n° 17
MAGAZINE
SETTEMBRE 2015
PROGETTI | ARCHITETTURA | EDILIZIA
POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI
EDILIZIA IL FUTURO DOPO EXPO E DIGITALE L’ARCHISTAR DI PALAZZO ITALIA MICHELE MOLÈ E IL FILOSOFO DELL’ARCHITETTURA MAURIZIO DE CARO PARLANO DI EXPO ORA CHE È IN CORSO, DI QUELLO CHE SARÀ IL FUTURO DELL’AREA E DELL’EDILIZIA IN GENERALE, TRA RAMMENDO URBANO E NUOVE DIMENSIONI DI EFFICIENZA. ELETTRODOMESTICI CHE DIVENTANO PUNTI DI GESTIONE DELLA CASA E BIM, LE NUOVE FRONTIERE DEL MONDO DELLE COSTRUZIONI SONO PIÙ VICINE DI QUELLO CHE SI CREDE.
DEGRADO E MANUTENZIONE LE DIAGNOSI DEGLI EDIFICI E IL LORO RISANAMENTO
EMOZIONI E FINITURE LE ANTEPRIME DEL CERSAIE 2015
BIGMAT INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD ECCO I TRE FINALISTI ITALIANI
PROGETTA
MATERIALI E SOLUZIONI TECNICHE PER I TUOI PROGETTI VIENI A TROVARCI NEI NOSTRI 170 PUNTI VENDITA
SEI UN ARCHITETTO? PUBBLICA I TUOI PROGETTI SU UP!
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PROGETTI | ARCHITETTURA | EDILIZIA
Oltre 840 Punti Vendita in Europa di prodotti e consulenze per costruire e ristrutturare casa. Direzione, Redazione, Abbonamenti e Amministrazione Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Comitato di redazione Rosita Bacis, Massimo Bussola, Davide A. Milani, Francesca Negri, Pierluigi Sabato, Anna Maria Sciorelli Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Francesca Negri Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Anna Decovic, Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Lafleur, Luca Mercante, Francesca Negri, Enrico Nicoli, Michela Pesenti, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione Commfabrik Srl Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community Spedizione gratuita Stampa Faenza Industrie Grafiche Srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Tiratura del presente numero: n. 12.000 copie Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Periodicità: quadrimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano
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La Redazione si riserva la facoltà di pubblicare le referenze inviate.
Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Pro.Ma. Italia S.c.p.a. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente è a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.
N. 17 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE In copertina un richiamo degli intrecci di Palazzo Italia a Expo Milano 2015
PROGETTI | ARCHITETTURA | EDILIZIA
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MAURIZIO DE CARO L’ITALIA DEGLI ESTETI
MICHELE MOLÈ PER FARE QUALITÀ CI VUOLE CORAGGIO SPECIALE ARCHITETTI&EXPO
6 COPERTINA
SPECIALE ARCHITETTI&EXPO
Edilizia il futuro è digitale
9 CONOSCI IL BIM? L’utilizzo del Building Information Modeling in Europa
10 DEEP RENOVATION Rigenerazione immobiliare per ottenere risparmio energetico, anche in condomini occupati
23 SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE Diagnosi e cause di degrado degli edifici, lavori di manutenzione e sicurezza
20 ECCO I FINALISTI DEL BIGMAT INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD ’15
42 SOPRAELEVARE CON IL LEGNO Un piano in più con BigMat VASS
52 BIGMARKET: L’EDILIZIA SI INCONTRA CON BIGMAT A Firenze la prima edizione italiana
65 RUBRICHE Voci dal settore delle costruzioni
74 BIG NEWS Novità dal mondo BigMat
46 ROMA DA RISTRUTTURARE
48 LAUREATI E PREMIATI
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news
I I O N OZ EM
E
RE I T U FIN
E PRIM ANTE 2015 DE TREN CERSAIE A NATO ELLA PORC ERAMICA RES C EL G I IMOLA D IGN D ES D O RANEO NUOV E MPO E IL ONTE ERAMICH RSID GE C C RIVE VINTA DI LEA TILE CS LO S A A M IPIETR LIO ICA H OE ACRIL ONTE GIU LEGN TRA DI P IN PIE O N A TI GANZ P IL CA LE T: E E ED OU SWE IALE IDEA GR SENZ DI ES N DESIG RT MFO NSE, S E CO E SE LORE S PROFILE CUBIK N CA ES DESIG I PROGR R O IO D BAGN INTER L’ IN A R E IA PE CALD MS ITALI RETI OLOG TE E PA TER-SYS TECN TI N E LÜ PAVIM DI SCH
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Consigliano UP!
速
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L’EDITORIALE L’EDITORIALE
di Rocco Alfano Presidente BigMat Italia
Cari Lettori, tutti noi mettiamo in campo ogni giorno le nostre forze, le nostre competenze e la nostra capacità di innovazione per costruire il presente e il futuro dell’edilizia e del nostro lavoro. Per questo motivo nel numero di UP! che state sfogliando abbiamo scelto di parlare di digitalizzazione del settore delle costruzioni, che va dall’internet delle cose (ovvero gli oggetti di uso comune in grado di comunicare dati su se stessi e accedere a informazioni aggregate da parte di altri) al BIM, Building Information Modeling, termine che si è diffuso da poco nel settore. Il BIM si può definire come il processo di sviluppo di modelli multi-dimensionali virtuali generati tramite software in maniera collaborativa da tutti gli attori coinvolti nella realizzazione di un edificio (architetti, distributori, costruttori e clienti). Infatti il ruolo del BIM nell’industria delle costruzioni è quello di sostenere la comunicazione, la cooperazione, la simulazione e il miglioramento ottimale di un progetto lungo il ciclo completo di vita dell’opera costruita. Insomma, è una grande rete che consente di unire forze e competenze per costruire al meglio. Questo concetto di rete, mi preme dirlo, è importante non solo quando si usa la tecnologia digitale: ritengo che il concetto di filiera, se realizzato veramente, sia lo strumento più forte a nostra disposizione per affrontare il mercato delle costruzioni. Una condivisione di intenti e buone pratiche fra produttori, Punti Vendita specializzati, progettisti e committenti, in grado di creare cultura, qualità e lavoro. Quest’approccio è fortemente sentito in BigMat, come ha dimostrato ad aprile il BigMarket, di cui troverete notizia in queste pagine, che ha voluto creare un momento di incontro e di dialogo importante tra mondo della produzione e della distribuzione. Il presente e il futuro del settore delle costruzioni in questo numero di UP! sono stati indagati anche attraverso le interviste a due architetti di grande livello in Italia e non solo: Michele Molè, dello studio Nemesi&Partner che ha progettato Palazzo Italia (a cui abbiamo voluto dedicare la copertina in “special edition” di questo numero, che richiama gli intrecci di Palazzo Italia), e Maurizio De Caro, filosofo dell’architettura che ha progettato tutte le palazzine servizi di Expo Milano 2015. Due punti di vista privilegiati e internazionali che ci aiutano ad avere una visione più ampia su cui riflettere. Del resto BigMat è ogni anno sempre più vicina ai progettisti, non solo con supporti tecnici e assistenza, ma anche con iniziative specifiche: il BigMat International Architecture Award, il nostro premio internazionale d’architettura, è giunto alla seconda edizione e continua a valorizzare progetti di qualità. Sfogliando il magazine scoprirete i 3 finalisti italiani che parteciperanno alla cerimonia di premiazione in programma a novembre a Berlino. E poi ci sono i giovani, che sono il nostro futuro: anche in questo caso BigMat ha voluto valorizzare chi ancora non è entrato nel mondo delle costruzioni ma sogna di farlo, assegnando le borse di studio BigMat VASS, dedicate a tesi di laurea incentrate sui sistemi costruttivi in legno. Per concludere, scoprirete che anche questo nuovo numero di UP! è ricco di informazioni e curiosità, progetti e prodotti per riaccendere il motore dopo questa torrida estate e guardare avanti con un pieno di idee e di entusiasmo.
! Rocco Alfano
Presidente BigMat Italia
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EDILIZIA IL FUTURO È DIGITALE Per trovare nuove dimensioni di efficienza il passaggio all’informatizzazione è fondamentale. Dai termostati che diventano punti di gestione energetica al BIM, le nuove frontiere del mondo delle costruzioni sono più vicine di quello che si crede. di Carlo Vacca
I
n Italia il settore dell’edilizia è uno dei comparti economici meno infor-
liardi nel 2020. Il modo in cui tutto ciò contribuirà a ridefinire
matizzati, ma per uscire dalla congiuntura economica c’è bisogno
il nostro patrimonio immobiliare e la sua rigenerazione è in gran parte da inventare e questa sarà una delle grosse partite
di trovare nuove dimensioni di efficienza e il processo di informatizzazione sarà uno dei passaggi inevitabili. Si inizia così a dibattere su quali siano le diverse modalità con cui il digitale sta già trasformando il modo in cui si gestiscono e si progettano gli
da giocare nei prossimi anni.
NUOVE INFRASTRUTTURE DIGITALI
edifici: dai termostati che diventano punti di gestione energetica digitale
Grazie all’Internet delle cose, oggi ciascun componente degli edifici può
per tutta la casa ai nuovi modelli di progettazione non più solo in 3D,
produrre e comunicare informazioni in modo continuo consentendo un
fino alla possibilità di usufruire di infrastrutture digitali che permettono
uso dei dati e delle informazioni che permette di migliorare prestazioni
di realizzare processi di rigenerazione urbana altrimenti impossibili.
energetiche ed economiche in campo immobiliare. Già a oggi il BIM,
L’INTERNET DELLE COSE NELL’IMMOBILIARE
Building Information Modelling (termine coniato verso la fine degli anni Settanta dal professor Charles M. Eastman del Georgia Institute of
Il mondo materiale interagisce sempre di più con quello digitale. Anche
Technology), sta trasformando il modo in cui si progettano, pianificano,
la realtà dell’immobiliare ne sarà interessata a breve. Secondo recenti
costruiscono e gestiscono gli edifici, riunendo dati e visualizzazioni in un
studi, il numero di oggetti connessi a internet è destinato ad aumentare
modello multi-dimensionale che permette di capire come sarà l’aspetto,
in modo vertiginoso nei prossimi anni: semafori, lampade, caldaie, forni,
la funzione e il processo di costruzione di un edificio e i relativi costi e
macchine utensili, automobili, parcheggi, si parla di 10 miliardi di
modalità di funzionamento prima ancora di averlo costruito.
oggetti connessi entro il 2018, che potrebbero arrivare a 50 mi-
Oltre a permettere di identificare le soluzioni più intelligenti già in fase
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preliminare, il BIM rappresenta anche una nuova modalità
di collaborazione integrata tra professionisti dell’intera filiera (architetti, ingegneri, costruttori, manutentori e distributori) che
L’ESEMPIO DI GUADALAJARA
aumenta la comunicazione e la cooperazione tra i diversi attori, miglio-
Un caso all’avanguardia nell’applicazione delle nuove tecnologie arriva dal Messico, in particolare a Guadalajara, ove un importante centro di produzione audiovisiva, digitale e interattiva si propone come modello di sviluppo economico, urbano e ambientale. Il progetto, sviluppato dall’architetto Carlo Ratti e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) insieme ad altri partner internazionali (Fundación Metrópoli, Arub, Mobility in Chain e Accenture), prevede diverse aree di intervento che puntano a rendere questo hub un modello di città intelligente. A rendere possibile questa esperienza sarà il “sistema operativo”, una piattaforma dove gli utenti potranno interagire con le informazioni e i servizi digitali.
rando il progetto e l’opera con enormi benefici in termini di tempo e costi. Se da una parte molti operatori si chiedono quali saranno gli effetti di questa “ondata digitale” sull’edilizia e, allo stesso tempo, si interrogano sui ruoli e sulle competenze necessarie per affrontare questa sfida, dall’altra alcune imprese del settore delle costruzioni hanno già abbracciato questa “rivoluzione”. E poi c’è l’OpenBIM. Per capire cosa significa esattamente OpenBIM è necessario parlare della missione tecnica di Building Smart International (un’associazione no-profit, costituita presso il dipartimento ABC con il patrocinio del Politecnico di Milano, che ha lo scopo di realizzare in Italia gli obiettivi e i compiti di Building Smart International), cioè quella dello sviluppo del formato file IFC (Industrial Foundation Classes).
IFC è un formato file aperto e indipendente dalle case produttrici di software e la sua funzione è quella di produrre dati interoperabili che rendono possibile la condivisione dei modelli e delle informazioni tra i software specifici di ciascuna disciplina costituente la
Il sistema sarà formato da sensori collocati in punti strategici della città in grado di monitorare in tempo reale, tra le altre cose, la circolazione delle auto, i parcheggi e le case. Questi dati, adeguatamente trattati e analizzati, saranno inviati e condivisi con gli utenti attraverso Wi-Fi, reti mobili e via cavo.
filiera delle costruzioni. OpenBIM significa poter comunicare il
proprio progetto e tutti i dati in esso presenti, senza perdita qualitativa, realizzando un approccio universale per la collaborazione durante le fasi di progettazione, realizzazione e messa in esercizio degli edifici, basato su standard e flussi di lavoro aperti.
A CHE PUNTO È IL BIM Lorenzo Bellicini, direttore del CRESME e membro del consiglio direttivo del capitolo nazionale di Building Smart Italia, spiega: «L’introduzione del BIM rappresenta un cambiamento
molto importante per il settore delle costruzioni, in grado di rivoluzionare i comportamenti dell’intera filiera.
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La fase di transizione non sarà semplice: in Italia, non è certo una sorpresa, le cose, per ora, sono oggettivamente più indietro rispetto ad altri Paesi europei, ma è anche vero che le sensibilità stanno crescendo.
negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nei paesi scandinavi in Italia si sta
D’altro lato potremmo quasi dire che il BIM sta diventando di moda,
lavorando per diffondere la cultura del digitale, come spiega Luca Ferrari,
senza che ancora ci sia un vero mercato, e questo produce comunque
vice presidente di Building Smart Italia: «L’obiettivo è cercare di replicare
squilibri». «Con il BIM i costi delle costruzioni in Italia potreb-
quanto fatto in quei paesi dove il BIM sta dimostrando di essere un
bero scendere del 30% grazie alla drastica riduzione degli errori progettuali e di gestione del cantiere» prosegue Lorenzo
dato di fatto e sta portando vantaggi notevoli a tutta la filiera». Così
Bellicini, che auspica un diverso atteggiamento da parte di imprese,
cosa più importante sia raccontare esperienze e far crescere la cultura.
progettisti e pubblica amministrazione, «oggi il modello di redditività
Non c’è solo resistenza, c’è mancanza di conoscenza».
del settore è costruito in Italia proprio sul margine di guadagno che dà
Tra le possibili mosse per il futuro bisognerà colmare la lacuna di figure
l’errore fra progetto iniziale e risultato finale, come ben dimostrano le
professionali specifiche e competenti come BIM manager, BIM coor-
varianti in corso d’opera nel campo degli appalti pubblici. Per ora vedo
dinator e BIM specialist per poter agire di pari passo con l’evoluzione
che le imprese, con eccezioni che si contano sulle dita di una mano,
del mercato che è ormai orientato a considerare l’uso del Building
hanno perso la capacità di coordinamento del cantiere senza il quale
Information Modeling uno standard imprescindibile nella progettazione
l’applicazione del BIM non è pensabile».
che si affianca ad altre tecnologie come Augmented Reality e Additive
E mentre il BIM sta cambiando la faccia del settore delle costruzioni
Manufacturing (stampa in 3D).
conferma anche Lorenzo Bellicini: «Credo che in questo momento la
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Il legno è vita. Proteggilo. Curalo con la qualità dei prodotti Amonn. Per ogni tipo di impiego scegli l’innovazione tecnica e la tradizionale qualità altoatesina.
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I NUMERI
Conosci il BIM? È l’acronimo di Building Information Modeling, ovvero il processo di sviluppo e analisi per modellazioni virtuali tridimensionali che consente anche la collaborazione on-line tra progettisti di Francesca Negri
IN ITALIA IL 61% DEGLI ARCHITETTI NON CONOSCE IL BIM
Conoscenza e uso del BIM nel 2013
33
60
13 7
7
56 18
13 10
Fonte: Rapporto Q4 2013 European Architectural Barometer di Arch-Vision, ricerca condotta trimestralmente tra 1.600 architetti in otto paesi europei
31 76
18
71
30
61
51 11 12 Lo utilizzano
60 35
2
53 57
41
Lo conoscono ma non ne fanno uso
Non lo conoscono
Mentre nel Regno Unito e nei Paesi Bassi una quota significativa degli architetti risulta avere da tempo una certa esperienza nell’utilizzo e nell’applicazione del BIM, i colleghi francesi, spagnoli e italiani devono ancora aumentare la loro conoscenza in questo campo. In particolare, nel nostro Paese, solo il 10% degli architetti dichiara di utilizzare il BIM, mentre il 30% ne è solo consapevole e ben il 61% ammette di non conoscerlo.
I MIGLIORI
REGNO UNITO
+20
%
Nel Regno Unito e nei Paesi Bassi in due anni di tempo, l’utilizzo del BIM è cresciuto in modo significativo, rispettivamente di 20 punti percentuali (UK) e di circa 10 punti percentuali (Paesi Bassi).
PAESI BASSI
+10
%
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DEEP RENOVATION ORA O MAI PIÙ Riqualificare edifici completamente occupati durante l’intervento, e a costi dimezzati del 50% tramite l’innovazione di processo replicata su larga scala, si può. Vediamo come. di Cleo Fuentes
L’
innovazione di processo applicata e replicabile su vasta
i risultati migliori? «Le nostre città e le aree suburbane – spiega Mauro
scala. Impossibile in edilizia. E se non fosse così? L’edilizia
Marco – sono piene di condomini realizzati negli anni ‘50 e ‘60 su cui
italiana ha bisogno di cambiare marcia, superare le resistenze e
sarebbe molto interessante intervenire, si parla di centinaia di migliaia
darsi una prospettiva di esponenzialità sia nei numeri sia nelle prestazioni
di edifici. Si tratta spesso di condomini, quindi di proprietà frazionate:
da raggiungere. La creazione di nuovo valore passa dalla deep
è indispensabile far capire a tutti i condomini l’ingenza dei benefici
renovation dei condomini: la riqualificazione radicale, meglio nota
economici, oltre che ambientali».
come deep renovation o deep retrofit, è un approccio alla rigenerazione immobiliare capace, attraverso un approccio integrato, di raggiungere
LA SFIDA DEL CONDOMINIO ABITATO
significativi risparmi energetici che aprono nuove possibilità di rivalo-
Applicare la deep renovation a un condominio in pieno centro a Parigi
rizzare gli immobili. Il mercato offre tutte le tecnologie, i materiali e le
completamente occupato. Possibile? Sì. A rendere questo sogno
soluzioni per raggiungere gli obiettivi europei di ridurre dell’80%
realtà è stata una delle principali società immobiliari francesi, di proprietà
le emissioni di CO2 entro il 2050, si tratta solo di rivedere metodologie
della società ferroviaria francese SNCF, che è riuscita ad abbattere
e processi per applicarli in vasta scala in tempi molto ridotti.
dell’80% i consumi di un grande condominio superando uno degli
COME SI FA LA DEEP RENOVATION Capotto, ovvero coibentazione delle pareti verticali, cambio dei serramenti o quanto meno dei vetri, coibentazione del tetto, studio attento dei ponti termici e possibili soluzioni: la prima fase d’intervento della deep renovation parte dall’involucro per ridurre il fabbisogno di energia. Poi si passa all’impiantistica, utilizzando possibilmente fonti rinnovabili e dove il sistema preferito è quello di ventilazione meccanica. La differenza con un intervento non globale è sostanziale: si arriva a un risultato finale più importante e verificabile. L’architetto Mauro Marco, intervenuto alla convention sull’innovazione della riqualificazione immobiliare “Rebuild2015” (Riva del Garda, 25-26 giugno) proprio sul tema della deep retrofit, spiega: «Nelle ristrutturazioni che abbiamo compiuto, soprattutto villette mono o bi-familiari, abbiamo raggiunto abbattimenti dei consumi dall’80 al 92%. Ovviamente più l’edificio è malmesso dal punto di vista energetico, più facile sarà tagliare i consumi. Si punta comunque a ridurre il fabbisogno energetico a meno di 30 kWh/mq, ossia 3 litri/mq di gasolio equivalente. Quanto ai tempi di rientro un valore accettabile è sui 10-12 anni». In quali interventi la deep renovation potrebbe ottenere
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Résidence Contentin-Falguiere, vicino alla stazione Montparnasse, Parigi. Una delle riqualificazioni realizzate dal progetto BEEM-UP.
ostacoli principali a questo tipo d’intervento: l’occupazione dell’immobile. Il condominio, situato nei pressi della stazione ferroviaria di Montparnasse, è composto da 87 appartamenti ed è stato costruito negli anni
PLATFORM 31: RIVOLUZIONE POSSIBILE, A COSTO ZERO
‘50. Si tratta di una tipologia di edificio molto diffuso anche in Italia e la forza di questo intervento è la replicabilità. La validità della realizzazione francese è stata confermata dall’inserimento dell’intervento all’interno di BEEM-UP, progetto europeo che mira a dimostrare la fattibilità economica, sociale e tecnica di programmi di riqualificazione radicale su larga scala. L’adesione al programma europeo ha richiesto un monitoraggio dettagliato della situazione pre e post-intervento: i dati finali di consumo a interventi fatti evidenziano una riduzione dei consumi intorno al 78%. Per spingere fino a questi livelli i risparmi energetici si è ridotto il fabbisogno energetico coibentando l’involucro. Poi è stato introdotto un sistema di ventilazione meccanica controllata collegato a un sistema intelligente di gestione e monitoraggio delle prestazioni. Questa tecnologia è molto efficiente e garantisce, soprattutto in prossimità di strade rumorose e trafficate, un’ottima qualità dell’aria interna che aiuta a prevenire anche molte patologie in particolare per le fasce deboli di anziani e bambini.
EDUCARE I CITTADINI E COSTI DI INTERVENTO DIMEZZATI Per raggiungere e mantenere alte prestazioni energetiche gli inquilini devono essere “educati” al corretto utilizzo dei nuovi sistemi. In Francia l’hanno capito molto bene. Questo tipo di attività è già previsto dalla committenza parigina, che conta di poter migliorare ulteriormente le prestazioni grazie al ruolo attivo e consapevole degli inquilini che hanno tutti gli interessi e gli strumenti per partecipare a questa sfida. Ulteriore elemento non trascurabile è il dato economico. Nel caso francese, il costo dell’intervento si colloca su una fascia di prezzo molto competitiva a livello di mercato: meno di 500 euro a mq. Il prezzo ad appartamento è stato inferiore ai 50.000 euro. Insomma, ridurre i consumi energetici mantenendo anche la sostenibilità dei costi dell’intervento è realtà.
Tre anni di lavori e meno di 15 giorni di cantiere per trasformare 100.000 abitazioni in innovative case a consumo zero, con altissime prestazioni in termini di comfort e che soprattutto, grazie a un intervento garantito per 30 anni, non sono costate un euro né agli inquilini né ai proprietari. Siamo in Olanda, il progetto si chiama Platform 31 ed è promosso dall’architetto Ron Van Erck della società Energie Sprong, già consulente per il governo olandese sul piano energetico nazionale. L’obiettivo è chiaro: riuscire a industrializzare il processo di rinnovamento dell’edificio con importanti economie di scala che consentono di abbattere i costi delle operazioni di retrofitting. L’immobile viene ricoperto, sia nelle parti murarie sia con la posa di un nuovo tetto, con l’applicazione di pareti ed elementi prefabbricati. I moduli sono inoltre integrati con tecnologie, come il solare termico e fotovoltaico, che vengono collegate con l’impiantistica già presente in casa. «Le tipologie costruttive che proponiamo sono differenti – ha spiegato Van Erck durante il suo intervento alla convention Rebuild di Riva del Garda – al termine del recupero la casa non solo è più efficiente, ma anche più bella dal punto di vista estetico». La prima fase di Platform 31, avviata tre anni fa, ha potuto contare anche su un importante sostegno da parte del Governo e si concluderà con la riqualificazione di 111mila unità. «Siamo partiti con una proposta rivolta alle case di housing sociale – ha spiegato l’architetto – ma che via via si è allargata anche al settore privato. Agli inquilini delle case in affitto non è stato chiesto alcun contributo aggiuntivo: il gestore dell’immobile si è accollato la spesa di risanamento attraverso l’accensione di un mutuo, ripagato grazie al risparmio generato dalla bolletta (si parla di percentuali che superano il 50%, ndr) e a fronte di un canone che per gli utenti finali è rimasto invariato. Per quanto riguarda il mercato privato il meccanismo è analogo: le persone pagano una rata aggiuntiva sul mutuo al posto della bolletta energetica». Sembra l’uovo di Colombo, potrebbe essere una rivoluzione.
RISCALDAMENTO A COSTO ZERO GARANTITO Anche in Italia c’è un esempio virtuoso. A offrire per la prima volta sul mercato abitazioni con riscaldamento a costo zero garantito per dieci anni, sia per i consumi sia per la manutenzione degli impianti, ci è riuscita la cooperativa valdostana Edileco con 7 appartamenti in classe energetica A realizzati nel comune di Nus (AO) a partire dal totale recupero di un fabbricato. Grazie a un’originale formula economica e a un’adeguata soluzione tecnica (una pompa di calore aerotermica alimentata da un impianto fotovoltaico condominiale), i prezzi degli appartamenti sono rimasti in linea con quelli dell’edilizia convenzionale ma garantiscono un decennio a costi energetici zero.
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SPECIALE ARCHITETTI&EXPO
PER FARE QUALITÀ CI VUOLE CORAGGIO Q Recuperare la ricchezza dell’urbanità italiana, che si è andata perdendo, e tornare all’eccellenza, come già avviene nel campo del design, alla bellezza e alla grandezza di un tempo. Michele Molé, dello Studio Nemesi&Partner direttore creativo di Palazzo Italia, fa il punto della situazione su Expo e dice la sua sulla direzione che il mondo dell’architettura nazionale dovrebbe prendere. di Anna Decovic
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ualcuno lo definisce già il nuovo Renzo Piano, e di certo a Michele Molè il physique du role non manca. Il suo è un talento visionario che fino a oggi ha forse prodotto meno cantieri di quanto ci si
sarebbe aspettati. Un paio di opere di particolare interesse all’inizio del nuovo Millennio e poi anni di riflessione, con interessanti progetti di ricerca ma senza troppi lavori concreti. Poi, finalmente, come spesso capita alla carriera degli artisti, il vento inizia a tirare per il verso giusto. Nemesi prima si aggiudica con l’archistar americana Thom Mayne il maxi-concorso per il nuovo headquarters Eni a San Donato Milanese, poi la gara indetta da Expo per il Padiglione Italia. Ed è proprio da qui, da questi due progetti di grande rilievo, che Michele Molè parte per tracciare quello che per lui dovrebbe essere il futuro dell’architettura italiana, una sorta di nuovo Rinascimento, dove a imperare siano la qualità e la creatività. Lo Studio ha realizzato Palazzo Italia, l’unica opera permanente di Expo 2015, edificio avveniristico di grande impatto, visivo
IL FUTURO DELL’AREA EXPO Palazzo Italia resterà a ricordare che lì, nel 2015, ha avuto luogo la seconda Esposizione Universale targata Italia. Questo è certo. La storia del milione di mq di Expo è ancora tutta da scrivere, ma ora c’è una bozza di piano complessivo per il futuro. Il progetto richiesto dal governo e sviluppato dall’Agenzia del Demanio e da Cassa depositi e prestiti, dopo che nessuno aveva presentato un’offerta per realizzare un dopo-Expo, prevede complessivamente oltre un miliardo d’investimenti. Diverse le realtà coinvolte, prima fra tutte l’Università degli Studi di Milano, che occuperebbe una porzione di Decumano, Cardo e di Palazzo Italia per 250mila mq di campus con laboratori, aule delle facoltà scientifiche e residenze per studenti. A Cascina Triulza si costruirebbe la citta dell’innovazione di aziende interessate a sviluppare una Silicon Valley milanese e un polo della ricerca agroalimentare realizzato dal ministero dell’Agricoltura. Nella zona est del sito, sorgerebbe infine una terza cittadella, quella della pubblica amministrazione per accorpare gli uffici di una decina di funzioni pubbliche. Il primo quartiere, quello universitario, prenderà forma non prima del 2019, nel frattempo si studia una fase transitoria per riutilizzare alcuni padiglioni. Anche per l’Albero della Vita, icona di Expo 2015, sono state avanzate alcune proposte, come l’idea dell’assessore Chiara Bisconti che vorrebbe l’opera al centro di piazzale Loreto a Milano. In realtà gli sponsor che hanno realizzato l’opera di Marco Balich l’hanno donata al Padiglione Italia (cioè alla società Expo 2015 Spa) che potrà valutare se donarlo alla città o a qualcun altro, oppure tenerlo per altre manifestazioni universali. C’è però una clausola prevista nel contratto che stabilisce che i costruttori bresciani hanno diritto di riprendersi l’albero al costo simbolico di un euro, qualora non lo volesse nessuno. ed emotivo ma pari a zero sotto l’aspetto ambientale. Ora che l’Esposizione Universale sta volgendo al termine, cosa ne pensa del suo progetto? Abbiano voluto che Palazzo Italia rappresentasse quello che deve tornare a essere l’elemento distintivo del nostro Paese, ovvero, una produzione
E voi cosa ne pensate? Le proposte più interessanti saranno pubblicate sul prossimo numero di UP! Diteci la vostra scrivendo a: info@bigmat.it
di eccellenza grazie a una creatività che genera plusvalore. L’Italia ha sempre rappresentato questo, fino a qualche decennio anni fa, ma poi nel campo dell’architettura la qualità è stata relegata in un angolo per lasciar spazio solo all’utilità e al guadagno. Dobbiamo tornare all’eccellenza, come già avviene nel campo del design, alla bellezza e alla grandezza di un tempo. La realizzazione di questo progetto è stata portata a termine in tempi strettissimi e con
Michele Molè, direttore creativo di Palazzo Italia, e nuova archistar italiana
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SPECIALE ARCHITETTI&EXPO molte difficoltà (il committente e i riferimenti sono cambiati nel tempo, complicando tutto), ma siamo riusciti comunque a costruire qualcosa che rappresenta il meglio del nostro Paese. Per ora è il padiglione più visitato ed è una grande soddisfazione. Palazzo Italia vuole rappresentare l’idea di tornare a essere una guida nel mondo: lo scopo è che sia percepito come qualcosa di grandioso. Il fatto che resterà anche al termine di Expo rappresenta una doppia sfida: è da una parte un edificio spettacolare che riesce a trasmettere i contenuti di Expo e l’apporto italiano all’evento e dall’altra una struttura
L’architetto Michele Molè, ospite alla cena del BigMarket del 10 aprile a Fortezza da Basso (FI), racconta il progetto di Palazzo Italia
che in seguito verrà riutilizzata per nuovi scopi. Per questo progetto abbiamo scelto un’immagine massiva, che trasmette un’idea di futuro
liana. Esistono già imprese virtuose come Italcementi, che ha prodotto i
ma che richiama anche la tradizione italiana, con una piazza interna dove
pannelli di Palazzo Italia (12.000 ore di studio) e che avendo avuto questa
trovarsi, come nella maggior parte delle nostre città.
grande visione globale di un progetto si può poi proporre nel mondo con un know how unico. Il rivenditore di materiali edili e i produttori hanno
Secondo lei, dopo la fine di Expo, che ne sarà dell’area?
certamente il compito di selezionare, gli uni, di inventare, gli altri, nuovi
Non c’è stata, all’origine, un’idea chiara: sarebbe stato meglio fare un
materiali su cui poter plasmare la nostra creatività di architetti.
progetto globale in previsione del futuro, ma non è stato possibile.
Negli ultimi 40 anni si è dimenticato cosa vuol dire essere innovativi, di
Palazzo Italia potrà essere riconvertito e, facendo delle ipotesi, per esempio
qualità, dedicarsi alla sperimentazione. È stata la mediocrità l’elemento
potrebbe diventare una sorta di nuovo parco tecnologico di Milano, o un
distintivo, certo con eccezioni, come Renzo Piano. All’estero l’Italia è
campus universitario, un luogo comunque dell’innovazione, dove svilup-
ancora richiesta, ma attualmente solo per poche eccezioni. Bisogna
pare la creatività. Sì, questa sarebbe la sua vocazione ideale. E questa
ritrovare il coraggio, la capacità di fare cose di qualità, innovative e di
soluzione potrebbe riguardare anche alcuni dei padiglioni più interessanti
stile. Palazzo Italia per esempio sta impressionando favorevolmente molti
tra quelli realizzati per Expo.
osservatori internazionali che lo visitano.
Palazzo Italia è un edificio a energia quasi zero, che purifica l’aria
Cosa ne pensa del tema, oggi sulla bocca di tutti, del rammendo
dallo smog, realizzato con pannelli di cemento che si autopuli-
urbano?
scono. Quanto è importante il ruolo dei materiali e dei rivenditori
Se si tratta solo di una politica dei piccoli passi, come mettere qualche
di materiali per gli architetti?
panchina o qualche albero almeno non mi interessa, non credo solo
In effetti Palazzo Italia ha come principio quello di non essere un edificio
nell’abbellimento.
che inquina o che cementifica il territorio. È un archetipo dell’architettura
Sarebbe necessario un intervento molto più radicale, con un investimento
del futuro: un’architettura poetica, una foresta pietrificata inserita armo-
fortissimo, perché bisognerebbe recuperare gran parte di quello che è
niosamente nell’ambiente, fatta di tecnologie innovative, costituita si da
stato fatto negli ultimi decenni. Forse sarebbe opportuno coinvolgere
pilastri, solai e finestre, ma che può essere essa stessa considerata un
anche i privati per riuscire a riqualificare quanto già esiste, soprattutto
paesaggio. È come la riproduzione di alberi di una foresta, con radici e
le periferie, lasciate al degrado.
fronde che prendono energia dal terreno e dall’aria e la ritrasmettono; un edifico osmotico, che dialoga con l’ambiente, con cui interagisce e
Quali sono i prossimi progetti?
scambia energia.
Ora ci stiamo occupando ancora di Palazzo Italia per rifinirlo in tutte le
Per esempio, la copertura esterna schermante, in cemento biodinamico,
sue parti, visto che rimarrà anche dopo Expo. Poi realizzeremo la nuova
e la copertura a vetrata fotovoltaica catturano l’energia solare e contri-
sede dell’Eni di San Donato Milanese, 70.000 mq di uffici: un progetto
buiscono alla creazione del microclima della piazza. E poi c’è il recupero
importante e stimolante di cui ora abbiamo terminato la progettazione,
dell’acqua di falda dal terreno, che va ad alimentare le pompe di calore
mentre la costruzione inizierà nei prossimi mesi.
dell’edificio attraverso serpentine che passano nelle pareti (concrete
All’estero invece stiamo costruendo un resort e un albergo in Equador, poi
cooling system). I pannelli in cemento biodinamico (i.active BIODYNAMIC),
abbiamo un progetto a Shangai e altri anche in Italia, oltre alla riconver-
attraverso il calore del sole trasformano lo smog in una sostanza salina
sione di alcuni edifici; si tratta di progetti da attuare sempre con questa
protettiva, con il vantaggio che oltre a non sporcarsi riducono lo smog.
visione di sostenibilità e di “complessità”, intesa come un’opposizione
Questo progetto rappresenta l’idea di una nuova architettura sostenibile,
alla banalità dilagante. Vogliamo recuperare la ricchezza dell’urbanità
che si spera possa diventare di uso comune nel futuro e che serva come
italiana, che si è andata perdendo. Perché la città deve essere fatta per
esempio di innovazione tecnologica per l’industria della costruzione ita-
la gente, non per le macchine o con l’obiettivo di un mero guadagno.
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UP! 15
SPECIALE ARCHITETTI&EXPO
L’ITALIA DEGLI ESTETI Nonostante nel nostro Paese ci sia il maggior numero di progettisti di tutta Europa non riusciamo a essere i numeri uno nell’architettura contemporanea. Perché? Colpa della troppa attenzione all’estetica, dice l’architetto ed editorialista del Corriere della Sera Maurizio De Caro. E se gli si chiede se gli architetti possano essere i sarti nel rammendo urbano delle città, non ha dubbi: «Impossibile, senza i fili e i bottoni delle istituzioni». di Michela Pesenti e Cleo Fuentes
E
stetica, più che funzionalità, tecnologia e comodità. Non solo nella
De Caro, lei crede nel rammendo urbano?
moda, nel design e nel cibo, anche in architettura. Maurizio De Caro,
Questo è un tema delicato da affrontare e richiederebbe un atteggia-
teorico dell’architettura ed editorialista del Corriere della Sera, punta
mento guidato dal buon senso. Le trame urbane delle periferie sono
il dito contro il mondo dell’architettura italiano, che «non propone molti
lavorate, le città oggi sono come un tessuto che viene rammendato di
esempi innovativi». E poi c’è il tema del cosiddetto rammendo urbano,
continuo. La città si sviluppa così, è da sempre che funziona in questo
lanciato da Renzo Piano con il progetto di lavoro dei giovani architetti
modo, basti pensare alla Milano degli anni ‘40 e ‘50 e a come si sono
di G124, gruppo di lavoro nato con l’obiettivo di rivitalizzare le periferie in
sviluppati i quartieri popolari di allora: si trattava di capolavori dell’urba-
quanto «luoghi detentori dell’energia umana di una città, luoghi ricchi di
nistica sociale che in alcuni casi sono stati letteralmente lasciati andare,
bellezza spesso abbandonati e che necessitano quindi di un rammendo,
e in altri invece, come ad esempio nel quartiere QT8, sono riusciti
di una riparazione». Le periferie sono definite le città del futuro, e se si
a mantenere quella caratteristica di città del futuro con cui sono
considera che nei centri storici abita solo il 10% della popolazione urbana
stati costruiti. L’idea di allora era infatti che la periferia fosse il luogo
potrebbero essere la grande scommessa costruttiva e sociale dei
dove sviluppare la città del futuro, dove era più facile costruire perché gli
prossimi decenni. «Tema facile da trattare, ma difficile da mettere in pratica», ammette De Caro di Architects&Planners che per Expo 2015 ha realizzato le Expo Facilities, ovvero le architetture di servizio, 60.000 mq edificati interamente in legno di abete. «Il nostro progetto è diverso dagli altri di Expo, che hanno puntato tutto su concept molto rumorosi: noi abbiamo cercato la semplicità perché l’architettura di qualità deve essere silenziosa».
16 UP! Settembre 2015
spazi erano più ampi. Oggi invece, dopo 30 anni di abbandono, parlare di periferia e di futuro è molto più difficile. L’architetto può essere il sarto della città?
Maurizio De Caro, architetto milanese, teorico e critico dell’architettura; professore del Politecnico di Milano ed editorialista del Corriere della Sera
L’architettura interviene nella direzione del rammendo urbano ma da sola non può essere la soluzione, servono azioni da parte delle istituzioni e della politica. Va recuperato il ruolo dell’architettura nella configurazione del contesto urbano e con le istituzioni deve esserci un rapporto serio e costruttivo. Il tipo di espansione periferica del passato e lo sviluppo delle aree limitrofe alla città sembrano forse essere finiti, ora bisogna trovare un’altra strada che per noi in Italia sarà diversa dal resto dell’Europa, perché diverso è il nostro modo di vivere la città e di fruirne gli spazi. Il rapporto tra città e dintorni varia molto da Paese a Paese quindi è così anche quello tra architettura e paesaggio. Oggi che sembrano due concetti tanto legati si può parlare di recupero del paesaggio e del territorio? Il termine architettura del paesaggio è corretto secondo lei? Architettura e paesaggio si compenetrano tra loro ma sono diversi per natura intrinseca, il paesaggio non è progettabile mentre l’architettura è un’attività artificiale che di fatto modifica il contesto territoriale. Adesso si sta cercando un dialogo tra i due ma prima l’architettura era indifferente al contesto in cui si costruiva. E se ci pensiamo, è anche questo il tema di Expo 2015: non solo cibo e nutrire il pianeta ma anche il paesaggio che nutre e quindi il contesto paesaggistico in cui ci troviamo, l’architettura del paesaggio che si va a comporre a seconda del modo in cui viviamo, coltiviamo, costruiamo. A proposito di Expo, cosa pensa dell’Esposizione Universale lei che ne ha costruito un pezzo?
Il primo piano urbanistico per il quartiere QT8 risalente al 1946, parte del Piano di Ricostruzione della città di Milano nel dopoguerra
Expo non cambierà la nostra vita, c’è stata e c’è tuttora una grande mobilitazione verso questo evento, com’è giusto che sia, ma in conseguenza della discutibile gestione di alcuni aspetti, prima e durante il periodo di realizzazione e i vari accadimenti di cui siamo tutti a conoscenza,
Qual è la sua previsione di utilizzo dell’area Expo dopo l’evento,
l’entusiasmo si è un po’ smontato.
come potrà integrarsi con la città e con la periferia?
Dopo l’euforia iniziale posso fare un primo bilancio e avendola vista
L’utilizzo di Expo nel dopo-Expo è un tema interessante, è una grande
dall’interno, da quando era un cantiere fino all’apertura, posso dire che
area che una volta svuotata sarà come una terra di nessuno, un deserto
la qualità dell’architettura esposta tende a voler essere a tutti i costi
di cemento e ferro in cui saranno lasciate delle costruzioni, ma come si
una sintesi del Paese che l’ha realizzata, una dimostrazione di quello
integreranno con lo spazio? Ad esempio il ponte che collega dall’entrata
che si sa fare e di quanto si è bravi.
di Cascina Merlata a Expo finirà per atterrare nel vuoto? Siamo in ritardo sulla programmazione, a marzo 2016 i Paesi dovranno lasciare il sito abbandonando il territorio ma ancora non si è pensato a cosa ne sarà di tutto quello spazio dismesso. Uno stadio? È un’area troppo piccola. Un centro studi? Dovevamo rifletterci già da prima, perché si tratta di un territorio periferico e poco antropizzato che entro fine anno si troverà di nuovo abbandonato a se stesso. Capire cosa farne sarà un compito davvero difficile.
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UP! 17
SPECIALE ARCHITETTI&EXPO I suoi progetti, invece, sono stati pensati già in quest’ottica, vero? Lei ha già previsto come potranno essere riutilizzate le sue strutture dopo Expo? Certo. Tutte le nostre realizzazioni potranno essere smontante e reinstallate altrove, si ipotizza come scuole, ad esempio. Ho lavorato su un tipo di architettura che dura un anno e poi si smonta, un’innovazione che in Italia ancora fa fatica a radicarsi. L’architettura di oggi in Italia non propone molti esempi innovativi: nonostante nel nostro Paese ci sia il maggior numero di architetti di tutta Europa non riusciamo a essere i numeri uno nell’architettura contemporanea. Anche questa è una bella
questa sensibilità e man mano la perdono, sarà compito dei giovani e
contraddizione… Ammetto che il nostro è un mestiere difficile e in Italia
del futuro inserire l’architettura nell’ambiente e farlo nel modo giusto,
non si riesce a uscire dalla logica della critica aggressiva, siamo abituati
non come rimedio al passato.
ad alterare tutto, a esasperare, a essere sospettosi. Non c’è più spazio
L’eco-compatibilità non può essere osannata o brandita come bandiera
per la provocazione che viene presa sempre dal lato sbagliato e attaccata.
dell’innovazione, è un termine abusato semplicemente perché ritengo
Io sono un teorico dell’architettura e spesso sono accusato di aver
che debba essere un concetto ovvio nelle costruzioni. Siamo un Paese
progettato molto ma realizzato poco, per me è un complimento perché
ossessionato dall’estetica in tutti i campi, la moda, il design e persino il
io voglio creare idee, qualcosa di nuovo, che poi sia realizzato o meno
cibo ora è diventato più estetico che concreto. Se si guarda bene, però,
conta poco. Serve lo stimolo, serve la progettualità, servono le idee e
Milano, capitale del design, è la città con l’arredo urbano più brutto tra
per questo ho lavorato anche molto in università, ma anche in questo
le metropoli europee. Insomma, ci sono tantissime contraddizioni che
ambiente non c’è dibattito intellettuale, non c’è sviluppo di concetti.
sembrano non superarsi e non si può passare dal costruire in modo
L’Italia è un Paese che vive di superfici, vive sull’onda ed è come un
errato e non eco-sostenibile, con materiali al limite della legalità, ad
surfista che si mantiene in equilibrio sulla tavola delle posizioni che
assurgere l’eco-sostenibilità come unico e solo pilastro dell’architettura.
sono richieste dai propri ruoli. Parlando di contemporaneità e modernità, in Italia oggi quali È una cosa da surfisti anche l’eco-sostenibilità in Italia? Lei
crede siano i materiali migliori per costruire?
recentemente ha dichiarato che è un termine ormai abusato.
Il legno suscita ancora qualche pregiudizio ma attualmente è il materiale
Può spiegare meglio cosa intende?
più interessante da tutti i punti di vista e non ci sono più i limiti di qualche
La sensibilità ambientale è una cosa nata negli ultimi 20 anni, la men-
tempo fa, grazie alla tecnologia oggi con questo materiale si possono
talità è cambiata all’improvviso perché ormai siamo arrivati a un punto
realizzare edifici fino a 20 piani. Il legno ha inoltre un impatto sui nostri
di non ritorno ed è nata così, in extremis, una coscienza ambientale.
sensi, un calore e un comfort diverso da altri materiali ed è per questo
Si pensi solo a tutti gli interventi abusivi che hanno deturpato il nostro
che lo abbiamo utilizzato in Expo. Un materiale, peraltro, ideale anche
paesaggio e le nostre coste, il rapporto con il paesaggio oggi necessità
per il rammendo urbano di cui abbiamo parlato all’inizio.
più che mai di una nuova mentalità che deve essere insegnata ai giovani attraverso un’educazione ambientale efficace. I bambini possiedono
Expo, cibo e materiali da costruzioni: questi concetti sembrano uniti in un’iniziativa davvero singolare a cui lei partecipa, Foodie Challenge. Si tratta di una sfida curiosa tra diversi team in cui sono stati suddivisisi 20 studi di architettura, 20 chef e 20 esperti di comunicazione del settore food e wine. Ognuno di questi team presenta un progetto che unisce design e cucina. Il nostro progetto “La strategia del quadrato” è stato accolto bene e ha ottenuto molti voti (si può ancora votare su www.foodieschallenge.it), è molto concettuale ed è l’unico che non è stato fatto “in cucina” partendo dagli ingredienti, bensì partendo dal concept della costruzione del piatto, un esempio di architettura commestibile. Abbiamo scelto un piatto unico nel suo genere, in marmo di Carrara (non esistono precedenti), volevamo porre l’accento sulla progettualità
Qui e in alto Expo Facilities, le palazzine dei servizi realizzate da Maurizio De Caro per l’area espositiva di Expo 2015
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del piatto in quanto luogo fisico dell’architettura e della mise en place della ricetta, la scelta di un materiale così ricercato va in quel senso.
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ECCO I FINALISTI DEL BIGMAT INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD ’15 Svelati a inizio settembre i 18 studi di architettura che andranno in finale a Berlino. La giuria del BMIAA ’15 commenta il livello dei progetti e lancia un messaggio: l’architettura europea di qualità è ancora viva. di Zoe Lafleur
I
l 10 luglio, nella sede di BigMat France a Parigi, si è riunita
Durante la conferenza stampa del 10 luglio la giuria ha illustrato i
la giuria internazionale del BigMat International Architecture
criteri guida della selezione finale e gli obiettivi che il premio si
Award ’15. Il comitato coordinato e presieduto dall’architetto Jesús
pone. Come ha sottolineato la presidente di BigMat International, Claude
Aparicio, ha selezionato i 18 finalisti tra i quali verranno eletti il
Coutant «il compito della giuria è complesso e il BigMat International
vincitore del Gran Premio Internazionale BigMat ’15 e i vincitori
Architecture Award ‘15 è di fondamentale importanza per far conoscere
dei Premi Nazionali. Verrà assegnata anche una “Menzione
agli architetti il ruolo che BigMat può avere nella realizzazione di edifici
Speciale Giovani Architetti under 40”.
di qualità».
Il 7 settembre sono stati ufficializzati e resi noti gli studi di architet-
Qualità è la parola chiave che meglio esprime la filosofia di
tura, 3 per ogni Paese partecipante, scelti in una rosa di ben
questa seconda edizione del Premio, lo ha confermato anche il
100 semifinalisti; nella mappa qui a fianco i candidati tra i quali
presidente di giuria Jesús Aparicio, sottolineando che «l’unico obiettivo
verrà premiato il vincitore della seconda edizione del Premio durante la
della giuria, sempre totalmente indipendente grazie al ruolo non inva-
cerimonia prevista il 20 novembre a Berlino nell’ambito del congresso
sivo di BigMat, è quello di trovare e premiare edifici di qualità. In
annuale del Gruppo BigMat.
questi anni di difficoltà economica e sociale è importante avere delle referenze d’eccellenza per dimostrare che l’architettura europea è ancora viva». Condiviso da tutti i membri del comitato il pensiero che l’architettura debba ricercare e sviluppare la qualità: «Il Premio deve essere un momento di condivisione tra i vari attori del mondo dell’edilizia (architetti, costruttori e produttori) e l’obiettivo comune è cercare qualità nelle realizzazioni» afferma il giurato belga Olivier Bastin che concorda con Martin Rajnis, giurato della Repubblica Ceca, nel dire che «bisogna tornare a un’architettura che piaccia alle persone». Per Francesco Dal Co, giurato italiano e direttore della rivista Casabella, i parametri con cui la giuria ha selezionato i 18 progetti e con cui poi decreterà i vincitori finali sono semplici: «Non ci sono regole, non esiste altro se non gli occhi, il gusto e la funzionalità stessa dell’edificio».
La giuria durante la selezione dei finalisti
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Il ruolo di una giuria libera e indipendente è stato poi ribadito anche
BELGIO • Atelier d’architecture Pierre Hebbelinck et Pierre de Wit • V+ / Vers plus de bien-être • URA YvesMalysse&KikiVerbeeck
FRANCIA • Agence d’Architecture Philippe Prost • LAN • A+ Samueldelmas Architectes Urbaniste
PORTOGALLO • GSMM Architetti. Giorgio Santagostino, Monica Margarido • José Adrião Arquitectos • AZO Sequeira Arquitetos Associados Lda
REPUBBLICA CECA • ARCHTEAM • Prokš Pˇrikryl Architekti • Projektil Architekti
SPAGNA
ITALIA
• Estudio Arquitectura Campo Baeza • HACE Studio • RCR Arquitectos
• GEZA Gri e Zucchi Architetti Associati • Pedevilla Architects • Architetto Andrea Oliva
I tre progetti italiani in finale: Faber Headquarters, La Pedevilla Pliscia 13, The architectural and functional requalification of Shed
dal giurato della Francia Henri Ciriani: «Una delle migliori regole per un
di Udine (UD) con il progetto Faber Headquarters; Pedevilla Architect
premio di successo è scegliere una buona giuria. E una buona giuria
di Vipiteno (BZ) con La Pedevilla Pliscia 13 e l’architetto Andrea
è sempre unanime».
Oliva di Reggio Emilia (RE) con The architectural and functional
Durante la selezione è emerso un generale apprezzamento per l’alta
requalification of Shed.
!
qualità dei progetti selezionati su oltre 738 candidati, con il riscontro di una certa uniformità nelle realizzazioni, segno che l’Europa dell’architettura non ha più barriere e che influenze e contaminazioni si espandono oltre i confini dei singoli Paesi. Da sottolineare la numerosa partecipazione dei progettisti italiani (172 candidature), ben 19 i semifinalisti tra cui sono stati scelti i 3 che andranno in finale a Berlino: GEZA Gri e Zucchi Architetti Associati
In attesa di scoprire i nomi dei vincitori e ammirarne le opere è possibile seguire gli aggiornamenti su www.architectureaward.bigmat.com, sul blog dedicato www.bmiaa.com e sui due profili Twitter e Facebook
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UP! 21
E N IO Z N TE U N A M E O D A R EG D LE SPECIA Approfondimento dell’Ufficio Tecnico BigMat sulla diagnosi e sulle cause di degrado degli edifici, come effettuare lavori di manutenzione in sicurezza.
a cura della Redazione
N
elle prossime pagine uno speciale dedicato al tema del degrado
integrante della progettazione e non solo come un costo aggiuntivo a
precoce degli edifici e di come sia possibile eseguire un’opportuna
cui si può rinunciare. Infine dedicheremo un breve approfondimento
e preventiva diagnosi delle patologie edilizie più comuni nelle
ai lavori di ristrutturazione e manutenzione, come eseguirli secondo
nostre case, siano esse di recente costruzione o edifici storici.
le normative, utilizzando i dispositivi di sicurezza adatti per garantire
Spiegheremo l’importanza della manutenzione edilizia come elemento
l’incolumità di chi fa manutenzione, soprattutto nel caso di lavori in quota.
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UP! 23
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE
PATOLOGIE EDILIZIE E CURE Focus sui vari casi di degrado degli edifici e i principali rimedi. a cura dell’Ufficio Tecnico BigMat
L
a casa è uno dei beni primari per l’uomo, il luogo in cui si trascorre
di realizzazione inducendo a scelte progettuali discutibili e, in alcuni
oltre il 90% del proprio tempo. Ma si può effettivamente considerare
casi, completamente sbagliate.
la casa come il luogo più sicuro e salubre ove risiedere? Si tratta
prodotto dell’opera umana, sia esso il risultato di processo industriale o
Mentre i processi di degrado degli edifici antichi, realizzati con strutture, componenti e materiali tradizionali sono per larga parte prevedibili (in particolare se gli interventi manutentivi ciclici sono stati eseguiti con metodologie e materiali compatibili), negli edifici moderni si assiste sempre più a fenomeni di degrado accelerato rispetto al tempo di vita atteso, con una conseguente
artigianale, anche la casa è destinata a deperire se non viene
perdita di efficienza funzionale (obsolescenza) e un abbassamento del
mantenuta a un costante livello di efficienza.
valore economico delle costruzioni stesse.
Le nostre case sono beni meno durevoli di quanto si pensi: i materiali da
Gli edifici moderni invecchiano male perché solo di recente il
costruzione, di derivazione naturale o artificiale, a contatto con l’ambiente
comparto dell’edilizia ha cominciato a prendere in esame il problema
si avviano più o meno lentamente verso la distruzione, anche se utilizzati
della durata dei suoi prodotti e a interrogarsi sulle compatibilità e in-
nel miglior modo possibile.
compatibilità tecnologiche che vengono a istituirsi nell’accostamento
infatti di un sistema complesso, risultante da un altrettanto complessa produzione di idee e opere. Alla sua costruzione partecipano progettisti, tecnici, imprese edili, specialisti e operai, che insieme lavorano allo scopo di costruire un edificio destinato a funzionare nel tempo. Ma come ogni
e nella sovrapposizione di materiali a comportamento differenziato in
IL CICLO DI VITA DEGLI EDIFICI, QUANDO IL DEGRADO È PRECOCE
relazione alle azioni esercitate dagli agenti del degrado. Il degrado può essere considerato un fenomeno naturale solo quando si manifesta in tempi corrispondenti “al tempo di vita utile” che ciascun
Distacco di intonaci, cavillature, cappotti termici non realizzati a
materiale, o componente, è in grado di assicurare; come ad esempio
regola d’arte, cedimenti strutturali, infiltrazioni dalle coperture, im-
nei vecchi edifici che presentano condizioni di deterioramento esclusi-
permeabilizzazioni che cedono dopo pochissimo tempo, umidità di
vamente per effetto della vetustà e, solo secondariamente, delle carenze
risalita, condensazione in corrispondenza di ponti termici e altro
di manutenzione. Al contrario il degrado assume caratteristiche
ancora. Queste sono le principali problematiche di cui spesso si
livello di qualità costruttiva pressoché generalizzata. Causa di que-
“patologiche” quando si verificano situazioni di perturbazione – in genere provocate da errori di progetto e di costruzione, da errori di uso e gestione e da mancata o errata manutenzione – che provocano eventi degenerativi molto precoci (vedi Figura 1).
sto fenomeno sono molteplici fattori diversi tra loro e concomitanti:
Facendo un’analogia con le macchine industriali, per le quali è possi-
da una parte l’adozione e la messa in opera di materiali di nuova
bile suddividere il tempo complessivo di funzionamento nelle tre fasi di
concezione e componenti non ancora adeguatamente testati nel loro
rodaggio, vita utile e usura, è evidente che tutti i guasti che avvengono
comportamento a lungo termine, dall’altra l’impiego di materiali di
nelle fasi di rodaggio e vita utile sono da considerarsi guasti patologici,
qualità scadente e scarsa affidabilità. A questi si aggiungono la caduta
mentre sono naturali se avvengono nella fase di usura. Gli interventi di
di professionalità nell’imprenditoria e nella manodopera, l’aumento
manutenzione, specialmente se ripetuti ed eseguiti prima della normale
della complessità tecnologica del processo e del prodotto edilizio
programmazione, rappresentano il segno evidente di un guasto patologico
in un settore notoriamente refrattario alle innovazioni e privo di un
in atto e un serio campanello d’allarme per la sicurezza della struttura
adeguato sistema di controllo tecnico normativo. Per finire, come
stessa. È allora opportuno individuare la “reale causa” responsabile della
aggravante da non sottovalutare, c’è il fattore di carattere economico
perdita della funzionalità e prestazionalità del materiale o componente
con committenti che mirano esclusivamente alla riduzione dei costi
attraverso una attenta analisi.
sente parlare. Il panorama edilizio, in effetti, specialmente quello del boom degli ultimi cinquant’anni, è caratterizzato da una caduta del
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SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE 50-60% 20-25%
Errori di costruzione Errori di gestione Errori di progetto
Figura 1 - Cause delle patologie edilizie. Secondo un rapporto di studio basato su oltre 1.000 casi di patologie edilizie elaborato dalla Commissione W86 “Building Pathology” del CIB negli anni ‘90 in Inghilterra (paese che in Europa ha la maggiore sensibilità verso le problematiche riguardanti il degrado e la durabilità degli edifici) ha messo in evidenza che il 50-60% delle patologie riscontrate sono dovute a errori di progetto o a omissioni (decisioni non prese o trascurate), il 20-25% è attribuibile a errori di costruzione o a scostamenti ingiustificati dal progetto avvenuti in fase esecutiva di costruzione, e il restante 20-25% è attribuibile a errori di gestione e manutenzione (comprendendo i mancati interventi ispettivi o manutentivi ordinari che avrebbero potuto evitare l’insorgere di più gravi episodi patologici) o a difetti nei prodotti utilizzati nelle costruzioni. Il CIB (International Council for Building) è l’organismo internazionale che supporta l’ISO nello studio preliminare e nell’emanazione delle norme tecniche.
20-25%
DICA TRENTATRÈ: LA DIAGNOSI DELLE NOSTRE CASE
2. Prediagnosi tecnica, intesa come l’elaborazione dei dati precedentemente raccolti al fine di valutare le condizioni e le prime ipotesi di cause di degrado e quindi di “definire e programmare” la fase successiva di indagine strumentale sul campo. Un’osservazione
La “Patologia edilizia” è una disciplina relativamente recente che studia i fattori di disturbo (umani, ambientali, tecnici e tecnologici, fisici e chimici) e i meccanismi che portano, in tempi ravvicinati, a degradi o guasti contrastanti con il concetto di invecchiamento naturale. Molto
visiva ben condotta spesso è in grado di fornire risposte immediate ai problemi più semplici inerenti in particolare la facciata esterna dell’edificio. Figura 2 - Fasi delle attività di diagnosi
spesso il “patologo edile”, che è lo specialista dell’ingegneria forense,
Rilievo anomalie
viene chiamato in causa per risolvere i contenziosi civili o penali individuando le cause e i processi di alterazione, le responsabilità tecniche,
Rilievo tecnologico
Dati climatici
1
economiche e anche penali dei guasti, nonché i danni che ne conseguo-
Analisi prediagnostica
no, indicando successivamente le tecniche e le metodologie di intervento
Analisi statistica dei dati rilevati Prima ricerca di errori di progetto, di costruzione e di gestione
per la risoluzione del problema. Il suo lavoro, che richiede un approccio interdisciplinare – con ampie conoscenze in ingegneria dei materiali, tecnica delle costruzioni, chimica, fisica, geologia, ecc. – si conclude con
Messa a punto di ipotesi prediagnostiche
la formulazione di una diagnosi raccolta in una perizia tecnica opportunamente documentata. Al di là degli aspetti legali, lo scopo della
diagnosi è quello di ridurre il grado di incertezza interpretativa dei fenomeni di degrado e, conseguentemente, di consentire l’esecuzione di interventi di manutenzione appropriati e durevoli. Essa andrebbe fatta al manifestarsi dei primi sintomi di avaria e non “a guasto avvenuto” e si articola essenzialmente in tre fasi che si concludono con un rapporto diagnostico (vedi Figura 2). 1. Esecuzione di un rilievo preliminare del manufatto, sviluppato in termini oggettivi e non interpretativi, al fine di avere una conoscenza neutrale dell’edificio (sistema costruttivo, impiantistico, quote, ecc.),
Programma di indagini diagnostiche
Indagini analitiche e sperimentali mirate alla validazione o all’esclusione delle ipotesi prediagnostiche messe a punto 2
Esecuzione delle indagini diagnostiche Analisi diagnostica dei risultati delle indagini Validazione della diagnosi 3
accompagnato da un rilievo delle condizioni ambientali che possono influenzare le risposte dell’edificio all’aggressione degli agenti esterni (orientamento, dati climatici, possibilità di rischio sismico o idrogeologico, frane e cedimenti, condizioni di aggressività ambientale come tasso di inquinamento, ecc.) e da un rilievo delle anomalie/degradi visibili/guasto prestazionale con l’obiettivo di raccogliere informazioni oggettive.
Rapporto diagnostico
Esito del rilievo prediagnostico Ipotesi prediagnostiche analizzate Analisi e indagini diagnostiche sviluppate Modo di guasto validato Fattori di disturbo da controllare in sede di intervento
Fonte - Prof. Enrico De Angelis, Politecnico di Milano Patologia edilizia e diagnostica
Settembre 2015
UP! 25
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE 3. Fase diagnostica strumentale che deve confermare e suffra-
tra i diversi strati funzionali di un rivestimento. Ciò che si vede in
gare quanto ipotizzato nella fase precedente e si attua per mezzo di
superficie può essere sintomo di fenomeni che riguardano parti nascoste dell’edificio. Nella maggior parte dei casi è l’acqua, o l’umidità, a innescare i principali fenomeni di alterazione. Può provenire
prove non distruttive (soniche, termografiche, endoscopiche, ecc.) ed eventualmente distruttive (carotaggi) al fine di elaborare una perizia tecnica e indicare le corrette strategie di intervento.
dall’esterno come l’umidità di infiltrazione (ad esempio pioggia o neb-
I VARI TIPI DI DEGRADO E I RIMEDI
bia), ma anche dall’interno sotto forma di vapore che, attraversando la struttura, condensa nei punti freddi. Può derivare da cause accidentali
1. DEGRADO DELLE FACCIATE
come la rottura di fognature e pluviali, o ancora dal terreno per contatto e per risalita capillare. Infine non bisogna trascurare l’umidità di
Il deterioramento di un edificio inizia, in generale, con il degrado del rivestimento esterno, quindi dello strato di intonaco
costruzione, ovvero quell’umidità che proviene dai materiali stessi. Essa
che per tale motivo viene considerato da alcuni autori come “strato di
espansione in caso di gelo. Esercita anche azioni indirette trasportando
sacrificio” da sostituire tutto, o in parte, in modo da mantenere alti i livelli
sali e acidi aggressivi, espansivi, efflorescenti, provenienti dal suolo o
prestazionali della muratura sottostante, oltre a preservare gli aspetti
dall’atmosfera. Il fenomeno non passa mai inosservato, in quanto la
estetici. Talvolta la definizione di “elemento di sacrificio” può venir meno
parte soggetta a umidità è una fascia più o meno alta di colore scuro
quando si prende in considerazione un edificio realizzato con tecniche
dovuto all’assorbimento d’acqua.
tradizionali e facente parte di un contesto urbano soggetto a tutela e
Come conseguenza si hanno danni estetici (macchie, alterazioni cro-
conservazione. In questo caso, il normale invecchiamento dei materiali
matiche), termici (perdita di potere di isolamento), igienici (il substrato
è sinonimo di autenticità.
umido favorisce la crescita di colonie micotiche), danni strutturali (i sali
L’alterazione delle superfici può dipendere, oltre che da aggressioni
trasportati dall’acqua cristallizzano e aumentano di volume esercitando
provenienti dall’ambiente esterno, anche da azioni o coazioni che hanno
quindi forti pressioni che compromettono la compattezza e la stabilità
origine tra la superficie stessa e il supporto murario (come nel caso
del materiale). L’umidità dal terreno risale nei materiali per effetto
dei cedimenti strutturali) o ancora, da azioni e coazioni che si generano
della capillarità (vedi Figura 3), attraverso pori di piccolissimo diametro
esercita un’azione diretta di erosione, solubilizzazione, rammollimento ed
Figura 3 - I percorsi e gli effetti dell’umidità negli edifici
1
2
6
2
1
Pioggia, nebbia, umidità dell’aria
2
Evaporazione con deposito di sali dannosi per i materiali da costruzioni
3
Umidità attraverso organismi, acidi e sali
4
Acqua sotterranea, acqua di falda e di scolo
5
Umidità ascendente in modo capillare
6
Umidità di condensazione
3
5
4
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SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE all’interno dei materiali stessi. La risalita sarà tanto maggiore quanto
Esempi di accorgimenti progettuali
più piccoli sono i diametri delle cavità interne fino a raggiungere
A ≥ 2%
un’altezza di equilibrio che dipende, oltre che dalle caratteristiche del È necessario che alla base del muro la pavimentazione abbia una pendenza in grado di allontanare l’acqua.
B1
materiale, dall’evaporazione superficiale attraverso le pareti stesse.
1.1 Risanare le facciate L’adozione di intonaci o rivestimenti non traspiranti, che ostacolano l’evaporazione superficiale, facilitano l’innalzamento del livello di umidità.
Le operazioni di risanamento seguiranno un processo sistematico del tipo: • esame dei danni e valutazione della loro entità: macchie, efflorescenze saline, distacchi, ecc.; • ricerca dell’origine dei danni: fondamenta non impermeabili, drenaggio insufficiente, penetrazione della pioggia, ecc.; • eliminazione della causa: impermeabilizzazione degli elementi di fondazione, creazione di una barriera fisica, chimica, elettrosmotica, ecc.;
B2
• risanamento: realizzazione di drenaggi, pozzi assorbenti, intercapedini, scannafossi, vespai, ecc. Eliminazione del rivestimento impermeabile o intonaco non traspirante. Esecuzione di intonaco deumidificante in grado di favorire “l’asciugatura” della muratura
Se la copertina è priva di gocciolatoio (B1), il muro si sporcherà e sarà maggiormente soggetto alle patologie indotte dall’umidità.
(vedi Figura 4); • altri interventi: accorgimenti cautelativi ed estrema cura nei dettagli progettuali per evitare ristagni d’acqua. Ad esempio la realizzazione di un pavimento esterno con una minima pendenza del 2% per allontanare l’acqua dalla base della muratura (vedi Esempio A); l’alloggiamento sulla sommità della muratura di una copertina di protezione sporgente rispetto alla muratura e dotata di opportuno gocciolatoio, evitando quindi soluzioni a filo (vedi Esempio B2); prolungamento del tratto di scolo dei pluviali in modo che non scarichino nelle adiacenze della parete (vedi Esempio C); progettazione dei davanzali con i risvolti agli angoli per allontanare l’acqua dal muro (vedi Esempio D). Un intervento parziale potrebbe risultare inutile o addirittura contro-
C I pluviali non dovrebbero mai scaricare direttamente nel terreno, in adiacenza della muratura, poiché in questo modo si predispone la muratura stessa allo sviluppo di svariate patologie (effloresecenza, muffe, o addirittura cedimenti di fondazione per dilavamento).
producente: l’impermeabilizzazione delle fondamenta potrebbe essere inutile se non si prevede anche il drenaggio alla base per interrompere il flusso d’acqua dal terreno all’interno del muro che, per la legge dei vasi comunicanti, tenderà a stabilire la parità di livello. Come dicevamo i processi di alterazione sono fortemente accentuati
Un davanzale ben progettato dovrà prevedere, ad esempio, dei risvolti agli angoli, in modo da convogliare l’acqua lontano dal muro. In questo modo, fra l’altro, sarà possibile coordinare lo spessore del davanzale (normalmente 3 cm) con lo spessore di un corso di mattoni.
da errori di progetto e di esecuzione dovuti alla scarsa conoscenza dei materiali e al loro comportamento.
1.2 Restaurare le facciate di edifici storici In caso di ristrutturazione e restauro, uno dei problemi princi-
D
pali è la “compatibilità tecnologica” tra i materiali che costituiscono l’opera e i materiali di nuovo apporto: intervenendo su una struttura esistente bisogna assicurarsi che le
28 UP! Settembre 2015
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE Ciò consente, anche ad applicatori alle prime armi, di ottenere un’uniformità di colore impensabile con la tinta alla calce. L’invecchiamento 7
delle pitture polimeriche è caratterizzato, nella fase finale, da screpolature, seguite da sfogliature e distacchi ai lembi a causa della perdita
4
di plasticità e all’affaticamento meccanico della pellicola (dotata di coefficiente di dilatazione più elevato che non l’intonaco). Nei centri 6 3
storici il ricorso a tali pitture si è rilevato poco efficace sia dal punto di vista estetico, a causa della piattezza di colore – “effetto cartone” – ben lontano dai caratteri di trasparenza, profondità e leggera variegatura dei sistemi tradizionali a calce, sia dal punto di vista funzionale perché
5 1
in ogni caso esponeva a degrado la muratura sottostante. In tale situazione, la coloritura con tinta alla calce su supporti (intonaci) trattati in precedenza con pitture a leganti polimerici è impedita perché l’adesione chimica viene inibita per la presenza della pellicola polimerica. Oggi, per aumentare la durata delle tinte alla calce in ambienti aggres-
2
sivi, si ricorre all’aggiunta di resine acriliche in dispersione acquosa: maggiore è il livello di inquinamento e aggressività dell’ambiente, maggiore deve essere l’aggiunta di resina. Si è notato inoltre che una 1
Impermeabilizzazione delle fondamenta
4
Trattamento antisale del muro messo a nudo
2
Drenaggio
5
Sigillatura di giunti, fughe, fessure
6
Intonaco di risanamento
7
Pitture traspiranti ai silicati
3
Barriera orizzontale
Figura 4 - Interventi di risanamento dei muri umidi
concentrazione di almeno il 20% consente l’adesione su precedenti pitture polimeriche. Tuttavia è opportuno osservare che il comportamento della tinta, all’aumentare del contenuto di resina, tende a essere simile a quello della idropittura. Altra possibilità, oggi validata anche nel restauro, è la rimozione della precedente pittura (mettendo in conto l’eventuale asportazione di parte dell’intonaco di supporto sottostante) e successiva rasatura con intonachino ai silicati di potassio. I cicli ai silicati di potassio mostrano una maggiore resistenza agli agenti atmosferici, non “filmano” e hanno notevoli proprietà traspiranti, motivo per cui risultano molto indicati per applicazioni su intonaci con problemi di umidità.
caratteristiche chimiche e fisico-meccaniche siano simili a quelle
Alla luce di quanto detto, appare evidente come sia importante che
dei materiali in situ.
il progettista conosca bene la “storia” dei manufatti e tutti gli interventi successivi alla loro costruzione; ogni
Incompatibilità chimica
intervento di ricoloritura va studiato, in particolare per gli edifici di
Nell’ambito del recupero e restauro di edifici dei centri storici, l’impiego
interesse storico, attraverso uno specifico iter di indagini, interpreta-
di leganti non compatibili chimicamente con i materiali preesistenti
zione critica e progetto di manutenzione.
rappresenta uno dei principali fattori di rischio per la salvaguardia del nostro patrimonio architettonico. Ricerche scientifiche individuano nella
Incompatibilità fisico-meccanica
calce il solo materiale veramente compatibile con la maggior parte
Le incompatibilità fisico-meccaniche riguardano in prevalenza le
del costruito italiano perché consente determinate reazioni chimiche
sovrapposizioni di materiali a diverso comportamento che provocano
necessarie all’adesione della finitura al supporto. Le tinte alla calce,
nel sistema fenomeni di distacco e fessurazioni fino alla totale perdita
tuttavia, mostrano dei limiti di impiego (scarsa durabilità) in ambienti
di aderenza tra gli strati stessi.
aggressivi e sotto l’azione del dilavamento dell’acqua. Per questo
Si verifica quando non è rispettata la regola generale della crescente
motivo, dal secondo dopoguerra in poi sono state sostituite, in ma-
elasticità e porosità tra gli strati, dal più interno (meno elastico e
niera progressiva e nonostante il loro maggior costo, dalle idropitture
meno poroso) al più esterno (che avrà elasticità e porosità uguale o
polimeriche, la cui base pigmentaria è costituita dal biossido di titanio,
maggiore rispetto agli strati più interni). Esempio di incompatibilità di
in grado di rendere la tinta altamente coprente.
tipo fisico-meccanico è l’applicazione di una finitura cementizia su
Settembre 2015
UP! 29
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE I difetti di progettazione
intonaco di calce aerea. Inoltre l’intonaco nel suo complesso deve possedere caratteristiche di elasticità e porosità compatibili (uguali o
Scarsa attenzione alla direzione dominante di
maggiori) con quelle della muratura di supporto che gli consenta di assecondare le naturali contrazioni e dilatazioni del supporto senza
venti e piogge
fessurarsi.
Provoca sollecitazioni anomale agli elementi del manto con conse-
La compatibilità tra gli strati è essenziale anche nei sistemi di pittura
guente spostamento o perdita di parti, soprattutto nelle zone con il
e protezione delle superfici.
minor numero di ancoraggi puntuali, in quelle perimetrali o di spigo-
L’incompatibilità, in questi casi, è influenzata principalmente dalla
lo. Le sollecitazioni prodotte dall’azione del vento sulle coperture a
composizione e dalle proprietà fisiche di ognuno degli strati del sistema
falde inclinate consistono in un’azione di sollevamento distribuita in
pellicolante e dalla loro giustapposizione. In altri termini, si dovrebbe
modo sostanzialmente uniforme su tutta la superficie delle falde e
evitare di sovrapporre a strati preesistenti altri strati che, una volta
concentrata, con valori fino a tre volte superiori, sulle linee di gronda
essiccati, risultano più rigidi dei sottostanti: inevitabilmente si produr-
e sul colmo. Ciò comporta, oltre a problemi di stabilità e di sicurezza
rebbero fessurazioni sullo strato più rigido. Viceversa è buona norma
dell’intero sistema, il manifestarsi di una serie di patologie dovute
applicare uno strato più elastico sopra uno rigido, salvo verificare
all’esposizione agli agenti atmosferici degli strati sottostanti privi della
eventuali problemi di aderenza.
protezione degli elementi di tenuta.
2. DEGRADO DELLE COPERTURE
Errato dimensionamento della pendenza e dell’estensione della falda
Particolare attenzione deve darsi al manto di copertura, il cui stato di
Un aspetto fondamentale nella realizzazione di una copertura è la
conservazione è funzionale al mantenimento della struttura sottostante.
relazione tra pendenza e lunghezza della falda: sono infatti la pendenza
Particolarmente pericolose sono pertanto le rotture e le sconnessioni degli elementi di rivestimento, che possono
della falda, la sua lunghezza e la sovrapposizione degli elementi del
preludere alla penetrazione dell’acqua e ai conseguenti fenomeni di
tegole in laterizio rappresentano la soluzione tradizionale per le co-
degrado che creano marciume nell’orditura lignea. Anche gli appoggi
perture con pendenza del 30-35% e con lunghezza di falda inferiore
delle travi alla muratura sono luoghi umidi e vanno ispezionati perio-
ai 10 m. Una copertura realizzata con embrici piani e coppi, ma con
dicamente e manutenuti.
lunghezza eccessiva della falda, in caso di pioggia prolungata non
Il 75% delle infiltrazioni attraverso la copertura degli edifici avviene in corrispondenza di anomalie di estensione modesta (spesso puntuali) a livello del manto superiore. La collocazione di tali difformità segue generalmente i
garantisce una adeguata tenuta all’acqua. Aumentando la pendenza
punti critici nella progettazione del sistema di copertura: le variazioni
piane e di circa 100 kg/mq per le tegole curve.
manto i fattori che determinano la capacità di tenuta all’acqua. Le
viene accelerata la velocità dell’acqua, ma si rischia lo scivolamento delle tegole: la stabilità della copertura è infatti dovuta soprattutto al peso proprio degli elementi che è di circa 40 kg/mq per le tegole
di pendenza (colmi e compluvi), le zone perimetrali di falda (in corrispondenza di gronde, canaline e cordoli) e le aree di interfaccia con
Mancata progettazione dei percorsi di ispezione del manto
i terminali impiantistici e le murature (essendo necessario porre in
e dei terminali
opera pezzi speciali, lattonerie, converse, ecc.).
Le ispezioni al manto di copertura sono, in genere, associate ai
A condizionare il comportamento nel tempo dei manti di copertura in
normali interventi sui terminali impiantistici (soprattutto ad antenne
laterizio contribuiscono molti fattori legati sia alle tecniche di produzio-
e abbaini); lo svolgimento di questo tipo di controlli e manutenzioni
ne e posa in opera sia ai principali agenti esterni ai quali la copertura
necessita però della dovuta cautela da parte degli operatori così
sarà esposta nelle previste condizioni di esercizio.
da scongiurare la rottura o dislocazione degli elementi del manto. Dato che tutte le operazioni da svolgersi in copertura richiedono la
2.1 Progettazione ed esecuzione, a ognuno le sue responsabilità
presenza di personale qualificato e dotato di opportuni sistemi e
Per quanto riguarda i fattori connessi alle caratteristiche specifiche
predisporre un piano di interventi (soprattutto in fase di progettazione
dei materiali e dei componenti, assumono una particolare importan-
o di manutenzione straordinaria) allo scopo di integrare il sistema
za la composizione della miscela, il processo di fabbricazione e le
tetto con tutti gli ausili più utili a favorire manutenzioni e controlli
operazioni di posa.
successivi. In particolare è consigliato progettare e realizzare pas-
Le anomalie possono essere riassunte in tre categorie di difetti.
saggi protetti per la verifica dei terminali impiantistici così da rendere
30 UP! Settembre 2015
procedure di sicurezza è opportuno (e in alcune località obbligatorio)
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RECUPERO CONSERVATIVO DEGLI EDIFICI DEGRADATI DALL’UMIDITÀ: INTONACI DEUMIDIFICANTI MACROPOROSI Un problema che può presentarsi nell’edilizia, di recente costruzione o storica, è quello del degrado delle murature dovuto all’esposizione dell’edificio ad agenti atmosferici esterni o alle azioni disgreganti interne prodotte dai sali e dall’umidità. Queste strutture richiedono adeguate operazioni di risanamento. È necessario pertanto individuare con precisione le cause che hanno determinato il problema attraverso un’attenta analisi visiva, accompagnata se necessario da opportune indagini diagnostiche e, conseguentemente, adottare il corretto intervento, nonché la giusta tecnologia. Consapevole di queste esigenze Mapei ha studiato una linea di prodotti, denominata Mape-Antique a base di calce ed EcoPozzolana, totalmente esenti da cemento, per consolidare, ristrutturare, risanare, deumidificare e intonacare edifici in muratura esistenti, anche di pregio storico e artistico sotto tutela delle Soprintendenze per i Beni Architettonici e Ambientali. I prodotti della linea Mape-Antique possiedono caratteristiche fisico-meccaniche del tutto simili a quelle delle malte da muratura e da intonaco impiegate in passato e, quindi, risultano essere compatibili con qualsiasi tipo di muratura originale. Al contempo,
32 UP! Settembre 2015
presentano elevate resistenze chimico-fisiche alle azioni aggressive sia ambientali sia interne alle murature, prodotte dai sali solubili e dall’umidità. La gamma dei prodotti Mape-Antique, frutto degli studi Mapei nel campo del consolidamento e risanamento delle murature degli edifici, è ampia e articolata, in grado di soddisfare sia le moderne esigenze applicative, sia i principi fondamentali di eco-sostenibilità, a salvaguardia dell’ambiente, e di bio-compatibilità, a tutela della persona e della sua salute, in termini di traspirabilità, porosità, conducibilità termica e bassissima emissione di composti organici volatili (VOC). Appartengono a questa linea Mape-Antique Rinzaffo, MapeAntique MC e Mape-Antique MC Macchina, prodotti indicati per la realizzazione di intonaci deumidificanti macroporosi da applicare su murature interessate da umidità di risalita capillare e dove sono presenti efflorescenze saline. L’utilizzo di questi prodotti è consigliato per edifici anche posti in zone lagunari o in prossimità del mare o per la ricostruzione di quelli esistenti a base calce, su murature in pietra, mattoni, tufo e miste di edifici, anche di pregio storico e sotto tutela.
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE più sicura l’esecuzione delle manutenzioni, evitando il calpestio degli
soprattutto se modificati nel tempo, si riscontrano spesso distacchi
elementi in laterizio.
e perdita di elementi a causa dei movimenti dei tecnici sulla copertura, della necessità (spesso inesaudita) di introdurre pezzi speciali e
I difetti di esecuzione
della difficoltà di fissaggio dei componenti in zone di forte pendenza, soggette a movimenti o a cicli termici anomali (ad esempio: antenne
Difetti di sovrapposizione degli elementi del manto
TV, camini, pannelli fotovoltaici, cisterne d’acqua, ecc.).
di copertura Tegole, coppi, embrici, ecc. sono tutti prodotti molto resistenti e
Eventi accidentali
duraturi e presentano buone caratteristiche fisiche e meccaniche anche in presenza di condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli.
Nevicate anomale o vento molto forte
Poiché il manto di copertura ha una permeabilità massima di circa
La persistenza del carico statico esercitato dalla massa nevosa può
0,7 cm di acqua, al giorno, per centimetro quadrato di superficie
produrre lesioni e rotture dei componenti caratterizzati da una ridot-
esposta, la posa deve essere effettuata in modo da evitare possibili
ta resistenza alle sollecitazioni di compressione. Questo carico, in
ristagni d’acqua (ad esempio causati dai fenomeni di gelo e disgelo).
particolare in fase di scioglimento, può creare smottamenti all’intero
È importante, inoltre, che le tegole abbiano tutte la medesima pen-
impianto del manto trasportando per gravitazione verso il perimetro
denza. Per questo è necessario posare un listello di legno oppure uno
esterno gli elementi in laterizio. In caso di vento particolarmente forte o
strato di malta cementizia sotto il primo elemento, in corrispondenza
a raffiche è possibile che parte del manto tenda a perdere la normale
della gronda, e sovrapporre gli altri di almeno 9-10 cm. Per quanto
sovrapposizione e a staccarsi. Nel caso non si tratti di eventi prevedibili
riguarda la sovrapposizione degli elementi è necessario comunque
per la zona climatica di appartenenza (nel qual caso occorre ancorare
tenere conto che occorre aumentarla qualora si riduca la pendenza
in modo stabile e ripetuto gli elementi in cotto al supporto o modificare
e viceversa. Volendo utilizzare elementi in laterizio in un clima che
la tipologia di manto) è necessario intervenire al più presto a seguito
impone una pendenza di falda del 45% o più, è necessario scegliere
del danno così da evitare la compromissione degli strati sottostanti o
prodotti che, per la morfologia della loro parte inferiore (presenza di
la caduta dal tetto di alcuni elementi.
sagomature o appositi naselli forati), permettono un migliore fissaggio alla struttura portante. Presenza di strati inferiori mal fissati che possono muoversi e contribuire al distacco degli elementi superiori La scelta del tipo di manto è in relazione diretta con il tipo di struttura sottostante. Infatti ogni tipologia determina una differente realizzazione del sottosistema d’orditura che determina, a sua volta, un diverso sistema di posa in opera. Un cattivo fissaggio di un manto impermeabilizzante, ad esempio, può provocarne il distacco e il sollevamento a causa della pressione dell’aria con conseguente sommovimento del manto superiore. Interfaccia con altri elementi tecnici (terminali impiantistici, finestre, abbaini, ecc.) Un fattore determinante per il buon funzionamento nel tempo di un tetto è, senza dubbio, la conformazione geometrica della superficie di copertura: una superficie semplice con pochi punti singolari è, generalmente, più facile da realizzare e da manutenere. La presenza di molti punti di conversa, di raccordi, di camini, di abbaini, che richiedono l’uso di pezzi speciali, rende più probabile il verificarsi di fenomeni patologici: ogni elemento che interrompe la continuità del manto deve perciò essere raccordato rispettando opportuni accorgimenti in modo da impedire infiltrazioni d’acqua. In presenza di terminali impiantistici,
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LA MANUTENZIONE EDILIZIA Quando prevenire è meglio che curare, la manutenzione come processo integrato nel progetto edilizio. a cura dell’Ufficio Tecnico BigMat
È
ormai opinione condivisa che una corretta manutenzione
preventiva consente di preservare più a lungo lo stato ottimale degli edifici e prolungarne il ciclo di
mobile i costi di manutenzione sono circa cinque volte superiori a quelli di costruzione. Un’indagine campionaria condotta dal CRESME (vedi Tabella 1) ha
vita; eppure nella realtà di tutti i giorni non si trova riscontro a tale
evidenziato che dal 2001 al 2011 il 58,6% delle abitazio-
affermazione e la manutenzione riveste sempre un ruolo marginale nel settore delle costruzioni.
ni ha richiesto almeno un intervento di manutenzione straordinaria per effetto della vetustà e/o obsolescenza, o per
In effetti, tutti gli operatori del settore tendono a trascurare
l’adeguamento alle nuove normative impiantistiche, registrando un
l’importanza della manutenzione per ragioni diverse:
incremento rispetto al decennio precedente.
• i progettisti, a causa di un approccio errato al progetto, sembrano maggiormente concentrati sull’architettura più che sulle proble-
Tabella 1 - Stock e attività di riqualificazione nelle abitazioni al 2001 e al 2011
matiche della manutenzione e della sicurezza;
2001
• i produttori preferiscono evitare coinvolgimenti a seguito di controlli e verifiche sul loro prodotto dopo l’acquisto; • i gestori dell’immobile utilizzano i fondi finanziari destinati alla manutenzione solo a guasto avvenuto; • l’utente, il cittadino, è convinto che il bene edilizio sia immutabile nel
migliaia
2011 %
migliaia
%
Abitazioni esistenti
27.269 100,0
30.038 100,0
Interessate da riqualificazione nei precedenti 10 anni:
11.871
43,5
17.613
58,6
tempo e non accetta il concetto di degrado naturale da contrastare
• Impiantistica
9.729
35,7
12.524
41,7
con una manutenzione programmata.
• Strutture
1.833
6,7
2.756
9,2
• Estetica
7.825
28,7
9.214
30,7
Quasi mai si tiene conto dei costi di manutenzione: uno studio condotto dalla Royal Instituite of British Architects, su edifici con destinazione d’uso terziario e uffici, ha mostrato che nel ciclo di vita dell’im-
Fonte: elaborazioni e stime CRESME su dati ISTAT Censimento 2001 e indagine alle famiglie 2012
Tabella 2 - Edifici per epoca di costruzione e stato manutentivo
Ottimo
Buono
Num.
%
Prima del 1919
316.700
14,7
Dal 1919 al 1945
193.696
14,0
Dal 1946 al 1961
279.450
Dal 1962 al 1971
444.051
Dal 1972 al 1981
Mediocre
Pessimo
%
Num.
%
Num.
1.049.615
48,8
680.381
31,6
103.563
691.480
50,0
436.613
31,6
16,8
913.295
55,0
425.106
22,6
1.142.554
58,1
357.587
619.516
31,2
1.114.754
56,2
Dal 1982 al 1991
450.912
34,9
709.981
Dal 1992 al 2001
367.438
47,6
Dopo il 2001
382.931
71,9
3.054.694
25,9
Totale
Num.
Totale %
Num.
%
4,8
2.150.259
100,0
62.026
4,5
1.383.815
100,0
25,6
41.978
2,5
1.659.829
100,0
18,2
23.765
1,2
1.967.957
100,0
237.164
12,0
11.772
0,6
1.983.206
100,0
55,0
123.812
9,6
5.797
0,4
1.290.502
100,0
346.595
44,9
54.807
7,1
3.087
0,4
771.927
100,0
133.147
25,0
15.445
2,9
1.065
0,2
532.588
100,0
6.101.421
52,0
2.330.915
19,9
253.053
2,2 11.740.083
100,0
Fonte: elaborazione e stime CRESME
Settembre 2015
UP! 35
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE Le condizioni di manutenzione del patrimonio edilizio (vedi Tabella 2 a pag. 35) indicano che circa 2,6 milioni di edifici (oltre il 22%)
Le problematiche che si riscontrano negli interventi sul patrimonio esistente sono legate, molto spesso, alla mancanza
versano in stato di conservazione mediocre (19,9%) o pessimo (2,2%); di tali edifici oltre il 30% è stato costruito prima
di informazioni sul costruito (disegni tecnici, schemi costruttivi, ecc.),
del 1919 e fino agli anni ’70 si osservano alte percentuali di immobili
cavedi tecnici, ecc.) e a una non attenta ed esaustiva valutazione dei
con necessità di riqualificazione.
rischi. I fattori che incidono nella manutenzione riguardano, pertanto,
Curare l’edificio significa accrescerne il valore e mantenere alto il suo
l’accessibilità, la praticabilità dell’area oggetto di intervento, la chia-
livello di efficienza e affidabilità. È necessario quindi uscire dalla
rezza funzionale dell’elemento, la configurazione del componente,
logica di intervenire a guasto avvenuto e considerare la manutenzione un processo complementare e integrante dell’intero progetto edilizio per assicurare la sostenibilità
l’ergonomia nella procedura, la facilità di montaggio/smontaggio, la
alla difficoltà di accesso dei siti oggetto di riparazione (coperture,
trasportabilità, la visibilità e la facilità di pulizia degli elementi. Com-
Prolungare il ciclo di vita di un edificio richiede due linee di azione
pito del CSP (Coordinatore per la Sicurezza in fase di Progettazione) deve essere quello di costruirsi mentalmente lo scenario che si presenterà nel tempo, ad esempio dopo
principali e convergenti:
vent’anni, quando buona parte dei componenti edili e impiantistici
• adozione di criteri di scelta, già in fase progettuale, di elementi
incominceranno ad avere, salvo mortalità precoce, patologie varie che
tecnici e di materiali caratterizzati da una più elevata durabilità
richiederanno riparazioni o sostituzioni. L’obiettivo che si dovrà
e affidabilità; • riduzione, il più possibile, dell’eventualità che si verifichino eventi
porre è garantire che sia sempre possibile eseguire interventi sull’opera in condizioni di totale sicurezza e salubrità,
di guasto durante la vita utile, adottando una costante attività di
attraverso attrezzature e apprestamenti in dotazione dell’opera e/o
manutenzione preventiva.
da realizzare da parte dell’utilizzatore o manutentore. Sia che si tratti
economica di tutto il progetto.
In generale, al crescere del livello di affidabilità di un componente
di edifici esistenti sia di nuova costruzione, la manutenzione
edilizio – attitudine a svolgere una funzione richiesta, senza guastarsi, in date condizioni e durante un intervallo di tempo stabilito (UNI EN
preventiva riguarderà gli elementi e i componenti con elevati livelli di criticità, mentre gli interventi a guasto avvenuto
13306:2003) – corrispondono minori necessità e costi di manuten-
potranno essere adottati solo su quei componenti che non minano la
zione. Tuttavia una maggiore affidabilità comporta più alti costi di
sicurezza dell’edificio stesso.
costruzione. Pertanto si dovrà ottimizzare la scelta individuando il punto
Quanto più il Fascicolo dell’Opera redatto dal CSP, incide sul
minimo di costo totale, inteso come somma dei costi di costruzione e
progetto, in termini di scelte architettoniche, strutturali e impiantistiche
di manutenzione (vedi Figura 1).
che prevengono o minimizzano i rischi di infortunio, tanto più lo scopo del Fascicolo è raggiunto. Tale documento deve accompagnare l’o-
pera per tutta la vita registrando ogni eventuale modifica sia in fase di costruzione sia durante la vita dell’edificio.
Figura 1 - Relazione Affidabilità/Costi di un prodotto
Viceversa, un Fascicolo postumo al progetto e, comunque, un Fascicolo
Costi
che non è riuscito a intervenire sulla progettazione, nella maggioranza dei casi è un mero adempimento burocratico a un obbligo di legge senza alcun valore di prevenzione ai rischi.
LAVORI IN QUOTA 1. MANUTENZIONE E SICUREZZA NEI LAVORI IN QUOTA Tra gli interventi di manutenzione più delicati rientrano i cosiddetti lavori in quota, ovvero quelle attività che si svolgono a una altezza superiore a 2 m rispetto a un piano stabile (art. 107 del Testo Unico sulla Sicurezza
Affidabilità Fonte - C. Molinari, 2002
36 UP! Settembre 2015
D.lgs. 81/08), per i quali il rischio di caduta dall’alto è causa dei principali infortuni, anche mortali, sul lavoro. Basti pensare al numero elevato di operatori impiegati nelle attività di
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE
SCALE E TRABATTELLI PER LAVORARE IN ALTEZZA Durante l’esecuzione di lavori in quota relativamente alle facciate è necessario utilizzare i corretti DPI per garantire la sicurezza dell’operatore. È bene scegliere scale e trabattelli che offrono una protezione a 360°. Per lavori in ambiente interno o ad altezze fino a 3,5 m, è possibile utilizzare una scala con piattaforma di lavoro come la MOD PL di Faraone Spa.
Facilmente richiudibile e trasportabile, è dotata inoltre di parapetto, evitando così il rischio di caduta. Il modello è certificato secondo le Norme Europee EN 131.7 ed è stato omologato attraverso specifici test antiribaltamento. Particolare attenzione è stata posta negli ingombri al minimo, con la traversa posteriore posta in posizione elevata per facilitare il superamento di ostacoli. La scala totalmente in alluminio consente un’altezza massima di lavoro di ben 3,5 m.
Per i lavori all’esterno o ad altezze maggiori di 3,5 m è preferibile utilizzare il trabatello Top System di Faraone Spa in alluminio. È un sistema di protezione che può raggiungere i 20 m di altezza e i 9 m di lunghezza in composizione tripla permettendo di formare una vera e propria impalcatura. La struttura, modulabile secondo le esigenze del cantiere, può essere utilizzata in campata singola ottenendo così tre trabattelli.
Grazie al sistema di innesto a scatto l’assemblaggio è semplice e veloce, e complessivamente i tempi di montaggio e smontaggio possono ridursi fino al 50% rispetto a un trabattello tradizionale. L’accesso ai piani può avvenire tramite la fiancata che funge da scala verticale, oppure per mezzo di una scala con inclinazione fino a 50°, decisamente comoda e sicura tanto da essere a volte utilizzata come accesso ausiliario nei solai dei cantieri in fase di costruzione. I piani si possono posizionare ogni 2 m. Poggiando su ruote il trabattello può essere spostato. La portata complessiva è di ben 200 kg/mq.
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UP! 37
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE
Figura 2 - Esempio di fattore umano: insorgenza di vertigini lavorando in prossimità del bordo della copertura
Figura 3 - Esempio di fattore umano: presenza di ostacoli che intralciano la libertà di movimento dell’operatore
montaggio e smontaggio dei ponteggi che, per potersi muovere agevol-
gli installatori di impianti sulle facciate degli edifici, per mezzo di scale, di
mente, tendono a disattendere le più elementari norme di sicurezza; o
trabattelli o, nelle migliori condizioni, di piattaforme mobili in elevazione.
agli operatori impegnati sulle coperture degli edifici per la pulizia del
Molto spesso gli infortuni avvengono per fattori umani quali distrazione,
canale di gronda, per le sostituzioni delle tegole, per l’ispezione e la
stanchezza (gli orari di registrazione degli incidenti si concentrano per la
verifica dello stato del manto bituminoso o per la manutenzione degli
grande maggioranza dei casi tra le 15.00 e le 16.00), senso di vertigini,
impianti tecnologici. Le coperture, da semplici elementi di chiusura
(vedi Figura 2), scivolamento e inciampamento (vedi Figura 3), ma anche
dell’edificio, si sono trasformate in veri e propri elementi architettonici
inesperienza, mancanza di adeguata formazione e addestramento su
caratterizzati da pendenze più o meno accentuate e dalla presenza di
tali tipologie di lavoro, mancato o errato uso di dispositivi di protezione
abbaini e lucernari. Al tempo stesso sono diventate contenitori tecnologici
individuale (DPI), o uso di DPI non consoni all’attività svolta, uso errato
per la presenza di antenne, camini, impianti fotovoltaici e solare termico,
di scale portatili e trabattelli, ecc.
impianti di condizionamento, che richiedono interventi frequenti e che
Agli infortuni, inoltre, concorrono a volte anche fattori ambientali quali le
sono, a loro volta, ostacoli che l’operatore deve aggirare nell’esecuzione
condizioni meteo avverse e fattori tecnici. Questi spesso non vengono
della propria attività.
adeguatamente considerati per superficialità e scarsa conoscenza dei
Sono da considerare operatori esposti al rischio caduta dall’alto anche
rischi collegati alle modalità di svolgimento delle lavorazioni in quota.
1
5m
60
°
2
3
4
2m
°
45
CLASSE C
30° CLASSE B
10° CLASSE A
Figura 4 – Parapetti provvisori. Elementi costituenti: 1) montante, 2) corrente principale, 3) corrente intermedio, 4) tavola fermapiede. I parapetti provvisori vengono divisi in tre classi (A, B, C) in base ai requisiti prestazionali che devono soddisfare. Parapetti di CLASSE A resistono solo ai carichi statici di una persona che si appoggia da ferma oppure si sostiene durante il camminamento; non possono essere usati in caso di pendenze della copertura superiore a 10°. Parapetti di CLASSE B resistono a forze dinamiche di debole entità: possono fermare la caduta di una persona che cade su una copertura di pendenza massima di 30°; possono essere usati in caso di coperture con pendenze da 30° fino a 45° purché l’altezza di caduta sia contenuta in 2 m. Parapetti di CLASSE C resistono a forze dinamiche di elevata intensità e possono fermare la caduta di una persona che opera su una copertura con inclinazione di 45°. Ne è consentito l’uso per pendenze tra i 45° e i 60° purché l’altezza di caduta sia contenuta in 5 m.
38 UP! Settembre 2015
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE di passerelle o andatoie in caso di coperture non portanti (o quando presenti non provviste di protezioni laterali); • presenza di punti di accesso in copertura non sicuri (vedi Figura 5) quali botole, finestre di dimensioni non sufficienti a consentire uno sbarco agevole dell’operatore con le attrezzature di lavoro e privi di un punto di ancoraggio nelle immediate vicinanze al quale l’operatore può vincolarsi per mezzo del proprio dispositivo di protezione individuale; • inidoneità dei sistemi di ancoraggio, quali linee vita, a seguito della mancata verifica del tirante d’aria cioè dello spazio minimo necessario affinché il DPI usato (dispositivi retrattili o cordini con assorbitori di energia) arresti la caduta in sicurezza; o a seguito della Figura 5 – Accesso alla copertura: in prossimità del punto di accesso deve essere sempre presente un punto di ancoraggio conforme alla norma EN 795 di classe A1 o A2 (nella foto è un ancoraggio sottotegola di classe A2)
mancata predisposizione di punti di deviazione per il contenimento del cosiddetto effetto pendolo (vedi Figura 6) ovvero quando la linea congiungente l’operatore-punto d’ancoraggio forma con la verticale un angolo maggiore di 15° la caduta determina una forza di richiamo
Nei cantieri è purtroppo visibile di frequente una scarsa attenzione a
che tende a far oscillare il lavoratore lateralmente provocandone
situazioni di rischio causate da diversi fattori tecnici tra i quali l’assenza
l’impatto contro un eventuale ostacolo.
dei dispositivi di protezione collettivi previsti dalle normative, ad esempio: • mancanza di parapetti temporanei, di ponteggi laterali o a
Considerando quindi che la maggior parte delle coperture risulta non
sbalzo (vedi Figura 4) per la protezione dei bordi (conformi alla
praticabile, se non con idonei sistemi di sicurezza, non deve essere
norma EN 13374), mancanza di parapetti fissi (conformi alla norma
consentito l’accesso e il transito di persone in mancanza di sistemi
EN 14122-3), assenza di reti di protezione (UNI EN 1263) sotto la
di protezione adeguati contro i rischi di scivolamento e di pericolo di
copertura per prevenire il rischio sfondamento del tetto; mancanza
caduta dall’alto.
ANCORAGGIO CLASSE A1
PUNTO DI LAVORO
ANCORAGGIO CLASSE A1
CORDINO RETRATTILE
CORDINO FISSO
DISPOSITIVO DI ANCORAGGIO CLASSE A o GANCI UNI EN 795
Figura 6 – L’effetto pendolo si innesca quando la congiungente del punto di lavoro con il punto di ancoraggio forma con la verticale un angolo maggiore di 15°. In tali condizioni, per evitare le oscillazioni laterali con il rischio di impatto contro ostacoli, è opportuno prevedere dei punti di ancoraggio con funzione di elementi di deviazione in modo che l’operatore possa ad essi vincolarsi tramite un cordino fisso.
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UP! 39
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE
PARAPETTI AUTOPORTANTI Un’ottima soluzione per le coperture piane Il parapetto autoportante è una valida innovazione nel settore della sicurezza particolarmente vantaggioso nei casi di tetti piani, o a debole inclinazione, per consentire le operazioni di manutenzione e ispezione di macchinari, di impianti, del manto di copertura stesso o di qualsiasi altra struttura che espone il lavoratore al rischio caduta dall’alto. Non danneggiano la superficie di appoggio e non necessitano di fori per il fissaggio. Linea Vita propone la gamma parapetti in alluminio Highprotection, facili e veloci da montare grazie al ridotto numero di componenti – tra cui si segnala la presenza dell’elemento fermapiede – e all’interasse dei montanti che può raggiungere anche una distanza di 2 m. Grazie agli elementi in alluminio e la viteria in acciaio inox questi parapetti sono molto
resistenti agli agenti atmosferici e non richiedono particolare manutenzione. Sono classificati come dispositivi di protezione collettiva e l’operatore che accede in copertura non deve essere necessariamente dotato di dispositivi individuali. I parapetti Highprotection sono conformi alle normative: UNI EN 14122-3; D.Lgs 81/08; NTC 08 (cat. H1) e EN 287 e ISO 9602. Caratteristiche tecniche parapetti in alluminio Highprotection Elemento
Proprietà
Qualità dei componenti (mancorrenti/traversi)
Alluminio lega 6060 – T6
Zavorra
Calcestruzzo
Passo montanti
Max 2.000 mm
Altezza montanti
1.100 mm
Altezza fermapiede
150 mm
Zavorra da 22,50 kg cad. circa (n.) Per superfici particolarmente aggrappanti (guaine/cemento grezzo e ruvido)
Zavorra da 22,50 kg cad. circa (n.) Per superfici particolarmente lisce
2 3
Zavorra da 22,50 kg cad. circa (n.) Per parapetti installati a una distanza di almeno 1,50 m dal cornicione ove vi è il pericolo di caduta, o se presente una veletta di almeno 10 cm di altezza dove la parte anteriore della base del parapetto possa appoggiarsi.
2. SISTEMI DI PROTEZIONE E DPI
1
come un dispositivo di protezione individuale e deve essere conforme ai requisiti della normativa UNI EN 795 classe C. I componenti del sistema
Il Testo Unico sulla sicurezza, art. 15, art. 75 e art. 111, pone in evidenza
devono essere certificati dal produttore e corredati da istruzione per il
la necessità di privilegiare l’adozione di sistemi di protezione collettivi
montaggio, l’uso e la manutenzione. In prossimità del luogo ove si ha
(parapetti, ponteggi e reti di contenimento) rispetto a quelli individuali
accesso alla linea di ancoraggio devono essere installati segnali che
che, di conseguenza, entreranno in gioco solo per far fronte al “rischio
riportino esattamente la data di installazione e i nominativi del produttore
residuo” imprevedibile e inevitabile. La scelta del sistema deve tenere
e dell’installatore, la normativa di riferimento, il numero massimo di
conto, anzitutto, che chi svolge le attività di ispezione/manutenzione deve
operatori e il tipo di dispositivo di collegamento (dispositivo retrattile,
potersi muovere in copertura agevolmente. Solo secondariamente può
cordino regolabile o cordino con assorbitore di energia).
essere condotta una quantificazione economica. La valutazione deve,
Come schematizzato in figura 7, un sistema anticaduta si compone
inoltre, essere eseguita in considerazione del numero di persone che
di tre elementi:
potrebbero trovarsi a operare contemporaneamente sulla copertura o
1. linea di ancoraggio (o punti di ancoraggio);
in facciata, dell’inclinazione e della complessità dell’edificio.
2. dispositivo anticaduta, tipo cordino con assorbitore di energia (con-
Tra i diversi sistemi di protezione, la linea vita è il più versatile ed econo-
forme alle norme UNI EN 354, UNI EN 355), dispositivi retrattili a
mico: oltre ad essere un sistema di tipo “permanente” (cioè che non può
richiamo automatico (UNI EN 360) o dispositivi di tipo guidato (UNI
essere rimosso), richiede una manutenzione periodica di minima entità
EN 353.1/UNI EN 353.2) con funzione di collegamento dell’operatore
e frequenza (una volta all’anno). La linea vita, sebbene possa essere
alla linea di ancoraggio e con lo scopo di arrestare la caduta;
a disposizione di più operatori nello stesso momento, è da intendersi
40 UP! Settembre 2015
3. imbracatura (UNI EN 361) con funzione di supporto dell’operatore.
SPECIALE DEGRADO E MANUTENZIONE
DPI DI III CATEGORIA PER LAVORI IN QUOTA I dispositivi anticaduta non sono tutti uguali… ergonomia e sicurezza prima di tutto! La scelta del dispositivo anticaduta dipende da diversi fattori quali l’altezza, la distanza di arresto, l’inclinazione del tetto, la presenza di ostacoli, ecc. Nella definizione della procedura della valutazione dei rischi è, inoltre, consigliato privilegiare l’uso di dispositivi “ergonomici” che consentono un uso semplice e agevole all’operatore. A tal proposito si vuole descrivere di seguito l’uso del dispositivo retrattile a richiamo automatico. Tale dispositivo individuale di III categoria è altamente flessibile ed è particolarmente indicato per tutte quelle attività che richiedono grande libertà di spostamento e velocità di esecuzione sulle coperture a elevato sviluppo planimetrico e con pendenze medio-alte. La lunghezza del cordino, che per tale dispositivo può essere un cavo in acciaio o una cinghia in poliestere, è regolata in automatico per mezzo di un sistema di avvolgimento che consente all’utilizzatore la massima libertà di spostamento e un arresto immediato in caso di caduta. Le caratteristiche del sistema agevolano ampiamente il lavoro, accompagnando di volta in volta l’operatore con la lunghezza del cavo più appropriata e consentono di operare con elemento di trattenuta sempre teso (condizione di lavoro “in trattenuta”). Il collegamento agli anelli dorsali dell’imbracatura e l’avvolgimento automatico del cavo permettono inoltre di muoversi a mani libere e di evitare i rischi di inciampo. Il sistema di bloccaggio automatico entra in funzione solo se sollecitato “a strappo” e in particolari condizioni di pendenza, ma garantisce, per mezzo di un dissipatore di energia, una forza di
1
2
3
Figura 7 - Sistema anticaduta
Linea Protector Tetra
Linea Protector Metal
arresto di caduta non superiore a 600 dN (massima forza che il corpo umano riesce a sopportare evitando il rischio di gravi lesioni se non, addirittura, letali). Ad esempio, su tetti a debole pendenza lo scivolamento accidentale dell’operatore potrebbe essere arrestato solo dopo il verificarsi della “caduta libera” oltre il bordo della copertura stessa. In questo caso, per aumentare le condizioni di sicurezza, potrebbe essere utile usare, congiuntamente al dispositivo retrattile, un cordino di posizionamento fissato a ganci di deviazione. Essendo una tipologia complessa di dispositivi di categoria III, è necessaria un’adeguata formazione al corretto uso da parte degli operatori. I dispositivi retrattili di DELTAPLUS, conformi alla UNI EN 360, sono disponibili in diverse lunghezze per soddisfare le più disparate condizioni di lavoro. L’involucro (“carter”) è predisposto per agganciarsi tramite connettore al punto di ancoraggio ed è dotato di due maniglie integrate per il trasporto. Tra la gamma di DELTAPLUS, si evidenziano due tipologie: • La linea Protector Tetra, disponibile in cinghia in poliestere o cavo zincato con dissipatore di energia integrato, e carter in ABS, leggero ma solido. Lunghezze da 6 a 15 m; • La linea Protector Metal con cavo e carter in acciaio. Lunghezze da 20, 25 e 30 m. Tutti i dispositivi retrattili DELTAPLUS hanno una durata di vita di 20 anni, previa verifica annuale obbligatoria prevista dalla normativa EN365.
Settembre 2015
UP! 41
SOPRAELEVARE CON IL LEGNO Come ottenere un piano in più con BigMat VASS. Stop a cemento armato e muratura: ora la soluzione ideale per ampliare gli spazi abitativi è il legno. di Rosa Santavite
B
igMat diventa protagonista in Franciacorta per un’opera di ristrutturazione che ha coinvolto due unità residenziali posizionate
L’INTERVENTO
a diverse altezze e che sono state collegate tra loro realizzando
Il progetto ha visto l’unione di due abitazioni di diverse altezze attraverso
una sopraelevazione, tetto e pareti, con annesso rifacimento del portico,
la demolizione di una parete divisoria tra le due zone giorno e la creazione
il tutto in legno. Molti i vantaggi che offre questo materiale, sempre più
di un’unica stanza di dimensioni maggiori. Il problema del dislivello tra
apprezzato da ingegneri e architetti, e che hanno spinto i progettisti
le due unità è stato superato inserendo dei nuovi gradini.
di questo ampliamento residenziale a scegliere le soluzioni BigMat
L’ampliamento in sopralzo è stato effettuato sulla porzione bassa del
per il legno.
fabbricato, che si sviluppava prima su un unico piano, l’accesso alla
42 UP! Settembre 2015
I NUMERI DELL’INTERVENTO • Tipo di intervento: Ampliamento in sopraelevazione • Luogo: Franciacorta • Classe energetica: Da classe E a classe C
porzione di fabbricato in ampliamento avviene tuttora dal primo piano
ADESIVO
già esistente. L’ampliamento degli spazi abitativi ha coinvolto un’area totale d’intervento di 1.470 mq, nel dettaglio quasi 254 mq di superfice coperta di cui 95 di solo ampliamento; 150 mq la superfice delle pareti in legno applicate, 130 mq di tetto BigMat VASS e 50 mq per il portico.
IMPERMEABILIZZANTE
La realizzazione delle pareti per la sopraelevazione è avvenuta tramite Platform Frame, sistema costruttivo in legno intelaiato a piattaforma, in cui ogni piano funge da piattaforma per quelli superiori con ottime capacità di coibentazione e resistenza ai sismi, vanta infatti il coefficiente di struttura più alto tra le tipologie costruttive in legno (q=5) ed è una tecnica molto economica, data la facilità di montaggio e l’ottimizzazione nell’uso del materiale. La travatura è stata fatta in legno lamellare GL24h, con pilastri di sezione 10x20 cm posti a interasse di 0,7 m, trave radice e banchina. La tamponatura in fibra di legno aveva spessore 20 cm e densità 130 kg/mc; per l’isolamento è stata usata fibra di legno a media densità Homatherm HDP-Q11. Controventatura e chiusura delle pareti sono state eseguite con pannelli OSB/3 di spessore 18 mm su ambo i lati, gli ancoraggi della struttura alla soletta esistente con sistemi Unifix e Rothoblaas. All’interno dell’abitazione sono state apportate delle modifiche nella suddivisione degli spazi: l’attuale camera singola è diventata quindi una zona di passaggio tra il primo piano esistente e quello di nuova realizzazione. La nuova porzione comprende ora due camere da letto con annessi
IL RUOLO DI BIGMAT BigMat Maflan srl di Sarezzo è stata coinvolta in questa realizzazione per quanto riguarda la fornitura di tutta la struttura lignea delle pareti e della copertura realizzata con il sistema brevettato BigMat VASS. Il Punto Vendita della provincia di Brescia da oltre 30 anni propone soluzioni e consulenze per professionisti e privati. L’ufficio progettazione elabora progetti chiavi in mano utilizzando moderni software per il dimensionamento e i calcoli dei parametri del tetto uniti alla tecnologia all’avanguardia di BigMat VASS. Dispone di un ampia gamma di prodotti per la bioedilizia e a basso impatto ambientale, presso i 300 mq di showroom sono disponibili materiali e soluzioni per pavimenti e rivestimenti, arredo bagno, stufe e caminetti, sistemi solari e fotovoltaici.
SikaCeram®-500 Ceralastic IMPERMEABILIZZA E INCOLLA CON UN SOLO PRODOTTO
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www.ceralastic.it
Settembre 2015
UP! 43
L’ESPERTO RISPONDE di Luca Mercante Direttore tecnico Team BigMat VASS
bagno, cabina armadio, balcone e terrazzo a uso esclusivo. Un’ulteriore cabina armadio è stata ricavata per la camera matrimoniale esistente. Al fine di evitare carichi eccessivi sulla struttura esistente la porzione di fabbricato in ampliamento è stata realizzata interamente in legno, con sistema costruttivo a telaio BigMat. Il tetto a due falde con travatura in legno lamellare GL24h e sporgenza con falso puntone è stato costruito con il modulo tetto BigMat VASS con imbotte Isocornis e svasatura a diamante sui 4 lati per alloggiamento finestra Velux, che offre non solo prestazioni termiche e acustiche elevate in grado di garantire qualità e risparmio sia energetico sia di costi di realizzazione, ma anche un’ampia possibilità di personalizzazione grazie a una serie di funzioni integrabili; in questo caso specifico l’inserimento di un sistema di illuminazione a due lucernari per le camere. La copertura del tetto è stata anch’essa realizzata con fibra di legno a media e alta densità della Homatherm (rispettivamente HDP-Q11 e WF Classic), la connessione di travi e colmo è stata fatta con incastri a coda di rondine. Anche la copertura del portico al piano terra è stata ricostruita, i pilastri di sostegno alla struttura sono rimasti quelli esistenti che sono stati opportunamente rialzati fino a raggiungere le nuove quote d’imposta delle nuove travi in legno. Le pareti della porzione nord e la parte in ampliamento, sono state rivestite da un cappotto termico completato a malta con effetto terre di Franciacorta di color tortora chiaro e scuro per uniformarsi alla parte di abitazione esistente, mentre per il tetto BigMat VASS è stata scelta una tinta Amonn color bianco. A tutte le finestre e portefinestre della porzione interessata dall’intervento sono state installate delle tende veneziane metalliche a pacchetto.
44 UP! Settembre 2015
!
Negli ultimi tempi si è riscontrato un cambiamento delle esigenze di spazio abitativo che spesso è difficile soddisfare con le tecniche costruttive tradizionali. Tra gli interventi edilizi quelli di ristrutturazione e di ampliamento sono tra i più richiesti perché permettono di aumentare lo spazio utile e di conseguenza anche il valore dell’immobile. Inoltre, per contrastare il consumo di nuovo suolo, tali interventi sono stati promossi anche dal Governo e dalle Regioni come dimostrano i Piani Casa regionali che permettono, ad alcune condizioni, un aumento della volumetria pari al 20%. Un’ottima soluzione per eseguire questi ampliamenti nella propria abitazione è senza dubbio la sopraelevazione in legno. Infatti l’utilizzo di una struttura in legno presenta diversi vantaggi rispetto a una in muratura o in cemento armato. Da un punto di vista strutturale, la leggerezza della struttura lignea permette di non gravare sulla statica dell’edificio esistente e di non mettere così a rischio la stabilità del fabbricato. Tale peculiarità è inoltre vantaggiosa per il comportamento sismico: infatti la struttura leggera aggiuntiva in legno non comporta un incremento dei carichi globali in fondazione maggiore del 10% (come da capitolo 8.4.1 delle Norme tecniche per le costruzioni D.M. 14 Gennaio 2008), non è quindi necessario procedere con l’adeguamento sismico e ne consegue una riduzione di operazioni e di costi. Si tratta di una soluzione che si integra perfettamente sia con case prefabbricate in legno sia con edifici in mattoni o in cemento armato, garantendo una maggiore qualità architettonica. Da un punto di vista energetico, invece, le proprietà intrinseche del legno lo rendono un materiale sostenibile con ottime performance termoigrometriche, garantendo un buon isolamento termico e acustico. Non meno importante è l’aspetto di cantiere: infatti, l’impiego del sistema a secco e della prefabbricazione consente di ridurre i tempi di costruzione, con la garanzia di assicurare un montaggio più veloce e un minor disagio per i residenti. Questi sono i principali vantaggi che si possono attribuire a una sopraelevazione in legno, una soluzione estremamente versatile che permette di ottenere elevate prestazioni dal punto di vista del comfort abitativo.
Tegola Bituminosa
EN 544
Per la realizzazione di coperture di tetti in legno con varie pendenze
effetto 3D
1. 2. 3. 4. 5.
Graniglia di basalto Bitume ossidato Rinforzo: Velovetro Bitume ossidato Bitume modificato con polimeri auto-adesivi 6. Strato protettivo di pellicola siliconata da rimuovere
1000 mm 333 mm
TRADIZIONALE
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RETTANGOLARE
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RANCHO
effetto 3D
Facili da posare n Realizzate con tecnologia e materiali di qualità n Resistenti a forti venti e a estreme condizioni climatiche n
Imper Italia srl Società Unipersonale soggetta all’attività di
ISO 9001 ISO 14001 OHSAS 18001 BUREAU VERITAS Certification
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Via Volta, 8 • 10071 • Fraz. Mappano • Borgaro (TO) Italia Tel (+39) 011 222.55.00 • Fax (+39) 011 222.54.80 imper@imper.it • www.imper.it Settembre 2015
UP! 45
IMPER DIVISION Via Volta, 9 10071 Fraz. Mappano Borgaro (TO) Italia Tel (+39) 011 222.54.99 Fax (+39) 011 262.51.87 comap@imper.it RHEN EDILIZIA DIVISION Via Volta, 9 10071 Fraz. Mappano Borgaro (TO) Italia Tel (+39) 011 222.54.99 Fax (+39) 011 262.51.87 combu2@imper.it •
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ROMA DA RISTRUTTURARE Trecento giorni per dare un nuovo volto a un edificio storico in Via Nazionale. di Cristina Serra
R
oma non è stata costruita in un giorno e la nostra città eterna
che necessitavano di appartamenti, uffici ed esercizi commerciali.
è oggi un cantiere a cielo aperto anche per via della grande
Fin dalla progettazione iniziale, Via Nazionale fu pensata come un’arteria
attenzione riservata alla salvaguardia del patrimonio esistente,
molto ampia, necessaria per creare un collegamento veloce e rettilineo
attraverso la manutenzione non solo delle opere di valore archeologico
tra la stazione centrale della capitale e il Tevere. Lungo la nuova strada
e culturale, ma anche di tutti gli edifici e i palazzi storici che possiamo
furono edificati, negli ultimi tre decenni dell’800, grandi alberghi nella
ammirare a ogni angolo.
parte iniziale, la Chiesa di San Paolo dentro le Mura (1880), immobili
Un esempio di quest’operazione di manutenzione e risanamento di
d’abitazione destinati alla nuova borghesia della capitale e anche edifici
edifici dal valore storico è l’opera realizzata sul Palazzo Tenerani di Via
a destinazione pubblica come il Palazzo delle Esposizioni (1883), Palazzo
Nazionale, 203 nel rione Monti a Roma e approvato dal MIBAC Soprin-
Koch - sede della Banca d’Italia (1892) e il Teatro Eliseo (1900).
tendenza per i beni architettonici e paesaggistici per il Comune di Roma.
I lavori per la costruzione e l’urbanizzazione della strada richiesero,
IL LUOGO Palazzo Tenerani, risalente al 1870, fu costruito in una Roma molto diversa da quella che conosciamo oggi e il rione Monti, dove si colloca, risultava scarsamente edificato. Via Nazionale, a un passo dai Giardini del Quirinale e da Piazza della Repubblica, nasce dal frutto di un’opera di urbanizzazione avvenuta con il trasferimento della capitale del Regno d’Italia da Firenze. Dopo
fra l’altro, la demolizione del teatro Drammatico Nazionale. Nel corso di questi stessi lavori (1875) emersero le tracce archeologiche della Porta Sanqualis, ora visibili.
IL PROGETTO L’immobile di Via Nazionale dalla destinazione d’uso mista (commerciale, turistico-ricettiva e residenziale) presentava in facciata una serie di problemi causati dal
il 1870 con la “febbre edilizia” il volto del rione,
tempo e dalle condizioni atmosferiche: fessura-
desolato e insalubre, conobbe una sensibile
zioni e ammaloramento dell’intonaco in parte
crescita dell’edificato. Roma capitale attirò
liscio e in parte bugnato, delle tinteggiature
un gran numero di persone: operai ma anche
esterne parietali generali e di finitura, oltre alla
impiegati legati alle funzioni amministrative
presenza di coloriture diverse nella zoccolatura
46 UP! Settembre 2015
Il contesto urbano in cui si colloca l’edificio
I NUMERI DELL’INTERVENTO • Tipo di intervento: Risanamento facciate • Luogo: Edificio condominiale in Via Nazionale, 230 a Roma • Progettista: Studio Tecnico MoMe, arch. Valeria Morra e arch. Maria Elisa Messina • Direttore lavori: Ingegnere Lino Perfetti • Impresa di costruzione: Adige Ristruttura Srl • Tempi di intervento: 300 giorni
del piano terra. All’atto dello studio, condotto dall’ing. Lino Perfetti dello
(ovvero malta pronta premiscelata Kerakoll Biocalce Rinzaffo, Biocalce
Studio Tecnico MoMe di Roma, per il progetto dei lavori di manutenzione
Intonaco e Biocalce Intonaco Fino), di grana uguale alla preesistente
ordinaria delle facciate erano stati rilevati ammaloramenti importanti
tirata a frattazzo e lisciata alla pezza.
delle fasce marcapiano, del cornicione e per quanto riguardava le
Reintegro con le stesse modalità anche di alcune porzioni di cornici
ardesie di copertura.
marcapiano e bugnature.
Per preservare il valore e l’aspetto estetico dell’edificio è stato proposto
Per i profili degli elementi decorativi si è provveduto a un reintegro a
un immediato risanamento degli intonaci, la risarcitura delle fessurazioni
regola d’arte delle cornici, delle mensole e dei frontoni delle finestre, dei
e una nuova tinteggiatura di tutte le superfici verticali, con un’attenzione
balconi (mensole e colonnine), del cornicione (mensole e rosoni) e delle
particolare nel mantenere la tinta originale. Il colore ideale per questa
colonne del portale d’ingresso, con restauro e verniciatura anche delle
tipologia di intervento è stato scelto tra quattro campioni della gamma
persiane in legno tramite l’uso di vernici ad acqua. In ultimo è avvenuta
Kerakoll Prodotti Bio, pitture e finiture naturali e traspiranti della linea
la verifica e sostituzione delle ardesie e dei coprigiunti di copertura.
Silicati Puri e Grassello di Calce (Kerakover Eco Silox Pittura MB GD,
L’opera di tinteggiatura delle superfici piane verticali, previa stuccatura e
Kerakover Eco Silox Pittura NT GD e Keradecor Eco Lux Nero Seppia).
rasatura con idonei prodotti traspiranti per esterni, è stata realizzata con
Tra le altre azioni di risanamento della facciata del palazzo è stato
pittura minerale a base di silicato di potassio, e applicata nel numero di
inoltre previsto il ripristino del finto travertino per il basamento e degli
mani necessario a completa copertura di tutte le superfici.
elementi decorativi per mantenere uniformità e coerenza con gli edifici
Si è deciso di conservare la tinta originale delle facciate già esistente per
contigui; necessario anche il recupero e la sostituzione delle lastre di
i piani superiori sopra della zoccolatura, e di riproporre il finto travertino
ardesia della copertura.
al livello terra e al primo piano anche per rimuovere le tinte errate date
L’INTERVENTO Adige Ristruttura Srl, impresa costruttrice specializzata nella ristrutturazione di palazzi e condomini e incaricata dei lavori, prima di procedere con gli interventi di manutenzione sui 3.000 mq della superficie oggetto di risanamento ha eseguito una verifica della stabilità mediante percussione di tutte le superfici, degli intonaci delle facciate, delle cornici costituenti le mostre delle finestre e di tutti gli elementi decorativi presenti nei balconi, nel bugnato delle angolate e della zoccolatura, riscontro delle fessurazioni, insaccamento e calo in basso dei materiali di risulta. Dopo quest’operazione preliminare si è iniziato il lavoro di manutenzione partendo dalla spicconatura manuale di porzioni di intonaco ammalorato e frammenti friabili o già distaccati dal sottofondo, nonché di tutte le grappe, staffe, tubazioni e cavi elettrici in disuso; si è passati poi alla risarcitura delle fessurazioni con impiego di un’idonea malta previa pulitura, scalzatura e bagnatura, e intervento di ripristino della continuità
a rappezzo in precedenza.
!
IL RUOLO DI BIGMAT Fornitore dei materiali impiegati nella realizzazione è stato BigMat Gruppo Colamariani & Poduti Srl, di Roma in Via Tiberina 240, che ha fornito i prodotti Kerakoll BioCalce impiegati nel risanamento delle facciate. BigMat Gruppo Colamariani & Poduti, attivo dal 1963 e nel Gruppo BigMat dal 2007 offre un’ampia gamma di prodotti: materiali per l’edilizia, soprattutto ristrutturazioni, ferramenta, idraulica, ma anche arredobagno e finiture d’interni. Il Punto Vendita conta 17 dipendenti guidati da Giuseppe Poduti, amministratore dell’azienda famigliare nell’immediata periferia di Roma.
della struttura muraria. È stata eseguita una ripresa a strati degli intonaci, dopo sbruffatura e rabboccatura dei vuoti, previa accurata pulizia e lavaggio dei sottofondi, con malta a base di calce e pozzolana vagliata
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UP! 47
LAUREATI E PREMIATI Ecco i vincitori delle borse di studio BigMat VASS dedicate a tesi di laurea sui sistemi costruttivi in legno. di Michela Pesenti
D
a quattro a cinque, una in più rispetto a quanto previsto e questo
Ad assegnare i riconoscimenti sono stati il presidente di BigMat Italia,
per premiare l’alta qualità dei progetti presentati dagli studenti di
Rocco Alfano e Giuseppe Gianolio, amministratore delegato di VASS
tutta Italia. È questo il brillante risultato della prima edizione delle
Technologies, partner di BigMat per il sistema BigMat VASS.
Borse di Studio BigMat VASS, assegnate a tesi di laurea sui sistemi
I vincitori hanno ricevuto una borsa di studio oltre alla possibilità di
costruttivi in legno. Da anni il Gruppo BigMat Italia è vicino al mondo
frequentare un corso di formazione di quattro giorni con approfondimenti
dell’architettura, per questo a fine 2014 ha lanciato il bando di concorso,
e workshop sui temi legati alle tecnologie costruttive in legno tenuti da
che ha celebrato i vincitori in occasione del BigMarket (vedi pag. 52).
importanti esperti del settore.
BIGMAT INVESTE SUI GIOVANI TALENTI BigMat VASS School è un’iniziativa dallo scopo formativo, che si pone come obiettivo quello di diffondere conoscenze tecniche rispetto alla progettazione e realizzazione di sistemi costruttivi in legno. Nella sede di Cellarengo (AT), dal 23 al 26 giugno, 25 ragazzi da tutta Italia – tra cui anche i 6 vincitori delle Borse di Studio BigMat VASS – hanno vissuto una vera full immersion tecnica. Il piano formativo ha visto susseguirsi 16 relatori, in lezioni e approfondimenti sui più importanti temi del costruire con il legno: dal legno come materiale di costruzione alla sue lavorazioni e trattamenti, dai sistemi di fissaggio alla scelta e uso dei teli tecnici alla progettazione integrata. Nel ruolo di insegnanti le aziende leader del settore tra cui i partner BigMat: DeWalt, Dörken, Homatherm, J.F. Amonn, Nordlam, Unifix e Velux ma anche il Politecnico di Torino, lo Studio d’ingegneria Briamonte Galota e altri partner a completare questa iniziativa formativa come Concrete, Eurotherm, I-Pan. A cura di BigMat VASS la didattica relativa ai centri di trasformazione del legno, ai software per le valutazioni termoigrometriche come Klimat by BigMat e le soluzioni high-tech prefabbricate. Il responsabile scientifico della scuola è l’ingegnere Giuseppe Gianolio, amministratore delegato di VASS Technologies.
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FEDERICA CHINES Università degli Studi di Catania
Modhome. Oltre l’emergenza La tesi affronta il tema dell’emergenza con la progettazione di un modulo abitativo trasferibile in legno, che può essere anche un modello costruttivo rapido, flessibile, reversibile ed energeticamente autosufficiente utilizzabile per impieghi a lungo termine. Il progetto è composto da elementi modulari in legno dalle elevate prestazioni energetiche, assemblati in stabilimento per facilitarne il trasporto e il montaggio. La composizione di tali moduli va a definire gli spazi abitativi, individuando all’interno
Federica Chines
di una pianta rettangolare uno spazio principale e uno secondario separati da elementi di arredo. Da un punto di vista strutturale, è previsto il sistema Platform Frame in legno lamellare, la cui ossatura portante è costituita da montanti disposti a distanza ravvicinata ed è rivestita con pannelli per costituire così una lastra. Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta alla progettazione dei giunti tra i
www.divisare.com Federica Chines
moduli in modo da assicurare la tenuta all’acqua e all’aria.
LUCIO COLANGELI Università degli Studi dell’Aquila
Progetto di un sistema aperto in legno per l’edilizia temporanea La necessità di risolvere il problema del trasferimento temporaneo degli inquilini di alloggi interessati da lavori di ristrutturazione urbanistica o da situazioni di emergenza ha portato alla progettazione di alloggi temporanei con struttura in legno, montabili e smontabili, prefabbricati in stabilimento. Gli alloggi sono composti da moduli oggetto prefiniti di forma rettangolare, studiati singolarmente in base alla funzione prevista per ognuno di essi, una volta accoppiati, creano i macromoduli stanza, che a
Lucio Colangeli
loro volta uniti determinano il taglio di ogni alloggio. Ogni modulo, progettato con sistema Platform Frame, è prodotto e assemblato in stabilimento con la predisposizione degli impianti; è autoportante e, accoppiato con altri moduli, forma le varie cellule da inserirsi in una sottostruttura in legno microlamellare di maglia regolare 6x6 m. Tale soluzione consente uno sviluppo in pianta pressoché infinito e una elevata flessibilità tipologica. Il montaggio dei macromoduli sulla sottostruttura avviene tramite collegamenti meccanici completamente reversibili. Anche la fondazione a pali d’acciaio infissi nel terreno risulta non invasiva e consente, in caso di emergenza o necessità, il montaggio della struttura su ogni terreno o zona verde, senza deturparne lo stato dei luoghi, come previsto nel lotto scelto per il progetto. Il progetto è stato studiato per un lotto nella città di Popoli (PE), già destinato dalla protezione civile ad area per emergenze dopo il sisma del 6 aprile 2009 a L’Aquila.
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CHRISTIAN GIANI Università degli Studi di Firenze
Mesh – Modular Extensible Social Housing Scopo della tesi è stato presentare un sistema innovativo di costruzione residenziale per soddisfare le problematiche odierne di richiesta abitativa sociale a basso costo.È stato definito un concept progettuale, che ha per oggetto un modulo prefabbricato denominato Mesh – Modular Extended Social Housing; compatto, completo di servizi, trasformabile, assemblabile, trasportabile ed estensibile prodotto con un sistema industrializzato. Per garantire la composizione dei diversi moduli, è prevista
Christian Giani
una struttura ospitante che ha il compito di sostenere e allocare tali sistemi abitativi. I moduli abitativi sono suddivisi in tre tipologie con dimensioni e caratteristiche differenti per cercare di adempiere alla maggior richiesta abitativa possibile e sono realizzati con la tecnologia X-Lam, che va a costituire l’ossatura portante dell’edificio. Tale soluzione è stata proposta nel quartiere La Candelaria al centro di
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Medellin (Colombia) per far fronte al grande afflusso di persone che dalle campagne si trasferiscono in città, destinando un’area apposita in grado di ospitare nuove abitazioni, spazi commerciali e pubblici.
SILVIA LONGO Università degli Studi di Trento
Abitare in densità – Un progetto per Bassano del Grappa L’oggetto della tesi è il progetto di un’area di espansione della città di Bassano destinata alla residenza per uno sviluppo urbano sostenibile, proponendo un modello ibrido che non rientra nella classica tipologia edilizia della casa a schiera né in quella della casa unifamiliare. Dopo un’attenta analisi dell’area da un punto di vista urbanistico e dell’esposizione dei diversi edifici, è stato definito l’orientamento di ciascun fabbricato in rapporto con il contesto e lo sviluppo
Silvia Longo
planivolumetrico del complesso di abitazioni, è stato quindi definito il progetto di edifici a pianta rettangolare con il sistema costruttivo di tipo scatolare in pannelli in X-lam, facile e rapido da realizzare. L’obiettivo è stato quello di dare un senso di collettività e quindi viste diverse a seconda della posizione dell’osservatore, prevedendo quattro fronti principali a scala di quartiere scomponibili in una moltitudine di fronti interni a scala del singolo alloggio.
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FEDERICA MARES E GILDO INCITTI Università degli Studi di Roma Tre
Borgo riemerso – Sistema galleggiante per la valorizzazione sostenibile di Borgo San Pietro Il progetto prevede un sistema galleggiante di percorsi pedonali e ciclabili e di alloggi aggregabili, removibili e autosufficienti per soggiorni di breve e lunga durata presso Borgo San Pietro sul Lago del Salto (RI). Il progetto mira al recupero della zona lacustre per rivalutarne la bellezza paesaggistica, per far rinascere i borghi lungo le rive e migliorare il tempo libero dei residenti.
Federica Mares
A seguito di un’analisi generale sul turismo e sul territorio della zona, si è definito il progetto della piattaforma e degli alloggi galleggianti. Il sistema di pedane, piattaforme e alloggi unisce le caratteristiche di un “borgo riemerso” con quelle di un “porto turistico” con l’obiettivo di creare un turismo consapevole e sostenibile. Le isole galleggianti sono collegate a terra e alla piattaforma
www.floathouse2014. wordpress.com/
attraverso delle passerelle e sono strutture liberamente flottanti sul pelo dell’acqua che hanno valore ecologico di fitodepuratori e sono importanti elementi di restauro ambientale di zone umide. Gli alloggi presentano una struttura in legno a telaio su una base galleggiante, con la funzione di distribuire equamente i carichi sovrastanti e minimizzare le oscillazioni. Per quanto riguarda le passerelle, invece, è stato necessario progettare un collegamento capace di adattarsi alla pendenza del terreno e al livello variabile dell’acqua tramite un sistema di gabbioni riempiti di pietra e un sistema di elastici e cavi tesi, aumentando la stabilità orizzontale delle pedane.
Gildo Incitti
www.zinzu.tumblr.com
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BIGMARKET: L’EDILIZIA SI INCONTRA CON BIGMAT A Firenze la prima edizione italiana di BigMarket dedicata ai titolari dei Punti Vendita e partner BigMat, appuntamento esclusivo per conoscersi e rafforzare la collaborazione. di Nicola Pisano
D
a un’esperienza di successo nata in Francia nel 2008 l’evento è
parte quasi 550 partecipanti tra titolari e dipendenti dei Punti Vendita e
diventato un appuntamento fisso anche in Spagna dal 2009 e in
fornitori. L’obiettivo era quello di favorire il contatto diretto per coltivare le
Belgio dal 2012. Stiamo parlando di BigMarket, che ad aprile 2015
relazioni e rafforzare partnership, condividere le reciproche competenze
è stato organizzato da BigMat Italia, presso la Fortezza da Basso di Firenze
per affrontare al meglio il mercato attuale e sviluppare nuove opportunità
che per l’occasione si è trasformata in un luogo di incontro e di business
di business. Molto apprezzati i momenti di interscambio tra rappresentanti
per i protagonisti dell’edilizia. La prima edizione italiana ha registrato
dei Punti Vendita BigMat e figure commerciali delle aziende partner, così
grande entusiasmo e numeri di tutto rispetto: a BigMarket hanno preso
come gli spazi e i momenti studiati per favorire socialità e coesione, che
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Alcuni momenti della giornata BigMarket a Firenze
da BigMarket è risultata rafforzata. «Questa prima edizione di BigMarket è andata molto bene, posso dire sin d’ora che l’anno prossimo si rifarà», ha affermato il presidente di BigMat Italia Rocco Alfano. Occasione di incontro, ma anche giornata di innovazione e formazione, dove poter scambiare know-how, scoprire le ultime tendenze e le proposte del mercato in termini di soluzioni e tecnologie, ma anche poter incontrare vis-à-vis personaggi del calibro di Michele Molè, fondatore dello Studio Nemesi&Partners e progettista di Palazzo Italia a Expo Milano 2015. Un intervento, il suo, che ha sottolineato la grande importanza dei materiali edili e dei Punti Vendita di settore per tradurre in realtà «i sogni degli architetti». Durante la prima edizione italiana di BigMarket si sono alternati anche una serie di iniziative collaterali, tra cui la Premiazione BigMat VASS e una cena esclusiva presso la Basilica; un momento di convivialità che ha avuto l’intento di creare un collegamento virtuale tra edilizia e cibo, un collegamento che è uno dei punti cardine di Expo
La cena in Fortezza da Basso con tutti i Soci e i partner BigMat
Milano 2015. Arte del costruire, unita all’arte del cibo, che a Firenze – città di architetture rinascimentali e tra le più note per il made in Italy a tavola – hanno trovato la massima espressione e per questo è stata scelta da BigMat come location del BigMarket.
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Vedi tutta la fotogallery e il video su: www.bigmat.it/bigmarket
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UP! 53
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Azienda certificata UN EN ISO 9001:2008
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E M O Z I O N I
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F I N I T U R E
TREND E ANTEPRIME A CERSAIE 2015 RIVERSIDE IL NUOVO DESIGN DEL GRES PORCELLANATO DI IMOLACERAMICA LEGNO E PIETRA LO STILE VINTAGE CONTEMPORANEO DI LEA CERAMICHE SWEET: IL CATINO IN PIETRA ACRILICA HI-MACS DI PONTE GIULIO CUBIK E SENSE, DESIGN ESSENZIALE ED ELEGANZA DI IDEA GROUP TECNOLOGIA PER L’INTERIOR DESIGN CALORE E COMFORT DI PROGRESS PROFILES PAVIMENTI E PARETI CALDE IN BAGNO DI SCHLÜTER-SYSTEMS ITALIA
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TREND E ANTEPRIME A CERSAIE 2015 TORNA L’APPUNTAMENTO DEDICATO AL MONDO DELLA CERAMICA E DELL’ARREDOBAGNO. HABIMAT SELEZIONA PER VOI ALCUNE IMPERDIBILI ANTEPRIME DEL DESIGN E NON SOLO.
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al 28 settembre al 2 ottobre il quartiere fieristico di Bologna apre le porte a Cersaie, Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno. Prodotti e nuove tecnologie con un focus sulla progettazione e le ultime tendenze del mondo dell’interior design, tutto questo e molto altro nella fiera bolognese. Pavimenti e rivestimenti di ceramica ma anche materiali non ceramici: dal marmo alla pietra naturale, fino al legno e alle fibre naturali, dai compositi polimerici o ai rivestimenti in carta. Nella sezione arredobagno si potranno trovare idee e soluzioni
per realizzare il bagno dei propri sogni a 360 gradi dalle superfici all’arredobagno, oggettistica e mobili anche per disabili. Sezione da non perdere quella dell’arredoceramica e caminetti. Imperdibili in questa 27esima edizione alcuni dei prodotti che habiMat ha selezionato per voi e che potete vedere in anteprima nelle pagine seguenti. Il catalogo completo degli espositori sarà consultabile non solo via web e su app per tablet ma anche in una versione su smartphone www.cersaie.it
IL TETTO ENTRA IN SHOWROOM Come si è abituati a fare con porte, piastrelle e pavimenti anche quando si sceglie il proprio tetto a vista in legno diventa importante valutarne l’estetica che si vuole ottenere. Ad esempio il sistema costruttivo BigMat VASS per coperture in legno non offre solo elevate prestazioni termiche e acustiche e garanzia di qualità, ma permette un elevato grado di personalizzazione delle finiture a vista e un’ampia gamma di funzioni integrabili nel tetto: illuminazione led, sistemi di aspirazione e controllo dell’umidità, casse audio, impianto Wi-Fi e telecamere per videosorveglianza. Per questo negli showroom habiMat vengono inserite ambientazioni integrate con il tetto BigMat VASS. In questo modo l’esperienza del cliente risulta completa perché riesce a “vivere” e valutare un ambiente reale direttamente in sala mostra.
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SUPERFICI
RIVERSIDE IL NUOVO DESIGN DEL GRES PORCELLANATO di IMOLACERAMICA
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icerca continua e innovazione, Imola Ceramica nel corso dei decenni è sempre riuscita a creare collezioni all’avanguardia mantenendo la medesima passione di un tempo. Il made in Italy che ripercorre le tracce storiche dell’artigianalità ceramica e riesce a innovarsi creando piastrelle per pavimenti e rivestimenti, pensati e ispirati a un design senza tempo, in perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione, per trasformare lo spazio abitativo in luogo unico, ricercato, dove il design si incontra con la tecnologia. A Cersaie 2015 potremo vedere le anticipazioni dei trend delle nuove collezioni dei tre marchi di Cooperativa Ceramica d’Imola, LaFaenza Ceramica, Leonardo Ceramica e ImolaCeramica, nate da un attento processo di ricerca sulle esigenze e gli stili di oggi. L’elemento materico della ceramica diventa versatile e segue le tracce emotive del gusto contemporaneo. Tra i must have che abbiamo selezionato per voi ci sono: legni fortemente miscelati e lavorati nel tempo; effetti cemento dal gusto contemporaneo e variegati tra loro per infinite e molteplici soluzioni. Rivisitazione di pietre e marmi al fine di creare venature di design, decori, colori e pattern delle superfici per un appeal unico e in linea con gli
Anteprima della collezione Riverside in gres porcellanato
ultimi dettami della moda. In anticipazione esclusiva segnaliamo nello specifico la
linea Riverside di ImolaCeramica, in gres porcellanato a tutto spessore con tre finiture di tendenza. La prima effetto cemento è disponibile in diversi formati 60x60, 45x45, 30x60 cm, la seconda invece effetto legno propone un formato da 15x60 cm, colori: grigio scuro, grigio, bianco, almond, marrone. La collezione è arricchita inoltre da quadrotte dallo stile vintage.
IMOLACERAMICA A CERSAIE 2015 Padiglione 36, Stand A32/B37 www.imolaceramica.com La versione effetto legno della linea Riverside di ImolaCeramica
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SUPERFICI
LEGNO E PIETRA LO STILE VINTAGE CONTEMPORANEO di LEA CERAMICHE
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ccattivanti e innovative nel formato, le nuove collezioni del marchio Lea Ceramiche di Fiorano Modenese, storica azienda del comparto ceramico italiano, si ispirano al legno e alla pietra per rivestimenti dallo stile antico e insieme moderno. La collezione di punta è Biorecover, una reinterpretazione del legno che gioca creativamente con tavole recuperate da pavimenti, rivestimenti di interni e danno origine a lastre ceramiche contemporanee ma dal sapore vintage, un filone vincente e molto diffuso nelle ultime stagioni dell’arredo e del design. L’usura causata dallo scorrere del tempo e le tracce lasciate sul legno sono rievocate nei rilievi strutturali, nelle venature e nelle variazioni cromatiche delle superfici. Biorecover presenta una gamma di tre colori e due formati, con l’innovativa doga lunga 20x180 cm che amplifica gli spazi e offre molteplici soluzioni di posa: da sola o combinata con il modulo
Grande Pierre Ecrue 60,8x60,8 cm; 40,4x60,8 cm; 40,4x40,4 cm
più corto di 20x121,5 cm. Altra anteprima è Grande Pierre, che punta tutto sul ritorno al rustico, letto in chiave non tradizionale e corredata da elementi moderni. La collezione è ispirata all’effetto pietra, apparentemente semplice ma trasversale, adatta a qualsiasi stile, mescola contemporaneità e tradizione. È caratterizzata da una grana non omogenea che conferisce una matericità fortemente naturale, morbida e gradevole al tatto. Disponibile in
Bio Lumber Lodge Greige 20x120 cm
tre tonalità calde e tre formati a bordo naturale, che la rendono ideale per ambienti residenziali e per spazi commerciali con traffico leggero. Non solo nuovi modelli e materiali ma anche novità di colore, nella collezione Bio Lumber arriva infatti il nuovo Lodge Grove, tonalità color crema che catturando la luce rende gli spazi luminosi e ariosi, ideale per case che si aprono alla natura. Estetica e alte prestazioni tecniche caratterizzano System L2, la serie con 20 mm di spessore dedicata all’outdoor.
LEA CERAMICHE A CERSAIE 2015 Padiglione 14, Stand D7/E8, presso l’installazione Day Off Padiglione 29, Stand D56/C53 e presso l’installazione CER-STILE Padiglione 30 www.ceramichelea.it Bio Recover Golden Flame, 20x180 cm
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Bio Recover Warm Cream, 20x180 cm
ARREDO
SWEET: IL CATINO IN PIETRA ACRILICA HI-MACS di PONTE GIULIO
H
a un nome “dolce” il nuovo catino Sweet della collezione Midioplan di Ponte Giulio, in mostra a Cersaie 2015, ma è stato realizzato con un materiale molto resistente ovvero la pietra acrilica HI-MACS che offre gli stessi pregi della pietra naturale senza i difetti degli altri materiali sintetici o semi-sintetici. È un materiale solid surfaces, non assorbente e non poroso, prodotto per circa due terzi con idrossido d’alluminio e per un terzo con acrile di alta qualità, con l’aggiunta, eventuale, di piccole quantità di pigmenti colorati. La pietra acrilica è resistente alla luce diretta del sole e ai raggi UV, il suo colore si mantiene sostanzialmente immutato nel corso degli anni. Durevole nel tempo, insensibile all’umidità, resiste bene alle
Il catino Sweet in pietra acrilica HI-MACS, materiale resistente ed eco-friendly
normali sollecitazioni causate dall’uso quotidiano ed è certificato in classe 1 di reazione al fuoco e quindi autoestinguente. La manutenzione è facile,
semplice da pulire, atossico e non presenta agenti tensioattivi. È inoltre ecologico in quanto composto a base di minerali e acrilico, la sua produzione è a basso impiego di risorse e la lavorazione azzera la produzione di rifiuti. La grande versatilità della pietra acrilica consente l’impiego anche in esterno con una grande varietà di soluzioni. Ponte Giulio realizza una vastissima gamma di lavabi e piatti doccia di varie forme e colori.
PONTE GIULIO A CERSAIE 2015 Padiglione 30, Stand B9/A10 www.pontegiulio.it Sweet di Ponte Giulio, collezione Midioplan
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ARREDO
CUBIK E SENSE, DESIGN ESSENZIALE ED ELEGANZA di IDEA GROUP
N
el mondo dell’arredobagno la ricerca dei materiali è uno degli aspetti fondamentali, insieme allo studio di linee sempre nuove e di tendenza. Idea Group nel 2015 ha puntato su materiali innovativi come Ecomalta, laminati HPL Unicolor e Fenix NTM e lo ha fatto in due nuove collezioni: Cubik by Idea, rinnovata in colori e materiali, e Sense by Aqua, novità assoluta. Cubik è una linea ispirata alla purezza delle forme: un progetto che regala comfort non solo nella sala da bagno ultimata, ma anche a livello di progettualità, grazie a una modularità che permette una libertà assoluta. La personalizzazione riesce a incontrare qualsiasi gusto: le essenze di legno con finitura sartoriale “in biglia” sono adatte a chi preferisce un’estetica più tradizionale, mentre Ecomalte e laminati HPL Unicolor, disponibili in svariate varianti
colore, incontrano i desideri di chi preferisce una finitura più moderna. La collezione Sense ritrova il suo carattere principale nell’uso della materia: il design e la ricerca tecnologica sono coniugati a
può fare. Il laminato Fenix NTM è adatto invece a chi ricerca una soluzione tecnologica e innovativa: disponibile anch’esso in sei diverse nuance, questo materiale è anti impronta, resistente ai graffi, opaco e morbido al tatto.
La linea Cubik by Idea
un’esperienza visiva e tattile assoluta. Il legno di Teak massello in finitura sabbiata materica, proposto in sei diversi colori, dona eleganza alla stanza come solo un materiale così pregiato
Entrambe le collezioni incontrano le più attuali tendenze del design, proponendo forme e soluzioni essenziali e rigorose: l’intero mobile bagno può essere realizzato in un unico materiale, compresi maniglie e copripiletta. Basi, fianchi e piano con lavabo integrato diventano così un ulteriore elemento di design. La coordinazione degli elementi è in questo caso progettata fino al minimo dettaglio. IDEA GROUP A CERSAIE 2015 Padiglione 21, Stand A29/B30 www.ideagroup.it
Sense by Aqua, la nuova collezione presentata al Cersaie 2015
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RISCALDAMENTO
TECNOLOGIA PER L’INTERIOR DESIGN CALORE E COMFORT di PROGRESS PROFILES
N
el settore dei rivestimenti è sempre più in uso il riscaldamento a pavimento. Prodeso Heat System è un sistema rivoluzionario, brevettato da Progress Profiles, che assicura un benessere abitativo e un risparmio di energia riducendo inutili dispersioni di calore. Si tratta di un’applicazione che allontanandosi dal classico sistema di riscaldamento, consente di ridurre tempistiche d’installazione e costi spesso davvero impegnativi, Prodeso Heat System può essere collocato in un solo giorno e anche su un rivestimento preesistente. Il cavo di riscaldamento elettrico può essere installato nelle scanalature di una speciale membrana, esclusivamente dove il calore è desiderato e raccomandato. La membrana è in polipropilene impermeabile e, con i suoi rilievi a forma quadrata arrotondata, separa e compensa le tensioni che si creano fra pavimento e sottofondo. Con il suo design a basso profilo (l’altezza della membrana è soltanto di 5,5 mm) Prodeso
Applicazione di Prodeso Heat System
Heat è la soluzione perfetta per i progetti di ristrutturazione, dove il nuovo pavimento viene creato su una superficie esistente. Inoltre, grazie alle particolari caratteristiche di questa membrana, è possibile installare il riscaldamento a pavimento su una grande varietà di substrati difficili, eliminando così l’utilizzo di giunti di dilatazione altrimenti necessari. Il cavo del Prodeso Heat può essere installato solo nelle zone dove è richiesto e le piastrelle vengono posate direttamente sopra il cavo riscaldante: il calore si trasferirà in modo rapido ed efficace alla piastrella soprastante e grazie al termostato, il calore potrà essere controllato e programmato anche da fuori casa, differenziando le aree dell’abitazione, senza sprechi. Tecnologia e funzionalità al servizio dell’interior design per ambienti non solo belli, ma anche al top dell’innovazione.
E la gamma non si esaurisce certo qui: per le finiture di terrazze e balconi abbiamo selezionato Proterrace, una linea di profili perimetrali per i bordi frontali in cemento. Questi speciali profili svolgono due funzioni: da una parte rendono esteticamente più gradevoli i balconi e dall’altra proteggono i bordi delle piastrelle sia a filo sia sporgenti. Proterrace PCG e DRAIN preservano, inoltre da possibili ristagni di piogge, fungendo da sgocciolatoio e facendo defluire le acque correttamente. Visto che anche l’occhio vuole la sua parte sono disponibili in sei colori diversi, in varie misure e altezze, in acciaio o in alluminio, soddisfano ogni esigenza strutturale e anche estetica. PROGRESS PROFILES A CERSAIE 2015 Padiglione 45, Stand 22 www.progressprofiles.com
Proterrace, finitura per terrazze e balconi
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RISCALDAMENTO
PAVIMENTI E PARETI CALDE IN BAGNO di SCHLÜTER-SYSTEMS ITALIA
D
opo la prima presentazione in occasione del Bau di Monaco, approda anche al Cersaie di Bologna Schlüter Ditra-Heat-E nella sua nuova applicazione di scalda-parete elettrico. Grazie a questa tecnologia il sogno di poter entrare in un box doccia le cui pareti siano già piacevolmente calde diventa realtà. Un piccolo lusso che è possibile concedersi in massima
sicurezza, Schlüter DitraHeat-E è infatti l’unico sistema disponibile certificato come impermeabilizzante e, classificato IPX7, che offre la massima sicurezza anche in zone con acqua battente. Si tratta quindi semplicemente di scegliere la potenza scaldante desiderata, variabile tra 136 W/mq e 200 W/mq. Con lo stesso metodo è inoltre possibile trasformare in unico corpo scaldante un’intera
parete in ceramica, sostituendo il classico termo arredo con un sistema completamente invisibile e indipendente dal sistema di riscaldamento centrale. Il sistema Schlüter Ditra-Heat-E viene programmato tramite un timer touch-screen nei momenti in cui si desidera il comfort di un bagno caldo, contenendo così i consumi. Il regolatore touch-screen, che rileva sia la temperatura della superficie
scaldata sia la temperatura dell’ambiente, rispetta la misura standard di 5,5x5,5 cm e può essere facilmente integrato nelle più comuni gamme di placche per gli interruttori. Tecnologia e anche design quindi, per “un piccolo lusso quotidiano alla portata di tutti”. SCHLÜTER-SYSTEMS ITALIA A CERSAIE 2015 Padiglione 45, Stand 10 www.schlueter.it Il sistema ideato da Schlüter-Systems per il riscaldamento delle superfici
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news
SHOWROOM HABIMAT BY BIGMAT IN ITALIA A oggi sono 16 gli showroom habiMat attivi in Italia in 8 regioni e sono previste nuove aperture entro il 2015.
5
9 2 14
4 13
1
8
1. COMED S.r.l. - Diano Marina (IM) 2. DE TOMMASI BRUNO & C. S.a.s. - Chieri (TO) 3. EDIL NOVELLI S.r.l. - Roma (RM)
15
4. EDILIZIA DUE S.r.l. - Carcare (SV) 5. EDILPARISE S.r.l. - Arzignano (VI)
SHOWROOM HABIMAT 3
6. ET NASSO Polistena (RC)
11
7. F.LLI CRUSCO S.r.l. - Grisolia (CS) 8. FIORINI EDILIZIA S.r.l. - Empoli (FI) 9. GUGLIELMINA S.r.l. - Varallo Sesia (VC)
12
10. IDEA S.r.l. - Satriano (CZ) 11. MANIERI & CECCARELLI S.r.l.- Roma (RM) 12. MARTORANO Geom. Domenico S.r.l. - Tito (PZ)
16
7
13. MELCA S.r.l. - Capezzano Pianore (LU) 14. RUBIOLO & BONIVARDO S.r.l. - Manta (CN) 15. SPIRIDIGLIOZZI S.r.l Villanova di Guidonia (RM) 16. TECNICOM di F. COSSU S.a.s. Donigala (OR)
10 6
SERVIZI OFFERTI Sopralluogo in cantiere · progettazione 3D · consulenza per la scelta dei materiali · consulenza per la mano d’opera · fornitura completa dei materiali per la messa in opera · collaborazione diretta con i fornitori per consulenze tecniche in cantiere · consegna materiale a domicilio · servizio resi TIPOLOGIA PRODOTTI Piastrelle · parquets · mosaici · resine · ecomalte · arredobagno · sanitari · porte · scale · rubinetterie idromassaggio · cromoterapia · sauna · hammam · wellness · pietre · marmi · ecopietra · vasche box doccia · termoarredo · laminati · pvc · graniglie · cotto · carta da parati · caminetti e stufe · superfici 3D
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I PARTNER HABIMAT
by Maticad
www.habimat.it
ANCE
TORNIAMO A DARE VALORE AL BENE CASA Gli ultimi 8 anni hanno messo a dura prova il settore delle costruzioni: investimenti crollati, mancati finanziamenti dalle banche, pagamenti delle amministrazioni al lumicino, un carico fiscale e una burocrazia sempre più pesanti. Ma tornare a crescere è possibile. L’edilizia può e deve far ripartire l’economia e l’occupazione del Paese. È necessario fare in fretta, spingendo l’acceleratore sugli investimenti e riducendo le tasse sulla casa. Due mosse indispensabili e strategiche che avrebbero un impatto fortissimo. Abbiamo calcolato
Il presidente uscente di Ance, Paolo Buzzetti, scrive per UP! le sue considerazioni sul presente e sul futuro dell’edilizia
che con un investimento di 10 miliardi di euro, da
per sbloccare le opere pubbliche in diciotto mesi, proroga del potenziamento degli incentivi fiscali sulle ristrutturazioni e sulla riqualificazione energetica, detassazione degli acquisti di nuove case ad alta efficienza energetica. Interventi importanti che farebbero subito virare il settore delle costruzioni verso la strada della crescita, con un +3,2% di investimenti, di cui +16,9% nelle opere pubbliche e +0,2% in abitazioni. Viceversa, se tutto resterà fermo, il rischio è che anche per il 2016 l’edilizia continui a inanellare segni meno. In questo caso avremo perso un’occasione fondamentale. Sono
spendere già nel 2016, l’economia guadagnerebbe 2 punti di Pil e si
certo che l’Italia non commetterà questo errore. Il muro del pensiero
creerebbero 170mila nuovi occupati. Inoltre, con un taglio netto alle
unico dell’austerità e del rigore finalmente si è rotto, altri Paesi come
imposte sugli immobili, incentivando il risparmio energetico e l’affitto,
Francia e Spagna hanno dimostrato che si possono spendere anche
il mercato della casa tornerebbe a crescere a due cifre. In questo modo
12 miliardi in infrastrutture in un solo anno. Da noi le cose da fare
potremmo finalmente voltare pagina e trasformare i timidi segnali di
non mancano: c’è il piano dei 5.000 cantieri diffusi su tutto il territorio
ripresa degli ultimi mesi in una vera svolta.
nazionale che, come Ance, abbiamo individuato proprio su sollecitazione
In questi anni ci siamo trovati in mezzo a una tempesta perfetta, con
del ministro Delrio, ci sono gli interventi per rimettere in sesto le scuole
una crisi senza precedenti che ha messo in ginocchio imprese e fami-
e per proteggere il territorio dal rischio idrogeologico. E poi le grandi
glie: 8 anni di sofferenza che nell’edilizia hanno provocato la perdita di
opere stradali e ferroviarie indispensabili per dare al territorio italiano
800mila posti di lavoro e un crollo di quasi il 35% degli investimenti.
collegamenti efficienti e all’altezza dell’Europa. Cominciamo da qui.
Ma a questa crisi abbiamo reagito con scelte economiche sbagliate:
E, cosa altrettanto fondamentale, torniamo a dare valore al bene della
da una parte l’eccessivo rigore dei conti, che ha, di fatto, bloccato gli
casa! Noi proponiamo di ridurre e rendere stabile la tassazione per
investimenti, e dall’altra le politiche
almeno tre anni, con l’obiettivo di
fiscali sulla casa che hanno trasfor-
restituire fiducia e certezza al mer-
mato il principale sogno degli italiani
cato. Allo stesso tempo è possibile
in un incubo. Invertire la rotta ora
incentivare l’acquisto di abitazioni
è possibile. E siamo contenti che il
nuove in classe energetica A o B:
premier, Matteo Renzi, e il ministro
una misura che, secondo una nostra
delle Infrastrutture, Graziano Delrio,
elaborazione, produrrebbe un gettito
in più occasioni stiano sottolineando
di 628 milioni di euro.
che è proprio spingendo l’edilizia,
Non sono cose impossibili e ne be-
riaccendendo quello che è stato da
neficerebbero tutti: cittadini, impre-
sempre il principale motore dell’eco-
se, lavoratori, e, non ultime, le casse
nomia italiana, che si può finalmente
dello Stato.
superare la “linea del fuoco”. Ma, come dicevo, bisogna realizzare subito gli interventi che il governo ha annunciato: piano da 20 miliardi
www.ance.it
Settembre 2015
UP! 65
FEDERLEGNOARREDO ADERISCE ALLA XXI TRIENNALE INTERNAZIONALE 2016 In occasione dell’Assemblea generale 2015, FederlegnoArredo ha annunciato la sua adesione alla XXI Triennale International Exhibition 2016, la grande Esposizione Internazionale organizzata da Triennale di Milano che si terrà a Milano dal 2 aprile al 12 settembre 2016. Proseguendo idealmente nel percorso intrapreso con l’Esposizione Universale, Milano si conferma metropoli dal respiro internazionale, capace di riflettere sui suoi talenti e di recepire stimoli e idee provenienti da tutto il mondo. L’adesione alla XXI Triennale consolida il ruolo di protagonista di primo piano di FederlegnoArredo nel sistema casa italiano al fianco del Ministero degli Affari Esteri, della Triennale di Milano e di Confindustria. «Il Governo italiano – dichiara il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni – ha fortemente appoggiato la candidatura della Triennale di Milano per l’organizzazione della XXI Esposizione Internazionale e la Farnesina è fortemente impegnata nella promozione del made in Italy, non solo con stanziamenti
Milano si prepara al grande evento dedicato ad architettura e design che durante il prossimo anno proseguirà idealmente il percorso avviato con Expo. Il presidente Snaidero: «Orgogliosi di essere i primi aderenti»
economici, ma anche attraverso il coinvolgimento della rete diplomatica e consolare. Il design è una sintesi tra imprenditoria, tecnica e cultura, ambiti in cui l’Italia eccelle grazie a un sistema d’imprese di alta qualità e offre un importante contributo alla crescita delle nostre esportazioni e di riflesso alla tenuta della nostra occupazione». Qualche giorno prima dell’inizio del Salone del Mobile di Milano (12-17 aprile 2016), grande evento riconosciuto a livello mondiale per la sua eccellenza e capacità di innovazione, con il titolo “21st Century, Design after Design” la XXI Triennale accenderà i riflettori sulla crescente importanza del design come fattore competitivo negli scenari globali e sull’urgenza di rapide trasformazioni e innovazioni nel sistema produttivo. In occasione dell’evento, FederlegnoArredo organizzerà una mostra internazionale sul tema “Il nuovo paesaggio domestico italiano” collegata al concept dell’Esposizione Internazionale. «Essere i primi ad annunciare l’adesione a questo
Da sinistra: Claudio De Albertis, presidente della Fondazione La Triennale di Milano; Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri; Roberto Snaidero, presidente FederlegnoArredo
66 UP! Settembre 2015
grande evento è per me motivo di orgoglio – sottolinea il presidente di FederlegnoArredo Roberto Snaidero – da più di 50 anni il Salone del Mobile di Milano ci racconta una storia ricca di passione, impresa, innovazione e progettualità. Una storia che intreccia in maniera indissolubile la capacità imprenditoriale del legno arredo italiano con l’energia e la creatività di Milano. Una storia che dimostra anche la sua capacità di accogliere gli stimoli e le sollecitazioni provenienti dal
R4 PCC
design di tutto il mondo».
EN 1504
Il rapporto tra città e design sta rapidamente mutando verso un modello in cui la metropoli, e i suoi saperi, diventa il centro delle relazioni e del progetto. La progettazione del XXI secolo si afferma sempre più come fenomeno trasversale in grado di generare nuovi confini disciplinari tra architettura, urbanistica, design, paesaggio, comunicazione e arti visive. «Siamo grati a FederlegnoArredo, che rappresenta il grande sistema del furniture e organizza due fondamentali appuntamenti come il Salone del Mobile e MADE expo, per aver scelto di sostenere lo sforzo della Triennale di Milano che riprende a organizzare nel 2016 la sua Esposizione Internazionale – evidenzia Claudio De Albertis, presidente di Triennale di Milano. Ci auguriamo che l’esempio di FederlegnoArredo sia seguito anche da altri soggetti economici perché il progetto italiano ha potuto diventare così importante nel mondo proprio perché ha saputo unire gli sforzi con quelli delle imprese. Il passo di oggi è quindi importante e ci impegna ancora di più nella migliore organizzazione dell’evento del 2016». La XXI Triennale si preannuncia una nuova straordinaria opportunità per Milano per mettere in mostra la sua forza creativa e la sua capacità di cambiamento. «Mi fa molto piacere che FederlegnoArredo sia la prima associazione di Confindustria ad annunciare la sua adesione alla XXI Triennale Internazionale – sottolinea il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi –. In questi anni il sistema del design, dell’architettura e dell’edilizia rappresentato da FederlegnoArredo ci ha offerto un modello positivo di come si può affrontare la crisi, puntando soprattutto su innovazione e crescita sostenibile. Penso ad esempio a MADE expo, che conosco più da vicino, negli anni si è imposta come punto di riferimento per la progettazione e l’edilizia del futuro».
www.federlegnoarredo.it
Settembre 2015
UP! 67
DRY WAY TESTED
EN 1504-3
R4 CC
WET WAY TESTED
EN 1504-3
RIFLESSIONI RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTODI UN ARCHITETTO di Gabriele Lelli
Lelli & Associati Architettura Vincitore del Premio internazionale di architettura BigMat ’13 Premio Nazionale Italia
AUTORIALITÀ PREZIOSA Filarete, scultore, architetto e teorico dell’architettura italiana del 1400,
rendono l’aspetto critico del progetto, volto al miglioramento dell’abitare,
legava in un rapporto strettissimo il committente (il signore dell’edificio),
un obiettivo facoltativo. Mentre le valutazioni di qualità del progetto sono
l’architetto e l’opera indicandoli come il padre e la madre della stessa.
basate su una serie infinita di check da rispettare e alcuni progettisti si
Francesco Dal Co, architetto e direttore di Casabella, ricorda spesso il
limitano a fare questo, il progetto di un’opera deve superare anche gli
valore di questa relazione, e il suo impegno intellettuale in questo senso
obblighi derivati da indicazioni discrezionali, da parte di soggetti (spesso
lo dimostra. Nel “legame” stretto, fondamentale, generativo, c’è un
senza le opportune competenze). Senza contare gli “alibi” teorici come
aspetto che mi preme sottolineare, ed è quello “materno” dell’architetto
quello del rispetto tipologico (concetto fra i più sconosciuti, mal utilizzati
autore rispetto alla sua opera. Si tratta dell’interdipendenza fra autorialità
e abusati per banalizzare i paesaggi). Aggiungiamo poi che il numero di
e conseguente responsabilità verso l’opera; quella responsabilità che
specialisti richiesti in un progetto, anche semplice, è aumentato e che
si prende cura del percorso di un progetto dalle idee iniziali fino alla
ciascuno di loro ha i propri obiettivi, per cui oggi più che mai occorre
loro coerente realizzazione. Responsabilità di un singolo o di un team
un attento coordinamento della squadra. Ciò non è sempre possibile e
molto coeso, responsabilità che corrisponde all’orgoglio dell’autorialità
c’è il rischio che le suddivisioni eccessive delle prestazioni professionali
dell’opera. In questa fortissima relazione troviamo un’energia positiva
sminuiscano la coerenza dell’opera. Naturalmente un’architettura non
che si ripercuote nella qualità dell’opera e nel suo ruolo nella collettività.
può essere certamente una sommatoria di prodotti e processi corretti,
Non dobbiamo perderla.
deve avere un’anima. Quindi dopo il processo autorizzativo, il nostro
Nel periodo in cui ho collaborato con l’architetto svizzero Peter Zumthor,
autore, madre dell’opera, spesso si trova di fronte a un risultato quasi
mi sono confrontato con lui su questa questione. Ho trovato sempre
irriconoscibile e pieno di fragili compromessi. In questo contesto, le
la sua posizione lucida e radicale nel sostenere la forza dell’autorialità
cosiddette archistar, appaiono apparentemente avvantaggiate, visto
dell’architetto e delle sue responsabilità “senza alibi”, né teorici né di
che hanno più peso contrattuale come figure autoriali nel percorso di
“circostanza”. Posizione che si manifesta proprio nella coerenza delle
costruzione dell’opera. In realtà spesso sono strumentalizzate (più o
sue opere, un’uniformità spinta fino ai minimi dettagli.
meno consciamente) dai soggetti politici che utilizzano la “firma” e poi
La realtà in cui ci muoviamo porta invece in altre direzioni, a mio parere
li accompagnano con fidate società di ingegneria capaci di banalizzare
pericolose per la qualità del territorio, tendenti ad allontanare opera e
qualsiasi idea. Anche in questo caso, di nuovo, il legame materno
autore. Provo a indicarne alcune.
autore-opera è fuori controllo, si rompe.
Ci troviamo di fronte a normative sempre più complesse che tentano
Siamo di fronte a una generale mancanza di rispetto culturale per il
di “normare” tutto sempre su livelli quantitativi e prescrittivi spesso
valore dell’autorialità, vista solo come un gesto presuntuoso e separato
talmente banalizzati da sembrare illogici. Un eccesso di norme che
dalla responsabilità. Il rischio è che i progettisti, di fronte agli ostacoli, desistano dal considerarsi autori fieri del loro lavoro, che in realtà ha un forte valore sociale, di confronto e di partecipazione. Forse la società liquida descritta dal filosofo e sociologo polacco Zygmunt Baumann sta sciogliendo anche l’orgoglio della responsabilità dell’architetto come autore? Allora mi chiedo, non sarebbe opportuno ridare valore all’autorialità e affidarsi alle sue responsabilità, che peraltro il progettista dichiara e firma, invece di frammentare eccessivamente processo e contenuti
Intervento di rigenerazione urbana a Lugo di Romagna (RA) “I Diamanti” arch. Gabriele Lelli, arch. Roberta Bandini e ing. Andrea Luccaroni (Lelli Bandini Luccaroni Architettura)
68 UP! Settembre 2015
diluendoli in mille rivoli? Sarebbe insieme una grande semplificazione, la liberazione di energia positiva e un gesto di fiducia che potrebbe aumentare la qualità delle nostre città.
COVERCOL AB RAPID Impermeabilizza e incolla
imbal lo di can a prova tiere
20 anni di esperienza in una latta Qualità garantita dalla certificazione DIN18156 Impermeabilizzante e super adesivo a presa rapida, bicomponente, elastoplastico cemento-polimero, per l’impermeabilizzazione e la posa di piscine, balconi, terrazze e bagni
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SISTEMI SISTEMI IN LEGNO IN LEGNO
di Luca Mercante Direttore tecnico Team BigMat VASS
RISCHI DI INCENDIO NEI TETTI IN LEGNO, UN MITO DA SFATARE
3. incendio dovuto a perdite della canna fu-
Oggigiorno si crede erroneamente che il rischio di incendio nelle case in legno sia maggiore di quello delle costruzioni di muratura. Ricerche condotte a livello internazionale contrastano nettamente questa scorretta informazione per il seguente motivo: gli incendi si sviluppano a seguito di effetti esterni e non nel materiale edile stesso (ad esempio a causa di apparecchi difettosi, corti circuiti, incendi nei camini, piani cottura, sigarette o comportamenti colposi). Le cause di un incendio, quindi, non si differenziano a seconda che si tratti di una costruzione di legno o
Il camino è un elemento chiave. E BigMat VASS ha studiato un sistema sicuro ad hoc
maria (gas caldi oppure scintille). Tali tipologie di incendio sono legate soprattutto all’impiego di combustibile solido: infatti la fuliggine si crea principalmente in presenza di tale combustibile la cui alta temperatura dei fumi è una delle peculiarità di impiego. Probabilmente l’elevato numero di incendi connessi a camini è dovuto anche al ritorno in auge della combustione a legna. La scelta e la corretta installazione dei camini risultano essere aspetti importanti, benché talvolta sottovalutati, ai fini della prevenzione di incendi.
di muratura. E questo è effettivamente riconosciuto anche da affermate compagnie assicurative che
NORMATIVA UNI EN 1443
offrono gli stessi premi assicurativi per le case in
La norma che regola la posa dei camini è la
legno e in muratura.
UNI EN 1443 “camini – requisiti generali” secondo
In più il legno è un materiale combustibile ma
la quale l’attraversamento delle strutture in legno
resistente al fuoco: in caso di incendio la resistenza
in tutta sicurezza va fatto utilizzando il sistema
meccanica non è influenzata dall’aumento di temperatura della sezione
di evacuazione dei fumi più opportuno scegliendolo, in funzione delle
residua e il cedimento strutturale è prevedibile (cosa non possibile in
temperature dei fumi e degli apparecchi che si vogliono utilizzare:
strutture in acciaio o C.A. precompresso).
per caminetti e stufe si devono usare camini – canne fumarie con
Il legno della struttura viene infatti aggredito molto lentamente dal
temperatura di funzionamento minima di 400 °C e devono resistere a
fuoco, data la carbonizzazione della superficie lignea che rallenta la
incendio di fuliggine.
propagazione e garantisce la solidità del nucleo, impedendo il crollo
Tale norma prevede che i camini siano dotati di una “designazione”
improvviso della struttura.
ovvero una serie di codici che indichino le sue caratteristiche prestazionali, termodinamiche, di funzionamento e posa (dal Quaderno Tecnico
L’EVOLUZIONE DELL’INCENDIO
BigMat per professionisti n. 7 – Tetti in legno).
Secondo un rapporto del comando dei Vigili del Fuoco di Brescia, gli
Tra questi parametri deve essere presente la sigla Gxx, dove G indica
incendi generati dalla presenza di camini sono tra i più frequenti e si
la resistenza al fuoco di fuliggine e xx la distanza in mm alla quale si
possono classificare sostanzialmente in:
devono trovare i materiali combustibili. Nel caso di tetto in legno si
1. incendio da fuliggine (l’incendio nasce all’interno del camino,
devono utilizzare sistemi G00 che possono essere installati anche a
per combustione della fuliggine depositata sulla parete interna della
contatto con il materiale combustibile stesso senza rischio di incendio
canna fumaria);
anche in presenza di surriscaldamenti dovuti alla fuliggine.
2. incendio esterno al camino per surriscaldamento (l’incendio
La normativa UNI EN 1443 prevede, inoltre, che la temperatura massima
nasce all’esterno del camino, per surriscaldamento dei materiali
dei materiali combustibili adiacenti alla canna fumaria, come ad esempio
combustibili vicini alla parete esterna del camino stesso);
travi in legno, perline, divisori, ecc., non deve essere mai superiore a
70 UP! Settembre 2015
1
C
M
2
Y
CM
85 °C nelle condizioni di funzionamento “normali” con temperatura
MY
fumi di 450 °C, 600 °C o di 100 °C durante le condizioni estreme di
CY
funzionamento quali un accidentale incendio di fuliggine con temperatura
CMY
fumi stimata a 1.000 °C. L’incendio è un “evento distruttivo” che può causare a volte danni incalcolabili coinvolgendo oltre alle cose anche le persone. Il camino deve essere studiato per garantire la sicurezza anche
K
3
nelle peggiori condizioni quali l’incendio di fuliggine interna al camino, provocato da mancata o scarsa manutenzione evitando il propagarsi dell’incendio ai materiali combustibili adiacenti. Il tetto modulare BigMat VASS offre una soluzione innovativa anche per l’attraversamento del tetto. La soluzione presenta massima tenuta termica e alle infiltrazioni, in pieno rispetto della normativa vigente in materia. Tecnicamente consiste di un modulo di copertura BigMat VASS forato in corrispondenza all’attraversamento, su cui viene già installato
4
in fabbrica un elemento G00 certificato per proteggere con la massima sicurezza i sistemi fumari. All’interno di questo elemento si posa la canna fumaria vera e propria. La soluzione rientra in pieno nella filosofia del tetto BigMat VASS, con cui si anticipano in fabbrica lavorazioni complesse al fine di velocizzare i lavori in cantiere e aumentare le prestazioni complessive del sistema tetto. La garanzia di qualità che ne deriva è infatti ottenibile solo eseguendo il lavoro in un ambiente controllato come la fabbrica,
Drucklose Injektion; DFG
95%
dove si riescono a eseguire in modo agevole lavorazioni complesse con maggiore precisione.
Settembre 2015 quality
®
Soluzioni per la Conformità
UP! I F71 B
ILIL CONSULENTE CONSULENTE D’AZIENDA D’AZIENDA
di Roberto Schiesari
Schiesari & Associati Economia, Finanza e Diritto di Impresa
LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE
La vitalità e sostenibilità di un territorio richiede la
Lo sviluppo economico locale dipende in maniera crescente dalle interazioni di lungo periodo che coinvolgono una comunità e un territorio e che si fondano su un insieme di infrastrutture materiali e immateriali, nodi logistici e conoscenze, persone e idee. Il ruolo che il territorio può svolgere è quindi quello di una “valorizzazione relazionale” che preserva il sapere generato dall’apprendimento collettivo, favorendo lo scambio informale e formale di conoscenze, sia codificate sia tacite, creando un ambiente in grado di valorizzare i punti di forza.
L’identità del territorio come leva competitiva per lo sviluppo tra il “vecchio” e il “nuovo”
valorizzazione delle “radici” storiche e culturali, ma anche e soprattutto l’innovazione del “nuovo” (nuove imprese, imprese consolidate con nuovi modelli di business innovation-based, reti di imprese, reti imprese-istituzioni-organizzazioni). Quanto stiamo vivendo rappresenta una fase in cui gli schemi di crescita utilizzati non risultano più efficaci ed è necessario rivedere il proprio approccio e le proprie scelte alla luce dei mutamenti di scenario. Per questo bisogna scegliere e scegliersi nell’ottica
I sistemi locali lavorano, essenzialmente, sui van-
della coopetition, la competizione basata sulla col-
taggi e sugli svantaggi relativi alla vicinanza fisica,
laborazione tra operatori economici, che decidono
o geografica, che non sono soltanto relativi ai costi di trasporto, ma
di condividere risorse e conoscenze per consolidare e sviluppare il
riguardano i costi e i benefici del creare “massa” di conoscenze, pro-
proprio modello di business.
fessionalità, relazioni e opportunità di business. Nel territorio si realizza
È opportuno partire dalla nostra storia imprenditoriale, non solo rac-
dunque la convergenza tra le attività imprenditoriali e professionali e le
contandola ma riscrivendola con il linguaggio contemporaneo, lavo-
economie di prossimità, per tutto ciò che nasce o è decentrato fuori dei
rando all’interno di un sistema, imparando a fare rete, facendo leva
confini proprietari della singola impresa verso un’economia sinergica
sul necessario vantaggio percepito dal singolo ma massimizzando il
di territorio. Anche i modelli d’impresa e delle organizzazioni stanno
beneficio di tutti gli attori coinvolti. Ragionare nell’ottica di una squadra
manifestando notevoli cambiamenti verso livelli crescenti di apertura
per il conseguimento dell’obiettivo comune e individuare alternative
alla collaborazione con soggetti esterni: le cosiddette imprese “estese”
sostanziali per immaginare una nuova idea di territorio e una nuova
o “diffuse” che mantengono, e in alcuni casi rafforzano, il proprio
concezione di sviluppo sostenibile.
radicamento nel territorio.
Cosa offrire a un newcomer inteso come soggetto potenzialmente
D’altra parte il processo di deindustrializzazione dell’ultimo decennio
interessato a partecipare alla creazione di valore per il territorio? La
sembra aver messo in crisi l’intera logica dei distretti industriali pur
narrazione della storia industriale e la condivisione di un nuovo percorso
essendo presenti sul territorio eccellenze produttive e commerciali, con
coevolutivo di imprenditorialità “diffusa” e “aperta” per creare nuove
il progressivo abbandono di intere aree produttive e l’impoverimento del
opportunità di business in termini di partnership industriali, tecnolo-
territorio caratterizzato da perdita di fiducia e stimoli di rinnovamento.
giche, di design così come per sviluppare mercati di acquisizione e di
Ma è proprio da queste tendenze che sono partite le nuove sfide per
sbocco il cui potenziale a oggi resta inespresso e limitato in “ciò che
il futuro, ovvero trovare nelle proprie radici le ragioni, la forza e le idee
è stato” e non focalizzato in “ciò che può essere”.
per la ricostruzione di un nuovo paesaggio produttivo e commerciale,
La reale sfida per l’economia del territorio è legata alla capacità di
per trasformare sacche di inattività in potenziale di riconversione at-
integrare il “vecchio” con il “nuovo”, il primo come linfa per il secondo
traverso il riconoscimento del patrimonio locale industriale come leva
e non una semplice coabitazione – spesso forzata o subita. Per far ciò,
di identità, qualità e competitività a sostegno dello sviluppo possibile.
tutti i soggetti coinvolti nel territorio (i cosiddetti stakeholder) devono
72 UP! Settembre 2015
avere necessità e convenienza nel condividere questo percorso di
tivo della competitività delle imprese italiane nello scenario globale, è
cambiamento.
il nostro “gigante” sulle cui spalle i “nani” - ovvero gli attuali operatori
Da questi presupposti la nuova sfida è legata a come il patrimonio
economici, istituzionali e culturali - attraverso azioni di “sistema” de-
industriale possa diventare un volàno per i soggetti che devono generare
vono cercare di non disperderne l’enorme eredità storico-industriale,
e consolidare il proprio modello di business in prospettiva.
valorizzandola come leva di vantaggio competitivo. Patrimoni consolidati
Il territorio ove si sia creata e diffusa la cultura dell’intraprendere, delle
in secoli di storia industriale che nessun’altra economia mondiale
eccellenze nel “fare”, permettendo così lo sviluppo di aziende, può
è in grado di “raccontare” e che possono rappresentare motivo di
divenire quindi una risorsa di grande valore su cui le imprese vecchie e
rilancio di nuovi modelli competitivi in cui le radici storiche e culturali,
nuove possono trovare linfa per svilupparsi e differenziarsi facendo leva
così presenti in molti territori del nostro Paese, divengono elementi
su quegli asset immateriali così rilevanti per competere con successo.
differenzianti su cui fare leva.
Uno scenario che oggi vede sviluppate le relazioni tra le grandi aziende
La conservazione e valorizzazione del patrimonio industriale quindi può
e le piccole e medie imprese, ognuna delle quali contribuisce per la
divenire parte integrante delle politiche locali di recupero del territorio,
sua parte a fornire tecnologia e capacità produttive, con un contributo
strumento per uno sviluppo sostenibile e polo strategico per esprimere
al processo innovativo creando legami stabili e strategici: dalla crisi del
nuove forme di creazione di valore.
patrimonio industriale al patrimonio industriale per affrontare la crisi.
Questo processo, se correttamente declinato, può rappresentare nuove
Come afferma Renzo Piano a proposito del patrimonio culturale italiano
opportunità sia per chi partecipa attivamente al processo di ricostru-
e della necessità di rivitalizzarlo attraverso le azioni degli attori presenti
zione e rivalutazione dei complessi immobiliari e delle aree dismesse,
nell’attuale arena competitiva, “siamo nani sulle spalle dei giganti”. Il
sia per chi in quei nuovi complessi e aree può costruire e diffondere
patrimonio industriale, come patrimonio culturale, in particolare quello
nuove occasioni di business all’interno di una innovativa concezione
legato alla manifattura che ha rappresentato in passato un tratto distin-
di filiera del territorio.
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Settembre 2015
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UP! 73
NEWS DAL MONDO BIGMAT
APPROVAZIONE DEL BILANCIO E PRESENTAZIONE DEI RISULTATI DI BIGMARKET 2015 Nell’appuntamento annuale dei Soci BigMat, il 12 e 13 giugno ad Abano Terme (PD), soci e membri del CDA hanno affrontato un ricco ordine del giorno in cui è stato posto l’accento sui dati del bilancio e sui risultati della prima edizione di BigMarket svoltosi a Firenze il 10 aprile che ha registrato grande entusiasmo e partecipazione.
Durante l’assemblea nazionale dei Soci BigMat presentati i nuovi Punti Vendita
Oltre all’approvazione del bilancio, positivo e in
un’area meeting dove si tengono corsi e incontri tecnici per professionisti; conta 12 dipendenti di cui 4 soci. BigMat NEW ARENA Srl a Vibo Valentia (VV) dispone di 20mila mq di piazzale e 6mila di area coperta, di cui 1.000 dedicati alla vendita di prodotti per l’edilizia e la ferramenta, la termoidraulica e prodotti in legno; inoltre è presente un servizio tintometrico e la lavorazione di ferro e polistirolo;
linea con il precedente, sono stati presentati la strategia dell’area In-
i dipendenti sono 3 di cui 1 socio.
formation Technology per il prossimo anno e il bilancio dei primi 6 mesi
È stato inoltre ratificato l’ingresso di BigMat Marra e Piccolo Snc (vedi
delle attività di comunicazione e marketing. Il dott. Roberto Schiesari,
UP! n. 16 pag. 60) avvenuto a inizio anno, che ha inaugurato l’entrata nel
consulente d’azienda di BigMat Italia, ha poi proposto un’utile analisi
Gruppo con un Punto Vendita di 2.750 mq a San Giovanni in Fiore (CS)
della concorrenza per un momento di riflessione sulla situazione del
dedicato ai prodotti in legno oltre che ai materiali edili e all’assortimento
mercato attuale. Altro passaggio importante dell’assemblea è stato
di utensili da lavoro, anti-infortunistica, colore, casalinghi e arredobagno.
l’elezione del nuovo consigliere Alessandro Novelli, uno dei titolari di
Per quanto riguarda invece i rinnovi e gli ampliamenti dei primi 6 mesi
BigMat Edil Novelli e nel Gruppo dal 2006, che seguirà il mondo delle
del 2015 sono da segnalare: la nuova apertura in Piemonte di BigMat
finiture e lo sviluppo del progetto habiMat dedicato agli showroom.
Rovaletti (vedi pag. 78) che il 2 maggio scorso ha inaugurato il suo
Nuovi ingressi non solo nel CDA, a inizio lavori infatti sono stati ratificati
secondo Punto Vendita a Mergozzo sul Lago Maggiore, e il taglio del
gli ingressi di nuovi soci e presentati i nuovi Punti Vendita.
nastro del rinnovato showroom di BigMat Spiridigliozzi (vedi pag. 76).
A Gropello Cairoli (PV) si unisce al Gruppo BigMat S.I.M.ED. Srl, attività nata nel 1977 che conta oggi 14 dipendenti, di cui 6 soci, con un’offerta di prodotti divisa equamente tra edilizia, rivestimenti, arredobagno e una parte dedicata anche a idrotermosanitari e ferramenta. Si scende poi in Toscana, a Prato (PO), dove si trova il Punto Vendita BigMat ALFAEDIL Srl, con 13 dipendenti di cui 6 soci, che opera per il 70% nell’edilizia e per il resto in settori correlati. Altri due nuovi ingressi nel Gruppo in Calabria sono stati: BigMat EGA Srl a Polistena (RC) con 8mila mq di piazzale e 1.700 mq di capannoni coperti per materiali edili ed elettrici, uno showroom su due livelli per rivestimenti, arredobagno, porte e finestre al piano superiore anche
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NEWS DAL MONDO BIGMAT
BIGMAT RAGGIUNGE QUOTA 8 NAZIONI A MALTA APERTO IL PUNTO VENDITA N. 841 IN EUROPA Ha aperto i battenti l’8 luglio il primo Punto Vendita BigMat a Malta, con un evento di grande eco e interesse, alla presenza delle maggiori autorità del Paese come il primo ministro Joseph Muscat, il quale ha dato il benvenuto al Gruppo BigMat nella Repubblica di Malta. BigMat sbarca ufficialmente sull’isola del mediterraneo a 80 km dall’Italia, nei pressi della vecchia capitale Mdina, in un punto logistico strategico al centro dell’isola. È proprio BigMat Italia ad aver accolto il nuovo Superstore ricoprendo il ruolo di
BigMat Italia, per la prima volta, svolgerà il ruolo di Centrale di servizi a supporto di un Punto Vendita oltre confine
Centrale di servizi e di supporto per la progettazione
Centro Colore con tintometro e il servizio BigRent, il format BigMat dedicato al noleggio di attrezzature. L’evento di apertura dello scorso 8 luglio, con una grande cerimonia di inaugurazione e intrattenimento, ha visto la partecipazione di un foltissimo pubblico, di numerose autorità locali e il management di BigMat Italia, che attraverso le parole di Ferruccio Pagliarini, membro del CDA di BigMat Italia e di BigMat International, ha manifestato la piena collaborazione ed entusiasmo per questa nuova avventura: «Abbiamo osservato come l’economia di Malta stia attraversando un processo di espansione
e lo sviluppo del business, offrendo servizi e collegamenti importanti
e modernizzazione. Siamo pertanto orgogliosi di essere il primo Gruppo,
con il Gruppo.
leader per la distribuzione di materiali edili in Europa, a cogliere l’oppor-
Il nuovo Punto Vendita BigMat Malta Attard si sviluppa su due livelli,
tunità che Malta offre». BigMat Malta Attard è il primo Punto Vendita di
comprende ben 5mila mq coperti e 5mila mq di esterni e capannoni.
distribuzione organizzata e strutturata per quanto riguarda il settore edile e
La scelta merceologica è ben assortita e suddivisa in 5 diverse aree:
servirà potenzialmente l’intera popolazione e le imprese che qui operano.
bulding materials, power & hand tools, home & décor, DIY, e infine il
Il Superstore è stato realizzato con l’utilizzo della tecnologia più avanzata
settore gardening & outdoor living.
e l’installazione di sistemi per il risparmio energetico, un investimento
I marchi presenti sono in uso esclusivo per Malta e a disposizione
di 5 milioni di euro che rispecchia l’andamento dell’economia di questa
dei clienti vi è un ampissimo libero servizio cui si affianca sempre la
piccola Repubblica del mediterraneo che, insieme all’Irlanda, è il Paese
consulenza professionale e specializzata tipica di BigMat.
a maggiore crescita economica prevista (ben il 4%) e con un tasso di
A completare l’offerta del nuovo Punto Vendita si aggiunge anche il
disoccupazione tra i più bassi degli ultimi 20 anni.
Il nuovo Punto Vendita BigMat Malta Attard
Il management di BigMat e i nuovi Soci all’inaugurazione dell’8 luglio, da sinistra a destra: Antonio Ussi, Carl Attard, Ferruccio Pagliarini, Michael Attard, Noel Attard, Massimo Bussola
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UP! 75
NEWS DAL MONDO BIGMAT
RINNOVI E AMPLIAMENTI PER BIGMAT SPIRIDIGLIOZZI E BIGMAT FOCARDI E CERBAI Inaugurato a metà maggio il rinnovato Punto Vendita BigMat Spiridigliozzi, a Villanova di Guidonia in provincia di Roma. Per l’occasione è stato organizzato un open day dedicato all’edilizia con 20 fornitori partner BigMat impegnati in dimostrazioni prodotto. Una giornata di grande successo, con autorità locali e oltre 250 partecipanti, in particolare tante imprese della zona che hanno risposto all’invito con grande interesse. Un buon segnale che ci conferma la soddisfazione della famiglia Spiridigliozzi: «Nutriamo grande speranza nel fu-
Lavori in corso e cambiamenti per i due Soci del Centro Italia sempre al passo coi tempi e con il mercato attuale
turo. Con questa ristrutturazione vogliamo portare
sullo stesso sito dove una volta sorgeva la produzione di travetti che è stato demolito e ricostruito il nuovo Punto Vendita. Un’area di quasi 800 mq coperti per un’offerta completa con inclusi 400 mq del nuovo showroom habiMat dedicato alle esposizioni per arredobagno, pavimenti e rivestimenti, ma anche rubinetterie e porte di arredamento, dove è possibile avvalersi della preziosa consulenza di un architetto e della progettazione 3D. Il restante spazio è stato riservato a reparti di ferramenta, termoidraulica, area colore e arredi per esterno. Non manca infine
avanti la nostra opera di conversione: da rivendita per l’edilizia pesante
uno showroom tecnico per l’esposizione dei sistemi costruttivi BigMat
a Punto Vendita per un pubblico più ampio che comprende il privato,
dedicati a tutte le parti dell’edificio.
il piccolo artigiano, le medie imprese del territorio e il progettista. Per agevolare e supportare i clienti del mercato attuale delle ristrutturazioni,
Nella provincia di Firenze BigMat Focardi e Cerbai durante l’estate ha
abbiamo pensato a uno stile che esponesse il prodotto e ne mostrasse
dato il via a un progetto di ampliamento notevole, attualmente in corso.
le potenzialità per agevolare le fasi di scelta e acquisto, offrendo sempre
I lavori in cantiere prevedono l’ampliamento del Punto Vendita fino ad
la nostra attenta e qualificata consulenza continuiamo l’opera di rinno-
arrivare a un totale di 8.800 mq tra la nuova e la vecchia struttura.
vamento auspicandoci di ampliare sempre più il nostro pubblico e poter
«Da tempo progettavamo questi lavori che tra le tante modifiche inclu-
offrire un servizio completo e professionale che va dalle fondamenta al
dono un raddoppio delle dimensioni dell’area esterna fino a 6.000 mq
solaio da cui partì la nostra famiglia tanti anni fa».
e l’aggiunta di una struttura coperta di 1.200 mq a quella attuale di
L’azienda, fondata nel 1979, era infatti una rivendita specializzata nei
1.500 mq, con 50 posti auto. La spinta ad accelerare i tempi di realizza-
materiali per costruzioni e nella prefabbricazione di solai, ed è proprio
zione è arrivata dalla concorrenza della GDS che da poco è sorta a circa
Il nuovo showroom habiMat Spiridigliozzi a Villanova di Guidonia (RM)
76 UP! Settembre 2015
NEWS DAL MONDO BIGMAT Il progetto dell’ampliamento di BigMat Focardi e Cerbai
un chilometro da noi. Stiamo cercando di riorganizzare la superficie per essere competitivi e più dinamici» racconta Alessandro Cerbai, uno dei soci titolari «vogliamo creare un’area tecnica esterna e una interna dove offriremo un servizio sempre più specializzato e completo». La sede di Sesto Fiorentino (FI) comprende anche uno showroom di 300 mq, 130 mq di uffici e altri 550 mq per spazi di libero servizio, presenti inoltre 500 mq coperti dedicati alle polveri che in previsione del futuro saranno spostate nella nuova metratura per far spazio a una zona dedicata al settore giardinaggio. «Tra i nostri progetti anche l’idea di un piccolo consorzio agricolo che si occupi di concimi, terricci, piante ma anche arredo da giardino» prosegue Cerbai «dobbiamo ritagliarci un nuovo spazio di azione che ci consenta di catturare il pubblico di privati
personale molto specializzato e giovane, ecco perché abbiamo già as-
e piccole imprese che necessitano oggi di un servizio più specifico ma
sunto due nuovi geometri che si occupano proprio di queste consulenze;
anche diversificato».
sono giovani di 22-25 anni che porteranno un cambio generazionale
I prodotti su cui punta l’azienda sono quelli impiegati oggi nelle opere
nell’ufficio tecnico e nuove idee».
di riqualificazione, con attenzione particolare alla consulenza su rive-
Tra le tante novità che BigMat Focardi e Cerbai propone nel proprio
stimenti, isolanti, cappotti ma anche utilizzo del legno, e come spiega
showroom il nuovo espositore BigMat VASS, presentato ad aprile du-
Alessandro Cerbai: «Per battere la concorrenza dobbiamo avvalerci di
rante BigMarket.
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Settembre 2015
UP! 77
Tecnologia per la vita
NEWS DAL MONDO BIGMAT
INAUGURATO IL SECONDO PUNTO VENDITA DI BIGMAT ROVALETTI Nuova apertura in Piemonte con BigMat Rovaletti che il 2 maggio scorso ha inaugurato il suo secondo Punto Vendita e oltre alla prima sede di Crevoladossola (VB) approda ora a Mergozzo, sul lago Maggiore. Il nuovo Punto Vendita sulla statale del
Il Piemonte raggiunge quota 24 punti vendita
Sempione comprende una metratura imponente:
L’azienda nata come rivenditore edile e fondata all’inizio degli anni ‘60, ha iniziato il suo percorso con nonno Dante dai primi pacchi di mattoni fino a specializzarsi nei materiali da costruzione e in alcuni settori strategici, come le impermeabilizzazioni, l’isolamento termico e acustico, le malte
25 mila mq di esterno e capannoni e ben 5 mila
strutturali e da ripristino.
mq di interno tra uffici e showroom. «Per noi è una bella soddisfazione,
BigMat Rovaletti non è però solo una rivendita di prodotti edili, tra i
vogliamo migliorarci e allo stesso tempo espanderci coprendo un’area
servizi dedicati anche consulenza tecnica, sviluppo progetti, assistenza
commerciale nuova e più ampia dove poterci affermare con la profes-
in cantiere e post-vendita. Tra i suoi prodotti Rovaletti offre in esclusiva
sionalità e la competenza che ci contraddistingue da anni» racconta
solai certificati CE di produzione propria, architravi, sistema predalle a
Monica Lana, responsabile delle attività globali.
pannelli prefabbricati, solai in ferro e in legno. Nel nuovo showroom di Mergozzo tutto il necessario per la casa e gli interni: pavimenti e rivestimenti, caminetti e stufe a pellet, ad acqua e a legna, finestre Velux, arredo per esterno e molto presto anche un centro colore. «Ci rivolgiamo a una clientela vasta ed eterogenea, dai privati alle imprese e ai professionisti, la nostra missione è accontentare tutte le richieste – prosegue Monica Lana – abbiamo ampliato il personale per meglio coordinare le nostre risorse e garantire l’efficienza di sempre, abbiamo assunto anche un geometra che segue i progetti tecnici e accompagna i clienti con le sue preziose consulenze». Tra i plus di Rovaletti anche il servizio di consegna con propri automezzi in tutta l’alta e bassa provincia del Verbano Cusio Ossola e nella Svizzera
La famiglia Rovaletti e i dipendenti del nuovo Punto Vendita a Mergozzo (VB)
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Italiana e Tedesca.
NEWS DAL MONDO BIGMAT
100 GIORNI DI EXPO CON UN CONCORSO A PREMI
BIGMAT NUOVA COMES IN VISTA ALL’I.LAB ITALCEMENTI
BigMat premia i suoi clienti con l’ingresso a Expo 2015
Giornata di formazione nel Centro Ricerca e Innovazione Italcementi di Bergamo
Il concorso a premi nazionale Vinci Expo Qui, seconda iniziativa di
Da Senigallia (AN) a Bergamo per una visita speciale presso i.lab,
comunicazione digital che BigMat ha lanciato nel 2015, ha voluto
il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi all’interno del Parco
premiare i clienti e offrire loro l’opportunità di visitare il sito espositivo
Scientifico e Tecnologico Kilometro Rosso e progettato dell’architetto
di Expo 2015 per ammirarne architetture e padiglioni.
Richard Meier; il 24 giugno BigMat Nuova Comes ha invitato i suoi top
Dal 20 aprile al 28 luglio sono stati assegnati 2 biglietti ingresso
client in una giornata alla scoperta dei più innovativi prodotti Italce-
al giorno ai 100 fortunati clienti che hanno partecipato all’iniziativa
menti tra cui anche il cemento biodinamico i.active BIODYNAMIC, con
effettuando un acquisto di prodotti presso uno dei Punti Vendita
cui è stata realizzata l’intera superficie esterna e parte degli interni di
BigMat aderenti.
Palazzo Italia, icona di Expo 2015. Circa una quindicina tra architetti,
A vincere però non solo i clienti il cui scontrino è stato estratto sul sito www.vinciqui.bigmat.it, ma anche il Punto Vendita abbinato all’acquisto.
progettisti e tecnici coinvolti nell’attività di formazione sulle soluzioni più avanzate per l’architettura e l’edilizia come i.idro DRAIN, i.active COAT, il nuovo brevetto del termoblocco monolitico Bravo Bloc e i.pro U-Coat Green, soluzione sostenibile per intonaci di fondo. Grande attenzione all’ambiente anche nello spazio i.land di Italcementi, il campo agricolo ornamentale realizzato all’interno dell’edificio.
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UP! 79
I partner BigMat
RISTRUTTURA
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