Up! n 23 settembre 2017

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POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI

n°

SETTEMBRE 2017

23

SPECIALE M A S S E T TO




Consigliano UP! MAGAZINE

PROGETTI | ARCHITETTURA | EDILIZIA

BigMat è presente in Europa con oltre 900 Punti Vendita di materiali per costruire, ristrutturare e rinnovare casa. Direzione, Redazione, Abbonamenti e Amministrazione BigMat Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Comitato di redazione Rosita Bacis, Massimo Bussola, Davide A. Milani, Francesca Negri, Pierluigi Sabato, Anna Maria Sciorelli Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Francesca Negri Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Francesco Aimar, Paola Altamura, Cleo Fuentes, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Francesca Negri, Michela Pesenti, Rosa Santavite, Cristina Serra, Carlo Vacca Grafica e Impaginazione CommFabriK Srl Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community Spedizione gratuita Stampa Industrie Grafiche Pacini Via Gherardesca, 1 - 56121 Pisa Ospedaletto (PI) Tiratura del presente numero: n. 22.000 copie

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Questo volume è stato realizzato a Impatto Zero©. Le emissioni di CO2 generate dalla produzione e stampa sono state compensate mediante crediti di carbonio provenienti da interventi di creazione e tutela di foreste in crescita.


N. 23 S ET T E M BRE 2 0 1 7 MAGAZINE

PROGETTI | ARCHITETTURA | EDILIZIA

L’illustrazione per la copertina di STYLEUP! è a cura di Fabulo

8 IL SENSO DELL’EUROPA PER I RIFIUTI

18 DESIGN FOR DECONSTRUCTION

Il punto della situazione sui rifiuti edili

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14

I GRUPPI SOCIALI DEL CONDOMINIO ITALIA

RIUSO DEI MATERIALI: ESIGENZA NORMATIVA E NUOVO CODICE CREATIVO Nuove norme sui rifiuti di cantiere e “cultura del ri-produrre” verso il life cycle design

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32 LA SIMBOLOGIA DEL COLORE IN ARCHITETTURA

DAL RIUSO AL RIPOPOLAMENTO In Italia le tante iniziative per contrastare la “desertificazione demografica”

36

30 PER PROGETTARE BENE BISOGNA CONOSCERE I MATERIALI

UNA VILLA “AMARCORD” Recupero conservativo e ristrutturazione della villa seicentesca in cui soggiornò Federico Fellini

38 SUL CAMMINO DI SANTIAGO L’OSPITALITÀ FIRMATA BIGMAT Da antica casa colonica castigliana ad albergue per i pellegrini

69

57 STYLEUP! APPROFONDIMENTI DAL MONDO DEL DESIGN SHOWROOM D’INTERNI, RIVESTIMENTI E ARREDOBAGNO A CURA DELLA REDAZIONE DI UP!

RUBRICHE Voci dal mondo delle costruzioni

43 SPECIALE MASSETTO

78 BIGMAT NEWS Novità dal mondo BigMat

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L’EDITORIALE L’EDITORIALE

di Rocco Alfano Presidente BigMat Italia

Cari Lettori,

con UP! proseguiamo il nostro intento di trattare temi innovativi e importanti per il settore. Per questo, al centro di questo numero, abbiamo voluto trattare un argomento importante come quello dei rifiuti in campo edile. Non solo per quanto riguarda la gestione in cantiere e il loro smaltimento, ma anche in un’ottica di economia circolare in grado di influenzare e dare nuovi orizzonti progettuali, in cui anche la distribuzione può giocare un ruolo fondamentale. La sostenibilità ambientale, del resto, è al centro del nostro operato quotidiano e di tutti i nostri progetti, nonché del nostro presente e futuro imprenditoriale. E noi di BigMat promuoviamo e sosteniamo questo approccio non solo sociale, ma anche culturale come dimostrato dal BigMat Architecture International Award, giunto alla sua terza edizione con l’obiettivo di valorizzare l’eccellenza e l’innovazione progettuale sostenibile. Il nostro Gruppo affronta la stagione autunnale con tante novità, con un nuovo consiglio di amministrazione eletto durante l’assemblea nazionale dello scorso giugno. Da qualche mese, inoltre, abbiamo un nuovo direttore, o forse sarebbe meglio dire un ritorno alla direzione: Matteo Camillini, già direttore per 7 anni di BigMat Italia, oggi oltre a continuare a essere managing director di BigMat International ha accettato di tornare a dirigere la nostra compagine italiana, con un doppio incarico quindi che lo porterà, spero, ad avere grandi soddisfazioni. Buona lettura!

!

Rocco Alfano Presidente BigMat Italia

Settembre 2017

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IL SENSO DELL’EUROPA PER I RIFIUTI Gli obiettivi per il 2030 sono ambiziosi anche in Italia, dove in tema di raccolta differenziata la situazione sta migliorando. di Cleo Fuentes

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L’

economia circolare è ormai un imperativo, in primis per i governi

supporter di una politica ambiziosa sui rifiuti e sull’economia circolare,

europei. Attualmente le proposte in discussione rientrano in

si trovano alcuni Paesi del Sud Europa, come la Grecia, la Romania e

tre principali direttive UE: la direttiva sui rifiuti, la direttiva sugli

la Spagna, che stanno chiedendo un maggiore sostegno al riciclo, alla

imballaggi e sui rifiuti di imballaggio e la direttiva sulle discariche. Si stima

prevenzione dei rifiuti, alla preparazione al riutilizzo e alla migliore raccolta

che una transizione completa a un’economia circolare, oltre alle

differenziata. Altri Paesi che sostengono le riforme sono la Francia, il Belgio

proposte oggi in discussione a Bruxelles, potrebbe generare risparmi

e i Paesi Bassi. E l’Italia? Il nostro Paese ha dichiarato che supporterà, in

di circa 2mila miliardi di euro entro il 2030.

fase di negoziato, i target di riciclo proposti dalla Commissione, i requisiti

Ciò equivale a un aumento del 7% del PIL dell’Unione Europea, con un

minimi riguardo la responsabilità estesa al produttore e l’obbligo di raccolta

aumento dell’11% del potere d’acquisto delle famiglie e 3 milioni di nuovi

differenziata per la frazione organica dei rifiuti urbani. Al tempo stesso non

posti di lavoro supplementari. Le proposte già approvate dal Parlamento

sosterrà i target specifici per la preparazione al riutilizzo dei rifiuti urbani

europeo nel marzo scorso prevedono obiettivi ambiziosi: 70% del

e non ha preso posizione riguardo i target di prevenzione dei rifiuti (al

riciclo per i rifiuti urbani e 80% per gli imballaggi; target per la

2025 e al 2030) e l’obiettivo di almeno il 10% di riutilizzo di imballaggi.

preparazione al riutilizzo; un incremento della raccolta differenziata per

La raccolta differenziata in Italia, comunque, procede a spronbattuto.

tutte le tipologie di rifiuti e in particolare un obbligo generalizzato di sepa-

Il Sole 24ORE, attraverso una mappa interattiva, ha recentemente proposto

razione della frazione organica; nuove norme a livello europeo per la

i dati sulla raccolta differenziata in Italia utilizzando le informazioni più

responsabilità del produttore e obiettivi di prevenzione al 2030.

recenti (2015) pubblicate sul catasto rifiuti di Ispra (l’Istituto superiore

Secondo quanto emerge dall’indagine condotta a livello europeo e guidata

per l’ambiente), secondo le quali nel nostro Paese esistono molti

da European Environmental Bureau (EEB), Friends of the Earth Europe and

Comuni che ottengono ottimi risultati, superiori all’80% di ma-

Zero Waste Europe, a cui ha contribuito anche Legambiente, nelle fila dei

teriale differenziato.


Tra le grandi città con più di 500mila abitanti il primato spetta a Milano

Castelcucco, nel trevigiano, terzo per Tortorella nel salernitano. Infine, le

che ha registrato, nel 2015, il 48,93% di differenziata. Se si guarda

quattro peggiori provincie italiane per raccolta differenziata, secondo i

alle provincie, è invece Treviso quella in cui la gestione dei rifiuti ha

dati Ispra, sono Enna, Siracusa, Messina e Ragusa, e sempre al Centro-

permesso di ottenere i risultati migliori in termini di riciclo: nel 2015,

Sud stanno la quarantina di singoli Comuni in fondo alla classifica in

in media, l’85,22% dell’immondizia è stata differenziata. Seconda

cui l’Istituto superiore per l’ambiente afferma che con la differenziata

classificata Mantova con l’80,3% seguita da Belluno con il 76%. Il

non si è nemmeno cominciato.

Veneto è sicuramente la regione più attenta alla questione riciclo: delle dieci migliori province per raccolta differenziata, ben sei si trovano qui, solo Rovigo rimane fuori dalla top 10, ma si piazza

I RIFIUTI EDILI

comunque al tredicesimo posto.

L’Italia, insieme ad altri quattro Stati membri della CE (Germania,

A livello di singolo Comune, il risultato migliore lo registra San Lorenzo

Inghilterra, Francia e Spagna), è tra le principali responsabili delle

Maggiore, in provincia di Benevento, poco più di 2mila abitanti virtuosi

milioni di tonnellate di macerie edilizie che annualmente ven-

che hanno differenziato il 94,4% dei rifiuti prodotti. Secondo posto per

gono prodotte in Europa. In particolare, nel 2010 la produzione dei rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi è stata stimata

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN ITALIA NEL 2015

essere pari a 57,4 milioni di tonnellate (cioè il 46,2% del totale dei rifiuti speciali non pericolosi), mentre la produzione dei rifiuti da costruzione e demolizione pericolosi è stata stimata pari a oltre 463mila tonnellate (cioè il 4,8% del totale dei rifiuti speciali pericolosi). L’analisi dei dati relativi alle tipologie di rifiuti prodotti mostra che nel 2010, i rifiuti non pericolosi maggiormente prodotti sono i “rifiuti minerali della costruzione e della demolizione” con un quantitativo pari a 35,7 milioni di tonnellate (pari al 27,9% del totale dei rifiuti speciali non pericolosi prodotti), a cui seguono le “terre e rocce da scavo” con oltre 15 milioni di tonnellate (pari all’11,8% del totale prodotto), anch’esse originate dall’attività economica di costruzione e demolizione. I dati di gestione relativi ai soli rifiuti speciali non pericolosi pubblicati nel Rapporto Rifiuti Ispra 2012 mostrano inoltre che nel 2010 circa. 81,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono stati avviati a recupero di materia, e in via prioritaria, a recupero di sostanze inorganiche (quasi 47 milioni di tonnellate, pari al 45,7% del totale dei rifiuti recuperati). Questo recupero interessa soprattutto i rifiuti da costruzione e demolizione che vengono impiegati massivamente in operazioni di colmatazione di cave esaurite, per rilevati e sottofondi stradali e per la copertura delle discariche (sia quotidiana sia definitiva). La restante parte del totale degli scarti da costruzione e demolizione sono destinati sistematicamente alla discarica, necessitando di spazi sempre più difficili da reperire e comportando, come diretta conseguenza, un costo ambientale significativo. I vantaggi derivanti dalle attività di demolizione, recupero, riutilizzo e riciclo, laddove siano “pianificate” con la stessa attenzione che si riserva alla progettazione, sono, peraltro, facilmente desumibili: da un lato si evita l’impatto ambientale

%DIFFERENZIATA

della messa in discarica dei materiali, dall’altro si rendono disponibili materie prime seconde per la produzione di materiali ed energia che riducono i consumi di risorse e gli impatti ambientali necessari nel caso

0,00

94,40

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di una produzione primaria.

!


CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI Il Ministero dell’Ambiente definisce i rifiuti come «le sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi. Vengono classificati secondo l’origine, in rifiuti urbani e rifiuti speciali, e, secondo le caratteristiche in rifiuti pericolosi e non pericolosi». Fanno parte dei rifiuti urbani: i rifiuti domestici anche ingombranti e i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade e aree pubbliche; i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali. Sono ritenuti pericolosi tutti i rifiuti urbani che, pur avendo un’origine civile, contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze pericolose e che quindi devono essere gestiti diversamente dal flusso dei rifiuti urbani “normali”. I principali sono i medicinali scaduti e le pile. Fanno invece parte dei rifiuti speciali: i rifiuti da lavorazione industriale; i rifiuti da attività commerciali; i rifiuti derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti da trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi; i rifiuti derivanti da attività sanitarie; i macchinari e le apparecchiature deteriorati e obsoleti; i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti; altri. I rifiuti speciali pericolosi sono quei rifiuti generati dalle attività produttive che contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze inquinanti (raffinazione del petrolio, processi chimici, industria fotografica, industria metallurgica, oli esauriti, solventi, produzione conciaria e tessile, impianti di trattamento dei rifiuti, ricerca medica e veterinaria). Per questo motivo occorre renderli innocui, cioè trattarli in modo da ridurne drasticamente la pericolosità. I rifiuti edili rientrano nella categoria dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi (come ad esempio amianto, lana di roccia, vernici) e si dividono in due tipologie: i materiali di risulta generati in fase di costruzione e quelli prodotti in fase di demolizione. I primi sono disciplinati da normative diverse rispetto ai secondi. I materiali di risulta generati in cantiere sono legiferati dal D.M. Ambiente del 5 aprile 2006, n. 186. Il regolamento recante modifiche al D.M. del 5 febbraio 1998 intitolato “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero, ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.Lgs 5 febbraio 1997, n. 22”. I materiali di scarto prodotti in un cantiere di lavoro devono essere sottoposti a un’accurata procedura di recupero. La Legge, infatti, stabilisce che le attività di recupero devono essere sottoposte a procedure semplificate e tecniche che devono stabilire: le quantità massime impiegabili per un determinato materiale; la provenienza del materiale; i tipi e le caratteristiche dei rifiuti, nonché le condizioni di utilizzo degli stessi.

Le prescrizioni necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati senza pericolo per la salute dell’uomo e senza tecniche che possano arrecare danni all’ambiente vengono definite dal D.M. del 5 aprile 2006 n. 186. A vigilare sul rispetto delle leggi circa lo smaltimento dei rifiuti edili sono i Comuni: quando un utente chiede il permesso per costruire, deve indicare al Comune la quantità di rifiuti edili che saranno prodotti durante i lavori. I rifiuti edili prodotti in fase di costruzione, così come i rifiuti edili prodotti in fase di demolizione, non possono essere mescolati con altri rifiuti speciali. In cantiere sarà necessario suddividere i rifiuti edili in base alla tipologia, in particolare si avranno: rifiuti non inquinanti derivati da materiale di sterro o da sgombero (si parla di smaltimento di materiale di sterro non inquinato); rifiuti che possono essere depositati nelle discariche per inerti senza ulteriore trattamento (si parla di smaltimento di inerti); rifiuti combustibili come legna, carta, cartone e altri materiali sintetici (si parla di smaltimento di rifiuti edili combustibili); altri rifiuti non diversamente identificati. Scopri i dettagli della classificazione dei rifiuti su www.minambiente.it

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TRACCIABILITÀ DEI RIFIUTI EDILI E SANZIONI Al produttore/detentore spettano tutte le competenze in materia di gestione, in particolare: organizza e sovrintende tutte le attività relative alla gestione dei rifiuti speciali nel rispetto della normativa vigente; provvede alla tenuta e compilazione del registro di carico e scarico dei rifiuti; provvede al corretto smaltimento dei rifiuti speciali controllando la compilazione dei formulari dei rifiuti (FIR); cura e sovrintende la tenuta del deposito temporaneo; provvede alla compilazione del Modello unico di dichiarazione ambientale (MUD). Dal primo gennaio 2017 è in vigore il sistema SISTRI (SIStema di controllo della Tracciabilità dei RIfiuti) nato su iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e di cui l’Arma dei Carabinieri gestisce i processi. Da un sistema cartaceo, basato su tre documenti (FIR, Registro di carico e scarico, e MUD), si passa a soluzioni informatiche per semplificare le procedure e gli adempimenti. L’adesione a SISTRI è obbligatoria per i rifiuti pericolosi tra i quali anche quelli derivanti da attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo (le terre e rocce da scavo non sono rifiuti ove ricorrano determinate condizioni stabilite dall’art. 184, comma 3 del D.Lgs 152/2006) con la conseguente applicazione di tutte le sanzioni penali o pecuniarie previste nel D.Lgs 152/2006. Ad esempio ai sensi dell’art. 192 del D.Lgs 152/2006 l’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo, e nel suolo, sono vietati così come l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee. Per questo illecito imprese ed enti vanno incontro a una sanzione penale con l’arresto da 6 mesi a 2 anni o l’ammenda da 2.600 a 26mila euro per i rifiuti pericolosi. Stessa ammenda anche per l’attività di gestione di rifiuti non autorizzata ovvero secondo l’art. 256 chiunque esegue raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta

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autorizzazione, iscrizione o comunicazione. Ancora l’art. 260-bis del D. Lgs n. 152/2006 con riferimento ai rifiuti pericolosi decreta che chiunque svolge attività di incenerimento o di coincenerimento di rifiuti pericolosi in mancanza della prescritta autorizzazione all’esercizio è punito con l’arresto da 1 a 2 anni e con l’ammenda da 10mila a 50mila euro. I professionisti dell’area tecnica che progettano e dirigono appalti edili per la realizzazione di nuove costruzioni e/o ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente devono necessariamente relazionarsi con il SISTRI anche solo per gli obblighi di verifica e controllo che spettano al produttore del rifiuto. Salvo diverse e precise disposizioni contrattuali il produttore del rifiuto è il committente dell’opera e su di lui e sul progettista ricadono diversi obblighi relativi alla progettazione e al riutilizzo del rifiuto e/o delle terre da scavo nonché del conferimento in discarica dello stesso. La mancata iscrizione, o compilazione del registro cronologico e della scheda SISTRI, l’inserimento di informazioni incomplete o errate, la manomissione fraudolenta dei dispositivi elettronici di tracciamento, sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da 15.500 euro a 93mila euro (che viene ridotta rispettivamente da 2.070 euro a 12.400 euro, nel caso di imprese che occupino un numero di unità lavorative inferiore a 15 dipendenti). Consulta le informazioni e il manuale operativo SISTRI su www.sistri.it



RIUSO DEI MATERIALI: ESIGENZA NORMATIVA E NUOVO CODICE CREATIVO Nuove norme sui rifiuti di cantiere e la “cultura del ri-produrre” aprono sempre di più al life cycle design. di Alessandra Guzzi

D

a un paio d’anni ormai, precisamente da febbraio 2015,

Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità per il

sono entrare in vigore nuove regole sulla classi-

Piano Nazionale Radon – l’approccio all’attività costruttiva

ficazione dei rifiuti con il D.L. 91/2014, secondo

deve ormai considerare alcuni aspetti irrinunciabili. In

cui gli scarti prodotti dalle attività di demolizione di

primis si devono fin da subito scegliere quali materiali

edifici esistenti, che prima venivano considerati speciali

e prodotti impiegare e sapere la loro provenienza; in

ma non pericolosi, ora sono considerati per buona

secondo luogo le costruzioni devono essere progettate per

parte pericolosi. Questo, evidentemente, provoca pesanti conseguenze per le operazioni di smaltimento. «Anche per

funzionare con limitati costi di manutenzione; in ultimo, ma non per ultimo, la progettazione deve prevedere il fine vita

questo motivo – spiega l’architetto Giovanni Zannoni (foto qui ac-

dell’edificio, perché la rapida evoluzione delle esigenze abitative porta

canto), docente universitario nonché consulente tecnico del

a un’obsolescenza degli edifici più rapida che in passato. In questo

SMALTIRE E VALORIZZARE GLI SCARTI

zero rifiuti grazie alla scelta di materiali e prodotti compatibili con i CAM o dotati di EPD (Environmental Product Declarations) che possono

La distribuzione assume un ruolo importante nella gestione del

certificare la durabilità, la riciclabilità e l’impatto ambientale del prodotto

rifiuto edile e del materiale di risulta, sia in fase di vendita sia di

per rispondere a una domanda di prodotti e materiali con il minor impatto

smaltimento. Da un lato, infatti, il Punto Vendita viene sempre più percepito

ambientale possibile. Eppure nel panorama italiano tale sensibilità

come il luogo dove orientare la scelta dei materiali proponendo – a

sembra ancora mancare come confermano alcuni Punti Vendita BigMat:

progettisti e a privati – soluzioni costruttive innovative e tecnologicamente

«Conosciamo bene il tema sebbene la sensibilità di imprese e progettisti

mirate a un alto livello di trasformabilità e decostruibilità dell’edificio. Già

del nostro territorio non sia spontanea ma piuttosto indotta dalla Provincia,

in rivendita è possibile pensare a una progettazione in chiave

che per la realizzazione di edifici pubblici ha imposto il raggiungimento di livelli precisi dei protocolli LEED, che includono anche l’uso di percentuali di materiali riciclati – rileva Alessandro Carini, titolare di BigMat Carini Edilizia di Arco (TN) –. Una progettazione in ottica di riciclabilità non è ancora radicata nonostante molte aziende già offrano prodotti riciclati, penso al mondo della ceramica dove il 20 – 30% dei prodotti è realizzato con materiali di scarto provenienti dalla sotto scelta della produzione». Anche per Nicola Quartarella, titolare di BigMat Centro Edile Quartarella di Altamura (BA) «la progettazione è più orientata al risparmio energetico e ai materiali naturali, una vera richiesta di prodotti in chiave riuso e riciclo


senso la demolizione programmata e progettata è un’opzione che deve essere considerata con relativo recupero e riutilizzo dei materiali impiegati». Per Zannoni, quindi, è essenziale considerare fin dall’inizio la possibilità di riutilizzo dei prodotti derivanti da attività di demolizione di edifici esistenti, dati gli elevati costi sociali, ambientali ed economici che derivano dalle materie prime per il consumo di risorse e di suolo. Una pratica che, a guardare bene, è vecchia quasi quanto il mondo: «Nell’antica Roma, fin dall’età imperiale, avveniva una riconosciuta e sviluppata decostruzione degli edifici – testimonia l’esperto – e una conseguente attività di riciclo e reimpiego dei laterizi, dei marmi, dei calcari, nonché di travertini, tufi, arenarie e così via, impiegati per edificare nuove strutture». Una prassi, quella del riuso e quindi del “zero rifiuti”, premiata anche dai protocolli

I PROTOCOLLI LEED E BREEAM L’attenzione verso maggiori requisiti di sostenibilità nel settore delle costruzioni richiede l’utilizzo di nuove procedure operative all’interno del cantiere, volte a ridurre il consumo di energia e acqua, la produzione e il conferimento in discarica di rifiuti da demolizione e costruzione, il carico ambientale legato alle attività edilizie (l’inquinamento atmosferico e acustico, il carico sul sistema fognario, ecc.). Pone l’accento su tutto questo la certificazione internazionale LEED v4 di Green Building Council, che pone maggiore attenzione sull’efficienza energetica e il contesto sociale, assegnando più punti alla categoria “Materiali e Risorse” incoraggiando un uso di materiali più responsabile e meno dispendioso. BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method)

è un protocollo di valutazione degli edifici su base volontaria istituito nel Regno Unito con lo scopo di valutare la performance ambientale degli immobili. Il giudizio viene assegnato prendendo in considerazione svariati fattori ambientali e ottenendo un punteggio (Pass, Good, Very Good, Excellent o Outstanding). BREEAM utilizza metodi di valutazione riconosciuti e impostati secondo parametri di riferimento prestabiliti, per verificare la progettazione, la costruzione e l’utilizzo dell’immobile. I criteri riguardano diverse categorie, dalla gestione delle risorse all’ecologia, e comprendono aspetti legati all’utilizzo dell’energia e dell’acqua, l’ambiente interno (salute e benessere), l’inquinamento, i trasporti, i materiali, i rifiuti, l’ecologia e i processi di gestione. Anche in questo caso vengono assegnati punteggi migliori nel caso di riuso dei materiali e minor produzione possibile di scarti in cantiere.

ancora non si è manifestata». C’è poi anche chi nel ritiro macerie e nel

provenienti dalle lavorazioni presso impianti di smaltimento» conferma

riuso degli scarti ha deciso di investire: «Un anno e mezzo fa abbiamo

il titolare Giulio Delfino. I detriti classici da costruzione e demolizione

rilevato un magazzino con un piccolo mulino per macinare i calcinacci e

sono macerie, calcinacci, resti di cemento, mattoni, intonaco, piastrelle

i materiali di risulta, da cui poi ricaviamo materiale per riempiture e dre-

o altro. Vengono prelevati dal cantiere, stoccati e poi trasportati in centri

naggio – racconta Ugo Rossetti, titolare di BigMat Ediltutto di Osteria

di smaltimento o di recupero. «Sfridi e cascami spesso vengono tritati e

Nuova (RI) –. È un business collaterale contenuto che sta dando buoni

riusati per il ghiaietto per i sottofondi; il cartongesso invece viene trattato

risultati e in futuro pensiamo all’acquisto di un nuovo mulino; la sensibilità

separando la parte gessossa, reimpiegata nella produzione – spiega il

verso i materiali di riciclo non è diffusa ma sta crescendo e noi offfiamo

titolare del Punto Vendita genovese –, svolgiamo inoltre anche il ritiro e

un servizio completo dalla vendita, al ritiro e al riciclo». Altro aspetto in cui

smaltimento del fresato di asfalto».

il Punto Vendita oggi ha trovato un nuovo spazio è lo smaltimento dei

Il trasporto negli impianti di raccolta è spesso oneroso e «per svolgere l’at-

rifiuti di cantiere, servizio che incide molto nell’attività di un’impresa

tività di stoccaggio sono necessarie autorizzazioni dalla Provincia, dall’Asl

e che viene spesso esternalizzato a operatori specializzati o rivenditori.

e dall’Ufficio Ambiente, obbligatorio e molto importante è adempiere a

Alcuni dei Punti Vendita BigMat in Italia si occupano della gestione

una serie di certificazioni e analisi: ogni residuo di cantiere deve essere

dei prodotti di risulta offrendo un servizio a 360 gradi, dalla vendita allo

accompagnato da formulario di identificazione del rifiuto e un’analisi di

smaltimento, come fa ad esempio BigMat Cresta e Delfino a Genova.

provenienza effettuata a inizio cantiere a garanzia che non si tratti di

Un’attività dalla crescente importanza per i rivenditori che riescono così

rifiuti pericolosi; nel nostro magazzino effettuiamo controlli periodici sui

anche a fidelizzare il cliente: «molte delle imprese, che si rivolgono a noi

materiali stoccati a tutela dell’impianto di smaltimento che li tratterà»

per l’acquisto dei materiali, richiedono anche il ritiro e il trasporto dei rifiuti

conferma Giulio Delfino.

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UP! 15


di valutazione della sostenibilità di una costruzione come, per esempio,

implica un atteggiamento nuovo di design: «L’affermarsi dei mate-

il LEED o il BREEAM (vedi box pag.15): «In questo campo – conclude

riali riciclati, anche nelle costruzioni, è conseguenza di una più

Zannoni – i sistemi costruttivi a struttura/rivestimento e i sistemi a

generale accettazione dei “ri-prodotti” come portatori di una

secco giocheranno un ruolo sempre più importante».

valenza estetica propria, sintomatica della loro duttilità ed efficacia

Al di là della funzione strumentale del riciclo, lo scenario del riuso

ecologica», testimonia l’architetto Eliana Cangelli, docente alla Sapienza di Roma, vice presidente di Eurosolar World – European Association for Renewable Energy e membro del consiglio direttivo di Eurosolar Italia. Del resto già gli autori del volume Lo sviluppo di prodotti sostenibili. I requisiti ambientali dei prodotti industriali, edito da Maggioli nel 1998, osservavano che “lo sfavillio del nuovo non è più necessariamente il valore guida nel giudizio di qualità dei prodotti e dei materiali”. Così, la “cultura del ri-produrre” è il terreno fertile per il cosiddetto life cycle design, che può affermarsi, sostiene la Cangelli, «solo in virtù della maggior consapevolezza del peso delle fasi produttive nel ciclo di vita dell’organismo edilizio.

BIGMAT UP! IL MAGAZINE A IMPATTO ZERO Grazie alla collaborazione con LifeGate, punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile in Italia, BigMat partecipa al progetto Impatto Zero dal 2011, compensando le emissioni di CO2 generate dalla produzione e dalla stampa delle pagine di UP!, con la creazione e tutela di una media annuale di oltre 22mila mq di foresta in crescita in Madagascar e in Costa Rica.

RECUPERO “ECO” DEI MATERIALI CON SAINT-GOBAIN

Life+ dell’Unione Europea: uno “strumento finanziario per l’ambiente” dedicato ai progetti che contribuiscono alla conservazione delle

Risparmio di risorse naturali, riduzione dei rifiuti destinati in discarica

risorse naturali e allo sviluppo di approcci e tecniche innovativi di

ed edifici più sostenibili e a misura di ambiente: è quanto propone

salvaguardia ambientale.

Saint-Gobain Gyproc, storico partner BigMat, attraverso il progetto

Recuperare gli scarti, infatti, significa ridurre i costi di smalti-

Gy.eco (Gyproc eco-friendly) selezionato e finanziato dal programma

mento di un materiale altrimenti trattato come rifiuto e contribuire Area di lavorazione Gy.eco presso il sito di Sassofeltrio (PU)

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Ora resta da indagare come possa strutturarsi un vero linguaggio

logici propri dell’architettura contemporanea sostenibile». L’intento, o

architettonico che sappia interpretare “onestamente” il valore

forse sarebbe meglio dire l’auspicio, è che «il codice linguistico-formale

estetico dei materiali riciclati, non usandoli come un vessillo vuoto

dell’architettura di oggi sappia fare di materiali e componenti di riuso

ai fini di una mera operazione di greenwashing ma integrandoli a pieno

un elemento creativo, attivatore di ricche e inedite relazioni culturali,

titolo nel complesso delle soluzioni costruttive e dei dispositivi tecno-

formali e ambientali».

al contenimento dell’impatto provocato dalle discariche per

riesce a separare la frazione gessosa da quella in carta che costituisce

rifiuti da costruzione. Il servizio Gy.eco, di Saint-Gobain Gyproc, è

il rivestimento del cartongesso.

un sistema di gestione ecosostenibile e recupero di scarti di sistemi a

La carta è avviata a operazioni di recupero presso impianti esterni, mentre

secco, provenienti dalle attività di posa e post-vendita di materiali a base

il gesso è utilizzato come nuova materia prima al posto del gesso natu-

di gesso per l’edilizia, che garantisce il recupero del 95% del materiale

rale, in quanto perfettamente conforme alla normativa ISO 1587-1975.

di scarto per la produzione di una nuova materia prima equivalente al

Il servizio Gy.eco coinvolge i Punti Vendita BigMat di Torino, di

gesso da cava.

Chivasso (TO), di Cavour (TO), di Manta (CN), di Carcare (SV), di Massa

Il sistema, nato nel 2011 e sviluppato sull’intero territorio nazionale,

e Cozzile (PT), di Segni (RM) e di Maddaloni (CE). I rivenditori di materiali

è in grado di garantire al produttore dei rifiuti una filiera cer-

a base gesso creano la rete logistica del servizio diventando un punto

tificata di gestione di scarti in gesso. Gy.eco è sviluppato su tre

di riferimento per il conferimento dei CER 170802 per i loro clienti.

siti di trattamento: Montiglio Monferrato (AT) per il Nord, Sassofeltrio

Gy.eco si rivolge anche alle imprese edili, garantendo un servizio di

(PU) per il Centro e Guglionesi (CB) per il Sud. I centri sono dedicati

raccolta direttamente in cantiere, e agli impianti di stoccaggio, recu-

esclusivamente al trattamento di rifiuti a base di gesso CER 170802 – a

pero e demolizione, per i quali la gestione dei rifiuti a base gesso crea

garanzia della qualità della nuova materia prima che si produce – e sono

numerose problematiche in termini di qualità dei prodotti recuperati e

ubicati all’interno di siti estrattivi per un minore impatto sull’ambiente. La

venduti come nuova materia prima.

!

rete logistica di Gy.eco è poi strutturata con centri di stoccaggio presenti su tutto il territorio nazionale, per la raccolta e il pre-trattamento degli scarti. Questi vengono sottoposti a un trattamento di tipo meccanico che

Scopri i centri della rete Gy.eco e guarda il video su www.extraup.it

Settembre 2017

UP! 17


DESIGN FOR DECONSTRUCTION Verso un’architettura a zero rifiuti: innovazione progettuale, processuale e tecnologica per la prevenzione, il riuso e il riciclo degli scarti da costruzione e demolizione. di Paola Altamura

I

l mio libro Costruire a zero rifiuti nasce da un’assidua attività di

da costruzione lungo il ciclo di vita degli edifici. Negli ultimi

ricerca, intrapresa in ambito universitario e che oggi porto avanti

decenni, infatti, normative e incentivi, e dunque anche progettazione

anche con una start-up, che mi ha portata per un periodo nel Regno

e innovazione tecnologica, si sono concentrati sul tema del risparmio

Unito a studiare e sperimentare nuove strategie, criteri progettuali e

energetico durante la fase d’uso degli edifici, la più lunga e impattante in

procedure operative per l’abbattimento degli impatti ambientali

termini di produzione di emissioni di CO2 in atmosfera provocate dall’uso

dovuti al mancato recupero degli scarti da costruzione e demoli-

di impianti di riscaldamento e raffrescamento. Ciò soprattutto perché

zione (C&D). Le problematiche connesse a una produzione incontrollata

l’aumento dell’efficienza energetica genera ricadute positive immediate e

dei rifiuti, con conseguente spreco di materie prime e danni ambientali

facilmente misurabili sia per gli utenti sia per la collettività. Tuttavia, mano

provocati dall’accumulo di scarti, sono ben note, anche se non risolte,

a mano che si è cominciato a ridurre il consumo energetico degli edifici

in molti settori dall’industria ai rifiuti urbani. In edilizia, invece, è solo

in fase d’uso, si è cominciato a comprendere l’ingente peso del

in tempi recenti che si è cominciato a porre l’attenzione sul

consumo energetico dovuto alle fasi di pre-produzione, messa

livello, ancora piuttosto scarso, di efficienza nell’uso dei materiali

in opera e dismissione dei materiali edili. Un peso particolarmente

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Il Velodrome (Hopkins Architects, Expedition Engineering, BDSP, Grant Associates) nel Parco Olimpico di Londra 2012, ha un volume contenuto e una forma ottimizzata per ridurre la quantità di materiali impiegati e di conseguenza l’energia incorporata nell’edificio. ©UK Department for Culture, Media and Sport (CC BY 2.0)

alto per alcuni materiali (i metalli, le plastiche, il vetro, ma anche il

sotto il profilo ambientale sono i due fenomeni agli estremi del ciclo

cemento) i cui processi produttivi richiedono molta energia in fase

di vita dei materiali lapidei: l’estrazione da cava e lo smaltimento

di produzione, che viene “incorporata” nei materiali e che, negli edifici

dei rifiuti inerti. Le cave attive nel 2016 sono 4.752, in calo di circa il

ad alta efficienza energetica in fase d’uso, tende a crescere ulterior-

20% rispetto al 2010 ma pur sempre in numero ingente, oltre le 13.414

mente. L’uso di isolanti termici sintetici come il polistirene espanso, ad

cave abbandonate o dismesse, con 53 milioni mc di sabbia e ghiaia

esempio, incrementa decisamente il contenuto di energia incorporata

cavati annualmente solo per produrre calcestruzzo (61% dei materiali

del fabbricato, compromettendo il bilancio energetico complessivo nel

estratti in totale). I canoni di concessione sono pari a circa il 2,3% del

suo ciclo di vita, sino al punto che il consumo energetico – dovuto alla

prezzo di vendita per gli inerti secondo il Rapporto cave di Legambiente

produzione dei materiali necessari per l’efficientamento energetico

nel 2016, fattore che va a discapito dell’adozione di aggregati riciclati

– può superare il risparmio ottenibile in fase d’uso. Se poi, al termi-

ottenuti dal recupero di rifiuti inerti da C&D.

ne della vita utile dell’edificio o di sue singole componenti, i materiali non vengono recuperati ai fini del riuso o del riciclo, il contenuto di energia incorporata andrà disperso. L’Unione Europea, già nel 2008 con la Direttiva 98 sui rifiuti, ha fissato un target per l’aumento del tasso di recupero dei rifiuti da C&D che, entro il 2020, dovranno essere riutilizzati o rigenerati in materie prime secondarie per almeno il 70% in peso. Nel nostro Paese, nonostante alcune virtuose norme di settore siano in vigore da vent’anni, solo di recente si è cominciato ad affrontare concretamente il tema del recupero dei rifiuti da C&D, anche grazie all’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi per l’Edilizia (D.M. 24/12/2015 e s.m.i.). In Italia, ciò che preoccupa maggiormente

CHI È PAOLA ALTAMURA Architetto, PhD in Progettazione Ambientale, cultore della materia in Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento PDTA della Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, dove svolge attività di ricerca e didattica. Autrice del volume Costruire a zero rifiuti (Franco Angeli, 2015) e co-fondatrice della start-up Atlante Inerti Project, la sua ricerca sul costruire sostenibile si concentra sulle soluzioni per la prevenzione dei rifiuti e l’upcycling dei materiali di scarto in edilizia.

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UP! 19


Contemporaneamente, dalle demolizioni edilizie, eseguite in gran parte

e dei loro materiali costituenti. La demolizione selettiva, processo reso

in modo distruttivo, si stima vengano prodotte in Italia 48 milioni di

oggi obbligatorio nei cantieri pubblici dai Criteri Ambientali Minimi per

tonnellate di rifiuti da C&D l’anno (dati ISPRA, 2015), provenienti

l’edilizia (CAM), cogenti ai sensi del Nuovo Codice degli Appalti, per

per oltre il 90% da micro demolizioni e costituiti per oltre l’80% da inerti

quanto complessa da applicare a edifici non concepiti per un semplice

misti. Il dato complessivo è tuttavia incerto, a causa dei volumi oggetto di

disassemblaggio dei componenti a fine vita utile, garantisce di separare

diffusi fenomeni di sversamento abusivo e di reimpiego attraverso canali

accuratamente i diversi materiali per ottenere dei materiali inerti

non ufficiali, come incerto è l’attuale tasso di riciclo, stimato dall’ISPRA

il più possibile privi di contaminanti. Su questo fronte, progettisti e

attorno al 70% e dunque in linea con l’obiettivo comunitario, ma a oggi

operatori del settore devono aggiornarsi, per rispondere alla domanda

difficilmente verificabile. In un contesto tanto problematico, occuparsi

di competenze e soluzioni tecnologiche che si andrà necessariamente

delle strategie per la prevenzione, il riuso e il riciclo dei rifiuti in edilizia

costruendo. Il passo successivo, sul quale la ricerca industriale e l’inno-

diviene una priorità, nonché una sfida progettuale e tecnologica, che

vazione tecnologica sono oggi concentrate, è quello di massimizzare

ho voluto cogliere, ispirandomi a modelli virtuosi come il Regno Unito e

la separazione delle diverse frazioni degli inerti mediante processi

l’Olanda, nel delineare le modalità per costruire a zero rifiuti.

a basso consumo energetico ed emissioni inquinanti (rumore e polveri) che permettano di recuperare separatamente aggregati e legante. Alcune

TECNOLOGIE INNOVATIVE DI RECUPERO, FILIERE E STRUMENTI INFORMATICI DI SUPPORTO

ricerche sviluppate di recente in Europa, dimostrano proprio come sia possibile superare il processo di downcycling oggi applicato al calcestruzzo, ovvero la semplice frantumazione del materiale che non

L’efficienza delle tecnologie per il riciclaggio dei rifiuti inerti edili, frazione

consente di “pulire” gli aggregati dalle tracce di legante e di recuperare

dominante dei rifiuti da C&D in Italia, può contribuire a migliorare la

la pasta di cemento, con diverse tecniche innovative di caratterizza-

qualità dei materiali in uscita dal processo di recupero e a ridurre gli

zione, selezione e separazione. In Germania, il Fraunhofer Institut für

impatti ambientali del processo di riciclo. In questo senso, l’Italia si

Bauphysik nella ricerca Ein effizientes Recyclingverfahren für Beton

è mossa anticipatamente con la realizzazione, agli inizi degli

del 2012, ha sviluppato una tecnica di separazione del cemento dagli

anni ’90, dei primi impianti di riciclaggio per rifiuti inerti con

aggregati lapidei basata sulla frammentazione elettrodinamica, che

tecnologia R.O.S.E. (Recupero Omogeneizzato Scarti Edilizi), impianti

riesce a suddividere completamente il calcestruzzo nei suoi singoli

di alta qualità tecnica e con elevato controllo ambientale, oggi presenti

componenti senza emissioni di polveri e rumore grazie alle scariche

in 20 siti in diverse Regioni italiane. Tuttavia, il fattore determinante per

elettriche applicate al conglomerato, posto in acqua, che lo frantumano

l’incremento della qualità dei materiali ottenuti dal recupero è

con l’effetto di un setaccio. Gli aggregati lapidei così recuperati, com-

rappresentato senza dubbio dalle modalità di demolizione, che

pletamente privi di tracce di cemento, sono sostituibili a quelli naturali

devono tendere alla massima selezione a monte dei componenti edilizi

in qualsiasi tipo di calcestruzzo, non solo in applicazioni a bassi requisiti,

DEMOLIZIONE SELETTIVA

MATERIALI PERICOLOSI COMPONENTI RIUSABILI

RIMOZIONE E BONIFICA STOCCAGGIO E RIUTILIZZO

MATERIALI RICICLABILI

CARTA E CARTONE LEGNO METALLI VETRO PLASTICA

A RECUPERO DI MATERIA

RIFIUTI INERTI LAPIDEI RIFIUTI NON RICICLABILI

TRATTAMENTO IN CANTIERE O IN IMPIANTO

RICICLATO DI QUALITÀ

SMALTIMENTO IN DISCARICA

Il processo di demolizione selettiva permette il massimo recupero a livello di componenti e di materiali, assicurando l’integrità dei componenti da riutilizzare e la differenziazione dei materiali riciclabili necessaria per produrre MPS (Materie Prime Seconde) di qualità.

20 UP! Settembre 2017


e il cemento può essere riutilizzato. Anche il progetto europeo C2CA (Ricerca C2CA - Advanced technologies for the production of cement and clean aggregates from construction and demolition waste), coordinato

Mattoni e tegole in cotto di recupero in vendita presso l’annuale SALVO Fair, fiera specializzata nel Regno Unito

dal TU Delft con la partecipazione tra gli altri dell’Università Sapienza di Roma, ha sviluppato un innovativo metodo di riciclo del calcestruzzo al termine del ciclo di vita che consente il riutilizzo degli aggregati, della pasta di cemento ricca di calcio e dell’aggregato di silice, eliminando il problema delle frazioni fini. Il tutto mediante un’apparecchiatura di telerilevamento, combinata con un innovativo test, rapido e attendibile, per la quantificazione della pasta di cemento residua sugli aggregati, e con lo sviluppo di un impianto mobile che consente di eseguire un trattamento in loco di numerosi materiali. Il processo è vantaggioso anche sotto il profilo economico grazie al basso fabbisogno energetico dei macchinari, alla possibilità di riciclare in situ, eliminando costi ed emissioni dovute al trasporto, alla massima riduzione dei residui non riciclabili. Il progetto europeo HISER (www.hiserproject.eu), infine, propone un innovativo sistema compatto di sensori per la selezione dei materiali con la tecnica di analisi laser induced breakdown spectroscopy, che permette di esaminare e caratterizzare gli inerti misti, con una tecnica di elettro-frammentazione ottimizzata – resa mobile e a basso consumo energetico – e con l’ADR system: una tecnologia a basso costo per la classificazione e la separazione delle frazioni fini dagli aggregati. L’innovazione di settore, però, sta cominciando a esprimere le proprie potenzialità anche su altri piani oltre quello delle tecniche di trattamento: in ambito internazionale, come anche in Italia, si stanno sviluppando strumenti informatici di supporto allo sviluppo delle filiere del recupero, come le piattaforme web GIS (Geographic Information

Si stanno diffondendo anche i siti web che catalogano ed evidenziano

System) di mappatura degli impianti di riciclaggio presenti su un dato ter-

l’offerta di materiali edili di recupero disponibili in un dato territorio

ritorio, delle quali Atlante Inerti (su www.atlanteinertiproject.yolasite.com/

(mattoni, elementi in pietra, profilati metallici, elementi lignei, ecc.),

mappa.php dati aggiornati a giugno 2017) è un valido esempio italiano.

veri e propri luoghi virtuali di incontro domanda-offerta di materiali da riutilizzare, come la piattaforma Harvest Map degli olandesi Super Use Studios (www.harvestmap.org), il sito americano Planet Reuse e il britannico Salvo Web.

LINEAMENTI DI UN APPROCCIO PROGETTUALE-OPERATIVO INNOVATIVO Al di là della situazione nell’ambito specifico della gestione e del recupero dei rifiuti inerti, l’obiettivo di costruire a zero rifiuti comporta il coinvolgimento dell’intera filiera edilizia in processi e procedure diversi rispetto a quelli usuali. Per poter implementare le strategie del Design for Deconstruction, ovvero della progettazione che previene la formazione di rifiuti mediante la decostruibilità dei componenti e le opzioni tecniche del riuso e del riciclo, è infatti indispensabile strutturare un approccio progettuale-operativo innovativo che tocchi tutti i diversi momenti decisionali riguardanti i materiali da costruzione, nelle principali fasi del processo edilizio. Momenti decisionali, dalla progettazione alla scelta dei

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UP! 21


Il velodromo di Londra 2012 durante e dopo i lavori, la tensostruttura in acciaio a rete di funi consente di smaterializzare la copertura, con notevole risparmio di materiali anche per le altre strutture portanti. ©Olympic Delivery Authority

sistemi costruttivi, alla definizione delle specifiche tecniche, alla stesura

certificazioni di prodotto che, ai sensi CAM per l’edilizia, dovranno

dei computi fino al procurement vero e proprio, che coinvolgono tutti

poter presentare al committente per dimostrare il rispetto dei Criteri

gli attori (committente, progettista, appaltatore) e richiedono una forte

stessi, e in particolare del contenuto di riciclato. Per gli appaltatori, inoltre,

integrazione dei ruoli e delle responsabilità. Il processo edilizio deve

sarà d’ora in poi sempre più indispensabile avvalersi di professionisti

rinnovarsi, pertanto, accogliendo ad esempio la necessità di antici-

specializzati in materia di strategie e metodi per la prevenzione e la

pare il più possibile la scelta dei materiali da costruzione nel

gestione sostenibile dei rifiuti di cantiere. Purtroppo però, tuttora

percorso progettuale e di lavorare anche a partire dai materiali

manca tra i professionisti la formazione su questi temi, che non fanno

disponibili in loco (presenti nell’edificio pre-esistente, demolito o

parte della didattica a livello universitario né tanto meno, salvo eccezioni,

meno, ma anche derivati da altre filiere locali). Anche il committente

dell’aggiornamento professionale. Il mio sforzo, concretizzato nel volume

dovrà rafforzare il proprio ruolo di indirizzo defininendo a monte di ogni

Costruire a zero rifiuti e in altre attività di formazione e divulgazione, è

intervento edilizio aspetti quali: la manutenibilità dell’edificio a zero

mirato non soltanto a far conoscere le ricadute tecniche, ambientali ed

rifiuti, il basso contenuto di energia incorporata nei materiali da

economiche di questo approccio, bensì anche a far comprendere l’alto

impiegare, la certificazione della sostenibilità della catena di

potenziale di sviluppo lavorativo nella creazione di nuove competenze

approvvigionamento dei prodotti, ecc. Dal canto loro, gli appaltatori

richieste alle figure professionali coinvolte nel processo edilizio. Costruire

dovranno aggiornare le proprie modalità di approvvigionamento dei

con un’attenzione alla massima riduzione dei rifiuti, infine, può com-

materiali e dei componenti edilizi, ponendo più attenzione alle

portare anche un potenziale sviluppo del linguaggio architettonico,

Gabbione riempito con calcestruzzo frantumato derivante da demolizione selettiva

22 UP! Settembre 2017


Calcestruzzo frantumato derivato dalla demolizione di edifici pre-esistenti sul sito del Parco Olimpico di Londra 2012, re-impiegato in sito nelle spalle di un ponte

poiché lavorare con materiali riciclati e componenti di recupero

con particolare cura la messa in opera, dettagliando il più possibile in

da riutilizzare può indurre a soluzioni costruttive ed estetiche

fase di progetto le modalità di assemblaggio tra i componenti edilizi, per

inedite, dal forte carattere identitario grazie alla conservazione delle ma-

poter prevenire la produzione di rifiuti da demolizione a breve e a lungo

terie in loco, e anche perché i sistemi costruttivi “decostruibili” sono

termine, ovvero in fase di manutenzione e di fine vita utile del fabbricato.

tipicamente tecnologie a secco, non tipiche del nostro modo di costruire,

I criteri progettuali essenziali a tal fine sono: l’adattabilità dell’assetto

che comporteranno sia un aggiornamento tecnico degli operatori sia un

distributivo, la compatibilità della struttura portante a potenziali diversi

cambiamento negli esiti formali architettonici, verso la definizione di

usi futuri, la separazione in base alla durata prevista per la vita utile dei

una versione italiana della prefabbricazione a secco.

diversi livelli costituenti le stratigrafie di involucro e partizioni, l’accessibilità ai componenti ai fini dello smontaggio, l’opportunità di montare/

PROGETTAZIONE OTTIMIZZATA

smontare più componenti edilizi in parallelo invece che in sequenza, la reversibilità delle connessioni e la disassemblabilità degli impianti.

In un intervento edilizio nel quale si miri ad aumentare l’efficienza

Altri criteri riguardano strettamente le prestazioni dei materiali: è im-

nell’uso dei materiali, prevenendo e riducendo il volume dei rifiuti

portante considerare la durabilità dei componenti, la riciclabilità

prodotti, diviene strategico il ruolo del progettista che può agire su

dei materiali e la loro riconoscibilità, che può garantire il recupero

cinque punti chiave: recupero e riuso, prefabbricazione, ottimizzazione

di sostanze che, se non facilmente identificabili e classificabili, sarebbe

dei materiali, forniture con pochi scarti, progettazione per la flessibilità e

difficile destinare a riuso e/o riciclo.

decostruzione. Si ha la responsabilità, infatti, oltre che di definire quali

Infine, oltre a dover selezionare prodotti da costruzione a basso

materiali impiegare, di ottimizzarne le quantità, in modo da ridurre

impatto ambientale, processo di per sé complesso che richiede di

sia il fabbisogno di materie prime, sia il contenuto di energia

disporre di criteri di selezione, metodi di confronto e relativi strumenti

incorporata nell’edificio, sia gli scarti in fase di costruzione. Per

di supporto (come database di prodotti edilizi con punteggi comparabili

comprendere a che livello possa spingersi tale ottimizzazione, si pensi al

derivati da analisi LCA), e a poter influire sulla prevenzione dei rifiuti

velodromo del Parco Olimpico di Londra 2012: concepito per ridurre al

lavorando sul Design for deconstruction, saremo chiamati a dotarci di

minimo il quantitativo dei materiali impiegati grazie alla conformazione

strumenti e metodi specifici per valutare le potenzialità di recupero dei

del basamento e alla smaterializzazione della copertura, completamente

componenti. Diverrà sempre più strategico, per gli interventi sull’esi-

prefabbricata e messa in opera senza produzione di scarti.

stente, realizzare degli audit pre-demolizione, classificando e

Il progettista, inoltre, con le proprie scelte relative ai sistemi

stimando le tipologie e quantità di materiali presenti al fine di

costruttivi e alle modalità di messa in opera dei materiali, determina

identificare le migliori opzioni ambientali (riuso, riciclo, smaltimento),

direttamente il livello di trasformabilità e decostruibilità dell’or-

consentendo così di massimizzare il recupero di componenti e

ganismo edilizio, incidendo così sulla quantità di rifiuti che si produr-

materiali durante il successivo processo di demolizione selettiva. È

ranno nell’arco del suo ciclo di vita. Il progettista deve quindi prefigurare

bene ricordare che tutti questi aspetti, dalla decostruibilità alla stesura

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UP! 23


Tavolati in legno di recupero in vendita presso l’annuale SALVO Fair, fiera specializzata nel Regno Unito

degli audit pre-demolizione, sono contenuti nei CAM Edilizia, la cui

importante poter contare su strumenti informatici di supporto che fun-

applicazione è oggi obbligatoria in Italia per tutti gli appalti di lavori

gano da interfaccia tra i progettisti, gli appaltatori e le amministrazioni

edili pubblici.

pubbliche che ricevono i documenti. Un’esperienza importante, in questa direzione, è rappresentata dal software SmartWaste Plan, sviluppato

IL PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI CANTIERE E GLI STRUMENTI PER LO SVILUPPO

in Inghilterra dal centro di ricerca BRE (Building Research Establishment), tra i primi programmi al mondo a consentire un accurato monitoraggio della produzione dei rifiuti di cantiere e ad avere consentito la creazione

La normativa degli enti locali in materia di gestione dei rifiuti di

di un database di Piani di gestione dei rifiuti, utili alla comprensione

cantiere va, in conclusione, nella direzione dell’introduzione di un

dettagliata delle attuali modalità di gestione degli scarti.

!

elaborato denominato “Piano di gestione dei rifiuti di cantiere”, introdotto ad esempio dalla Regione Lazio già nel 2012 – con le prime linee guida per la gestione della filiera di riciclaggio, recupero e smaltimento dei rifiuti inerti D.G.R. del 26/01/2012 n. 34 – e recepito nella recente Delibera 100/2016 del Comune di Roma che ne rende obbligatoria la presentazione insieme alla domanda di Permesso di Costruire e degli altri titoli edilizi. Il Piano di gestione rappresenta un importante strumento di previsione e verifica delle modalità di gestione degli scarti, che va impostato già in fase di progettazione, con la stima delle quantità e tipologie di scarti che si andranno a produrre e l’indicazione degli impianti autorizzati al conferimento, individuati ai fini del recupero o dello smaltimento. Il Piano va poi completato mano a mano durante le fasi di esecuzione delle opere con i dati effettivi, e verificato a conclusione dei lavori rispetto ai quantitativi e alle destinazioni che i rifiuti hanno realmente raggiunto. Il Piano di gestione, in questo senso, è un prezioso strumento per la tracciabilità dei rifiuti edili, poiché può far emergere i volumi che oggi sfuggono alle modalità di gestione legali, nonché per la raccolta di dati certi sul fenomeno. Indubbiamente, però, per produrre dei Piani attendibili e poter garantire un’efficace raccolta dei dati, sarebbe

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Approfondisci il tema con la bibliografia di questo articolo e consulta i link utili sulla normativa su www.extraup.it


O UN ANTIPANICO

O UN ANTISISMICO Mungo ha sviluppato una gamma di ancoranti strutturali specificatamente studiati per zone tese e fessurate ad altissime performance e certificati in opzione 1, la massima possibile, passando il severo test americano ICC Evaluation Service come PRODOTTI ANTISISMICI. Sempre più architetti e progettisti richiedono a capitolato queste certificazioni, soprattutto in cantieri prestigiosi, quali elementi di garanzia, sicurezza e massima affidabilità.

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DAL RIUSO AL RIPOPOLAMENTO In Italia le tante iniziative per contrastare la cosiddetta “desertificazione demografica” coinvolgono in primis la sfera dell’abitare, a partire dalla vendita di edifici disabitati al prezzo di un caffè (a patto che vengano riqualificati). In Friuli ad esempio con l’innovativo “Bando Riuso” in due anni sono state recuperate oltre 800 case abbandonate. Si fa strada, così, un nuovo trend che punta tutto sul recupero invece che sulla cementificazione. di Carlo Vacca

D

a Trieste all’Italia intera, il riuso edilizio sta iniziando a prendere

case abbandonate dagli emigrati e le affitta a prezzi ragionevoli a turisti o

piede anche nell’ottica della prevenzione della cosiddetta “de-

migranti. A Cabella Ligure (AL), in Val Borbera, paga meno tasse chi si offre

sertificazione demografica”. Una costellazione di piccoli nuclei

di riqualificare il territorio, recuperando, ad esempio, edifici agricoli vuoti da

urbani perlopiù montuosi o collinari che un tempo, prima della nascita delle

tempo, mentre in città come Montieri (GR), in Toscana, o Carrega Ligure (AL),

grandi fabbriche, costituivano tessuti economici attivi grazie all’agricoltura,

in Piemonte, si può comprare casa al prezzo di un caffè, purché ci si impegni

ma che dal secondo dopoguerra a oggi si sono via via spopolati e rischiano

a ristrutturarla. «Le iniziative pensate dai Comuni polvere sono molteplici

di scomparire completamente. Come fotografa Il Fatto Quotidiano, a volte

– spiega la Passerini – e nascono tutte dal basso, dalla singola comunità,

si sono trasformati in città fantasma, come il minuscolo borgo di Casti-

perché non esistono incentivi, a livello nazionale, per il ripopolamento di

glioncello (FI) deserto dagli anni ’50, o Borgo Riena (PA) in Sicilia, Orsetti (VI)

un’area a rischio abbandono».

in Veneto, Narbona nel cuneense. Così, le amministrazioni di queste realtà

Il problema è reale: il geologo Fabio Di Bitonto, fondatore del sito web Paesi

scarsamente popolate si sono organizzate per invogliare giovani e famiglie

fantasma, ha mappato ben 1.500 borghi italiani totalmente abbandonati

a ritornare, offrendo incentivi economici, fiscali, mettendo in vendita le case

e li sta documentando online uno dopo l’altro: «Riceviamo moltissime

abbandonate a pochi spiccioli o ricostruendo servizi laddove la desertifica-

email di potenziali acquirenti, interessati ad accedere a questi immobili,

zione li aveva cancellati. «In Italia sono circa 2mila paesi che rientrano

ma spesso è difficile risalire alla proprietà oppure servono troppi soldi per

nella definizione di Comuni polvere – racconta Silvia Passerini, architetto

intervenire. In alcuni casi, dove è possibile comprare a prezzi bassi, sono stati

milanese tra i fondatori della “Rete del ritorno ai luoghi abbandonati” –. Collina

ripopolati interi vecchi borghi. Altrove una cordata di imprenditori ha

e montagna, infatti, a differenza della costa, raramente possono contare sul

acquistato e riqualificato interi paesini, per poi vendere o affittare gli

turismo stagionale, elemento che mantiene vive le comunità più piccole».

appartamenti», testimonia Di Bitonto a Il Sole 24ORE.

Tra le regioni italiane la più soggetta al rischio di desertificazione

Dal Friuli Venezia Giulia arriva, invece, un esempio vir-

demografica è la Calabria, ma non c’è territorio nazionale che sia esente

tuoso, il “Bando Riuso”, deliberato dalla Regione

dal fenomeno. A Riace, in provincia di Reggio Calabria, paese noto per

per agevolare il recupero, la riqualificazione o

il ritrovamento dei celebri Bronzi, l’amministrazione si è fatta affidare le

il riuso del patrimonio immobiliare esistente

Il borgo diroccato e abbandonato di Riena (PA) ©Annalisa Cannella

26 UP! Settembre 2017


DELTA® protegge i valori. Economizza l’energia. Crea comfort.

privato in stato di abbandono o di sottoutilizzo nei centri storici. Grazie al Bando del 2015 sono già 643 gli alloggi recuperati e ora una nuova erogazione regionale consentirà il riuso di altre 181 case. «Con questa delibera – spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio Mariagrazia Santoro – portiamo a 31,5 milioni di euro le risorse pubbliche destinate a questo innovativo canale contributivo introdotto nel 2015, che ha riscosso grandissimo successo in tutti i Comuni della regione, sia per le iniziative dei privati sia delle imprese. Il provvedimento si inserisce nella più ampia politica di riforma della casa che tiene conto delle rinnovate esigenze dei privati proprietari di immobili inutilizzati, e allo stesso tempo, offre risposte concrete alla crisi dell’edilizia, contribuendo al rilancio del settore, senza incidere ulteriormente sul consumo di suolo, ma incidendo sul recupero del patrimonio esistente». Il Bando prevede la concessione di contributi in conto capitale, nella misura massima del 50% della spesa riconosciuta ammissibile, per far fronte ai costi effettivamente sostenuti per la realizzazione d’interventi volti a favorire il recupero, la riqualificazione o il riuso del patrimonio immobiliare esistente privato in stato di abbandono o di sottoutilizzo nei centri storici.

!

IL CONSUMO DEL SUOLO Il percorso verso lo sviluppo sostenibile come tracciato dall’Agenda 2030 e la realizzazione degli SDGs, ossia i Sustainable Development Goals (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) che l’Assemblea generale dell’ONU ha individuato come agenda per tutti i Paesi del mondo, sono stati il tema guida del FORUM PA (Roma, 23-25 maggio 2017 presso “La Nuvola” dell’EUR). Un dibattito più che mai attuale e che nel nostro Paese sta portando a mettere nero su bianco quadro di riferimento, impegni, scelte e obiettivi strategici nazionali: è, infatti, on line sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare la Bozza 2.0 della “Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile”, un documento che in circa 110 pagine punta a mobilitare le energie di tutto il Paese nell’attuazione dell’Agenda 2030 approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2015. La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile 2017-2030 (SNS vS), come riportato nella premessa del documento, “si configura, anche alla luce dei cambiamenti intervenuti a seguito della crisi economico-finanziaria degli ultimi anni, come lo strumento principale per la creazione di un nuovo modello economico circolare, a basse emissioni di CO2, resiliente ai cambiamenti climatici e agli altri cambiamenti globali causa di crisi locali, come, ad esempio, la perdita di biodiversità, la modificazione dei cicli biogeochimici fondamentali (carbonio, azoto e fosforo) e i cambiamenti nell’utilizzo del suolo” e contiene “un insieme di obiettivi e di possibili misure capaci di orientare il sistema politico-normativo e conferire maggiore coerenza al percorso, spesso frammentato e contraddittorio, di sviluppo sostenibile del Paese per stimolare la crescita economica conciliandola con la tutela dell’ambiente, la protezione e promozione sociale”.

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UP! 27


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I NUMERI

I GRUPPI SOCIALI DEL CONDOMINIO ITALIA Il Rapporto Annuale 2017 di Istat traccia il profilo dei nove gruppi sociali in cui si suddividono le famiglie residenti in Italia per ambito territoriale, età, professione, titolo di studio, livello di spesa e consumi in base al reddito. di Francesca Negri - Rielaborazione da fonte Istat “Rapporto annuale 2017. La situazione del Paese”, presentato lo scorso maggio a Roma

FAMIGLIE A BASSO REDDITO FAMIGLIE A BASSO REDDITO CON STRANIERI

1,8 milioni di famiglie 4,7 milioni di persone

DIPLOMATA, LAVORO COME BADANTE IN UNA GRANDE CITTÀ DEL NORD VIVO IN AFFITTO E LA MIA FAMIGLIA È A RISCHIO POVERTÀ

FAMIGLIE A BASSO REDDITO DI SOLI ITALIANI

1,9 milioni di famiglie 8,3 milioni di persone

LICENZA MEDIA, OPERAIO, VIVO AL SUD. IN FAMIGLIA PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA VITA POLITICA

FAMIGLIE A REDDITO MEDIO FAMIGLIE DI OPERAI IN PENSIONE

DIPLOMATA, IMPIEGATA, VIVO AL CENTRO E HO DIFFICOLTÀ A CONCILIARE LAVORO DENTRO E FUORI CASA. IN FAMIGLIA LAVORIAMO IN DUE

0,8 milioni di famiglie 3,6 milioni di persone

LICENZA MEDIA, LAVORO IN PROPRIO NEL COMMERCIO. TEMPO LIBERO IN FAMIGLIA E CON GLI AMICI

ANZIANE SOLE E GIOVANI DISOCCUPATI ITALIANA, INATTIVA CON LICENZA ELEMENTARE. VIVO AL SUD IN UNA CASA POCO RISCALDATA E FACCIO VOLONTARIATO

3,5 milioni di famiglie 5,4 milioni di persone ITALIANO, DISOCCUPATO E DIPLOMATO. VIVO NELL’ITALIA INSULARE, MI PIACE USCIRE CON GLI AMICI

8,8 milioni di famiglie 16,7 milioni di individui 2,9 milioni di famiglie 6,2 milioni di persone

LICENZIA MEDIA, LAVORO NELL’INDUSTRIA PUR CON LIMITATE DISPONIBILITÀ ANDIAMO AL CINEMA E AI CONCERTI

FAMIGLIE BENESTANTI 4,8 milioni di famiglie 12,2 milioni di persone

FAMIGLIE TRADIZIONALI DELLA PROVINCIA

GIOVANI BLUE-COLLAR

5,8 milioni di famiglie 10,5 milioni di persone

VIVO IN UN PICCOLO CENTRO. CON I FIGLI FUORI CASA, IO E MIA MOGLIE FACCIAMO VITA SEDENTARIA TRA TV E QUOTIDIANI

FAMIGLIE DI IMPIEGATI

8,2 milioni di famiglie 22,1 milioni di individui

PENSIONI D’ARGENTO

2,4 milioni di famiglie 5,2 milioni di persone

PENSIONATO CON IL SISTEMA RETRIBUTIVO, VIVO AL NORD. IN FAMIGLIA AMIAMO LA LETTURA E CI TENIAMO IN FORMA

8,8 milioni di famiglie 22 milioni di individui CLASSE DIRIGENTE

1,8 milioni di famiglie 4,6 milioni di persone

ARCHITETTO, ARCHITETTO,VIVO VIVO NEL CENTRO STORICO DI DI UNA UNA GRANDE GRANDE CITTÀ. CITTÀ. CON CON MIA MIA MOGLIE MOGLIE FREQUENTIAMO FREQUENTIAMO MOSTRE, MOSTRE, TEATRI TEATRI EE CONCERTI ONCERTI DIDIMUSCIA MUSICACLASSICA CLASSICA

Settembre 2017

UP! 29


PER PROGETTARE BENE BISOGNA

CONOSCERE I MATERIALI

A dirlo è Francesco Isidori, giurato italiano del BigMat International Architecture Award 2017 che verrà assegnato il 24 novembre a Firenze. di Rosa Santavite

D

i rientro da Parigi, dove il 7 luglio scorso si è svolta la selezione del-

Nessuna controversia in fase di selezione? Come sempre, in una

le 88 opere candidate al BigMat International Architecture Award

giuria eterogenea, ci sono opinioni differenti. Possiamo però dire che

2017 (su un totale di oltre 850 progetti), l’architetto Francesco Isi-

c’è stata una generale convergenza di opinione nella valutazione sui

dori, nominato per l’edizione del 2015 del Mies Van Der Rohe Award, rac-

progetti meritevoli di passare alla fase successiva. È stato comunque

conta la sua esperienza come giurato italiano, in attesa che a ottobre ven-

difficile scegliere solo alcuni tra i tanti lavori di qualità che abbiamo

gano svelati i 13 progetti finalisti che verranno premiati il

scoperto e apprezzato.

PREMIO DEL PUBBLICO 2017, VOTA IL TUO PROGETTO PREFERITO!

24 novembre a Firenze. Come è andata la selezione e come valuta i progetti candidati? È stata

Tra i progetti italiani candidati ha riconosciuto un tratto distintivo rispetto ad altri Paesi europei? Il panorama

Fino al 24 ottobre 2017 tutti possono diventare membri

un’esperienza molto interessante

della giuria del BigMat International Architecture Award ’17

dell’architettura italiana oggi è ric-

per due motivi: il primo è che i

e decretare, tra gli 88 progetti selezionati, il vincitore del Premio

co ed eterogeneo, e racchiude

progetti presentati sono tutti di

del Pubblico 2017, novità di questa terza edizione. Si vota online e si

molteplici anime; è quindi diffi-

altissimo livello, molti candidati

posssono esprimere fino a un numero massimo di tre preferenze. Il più

cile tracciare un minimo comun

infatti sono anche dei Premi

votato vincerà il Premio del Pubblico (dal valore di 1.500 euro) che verrà

denominatore sia nei progetti

Pritzker (considerato il premio

annunciato durante la cerimonia di premiazione del 24 novembre a

presentati sia nel panorama

Nobel per l’architettura, ndr),

Firenze. Il Premio del Pubblico, l’unico non assegnato dalla Giuria uffi-

una conferma dell’alta qualità e

ciale, è un’importante novità del BigMat International Architecture

del prestigio raggiunto dal Premio

Award ’17. Per l’Italia concorrono 15 progetti (nelle foto qui

di Architettura BigMat in Europa, ma

in alto e a destra) che potete scoprire e votare sul sito

non c’è da stupirsi perché oggi l’80% si trova proprio in Europa. Il secondo motivo è stata

la possibilità di lavorare con una giuria illustre con cui c’è stato

una grande attenzione al contesto in cui si progetta e costruisce, questo è

www.architectureaward.bigmat.com.

delle migliori opere architettoniche al mondo

generale. Di sicuro tra i nostri architetti c’è

uno dei tratti peculiari della nostra cultura architettonica. Sono inoltre molto attenti all’uso dei materiali, ultima-

mente anche naturali. L’architettura italiana si colloca perfetta-

uno scambio di opinioni di alto profilo e un bel confronto durante la

mente nella fascia sud europea con realtà come Spagna, Portogallo e

selezione. Tra i progetti candidati il Portogallo, la Spagna e la Francia

Francia, in un perenne scambio di influenze e stimoli che ha sempre

hanno proposto opere di qualità e innovative, anche l’Italia ha presentato

caratterizzato tutto il mediterraneo. La produzione architettonica in Italia

dei buoni progetti anche se, rispetto all’alta qualità della produzione

è oggi buona e la qualità diffusa, penso ad esempio a quanto visto alla

attuale, è apparsa un po’ sotto tono.

14. Biennale di Architettura di Venezia, dove Cino Zucchi curò la mostra

La buona salute dell’architettura nel nostro Paese è però dimostrata

del Padiglione Italia, che faceva e fa tuttora ben sperare per il futuro

dalla numerosa partecipazione (169 candidati italiani, ndr).

dell’architettura italiana.

30 UP! Settembre 2017


Il Premio è organizzato dal Gruppo BigMat, leader nella distribuzione di materiali edili in Europa. La distribuzione come può essere di supporto al mondo dell’architettura? Credo che per progettare bene si debbano conoscere i materiali, anche quelli tradizionali, che oggi possono essere usati in chiave contemporanea e tecnologicamente avanzata. Il rapporto con la distribuzione dovrebbe essere incentivato e il ruolo della rivendita può essere importante sia in chiave di consulenza sia formativo perché in Italia non c’è una grande cultura dei materiali. Se nelle scuole manca l’approccio giusto la rivendita può diventare il luogo dove far avvicinare la progettazione alla specificità dei prodotti così da capirne le potenzialità. Nel suo ruolo di docente come vede i giovani architetti di oggi? Fortunatamente, ho notato che si sta tornando a riflettere su temi più profondi, su un’architettura più rigorosa, meno spettacolare e più attenta al contesto e al suo ruolo sociale. È finita forse l’epoca delle archistar e oggi i giovani architetti italiani sono sensibili alla ricerca di radici storiche. Assistiamo alla riscoperta dei nostri anni ’60 e delle tendenze europee di quel periodo, quando si rifletteva su come costruire le città e come trasformarle, in un periodo d’impegno e di attenzione verso l’essenza stessa dell’architettura. Come valuta questa iniziativa di BigMat che è l’unico Gruppo di distributori che promuove un Premio di tale portata per gli architetti? Questo premio è un’iniziativa molto importante perché l’architettura non è solo disegno astratto ma anche concretezza, materiali e rapporto con il territorio. Bisogna riportare l’architettura nel contesto in cui si costruisce, non solo ambientale e fisico ma anche sociale ed economico. L’architetto agisce sul contesto e lo trasforma, deve rapportarsi con la realtà partendo da un’attenta lettura per evitare di creare dei magnifici oggetti di design ma estranei all’ambiente in cui verranno collocati. Mettere in relazione la progettazione con la realtà di chi costruisce, dei materiali e delle soluzioni applicative può essere un passo avanti verso un’architettura “radicata”. In questo numero di UP! parliamo di rifiuti edili e materiali di riuso. L’architettura di oggi sa fare di questi elementi una chiave creativa? È in atto un cambiamento: dalla sostenibilità ambientale, tema ormai analizzato e affrontato da molti punti di vista, siamo passati alla sostenibilità economica, un tema importantissimo da approfondire in futuro. La scarsità di risorse e di materie prime diventerà a breve una criticità prioritaria soprattutto in alcuni Paesi e l’architettura dovrà ripensarsi in modo più sostenibile impegnandosi nel trovare soluzioni che comprendano il riuso intelligente dei materiali e il loro riciclo. Altra sostenibilità, per me comunque importante, è quella sociale: l’architettura deve costruire ambienti migliori per la vita dell’uomo e può farlo anche studiando come applicare prodotti naturali, penso ad esempio all’isolamento con fibre naturali o anche con materiali di riciclo. La ricerca in questo campo è un work in progress, è una strada difficile da percorrere ma stiamo indagando come poter sviluppare un codice architettonico che ci permetta di esprimerci, anche esteticamente, utilizzando e sfruttando materiali di riuso.

!

Francesco Isidori (primo da sinistra) insieme alla giuria del Premio durante la selezione del 7 luglio a Parigi

Aprile 2016

UP! 31


UP!

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LA SIMBOLOGIA DEL COLORE IN ARCHITETTURA Cromatismo e simbiosi con il paesaggio, Pedevilla Architects – vincitore del Premio Nazionale BigMat International Architecture Award ’15 – firma la nuova caserma dei pompieri di Campo Tures (BZ). di Stefano Guolo – Foto di Gustav Willeit

L

a montagna e le sue sfaccettature, i colori che mutano, le forme spigolose e aspre. Pedevilla Architects, studio con sede a Brunico

LA CASERMA DORATA

in Alto Adige, si ispira da sempre al paesaggio alpino e proprio a

La struttura collocata in un’area isolata all’ingresso della vallata è un

questo sembra fare eco anche nella realizzazione della nuova caserma

«landmark dorato», come lo definiscono i progettisti, che si sviluppa su un

dei Vigili del Fuoco di Campo Tures (BZ), all’ingresso della Valle Aurina,

solo livello fuori terra. Il design dell’edificio è compatto nelle dimensioni;

870 metri sopra il livello del mare.

la caserma – collocata fra la piccola zona residenziale a Nord e quella

La particolare colorazione, una delle firme stilistiche di Armin e Alexan-

industriale a Sud – riprende le volumetrie semplici degli edifici industriali

der Pedevilla, ricorda l’analoga caserma realizzata a Versciaco di San

ma nelle dimensioni è più simile alle abitazioni vicine. «È una cerniera

Candido (BZ), dove a dominare erano il rosso e il rosa. Qui la caserma

fra le due trame urbanistiche e il colore ne sottolinea l’importanza

“dorata” si armonizza invece con le sfumature che caratterizzano l’am-

per il paese trasformandolo in un “oggetto di saluto” riconoscibile, un

biente circostante durante la stagione autunnale e la tonalità giallo oro

landmark dorato appunto» spiegano i progettisti di Pedevilla Architects.

«si ispira ai boschi di larici attorno all’edificio, che diventano dorati con

L’edificio ha una sua eleganza, conferita dalla semplicità ed essenzialità

l’arrivo del freddo – spiegano i progettisti –, il colore è stato scelto per

delle linee, ed è stato progettato per essere estremamente funzionale,

richiamare la natura nella tipica gamma cromatica autunnale, dal giallo

con un’attenzione particolare all’accessibilità e ai collegamenti veloci,

al marrone, e inserire al meglio la struttura nell’ambiente montano».

di cruciale importanza durante un’efficiente procedura di intervento. L’edificio soddisfa tutte le esigenze che una stazione dei Vigili del Fuoco dovrebbe avere: un grande spazio di formazione davanti alla rimessa, ampio cortile con idrante, posti auto e la possibilità di un futuro am-

32 UP! Settembre 2017


Alexander e Armin Pedevilla • Fondato nel 2005 a Brunico (BZ), lo studio Pedevilla Architects si occupa sia di edilizia residenziale sia di edilizia pubblica ma anche di progetti di interior design e design concettuale. Il loro linguaggio architettonico implementa lo scenario alpino dell’Alto Adige, caratterizzato da condizioni climatiche difficili e dall’imponente panorama delle Alpi. Con i loro lavori hanno creato un nuovo stile di architettura: regionale e moderna che reinterpreta le tecniche costruttive tradizionali in modo contemporaneo, unendo artigianalità e matericità. Considerato uno dei più innovativi studi a livello nazionale e internazionale per l’architettura alpina, annovera molti riconoscimenti tra cui per citarne solo alcuni: nel 2017 la nomina per il Wienerberger Brick Award 2018, la nomina per il

premio Architetti Arco Alpino 2017, il premio Gold al German Design Award e il premio Material Preis; nel 2016 si sono aggiudicati l’Iconic Award “best of best” 2016, le madaglie Gold e Iron al A´Design Award. Nel 2016 sono stati finalisti di The Plan Award e hanno conseguito la menzione speciale all’Architizer A+ Award. Non ultimo nel 2015 si sono classificati al primo posto del Premio Nazionale BigMat International Architecture Award. Fino a dicembre 2017 lo studio Pedevilla Architects è anche autore della rubrica Riflessioni di un architetto di UP!.

pliamento dell’edificio stesso. «Nella costruzione compatta e funzionale

della “vasca bianca”, ovvero l’adozione di calcestruzzo impermeabile

abbiamo volutamente omesso ogni ornamento ridondante – spiega

in sostituzione ai metodi esterni (membrane sintetiche e bentoniti), per

l’architetto Armin Pedevilla – permettendo così maggiore libertà nelle

evitare conflitti con la falda acquifera. In tutto l’Alto Adige e anche nel

proposte riguardanti la forma, i materiali e i colori». Il colore soprattutto,

Comune di Campo Tures viene posta particolare attenzione al risparmio

conferito dall’intonaco giallo oro spruzzato sulla facciata con un effetto

energetico e alla sostenibilità, la stazione dei pompieri è stata quindi

molto ruvido, «ha aggiunto un attributo ludico all’edificio conferendo

progettata per essere un edificio ad alto risparmio energetico: le facciate

anche un fascino inaspettato alla nuova stazione dei pompieri».

sono state rivestite con uno strato di isolante applicato sulla struttura

La struttura portante è stata realizzata in cemento armato, gli interni

portante in cemento, prima di essere rifinite con un caratteristico into-

con tecnologie asciutte per consentire maggiore flessibilità nell’utilizzo

naco molto ruvido, tipico dell’architettura altoatesina, e poi dorate con

dei volumi. La struttura interrata è stata realizzata con la tecnologia

un intonaco colorato applicato a spruzzo. Il volume compatto permette

Settembre 2017

UP! 33


I NUMERI DELL’INTERVENTO Tipo di intervento: realizzazione della nuova caserma dei Vigili del Fuoco Luogo: Campo Tures (BZ) Committente: Comune di Campo Tures (BZ) Area: 8.800 mc – 1.500 mq Progetto e direzione dei lavori: Pedevilla Architects Progettazione statica: Studio di ingegneria Bergmeister Srl Impresa di costruzioni: Unionbau Srl Tempi di progettazione: 3 anni Tempi di intervento: da agosto 2014 a luglio 2016 Classe energetica: CasaClima A

inoltre una minore dispersione di energia verso l’esterno e all’interno

sul cortile di modo che sia facile controllare tutte le operazioni. Due le

la corretta distribuzione delle funzioni permette di ridurre gli sprechi di

stanze per il deposito di attrezzature speciali (dispositivi di respirazione

energia elettrica, i costi per le spese di manutenzione, di pulizie, ecc. Le

e indumenti speciali), collocate anch’esse subito dietro il parco mezzi e

porte d’ingresso, quelle interne e le finestre sono mascherate con lamiera

lo spogliatoio per velocizzare l’accesso in caso di intervento. Il deposito

stirata colorata sia per accorgimento estetico richiamando in lontananza

delle tubazioni si trova immediatamente dietro l’area di lavaggio, nella

lo stesso effetto di ruvidità proposto dall’intonaco a grana grossa delle

parte retrostante all’edificio al fine di avere un facile accesso in caso di

pareti esterne, sia come protezione parziale all’irraggiamento come nel

intervento. Lo spogliatoio del personale e i relativi servizi (bagni, lavandini

caso delle finestre al piano superiore. È inoltre un materiale duraturo, che

e docce) sono posizionati fra l’ingresso e il parco mezzi. Raggiungibili

necessita di poca manutenzione e preserva il suo aspetto estetico nel

direttamente dal parco mezzi anche il laboratorio per l’attrezzatura

tempo. I pavimenti delle aree operative sono antiscivolo, resistenti agli urti

tecnica e la stanza per i materiali d’equipaggiamento. Lo stoccaggio

e lavabili, mentre i piani di zona lounge al secondo piano sono in legno.

dei carburanti e dei materiali leganti (segatura) avviene invece in spazi separati con accesso dall’esterno. Al primo piano si trova una sala corsi

PAROLA D’ORDINE: ORGANIZZARE GLI SPAZI

per la formazione della squadra, illuminata da ampie finestre, è convertibile in dormitorio avendo vicino anche i bagni, una piccola cucina e la

In una struttura che accoglie mezzi e personale in perenne stato di

terrazza sul tetto utilizzata come area relax. È presente anche un ufficio

allerta e pronto all’emergenza è fondamentale progettare gli spazi con

per il comandante o il capo dell’amministrazione, a cui è annesso anche

rigore e ordine. La caserma è, infatti, un luogo di lavoro ma anche di

l’archivio. La camera da letto offre uno spazio di sosta fino a 3 persone,

vita quotidiana e cardini della progettazione sono stati la praticità e la

ambiente riservato alle persone che sono in stand-by o in turno di notte.

fruibilità degli ambienti anche in base alla diversa destinazione d’uso,

Nel piano interrato si trova la sala espositiva per le attrezzature storiche,

spesso tecnica o con esigenze specifiche. Al piano terra si trova la sala

dove sarà allestito in seguito un piccolo museo. Sempre interrato il

centrale destinata ai veicoli di soccorso, predisposta alla cura dei veicoli

magazzino uniformi, dove vengono conservate le divise di riserva per la

e al lavaggio delle tubature e per questo motivo collegata direttamente

brigata, il locale tecnico necessario per l’impianto di riscaldamento e la

alla strada. La sala notizie e la sala di controllo formano un’unica unità

ventilazione e in una stanza separata nel seminterrato si trova l’unità di

operativa e si trovano direttamente dietro il parco mezzi con vista diretta

alimentazione di emergenza.

34 UP! Settembre 2017

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UNA VILLA “AMARCORD” Importante recupero conservativo e ristrutturazione della villa seicentesca in cui soggiornò anche il regista Federico Fellini. Strategica è stata la consulenza del Punto Vendita BigMat di Magione (PG) nei lavori strutturali e nella cura delle finiture, per “ricordare” lo stile originario e dare nuova vita alla storica residenza. di Michela Pesenti

I

mmerso nelle colline toscane, a Chiusi (SI), a due passi da Cetona

bagno, due piscine (una aperta e una scoperta), locale bar e zona fattoria;

e Montepulciano, circondato da 1.400 ulivi secolari e piante ad alto

offre tutti i comfort di una residenza extra lusso insieme all’esperienza

fusto, si trova Villa Febea – residenza d’epoca in auge negli anni ’50 –

di soggiornare in un ambiente che ospitò nomi famosi del mondo dello

che oggi risorge ad antico splendore per trasformarsi in una struttura ricettiva

spettacolo come Federico Fellini, Anna Mazzamauro, Silvia Kòscina e

moderna ma dal fascino antico, per turisti principalmente stranieri. Villa

Corrado Mantoni. «L’edificio era in stato di totale abbandono – rac-

Febea, di proprietà di Jacopo Baiocco, è stata aperta al pubblico a marzo

conta Jacopo Baiocco, titolare della villa e progettista che ha curato la

2017; per la sua ristrutturazione la ditta BigMat Pesciarelli Edilizia di

ristrutturazione –. Durante il restauro di Villa Febea abbiamo mantenuto

Magione (PG) ha fornito consulenza nella scelta dei materiali più adatti

molte delle caratteristiche originarie come i bellissimi soffitti decorati

al restauro conservativo e alla ristrutturazione.

e in legno, abbiamo restaurato le porte e le finestre originali della villa sostituendo i vetri per garantire un isolamento efficiente».

IL RECUPERO DELLA RESIDENZA

Sempre in ottica di risparmio energetico è stato necessario provvedere all’isolamento termico delle pareti perimetrali – con oltre 2mila mq di

Villa Febea, originariamente rifugio per Cardinali e Vescovi, è un luogo

nuovo cappotto – così come all’isolamento del tetto e il rifacimento del

ideale per il relax e la meditazione, 1.000 mq complessivi – di cui 600

manto di copertura. «L’intervento, durato 2 anni, è stato un restauro di

mq solo per l’edificio principale – all’interno di una superficie totale tra

tipo conservativo in cui abbiamo cercato di recuperare quanto più possibile

terreno e immobile di 16 ettari con giardino e una splendida grotta etrusca

dando però una nuova e più funzionale suddivisione degli spazi interni –

nonché una chiesa risalente al 1800. Oggi la villa conta 12 camere con

racconta ancora Baiocco –, da marzo 2017 ospitiamo turisti da tutto il

I NUMERI DELL’INTERVENTO Tipo di intervento: ristrutturazione di una villa d’epoca Luogo: Chiusi (SI) Progettista: Jacopo Baiocco Direttore dei lavori: geometra Daniele Carnieri Impresa costruttrice: D.R. Costruzioni Snc di Daniele Pagliccia Intonaci e cappotti esterni: Luigi Nicolosi Impianti idraulici: T.S.M. Termoidraulica di Aldo Scarpanti e Andrea Macchiaiolo Impianti elettrici: Silvano Caponeri Tempi di intervento: 2 anni Classe energetica: in fase di assegnazione Materiali forniti da: BigMat Pesciarelli Edilizia di Magione (PG)

36 UP! Settembre 2017

Vista di Villa Febea e della piscina esterna dopo la ristrutturazione


Jacopo Baiocco • Titolare di Baiocco Villas, con il padre Giampietro, ha curato la progettazione della ristrutturazione di Villa Febea tenendo in considerazione le principali esigenze del turismo internazionale, grazie anche all’esperienza quindicinale nel settore ricettivo. La Baiocco Villas identifica e racchiude tre proprietà Villa Baiocco e Casa Baiocco a Città della Pieve (PG) e Villa Febea a Chiusi (SI), ed è specializzata nel recupero di poderi e antiche dimore, fra Umbria e Toscana, da convertire in prestigiose case vacanza di lusso da reinserire nel mercato immobiliare. All’interno delle tre dimore sono ospitate in media 800 persone l’anno; la ristrutturazione di Villa Febea è una delle scommesse più grandi dell’azienda nel 2017.

mondo». Gran parte degli intonaci interni e la relativa decorazione sono stati rinnovati con prodotti Saint-Gobain Weber, nello specifico: la finitura

LA NUOVA VILLA

colorata a spessore weber.cote acrylcover M, in pasta pronta all’uso per

Al piano terra è stato realizzato il grande salotto, dove gli ospiti possono

esterni di natura organica (con stesura del preparatore di sottofondo

cenare insieme, sempre allo stesso piano si trovano: cucina, bagni e

weber.prim RA13). Messo a nuovo anche l’intero impianto di depurazione

due stanze prive di barriere architettoniche per l’accoglienza di ospiti

e di fognatura, che è stato realizzato con tubazioni Rototec. Fonda-

con disabilità. Ai piani superiori è collocato un salone con camino e

mentale per la riuscita del progetto l’esperienza di BigMat Pesciarelli

le stanze, alcune dotate di idromassaggio. Nell’edificio adiacente si

Edilizia come racconta Danilo Pinzo, responsabile commerciale: «L’intera

trovano la sala colazioni e le altre camere. «Imponente l’intervento

ristrutturazione è stata eseguita senza intoppi perché sappiamo garantire

non solo sul cappotto e in copertura ma anche per gli impianti e per la

una consulenza completa, dalla scelta dei prodotti più adatti alla corretta

nuova pavimentazione all’interno della villa – spiega Danilo Pinzo –,

posa in cantiere, ad esempio il massiccio intervento sul cappotto con

dove sono stati selezionati e applicati quasi 2mila mq di prodotti dal

prodotti Weber è riuscito in modo ottimale proprio perché abbiamo

design raffinato come un grès porcellanato con spessore 10 mm che

preventivamente curato l’intervento».

ripropone toni anticati e una pavimentazione effetto legno per ricreare

Il sistema d’isolamento termico esterno “a cappotto” weber.therm family

un’atmosfera tradizionale ma allo stesso tempo moderna, nei bagni

white, rispondente alla normativa tecnica ETAG 004, è stato realizzato

come nella zona notte». Per le finiture degli ambienti bagno sono stati

mediante pannelli in EPS 100 bianco weber.therm F100 incollati con

scelti prodotti di rubinetteria del marchio Nobili e i box doccia Novellini.

adesivo webertherm AP60 start e ancorati con tasselli weber.therm

La piscina esterna da 12 m «è un’altra opera degna di nota per il risultato

TA8, quindi rasati con strato di finitura webertherm AP60 start armato

estetico e qualitativo – aggiunge Pinzo –, la pavimentazione interna

con fibra di vetro weber.therm RE160. Altri prodotti applicati sono stati:

alla piscina così come quella esterna circostante è stata realizzata con

weber IP 610 extra per la realizzazione di alcuni intonaci; weber dry

piastrelle 20x20 cm Taupe della collezione Colour di Leonardo Ceramica

OSMO per l’intonaco impermeabile a spessore e weber floor AL per la

della Cooperativa Ceramica d’Imola e per l’impermeabilizzazione è stato

realizzazione di rasatura autolivellante.

applicato il rivestimento Plastivo 180 di Volteco».

IL RUOLO DI BIGMAT Per il progetto di Villa Febea sono stati forniti i materiali per la ristrutturazione e la consulenza a opera del responsabile commerciale del Punto Vendita BigMat di Magione (PG), Danilo Pinzo (nella foto a destra) con la proposta di soluzioni innovative ma al tempo stesso attente alla storicità dell’edificio. «È stata la prima esperienza di collaborazione con BigMat Pesciarelli, siamo stati seguiti perfettamente per tutta la durata dei lavori – commenta soddisfatto il progettista e proprietario Jacopo Baiocco –. Lo staff è stato fondamentale nella scelta di alcuni prodotti,

!

come il tipo di cappotto e i rivestimenti a pavimento, ci siamo affidati completamente alla loro esperienza che ha soddisfatto le aspettative». BigMat Pesciarelli Edilizia, attivo da 50 anni nel territorio umbro, è una realtà storica nel campo dei materiali da costruzione con un’ampia offerta di prodotti: dalla fondazione al tetto, dal colore all’interior design e all’arredobagno. Il servizio affidabile e la pluriennale competenza dei 40 dipendenti tra tecnici, ingegneri e agenti di commercio, sono i punti di forza del Punto Vendita con oltre 14mila mq con annesso magazzino e parco macchine oltre allo showroom da 2mila mq.

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SUL CAMMINO DI SANTIAGO, OSPITALITÀ FIRMATA BIGMAT Il Punto Vendita BigMat di Sarezzo (BS) realizza il sogno dell’ex imprenditore bresciano Bruno Bernoni: ristrutturare un’antica casa colonica castigliana in un albergue per i pellegrini. di Cristina Serra

E

ra il 2004 quando Bruno Bernoni percorse la prima parte del

prosegue Bernoni –, ma i risultati hanno superato le aspettative e oggi

Camino di Santiago e ne rimase così conquistato da tornare a

è una bellissima realtà dove i viaggiatori, provenienti da tutto il mondo,

completarlo nel 2008 per poi decidere di aprire un proprio albergue

possono trovare la qualità dell’accoglienza italiana».

de peregrinos lungo il percorso. «Se dovessi descrivere con una sola parola il significato del Cammino di Santiago de Compostela direi senza dubbio condivisione», racconta lo stesso Bernoni, oggi proprietario di

DA CASA COLONICA AD ALBERGUE

Hospital San Bruno nella piccolissima località di Moratinos, paesino di

La costruzione di Hospital San Bruno, inaugurato nel 2011, è stata

12 case e 22 abitanti su un altopiano della Castilla y León, in Spagna.

possibile grazie al sostegno di tantissime persone e al contributo soprat-

«È uno fra i più piccoli pueblos della Tierra de Campos attraversata dal

tutto di due aziende bresciane che hanno sostenuto la ristrutturazione:

Cammino di Santiago, un piccolo borgo dove ho trovato una casa che si

la storica Defarma, azienda del settore dei presidi medico chirurgi-

poteva adattare e trasformare in un accogliente rifugio per i pellegrini –

ci, e BigMat Maflan, che ha fornito alcuni materiali da costruzione.

Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui ci sarebbe la tomba dell’Apostolo Giacomo il Maggiore. Le strade francesi e spagnole che compongono l’itinerario sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Si tratta di un percorso di 800 km e della durata di un mese a seconda del sentiero e dell’allenamento. 38 UP! Settembre 2017


IL RUOLO DI BIGMAT BigMat Maflan da oltre 30 anni propone consulenza, assistenza e prodotti all’avanguardia sia per professionisti sia per utenti privati. Nel Punto Vendita di Sarezzo (BS) un’ampia gamma di materiali edili, anche a basso impatto ambientale, e presso lo showroom si trovano materiali e soluzioni per pavimenti e rivestimenti, arredobagno, stufe e caminetti, sistemi solari e fotovoltaici. «La nostra azienda ha come motto “Progettiamo i tuoi sogni” e siamo molto felici di aver aiutato Bruno, al quale siamo legati da un rapporto di amicizia, in questo suo sogno – dichiara Lorenzo Belleri (nella foto qui accanto), uno dei titolari di BigMat Maflan insieme alle

sorelle Anna Flavia e Viviana e ai tre cugini Alessandro Belleri con i fratelli Ivan e Tiziana –. È stato un piacere poter contribuire alla ristrutturazione con la fornitura dei materiali e cooperare con la progettista Isabel Bermejo di Palencia, in Spagna, offrendo la nostra consulenza ed esperienza». BigMat Maflan, azienda dall’impronta famigliare, guarda da sempre alla qualità della vita di chi vive all’interno delle strutture «come nel caso all’Hospital San Bruno, in cui alloggiano i pellegrini di tutto il mondo; realizziamo progetti a regola d’arte grazie alla conoscenza approfondita di tutte le soluzioni che il mercato propone in ambito edile e di finiture d’interni».

«Un cantiere singolare quello di Moratinos – spiega l’architetto Anna

come vuole la tradizione costruttiva del luogo, per creare un piccolo

Bernoni di BigMat Maflan, che ha fornito consulenza in fase di progetta-

porticato. All’interno, nell’ala fronte strada, è stato mantenuto il soffitto

zione –. Un progetto di ristrutturazione e trasformazione pressoché totale

originario in legno, il materiale è stato salvato grazie a un trattamento di

che ha coinvolto il 90% della struttura esistente ed è stato eseguito in

pulizia e mantenimento. La maggior parte dei pavimenti, tranne quelli di

poco più di 200 giorni». La casa colonica in rovina e fatiscente era stata

ingresso e della scala, sono nuovi realizzati in grès porcellanato fornito

realizzata con parti in paglia e fieno, tipica tecnica costruttiva castigliana

da BigMat Maflan. Oggi sono 28 gli ospiti che possono alloggiare ogni

che non è stato possibile mantenere. L’intervento è quindi partito dalla

notte all’Hospital San Bruno, gestito dall’Associazione Bresciana Amici

ricostruzione della struttura con laterizi e con un ampio uso di sistemi a

del Cammino di Santiago.

!

secco in modo da poter costruire agilmente e rapidamente, consentendo anche l’inserimento degli impianti, tutti messi a nuovo. «Visivamente abbiamo mantenuto intatta la volumetria dell’edificio, che si estende su 320 mq totali, ma all’interno abbiamo ridistribuito gli spazi in modo funzionale all’ostello – spiega ancora Anna Bernoni –. Abbiamo quasi creato dal nulla una grande cucina dove poter preparare i pasti degli ospiti, due dormitori, due camere matrimoniali più piccole e una stanza dedicata ai diversamente abili; 7 nuovi bagni, una zona ristoro/bar comune e un giardino porticato». La copertura originale, su cui si trovava anche dell’amianto, è stata bonificata e demolita, sostituita da un nuovo tetto di 220 mq in legno, ventilato e rivestito con coppi; la ricostruzione ha previsto anche l’aggiunta di alcune colonne in legno con base in pietra,

I NUMERI DELL’INTERVENTO Tipo di intervento: ristrutturazione e riqualificazione di una casa colonica in ostello Luogo: Moratinos, provincia di Palencia (Spagna) Progettista: Isabel Bermejo Consulenza nella progettazione: architetto Anna Bernoni Direttore dei lavori: ingegner Giuseppe Ragazzoni Tempi di intervento: 210 giorni Classe energetica: non disponibile Materiali forniti da: BigMat Maflan di Sarezzo (BS)

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UP! 39




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SPECIALE MASSETTO Approfondimento sul tema del massetto, dalla scelta alla posa corretta. a cura della Redazione

I

l patrimonio edilizio italiano, secondo il censimento elaborato

razioni familiari impongono periodiche ristrutturazioni di tale patrimonio

dall’Istat nel 2012, risulta essere di oltre 14 milioni di edifici, di

immobiliare, in cui gli strati costruttivi che costituiscono il solaio sono

cui circa 12 milioni a carattere residenziale. Più della metà di questo

spesso tra i più interessati. Con il supporto di Wolters Kluwer, Gruppo

parco edile è stato realizzato a partire dal secondo dopoguerra, con ca-

editoriale nel mercato dell’informazione, del software e della formazio-

ratteristiche costruttive largamente diffuse quali la struttura portante in

ne professionale, in questo speciale concentreremo l’attenzione

calcestruzzo armato, abbinata ai solai in latero–cemento e la muratura

sul massetto, aiutando a comprendere come intervenire e quali

perimetrale in laterizio a cassa vuota. Il tempo e il susseguirsi delle gene-

prodotti utilizzare in base alle specifiche esigenze costruttive.

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SPECIALE MASSETTO

IL MASSETTO NELLE RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE Dalla scelta alla posa corretta. a cura di Fabrizio Aimar*, Wolters Kluwer, Gruppo editoriale nel mercato dell’informazione, del software e della formazione professionale, in collaborazione con l’Ufficio Tecnico BigMat

N

egli interventi di ristrutturazione degli edifici a uso residenziale,

termini di lavorabilità, di aderenza ai vari supporti e ne riducono il ritiro.

il ruolo del massetto assume una grande importanza, spesso

L’impasto che ne risulta viene gettato sui solai di piano, così come

sottovalutata, come ad esempio nei lavori che interessano il

sui vespai, con l’obiettivo di avere una superficie regolare, stabile,

rifacimento di zone cottura/cucine e di bagni, le cui tubazioni necessi-

asciutta e perfettamente in bolla, essenziale per la posa in opera

tano di essere sostituite per via dell’usura dovuta al tempo oppure agli

dello strato di finitura. A livello normativo, invece, precise indicazioni

edifici storici in cui si intenda recuperare una particolare pavimenta-

sono riportate nelle UNI EN 13318:2002 e 13813:2014 (vedi box).

zione di pregio, magari mosaicata o un parquet. Il massetto è quella parte del solaio, a volte confusa con il sottofondo sul quale invece poggia, direttamente o indirettamente, e svolge molteplici funzioni, tra cui garantire un livello determinato (quota del pavimento finito), ripartire il carico degli elementi sovrastanti, accogliere la pavimentazione finale e garantirne la durabilità. Per questa ragione la realizzazione deve essere fatta a “regola d’arte” e ciò richiede una specifica conoscenza delle tecniche costruttive, un’attenzione alla scelta dei materiali e al loro utilizzo e, non ultimo, una certa esperienza nella posa. Cominciamo questo speciale chiarendo sin da subito il significato di massetto in edilizia e quindi analizzando in dettaglio le tecniche costruttive, indispensabili al fine di realizzare un lavoro di qualità e a regola d’arte.

CHE COS’È IL MASSETTO? Secondo la professoressa Giovanna Franco, dell’Università degli Studi di Genova – Dipartimento DSA Architettura, il massetto è quello strato di conglomerato sottile, il cui spessore varia da 3 – 4 cm fino a 10 – 12 cm, tradizionalmente a base di leganti cementizi (o idraulici), aggregati silicei e calcarei, il cui dosaggio viene definito da una precisa distribuzione granulometrica. A esso vengono aggiunti additivi specifici che ne migliorano le prestazioni in * Fabrizio Aimar è architetto libero professionista. Dal 2009, i suoi scritti compaiono in diverse testate di settore, sia nazionali sia estere, tra cui Il Giornale dell’Architettura, Architetto.info, Ingegneri.info, C3 magazine e Wired, annoverando oltre 50 pubblicazioni scientifiche.

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NORMATIVE DI RIFERIMENTO PER I MASSETTI ◗ UNI EN 13318:2002. “Massetti e materiali per massetti – Definizioni”. Secondo questa norma, il massetto di supporto è lo strato non strutturale di materiale, posato in cantiere su relativo sottofondo (a cui può aderire o meno) o su di uno strato intermedio o isolante. Può essere gettato per ottenere un piano accuratamente livellato, ripartire i carichi che andranno a gravare sopra di esso e, in ultimo, accogliere la pavimentazione o la finitura finale. ◗ UNI EN 13813:2004. “Massetti e materiali per massetti – Materiali per massetti – Proprietà e requisiti”. Questa norma indica i materiali da utilizzare per realizzare pavimentazioni in interni, con proprietà e requisiti. Definisce inoltre i leganti che distinguono i vari tipi di massetti: quelli a base cementizia sono identificabili dal codice CT in base al rilascio di sostanze corrosive, CA per quelli a base di anidrite o CAF per gli autolivellanti in solfato di calcio. In buona sostanza, la norma identifica i parametri utili dei materiali impiegabili nei massetti freschi così come in quelli induriti. Nei primi, vengono indicati i valori che devono avere l’impasto e le sue prestazioni, ossia il pH, la consistenza e, infine, la presa, e le relative modalità. Nei secondi, invece, si definiscono le proprietà del prodotto indurito, quali i livelli minimi di resistenza a compressione, a flessione (codice F) e all’usura, così come la reazione al fuoco e all’acqua, nonché le capacità di isolamento termico e acustico.


SPECIALE MASSETTO L’armatura con rete elettrosaldata

TECNICHE COSTRUTTIVE

Il massetto può essere armato con rete elettrosaldata (vedi Figura

L’esecuzione e la posa in opera

1), metallica o in fibra di vetro, collocata a circa metà o nel terzo su-

Il massetto viene gettato in opera sui solai di piano a tramezzature

periore del suo spessore, al fine di ripartire i carichi verticali che

ultimate, oppure in un secondo momento per dare libertà al cliente di

su di esso gravano. Tale rete, inoltre, consente di resistere sia agli

modificare i vari ambienti nel tempo. Può essere posato su sottofondo

sforzi di compressione sia a quelli tangenziali indotti dai carichi agenti,

o su pannelli isolanti, con l’eventuale interposizione di uno strato di

evitando così fratture o fessurazioni, come normato dalla UNI EN

scorrimento.

13892–2:2005 (Parte 2: Determinazione della resistenza a flessione

La realizzazione può avvenire impiegando calcestruzzi ordinari a

e a compressione). Il massetto può anche non essere armato, ma

prestazione garantita o, più spesso e di preferenza, con calcestruz-

ciò dipende dalle destinazioni d’uso degli ambienti soprastanti.

zi leggeri o alleggeriti. Nei casi in cui sia richiesto l’incremento del-

In ogni caso, qualora la stesura avvenga su supporti alleggeriti a bassa

la coibenza termica, o siano necessari spessori maggiori a 10 cm,

densità, o al di sopra di materiali comprimibili, il suo spessore e le

si consiglia di adoperare miscele con malte cementizie e aggregati

eventuali armature devono essere dimensionate anche tenendo conto

dal basso peso specifico, granulari e isolanti, quali vermiculite, per-

della deformabilità dei suddetti.

lite, polistirene, argilla espansa, ecc. Successivamente, il getto viene frattazzato e lisciato per avere una superficie planare e priva di parti

La scelta degli inerti

incoerenti; l’esecuzione deve avvenire con un certo anticipo, in modo

Gli inerti hanno ridotta granulometria: si pensi, ad esempio, all’argilla

tale che il piano risulti sufficientemente asciutto e idoneo per le

espansa, in cui variano da 0 a 16 mm. Le malte che ne derivano, se

operazioni successive. Ciò è molto importante, perché l’eventuale

necessario, vengono micro-additivate al fine di accelerarne il processo

ritenzione idrica di alcuni tipi di inerti potrebbe creare problemi di posa

di indurimento, oltre che a contenerne il ritiro. L’impiego di aggre-

in alcune tipologie di pavimentazione (quali legno, laminati, ecc.).

gati isolanti consente di raggiungere un coefficiente di conducibilità termica pari a circa un quarto rispetto al tradizionale massetto sabbia/cemento (vedi la norma UNI EN 12524), limitando la 1dispersione di calore nei solai di interpiano. Inoltre, la ridotta massa Rivestimento ceramico

1

2 Retepermette portaintonaco volumica anche di abbreviare le tempistiche di movimenta-

2

3 Guarnizione elastica zione del materiale all’interno dell’area di cantiere. Ciò consente di

3

4

Profilato a sezione circolare in

4

avere schiuma un massetto dalle caratteristiche di lavorazione e residi polietilene espanso a

5

tradizionale ma con il vantaggio di una posa semplificata e 6 Letto di malta

6

7 Cuneo di schiuma espansa quindi, in definitiva, minori costi di posa. Per quanto concerne l’ag-

cellule chiuse stenze meccaniche confrontabili con quelle di un massetto 5

Materiale di riempimento

rigida Telo di scorrimento a un solo cementizia strato del massetto ne diminuisce considerevolmente il ritiro. Tra 9 Impermeabilizzazione questi vi sono, ad esempio, fibre metalliche, polipropileniche, polietile10 Massetto armato (strato di niche ripartizione o vetrose, aventi variabile da 6 a 50 mm. del lunghezza carico) 11 Getto di pendenza 12 Solaio rustico

giunta di inerti, il rinforzo con elementi fibrosi discontinui della matrice 8

7 8 9 10

I MASSETTI: COME SCEGLIERE QUELLO GIUSTO?

11 12

1. 2. 3. 4. 5. 6.

L’edilizia, con le sue soluzioni tecniche, nasce per rispondere ai bisogni Rivestimento ceramico Rete portaintonaco Guarnizione elastica Profilato a sezione circolare in schiuma di polietilene espanso a cellule chiuse Materiale di riempimento Letto di malta

7.

Cuneo di schiuma espansa rigida 8. Telo di scorrimento a un solo strato 9. Impermeabilizzazione 10. Massetto armato (strato di ripartizione del carico) 11. Getto di pendenza 12. Solaio rustico

del committente. Qualora si intenda rifare la rete idrico–sanitaria di casa, ad esempio, è bene calcolare la corretta pendenza degli scarichi in rapporto allo spessore massimo di sottofondo e massetto. La scelta del massetto dipende da esigenze funzionali, come quella appena menzionata, da esigenze strutturali, come la necessità di non appesantire la struttura portante e da esigenze “estetiche” quando l’utente finale richiede uno strato di finitura (pavimentazione) particolarmente sensibile all’umidità. Ad esempio

Figura 1 – Esempio di massetto armato con rete elettrosaldata, con giunto a parete [fonte Rudolf Lückmann, Elementi e parti dell’edificio, UTET Scienze Tecniche, 2008 – pag. 88]

nel caso di parquet, gomma o resina potrebbe essere più indicato un massetto a presa rapida e ritiro controllato che asciughi in modo

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SPECIALE MASSETTO LE FIBRE Le fibre sono un rinforzo secondario all’interno della matrice di cemento e ne aumentano la durabilità, grazie a una maggior resistenza alla carbonatazione, ne potenziano le caratteristiche meccaniche e la resistenza agli urti, così come all’abrasione, ai cicli di gelo/disgelo, ecc. Ad esempio, la caratteristica antifessurativa propria dei rinforzi fibrosi, presenti nell’impasto, permette di evitare la fornitura e la posa in opera della rete elettrosaldata anche in spessori ridotti, con benefici sui costi e sulla logistica. Infatti, tali fibre limitano la

formazione di fessure dovute a dilatazioni plastiche o a fenomeni di trazione nella parte superiore del massetto, innescando il propagarsi di microlesioni che, tuttavia, non portano alla rottura. L’incidenza al metro cubo delle fibre polimeriche, rispetto alla massa volumica dell’impasto, è minore dello 0,1%, un peso dunque molto inferiore rispetto a quello della rete elettrosaldata. Le loro resistenze meccaniche sono tali da garantire la posa in opera di pavimenti in resina, resina cementizia, parquet, resilienti e prodotti ceramici a uso civile, commerciale, industriale e sportivo. Gli spessori variano a seconda dell’impiego: in massetti aderenti, si consiglia uno spessore da 2 – 3 cm fino a 8 cm, mentre in quelli galleggianti da 4 a 8 cm.

adeguato prima della posa della pavimentazione. Oltre tali aspetti

nei casi di realizzazioni con massetto galleggiante. Pertanto, come

non va poi dimenticato lo spessore totale a disposizione che po-

fare a scegliere quello giusto? Esaminiamoli in dettaglio per

trebbe rappresentare un vincolo, non di poco conto, specialmente

capirne gli usi e le caratteristiche.

MASSETTI FIBRATI IN TEMPI RECORD

T

urbo Mass è l’innovativo massetto a rapida asciugatura con resistenze meccaniche migliorate, a impiego tradizionale in bi– sacco. Prodotto da Vaga (Gruppo Mapei) è l’ideale per la realizzazione di massetti con tempi rapidi di asciugatura funzionali nei casi di posa di parquet e ovunque serva un residuo di umidità del sottofondo inferiore al 2% già dopo 4 giorni. Turbo Mass è la soluzione adatta per cantieri in cui sono richiesti bassi costi operativi, velocità di posa e pulizia oltre a resistenze certificate, un’eccellente lavorabilità e un prodotto compatibile per l’ottenimento dei punteggi LEED. La nuova residenza Torre Fara a Chiavari (GE) è un esempio dell’utilizzo della tecnologia e della tradizione dei prodotti Vaga in un nuovo centro residenziale di lusso sulla riviera Ligure, con vista Portofino. Turbo Mass ha permesso all’impresa costruttrice di raggiungere in tempi strettissimi il primo traguardo dei lavori: posare,

impermeabilizzare e rivestire tutte le terrazze del nuovo complesso. Dopo solo 4 giorni dalla posa si è potuto procedere alla relativa impermeabilizzazione del supporto e alla successiva copertura con materiale ceramico, rispettando così i tempi di consegna.

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46 UP! Settembre 2017


SPECIALE MASSETTO Il massetto non aderente (desolidarizzato)

zato. Tale massetto, infatti, aderisce direttamente alla soletta, ossia

Il massetto non aderente, o desolidarizzato (vedi Figura 2), si chia-

all’elemento strutturale sottostante che costituisce il solaio di inter-

ma così in quanto viene interposto un sottile strato separatore

piano. L’aggrappo a tale superficie può avvenire con diverse modalità,

tra il massetto stesso e il supporto strutturale su cui poggia.

per via delle differenti caratteristiche meccaniche del fondo stesso. Ad

Tale strato (foglio in polietilene o altro materiale incomprimibile) viene

esempio, questo può verificarsi per semplice attrito radente, grazie

posato sia sul fondo del locale sia sui suoi risvolti verticali lungo il

alla scabrosità dell’area su cui viene posato l’impasto, oppure median-

perimetro della stanza considerata. È bene ricordare che le giunzioni

te ancoraggi meccanici o chimici. Nel caso di ancoraggi meccanici,

devono essere sormontate in maniera adeguata per un tratto di alme-

il massetto solidarizza a un supporto metallico (chiodature o tasselli),

no 20 – 25 cm e sigillate con nastro isolante. La pavimentazione viene

mentre nel caso di ancoraggi chimici, tale ruolo è svolto da boiacche

così svincolata da possibili mutamenti di forma e di dimensioni cau-

cementizie, resine, leganti o emulsioni da applicare mediante pennel-

sati da eventuali sollecitazioni, come la dilatazione (lineare, angolare

latura o spatolatura.

o volumetrica), la viscosità, il ritiro del calcestruzzo, gli abbassamenti, ecc. Inoltre, in presenza di sovrapposizioni di condotti impiantistici e

1 2 3 4

di uno spessore dello strato inferiore a 4 cm, è utile inserire una rete metallica zincata, fine e a maglie strette, con l’obiettivo di impedire formazioni di dislivelli. Quando viene realizzato in bassi spessori può essere soggetto a fenomeni di imbarcamento. In tal caso, è consiglia-

1 2 3 4

bile l’uso di prodotti a ritiro controllato, ribadendo la necessità di una buona planarità e asciugatura del supporto.

1 2 3 4 5 6

1 2 3 4 5 6 1. 2. 3. 4.

Fuga elastica Nastro perimetrale Pavimento finito Massetto Foglio in polietilene da 0,1 mm in doppio strato Solaio in cemento armato Rivestimento Massetto, non armato Strato di imprimitura Solaio in cemento armato

Figura 3 – Esempio di massetto aderente, non armato [fonte Rudolf Lückmann, Elementi e parti dell’edificio, UTET Scienze Tecniche, 2008 – pag. 110]

Il massetto galleggiante Il massetto galleggiante (vedi esempio in Figura 4, pag. 48) è la so1. 2. 3. 4. 5. 6.

Fuga elastica Nastro pemimetrale comprimibile Pavimento finito Massetto Foglio di polietilene da 0,1 mm in doppio strato (strato separatore) Solaio in cemento armato

luzione tecnologica usata per garantire l’isolamento dai rumori da calpestio, che si propagano per vibrazione nella struttura. Durante le realizzazioni in abitazioni civili, progettando ed eseguendo i lavori a regola d’arte, è bene stendere il massetto preparando le fasce di livello al fine di ottenere uno spessore minimo pari a 4 cm. In seguito, la pavimentazione soprastante viene isolata dal resto

Figura 2 – Esempio di massetto su strato di separazione [fonte Rudolf Lückmann, Elementi e parti dell’edificio, UTET Scienze Tecniche, 2008 – pag. 115]

dell’ambiente con l’impiego di un materassino elastico–resiliente (ad esempio bitume polimerico accoppiato a fibre minerali). Di solito quest’ultimo poggia su un pannello di isolante termico e deve essere

Il massetto aderente

caratterizzato da un coefficiente di rigidità dinamica (s’) il più basso

Il massetto in aderenza (vedi esempio in Figura 3) si esegue quan-

possibile. Tale valore (in MN/mc) indica le caratteristiche di smorza-

do si è condizionati da spessori limitati a disposizione, inferiori a

mento acustico del pannello. La necessaria fase progettuale, legata

3,5 – 4 cm, che impediscono di realizzare quello di tipo desolidariz-

ai calcoli previsionali di un professionista, fa riferimento alle norme

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Rivestim Massett Strato d Solaio in


SPECIALE MASSETTO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

specifiche sull’acustica in edilizia, quali la UNI EN 12354–2:2002 1 Zoccolino

2 Nastro (Valutazioni delleperimetrale prestazioni acustiche di edifici a partire dalle pre3 Pavimento stazioni di prodotti – Isolamento acustico al calpestio tra ambienti) e Massetto non(Guida armato la 4UNI/TR 11175:2005 alle norme serie UNI EN 12354 per la 5 Foglio 0,1 mm previsione dellepolietilene prestazioni acustiche degli edifici – Applicazione alla 6 Isolamento acustico da rumore di calpestio tipologia costruttiva nazionale). 7 Isolamento termico Foglio di polietilene mm Per8 quanto concerne la posa in0,2 opera, invece, è possibile far rife9 Guaina in PVCfornite 0,5 mm rimento alle indicazioni dalla norma UNI 11516:2013 (“Indi10 Solaio armato cazioni di posa in in cemento opera dei sistemi di pavimentazione galleggiante per l’isolamento acustico”). Per approfondimenti a riguardo vedi Speciale di UP!, dicembre 2016 “Speciale isolamento acustico dai rumori da impatto”. Il massetto radiante: umido o a secco Questa tipologia di massetto (vedi esempi in Figura 5), ha caratteristiche simili a quelle già citate per il massetto galleggiante. Le serpentine dell’impianto radiante poggiano su di uno strato di

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

Zoccolino Nastro perimetrale Pavimento Massetto non armato Foglio polietilene 0,1 mm Isolamento acustico da rumore di calpestio Isolamento termico Foglio di polietilene 0,2 mm Guaina in PVC 0,5 mm Solaio in cemento armato

coibente termico, solidarizzato al supporto sottostante da una barriera al vapore per impedire la risalita capillare dell’umidità. Successivamente, il massetto viene gettato al di sopra di questi pannelli, fungendo da cappa protettiva e da buon conduttore termico. In altri casi, il massetto può anche essere integralmente a secco (vedi Figura 6) e inglobare altri impianti oltre a quello di riscaldamento a pannelli radianti (massetto riscaldante), come le tubazioni idrico– sanitarie o le canaline elettriche. Le piastre sistema, in grado di di-

Figura 4 – Esempio di massetto galleggiante, non armato, su foglio di polietilene. [fonte Rudolf Lückmann, Elementi e parti dell’edificio, UTET Scienze Tecniche, 2008 – pag. 111]

IL MASSETTO IDEALE PER RISCALDAMENTO A PAVIMENTO

I

l nuovo massetto cementizio RÖFIX 974, novità del 2017, si caratterizza per elevati requisiti di qualità in conformità alla norma UNI EN 13813 ed è omologato secondo i criteri dell’Istituto austriaco per la bioedilizia e l’ecologia edilizia (IBO). Il nuovo massetto cementizio a indurimento rapido si configura come soluzione ideale per la realizzazione di massetti con ottimali prestazioni in termini di resistenza a compressione e alla flessione, assolvendo al meglio alla funzione di distribuzione dei carichi e supporto della pavimentazione. I massetti cementizi RÖFIX 974 a indurimento rapido portano inoltre vantaggi in termini di agibilità quasi immediata e una lavorazione agevole e veloce. La loro insensibilità all’umidità e la versatilità di impiego ne consentono un utilizzo universale sia per realizzazioni nuove sia in fase di risanamento e restauro: ideale nella realizzazione di massetti galleggianti su strato isolante per pavimenti con riscaldamento integrato, nonché per la formazione di pendenze in ambienti umidi. Consente un’eccellente velocità di indurimento e successiva lavorazione, è infatti possibile applicare

48 UP! Settembre 2017

stribuire il calore in maniera omogenea, sono disposte al di sopra di una pellicola in polietilene poggiata sul rustico del solaio sottostante.

rivestimenti permeabili dopo circa 2 giorni e rivestimenti impermeabili dopo 4 giorni (a 20 °C e 65% di umidità relativa). Composto da cemento, sabbia silicea pura e speciali additivi che ne migliorano la lavorazione, il massetto RÖFIX 974 presenta un’elevata resistenza alla compressione, alla flessione e un ritiro ridotto.

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SPECIALE MASSETTO IL MASSETTO TRADIZIONALE DALL’IMPIEGO UNIVERSALE

S

abbiaCEMENTO è il massetto tradizionale in bi-sacco di Vaga (da oggi anche a marchio BigMat) studiato per la posa della ceramica, del parquet e di tutti i materiali resilienti quando serve ottenere, in tempi ridotti, un residuo di umidità per la posa inferiore al 2%. SabbiaCEMENTO è stato utilizzato per realizzare importanti e prestigiose infrastrutture italiane come ad esempio il nuovo grattacielo della sede regionale piemontese a Torino, progettato dall’architetto Fuksas. Il secondo edificio più alto in Italia, con i suoi 210 m, conta

42 piani di cui l’attico con un bosco pensile accessibile al pubblico. La committenza, la Regione Piemonte, ha scelto SabbiaCEMENTO predosato per la realizzazione di tutti i massetti delle pavimentazioni dei piani, in seguito rivestite in materiale ceramico, perché ha consentito una migliore gestione del cantiere vista l’impossibilità di raggiungere altezze così elevate con i sistemi tradizionali.

1 2 3 4 5

A

Scopri le soluzioni Vaga su www.vagaedilizia.it

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A

B

1 B 2 3 4 5

C

1 2 3 4 5

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Figura 5 – Diverse soluzioni per pavimenti radianti: A) tubi annegati nel massetto; B) tubi all’interno dello strato isolante; 1 C) tubi nello strato livellante. 1) 1Massetto; 2) Elementi radianti; 3) Ricoprimento; 4) Strato isolante; 5) Sottofondo portante; 6) Strato di separazione; C2 2 7) Strato livellante. [fonte 3 Rudolf Lückmann, Elementi e parti dell’edificio, UTET Scienze Tecniche, 2008 – pag. 112]

4 5 6 7

3 4 5 6 di polietilene polietilene Foglio 7Foglio di 1 Massetto 2 Elementi radianti 3 Ricoprimento 4 Strato isolante Pannello 5 Sottofondo portante Pannello 6 Strato di separazione 7 Strato livellante

1 2 3 4 5 6 7

Lastreinin acciaio acciaio zincato zincato con Lastre conadesivo adesivo

Massetto Elementi radianti Ricoprimento Strato isolante Sottofondo portante Strato di separazione Strato livellante

in acciaio acciaiozincato zincato Lastre in

Testa Testa del delpannello pannello

Figura 6 – Esploso di un pavimento radiante con impianto a secco completo di tutte le componentistiche necessarie [fonte Edoardo Penza, L’impianto radiante a secco, www.ingegneriaedintorni.com, 2014]

Settembre 2017

UP! 49


SPECIALE MASSETTO IL MASSETTO RADIANTE A BASSO SPESSORE

O

ggi più che mai la grande architettura è quella che riesce a coniugare alle valenze formali durabilità e performance in linea con i più moderni criteri di efficienza energetica e basso impatto ambientale. Una filosofia perfettamente rispecchiata da una delle più significative opere che hanno in questi ultimi anni arricchito lo skyline della città di Milano, quel Bosco Verticale (vedi UP! n.15, dicembre 2014) che porta la prestigiosa firma di Stefano Boeri e a cui Laterlite ha dato il proprio contributo con Paris 2.0 massetto radiante BigMat, qui utilizzato per la realizzazione dei massetti di

finitura degli impianti di riscaldamento a pavimento. Idoneo alla realizzazione di massetti in interni, anche a bassi spessori (fino a 3 cm) e massetti per la posa di pavimentazioni sensibili all’umidità, resilienti come parquet, PVC, linoleum o gomma e non (ad esempio ceramica), Paris 2.0, grazie all’elevato coefficiente di conducibilità termica certificato (λ = 2,02 W/mK) ottimizza le prestazioni dell’intero sistema di riscaldamento/raffrescamento favorendo la migliore e omogenea trasmissione del calore negli ambienti. Essendo inoltre fibrorinforzato e antiritiro permette la realizzazione di superfici di grande campitura, sino a 150 mq, senza necessità di realizzare giunti e utilizzare reti di rinforzo, a tutto vantaggio di una maggiore qualità e sicurezza della pavimentazione. Idoneo alla posa di qualsiasi pavimentazione, è asciutto in soli 7 giorni quando posato nello spessore minimo di 3 cm per la posa del parquet. Resistente alla compressione (250 kg/cmq), non necessita dell’aggiunta di additivi termofluidificanti.

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I tubi del sistema riscaldante, così come quelli di collegamento, sono

no infatti ricoperti da un massetto autolivellante ad alta conducibilità

inseriti nelle scanalature delle lastre metalliche, che si trovano sopra

termica e a basso spessore (3 – 4 cm). In mancanza di tali pannelli,

le piastre sistema. I pannelli in cartongesso costituiscono il massetto

il massetto viene gettato in estradosso al solaio, aiutando anche a

a secco, incollati e avvitati ai giunti. Lo strato di finitura, ossia la

compensare eventuali piccoli difetti di planarità. È ideale per ricoprire

pavimentazione, può venire posata già 24 ore dopo il termine delle

grandi superfici limitando i frazionamenti del getto, a patto che venga-

procedure sopra descritte. È bene ricordare che se vi fossero giunti

no prima ben carteggiate. I tempi di asciugatura, con una temperatura

di dilatazione già presenti nel solaio di interpiano, questi devono es-

di 20 °C e un’umidità relativa del 50%, variano da 7 a 15 giorni per

sere rispettati anche nella posa del nuovo massetto.

ogni centimetro di spessore, fino ai primi 4 cm. La pedonabilità dello strato, invece, è già garantita dopo le prime 12 – 24 ore dal getto.

Il massetto autolivellante a base di anidrite

È bene però ricordare che, essendo a base di gesso, tale massetto

Il massetto autolivellante (di cui in Figura 7 un esempio particolare),

risente molto dell’umidità e, pertanto, si consiglia di accertare bene

grazie alla sua stabilità alla presa e a una minore dilatazione termica,

che l’ambiente in cui si voglia usare abbia un’umidità residua inferiore

è adatto alla posa in opera di pavimenti resilienti, ceramiche, parquet,

allo 0,5%. In caso contrario, si rischia la perdita delle positive carat-

laminati, moquette o linoleum. Avendo una conducibilità termica

teristiche di tenuta e di stabilità descritte. Il massetto in opera è in-

più alta rispetto a un massetto tradizionale, è particolarmente

combustibile, in quanto appartenente alla Euroclasse A1fl della norma

usato nell’installazione a pavimento di sistemi radianti per il riscal-

comunitaria dalla UNI EN 13501–1, a sua volta recepita dall’allegato

damento. I tubi, posti al di sopra dei pannelli isolanti termici, vengo-

2 del D.M. 10/03/2005 della Repubblica Italiana.

50 UP! Settembre 2017


SPECIALE MASSETTO IL BIO-MASSETTO AD ALTA CONDUCIBILITÀ

K

nauf DOMANI è un massetto biocompatibile a consistenza “terra umida”, ad asciugatura rapida, ideale per costruzioni e ristrutturazioni di edifici residenziali, industriali e commerciali. Permette la posa di qualsiasi tipo di rivestimento ed è particolarmente adatto per impianti di riscaldamento e raffrescamento a pavimento, grazie all’alta conducibilità termica certificata (1,82 W/mK) e alla possibilità di essere applicato senza inserimento di rete o giunti. Knauf DOMANI permette inoltre la posa di ceramica e pietre naturali in 2 – 3 giorni, di parquet, gomma, linoleum e PVC dopo circa 5 – 7 giorni. Grazie a queste sue caratteristiche Knauf DOMANI è uno dei materiali scelti per la ristrutturazione del prestigioso FutureDome-Liberty Palace di Via Paisiello a Milano, da sempre uno degli edifici più raffinati del distretto di Loreto a Milano, costruito nel 1913 e divenuto presto un luogo di incontro per gli artisti milanesi del movimento futurista. La ristrutturazione aveva, tra gli obiettivi, il raggiungimento di un elevato livello di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica. Così, nell’ambito dei pavimenti, è stato deciso l’utilizzo del massetto premiscelato ad alta conducibilità Knauf DOMANI che, posizionato sopra il sottofondo impiantistico in calcestruzzo alleggerito, ha permesso di ottenere i risultati desiderati in termini di efficienza energetica e biocompatibilità e di abbreviare i tempi di ristrutturazione, consentendo la posa delle piastrelle in brevissimo tempo. L’edificio è stato ristrutturato preservandone l’identità storica e ottenendo, nel contempo, risultati eccezionali sul fronte del benessere abitativo e lavorativo, del comfort, del risparmio energetico e della sicurezza.

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I PAVIMENTI IN GRANIGLIA (O CEMENTINE)

1 2 3 4 5 6

7 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Sistema di riscaldamento Massetto autolivellante Strato di separazione Isolamento termico Pannelli portanti Supporti del pavimento sopraelevato Solaio rustico

Figura 7 – Pavimento radiante con autolivellante [fonte Rudolf Lückmann, Elementi e parti dell’edificio, UTET Scienze Tecniche, 2008 – pag. 119]

Recentemente tornate in voga nei progetti di interni per la grande varietà di decori dal gusto vintage, le cementine richiedono particolari attenzioni nella mescola del massetto e nel suo getto. 1Esse, Sistema riscaldamento infatti, di necessitano di una certa elasticità del supporto su cui vengono posate per evitare che si cavillino, oltre a una ri2 Massetto autolivellante umidità di risalita (inferiore all’1,7%, come indicato dalla 3dotta Strato di separazione UNI EN 11371). Quest’ultima, infatti, può causare macchie sulla 4 Isolamento termico superficie della piastrella e, pertanto, è bene rilevare in anticipo 5la presenza Pannellidiportanti umidità nell’ambiente impiegando un igrometro al 6carburo. Supporti delalla pavimento Inoltre, luce dell’altosopraelevato costo al mq di tale pavimenbene pensare di posarla su di un massetto desoli7tazione, Solaioè rustico darizzato. Essendo staccato dalle pareti, eventuali assestamenti murari o della struttura non provocano la rottura delle formelle più vicine ai bordi. Inoltre, sarebbe bene pensare di inserire una rete elettrosaldata con diametro ridotto (anche 2 mm) nel getto del massetto, al fine di distribuire al meglio i carichi che su di esso andranno a gravare. In questo caso, il massetto avrà uno spessore maggiore a 4 cm, a cui si abbinano campi di frazionamento del getto di dimensioni regolari, anche quadrati, ma non superiori a 15 – 20 mq. Il curing (vedi pag. 53) è importante per la corretta stagionatura del getto, consigliata maggiore di 2 settimane, verificando comunque in cantiere l’idoneità alla posa prima di procedere.

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UP! 51


SPECIALE MASSETTO Il massetto autolivellante a base cementizia

Il massetto alleggerito

L’autolivellante a base cementizia possiede, di solito, una densità di

Il mercato edile propone al cliente, al progettista e all’impresa, una

circa 2.100 kg/mc, a cui si abbinano buoni valori a compressione

vasta gamma di prodotti per realizzare il massetto in modo differente

(circa 150 – 200 kg/cmq), inferiori però a quelli del massetto tradi-

da quello tradizionale, molti dei quali di tipo alleggerito. La scelta di

zionale.

questo tipo di massetto discende dall’analisi dello stato di fatto

Come nel suo omologo a base di anidrite, consente la posa di un’am-

della struttura su cui andrà gettato, approfondita con opportune

pia gamma di pavimentazioni al di sopra del getto. I campi in cui

verifiche strutturali. Se il solaio esistente non potrà essere so-

questo viene frazionato sono più ampi rispetto a quelli abituali, la cui

vraccaricato in modo eccessivo per via di un insieme di fattori

resa è indicata dai vari produttori nelle schede tecniche di prodotto. Un

(quali il ridotto spessore, le campate molto ampie, ecc.) e il dislivello

altro vantaggio rispetto ai massetti in sabbia/cemento è lo spessore

da compensare ha uno spessore elevato, la scelta va automatica-

ridotto, variabile da 3 a 6 cm, a cui si abbina la liquidità del getto.

mente verso la leggerezza offerta dai nuovi prodotti. Si pensi,

Tuttavia, qualora il getto venga eseguito in più campi, è bene ricordarsi

infatti, al maggiore peso che può avere un massetto tradizionale, in

di prevedere delle spondine sul perimetro dell’area prescelta, così da

sabbia e cemento, rispetto a un massetto alleggerito: se il primo va

contenerlo con precisione.

da circa 16 a 20 kg/mq per cm di spessore, il secondo è decisamente

La scarsa o errata cura dell’esecuzione può comportare fenomeni spia-

minore, con valori medi di circa 12 kg/mq per cm.

cevoli, come il ritiro igrometrico non controllato o la segregazione degli inerti. Il primo caso può verificarsi qualora l’impasto perda una parte dell’acqua, causando imbarcamento o fessurazione. Entrambe posso-

LE REGOLE DI REALIZZAZIONE

no inficiare la corretta tenuta del rivestimento nel tempo, provocandone

La posa

la rottura e il distacco. Se invece la superficie del getto viene bagnata

Il piano di posa dev’essere asciutto, privo di umidità di risalita capil-

troppo, oppure il posatore rasa troppe volte la stessa zona, possono ve-

lare, così come da fessure e da detriti (frammenti o polveri). Al fine

rificarsi fenomeni sgraditi, come la formazione di acqua in superficie

di limitare i fenomeni di ritiro, che possono portare alla succes-

e la caduta degli inerti sul fondo del getto. Ciò potrà allungare i tempi

siva fessurazione del massetto, è importante dosare con cura gli

dell’asciugatura e aggravare ancor più il ritiro, a causa della disomoge-

aggregati così come il rapporto acqua/cemento, usando con cautela

neità dello strato.

gli additivi fluidificanti. In tal modo, si otterranno impasti tendenzial-

IL MASSETTO SUPER LEGGERO E SUPER ISOLANTE

I

solcap Max 800 di Edilteco è il premiscelato cementizio fornito in sacchi pronti all’uso, ideale per la realizzazione di massetti alleggeriti termoisolanti con elevata resistenza a compressione. Dotato di certificazione CE come “massetto porta pavimento”, è infatti conforme ai requisiti di prestazioni, qualità, sicurezza e salute previsti dalla normativa comunitaria. Isolcap Max 800 è il massetto certificato più leggero e isolante presente sul mercato, composto da leganti idraulici selezionati e predosati a 800 kg/mc e perle vergini di polistirene espanso a granulometria fine (Ø < 2 mm) additivate prima del confezionamento con E.I.A – additivo naturale e atossico

con pH specifico – consente di ottenere, senza aggiunta di sabbia, un massetto con una resistenza alla compressione a 28 giorni e un coefficiente di conduttività termica λ pari a 0,176 W/mK. Di posa semplice e rapida il prodotto di Edilteco rappresenta una soluzione ottimale dal punto di vista della tempistica e dell’efficacia. Pensata ad hoc per gli interventi di recupero energetico la linea Isolcap comprende anche Isolcap, Isolcap Fein, Isolcap Speed, Isolcap XX, e Isolcap Light.

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52 UP! Settembre 2017


SPECIALE MASSETTO mente asciutti, con aggregati di granulometria assortita. In massetti

Grazie a una massa volumica di circa 1.800 – 2.100 kg/mc (vedi

di tipo tradizionale, ad esempio, realizzati con legante cementizio e

la UNI EN 1015–6:2007) è anche pompabile in loco con impianto

sabbia, è consigliato additivare 1,5 – 3,0 l di acqua ogni 25 kg di

di miscelazione di cantiere. Il raggiungimento di buone caratteristi-

prodotto (dunque, per ogni sacco). La fase di posa è molto impor-

che meccaniche, variabili da circa 160 a 250 kg/cmq (secondo la

tante e dev’essere condotta al riparo da correnti d’aria, sbalzi

UNI EN 13892–2) dipende molto dal grado di compattazione. A ogni

termici e picchi di temperature, quali il gelo (al di sotto di 5 °C)

modo, il campionamento, il confezionamento e la maturazione dei pro-

o la diretta esposizione al sole (sopra i 30 – 35 °C). Le alte tempe-

vini è normato dalla UNI EN 13892–1:2004.

rature sono causa della rapida asciugatura del massetto, mentre il freddo intenso ritarda la presa, con il rischio reale che la presa venga

Le buone pratiche

colpita dall’azione disgregatrice del gelo. La lavorabilità, che varia

La corretta posa prevede l’inserimento di adeguati giunti, o inta-

a seconda delle caratteristiche di ciascun impasto, può variare da

gli, volti a frazionare la superficie del getto, da inserire anche in

mezz’ora a un’ora circa.

presenza di bucature nelle murature, soglie, riseghe, pilastri, lesene o dislivelli planimetrici. Una progettazione attenta del solaio dovrebbe

I tempi di maturazione: il curing

prevedere che i giunti di frazionamento del sottofondo siano disposti

I tempi di maturazione del massetto a base cementizia possono es-

in concomitanza di quelli del massetto, così come quelli del pavi-

sere abbastanza lunghi, pari a 7 – 10 giorni per ogni cm di spessore

mento, con uno scarto massimo di 5 cm. In corrispondenza degli

fino a 4 cm, in presenza di temperatura di 20 °C e al 65% di umidità

angoli dei pilastri, è inoltre bene posizionare dei rinforzi costituiti da

relativa. Per accelerare tali tempistiche sono state pensate partico-

spezzoni di barre dalla lunghezza limitata, disposte ortogonalmente

lari miscele a base di leganti a presa rapida e a ritiro compen-

agli spigoli al fine di contrastare eventuali fessurazioni. Pertanto, si

sato, che richiedono tempi di esecuzione e di maturazione contenuti.

comprende come tali giunti siano utili soprattutto a contenere le sol-

I massetti così confezionati, detti anche “rapidi”, richiedono il getto da

lecitazioni meccaniche imposte dagli spostamenti strutturali, a cui

parte di manodopera specializzata ma consentono di ridurre i tempi

si abbina, tra l’altro, il compito di limitare la diffusione delle onde

(obbligatori) a soli 2 – 4 giorni per quanto concerne il parquet, ad

sonore (vedi Figura 8).

esempio. Circa l’impasto, è preferibile che sia mescolato a mano,

Successivamente, il massetto viene regolarizzato al filo desidera-

con l’obiettivo di formare una miscela di consistenza “terra–umida”.

to grazie alla staggia, poi localmente rifinito con taloccia o tramite

2 4 3

1

5 6

7

8

9

10

11

12

1 Profilo di riempimento e sigillatura con mastice elastoplastico 2 Guarnizione della battuta 3 Lastra di pietra naturale su letto di malta 4 Profilo con gocciolatoio 5 Griglia in acciaio 6 Profilo angolare in acciaio inossidabile (50 x 15 x 4 mm)

13 10 11 12 13 14

14

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1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16.

Profilo di riempimento e sigillatura con mastice elastoplastico Guarnizione della battuta Lastra di pietra naturale su letto di malta Profilo con gocciolatoio Griglia in acciaio Profilo angolare in acciaio inossidabile (50 x 15 x 4 mm) Solaio rustico Isolamento termoacustico Armatura del massetto Telo in polietilene (0,2 mm) Massetto di cemento con bandella perimetrale in espanso Piatto d’acciaio zincato a caldo (75 x 4 mm) saldato su angolare di supporto (40 x 40 x 5 mm) Isolamento termoacustico Impermeabilizzazione Strato di scorrimento e protezione (foglio di polietilene) Cappa di protezione e pendenza

Figura 8 – Porta d’ingresso con impermeabilizzazione della soglia, apertura verso l’esterno. Si noti come, in presenza di un ostacolo fisico quale il piatto d’acciaio utile a delimitare la soglia, il massetto presenti una bandella perimetrale al fine di isolare lo strato, assicurandone anche l’isolamento acustico da eventuali rumori provenienti dall’esterno [fonte Rudolf Lückmann, Elementi e parti dell’edificio, UTET Scienze Tecniche, 2008 – pag. 176].

Telo in polietilene (0,2 mm) Massetto di cemento con bandella perimetrale in espanso Piatto d’acciaio zincato a caldo (75 x 4 mm) saldato su angolare di supporto (40 x 40 x 5 mm) Isolamento termoacustico Impermeabilizzazione

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UP! 53


SPECIALE MASSETTO macchina a disco rotante, in acciaio o alluminio. Una volta terminate

sto con acqua aggiuntiva per tentare di ripristinarne la lavorabilità, che

queste operazioni, si passa alla posa di pavimentazioni sensibili all’u-

nel frattempo è diminuita. Evitare, sempre e in ogni caso, di gettare

midità, quali parquet, laminati, PVC, LVT, gomma, ecc., oppure meno

il massetto su supporti che presentino tracce di gelo. È anche bene

sensibili come, ad esempio, piastrelle o grès ceramici. In quest’ultimo

specificare che l’impasto non deve essere utilizzato in aderenza a getti

caso, è bene pensare a massetti a rapida maturazione mentre, per

di calcestruzzo che non siano stagionati completamente. Di fronte a

interventi di ristrutturazione, a omologhi massetti ma dallo spesso-

tali problemi, le soluzioni possibili sono diverse. La prima è demolire

re ridotto. La posa delle finiture sopra citate, nel caso del massetto

e rimuovere le aree ammalorate, per poi stendere una boiacca di

ancorato, è da intendersi con collante, lattice o fresco su fresco, per

adesione e gettare il nuovo impasto. La seconda, invece, è intervenire

quest’ultima tecnica si prevede la posa dello strato poco dopo la for-

localmente impiegando primer che consolidino il getto, dopodiché

mazione del massetto stesso.

spolverare con sabbia. L’abbassamento del massetto

ERRORI RICORRENTI E POSSIBILI SOLUZIONI

Come esposto precedentemente, l’isolamento acustico al calpestio è

Il giunto perimetrale e il materassino nel massetto ancorato e

tutelato dal materiale resiliente posto al di sotto del massetto, il quale

desolidarizzato

dev’essere stabile per resistere al carico permanente, non struttura-

Negli ambienti interni, un errore ripetuto con una certa frequenza è la

le, di quest’ultimo. Purtroppo, il peso del massetto tende a deformare

mancanza della disposizione di un giunto comprimibile peri-

progressivamente l’anti-calpestio, sia questo in materie plastiche (ad

metrale lungo i lati del locale e degli elementi verticali (pilastri, rise-

esempio polietilene espanso) sia fibrose (ad esempio fibra di polieste-

ghe, soglie di porte e porte–finestre). Questo è utile al fine di rendere la

re), portando a un abbassamento duraturo del livello del pavimento.

pavimentazione soprastante indipendente da eventuali azioni indirette

Questo fenomeno, detto scorrimento viscoso (vedi Tabella 1), va

su murature o tramezzi, come il ritiro, i cedimenti vincolari, le varia-

tenuto in considerazione e limitato nel tempo, entro il 2% dello spesso-

zioni termiche e igrometriche, gli spostamenti, ecc. Gli spessori di tale

re dello strato resiliente. Per venire incontro a tale esigenza, i prodotti

materiale variano, solitamente, da 4 mm a 1 cm, sia che si tratti di un

anti-calpestio devono essere certificati in laboratorio al fine di rispettare

massetto ancorato sia di uno desolidarizzato. Un’altra possibile fonte

quel parametro, osservando le prescrizioni sulla comprimibilità sugge-

di imprecisione è la scorretta posa della bandella perimetrale e

rite dalla norma UNI EN 12431:2013 (“Isolanti termici per edilizia –

del materassino acustico, che si verifica quando ci si dimentica di

Determinazione dello spessore degli isolanti per pavimenti galleggian-

stendere la boiacca cementizia di ancoraggio, utile a favorirne l’ade-

ti”). Dunque, è bene che il progettista osservi tali indicazioni, così come

sione allo strato inferiore. Questa dev’essere stesa mediante pennel-

le condizioni d’utilizzo, per la scelta del materiale più idoneo in base

latura o spatolatura. Il materassino dovrà essere posato senza che si

alla destinazione d’uso e alle prestazioni richieste. Toccherà poi alla

formino sacche d’aria, avendo cura di far sovrapporre i vari fogli per

Direzione Lavori verificare la conformità dei lavori e l’accettazione dei

almeno 10 cm e di sigillarne la giuntura con nastro adesivo. Inoltre,

prodotti, mentre all’impresa coordinare e controllare l’esecuzione dei

questi dovranno sormontare anche il tratto orizzontale della banda pe-

subappaltatori (tra cui gli artigiani), assumendosi la propria parte di re-

rimetrale già posata.

sponsabilità nell’uso e nella posa di tali prodotti.

La mescola dell’impasto

Lo schiacciamento dell’isolamento termico

La mescola dell’impasto è preferibile avvenga a mano, con impasta-

Spesso, negli ambienti interni di un’abitazione civile, si tende a dare per

trici in continuo o con tradizionali pompe automatiche a pressione,

scontati i carichi variabili agenti sul solaio, dimenticandosi dell’alto peso

evitando di miscelare con betoniere. Queste ultime, infatti, potrebbero

che alcuni arredi interni posseggono, come un armadio quattro stagioni o

formare dei grumi durante la lavorazione, causando future difficoltà

una libreria colma di libri, ad esempio. Tali carichi graveranno poi sul solaio

nella stesura del getto sul piano rustico, così come la sua costipazione.

e, dunque, anche sul massetto e sul possibile riscaldamento a pavimento. I

Qualora si verificassero tali problemi, si sconsiglia di integrare l’impa-

pannelli di tale sistema radiante devono perciò essere scelti per far fronte, in

Tabella 1 – Parametri prestazionali da verificare per l’impiego dei materiali resilienti

Parametri

Simbolo

Unità di misura

Norma di riferimento

Rigidità dinamica

s'

MN/mc

UNI EN 29052–1:1993

Resistenza al flusso d’aria

R

Pas/mc

UNI EN 29053:1994

Comprimibilità

c

mm

UNI EN 12431:2013

Scorrimento viscoso a compressione

Xt

mm

UNI EN 1606:2013

54 UP! Settembre 2017


SPECIALE MASSETTO alcune aree della casa, a queste necessità del vivere quotidiano. Pertanto,

Il progetto delle pendenze

è bene tenere conto della resistenza a compressione delle lastre termoiso-

Un altro errore ricorrente è la mancanza di un progetto delle pen-

lanti costituenti il supporto di tale sistema, sia nel caso di massetti radianti

denze in copertura. Esso dovrebbe essere redatto al fine di mi-

sia galleggianti. I valori da verificare sono principalmente due e legati,

nimizzare lo spessore del massetto nei suoi punti più alti, tenendo

entrambi, allo schiacciamento dovuto ai carichi istantanei e ai carichi per-

presente che, come già detto nei paragrafi precedenti, non dovrebbe

manenti. La resistenza a compressione al 10% della deformazione

essere inferiore a 3 – 4 cm. Tale tracciamento sarà utile, inoltre, per

rappresenta la resistenza a breve termine e indica il carico ammissibile del

la corretta raccolta dell’acqua piovana, facilitando la disposizione

materiale isolante prima che il suo spessore si riduca del 10%. Maggiore

dei bocchettoni di deflusso che verranno collocati circa a metà delle

è il valore di tale sollecitazione di compressione e maggiore sarà il carico

aree in copertura o in prossimità di quelle angolari, al fine di non com-

che potrà gravare su di esso. La resistenza massima a compressione

plicare le eventuali manutenzioni dei pluviali. Si sottolinea, inoltre, la

con il 2% di deformazione viscosa, invece, è adottata per carichi ap-

necessità di pendenziare in modo corrispondente anche il supporto, al

plicati con continuità e a lungo termine (20 – 50 anni), come normato dalla

fine di evitare il ristagno d’acqua nel massetto al di sopra dello strato

UNI EN 826:2013 e dalla UNI EN 1606:2013. È proprio quest’ultima a

impermeabile, con effetti spiacevoli per la pavimentazione. Qualora in

esprimere il valore utile da impiegare per dimensionare una qualsiasi pa-

cantiere ci fossero problemi derivanti dal difficoltoso smaltimento delle

vimentazione che si voglia posare. Sarà quindi cura del progettista tenere

acque piovane, si può provvedere gettando un’ulteriore fascia di livello

a mente i desideri avanzati dal cliente circa la disposizione degli arredi, al

in malta cementizia. Questa verrà disposta dal punto più distante dal

fine di valutare con attenzione i requisiti tecnici dei materiali che si intende

bocchettone di raccolta per ottenere la quota necessaria, formando

impiegare.

schemi di deflusso come indicato nella Figura 9.

A

B

C

D

E

Le riprese di getto La discontinuità del massetto dovuta a riprese di getto mal eseA A

B B

C C

D D

guite, a lungo termine, può consentire infiltrazioni d’acqua all’interno

E E

della struttura, arrecando danni. Pertanto, si consiglia di optare per prodotti che, con il loro basso ritiro, consentano di realizzare ampie F

F F

G

G G

H H

10 10

L L

M M

campiture, prevedendo in anticipo i necessari giunti di frazio-

I

L

M

namento. È comunque consigliabile rispettare il rapporto di 1:1 tra lunghezza e larghezza dei lati delle aree, con campi preferibilmente

1 1 2 2 3 3

H

I I

4 4

15 5

2 3

inferiori ai 25 mq di superficie. Tuttavia, ove le altezze lo consentano, 6 7 6 7

8 8

4

9 9

5

1 2 1 3 2 4 3 5 4 6 5 7 6 8 7 9 8 10 9 10

sigillatura scossalina sigillatura mattonelle scossalina griglia mattonelle bocchettone griglia sabbia bocchettone manto sabbia impermeabile massetto manto impermeabile soletta in cemento armato massetto doccione soletta in cemento armato doccione

6 7

8

9

è sempre bene utilizzare, e far correttamente sovrapporre, una rete elettrosaldata in concomitanza delle riprese di getto, disponendola a metà o nel terzo superiore dello spessore. In alternativa a questa 1 sigillatura

possibilità, si può pensare di inserire spezzoni di armatura deri2 scossalina mattonelle vanti da3 barre in acciaio ad aderenza migliorata. Queste barre, dalla 4 griglia

lunghezza di 20 – 50 cm, diametro variabile da 3 a 6 mm e passo di 5 bocchettone sabbia 20 – 306 cm, sono utili a garantire la perfetta giunzione tra i getti. La

10

manto impermeabile loro non7 corretta sovrapposizione può essere fonte di piccole fessure 8 massetto

! armato trasversali o di dislivelli. 9 soletta in cemento 10 doccione

1. 2. 3. 4. 5.

Sigillatura Scossalina Mattonelle Griglia Bocchettone

6. 7. 8. 9. 10.

Sabbia Manto impermeabile Massetto Soletta in cemento armato doccione

Figura 9 – Sopra, alcuni buoni esempi da adottare per il deflusso dell’acqua in una copertura piana a pianta quadrata. A – H) soluzioni impieganti bocchettoni e pozzetti di raccolta; I – M) soluzioni impieganti canali di gronda; D) copertura con forma “a schiena d’asino”. Sotto, sezione di un bocchettone con collegamento al doccione e interessamento del massetto [fonte Gian Luca Brunetti (a cura di) – Coperture – Tecnologie, Materiali, Dettagli, Wolters Kluwer, 2012 – pag. 75, Figura 2.60 e pag. 97, Figura 2.87].

Bibliografia ◗ Carlo Amerio, Giovanni Canavesio, Tecniche ed elementi costruttivi, SEI Editrice, 2011 ◗ Gian Luca Brunetti, Coperture – Tecnologie, Materiali, Dettagli, Wolters Kluwer, 2012 ◗ Conpaviper – Associazione Italiana Sottofondi, Massetti e Pavimentazioni e Rivestimenti Continui, Codice di buona pratica per i massetti di supporto per interni ed esterni, www.conpaviper.org, 2017 ◗ Giovanna Franco, Massetto, in Wikitecnica, www.wikitecnica.com, Wolters Kluwer ◗ Rudolf Lückmann, Elementi e parti dell’edificio, Vol. 1, collana “Dettagli di progettazione”, UTET Scienze Tecniche, 2008 ◗ Edoardo Penza, L’impianto radiante a secco, www.ingegneriaedintorni.com, 2014 ◗ www.anit.it ◗ www.lamiabibliotecatecnica.com ◗ www.uni.com

Settembre 2017

UP! 55



LE MILLE FACCE DEL DESIGN


LE MILLE FACCE DEL DESIGN D al black and white alle sfumature di colore; dalla lucentezza minimal alla luminosità calda; dalle texture materiche agli spessori ridotti e le forme sinuose. Il design secondo HABIMAT coinvolge

anzitutto la vista e il tatto, da mettere alla prova anche in occasione del Cersaie di Bologna (dal 25 al 29 settembre) e in questa selezione di proposte 2017 dei marchi partner HABIMAT.

L’ELEGANZA BLACK AND WHITE DI NOBILI RUBINETTERIE

I

primi pezzi firmati Nobili Rubinetterie sono nati all’interno di un piccolo laboratorio nel 1954 e oggi l’azienda è l’unica in Europa a disporre del ciclo completo in un unico sito, a seguito dell’avvio del reparto fusione. Il fondatore della società, Carlo Nobili, nutriva già agli albori il sogno di realizzare un prodotto che combinasse la migliore tecnologia disponibile con la massima ricerca stilistica e design. Quei valori sono ancora oggi inalterati e Nobili continua a caratterizzarsi per uno sguardo al futuro che anticipa le tendenze. Oggi, quando si parla di rubinetto si parla di design, innovazione, tecnologia e sostenibilità. Presente in 87 Paesi nel mondo, con oltre 22mila articoli in produzione e 400 nuovi modelli all’anno Nobili, marchio partner HABIMAT, è una delle aziende leader del design italiano che ha fatto della forte identità stilistica e delle peculiarità tecnologiche il punto di forza delle proprie collezioni: gli 80 brevetti ottenuti sono testimonianza della loro passione. Linee sfuggenti e una sorprendente forza stilistica che si ritrovano anche nella col-

lezione Up. Miscelatori dal corpo leggero, carattere dinamico e anima innovativa con finiture dallo stile elegante in un black and white intramontabile ma moderno. La finitura bianca opaca esalta, infatti, il

candore e il look fresco ed entusiasmante della collezione catturando lo sguardo e trasmettendo una vitalità travolgente. La finitura nera opaca esalta il dinamismo e l’anima innovativa con un tono elegante

L’illustrazione in copertina è a cura di Fabio Buonocore, in arte Fabulo, ed è un omaggio alla scimmietta Zizì del designer Bruno Munari, giocattolo che vinse la prima edizione del premio Compasso D’Oro nel 1954. Un simbolo non convenzionale del design italiano che rappresenta la follia positiva e dinamica necessaria per muoversi agilmente e superare le tendenze negative puntando al nuovo.


diametro di soli 28 mm) coniuga elevata tecnologia e massimo rispetto ambientale. Tra le aziende del design made in Italy la storia di Nobili occupa un posto di rilievo per longevità e originalità. Design è per Nobili sinonimo di innovazione, ricerca e sperimentazione: tre elementi costantemente legati fra loro che si ritrovano in tutti i prodotti del marchio ottenendo importanti riconoscimenti a livello internazionale. Attraverso scelte imprenditoriali coraggiose e in controtendenza, l’azienda si carat-

terizza per l’eccellenza dei suoi prodotti sotto il profilo del design, dell’efficienza, della sostenibilità: il mondo Nobili è un mondo dove il “bello” e il “tecnologico” si mixano al servizio dell’uomo e della qualità della vita.

www.grupponobili.it

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DESIGN

e carismatico che si abbina a diversi ambienti bagno, garantendo uno stile unico e un’energia intramontabile. Un abito nuovo che non scende a compromessi grazie all’estensione della finitura anche ai particolari del miscelatore, come la ghiera copricartuccia, la basetta o l’astina di scarico. Oltre ai miscelatori tradizionali e ai componenti dedicati al wellness, gli accessori bagno coordinati assicurano la completezza di gamma. Inoltre, la cartuccia a immersione totale Nobili Widd 28 (dal


I BORDI SOTTILI E LA LUCENTEZZA MINIMAL DI CERAMICA GLOBO

L

a collezione T-Edge, disegnata da CreativeLab+ per Globo coniuga un’estetica minimalista a una spiccata funzionalità grazie all’innovativo smalto Ceraslide che garantisce una maggiore resistenza alle macchie, allo sporco e alle abrasioni. Disponibile nei 14 colori ceramici di Bagno di Colore, la collezione vanta bordi di soli 6 mm ottenuti grazie al nuovo impasto brevettato Globothin capace di garantire, a fronte di spessori ridotti, più durezza e maggiore brillantezza con un minor consumo di materie ed energia, per pezzi più leggeri e maggiore duttilità nella definizione di nuove forme. I test effettuati hanno mostrato ottimi risultati, secondo la normativa UNI 4543, in merito all’assorbimento dell’acqua e alla resistenza meccanica, riuscendo a garantire una sempre maggiore lucentezza dello smalto con un miglioramento di circa il 38% rispetto alle soglie minime richieste. www.ceramicaglobo.com

IL BATHROOM CONCEPT DI ARTESI

U

na sottile linea definisce il contorno di Frame, la collezione arredo bagno di Artesi disegnata da Enrico Cesana e svelata in anteprima assoluta al Cersaie 2017. Una linea che unisce estetica e funzionalità e che può essere declinata in tutte le nuance di colori Artesi e accogliere tutte le finiture e i materiali tecnici del marchio partner Agha. Frame, come tutte le collezioni Artesi, porta avanti la tendenza total look, in cui l’arredobagno e gli accessori (ante frontali, mensole, porta asciugamani, svuota tasche, ecc.) si coordinando alla perfezione con i diversi componenti, così i due lavabi contemporanei ed essenziali si armonizzeranno alle docce, ai piatti doccia e ai profili Agha. Artesi, in partnership con Agha, libera la progettualità nell’ambiente bagno introducendo le texture e i decori della palette Colors 2017, sempre a firma di Enrico Cesana, per un bagno dalla sofisticata eleganza. www.artesi.it

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LA MATERICITÀ TATTILE DEL PIATTO DOCCIA HATRIA

D

DESIGN

edicato è la collezione di piatti doccia Hatria di soli 3 cm di spessore, dalla superficie tattile e materica. La nuova linea, personalizzabile e che può essere tagliata con estrema facilità, presenta una texture esclusiva, gradevole al tatto, e la finitura opaca si declina in 6 differenti colori: bianco, cemento, lavagna, avorio, creta e sabbia. Dedicato disegna elegantemente la superficie del piatto doccia conferendogli l’effetto pietra naturale. Realizzato in uno speciale materiale composto da cariche minerali naturali legate da una bassa percentuale di resine è rifinito con il trattamento superficiale clean dress in gel-coat (1,5 mm) che protegge da liquidi oleosi o impurità e che garantisce resistenza all’usura e agli agenti aggressivi permettendo all’acqua di scivolare agevolmente senza depositare il calcare. La pulizia della superfice risulta semplice, si utilizza infatti solo acqua con un notevole risparmio di tempo ed energia. www.hatria.com

IL GLAMOUR DI VALENTINA RIVIVE CON DEL CONCA

N

ata da un mito del cinema muto, l’attrice Louise Brooks, Valentina è uno dei personaggi dei fumetti più noti in tutto il mondo. Sensuale ed elegante, simbolo di indipendenza e fascino: Valentina appare per la prima volta sulla rivista Linus nel 1965, diventando un simbolo degli anni ’60 e ’70. Il suo stile, originale e d’avanguardia, la rende ancora oggi incredibilmente attuale e portatrice di un’estetica trasversale e senza tempo che può essere declinata in oggetti sofisticati ed eleganti. Un’icona contemporanea che rivive oggi con la collezione più glamour di Del Conca: Valentina by Guido Crepax, presentata al Cersaie 2017. La nuova linea di piastrelle di design caratterizzata dal classico bianco e nero e disponibile in due decori: il primo (50x20 cm da posare in verticale) dominato dalla splendida fisicità del personaggio e il secondo (20x50 cm da posare in orizzontale), dove lampi di rosso rimandano alla cura dell’autore per il dettaglio. www.delconca.com 61


UNA TAVOLOZZA DI COLORI FIRMATA MOSAICO+

C

inque materie diverse declinabili in 257 tonalità: Mosaico+ rinnova e amplia la sua gamma di tessere Colore 10x10 unendo in un’unica campionatura le proposte delle collezioni Concerto, Doro, Metal, Perle e Vetrina. Una nuova energia creativa per dar vita a decorazioni su misura, soluzioni dallo stile contemporaneo pensate per adattarsi e dialogare con materiali e finiture diverse, in linea con le ultime tendenze dell’abitare. Libertà compositiva e modulare che trasforma il mosaico in uno strumento che stimola la creatività di designer e architetti alle prese con materiali e colori da mixare e abbinare tra di loro per realizzare ambienti altamente personalizzati. www.mosaicopiu.it

LA FINESTRA TOTAL BLACK DI NURITH

M

ostrata per la prima volta a Roma, nella splendida location La Lanterna di Fuksas, Black Soul è la finestra di Nurith con esclusiva finitura su anima nera, ispirata dall’immagine del meteorite Alvord, che crea un effetto “total black” davvero unico disponibile in una gamma di diverse sfumature: nero corten, grigio graphite, nero graphite e blu graphite. La finestra in pvc, con interno nero in ogni suo elemento, è caratterizzata da rinforzo a taglio termico su telaio e su anta; offre il massimo isolamento termico e acustico ed è dotata di ferramenta anticorrosione di serie e apertura facilitata. La nuova maniglia, dal design pulito ed essenziale, è stata creata su misura per Nurith da Colombo Design e nasce dal mix di ergonomia, solidità e bellezza.

www.nurith.it 62


CALORE, ARMONIA ED EMOZIONE CON DELTACALOR

H

DESIGN

arp è il nuovo radiatore idraulico di Deltacalor (180x45 cm) che affascina per il suo design fluido firmato da Davide Vercelli. Con le sue forme dinamiche e sensuali rimanda alle corde di un’arpa che, grazie alla tridimensionalità e alla disposizione asimmetrica delle alette che lo compongono, sembra prendere vita in un armonioso gioco di luci e ombre. La sua forza si esprime nell’unione fra estetica scultorea, innovazione tecnica ed elevate prestazioni: le alette di alluminio, fissate sulla piastra in acciaio aumentano la superficie radiante incrementando l’efficienza del radiatore per un assoluto comfort e benessere con un forte impatto scenografico. È proposto in un’ampia palette di tonalità calde, neutre e materiche; tutte declinabili in versione lucida, opaca o goffrata per un’elevata personalizzazione.

www.deltacalor.com

PALAZZETTI, LA MAGIA DELLA LEGNA IN UNA STUFA DI DESIGN

T

utto il calore della legna racchiuso in una stufa altamente tecnologica e dal design senza tempo: la stufa Nicole di Gruppo Palazzetti. Un complemento che non solo riscalda l’ambiente ma ne diventa elemento d’arredo grazie al suo rivestimento, in acciaio o pietra ollare, che ben si integra con i diversi stili, da quello più tradizionale a quello contemporaneo. Estetica ma anche innovazione: Nicole si caratterizza, infatti, per il sistema brevettato di regolazione dell’aria per un controllo completo del fuoco modulando l’intensità della fiamma. Inoltre la stufa di Palazzetti, facile da accendere, presenta al suo interno uno speciale focolare in Thermofix, un cemento refrattario speciale ad altissimo accumulo di colore bianco che ottimizza l’irraggiamento, migliora la combustione ed enfatizza la luminosità della fiamma.

www.palazzetti.it 63


habimat.it

IL DESIGN DI HABIMAT NEL CENTRO COMMERCIALE

BIGMAT CARINI EDILIZIA HA INAUGURATO A ROVERETO (TN) UN NUOVO SHOWROOM FIRMATO HABIMAT, DEDICATO AL MONDO DEGLI INTERNI.

B

igMat Carini Edilizia, Punto Vendita di Arco (TN), ha inaugurato a Rovereto, all’interno del centro commerciale Leno Center, un nuovo showroom HABIMAT dedicato al mondo dell’interior design. «Siamo orgogliosi di essere stati i primi a realizzare uno showroom HABIMAT in Trentino Alto Adige, e siamo veramente fieri della nostra insegna», sottolinea Alessandro Carini, titolare di BigMat Carini Edilizia. Un nuovo punto di riferimento per addetti del settore, progettisti, architetti, designer, arredatori e per il grande pubblico che possono contare sulla competenza dello staff, formato da quattro persone, e un servizio a 360 gradi, dalla consulenza al supporto in fase di posa, fino all’assistenza post-vendita, per progettare al meglio gli ambienti di casa seguendo i trend del momento. Una selezione di prodotti e marchi vasta e completa, dai rivestimenti per superfici interne ed

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HABIMAT xxxxxxxxxx

esterne agli elementi per l’arredobagno, dai sanitari alla rubinetteria, per rispondere alle esigenze della clientela come «lo studio coordinato nella scelta di materiali, superfici, colori, non più visti solo come la somma di elementi slegati ma pensati in una progettualità coordinata dell’ambiente. Così, ad esempio, per quanto riguarda l’ambiente bagno la nostra offerta coinvolge l’intero progetto, dai sanitari agli accessori» spiega Alessandro Carini. Grande attenzione non solo alle richieste di progettisti ma anche degli utenti privati, come sottolinea il titolare: «Abbiamo valutato che per il pubblico a cui ci rivolgiamo la posizione all’interno di un centro commerciale permette di dare visibilità alla nostra insegna, comunicando a un pubblico che generalmente è lontano dalla distribuzione professionale e specializzata di cui facciamo parte. Provare a mettere a disposizione le nostre competenze professionali parlando un linguaggio meno tecnico ed esponendo in vetrina i nostri prodotti con un nuovo layout a fianco di negozi di abbigliamento e calzature, è senza dubbio una sfida interessante». !

via Maioliche, 53 Rovereto (TN) ar-sab 9.00-12.00 / 14.00-19.00, m lun: solo su appuntamento www.habimatcarini.it rivestimenti per superfici interne ed esterne, arredobagno, sanitari, rubinetteria, wellness e idromassaggio, termoarredo, caminetti e stufe Antoniazzi, Atlas Concorde, Cooperativa Ceramica d’Imola, F.lli Frattini, Hatria, Novellini, Profilitec, Roca consulenza, supporto in fase di posa, assistenza post-vendita 65


habimat.it

DALL’EDILIZIA AGLI INTERNI: IL NUOVO SHOWROOM HABIMAT DE MAS

LO STORICO PUNTO VENDITA DI FELTRE (BL) HA INAUGURATO UN NUOVO SPAZIO DEDICATO ALLE FINITURE E ALL’ARREDOBAGNO.

«U

n vero e proprio successo, i nostri clienti sono stati molto entusiasti del lavoro che abbiamo fatto»: parla così Andrea De Mas, uno dei titolari di BigMat De Mas Annibale & C. a proposito dell’apertura del nuovo showroom HABIMAT di Feltre (BL) dedicato al mondo delle finiture. A fine maggio 2017 è avvenuta l’inaugurazione degli spazi della nuova sala mostra, con l’accompagnamento della musica degli allievi della Scuola Comunale di Musica “A. Miari” di Belluno che si sono esibiti per l’occasione. Seicento mq, dislocati al primo piano dello showroom, dedicati alle finiture e all’interior design che vanno ad aggiungersi agli altri 600 mq del piano terra che ospita invece il reparto idraulica. Un open space dove progettisti, architetti, designer, arredatori e clienti privati possono scoprire le novità e le tendenze per progettare e arredare gli ambienti di casa secondo i trend del momento. Uno spazio espositivo, organizzato in ambientazioni curate nei minimi dettagli secondo i principi di stile che caratterizzano HABIMAT. «Il nostro showroom è specializzato in tutto quello che riguarda il mondo del bagno: dai rivestimenti alle finiture, dalla rubinetteria ai sanitari, dagli accessori agli elementi d’arredo – racconta ancora De Mas –, offriamo soluzioni complete grazie anche al vasto assortimento del nostro 66


HABIMAT

reparto di idraulica».Un servizio completo che comprende anche la progettazione in 3D, la consulenza e l’assistenza sia in fase iniziale sia in fase post-vendita grazie a uno staff altamente preparato che ha seguito i corsi per la progettazione e per la posa della BigMat Design School: «La formazione per noi è molto importante, rappresenta un valore aggiunto per la nostra attività – conclude De Mas – rendendoci non solo più preparati a rispondere alle esigenze dei clienti, oggi più che mai attenti e informati, ma anche più competitivi rispetto alla concorrenza. Nel nostro showroom addetti al settore e privati trovano soluzioni non solo prodotti». ! ia C. Di V. Veneto, 10/b Feltre (BL) v lun-ven: 8.00-12.00 14.00-18.00, sab: 9.00-12.00 www.habimat.it/showrooms/habimatdemas rivestimenti e finiture, rubinetteria, sanitari, arredobagno e accessori, reparto idraulica A bitaly, ABK, Agha, Artesi, Ceramica Vogue, Hatria, Novellini, Palazzetti, Pietre d’Arredo, Ponte Giulio, Progress Profiles, SchlüterSystems progettazione 3D, consulenza, posa, assistenza post-vendita

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L’ESSENZIALE È CHE TI SOMIGLI Essential è la linea Scrigno dedicata alla creatività. Non solo controtelai, ma porte filomuro dal design essenziale: dove stipiti e cornici scompaiono. Così la parete è più libera, proprio come te di dare spazio all’arredo. Perché offrire soluzioni originali è la nostra idea fissa da oltre 25 anni.

www.scrigno.it

Scrigno® è un marchio registrato.


in collaborazione con

VENDERE CASA IN POCO PIÙ DI 6 MESI di Emiliano Sgambato estratto da “Casa24”, Il Sole 24ORE

Una casa ristrutturata aumenta il proprio valore fino al 19% (12% al netto delle spese per i lavori) e può fruttare un affitto più alto del 22% rispetto alla media. Non solo, secondo una simulazione del sito Immobiliare.it e di Prontopro.it – il portale che raccoglie online i preventivi di artigiani e professionisti – i tempi di vendita calano da 6,6 a 5,4 mesi e quelli di locazione da 4,6 a 3,5. Nella simulazione sono stati ipotizzati due tipi di intervento su un bilocale di 52 mq in una grande città. Il

Con la ristrutturazione il valore dell’immobile sale del 12%

primo “pacchetto” comprende il rifacimento del bagno, la tinteggiatura delle pareti, la revisione dell’impianto

Ipotizzando, in base alle quotazioni Nomisma sulle grandi città, che il prezzo medio di una casa di 52 mq sia di circa 100mila euro, il costo della ristrutturazione risulta pari a circa il 7,7% del valore dell’immobile. Di conseguenza il guadagno “netto” ammonterà all’11 – 12%. Inoltre va considerato che su alcune spese si possono recuperare i bonus fiscali per ristrutturazione (50%) e risparmio energetico (65%). In caso di vendita le detrazioni di norma passano all’acquirente, ma è anche possibile optare, al momento del rogito, per la loro conservazione, poten-

elettrico e alcuni infissi nuovi, per un costo medio stimato di 5.700 euro.

ziando così l’aumento di valore illustrato sopra. Ancora meglio in caso

Il risultato è un aumento di valore del 12% e il calo dei tempi di vendita

di affitto, dove le rate annuali incassate dal fisco vanno a sommarsi ai

da 6,6 a 6,1 mesi.

canoni maggiori ottenibili dagli inquilini, accelerando l’ammortamento

Aggiungendo poi un “pacchetto comfort” composto da antifurto, con-

degli investimenti iniziali. A volte, infine, per aumentare l’appeal della

dizionatore monosplit e zanzariere, del costo di altri 2mila euro, si

casa bastano alcuni interventi di home staging (“abbellimento” dell’im-

aggiunge un ulteriore 7 – 8% ai valori di vendita e affitto, con i tempi

mobile), ben fotografati negli annunci: secondo l’associazione Home

che scendono rispettivamente a 5,4 e 3,5 mesi.

Staging Lovers, in questi casi, i tempi medi di vendita sono di 58 giorni.

“L’Osservatorio sull’edilizia”è la rubrica di aggiornamento e informazione, firmata da Il Sole 24ORE per BigMat, che seleziona le notizie dal mondo dell’edilizia, con particolare attenzione agli aspetti normativi e agli aggiornamenti utili per lo svolgimento della professione. Per ricevere la newsletter dell’Osservatorio sull’edilizia iscriviti su www.bigmat.it/community.

© ICP

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UP! 69


ANCE

ECONOMIA A ZERO RIFIUTI di Giuliano Campana, presidente di Ance

Un sistema industriale responsabile e lungimirante non può che guardare a un modello sostenibile di sviluppo che punti sulle energie rinnovabili, sul riciclo dell’esistente e sulla valorizzazione del territorio. In questo quadro un ruolo di primo piano assume il trattamento dei rifiuti che possono e devono essere considerati sempre più una risorsa da ottimizzare e non una zavorra di cui liberarsi. È ormai evidente che il ciclo di vita dei prodotti e dei materiali sia un fattore importante per tutte le attività industriali, che

Obiettivo 2020: recuperare il 70% dei rifiuti da costruzione e demolizione

devono organizzarsi in modo che le materie prime non

possiamo cogliere da questo nuovo percorso avranno un impatto decisivo sull’economia e sulla qualità della vita dei cittadini. Come Ance stiamo promuovendo da tempo un salto in avanti in questa direzione. Il primo obiettivo da raggiungere è evitare che, come troppo spesso accaduto in passato, i processi innovativi e di sviluppo si arenino a causa di un peso burocratico ed economico schiacciante. Né bisogna consentire che continue modifiche normative in materia ambientale generino incertezze e grande confusione tra gli operatori. È necessario, dunque, agire attraverso

vengano disperse a fine vita, ma diventino componenti essenziali per

semplificazioni normative e amministrative, per favorire il recupero e

nuovi usi. Non si tratta di progetti fantascientifici: un’economia a “zero

l’utilizzo del materiale da costruzione e demolizione direttamente in

rifiuti” è un traguardo sempre più a portata di mano. Ma per riuscirci è

cantiere, anche mediante impianti mobili. Sarebbe poi utile puntare sulla

necessario uno sforzo congiunto da parte di tutti i settori, a cominciare

leva fiscale, con un’imposizione ridotta sull’acquisto dei materiali e dei

dall’edilizia che può svolgere un ruolo determinante in questo contesto.

prodotti riciclati e con un sistema di incentivi alle imprese che, attraverso

È proprio questa, del resto, la direzione indicata dalla Commissione

la digitalizzazione delle informazioni, trasferiscano all’acquirente del

europea, che di recente ha adottato un pacchetto di misure mirate a

manufatto edilizio tutti i dati per la gestione dell’intero ciclo di vita del

promuovere la progettazione eco-compatibile e l’utilizzo sostenibile

prodotto. Tutto ciò presuppone un cambio di mentalità e di metodo di

delle risorse. Il settore delle costruzioni è stato indicato come prioritario

lavoro nel quale vanno favoriti i processi integrati con la filiera, condivi-

per il raggiungimento di tali obiettivi, per diminuire il consumo di fonti

dendo esperienze, ricerche e best practice per una corretta gestione dei

energetiche fossili e preservare le materie prime naturali, che devono

flussi di materiali da costruzione e demolizione. Le imprese sono pronte

essere sostituite da materiali eco-compatibili o riciclati. Il traguardo da

a raccogliere questa sfida. Al legislatore chiediamo un quadro di regole

raggiungere per il 2020 è recuperare il 70% dei rifiuti da costruzione e

chiare e stabili nel tempo, che consenta di programmare gli interventi e

demolizione. La strada da fare, quindi, è ancora lunga, ma i risultati che

far partire una nuova stagione di crescita sostenibile per il nostro Paese. Giuliano Campana, presidente di Ance

70 UP! Settembre 2017


ANIT

MASSETTI E ACUSTICA IN EDILIZIA di Matteo Borghi, esperto ANIT

I solai che separano gli ambienti abitativi devono ri-

Le regole da rispettare

spettare specifiche prescrizioni di isolamento ai rumori aerei (R’w) e di calpestio (L’nw) imposti dalla legislazione vigente e, per raggiungere l’obiettivo, occorre curare nel dettaglio la progettazione e la corretta posa dell’intera stratigrafia.

I limiti di legge sono quelli indicati nel DPCM 5-12-1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”, oltre che in eventuali regolamenti regionali e comunali. Inoltre si segnala che il recente Decreto Ministeriale dell’11 gennaio 2017 ha introdotto, tra i Criteri Ambientali Minimi (CAM) imposti per gli appalti

Tabella - Limiti imposti dal DPCM 5-12-1997 per isolamento ai rumori aerei e da calpestio.

pubblici, anche specifiche prescrizioni sull’acustica edilizia. Un approfondimento realizzato da ANIT su questo tema può essere scaricato

Categorie di ambienti abitativi

R’w

L’nw

sul sito www.anit.it.

Edifici adibiti a ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili

≥ 55

≤ 58

matematiche proposte nelle norme serie UNI EN 12354 e nel rapporto

Edifici adibiti a residenze, alberghi, pensioni e attività assimilabili

≥ 50

Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili

≥ 50

Edifici adibiti a uffici, attività ricreative o di culto, attività commerciali o assimilabili

≥ 50

La progettazione dei requisiti può essere realizzata utilizzando le relazioni tecnico UNI TR 11175, e implementate nei programmi in commercio. A

≤ 63

breve saranno pubblicate le nuove versioni delle norme tecniche citate e, di conseguenza, dovranno essere revisionati i software di calcolo

≤ 58

per la determinazione dei requisiti acustici passivi. Anche la corretta posa dell’intero pacchetto solaio è fondamentale per rispettare i limiti

≤ 55

imposti per legge e raggiungere le prestazioni previste nelle relazioni di calcolo. Occorre prestare particolare attenzione alla scelta e alla corretta installazione di tutti gli elementi che compongono la stratigrafia, dal solaio portante alle finiture superficiali, zoccolino compreso. Alcune indicazioni sulla realizzazione dei massetti galleggianti sono riportate nella norma UNI 11516. In particolare si evidenzia che le caratteristiche del massetto realizzato in cantiere dovranno corrispondere a quanto prescritto nella relazione di calcolo acustico previsionale. I materiali resilienti utilizzati nei massetti galleggianti, infatti, determinano prestazioni differenti in base al tipo di carico soprastante. Se il massetto è troppo leggero vi è il rischio che il materiale “non lavori”, se invece è troppo pesante può accadere che il materassino subisca un’imprevista ed eccessiva compressione. Se quindi è stato scelto a progetto uno specifico materiale anticalpestio, in funzione del massetto indicato e del risultato che si vuole ottenere a fine lavori, è molto importante verificare che in opera vengano utilizzati tali materiali o prodotti analoghi. In particolare occorre controllare lo spessore, la densità e quindi la massa superficiale del massetto gettato e verificare se vi è l’eventuale necessità di posare reti elettrosaldate, o altri sistemi, per evitare possibili cedimenti.

La Guida acustica ANIT analizza la legislazione e le norme tecniche in vigore sui temi dei requisiti acustici passivi e della classificazione acustica delle unità immobiliari con le ultime novità normative (D.Lgs 41 e 42) e i contenuti degli “Approfondimenti ANIT” relativi alla figura del Tecnico Competente in Acustica e dei Criteri Ambientali Minimi.

Scarica il Manuale sulla corretta posa dei massetti galleggianti sul sito www.anit.it, nella sezione “Pubblicazioni”

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UP! 71


ISTRUZIONI DI POSA PER IL GRANDE FORMATO Le piastrelle di grande formato sono di tendenza, hanno un grande impatto visivo, e un pavimento o un rivestimento con il grande formato acquista stile e personalità grazie al ridotto impatto delle fughe cementizie. C’è però anche un aspetto negativo da rilevare: spesso il formato è motivo d’incompatibilità tra il progettista, il quale non coglie tutte le problematiche legate alla posa, e il posatore, che deve ag-

La nuova guida tecnica di Assoposa per le lastre XXL

la posa del grande formato. Questo testo è una guida tecnica, disponibile in italiano e in inglese, che non ha valore normativo, ma è un utilissimo strumento pensato per i posatori già abili che non hanno però grande esperienza con lastre di grande formato. Quando una piastrella si definisce di grande formato? Semplicemente, quando uno dei suoi lati è maggiore di 60 cm; questa definizione non è però sufficiente,

giornarsi professionalmente per imparare a lavorare

infatti, oggi il mercato propone formati ben più grandi

con questi formati. Per colmare questo bisogno di

e definire un formato di 320 cm x 160 cm “piastrella”

conoscenza tecnica nascono le Istruzioni di posa per il grande formato

sarebbe riduttivo, ecco quindi che se un lato è maggiore di un metro

di Assoposa, socio EUF (Unione Europea delle associazioni di posatori).

è giusto parlare di “lastra” e non di “piastrella”. Le istruzioni si riferi-

La collaborazione tra il presidente di Assoposa, Paolo Colombo, e il

scono, infatti, nello specifico a lastre di grande formato e sottili, con

presidente del Comitato Tecnico di EUF, Peter Goegebeur, ha portato a

spessore uguale o minore a 7 mm. Il testo approfondisce tutti i temi

unire le esperienze di maestri posatori di tutta Europa per “mettere su

più importanti per diventare un esperto “lastrificatore”, ad esempio

carta” tutti gli accorgimenti e trucchi del mestiere per quanto riguarda

come e con quali attrezzature movimentare le lastre e le procedure, con tanto di consigli pratici per eseguire tutte le tipologie di taglio. Grazie a innumerevoli test pratici, i maestri di Assoposa sono riusciti a inserire in queste istruzioni uno speciale metodo di “doppia spalmatura” che garantisce il 100% di letto pieno, quando cioè, si riesce a eliminare tutta l’aria tra la lastra posata e il supporto, garantendo così grande stabilità e un’ottima durevolezza del pavimento. Oltre che tecniche e consigli pratici, la guida alla posa del grande formato comprende anche un focus sulle attrezzature e prodotti consigliati per ottenere un lavoro perfetto, vi sono perciò capitoli dedicati ai sistemi livellanti, alla sigillatura delle fughe e alla pulizia. La pubblicazione Istruzioni di posa per il grande formato ha una grande importanza sia per il posatore, che vuole formarsi professionalmente sul grande formato, sia per il progettista, che potrà comprendere tutte le problematiche e, soprattutto, le soluzioni alla posa delle grandi lastre. Assoposa è pronta a supportare la pubblicazione, organizzando per rivendite o aziende interessate il Corso Grandi

Guarda i video tutorial realizzati da Assoposa per la posa dei grandi formati su www.extraup.it

72 UP! Settembre 2017

Lastre della durata di tre giorni e per un massimo di 12 posatori.


PUBBLICATO IL SECONDO RAPPORTO CASE ED EDIFICI IN LEGNO Lo studio, condotto annualmente dal Centro Studi Federlegno Arredo Eventi Spa per conto di Assolegno, ha l’obiettivo principale di monitorare l’edilizia in legno in Italia in termini di numero di edifici costruiti (residenziali e non residenziali), tecnica costruttiva più diffusa, fatturato derivante dalla loro vendita e, novità del secondo Rapporto Case ed edifici in legno, anche la stima della dislocazione. Oltre a queste informazioni, nello studio sul 2015 sono state introdotte alcune interessanti novità tra cui la dislocazione territoriale delle

Nel 2015 1 nuova abitazione su 14 è stata costruita in legno

abitazioni in legno e il tipo di finiture maggiormente utilizzate dalle aziende analizzate nella ricerca.

produttivi del 2014. Sale il peso al 7% delle nuove abitazioni in legno sul totale dei permessi di costruire concessi nel 2015 quindi un’abitazione in legno ogni 14 nuove abitazioni. Il 2015 ha rappresentato un anno di transizione per l’edilizia in legno, vuoi per la presenza di Expo 2015, vuoi per un mercato immobiliare generale ancora in contrazione. Nel 2015 il settore è riuscito a mantenere buoni livelli produttivi e – complice una riduzione marcata dei permessi di costruire – anche a guadagnare quote di mercato, portandosi al 7,2% del totale delle nuove abitazioni costruite in Italia. Ciò conferma l’interesse per questo tipo di costruzioni

La ricerca è stata condotta su 248 aziende, coinvolgendo alcuni tra i

da parte del consumatore finale, nonostante la lieve flessione del nu-

principali operatori del settore che costruiscono edifici a struttura portante

mero di abitazioni registrato, dovuto più alle situazioni contingenti che

in legno in Italia e, per avere un quadro completo di tutto il settore, ha

a un’inversione del trend di crescita. Si è rilevato altresì un andamento

integrato la stima della produzione residua. Il rapporto contiene anche

diverso tra le aziende produttrici di edifici in legno “storiche” e gli altri

il confronto con l’industria delle costruzioni in Italia e con la produzione

operatori del settore attivi da meno tempo, con le prime che registrano

di edifici prefabbricati in legno degli altri Paesi europei. Il settore edile in

un lieve calo del costruito (ma non del fatturato), e i secondi in crescita.

Italia nel 2015 si è ulteriormente contratto: gli investimenti totali hanno

Altre importanti informazioni per gli operatori del settore sono emerse

subito una riduzione dell’1% sull’anno precedente, portando la contra-

dall’indagine parallela sulle finiture che ha fatto emergere come pvc e

zione cumulata tra il 2008 e il 2015 al 28% in termini reali. Dall’indagine

piastrelle, rispettivamente per finestre e pavimenti, siano i materiali più

emerge che il comparto dell’edilizia in legno ha ancora una volta avuto

diffusi nelle costruzioni in legno.

la capacità di operare con successo nel mercato, mantenendo i livelli

www.federlegnoarredo.it

Settembre 2017

UP! 73


FORMIAMO IL TERRITORIO PER CREARE LUOGHI PIÙ SICURI L’obiettivo del Sistema Bilaterale delle Costruzioni è avviare un confronto propositivo e una riflessione per riqualificare, ricostruire e mettere in sicurezza il patrimonio edilizio esistente, e quello storico monumentale, soprattutto alla luce degli ultimi terribili eventi sismici. L’intenzione è creare delle proposte efficaci per rigenerare il territorio e contribuire a una crescita della filiera, favorendo l’alta formazione su tecnologie, materiali e soluzioni costruttive innovative in materia di sostenibilità e di messa in sicurezza valorizzando il ruolo delle parti

Percorso di riflessione e alta formazione per la filiera delle costruzioni

sociali che si riconoscono all’interno del SBC (Sistema Bilaterale delle Costruzioni) e rafforzando allo stesso

innovative. I titoli degli incontri saranno: Ricostruire e rigenerare, Paesaggio e beni culturali tra sicurezza e tutela, Infrastrutture e sicurezza delle opere pubbliche e Governance e regole; ogni seminario sarà diviso in due sessioni, una di scenario e una tecnica con la presentazione di casi studio. Sul web, in parallelo, sarà predisposto un catalogo di seminari tecnologici di alta formazione a disposizione delle scuole edili e del Sistema Bilaterale delle Costruzioni per offrire un servizio di aggiornamento in collaborazione con le aziende italiane e internazionali, fornitrici di soluzioni costruttive nuove e all’avanguardia.

tempo la consapevolezza dell’importanza della ricostruzione.

Oggi è fondamentale conoscere le metodologie e i materiali più innovativi

Formedil, in collaborazione con il Sistema Bilaterale delle Costruzioni, ha

disponibili sul mercato per costruire secondo una prospettiva high-tech e

avviato un percorso di riflessione e di alta formazione destinato all’intera

utilizzare le migliori tecnologie per la sicurezza e il miglioramento statico

filiera delle costruzioni. L’iniziativa comprende un servizio di formazione

degli edifici, in una logica di sostenibilità. Formazione, informazione ed

online e offline per tutti gli operatori del settore. FormiAmo il territorio

esperienza si ritroveranno così unite in un unico piano per una maggiore

prevede quattro eventi all’interno delle Regioni colpite dal terremoto per

sicurezza del costruire: un progetto che intende partire da chi è in difficoltà

coinvolgere gli stakeholders locali mettendo a disposizione tecnologie

per attuare azioni preventive al servizio dei cittadini e del territorio. www.formedil.it

La facciata della basilica di San Benedetto, Norcia, dopo il terremoto del 30 ottobre 2016

IL SISTEMA BILATERALE DELLE COSTRUZIONI Nato dall’incontro di Cnce, Cncpt e Formedil, proponendosi come punto di riferimento per la legalità,la sicurezza nei cantieri e a sostegno dello sviluppo economico e sociale del settore dell’edilizia del Paese, il Sistema Bilaterale delle Costruzioni è composto da 300 organismi presenti sui territori, al servizio delle imprese e dei lavoratori.

74 UP! Settembre 2017


RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO

di Armin Pedevilla Pedevilla Architekten Vincitore del Premio Internazionale di architettura BigMat ’15 Premio Nazionale Italia

ISTANZE ARCHITETTONICHE E MATERIALI DI RICICLO: LA CASA RICICLABILE DI ANDREAS GRUBER Una delle necessità della società odierna è ridurre drasticamente la

circostante è caratterizzato anch’esso da questi muri, in particolare

produzione di rifiuti e di scarti; la soluzione può essere trovata anche

da quelli più scuri in porfido. Riprendendo queste note cromatiche, il

nell’uso di materiali provenienti da scarto e soprattutto da riciclo. Il

progetto s’inserisce in modo quasi camaleontico nel paesaggio: come

nuovo approccio è quindi riutilizzare qualcosa di esistente, la cui vita utile

un’enorme roccia antica abitata, la casa è caratterizzata da un aspetto

precedente è finita. Dettato da un senso etico di rispetto dell’ambiente

monolitico se non fosse per le cornici in legno degli infissi; quasi ad

e dalla sua salvaguardia o dalle nuove norme nazionali e internazionali

evocare una forma di vita primitiva ma allo stesso tempo squisitamente

volte a serrare la produzione di rifiuti, il riciclo ha ormai preso prepo-

moderna, che ritorna alle semplicità delle origini godendo dei comfort

tentemente piede anche in architettura e in edilizia, diventando, insieme

delle tecnologie più avanzate.

alle tematiche energetiche, uno dei punti di maggior attenzione nelle

I setti murari sono in cemento e contengono inerti provenienti da ma-

nuove costruzioni. I tanti esempi di progetti interessanti anche quello

teriali di riciclo e cavità d’aria studiate per garantire un elevato grado di

recentissimo, concluso da pochi mesi, dell’architetto altoatesino Andreas

coibentazione senza ricorrere all’uso sistematico di altri materiali isolanti

Gruber: la casa Andergassen Urthaler, nella Val d’Isarco (BZ). Il paesaggio

artificiali. Gli infissi sono stati sviluppati nel dettaglio per potersi inserire

di questa zona montana è caratterizzato dal frequente uso della pietra

nella struttura senza l’aggiunta di schiume poliuretaniche: a questo

naturale per la costruzione di muri e muretti, atti al contenimento del

scopo, è stato sviluppato un dettaglio ad hoc che permette di incastrare

terreno e ai cosiddetti terrazzamenti necessari ai contadini per facilitare

il serramento nella fessura preparata solamente aumentandone un

la coltivazione. A Bressanone (BZ) questi muri vengono tradizionalmente

po’ lo spessore totale. Il concetto di riciclo e riuso è stato perpetrato

costruiti utilizzando un granito ad alta concentrazione ferrosa, materiale

in tutta l’opera e secondo l’architetto Gruber: «questa casa è un vero

dai vari colori, dal grigio al rosso, in base al grado di ossidazione del ferro

prototipo funzionante, interamente riciclabile alla fine della sua vita

all’interno. A Sud della città invece, gli stessi muri vengono realizzati con

utile». È interessante costatare come l’attenzione ai temi ambientali,

il porfido, pietra grigia che con il tempo e con l’esposizione agli agenti

diventati di primaria importanza oggi, non precluda per nulla l’opera

atmosferici diventa sempre più scura. Casa Andergassen Urthaler si

dell’architetto, libero di spaziare fra le molteplici soluzioni possibili in-

trova nel paese di Barbiano, un conglomerato ubicato nelle scoscese

dirizzate a soddisfare il cliente e a creare un oggetto ad alto contenuto

pendenze della valle, fronteggiato dallo Sciliar, dalle dolomitiche crode

culturale; un ottimo esempio per tracciare una nuova via, dove le istanze

della Val Gardena e dal più vicino e tondeggiante Plose. Il paesaggio

architettoniche convivono con le necessità ambientali.


di Roberto Schiesari Schiesari & Associati Economia, Finanza e Diritto di Impresa

LA RISORSA RIFIUTO I nuovi paradigmi economici stanno spostando il focus di analisi e valorizzazione competitiva dal prodotto finale al suo processo di generazione, con una crescente attenzione alle risorse utilizzate durante l’intero ciclo di vita, secondo i dettami dell’economia circolare. Sulla base di queste premesse emergenti, le nuove sfide spingono con forza a ripensare le modalità di produzione ma soprattutto di consumo, coinvolgendo tutti gli attori della catena del valore, dagli approvvigionamenti al consumo finale fino a determinare una

reali necessità e abitudini, dall’altro dalla scarsità

Verso il paradigma della rigenerazione e del remanufacturing

seconda vita del prodotto stesso, limitandone i relativi sprechi o i conseguenti rifiuti.

delle risorse da poter utilizzare per definire processi produttivi in una chiave economicamente sostenibile. Il prodotto dovrà essere progettato non solo pensando al suo smaltimento a fine vita, ma anche cercando di rendere più agevole e conveniente la riparazione, il riciclo, il disassemblaggio e la rigenerazione del prodotto o dei suoi componenti, coinvolgendo in tale processo virtuoso tutti gli attori della filiera, comprese le imprese distributrici. Si parla in questi casi di remanufacturing, una pratica finalizzata a recuperare prodotti usati e a riconvertirli in prodotti nuovi da

In quest’ottica, nuove strategie di business hanno iniziato a esplorare

introdurre sul mercato. La “riconversione” varia a seconda del settore

modalità di recupero e riutilizzo dei prodotti, o di loro componenti, a fine

industriale e della filiera interessata, ma il risultato deve essere co-

vita. Ciò richiede un nuovo disegno progettuale che parte dal concept

munque un prodotto conforme agli standard tecnici e di sicurezza, con

stesso del prodotto, compresso da un lato dai clienti che cercano

performance equivalenti o addirittura migliori rispetto a quelle garantite

prodotti per un’esperienza sempre più soddisfacente legata alle loro

nell’utilizzo iniziale.

76 UP! Settembre 2017


Rischio incendi sui tetti in legno? La sfida è quindi legata all’ampliamento del ciclo di vita dei prodotti e del valore in essi contenuto, attraverso l’adozione di nuovi modelli di business più orientati all’erogazione del servizio che del prodotto, al riutilizzo di prodotti e componenti, e a maggiori tassi di riciclo dei materiali, finalizzati anche a contrastare l’obsolescenza programmata. Senza dimenticare l’analisi delle risorse impiegate per la produzione, che deve considerare anche quelle non immediatamente onerose per l’azienda ma che lo sono per l’ambiente e/o la comunità. Questa tendenza tuttavia deve trovare un accettabile grado di compatibilità ambientale che in molti casi rappresenta un peso economico che può rendere non conveniente l’intero processo, soprattutto in mancanza di sistemi normativi d’incentivazione per i prodotti sostenibili e/o di penalizzazione per quelli che non lo sono. Sarà allora anche la sensibilità del cliente verso l’importanza dell’uso di beni sostenibili a fare la differenza attribuendo a questa caratteristica un plusvalore non trascurabile. Il rischio operativo conseguente è in prospettiva meno incidente in quei business che vedono la progressiva sostituzione o integrazione dei beni con i servizi, in un’ottica di consumo più improntata appunto al servizio piuttosto che al possesso del bene stesso. Il percorso di progettazione di un prodotto entrerà a fare parte di un servizio continuativo invece che di acquisto una tantum. Diverse saranno di conseguenza la modalità di interazione e coinvolgimento dei clienti e utenti, il cui customer journey deve essere ridefinito e co-progettato. L’edilizia è uno dei settori che maggiormente produce grandi masse di rifiuti di difficile riciclabilità, per questo un processo che porti verso modelli di costruzione a zero rifiuti è prioritario per poter generare importanti benefici per l’ambiente. Anche il consumo e le sue diverse forme, diventano quindi fondamentali nell’implementazione di un nuovo modello circolare, introducendo un nuovo e più attivo ruolo del consumatore nell’intero ciclo di vita. Le barriere e i dubbi da superare nel compiere il percorso di attuazione di questo nuovo modello circolare sono molteplici, da quelle normative – quali sono le materie prime seconde? – a quelle culturali e comportamentali: qual è il valore di un prodotto rigenerato rispetto a uno nuovo? Il percorso verso il valore della “ri-generazione” è iniziato ed è difficilmente reversibile: nuovi modelli competitivi emergono basati su una

Eterinox risolve!

nuova concezione di risorse produttive in cui, grazie anche all’innovazione tecnologica, ciò che in passato era uno scarto – e quindi un centro di costo – diventa un fattore produttivo differenziante, il vero centro di profitto. “I rifiuti sono una grande risorsa ma nel posto sbagliato” afferma l’autore americano Mark Victor Hansen; sarà vincente chi riuscirà a far sì che il proprio modello di business diventi il “giusto” luogo per valorizzare tutte le risorse, in primis quelle che per i competitor rappresentano

è la soluzione Fibrotubi per la messa in sicurezza dagli incendi. Grazie all’intuitivo sistema telescopico permette una posa facilitata sia in piano che su assi inclinati fino a +15%. Ha la piastra integrata, non richiede assemblaggi, riduce i tempi di montaggio ed è fornito con rosoni di finitura copripiastra. Permette di non avere volumi tecnici sopra e sotto il passaggio tetto/ parete È certificato G(0) se associato ai sistemi fumari Eterinox serie MA TDP.

esclusivamente dei costi.

Settembre 2017

UP! 77


NEWS DAL MONDO BIGMAT

TRE NUOVI PUNTI VENDITA NEL GRUPPO Non smette di crescere la rete di Punti Vendita di BigMat che in questa prima parte dell’anno si arricchisce di tre nuovi centri tra Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. A Milano, nel quartiere Forlanini, BigMat Spaberg ha aperto ad aprile un nuovo Punto Vendita, che si aggiunge a quelli di Arese, Legnano e Paderno Dugnano, rafforzando così la sua presenza sul territorio

Nuove aperture in Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto

lombardo. Edilizia pesante, attrezzature, tintometro e

Spaberg nella progettazione, nell’allestimento degli spazi e nella definizione dell’assortimento delle diverse categorie merceologiche. Un supporto che va ben oltre il servizio di progettazione: «l’essere parte del Gruppo BigMat – conclude Doria – ci permette di avere delle convenzioni e degli accordi commerciali vantaggiosi con i più importanti fornitori grazie alla forza del marchio; un Gruppo solido in cui c’è un continuo confronto di

libero servizio compongono il nuovo centro distribuito su una superficie

esperienze tra i diversi Soci».

di 1.000 mq coperti e 1.200 mq scoperti che vede in servizio un team di

Sempre ad aprile è stato inaugurato il nuovo Punto Vendita di

2 persone che aumenteranno a 5 una volta che il Punto Vendita entrerà a

BigMat Edilagraria di Cavareno, in provincia di Trento. Posizionato nel

pieno regime. «Abbiamo scelto di aprire a Milano perché è la città che sta

cuore della cittadina trentina, il nuovo centro dell’azienda della Val di Non

crescendo di più in Italia grazie anche al traino di Expo – spiega Denis Doria,

nasce negli ambienti di una storica bottega sviluppandosi su uno spazio di

responsabile dell’ufficio acquisti di BigMat Spaberg –. Indubbiamente si

circa 200 mq disposti su due piani a cui si aggiunge un piazzale esterno

tratta di un mercato difficile dove vi è tantissima concorrenza ma è un

sempre di 200 mq. La nuova rivendita di BigMat Edilagraria, inaugurata

mercato vivo dove il lavoro, soprattutto nel settore della ristrutturazione,

con un pomeriggio di festa che ha visto la partecipazione di quasi 300

non manca assolutamente». La scelta di approdare a Milano è motivata

persone, si rivolge principalmente ai privati, target che costituisce circa

anche dalla volontà di intercettare un nuovo segmento di pubblico, quello

il 90% del pubblico di riferimento del Punto Vendita a cui si aggiunge

dei privati, da affiancare al core business dell’azienda rappresentato da

un 10% rappresentato invece dalle imprese della zona. L’assortimento

imprese edili e artigiani. Un Punto Vendita aperto al pubblico ma ancora in

dei prodotti segue questa tendenza tra ferramenta, libero servizio, arredi

divenire sottolinea Denis Doria: «nei prossimi mesi abbiamo in programma

outdoor e casalinghi con ferramenta e minuteria che la fanno da padrone

di inaugurare uno spazio dedicato ai corsi formativi e uno al noleggio, nel

grazie a una grande quantità di articoli a disposizione per i professionisti

2018 apriremo uno showroom firmato HABIMAT». Una nuova avventura

e per gli appassionati del fai da te. Una realtà giovane che in questi primi

in cui ha avuto un ruolo attivo la centrale BigMat che ha supportato

mesi di attività ha avuto un buon riscontro grazie anche all’organizzazione

BigMat Spaberg, MIlano

BigMat Edilagraria, Cavareno (TN)

78 UP! Settembre 2017


BIGMAT SBAFFI SPEGNE 40 CANDELINE

Un momento della festa di BigMat Sbaffi, Macerata

Un migliaio di persone si sono riunite lo scorso maggio per festeggiare i 40 anni di BigMat Fabio Sbaffi, storico Punto Vendita di Macerata. Una giornata di intrattenimento che ha visto la partecipazione di un nutrito pubblico formato da famiglie, progettisti, imprese e produttori. «Una bella soddisfazione – spiega Riccardo Sbaffi, figlio del titolare del Punto Vendita – per un traguardo importante raggiunto grazie alla vicinanza dei nostri clienti e del Gruppo BigMat di cui facciamo parte dal 1998 e senza il quale non saremmo potuti arrivare dove siamo ora». di alcuni momenti di formazione/intrattenimento come gli show cooking

e che offre ai propri Punti Vendita un solido rapporto di partnership con

in programma una volta al mese «per far conoscere il Punto Vendita e i

i fornitori oltre a innumerevoli servizi e un importante supporto a livello

prodotti che proponiamo al territorio e al grande pubblico», spiega Kevin

di marketing e comunicazione». Uno spazio ampio suddiviso tra 600 mq

Holzknecht di BigMat Edilagraria. Un buon riscontro e grande soddisfazione

di rivendita, circa 2.300 mq di capannone coperto, 1.000 mq dedicati

non solo per il nuovo progetto ma anche per il primo anno nel Gruppo:

alla lavorazione del ferro per il cemento armato e 12mila mq quadrati di

«Siamo molto entusiasti della nostra esperienza in BigMat – afferma

piazzale, inclusa inoltre un’area dedicata alla ferramenta specializzata per

Holzknecht – perché il Gruppo ci supporta sia a livello di comunicazione

i professionisti e al fai da te per i privati, tra vernici e colori, un’area per

sia a livello di organizzazione. La centrale ci assiste continuamente in un

l’edilizia pesante e una dedicata al mondo outdoor. Un’offerta completa non

clima di confronto e ascolto».

solo di materiali e sistemi ma anche di servizi grazie alle competenze e al

Grande entusiasmo anche per BigMat Repro Unibuild, anch’esso parte

know-how di uno staff composto da sette persone, tra cui un consulente

del Gruppo da poco più di un anno, che a inizio giugno, alla presenza di

tecnico, «per affiancare e supportare – prosegue Reato – le imprese e gli

quasi 400 persone tra fornitori, imprese, artigiani e privati, ha inaugurato

artigiani della zona e della provincia che costituiscono il nostro principale

un nuovo Punto Vendita a Moriago, il più grande centro, per dimensioni,

pubblico di riferimento, in virtù delle conoscenze acquisite e dell’esperienza

dedicato al mondo dell’edilizia della provincia di Treviso, con un’area di

maturata in questi anni».

oltre 16mila mq. Un importante investimento per l’azienda di Fonzaso (BL)

Un servizio completo che prevede non solo la consulenza e l’assistenza

che in questo 2017 punta ad ampliare la propria offerta e il proprio bacino

ma anche servizi di posa in opera, soprattutto per pavimentazioni e ferro

di utenza, grazie anche a BigMat come sottolinea il titolare Beant Reato:

lavorato, installazione di finestre da tetto e diversi momenti formativi che

«Un Gruppo internazionale che fa del proprio marchio un punto di forza

prenderanno il via nei prossimi mesi.

BigMat Repro Unibuild, Moriago (TV)

Settembre 2017

UP! 79


NEWS DAL MONDO BIGMAT

CRESCERE INSIEME, IMPARARE IN GRUPPO «È stata una bellissima esperienza, oltre ogni aspettativa, una grande occasione di formazione e confronto diretto con gli altri Soci – racconta entusiasta Chiara Caira di BigMat Edil Legno Services di Atina (FR) che insieme agli altri 343 partecipanti in totale, è stata

Il successo dei corsi della Scuola BigMat 2017

“alunna” della scuola BigMat 2017 –. BigMat ha ben

aziendale; per certi aspetti i corsi hanno confermato parte delle politiche aziendali che applichiamo da tempo, è confortante sapere che lavoriamo bene e stimolante conoscere la traccia da percorrere per migliorare». Formazione specifica anche per l’interior design e le finiture, settore sempre più strategico

compreso già da tempo che una delle chiavi fondamentali per creare un

negli showroom BigMat e HABIMAT. All’interno del “piano formativo”

grande Gruppo è la formazione, di natura non solo tecnica ma anche

della BigMat Design School sono stati 2 i corsi sui software Sketchup

prettamente manageriale». La scuola BigMat è un momento di appro-

e Tilelook per il rendering di ambienti 3D; insieme agli approfondimenti

fondimento per acquisire strumenti e conoscenze utili a migliorare la

sulla normativa della posa dei pavimenti con Assoposa e alle apprezzate

propria azienda e il fitto calendario del 2017 ha proposto un’ampia scelta

giornate presso la Kerakoll Design House di Sassuolo per approfondire i

di corsi. Grazie alla partnership consolidata con la 24ORE BUSINESS

trend del 2017 e al FuoriSalone di Milano per analizzare il rapporto fra le

SCHOOL sono stati avviati 6 corsi manageriali di alto livello presso la

figure del venditore e dell’architetto. Tra gli insegnati della Scuola BigMat

sede milanese de Il Sole 24ORE, personalizzati sulle esigenze dei Punti

2017 anche Peter Erlacher salito in cattedra per 3 corsi tecnici, da Nord

Vendita BigMat e dedicati a temi di grande interesse come il passaggio

a Sud, dedicati alla formazione del venditore tecnico del settore legno.

dal BtoB al BtoC, i comportamenti d’acquisto, l’approccio alla vendita,

BigMat organizza inoltre una serie di visite aziendali, esclusive per i

le strategie di comunicazione, il marketing online con la comunicazione

titolari e dipendenti dei Punti Vendita BigMat, presso i fornitori partner

e promozione del Punto Vendita sui social media, l’analisi dei flussi di

del Gruppo come quelle nel modenese da Atlas Concorde a Fiorano

cassa, la sostenibilità dei costi, la gestione del magazzino, la struttura

Modenese e da Pastorelli a Savignano sul Panaro. «Uno degli aspetti

della supply chain, la logistica e le frontiere dell’Industria 4.0. «Ho

più entusiasmanti dell’essere in BigMat risiede nella possibilità di con-

trovato molto interessanti le parti dedicate alle strategie di vendita e al

fronto all’interno del Gruppo, dove la formazione è sempre garantita

magazzino, problematiche quotidiane, vive, su cui giornalmente venia-

e promossa, dove condividere know-how e approfondire anche temi

mo messi alla prova – aggiunge Chiara Caira –, a piccoli passi stiamo

innovativi, come l’online e l’uso dei social network, è manifestazione

introducendo alcuni concetti esposti durante le lezioni come la lettura

della lungimiranza e della capacità di cogliere le esigenze del nostro

di metriche e dati di insights sui nostri canali social e la promozione

settore» conclude Chiara Caira.

80 UP! Settembre 2017


NEWS DAL MONDO BIGMAT

BIGMAT E BIG AMERICA FANNO GRANDE IL MOTOCROSS Il crossdormo Big America, a Villafranca Piemonte (TO), è diventato in pochi anni il punto di ritrovo per motociclisti e appassionati. L’estrazione della ghiaia, attività svolta in questo

L’accademia del motocross sponsorizzata BigMat Edilpellice

sito da BigMat Edilpellice di

l’allenamento – spiega Cristian Sola, istruttore federale IGF e presidente dell’accademia –. All’interno del circuito c’è anche una sezione dedicata al minicross con la possibilità di noleggiare minimoto e miniquad per una ventina di bambini». Le qualità e caratteristiche della pista e le potenzialità dei piloti del team Piccola America hanno spinto BigMat Edilpellice a confermare il sostegno

Cavour (TO), ha prodotto una depressione di

alla squadra come sponsor ufficiale. «Siamo partiti da un gruppo di

alcuni metri all’interno della quale sono stati

nove piloti e amici e in pochi anni siamo cresciuti – prosegue Sola –,

poi ricavati i 1.500 m del tracciato Big America

disputando campionati di ogni categoria con ottimi risultati». Obiettivi

– Accademia del motocross, che è stato inau-

del team e dell’accademia sono consolidare i risultati e far conoscere

gurato ad aprile 2016 e nel quale sfrecciano

il crossodromo «grazie anche a BigMat Edilpellice che ha creduto nelle

circa 200 iscritti. «Il terreno della pista è adatto a

nostre capacità fin da subito e ci ha sostenuto, puntiamo a raggiungere

tutte le stagioni ed è ideale per l’insegnamento e

traguardi sempre più grandi» conclude Sola.

PREMIUM

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TYROLIT offre un’ampia gamma di dischi abrasivi da taglio extrasottili caratterizzata da eccellenti performance che riducendo i tempi di lavorazione, garantiscono il massimo comfort all’operatore e offrono un ottimo rapporto prezzo/qualità. Settembre 2017 Una società del gruppo SWAROVSKI www.tyrolit.com

UP! 81


NEWS DAL MONDO BIGMAT

ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI BIGMAT A ROMA Si è svolta il 17 e il 18 giugno a Roma l’assemblea annuale dei Soci BigMat durante la quale è stato eletto il CDA che guiderà il consorzio nei prossimi 3 anni. La presidenza è stata confermata a Rocco Alfano, giunto al suo terzo mandato. che ha ringraziato l’Assemblea

Elezioni del CDA e ratifica di quattro nuovi ingressi

per la rinnovata fiducia. Ecco quindi la nuova squadra: Rocco Alfano (presidente), Lucia Guglielmina (vicepresi-

ripresa e che punta sulla ristrutturazione. Una marcia in più quella che Edilizia Rinaldi sia aspetta dall’entrata nel Gruppo, «siamo soddisfatti del supporto offerto ai Soci in tutti i settori, dagli acquisti alla formazione; pensiamo di partecipare ai corsi della Scuola BigMat che ci daranno una specializzazione e un valore aggiunto utile in un mercato sempre più concorrenziale». Oggi

dente), Gina Caralli, Alessandro Cerbai, Giulio Delfino, Fabio Gerbi, , Alberto

quindi BigMat Italia conta 116 Soci con 195 Punti Vendita (905 in Europa).

Novelli, Michelangelo Pesciarelli, Ferruccio Pagliarini, e i due consiglieri di

Oltre alla parte tecnico-amministrativa, l’Assemblea ha avuto modo di

BigMat France Claude Coutant e Fabio Rinaldi. L’Assemblea ha anche ap-

passare in rassegna anche le principali iniziative dell’ultimo anno, dalla

provato il bilancio e ratificato l’ingresso di 4 nuovi Soci: EdilAppia di Bene-

terza edizione del BigMarket alla terza campagna televisiva su Rai, Sky,

vento, Edil Legno Services di Atina (FR), Olivieri Edilizia di Sansepolcro (AR)

Cielo e Discovery, fino ai risultati del primo anno del programma di carta

(vedi UP! n. 22) e Edilizia Rinaldi di Morcone (BN).

fedeltà dedicata ai clienti. Il prossimo appuntamento sarà a Firenze, dal

BigMat Edilizia Rinaldi di Morcone (BN) è l’ultimo Socio entrato nel

22 al 24 novembre, per il Congresso Internazionale 2017, che ospiterà

Gruppo ad aprile 2017. Forte di un’esperienza trentennale nella fornitura

al suo interno anche la premiazione dei vincitori del BigMat International

di prodotti edili è in grado di offrire una vasta gamma di materiali per le

Architecture Award ’17.

strutture (laterizi, carpenterie, strutture metalliche) e per l’isolamento termo-acustico, tubazioni e cavidotti, pavimenti e ceramiche, arredobagno, sanitari, rubinetterie e dal 2017 anche porte e finestre. «Abbiamo introdotto questa nuova categoria merceologica per diversificare la nostra offerta e ampliare il mercato – spiega Costantino Calandrella, titolare di Edilizia Rinaldi insieme alla sorella Maria –, e con lo stesso obiettivo siamo entrati nel Gruppo BigMat». Due i Punti Vendita a Morcone e a Sepino (CB), dove sono impiegate 8 persone, con 18mila mq di scoperto e 2.500 mq di superficie coperta in totale che include anche una sala mostra da 400 mq. Imprese, artigiani ma anche privati sono il pubblico di un mercato in leggera

Consegna di uno dei premi della carta fedeltà da BigMat Pisano, Mandas (CA) Matteo Camillini, direttore BigMat International e BigMat Italia durante l’assemblea nazionale a Roma

82 UP! Settembre 2017


I partner BigMat CMYK verde: 75 / 0 / 100 / 0 grigio: 0 / 0 / 0 / 75 ----PANTONE verde: 361 grigio: 424

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