24 | CONFRONTI | GIANLUCA CORONA | EMANUELE DASCANIO | PUNTO SULL'ARTE

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20 NOVEMBRE - 30 DICEMBRE 2016 MOSTRA A CURA DI / EXHIBITION CURATED BY: ALESSANDRA REDAELLI CATALOGO A CURA DI / CATALOGUE CURATED BY: SOFIA MACCHI E GIULIA STABILINI TESTI / TEXTS: ALESSANDRA REDAELLI PROGETTO GRAFICO / GRAPHIC PROJECT: GRETA PALASTANGA Copyright © PUNTO SULL’ARTE

PUNTO SULL ARTE | VIALE SANT’ANTONIO 59/61 | 21100 VARESE (VA) ITALY | +39 0332 320990 | INFO@PUNTOSULLARTE.IT



CONFRONTI Un focus sulla natura morta. Cominciando però subito con una piccola provocazione: la richiesta di chiamarla – almeno in questo caso – “vita immobile” (still life), alla maniera anglosassone. Perché qui, nei lavori di Gianluca Corona e di Emanuele Dascanio, la vita c’è e pulsa prepotentemente sottopelle. Corona e Dascanio non sono stati affiancati qui solo perché entrambi assoluti fuoriclasse della pittura e del disegno, ma anche perché le loro storie si sono incrociate, nello specifico quando Dascanio, deluso dalla vita di accademia, decise di andare a bottega come si faceva una volta, da un artista che gli avrebbe insegnato il mestiere: Corona. Nel tempo il loro rapporto è cresciuto nel confronto e nella stima reciproca. Le strade, pur procedendo parallele, si sono separate. Corona è un sacerdote dell’immagine, ogni suo olio su tavola è un inno alla perfetta imperfezione del creato. Sotto una luce carezzevole, inquadrati in maniera quasi perfettamente frontale (solo una lievissima inclinazione del piano d’appoggio per poter giocare sulla prospettiva), gli oggetti e i frutti ci appaiono allineati come in una sfilata, seguendo un’ideale linea orizzontale in una sorta di timido omaggio a Morandi, oppure soli, frontali, in composizioni quadrate, iconici e fieri. Dalla pelle traslucida delle susine alla superficie ruvida dei limoni, fino alle foglie pudicamente chiuse dell’insalata, ogni frutto, ogni ortaggio, sembra trattenere una vibrazione, un fremito. Un anelito di vita

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che risulta amplificato quando l’artista sottolinea la stranezza, la deformità, il solco scuro lasciato dal becco di un uccello sulla superficie perfetta della buccia. Perché la bellezza è ovunque. Ogni cosa è illuminata – come direbbe Jonathan Safran Foer – da una sua personale luce interiore che qui è luce pittorica capace di scolpire le forme accarezzandole. La sensazione che da quei frutti o da quei fiori provenga uno sguardo puntato su di noi si fa più definita quando l’artista da profondamente metafisico decide di farsi concettuale. Magari prendendo un cespo di radicchio rosso e tondo e mostrandocelo come un cuore estratto dal petto. Oppure ritraendo una melanzana perlina, leggermente contorta, come un ammiccante corpo femminile. La sensazione di trovarsi davanti a dei ritratti è ancora più netta quando si ha a che fare con il lavoro di Emanuele Dascanio. Ritrattista squisito di persone – come del resto il suo collega – Dascanio sceglie di dare anche al più piccolo oggetto (una piuma che si libra leggerissima) la dignità dell’icona, risultato che ottiene ribaltando il gioco luminoso, affondando il soggetto in un nero senza appello e poi lasciando alla luce il compito di attraversarlo da dietro e di crearlo. Matita e carboncino: nulla di più serve a Dascanio per far sgorgare dal buio, esattamente al centro del quadro, un limone che sembra spiccare il volo con le foglie come ali, oppure una fragola, carnosa e terribilmente sensuale, sulla cui pelle lucente crivellata

di crateri la luce scivola morbida, per poi scomparire in abissi d’ombra. Se sono foglie, la luce le attraversa dandoci la percezione di ogni poro, di ogni nervatura, di ogni pulsazione leggera al passare della linfa; se è un cocco, non sarà appoggiato a un tavolo, ma sarà spaccato, inquadrato esattamente nel suo cuore bianco e polposo, e poi posto al centro della composizione, affogato nel buio, come l’interno di una cupola vista dal basso. Se è un caco apparirà stanco, adagiato, come un vecchio re saggio seduto su un trono. E se saranno pere frettolosamente abbandonate in una ciotola con ancora un rimasuglio di cellophane intorno, quel cellophane diventerà ornamento alla loro bellezza, scultura di cristallo, splendente gioco di chiaroscuri.

ALESSANDRA REDAELLI

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C O M PA R I S O N S A focus upon still life. Starting with a provocation: the intention of stressing its own definition “still life”, since life – within the works by Gianluca Corona and Emanuele Dascanio – is definitely present and vibrates under the skin. Corona and Dascanio were not flanked within this context only because they are both absolute masters of painting and drawing, but also for the fact that their stories crossed, when Dascanio, being disappointed by Academy, decided to move to the workshop of an artist who could have taught him the craft: Corona. Over time, their relationship developed through comparison and mutual respect. However, even though proceeding in parallel, their paths parted. Corona is a Priest of picture, each of his oils upon canvas is an hymn to the perfect imperfection of the universe. Under a smooth light, framed from a frontal angle (apart from a slight inclination of the bearing surface to play with perspective), the objects and the fruits seem to be aligned as if they were in a parade, following an ideal horizontal line in a sort of hesitant homage to Morandi, or isolated, frontal, within square compositions, iconic and proud. From the translucent skin of the plums to the rough surface of the lemons, up to the modestly closed leaves of the salad, each fruit, each vegetable, seems to hold a vibration, a trembling. A breath of life which amplifies when the artist stresses the eccentricity, the deformity, the dark rut left by a beak on the perfect peel. Since beauty is everywhere. Everything is illuminated – as Jonathan Safran Foer would say – from its own personal inner light, which here becomes pictorial light sculpting the shapes by caressing them. The sensation that those fruit or flowers are staring at us becomes even more defined when the artist moves from metaphysical to conceptual. It might be by taking a head of red radicchio and presenting it as a heart pulled out from a chest. Or by portraying a slightly twisted aubergine, like a winking feminine body.

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The feeling of being in front of portraits becomes even stronger when dealing with the works by Emanuele Dascanio. Skilled portraitist – like his colleague – Dascanio aims at providing even the smallest object (a floating feather) with the dignity of an icon, a result obtained by overturning the light game, plunging the subject within a final darkness and letting the light to cross it from behind thus creating it. Pencil and charcoal: nothing else is used by Dascanio to make a lemon emerge from the dark, exactly in the middle of the painting, as if it were almost taking flight using its leaves as wings, or a pulpy and sensual strawberry, upon whose shining, riddled with craters skin, the light smoothly glides, then disappearing within abysses of shadows. Whether they are leaves, light crosses them providing us the perception of each pore, veining, light pulsation with the passing of lymph; if it is a coconut, it will not be placed on a table, but it will be split, framed in its white and pulpy heart, then placed in the middle of the composition, drowned in the darkness, like the interior of a dome observed from below. Whether it is a persimmon, it will appear tired, lounging, like an old king sitting on a throne. If they are pears hastily left into a bowl with still a shred of cellophane upon them, it becomes an ornament to their beauty, a crystal sculpture, a shining game of chiaroscuro.

ALESSANDRA REDAELLI


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GIANLUCA CORONA


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PICCOLA VANITAS

2016 | Olio su tavola incamottata | 25 x 50 cm

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APPESO I

2016 | Olio su tavola | 25 x 25 cm

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APPESO II

2016 | Olio su tavola | 25 x 25 cm

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SOSPESO

2016 | Olio su tavola | 60 x 30 cm

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DAL MARE

2011 | Olio su tavola | 9 x 20,5 cm

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EMANUELE DASCANIO


COCONUT

2016 | Carboncino e grafite su carta intelata | 60 x 60 cm

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STRAWBERRY

2016 | Carboncino e grafite su cartone | 60 x 60 cm

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PERSIMMON

2016 | Carboncino e grafite su cartone | 21,5 x 26 cm

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LEMON

2016 | Carboncino e grafite su cartone | 23 x 23 cm

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FORTUNA

2016 | Carboncino e grafite su cartone | 20 x 20 cm

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COTIDIANA OBSESSIO

2016 | Carboncino e grafite su cartone | 20 x 20 cm

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FIBONACCI

HERMES IN VOLO

HERMES

FIBONACCI N.2

2016 | Carboncino e grafite su cartone | 15 x 15 cm

2016 | Carboncino e grafite su cartone | 15 x 15 cm

2016 | Carboncino e grafite su cartone | 20 x 20 cm

2016 | Carboncino e grafite su cartone | 15 x 15 cm

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BIOGRAFIE GIANLUCA CORONA (Milano, 1969) Gianluca Corona è un sacerdote dell’immagine. Sotto una luce carezzevole, inquadrati in maniera quasi perfettamente frontale, gli oggetti e i frutti ci appaiono allineati come in una sfilata, seguendo un’ideale linea orizzontale in una sorta di timido omaggio a Morandi, oppure soli, frontali, in composizioni quadrate, iconici e fieri. Dalla pelle traslucida delle susine alla superficie ruvida dei limoni, fino alle foglie pudicamente chiuse dell’insalata, ogni frutto, ogni ortaggio, sembra trattenere una vibrazione, un fremito. Nasce a Milano nel 1969. Dopo essersi diplomato all’Accademia di Brera, frequenta lo studio di M. Donizetti a Bergamo. Si distingue subito nel panorama artistico come esponente della giovane figurazione italiana. La sua opera si ispira all’arte dei grandi Maestri del passato ed offre una rilettura, in chiave contemporanea, dei generi della natura morta e del ritratto; particolare attenzione è dedicata all’utilizzo di tecniche e materiali tradizionali. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Le sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private. Vive e lavora a Milano.

EMANUELE DASCANIO (Garbagnate Milanese, 1983) Giovane maestro dell’iperrealismo, Emanuele Dascanio realizza dipinti incredibilmente dettagliati, prevalentemente raffiguranti ritratti e nature morte utilizzando grafite e carboncino. Nasce a Garbagnate Milanese nel 1983. Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico Lucio Fontana di Arese, nel 2003 si iscrive all’Accademia di Brera, sezione pittura, che abbandona dopo solo sei mesi. Continuando, però, a sentire il desiderio ed il bisogno di una crescita artistica, nel 2007 approda nello studio del maestro Gianluca Corona, trovando in lui un valido maestro ed apprendendo la tecnica della pittura ad olio. Attraverso l’utilizzo delle antiche tecniche rinascimentali applicate al contemporaneo senso del fotorealismo, Emanuele Dascanio cerca di indagare attraverso la pelle della realtà il suo senso intrinseco e profondo. Ha partecipato a molti concorsi e mostre collettive a livello nazionale e internazionale, classificandosi sempre ai primi posti. Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni private in Italia e all’estero.

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BIOGRAPHIES GIANLUCA CORONA (Milan, 1969) Gianluca Corona is a Priest of picture. Under a smooth light, framed from a frontal angle, the objects and the fruit seem to be aligned as if they were in a parade, following an ideal horizontal line in a sort of hesitant homage to Morandi, or isolated, frontal, within square compositions, iconic and proud. From the translucent skin of the plums to the rough surface of the lemons, up to the modestly closed leaves of the salad, each fruit, each vegetable, seems to hold a vibration, a trembling. Born in Milan in 1969. He graduates at the Academy of Brera in Milan and he trains as an apprentice in the studio of M. Donizetti in Bergamo. He then starts his professional career, establishing himself on the artistic scene as a leading figure of the young Italian representational art movement. His work offers a contemporary rereading of the still life and portrait genres, inspired by the great past masters. Special attention is devoted to using traditional materials and techniques. He has held several solo and group exhibitions in Italy and abroad. His works are present in public and private collections. He lives and works in Milan.

EMANUELE DASCANIO (Garbagnate Milanese, 1983) Young master of hyperrealism, Emanuele Dascanio creates incredibly detailed oil paintings, predominately portraits and still life pieces, using graphite pencil and charcoal. Born in Garbagnate Milanese in 1983. After graduating from Lucio Fontana Art School of Arese, in 2003 he enrolled at the Academy of Brera, but he abandoned the academy after six months. Continuing to feel a desire and the need for artistic growth, in 2007 studied and worked in the atelier of Gianluca Corona, finding in him a good teacher and learning the technique of oil painting as it has been handed down from the Renaissance. He has participated in various competitions and exhibitions at national and international ranking near the top. Devotes much time to the study of artistic techniques and the search for continuous improvement of its expressive capabilities. His works are in private collections in Italy and abroad.

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di SOFIA MACCHI VIALE SANT’ANTONIO 59/61 21100 VARESE (VA) ITALY +39 0332 32 09 90

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