naturale: una soluzione che rispecchia la concezione di Wright, secondo cui lo spazio abitativo si deve integrare armonicamente nell’ambiente naturale che lo circonda.

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abitabilità, inserendo l’edificio in un’urbanistica che risponda a funzioni non solo utilitarie, ma di svago, educative e sociali. Altri elementi caratterizzanti sono l’uso di materiali naturali e un rapporto dialettico fra architettura, ingegneria e ogni altra scienza (dalla sociologia all’ecologia) che concorra alla costruzione di un ambiente umanamente abitabile.


LA FILOSOFIA Thierry Huau descrive così il concetto alla base di Villages Nature: «La Natura è celebrata ogni giorno attraverso l’arredamento, la cucina, i giochi e ovviamente le fonti energetiche provenienti da madre Natura: la geotermia, il sole e il vento». Nella realizzazione del parco e nella sua fruizione sono fondamentali la valorizzazione della biodiversità del sito, della sua flora e della sua fauna, così come la sensibilizzazione dei visitatori alla loro preservazione. L’obiettivo è quello di minimizzare l’impatto del progetto sulle specie presenti nell’area attraverso un mix di strategie per azzerare, riudurre e compensare l’incidenza della sua realizzazione mediante la conservazione di distese erbose e isolotti boscosi, la creazione di “corridoi ecologici” e l’acquisizione di aree di boscaglia periferica compensativa. Anche per questo Villages Nature è stato scelto dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) per partecipare al Partenariato mondiale per il turismo sostenibile, inoltre gode della qualifica di “operazione di interesse nazionale” e “progetto di interesse generale” da parte delle autorità francesi. ■

Accanto a Frank Lloyd Wright, che è comunque la personalità più significativa di questo movimento architettonico, vanno ricordati il suo quasi successore, l’altro architetto americano Bruce Goff (1904-1982), e il finlandese Alvar Aalto (1898-1976). Questi architetti sono quelli che hanno posto i canoni del progetto organico: un’architettura creativa e interpretativa dei bisogni più significativi dell’uomo, nello spazio e nel tempo e in contatto e simbiosi con la natura. L’italiano Paolo Soleri (1919-2013) ha evoluto le posizioni dei primi maestri fondando negli Stati Uniti l’Arcologia, fusione non solo sintattica delle due parole architettura ed ecologia ma un modo di costruire attento alle relazioni ambientali tanto da divenire organicamente ecosistemico. In

armonia dell’anima può essere provata solo là dove nell’ambiente, in forme figure e colori, si rispecchia ai sensi umani ciò che l’anima riconosce come i propri più degni pensieri sentimenti e impulsi». Steiner ne era convinto e oggi anche molte archistar.

L’ARCHITETTURA ORGANICA DIVENTA CONCHIGLIA

Italia l’architettura organica è stata annunciata nel dopoguerra da Bruno Zevi (1918-2000), teorico

dell’architettura, che ha fondato nel 1945 a Roma assieme a Luigi Piccinato (1899-1983), Mario Ridolfi (19041984), Pier Luigi Nervi (1891-1979) e altri, l’Associazione per l’Architettura Organica, mentre era in uscita il suo saggio “Verso un’Architettura Organica”. Nel nostro Paese, però, non c’è stato un vero e proprio sviluppo di questo tipo d’architettura, si ritrovano più che altro elementi o singole opere di vari autori. Dal punto di vista teorico, una grande influenza sui lavori degli architetti organici è stata apportata dal filosofo Rudolf Steiner (1861-1925) che teorizzava modi di costruire che rispettassero l’ecosistema terrestre includendo l’idea di agricoltura biologica e invitando a considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. «Un’autentica

Vivere in una casa dalla geometria a conchiglia, cullati dal suono delle onde in un ambiente in grado di funzionare autonomamente solo con energie rinnovabili. È questo il progetto visionario della Hydroelectric Tidal House, firmato dall’architetto e designer serba Margot Krasojevic. Scopri di più su

www.habimat.it, sezione Stili e Novità

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IL BOSCO VERTICALE DI MILANO FIRMATO BOERI Alcuni dei prodotti strategici impiegati dallo Studio Boeri per realizzare l’importante progetto in zona Porta Nuova, che ha appena vinto l’International Highrise Award 2014.

di Bibi Velluzzo

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due prestigiosi edifici del Bosco Verticale di Porta Nuova, su cui crescono più di 1.000 esemplari di piante, si integrano alla perfezione nel verde che li circonda. Bosco Verticale propone un nuovo modo di abitare, conciliando comfort, centralità e sicurezza con il desiderio di vivere immersi nella natura. Un progetto innovativo, capace di rigenerare l’ambiente e la biodiversità urbana. La progettazione delle torri di Bosco Verticale è stata sviluppata da Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra) che, negli ultimi anni, si è soprattutto orientato alla progettazione di edifici e di spazi aperti in aree urbane europee da valorizzare o recuperare. Per il progetto del verde di Bosco Verticale, Boeri Studio ha collaborato con lo studio Emanuela Borio e Laura Gatti. I due edifici di Bosco Verticale offrono un’ampia scelta di tagli e finiture. Appartamenti aperti a viste spettacolari, capaci di rispondere a ogni desiderio: dai 60 mq dei bilocali compatti e funzionali sino ai 495 mq delle penthouse e dei duplex. La progettazione degli interni degli appartamenti è stata curata da Dolce Vita Homes. Il complesso, che ha ottenuto la prestigiosa certificazione LEED Gold, si è aggiudicato l’International Highrise Award 2014, promosso dal Museo di Architettura di Francoforte che ogni due anni premia l’edificio alto più bello e innovativo del mondo. Il Bosco Verticale è stato scelto tra 800 grattacieli in gara.

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La qualità Isolmant che “non si sente”

Isolmant ha offerto un importante contributo con le sue soluzioni per l’isolamento acustico. Per la realizzazione delle partizioni orizzontali interpiano degli edifici, destinate ad alloggiare l’impiantistica elettrica e idrica e un impianto di riscaldamento a pavimento, è stata eseguita la posa di Isolmant BiPlus come materiale anticalpestio. Raccomandato in tutti i casi in cui si necessiti di elevato comfort acustico e di resistenza alla pedonabilità e alla lacerazione insieme alla Fascia Perimetrale Isolmant doppio spessore per il disaccoppiamento del massetto di pavimentazione dalle pareti laterali. Top gamma di Tecnasfalti, è il prodotto “acustico” per eccellenza, dalla notevole facilità di posa è un materiale in grado di isolare al meglio dai rumori di calpestio mantenendo bassa la frequenza di risonanza del sistema e garantendo le prestazioni acustiche e meccaniche nel tempo.

Si scende e si sale con scale Albini & Fontanot

Nella lobby d’ingresso dell’edificio sono state inserite scale a rampa con fascione laterale in acciaio inox lucido; i gradini sono in vetro in perfetta simbiosi con le grandi superfici vetrate che si fondono con l’esterno.

Il cuore sostenibile e innovativo di Holcim

Due le ricette fornite da Holcim: calcestruzzo ad alta resistenza (nello specifico C60/75) in grado di mantenere omogeneità e costanza per garantire lavorabilità e pompabilità ad alta quota; e calcestruzzo a bassissimo calore d’idratazione C 30/37 formulato per i getti massivi delle fondazioni con alti spessori come quelli per le due torri. I calcestruzzi sono stati composti da un’additivazione con filler appartenenti alla categoria Leed 100% pre-consumer a elevate caratteristiche di pozzolanicità per migliorare le prestazioni e per risultare maggiormente sostenibili.

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Canali e Chiusino by ACO Passavant

ACO Passavant Spa ha fornito i canali di drenaggio delle aree esterne del cantiere Bosco Verticale a Milano e in particolare i canali in calcestruzzo polimerico, Multiline V100 altezza 15-8-6 cm con griglia in ghisa classe di carico D400; i chiusini di ispezione in acciaio inox a riempimento per pavimentazione esterna 300x300 cm in classe di carico D400.

U-BootBeton® di Daliform Group nei solai dell’edificio

Daliform Group ha fornito casseri a perdere in polipropilene riciclato per creare solai alleggeriti e bidirezionali in calcestruzzo armato gettati in opera. Il prodotto possiede l’Attestato di Compatibilità Ambientale per l’assenza di emissività di sostanze tossiche con conseguente beneficio per la salute degli utenti intermedi, finali e dell’ambiente.

Facciata ventilata con Saint-Gobain Isover

Per la facciata ventilata sono stati utilizzati i pannelli isolanti in lana di vetro SaintGobain Isover X60 VN G3, soluzione che assicura non solo il massimo di prestazioni in termini di isolamento termoacustico, ma anche l’uso di materiale “verde”, prodotto con 95% di materie prime naturali e riciclate (80% di vetro riciclato e sabbia). Ottima reazione al fuoco, elevata rigidità e resistenza meccanica, traspirabilità: caratteristiche fondamentali per questa tipologia di edificio.

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Riscaldamento a pavimento: i piedi sono al caldo con Laterlite

Per il sistema di riscaldamento a pavimento è stato scelto il premiscelato PaRis di Laterlite, il massetto radiante a elevata conducibilità termica certificata e antiritiro (sino a 100 mq senza giunti). Fibrorinforzato e resistente, consente la migliore efficienza del sistema radiante e l’ottimale diffusione del calore negli ambienti grazie all’omogeneità di temperatura superficiale del massetto.

Comfort termico e acustico con Knauf Insulation

I pannelli isolanti in lana di roccia, utilizzati per l’applicazione in divisori interni, sono un’eccezionale soluzione per la coibentazione di un edificio perché offrono elevate prestazioni di isolamento termico, acustico e protezione al fuoco.

2.000 mq di Stiferite Class B e GT per coperture, pavimenti e pareti

I prodotti di Stiferite utilizzati nel progetto sono Class B negli spessori 40 e 50 mm, pannello sandwich indicato per coperture sotto manti impermeabili bituminosi e dove si richieda un’elevata resistenza alla sfiammatura; GT nello spessore 70 mm o misura superiore, pannello sandwich adatto a coperture a falde, coperture piane sotto massetto o con membrane sintetiche o bituminose incollate, pareti perimetrali, pavimenti civili e industriali.

Pavimentazione aree sopraelevate esterne con Antoniazzi Bianco Reflex

La mattonella Bianco Reflex (40x40 cm) unisce estetica ed eco-sostenibilità, è realizzata con materie prime riciclate e consente grande assorbenza del calore, scelto in quanto possiede delle caratteristiche essenziali al fine dell’ottenimento di un maggior puntegeggigio relativo al LEED.

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L’ACCIAIO NATURALE Costruire con il bambù, nuova moda pronta a sbarcare in Europa? di Cristina Serra

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n alcune zone rurali di molti paesi del mondo potrebbe essere la situazione abitativa perfetta per rimanere in simbiosi con la natura. Tra i principali “testi-

monial” dell’utilizzo del bambù c’è Simon Velez, colombiano, famoso per le sue architetture con questo materiale: «Il bambù – afferma – è un elemento naturale con la stessa resistenza dell’acciaio, è ecologico inoltre perché durante la sua crescita genera un effetto ambientale positivo, perché produce ossigeno. Cresce in molti punti del pianeta e lo fa molto rapidamente.

Il futuro è ecologico e sostenibile e sarà l’utilizzo su larga scala del bambù».

Il bambù è, a tutti gli effetti, uno dei materiali in fase di sperimentazione (e anche di indagine) nelle costruzioni europee. In Italia, un paio di esempi sono gli uffici al Business District Certosa a Milano della STAM Europe a Goring & Straja (vedi box a piè di pagina) e la costruzione risalente al 2003 di un padiglione realizzato a Vergiate (Varese) con struttura reticolare, fondazione di calcestruzzo armato e collegamenti realizzati con perni di acciaio inseriti nelle aste di bambù e rinforzati con malta di cemento. Ma è la Cina la patria dove questo materiale sta

L’ESEMPIO DEGLI EDIFICI STAM EUROPE DI MILANO Nel contesto del Business District Certosa a Milano, è stato realizzato l’edificio per uffici commissionato dalla STAM Europe a Goring & Straja. Il progetto si unisce alla cortina di edifici esistenti andando a ricostruire un isolato chiuso, tipico del disegno urbano milanese. La corte, che si viene così a creare, è impreziosita da un giardino piantumato con diverse essenze, importante fondo scenografico sul quale si affacciano le vetrate dell’edificio. Una terrazza sulla copertura del corpo C crea un sistema del verde ricco e ben distribuito. L’edificio, progettato per ottenere la certificazione LEED Gold, consta di circa 7.400 mq interrati adibiti a parcheggi e circa 15.400 mq fuori terra disposti su 4 livelli e tre corpi di fabbrica con area verde interna. I piani terra dell’intero complesso immobiliare sono destinati a laboratori, ingressi e a uno showroom. I restanti piani sono tutti destinati a uffici. L’obiettivo del progetto è di riqualificare e migliorare l’impatto con il contesto nel quale l’edificio è collocato ricostruendo la logica dell’isolato chiuso e compatto. Architettonicamente il progetto è caratterizzato dal diffuso uso di vetro e alluminio, cemento di strutture e marcapiani e dal bambù dei sistemi schermanti. L’immobile prevede l’uso del vetro su tutto il piano terra, creando una sorta di basamento trasparente, e sui fronti est sud e ovest, dove è schermato da un sistema di brise soleil in bambù che recepisce un soleggiamento eterogeneo: infatti, il brise soleil si dirada, si infittisce e si regola a seconda dell’inclinazione/irraggiamento solare, creando un gioco di densità e di rarefazioni che rende le facciate, già spezzate da cambi di direzioni, vibranti e mutevoli. La terrazza sul corpo C, infatti, oltre a fornire una prospettiva di grande impatto dal fronte sud della corte interna, crea un gioco di volumi che si compenetrano sul fronte nord, rendendo la facciata un interessante elemento scultoreo. Il progetto architettonico ha previsto anche l’installazione di un frangisole a “pale” a schermatura dai raggi solari.

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Il progetto architettonico, elaborato per il padiglione della Repubblica Popolare Cinese a Expo Milano 2015 da un consorzio formato dalla Tsinghua University e dal Beijing Qingshang Environmental & Architectural Design Institute, riproduce delle “onde di grano” dove le forme di un paesaggio naturale si fondono a quelle di uno skyline urbano, riprendendo le linee tradizionali dell’architettura cinese ed esaltandole attraverso l’uso delle moderne tecnologie. Il tetto realizzato in bambù filtra la luce naturale e permette di ridurre i consumi energetici in linea con il messaggio di sostenibilità promosso da Expo Milano 2015.

facendo le prove generali per dimostrare tutto il suo valore architettonico e dove, per questo, è stata costruita la prima casa multipiano al mondo in bambù (tanto che il bambù è il materiale caratterizzante del padiglione della Repubblica Popolare Cinese a Expo Milano 2015, vedi infografica qui sopra), realizzata dal team di ricerca cinese Oval Partnership all’Integer Expo di Kunming, nella provincia dello Yunnan (vedi foto a pag. 21). La struttura a due piani è stata progettata per il tipico terreno collinare della parte occidentale della Cina. L’esterno e i pannelli interni sono tutti in bambù, scelto perché è il materiale più ecologico disponibile nella zona, caratterizzato da un ciclo di crescita di quattro anni in grado di assorbire un’elevata quantità di anidride carbonica nel corso della sua vita.

La struttura in bambù è leggera e pertanto molto più adatta a sopportare le sollecitazioni sismiche delle più pesanti strutture in cemento armato.

Il parquet di bambù è “verde” e per questo è stato scelto per la nuova sede milanese di Saint-Gobain, in particolare per la sala riunioni. «Abbiamo scelto di impiegare bambù proveniente da foreste certificate FSC e privo di VOC. Questo perché il bambù si rigenera velocemente. Una piccola idea per evitare di danneggiare le foreste primarie!», fanno sapere dall’azienda.

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La casa in bambù può essere costruita dagli abitanti dei villaggi locali, senza la necessità di macchinari pesanti e costosi. La tecnologia utilizzata nella casa dell’Integer Expo è basata su un sistema a telaio con pannelli sandwich che fornisce un valore molto elevato di isolamento termico. Il potenziale di questa tecnologia è immenso ed è in grado di fornire una tipologia costruttiva economica ed ecologica per le nuove cittadine e per i villaggi in Cina. Oval Partnership ha realizzato questo progetto pilota in collaborazione con gli scienziati e gli ingegneri delle istitu-


Guarda il video Painting Natural su www.boero.it Per informazioni: paintingnatural@boero.it


Brise soleil in bambù

zioni accademiche locali, tra cui l’Università della Scienza e della Tecnologia di Kunming. IL BAMBÙ COME MATERIALE DA COSTRUZIONE IN OCCIDENTE In occidente le potenzialità del bambù come materiale da costruzione sono ancora poco conosciute. In realtà è un materiale dotato di ottime proprietà meccaniche e con un elevato modulo di elasticità che permette di utilizzarlo anche per strutture tipologicamente molto complesse. Il bambù è un vegetale (considerato un’erba, e precisamente una graminacea) con un rapidissimo ci-

clo di crescita tanto che già nel primo anno è in grado di raggiungere i 15 metri di altezza, mentre raggiunge lo sviluppo massimo in soli 4 anni. Il bambù ha anche delle eccezionali capacità di contrastare l’inquinamento atmosferico: una piantagione è in grado di catturare fino a 17 tonnellate di carbonio per ettaro all’anno, 40 volte superiore a quella assorbita da un bosco della medesima estensione. Ecco perché è considerato oggi uno degli elementi chiave per l’evoluzione sostenibile della produzione edilizia nei paesi in via di sviluppo, e non solo. Interessante a questo proposito è paragonare il bilancio energetico (ovvero l’energia richiesta per la produzione) di

MATERIALI DEL FUTURO: LE FIBRE DI CARBONIO ORGANICHE Non solo bambù. Innventia e Swerea Sicomp, due istituti di ricerca norvegesi, puntano allo sviluppo di una fibra di carbonio organica a basso costo che potrebbe rivoluzionare il mercato. di Stefano Guolo

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l suo utilizzo risale a una cinquantina di anni fa. Materiale leggero e molto resistente che, in virtù delle sue caratteristiche, trova impiego in molti ambiti, la fibra di carbonio ha però un difetto: costa molto. Per questo la sua domanda è ancora limitata a quegli utilizzi per i quali le prestazioni sono più importanti del prezzo. L’introduzione di una fibra di carbonio

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più economica potrebbe estendere il raggio di utilizzo e ampliare le opportunità di mercato, ed è proprio questo l’obiettivo della partnership tra Innventia e Swerea Sicomp, due istituti di ricerca norvegesi, che puntano allo sviluppo di una fibra di carbonio organica derivante dalla lignina, un sottoprodotto del legno. Sfruttando la preziosa risorsa naturale della Svezia, la


NORME SUL BAMBÙ Da un punto di vista normativo, non vi sono norme tecniche di riferimento né a livello nazionale UNI né a livello europeo CEN (Comitato Europeo di Normazione) e le stesse Norme Tecniche per le Costruzioni non comprendono riferimenti al bambù. In ambito ISO invece sono disponibili due norme sul materiale e una norma di tipo comportamentale per i laboratori. Le norme in questione sono: · ISO 22156 “Bambù - Progettazione strutturale”; · ISO 22157-1“Bambù - Determinazione delle proprietà fisiche e meccaniche - Parte 1: Requisiti”; · ISO/TR 22157-2:2004 “Bambù - Proprietà fisiche e meccaniche - Parte 2: Linee guida per i laboratori”. Pannello in bambù BMB

alcuni tipi di materiale da costruzione (MJ/m3 per N/mm2): • cemento: 240 • legno: 80 • acciaio: 1.500 • bambù: 30 In edilizia il bambù non viene utilizzato solo come elemento colonna/trave, ma viene impiegato anche nella produzione di pannelli BMB (bamboo-mat boards) per la costruzione di porte, pareti divisorie, scatole, ecc.; pannelli laminati LBL (laminated bamboo lumber) con elevata resistenza alla flessione; pannelli prefabbricati di bambù e cemento; pannelli per pavimentazioni. La sua resistenza e leggerezza lo rendono paragonabile alle prestazioni dell’acciaio tanto che è stato definito appunto l’“acciaio naturale”. Sarà il materiale naturale del futuro? ■

realizzazione di una fibra di carbonio organica derivante dalla lignina costituirebbe una materia prima rinnovabile in un’ottica di maggiore responsabilità sociale e minor impatto ambientale. «Innventia e Swerea Sicomp hanno stretto una collaborazione strategica e, insieme ai rappresentanti dell’industria, stiamo progettando un impianto dimostrativo per la produzione di materiali compositi con fibra di carbonio a base di lignina, che avrà una capacità annua di circa 50 tonnellate», ha fatto sapere Peter Axegård, vice presidente di Innventia. Attualmente, la realizzazione di questo materiale è ancora confinata alle attività di laboratorio con scopi di ricerca, ma i due istituti ambiscono a una loro produzione commerciale entro il 2015. In questo modo le fibre di carbonio organiche potrebbero essere impiegate soprattutto nella realizzazione di materiali compositi avanzati, leggeri ma a elevate prestazioni, per uso strutturale.

La norma ISO 22156, pubblicata nel 2004 e riconfermata nel 2012, si applica alla progettazione delle strutture di bambù, per esempio bambù tondo o tagliato, bambù laminato incollato, o pannelli a base di bambù incollati o collegati con connettori meccanici. La norma si basa sul calcolo agli stati limite e sulla prestazione della struttura, e considera solo i requisiti di resistenza meccanica, funzionalità e durabilità. La norma ISO 22157-1, pubblicata anch’essa nel 2004 e riconfermata nel 2008, definisce i metodi di prova per la valutazione di umidità, massa volumica, ritiro, compressione, flessione, torsione, ecc.. La norma ISO/TR 22157-2 infine fornisce delle linee guida informative per i laboratori sulle modalità di esecuzione dei test secondo la ISO 22157-1. L’interno della casa multipiano realizzata dal team di ricerca cinese Oval Partnership all’Integer Expo di Kunming, nella provincia dello Yunnan

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IL BOSCO IN AZIENDA

L’

acqua è uno degli elementi fondamentali per la produzione della pasta. Quella della Val di Fiemme è particolarmente buona, sgorga dalle rocce dolomitiche del Trentino e viene immediatamente raccolta, entrando così com’è nel circolo produttivo del pastificio guidato da Riccardo Felicetti (nuovo presidente dell’IPO, l’International Pasta Organisation per la valorizzazione della cultura della pasta nel mondo); viene aggiunta alle lavorazioni mantenendone la limpidezza, la freschezza, la trasparenza, caratteri peculiari e unici che sono trasferiti immediatamente alla pasta, facendone risaltare sapori e profumi, conferendo al prodotto una purezza che attinge alla natura circostante. Per questo

l’importanza dell’ambiente per il ciclo produttivo del Pastificio Felicetti si trasforma in estrema attenzione nei confronti della natura e questa filosofia si è realizzata anche nel rifacimento delle facciate della sede storica del pastificio, curata dallo studio di progettazione RWA Architetti di Milano. L’obiettivo?

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Portare i famosi boschi della Val di Fiemme in azienda,

per integrare il più possibile il progetto nel meraviglioso ambiente che la circonda. COME NASCE LA PROGETTAZIONE

Lo studio progettuale per le nuove facciate della sede del Pastificio Felicetti, fondata nel 1908, si situa in un più ampio programma di riqualificazione aziendale, per molti versi già ampiamente avviato, in cui l’obiettivo è quello di trovare una perfetta sintonia fra scelte architettoniche, funzionali, strategiche, commerciali, comunicative dell’azienda. Per questo motivo un unico percorso di progettazione ha toccato principalmente le seguenti fasi: immagine e visibilità: le facciate come elemento di raccordo fra visibilità, funzionalità, paesaggio e comunicazione. Considerando l’attigua presenza di una grande arteria stradale, le facciate dell’edificio diventano importante veicolo di comunicazione; inoltre lo studio si presenta neces-

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La riqualificazione delle facciate del Pastificio Felicetti di Predazzo (TN), unico pastificio di montagna italiano, ha mirato a riprodurre la natura della Val di Fiemme sull’architettura dell’edificio. di Cristina Serra

sistemi (il nuovo e il vecchio) interagiscono e si pongono fra essi in una sequenza di coerenza e continuità, senza negare la propria stratificazione storica e la propria successione temporale. Il tema individuato consiste nella predisposizione di un tema figurativo che è quello di segni ed elementi verticali

in legno disassati l’uno rispetto all’altro, in grado di evocare l’“ordine sparso” del bosco fiemmese ma anche la metafora di alcuni prodotti dell’azienda. Tipo di intervento: Luogo: Progettista: Tempi di intervento: Classe energetica:

Rifacimento delle facciate Predazzo (TN) RWA Architetti 60 giorni Da classe E a classe A

sario per l’adeguato inserimento dell’ampliamento in atto entro un unico sistema di prospetto, in maniera coerente e compiuta con i corpi di fabbrica esistenti. accoglienza e funzionalità: la riorganizzazione di alcuni spazi interni (ed esterni) come luoghi dell’accoglienza e della comunicazione. Prevede la predisposizione di luoghi e percorsi in cui l’azienda possa condurre il visitatore (ospite, consulente, giornalista, ecc.) alla scoperta dei prodotti Felicetti e delle loro peculiarità, alla degustazione e all’approfondimento tecnico. comunicazione e marketing estemporaneo: creazione di uno showroom (“pastateca”) in cui creare uno store aziendale.

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LA REALIZZAZIONE Il tema architettonico per il disegno delle nuove facciate si basa su un segno unitario e coerente, capace di relazionare la facciata esistente a quella del nuovo ampliamento. I due

Questo tema è reiterato secondo materiali e tecniche diversi su ciascuno dei tre corpi di fabbrica, ponendosi di volta in volta in maniera coerente e continuativa ma anche autonoma. È importante infatti che il nuovo assetto non sia costituito da una pelle ex novo, ma piuttosto dalla rilettura dei successivi stati di crescita aziendale, in mondo che la nuova figura di facciata sia una nuova veste e al contempo testimone della “storicità” dell’azienda. La facciata del corpo a nord presenta listoni in legno, distanziati con retroilluminazione, anche con interessanti effetti di ombreggiature; inoltre la parola “PASTA” diventa acronimo dei cinque principali concetti che stanno alla base della filosofia aziendale (Persone, Acqua, Storia, Territorio, Aria). La facciata è pensata per essere letta a due livelli: alla scala del transito veicolare (dalla Strada Statale delle Dolomiti) e alla scala pedonale (dal percorso ciclopedonale collettivo); la duplice scala di lettura rappresenta lo spirito stesso dell’azienda, una realtà con profonde radici nel territorio ma che dialoga a livello globale. La facciata del corpo centrale riprende e consolida il ritmo del pilastro: lo spazio fra un elemento e l’altro è tamponato a mezzo di un pannello in legno (anche a funzione di coibente) e il tema figurativo è ripreso in negativo, sottolineato anche dal gioco delle ombre. Il corpo a sud prevede la ripresa tematica a mezzo di rasatura e tinteggiatura. Così, l’architettura si fa metafora della natura, della storia secolare di una famiglia di imprenditori e delle tradizioni di un territorio. ■

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LA TRADIZIONE CHE GUARDA AL FUTURO Uno storico borgo termale toscano ritorna al suo antico splendore con l’impiego di materiali moderni al servizio della tradizione. di Nicola Pisano 24

R

icostruire un antico borgo romanico e la sua ex-stazione termale dalle acque sulfuree ricche di proprietà benefiche. È in questo contesto che si colloca l’intervento di recupero di una serie di case coloniche di borgo Mummialla, nel Comune di Gambassi Terme (FI), che oggi si sono rianimate ospitando appartamenti di civile abitazione con utilizzi turistici grazie alla collaborazione con BigMat Arrighi e Brogi.


Panorama circostante a borgo Mummialla

Uno scorcio della piscina di borgo Mummialla

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Borgo Mummialla prima dell’intervento

Tipo di intervento:

Ricostruzione e ristrutturazione con recupero materiali Luogo: Gambassi Terme (FI) Progettista: Roberto Fusi Direttore lavori: Massimo Paolini Tempi di intervento: 2006-2012 Classe energetica: Da classe G a classe C

L’INTERVENTO Grazie ai lavori di ricostruzione attenti e qualificati, il borgo Mummialla è oggi un esempio di come i materiali e le tecniche costruttive moderne possano restituire il fascino del tempo e della storia. A questo scopo, ogni singolo fabbricato è stato ricostruito in muratura mista a facciavista di laterizi e pietre recuperati dallo stesso edificio prima diroccato. Tutti i fabbricati esistenti allo stato di ruderi, con tetti e solai crollati, nonché

con murature completamente inconsistenti, sono stati appositamente smontati in modo organizzato, recuperando in fase di smontaggio ogni materiale laterizio e lapideo idoneo a essere ricollocato successivamente. Grazie all’attenzione in questa prima fase è stato possibile utilizzare poi i materiali di recupero e garantire un profilo dell’edificio coerente con le caratteristiche stilistiche del borgo storico. I solai sono stati eretti con profili in acciaio e volte di mezzane, il tetto tipicamente in legno e cotto ha un manto di copertura in coppi e tegole toscani, anch’essi di recupero, la gronda

Borgo Mummialla oggi

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è in cotto conforme a quella esistente, gli infissi esterni presentano forme e caratteristiche tipiche toscane in legno e/o ferro secondo le necessità architettoniche. Le docce e i pluviali sono in rame, il marciapiede è in cotto limitato alla porzione sullo scannafosso, mentre la maggior parte del perimetro del fabbricato è pavimentato con pietre dei luoghi semplicemente appoggiate sul terreno e stuccate a terra e sabbia in modo tale da permettere all’erba di nascere nelle fessure, così come ha sempre fatto, al fine di integrare il manufatto necessario dal punto di vista pratico e igienico-sanitario, con l’ambiente circostante. Emerge da questi particolari lo sforzo di mantenere salde le radici e le caratteristiche originarie della struttura, valorizzandone gli aspetti tipici della tradizione regionale che vanta una storia antica. Con la ristrutturazione è stato possibile ottenere i vari appartamenti a cui si aggiunge la realizzazione di un’ampia piscina esterna. Anche la suddivisione nelle diverse unità abitative ha rispettato “l’ossatura” principale e originaria delle murature. Un lavoro minuzioso quello svolto dal progettista Roberto Fusi e dal direttore dei lavori strutturali Massimo Paolini, durato sei anni e dall’importo notevole di oltre 5 milioni di euro. I risultati hanno superato le aspettative e hanno saputo ricreare quell’armonia con il paesaggio circostante inizialmente

IL RUOLO DI BIGMAT Protagonista dell’intervento a Mummialla è stata BigMat Arrighi e Brogi Srl, azienda nata nel 1983, che con la sua consulenza e con l’elevata qualità del suo servizio si è rivelata una professionale interlocutrice e ha permesso di eseguire i lavori di ristrutturazione nei tempi prestabiliti. Di fondamentale importanza sono stati i prodotti forniti al cantiere quali blocchi sismici e forati di Donati Laterizi, calcestruzzo alleggerito e massetti Laterlite, malta termica M10 Laterlite, malte colorate CVR e biocalce pietra Kerakoll. Una realtà quella della BigMat Arrighi e Brogi consolidata e tuttora in continua crescita la cui missione, come dice il titolare Marco Brogi, «è quella di investire in un valore distintivo che renda questa società sempre più competitiva. Anche per questo facciamo parte di BigMat». auspicata, dando così continuità alle usanze del passato senza rinunciare agli elementi innovativi del mondo dell’edilizia odierno. ■

Se hai realizzato un progetto di rilevanza pubblica o con particolari soluzioni costruttive in collaborazione con un Punto Vendita BigMat o habiMat, puoi vederlo pubblicato su UP! Scrivi a info@bigmat.it

27 BigMat Italia

mondobigmat

bigmat.it/community

www.bigmat.it


AUTOCOSTRUZIONE, PRIMO CANTIERE SCUOLA IN VENETO L’esempio di Casa Santa Rita, nel padovano, dove l’Associazione Fraternità e Servizio Onlus vuole “tornare al passato” e fare da sé la ristrutturazione dell’edificio – che conta anche su un isolamento molto particolare in paglia – affiancando alla manodopera specializzata lavoratori non specializzati. di Rosa Santavite

C’

è un cantiere, in provincia di Padova, che sta facendo scoprire nuove vie al settore delle costruzioni. Siamo a Brugine, sulla strada verso Piove di Sacco, in una zona fertile ricca di campi e lambita dal corso di due piccoli corsi d’acqua, il Fiumicello e la Schilla. È qui che si trova il primo cantiere scuola del Veneto legiferato in autocostruzione familiare (ovvero l’iniziativa dei privati di costruirsi casa da sé senza avvalersi di manodopera specializzata, vedi box pag. 31) nonché la prima ristrutturazione con balle di paglia della provincia di Padova.

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UNA RISTRUTTURAZIONE SUI GENERIS Casa Santa Rita è un edificio residenziale in zona rurale che l’Associazione Fraternità e Servizio Onlus, vuole ristrutturare per avere la possibilità di ospitare nuove famiglie nonché creare un luogo di ritrovo associativo e polivalente. A seguire i lavori c’è il geometra Cristiano Rossi, che ha raccolto con entusiasmo la sfida. L’obiettivo è quello di ricavare tre nuove unità residenziali distinte e riqualificare le attinenze per le attività ricreative di laboratorio e socializzazione. L’edificio esistente è stato edificato nel 1973 e nel


Tipo di intervento:

Ristrutturazione e ampliamento edifico rurale Luogo: Brugine (PD) Progettista: Geom. Cristiano Rossi Tempi di intervento: 3 anni, in corso Classe energetica: Da classe G a classe A per primo piano e a classe B per piano terra

corso degli anni ha subito modifiche e ampliamenti, con tratti costruttivi temporali ben visibili che, analizzati nel globale, non presentano elementi distintivi tipici della zona agricola in cui è inserito. Costruttivamente è in condizioni discrete, sia internamente sia esternamente, ma è da rivisitare per i canoni di vita attuali soprattutto per quel che riguarda il concetto energetico. ABITAZIONE PRINCIPALE Come già detto, l’abitazione principale si presenta in condizioni discrete che non vincolano particolarmente i suoi occupanti se non per il lato energetico o piccoli accorgimenti di sfruttamento degli spazi interni. Il Piano di Costruzione n. 1641 del 27.04.2012, presen-

tato dai vecchi proprietari per sanare la situazione edile dell’immobile all’atto dell’acquisto da parte dell’Associazione Fraternità e Servizio Onlus, prevede la demolizione della scala esterna (peraltro abusiva e non consona al luogo agricolo) sostituita dalla costruzione di una interna andando a favorire la destinazione prevista, oltre ad assegnare due posti auto. L’appartamento al piano terra subirà una leggera ristrutturazione interna che consisterà nel ricavare un nuovo bagno al posto della scala interna e un locale studio, mentre l’abitazione al primo piano subirà una ristrutturazione più importante poiché si procederà a rielaborare il 50% circa degli spazi dotandola di tre camere distinte, due bagni e un grande salone con angolo cottura. Al suo esterno si ricostruirà la terrazza, ampliandola per poterne usufruirne in maniera più ludica.

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Le finiture per entrambi gli appartamenti (nei locali interessati dai lavori) saranno di pavimenti e di rivestimenti piastrellati in grès porcellanato per la zona giorno e per i bagni, di pavimenti in listoncini di legno per la zona notte. È stata aggiunta una doppia canna fumaria che servirà in maniera distinta i due appartamenti per l’uso del caminetto a legna, le porte saranno in legno tamburato e le finestre in legno o PVC con vetrocamera. AMPLIAMENTO L’ampliamento mira a creare una nuova unità abitativa ristrutturando il ripostiglio e alzandone il tetto. Avvalendosi dell’attuale norma denominata “Piano Casa” ovvero la Legge Regionale n. 14 del 08.07.2009 all’art. 2 è possibile usufruire di una volumetria di 160 m3 (il 20% degli 800 m3 ammissibili in zona agricola) ulteriormente incrementata di un 10%, per un totale di 240 m3 grazie all’utilizzo integrato di un impianto fotovoltaico da 3 KWp già installato. L’ampliamento trova il naturale posizionamento sopra al fabbricato originale posto dietro al corpo principale residenziale e attualmente destinato ad area agricola quale cantina, ripostiglio e pollaio, in quanto questa porzione di immobile ha una struttura portante in ottime condizioni a cui si dovrà aggiungere solamente la parte di muratura mancante del primo piano e la copertura. Le finiture di questo appartamento sono le stesse descritte per i primi due a esclusione del tetto che sarà in legno travato a vista. Infine, per motivi di cubatura è stato previsto al piano terra, oltre ai due garage obbligatori per normativa all’interno del fabbricato residenziale, la zona giorno e al primo piano la zona notte con due camere, il bagno e un sottotetto a uso ripostiglio.

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L’EDIFICIO AGRICOLO L’edificio agricolo è un capannone costruito in vari periodi, con muri di tamponamento in blocchi di cemento intonacati, telaio portante e tetto in ferro con sovrastante una copertura di pannelli sandwich coibentati. La struttura della stalla e del pollaio invece è in blocchi di cemento portanti intonacati con solaio in latero-cemento e manto di copertura in coppi rossi. Per la sua ristrutturazione si prevede innanzitutto di spostare la cubatura occupata dalla nuova unità residenziale sul lato nord-est della stalla prolungandone la falda e costruendo un locale chiuso su tre lati utile al riparo dei mezzi agricoli. All’interno ci sarà anche uno spazio per il ricovero attrezzi, nuovi servizi igienici e un locale tecnico per la caldaia e gli inverter. La nuova parte di costruzione seguirà il canone estetico della stalla, con la copertura uguale a quella del ricovero attrezzi, a cui sarà aggiunta la tinteggiatura. ASPETTI ENERGETICI: IL CAPPOTTO DI BALLE DI PAGLIA Nell’affrontare la scelta costruttiva, l’associazione ha chiesto di indirizzare le valutazioni tecniche verso la qualità energetica più che quella estetica, andando ad analizzare i punti critici delle costruzioni moderne correlate alle esigenze e agli stili di vita umani. Inoltre è da evidenziare che l’ampliamento, così come progettato, è possibile solo se la struttura residenziale risulta in classe energetica B. Strutturalmente la casa attuale è in muratura di mattoni forati, solaio in latercemento, tetto in tavelloni e così per la ristrutturazione e l’ampliamento si utilizzeranno i medesimi materiali a esclusione del tetto in legno, sia per l’ecologicità del materiale sia per il notevole apporto isolante


che il materiale stesso offre, ovviando spontaneamente alla risoluzione dei ponti termici di eventuali poggioli, cornici, ecc.. Si provvederà a coibentare la struttura totale con un sistema a cappotto in balle di paglia fissate alla muratura tramite appositi tasselli a esclusione dello zoccolo di base che sarà in pannelli di XPS per ovviare alle problematiche dell’umidità di risalita e degli spruzzi quando piove. La finitura esterna sarà in intonaco in calce altamente traspirante con tinteggiatura tenue. Gli isolamenti del tetto saranno in balle di paglia con adeguate membrane traspiranti sovrastanti e freni vapore sottostanti. Questa scelta di isolamenti combinati comporta una trasmittanza termica delle superfici fuori terra di circa U=0,12 W/m2K, e sfasamenti termici superiori alle 14 ore. Saranno montati nuovi infissi in legno che avranno il vetro con il valore Ug=0,8 W/m2K raggiungendo un valore medio Uw=1,10 W/m2K ben inferiore alla normativa che si attesta al valore Uw=2,2 W/m2K. Gli impianti di riscaldamento saranno alimentati da una pompa di calore comune a tutte le abitazioni con C.O.P. (Coefficient Of Performance) >3 a scambio termico. Tutti i materiali impiegati nella ristrutturazione sono stati scelti il più possibile in base alla certificazione EPD. Anche se l’immobile dal punto di vista pratico non si presenta integralmente agricolo, vista la presenza di particolari moderni intrinsechi alla struttura, la posizione architettonica intrapresa è sempre stata volta alla costruzione di un immobile agreste, interpretando ciò che i nostri genitori praticavano nel corso naturale della vita, integrandosi coattivamente all’interno del processo naturale delle stagioni e avvalendosi dei suoi benefici. ■

UNA NORMATIVA CHE NON C’È A oggi manca un quadro normativo nazionale che, in modo compiuto e organico, definisca regole, modalità e strumenti dell’edificazione in autocostruzione. Questo vuoto legislativo impedisce di portare a sistema le “esperienze” che si sono andate comunque realizzando nel Paese in anni recenti. Infatti, oltre al Veneto ci sono anche altre Regioni che si sono mosse con progetti sperimentali, come l’Umbria che ha supportato dal 2001 il Programma di autocostruzione “Un tetto per tutti”. Sono seguiti negli anni successivi interventi sperimentali in Emilia Romagna (2003), Toscana (2005), Lombardia (2005), Campania (2014). Queste stesse Regioni hanno messo a punto alcuni Progetti legislativi (tutti ispirati a una stessa filosofia e con contenuti analoghi), nessuno dei quali tuttavia risulta iscritto all’ordine del giorno di alcun dibattito. L’unica ad aver emanato ufficialmente le linee guida per l’autocostruzione è la Regione Puglia. È comunque evidente che, nel rispetto delle competenze regionali in materia urbanistica, solo un quadro normativo nazionale potrebbe consentire di portare a sistema le esperienze in corso e lanciare l’autocostruzione come una pratica che può, accanto e insieme a quelle tradizionali, contribuire a risolvere il problema della casa per i meno abbienti.

AUTOCOSTRUZIONE FAMILIARE: IL CASO DI “ARIA FAMILIARE” di Cristiano Rossi Progettista e consigliere di Aria Familiare

L’

autocostruzione familiare si può definire un termine relativamente nuovo nella visione edilizia attuale, un anacronismo indotto che impedisce ciò che l’uomo ha sempre fatto, ovvero costruirsi la propria abitazione. La legge latita, permettendo non proprio un’autocostruzione ma consentendo comunque la presenza di persone non professionali in un determinato ambito lavorativo. Per riuscire a volgere la legge positivamente verso gli autocostruttori edili, l’associazione Aria Familiare ha promosso un regolamento esplicativo su diritti e doveri degli autocostruttori ponendo come principale causa la sicurezza dei lavoratori e/o autocostruttori in cantiere nonché la responsabilità delle figure preposte all’attuazione della stessa e regolamentando

le figure professionali partecipative obbligatorie. Alla luce di questo, se si vuole autocostruire la propria abitazione utilizzando anche volontari, si dovranno applicare una serie di adempimenti obbligatori sulla sicurezza, mentre la parte progettuale resterà invariata e il tutto dovrà essere coordinato da un tutor (che può coincidere anche con il progettista o il direttore dei lavori) preparato nell’autocostruzione, nella formazione degli autocostruttori e negli adempimenti legislativi di tutela. A oggi la parte dolente è negli organi di controllo (ISPESL, ASL, SPISAL, ecc.) che non sono pronti a questo tipo di pratica e considerano gli autocostruttori come lavoratori in nero con conseguenti denunce.

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BIGMAT VASS VA IN FATTORIA DIDATTICA Un’azienda agricola umbra si rinnova e realizza una copertura in legno hi-tech, antisismica e ad alto risparmio energetico. di Stefano Guolo

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arà pronto entro fine anno il restyling dell’azienda agricola Res Nova-Il Colle, immersa nella campagna umbra tra il verde di Portaria (Acquasparta, TR), le fonti San Gemini e l’ingresso del sito archeologico Carsulae. La ristrutturazione è finalizzata alla creazione di spazi per l’attività di fattoria didattica, tanto apprezzate da grandi e piccini; non appena i lavori saranno conclusi, a Res Nova-Il Colle sarà possibile vivere in prima persona la laboriosità di un’azienda agricola entrando in contatto con i ritmi della natura, con i pesanti lavori della terra, con gli impegni che richiedono gli animali e le coltivazioni, fino a scoprire più nel dettaglio i prodotti agroalimentari più tipici, le loro proprietà, le lavorazioni tradizionali e il loro utilizzo in ricette tipiche. La ristrutturazione ha visto come protagonista il rifacimento della

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copertura sfruttando tutti i vantaggi del sistema in legno BigMat VASS. L’INTERVENTO L’obiettivo è quello di una totale revisione dell’intero manufatto al fine di utilizzarlo anche nella parte del sottotetto con la creazione di cinque unità immobiliari distribuite su tre piani. Per poter rivisitare gli spazi interni sui tre livelli del fabbricato sono state demolite delle tramezzature esistenti e costruite nuove pareti divisorie con conseguente rifacimento degli intonaci nonché l’apertura e la chiusura di nuove e vecchie porte di passaggio sulle murature portanti interne. Al piano terra sono state fatte anche alcune opere di bonifica consistenti nella realizzazione di vespai areati.


PAROLA ALL’ESPERTO di Luca Mercante Direttore tecnico Team BigMat VASS Il cantiere di Acquasparta può essere considerato un buon esempio di come il coordinamento tra gli uffici tecnici del centro di lavorazione, i tecnici VASS e il Punto Vendita BigMat abbia permesso di ottenere un ottimo risultato anche in un cantiere che a prima vista poteva sembrare pieno di variabili. Il modulo BigMat VASS ha un formato standard che viene utilizzato nelle porzioni di tetto regolari e poggia su puntoni paralleli tra di loro; le restanti parti del tetto vengono coperte con moduli realizzati a misura sulla travatura progettata. Questo consente al sistema di essere molto versatile e di adattarsi senza problemi anche a situazioni in cui i muri sono fortemente fuori quadro e la struttura molto irregolare. La soluzione basa la propria forza nella possibilità di avvalersi di 4 centri di lavorazione in Italia che seguono il processo completamente, dal rilievo alla realizzazione, consentendo di ridurre al minimo le incertezze e le possibilità di errore. Nella figura a fianco si può notare la differenza tra la forma reale dell’edificio (in rosso) e un rettangolo ideale.

Sulle facciate esterne del fabbricato, intonacate e successivamente tinteggiate con opportune colorazioni, sono state realizzate alcune nuove aperture nonché la modifica delle dimensioni di finestre esistenti in modo da rispettare il

La travatura è stata progettata per adattarsi alla forma dell’edificio e ospitare moduli, come si vede nell’immagine seguente, di dimensioni e caratteristiche molto diverse: - diverse larghezze per via dell’interasse non regolare dei puntoni; - forme diverse lungo le converse; - tagli a piombo per moduli di partenza e di colmo; - 31 moduli con faretti led incassati; - 1 modulo con imbotte isocornìs Velux. Per tutte queste ragioni su 224 moduli solo 61 avevano un formato standard (AA). È stato inoltre necessario compensare alcune differenze tra il progetto della travatura e lo stato di fatto a travi posate. Non sempre è possibile, per le più diverse esigenze di cantiere, rispettare con precisione inferiore al centimetro, durante la posa, la disposizione della travatura come da progetto. Un’ulteriore conferma della versatilità dei moduli è stata la dimostrazione di come essi possano essere adattati per compensare queste differenze. In base a queste considerazioni si può capire come parlare di formato standard per i moduli BigMat VASS sia solo un modo per indicare la dimensione che consente di ottimizzare tempi e materiali in produzione. Cantieri come questo dimostrano come sia possibile produrre moduli ad hoc per ogni realizzazione, mantenendo però sempre alti gli standard di qualità del prodotto e un elevato rapporto qualità/prezzo. rapporto delle superfici illuminanti. A tutto ciò si aggiunge l’ampliamento sul lato ovest del fabbricato per la realizzazione di un porticato e sul lato nord mediante la creazione di un vano interrato da adibire a locale tecnico.

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Tipo di intervento:

Smantellamento e ricostruzione copertura in legno hi-tech antisismica Luogo: Loc. Portaria, Acquasparta (TR) Progettista: Geom. Maurizio Liti, Geom. Claudio Paris Tempi di intervento: 30 giorni Classe energetica: Da classe G a classe A

FOCUS TETTO La parte più importante dell’intervento è rappresentata dal completo rifacimento del tetto curato da BigMat Ricci Manfredo Srl di Spoleto secondo il sistema modulare in legno hi-tech BigMat VASS che si basa sull’utilizzo di moduli preassemblati in azienda completi di tutte le funzionalità sia interne (luci, audio, prese e interruttori, abbaini, ecc.) sia esterne (antenne, linea vita, pannelli fotovoltaici, ecc.). Grazie a queste caratteristiche la nuova copertura dell’azienda agricola Res Nova-Il Colle è stata realizzata seguendo la tradizione costruttiva della zona, ma rispettando le più attuali normative: la struttura dell’orditura lignea, infatti, è stata opportunamente collegata alle murature perimetrali da un cordolo in cemento armato in modo da rispondere a quanto previsto dalle vigenti normative in materia antisismica. Le lavorazioni in copertura hanno contemplato anche

IL RUOLO DI BIGMAT BigMat Ricci Manfredo Srl di Spoleto (PG) è stata coinvolta in questa importante realizzazione per quanto concerne la fornitura di tutta la struttura della copertura, realizzata con il brevettato ed esclusivo sistema BigMat VASS. L’attività di questo storico rivenditore di materiali per l’edilizia ha inizio il 26 giugno 1956, quando Manfredo Ricci fondò il suo primo stabilimento con un obiettivo chiaro: creare l’esclusività di un servizio a 360 gradi. Oggi la società, guidata dall’esperienza imprenditoriale di una famiglia giunta alla seconda generazione, è una moderna azienda che opera su un’area attrezzata di 33.000 mq, punto di riferimento per chi cerca soluzioni nel settore dell’edilizia, termoidraulica e delle finiture con uno showroom habiMat.

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l’aspetto relativo al contenimento energetico mediante la posa in opera di idoneo materiale termoisolante posto al di sotto dello strato di guaina impermeabilizzante e del sovrastante manto di copertura in coppi. OCCHIO AI DETTAGLI Per quanto concerne altre opere di finitura sono previsti pavimenti in monocottura, rivestimenti in ceramica, infissi interni ed esterni in legno con vetrate termiche, nonché un completo rifacimento di tutta la parte impiantistica. Anche gli spazi interni saranno rivisitati per essere ottimizzati nell’ottica dei servizi utili all’attività di fattoria didattica, tramite la quale l’azienda agricola vuole promuovere la ricchezza del territorio in cui è immersa, un legame che si traduce anche nella filosofia dell’intervento di ristrutturazione che abbiamo appena visto. ■


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INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD

BIGMAT PREMIA I MIGLIORI PROGETTI EUROPEI D’ARCHITETTURA Seconda edizione del Premio Internazionale BigMat per l’architettura di qualità. di Zoe Lafleur

S

ta per prendere il via la seconda edizione del Premio Internazionale indetto da BigMat International, rivolto agli architetti di 6 paesi: Belgio, Francia, Italia, Repubblica Ceca, Spagna e per la prima volta anche Portogallo. Da gennaio 2015 si apriranno le iscrizioni per il premio biennale “BigMat ‘15 International Architecture Award”, promosso dal BigMat International con lo scopo di premiare le eccellenze in architettura.

che hanno realizzato progetti nel proprio paese nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2011 e il 1° gennaio 2015. Solo per il Portogallo, alla sua prima partecipazione, sarà possibile presentare opere realizzate tra il 1° gennaio 2007 e il 1° gennaio 2015. Ogni partecipante potrà presentare più progetti registrandoli sul sito dedicato al Premio.

CHI PUÒ PARTECIPARE

Una prestigiosa giuria internazionale, coordinata e presieduta dall’Architetto Jesús Aparicio, selezionerà 18 finalisti, e tra questi eleggerà il vincitore del Gran Premio Internazionale BigMat ’15 e i 6 vincitori dei Premi Nazionali BigMat ’15. Sarà inoltre attribuita una Menzione Speciale Giovani Architetti a un’opera di un architetto di età inferiore ai 40 anni al momento della conclusione dei lavori. La selezione si concentrerà su opere architettoniche di ogni tipologia (residenziale, commerciale, industriale, edilizia pubblica, ecc.) che abbiano contribuito alla cultura architettonica contemporanea in uno dei paesi indicati mantenendo

La filosofia di BigMat, anche in un periodo di recessione come quello attuale, si manifesta attraverso iniziative che vogliono premiare e valorizzare le figure professionali della filiera incentivando il ruolo degli architetti nella società contemporanea e favorendo il dialogo per sviluppare un’edilizia di alta qualità. Destinatari di questo premio sono esclusivamente archi-

tetti che risiedono professionalmente in uno dei 6 Paesi europei in cui BigMat è presente (Belgio,

Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca e Spagna) e

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SELEZIONE DELLE OPERE


COME E QUANDO Per il bando ufficiale e per partecipare è necessario accedere al sito: www.architectureaward.bigmat.com dal 15 gennaio al 1° maggio 2015 e iscrivere il proprio progetto. NOVITÀ Potete consultare anche il blog ufficiale www.bmiaa.com con news sul premio, sul mondo dell’architettura e di BigMat. A breve saranno attivati anche i profili Twitter e Facebook. Xaveer De Geyter Architects. Elishout Kitchen Tower Campus Coovi - Anderlecht. Vincitore del BigMat ’13 International Architecture Award

il legame con la storia dell’architettura e una particolare attenzione per il rispetto di un’edilizia sostenibile mirata ad aumentare il comfort abitativo. PREMI

Grande Premio Internazionale BigMat ’15 valore: 30.000 euro.

5 Premi BigMat ’15 valore: 5.000 euro, assegnati ai finalisti non vincitori del Gran Premio.

12 premi per i finalisti BigMat ’15

valore: 1.500 euro, assegnati ai secondi e terzi classificati dei Premi Nazionali BigMat di ogni Paese partecipante.

Menzione Speciale Giovani Architetti PREMIAZIONE FINALE

La cerimonia di premiazione e consegna dei riconoscimenti avrà luogo venerdì 20 novembre 2015 durante il Congresso annuale del Gruppo BigMat che si terrà a Berlino in Germania.

GIURIA Jesús Aparicio – Presidente di giuria Dottore Architetto e Cattedratico di Progetti Architettonici della E.T.S.A.M. Jesus Donaire – Segretario di giuria Architetto e Professore Associato di Progetti Architettonici della E.T.S.A.M. Francesco Dal Co – Italia Architetto e Direttore del magazine di architettura internazionale Casabella. Olivier Bastin – Belgio Architetto e Ministro della regione di Bruxelles. Heinri Ciriani – Francia Architetto e medaglia d’oro per il French Architecture Academy nel 2012. Manuel Aires Mateus – Portogallo Architetto e fondatore di Aires Mateus Associados e professore all’Accademia di Architettura di Mendrisio, Svizzera. Martin Rajnis – Repubblica Ceca Architetto e fondatore di Hut’ architektury e del Global Prize of Sustainable Architecture nel 2014. Antonio Ortiz – Spagna Architetto e fondatore di Cruz y Ortiz Architectos e medaglia d’oro dell’architettura al CSCAE nel 2014.

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www.arpinge.it

ARPINGE, LO SBLOCCA-CANTIERI DEGLI ORDINI PROFESSIONALI Le Casse di previdenza delle professioni tecniche hanno fondato Arpinge una società di investimento in infrastrutture e immobiliare che opera con la logica del project financing. Cento progetti saranno sbloccati entro il 2015, con benefici per tutta la categoria e una ricaduta sull’economia nazionale di circa un miliardo di Pil aggiuntivo. di Francesca Negri

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on un semplice fondo immobiliare, infrastrutturale o strategico, ma una società per azioni, che a pochi giorni dallo Sblocca-Italia e dopo i primi mesi di lavoro ‘in sordina’, è uscita allo scoperto presentando pubblicamente i propri obiettivi, le prime opportunità di investimento individuate e le indicazioni utili a favorire l’investimento privato nei propri settori di interesse. Si chiama Arpinge, è una nuova società di investimento in infrastrutture e immobiliare che opera nella logica del project financing ed è stata costituita dalle Casse di previdenza delle professioni tecniche, ovvero

geometri (Cipag), periti industriali (Eppi), ingegneri e architetti (Inarcassa). L’intento

è quello di creare un vero e proprio

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delle città, sulla riqualificazione energetica, su parcheggi e così via. Nei primi 8 mesi dell’anno abbiamo esaminato oltre 100 progetti di cui circa il 40% cantierabili tra il 2014-2015, con un investimento potenziale diretto di oltre 100 milioni di euro e complessivo di oltre

300 milioni che consentirà di far ripartire il lavoro dei nostri iscritti. Quello che vogliamo fare è un contributo indiretto alla crescita dell’intero Paese, stimabile, in base ai parametri di contabilità nazionale, in circa 1 miliardo di Pil aggiuntivo». Ecco in breve la carta d’identità di Arpinge Spa, che dopo l’iniziale fase di start-up, ha concentrato l’attenzione su iniziative

bloccate dalla crisi o dalla scarsità di capitali per lo svi-

“sblocca-cantieri” privato

luppo, senza tralasciare opportunità connesse alla valorizzazione

ispirato alle migliori esperienze internazionali che inverta il paradigma pre-crisi ponendo la finanza al servizio dell’industria. Valerio Bignami, presidente di Eppi, spiega: «Arpinge investirà sull’economia reale, ovvero sulla riqualificazione

Guidata dall’amministratore delegato Federico Merola, Arpinge è aperta ad altri investitori istituzionali e previdenziali che ne condividano obiettivi e valori. ■

e privatizzazione di beni pubblici.


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E M O Z I O N I

E

F I N I T U R E

POSA A 5 STELLE PER I RIVENDITORI DUE E DOGMA DI CERAMICA DEL CONCA WALL PAPER DI PASTORELLI MOVE DI NOBILI RUBINETTERIE ONE DI CAESAR REVOLUTION DI NOVELLINI SOLERAS DI ABK


ULTIME TENDENZE DEI PARTNER HABIMAT

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ata dall’esperienza e dalla professionalità del Gruppo BigMat, l’insegna habiMat oggi è presente sul territorio nazionale con 16 showroom di alto livello e altri di prossima apertura, per dialogare con interior designer, progettisti e clienti finali. Gli showroom habiMat seguono tutte le fasi di ristrutturazione o realizzazione ex novo di ambienti interni della casa: dalla progettazione 3D alla scelta delle finiture più adatte allo stile di ognuno, fino all’assistenza durante la posa in opera, proponendo soluzioni personalizzate e i materiali più idonei per la realizzazione di ogni progetto. Nelle prossime pagine potrete vedere alcuni prodotti di marchi partner di habiMat che si distinguono per originalità, praticità o innovazione. Lo showroom habiMat Rubiolo & Bonivardo

POSA A 5 STELLE PER I RIVENDITORI «Abbiamo avviato il processo riguardo i piastrellisti, ora è il momento di passare alla qualificazione dei rivenditori»: questa, in sintesi, la posizione del presidente di Assoposa Paolo Colombo, che durante lo scorso Cersaie ha avuto modo di tracciare un primo bilancio di quanto fatto in questo primo anno di vita dell’associazione. BigMat e la sua insegna habiMat sposano appieno questa scelta e la filosofia che la guida. Avviato il capitolo posatori, il passo successivo è quello di rivolgersi alla qualificazione delle rivendite di piastrelle ceramiche: «Assoposa vuole rappresentare anche le rivendite che desiderano offrire un servizio di qualità per la propria clientela – prosegue Colombo –. Vogliamo determinare le caratteristiche che deve avere quella che abbiamo chiamato Rivendita 5 Stelle, in grado di seguire il cliente in ogni fase del processo, da quando mette piede nello

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DUE E DOGMA di CERAMICA DEL CONCA

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alla lunga esperienza di Ceramica Del Conca nella ricerca di nuove soluzioni resistenti agli agenti atmosferici, alle sollecitazioni e ai grandi carichi, ma anche dall’estetica impeccabile, nasce la vastissima offerta di pavimentazioni denominata Due, 20 mm, ossia di spessore raddoppiato rispetto al tradizionale 10/12 mm a uso prevalentemente indoor. A questa serie si aggiunge, oggi, la nuova collezione Dogma che coniuga la tradizione di pavimentazioni Del Conca in materia di grande spessore, con il grande formato di dimensioni 60x120. Due combinazioni che si stanno rivelando una scelta azzeccata per il contesto outdoor. In più, la finitura della pavimentazione Dogma a effetto cemento ha un aspetto “vissuto” volutamente non uniforme molto richiesta dal mercato delle superfici ceramiche. L’effetto “cemento” di grande formato è una tendenza che viene riproposta anche per il contesto domestico e che ricorda le pavimentazioni delle vecchie fabbriche riqualificate in modernissimi loft. Regala un’atmosfera ricercata, disponibile in tre tonalità sempre a effetto non uniforme, grazie alla lavorazione con tecnologia digitale. La piastrella di spessore 20 mm in grès porcellanato è adatta per pavimenti esterni sia sopraelevati sia tradizionali, è antigelivo, ignifugo e ad alta resistenza agli attacchi chimici e agli agenti atmosferici. Inoltre

Lo stand del Gruppo Del Conca al Cersaie 2014

Due, grès porcellanato a tutta massa, spessore 20 mm

unisce le caratteristiche di resistenza e durata del grès porcellanato a molteplici possibilità di installazione. Può essere posato a secco su massetto, ghiaia ed erba, oppure in modalità sopraelevata grazie ai supporti in polipropilene di altezza variabile, è facile e veloce da installare e rende la pavimentazione immediatamente fruibile. Il sistema di posa a secco infatti è rapido e pulito, in quanto

non richiede l’utilizzo di collanti e stucchi. Le lastre spessorate di grès sono facilmente removibili e riutilizzabili. Il sistema di pavimento sopraelevato aiuta a ridurre i dislivelli e i movimenti strutturali, favorisce l’isolamento termico e acustico. L’intercapedine tra pavimentazione e fondo permette il passaggio di tubazioni e impianti che rimangono facilmente ispezionabili in qualsiasi momento.

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WALL PAPER di PASTORELLI

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alla ceramica alla carta da parati. Pastorelli propone la nuova collezione Wall Paper: attraverso le lavorazioni tecnologiche rese possibili dagli impianti d’avanguardia dell’azienda e con il supporto di partner d’eccellenza nella lavorazione della carta, Wall Paper di Pastorelli è la prima carta da parati che richiama nella texture i motivi delle superfici ceramiche best-seller dell’azienda. L’idea è quella di regalare agli interni un’allure raffinata e ambienti dal risultato visivo coerente grazie alla continuità grafica fra pavimento e rivestimento, senza rinunciare all’innovazione garantita dal connubio carta-ceramica. Wall Paper comprende le serie Shade, Atelier, Milano City, che richiamano i nomi delle collezioni ceramiche corrispondenti, riecheggiandone in maniera delicata i decori di fondo, tutte declinate sia nella variante “Warm” (toni caldi dominati dai beige) sia nella variante “Cold” (toni freddi dei grigi). Unicum

Wall Paper Shade Warm

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Wall Paper Shade Cold

della collezione è Elite, una raffinata riproduzione della carta geografica cinquecentesca “Nova totius terrarum sive novis orbis tabula” del cartografo, navigatore e fabbricante di atlanti olandese Willem Janszoon Blaeu. Le immagini impresse sulla collezione Wall Paper sono state rilevate con una tecnica di acquisizione all’avanguardia, chiamata SD, grazie alla quale la gamma dei colori riproducibili

Lo stand di Pastorelli al Cersaie 2014

è molto più ampia e la stampa ad alta definizione risulta così più luminosa e definita con un sorprendente effetto di profondità e contrasto. Anche il montaggio è semplice: ogni proposta grafica Wall Paper misura 584x290 cm ed è costituita da pannelli di larghezza 73 cm numerati, da assemblare secondo uno schema di posa dove è presente la corrispondente numerazione riportata su ogni rotolo.


MOVE di NOBILI RUBINETTERIE

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ascino contemporaneo, innovazione tecnologica ed ecosostenibilità sono le tre direttrici attorno alle quali ruota la proposta di Nobili Rubinetterie, specializzata nella produzione di rubinetteria per bagno e cucina. Ultima nata, la rivoluzionaria serie di miscelatori per lavello Move, frutto dell’intuizione creativa del designer Marco Venzano. La rivoluzione avviene sia sotto il profilo estetico sia funzionale. La prima caratteristica che differenzia Move da tutto quanto esiste sul mercato è la posizione anteriore del centro di rotazione della doccetta, in posizione opposta rispetto ai lavelli tradizionali e ruotabile a 360 gradi, che duplica così il raggio d’azione del miscelatore. Non solo, ma la doccetta si riposiziona da sola grazie a un potente magnete, cosa che consente di effettuare tutte le operazioni con una sola mano. Cento per cento italiano e unico al mondo, il lavello Move segna così l’inizio di una nuova era nel campo della miscelazione professionale, rivoluzionando la tecnica e anticipando il futuro. L’innovativo sistema di funzionamento e il suggestivo equilibrio formale (coperti entrambi da brevetto) valorizzano l’esperienza nell’ambiente cucina, semplificando le operazioni sul piano lavello. La linea minimalista ed elegante non scende a compromessi: la cartuccia a immersione Nobili Widd® 28 racchiude

Un’ambientazione di Move

le più avanzate peculiarità tecnologiche in un diametro di soli 28 mm, garantendo massima affidabilità e doti ecosostenibili di primo livello, aiutando ogni giorno a risparmiare acqua ed energia. Il regolatore dinamico di portata Nobili WaterSaving ottimizza infatti i consumi idrici e il limitatore di temperatura Nobili

I movimenti di Move

EcoFresh riduce anche il consumo d’acqua calda con significativi benefici in termini di risparmio energetico. La collezione Move è disponibile in quattro varianti, dedicate a differenti target stilistici: in ottone cromato e in acciaio inox spazzolato, con flessibili rivestiti a molla o in gomma nera opaca.

Lo stand di Nobili Rubinetterie al Cersaie 2014

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ONE di CAESAR

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on One, il sapore della tradizione del cotto e la modernità del cemento nell’architettura trovano nel grès porcellanato Caesar il loro perfetto punto di incontro per creare uno stile unico, un’unica armonia. One nasce da una intensa ricerca sulla materia e sulle sensazioni che ne derivano, fondendo in un progetto unico e naturale elementi tipici della tradizione architettonica come appunto il cotto e il cemento, un contrasto tra due realtà apparentemente lontanissime che si incontrano e si fondono armonicamente in un’identità unica tra il contemporaneo e il vintage. Declinata in sei formati e in altrettante tonalità calde e avvolgenti, One si caratterizza per il morbido aspetto tattile della sua superficie, che regala agli ambienti una percezione rassicurante, di naturalezza ed eleganza. L’armonica variabilità cromatica personalizza in modo originale gli spazi, enfatizzando l’aspetto vintage di una collezione che arricchisce gli spazi con il suo fascino unico e moderno e offre nuovi impulsi per esprimere potenzialità creativa. Negli interni dal sapore rustico, abbinata a materiali di pregio quali legno e pietra a vista, One contribuisce a creare un ambiente intimo e raffinato, mentre il decoro Frame si arricchisce di tradizione grazie alle delicate pennellate tono su tono che lo rendono ideale per essere impiegato sia a pavimento

One Cement, Mix Deco_30x30

sia a rivestimento. One ha inoltre ampliato le sue possibilità d’utilizzo completandosi della versione Aextra20 con finitura antiscivolo per esterni, in cui è disponibile anche il decoro Frame. Aextra20 è

One Gesso, Mix Deco_30x30

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il sistema di lastre monolitiche in grès porcellanato perfettamente squadrate e rettificate di spessore 20 mm realizzato dalla divisione tecnica CaesarTech Solutions. Grazie a questa soluzione, One risulta la soluzione ideale anche per l’outdoor, garantendo un elevato senso estetico e l’alta qualità tecnologica tipica del grès porcellanato Caesar e offrendo nuove soluzioni compositive e continuità progettuale anche con l’interno. Dedicata a una clientela trasversale che comprende architetti, progettisti, così come retailer e privati, One si propone al pubblico come collezione in grado di rispondere e anticipare le esigenze dell’architettura moderna. Grazie alla sua versatilità, One risulta la soluzione ideale.


REVOLUTION di NOVELLINI

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na doccia nuova di zecca in pochissimo tempo e senza opere murarie. È questa la novità proposta da Novellini, specializzata nella produzione di box doccia, piatti doccia, colonne doccia e cabine doccia, con Revolution, un sistema che consente di intervenire sul vecchio bagno con una cabina personalizzabile e facile da installare. I lavori di muratura sono infatti ridotti al minimo ed essendo adattabile a qualsiasi tipo di bagno rappresenta la soluzione ideale per sostituire la vecchia vasca o doccia. La proposta

Revolution mobiletto lavatrice

di Novellini nasce infatti dalle sempre più numerose richieste di intervento per la sostituzione

della vasca da bagno o dei sanitari o della vecchia cabina doccia con l’inserimento di uno spazio doccia che chiuda completamente o in parte lo spazio che si è liberato. L’installazione di Revolution è centrata sull’estrema semplicità, utilizzando prodotti standard come il piatto doccia della gamma Olympic Plus o i box doccia della gamma Zephyros con apertura scorrevole centrale o laterale, oppure le pareti fisse componibili Giada H. Le pareti con rivestimento mancante vengono coperte da pannelli di fondo in vetro temprato di sicurezza in due colorazioni (laccato bianco o laccato nero) e in due misure (alta o bassa), mentre la zona di pavimento viene coperta dal piatto doccia. Revolution può inoltre essere completata da molti accessori come la colonna attrezzata con soffione pioggia e idromassaggio, lo specchio con porta oggetti, il poggiapiedi, il maniglione di sicurezza o il sedile per facilitare la mobilità all’interno dello spazio doccia. Questi accessori si montano sul binario di unione delle pareti di fondo e possono essere acquistati anche tempo dopo il montaggio a seconda dei bisogni che possono sopravvenire. Il montaggio di Revolution è estremamente semplice e non necessita della presenza di varie professionalità, ma solo del proprio idraulico o istallatore di fiducia e viene completato nell’arco della giornata, a seconda del tempo utilizzato per togliere i vecchi elementi.

Revolution colonna doccia

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SOLERAS di ABK

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i chiama Soleras, a produrla è ABK ed è una collezione di listoni che racchiude tutta la magia delle doghe in legno delle botti utilizzate per l’invecchiamento di vini e liquori con il metodo criaderas y soleras. Le botti di rovere si dispongono su alcune file sovrapposte, iniziando a riempire solo le botti più in alto; dopo un anno una parte del contenuto viene travasato nelle botti che si trovavano al livello inferiore, e quelle superiori vengono riempite con il nuovo vino, rum o brandy, e il procedimento si ripete di anno in anno; in tale maniera il vino che si trova nelle botti alla base, pronto per il consumo, risulta composto da uve di annate diverse, e di anno in anno si arricchisce di particolari sapori. Un lavoro artigiano che modella il legno con colori e profumi d’altri tempi. ABK ha saputo individuare la particolarità di questo processo e ricomporre, utilizzando il grès porcellanato, sia le venature dell’essenza naturale sia i segni caratteristici e affascinanti lasciati dai liquidi durante la lunga permanenza all’interno delle botti. La proposta della collezione Soleras prevede la possibilità di scegliere fra sei sfumature diverse: bianco, grigio, antracite, naturale, beige e avana, su una struttura con le caratteristiche tipiche delle piallature manuali, nei formati 40x170, 20x170, 20x120, 20x80, 13,5x80 e 60x60 rettificati. Con Soleras, ABK ha

Lo stand ABK al Cersaie 2014

dato vita alla nuova tecnologia autoleveling che, attraverso l’utilizzo di materie prime a elevata plasticità dona grande flessibilità alle lastre, studiate con un minimo di convessità per facilitarne la posa. Le lastre,

Soleras Naturale

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una volta posate sul massetto, si autolivellano per il loro stesso peso, rendendo la superficie dell’intera pavimentazione perfettamente planare e consentendo la realizzazione di qualsiasi schema di posa.

Soleras Grigio


SHOWROOM HABIMAT BY BIGMAT IN ITALIA A oggi sono 16 gli showroom habiMat attivi in Italia in 8 regioni e sono previste nuove aperture entro il 2015.

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1. COMED S.r.l. - Diano Marina (IM) 2. DE TOMMASI BRUNO & C. S.a.s. - Chieri (TO) 3. EDIL NOVELLI S.r.l. - Roma 4. EDILIZIA DUE S.r.l. - Carcare (SV) 5. EDILPARISE S.r.l. - Arzignano (VI) 6. F.LLI CRUSCO S.r.l. - Grisolia (CS) 7. FIORINI EDILIZIA S.r.l. - Empoli (FI) 8. GIACOMELLI MIRCO & C. S.n.c. - Arsiero (VI) 9. GUGLIELMINA S.r.l. - Varallo Sesia (VC) 10. IDEA S.r.l. - Satriano (CZ) 11. MANIERI & CECCARELLI S.r.l.- Roma 12. MARTORANO Geom. Domenico S.r.l. - Tito (PZ) 13. MELCA S.r.l. - Capezzano Pianore (LU) 14. PROCACCI S.p.A. - Fossato Di Vico (PG) 15. RICCI MANFREDO S.r.l. - Spoleto (PG) 16. RUBIOLO & BONIVARDO S.r.l. - Manta (CN)

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SHOWROOM HABIMAT

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SERVIZI OFFERTI Sopralluogo in cantiere · progettazione 3D · consulenza per la scelta dei materiali · consulenza per la mano d’opera · fornitura completa dei materiali per la messa in opera · collaborazione diretta con i fornitori per consulenze tecniche in cantiere · consegna materiale a domicilio · servizio resi TIPOLOGIA PRODOTTI Piastrelle · parquets · mosaici · resine · ecomalte · arredobagno · sanitari · porte · scale · rubinetterie idromassaggio · cromoterapia · sauna · hammam · wellness · pietre · marmi · ecopietra · vasche box doccia · termoarredo · laminati · pvc · graniglie · cotto · carta da parati · caminetti e stufe · superfici 3D

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I PARTNER DI HABIMAT R

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CONTRACT ALBERGHIERO Incontro al top tra imprenditori dell’ospitalità e protagonisti del design made in Italy Come vengono scelti gli arredi, le finiture e gli altri elementi costruttivi quando un albergo decide che è giunta l’ora di rinnovarsi? Quali linee deve seguire un’impresa per essere selezionata come fornitore? In questo processo che differenze ci sono tra una grande catena internazionale, una nazionale e un grande albergo indipendente? A questi e altri quesiti si è cercato di dare risposta in un incontro a Mestre il 17 settembre per conoscere le modalità con cui gli albergatori selezionano i fornitori di arredi ed elementi costruttivi in previsione di MADE4CONTRACTHOTEL, il grande evento B2B in programma a marzo 2015 in occasione della fiera MADE expo. I lavori sono stati introdotti da Matteo Zoppas, presidente Confindustria Venezia che durante i saluti iniziali ha dichiarato: «Il turismo è un settore in crescente sviluppo che risulta di fondamentale importanza per Venezia ma anche e soprattutto per la provincia. Rappresenta quindi una leva di sviluppo di forte impatto anche per altri settori a esso correlati come l’arredamento, il contract di forniture e le

utilities, in grado di creare nuova occupazione altamente specializzata». «La scelta di organizzare l’evento – spiega Andrea Negri presidente MADE Expo – nasce dalla volontà di creare opportunità di business tra due mondi che hanno la qualità in testa alla propria agenda. Filosofia pienamente condivisa dalla fiera MADE Expo che è sempre in prima linea nell’offrire alle aziende strumenti concreti e facilmente realizzabili e che vedrà l’apice in occasione della prossima edizione a marzo 2015».

COSTRUIRE MEGLIO GRAZIE A BUILD SMART! MADE Expo, in programma a Fiera Milano Rho dal 18 al 21 marzo 2015, ha anche un nutrito palinsesto tecnicoculturale: in primo piano Build Smart!, il nuovo programma di eventi organizzato da MADE Expo in collaborazione con Agorà, società di consulenza e marketing. Build Smart! affronterà il tema del costruire e del riqualificare in maniera sostenibile e sicura attraverso momenti di approfondimento e formazione organizzati in due luoghi fisici interconnessi anche se in padiglioni distinti. Ogni area sarà caratterizzata, oltre che da un intenso programma di convegni e workshop che garantiranno crediti formativi, anche da coinvolgenti appuntamenti interattivi, in grado di avvicinare i visitatori alle soluzioni e ai prodotti più evoluti che le aziende espositrici di MADE Expo mettono al servizio della progettazione e delle costruzioni. L’area Involucro e Serramenti costituirà il palcoscenico in cui andrà in scena principalmente il tema della sostenibilità,

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e ospiterà le LAB STATIONS: il format innovativo, curato da protagonisti di spicco del mondo della sostenibilità, prevede un percorso a tappe tra laboratori dedicati all’involucro, al sistema tetto, all’integrazione edifici-impianti, alla salubrità indoor e al pacchetto pavimento. Ogni station illustrerà le innovazioni e le motivazioni di scelta delle diverse tecniche costruttive e di posa, con approccio dinamico, pratico e operativo. Il tema dell’innovazione sarà declinato soprattutto nell’area Costruzioni e Materiali. A completamento del palinsesto culturale, qui troveremo il modulo HI-TECH LAB for the Building Industry: lo spazio dinamico e interattivo, cui collabora anche il Politecnico di Milano, consentirà ai visitatori di poter sperimentare nuove tecnologie e di ripensare il modo di progettare e costruire grazie alle ultime novità in tema di BIM, stampanti 3D, droni, Augmented Reality.


Una giornata intensa che, come ha spiegato Giovanni De Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo: «È stata propedeutica al grande evento B2B che avrà luogo in occasione della prossima edizione di MADE Expo e che consentirà a committenti e aziende di entrare in contatto per creare rapporti commerciali proficui e duraturi. Anche oggi è stato confermato l’impegno della Federazione nel portare avanti politiche pragmatiche il cui scopo è quello di offrire alle aziende i mezzi per continuare a crescere sia sul mercato interno sia all’estero. Alle imprese servono più fatti e meno parole e oggi, visto il successo dell’iniziativa, ancora una volta lo abbiamo dimostrato». Concetto ribadito da Giorgio Palmucci, presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, secondo cui: «Il settore alberghiero italiano punta sulla qualità dell’offerta per intercettare un numero sempre maggiore di ospiti e la cura dell’immagine strutturale, oltre all’attenzione rivolta ai dettagli di arredo, rappresentano un imprinting che stimola positivamente l’esperienza di soggiorno della clientela. L’appuntamento di oggi si inserisce nell’ambito delle attività a sostegno delle aziende per la ristrutturazione e riqualifi-

cazione alberghiera che l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, in linea con quanto già avviato attraverso l’accordo UniCredit, sta portando avanti anche grazie alla fattiva collaborazione con FederlegnoArredo. Ora, non ci resta che attendere il decreto attuativo che dovrà dar seguito alle novità introdotte dalla legge sul turismo e sulla cultura con particolare riferimento al bonus mobili». In merito a questo tema sono state presentate alcune importanti misure a sostegno del settore alberghiero inserite nel recente decreto Turismo con lo scopo di favorire il rinnovo delle strutture alberghiere in vista dei prossimi grandi appuntamenti internazionali che vedranno coinvolto il nostro Paese. Spenti i riflettori sulla giornata di Mestre il prossimo appuntamento è a marzo 2015 con MADE4CONTRACT-HOTEL, il grande evento B2B in programma a Fiera Milano Rho dal 18 al 21 marzo 2015 in occasione della rassegna MADE Expo e che vedrà nuovamente coinvolti FederlegnoArredo e l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi.

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IN UN ANNO, FORMATO L’11% DELLA FORZA LAVORO TOTALE DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI Presentato a Roma il Rapporto FORMEDIL 2014 sulla formazione in edilizia Martedì 30 settembre e mercoledì 1 ottobre si sono tenute le Giornate della Formazione del Formedil. Due giornate durante le quali si sono susseguite diverse tavole rotonde con ospiti prestigiosi tra i quali Norbert Lantschner, Paolo Buzzetti e Marco Panara che ha partecipato anche come moderatore. «Siamo di fronte a uno smottamento epocale. L’industria italiana delle costruzioni sta scomparendo e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Da un lato i numeri: una perdita degli investimenti dal 2008 pari ad un terzo, con una contrazione di attività “regolare” registrata dalle Casse edili che si attesta intorno al 50%. Uno scenario che per le imprese strutturate è ben peggiore se si considera che la gran parte del mercato della riqualificazione tenuto in piedi dagli incentivi non riguarda le imprese

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piccole e medie strutturate. Sul piano occupazionale oggi ci sono 700.000 lavoratori regolari in meno, compreso l’indotto. Quello che si stenta a comprendere è che il 70% della perdita occupazionale italiana riguarda il settore delle costruzioni. Un tessuto imprenditoriale slabbrato, annichilito dal crollo dei lavori pubblici, dall’arresto della domanda di nuova edilizia residenziale e da un mercato immobiliare bloccato, che colpisce le imprese strutturate allargando le quote di lavoro nero e irregolare. Continua poi un susseguirsi di notizie allarmanti: infortuni sul lavoro, povertà crescente, crisi del welfare». È l’allarme circostanziato che il presidente del Formedil Massimo Calzoni lancia al Governo, alle forze politiche, ma anche alle parti sociali, associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali che insieme guidano il Sistema Bilaterale delle Costruzioni, di cui le 103 scuole edili coordinate dal Formedil sono parte. E lo fa nel giorno in cui il Formedil presenta il proprio Rapporto 2014 sull’andamento dell’attività di formazione nel settore. Un anno, il 2013 difficile, ma eccezionale per quanto riguarda la formazione: 12.715 corsi per oltre 343 mila ore di formazione, che hanno coinvolto 164.300 tra operai (131.000), tecnici (30.450) e altre figure professionali. Con un aumento rispetto al 2012 di circa un 25%. «Complessivamente – sottolinea il vicepresidente dell’Ente Enzo Pelle – negli ultimi quattro anni, dal 2010 al 2013, sono stati formati 560.000 allievi, dei quali quasi 100.000 tecnici. Se si considera che l’occupazione nel 2013 è ormai di poco superiore a 1 milione e 400 mila unità, e che i dipendenti sono 870.000, vuol dire che in un anno abbiamo formato l’11% della forza lavoro totale e il 18% di quella dipendente. Un’attività che a partire dal 2009 si è andata sempre più caratterizzando secondo progetti strutturali, tra i quali 16 ore MICS (MICS è un progetto modulare, unitario, nazionale, che ha lo scopo di migliorare la professionalità e la sicurezza; approfondimenti su www.16oremics.it) dei lavoratori edili e nel contempo di permettere alle imprese di costruzione l’adempimento degli obblighi di formazione previsti dalla legge, una vera e propria campagna di massa di alfabe-


tizzazione professionale e a favore di una consapevole cultura della sicurezza che ha coinvolto complessivamente oltre 171.000 allievi attraverso 21.026 corsi e 324.860 ore formative. Campagna caratterizzata da una regia e da una programmazione formativa unitaria nazionale e da una offerta formativa omogenea sull’intero territorio nazionale, concretizzatasi in un vero e proprio servizio formativo nazionale di settore». Per il presidente del Formedil «è essenziale partire dal lavoro per affermare un nuovo modello di “buona occupazione” fondato su poche regole, su una contrattazione semplificata e univoca, che persegua la stabilità del lavoro senza compromettere i principi stessi dell’attività di impresa. Un sistema che preveda la flessibilità come fattore temporaneo e transitorio a cui collegare politiche e strumenti attivi in grado di riqualificare e reinserire nel mercato del lavoro chi è stato costretto ad uscirne. Vanno perseguite soluzioni a sostegno di una forte integrazione tra politiche del lavoro e welfare, anche di settore, utilizzando le buone pratiche esistenti all’interno della bilateralità, per dare sicurezza e dare

prospettive professionali, per responsabilizzare tutti i soggetti, i lavoratori come gli imprenditori, ma anche le amministrazioni pubbliche, le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali. Un percorso essenziale, che tuttavia potrebbe non bastare. Per dare senso alla formazione e per giungere a poter disporre di “una buona occupazione” ci vuole una stagione di riforme che sappia da un lato utilizzare esperienze e cercare soluzioni concretamente applicabili, dall’altro restituire alle imprese quelle condizioni economiche e finanziarie in grado di trovare un nuovo equilibrio così da poter sopravvivere e investire». L’ospite di spicco del “Rapporto FORMEDIL 2014” è stato Hidetoshi Ohno, professore dell’Università di Tokyo, ideatore del progetto “Fibercity Tokyo 2050”: un grande lavoro di ricerca urbanistica basato sul binomio tra fibre (unità strutturale) e tessuto (modello organizzativo).

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LA GREEN ECONOMY: OPPORTUNITÀ DI CRESCITA O COSTO NECESSARIO? È opinione ormai ampiamente condivisa che la fase di crisi che stiamo vivendo non sia solo economica e finanziaria ma che abbia coinvolto anche aspetti legati all’ambiente nella sua accezione più ampia, tanto da mettere in discussione la sostenibilità dell’intero sistema. Per anni infatti la gestione delle risorse naturali ed energetiche è risultata scarsamente controllata nel loro sfruttamento e soprattutto nei relativi effetti inquinanti sull’eco-sistema (la cosiddetta brown economy) sia nelle economie più mature sia in maniera sempre più rilevante nelle economie emergenti. Da ciò è nata l’esigenza – o la necessità in molti casi – di un uso consapevole e responsabile delle risorse, con una maggiore attenzione all’ambiente naturale e sociale, la cosiddetta green economy. Il recentissimo rapporto degli esperti dell’ONU sui cambiamenti climatici ha confermato che senza interventi drastici sulla riduzione delle emissioni mondiali di gas serra (dal 40% al 70% tra il 2010 e il 2050) vi saranno conseguenze tragiche per l’uomo e per la natura. Come ha detto il segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon vanno anche considerate le potenzialità economiche che deriverebbero da un’azione decisa contro le cause del cambiamento climatico, azioni che invece molti Stati hanno ritardato fino a ora invocando i costi inerenti. Come ha ribadito anche il segretario di stato John Kerry, si rischia di mettere in pericolo noi e le generazioni future. La green economy deve essere interpretata come un nuovo modo di ridisegnare il sistema economico e i suoi meccanismi di equilibrio. Anche il settore dell’edilizia sta vivendo un momento di revisione e rivisitazione dei paradigmi che hanno caratterizzato le costruzioni degli ultimi decenni, non solo quelle residenziali. Si sta consolidando infatti un nuovo modo di interpretare e vivere gli spazi abitativi ma anche quelli lavorativi: un differente disegno degli spazi in funzione della persona e delle sue molteplici esigenze. Da qui è facile immaginare l’effetto dirompente sulle differenti modalità di costruzione del “nuovo” e di ristrutturazione del “vecchio”, ma anche sulla ricerca di nuovi materiali e di soluzione tecnologiche da impiegare per il risparmio energetico e l’eco-compatibilità. Non parliamo quindi di una mera evoluzione del precedente contesto produttivo e commerciale, ma di un vero e proprio

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nuovo scenario, i cui confini e la cui portata sono ancora in via di definizione. Ad esempio, il passaggio dal tradizionale pannello fotovoltaico inteso come tecnologia “additiva” che lascia intatta l’edilizia pre-esistente all’utilizzo di vetri fotovoltaici è un caso emblematico di come l’esigenza “green” possa cambiare il modo di strutturare gli ambienti, di Roberto Schiesari utilizzare le tecniche di illuminazione e di progettare le funzionalità energetiche in un nuovo disegno “sistemico” degli spazi, siano essi abitativi o lavorativi. Ma anche la riscoperta di materiali tradizionali – quali ad esempio il legno – può rappresentare una co-evoluzione sempre più spinta tra design e tecniche di costruzione. In questo trend, la tecnologica può essere ancor più incidente se si considera la veloce evoluzione e la progressiva accessibilità, sempre più ampia e a costi sostenibili. L’interesse dei grandi operatori


in questo ambito è estremamente rilevante, basti pensare alla recente acquisizione dei “termostati intelligenti” di Nest (società che ha tra i fondatori uno degli “inventori” dell’iPod), da parte di Google – per oltre 3 miliardi di dollari – per comprendere l’impatto che le nuove soluzioni di smart-home e di smart-office potranno avere nel settore. Ma come le nostre organizzazioni possono “cavalcare” questa nuova onda in un mercato caratterizzato da una sostanziale “bonaccia”? Se da un lato queste prevedibili evoluzioni possono rappresentare grandi opportunità di rilancio e rivitalizzazione del settore, è pur vero che le competenze e le conoscenze richieste diventano sempre più complesse, multidisciplinari e intersettoriali. Risulta necessario ripensare ad una nuova logica di filiera, in cui la collaborazione competitiva tra i diversi attori consenta di creare nuove soluzioni progettuali condivise proattivamente tra tutti gli attori della filiera. Questa nuova proposizione “integrata” di valore richiede un linguaggio comune ma differenti competenze, tecnologiche e di prodotto, di design e di comunicazione, tutte finalizzate a comprendere le esigenze, anche potenziali, dell’utente e “tradurle” in soluzioni che includano indifferentemente prodotti – tangibili – e servizi – intangibili. Joseph Conrad, raccontando le sue fonti di ispirazione, affermava: “Non riuscirò mai a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando”. Forse in un futuro ormai prossimo le nostre imprese, gli spazi lavorativi e di vita quotidiana saranno immersi in ambienti naturali non più considerati “esterni”, ma parte integrante di un sistema unico e inclusivo. Non sarà più necessario “guardar fuori”, ma vivremo e lavoreremo in un macro-ambiente eco-compatibile in grado di garantire la propria sostenibilità nel lungo periodo. Considerare la green economy come un’ulteriore “tassa” è peccare di miopia anche dal punto di vista economico. Sempre più persone nel mondo considerano un cibo, un’abitazione, una stanza d’albergo dotati di un maggior valore (anche emozionale) se rispettosi dell’ambiente e ben integrati con la natura e le tradizioni. Vi sono già segnali non trascurabili sul mercato che mostrano come chi sarà in grado di integrare tale vision nel proprio modo di “fare impresa” adottando un green-business model, potrà generare vantaggi competitivi sostenibili e crescenti nel medio periodo, in cui al “ben-avere” si sostituirà sempre di più il “ben-essere”. Roberto Schiesari Schiesari & Associati Economia, Finanza e Diritto di Impresa

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UTENSILI ELETTRICI PER CARPENTERIA IN LEGNO La spinta che il mercato dell’edilizia sta registrando negli ultimi anni verso il settore delle costruzioni in legno e l’incremento di realizzazioni in legno lamellare pretagliato, sta portando con sé un cambiamento e un’evoluzione anche degli utensili elettrici utilizzati dal carpentiere. Nell’ambito dell’utensileria professionale, i parametri che determinano la qualità dell’utensile sono da sempre la sua affidabilità nel tempo, la sua capacità di alleggerire la fatica dell’operatore e di conseguenza anche il prezioso risparmio di tempo e i vantaggi economici che ne derivavano. L’utensile giusto può rendere il lavoro più veloce, aumentare la produttività dell’impresa e soprattutto consente di lavorare con la sicurezza necessaria, sicurezza che deve essere uno degli aspetti da tenere più in considerazione al momento dell’acquisto. Tuttavia, per l’acquirente non è cosa semplice districarsi nella ampia varietà di offerta del mercato e scegliere l’utensile in funzione della scheda tecnica. Ci si affida dunque ai marchi più noti o alla consulenza del rivenditore. Quali sono le caratteristiche più importanti da valutare per ottenere la massima soddisfazione dall’utensile? Gli aspetti da valutare sono diversi: 1) dispositivi di sicurezza e certificazione di prodotto; 2) rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro; 3) prestazioni; 4) tipologia di alimentazione. 1) Dispositivi di sicurezza e certificazione di prodotto Ricordiamo che la sicurezza è una responsabilità sia dell’operatore sia del datore di lavoro. Preferire gli utensili dotati di frizione, dispositivi anticontraccolpo e sistemi di attenuazione delle vibrazioni a quelli convenzionali, non deve essere visto come un ulteriore costo, ma come un investimento che si ripagherà molte volte nel giro di poco tempo. La certificazione CE, è un’autocertificazione, per tanto di per sé non può garantire al 100% che l’utensile sia affidabile. Ovviamente, ciò dipende dalla serietà e responsabilità del costruttore, affidarsi a marchi conosciuti e consolidati, è forse tra le migliori garanzie di affidabilità, qualità e sicurezza. Meglio ancora se oltre alla marcatura CE, l’utensile è dotato di certificazioni indipendenti, in questo caso, le garanzie sono pressoché assolute, in quanto spesso questi enti certificatori richiedono specifiche più esigenti di quelle convenzionali.

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2) Rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro La normativa più importante che dobbiamo considerare, riguarda l’esposizione alle vibrazioni regolata dal D. Lgs. 81/2008 e successivi aggiornamenti. La normativa chiede al datore di lavoro di valutare il rischio per l’oLuca Mercante peratore relativamente all’esposizione alle vibrazioni. Maggiori sono le vibrazioni che l’utensile trasmette attraverso le articolazioni, maggiori sono i rischi per la salute e di conseguenza le responsabilità del datore di lavoro. Alti livelli di vibrazioni, riducono in modo drammatico il tempo limite per cui è consentito l’uso dell’utensile. Il libretto di istruzioni della macchina, riporta i valori dichiarati dal costruttore secondo le specifiche del legislatore e rappresenta una documentazione da esibire su richiesta delle autorità preposte ai controlli. Minori sono le vibrazioni dell’utensile, minori sono le conseguenze, i costi e i ritardi per l’impresa. 3) Prestazioni Gli utensili elettrici professionali sono costruiti per svolgere una determinata applicazione. A volte i costruttori enfatizzano prestazioni che sotto l’aspetto pratico risultano “superflue” o, in qualche caso, controproducenti. Consideriamo quindi le capacità espresse in: diametro massimo di foratura (legno, muratura, metallo), dimensioni massime di avvitatura


IL SISTEMA COSTRUTTIVO IN LEGNO “BIGMAT VASS” ASSEGNA 4 BORSE DI STUDIO in superfici morbide (legno), massima capacità di avvitatura in superfici rigide (viti metriche, bulloni, viti da muro, ecc.). I dati tecnici relativi a coppia, potenza di percussione, ecc., non sono facilmente interpretabili da tutti, le capacità al contrario sono molto chiare e possono essere eventualmente “contestate” nel caso non venissero raggiunte. 4) Tipologia di alimentazione Oggi la gamma di utensili a batteria che offre il mercato, copre la quasi totalità delle applicazioni più frequenti. La praticità di lavorare senza il vincolo del cavo, stimola molti utilizzatori a preferire questa soluzione a quella più tradizionale dell’utensile a filo. In questo settore gli utensili più performanti e affidabili, oggi utilizzano batterie al litio. Nelle applicazioni di carpenteria il voltaggio preferito dagli installatori è senz’altro quello a 18 V. Questa piattaforma rappresenta spesso il miglior equilibrio tra prestazioni ed ergonomia e offre una gamma molto estesa di utensili che normalmente consente di utilizzare lo stesso sistema di batterie. La compatibilità tra gli utensili con la stessa batteria e caricabatterie, consente di ottimizzare e razionalizzare la dotazione, con una conseguente riduzione di costi. a. Tipologia di motore elettrico Tra gli utensili a batteria, quelli oggi tecnicamente più avanzati utilizzano un motore brushless. Questa tecnologia, aumenta considerevolmente l’autonomia dell’utensile ed elimina praticamente i costi di manutenzione. Alcune aziende offrono altre caratteristiche in aggiunta molto interessanti, quali ad esempio dispositivi elettronici per la protezione del sovraccarico e frizioni elettroniche, questi dispositivi aumentano notevolmente la produttività, l’affidabilità e la sicurezza dell’utensile senza particolari differenze di prezzo

BigMat Italia e VASS Technologies, nell’ambito del progetto BigMat VASS - sistemi costruttivi in legno by BigMat, bandiscono per l’anno accademico 2013/2014 un concorso rivolto agli autori di una tesi sui sistemi costruttivi in legno per abitazioni residenziali che prevede l’assegnazione di 4 borse di studio del valore di 1.000 euro e tre periodi di formazione per ciascuno dei 4 vincitori presso la VASS School di Cellarengo (AT), comprensivi delle spese di vitto e alloggio, escluse spese viaggio. Il premio intende promuovere gli studi e l’approfondimento delle tecniche di utilizzo del legno in ambito edilizio favorendo l’approccio degli studenti a questo importante materiale in ambito strutturale e architettonico. Sono ammessi a partecipare alle borse di studio tutti gli studenti che abbiano discusso la tesi e conseguito la laurea in architettura nel periodo compreso tra il primo ottobre 2013 e il 31 dicembre 2014, residenti in Italia alla data di pubblicazione del bando. Il termine ultimo d’invio della propria candidatura è fissato per il 28 febbraio 2015. Leggi il bando completo su www.bigmat.it

rispetto alle versioni più comuni. Lo sviluppo degli utensili a batteria è in continua evoluzione, e si possono trovare alternative impensabili fino a pochi anni fa, come ad esempio chiodatrici alimentate esclusivamente a batteria, evitando le difficoltà dell’uso di quelle a gas. b. Autonomia Riguardo alle batterie, oggi sono disponibili capacità diverse a seconda delle esigenze dell’installatore. Un utensile con motore brushless e batterie di alta capacità (5 Ah), che garantiscono tempi di esercizio che superano spesso le aspettative degli utilizzatori più esigenti, con rapporti qualità/prezzo elevati e buona maneggevolezza. I moduli di copertura BigMat VASS, come descritto nel box “Parola all’esperto” di pag. 33, vengono realizzati a misura adattandosi a tutte le realizzazioni; non hanno quindi bisogno di ulteriori modifiche in cantiere e possono essere montati solo con l’utilizzo di un trapano avvitatore. La listellatura di supporto alle tegole e le perline della parte esterna possono invece essere posate in corso d’opera in maniera tradizionale; in questo caso si potranno utilizzare seghe alternative o circolari per il taglio a misura e chiodatrici per il fissaggio. Luca Mercante

Direttore tecnico Team BigMat VASS

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RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO

ALGHE E CAPPERI

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I nostri comportamenti si stanno modificando nella direzione della maggior condivisione, dello sharing, del co-housing, del co-working, e le nostre città, sempre più dense per essere più sostenibili, saranno sempre meno specializzate mescolando e sovrapponendo gli usi, dai percorsi agli edifici. Le nostre città future, oltre che luogo di vita, di scambio, di consumo e di produzione di servizi saranno (o torneranno a essere) anche luogo di produzione agricola. Dentro le città si può prevedere una buona produzione, una micro-agricoltura urbana diffusa a diverse scale e a diverse condizioni. Dalla politica di finanziamento delle Urban-Farm a Detroit, fino agli orti urbani costruiti nel terrazzo dell’appartamento. Questa direzione ci porterà a sfruttare tutti gli spazi interstiziali possibili all’interno del perimetro metropolitano inventandoci un nuovo “terzo paesaggio”, il paesaggio degli spazi di risulta diventa una risorsa produttiva. L’urbanistica e la progettazione urbana delle città stanno cambiando e dovranno cambiare anche i parametri della qualità urbana. Contemporaneamente alle infrastrutture e gli spazi pubblici, la mixitè (in urbanistica, è il concetto legato al tema della città contemporanea, che rimanda a una strategia progettuale tipica della fase di passaggio da un modello industriale a uno basato

sul terziario e sull’informazione) di funzioni modificherà la costruzione degli edifici. A cominciare dalla copertura che può essere il suolo naturale per produzioni agricole controllate. Proseguendo con le serre al suolo o tutte le sperimentazioni delle vertical-farm basate su culture intensive senza suolo. Altre conse- Gabriele Lelli guenze produttive interessanti sono già evidenti, ad esempio, mi risulta che ci sia una buona produzione di miele “urbano” che sfrutta la curatissima vegetazione dei giardini negli attici di Parigi. Nelle costruzioni, visto il processo di densificazione urbana in atto, sono di grande interesse gli studi e le ricerche per lo sfruttamento delle pareti verticali come risorsa per la produzione agricola. Ci indirizzano su come si potrebbero costruire le pareti e i muri dei nostri edifici nei prossimi anni. Al Fuori Salone di Milano 2014, per esempio, si potevano vedere due prototipi, sviluppati dallo studio Carlo Ratti Associati con Ecologic Studio e Cesare Griffa, che mostravano innovative declinazioni della coltura di alghe legata a sistemi di copertura (Algae Canopy) e di

Edificio ad Amburgo BIQ HOUSE, The Clever Treefrog, facciata

Edificio ad Amburgo BIQ HOUSE, The Clever Treefrog, dettaglio facciata dall’interno


RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO Particolare di facciata in microalghe Algae Canopy per Future Food District, Expo 2015

Facciata in microalghe Algae Canopy per Future Food District, Expo 2015

facciata (Algae Facade). Quest’ultimo prototipo è una risposta sperimentale, ma concreta, di come pensare la pelle di un edificio in termini di produzione agricola. Questa pelle biologica composta di microalghe in cultura idroponica sfrutta la capacità dei microorganismi di innescare i processi di fotosintesi veramente molto efficienti. La piccola installazione con il prototipo di qualche mq di parete è un’anticipazione del progetto Future Food District per l’Expo 2015. Il risultato è un sistema di produzione agricola integrato con la pelle dell’architettura. Consumando acque di riciclo e anidride carbonica, attraverso la fotosintesi, la nuova superficie che vedremo all’Expo produrrà la stessa quantità di ossigeno di 4 ettari di bosco e 150 kg di biomassa al giorno. Quindi, a fronte di consumo di Co2, sfruttamento solare, riutilizzo dell’acqua di riciclo e produzione di ossigeno, otterremo una produzione di alghe ad uso alimentare, farmaceutico, oltre a trigliceridi utilizzabili nella produzione di biodiesel. La realizzazione utilizza,

come “contenitore” della coltura di microalghe, una struttura esterna in ETFE, un polimero utilizzato in ambiente medico, e, come racconta Walter Nicolino, partner di Carlo Ratti Associati, intende essere l’evoluzione del BIQ House, un edificio di Amburgo alimentato al 100% dalla bioenergia, che utilizza pareti in vetro per ospitare le colture di microalghe. Naturalmente queste prime sperimentazioni di pelli di edifici utilizzate come superfici per la produzione di microalghe aprono prospettive nuove e affascinanti sulla loro interpretazione architettonica. Tutto senza dimenticare di valorizzare e nulla togliere alle colture spontanee, di riconosciuta e secolare qualità, come quelle dei capperi nelle mura storiche di alcune nostre città. Gabriele Lelli Lelli & Associati Architettura Vincitore del Premio internazionale di architettura BigMat ’13 Premio Nazionale Italia

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NEWS DAL MONDO BIGMAT

HABITAT LAB: SAINT-GOBAIN E IL MODELLO DELL’HABITAT SOSTENIBILE Ristrutturazione e riqualificazione sostenibile sono stati i temi dell’incontro che ha coinvolto il Gruppo BigMat con oltre 60 tra titolari e dipendenti presso HABITAT LAB di Corsico (MI), il primo edificio italiano multicomfort inaugurato nel 2012 e fiore all’occhiello di Saint-Gobain Italia. Esempio d’eccellenza dell’edilizia sostenibile, con tanto di certificazione LEED PLATINUM (con un punteggio di 90 su 110, il più alto d’Italia e il secondo punteggio più alto d’Europa secondo il protocollo LEED Italia NC 2009), la struttura adibita a centro di formazione teorica e pratica è anche showroom delle soluzioni Saint-Gobain per il vivere bene e sostenibile. Presente fin dal XVII secolo, Saint-Gobain è la più antica azienda del mondo e al tempo stesso una delle realtà maggiormente impegnate nell’innovazione dell’edilizia sostenibile e nella formazione. La giornata studiata ad hoc per BigMat, svoltasi lo scorso ottobre, è stata dedicata alla formazione e ha visto una prima parte in aula seguita da workshop di carattere pratico, alla scoperta dei materiali e delle metodologie performanti per un’architettura sostenibile, con focus ad esempio sull’applicazione del cartongesso a regola d’arte. I partecipanti hanno potuto inoltre visitare il centrolaboratorio e toccare con mano un modello del “buon costruire”, proprio alle porte di Milano. La bellezza, tutta sostenibile, della location è ben evidente: qui sono state applicate le più innovative tecnologie integrate Saint-Gobain per assicurare comfort termico, visivo e acustico. 1.200 mq in classe A+ e livello acustico

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NEWS DAL MONDO BIGMAT

da 45 a 66 dB; la struttura è il concentrato del know-how di tutti i marchi del Gruppo che hanno contribuito alla realizzazione: involucro estremamente performante con trasmittanza delle pareti di soli 0,10 W/m2K; 20 cm di isolamento termico all’esterno e 10 cm all’interno, controsoffitti, divisori interni, coperture, tripli vetri a controllo solare e molto altro per garantire eccezionali prestazioni termiche. Attenzione ai dettagli del comfort con utilizzo di prodotti fonoassorbenti e materiali di finitura “green” come il bambù ecologico, utilizzato per la pavimentazione della sala riunioni (vedi pag. 18), o ancora il giardino autoctono a chilometro zero. Esplicita l’elevata sensibilità per l’energia pulita: impianto fotovoltaico, illuminazione con lampade a basso consumo dimmerabili, due sistemi per la gestione separata delle acque, smaltimento ecologico dei materiali utilizzati per test e corsi, alimentazione per veicoli elettrici. È stato possibile visitare anche Habitat Truck, lo showroom itinerante di Saint-Gobain Italia che si muove su tutto il territorio nazionale per diffondere e promuovere insieme ad HABITAT LAB un modello di edilizia moderna: sostenibilità, qualità delle materie prime e innovazione per un concetto dell’abitare eco-friendly che coinvolge anche il design, l’atmosfera e il comfort.

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BIGMAT INTERNATIONAL

HABITAT LAB: SAINT GOBAIN E IL MODELLO DELL’HABITAT LA SLOVACCHIA ENTRA IN BIGMAT SOSTENIBILE BigMat International continua a espandersi in Europa. L’11 settembre scorso a Bratislava, Zdenko Francisty, nuovo presidente di BigMat Slovacchia, insieme a Claude Coutant, presidente di BigMat International, e a Matteo Camillini, direttore di BigMat International, ha annunciato l’ingresso del Gruppo in Slovacchia. L’arrivo della Slovacchia in seno al Gruppo consolida il posizionamento di BigMat come riferimento internazionale nel mondo della distribuzione dei materiali edili e dimostra gli ambiziosi progetti di sviluppo

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Da sinistra, Matteo Camillini, Claude Coutant e Zdenko Francisty


BIGMAT INTERNATIONAL nell’Europa Orientale. L’insegna in Slovacchia è attualmente composta da 6 soci con in totale 8 Punti Vendita che apporteranno una nuova dimensione al Gruppo, sfruttando a loro volta l’esperienza di un marchio internazionale. Nel caso specifico della Slovacchia, la missione dell’insegna è essere una rete che copra geograficamente il Paese in funzione del suo mercato, della sua popolazione e della concorrenza. La presidente di BigMat International Claude Coutant ha sottolineato: «La nostra forza, ovunque siamo presenti, consiste nell’avere una rete ben sviluppata e densa, condizione sine qua non per poter offrire e sfruttare i vantaggi risultanti dall’associazione di imprese che si riuniscono sotto la stessa insegna.

BigMat Slovacchia possiede l’esclusività del marchio BigMat in questo Paese e i soci slovacchi saranno responsabili del suo sviluppo e del ritmo che a questo vogliono dare». BigMat International è ormai composta da oltre 840 Punti Vendita

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HABITAT LAB: SAINT GOBAIN E IL MODELLO DELL’HABITAT BIGMAT A DUBLINO PER IL COLLOQUE 2014 SOSTENIBILE L’utilizzo della tecnologia e degli strumenti di marketing online per ascoltare e quindi rispondere sempre di più alle esigenze del cliente, interagire con lui in modo adeguato sempre nell’ottica di fornire servizi, prodotti e consulenza sia online sia nel Punto Vendita. Sono questi i temi su cui si è sviluppato l’incontro internazionale di BigMat, appena conclusosi a Dublino. Il tema del congresso, che ha visto come sempre la presenza di una rappresentanza di tutti i Paesi in cui l’insegna BigMat è presente, per il 2014 è stato ascoltare il mercato per sviluppare il business del futuro. Il tema è stato sviluppato in maniera molto approfondita, avvalendosi anche dei risultati di un questionario fatto dai titolari di ogni nazione su un panel di clienti. Ciò che è emerso ha tracciato le linee per il domani del settore della distribuzione di materiali edili: • il Punto Vendita dovrà porre ancora maggiore attenzione al servizio nell’ambito di normative, caratteristiche tecniche e richiesta di un servizio digital; • trovare concept forti di distribuzione; • gestire e sfruttare il mix di strumenti digitali. Delineati questi temi, è stata la volta di una tavola rotonda sui temi affrontati e della presentazione delle attività e dei progetti in corso in ogni nazione dove è presente l’insegna BigMat. Il congresso si è concluso con il lancio del seconda edizione del Premio Internazionale d’Architettura BigMat (vedi pag. 36), che proclamerà i vincitori a novembre 2015 nella città di Berlino sede del prossimo Convegno Internazionale.

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La tavola rotonda dei presidenti BigMat

Claude Coutant, presidente di BigMat International

Matteo Camillini, direttore di BigMat International


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