5 MAGGIO - 8 GIUGNO 2019 MOSTRA A CURA DI / EXHIBITION CURATED BY: ALESSANDRA REDAELLI CATALOGO A CURA DI / CATALOGUE CURATED BY: SOFIA MACCHI E GIULIA STABILINI TESTO / TEXT: ALESSANDRA REDAELLI PROGETTO GRAFICO / GRAPHIC PROJECT: GRETA PALASTANGA TRADUZIONI / TRANSLATIONS: CLAIRE ANGEL BONNER FOTO DI / PICTURES BY: BARBARA BICEGO Copyright © PUNTO SULL’ARTE
P U N T O S U L L A R T E | V I A L E S A N T ’A N T O N I O 5 9 / 6 1 | 2 1 1 0 0 V A R E S E ( V A ) I TA LY | + 3 9 0 3 3 2 3 2 0 9 9 0 | I N F O @ P U N T O S U L L A R T E . I T
LA NOTTE DI TUTTI E DI NESSUNO (SECONDA VERSIONE) 2001 | Olio su tela | 200 x 300 cm
CERTE NOTTI “Credo necessaria una pittura che non sia immagine di un momento, ma insieme sincronico di più visioni e momenti. Sostanza, non impressione”. Nicola Nannini
Nel 1999 Nicola Nannini realizza due dipinti interessanti per comprendere la sua ispirazione e la sua evoluzione. La notte di tutti e di nessuno (prima versione di due realizzate) è un olio su tela imponente, di due metri e mezzo per un metro e mezzo, dove la città di Bologna appare scompaginata, spalancata, ribaltata, in una sorta di neocubismo che l’artista mutua dal disegno di una bambina. La luce danza sulle facciate dei monumenti in un ritmo sincopato, si raggruma in punti incongruenti, si riflette in rivoli liquidi, mentre le figure – fantasmatiche, che sciamano in processione, oppure ben definite ai lati della scena, uscite da un tempo altro – sembrano tutte voler idealmente convergere verso la personificazione della morte, al centro esatto del dipinto. È un lavoro intenso, denso di tutto quello di cui il giovane artista (Nannini allora ha ventisette anni) ha fatto tesoro: il Simbolismo e l’arte mitteleuropea, il Romanticismo, e poi Munch e Kokoschka, ma ingentiliti da un guizzo di Boldini – siamo in Italia, del resto – e conditi, anche, dall’immaginario cinematografico. Ma soprattutto è un lavoro coraggioso, quasi sfrontato nella sua originalità. Nello stesso anno, dicevamo, Nannini realizza anche un altro dipinto, anzi due che significativamente portano lo stesso titolo: Notte, passeggiata con cappotto e sigaretta. Sono due oli su tela non tanto grandi, discreti: uno misura 40 x 40 cm e l’atro 37 x 52 cm. E qui siamo su un altro piano. Qui ci parla un Nannini più vero, più autentico. È
quello che non ancora trentenne passeggia per la sua città quasi incredulo della bellezza che lo circonda, e ancora più incredulo di quella capacità unica di raccontarla sulla tela che sta scoprendo in se stesso. Si osserva nel suo errare solitario, nel suo scrutare i luoghi della quotidianità per scovarvi tesori, e in quell’immagine del ragazzo che affonda nel bavero la faccia su cui danza la luce incerta della sigaretta leggiamo la consapevolezza di un ruolo. E la stessa consapevolezza è tutta lì, nelle due piccole tele. Nel formato quadrato, che ha per protagonista il Duomo di Ferrara, la pennellata è quella vibrante e incerta dell’Impressionismo (e in fondo il soggetto si può leggere come un omaggio alle Cattedrali di Monet), ma i colori sono già quelli che domineranno i notturni a venire, e così il concentrarsi dell’attenzione su punti di luce inventati e tuttavia imprescindibili, e così la prospettiva precipitante, capace di ingoiare lo spettatore, quella che dopo diventerà la sua firma. Nell’altra – orizzontale – siamo già oltre. Già la pennellata ingaggia con noi quel gioco delizioso che consiste nell’incatenarci al dettaglio per poi rivelarsi macchia, segno. Oggi, a vent’anni da quei tre dipinti, Nicola Nannini ci conduce attraverso le sue notti con una serie di lavori nuovi. La notte è rimasta da allora uno dei suoi temi principali in virtù del fatto che lì si enfatizzano i contrasti che l’artista ama di più. Quello tra la luce e il buio, prima di tutto, quello tra il dettaglio e il fuori fuoco della pennellata, quello tra la consisten-
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za materica del colore e quella più diafana della colatura, e da lì quello tra il reale e l’artificiale. Il cortocircuito tra reale e artificiale, tra dato di fatto e illusione, è quello su cui si gioca tutta la sua storia pittorica ed è una sfida che lui ha sempre amato lanciare allo spettatore. Le sue Houses del 2007, vedute di una bellezza lacerante in cui la “bassa” ferrarese ritratta sotto il cielo plumbeo si veste della gelida grazia di Vermeer, sono trappole visive dalle quali a un certo punto chi guarda non riesce più a uscire. Perché è catturato dal dettaglio di quella finestra la cui tapparella è solo un poco sollevata e la cui tenda – potrebbe giurarlo – si sta muovendo, e lui vorrebbe arrampicarsi su quel muro rosso e sbirciare. Deve farlo. Ma nello stesso tempo vorrebbe toccare la tovaglia appesa più in primo piano, ad asciugare, perché è sicuro di sapere già alla perfezione che consistenza avrà il tessuto quando lo sentirà sotto le dita. E che dire di quelle lamiere, della porticina lì accanto che certamente non è chiusa a chiave? E della sedia abbandonata? Vorrebbe anche salire quei tre gradini che portano oltre il primo edificio e dietro ai quali si vede un pezzo di un’auto – strepitosamente gialla – parcheggiata… ma improvvisamente gli viene il dubbio che quelli non siano proprio gradini. Forse è lo scorcio di un passaggio in piano. E da lì al domandarsi quanto sia realmente profondo quel primo edificio è un attimo, perché quella prospettiva, a dirla tutta, è assai strana. E forse – ma non ha il coraggio di confessarlo a nessuno, lo spettatore – se davvero dovesse attraversare quella soglia, lui si troverebbe in un mondo altro, come quello che c’è oltre lo specchio di Alice. Un mondo dove le prospettive ti prendono in giro, le profondità raccontano bugie, dove è impossibile orientarsi e dal quale forse non esiste via d’uscita. Al di là dei labirinti mentali in cui ci può portare, davanti alle Houses, una fantasia un po’ ipertrofica, queste opere sono un inno alla bellezza di ciò che bello non sembrava, prima
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che l’artista ci mettesse le mani. La banalità del luogo diventa pretesto per una ricerca sullo spazio, sulla forma, sul dettaglio e sulla prospettiva. Di una ricerca sulla pittura. Lo dice proprio, Nannini, di essere felice “del nulla che abito, perché così non si rischia di essere schiavi della bellezza, si è costretti ad attivarsi per cercarla”. E dice anche che tutti i suoi soggetti, diurni o notturni, spazi, ambienti, paesaggi o figure, altro non sono che un mezzo per dare voce a quella cosa meravigliosa che è la forma pittorica. Quella forma che fa sì che davvero lo spettatore abbia la sensazione di sentire sotto le dita il tessuto della tovaglia appesa ad asciugare, ma nel contempo, avvicinandosi al dipinto, non possa fare a meno di rendersi conto che lì, in quel preciso punto, quello che lo aspetta non è l’iperrealtà della trama della stoffa, ma la poesia indefinita della pennellata. Accade la stessa cosa con le figure, nella pittura di Nicola Nannini. Se all’inizio amava le scene di famiglia, gli autoritratti, i ritratti in stile antico che rendeva con una pennellata densa e compendiaria (ne esistono di incredibilmente poetici realizzati su piccole lavagne), quando nel 2005 inizia la serie dei Type, l’artista trova una formula in cui al suo figurativo polposo, caldo, vibrante, terribilmente carnale si affianca un gradevole gioco concettuale. È, quello, il momento in cui la sua vicinanza a un artista come Lucian Freud è più leggibile. La carne delle sue donne e dei suoi uomini nudi è un tripudio di realtà che ci porta a osservare quei corpi così da vicino da perderne la visione d’insieme per rintracciare le mille tonalità inaspettate dell’epidermide, e poi ecco che anche qui, improvvisamente, l’occhio incontra la consistenza della pennellata, quella pennellata che tutto costruisce e modella e che poi, per un capriccio, si nega nel dettaglio del piede fino a diventare trasparenza, idea. Ma non è tutto: quel corpo così vero da poterne saggiare il calore, non è ambientato, ma si staglia su un fondo neutro, frontale o di profilo. Circondato da particolari anatomici da manuale me-
HOUSES N.6
2007 | Olio su tavola | 100 x 180 cm
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dico se nudo, o dai suoi accessori se invece ci si presenta vestito. Il ritratto, qui, prende l’aspetto di una definizione della personalità fatta per dettagli, per indizi, come nella ricostruzione di un profilo condotta durante un’indagine poliziesca. E dietro quello che potrebbe sembrare un gioco infantile – la bambola con i suoi accessori – si muove un’analisi sottile intorno all’essere e all’apparire. O, ancora una volta, al reale e all’artificiale. Nelle opere in mostra oggi a Varese si può leggere una sintesi dell’evoluzione che l’artista ha vissuto fino a oggi. La ricerca di un’anima dei luoghi – nel senso più vicino a quello che potrebbe dare a questa definizione un filosofo come James Hillman – continua nell’identificazione di una serie di momenti spaziali assoluti, di non luoghi, che in diversi Paesi d’Europa e degli Stati Uniti conservano una purezza che li accomuna alle provincie italiane, ancora a quella “bassa” ferrarese così non bella eppure diventata così incantevole e raggiante nelle mani dell’artista. È un vagare nello spazio, quello di Nannini, dalle notti mitteleuropee tra Germania, Repubblica Ceca e Slovenia alle campagne del Sud dell’Inghilterra, che lui giura siano incredibilmente simili alla periferia di Ferrara, fino alle strade più desolate dell’Idaho, dell’Oklahoma, dell’Arkansas. Ma è anche un viaggiare nel tempo, dal Vermeer della Veduta di Delft fino alla luce incantata di Edward Hopper. Nel Vicolo di Caronte e nella Notte in giallo lo stesso luogo è inquadrato da due punti di vista differenti, e già questo evidenzia come non sia tanto il soggetto a interessare l’artista quanto la possibilità di portare lo spettatore su quella scalinata che va restringendosi, dritto tra le braccia di quel punto di luce rossa di cui si ignora la fonte; oppure a intrigarlo è la luce riflessa sulla vetrina che ne rivela in parte il contenuto. Il sistema della prospettiva precipitante, con una larga porzione del quadro riservata al pavimento, si è fatto negli anni sempre più raffinato e sottile, così come la capacità di modificare la scena senza che ciò sia chiaramente percettibile. Ripulire l’immagine dai det-
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tagli di abbellimento, modificare il contrasto chiaroscurale in senso espressivo, rielaborare la luce accendendo nuovi punti di forza è il metodo attraverso il quale Nannini ripensa il mondo per noi. Un delizioso artificio apparentemente così vero da lasciare spiazzati. Mentre si fa sempre più sofisticato il gioco della pennellata, apparentemente così definita da raccontarci un mattone alla volta, in realtà potentemente impressionista fino ad arrivare – in primissimo piano – all’espressionismo del non finito. La notte invernale, poi, immersa nella neve, ha dato a Nicola Nannini la possibilità di scivolare dalle luci calde ma artificiali della notte cittadina alle tonalità fredde che si rapprendono intorno ai bianchi, ai grigi, ai verdi, ai gialli gelidi di neon. Rispetto alla maniera in cui aveva affrontato il tema della neve nel 2015, dedicando una serie all’altopiano di Asiago con vedute in lontananza di paesaggi innevati, Nannini qui decide di restringere il punto di vista a un soggetto preciso che pone al centro del dipinto, personalizzandolo come un’icona. La strada che si perde nella campagna (in fondo alla quale le luci posteriori di un’auto sembrano occhi rossi in agguato nel buio), la bassa costruzione con i silos accanto, l’edificio sperduto con quelle due finestre accese, la villa rossa sotto l’incombente cielo plumbeo, ci fissano negli occhi, ci guardano dentro, ci parlano e ci raccontano storie. Con queste vedute Nannini ha unito l’anima dei suoi Type, dei suoi tipi umani, all’anima degli edifici nei quali abitiamo. E per scatenare in noi quell’immediato senso di smarrimento e di appartenenza, qui l’artista non ha più bisogno di nient’altro che della sua magica capacità di penetrare dentro le cose, scavandovi fuori pensieri inquieti e respiri, regalandoci una pittura che non ha nessuna intenzione di lasciarci pacificati nella bellezza, ma che continua a battere dentro per un bel po’, anche quando, a malincuore, abbiamo staccato lo sguardo. ALESSANDRA REDAELLI
TYPE A4
2005 | Olio su tavola | 180 x 100 cm
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SOME NIGHTS “I believe in the necessity of painting that is not a image of a moment, but of several synchronous visions and moments at the same time. Substance, not impression”. Nicola Nannini
In 1999 Nicola Nannini made two paintings which are interesting for the comprehension of his inspiration and evolution. La notte di tutti e di nessuno (first version of two) is an imposing oil on canvas, two and a half metres by one and a half metres, where the city of Bologna appears disrupted, gaping, overturned, in a sort of neo cubism that the artist borrows from a child’s drawing. The light dances on the facades in a syncopated rhythm, it gathers in incongruous points, it reflects in liquid rivulets, while the figures - ghostly, that swarm in procession, or, well defined at the sides of the scene, come out of another time - all seem to want to converge towards the personification of death, at the very centre of the painting. It is an intense work, packed with everything of which the young artist (Nannini then was twenty seven years old) made use: Symbolism and Central European art, Romanticism, and then Munch and Kokoschka, but refined with a dash of Boldini - we are in Italy, after all - and also seasoned with cinematographic imagination. But above all it is a courageous work, almost impudent in its originality. In the same year, Nannini creates yet another painting, or rather two that significantly bear the same title: Notte, passeggiata con cappotto e sigaretta. They are two oils on canvas, not so big, discreet, one measuring 40 x 40 cm and the other 37 x 52 cm. And here we are on another level. Here a truer, more authentic Nannini speaks to us. He who is not yet thirty ambles through his city, almost incredulous of the beauty that surrounds him, and even more incredulous of that unique ability to tell it on the canvas that he is discovering in himself. He observes in his solitary wandering, in his scrutiny of everyday places in order to unearth treasures; and in that image of the boy, the uncertain light of the cigarette dancing on his face as he sinks into his collar, we read the awareness of a role. And the same awareness is there, in the two small canvases. In the square format, the protagonist of which is the Cathedral of Ferrara, the brushstroke is that of Impressionism, vibrant and unsure (and all things considered the subject can be read as a homage to Monet’s Cathe-
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drals), but the colours are already those that will dominate the nocturnes to come, and then the concentration of attention on points of light that are invented but nevertheless essential, and the precipitating perspective, capable of swallowing the viewer, that which will later become his signature. In the other - horizontal - we are already beyond. Even the brushstroke engages us in that delicious game that consists in chaining ourselves to the detail which then reveals itself as a stain, a sign. Today, twenty years after those three paintings, Nicola Nannini takes us through his nights with a new series of works. The night has remained one of his main themes due to the fact that the contrasts that the artist loves the most are emphasized there. That between the light and the dark, first of all, between the detail and the out of focus brushstroke, between the tactile consistency of the colour and the more translucent filtering, and from there between the real and the artificial. The
short circuit between real and artificial, between fact and illusion, is that on which his entire pictorial history plays out and it is a challenge that he has always loved to throw out to the viewer. His Houses from 2007, views of a lacerated beauty in which the Ferrarese “lowlands” portrayed under the leaden sky are clothed in the icy grace of Vermeer, are visual traps from which at a certain point the viewer can no longer leave. Because they are captured by the detail of that window whose roller shutter is only slightly raised and whose curtain - they could swear - is moving, and they would like to climb up that red wall and peek. They must do it. But at the same time they would like to touch the tablecloth hanging in the foreground, to dry, because they are sure to already know perfectly the texture that the fabric will have when they feel it under their fingers. And what about those plates, the little door at the side that is certainly not locked? And the abandoned chair? They
HOUSES N.8 2007 | olio su tavola | 100 x 180 cm
would also like to go up those three steps that lead past the first building and behind which you see a piece of a car boisterously yellow - parked... but suddenly they doubt that those are really steps. Perhaps it is the glimpse of a passageway. And it is a moment from there to wondering how deep that first building really is, because that perspective, to be honest, is very strange. And maybe - but they don’t have the courage to confess it to anyone, the viewer - if they really had to cross that threshold, would find themselves in another world, like that which is beyond Alice’s looking glass. A world where perspectives play games on you, depths deceive you, where it is impossible to orientate oneself and from which perhaps there is no way out. Beyond the mental labyrinths through which a slightly hypertrophic fantasy can lead us to the Houses, these works are a hymn to the beauty of what was not beautiful before the artist put his hands on it. The banality of place becomes pretext for an investigation into space, form, detail and perspective. For an investigation into painting. Nannini says himself, that he is happy “with the nothingness that I live, because in this way one does not risk being slave of beauty, one is forced to take action to look for it”. And he also says that all his subjects, diurnal or nocturnal, spaces, settings, landscapes or figures, are nothing other than a means to give voice to that marvellous thing which is pictorial form. That form that makes the viewer really feel the sensation of the fabric of the tablecloth hanging to dry under their fingers, but at the same time, getting closer to the painting, they can’t help but realize that there, in that precise point, that which awaits them is not the hyperreality of the fabric’s texture, but the indefinite poetry of the brushstroke. The same thing happens with the figures, in Nicola Nannini’s painting. If at the beginning he loved family scenes, self portraits, old style portraits that he rendered with a dense and compendiary stroke (there exist incredibly poetic ones made on small boards), when in 2005 he begins the Type series, the artist finds a formula in which his fleshy, warm, vibrant, terribly carnal figurative is accompanied by a pleasant conceptual game. That is the
moment when his closeness to an artist like Lucian Freud is most legible. The flesh of his nude men and women is a triumph of reality that leads us to observe those bodies so closely that the overall view is lost in order to trace the skin’s thousand unexpected tonalities, and then here too, suddenly, even here, the eye meets the consistency of the brushstroke, that brushstroke that builds and shapes everything and then, on a whim, denies itself in the detail of the foot until it becomes transparency, an idea. But that’s not all: that body, so real that one can determine its heat, isn’t set back but stands out against a neutral background, frontal or in profile. Surrounded by anatomical details from a medical manual if nude, or by its accessories if it is presented clothed. Here the portrait takes on the aspect of a definition of the personality made up of details, of clues, as in the reconstruction of a profile conducted during a police investigation. And behind that which could seem an infantile game - the doll with her accessories - moves a subtle analysis around being and appearing. Or, once again, around the real and the artificial. In the works on show today in Varese one can read a synthesis of the evolution that the artist has lived up until now. The search for the places’ soul - in the sense closest to the definition that a philosopher like James Hillman could give - continues in the identification of a series of absolute spatial moments, of non-places, which in different European countries and the United States preserve a purity that unites them to the Italian provinces, again to the not so beautiful Ferrarese “lowlands” which became so charming and radiant in the hands of the artist. Nannini’s is a journey through space, from the Central European nights among which Germany, the Czech Republic and Slovenia to the countryside of Southern England, that he swears are incredibly similar to the outskirts of Ferrara, to the most desolate streets of Idaho, Oklahoma, Arkansas. But it is also a journey through time, from Vermeer in View of Delft to Eward Hopper’s enchanted light. In Vicolo di Caronte and Notte in giallo the same place is framed by two different points of view, and this already shows that it is not so much the subject that interests the artist as the possibility of brin-
ging the viewer onto that shrinking stairway, straight into the arms of that point of red light whose source is ignored; or to intrigue him with the light reflected on the window that partially reveals its content. The scheme of precipitant perspective, with a large portion of the painting reserved for the pavement, has become ever more refined and subtle over the years, as is the capacity to modify the scene without this being clearly perceptible. Cleaning the image from the details of embellishment, changing the chiaroscuro contrast in an expressive sense, reworking light by turning on new points of potency is the method through which Nannini rethinks the world for us. A delightful artifice seemingly so true as to catch you off guard. Meanwhile he makes the play of the brushstrokes always more sophisticated, apparently so defined as to show us each brick, but in reality powerfully impressionist up to - in the foreground - the expressionism of the unfinished. And then the winter night, immersed in snow, gives Nicola Nannini the chance to slip from the warm lights of the city night to the cold shades that gather around the whites, the greys, the greens, the icy neon yellows. Compared to the manner in which he dealt with the theme of the snow in 2015, dedicating a series to the highlands of Asiago with views of snowy landscapes in the distance, here Nannini decides to narrow the viewpoint onto a precise subject which he places at the centre of the painting, personalising it like an icon. The road that loses itself in the countryside, the low building with the silos next to it, the lonely building with those two lit windows, the red villa under the looming leaden sky, stare into our eyes, look at us, talk to us and tell us stories. With these views Nannini has united the spirit of his Type, of his human types, with the spirit of the buildings in which they live. And to stir up that immediate sense of loss and belonging in us, here the artist no longer needs anything but his magical ability to penetrate things, digging out restless thoughts and breaths, giving us a painting that has no intention of leaving us peaceful in beauty, but that continues to beat inside for quite a while, even when, reluctantly, we have looked away.
ALESSANDRA REDAELLI
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IL VICOLO DI CARONTE N.4
2019 | Olio su tela | 100 x 150 cm
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NOTTE. ODORE DI ZOLFO N.3 2019 | Olio su tela | 100 x 150 cm
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NOTTE IN GIALLO
2019 | Olio su tela | 100 x 150 cm
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NOTTE, NESSUNO IN GIRO
2019 | Olio su tela | 100 x 120 cm
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NEVE, ORA TARDA
2019 | Olio su tela | 100 x 120 cm
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NOTTE GIALLA N.2
2019 | Olio su tavola | 60 x 80 cm
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NOTTE, LOCANDA CHIUSA
2019 | Olio su tavola | 60 x 80 cm
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NIGHTFUEL
2017 | Olio su tavola | 60 x 80 cm
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NOTTE
2017 | Olio su tavola | 60 x 80 cm
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OGGETTO NOTTE N.8
2017 | Olio su tavola | 40 x 60 cm
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NOTTE A NESSUNDOVE
2015 | Olio su tavola | 38 x 54 cm
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NEVE/NOTTE N.1
2019 | Olio su tavola | 40 x 30 cm
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NEVE/NOTTE N.2
2019 | Olio su tavola | 40 x 30 cm
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NEVE/NOTTE N.3
2019 | Olio su tavola | 30 x 40 cm
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NEVE/NOTTE N.4
2019 | Olio su tavola | 30 x 40 cm
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NEVE/NOTTE N.5
2019 | Olio su tavola | 30 x 40 cm
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NOTTE
2018 | Olio su tavola | 30 x 40 cm
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NOTTE
2018 | Olio su tavola | 30 x 40 cm
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NOTTE DI PRESENZE
2017 | Olio su tavola | 40 x 30 cm
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NOTTE
2018 | Olio su tavola | 30 x 30 cm
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NICOLA NANNINI Bologna, ITA, 1972
Nicola Nannini nasce a Bologna nel 1972. Dopo gli studi classici si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna con il massimo dei voti. Dal 1994 al 2018 è docente di disegno e figura presso la Scuola di Artigianato Artistico di Cento e dai primi anni 2000 è docente di pittura presso l’Accademia Cignaroli di Verona. Terminati gli studi istituzionali, ha condotto autonomamente la propria formazione a contatto con le opere di grandi maestri dell’arte italiana ed europea, dalle quali ha assimilato le tecniche della pittura, del disegno e della grafica. Tali istanze si fondono nelle sue opere, dove il dialogo costante con la propria formazione culturale è parte integrante della poetica. Nannini affronta cicli tematici che vanno dalla catalogazione di tipologie umane e urbane a paesaggi di più ampio e lirico respiro, all’insegna di un’ambivalenza quasi contraddittoria, ma consapevole tra esigenze simboliste (o romantiche) da un lato e aspirazioni razionalistiche dall’altro; nella volontà di catalogare lucidamente l’ambiente circostante e le sue peculiarità. Protagonista di numerose rassegne personali e collettive in Italia e all’estero, ha esposto in gallerie private, musei pubblici e fondazioni. Molte sono le pubblicazioni che lo riguardano. Vive a lavora tra Bologna e Vicenza.
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Nicola Nannini was born in Bologna in 1972. After classical studies he graduated from the Bologna Fine Arts Academy with the highest marks. From 1994 to 2018 he was a drawing and figure teacher at the Cento Artisan School of Art, and since the early 2000s he has been professor of painting at the Cignaroli Academy of Verona. His institutional studies completed, he conducted his own training independently through contact with the works of great masters of Italian and European art, from which he assimilated the techniques of painting, drawing and graphics. These instances merge in his works, where the constant dialogue with his own cultural education is an integral part of the poetry. Nannini tackles thematic cycles ranging from the cataloging of human and urban typologies to landscapes of broader and more lyrical breadth, marked by an almost contradictory ambivalence, but aware of symbolist (or romantic) needs on the one hand and rationalistic aspirations on the other; in the desire to clearly catalogue the surrounding environment and its peculiarities. Protagonist of many personal and collective shows in Italy and abroad, he has exhibited in private galleries, public museums and foundations. He is referred to in many publications. He lives and works between Bologna and Vicenza.
PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI / SELECTED SOLO SHOWS 2019 Nowhere, a cura di A. Redaelli, Galleria PUNTO SULL’ARTE, Varese (ITA) 2018 Figures and landscapes, a cura di F. Baboni in collaborazione con Galleria Annovi (Sassuolo), Museo il Correggio, Palazzo dei Principi, Correggio (ITA) La geografia dell’altrove, a cura di F. Basile. Galleria Il Ponte 04, Pieve di Cento (ITA) 2017 Attraverso la notte, a cura di R.Cresti, Galleria le Muse, Andria (ITA) 2016 Le declinazioni del paesaggio. Da bianco neve a nero notte, Galleria Forni, Bologna (ITA) Arte Fiera Karlsruhe, Galleria Forni, Bologna (DEU) Continuo presente. Guercino, Bonzagni, Nannini, a cura di F. Gozzi, Galleria d’Arte Moderna Aroldo Bonzagni, Cento (ITA) Prove di immagine, Galleria Annovi, Sassuolo (ITA) Landschaften - Ansichten une Facetten, in collaborazione con Galleria Forni (Bologna), Museo Civico di Chiusa (ITA) I Muri Del Tempo, a cura di R. Cresti, Festival della Letteratura di Pordenone, galleria d’Arte Hippocratica, Pordenone (ITA) 2015 Golem, Installazione, Museo Diocesano d’Arte, San Fermo Maggiore (ITA) La notte e altri viaggi, a cura di M. Fazzini, in collaborazione con Galleria d’Arte Nino Sindoni (Asiago), Museo Diocesano d’Arte S.Fermo Maggiore, Verona. (ITA) La notte e altri viaggi, a cura di M. Fazzini, Galleria d’Arte Nino Sindoni, Asiago (ITA) Nicola Nannini. People, a cura di G. Campanini, Complesso Monumentale di Santa Maria della Vita, Bologna (ITA) La calligrafia della neve, a cura di N. Nannini e N. Sindoni, Galleria d’Arte Nino Sindoni, Asiago (ITA) 2014 Passaggio a Krumau. Omaggio a Schiele, a cura di R. Cresti, Galleria Forni, Bologna (ITA) Golem, Installazione, Associazione Culturale Il Ponte, Pieve di Cento (ITA) 2013 La grande pianura: visioni, Banco Desio, courtesy Galleria Forni, Bologna (ITA) Opus, Performance, opera di N. Nannini, musiche di T. Pedriali, Teatro Nuovo, in collaborazione con ArteFiera, Verona (ITA) 2011 Gianluca Corona, Nicola Nannini - Di Cielo e di Terra. La Grande Pianura, a cura di V. Cwalinski, Galleria Forni, Bologna (ITA) House land, a cura di L. S. Turrini, Annovi arte contemporanea, Sassuolo (ITA) 2010 Fashion Week, in collaborazione con WP (Work in progress, Bologna) New York (USA) Work in progress, WP Store, Parigi (FRA)
Milano Moda Donna, WP Store, Milano (ITA) Landscapes, Smelik & Stokking Galleries, L’Aja (NLD) 2009 Backdrop houses, Studio Forni, Milano (ITA) Nicola Nannini, Spazio 6, Verona (ITA) 2008 Nuda Veritas, a cura di G. Campanini e R. Cresti, Museo della Sanità, S. Maria della Vita, Bologna (ITA) Nicola Nannini, opere scelte, Banca Centro Emilia (BCC), Courtesy Annovi Arte Contemporanea, Carpi (ITA) Gli ultimi silenzi, a cura di G. Cerioli, Galleria Le Muse, Andria (ITA) 2007 Nicola Nannini, Smelik & Stokking Galleries, L’Aja (NLD) Nicola Nannini, Smelik & Stokking Galleries, Rotterdam (NLD) Nuda Veritas, a cura di G. Campanini e R. Cresti, Galleria Forni, Bologna (ITA) Notturni, Galleria Il Segno, in collaborazione con Annovi Arte Contemporanea, Brindisi (ITA) 2006 Nuovo evo, gli uomini e gli accessori nell’epoca dell’insicurezza, Annovi Arte Contemporanea, Sassuolo (ITA) 2005 Nicola Nannini, opere recenti, Galleria Il Tempietto, Brindisi (ITA) 2004 La notte, le piazze, la figura, a cura di R. Cresti, Chiesa di Sant’Apollinare, San Giovanni in Persiceto (ITA) Divertissement, a cura di G. Campanini, Associazione Culturale Il Ponte, Pieve di Cento (ITA) 2003 Nicola Nannini, a cura di F. Basile, Galleria Forni, Bologna (IT)A Nicola Nannini, a cura di A. Agazzani, Galleria Le Muse, Andria (ITA) 2002 Matite, a cura di G. Campanini, Sala della Partecipanza e Pinacoteca Civica, Pieve di Cento (ITA) 2001 Nicola Nannini, a cura di L. Scardino, Sala Orsatti, Ferrara (ITA) Notturni, a cura di A. Agazzani, Spazio Bocca in Galleria, Galleria Vittorio Emanuele II, Milano (ITA) Vedute su carta, Artecornice, Bondeno (ITA) 2000 Nicola Nannini, a cura di R. Cresti, Castello della Rocca, Cento (ITA) Nicola Nannini, opere, Sasso Marconi (ITA) Nicola Nannini, opere, Székesfehérvàr (HUN) Grandi Notturni, a cura di G. Campanini, Museo delle Generazioni Italiane del ‘900 G. Bargellini, Pieve di Cento (ITA) 1998 Carte, Associazione Colors, Ferrara (ITA)
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1996 Ritratti ed altre cose, Associazione Colors, Ferrara (ITA) 1995 Diario di un contemplatore, Auditorium San Filippo Neri, Cento (ITA) 1993 Suggestioni di poesia, Auditorium San Filippo Neri, Cento (ITA)
PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE / SELECTED GROUP EXHIBITIONS 2019 Ampliamento Galleria PUNTO SULL’ARTE, Varese (ITA) Arte Fiera Bologna, Galleria Forni Bologna (ITA) Arte Fiera Karlsruhe, Galleria Forni Bologna (ITA) 2018 <20 15x15/20x20, Galleria PUNTO SULL’ARTE, Varese (ITA) Arte Fiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) Arte Fiera Karlsruhe, Galleria Forni, Karlsruhe (DEU) Visioni, Galleria Annovi, Sassuolo (ITA) Dedalo, l’ombra del padre Galleria Le Muse, Andria (ITA) 2017 Arte Fiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) Arte Fiera Karlsruhe, Galleria Forni, Bologna (ITA) Arte Fiera Vicenza, Galleria d’arte Nino Sindoni, Vicenza (ITA). Arte Fiera Padova, Galleria d’arte Nino Sindoni, Padova (ITA) ArteFiera Verona, Galleria Forni, Verona (ITA) 2016 <20 15x15/20x20, Galleria PUNTO SULL’ARTE, Varese (ITA) Arte Fiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) 2015 Arte Fiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) Arte Padova, Galleria d’Arte Nino Sindoni, Padova (ITA) 2014 Lille Art Up, Grand Palais, Galleria Forni, Bologna (ITA) Arte Fiera Karlsruhe, Galleria Forni, Karlsruhe (DEU) Water Views, Paesaggisti all’acquerello del XXI secolo, TheArtsBox Associazione Culturale, Vicenza (ITA) Spoon River, dieci artisti per Edgar Lee Masters, a cura di M. Fazzini e Galleria Le Muse, Festival Della Letteratura, Pordenone (ITA) Arte Padova, Galleria d’Arte Nino Sindoni, Padova (ITA) 2013 ArteFiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) ArteFiera Strasburgo, Galleria Forni, Strasburgo (FRA) Spoon River, dieci artisti per Edgar Lee Masters, a cura di M. Fazzini, Galleria Le Muse, Andria (ITA) 64° Premio Michetti, palazzo San Domenico, Francavilla al Mare (CHE)
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2012 ArteFiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) ArteFiera Verona, Galleria Forni, Verona (ITA) 2011 ArteFiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) Landscape, Stadtmuseum Klausen, courtesy Galleria Forni, Bologna, Chiusa (ITA) Finis Valtellinae, a cura di G. M. Prati e P. Lesino, Palazzo Pretorio, Sondrio (ITA) Collezione 7x11. La poesia degli artisti, a cura di M. Fazzini, Festival Della Letteratura, Pordenone (ITA) Il Mito del Vero - Situation, a cura di G. M. Prati e P. Lesino in collaborazione con Provincia di Milano, Spazio Guicciardini, Milano (ITA) 54° Biennale di Venezia, padiglione Emilia Romagna, a cura di V. Sgarbi e P. Daverio, Palazzo Fava, Bologna (ITA) ArteFiera Verona, Galleria Forni, Verona (ITA) 2010 ArteFiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) ArteFiera Verona, Galleria Forni, Verona (ITA) Premio Arciere, a cura di V. Sgarbi, Sant’Antioco (ITA) Festival dei due mondi, a cura di V. Sgarbi, Spoleto (ITA) Il Mito del Vero, Fondazione Durini, Milano (ITA) Il Ritratto Il Volto, a cura di G. M. Prati e P. Lesino, Spazio Guicciardini, Milano (ITA) Collezione 7x11. La poesia degli artisti, a cura di M. Fazzini, Fondazione Tito Balestra, Longiano (ITA) Collezione 7x11. La poesia degli artisti, a cura di M. Fazzini, Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, Vicenza (ITA) 2009 ArteFiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) Fragile, handle with care, Castello di Spezzano, Annovi Arte Contemporanea e Bonelli lab, Fiorano (ITA) ArteFiera Verona, Galleria Forni, Verona (ITA) 2008 ArteFiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) Architetture sensibili, Castello di Rivara, Centro d’Arte Contemporanea, Rivara (ITA) ArteFiera Verona, Galleria Forni, Verona (ITA) 2007 Arte a Bologna, generazioni a confronto, a cura di F. Basile, Galleria Graphique, Bologna (ITA) Arte Italiana, 1968 - 2007, Pittura, a cura di V. Sgarbi, Palazzo Reale, Milano (ITA) 58° Premio Michetti, Nuovi Realismi, a cura di M. Sciaccaluga, Palazzo San Domenico, Francavilla al Mare (CHE) ArtLondon, Smelik & Stokking Galleries, Londra (GBR) Nuovi realismi, a cura di V. Sgarbi, Padiglione Arte Contemporanea (PAC), Milano (ITA) 2006 Sui generi, figure in posa, a cura di A. Agazzani, Galleria Le Muse, Andria (ITA) XXXIII Premio Sulmona 2007, Sulmona (ITA) 2005 Sui generi, paesaggi in posa, a cura di A. Agazzani, Galleria Le Muse, Andria (ITA) Altre figurazioni, a cura di A. Agazzani, Agorarte, Milano. Miniature, Smelik &
Stokking Galleries, L’Aja, Rotterdam, Amsterdam (NLD) XXIX Edizione Premio Aldo Roncaglia, San Felice sul Panaro (ITA) L’inquietudine del volto, a cura di V. Sgarbi, Bipitalia City, Lodi (ITA) 2004 Animalia, Galleria Forni, Bologna (ITA) Sui generi, natura in posa, a cura di A. Agazzani, Galleria Le Muse, Andria (ITA) MiArt Milano, Galleria Annovi, Milano (ITA) Sui generi, natura in posa, a cura di A. Agazzani in collaborazione con la Galleria Le Muse, Andria (ITA) Galleria Primo Stato, Reggio Emilia. Artexpò Bari, Galleria Le Muse, Andria (ITA) Città, Galleria Da Vico, Torin (ITA) Artegiovane, Promoart Pavia, Casteggio di Cantù (ITA) 2003 Artexpò Bari, Galleria Le Muse, Andria (ITA) Innesti Contemporanei, Associazione Il Salotto, Milano, Galleria Vittorio Emanuele II, Milano (ITA) 2002 ArteFiera Bologna, Galleria Forni, Bologna (ITA) Proposte, Studio Forni, Milano (ITA) ArteFiera Padova, Galleria Tondinelli, Padova (ITA) Giovane arte europea, in collaborazione con il Museo d’Arte Contemporanea di Pavia, Graffignana (ITA) 2001 Opere, Galleria Tondinelli, Roma (ITA) Proposte, Galleria Forni, Bologna (ITA) Giovane arte europea, a cura di R. Bossaglia, Castello Visconteo, Pavia (ITA) 1998 Rassegna nazionale della natura morta, a cura di M. Censi, Museo Sandro Parmeggiani, Renazzo di Cento (ITA) I Nannini, Villa Caruso, Firenze (ITA) 1997 Arte Giovane, Castello delle Rocche, Finale Emilia (ITA) Recenti acquisizioni, Castello della Rocca, Cento (ITA) 1996 Nicola Nannini, Davide Rivalta, a cura di R. Cresti, Palazzo delle Comunità, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, Medicina (ITA) 1995 Intersezioni, Castello delle Rocche, Finale Emilia (ITA) 1994 Recenti acquisizioni della Pinacoteca Civica, a cura di F. Gozzi, Pinacoteca Civica, Cento (ITA)
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