D.LONGHI, Novecento, architettura e città del Veneto

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ESTRATTO

NOVECENTO

ARCHITETTURE E CITTA’ DEL VENETO

Davide Longhi con la collaborazione di Riccardo Rampazzo

novecento architetture e città del veneto

Architetture e città del Veneto: riflessioni su una ricerca aperta

Modelli e città

Architettura, piani e città

I manufatti del Novecento hanno profondamente e intenzionalmente mutato il volto e la struttura della città. Ciò è avvenuto sotto la spinta della modernizzazione, della costruzione di un nuovo sistema di welfare e di legittimazione delle formazioni sociali emergenti. Si sono realizzati interventi di riorganizzazione di aree storiche, nuove espansioni a partire da centralità o nuclei minori, attrezzature sportive, stazioni ferroviarie. Questi interventi hanno profondamente mutato il funzionamento e l’immagine delle principali città del Veneto. Sullo sfondo dell’urbanizzazione diffusa si sono aggiornati i concetti di accessibilità, fruibilità, dinamica e propulsione.

Se nel caso di un singolo intervento le aggregazioni volumetriche, le soluzioni compositive, i rapporti fo rometrici, l’impiego di materiali, l’uso dello spazio aperto, il rapporto con lo spazio pubblico e la scala degli interventi sembrano non incidere così profondamente sull’assetto della città, la lettura di sequenze di inter venti in determinati contesti sembra rispondere deliberatamente ai cambiamenti e ad istanze di revisione dell’esistente. In singoli manufatti è spesso agevole notare “intenzioni urbanistiche”.

Le singole architetture, prima che oggetti isolati, al di là delle intenzioni del progettista, diventano ‘per ne cessità’ componenti di un progetto di città. Nel Novecento le ‘risposte urbane’ iniziano a passare attraverso il filtro della norma, dei codici e degli strumenti di pianificazione. In precedenza, questi strumenti assume vano connotazioni consuetudinarie e non raramente sperimentali, come nel caso di Venezia. Significativi esempi del rapporto città-manufatto sono alcuni progetti realizzati a Venezia, come il polo di ingresso alla città, innestato sul Ponte della Libertà e su spazi limitrofi, costituito dalla stazione ferroviaria, dal garage INA e dal Ponte degli Scalzi. Questo polo motiva l’apertura di nuovi assi urbani di decongestione del traffico acqueo, come l’apertura di Rio Novo1 e la realizzazione di nuovi uffici pubblici e direzionali in zone adiacenti. Questi ambiti, esito di incrementali rapporti fra elementi puntuali, trame e tessuti, mostrano evidenti diffi coltà a raccordare le regole compositive puntuali o areali con la struttura urbana.

1 M. SciMeMi, Architettura del Novecento a Venezia. Il palazzo Rio Nuovo, Venezia 2009.

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L’insieme di questi manufatti diventa il volto nuovo della città, icona di valori e modelli, e i singoli edifici aprono le porte a nuovi valori e cambiamenti. Come sosteneva Samonà è l’architettura stessa a fare la città2 . Il linguaggio della città del Novecento risulta un nodo centrale per la compren sione del dibattito intorno alle trasformazioni urbane: si tratti di ampliamenti della città storica, sostituzione di edifici storici o rielaborazioni delle facciate. Per tutto il secolo, vi è una tensione verso linguaggi di rottura nei confronti del passato, ma anche della contemporaneità. Questa tensione favorisce l’eteroge neità nella città novecentesca, molto maggiore di quanto è accaduto nei secoli precedenti.

La ricognizione3 ha permesso di leggere esiti simili frutto di scelte di piano antitetiche, ma ha anche consentito di far emergere come i linguaggi spesso influenzino il risultato di un piano più del piano stesso, oppure come scelte di riqualificazione scontino uno scarto (non sempre noto) fra cicli immobiliari e cicli di pianificazione.

Ne costituisce un chiaro esempio la riorganizzazione di Piazza della ‘Insurrezio ne 28 Aprile’ a Padova. Essa testimonia di fallimentari interventi di riallocazione della popolazione, ma anche di una lenta realizzazione di nuovi edifici direzionali proseguita ben oltre i tempi previsti, dopo una serie di sventramenti finalizzati alla creazione di connessioni (mai realizzate) di questa parte di città con altre aree centrali.

L’articolato rapporto città-piano-architetture generalmente ha nel piano il punto debole. Ciò non accade in paesi con culture e sistemi di pianificazione diversi dal nostro. In Italia, il piano indirizza e regola ma non modella, ha spesso tempi di realizzazione incompatibili con dinamiche urbane dotate di notevole autonomia. Il repertorio di architetture realizzate nel Novecento e un primo censimento del contemporaneo (già oggetto di pubblicazione) consentono di testare questa e altre ipotesi: in generale, per periodi e ambiti specifici.

2 G. Samonà, L’urbanistica e il futuro delle città negli stati europei, Bari 1959.

3 Realizzata in occasione della stesura del nuovo PTRC del Veneto, adottato con D.G.R. n. 372 del 17 febbraio 2009, consisteva in due fasi: la prima realizzata dagli Ordini provinciali degli architetti del Veneto, che hanno compiuto il censimento; una seconda fase legata alla ri elaborazione dei materiali, allo sviluppo di ricerche bio-bliografiche mirate, all’indagine sull’ar chitettura contemporanea pubblicata e alla costruzione di una prima banca dati, i cui gli esiti vengono riportati nel presente volume. Per maggiori dettagli sul piano si vedano: B. Dolcetta (a cura di), Relazione illustrativa, PTRC del Veneto, Conegliano 2009 e D. longhi, V. Ferrario (a cura di), Elaborati grafici e norme tecniche, PTRC del Veneto, Conegliano 2009.

Molti studi evidenziano come la città veneta resista al cambiamento, sia a modo suo ‘resiliente’, capace cioè di aggiornarsi per parti e di confermarsi nella struttura. Soltanto in casi eccezionali rinuncia a brani del suo tessuto, siano essi aperti o costruiti. E quando ciò accade è raro vengano meno i valori che hanno fatto la storia della città. Da pervasivi e genetici, essi rimangono come benchmark fisici, isolati ma connettibili, oppure eloquenti toponimi. Non solo. Le ‘storie’ delle città venete, numerose e ricche per intersezione di conoscenze contestuali e univer sali, arricchiscono le politiche urbane con il ‘progetto che non c’è’. I progetti non realizzati non sono una ‘storia parallela’ o ‘negata’, ma una componente reale dell’accaduto. Un caso emblematico (ma non è l’unico) è la disputa sul progetto di ampliamento della Loggia del Capitanio di Andrea Palladio a Vicenza, progetto presentato da Ettore Fagiuoli. In questa disputa, che di ‘locale’ ha molto poco, intervengono Gabriele d’Annunzio e lo stesso Mussolini4

Sperimentazione aperta tra Italia e Veneto L’architettura veneta del Novecento dialoga con la capitale culturale architetto nica d’Italia, la vicina Milano5. I rapporti con Milano si sviluppano per prossimità, analogia e innovazione. Milano, città mitteleuropea e lontana dalle influenze della politica romana, ospita i migliori professionisti italiani ed è sede delle più prestigiose riviste di architettura e design. Il rettore dello Iuav non chiama a Ve nezia docenti da altri atenei, ma professionisti che mantengono il loro studio a Milano. È il caso di Albini, Gardella, Belgioioso, De Carlo e di altri che caratteriz zano il dibattito culturale milanese non solo in campo architettonico, ma anche per l’attenzione ai problemi della città. Anche se le esperienze romane6 sono decisive per la cultura architettonica ita liana, la prossimità con il capoluogo lombardo contribuisce ad importanti inno vazioni. La scala dei progetti nel Veneto è ridotta anche perché essi tendono ad

4 P. nicoloSi, Mussolini architetto: propaganda e paesaggio urbano nell’Italia fascista, Torino 2008.

5 g graMigna S. Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001; M. granDi, a. Pracchi, Milano. Guida all’architettura moderna, Milano 2008; P. Bottoni (a cura di), Antologia di edifici moderni in Milano, Milano, 1954.

6 a. Muntoni, Roma tra le due guerre 1919-1944. Architettura, modelli urbani, linguag gi della modernità, Roma 2010; g. Montanari, a. Bruno, Architettura e città del Novecento, Roma 2009, pp. 192-198.

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inserirsi nei consolidati tessuti delle città storiche senza sostanziali modifiche dei tradizionali equilibri7. Con il distacco dall’eclettismo operato a Milano8 dalla cosiddetta Ca’ Brutta del 1922 di Giovanni Muzio, si opera una cesura culturale con un passato in cerca di riferimenti e si compie una scelta di ‘ispirazione italiana’, che Marcello Piacenti ni riconosce e apprezza in un nuovo tipo edilizio come il condominio9. Il concetto della memoria italica negli elementi compositivi si limita alla decorazione. Negli stessi anni si avvia una rimodellazione della città, un ridisegno che modifica l’as setto urbano di Milano. Definizione di nuovi isolati direzionali e abitativi, apertura di assi importanti, creazione di nuove strutture pubbliche: sono azioni di una politica urbana lungimirante con echi parziali nelle vicine città del Veneto. Espo

nenti di questo aggiornamento sono Gio Ponti, Emilio Lancia, Giovanni Muzio, Alberto Alpago Novello, Gigiotti Zanini, Mario Borgato, Piero Portaluppi.

Negli anni Venti il corso di Architettura in Veneto si stacca disciplinarmente dall’Accademia di Belle Arti e da Ingegneria, rivendicando una propria autonomia. Nasce nel 1926 la Scuola Superiore di Architettura di Venezia10, seconda in Ita lia. Dopo un avvio ad indirizzo decorativo, nuove tematiche progettuali iniziano a confrontarsi con le scuole internazionali non solo europee.

In Veneto, la diffusione del linguaggio del moderno passa (anche se in modo non esclusivo) attraverso la retorica del fascismo che individua, tra i suoi obiet tivi prioritari, la rappresentazione della politica imperiale nella costruzione di opere pubbliche11.

7 I progetti di Gio Ponti a Padova sono esemplari e, nonostante le cospicue demolizio ni, appariranno come una significativa integrazione dei manufatti al tessuto, in certa misura rivisto e funzionalmente aggiornato.

8 F. irace, Milano moderna. Architettura e città nell’epoca della ricostruzione, Milano 1996.

9 Per un quadro complessivo del Novecento italiano si vedano i seguenti testi: M. Bi raghi, a. Ferlenga (a cura di), Architettura del Novecento, vol. 1, Torino 2012; g ciucci, F. Dal co, Architettura italiana del Novecento, Milano 1990; P. Sica, Storia dell’urbanistica, il Novecento, Bari 1991; l. BeneVolo, Storia della città, 4. La città contemporanea, RomaBari 1993; g goBBi Sica (a cura di), Itinerari di architettura moderna in Italia, Firenze 1996; M. PiSani (a cura di), Marcello Piacentini, Architettura moderna, Venezia 1996; S. Polano, M. Mulazzani (a cura di), Guida all’architettura italiana del Novecento, Milano 1996; D. Bol tri, g. Maggia, e. PaPa, P.P. ViDari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Roma 1998; c. De Seta, L’architettura del Novecento, Torino 1981; B. Secchi, La città del ventesimo secolo, Roma-Bari 2005; c. De Seta, Archi tetti italiani del Novecento, Napoli 2006; r. JoDice,L’architettura del Novecento, Storia e Percezione, Roma 2004. Per un quadro regionale si vedano i seguenti testi: S. BariSone, M. FocheSSati, g. Franzone, a. canziani (a cura di), Architettura in Liguria. Dagli anni Venti agli anni Cinquanta, Milano 2004; l caPellini (progetto editoriale e fotografie di), g greSleri (coordinamento editoriale di), Guide di architettura. Bologna, Torino 2004; g. criStoForetti, h ghiara, S. torre, Genova. Guida di architettura moderna, Firenze 2004; l lagoMarSi no (a cura di), Cento anni di architetture a Genova 1890-2004, Genova 2004; a. Magna ghi, M. Monge, l. re, Guida all’architettura moderna di Torino, Torino 2006; P. BoniFazio, e giacoPelli (a cura di), Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architet tura moderna di Ivrea, Torino 2007; M.a. giuSti, r. taMBorrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Torino 2008; g.K. Koenig, Architettura in Toscana, 1931-1968, Verona 2000; g. greSleri, P.g. MaSSaretti (a cura di), Norma e arbitrio, Archi tetti e ingegneri a Bologna 1850-1950, Venezia 2001. Per un quadro regionale si rinvia alla bibliografia portata in calce ad ogni capitolo provinciale.

La componente infrastrutturale della spesa pubblica è un volano economico-socia le coerente con le politiche urbano-rurali del tempo, ma soprattutto uno strumen to simbolico: riferimento inequivocabile per il mercato e le pratiche quotidiane di famiglie e imprese. A questa componente si accompagnano interventi di ristrut turazione urbana, con creazione di importanti centralità attorno a spazi pubblici ‘disegnati’; si sperimentano modelli di bonifica e antropizzazione rurale, città di fondazione ‘tematiche’ e di diversa dimensione. In Veneto alcuni di questi inter venti evidenziano notevoli qualità progettuali come nelle opere di Ettore Fagiuoli, Giuseppe e Duilio Torres, Quirino De Giorgio, Francesco Mansutti e Gino Miozzo, Gino Peressutti. Essi realizzarono soprattutto edifici pubblici, e solo in parte resi denze per la borghesia, che imprimeranno un forte segno sulle città venete. L’adesione al fascismo12 crea un dibattito13 ancor più vissuto sul ruolo civico dell’architettura e sul significato di civitas. L’occasione della V Esposizione Trien

10 l. De SteFani, Le scuole di architettura in Italia. Il dibattito dal1860 al 1933, Milano 1992; g zucconi, M. carraro (a cura di), Officina Iuav, 1925-1980. Saggi sulla Scuola di architettura di Venezia, Venezia 2011; F. tentori, Imparare da Venezia, Roma 1994, Si con fronti con il testo: M. MineSSo, Tecnici e Modernizzazione del Veneto. La scuola dell’Univer sità di Padova e la professione dell’ingegnere (1806-1915), Trieste 1992.

11 Ludovico Quaroni, nell’intervista pubblicata da “Casabella” 515 del 1985, rivela come sui valori simbolici dell’architettura intervenisse direttamente il Duce. Interessante lettura del rapporto tra architettura e regime sviluppata in r. De SiMone, Il Razionalismo nell’Architettura Italiana del Primo Novecento, Bari 2011.

12 P. nicoloSo, Architetture per un’identità italiana. Progetti e opere per fare gli italiani fascisti, Udine 2012.

13 All’inizio del nuovo decennio il razionalismo, o stile funzionale, entra con forza nel panorama milanese, con magistrali architetti come Giuseppe Terragni. Il rifiuto dello stile nord-europeo dei cosidetti “neoclassici”, inteso come moda passeggera destinata a morire

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Figure dell’architettura in Veneto dall’alto, da sinistra verso destra:

Josef Hoffmann (1870-1956); Giuseppe Torres (1872-1935); Duilio Torres (1882-1969); Angelo Invernizzi (1884-1958); Ettore Fagiuoli (1884-1961); Brenno Del Giudice (1888-1957);

Gerrit Thomas Rietveld (1888-1964);

Eugenio Miozzi (1889-1979);

Alberto Alpago Novello (1889-1985); Giovanni Michelucci (1891-1990); Gio Ponti (1891-1979);

Pierluigi Nervi (1891-1979); Angelo Scattolin (1891-1979); Armin Meili (1892-1981); Giovanni Muzio (1893-1982); Angiolo Mazzoni (1894-1979); Giuseppe Vaccaro (1896-1970);

Francesco Bonfanti (1898-1959); Gino Miozzo (1898-1969) e

Francesco Mansutti (1899-1969); Alvar Aalto (1898-1976);

Giuseppe Samonà (1898-1983);

Luigi Piccinato (1899-1983); Virginio Vallot (1901-1982); Luigi Vietti (1903-1998).

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nale di Milano sancisce la contrapposizione tra ‘lo spirito della Romanità’ rappre sentato da Piacentini e il ‘razionalismo dello spirito’. Matura un nuovo punto di vista sintetizzato dalla ‘Casa sul lago per l’artista’14 realizzata da Giuseppe Terragni per la stessa esposizione, e condiviso da Pietro Lingeri, Oscar Ortelli e da molti altri. La stessa ‘Villa studio per un Artista’ di Figini e Pollini rafforza la contrappo sizione fra razionalismo dello spirito e razionalismo della materia. Gran parte del dibattito è ospitato dalle riviste di architettura, in primo luogo “Domus” diretta in quegli anni da Giuseppe Pagano15 L’espulsione di Terragni e di tutti i razionalisti dal concorso per la progettazione del Palazzo Littorio a Roma sancisce l’emarginazione della loro posizione proget tuale, nonostante lo stesso Terragni avesse cercato, con qualche forzatura, di re alizzare, parzialmente, un monumentalismo estraneo ai principi del razionalismo. È questo un momento decisivo per lo sviluppo del dibattito intorno al percorso da intraprendere per la realizzazione dello stile littorio: una contesa tra monumen talismo e razionalismo che comunque non critica alle fondamenta l’ideologia del fascismo. Posizioni distanti e straordinari interpreti si scontrano, indicando con disegni e modelli le vie da percorrere. BBPR, Bottoni, Cafiero, Carminati, Del Debbio, Del Giudice, Fasolo, Errera, Folin, Foschini, Frezzotti, La Padula, Libera, Lin geri, Moretti, Morpurgo, Palanti, Piacentini, Ponti, Pucci, Ridolfi, Rossi, Saliva. Gli stessi Pagano, Terragni e Vietti contribuiscono ad elevare il dibattito italiano rapportandolo alla nuova architettura nord-europea16 Gli echi di questo confronto arrivano in Veneto non tanto come polemica ospita ta nelle pubblicazioni e nei concorsi, ma come spunti nel nascente spazio della Biennale di Arte di Venezia e nelle realizzazioni che contrappongono con forma e stile punti di vista diversi. Piazza della ‘Insurrezione 28 Aprile’ a Padova è forse l’eco più vivida di questo dibattito a livello locale tra razionalisti come Miozzo e Mansutti e monumentalisti come Peressutti. Grandi maestri arricchiscono il panorama delle realizzazioni in Veneto, come per il progetto dell’Università di Padova di Gio Ponti, già coinvolto dall’amico Bon di lì a poco, contrapposto alle espressioni di adesione di molti, crea non pochi conflitti sul “neoclassico”.

14 G.L. CiaGà, G. Tonon (a cura di), Le case nella Triennale. Dal parco al QT8, Milano 2005.

15 a. BaSSi, l caStagno, Giuseppe Pagano, Roma-Bari 1994; F. Brunetti, Giuseppe Pagano. L’Università Bocconi di Milano, Firenze 1997; Giuseppe Pagano. Architettura tra guerre e polemiche, Firenze 1991.

16 g. VeroneSi, Difficoltà politiche dell’architettura in Italia 1920-1940, Milano 1953.

fanti nella costruzione della città sociale di Valdagno17. Anche Terragni approda sull’altopiano di Asiago con l’essenziale monumento a Sarfatti. Ma lo scoppio della guerra farà calare una coltre di silenzio su questo dibattito.

Con la ricostruzione postbellica si pone il problema del riscatto del razionalismo dalla compromissione col fascismo: ai superstiti di questo movimento si offre l’opportunità di mettere in pratica su larga scala il modello sociale, tecnico ed estetico che ad esso rinvia.

Forse con un po’ di presunzione la rivista “Domus”, sotto la direzione di Rogers (1946-1947), si apre con queste parole: “Si tratta di formare un gusto, una tec nica e una morale, come termini di una stessa funzione. Si tratta di costruire una società”18 .

Inizia così un importante periodo di rielaborazione per le città, con epurazione dei segni fascisti o loro mimetizzazione, con tentativi di razionalizzazione della città mentre si curano le ferite belliche. I piani regolatori diventano occasione di dibattito e quindi sul ruolo che l’architettura può assumere nel cambiamento. L’urbanistica diviene un fronte di battaglia tra ‘narrazioni’ antitetiche, spesso più politiche che scientifico-culturali19

Nella ricostruzione20 si diffondono nuovi modelli di edifici pubblici spesso stan dardizzati per ente promotore in tutto il territorio nazionale. La correlazione simbolica fra tipi edilizi e funzioni è molto forte durante il fascismo (sedi Incis,

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17 L’architetto milanese viene chiamato, per tramite di Francesco Bonfanti, a realizzare i progetti per la villa dei Marzotto, detta “la Favorita”. I lavori si fermarono dopo la realizza zione del basamamento per il Secondo Conflitto mondiale, dopo il quale i lavori non furono più ripresi.

18 e.n. rogerS, Programma: Domus, la casa dell’uomo, “Domus”, Milano 1946.

19 Gli Architetti Riuniti, di formazione razionalista, rielaborano il piano di Milano secondo una esplicita ottica redistributiva che interessa il lavoro, il reddito e la ricchezza e che diven terà ispiratrice del PRG di Milano (approvato nel 1950). Alla fine si arriva ad una sintesi delle contrapposizioni con un tecnicismo apparentemente apolitico. Tra gli autori del piano degli Architetti Riuniti, del 1944-1945, si ricordano: F. Albini, L. Belgiojoso, P. Bottoni, E. Cerutti, I. Gardella, G. Mucchi, G. Palanti, E. Peressutti, M. Pucci, A. Putelli e E.N. Rogers. Si defini scono standard e assetti che ricordano gli spunti razionalisti nella creazione di assi attrezzati, le spinte verso l’autosufficenza dei quartieri esterni. Questi aspetti vengono meno durante il processo di approvazione del piano con effetti sulla riorganizzazione del tessuto residenziale esistente in unità-quartiere, sulle politiche di welfare che prevedevano la realizzazione di centri di servizio locale e di aree verdi, unitamente al risanamento e alla rielaborazione dei tipi edilizi. Prevalgono strategie decisamente immobiliariste.

20 F. Brunetti, L’Architettura in Italia negli anni della Ricostruzione, Bologna 1998.

Figure dell’architettura in Veneto dall’alto, da sinistra verso destra: Giuseppe Terragni (1904-1943); Mario Ridolfi (1904-1984); Franco Albini (1905-1977); Ignazio Gardella (1905-1999); Carlo Scarpa (1906-1978); Daniele Calabi (1906-1964); Giulio Brunetta (1906-1978); Quirino De Giorgio (1907-1998); Ernesto Nathan Rogers (1909-1969); Edoardo Gellner (1909-2004); Marco Zanuso (1916-2001); Giancarlo De Carlo (1919-2005); Bruno Morassutti (1920-2008); Giuseppe Davanzo (1921-2007); Angelo Mangiarotti (1921-2012); Gino Valle (1923-2003); Sverre Fehn (1924-2009); Carlo Aymonino (1926-2010); Arrigo Rudi (1929-2007); Gianugo Polesello (1930-2007); Aldo Rossi (1931-1997); Igino Cappai (1932-1999) e Pietro Mainardis (1935-2007); Umberto Facchini (1935-2004) e Paolo Bandiera (1937-2007); Costantino Dardi (1936-1991).

[foto AS, BAN, D33, DM, GU, LD, PEA, SB, VL, VSP, ZF]

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Ina, Poste e Telegrafi, Banca d’Italia, e così via), ma rimane anche dopo. Un esempio è fornito dalle Ferrovie dello Stato21 che integrano nei tessuti storici o in aree immediatamente limitrofe immobili e spazi di movimentazione. È il caso delle stazioni di Venezia, Padova e Verona. Ospitando importanti funzioni pubbliche, la città storica resta il pivot della politica territoriale a svantaggio dei centri minori e delle campagne. Questi spesso alimentano importanti progetti altrove, nelle aree di bonifica o in Africa. Se durante il fascismo le politiche nazionali di autosufficienza consigliavano una attenta valutazione dei gradienti urbano-rurali e la sperimentazione di modelli di urbanizzazione rurale, nel dopoguerra la città acquista un ruolo strategico. In essa si ‘crea’ una domanda abitativa connessa allo sviluppo di nuove basi economiche, soprattutto al Nord, e si aumenta la capacità dell’offerta pubblica di alloggi. Grandi e piccoli quartieri diventano occasione di elaborazione di nuovi modelli di organizzazione comunitaria. In quegli anni lo Iuav (Istituto Universitario di Architettura di Venezia fino al 2003, oggi Università Iuav di Venezia) diventa riconosciuto protagonista non solo del dibattito nazionale, ma anche della spe rimentazione22

Il problema della casa era già percepito in Italia come emergenza soprattutto nelle maggiori città. I programmi di realizzazione di residenze pubbliche del pia no INA Casa (1949-1963) avviano una stagione di grande interesse progettuale. Vengono coinvolti rappresentanti del dibattito architettonico e urbanistico, spesso contigui alle esperienze europee. Si rielaborano modelli aggregativi complessi, vengono studiate soluzioni per il miglior soleggiamento dei locali, nuovi tipi edilizi, rielaborati spazi pubblici e porticati, ricercate soluzioni in rispo sta alla crescente motorizzazione privata. Vengono anche rielaborati i modelli di facciata nell’ottica dello sviluppo di un’unitaria riconoscibilità degli interventi23 .

Il tempo purtroppo non darà sempre ragione alle scelte progettuali di questi ultimi. Spesso restano prigionieri di un “modello teorico” piuttosto che fun gere da interpreti delle reali domande sociali. Emblematico esempio di questo distacco sarà soprattutto la generazione successiva di progetti come quelli che interessano il quartiere di Scampia a Napoli (Di Salvo, 1964-1972), il quartiere Zen a Palermo (Gregotti, 1969-1980), il quartiere Corviale a Roma (Fiorentino, 1972-1982). In tutti, la mancata o parziale realizzazione di infrastrutture e servizi collettivi ha messo in crisi le scelte progettuali. In Veneto la sperimentazione dei quartieri di alloggi sociali di Venezia, Treviso, Padova, Vicenza e Verona non se gue lo stesso destino, probabilmente per la meno marcata radicalità dei progetti e per la ridotta dimensione degli interventi che si contrappongono al tessuto urbano con minore determinazione. L’innovazione culturale coltivata nelle scuole di architettura24 degli anni Sessan ta e Settanta indica con chiarezza come ad un bisogno di libertà di approccio e di linguaggio si affianchi la necessità di sviluppare nuovi modelli di aggregazione sociale e di organizzazione della città. Docenti illuminati come Giuseppe Sa monà e docenti chiamati allo Iuav, gli “architetti-urbanisti”, Giancarlo De Carlo e Luigi Piccinato, credono che il progetto urbano interagisca con la vita sociale, e che l’architettura abbia un ruolo politico nella costruzione della città, dall’abi tazione unifamiliare ai complessi di quartiere, dagli edifici pubblici puntuali alle infrastrutture.

21 M. cozzi, e goDoli, P. Pettenella (a cura di), Angiolo Mazzoni (1894-1979). Architet to Ingegnere del Ministero delle Comunicazioni, Milano 2003.

22 P. Di Biagi (coordinamento generale di), Città pubbliche. Linee guida per la riqualifi cazione urbana, Milano-Torino 2009.

23 Nei gruppi di lavoro si discute di “unità di vicinato”, del rapporto tra città e nuovi quartieri, di uso dei materiali e dell’introduzione della prefabbricazione. Più difficile, anche se presente, era il dialogo con l’architettura vernacolare e le culture locali. L’idea di costru ire nuove centralità o rafforzare le esistenti si realizza all’interno dei quartieri con chiese e mercati, edifici pubblici e piazze. Esperienze significative sono quelle milanesi di Albini, BBPR, P. Bottoni, L.C. Daneri, I. Gardella, Figini e Pollini, G. Ponti e molti altri. A Roma si ricordano le esperienze di L. Quaroni, M. Ridolfi e S. Muratori, a Torino di G. Astengo, a

Il tema dell’abitazione unifamiliare è una costante occasione di sperimentazione di modelli e materiali. Si aggiornano i riferimenti rispetto al passato: reinterpre tando o superando nettamente il linguaggio modernista o storicista, si guarda all’esperienza degli Stati Uniti d’America, in primo luogo ai progetti di Richard Neutra e Frank Lloyd Wright. Uno sguardo comunque limitato, se si pensa al valore ambientale e non solo abitativo dei progetti di questi autori. Un importan te interprete di questa attenzione è Carlo Scarpa, con le sue straordinarie ville legate all’esperienza wrightiana.

Bologna G. Vaccaro, a Firenze G. Michelucci ed E. Del Debbio, mentre in Veneto maturano le esperienze di G. Samonà e di L. Piccinato a Mestre e a Padova. Diverso e con notevole carica sperimentale è il Quartiere Forte di Genova dove Daneri, nel 1956, sviluppa un piano con cinque lunghissimi edifici lineari lungo le isoipse collinari. Un piano simile all’esperienza compiuta da Le Corbusier nella vicina Marsiglia (1947-1952).

24 F. MancuSo (a cura di), Lo Iuav di Giuseppe Samonà e l’insegnamento dell’architet tura, Atti del convegno, Roma 2007; g. MarraS, M. Pogacˇ niK, (a cura di), Giuseppe Samonà e la scuola di Architettura di Venezia, Padova 2006.

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D’altro canto, gli edifici pubblici diventano occasione per nuovi linguaggi non più autoritari, formali o aulici. Cadono i simboli e con essi anche la forza di struttura zione urbana dell’edificio pubblico. Il testimone passa ad una società più aperta in cui la dimensione sociale25 diviene spinta innovativa, con al centro la persona, le sue relazioni e i suoi diritti: risorse liberate per uno sviluppo apparentemente senza limiti, anche se ciclico e indifferente a quanto sta accadendo nei paesi emergenti. Dopo gli anni Settanta il clima è di minore ottimismo rispetto alla riflessione sugli esiti della sperimentazione, sul presunto smarrimento del senso della città e della ‘tradizione’. La dimensione “veneta” del linguaggio architettonico era stata magistralmente reinterpretata, ma era riconoscibile anche in protagonisti come Edoardo Gellner, Angelo Scattolin, Brenno Del Giudice. Essa viene ripre sa con uno profondo ‘scarto’ dal postmodernismo. Il postmodernismo liquida i ‘grandi racconti’26 e in architettura tenta una reinterpretazione della tradizione in modo più aulico e formale, rimodellando proporzioni e forme, semplificando decorazioni e dettagli. Paolo Portoghesi, direttore della Biennale di Architettura del 1980, suggella la nuova rotta seguita con determinazione durante il boom edilizio degli anni Ottanta e Novanta. Nel Veneto gli esempi sono numerosi. Timpani, colonne e cornici saranno una costante non solo degli edifici pubblici, ma anche residenziali e industriali con effetti diffusi sul paesaggio urbano. Con una profonda critica al Movimento Moderno accusato di impersonalità, di rilut tanza ai contesti e alle pratiche quotidiane di famiglie e imprese27, contribuisce alla diffusione del postmoderno che tenta di rimediare a effimere citazioni, sim bolismi o a strumentali riferimenti alla tradizione locale.

25 La fondazione della rivista “Spazio e Società” diretta da Giancarlo De Carlo, dal 1975 al 2000, e si veda anche come non fosse solo l’architettura ad affrontare i temi sociali; si veda c. caSero, e. Di raDDo (a cura di), Anni ‘70: l’arte dell’impegno. I nuovi orizzonti culturali, ideologici e sociali nell’arte italiana, 2010.

26 Il postmodernismo entra in filosofia con J.F. Lyotard, che nel 1979 scrive La condi zione postmoderna. Nel testo l’autore parla della fine delle ideologie illuministe, idealiste e marxiste che cessavano di ‘smuovere le coscienze e di giustificare il sapere e la ricerca scientifica’. La crisi o la fine dell’idea di progresso costringeva ad un ripiegamento, ma so prattutto a privilegiare le interpretazioni ai fatti. L’effetto sull’architettura e sull’urbanistica è stato dirompente, anche se già da dieci anni (dal 1969 almeno) si udiva continua l’eco di un monito: l’architettura è morta (M. Tafuri). Per una critica al postmodernismo vedi M. FerrariS, Manifesto del nuovo realismo, Bari-Roma 2012.

27 Significativa la critica di Robert Venturi al celebre slogan di Mies van der Rohe: “less is more”, con lo slogan “less is bore”.

Aldo Rossi è l’esponente di maggior rilievo di questo movimento, nel quale ar chitettura e città diventano un connubio lucidamente teorizzato nel suo libro del 1966, L’architettura della città. Egli non pensa alla città come insieme di architet ture, ma all’architettura come processo di costruzione della città. Essa è memo ria collettiva che nelle trasformazioni conserva e rielabora la “permanenza della forma”. Rossi lascia pochi interventi in Veneto come il municipio di Borgoricco, i due interventi di edilizia sociale a Venezia e a Mira, da lui seguiti solo parzial mente, e il progetto di restauro della Fenice, ma l’eredità del suo lavoro segna profondamente l’approccio alla progettazione in Veneto. Chiude il secolo una certa spinta individualista, che propone oggetti riconosci bili, ma avulsi dal contesto o che con il contesto dialogano per contrappunto. Il successo di questo approccio si deve in gran parte alla capacità comunicativa dei progetti, anche se sui loro significati il giudizio non è unanime. Nella parziale stagnazione burocratica dell’attività dell’industria delle costruzioni nasce un uso strumentale dei progetti delle archistar28, che, talvolta, con la loro riconosciuta qualità progettuale sgomberano il campo dai veti incrociati che i ‘regimi urbani’ pongono al cambiamento di punti nevralgici della città. Vengono chiamati in Veneto Mario Botta dall’Università di Padova, dalla Cassamarca di Treviso e a Verona per il restauro dei Magazzini Generali, Alvaro Siza per alcuni edifici residenziali vicino Vicenza. A Jesolo, dopo Kenzo Tange, che ne realizza il piano, seguono Richard Meier, Carlos Ferrater e, recentemente, Zaha Hadid. Tadao Ando a Treviso (per il Gruppo Benetton) e alla Punta della Dogana di Venezia. Renzo Piano interviene a Vicenza per lo stabilimento della Lowara e Massimilia no Fuksas per gli uffici della Nardini a Bassano, detti ‘le gocce’. In altri siti anche l’intervento dell’archistar non riesce a sbloccare il progetto, come accade per il terminal d’acqua di Frank Gehry, all’aeroporto di Tessera o per il ponte nuovo sulla ‘piazza d’acqua’ di Bassano del Grappa di David Chipperfield, di fronte alla ipotizzata sede del centro artistico ‘Bonotto’. A cavallo tra i due millenni si assiste in tutta Italia, e in particolare in Veneto, ad un nuovo fenomeno. Venuta meno la spinta del postmodernismo, nonostante la facilità di riproduzione e riconoscibilità dei modelli compositivi, la riflessione ar chitettonica tende a smarcarsi dai caratteri salienti della koiné postmoderna: il di stacco ironico, il desiderio come forma di emancipazione e la deoggettivizzazione.

28 Il termine si deve a Gabriella Lo Ricco e Silvia Micheli, autrici del saggio Lo spetta colo dell’architettura. Profilo dell’archistar©, Milano 2003.

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Non è un distacco risolutivo, anche se facilita il dialogo fra linguaggi locali e in ternazionali producendo una nuova stagione architettonica, e non solo nel cuore nevralgico del Veneto, ma anche in territori apparentemente più tradizionali29.

Scuola di architettura e territorio

In Veneto lo Iuav gioca un ruolo decisivo, non solo per la formazione scientificoculturale, ma anche e soprattutto per l’intensa interazione con i territori regionali. Esponenti eccellenti dell’ateneo non esitano a partecipare assieme agli studenti a concorsi, proponendo soluzioni architettoniche e urbanistiche anche di rottu ra. Esse maturavano in strategie urbane e territoriali orientate a caratterizzare le centralità esistenti e a contraddire, in tempi non sospetti, la presunta naturalità della dispersione insediativa30 Partendo da un’attenta interpretazione delle domande di un territorio in rapida tra sformazione, e dalla loro attualizzazione nel moderno, Giuseppe Samonà irrobu stisce la scuola veneziana chiamando importanti progettisti soprattutto milanesi. La scuola aveva mosso i primi passi con Giovanni Bordiga, Guido Cirilli, Guido Sul lam, Brenno Del Giudice, Giuseppe Torres, alcuni dei quali docenti formatisi all’Ac cademia delle Belle Arti. L’ultima, ma fondamentale, eredità di quel mondo cultura le è Carlo Scarpa, che diventa docente nel 1933. Già in questa prima fase i docenti di architettura si confrontano con il territorio: Guido Sullam realizza il portale del cimitero ebraico al Lido di Venezia (1924), Brenno Del Giudice realizza la residenza a Cannaregio (1931-1932), la casa del Farmacista al Lido (1923-27) e il Padiglione Venezia della Biennale (1932) come Guido Cirilli, con Duilio Torres, il Padiglione Italia (1914 e 1932), Giuseppe Torres il Tempio Votivo del Lido (1925-1937). Nel 1936 Samonà31 sviluppa una nuova strategia educativa, superando le inerzie dell’Accademia e proponendo una maggiore adesione alle istanze della contem

poraneità. Dal 1948, ritenendo i principi del razionalismo troppo lontani dalle esigenze umane e dai problemi reali, Samonà avvia una vera e propria ‘cam pagna acquisti’ di figure di spicco della progettazione in Italia. A Luigi Piccina to, chiamato nel primo dopoguerra, seguono Franco Albini, Ignazio Gardella e Bruno Zevi. A metà degli anni Cinquanta la straordinaria squadra di docenti si arricchisce con Ludovico Barbiano di Belgiojoso e Giancarlo De Carlo. Lo Iuav si struttura così come scuola di innovazione dal profilo internazionale, ma profon damente legata al territorio veneto. L’opera di Carlo Scarpa32, oggetto di una letteratura vastissima, segnerà profon damente la storia dell’architettura veneta. I suoi interventi, di spessore culturale internazionale, si sviluppano per immagini minute e complesse, interrogano la materia e i contesti, propongono l’ibridazione di materiali costruttivi tradizionali, metallo, vetro e calcestruzzo, in una composizione tra le più raffinate del pa norama novecentesco. La profonda sensibilità per il dettaglio è trasmessa alle maestranze e agli allievi. Molti diventeranno docenti di riferimento allo Iuav, da

di architettura a Venezia, Padova 2006; a. Mioni, e c occhialini (a cura di), Giancarlo De Carlo, Immagini e frammenti, Milano 1995; F. Bucci, F. irace, Zero Gravity, Franco Albini, Costruire le modernità, Milano 2006; M. antico (a cura di), Giuseppe Davanzo, il mestiere dell’architetto, Milano 2005; S. guiDarini, Ignazio Gardella nell’architettura italiana, opere 1929-1999, Milano 1996; P. croSet, l. SKanSi, Gino Valle, Milano 2010; M. aDJMi (a cura di), Aldo Rossi, The complete buildings and projects 1981-1991, Milano 1996; F. MancuSo, Edoardo Gellner. Il mestie re di architetto, Milano 1996.

29 D. longhi, Architettura e Territorio. Provincia di Belluno, Padova 2012.

30 Sono interessanti, in questa prospettiva, i progetti di Giuseppe Samonà. Con il proget to di concorso per la realizzazione del Tronchetto dei primi anni Sessanta, Samonà si oppone alla connessione automobilistica della terraferma al centro storico, proponendo una ricompo sizione del tessuto con una linea tranviaria così anticipatrice e ‘moderna’ da forzare la stessa traccia del concorso. Nello stesso periodo Samonà attiva un laboratorio didattico su quella che oggi viene denominata ‘città del pedemonte’ con l’intento di riconoscerne una morfologia spe cifica e di risolvere i già evidenti problemi di accesso lungo le direttrici nord-sud ed est-ovest.

31 Si vedano come riferimenti principali rispetto ai docenti Iuav: F. Dal co, g. Mazzariol, Carlo Scarpa, Opera completa, Milano 1984; g zucconi, Daniele Calabi. Architetture e proget ti 1932-1964, Venezia 1992; g. MarraS, M. PogacniK (a cura di), Giuseppe Samonà e la scuola

32 Le opere di Carlo Scarpa riportate nel Censimento sono: 1935-1937 e 1955-1956 Uni versità Ca’ Foscari, restauro e aula Mario Baratto, VE; 1944-1947 Negozio Tessiladriatica e Casa Bellotto, VE; 1945-1959 Allestimento Galleria dell’Accademia, VE; 1951-1952 Giardino delle sculture, VE; 1952-1953 Museo Correr, allestimento sezioni storiche, VE; 1953-1954, 1956 Padiglione Venezuela, VE; 1955-1957, 1957-1959 Camping Fusina, VE; 1955-1957 Tribu nale di Venezia, aula Manlio Capitolo, VE; 1955-1957 Ampliamento della Gipsoteca Canovia na, Possagno, TV; 1956-1964 Chiesa di Nostra Signora del Cadore, BL (collaborazione); 19571958 Negozio Olivetti, VE; 1957-1960 Museo Correr, riordino della Quadreria, VE; 1958-1964 Museo di Castelvecchio, VR; 1960 Tomba Lazzari, Quero, BL; 1960 Galleria Altinia, TV; 19611963 Progetto di interni di casa e studio Scatturin, VE; 1961-1963 Fondazione Querini Stam palia, VE; 1962-1965 Casa e studio Ettore Gallo, VI; 1964-1969 Casa Balboni, VE; 1968 Siste mazione del Monumento La Partigiana, VE; 1968-1978 Fondazione Masieri, VE; 1969-1974 Tomba Brion, San Vito di Altivole, TV; 1971-1975 Sistemazione esterna della Villa “Il Palazzetto”; 1973-85 Banca Popolare di Verona; 1974-1978 Portale d’ingresso Ca’ Foscari, Lette re e Filosofia, VE; 1974-78 Casa Ottolenghi Bardolino, VR; 1974-1979 Casa ad appartamenti Borgo, VI; 1976-1978 Casa Curto, Quero, BL; 1977 Tolentini, VE; 1978-1980 Presbiterio della Chiesa di Santa Maria del Torresino, PD

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Quartieri dall’alto, da sinistra verso destra: Villaggio ENI, Borca di Cadore; Piazza dell’Insurrezione 28 Aprile 1945, Padova; Quartiere INA Casa Forcellini, Padova; Corso del Popolo, Rovigo; Città Giardino, Treviso; Villaggio Coordinato CEP, Treviso; Quartiere IACP Sant’Elena, Venezia; Quartiere INA Casa San Giuliano, Venezia; Quartiere Barche Piarda, Vicenza; Quartiere del Sole, Vicenza; Borgo Trento, Verona; Corso Italia, San Bonifacio.

[elaborazione mappe patchwork studiArchitettura]

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Arrigo Rudi a Sergio Los, Franca Semi e Giuseppe Davanzo, mente il figlio Tobia lavorerà ininterrottamente con il Gruppo Benetton per quasi trent’anni, matu rando una propria autonomia formale, ma conservando la profonda attenzione per l’approccio culturale al progetto. Il Museo di Castelvecchio resta un ine guagliato esempio per qualità espressiva e dialogo tra antico e moderno, dove, trasferitosi praticamente dentro il cantiere, riceveva molti studenti veneziani del suo corso. Irraggiungibile, per composizione ed equilibrio, è l’ampliamento del cimitero di Altivole per la tomba Brion: un progetto che risolve nell’articolazione di un luogo di meditazione i complessi rapporti tra architettura, design e pae saggio. Un’isola che va oltre la rimembranza e che ospita con una riconoscente pietas le spoglie dell’autore.

Arrigo Rudi realizzerà a Verona il Museo Lapidario Maffeiano oltre che molte residenze, Sergio Los la Penitenzieria di Monte Berico, Giuseppe Davanzo innu merevoli edifici nel trevigiano e lo straordinario Foro Boario di Padova. Oltre ai lavori di Scarpa e dei suoi allievi, i progetti più significativi raccolti nel libro rimangono: la sede dell’INAIL di Venezia (1952-1956), la Banca d’Italia a Padova (1970-1974), l’ampliamento del municipio di Cadoneghe (1980-1989) di Giuseppe Samonà e del Villaggio San Marco (1953-1963) con Luigi Piccinato ed Egle Trincanato, il Condominio Cicogna (1953-1957 e 1958-1962) e il Quartiere del Comitato per la Produzione Edilizia CPE di Vicenza (1956-1967) di Ignazio Gardella con un giovanissimo Valeriano Pastor; il Restauro del Convento degli Eremitani dei Musei Civici di Padova (1969-1985) per opera di Franco Albini. Giancarlo De Carlo lavora prevalentemente ad Urbino, impegnando significative risorse veneziane nel laboratorio progettuale marchigiano. Nel Veneto De Carlo realizza l’interessante quartiere di Mazzorbo (1979-1997), alcune opere minori e l’ultimo progetto, il Blue Moon, al Lido di Venezia nel 1995-2002. I docenti daranno vita a un laboratorio aperto alla riflessione teorica e alla sperimentazione come documenta questo repertorio. Gli anni Sessanta, unitamente all’arrivo di un importante docente di ingegneria di Padova, Daniele Calabi, si caratterizzano per l’esordio di nuove figure che orienteranno il dibattito sulla progettazione architettonica e urbana non solo ita liana: Carlo Aymonino, Leonardo Benevolo, Manfredo Tafuri e Guido Canella. Ad essi si affiancano progettisti formatisi a Venezia come Gino Valle, Valeriano Pastor, Gianugo Polesello, Luciano Semerani, Costantino Dardi, Franco Mancu so, Bruno Dolcetta, Gianni Fabbri, Donatella Calabi, Marino Folin. Questi ultimi lasceranno tracce importanti sul territorio veneto con progetti di qualità. Ad esempio, alla straordinaria produzione di Daniele Calabi per l’Univer

sità di Padova, con Giulio Brunetta, si affianca un forte impegno nello sviluppo dei temi della residenza privata.

Da questi contatti nasce una importante riflessione disciplinare dentro l’ateneo: la scuola urbanistica veneziana, che verrà influenzata inizialmente dal contatto con Quaroni e Piccinato, entrambi provenienti da Roma e, a partire dall’inizio de gli anni Settanta, da Astengo (Torino). Piccinato e Astengo integrano l’approccio morfologico con gli indirizzi dell’urbanistica organica e le scienze sociali.

Questi innesti scientifico-culturali creano una fertile interazione fra architettura e urbanistica e favoriscono l’istituzione del primo corso di laurea in Urbanistica a Venezia nel 1971.

Nei primi anni della sua attività, la componente ‘progettuale’ del corso combina attività professionale e formazione, mentre la componente ‘analitica’ mette a punto originali apparati ‘critici’, che porteranno alla fondazione del Dipartimento di Analisi Economica e Sociale del Territorio (Daest).

Significativa rimane l’esperienza urbanistica nei diversi capoluoghi compiuta dai docenti Iuav, legata al dibattito scientifico-culturale universitario. Ricordiamo a Padova i piani di Piccinato, a Venezia il lavoro di L. Benevolo, a Verona il succe dersi di M. Vittorini, F. Mancuso, P. Tombolan, a Vicenza e Belluno B. Dolcetta, a Bassano del Grappa e Feltre F. Mancuso, a Jesolo R. Chirivi, e moltissimi altri che lavoreranno nei comuni minori33 Contemporaneamente (1980-1986) si realizza il quartiere residenziale della Giudecca di Gino Valle34, che progetterà anche il nuovo Tribunale di Padova (1980-1984). Seguiranno il teatro di Vicenza (1984-2007) e il polo universitario di Padova del 1994, concluso nel 2012. Alla Giudecca sono importanti il progetto

33 È da ricordare un importante momento d’impegno per lo Iuav nella riprogettazione di Longarone dopo il disastro del Vajont (1963). Samonà coinvolgerà docenti e studenti in un impegno di ricerca e di progettazione concreta che inciderà profondamente sull’esito della ricostruzione.

34 Gino Valle in Veneto lavora realizzando edilizia sociale ed edifici pubblici; i principali lavori in nota sono: 1976 Scuola Media, Mestre, VE; 1978-1991 Centro distributivo e uffici Bergamin, Portogruaro, VE; e il gruppo di scuole prefabbricate: 1976 Istituto Comprensivo Colombo, Chirignago, VE; 1979 Scuola Primaria, Mestre, VE; 1979 Istituto Tecnico Statale Negrell, Feltre, BL; 1980 Scuola Media, Negrar, VR; 1980-1984, 1984-1986 Quartiere di abi tazioni di edilizia popolare, Giudecca, VE; 1982-1987 Ex Cassa Rurale e Artigiana, Schio, VI; 1984-1990 Palazzo di Giustizia, PD; 1984, 2000-2007 Teatro Comunale di Vicenza, VI; 19901995 Ex Cotonificio IUAV, VE; 1994-1998 Nuovo Polo Universitario e Facoltà Psicologia, VE; 1995-1996 Magazzino e centro vendite Bergamin, Istrana, TV

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residenziale di Valeriano Pastor del 1993-1995 e quello con Cappai-Mainardis35 nel 1982-1989. Significative sono le sperimentazioni sul tema dell’edificio sco lastico: a Marghera nel 1962-1965, a Mirano del 1975, a Dolo del 1978. Di Gia nugo Polesello, Bibione ospita una interessante opera: il mercato del 1975-1981 e, più tardi progettato con ISP, il casello di Padova est realizzato nel 2003-2005. Contestatissimo è stato l’ampliamento dell’ospedale di Venezia di Semerani del 1978-1998. Visionario è il lavoro di Costantino Dardi per lo studio di un nuovo modello di stazione di servizio. Ne viene realizzato solo uno nel 1971, in località Venezia-Bazzera.

L’affermarsi della scuola di ‘storia dell’architettura’ di Tafuri, che si smarca defi nitivamente dalla progettazione architettonica, indebolisce la presenza venezia na di Zevi e di Benevolo. Per i due maestri l’insegnamento della storia dell’archi tettura è strettamente connesso al progetto, un legame di sintesi che si risolve nel prodotto attento ai processi e ai contesti che lo generano. È una differenza strategica, questa, le cui implicazioni non sono state risolte con l’abbandono dello Iuav da parte di Zevi e Benevolo. Gli esiti sono emersi con evidenza nello Iuav dopo la morte di Tafuri.

La scuola veneziana riprende vigore dalla metà degli anni Settanta, con la dire zione dell’ateneo da parte di Aymonino.

Arrivano Aldo Rossi, Vittorio Gregotti36, Francesco Tentori, Giorgio Ciucci e, molto più tardi, Francesco Venezia. Ultimi in ordine di arrivo sono Alberto Cec chetto e Carlo Magnani, già protagonisti di esperienze progettuali interessanti nel territorio veneto, frutto di una continua e ricca ibridazione tra la scuola ve neziana e l’architettura internazionale37. Opere da segnalare sono quelle di Aldo Rossi, nel 1983-1989 e il Nuovo Municipio di Borgoricco a Padova. Esse si van no ad aggiungere a quelle di Francesco Tentori nel 1966-1972, con il Cimitero

di Muda Maè sempre a Longarone (BL). Collaborano lo stesso Avon e Zanuso, autore della delicata ‘fabbrica’ Brion-Vega a Caselle d’Asolo, arricchita dal quasi impercettibile disegno del piano di campagna di Porcinai.

Abitare la città che cresce

Nuovi quartieri tra le due guerre

35 l. PaVan, Cappai e Mainardis: laboratorio veneziano, Roma 2004.

36 Vittorio Gregotti realizza in Veneto: nel 1981-2001 le Abitazioni dell’area Saffa, VE; nel 1987 il Centro servizi Area San Carlo, Arcella PD; nel 1992 l’Edificio per abitazioni, uffici e centro commerciale, Cadoneghe PD

37 Altri docenti Iuav che negli anni si sono confrontati con progetti realizzati e pubblicati sul territorio veneto: Aldo Aymonino, Armando Barp, Donatella Calabi, Armando Dal Fab bro, Paolo Faccio, Marino Folin, Claudio Lamanna, Marcello Mamoli, Eleonora Mantese, Daniele Pini, Franca Pittaluga, Vittorio Spigai, Umberto Tubini, Enzo Siviero, Roberto Sordi na, Guido Zordan, e i numerosi docenti a contratto come Pierantonio Val, Maria Alessandra Segantini, Andrea Viviani, Paolo Ceccon, Sebastiano Steffinlongo, Viviana Ferrario e, immo destamente, l’autore del volume.

Tra le due guerre si inizia a pensare alla qualità dell’abitare, alle forme di aggrega zione edilizie e ai nuovi quartieri sotto la spinta della crescita industriale e demo grafica. I modelli insediativi compatti non sembrano adeguati ai nuovi standard igienico-sanitari, alla variazione delle tipologie di famiglie e ai tipi abitativi. Passe ranno alcuni decenni prima che i centri storici entrino con forza nei processi di riqualificazione e valorizzazione urbana, come dimostrerà l’irripetibile esperienza bolognese degli anni Settanta guidata da P.L. Cervellati. I filoni di ricerca che si svilupperanno sono principalmente due: quello che assu me il modello della città-giardino e, antiteticamente, quello che si rifà alla città compatta. La prima sperimentazione avviene nelle aree periferiche di Venezia insulare. Nella città lagunare, la domanda abitativa delle classi lavoratrici meno abbienti, non ancora espulse dalla città storica grazie all’intensità della sua indu strializzazione, era ancora sostenuta. Il modello della città-giardino diventerà un importante riferimento per l’attività edilizia del Lido38. Viene realizzato tra il 1907 e il 1912, con l’intento di assecondare la domanda della nascente industria del turismo balneare. Si tratta di un impianto semplice, a maglie ortogonali, rivolto verso la laguna. È costituito da villini e piccoli fabbricati plurifamiliari che nei par ticolari delle facciate cercano una intesa con i tipi tradizionali. Nel quartiere di Sant’Elena (1923-1925), si pone esplicitamente il tema dell’in tegrazione linguistica con la città. L’articolazione dei corpi di fabbrica e l’uso di diversi fraseggi mutuati dalla storia di Venezia fanno di questa zona un test sui metodi costruttivi moderni. Nel quartiere ‘Mussolini’ (oggi Santa Marta), realizza to tra il 1926 e il 1940 per i lavoratori portuali della Manifattura tabacchi e del Co tonificio, il tema non sembra svilupparsi con analoga coerenza. Nel disegno dello

38 Venezia nuova. La politica della casa, 1893-1941, Venezia 1983; F. MancuSo, Vene zia è una città. Come è stata costruita e come vive, Venezia 2009; e. BarBiani, Edilizia po polare a Venezia. Storia, politiche, realizzazioni dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Venezia, Milano 1983.

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spazio pubblico, notevolmente dilatato rispetto al modello urbano veneziano, il quartiere ‘Mussolini’ riesce con difficoltà a creare due snodi urbani morfologi camente e funzionalmente plausibili, mentre la restante parte sembra solo pre occuparsi di valorizzare interstizi ed aree di risulta del porto e delle manifatture.

Il quartiere di San Girolamo a Cannaregio viene realizzato con un primo lotto tra il 1940 e il 1942 e con un secondo a metà degli anni Cinquanta. Nonostante insista in una frangia periferica di Venezia e con un modello insediativo ge ometricamente semplice, l’impianto risulta molto rigido e in contrasto con la flessibilità morfologica del centro storico. Solo i tipi edilizi richiamano frammenti di linguaggio storicistico.

Di un certo interesse è il progetto del quartiere di San Rocco, nel cuore di Vene zia, dietro il complesso conventuale dei Frari. L’intervento occupa una serie di orti interclusi e fabbriche di poco valore con un impianto attento alle connessio ni e a soluzioni di qualità. Il linguaggio è una componente marginale della strate gia progettuale, affidata agli elementi tradizionali: calle, sottoportego, campiello, fondamenta, ponti, giardini privati murati.

Se a Venezia il problema dei nuovi impianti è l’innesto nelle trame e nei tessuti della città storica, nelle aree libere della terraferma il modello di città-giardino sembra una risposta adeguata alle domande di moderno insediamento connesse al nuovo ciclo di industrializzazione pesante. A partire dall’esperienza di Luciano Emmer, a Marghera nel 1924, il problema non è più il legame con la città esi stente, quanto il disegno di un modello capace di mediare fra una morfologia insediativa meno densa, rete viabilistica, mobilità di persone e cose, accessibilità.

La creazione della spina centrale con la grande chiesa in mattoni e il centro par rocchiale, i giardini, le connessioni a stella verso i quartieri residenziali e i servizi comunitari primari confermano l’idea.

Se l’esperienza di Marghera parte dal bisogno di alloggiare i lavoratori dell’area industriale di Porto Marghera, l’esperienza della città-giardino di Padova rinvia al tentativo di risanamento del degrado del centro storico, urbanizzando una parte della città localizzata dentro le mura veneziane che inglobavano ancora ampi spazi aperti. Il progetto padovano si sviluppa intorno ad un elemento monumentale, il Palazzo Esedra del 1925, con lo sfondamento di Via Vittorio Emanuele che da Pra to della Valle porta a Santa Croce. Il disegno urbano è semplificato ed ispirato ad una logica di valorizzazione puntuale piuttosto che ad un disegno coerente e com plesso. L’alto costo dei terreni e la parcellizzazione degli interventi rallenta il com pletamento del progetto. Dopo un primo impulso tra le due guerre, si trascina fino agli anni Cinquanta con i noti progetti di Daniele Calabi dedicati alle ville urbane.

A Vicenza39 e a Treviso40 il tentativo di costruzione di una città-giardino resta embrionale. Si tratta di piccole porzioni periferiche, con disegno appena abboz zato, che non riescono ad esprimere elementi di centralità. Esse favoriscono la formazione di un tessuto rarefatto, adatto ad accogliere le nuove abitazioni con giardino della classe borghese in rapida espansione. A Treviso, tra la cittàgiardino interna alle mura urbane e il centro storico, si localizzano una serie di edifici pubblici che connettono questa parte della città a piazza del Duomo, inclu dendola nel tessuto cittadino.

A Verona41 coesistono due approcci all’espansione della città. Quella di Borgo Trento, oltre il ponte della Vittoria, assumerà un carattere più urbano con faccia te alte e continue, mentre l’intervento in aree più a settentrione, a est e a ovest assumerà un connotato da città-giardino. Una conferma viene dal quartiere di Valdonega, realizzato con semplice griglia ortogonale per lotti a villino. Entram bi gli approcci non riusciranno, se non parzialmente, ad esprimere un vero e proprio rinnovamento del linguaggio dell’accademia, allora vicino all’eclettismo. Maggiore impatto urbano avrà l’intervento a sud di Borgo Trento. Qui si tenterà di creare una continuità con il centro della città e con i nuovi servizi, si consolide rà la nuova distribuzione commerciale ai piani terra, verranno dedicati spazi per nuovi uffici e appartamenti. Il quartiere, seguendo le norme municipali vigenti, adotta standard di ampiezza delle vie per garantire l’igiene e la mobilità, e pro pone un orientamento diagonale delle strade per assicurare il soleggiamento dei fabbricati. Anche in questo caso il processo di costruzione non è lineare e si conclude dopo numerosi aggiustamenti.

Contemporaneamente, a Verona si realizzano altri interventi puntuali e pregnan ti: essi cercano una difficile integrazione con il tessuto urbano e puntano a den sificare le aree prossime alle mura per la realizzazione di alloggi popolari. È il caso dei quartieri di Porta Palio e San Bernardino, dove si realizzano tra il 1913 e il 1934 impianti regolari con costruzione di case in linea a pianta rettangolare alte quattro-cinque piani.

Il villaggio Angelo Dall’Oca Bianca (1938-1939) si presenta con caratteristiche diverse. Si tratta di un insediamento quasi rurale, costituito da case ad un pia-

39 W. SteFani, a. roSSato, Vicenza nel tempo, la città di ieri, la città di oggi, Somma campagna 2009.

40 e. Brunetta, Treviso e la Marca tra Ottocento e Novecento, Treviso 1999.

41 M. Vecchiato (a cura di), Verona nel Novecento. Opere pubbliche, interventi urbani stici, architettura residenziale dall’inizio del secolo al ventennio (1900-1940), Verona 1998.

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Soluzioni d’angolo dall’alto, da sinistra verso destra: Edificio residenziale e commerciale, Padova; Edificio residenziale Risorgimento, Padova; Edificio per la Società Edilizia Padovana, Padova; Edificio residenziale e commerciale, Padova; Quartiere alla Favorita, Valdagno; Condominio Rossi, Verona; Casa per sei appartamenti e negozi, Padova; Autostazione Trionfo BIRI, Padova; Edificio residenziale, Vicenza; Edificio per appartamenti, Verona; Edificio per appartamenti, Verona; Casa Cirla, Verona; Edificio residenziale, Verona; Edificio residenziale, Verona; Edificio residenziale d’angolo, San Bonifacio; Edificio residenziale, Verona; Condominio per impiegati statali, Verona; Ex Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno, ora Unicredit, San Bonifiacio. [foto AS, BEA e MEA, DM, LD, OAPPCV, PF]

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no con orto e da un nucleo centrale composto dalla piazza con chiesa, asilo e centro educativo “fascista”, oltre a negozi. Il villaggio avrebbe dovuto ospitare famiglie povere, ma già allora assunse i caratteri di ghetto più che di nucleo urbano autosufficiente.

Grandi progetti urbani

Altri interventi interessano l’ammodernamento di ampie parti centrali delle città venete a partire dagli anni Venti. Scongiurato il programma di sventramento, Verona ospita operazioni di sosti tuzione parziale di zone degradate del centro. Questi interventi sono meno ‘di struttivi’ rispetto a Padova, dove l’operazione nel quartiere di Santa Lucia com porta la demolizione quasi integrale di uno dei più preziosi quartieri medievali del Veneto.

Il progetto, realizzato a partire dal 1932, prevedeva la creazione di un asse urba no monumentale in direzione est-ovest, parallelo a quello delle piazze storiche. Due nuove piazze davano spessore all’asse: una ispirata agli spazi pubblici rea lizzati in Italia dal fascismo, l’altra, elemento di snodo tra la direzione est-ovest e quella nord-sud, con la connessione di Palazzo del Bo a Prato della Valle e la nuova via per la stazione ferroviaria.

Vengono messi in campo tutti i repertori formali del fascismo senza tuttavia ricomporre una ferita, nemmeno con l’aiuto di architetture di indubbia qualità. Alti porticati, materiali lapidei importati di tradizione romana, colonne e para ste, statue sulla sommità dei fabbricati, torri e assialità hanno scritto di certo una grande pagina di progettazione urbana, permettendo di svincolare il centro storico dal traffico di attraversamento e garantendo al contempo una buona accessibilità. Com’è noto, il progetto non doveva fermarsi al quartiere Santa Lucia, ma estendersi anche al Ghetto. Fortunatamente non verrà attuato nella sua interezza.

Nella parte sud di Borgo Trento a Verona si ritrova lo stesso aulico approccio, ma senza significativi sventramenti. Il trasferimento della principale stazione ferroviaria determina lo spostamento del baricentro urbano da Piazza delle Erbe a Piazza Bra, con la ridefinizione urbana dei fronti, corso Porta Nuova. Importanti edifici come la GIL e il complesso INA Casa si localizzano lungo il nuovo asse. Durante questa fase di riorganizzazione urbana molti edifici presenti nella zona verranno rifunzionalizzati assieme ad una importante densificazione. Il processo avviato durante i primi decenni del secolo continuerà senza sostanziali soluzioni di continuità fino agli anni Settanta, soprattutto nell’area orientale. Qui verrà

completata una parte di città a fronte continuo, di insolita altezza e, talvolta, con porticati estranei alla tradizione veronese.

Meno rilevante, anche se significativa in termini relativi, è la realizzazione del Corso del Popolo a Rovigo. Il Corso diventerà un importante asse con edifici pubblici in stile modernista, come il Palazzo del Genio Civile, il Palazzo delle Poste e Telegrafi, il Palazzo dell’Enel e soprattutto il grande fabbricato dell’INA Casa che, con il suo porticato continuo, svolge un’importante funzione di snodo urbano tra la piazza principale e il nuovo corso.

A Treviso la connessione con la stazione ferroviaria avviene utilizzando non un asse rettilineo, ma una successione di vie le cui geometrie vengono ridisegnate da palazzi con funzione pubblica. Questa ‘poligonale’ arriva a Corso del Popolo ed entra in Piazza della Borsa (anch’essa ricca di edifici di interesse pubblico) per proseguire fino a Via Martiri della Libertà, dove si staglia l’imponente edificio della Banca Cattolica del Veneto. La sostituzione edilizia di alcuni edifici storici del centro, a partire da questo punto in direzione nord, permette l’allargamento di vie e la creazione di nuove piazze e slarghi. Il linguaggio eclettico prevale temporaneamente su quello modernista, per tornare in voga durante la ricostru zione postbellica. Anche a Venezia viene razionalizzata la struttura viabilistica e della rete acquea, con l’apertura di uno dei canali più lunghi del centro storico, Rio Novo42 nel sestie re di Dorsoduro. Il canale viene realizzato nel 1932-1933, secondo il progetto pre disposto dall’ingegner Eugenio Miozzi, che prevedeva l’abbattimento di numerosi edifici e l’allargamento di una serie di canali connessi. L’obiettivo era ridurre i tempi di percorrenza tra Piazzale Roma e Piazza San Marco, alleggerendo così il traffico sulla sezione occidentale del Canal Grande, da Rialto a Piazzale Roma. Già autore del Ponte del Littorio (oggi Ponte della Libertà), del Ponte degli Scalzi e di quello ligneo dell’Accademia, Miozzi realizza per Rio Novo i tre nuovi ponti:

42 È particolarmente interessante la lettura incrociata dei testi relativi all’opera di Bru netta da lui pubblicati: g. Brunetta, Il laboratorio per l’acceleratore di ioni a Legnaro, “An nuario dell’Università di Padova per l’anno accademico 1961-1962”, Padova 1962; A Padova accanto ad un antico convento, “Abitare”, 19, 1963, pp. 34-43; g. Brunetta, Il nuovo col legio universitario G.B. Morgagni, “Annuario dell’Università di Padova per l’anno accademico 1964-1965”, Padova 1964; g. Brunetta, Il Collegio “Carlo Ederle”, Padova 1964; g. Brunetta, L’ampliamento della Casa della Studentessa “L. Meneghetti” in via S. Eufemia, “Annua rio dell’Università di Padova per l’anno accademico 1965-1966”, Padova 1966; g. Brunetta, Interventi edilizi dell’Università di Padova nel riutilizzo di antichi edifici, Padova 1966; V. Pal Mieri, Mario Ridolfi. Guida all’architettura, Venezia 1997.

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Residenze collettive dall’alto, da sinistra verso destra: Quartiere INA Casa Forcellini, Padova; Unità d’abitazione

INA Casa, Este; Quartiere INA Casa, Altichiero; Villaggio coordinato CEP San Liberale, Treviso; Complesso residenziale INA Casa, viale del Mozzato, Treviso; Quartiere residenziale IACP, Sacca Fisola; Quartiere INA Casa San Giuliano, lotto 2, Mestre; Quartiere

INA Casa San Giuliano, lotto 3-4, Mestre; Quartiere residenziale IACP, Mazzorbo; Quartiere di abitazioni di edilizia popolare, Isola della Giudecca; Ex Quartiere Mussolini, Venezia; Quartiere residenziale IACP, Sant’Elena; Casa dei Ferrovieri, Mestre; Quartiere del comitato per la produzione edilizia CPE, Vicenza; Quartiere del Sole

INA Casa, Vicenza; Quartiere viale Bartolomeo d’Aviano, Vicenza; Villaggio Margherita, Valdagno; Quartiere Operaio, Valdagno; Quartiere alla Favorita, Valdagno; Complesso residenziale di Porta Palio, Verona; Complesso residenziale di San Bernardino, Verona; Complesso residenziale per ferrovieri, Verona; Complesso residenziale INA Casa, via Montorio, Verona; Complesso residenziale INA Casa Santa Lucia II, Verona. [foto AS, DAG, DM, LD, PEA, PF, ZF]

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della Sbiaca, della Ceraria e Foscari, tra l’edificio che ospita i Vigili del Fuoco e la sede storica dell’Università di Venezia. Su questo asse urbano, strategico per l’odierna mobilità veneziana, si collocaro no dapprima la sede dei Vigili del Fuoco e, negli anni Cinquanta, numerosi edifici pubblici che beneficiavano della prossimità a Piazzale Roma e alla Ferrovia: fra tutti, il Palazzo Rio Novo della SADE (la compagnia che realizzò la gran parte della rete elettrica del Veneto e la diga del Vajont), il Palazzo dell’INPS e, non lontano, l’Ufficio Tecnico dell’Enel. I linguaggi architettonici di questi edifici non intendo no misurarsi con l’edilizia storica, ma propongono un nuovo modello compatto che usa i materiali della tradizione veneziana come la pietra d’Istria e il mattone.

Residenze sociali e progetto INA casa

La questione abitativa dopo il Secondo Conflitto mondiale è una delle princi pali emergenze per le città maggiori, e per molti dei centri intermedi. Il Piano INA Casa43, lanciato da Amintore Fanfani nel 1949, fa parte integrante dei pro grammi di ricostruzione, ma attiva una originale combinazione di welfare (non più limitato ai dipendenti dello Stato) e di politica keynesiana. Il programma riconosce l’abitare come diritto con significative innovazioni redistributive, ma riconosce anche come una attenta gestione del rapporto fra ciclo edilizio e ciclo economico possa generare effetti moltiplicativi e accelerativi diffusi. Numerosi cantieri finalizzati ad interventi di ricostruzione, riqualificazione urba na e nuova costruzione vengono avviati non soltanto nelle maggiori città, con interessanti sperimentazioni in aree centrali, semicentrali e periferiche. Molti di questi interventi condizioneranno in modo irreversibile assetto e sviluppo urba no, con localizzazioni decisive per l’attivazione di un nuovo mercato fondiario e l’avvio di forme di negoziazione pubblico-privato.

Nel 1956, a Venezia lo IACP, con Giuseppe Samonà ed Egle Trincanato, realizza un nuovo quartiere residenziale a Sacca Fisola. Nonostante la sensibilità dei progettisti, esso risulterà completamente estraneo al tessuto veneziano, con spazi pubblici di scarsa qualità, definiti in modo incerto e residuale da edifici multipiano (fino a sei) mutuati dalla terraferma. Se il quartiere alla Giudecca sembra un “incidente di percorso”, diverso è l’esito del quartiere di San Giuliano. Localizzato lungo il viale che verrà dedicato a San Marco, San Giuliano sarà per anni un laboratorio aperto, non soltanto nella fase di pro gettazione, ma anche dopo la sua realizzazione. Si svilupperanno molte rifles

43 l anguiSSola Beretta (a cura di), I 14 anni del piano INA Casa, Roma 1963.

sioni sulla funzionalità degli spazi distributivi interni agli alloggi ed esterni, sul verde, sulla differenza fra percorsi di accesso progettati e quelli ridisegnati dalle abitudini degli abitanti, sulle nuove forme di socialità. I sei lotti vennero affidati a gruppi di architetti diversi con esiti interessanti. Cluster di edifici a due o tre piani si combinano in modo variabile, formando corti diverse per forma e dimen sione, inserite in una rete di spazi pubblici che comprende piazze, connessioni, verde pubblico. Il cuore del quartiere si articola intorno alla chiesa, in prossimità della quale vengono a trovarsi anche gli edifici più alti progettati da Giuseppe Samonà e da Luigi Piccinato (1952-1963).

Diversa per contesto e logica progettuale è l’esperienza padovana nel quartiere Forcellini (1957-1958), non lontano dall’area ospedaliera. Il quartiere si struttura per aggregazione di quattro tipi edilizi: torri di sei piani con pianta a trifoglio, lunghi elementi in linea con portici, case a blocco e infine lunghe case a schiera a due piani in mattoni, mutuate dalle esperienze nord-europee e progettate dall’ingegner Giulio Brunetta44. La ricchezza tipologica e altimetrica, la creazione di una piazza centrale commerciale e la localizzazione della chiesa e degli im pianti sportivi caratterizzano struttura e qualità del quartiere.

Meno innovativo risulta il quartiere Altichiero, realizzato dieci anni dopo a Padova. L’intervento non sembra misurarsi con le lezioni ormai acquisite in Veneto, e ciò nonostante la buona articolazione dei corpi di fabbrica che delimitano una successione di corti, la ricerca forometrica nelle facciate, il tentativo di pedona lizzare le aree residenziali interne, limitando la motorizzazione ai margini esterni e su punti di accesso.

A Treviso si realizzano i villaggi IACP tra il 1929 e il 1942. Si tratta di una serie di piccoli interventi disposti a corona rispetto alla città. Planimetrie molto semplici, con edifici in linea distribuiti all’interno del tessuto esistente, hanno il pregio di affidare la popolazione meno abbiente ad un quartiere, e nell’ipotesi che in esso prenda forma una nuova comunità, questi interventi si preoccupano di creare anche nuove centralità urbane. Molto diversa è la strategia del dopoguerra. Nel quartiere INA Casa del 1956-1963,Tramontini articola planimetricamente i fab bricati e muove con maestria i fronti edilizi, nonostante la ridotta dimensione dell’intervento. Negli stessi anni matura l’esperienza del Villaggio Coordinato CEP, guidata da Mario Ridolfi. I fabbricati si dispongono diagonalmente al lotto, creando spazi pubblici dotati di fluidità. L’eccessiva dilatazione dello spazio pub

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44 Giulio Brunetta: architetture 1935-1978, Bologna 2000.

Residenze individuali

dall’alto, da sinistra verso destra: Casa unifamiliare, Borca di Cadore; Casa Curto, Quero; Casa Calabi, Padova; Casa Perissinotto, Padova; Villa Schmutz, Isola di Albarella, Rosolina; Villino Flora, Treviso; Villa sui Bastioni, Treviso; Casa Bandiera, Treviso; Villa, Treviso; Villa, Conegliano; Casa unifamiliare, Casier; Casa Baruffol, Portogruaro; Casa studio Fornasari, Vicenza; Villa padronale per Gaetano Marzotto, Valdagno; Casa Bonfanti, Bassano del Grappa; Lo scarabeo sotto la foglia, Malo; Villa Rossi, Verona; Villa Tiberghien, Verona; Villa Cipriani, Verona; Villa Pasetto, Verona; Villa Girasole, San Martino Buon Albergo; Casa Ottolenghi, Bardolino; Villa Pederzoli, Bardolino; Casa unifamiliare Villaggio Marlungo, Costermano.

[foto AS, AXF, BAN, BG, BGP, DM, DEM, FEA, GCF, LD, MD, PA, PEA, VL, VSP, ZB, ZF]

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blico penalizza tuttavia l’impianto e riduce la possibilità di creare una centralità definita e chiara. Molto più significativa è la cura per la qualità formale delle facciate, il ritmo e la definizione delle bucature.

A Vicenza, con finanziamento INA Casa45 si consuma nel 1957-1959 una vera e propria rottura nel disegno planimetrico dell’insediamento rispetto ai precedenti interventi realizzati sul territorio veneto. Lunghi edifici in linea e ad onda, dotati di ampie logge, definiscono in modo libero il fronte stradale. Altri edifici in linea costituiscono uno dei limiti dell’insediamento, mentre quelli in linea, posti a raggiera, enfatizzano ancora la centralità dei servizi commerciali, della scuola materna ed elementare, del centro sociale e della splendida chiesa realizzata con originale reticolo di copertura in calcestruzzo.

Dirimpetto, un esperimento antitetico per impianto e tipologia è realizzato da prestigiosi progettisti (Ignazio Gardella e Valeriano Pastor). Si tratta del quar tiere CPE, realizzato nel 1956-1967 in un lotto molto più angusto e irregolare. È composto da due case in linea in mattoni, che si dilatano alle due estremità delimitando spazi pubblici di grande efficacia. Nella parte centrale uno spazio di snodo interrompe la continuità della spina pedonale, creando una intersezione urbana minore. Il risultato è sobrio e composto, con bucature quasi ortografiche su facciate semplici e compatte.

Gli interventi promossi dall’INA Casa a Verona si realizzano nel 1956-1963 in Via Montorio e nel quartiere Santa Lucia II. Se il primo intervento tenta di organizza re in sette corti triangolari i corpi di fabbrica e di porsi in modo articolato rispet to alla strada con soluzioni di facciata, portici e sbalzi, meno ambizioso risulta essere il progetto del secondo quartiere. Qui si opta per la realizzazione di corti rettangolari definite da edifici in linea, di altezza variabile dai tre ai cinque piani, con facciate ripetitive, mosse solo dalla creazione di logge interne. Altri interventi di edilizia sociale sono realizzati dalle Ferrovie dello Stato a Me stre e Verona, o dall’INCIS a Padova per i propri dipendenti. Per la realizzazione di questo intervento viene coinvolto ancora una volta Samonà.

Quartieri negli ultimi decenni del secolo Il rapido declino demografico di Venezia insulare e la crescente pressione in ter raferma pongono con forza il problema dell’abitare. In questa ottica l’isola della Giudecca, interessata da poderosi processi di dismissione, diventa un labora

torio per la città e la sua università. Molti docenti dello Iuav si confronteranno fianco a fianco e per anni nella riqualificazione dell’isola, proponendo spesso modelli antitetici. Le differenze di visione confermano, ovviamente, più che l’esistenza di diversi approcci, la polisemia del messaggio che Venezia lancia alla contemporaneità. Tra il 1980 e il 1986 Gino Valle interviene in un’area industriale dismessa per la quale propone una griglia innovativa. Gli edifici si organizzano secondo linee parallele a distanza ravvicinata, in modo da formare un tessuto compatto che riproduce le scarne geometrie degli spazi urbani veneziani. I soggiorni, general mente posti all’ultimo piano, godono di una straordinaria prospettiva verso la laguna sud. I margini dell’insediamento lungo i canali sono invece realizzati con una sequenza di case in linea, tra loro discostate per creare una porosità del quartiere verso l’acqua. Il mattone impiegato per la realizzazione delle facciate, tipico degli edifici industriali della Giudecca, e la ripresa in chiave contempora nea del marcapiano danno al quartiere un forte senso di unitarietà e continuità con la tradizione giudecchina.

45 r. Bonelli (a cura di), Complesso residenziale a Vicenza (Città del Sole), “L’architet tura. Cronache e storia”, 35, 1958, pp. 328-329.

Il tema della facciata in mattoni e marcapiani bianchi è ripreso elegantemente dall’intervento, di qualche anno dopo, ad opera di Iginio Cappai e Pietro Mainar dis con Valeriano Pastor: a Sacca Fisola essi realizzano un edificio a corte che si articola - nonostante la semplicità della pianta - in modo variabile. Si creano, infatti, connessioni con l’acqua, giardini privati, sottoportici, campielli e percorsi pedonali. Qualche anno prima, nel 1982-1989, i progettisti avevano già realizzato un edificio a corte nella stessa isola, che proponeva un forte legame con l’acqua. L’intervento non si presentava con analoga efficacia, nonostante la cura nel di segno di facciata, l’articolazione delle pannellature prefabbricate e un attento uso di materiali già sperimentati in altri contesti di edilizia convenzionata della terraferma. Cappai-Mainardis, alla fine degli anni Ottanta, avevano realizzato gli interventi del cosiddetto Circus: un edificio a semicerchio di cinque piani costru ito con facciate prefabbricate, che ordivano una tessitura forometrica a scenario dello spazio centrale di cento metri di diametro. Con lo stesso modello a Zelarino viene realizzata una costruzione che si caratterizza per articolazione volumetrica con ballatoi, portici, sbalzi e attraversamenti. Forse la vera innovazione concettuale nella progettazione di nuovi quartieri la gunari avviene con l’intervento di Giancarlo De Carlo a Mazzorbo, nei pressi delle isole di Burano e Torcello. Con l’ausilio di Alberto Cecchetto, Daniele Pini e Connie Occhialini, De Carlo contestualizza il programma IACP, mettendone in discussione standard e abitudini. Il primo stralcio del programma (1979-1985)

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Case del Fascio, GIL e Gruppi Rionali dall’alto, da sinistra verso destra: Case del Fascio di: Cittadella, Piazzola sul Brenta, Vigonza, Solesino, Pontelongo, Caorle, Susegana, Valdagno, Ponte San Nicolò, Cerea, Bussolengo, Albaredo d’Adige. GIL Giovane Italiana del Littorio di: Treviso, Vittorio Veneto, Montebelluna, Valdagno, Valdagno (Casa del Balilla), Vicenza.

Gruppi Rionali Fascisti di: Cappellozza, Padova; Bonservizi, Padova; Baricetta, Adria; Bellombra, Adria; Filippo Corridoni, Verona; Cesare Battisti, Verona.

[foto AS, BEA e MEA, DM, LD, MF, MOM, PEA, PU, VL, ZF]

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prevede la realizzazione di un consistente insediamento che avrebbe dovuto riguardare gran parte dell’isola. Ma sebbene si tratti di uno stralcio, il progetto si confronta con l’intero contesto, quasi a riproporre una ricolonizzazione dei luo ghi lasciati a causa delle trasformazioni morfologiche vissute dalla laguna nord. De Carlo rilegge i modelli insediativi di Burano, le case a schiera monocellulari capaci di generare indefinite combinazioni di tessuto e cromatiche. L’appro fondito studio dei tipi arricchisce la fonte, ma soprattutto genera con fertilità combinatoria, aggregazioni interne e possibilità di accostamento ad altri tipi. Lo scavo di un nuovo canale arricchisce la morfologia. L’esito, sia nella compo nente plastica che in quella cromatica, è gentile, elegante e ritmico. Gli ultimi due interventi proposti nel repertorio rinviano al piano di Alvaro Siza per la Giudecca, risultato di un concorso internazionale bandito dallo IACP del 1983. Qui l’eccessiva rigidità di impianto e la risposta formale dei progettisti alla vo lumetria del piano risultano meno convincenti. Non sembrano incuriositi dalla sperimentazione architettonica lagunare accumulata negli anni. Due volumi bianchi, semplici, squadrati e senza sporgenze proposti da Carlo Aymonino sono contrappuntati dall’elemento di connessione centrale. La colorazione è autonoma, come la struttura linguistica. Adiacenti, e incommensurabili agli altri, sono i due fabbricati di Aldo Rossi. Allineati ai due corpi principali, i due volumi intonacati di rosa con copertura arcuata in rame racchiudono un cortile interno che a nord ha una loggia bianca di connessione. Ciascuno dei due corpi è dotato di altrettanti corpi-scala assunti come monoliti, alti quanto la copertura che ta glia i fabbricati, ritmandone il volume.

Residenza privata

Fin dall’inizio del secolo XX la progettazione della residenza privata46, più di ogni altro tipo edilizio, si è misurata con tendenze e modelli codificati. Per i profes sionisti di inizio secolo, la disponibilità di un’editoria specializzata permette di veicolare nuovi modelli dell’abitare alla clientela47 .

Contemporaneamente, si incominciano a diffondere anche i progetti di archi tettura degli interni, pubblicati in bianco e nero. Ma con la forza dirompente del moderno emerge la scultura, elemento decorativo irrinunciabile delle case borghesi, che gareggiano ad accaparrarsi opere di artisti contemporanei. I principali riferimenti stranieri del razionalismo rinviano alla tradizione tedesca. Diversamente i riferimenti culturali più monumentalisti trovano importanti in terpreti nelle esperienze romane e milanesi. Gli esiti della diffusione di questi modelli si ritrovano ad esempio a Verona48: Villa Cipriani, Villa Rossi, Villa Tiber ghien. Monumentalismo, uso di archi, logge, marmi, assialità sono le caratte ristiche più frequenti in queste residenze private. L’ineguagliata Villa Girasole (1933-1935), progettata a Marcellise da Angelo Invernizzi, concepisce addirittu ra una costruzione girevole su binari49 Nel secondo dopoguerra il tema residenziale cambia riferimenti. I nuovi modelli di casa unifamiliare propongono ora un diverso concetto di privacy e di ‘pub blico’, compenetrando l’interno con l’esterno, aprendo vetrate, creando portici, eliminando i tetti o enfatizzandone la complessità e gli sporti. L’uso dei materiali costruttivi è più composito: dalla pietra diversamente tagliata, al mattone, fino all’intonaco trattato con linee e rilievi. Il mix di superfici sembra enfatizzare la rot tura della compattezza del fabbricato, accentuandone l’articolazione delle parti. Lungo tutto il periodo che va dagli anni Cinquanta ai Settanta le citate pubblica zioni si diffondono non soltanto negli studi di architetti e ingegneri, ma soprat

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46 Tra i massimi esempi italiani di progetti di residenze private si faccia riferimento a: M. Ferrari, Adalberto Libera. Casa Malaparte a Capri 1938-1942, Bari 2008; a. Villari, Ga briele d’Annunzio e il Vittoriale, Milano 2009.

47 Questa editoria offriva un’ampia gamma di abitazioni con cataloghi ricchi di piante, sezioni e prospettive. Sono interessanti esempi Il villino moderno, edito da Roberto Marti nenghi a Milano nel 1913, e Casette popolari, villini economici e abitazioni rurali di Casali, edito nel 1920 a Milano da Ulrico Hoepli. Entrambi presentano tipi di villini eclettici e ne codificano i modelli decorativi di facciata. Da questi primi prototipi nasce una tendenza che

si diffonde rapidamente con significativi esiti di mercato. Ciò ha favorito il successo di tipi edilizi come la villetta a due piani con portico e soggiorno arrotondato, e finestre a nastro. Si tratta di uno dei più comuni e ripetuti modelli di villini nelle città e nei quartieri-giardino del Veneto fino alla fine degli anni Quaranta. Molto più raffinato nel proporre modelli derivati dal linguaggio retorico fascista e dall’idea italiana di una modernità legata alla tradizione, è il volume di Bruno Moretti, Ville, edito negli anni Trenta da Ulrico Hoepli. Il testo contiene progetti di edifici residenziali di Gio Ponti, Piero Bottoni, Paolo Buffa, Giovanni Muzio, Piero Portaluppi, Giuseppe Terragni, Luigi Vietti. Si propongono edifici linguisticamente raffinati, dal puro razionalismo di Terragni, all’architettura di Muzio (con sequenze di elementi classi ci, logge e archi a tutto sesto senza cornici), per arrivare a Portaluppi che, con l’incantevole villa Necchi a Milano, è un perfetto esempio di sintesi tra linguaggio moderno e tradizione. Accanto a questo volume Moretti, per Hoepli edita Case d’abitazione in Italia, con il quale presenta essenziali progetti di edilizia per appartamenti, distanziandosi dalla retorica, ma assumendo forme e stilemi del razionalismo internazionale.

48 M. Vecchiato, L’architettura residenziale veronese nel primo quarantennio del Nove cento, “Architetti Verona”, Verona 1998, p. 10.

49 a galFetti, K. FraMPton, V. Farinati, Villa Girasole la Storia, Mendrisio 2006.

tutto in quelli di geometri e periti. Si arriva così ad un radicale aggiornamento della tradizionale casa unifamiliare. Il repertorio codificato, e in certa misura standardizzato, non solo produce una omogenea distribuzione di queste abita zioni nelle periferie urbane e in campagna, ma diventa modello per le abitazioni di vacanza con limitati accorgimenti climatici50 La standardizzazione e l’omologazione dei tipi in gamme onnicomprensive non ostacolano comunque la ricerca progettuale e critica presso le facoltà di archi tettura e di ingegneria italiane, in particolare allo Iuav. Affrontano le tematiche della casa unifamiliare i lavori di docenti come Daniele Calabi, con una rigorosa attenzione allo studio del tipo, dell’aggregazione, e alle tecniche costruttive. Carlo Scarpa, Giuseppe Davanzo e poi Arrigo Rudi tentano il superamento di una forma planimetrica prestabilita, che deriva i suoi dettami dall’edilizia urba na, liberandosi in un contatto sempre più forte con il paesaggio circostante. Seguono questo filone di ricerca Facchini e Bandiera51, Mario Bruno52, Luciano Domenico Consolo53 e Libero Cecchini54. Il progetto della casa individuale nel Veneto mutua interessanti elementi dalla tradizione, più nel senso che nelle forme. Sono tre i principali filoni di progetto. Quello di Scarpa inizialmente reinterpreta alcuni dei modelli wrightiani, svilup pa dettagli costruttivi di grande poesia usando raffinate lavorazioni di pietre e marmi locali, reinterpretando i terrazzi veneziani, elaborando complesse fusioni metalliche, reinventando incastri in legni pregiati e contrapponendo a questi la brutalità di un calcestruzzo a volte addolcito dalle vene lignee delle casseforme. Giuseppe Davanzo ragiona con figure compositive complesse planimetrica mente e con soluzioni volumetriche di copertura, che sembrano proteggere gli abitanti dal territorio circostante. Daniele Calabi sviluppa un modello più austero, caratterizzato da superfici di mattoni con tessiture differenti che creano trame avvolgenti. Talvolta i diafram

50 Per le seconde case si dispone di veri e propri manuali, come quelli della Gorlich, Milano. Vale la pena ricordare i più diffusi: Ville, casette del 1958 e del 1961, Ville al lago del 1964, Ville in collina del 1964 e del 1970, Ville moderne al mare del 1967, Ville nel mondo del 1967, Ville moderne al lago del 1970, Ville in campagna del 1971, Ville delle Alpi del 1971.

51 F. Bulegato, M. Mulazzani, Bandiera Facchini. Quarant’anni di lavoro in corso, Pon zano Veneto (Tv) 2002.

52 Mario Bruno Architetto, Crocetta del Montello (Tv) 2007.

53 Domenico Luciano Consolo, architetto pittore, Padova 2008.

54 B. Bogoni, Libero Cecchini. Natura e archeologia al fondamento dell’architettura, Firenze 2009.

mi in mattoni sembrano incresparsi agli angoli dei fabbricati, come a negare la solidità dei diaframmi stessi; altre volte le superfici di mattoni lasciano forature ritmate che fanno scorgere l’esterno. Le piante molto semplici hanno piccole smussature, come se si volessero meglio adattare al lotto, e le finestre non sono altro che tagli delle superfici.

Nuovi servizi per nuovi abitanti

Fascismo e servizi per la città La retorica fascista55 disponeva di una forza spaziale pervasiva che impegnava una vasta schiera di funzionari e architetti del regime.

55 Rispetto a questa tematica si fornisce una breve bibliografica critica di riferimento divisa per anni: g. Minucci, Alcuni edifici in Padova. Arch. F. Mansutti e G. Miozzo, “Archi tettura”, XII, marzo 1933, pp. 171-174; g. Pagano, Case Balilla costruite dagli architetti Man sutti e Miozzo, “Casabella”, 12, Milano 1933, pp. 32-39; g. DorFleS, L’architettura moderna, Milano 1954; M. Pozzetto, Vita e opere dell’architetto udinese Ottorino Aloisio, Torino 1977; g. PaSquali, P. Pinna (a cura di), Sabaudia, documenti di una città fondata, Latina 1980; Anni trenta. Arte e Cultura in Italia, Milano 1983; c. Munari (a cura di), Padova tra le due guerre, Piazzola sul Brenta (Pd) 1988; Giuseppe Pagano. Architettura tra guerre e polemiche, Firenze 1991; a negri (a cura di), La fortuna del moderno, architetture della produzione e dei servi in area milanese negli anni Venti e Trenta, Firenze 1997; c. Bianchi, V. Dal Piaz, e. Pietro granDe, Mansutti Miozzo. Progetti 1927-1940, Padova 1998; F. Brunetti, L’architettura in Italia negli anni della ricostruzione, Bologna 1998; F. Scullica, Bruno Morassutti. Quattro realizza zioni, un percorso metodologico, Milano 1999; M. caSciato, S. Mornati, S. Poretti (a cura di), Architettura moderna in Italia, documentazione e conservazione, Roma 1999; Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Urbanistica e architettura, Provincia di Gorizia, Assessorato alla cultura, Musei provinciali di Gorizia, Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, Venezia 2000; M. Martignoni, Illusioni di pietra, itinerari tra architettura e fascismo, Trento 2001; F. Purini, l. Sacchi (a cura di), Dal Futurismo al futuro possibile, nell’architettura italiana contempora nea, Milano 2002; F. Mangione, Le case del fascio, in Italia e nelle terre d’oltremare, Roma 2003; c creSti, B. graVagnuolo, F. guerrini, Architettura e città negli anni del fascismo in Italia e nelle colonie, Firenze 2004; F. Ferri, Forma, nudi di architettura 1930-1940, Firenze 2004; S. Santuccio (a cura di), Le case e il foro, l’archiettura dell’ONB, Città di Castello (Pg) 2005; P. PortogheSi, F. Mangione, a. SoFFitta (a cura di), L’architettura delle Case del Fascio, Firenze 2006; e. PietrogranDe (a cura di), La costruzione della città. Architettura a Padova nei primi quarant’anni del Novecento, Saonara (Pd) 2007; F. Mangione, a. SoFFitta (a cura di), L’architettura delle Case del Fascio nella Regione Lazio, catalogo della mostra itinerante “Le case del Fascio in Italia e nelle terre d’Oltremare”, Impruneta (Fi) 2006; l ceraSi, M. ca Sarin, Marghera. La memoria divisa, Sant’Elena, Padova 2007; a. Muntoni (a cura di), Cesare

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Piuttosto consistente e diffuso è stato, in quest’ottica, l’impegno nella co struzione di Case del Fascio56 su tutto il territorio italiano. In Veneto si ricono

Cattaneo e i Littorali della Cultura e dell’Arte 1934 e 1935, Saronno (Va) 2008; M.g. Barazzetta, r. Dulio, Bruno Morassutti. 1920-2008 opere e progetti, Milano 2009; c. Melograni, Archi tettura italiana sotto il fascismo. L’orgoglio della modestia contro la retorica monumentale 1926-1945, Torino 2008; D. BeVerari, M. Vecchiato (a cura di), Monumenti celebrativi dell’età risorgimentale nella provincia di Verona, Verona 2008; M. granDi, a. Pracchi, Milano. Guida all’architettura moderna, Segrate (Mi) 2008; g. ciucci, Gli architetti e il fascismo. Architettura e città 1922-1944, Vicenza 2008; r caPoMolla, M. Mulazzani, r. Vittorini, Case del balilla. Architettura e fascismo, Verona 2008; F. MancuSo, Venezia è una città. Come è stata co struita e come vive, Venezia 2009; g. Peghin, a. Sanna, Carbonia Città del Novecento, Guida all’architettura moderna della città di fondazione, Milano 2009; e gentile, Fascismo di pietra, Bari 2010; g. Montanari, a. Bruno Jr , Architettura e città nel Novecento. I movimenti e i pro tagonisti, Urbino 2010; t. Vitale, aleSSanDro Pizzorno (a cura di), Comunità e razionalizzazione, Ricerca sociologica su un caso di sviluppo industriale, Vicenza 2010; e. BarBiani, g. Sarto (a cura di), Mestre Novecento, il secolo breve della città di terraferma, Vicenza 2011.

56 Con grande dovizia e precisione troviamo interessanti materiali e informazioni, solo parzialmente indagate nelle ricerche, nella pubblicazione di Flavio Mangione, Le case del fascio, in Italia e nelle terre d’oltremare, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Le case del fascio erano organizzate per strutture federali che il rifiuto del fascismo ha can cellato spesso dalla memoria collettiva urbana. Quelle censite da Mangione nelle province del Veneto sono: Federazione di Venezia: 53 Case del Fascio (di cui in proprietà nei comuni di: Venezia, Caorle, Cavarzere, Ceggia, Chirignago, Cortellazzo, Fossalta di Portogruaro, Grisolera, Jesolo, Marghera, Mirano, Noale, Pianiga, Portogruaro, Pramaggiore, S. Era smo, S. Michele al Tagliamento, S. Stino di Livenza, Jesolo, Sottomarina), 9 Gruppi Rionali (di cui in proprietà nel comune di: Venezia); Federazione di Belluno: 59 Case del Fascio (di cui in proprietà nei comuni di: Lentiai, Mel, Ponte nelle Alpi, Sospirolo, Vas), 7 Gruppi Rionali (di cui in proprietà nel comune di: Castion); Federazione di Padova: 112 Case del Fascio (di cui in proprietà nei comuni di: Baone, Battaglia Terme, Campodarsego, Campo sampiero, Candiana, Carmignano d’Este, Cervarese S. Croce, Cinto Euganeo, Cittadella, Codevigo, Curtarolo, Este, Fontaniva, Galliera Veneta, Grantorto, Granze, Legnaro, Loreg gia, Lozzo Atestino, Maserà, Megliadino S. Fidenzio, Noventa Padovana, Pernumia, Ponte S. Nicolò, Pontelongo, Pozzonovo, Rovolon, Rubano, S. Giorgio delle Pertiche, S. Giustina in Colle, S. Urbano, Saonara, Solesino, Tombolo, Trebaseleghe, Veggiano, Vescovana, Vi ghizzolo d’Este, Villa Estense), 15 Gruppi Rionali (di cui in proprietà nel comune di: Padova); Federazione di Rovigo: 72 Case del Fascio (di cui in proprietà nei comuni di: Rovigo, Boara Polesine, Canaro, Castelmassa, Cavanella Po, Concadirame, Contarina, Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Gaiba, Lendinara, Pettorazza, Polesella, Rivà D’Ariano, S. Martino di Venezze), 73 Gruppi Rionali (di cui in proprietà nel comune di Adria); Federazione di Treviso: 105 Case del Fascio (di cui in proprietà nei comuni di: Treviso, Candelù, Casale sul Sile, Chiarano, Cimadolmo, Conegliano, Crocetta del Montello, Istrana, Loria, Miane, Nervesa della Bat taglia, Nove Fadalto, Ormelle, Orsago, Pederobba, Revine Lago, Salgareda, Trevignano,

scono centinaia di interventi (realizzati o di progetto) che meriterebbero una attenzione specifica, ben oltre gli orizzonti del presente repertorio. Molti edifici del regime sono stati demoliti o fortemente rimaneggiati nelle città maggiori con conseguente rimozione del loro portato storico. Nei centri mino ri sono stati spesso riutilizzati come preziosi contenitori per la collocazione di funzioni pubbliche o trasformati in scuole, caserme, quasi sempre ripuliti degli allusivi apparati decorativi.

A Padova rimangono, nella Città Giardino, la Casa della Giovane Italiana (1933) che ospita la sede della Polizia di Stato, con uno straordinario portale istoriato; il Gruppo Rionale fascista Bonservizi del 1936-1938, oggi sede del Centro Uni versitario Sportivo, perfettamente conservato nell’apparato decorativo esterno (è stato manomesso solo in parte per adattarlo a più recenti funzioni); il Gruppo

Treville, Vidor, Vittorio Veneto), 24 Gruppi Rionali (di cui in proprietà nei comuni di: Carpe sica, S. Giacomo di Veglia); Federazione di Verona: 98 Case del Fascio (di cui in proprietà nei comuni di: Verona, Albaredo d’Adige, Bonavicina, Caprino Veronese, Castelnuovo Ve ronese, Cerea, Erbezzo, Illasi, Lazise, Legnago, Mezzane, Mezzane di Sotto, Monteforte, Negrar, Ronco all’Adige, S. Bonifacio, S. Michele Extra, Sorgà, Torri del Benaco, Tregnago, Tressana, Vigasio, Roverè Veronese, Parona, Pressana, Zinella), 64 Gruppi Rionali (di cui in proprietà nei comuni di: Verona, Villafranca, Bonavicina); Federazione di Vicenza: 135 Case del Fascio (di cui in proprietà nei comuni di: Vicenza, Agugliaro, Albettone, Alonte, Altavilla, Altissimo, Arcugnano, Arsiero, Arzignano, Asiago, Asigliano Veneto, Barbarano, Bassano del Grappa, Bolzano Vic., Breganze, Brendola, Bressanvido, Brogliano, Caldogno, Caltra no, Calvene, Camisano, Campiglia dei Berici, Campolongo sul Brenta, Carrè, Cartigliano, Casotto, Cassola, Castagnero, Castelgomberto, Castelnovo, Chiampo, Chiuppano, Cismon del Grappa, Cogollo del Cengio, Conco, Cornedo, Costabissara, Creazzo, Crespadoro, Cro sara, Debba, Di Zocco, Dueville, Enego, Fara Vicentina, Forni, Foza, Gallio, Gambellara, Gambugliano, Grancona, Grisignano di Zocco, Grumolo delle Abbadesse, Isola Vicentina, Laghi, Lastebasse, Longare, Lonigo, Lugo Vicentino, Lusiana, Malo, Marano Vicentino, Marostica, Mason, Meledo, Molvena, Monte di Malo, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Montecchio Precalcino, Montegalda, Montegaldella, Monteviale, Monticello Conte Otto, Montorso, Mossano, Mussolente, Nanto, Nogarole, Nove, Noventa Vicentina, Orgiano, Pedemonte, Pedescala, Pianezze, Piovene Rocchette, Pojana Maggiore, Posina, Pove, Pozzoleone, Quargnenta, Quinto Vicentino, Recoaro, Roana, Romano d’Ezzelino, Rosà, Rossano, Rotzo, S. Germano dei Berici, S. Nazario, S. Pietro Val D’Astico, S. Pietro Mussolino, S. Vito di Leguzzano, Salceto, Sandrigo, Santorso, Sarcedo, Sarego, Sarmego, Schiavon, Schio, Solagna, Sossano, Sovizzo, Tezze sul Brenta, Thiene, Tonezza, Torrebelvi cino, Torri di Quartesolo, Tretto, Trissino, Valdagno, Valli del Pasubio, Vallonara, Valrobina, Valduggia, Vastagna, Velo d’Astico, Villaga, Villaverla, Zanè, Zermaghedo, Zovencedo, Zu gliano), 14 Gruppi Rionali (di cui in proprietà nei comuni di: Vicenza, Bassano del Grappa, Fara Vicentina, Roana).

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Rionale Cappellozza del 1938, fortemente rimaneggiato e “ripulito” negli anni dalle iscrizioni di facciata di Nievo, dai bassorilievi del portale di Sartori, mentre sono stati recentemente ricostruiti gli elementi scultorei aggettanti che rappre sentano carri armati; il Palazzo dell’ECA (Ente comunale di assistenza) del 19391941, oggi sede universitaria.

A Verona la Casa del Mutilato (1934) si presenta ancora con la sua straordinaria forza espressiva con statue, iscrizioni, bassorilievi e decorazioni, oltre che affre schi interni; il Gruppo Rionale Corridoni, del 1935, conserva perfettamente l’ar ticolazione di facciata e la decorazione a tondi del portale. In buone condizioni è anche la Casa del Fascio del quartiere Parona, del 1937, oggi sede dei Carabinieri. A Rovigo la Casa del Balilla, del 1930, sembra prigioniera della tradizione lingui stica ottocentesca e presenta un unico elemento che la lega al Ventennio: una fontana circolare ad anelli concentrici sovrapposti. Treviso conserva gelosamente il Monumento ai Caduti di tutte le guerre (1932), un interessante esempio di fusione tra scultura e architettura, e la Casa del Balilla, poi GIL (1931-1933), oggi sede della biblioteca comunale.

A Vicenza il complesso Casa della Giovane Italiana del 1934 è oggi parzialmente riutilizzato come teatro, mentre altri locali sono adibiti a funzioni scolastiche.

A Belluno troviamo la ex GIL realizzata per opera di Alberto Enrico Cian.

Edifici pubblici, tra continuità e discontinuità Gli edifici pubblici rappresentano un momento cruciale di espressione delle istituzioni civili. L’importanza della localizzazione non è solo una questione di accesso, quanto piuttosto di visibilità. Il linguaggio tipologico e decorativo è veicolo di messaggi espliciti. Forza, sicurezza, autorevolezza, ricchezza durante gli anni del regime erano valori da esibire con edifici solidi e riconoscibili, in novativi e talvolta fuori scala rispetto al contesto, con un importante apparato decorativo.

Esempi significativi sono gli edifici delle Poste e Telegrafi di Belluno e di Vicen za, l’Ospedale Civile Maggiore di Verona e l’Ospedale Sanatoriale di Rovigo57 o “il Busonera” di Padova. Ma anche la sede USSL di Vicenza, i Palazzi INA Casa di Verona e di Rovigo, la sede attuale della BNL a Verona o la Caserma “Borghese” di Vicenza. Sono tutti edifici avvolti da linguaggi retorici molto diversi tra loro. Ne sono esempi interessanti anche gli edifici scolastici, come il Liceo Ginnasio

“Franchetti” di Mestre o l’Istituto Magistrale “Fogazzaro” di Vicenza (1932), molto lontani dal sobrio razionalismo della Scuola “Gabelli” di Belluno58 costrui ta negli stessi anni e che rimane un unicum nel panorama veneto. Solidità, tradizione, discontinuità retorica e austerità, erano le parole d’ordine degli edifici della ricostruzione post-bellica. Essa riutilizza un linguaggio razio nalista, forse dovuto all’inerziale standardizzazione dei progetti ministeriali, ma anche al bisogno di semplificare il monumentalismo e di mitigare il richiamo al mito di Roma. Arcate e forti rilievi architettonici di facciata, rivestimenti marmo rei e apparati scultorei o grandi epigrafi vengono abbandonati o notevolmente ridotti. La scultura si riduce a decorazione. Un tema centrale del programma istituzionale è la ricostruzione delle stazioni ferroviarie, molte delle quali erano state gravemente danneggiate dal conflitto, o necessitavano di ammodernamento. L’esempio più significativo è la Stazio ne di Santa Lucia di Venezia59 (1948), nella quale il razionalismo purissimo del la stazione di Firenze viene solo in minima parte ripreso. Si lascia così spazio all’espressione di una vitalità delle decorazioni che non aveva trovato spazio nel capoluogo toscano, nell’opera del gruppo di progettisti guidati dal maestro Michelucci. Colonne scanalate in bronzo per la pensilina interna, elegantissimi infissi in ottone, decorazioni con pesci nelle formelle in vetro sulla pensilina esterna, mosaici per le superfici sui soffitti, mentre il portale è istoriato con il leone della Serenissima.

Padova nel 1953 utilizza un razionalismo sobrio ed elegante, con materiali della romanità come il travertino e la pietra nera per alcuni dettagli. Si realizza la gran de sala d’ingresso e una delle due ali con portico gigante lungo tutta la facciata (il secondo portico è realizzato alla fine degli anni Ottanta).

Verona, nel 1948, adopera lo stesso linguaggio che userà in seguito Padova, ma le particolarità della linea ferroviaria veronese consentono di costruire una stazione parzialmente sotterranea. Oggi la lettura della stazione è compro messa dalla presenza di infissi e pensiline incongrui, giustapposti alla facciata. Le stazioni di Vicenza, Treviso e Rovigo si presentano a scala più contenuta, con volumetrie compatte del corpo principale e utilizzo di materiali come il mattone, la pietra bianca o la trachite.

58 S.M., Nuovo edificio scolastico a Belluno, “L’architettura”, a. XIV, fasc. XIII, 1935, pp. 588-592.

57 Gli ospedali tra passato e presente, a cura dell’Unità Locale Socio Sanitaria di Ro vigo, Rovigo 1997.

59 Il concorso per la stazione viaggiatori di S. Lucia a Venezia, “L’architettura italiana”, a. XXX, 2, 1936, pp. 25-36.

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Gli uffici dell’Enel, dell’INAIL e l’ampliamento del Municipio di Verona sono l’espressione di un linguaggio più asciutto, anche se ancora fortemente legato alla tradizione.

Se a Padova il riordino del sistema scolastico e la concentrazione delle classi porta ad una più intensa utilizzazione dei conventi liberati dai militari e disponibili a nuovi usi, nelle altre città si costruiscono grandi complessi. Il linguaggio si semplifica notevolmente: si appiattiscono le facciate su superfici con ampie vetrate e, so prattutto, si connettono gli spazi interni con l’esterno. Ne sono interessanti esem pi il Liceo Classico “Canova” (1950) e la Scuola Elementare “Vittorio Veneto” (1950) a Treviso, l’ITIS “Pacinotti” (1952), l’ITS “Zuccante” (1965) e l’ITG “Mas sari” (1957) di Mestre, il Liceo Ginnasio “Maffei” di Verona (1958) e molti altri. Diversi sono i fattori che spingono verso un cambiamento: fra tutti, il bisogno di una frattura forte con il passato, l’introduzione dei valori propri della democrazia come la libertà e l’accoglienza, la rottura con il Ventennio e le sue ‘finzioni’. Si arriva così, negli anni Sessanta e Settanta, a piante libere che derivano dalla tradizione nordica, tetti complessi e curvi che approfittano dell’uso plastico del calcestruzzo. Il manifesto di questo nuovo approccio è il rivoluzionario Polo Sco lastico Distrettuale (ITCS “Lazzari”) di Valeriano Pastor realizzato a Dolo (Venezia) nel 1978. Qui il progettista sembra voler rappresentare con l’edificio un modello educativo completamente diverso dal passato: aperto, innovativo, colorato, sti molante. In molte altre scuole si cercherà di fare tesoro di questo insegnamento. Le architetture che risentono più di tutte di un cambio di passo tra monumen talismo e innovazione nelle forme espressive sono gli edifici di culto, chiese e cappelle. L’intenso programma di edificazione di nuovi centri parrocchiali, operato dalla Diocesi di Padova60 dagli anni Venti ai Sessanta, aveva marcato fortemente il territorio con chiese, costruite spesso in mattoni, con impianto neogotico o classico basilicale, e riconoscibili elementi formali. Il progetto della Chiesa di San Bellino di Morassutti e Ruffano (1970) o quella di Mansutti per Santa Rita (1965), a Padova, sanciscono l’inizio di un percorso che molte altre diocesi venete intraprenderanno su tutto il territorio regionale, chia mando architetti nazionali a innovare e sperimentare. Rimangono pietre miliari dell’architettura religiosa per il Veneto le chiese di Michelucci61 ad Arzignano (1966-1981) e a Longarone (1966-1978).

60 c. Bellinati, l. PuPPi (a cura di), Padova Basiliche e Chiese, Vicenza 1975.

61 Longarone, la chiesa di Michelucci: 1966-1978, “Casabella”, 728-729, Milano 2005, pp. 52-71.

Interessante è anche l’intervento della Chiesa del Sacro Cuore di Mestre (19671970), localizzata vicino alla stazione ferroviaria, che si propone con copertura curvilinea e vetrata policroma come unica decorazione. Anche se talvolta il bisogno di innovare gli edifici religiosi porta a soluzioni pla nivolumetricamente ridondanti, i centri parrocchiali sono concepiti come ‘nodi’ della città contemporanea, attorno a cui organizzare servizi per la collettività, spazi aperti ai bisogni dei nuovi quartieri o dei piccoli insediamenti dispersi nelle campagne. Nella diffusione insediativa veneta questi centri svolgono un ruolo spaziale strategico, oltre che di riproduzione di legami solidaristici e di comunità. Il XX secolo si conclude con il bisogno di potenziamento dell’amministrazione pubblica anche in ragione delle nuove deleghe regionali, dell’erogazione di ser vizi, dei compiti urbanistici e fiscali delle municipalità. Il tema del nuovo munici pio, o del suo ampliamento, diventa una costante, soprattutto nei centri urbani minori in ragione della concentrazione degli uffici in poche sedi. Gli interpreti principali saranno Giuseppe ed Alberto Samonà62, con l’esperienza di Cadone ghe, Edoardo Gellner ad Auronzo di Cadore e soprattutto Cappai e Mainardis, con i municipi e gli uffici postali, come a Campolongo Maggiore, a Mira, ma soprattutto a Mestre con il Centro Candiani. Molti edifici assumono un linguaggio brutale e monolitico, contrapposto allo spregiudicato uso dei materiali, di colori e forme degli infissi, mescolati a “poro sità” e filtri, quali portici, sottopassaggi, antri che sembrano fornire un riparo da una città sempre più caotica e pericolosa.

Città universitaria: il modello patavino e quello veneziano Il più importante propulsore del cambiamento e del rinnovamento edilizio e arti stico dell’Università di Padova fu Carlo Anti63, archeologo di fama internazionale nato a Villafranca Veronese nel 1889. Il suo contributo si concretizza nell’ammo dernamento dell’Università di Padova nel periodo del suo rettorato, tra il 1932 e il 1943. Nel 1933 viene fondato, e da lui presieduto, un “Consorzio per la Siste mazione Edilizia dell’Università di Padova” che, con il sostegno del governo e degli enti locali, provvede alla costruzione di diversi istituti universitari.

62 M. caneStrari, Il municipio di Cadoneghe, ovvero “Il luogo come misura delle cose”, Roma 1988.

63 D. longhi, Il progetto urbano della città universitaria di Padova, in Costruire il dirit to allo studio. Esu di Padova. Interventi di edilizia universitaria 2007-2010, Padova 2012, pp. 90-99.

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Determinante è la sua lungimiranza per la qualità delle architetture realizzate e per la consistenza degli apparati decorativi, in attuazione di un programma che, divenuto legge nazionale ancora ufficialmente in vigore, anche se quasi del tutto disattesa, destinava il 2% del finanziamento pubblico alla decorazione degli interni. Carlo Anti ebbe il merito di portare a Padova Gio Ponti64, che non fu solo progettista di architetture e opere d’arte, ma anche consigliere per l’am modernamento delle varie sedi dell’Università di Padova. Le opere di Massimo Campigli, Mario Sironi, Gino Severini, Ubaldo Oppi, Guido Cadorin, Bruno Saet ti, Ferruccio Ferrazzi, Arturo Martini, Marcello Mascherini, presenti negli edifici dell’Università, sono una testimonianza ancora viva e pregnante. Il primo edificio realizzato, per importanza e anzianità, è la fabbrica del Liviano, nuova sede della Facoltà di Lettere e Filosofia, sul sedime della Reggia Carra rese, in adiacenza alla Sala dei Giganti, interessantissimo gioiello della pittura cinquecentesca di pertinenza dell’Università fin dal Seicento. Il concorso per la progettazione viene vinto da Gio Ponti, con un disegno sem plice e funzionale che metteva in evidenza il gusto per un’architettura non più decorativa, ma attenta al carattere dei luoghi e tesa verso un asciutto monu mentalismo. La proposta si riduce ad una semplice composizione della facciata, su basamento in pietra, dalla quale spiccano il portale tripartito, una grande superficie intonacata con una serie di piccole finestre equidistanti e una sempli cissima modanatura di coronamento. L’atrio di ingresso rappresenta il cuore del progetto, elemento connettivo tra le ali del fabbricato e la Sala dei Giganti, collegata da uno scalone affrescato da Campigli. All’interno sono ancora oggi conservati gli arredi originali di Gio Ponti65

Oltre agli interventi nel centro storico, si realizzano altri ampliamenti e trasfor mazioni, connessi al potenziamento dell’Ospedale patavino e alla costruzione di un polo universitario con più di quindici istituti lungo la spina tra il Piovego e Via Marzolo.

64 u la Pietra, Gio Ponti. L’arte si innamora dell’industria, Milano 2009.

65 La seconda opera cardine dell’edilizia universitaria a Padova è la serie di ampliamen ti del Palazzo del Bo. L’ampliamento del cortile venne assegnato all’architetto veronese Ettore Fagiuoli, che con una serie di spazi asciutti e definiti inglobò alcuni antichi edifici, ricomponendo il fabbricato verso via San Francesco con un rigore razionalista pressoché inedito per Padova. Finestre a nastro, arcate monumentali, uso della pietra bianca, del mattone e dell’intonaco, suggerirono un gusto che non tardò a diffondersi. Nello stesso edificio tornò a lavorare Gio Ponti, chiamato dal rettore Carlo Anti per la sistemazione del Rettorato, dove il nuovo scalone divenne occasione per fondere architettura, pittura (dello stesso Ponti) e scultura con l’ausilio di Arturo Martini. Con Martini Ponti aveva già collabora to nella realizzazione del Liviano. Unitamente alla scala, Ponti realizza le sale al primo piano e la cosiddetta Basilica, grande salone affrescato da Pino Canarini. L’architetto cura anche il disegno di lampade e arredi.

Il nuovo Istituto di Chimica Farmaceutica e Tossicologica fu progettato tra il 1935 e il 1936 dall’architetto milanese Giuseppe Merlo, vincitore di un concorso nazionale. L’edificio si struttura in modo complesso secondo una corte princi pale che sul fronte strada estende la facciata su tre ordini, il primo dei quali in mattoni, mentre gli altri due in intonaco e finestre a nastro. Sempre lungo la strada si colloca l’ingresso con un imponente porticato in trachite alto come il fabbricato e completamente asimmetrico. Esattamente di fronte, il grande fabbricato dell’Istituto di Fisica, arretrato rispet to all’allineamento stradale, si propone come edificio complesso organizzato secondo una composizione che dal corpo lungo la strada fa partire tre bracci verso sud. I progettisti pongono in rilievo due elementi compositivi rispetto allo sviluppo austero dei tre piani del fabbricato: un grande portale di ingresso costituito da tre tagli verticali sull’atrio a doppia altezza, preceduti da un’ampia scalinata lapidea, e una torre, più arretrata rispetto alla facciata, a riequilibrare la composizione asimmetrica. Nello stesso periodo (1936), ad est del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, viene realizzato il primo edificio che ospitava Fisica Tecnica (attualmente Inge gneria dei Materiali), perpendicolarmente a Via Marzolo. Con disposizione nord-sud, ma collocato a ovest del Dipartimento di Fisica “Ga lileo Galilei”, si trova il lungo edificio su cinque piani della Casa dello Studente, dedicata ad Arnaldo Fusinato. Interessante, ma contestato per l’inserimento nel tessuto storico di Via Belzoni, è l’edificio del Paolotti, Istituto di Ingegneria e Matematica Applicata, dell’ingegnere Giulio Brunetta. Il complesso ha uno sviluppo planimetrico a forbice costi tuito da tre corpi di fabbrica: uno di cinque piani su Via Belzoni, che sostituisce tra gli altri edifici un antichissimo ospizio patavino; un altro corpo di connessione, di quattro piani; il terzo corpo, di tre piani, raccoglie le aule. Un mosaico senape riveste il fabbricato. Meglio riuscito è l’edificio che Brunetta realizza nel 1964 quando, lungo il Pio vego, a ridosso delle mura, egli colloca l’Istituto di Elettrotecnica ed Elettronica, che oggi ospita Ingegneria dell’Informazione. Si tratta di un edificio in mattoni di forma rettangolare, valorizzato dalla scansione dei portici al piano terra e dalle proporzioni delle bucature con infissi di colore verde nei restanti quattro piani.

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Oltre il fronte regolare, Brunetta realizza una serie di cortili racchiusi dai due corpi laterali: uno compatto a ovest, l’altro a pettine a est. Non avendo più spazi disponibili dentro le mura veneziane, l’Università acqui sta nel corso degli anni altre aree esterne, oltre il fiume Piovego, creando una concentrazione di nuovi nuclei per la didattica e la ricerca. Ad un architetto di chiara fama, Bruno Morassutti, collaboratore in diverse occasioni del celebre architetto e designer Angelo Mangiarotti, viene commissionata la realizzazione della mensa più grande dell’ateneo, la Mensa Piovego in Via Giuseppe Colombo (1971-1978). Parte di un progetto di più estese dimensioni con alloggi e spazi ri creativi, il volume è caratterizzato da una semplice organizzazione delle facciate divise in due parti: una più in alto in calcestruzzo prefabbricato in ghiaino lavato; l’altra trasparente in vetro nella parte sottostante, in modo che la permeabilità visiva e la leggerezza del fabbricato fossero evidenti. La struttura in pilastri in calcestruzzo e travi precompresse permette una grande libertà nella fruizione dello spazio interno. Gli interventi di edilizia universitaria, sempre per mano di Brunetta, continueran no tra il 1975 e il 1976 con la realizzazione del Dipartimento di Ingegneria Mec canica in Via Venezia66, edificio particolarmente interessante per la sua struttura portante a vista.

A metà tra la zona degli istituti e l’Ospedale si trova uno dei più interessanti edifici, realizzato da Daniele Calabi e da Giulio Brunetta negli anni 1953-1954 e chiamato la “Casa dei professori”, edificio per appartamenti in Via Falloppio. Il fabbricato si sviluppa su sette piani, ciascuno dei quali ospita un appartamen to. Molto aperto grazie alle logge orientate a sud, verso nord dialoga con la gran de massa arborea del platano che diventa elemento di progetto e referenza di scala per l’edificio. Completamente in mattoni, il volume ha una composizione semplice, ma molto efficace, grazie anche alle pannellature oscuranti scorrevoli che conferiscono una dimensione dinamica interessante. La canna fumaria a denti di sega e l’inserimento di alcune chiavi di volta in pietra bianca tentano un collegamento con le preesistenze storiche, che sono andate scomparendo con il passare degli anni lungo Via Falloppio.

Molti inoltre saranno i collegi universitari e i servizi agli studenti che, nella stes sa zona, si svilupperanno sempre ad opera di Giulio Brunetta. Lo sviluppo dell’Ospedale di Padova pone il problema di una coerenza distri butiva generale legata all’ammodernamento delle fabbriche preesistenti e alla presenza, esattamente a cavallo dell’area, delle mura veneziane. Il compito di mettere ordine venne affidato a Calabi e a Brunetta, in continuità con l’applica zione del programma di riorganizzazione delle strutture universitarie avviato del rettore Anti nel 1933, dopo l’interruzione dovuta alla Seconda Guerra mondiale. Gli interventi migliorano l’accoglienza e rispondono a nuovi programmi funzionali legati alle mutate esigenze della medicina, usando il mattone, il colore e linee sem plici e geometriche come elemento di continuità linguistica tra gli edifici. L’intervento di maggior rilievo dell’area è l’edificio detto “ex Semeiotica” all’in crocio tra Via Falloppio, dove si trova un cortile pensile, e Via Gabelli, organizza to secondo una loggia con archi a tutto sesto a doppio ordine. Il progetto, inizia to nel 1938, seguì un percorso travagliato in un avvicendamento di progettisti tra cui Mansutti, Miozzo e Calabi. Significativo è il complesso della Clinica Pediatrica (1953-1956) progettato da Daniele Calabi in collaborazione con Giulio Brunetta e realizzato come un ele gante edificio in mattoni, con le camere affacciate su logge rettangolari esposte a sud, mentre a nord si trovano i servizi e le attività didattiche. Anche il progetto della Clinica Ostetrica viene realizzato a due mani, con un risultato dalla chiara struttura organica nonostante i vincoli delle preesistenze.

Giulio Brunetta ebbe nel 1970 un’importante occasione progettuale per la realiz zazione della chiesa dell’Ospedale: un compatto organismo collegato da passe relle, proteso a sud degli alti fabbricati realizzati negli ultimi decenni. I tagli ver ticali delle finestre, la copertura dello spazio con un intreccio di lamelle semitra sparenti, il calcestruzzo e il mattone, denotano una forte maturità del progettista. L’ultimo edificio in ordine temporale è l’Istituto di Microbiologia in Via Gabelli, realizzato tra il 1970 e il 1972. Il volume si presenta come un parallelepipedo bianco di due piani, con maglia strutturale in facciata riempita da serramenti e pannellature di alluminio, sovrapposto ad un basamento rivestito con le stesse pannellature, ma arretrato rispetto al filo del prospetto.

66 Gli interventi in quest’area si sono appena conclusi. La nuova sede di Psicologia e il Nuovo Polo Universitario su Via Venezia, a firma di Gino Valle, docente all’Università Iuav di Venezia scomparso nel 2003, si presentano come volumi semplici e diafani, dove le grandi scale antincendio sono l’unico elemento architettonico di rottura.

Di segno opposto è l’esperienza veneziana di Ca’ Foscari e dello Iuav, che pre feriscono intervenire su edifici esistenti riadattandoli ai fabbisogni dei rispettivi atenei.

L’Università Ca’ Foscari, riutilizzando alcuni edifici storici, commissiona a Carlo Scarpa interventi di restauro dell’aula “Baratto” che, in un innovativo progetto

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Torri piezometriche

dall’alto, da sinistra verso destra: Torri di: Fraz. Ca’ Pirani, Jesolo; Rossano Veneto; Bussolengo; Fratta Polesine; Pontecchio Polesine; Castelfranco Veneto; Fraz. Pegolotte, Cona; Jesolo; Fiesso Umbertiano; Fraz. Paderno, Ponzano Veneto; Chioggia; Fraz. Dosson, Casier; Fontaniva; Fiesso d’Artico; Fraz. Bagnoli, Cadoneghe; Oderzo; Montecchio Maggiore; Codevigo; Fraz. Camalò, Povegliano; Camisano Vicentino; Trevenzuolo; Veggiano; Porto Tolle; Villamarzana.

[foto AS, BG, BOD, FEN, LD, MF, MOM, ZF]

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del 1935-1937, definisce una serie di articolati interventi: nuove pareti, una tri buna ed altri elementi in legno. Anche per la sede distaccata di San Sebastiano, Scarpa crea alcuni disegni, che porteranno alla realizzazione postuma del pro getto del portale di ingresso alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Lo Iuav, dovendo spostare la sua sede nel convento dei Tolentini, commissiona a Daniele Calabi nel 1960 un progetto di radicale riorganizzazione del complesso. Ne risulterà un intervento di raffinata eleganza dove gli elementi moderni gio cano di contrappunto con la struttura storica del fabbricato: messa in luce di superfici in mattoni un tempo intonacate, realizzazione di grandi superfici in terrazzo alla veneziana, impiego di lampade e tavoli di Albini, arredi regalati dai più importanti marchi del design italiano e straniero. Viene commissionata a Emilio Vedova una grande pannellatura per l’Aula Magna67. Di grande qualità è il disegno degli infissi interni ed esterni in legno di rovere, che faranno scuola in molti interventi di riuso di edifici storici. Negli ultimi decenni del secolo, la politica di concentrazione della didattica intor no all’area portuale pone la questione del restauro del Cotonificio Veneziano a Santa Marta. Gino Valle propone un innovativo intervento di aule per la didattica al piano terra con ampi corridoi per gli studenti e un grande spazio esteso a tutto il primo piano, che avrebbe dovuto ospitare le aree di disegno realizzate con i tavoli progettati appositamente per lo Iuav da Carlo Scarpa. Lo spazio del primo piano è stato oggi frazionato in otto nuove aule con pareti metalliche e vetrate. Sulla sommità del complesso sono state poste le “Ali” di Massimo Scolari, scultura realizzata per la Biennale di Architettura del 198668.

Prospettive di ricerca

Conoscere per conservare, verso un catalogo interattivo Questo corale lavoro di indagine evidenzia una dimensione importante della realtà culturale veneta. Mettendo in luce una produzione di architetture diverse per linguaggi e concezioni, restituisce un patrimonio consistente e diffuso su tutto il territorio. Si tratta di una rappresentazione che, nonostante l’ampiezza, è inevitabilmente parziale e richiede studi e ricerche di dettaglio, approfondimenti tematici, verifiche storiche, contestualizzazioni.

Va comunque riconosciuto che un primo significativo risultato è la realizzazione di un corpus unico che raccoglie i manufatti, li documenta, mettendone in luce analogie e differenze sul piano tipologico, linguistico e tecnologico, ma anche nelle relazioni con le dinamiche di trasformazione dei contesti di appartenenza. Ove possibile, si evidenziano i riferimenti a specifici modelli scientifico-culturali e a scuole di riferimento.

67 Negli anni molti altri docenti Iuav si cimenteranno per arricchire di nuovi elementi architettonici il complesso: il portale in mattoni e calcestruzzo di Carlo Scarpa, realizzazione postuma coordinata da Sergio Los; le scale di emergenza delle aule progettate da Arrigo Rudi; la sistemazione della biblioteca centrale ad opera di Giuseppe Davanzo.

68 Nell’ottica di creare un polo del nuovo ateneo – non più Istituto ma Università – si programma l’ambizioso progetto Miralles per i Magazzini Frigoriferi, esito di un concorso internazionale. Il progetto è stato abbandonato per motivi economici, anche se sarebbe potuto diventare una importante connessione tra il Cotonificio e l’area portuale in riconver sione, rafforzando anche i legami con la città. L’ultimo intervento Iuav, progettato dall’ISP (Iuav Servizi e Progetti), è l’efficace recupero dei Magazzini Ligabue, che sono stati negli anni occupati da aule e laboratori per Design e Arti Visive.

La costruzione di una bibliografia dell’architettura del Novecento nel Veneto è il secondo risultato. Organizzata per province, la bibliografia è divisa in due parti. Nella prima presenta realizzazioni e testi riferiti ad architetti scomparsi, mentre nella seconda tratta gli architetti contemporanei. La consistenza e la diffusione delle architetture conferma l’importanza della divulgazione, purtroppo ancora limitata a poche occasioni locali o agli appuntamenti dei premi regionali: fra tutti, il “Premio Oderzo”, il “Premio B. Cappochin” e il “Premio L. Piccinato”. Il futuro di questo importante patrimonio, che non potrà essere tutelato solo da norme e vincoli, è affidato alla sensibilità dei progettisti che si occuperanno della manutenzione e dell’adeguamento dei manufatti, ma anche alla consape volezza e alle capacità propositive degli uffici tecnici comunali. Un importante ruolo avranno i proprietari degli immobili. È a questi soggetti che il presente lavoro si rivolge in prima istanza. Ma il repertorio perderà rapidamente il suo intrinseco valore se non verrà aggiornato, arricchito, rielaborato e corretto, se non diventerà una sorta di ‘mappa mentale’ e una occasione di confronto all’in terno di un sistema informativo dotato di una architettura interattiva e di una semantica aperta.

In questa prospettiva è importante evidenziare linee di ricerca che, oltre a dare maggiore completezza al materiale raccolto, possono definire alcune strategie di valorizzazione.

Un filone ancora da indagare riguarda i manufatti di natura ingegneristica. Ad esempio, le torri piezometriche, presenti quasi in ogni comune, con il pas

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Manufatti ingegneristici

dall’alto, da sinistra verso destra: Idrovore di: Ca’ Giustinian, Porto Viro; Ca’ Giovannelli, Pozzonovo; Cattal, Tessera.

Ponti e viadotti sul fiume Bacchiglione a Padova.

Stazioni di servizio Agip di Mario Bacciocchi a Padova.

Edifici industriali a Porto Marghera. [foto AS, DL, MOM]

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sare del tempo hanno creato importanti landmark urbani. Con riferimento alle epoche di costruzione si dividono in quattro tipi: le torri con cisterna sorretta da parete cilindrica continua, tipica dei primi anni del Novecento. Queste torri venivano decorate con campiture di colore o con fregi com’è avvenuto a Ros sano Veneto e a San Bonfacio. Il secondo tipo di torre è con pilastri e travi in calcestruzzo. Si tratta di torri generalmente molto snelle ad andamento tronco conico. Nel terzo tipo si semplificano le strutture portanti verticali, eliminando i collegamenti orizzontali, mentre l’ultimo tipo di torre prevede un unico pilastro centrale a sorreggere il serbatoio sospeso. Altre infrastrutture da censire e analizzare sono le stazioni di servizio. Rivestono un particolare interesse soprattutto quelle realizzate per l’ENI69 all’avvio dell’at tività dell’ente. Ciò avviene con il progetto commissionato da Enrico Mattei per la campagna di espansione della rete di distribuzione del carburante a Mario Bacciocchi. Il progettista risponde all’esigenza di standardizzazione e flessibilità delle diverse stazioni, ma anche di riconoscibilità e di innovazione formale e funzionale. Descrivendo il progetto, Bacciocchi sostiene di ricercare efficienza e razionalità delle forme, ma anche audacia ed eleganza. Il progetto consiste in un corpo centrale compatto con angoli arrotondati rivestito di piastrelle cerami che di dimensione simile al mattone, ma poste in verticale. Il parallelepipedo è sovrastato da una trave a “T” che, appoggiandosi sul fronte retro del fabbricato, sale oltre l’altezza del volume operativo per poi, con linee morbide e rastreman ti, separarsi in due braccia. La prima forma la pensilina retrostante più alta, men tre la seconda copre il volume e, piegandosi, diventa la copertura dello spazio anteriore la stazione. L’effetto è dirompente per l’epoca e rimane ancor oggi un interessante progetto per la pulizia delle forme. Vengono realizzate tredici versioni dello stesso progetto che si adatteranno alle diverse localizzazioni delle stazioni. Il progetto di Bacciocchi si diffonde a partire dagli inizi degli anni Cin quanta su tutto il territorio nazionale ad un ritmo incalzante che talvolta supera le quattrocento stazioni all’anno. Il recupero di questi elegantissimi fabbricati è particolarmente complesso per due ragioni. Per le aree di servizio dismesse, specie nei centri abitati, il costo della caratterizzazione e della bonifica ambientale del lotto, dovuta alla conta minazione da idrocarburi, è così elevato che il piccolo volume del padiglione non genera economie di riuso. Per le aree di servizio ancora in uso, il problema

69 D. DeScherMeier, Impero Eni. L’architettura aziendale e l’urbanistica di Enrico Mattei, Bologna 2008, pp.142-169.

dell’aggiunta di nuovi servizi e di aumento del numero delle pompe di riforni mento ha compromesso la leggibilità della struttura originaria, spesso violente mente aggredita da insegne che regolarmente chiudono lo spazio tra copertura e volume operativo. Un’attenta analisi, caso per caso, della loro localizzazione permetterebbe un recupero di questi manufatti da adibire a piccoli spazi com merciali, chioschi connessi a parchi, attrezzature di servizio, e così via. Ne esi stono interessanti esempi a Marghera, Padova e Montebelluna. Sempre in ambito delle opere cosiddette “ingegneristiche” rimane da indagare il rapporto tra strade e paesaggio. Importanti realizzazioni, come la statale Gar desana o la statale 339 che porta ad Asiago, hanno prodotto interessanti brani di architettura delle infrastrutture a forte connotazione paesaggistica. Ponti, muri di sostegno in pietra, cigli stradali, piazzole di sosta, alberature, sono oggi spesso manomessi per rispondere a standard e norme che, se anche suggerite dal Codice della Strada, non sempre prestano la dovuta attenzione al progetto paesaggistico. A questi elementi si aggiungono numerosi ponti metallici della rete ferroviaria e le piccole stazioni, gran parte delle quali è oggi in disuso. Un altro tema affascinante che la ricerca non ha trattato riguarda i manufatti idraulici. Recenti pubblicazioni70 hanno tentato di chiarire logiche insediative e strutture idrauliche, politiche di trasformazione e organizzazione della rete idraulica. Purtroppo però non si dà conto a sufficienza della localizzazione, della struttura e del linguaggio dei singoli manufatti. Si tratta spesso di straordinarie idrovore, chiaviche, chiuse, sistemazioni di terrapieni e arginature, componenti di rilevante importanza paesaggistica nelle aree urbane e rurali interessate alla gestione integrata delle acque, ma soprattutto nelle zone di bonifica localizzate al di sotto del livello del mare. I linguaggi di questi manufatti, diversamente dalle centrali idroelettriche di montagna e di valle, sono standardizzati anche se con interessanti varianti compositive.

Le aree industriali pongono, come già accennato per le stazioni di servizio, im portanti problemi di contaminazione, oltre che di progettazione del loro riuso secondo ipotesi di integrazione nei tessuti urbani. Ciò è dovuto a vari fattori, ma soprattutto alla localizzazione e alla dimensione. L’esempio del Parco scientifico e tecnologico del Vega a Porto Marghera chiarisce alcune questioni che il recu pero delle aree industriali solleva. Gli enormi costi di bonifica, per minimizzare

70 g. BalBo (a cura di), Terre nuove. Paeseggi di bonifica nel Veneto Orientale, Venezia 2011.

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Architettura funeraria del Cimitero Maggiore di Padova dall’alto, da sinistra verso destra: Famiglie: Bonato, Gentilini, Marchesini, Olivieri, Rossi, Zodo, Castellani, Mistrorigo, Pertile, Bazzolo Giacon, Cardin, De Fassi Negrelli, Arslan, Omizzolo, Garbin, non rilevato, Zabai, Grassetto, Cesarin, De Nadai, Lewin Appiani, Mursia, Marzetto, Croatto.

[foto LD]

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il rischio sanitario e ambientale71, superano soglie un tempo impensabili, ridu cendo le possibilità di recupero e di riuso dei manufatti esistenti. La selezione degli investimenti più redditizi può ridurre la copertura spaziale degli interventi. A Porto Marghera, per queste ragioni, le bonifiche in situ si sono spesso limi tate alla messa in sicurezza dei suoli, recuperando alcuni edifici come il Centro Ricreativo Montecatini. Si tratta di un’opera di grande valore per il suo schietto linguaggio modernista. Esperienze di riconversione diverse sono state effettua te in altre aree industriali venete, come nello Jutificio di Piazzola sul Brenta, ma il tema della bonifica resta decisivo. Per queste ragioni nella pubblicazione sono state considerate poche strutture industriali. Un’indagine specifica, coordinata con il piano regionale delle bonifi che e con il Master Plan delle Bonifiche di Porto Marghera, potrebbe aiutare ad effettuare ricognizioni puntuali sullo stato di fatto e sulle potenzialità di riqualifi cazione e restauro edilizio e territoriale apprezzando i relativi valori architettonici e archeologici72

Un altro filone ricerca riguarda il rapporto tra opere d’arte e architettura. Nelle opere del primo Novecento il forte legame dell’affresco, piuttosto che della scultura73 o del bassorilievo, oppure l’inserimento delle vetrate istoriate o dei mosaici, devono la loro presenza al fatto che la disciplina dell’Architettura si se para dall’accademia molto tardi. La sensibilità che vede la fusione di queste due discipline rimane viva e salda nei progettisti almeno fino alla Seconda Guerra mondiale. Se la logica di legare opere d’arte ai progetti architettonici era molto più consueta negli edifici realizzati tra le due guerre, per la retorica del fascismo ed esigenze di comunicazione simbolica, oggi questa istanza si è affievolita. È stata una legge dello Stato italiano, istituita nel 1949, la n. 717, a designare una quota del 2% dell’importo delle opere pubbliche alla realizzazione di opere d’arte legate al fabbricato. Questa norma, ancora operante, non ha più prodotto interessanti intersezioni disciplinari. La presenza di opere d’arte fisse sembra oggi interessare solo gli edifici di culto. Ma la qualità delle opere è a volte così modesta che, piuttosto che favorire il dialogo fra linguaggi, mortifica l’architet tura e i valori che le opere d’arte dovrebbero esprimere.

Restano da analizzare i momenti (felici si direbbe) nei quali il connubio tra pittu ra, scultura, decorazione e architettura arriva a sintesi. Ciò è accaduto in molti degli edifici pubblici del Veneto (numerosi fanno parte del repertorio), con artisti del calibro di Arturo Martini e Mario Sironi. Non sono da sottovalutare comun que le poco conosciute sculture di portali di edifici veneziani di Francesco Scar pabolla74 o in edifici patavini ad opera di Amleto Sartori. Anche gli edifici e i monumenti funebri meritano la dovuta attenzione. Il reper torio ne propone alcuni, ma senza affrontare l’argomento in modo sistematico. Ricchi di architetture in buono stato manutentivo, i cimiteri veneti sono una risorsa da esplorare. Nella ricognizione-campione effettuata al Cimitero Mag giore di Padova, piccoli sacelli, veri e propri fabbricati, austeri spazi aperti, sono testimonianza eloquente del dibattito sull’architettura civile e pubblica in ambito funebre. La presenza di un’importante firma come quella di Muzio nel capo luogo patavino, intorno agli anni Sessanta, segnala l’esigenza per le famiglie borghesi di connotare con progetti di qualità le cappelle gentilizie. Parallelamente, si sviluppa il tema del Momunento ai Caduti. Numerosi sono i sa celli e gli ossari realizzati tra le due guerre, testimonianze retoriche del nazionali smo italiano, ma anche dopo la Seconda Guerra mondiale, riaffermazione dell’amor patrio dopo gli orrori di una guerra sanguinosa combattuta sul fronte sbagliato75. Un tema molto significativo, ma di difficile esame nel censimento, riguarda la ri cognizione dei giardini novecenteschi. La realizzazione di un giardino è l’avvio di un processo continuo che richiede manutenzione e cura, per ragioni botaniche, ambientali ed estetiche. Per questi motivi solo pochi giardini, per lo più di Carlo Scarpa o di Pietro Porcinai76, sono stati inseriti nel repertorio.

74 Tra le opere realizzate dal maestro per edifici pubblici si ricordano: statua del “Mer curio” per la facciata del nuovo palazzo delle poste di Vicenza; Leone Marciano in bronzo per l’ingresso del Collegio Militare a Sant’Elena; Leone Marciano in bronzo, nuova autostra da Venezia-Padova; n.14 Altorilievi in terracotta per la Chiesa dell’Istituto Elioterapico “Car lo Steeb”, Alberoni-Lido di Venezia; Leone di San Marco scolpito in pietra per la testata del nuovo “Cavalcavia Venezia-Mestre”; statua della Madonna Immacolata nel Piazzale della Stazione Ferroviaria di Venezia; portale di ingresso dell’INAIL, ora sede Iuav.

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71 D. PataSSini (a cura di), Contaminazione, rischio e stigma. Bonifica a Porto Marghera, Venezia 2011.

72 F. MancuSo (a cura di), Archeologia Industriale nel Veneto, Cinisello Balsamo (Mi) 1990.

73 S. zaniBoni, La “scultura decorativa” e la città, Milano 1996.

75 L’unico testo che affronta diffusamente e con coerenza la questione dei monumenti celebrativi, solo in ambito veronese, nel periodo precedente a quello del nostro censimento regionale, è: D. BeVerari, M. Vecchiato (a cura di), Monumenti celebrativi dell’età risorgi mentale nella provincia di Verona, Vago di Lavagno 2008.

76 Il rammarico di non aver potuto riscoprire e tutelare quello che rimane delle opere di Porcinai non ci esime dal fare alcune segnalazioni, in modo che diventino un utile strumen to per una ricognizione di dettaglio. La lista delle sue opere in Veneto ci è stata segnalata

Arte e architettura dall’alto, da sinistra verso destra: Scultura: Scala del Sapere, Palazzo del Bo, Padova; Sacrario Militare Francese, Pederobba; Ufficio poste e telecomunicazioni, Vicenza; Casa del Mutilato, Verona; Chiesa della Commenda, Rovigo; Edificio residenziale in Via Martiri del Lavoro, Padova.

Portali: Stazione Ferroviaria Santa Lucia, Venezia; Ex Centro provinciale dell’Igiene, Venezia; Casa della Giovane Italiana, Padova; Sacrario Militare, Cortina d’Ampezzo; Centrale idroelettrica, Sedico; Ingresso (portale)

Ca’ Foscari sede della Facoltà di Lettere e Filosofia, Venezia.

Pittura e mosaici: Gio Ponti, Scala del Sapere, Palazzo del Bo, Padova; Pio Cesarini, Basilica del Palazzo del Bo, Padova; Massimo Campigli, vestibolo del Liviano, Padova; Enzo Morelli, Cappella gentilizia funeraria Famiglia Barella, Rovigo; Sacrario Militare Germanico, Quero; Ex Accademia Nazionale Premarinara dell’ONB, Sant’Elena, Venezia.

Fregi architettonici: Gruppo rionale fascista Bonservizi, Padova; Palazzo delle Poste, Belluno; Ex Casa del Fascio, Pontelongo; Palazzo INPS, Padova; Ex Casa del Fascio, Valdagno; Ostello “Olimpico”, Vicenza.

[foto AS, AXF, BG, BEA e MEA, D33, GCF, LD, ZF]

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Il restauro, infine, eccellenza veneta di grandissimo valore, ha caratterizzato la trasformazione delle città fin dagli inizi del Novecento. Rispetto all’Ottocento, alla demolizione delle preesistenze si è spesso preferito l’aggiornamento lin guistico e il dialogo con elementi di valore degli edifici esistenti. Questa prassi, connessa ai costi di riutilizzo delle nuove fabbriche, soprattutto a Venezia, ha

da Anna Porcinai (figlia) e concordata con l’architetto Ines Romitti: Giardino con piscina per villa Grassetto, Padova, 1951; Giardino con piscina e tennis di Villa Valle per il signor Marzotto, Valdagno, 1951-1952; Giardino ed attrezzature sportive di un circolo ufficiali, Vil lafranca, 1952; Giardino per la signora Anna Maria Beretta Rolandi, Vicenza, 1954-1955; Giardino per il signor Ettore Agostinelli, Bassano del Grappa, 1955; Giardino per il signor Claudio Gasparotto, Bassano del Grappa, 1955; Sistemazione terrazza e giardino d’inverno per i signori Olivotto, Padova, 1957-1960; Sistemazione esterna degli uffici della SADE, Venezia, 1959; Giardino per il signor Ermes Drago, Marostica, 1960; Giardino con piscina dell’albergo Orologio, Abano Terme, 1960-1961; Giardino per i signori Vedove, Bassano del Grappa, 1961; Sistemazione terrazza per il signor Edmondo Bonetti, Padova, 1961; Giardino e sistemazione terrazza per i signori Pezzotti Servadio, Bassano del Grappa, 19611962; Giardino con piscina e campo da tennis per il signor Misomalo, Vicenza, 1961-1962; Giardino per il signor Andrea Favini Sabarini, Bassano del Grappa, 1961-1964; Giardino per i signori Balestra, Bassano del Grappa, 1962-1963; Giardino con laghetto per i signori Bus sandri, Bassano del Grappa, 1963-1968; Sistemazione del parco di Villa Ronche con piscina e campo da tennis per i signori Zanussi, Fontanafredda, 1966-1968; Sistemazione esterna dello stabilimento Brionvega, Casella d’Asolo, 1966-1971; Giardino della Villa Mille ed una rosa con giardino d’inverno per il signor Mondadori, Sommacampagna, 1967-1969; Giardi no e night club dell’Hotel des Bains per la CIGA, Lido di Venezia, 1968-1971; Sistemazione terrazza per il signor Moretti, Treviso, 1968-1978; Sistemazione terrazzi per il signor Renzo Rossitto, Sestiere di Castello, 1969-1973; Impianti sportivi, Club House e spogliatoi per lo Sporting Club (parzialmente realizzato), Bassano del Grappa, 1970-1982; Giardino per il signor Domenico Rossi, Vicenza, 1971-1972; Giardino per il signor Lionello Radici, Noventa Padovana, 1973-1976; Parco di Villa Pia con campo da tennis per il signor Renato Zevi, Monastier, 1973-1981; Consulenza per la piantagione della tomba Brion, Altivole, 19741976; Giardino della villa della signora Rina Brion, Cortina d’Ampezzo, 1974-1979; Tomba per la famiglia Bacchi, Venezia, 1975-1976; Giardino per la Galleria d’arte moderna Farsetti, Cortina d’Ampezzo, 1976; Sistemazione del giardino con piscina e campo da tennis per il signor Giancarlo Folco, Montecchio Maggiore, 1977-1980; Giardino per i signori Predebon, Marostica, 1979-1981; Giardino per i signori Viaro, Marostica, 1979-1982; Giardino con piscina e tennis per i signori Bonotto, San Zenone degli Ezzelini, 1979-1982; Sistemazione esterna dello stabilimento Nardini, Bassano del Grappa, 1981-1983; Giardino per i signori Trevenzoli, Nogara, 1981-1983; Giardino per i signori Pavan, Piombino Dese, 1982-1985; Giardino della villa Chiarotto Mazzuccato, Padova, 1983-1984; Giardino per i signori Dalle Carbonare, Thiene, 1983-1984; Sistemazione dell’area piscina e dell’area tennis dell’hotel Cipriani (parzialmente realizzato), Venezia, 1983-1984.

consentito di creare un’importante commistione tra recupero e innovazione, e il riuso dello stock immobiliare esistente. L’approccio al progetto di restauro testimonia l’opera di geniali interpreti come Carlo Scarpa e Arrigo Rudi che nello Iuav hanno trasmesso con continuità le loro competenze progettuali, parallelamente alla straordinaria scuola di storici for matasi attorno alla figura di Manfredo Tafuri. Questa combinazione favorevole ha contribuito a formare la scuola di restauro a Venezia. Nata nello Iuav, essa ha sviluppato una straordinaria metodologia analitica sul manufatto accompagnata da approfondite ricerche storiche di archivio. Si sono così definite regole e mes si a punto approcci rispettosi del valore della preesistenza storica, che hanno ispirato numerose esperienze progettuali nella regione. Queste esperienze do vrebbero essere censite con sistematicità, come suggerisce quest’anno (2012) il padiglione centrale della Biennale di Architettura curato da David Chipperfield. Infine, emerge con forza il tema della conservazione dei manufatti. Questi si reggono su geometrie e allineamenti di facciata il cui equilibrio può essere fa cilmente compromesso, modificando i rapporti volumetrici e le strutture tipomorfologiche anche con piccoli interventi. Molte opere sono state escluse dal repertorio, perché recenti ristrutturazioni hanno compromesso con un rivestimento o con un improprio ampliamento la qualità formale del fabbricato. Due esempi per tutti sono il cinema di San Mar tino Buon Albergo, originariamente rivestito in mosaico policromo oggi in lastre grigie, e la Casa del Fascio di Battaglia Terme, che il nuovo portale e interventi minuti su tutto il fabbricato hanno reso irriconoscibile.

Le operazioni di trasformazione di questi edifici non tengono spesso conto dei tre elementi principali che li caratterizzano: il rapporto tra facciata e spazio pub blico mediante la composizione volumetrica e forometrica, il colore e l’impianto decorativo di facciata, la scalinata e gli spazi interni di rappresentanza. Un’adeguata normativa potrebbe ovviare alla mummificazione del patrimonio edilizio del Novecento senza rinunciare ai valori del manufatto; anzi, riconoscen do di volta in volta le modificazioni effettuate nel tempo e sulle quali la progettazione potrebbe fornire suggerimenti preziosi. Diventa così utile la predisposi zione di una scheda sull’evoluzione del manufatto. Essa dovrebbe contenere una ricerca dei progetti originari, quasi sempre disponibili negli archivi comunali o negli Archivi di Stato, una ricerca di foto storiche, lo stato di conservazione, una campagna fotografica che documenti le parti dell’edificio trasformate o tra sformabili da eventuali progetti. Questo lavoro analitico consentirebbe scelte

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Paesaggi

dall’alto, da sinistra verso destra: Cimitero Militare Germanico, Costermano; Cimitero di Muda Maè, Longarone; Sacrario di Cima del Grappa, Crespano del Grappa; Tomba Brion, Altivole; Ex Lungadige Littorio, Verona; sistemazione del Monumento “La Partigiana”, Giardini della Biennale, Venezia; Teatro Verde, Isola di San Giorgio, Venezia; Parco, Belluno; Ingressi alla Villa La Favorita, Valdagno; Villa Girasole, Marcellise, San Martino Buon Albergo; Casa Ottolenghi, Bardolino; Complesso industriale ex Brinel, Asolo.

[foto AAP, AM, AS, BGP, GCF, LD, PEA, VL, VSP]

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progettuali più consapevoli e motivate, ma soprattutto favorirebbe una più ap profondita e accessibile conoscenza dell’architettura del Novecento.

Elementi del patrimonio novecentesco quasi del tutto scomparsi sono gli arredi, le decorazioni interne e gli infissi. Gli arredi da tutelare rimangono ormai pochis simi, alcuni integrati alle scelte architettoniche di architetti come Gio Ponti o Invernizzi. La rimozione degli infissi, disegnati appositamente, può impoverire il progetto originario, come è accaduto nella stazione ferroviaria di Venezia.

Per quanto concerne la rifunzionalizzazione dei manufatti di interesse architet tonico, rimane aperta la questione dell’adeguamento normativo. La variazione dell’altezza dei parapetti (elemento compositivo molto importante nelle facciate degli edifici) piuttosto che il superamento delle barriere architettoniche (con inserimento di un ascensore al centro della scalinata storica), così come l’ade guamento statico, energetico o termico possono produrre effetti irreversibili.

Una riflessione attenta sugli aspetti compositivi e una normativa sensibile ai valori dell’immobile potrebbe portare a delle soluzioni progettuali mirate alla valorizzazione del manufatto.

Molte architetture del Novecento sono in attesa di una nuova funzione e nel frattempo soffrono per l’abbandono o la carente manutenzione. È emblemati co il caso della Colonia degli Alberoni di Daniele Calabi, oggi in totale stato di abbandono. Diverso è il destino di una straordinaria opera moderna: il villaggio ENI di Borca di Cadore, opera mai eguagliata in Veneto di Edoardo Gellner, che negli ultimi anni è stata parcellizzata e venduta. Lo stesso sta accadendo alla Villa Girasole, scelta come simbolo del patrimonio novecentesco veneto, ma che da dieci anni è abbandonata alle infiltrazioni d’acqua che hanno danneggiato gli interni, provocato il distacco progressivo delle lastre metalliche della facciata, difficilmente reintegrabili se il degrado aumenta, e consentito atti di vandalismo alle tappezzerie. Il repertorio di opere censite è pronto per essere ospitato in un sistema informa tivo con georeferenziazione dei singoli edifici e rappresentazione delle relazioni di contesto. Un web-gis semantico aggiornabile nel continuo potrebbe aggiun gere informazioni al data-base e produrre una sintassi ‘aperta’ alle interpreta zioni di studiosi, professionisti, sovrintendenze e amministrazioni pubbliche. Potrebbe diventare una risorsa patrimoniale preziosa per diverse utenze, ma soprattutto per le politiche culturali che la Regione del Veneto intenderà attivare negli anni a venire.

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Guida alla consultazione

Il libro è diviso in sette capitoli, quante sono le province venete nel Novecento. La rassegna inizia con la Provincia di Venezia per poi passare alle altre in ordine alfabetico. Ogni capitolo, dopo una breve trattazione delle principali questioni urbane, è organizzato nelle seguenti parti: – mappe urbane di localizzazione dei manufatti nel capoluogo e codici di rinvio alle schede; – schede dei singoli fabbricati o degli ambiti urbani; – mappe territoriali di distribuzione dei manufatti nel resto della provincia, comune per comu ne, in ordine alfabetico, e codici di rinvio alle schede; – schede dei singoli fabbricati o degli ambiti urbani; – mappa territoriale delle architetture contemporanee già pubblicate, distinte comune per comune, e codici di rinvio alle schede; – immagine, localizzazione e autore delle architetture contemporanee pubblicate; – ricognizione bibliografica provinciale essenziale su opere e autori organizzata per opere storiche e contemporanee.

La scheda può essere riferita ad un singolo manufatto, ad un ambito urbano o ad un quartiere. Ogni scheda è dotata di numero progressivo. Le schede riferite ad edifici posti all’interno di un ambito urbano o quartiere portano una doppia numerazione, relativa al numero dell’ambito e al progressivo del singolo manufatto.

Ogni fabbricato viene identificato tramite il nome e/o la sua funzione principale, la localizza zione, l’autore e l’anno di costruzione, una breve descrizione con una o più foto identificative per complessità e importanza. Date di realizzazione e nomi dei collaboratori sono da consi derarsi indicativi, perché le fonti bibliografiche consultate possono risultare a discordanti. In questo caso si è scelto il dato che sembrava più attendibile.

Molte schede di edifici minori privi di riferimenti bibliografici sono state compilate sulla base di interviste agli abitanti o ai committenti. In alcuni casi sono stati inseriti nella raccolta edifici di cui non è stato possibile identificare l’autore, le date di costruzione, la funzione originaria. La qualità architettonica e lo specifico contributo alla costruzione dello spazio urbano erano così evidenti da consigliarne la segnalazione anche in mancanza di dati certi.

Le schede dei manufatti non contengono piante o sezioni. Questa scelta favorisce il con fronto fotografico tra manufatti, consente di ridurre la quantità di materiale pubblicato, ma obbliga ad uno sforzo descrittivo maggiore. La fotografia delle facciate documenta il rapporto del manufatto con il contesto, sia in termini di interpretazione che di produzione dei valori paesaggistici.

Nei casi in cui i manufatti siano testimoni o componenti di un progetto spaziale unitario, si tratti di nuova costruzione o di riqualificazione, sono stati creati raggruppamenti provvisoria mente definiti e denominati ‘ambiti urbani’. Gli ambiti sono raramente esito di una pianifica zione complessa: in alcuni casi sono il risultato di politiche di trasformazione fondiaria, più spesso di pratiche urbanistiche incrementali di cui è difficile riconoscere ex post la razionalità sottesa. Nella dimensione fisica e concettuale di questi processi i singoli manufatti svolgono spesso un importante ruolo strumentale.

Per ciascun ambito si è realizzata una mappa in scala 1:5.000 o 1:10.000 che posiziona cia scun manufatto rispetto al tessuto urbano o al contesto rurale. Seguono schede di interventi eterogenei nella tempistica di realizzazione e schede di gruppi di edifici che, in assenza di descrizione specifica, rispondono a morfologie definite e/o a logiche compositive di sistema. Ciascuno è contrassegnato da una banda rossa sovrastante che parte dalla mappa e finisce a margine dell’ultima scheda del sistema.

La documentazione fotografica è originale per quasi tutti i manufatti (tranne per alcune foto volute esplicitamente da alcuni architetti contemporanei che ne hanno autorizzato la pubbli cazione) ed è stata prodotta con il censimento effettuato durante il periodo 2008-2012. Se ciò sembra contraddire la comprensione del carattere del manufatto al momento della sua costruzione, la rappresentazione dello stato attuale evidenzia il suo ciclo di vita e gli effetti generati da eventuale compromissione per modifiche o incuria. Di frequente, i caratteri originari del manufatto sono stati modificati o reinterpretati con cambi d’uso o sistemazioni esterne.

VENEZIA e la sua provincia

architetture storiche censite architetture contemporanee pubblicate

Le realizzazioni ‘storiche’ documentate sono complessivamente 132: 36 a Venezia centro storico (di cui otto tra quartieri e ambiti urbani), 19 nelle isole (di cui cinque tra quartieri e ambiti urbani), 42 in terraferma (di cui quattro tra quartieri e ambiti urbani), mentre nella provincia sono localizzate 35 architetture (di cui un quartiere).

Considerate le peculiarità urbanistiche, architettoniche ed ambientali del contesto, le realizzazioni affrontano un tema progettuale comune: come edificare a Venezia. Esemplari sono gli interventi effettuati a San Girolamo, a Santa Marta, a Sant’Elena e a San Rocco. Si tratta di quattro diversi approcci al tessuto veneziano, che tentano con diverso successo di sperimentare nuovi innesti nella città storica. Il linguaggio tipologico interpreta le soluzioni storiche dell’edilizia veneziana e dei suoi tessuti, consapevole degli effetti che possono generare le nuove normative e i regolamenti edilizi. Attenti all’igiene e alla sicurezza di persone e cose, questi dispositivi, se contestualizzano gli standard, tendono comunque a forzare alcune regole della tradizione e le maglie del delicato tessuto veneziano. Diversa è l’esperienza litoranea, soprattutto al Lido di Venezia, dove si realizzano con successo mo delli di città-giardino e si propongono soluzioni tipo-morfologiche di stampo nord-europeo. È signifi cativo il fatto che la fascia più interessata sia il fronte lagunare a partire dal 1910 con i progetti di D. Torres. Peculiari sono, invece, gli interventi connessi alle attività balneari e sanitarie. Più recenti sono gli interventi a Saccafisola dove, accanto allo ‘spunto da terraferma’ di G. Samonà e di E. Trincanato, si registrano le sperimentazioni di I. Cappai e P. Mainardis, con i riconoscibili contri buti di V. Pastor e il quartiere compatto di G. Valle. In altra direzione va l’esperienza di G. De Carlo a Mazzorbo. Egli tenta di dialogare non solo con i linguaggi della tradizione e della naturalità della Laguna Nord, in particolare dell’isola di Burano, ma anche con la spazialità e il colore. La più recente e consistente trasformazione urbana riguarda l’area est dell’isola della Giudecca. Qui si sviluppa un vero e proprio laboratorio, in cui si sperimentano in contiguità linguaggi diversi sia per la nuova costruzione che per il riuso di edifici esistenti. Si tratta di linguaggi a volte irriducibili ad un comune denominatore e che vedono con scetticismo l’univocità del messaggio urbano. Sono infatti evidenti le diversità di approccio di A. Rossi rispetto a C. Aymonino o ad autori contemporanei quali A. Siza, V. Pastor, L. Rossi e C. Zucchi.

La traccia più importante in terraferma è la città-giardino di Marghera, progettata da L. Emmer e co eva di alcune esperienze inglesi di inizio secolo. Pensata come città di contadini inurbati a supporto dell’area industriale di Porto Marghera, ha solo in parte assolto al suo originario compito, contribuendo all’urbanizzazione delle aree libere a sud della ferrovia ed ospitando l’emigrazione da Venezia insulare. In un contesto sostanzialmente privo di progetto urbano, nonostante l’esistenza di strumenti urbani stici, si collocano gli interventi nella zona attorno alla Stazione Ferroviaria e a Piazza Ferretto. La natura incrementale del processo di edificazione, oltre a produrre esiti morfologici discutibili sul piano

Quartiere IACP in Rio San Girolamo, Venezia Quartiere IACP Sant’Elena, Venezia
89
Quartiere San Rocco, Venezia
edificato: IGM 1927 IGM 1966 CTR 1996 CTR 2007architetture contemporanee pubblicatearchitetture storiche censite cinta muraria 90

funzionale ed estetico, non ha contribuito a valorizzare e ad ambientare gli edifici di maggior pregio.

Più recente è l’esperienza IACP nell’odierno Quartiere San Marco, a San Giuliano. A firma dei maggiori architetti e urbanisti dello Iuav, il quartiere si ca ratterizza per sei nuclei riconoscibili e in successione lungo il viale centrale e il canale Osellino.

Importanti effetti spaziali sulla struttura urbana del centro storico di Vene zia, sono generati dagli interventi realizzati nell’area occupata dall’attuale stazione ferroviaria di Santa Lucia e a Piazzale Roma. Sui due nuovi poli si forma la testa di ponte lagunare con immediata localizzazione di servizi di pubblica utilità. Con lo sviluppo della motorizzazione l’area, un tempo periferica, acquista nuova centralità, spostando in modo irreversibile i cari chi urbanistici della città lagunare da est a ovest. L’intervento è rafforzato dallo scavo di Rio Novo, che incrementa ulteriormente la concentrazione di servizi e attività direzionali (alberghi, edifici pubblici, la sede dell’INPS progettata da G. Samonà e così via). Per ragioni connesse allo sviluppo delle attività espositive, l’area dei Giar dini della Biennale diventa una sorta di laboratorio continuo, molto diverso da quello della Giudecca. Se qui l’architettura affrontava i temi dell’edilizia popolare e dell’abbandono del centro storico, nei Giardini si apre un laboratorio internazionale sui linguaggi dell’architettura, un confronto ine dito fra le scuole del Novecento (G.T. Rietveld, BBPR, J. Hoffmann, A. Aal to, S. Fehn, J.F. Stirling, T. Yoshizaka, Z. Rechter, G. Maròti, e i veneziani B. Del Giudice, V. Vallot, D. Torres, C. Scarpa, D. Donghi e altri). Questo laboratorio mantiene la sua unicità in una città concentrata sulla tutela, il riuso e la trasformazione dell’esistente. Esemplari in quest’ottica sono gli interventi di C. Scarpa nel negozio dell’Olivetti a piazza San Marco e presso la biblioteca Querini Stampalia. Tramite l’opera di C. Scarpa per il Museo Correr e per le Gallerie dell’Accademia, Venezia diventa preziosa testimone della storia e delle teorie dell’allestimento degli spazi espositivi. In ambito lagunare meritano menzione alcune realizzazioni infrastrutturali come l’aeroporto “Nicelli” del Lido, l’area attrezzata per il Tiro a volo, l’edi ficio (ora abbandonato) dell’ex colonia estiva ‘Principi di Piemonte’ proget tato da D. Calabi.

Quartiere IACP, Isola di Mazzorbo, Venezia
91
Quartiere Giudecca Ovest, Venezia
92
Città Giardino Marghera, Marghera, Venezia Quartiere INA Casa San Giuliano, Mestre, Venezia

Nei territori della provincia veneziana sono numerose e di grande interesse le realizzazioni di edifici adibiti ad attività di servizio. Durante il ventennio fascista vengono costruite diverse case del fascio, assieme a scuole di primo e secondo grado. Ma lo sviluppo delle cinture mestrine, assieme al consolidarsi dell’impianto diffuso dal secondo dopoguerra, ha reso possibi le la realizzazione di una nuova edilizia pubblica. In quest’ambito meritano menzione i lavori di I. Cappai e P. Mainardis per la costruzione di banche, municipi ed edifici pubblici, così come la sequenza di chiese progettate da don Angelo Polesello e le scuole di R. Chirivi. Numerose residenze private rinviano all’esperienza di D. Calabi, G. Davanzo e L. Ricci.

Le realizzazioni ‘contemporanee’ documentate nella Provincia di Venezia sono complessivamente 144: 92 all’interno del Comune di Venezia e 52 nel resto della provincia, con importanti concentrazioni a San Donà di Piave, Jesolo e lungo la Riviera del Brenta. La maggior parte degli interventi documentati si concentra a Venezia centro storico. In molti casi si tratta di ristrutturazione e recupero del patrimonio edilizio esistente: edifici pubblici e museali, ma anche residenze. La ristrut turazione e il recupero dello stock residenziale si concentrano soprattutto nell’isola della Giudecca, interessata anche ad altri significativi interventi. Il suo riscatto, avvenuto mediante processi di filtraggio dello stock immobi liare e a costo di una significativa inflazione localizzata, conferma le difficoltà degli interventi di edilizia sociale per le ’popolazioni’ di Venezia insulare. In terraferma gli interventi sono soprattutto residenziali: singoli o di quar tiere, come ad Altobello. Ma per dinamicità si distingue la città di Jesolo. Il suo progetto di riqualificazione urbana cerca di introdurre nuove regole nel tessuto residenziale, concentrando in edifici multipiano parte dei volumi esistenti e riqualificando gli spazi pubblici. A partire dal piano di K. Tange, numerosi architetti si sono qui misurati con il tema della ’concentrazione’: fra tutti, R. Mayer, C. Ferrater e G. Byrne.

Colonie al mare, Venezia
93
Villaggio al mare Marzotto, Jesolo
VENEZIA 1. Venezia centro storico 2. Lido di Venezia e Mazzorbo 3. Venezia terraferma 1 ambito edificato: IGM 1927 IGM 1966 CTR 1996 CTR 2007 94 1 2 2 2 3

1. Venezia centro storico

01 Piazzale Roma e Stazione 96

01.01 eugenio Miozzi, Ponte della Libertà

01.02 Pietro De Marzi, Uffici Ligabue

01.03 eugenio Miozzi, Garage Comunale, ex Autorimessa INA

01.04 Torre Piezometrica

01 05 angiolo Mazzoni, Virgilio Vallot, Paolo Perilli e uFFicio tecnico FF.SS., Stazione Ferroviaria Santa Lucia

01 06 angiolo Mazzoni, Uffici ex compartimentali

01.07 angiolo Mazzoni, Centrale termica e centrale elettrica

01 08 eugenio Miozzi, Ponte degli Scalzi

01 09 Marino Meo, Palazzetto Foscari

01 10 GiuSeppe Samonà e eGLe RenaTa TRinCanaTo, Edificio per Uffici INAIL

02 Quartieri IACP in Rio San Girolamo 106

02.01 Paolo Bertanza, Quartiere residenziale IACP in Rio San Girolamo

02.02 Quartiere residenziale IACP in Rio San Girolamo

03 Brenno Del giuDice, Casa sul Canale di Cannaregio 110

04 Ex Centro provinciale di Igiene 111

05 Daniele calaBi, egle renata trincanato, carlo ScarPa, Sergio loS, carlo MaSchietto, arrigo ruDi, giuSePPe DaVanzo, Università Iuav di Venezia, Convento dei Tolentini 112

06 Quartiere San Rocco 114

06.01 FranceSco MarSich, Complesso popolare San Rocco

07 Quartiere Rio Novo 116

07 01 Virgilio Vallot, Uffici INPS

07 02 angelo Scattolin, luigi Vietti e ceSare Pea, Ex Uffici Società Adriatica di Elettricità, oggi Sede della Fondazione di Venezia

07.03 Palazzo ex USL, Uffici Regione del Veneto

07 04 laVinio BelleMo, Case ad appartamenti in Calle dei Ragusei

07 05 angelo Scattolin e luigi Vietti, Biblioteca Ca’ Foscari, ex Uffici ENEL

08 Quartiere Santa Marta ex Mussolini 122

08.01 uffiCio TeCniCo deLL ’ater, Ex Quartiere Mussolini

09 gino Valle, Ex Cotonificio, ora sede Università Iuav di Venezia 124

10 carlo ScarPa, Ingresso (portale) Ca’ Foscari, sede della Facoltà di Lettere e Filosofia 126

11 ignazio garDella, Condominio Cicogna 126

12 carlo ScarPa, Allestimento delle Gallerie dell’Accademia 129

13 carlo ScarPa e gioVanni Soccol, Casa Balboni 130

14 carlo ScarPa, Università Ca’ Foscari, restauro e aula Mario Baratto 132

15 Brenno Del giuDice, Sede dei Vigili del Fuoco 133

16 carlo ScarPa, carlo MaSchietto e Franca SeMi, Fondazione Masieri 134

17 carlo ScarPa, Tribunale di Venezia, aula Manlio Capitolo 136

18 carlo ScarPa, Negozio Tessiladriatica e Casa Bellotto 138

19 angelo Scattolin, Palazzo Tito 139

20 carlo ScarPa, Progetto di interni di casa e studio Scatturin 140

21 angelo Scattolin e Pier luigi nerVi, Cassa di Risparmio 142

22 Virgilio Vallot, Hotel Danieli 144

23 c. criStoFoli e M. PaVanini, Edificio residenziale su Bacino San Marco 144

24 Marino Meo, Albergo Bauer 144

25 carlo ScarPa, Negozio Olivetti 146

26 carlo ScarPa, Museo Correr, allestimento delle Sezioni Storiche 148

27 carlo ScarPa, Museo Correr, riordino della Quadreria 149

28 carlo ScarPa, Valeriano PaStor, Mario Botta, Fondazione Querini Stampalia 150 29 Giardini della Biennale 152

29.01 guiDo cirilli e Duilio torreS, Padiglione Italia 29.02 carlo ScarPa e auguSto Murer, Sistemazione del Monumento La Partigiana 29.03 JaVier De luque e Joaquin Vaquero PalacioS, Padiglione della Spagna 29.04 cheSter holMeS alDrich e WilliaM aDaMS Delano, Padiglione degli Stati Uniti d’America 29.05 aleKSJ ScuSeV, Padiglione della Russia 29.06 eDWin alFreD ricKarDS, Padiglione della Gran Bretagna 29.07 géza Maróti, Padiglione dell’Uruguay 29.08 otaKar noVotny, Padiglione della Cecoslovacchia (ora Padiglione della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca) 29.09 PhiliP cox, Padiglione dell’Australia 29.10 géza Maróti, Padiglione dell’Ungheria

29.11 gerrit thoMaS rietVelD, Padiglione dell’Olanda

29.12 leon SneyerS e Virgilio Vallot, Padiglione del Belgio

29.13 alVar aalto, Padiglione della Finlandia (ora Islanda) 29.14 JaMeS Stirling, Stirling WilForD aSSociateS Padiglione del Libro 29.15 zeeV rechter, Padiglione di Israele 29.16 carl BruMMer e Peter Koch, Padiglione della Danimarca

29.17 SVerre Fehn, Padiglione dei Paesi Nordici 29.18 carlo ScarPa, Padiglione del Venezuela 29.19 Bruno giacoMetti, Padiglione della Svizzera 29.20 taKaMaSa yoShizaKa, Padiglione del Giappone 29.21 Daniele Donghi e ernSt haiger, Padiglione della Germania 29.22 FauSt Finzi, Padiglione della Francia 29.23 Franco MancuSo e SeoK chul KiM, Padiglione della Corea 29.24 l. BarBiano Di BelgioJoSo, e. PereSSutti eD e.n. rogerS Di BBPR, Padiglione del Canada 29.25 M. PaPanDreu, Padiglione della Grecia 29.26 Brenno Del giuDice, Padiglione Venezia 29.27 carlo ScarPa, Giardino delle Sculture 29.28 aMerigo MarcheSin, Padiglione del Brasile 29.29 JoSeF hoFFMan e roBert KraMreiter, Padiglione dell’Austria

30 Quartiere IACP Sant’Elena 170 30 01 Paolo Bertanza, Quartiere residenziale IACP a Sant’Elena

31 FranceSco ManSutti e gino Miozzo, Ex Accademia Nazionale Premarinara dell’ONB, Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” 173

32 FerDinanDo Forlati, Campanile di Sant’Elena 173

33 luigi Vietti e angelo Scattolin, Teatro Verde 175

34 carlo ayMonino, Low-Cost Housing 175

35 uFFicio tecnico Dell’ATER, Low-Cost Housing 175

36 Quartiere Giudecca Ovest 176

36.01 coMitato Di reDazione IACP, egle renata trincanato e GiuSeppe Samonà, Quartiere residenziale IACP a Sacca Fisola

36.02 iginio caPPai, Pietro MainarDiS e Valeriano PaStor, Complesso abitativo ex area Fregnan

36.03 g. Valle Di StuDio Valle architetti aSSociati con g. Macola, g. caMPorini e M.c. reDini Di StuDio architetti Macola, Quartiere residenziale, ex Area Trevisan

95
2 182

2. Lido di Venezia e Mazzorbo

01 Felice SantaBarBara e Mario eMMer, Aeroporto “G. Nicelli” 184

02 Scuola Elementare “Parmeggiani” 186

03 Ospedale al mare 186

04 Ingresso ex Luna Park, ora Planetario 186

05 giuSePPe torreS, angelo Fantucci, Tempio votivo 187

06 giancarlo De carlo, Blue Moon 188

07 Quartiere residenziale 190

07.01 Brenno Del giuDice, Casa del Farmacista

07.02 alFeo Pauletta, Complesso residenziale INA

07.03 Daniele calaBi, Ristrutturazione e sopraelevazione di Casa Calabi

07.04 Albergo Quattro Fontane

07.05 Edificio residenziale

07.06 Sede municipalità

07.07 Edificio residenziale

07.08 Edificio residenziale

07.09 Edificio residenziale

07.10 Edificio residenziale

07.11 Edificio residenziale

07.12 Villa Clara

07.13 Edificio residenziale

07.14 Edificio residenziale

07.15 Edificio residenziale

07.16 Edificio residenziale

07.17 Edificio residenziale 07.18 Edificio residenziale

07.19 Edificio residenziale

08 Quartieri residenziali cooperative 196

08.01 Cooperativa degli Impiegati dello Stato “Domus Nostra” e Cooperativa dei Ferrovieri

09 eugenio Miozzi, Ex Casinò Municipale 198

10 luigi quagliata, Palazzo del Cinema 200

11 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Yacht Club e Residence 203

12 Duilio torreS, Ex Casa di Cura, Solarium al Mare, Colonia del Sole 203

13 Virgilio Vallot, Chiesa di Sant’Antonio 203

14 Città Giardino 204

14.01 giuSePPe e Duilio torreS, Paolo Bertanza, Piano Urbanistico Città Giardino del Lido

15 Scuola “San Giovanni Bosco” 206

16 Edificio residenziale 206

17 enrico Venturini, Ex Tiro al Volo, Biblioteca “Hugo Pratt” 206

18 Colonie al mare 208

18.01 Ex Colonia Marina Adriatica

18.02 Ex Colonia estiva ENPAS Alberoni

18.03 Daniele calaBi, Ex Colonia estiva “Principi di Piemonte”

19 Quartiere IACP 212

19.01 giancarlo De carlo, Quartiere residenziale IACP

183
3 216

3. Venezia terraferma

01 carlo ScarPa, Camping Fusina 218

02 Ex Azotati 220

03 Ex Circolo ricreativo della Montecatini, ora Direzione Vega 221

04 Condominio a Marghera e sede INAIL 222

05 Centrale elettrica ENEL “Giuseppe Volpi” 223

06 Città Giardino Marghera 224 06.01 Torre Idrica di Marghera 06.02 Scuola Elementare “Filippo Grimani” 06.03 Ex Stazione di Servizio 06.04 Edificio residenziale 06.05 Edificio residenziale 06.06 Edificio residenziale 06.07 Edificio residenziale 06.08 Edificio residenziale 06.09 Edificio residenziale 06.10 Edificio residenziale 06.11 Edificio residenziale 06.12 Edificio residenziale 06.13 Edificio residenziale 06.14 Edificio residenziale 06.15 Edificio residenziale 06.16 Edificio residenziale 06.17 Edificio residenziale 06.18 Edificio residenziale 06.19 Edificio residenziale 06.20 Edificio residenziale 06.21 Edificio residenziale 06.22 angelo Scattolin, Chiesa di Sant’Antonio e Cinema “Aurora” 06.23 Edificio residenziale 06.24 Edificio residenziale 06.25 Edificio residenziale 06.26 Edificio residenziale 06.27 Edificio residenziale 06.28 Edificio residenziale 06.29 Edificio residenziale 06.30 Edificio residenziale 06.31 Edificio residenziale

06.32 Edifici residenziali 06.33 Vinicio lazzari, Chiesa di San Pio X

06.34 angelo Scattolin, Chiesa di Gesù Lavoratore 06.35 Quartiere Chiari e Forti, ex Fondazione “Enzo e Silvio Chiari”

06.36 Edificio residenziale, oggi sede poliambulatorio di Emergency

06.37 Scuola Elementare “Mario e Licio Visintini”

06.38 Edificio residenziale

06.39 Costruzione commerciale

06.40 Edificio residenziale 06.41 Edificio residenziale

06.42 Edificio residenziale

07 Stazione Ferroviaria di Mestre 237

08 Ex Palazzo delle Poste 237

09 enrico Venturini, Case ad appartamenti in Via Cappuccina 237

10 Case dei Ferrovieri 238

10.01 Case dei Ferrovieri

11 Teatro “Arnaldo Momo”, ex GIL 240

12 renato renoSto, Chiesa di Santa Maria Immacolata di Lourdes 240

13 Edificio residenziale 240

14 aDriano galDeriSi, Chiesa del Sacro Cuore 241

15 MirKo artico, Edificio per abitazioni e uffici 242

16 Asilo notturno 242

17 antonio roSSo con MirKo artico, Liceo Ginnasio “Raimondo Franchetti” 242

18 Teatro “Corso” 244

19 Palazzo delle Poste 245

20 giuSePPe DaVanzo, Filiale della Banca Cattolica del Veneto 247

21 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Centro Culturale Candiani 247

22 Stazione di servizio 247

23 Quartiere INA Casa San Giuliano 248

23.01 Marino Meo, Chiesa di San Giuseppe

23.02 LuiGi piCCinaTo e GiuSeppe Samonà, Quartiere INA Casa San Giuliano, lotto 5

23.03 luigi Piccinato e angelo Scattolin, Quartiere INA Casa San Giuliano, lotto 6

23.04 egle renata trincanato e Virgilio Vallot, Quartiere INA Casa San Giuliano, lotto 3-4

23.05 LuiGi piCCinaTo e GiuSeppe Samonà, Quartiere INA Casa San Giuliano, lotto 2

23.06 angelo traMontini, Quartiere INA Casa San Giuliano, lotto 1

24 Centrale ENEL 260

25 MirKo e ruggero artico, Istituto Tecnico Statale per Geometri “Giorgio Massari” 260

26 ITIS “A. Pacinotti” 260

27 Ex Consorzio Agrario 261

28 roMano chiriVi, ITIS “C. Zuccante” 261

29 gino Valle, Scuola Media Statale “G. Di Vittorio”, Sistema delle Scuole prefabbricate della ditta Valdadige 261

30 gino Valle, Scuola Primaria “Virgilio”, Circolo Didattico “L. Da Vinci”, Sistema delle Scuole prefabbricate della ditta Valdadige 262

31 MirKo artico, Scuola Elementare “Enrico Toti” 263

32 angelo Scattolin, Chiesa parrocchiale

SS. Gregorio Barbarigo e Maria Goretti 263

33 Marino Meo, Chiesa di San Lorenzo Giustiniani 263

34 Nucleo residenziale Via Filiasi 264

34.01 Marino Meo, Nucleo residenziale

35 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Quartiere di edilizia residenziale pubblica “Circus” 265

36 gino Valle, Istituto comprensivo “C. Colombo”, Sistema delle Scuole prefabbricate della ditta Valdadige 266

37 Marino Meo, Chiesa Santa Maria Ausiliatrice 266

38 gino Valle, Scuola secondaria “E. Fermi”, Sistema delle Scuole prefabbricate della ditta Valdadige 266

39 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Quartiere di edilizia residenziale pubblica 267

40 coStantino DarDi e gioVanni MoraBito, Stazione di servizio AGIP, Bazzera 269

41 Distributore Shell 269

42 giuSePPe DaVanzo, Casa unifamiliare 269

217
270

VENEZIA PROVINCIA

01 angelo PoleSello, Chiesa di San Vitale Martire 272

02 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Cassa Rurale 272

03 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Ampliamento della Sede del Municipio 272

04 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Centro Civico 274

05 Ex Casa del Fascio ora Centro Civico 274

06 Ex Scuola Elementare “A. Bafile” 274

07 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Palazzone 276

08 roMano chiriVi, IPSIA “G. Marconi” 276

09 Sergio lenci e ruggero lenci, Scuola Elementare “M. Chiereghin” 276

10 roMano chiriVi, IPSIA “Enrico Mattei” 277

11 Daniele calaBi, Casa Falck 277

12 corraDo Facco, Chiesa Santa Maria Ausiliatrice 277

13 Villaggio al mare Marzotto 278

13.01 FranceSco BonFanti, Villaggio al mare Marzotto

14 renzo Men, Hotel Bellevue Jesolo 281

15 renzo Men, Hotel Mediterraneo 281

16 giulio Brunetta, Motel 281

17 angelo PoleSello, Chiesa dell’Annunciazione 282

18 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Edificio postale 283

19 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Casa Gialla 284

20 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Scuola Media “Dante Alighieri” 286

21 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Centro polisportivo Valmarana 286

22 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Piscine gemelle di Mira e Mirano 286

23 uFFicio tecnico Dell’ATER, Complesso residenziale IACP 287

24 Scuola Elementare “Dante Alighieri” 287

25 iginio caPPai e Pietro MainarDiS, Edificio postale 287

26 giancarlo De carlo e MTA aSSociatigiancarlo De carlo aSSociati, Monoblocco Ospedale Mirano 289

27 angelo PoleSello, Chiesa di San Leopoldo Mandic 289

28 Istituto Professionale di Stato, attuale Istituti d’Istruzione Secondaria Superiore “G. Ponti - K. Lorenz” 289

29 roMano chiriVi, Centro di Distretto Scolastico 290

30 gino Valle con Piera ricci Menichetti Di StuDio Valle architetti aSSociati, Centro distributivo e uffici Bergamin 291

31 leonarDo ricci, Casa Baruffol 293

32 angelo Scattolin, Torre campanaria della Chiesa di San Michele Arcangelo 293

33 angelo PoleSello, Chiesa di Santa Maria Assunta 294

34 gianugo PoleSello, Mercato 295

35 angelo PoleSello, Chiesa parrocchiale 296

271
298

VENEZIA E PROVINCIA, architetture contemporanee

01 taDao anDo, Ristrutturazione Palazzo Grassi 302

02 gae aulenti, Ristrutturazione Palazzo Grassi 302

03 c+S aSSociati, carlo caPPai e Maria aleSSanDra Segantini, PML 302

04 alBerto cecchetto, Thetis - Uffici e laboratori 303

05 MaP StuDio - FranceSco Magnani e trauDy Pelzel, Torre di Porta Nuova 303

06 alBerto cecchetto, Uffici e laboratori di ricerca cnr 303

07 MancuSo e Serena aSSociati con FranceSco Bono, Ex Convento di San Lorenzo, restauro e ristrutturazione, casa per anziani 304

08 luciano SeMerani e gigetta taMaro, Ampliamento Ospedale SS. Giovanni e Paolo 304

09 BoriS PoDrecca con Marco zorDan, Ristrutturazione del Museo d’Arte Moderna a Ca’ Pesaro 304

10 gregotti aSSociati, carlo Magnani e FiliPPo MeSSina, Abitazioni Area Saffa, blocco B 305

11 gregotti aSSociati, carlo Magnani e FiliPPo MeSSina, Abitazioni Area Saffa, blocco C 305

12 gregotti aSSociati, carlo Magnani e FiliPPo MeSSina, Abitazioni Area Saffa, blocco A 305

13 FiliPPo caPrioglio, Casin di Palazzo Lezze 306

14 roMeo BallarDini e Vittorio SPigai, Polo Universitario di Ca’ Foscari a San Giobbe 306

15 f. BoRToLuzzi, aSSeSSoRaTo aLL’uRBaniSTiCa Del coMune Di Venezia, Residenze ex Istituto “San Marco” 306

16 FranceSco cocco, People Mover 306

17 Mara aVe, Terminal crociere Isonzo 306

18 ugo caMerino, Stazione crociere 306

19 Santiago calatraVa, Ponte della Costituzione 307

20 c+S aSSociati, carlo caPPai e Maria aleSSanDra Segantini, LCV - Law Court Venice 307

21 Marco zorDan, Casino Zane-Bru 307

22 renzo Piano con aleSSanDro tralDi, a. aMighetti, P. Di Vara, g. guglielMino, g. Mogno, FaVero & Milan ingegneria, g. celant, MetalSiSteM, StuDio caMuFFo e iMMeDia, Spazio Emilio Vedova alle Zattere, ex Magazzini del Sale 308

23 Bruno Dolcetta, Biblioteca generale Università degli studi Ca’ Foscari 308

299

300

24 iSP iuaV StuDi & Progetti, Recupero Magazzino “Ligabue” 5 e 6 308

25 iSP iuaV StuDi & Progetti, Recupero Magazzino “Ligabue” 7 309

26 aFra e toBia ScarPa, Casa Barbini 309

27 taDao anDo, Punta della Dogana: François Pinault Foundation Centro d’arte contemporanea 309

28 laura zaMPieri, iPPolito Pizzetti e Daniela MoDerini, Giardini pensili 310

29 giuSePPe gaMBiraSio, Trasformazione residenziale delle ex Birrerie Dreher 310

30 luca roSSi, Ex tappetificio Gaggio, 28 alloggi 310

31 cino zucchi architetti, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale E1 311

32 BoriS PoDrecca e M. la Marca, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale E6 311

33 cino zucchi architetti, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale D 311

34 BoriS PoDrecca e M. la Marca, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale E4 312

35 BoriS PoDrecca e M. la Marca, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale E5 312

36 cino zucchi architetti, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale B 312

37 B. hutet, g. loMBarDi e g. De carli, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale E2 313

38 cino zucchi architetti, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale G1 G2 313

39 cino zucchi architetti, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale A2 A3 313

40 luciano Parenti e u. Barucco, Area industriale ex Junghans: edificio residenziale F 314

41 ugo caMerino, Centro di esposizione e di comunicazione delle Zitelle 314

42 Valeriano PaStor, M. Michelotto, M. cuPoletti, Ex Fabbrica del ghiaccio, restauro e ristrutturazione 314

43 luca roSSi, Ex pastificio Zaggia, 32 nuovi alloggi 315

44 ÁlVaro Siza Vieira, Low-Cost Housing 315

45 MancuSo e Serena aSSociati con FranceSco Bono e aleSSanDro calaFati, carla De angeliS, Mario guerraSio, Alloggi e servizi per anziani alle Zitelle 315

46 DaViD chiPPerFielD architectS, Ampliamento del Cimitero di San Michele in Isola 316

47 c+S aSSociati, carlo caPPai e Maria aleSSanDra Segantini, Infrastrutture: cavane, darsene, terminal di primo soccorso 316 48 c+S aSSociati, carlo caPPai e Maria aleSSanDra Segantini, TMCC, Torre Massimiliana Centro Culturale 316 49 c+S aSSociati, carlo caPPai e Maria aleSSanDra Segantini, Depuratore 317 50 PierPaolo Fugali e luca gaSParini, Terminal Santa Maria Elisabetta 317 51 Fg architetti, Piero Faraguna e Marco girotto, Y Building 317 52 WilhelM holzBauer, Paolo PiVa e roBerto SorDina, VEGA 1: Padiglione Antares, centro congressi 318 53 WilhelM holzBauer, Paolo PiVa e roBerto SorDina, VEGA 1: Padiglione Pegaso 318 54 gioVanni caPrioglio, Dario Vatta e zollet ingegneria, VEGA 1: Edificio Porta dell’Innovazione e sistemazione Circolo ricreativo Montecatini 318 55 WilhelM holzBauer e Paolo PiVa, VEGA 1: Padiglione Auriga 319 56 VEGA 1: Torre Hammon, laboratori di biologia sintetica molecolare 57 WilhelM holzBauer e Paolo PiVa, VEGA 1: Lybra, uffici e laboratori 319 58 WilhelM holzBauer, Paolo PiVa e roBerto SorDina, VEGA 1: Padiglioni Pleiadi e Cygnus 319 59 arManDo Dal FaBBro con gianluca Ferro, La nuova piazza di Porto Marghera, Venezia Lifestyle Center 319 60 alBerto noVarin, Marco noVarin e Jean Muller, Ponte strallato sul canale industriale ovest 319 61 FranceSco Venezia, Laboratorio Prove Materiali 320 62 caterina FriSone, Edificio Polifunzionale 320 63 ugo caMerino, Spazi commerciali e per uffici 320 64 nicola Feriotti, Parco e sagrato Sant’Antonio 321 65 Valeriano PaStor, Scuola Media “L. Einaudi” 321 66 Franca Pittaluga con clauDio laManna e MaSSiMo Forte, Edificio direzionale 321 67 oDB aSSociati con FaVero & Milan ingegneria, Trasformazione di un capannone in un edificio terziario multipiano 321 68 D.h.K. architectS e StuDio Marco PiVa con FaVero & Milan ingegneria, Laguna Suite-Palace 321

69 Paolo ceccon e Marco Ferretto, Laguna Medical Center 321

70 Peter FehrSen (D.h.K. architectS) con FaVero & Milan ingegneria, Edificio commerciale e direzionale “La Vela” 322

71 gianni FaBBri con roBerto SorDina, Insediamento IACP ad Altobello

72 Dario Vatta, Villa Urbana 322

73 guiDo zorDan, Piazza Erminio Ferretto 322

74 antonio Di MaMBro + aSSociateS, Parco San Giuliano: il parco 322

75 antonio Di MaMBro + aSSociateS, Parco San Giuliano: il ponte pedonale 322

76 antonio Di MaMBro + aSSociateS, Parco San Giuliano: gli ingressi e i padiglioni 323

77 gioVanni caPrioglio e Dario Vatta, Centro Direzionale ed operativo AMAV (Veritas) 323

78 ai Progetti architettura ingegneria Sc., Nuova Sede Manutencoop 323

79 MaSSarente architettura Srl, gianni MaSSarente e Donatella BaSutto, Messa in sicurezza della S.S. 14 Via Orlanda e riqualificazione di piazza San Benedetto 324

80 ruggero lenci e nilDa Valentin, Alloggi Europan 1 324 81 gian Paolo Mar e gioVanna Mar con giorgio loMBarDi con SteaM Srl, Fellin e FaVero & Milan ingegneria, Nuova Aerostazione Passeggeri, Aeroporto “Marco Polo” 324 82 giorgio Macola e aDolFo zanetti, Intervento residenziale e commerciale in area PEEP 324 83 arBau StuDio - Marta Baretti / Sara carBonera, Intervento nel bosco di Carpenedo 324 84 gioVanni caPrioglio e Dario Vatta, Hotel Novotel 324 85 net engineering SPa, Fermata ferroviaria di Terraglio Ospedale Mestre 325 86 eMilio aMBaSz e alBerto altieri, Ospedale all’Angelo, nuovo Ospedale di Mestre, Banca degli Occhi 325 87 eMilio aMBaSz e alBerto altieri, Ospedale all’Angelo, nuovo Ospedale di Mestre 325 88 gioVanna Mar, Edificio commerciale, comprensorio AEV Terraglio 326 89 roBerto Platania, Asilo Nido “Peter Pan” 326 90 giorgio Macola e aDolFo zanetti, 48 alloggi a Forte Gazzera 326

91 Paolo ceccon - czStuDio aSSociati, Parco urbano e padiglione bar 327

92 SteFano ragazzi, Ampliamento e ristrutturazione di un edificio residenziale degli anni Quaranta 327 93 giorgio Macola con aDolFo zanetti, l. rota, n. Macola, carlo Dario e M. lazzaro, Centro culturale 327

94 riccarDo Vio, elena zoPPo e roBerto Faro, Blublock 328

95 Sergio loS con roBerto zecchin, Edificio bioclimatico residenziale dimostrativo realizzato per conto dello IACP e la Regione Veneto 328

96 c&P architetti luca cuzzolin + elena PeDrina, Casa VR 328

97 anDrea Bonini e SilVia Fratter Di a+S oFFice aSSociati, Parco cittadino 329

98 PariSotto e ForMenton architetti, Eraldo 329

99 Paolo Vocialta con roBerto coDognotto, Ristrutturazione e ampliamento della General Membrane 329

100 FranceSco Steccanella e roBerto galaSSo, Riqualificazione di Piazza Matteotti 329 101 FranceSco Steccanella, Riqualificazione di Via Roma e riva destre del Lemene 329 102 iSP iuaV StuDi & Progetti con carlo Magnani e enzo SiViero, Connessione viaria 329 103 Valeriano PaStor, Polo Scolastico Distrettuale, ITCS “Maria Lazzari” 330 104 MaDe aSSociati - Michela De Poli, aDriano Marangon, Parco privato 330 105 Sergio loS, Casa Nesi 330 106 lorenzo attolico, Darsena fluviale Brian 331 107 clauDio alDegheri, Impianti sportivi 331 108 Piero BroMBin, Edificio residenziale 331 109 clauDio alDegheri, Nuovo Cimitero 332 110 “3ndy STudio” di aLeSSandRo LazzaRi e Marco Mazzetto, Callegaro House 332 111 “3ndy STudio” di aLeSSandRo LazzaRi e Marco Mazzetto, Steel House 332 112 carloS Ferrater, guStaVo caraBaJal, XavieR maRTì e eLeonoRa manTeSe, Piazza Mazzini 333

113 carloS Ferrater, guStaVo caraBaJal, XavieR maRTì e eLeonoRa manTeSe, Torre Aquileia 333

114 c&P architetti luca cuzzolin + elena PeDrina, Sette case 333

115 richarD Meier & PartnerS architecS llP, Jesolo Lido Village: The Pool Houses 334 116 richarD Meier & PartnerS architecS llP, Jesolo Lido Village: The Beach Houses 334 117 gonçalo Byrne arquitectoS, Joao Ferreira nuneS, Casa nel parco: parco, condomini e ville 334 118 gonçalo Byrne arquitectoS, Casa nel parco: torre 335 119 c+S aSSociati, carlo caPPai e Maria aleSSanDra Segantini, MSH - Marcon Social Housing 335 120 giorgio Petteno ` , Relais Agriturismo Omersani 335 121 SeBaStiano SteFFinlongo, enrico Ferreguti, anDrea PenniSi, PaSquale PiSano e carMine guarino, Passante verde, Parco di Via delle Motte 336

122 alBerto garzotto, antonio BarBato con MaSSiMiliano Bertuzzo e nicola ceciliot, Trasformazione di un vaporetto veneziano “foraneo” 336

123 lorenzo attolico, enzo SiViero e ProgeeSt Srl, Ponte Autostradale sul fiume Taglio 336 124 Valeriano PaStor, Scuola Elementare “Alberto Azzolin” 337

125 StuDio Striolo, FocheSato & PartnerS, Opera Casa di Riposo “Luigi Mariutto” 337

126 StuDio rBa ruggero BalDaSSo architectS, Blauplan, edificio residenziale 337

127 Patrizia Valle, Rocca dei Tempesta 337 128 alBerto garzotto e antonio BarBato, Edificio residenziale commerciale per la società Edilgroup Srl 337 129 alBerto garzotto e antonio BarBato, Sede produttiva e commerciale della ditta Arcobalegno-Larzon-JUHL 337 130 FranceSco Steccanella, Casa Grillo 338 131 giorgio Petteno ` , Omersani Logistica Srl 338 132 caMillo Bianchi e antonio zaMBuSi, Monastero delle Clarisse 338 133 antonella e nicla inDrigo, Casa d’Angolo 338

134 c&P architetti luca cuzzolin + elena PeDrina, Designcentre 338

135 toni Follina, Casa Mestre 338

136 toni Follina, Parco della scultura in architettura 339

137 lorenzo Marcolin, Palazzo E-E 339

138 cino zucchi architetti con gueltrini e Stignani aSSociati, Parco di San Donà di Piave 339

139 c&P architetti luca cuzzolin + elena PeDrina, Casa GS 340

140 Vittorio roSSi, ex Uffici Bellato 340 141 gianni e carlotta rigo, Fabbricato artigianale ANVA 340

142 nicola ceciliot, Piazzetta di Via Voltan 341 143 “3ndy STudio” di aLeSSandRo LazzaRi e Marco Mazzetto, Officina D.segni 341 144 “3ndy STudio” di aLeSSandRo LazzaRi e Marco Mazzetto, Eco di passi nella memoria 341 301

BELLUNO e la sua provincia

architetture storiche censite architetture contemporanee pubblicate

Le realizzazioni ‘storiche’ documentate sono complessivamente 61: 18 nel capoluogo e 43 in provin cia (di cui due tra quartieri e ambiti urbani). Gli interventi si concentrano nella parte centrale della città a partire dagli anni Trenta con la costruzio ne dell’edificio delle Poste e Telegrafi ad opera di A. Novello. L’edificazione in aree centrali continua fino agli anni Cinquanta con edifici pubblici (inclusi garage) ad opera soprattutto di R. Alfaré che favo risce l’affermarsi di un linguaggio ‘storicista’ e una certa omogeneità tipologica. Da questo linguaggio si distaccano in modo evidente i due edifici scolastici costruiti nei pressi della stazione ferroviaria, influenzati dal razionalismo italiano ed europeo. Emergono per qualità architettonica anche altri tipi di manufatto: ad esempio, le centrali elettriche di Agordo, Sedico e Soverzene, tutte realizzate in pietra e i due sacrari militari di Cortina e di Quero all’inizio della valle del Piave. A differenza di quello di cima Grappa, che esalta in una sorta di confine fra terra e cielo la retorica delle grandi narrazioni, i due sacrari di Cortina e Quero affrontano il rapporto fra architettura e paesaggio: ovvero, come la ‘rimembranza’ possa essere continuamente rinnovata dalle stagioni e dalle dinamiche naturali più che dai riti. Nel Bellunese è indiscussa la centralità di E. Gellner che, partendo dalla tradizione e dai valori locali, realizza numerose residenze, edifici pubblici, insediamenti turistici di straordinario interesse per cura nei particolari costruttivi e negli spazi distributivi, ma anche per innovazione in tema energetico, cli matico e funzionale. Un’attenzione particolare è posta sull’utilizzo promiscuo dei materiali da costru zione, in parte recuperata dalla tradizione locale. Emerge per eccezionalità l’intervento di Borca di Cadore, dove l’ENI realizza un villaggio turistico per i propri dipendenti e dove l’intero versante della montagna diventa occasione di recupero, consolidamento geomorfologico e idraulico.

Negli anni Sessanta, il disastro del Vajont e la distruzione di Longarone creano una domanda di rico struzione a cui rispondono numerosi docenti dello Iuav come V. Pastor, C. Dardi, G. Samonà e altri. G. Michelucci realizza la chiesa. Di elevato contenuto poetico e spirituale è il ‘solco’ nel paesaggio che M. Zanuso, G. Avon e F. Tentori realizzano con il cimitero di Muda Maè. Le realizzazioni ‘contemporanee’ documentate nella Provincia di Belluno sono complessivamente 44, di cui 7 nel capoluogo e 37 nel resto della provincia Si tratta principalmente di case di villeggiatura e piccole residenze, in cui la riflessione sulla tradizione costruttiva locale lascia il posto ad altri linguaggi, già presenti in contesto svizzero o austriaco, orien tati all’utilizzo di nuovi materiali e alla ricerca di forme meno vincolate alla tradizione.

357

358

edificato: IGM 1926 IGM 1962 CTR 1996 CTR 2007architetture contemporanee pubblicatearchitetture storiche censite cinta muraria

Sistema Cortina Centro, Cortina d’Ampezzo
359
Villaggio ENI, Loc. Corte, Borca di Cadore
360

BELLUNO

01 Alberto AlpAgo Novello, Palazzo delle Poste 362

02 Alberto AlpAgo Novello, Cassa di Risparmio 364

03 RiCCaRdo aLfaRè, Garage Tonegutti, poi Bellotti 364

04 RiCCaRdo aLfaRè, Ex Garage Bacchetti 364

05 RiCCaRdo aLfaRè, Palazzo Coletti 365

06 RiCCaRdo aLfaRè, Palazzo Benetta 365

07 AgostiNo e guglielmo ZAdrA, Scuola Elementare “A. Gabelli” 366

08 giNo Colle, AgostiNo e guglielmo ZAdrA, Istituto di Istruzione Superiore “Galilei” 368

09 Alberto AlpAgo Novello, Parco 370

10 Case popolari 371

11 Ministero delle Infrastrutture e Trasporti 371

12 RiCCaRdo aLfaRè, Cinema Italia 371

13 bruNo morAssutti e ANgelo mANgiArotti, 372 Casa Ceccato 372

14 euGenio miozzi Con RiCCaRdo aLfaRè, 374 Ponte della Vittoria 374

15 RiCCaRdo aLfaRè, Albergo al Ponte della Vittoria 376

16 Alberto eNriCo CiAN, Ex GIL 376

17 eNriCo perego, Le Stue del Nevegal 376

18 eNriCo perego, mAssimo tessAri, eNZo gAlli, Centro Commerciale, ex Dilform 378

361
380

BELLUNO PROVINCIA

01 duilio torres e viNCeNZo FerNiANi, Centrale Idroelettrica ENEL 382

02 Centrale Consorzio Canale Brentella 384

03 RiCCaRdo aLfaRè, Asilo Monumento a Villapiccola 384

04 edoArdo gellNer, Municipio di Auronzo 384

05 RiCCaRdo aLfaRè, Asilo Monumento a Villagrande 386

06 edoArdo gellNer, Azienda Soggiorno e Turismo 386

07 edoArdo gellNer, Casa Costantini 386

08 Villaggio ENI 388

08.01 edoArdo gellNer, La Colonia

08.02 edoArdo gellNer, Chiesa di Nostra Signora del Cadore

08.03 edoArdo gellNer, Albergo Boite

08.04 edoArdo gellNer, Case unifamiliari

08.05 edoArdo gellNer, Campeggio

09 silvANo ZorZi, Ponte canale 398

10 m ghediNA e F. urAs, Unità edilizia INA 398

11 ClemeNte busiri viCi, Stazione funiviaria 398

12 edoArdo gellNer, Casa Menardi 400

13 edoArdo gellNer, Motel AGIP 400

14 edoArdo gellNer, Ca’ del Cembro 400

15 edoArdo gellNer, La Meridiana, ora Hotel Mirage 402

16 giovANNi rAimoNdi, Sacrario Militare 403

17 piero poZZAti, Trampolino Olimpico “Italia” 404

18 Sistema Cortina Centro 406

18.01 edoArdo gellNer, Casa Giavi

18.02 edoArdo gellNer, Palazzo delle Poste

18.03 edoArdo gellNer, Palazzo della TELVE

18.04 edoArdo gellNer, Residence Palace

19 giuseppe dAvANZo, Studio per lo scultore Augusto Murer 412

20 igiNio CAppAi e pietro mAiNArdis, Scuola Elementare 414

21 giANCArlo de CArlo, Liceo Ginnasio 414

22 giNo vAlle CoN g mAColA e uFFiCio teCNiCo dittA vAldAdige, Istituto tecnico Statale “L. Negrelli”, Sistema delle Scuole prefabbricate della ditta Valdadige 414

23 igiNio CAppAi e piero mAiNArdis, Asilo nido e Scuola Materna 415

24 igNAZio gArdellA, Centrale idroelettrica di Pontesei 416

25 edoArdo gellNer, Casa Davanzo 417

26 N. pivettA, Ex Casa del Fascio, attuale Centro Sociale “Giuseppe Tres” 417

27 giANNi AvoN e FrANCesCo teNtori, Le scalinate in Via Roma 417

28 CostANtiNo dArdi, Scuola Elementare “Bambini del Vajont” 418

29 giovANNi miCheluCCi, Chiesa parrocchiale Santa Maria Immacolata 420

30 edoArdo gellNer, Albergo scuola ENALC 422

31 edoArdo gellNer, Quartiere residenziale in area Parco Malcom 423

32 mArCo ZANuso, giANNi AvoN e FrANCesCo teNtori, Cimitero di Muda Maè 424

33 eNriCo perego, mAssimo tessAri, ANNA Zille e giorgio gArAu, Chiesa parrocchiale 426

34 CArlo sCArpA (su disegNo di), Casa Curto 426

35 CArlo sCArpA, Tomba Lazzari 427

36 robert tisChler, Sacrario militare germanico 428

37 CArlo prAdellA, Viadotto sul fiume Piave 430

38 eNriCo perego e mAssimo tessAri, Chiesa delle Roe, Santa Maria Immacolata 430

39 giuseppe berti, Centrale idroelettrica 430

40 giuseppe migNoZZi, Centrale idroelettrica “Achille Gaggia” 432

41 edoArdo gellNer, Piazza “Busa de Ciare” 434

42 edoArdo gellNer, Condominio “Bel Prà” 434

43 edoArdo gellNer, Condominio “3 Fogher” 434

381
436

BELLUNO E PROVINCIA, architetture contemporanee

01 Attilio sANti CoN imeldA CArgNello, FrANCesCA CAmpAgNoli e roCCo mANCiNo, Cappella dell’Ospedale San Martino 439

02 FAbiolA de bAttistA, Casa Casciarri 439

03 giorgio rodA, Residence la Vela 439

04 NeriNo meNeghello, Casa per le vacanze 440

05 mArCo oliviero, Edificio residenziale 440

06 ArmANdo de miN, Centro direzionale-commerciale “Linea 284” 440

07 hANAmi progetti srl, Nuova sede “Bortoluzzi Sistemi” 441

08 mAsmA ArChitetti AssoCiAti e AreA teCNiCA srl, Centro civico parrocchiale, Parrocchia di S. Maria Nascente 441

09 studio Albori, Polo scolastico 441

10 reNAto dAmiAN, Cimitero comunale, ampliamento 442

11 Fiore dAl mAgro studio dAl mAgro, Percorso per diversamente abili, ponte passerella 442

12 pAolo FACCio e eNZo siviero, Recupero del Forte Monte Rite 442

13 FrANCesCo dA riN e AgostiNo hirsChsteiN, Forte tre Sassi, Museo della Grande Guerra 442

14 AlessANdro sACChet, mArZio pAris, Asilo Nido 442

15 pArCiANello & pArtNers eNgiNeeriNg srl, Centro Ittiogenico sperimentale 442

16 lio e giANluCA pArCiANello, Edificio direzionale e di servizio 443

17 lio pArCiANello, reNAto dA re e giANluCA pArCiANello, Passerella Ciclopedonale 443

18 mANlio olivotto e leo moretto, Sala Civica Fonzaso 443

19 vAleNtiNo stellA, Ampliamento Scuola Materna 444

20 NeriNo meNeghello, Rifugio Luigi Gorza 444

21 mAriNo bAldiN, FrANCesCo dA riN e AgostiNo hirsChsteiN, Castello di Andraz 444

22 NeriNo meNeghello, Posto di ristoro Cesa da Fuoch 445

23 reNAto migotti, Casa di abitazione Migotti 445

24 vAleriANo pAstor, Complesso residenziale 445

25 AlessANdro sACChet, FrANCesCA bogo, Fulvio CAputo, Restauro ed ampliamento ex Scuola Elementare 446

26 reNAto migotti, Edificio per la certificazione e la formazione 446

27 reNAto dAmiAN, Centro federale di tennis 446

28 luCio boNi, Ampliamento Palazzo Pellegrini 447

437

438

29 vAleNtiNo stellA, Ampliamento della Casa di Riposo per anziani 447 30 roberto de biAsi, Riqualificazione di un’area a verde attrezzato 447

31 sArA e reNZo ZANdANel, Villa unifamiliare 447 32 studio striolo, FoChesAto & pArtNers, Residenza Sanitaria Assistenziale 447 33 mAuriZio pisoN, Casa unifamiliare 447 34 CristiNA boghetto, Alberto miotto e toNi pANdolFo, Ecofabbrica 448 35 Alberto lAZZAretti, Campanile per la Chiesa di San Giuseppe Lavoratore a Digonera 448 36 studio AssoCiAto FrisoN e sAlCe, FrANCo FrisoN e luisellA sAlCe, Centro culturale 448 37 viviANA FerrArio e ANdreA turAto, Recupero di un tabià ad abitazione temporanea 449 38 luCio boNi, Fabbricato artigianale Comis Celeste Srl 449 39 reNAto dAmiAN CoN CristiANo dA riN, miChAel tribus e pAolo del poNt, Liceo Classico, ampliamento e ristrutturazione 449 40 FrANCesCo dA riN e eleNA perego, Casa Zille 450 41 reNAto migotti, Edificio per Uffici 450 42 debiAsioprogetti, Alberto de biAsio, ClAudio pAlAZZolo e tito de biAsio, Chiesa di Santa Maria del Cammino e opere parrocchiali 450 43 eXit ArChitetti AssoCiAti, FrANCesCo losChi, giuseppe pAgANo e pAolo pANetto, Recupero di un tabià 451 44 odb AssoCiAti, Edificio di civile abitazione 451

PADOVA e la sua provincia

architetture storiche censite architetture contemporanee pubblicate

Le realizzazioni ‘storiche’ documentate sono complessivamente 134: 83 nel capoluogo (di cui sette tra quartieri e ambiti urbani) e 51 in provincia (di cui tre tra quartieri e ambiti urbani). Il fenomeno più importante nel cambiamento del volto del centro storico di Padova è la parziale de molizione del quartiere di Santa Lucia, effettuata per presunte ragioni igienico-sanitarie e di sicurezza, ma in realtà per dare spazio alla nuova piazza e all’asse centrale in connessione con il nuovo Corso del Popolo. Con il Corso si risolveva, anche prospetticamente, il raccordo alla stazione ferroviaria. La demolizione, che avrebbe dovuto continuare nel ghetto, ha favorito la localizzazione di nuove fun zioni pubbliche, come la Camera di Commercio, gli uffici dell’INPS, istituti di credito, imponenti edifici residenziali che contribuivano a creare un fronte urbano continuo e tipologicamente caratterizzato. Alcuni di questi progetti furono pubblicati dalla rivista “Casabella” negli anni Trenta. Dopo un energico avvio, la realizzazione del centro amministrativo e di servizio attorno a Piazza dell’Insurrezione è pro seguita incerta fino ai giardini dell’Arena, rimanendo a lungo incompiuta. La riqualificazione del centro storico richiedeva un risarcimento alle famiglie espropriate e per questo venne progettata la cittàgiardino a sud di Padova, una delle maggiori città-giardino d’Italia. In realtà, si trattava di un intervento che rispondeva ad altri requisiti, per tipi edilizi, standard e costi di realizzazione. Il coinvolgimento di F. Mansutti, G. Miozzo, B. Mansutti, F. Berlese e successivamente di D. Calabi e G. Brunetta ha garan tito una qualità architettonica dei fabbricati superiore a quella della città-giardino di Marghera. Un attore decisivo nella trasformazione della città è stata ed è tuttora l’Università patavina che, dopo aver realizzato negli anni Trenta l’ala sud del Palazzo del Bo con il contributo di Gio Ponti, realizza il Liviano all’interno della Reggia Carrarese. Ma il consolidamento del polo universitario continua con la ricostruzione post-bellica. Prende quindi forma una strategia di concentrazione dei fabbricati uni versitari a est della città. Qui vengono realizzati gli edifici per le cliniche universitarie e le diverse sedi degli istituti a cavallo del fiume Piovego. Si definisce così l’unico campus universitario del Veneto, un “campus aperto nella città” e incorporato nel suo tessuto. I principali interpreti di questo ‘innesto’ nelle aree urbane centrali e semicentrali sono D. Calabi, G. Brunetta, e a partire dagli anni Novanta, G. Valle. Come a Venezia, anche a Padova la creazione della stazione ferroviaria ha influito sulla geografia delle centralità urbane, con la realizzazione di un asse funzionale ricco di servizi, edifici direzionali e commerciali, residenze di pregio. Più tardi, a questo asse si aggiungerà Via N. Tommaseo, la porta verso Venezia. Ortogonale al primo, esso ospita il complesso fieristico, in più occasioni utilizzato dalla propaganda fascista, anche se oggi non presenta traccia significativa della retorica del regime. Accanto ad importanti edifici residenziali e commerciali, l’asse ospiterà il nuovo tribunale progettato da G. Valle, nuove sedi universitarie (le ultime di M. Botta sono in fase di ultimazione), la nuova sede della questura, mentre si stanno realizzando ulteriori aree commerciali.

459
460
edificato: IGM 1924 IGM 1966 CTR 1996 CTR 2007architetture contemporanee pubblicatearchitetture storiche censite cinta muraria
461
Città Giardino, Padova Città Universitaria, Padova
462
Piazza dell’Insurrezione 28 Aprile 1945, Padova Quartiere INA Casa Forcellini, Padova

I quartieri residenziali popolari testimoniano di una presenza importante dello Iacp, soprattutto du rante il periodo INA Casa. Il Quartiere Forcellini, realizzato alla fine degli anni Cinquanta, è l’esempio più consistente per l’attenzione al rapporto fra spazi privati e collettivi. Altri interventi sono meno importanti, ma comunque mantengono un certo interesse, come il quartiere INA Casa di Altichiero. La regimazione di Bacchiglione e Piovego ha ridefinito (anche se non risolto) le condizioni di rischio idraulico con la realizzazione di manufatti interessanti dal punto di vista formale. Nei territori della provincia i principali interventi si concentrano in due zone: fra Santa Giustina in Colle e Cittadella a nord e nell’area compresa tra Abano Terme, Monselice ed Este a sud. Nella prima zona si riconoscono interventi di tipo residenziale privato, oltre a edifici pubblici realizzati nel Ventennio come la Casa del Fascio di Cittadella o quella di Piazzola sul Brenta. Nella seconda zona si concen trano numerosi interventi alberghieri connessi alle attività termali. Servizi diffusi ed edifici di culto si distribuiscono lungo l’asse verso sud. Le figure principali dello sviluppo dell’architettura patavina sono sicuramente G. Miozzo e F. Mansutti, insieme a Q. Di Giorgio. A loro si aggiungono D. Calabi e G. Brunetta, e importanti figure non solo locali come B. Morassutti, G. Peressutti e più recentemente A. Cornoldi con la sua elegante ripavi mentezione del centro patavino. Intorno alla città di Padova l’urbanizzazione e lo sviluppo delle cinture consentirà la realizzazione di numerosi interventi aggiuntivi e la localizzazione di edifici a servizio della collettività. Si distingue per qualità la realizzazione del borgo rurale di Vigonza, dove, alla fine degli anni Trenta, A. De Giorgio crea una nuova centralità, riproponendo l’uso unitario del mattone. Le realizzazioni ‘contemporanee’ documentate nella Provincia di Padova sono complessivamente 123: di cui 57 nel capoluogo e 66 nel resto della provincia.

In questi territori prevale il tema della residenza individuale. Ma sono numerosi gli esempi di riquali ficazione degli spazi pubblici, di riuso e valorizzazione di edifici industriali dismessi con progetti che propongono anche interessanti mix funzionali. Il tentativo di verticalizzazione del tessuto patavino rimane un’esperienza isolata nel panorama vene to e passa attraverso numerose esperienze come quelle di V. Gregotti (all’Arcella e a Cadoneghe), A. Galfetti a Padova est, P. Portoghesi in zona industriale.

Borgo di Vigonza, Vigonza
463
Ferrovia e Via Niiccolò Tommaseo, Padova
464

PADOVA

01 gio poNti, Palazzo del Liviano 468

02 Piazza dell’Insurrezione 28 Aprile 1945 470

02.01 giNo mioZZo, Palazzo CCIAA

02.02 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Palazzo Valle Primo

02.03 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Palazzo Valle Secondo

02.04 Augusto berlese, Restauro del Palazzo dei Montivecchi

02.05 giNo briANi, Edificio per la Società Edilizia Padovana

02.06 ettore muNAroN, Palazzo Torre

02.07 QuiriNo de giorgio, Cinema “La Quirinetta”

02.08 giNo peressutti, Palazzo INPS

02.09 giulio bruNettA, Torre Ci Gi

02.10 giNo peressutti, Palazzo COGI

02.11 reNAto isCrA, Edificio residenziale e commerciale

02.12 Lloyd Adriatico

02.13 Edificio residenziale e commerciale

02.14 Edificio residenziale e commerciale

02.15 Edificio residenziale

02.16 Edificio residenziale

02.17 Edificio residenziale e commerciale

02.18 Casa dell’Agricoltore

02.19 viligiArdi e CiArliNi, Edificio ex INAIL

02.20 melChiorre begA, Palazzo dei Noli

02.21 duilio torres, Ex Supercinema

02.22 giNo peressutti, Edificio residenziale e commerciale

02.23 Augusto berlese e CAvAlliNi, Edificio residenziale “Risorgimento”

02.24 duilio torres, Albergo Regina, edificio residenziale e commerciale

02.25 duilio torres, Casa a torre

02.26 giulio bruNettA CoN gAbriele sCimemi, Torre Medoacense

02.27 mArCello CheCChi, reNAto isCrA e gAetANo luCiANi, Edificio a torre

02.28 igiNio CAppAi, pietro mAiNArdis CoN studio CArAmel, Torre Giotto

03 AdriANo CorNoldi, Pavimentazione e arredi nel centro storico 486

04 gio poNti, Banca Hotel Storione 486

05 romeo moretti, giAmbAttistA sCArpAri, Municipio, ala Moretti Scarpari 486

06 gio poNti, Palazzo Storione sede direzionale Università di Padova 487

07 ettore FAgiuoli, Cortile Nuovo del Palazzo del Bo 488

08 gio poNti, Scala del Sapere, Rettorato del Bo 490

09 Quartiere Altinate 492

09.01 gio poNti, Ampliamento Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

09.02 FrANCo AlbiNi, FrANCA helg, mArCo AlbiNi e ANtoNio pivA, Restauro del Convento degli Eremitani, Musei Civici

09.03 QuiriNo de giorgio, Cinema “Altino” 09.04 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Edificio commerciale 09.05 FrANCesCo mANsutti, Edificio residenziale “Altinate”

09.06 Edificio residenziale 09.07 Centro culturale San Gaetano 09.08 Palazzo Guzzon 09.09 Edificio residenziale 09.10 Edificio residenziale 09.11 sergio CArAmel, Residenza Ponti Romani 09.12 Ponte Porciglia 09.13 Edificio residenziale 09.14 Edificio residenziale 09.15 Edificio residenziale 09.16 Edificio residenziale 09.17 Edificio residenziale 09.18 Edificio residenziale 09.19 Edificio residenziale 09.20 Edificio residenziale 09.21 ettore muNAroN, Ampliamento di Palazzo Zabarella

10 GiuSeppe e aLBeRTo Samonà, Banca d’Italia 504

11 dANiele CAlAbi, Edificio residenziale 506

12 giNo peressutti, Casa Bianchini 506

13 g. CArdiNi e FrANCesCo boNFANti, Ufficio Scolastico Provinciale 506

14 viNCeNZo boNAto, Chiesa di San Prosdocimo 508

15 Istituto Superiore “E. Uselli Ruzza” 509

16 giorgio bAroNi, Casa Dall’Acqua 509

17 dANiele CAlAbi, Casa Ceccarelli 509

18 QuiriNo de giorgio, Gruppo rionale fascista Bonservizi 510

19 Città Giardino 512

19.01 giNo peressutti, Palazzo Esedra

19.02 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Edificio residenziale

19.03 Augusto berlese, Casa Callegari

19.04 bruNo morAssutti, Casa Perissinotto 19.05 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Villa Montesi Sgaravatti

19.06 Edificio residenziale 19.07 Edificio residenziale 19.08 Edificio plurifamiliare 19.09 Bifamiliare Toson Bonvicini

19.10 Casa Patruno Testa 19.11 Edificio trifamiliare 19.12 Edificio residenziale 19.13 Edificio bifamiliare 19.14 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Edificio quadrifamiliare 19.15 FrANCo berlese, Edificio residenziale 19.16 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Case accoppiate in Via dei Cappuccini 19.17 Edificio residenziale 19.18 Edificio residenziale 19.19 Casa Barbini 19.20 Casa Pivetta Carotte 19.21 Edificio trifamiliare 19.22 Edificio quadrifamiliare 19.23 Casa Cremonese Paganini 19.24 Edificio residenziale 19.25 rovetto, Edificio residenziale 19.26 giovANNi ZAbAi, Chiesa di Sant’Alberto Magno 19.27 Ente Nazionale Sordomuti 19.28 Casa Castellani-Petralcini 19.29 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Casa della Giovane Italia 19.30 dANiele CAlAbi e giulio bruNettA, Casa Bucciante 19.31 dANiele CAlAbi, Casa bifamiliare 19.32 dANiele CAlAbi, Casa Calabi 19.33 dANiele CAlAbi, Case abbinate 19.34 dANiele CAlAbi, Case abbinate 19.35 dANiele CAlAbi, Casa Agostini Falk 19.36 Edificio residenziale 19.37 Casa Boaretto Bovo 19.38 Casa Schiesari Zannari

465

466

19.39 Casa Bresseghello

19.40 Casa Favero

19.41 Edificio residenziale

19.42 rovetto, Edificio residenziale 19.43 Casa Borella-Frigo

20 Villa Mazzucato 524

21 CArlo sCArpA, Presbiterio della Chiesa di Santa Maria del Torresino 525

22 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Edificio residenziale 526

23 giNo mioZZo, Casa Pardo 526

24 CesAre vergANi, Facoltà di Scienze della Formazione 526

25 giulio bruNettA, giNo briANi e bAlduZZo, Cinema Teatro “Concordi” 527

26 viNCeNZo boNAto, Casa Pio X 528

27 dANiele CAlAbi, Edificio per appartamenti 529 28 Città Universitaria 530

28.01 bruNo morAssutti, Mensa Universitaria Piovego

28.02 giulio bruNettA, Istituto di Ingegneria e Matematica applicata

28.03 giuseppe merlo, Istituto di Chimica farmaceutica e tossicologia

28.04 giNo briANi, emilio bovio CoN il CoNtributo di dANiele CAlAbi, Istituto di Fisica “G. Galilei” 28.05 giulio bruNettA, Istituto di Elettrotecnica ed Elettronica 28.06 giulio bruNettA, Collegio universitario “Morgagni” 28.07 giulio bruNettA, Istituto di Chimica organica 28.08 giuseppe bettio, Ex Istituto di Fisica tecnica 28.09 giuseppe bettio e gAbriele FAbiANo, Casa dello Studente

28.10 dANiele doNghi, Scuola di Ingegneria e Architettura

28.11 eNZo bANdelloNi, Laboratorio sperimentale Materiali da costruzione

28.12 giulio bruNettA, Dipartimento di Ingegneria meccanica

28.13 giulio bruNettA, Dipartimento di Scienze chimiche

28.14 dANiele CAlAbi e giulio bruNettA, Edificio per appartamenti

28.15 giulio bruNettA, Mensa universitaria San Francesco

28.16 giulio bruNettA, Collegio Universitario CUAMM

28.17 giulio bruNettA, Casa della studentessa “E. Meneghetti”

28.18 giNo vAlle CoN WAlter vidAle e pietro vAlle di studio vAlle ArChitetti AssoCiAti, Facoltà di Psicologia 2

28.19 dANiele CAlAbi, Clinica Pediatrica 28.20 dANiele CAlAbi e giulio bruNettA, Clinica Ostetrica Ginecologica

28.21 dANiele CAlAbi e giulio bruNettA, FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Ex Semeiotica 28.22 giulio bruNettA, Istituto di Microbiologia 28.23 dANiele CAlAbi, Condominio e albergo 28.24 giulio bruNettA, Cappella del Complesso Clinico Ospedaliero

28.25 Azienda Ospedaliera Universitaria, Malattie infettive e tropicali 28.26 Azienda Ospedaliera Universitaria, Ospedale Busonera ex Sanatorio malattie polmonari 29 bruNo morAssutti, Edificio residenziale 543 30 giulio bruNettA, Autostazione Trionfo “BIRI” 544 31 viNCeNZo boNAto, Chiesa San Pio X 544

32 FumAgAlli e giNo ZArdiNi, Edificio commerciale e residenziale 544 33 stANislAo CesChi, pompeo viNANte e g. de besi, Chiesa di San Lazzaro 545 34 luigi e Alberto mAriA rACheli, Stabilimento Itala-Pilsen Birra Peroni 545 35 stANislAo CesChi e pompeo viNANte, Tempio dell’Internato Ignoto di Terranegra 545 36 Quartiere INA Casa Forcellini 546 36.01 giulio bruNettA, mArCello CheCChi, FrANCesCo mANsutti e virgilio vAllot, Quartiere INA Casa Forcellini

36.02 Augusto berlese, mArCello CheCChi, C. CristoFoli, F. gusso, Arturo Negri, giuseppe tombolA, virgilio vAllot e giovANNi ZAbAi, Chiesa dello Spirito Santo

37 giulio bruNettA CoN CAmillo biANChi, Collegio Gregorianum 551

38 dANiele CAlAbi e giulio bruNettA, Casa bifamiliare 551

39 Torre piezometrica 551

40 FrANCesCo mANsutti e giNo mioZZo, Casa Mansutti 552 41 FrANCesCo mANsutti, Chiesa di Santa Rita 552 42 luigi gAspAriNi, Manufatti Idraulici di Voltabarozzo: scaricatore e regolatore 552

43 giANNi piANtellA, Chiesa del Santissimo Crocifisso 554

44 giulio bruNettA, Chiesa degli Angeli Custodi e Opere parrocchiali Quartiere Guizza 554

45 silvio mAlAtestA, Chiesa di San Giovanni Bosco 554

46 AdriANo CorNoldi e giorgio pACCAgNellA, Casa a ballatoio 555

47 GiuSeppe e aLBeRTo Samonà, Residenze INCIS 555

48 sergio CArAmel, Edificio residenziale 555

49 giuseppe tombolA, Chiesa della Sacra Famiglia 556

50 QuiriNo de giorgio, Gruppo Rionale Cappellozza 557 51 viNCeNZo boNAto, Chiesa di San Giuseppe 558 52 giAComo turCAto, Cinema “Cristallo” 559

53 uFFiCio teCNiCo dellA proviNCiA di pAdovA, Ex Istituto Medico Pedagogico, Complesso ITCG “Antonio Magarotto” 559 54 g de besi, Chiesa della Madonna del Perpetuo Suffragio di Cave 559 55 giuseppe dAvANZo, Foro Boario 560 56 AdriANo CorNoldi, Edificio residenziale 562 57 QuiriNo de giorgio, eX Casa del Fascio 562 58 AdriANo CorNoldi e giANCArlo rosA, Edificio residenziale 562 59 Centro Kofler 563 60 viNCeNZo boNAto, Chiesa della Natività di Maria Santissima 563 61 Edificio residenziale e commerciale Breccia Trento 563 62 Edificio residenziale e commerciale 564 63 Ex Ospedale militare 564 64 QuiriNo de giorgio, Casa unifamiliare 564 65 FrANCesCo mANsutti, Edificio per negozi e appartamenti 565 66 Scuola Elementare “E. De Amicis” 565 67 Torre dell’acquedotto (Rotonda) 565 68 Ferrovia e Via Niccolò Tommaseo 566 68.01 Amedeo CiAvAriNo di STudio CiavaRino feRReRo foà, Ex sede CEAT gomme 68.02 pAolo perilli, Stazione Ferroviaria Padova Centrale 68.03 Edificio residenziale e commerciale Piazzale Stazione 68.04 giuseppe tombolA, Portale della Fiera di Padova 68.05 Complesso residenziale 68.06 Ex concessionaria Lancia 68.07 giNo briANi, Edificio residenziale

68.08 giNo vAlle CoN pierA riCCi meNiChetti di studio vAlle ArChitetti AssoCiAti, Palazzo di Giustizia

69 giulio bruNettA, Casa per sei appartamenti e negozi 572

70 giNo briANi, Edifici residenziali 572

71 QuiriNo de giorgio, Casa Doriguzzi 572

72 CostANtiNo Forleo e rAFFAele boCCuNi, Chiesa del Gesù Buon Pastore 573

73 Edificio residenziale e commerciale 573

74 Edificio residenziale 573

75 Edificio residenziale e commerciale 574

76 giuseppe tombolA, Chiesa della Madonna della Salute 574

77 Convitto statale per sordi “Antonio Magarotto” 574

78 giovANNi morAssutti e Amedeo ruFFAto, Chiesa di San Bellino 575

79 viNCeNZo boNAto, Chiesa del Sacro Cuore di Gesù 575

80 stANislAo CesChi e g de besi, Chiesa della Maternità di Maria SS. di Altichiero 575

81 Quartiere INA Casa Altichiero 576

81.01 giulio bruNettA e gAbriele sCimemi, Quartiere INA Casa Altichiero

82 pier luigi Nervi e melChiorre begA, Autogrill Motta 579

83 giANugo polesello e isp iuAv studi & progetti, Casello Padova Est 579

467

580

PADOVA PROVINCIA

01 dANiele CAlAbi, Casa del Fascio 582

02 giulio bruNettA, Chiesa Sacro Cuore, Cappella di San Giuseppe e opere parrocchiali 582

03 giulio bruNettA, Cinema “Marconi” 582

04 Teatro Congressi “Pietro d’Abano”, ex Cinema Teatro delle Terme 583

05 QuiriNo de giorgio, Caffè Speak Easy 583

06 Hotel Centrale 583

07 giulio bruNettA, Albergo Astoria 584

08 giuseppe dAvANZo, Centro diurno per anziani 584

09 uffiCio TeCniCo deLL’iSTiTuTo nazionaLe di pRevidenza, joColi e rAFFo, Stabilimento termale “Pietro d’Abano” 584

10 Aldo rossi, Nuovo Municipio 585

11 aLBeRTo Samonà, Piazza della Repubblica 586

12 aLBeRTo Samonà, Monumento ai donatori di sangue 586

13 GiuSeppe e aLBeRTo Samonà, luisA de biAsio CAlimANi, Municipio e Ufficio Postale 586

14 Borgo rurale Littorio 588

14.01 QuiriNo de giorgio, Borgo rurale Littorio

15 giulio bruNettA, Casa del Fascio 591

16 giulio bruNettA, Stazione SIAMIC e sede TELVE 591

17 Ex Uffici dell’Agenzia delle Entrate 591

18 Unità d’abitazione INA Casa 592

18.01 virgilio vAllot CoN eNZo bANdelloNi, Arturo Negri, giuseppe tombolA, C. CristoFoli, F. gusso e A. spolAore, Unità d’abitazione INA Casa

19 QuiriNo de giorgio, Cinema Palladio 594

20 giulio bruNettA, Laboratorio acceleratore di ioni 594

21 QuiriNo de giorgio, Stazione di servizio 594

22 viNCeNZo boNAto, Duomo Nuovo di San Giuseppe 595

23 ANgelo polesello, vAleNtiNo boNAto e AdriANo CorNoldi, Parrocchia SS. Redentore 595

24 CArlo sCArpA, Sistemazione esterna della Villa “Il Palazzetto” 596

25 QuiriNo de giorgio, eX Casa del Fascio 598

26 dANiele CAlAbi, Complesso residenziale SADE 598

27 AdriANo CorNoldi e giANCArlo rosA, Case in Cooperativa 598

28 QuiriNo de giorgio, eX Casa del Fascio 599

29 QuiriNo de giorgio, eX Casa del Fascio 600

30 Ex Scuola Media 602

31 Ex Casa del Fascio (attribuzione), Ex Zuccherificio 602

32 AlbANo AdANi, Ex Casa del Fascio 604

33 QuiriNo de giorgio, Ex Casa del Fascio 604

34 giulio bruNettA, OPSA - alloggi del personale, Casa della Provvidenza e Chiesa di Sant’Antonio 604

35 QuiriNo de giorgio, Villa Selene 2000 606

36 QuiriNo de giorgio, Villa Venere 606

37 luCiANo domeNiCo CoNsolo, Mobilificio 606

38 luCiANo domeNiCo CoNsolo, Edificio residenziale 607

39 QuiriNo de giorgio (Attribuito), Scuola Media “J.F. Kennedy” 607

40 QuiriNo de giorgio, Cimitero 607

41 Scuola materna “San Pio X” 608

42 luCiANo domeNiCo CoNsolo, Asilo 608

43 luCiANo domeNiCo CoNsolo, Edificio residenziale 609

44 luCiANo domeNiCo CoNsolo, Edificio residenziale 609

45 luCiANo domeNiCo CoNsolo, Edificio residenziale 609

46 luCiANo domeNiCo CoNsolo, Cimitero, ampliamento ala ovest e ala est 611

47 luCiANo domeNiCo CoNsolo, Edificio residenziale 611

48 luCiANo domeNiCo CoNsolo, Edificio residenziale 611

49 AdriANo CorNoldi, Chiesa di San Domenico 612

50 diego CArturAN e stANislAo CesChi, Ex Casa del Fascio, Municipio 613

51 Borgo di Vigonza 614

51.01 QuiriNo de giorgio, Borgo rurale Grinzato e Teatro

51.02 QuiriNo de giorgio, eX Casa del Fascio

581

01 leoNArdo e dAvid borChiA, Casa in Via Santa Agnese 621

02 giorgio CArli e giorgio mosChiNo, Nuove aule didattiche 621

03 ANtoNio e tiNA ZAmbusi, Farmacia Andretta 621

04 umberto rivA CoN mArisA mACChietto, Sala ottagonale e caffetteria del Caffè Pedrocchi 621

05 studio mAs (edoArdo NArNe, piero puggiNA, mArCo rApposelli, roberto sCArsAto), Piazza Antiche Pescherie 621

06 ANtoNio drAghi CoN Felipe limoNgi, FrANCo FAvero, CArlos herNANdeZ e giorgio lombArdi, Centro Culturale Altinate San Gaetano 621

07 ClAudio CArAmel, Casa Uno 622

08 ClAudio CArAmel, Casa Due 622

09 ClAudio CArAmel, Casa Tre 622

10 CAmillo biANChi, giAN FrANCo privileggio, ANdreA ulANdi e ANdreA ZuiN, Museo della Medicina e della Salute 622

11 giANNi FAbbri CoN studio siviero e steAm srl, Ristrutturazione e restauro del Teatro Ruzante 622

12 NiColA geNNAro, Giardino Archeologico 622

13 pAtChWorK studiArChitetturA, Chiesa di Sant’Antonio Dottore 623

14 CAmillo biANChi, giorgio romAro e erNesto trApANese, Passerella “B. Del Nunzio” 623

15 CAmillo biANChi, giorgio gArAu ed erNesto trApANese, Istituti di Neuroscienze 623

16 studio vAlle ArChitetti AssoCiAti, giNo vAlle, pietro vAlle CoN WAlter vidAle, Nuovo Polo Universitario: Casa dello studente 624

17 studio vAlle ArChitetti AssoCiAti, giNo vAlle, pietro vAlle CoN WAlter vidAle, Nuovo Polo Universitario: Centro Congressi 624

18 studio vAlle ArChitetti AssoCiAti, giNo vAlle, pietro vAlle CoN WAlter vidAle, Nuovo Polo Universitario: Centro linguistico 624

19 FrANCo stellA e WAlter A. Noebel CoN guido viseNtiN, ClAudio rebesChiNi e ANdreA sChiAvoN, Padiglioni espositivi per la Fiera di Padova 625

20 teCNostudio srl (dANilo turAto e AriANNA gobbo) e mAsmA ArChitetti AssoCiAti, Grand Hotel Mantegna 625

21 pArisotto e FormeNtoN ArChitetti, Epicentro 625

22 mArio bottA, Nuovo complesso universitario Scienze bio-mediche 626

618

PADOVA E PROVINCIA, architetture contemporanee

23 ANtoNio ZAmbusi, Magazzino Fanton oggi Pellizzari 626

24 roberto togNoN, Alberto Del Biondi Spa 626

25 lvl ArChitetturA, Aurelio gAlFetti, luCiANo sChiAvoN, CArlA bArChi, Net Center 627

26 Aurelio gAlFetti CoN l. pellegriNi; AlessANdro e FrANCesCo meNdiNi - Atelier meNdiNi, Edificio direzionale Safilo 627

27 CArlo dArio, CArlo dAl bo, beAtriCe mioN, Sede NICE Spa Padova 627

28 luisA FoNtANA (FoNtANAtelier), Cocoon 628

29 b+b AssoCiAti studio di ArChitetturA, reNAto bredAriol e mArCo boNAriol, Sch co Italia Headquarters 628

30 pAtChWorK studiArChitetturA, Piscina riabilitativa 628

31 giovANNA mAr, Nuova Sede TiFS Ingegneria 629

32 pAolo portoghesi, Nuovo Centro di Ricerca Pediatrica 629

33 pAolo sArtori CoN ANgelo bArbAto, Complesso residenziale e commerciale 629

34 vAleNtiNo boNAto, Chiesa di San Paolo 630

35 ANtoNio e tiNA ZAmbusi, A. CAstelli, Edifici residenziali Azulejo 630

36 LauRa aBBaSCià e aCopo GaSpaRi, Casa SR 630

37 eNriCo FrANCo, Casa Cavazzana 631

38 robertA de simoNe, Ristrutturazione e ampliamento casa privata 631

39 roberto togNoN, Casa privata 631

40 loreNZo AttoliCo CoN eNZo siviero, Ponte ciclopedonale Rarinantes 631

41 ANtoNio e tiNA ZAmbusi, A. CAstelli, F. poZZAto, Abitare una fabbrica. Casa in giardino 631

42 piero brombiN, Casa privata 631

43 CAmillo biANChi e ANtoNio ZAmbusi, Casa Cresti 632

44 CAmillo biANChi e ANtoNio ZAmbusi, Casa Mattioli Bettini Zampirollo 632

45 CArlo sANtAmAriA e mArio bertorelle, Casa in Via Torino 632

46 eXit ArChitetti AssoCiAti, Cappella di famiglia 633

47 loreNZo AttoliCo e eNZo siviero CoN NiColA berto, giovANNA Fierro e CristiANo berto, Ponte Ciclopedonale a servizio di Via Pelosa 633

48 mAsmA ArChitetti AssoCiAti, Parco residenziale Oscar 633

49 roberto CArtA mANtigliA e miChele CArrettA, Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola 633

619

620

50 ClAudio CArAmel, Jole Film 633

51 studio tAmAssoCiAti, Nuova sede Banca Popolare Etica 633

52 studio dANiel libesKiNd, Memoria e Luce, Memoriale per il World Trade Center 634

53 pAolo CeCCoN e lAurA ZAmpieri ArChitetti - CZstudio AssoCiAti, Riqualificazione dell’area della Stazione 634

54 ClAudio CArAmel, Edificio per uffici 634

55 gregotti AssoCiAti e Filippo messiNA, Centro servizi nell’area San Carlo - Arcella 635

56 studio striolo, FoChesAto & pArtNers - mAuriZio striolo, Nuovo studio di architettura e residenza privata 635

57 pAtChWorK studiArChitetturA, Casa per abitazione 635

58 ClAudio belluCCo, Casa privata 635

59 pAolo portoghesi, Biblioteca civica 635

60 leoNArdo borChiA, Centro Diemme Padova Sud 635

61 remigio librAloN e ANdreA bAggio, Nuovo edificio ad uso bar, spogliatoi e aule parrocchiali 636

62 mAuro lippAriNi, Bonaldo Showroom 636 63 mAssimo berto, Ampliamento residenziale 636 64 gregotti AssoCiAti e CArlo mAgNANi, Edificio per abitazioni, uffici e centro commerciale 637 65 remigio librAloN e ANdreA bAggio, Ampliamento del Cimitero di Cadoneghe 637 66 studio striolo, FoChesAto & pArtNersmAuriZio striolo, Nuovo Distretto Sanitario ULSS 15 637

67 AdolFo ZANetti, Scuola Elementare 638

68 NiColA geNNAro, Magazzino 638

69 luCio boNAFede e FrANCesCA emmA, Ponte Balestra 638

70 pAtriZiA vAlle, Recupero del sistema fortificato 638 71 ANtoNio ZAmbusi e osCAr ZANNoN, Case per due fratelli 638

72 CArlo sANtAmAriA, Casa Svegliado Gherardo 638

73 dAvide ruZZoN, Piscina comunale 639

74 b+d+m ArChitetti AssoCiAti (AleX brAggioN, giAN pAolo di beNedetto, pAolo meNeghetti), Complesso sportivo polifunzionale 639

75 sergio los, Istituto Professionale per i Servizi Commerciali “Duca d’Aosta” 639

76 pAolo FACCio, Recupero del Chiostro di Santa Maria delle Consolazioni 640

77 sergio los, Scuola Media “A. Zanchi” 640

78 giorgio Simioni, Casa 1 640 79 giorgio simioNi, Casa 0 641

80 remigio librAloN e ANdreA bAggio, Abitazione unifamiliare 641

81 ANdreA viviANi, Multiplex Cinecity 641 82 bruNo stoCCo, LO.GA. 641 83 NiColA geNNAro, Casa di campagna per anziani 641 84 teCNostudio srl (dANilo turAto e AriANNA gobbo) e mAsmA ArChitetti AssoCiAti, APP - TECH 641 85 teCNostudio srl (dANilo turAto e AriANNA gobbo) e mAsmA ArChitetti AssoCiAti, Villa Spolaor 642 86 CAmillo biANChi, m boCCAto, g.N. gigANte e ANtoNio ZAmbusi di ArChstudio e roberto CArtA mANtigliA, Trafilerie-Viterie Bonaiti Spa 642 87 teCNostudio srl (dANilo turAto e AriANNA gobbo) e mAsmA ArChitetti AssoCiAti, Grafiche Peruzzo 642 88 studio 101 ArChitetti AssoCiAti mAlFitANo selmiN, Goldenpada 643 89 ClAudio belluCCo, Casa privata 643 90 pArisotto e FormeNtoN ArChitetti, Museo “Orazio e Giulia Centanin” 643 91 soligo ArChitetti AssoCiAti (giANANtoNio soligo, NiColA soligo e ChristiAN soligo) e giovANNi de grANdis, mAuro strAdA C/o steAm srl, Struttura sportiva polifunzionale coperta 643 92 giovANNA mAr, Riqualificazione di Piazza Trieste 643 93 studio Negri & FAuro ArChitetti AssoCiAti, Piazza Roma 643 94 roberto togNoN, Condominio 644 95 Ar3 ArChitetti - pietro leoNArdi e giAComo pollis, Casa unifamiliare 644 96 studio 101 ArChitetti AssoCiAti mAlFitANo selmiN, Villa S 644 97 ottoriNo boesso, Laboratorio per un designer 645 98 AdriANo verdi CoN vAleNtiNA gAmbelli, tommAso melito e rubeN verdi, Jutificio di Piazzola sul Brenta - Ambito est 645 99 studio Negri & FAuro ArChitetti AssoCiAti, Ambito ovest ex Jutificio - Parco della Contessa 645 100 FrANCo e beNedettA CeCChiNi, Litocenter 646 101 Ati Kos progetti; piero miChieletto, mAriNA morelli, bruNo ZAN, steFANo lAZZAro e siNergo spA, Centro Civico “Mario Rigoni Stern” 646

102 Claudio aldegheri, Ampliamento cimitero 646 103 studio striolo, FoChesAto & pArtNersmAuriZio striolo, Nuovo Asilo IRPEA 646

104 ANtoNio e tiNA ZAmbusi, A. CAstelli e F. poZZAto, Uffici Pandolfo e Sch co 646

105 pAolo rossettiNi, Asilo nido comunale 646 106 mArtA ApoliNAri e dANilo turAto, Arnica 647 107 aRC ipi due aRC iTeTTi aSSoCiaTi, Piazza R.O. Pighin e nuovo parcheggio 647 108 aRC pi due aRC iTeTTi aSSoCiaTi, Riqualificazione dell’angolo nord-est del Parco Centanini 647 109 giovANNi FurlAN - rWs ArChitetti AssoCiAti, Edificio direzionale produttivo Ar.Te 648

110 steFANo svegliAdo e pAolo bArACCo, Ampliamento del complesso industriale Acqua Vera 648

111 studio striolo, ForChesAto & pArtNersmAuriZio striolo, Nuovo Distretto Sanitario ULSS 16 n. 4 648

112 CAmillo biANChi e ANtoNio ZAmbusi, Casa Chiffi Napolitani 649 113 giulio mAriNi e giAComo poliN, Nuova Sede Società Adriatica Gas 649

114 CAmillo biANChi, Case Bianchi Bonaiti Lucca 649

115 CAmillo biANChi, Casa Mian Torresani 650

116 CAmillo biANChi, Casa Santinello 650 117 rANieri ZANdAriN, Nuova sede commerciale Eurosald 650

118 CAmillo biANChi, m boCCAto, g.N. gigANte, ANtoNio ZAmbusi di ArChstudio, Scuola Media 650

119 studio Negri & FAuro ArChitetti AssoCiAtigloriA Negri, Ampliamento della Scuola Elementare 650

120 studio striolo, FoChesAto & pArtNersmAuriZio striolo, Nuovo Municipio 650

121 roberto togNoN, André Maritan Designer 651

122 itAlo ChiuCChiNi CoN mAssimo sCAttoliN, dArio CANdeAgo e mArCo ChiuCChiNi, Nuova Sede Lago Spa 651

123 luCio boNAFede e eNZo siviero, Ponte sul Canale Tergola 651

ROVIGO e la sua provincia

architetture storiche censite architetture contemporanee pubblicate

Le realizzazioni ‘storiche’ documentate sono complessivamente 58: 31 nel capoluogo (di cui un asse urbano) e 27 in provincia (di cui un ambito urbano).

L’unico episodio urbano di rilievo è l’asse di Corso del Popolo adiacente al centro storico. Lungo questo asse vengono realizzati i principali edifici pubblici: le sedi dell’ENEL e dell’Agenzia del territo rio, i palazzi delle Poste e Telegrafi e del Genio Civile. Ma l’edificio di maggior pregio architettonico è il palazzo dell’INA, un unico corpo edilizio completamente rivestito di pietra bianca con porticato in trachite lungo l’intero perimetro.

Altri interventi significativi riguardano il tema della residenza. Una nota di colore è l’affidamento a G. Muzio, nel 1932, del progetto della Cappella gentilizia della famiglia Barella, la cui realizzazione innesta nel cimitero di Rovigo un peculiare tipo monumentale strettamente legato al linguaggio milanese. La bonifica del periodo fascista si innesta su quelle precedenti, modificando radicalmente il ‘pae saggio del rischio’ e la struttura degli insediamenti nei territori della provincia rodigina. Sono fondati ex novo o riorganizzati numerosi nuclei abitativi, con realizzazione di piccoli centri rionali, case del fascio, centri parrocchiali, asili e scuole: un lavoro fine e sistematico che cerca di realizzare un mo dello urbano-rurale sicuro e autosufficiente. Dal punto di vista insediativo un interessante esempio è costituito dal borgo di San Giusto a Porto Viro. La più recente trasformazione di particolare interesse urbano è l’insediamento di Albarella a Rosolina dove, per il progetto di una delle ville estive, viene chiamato D. Fleger. Le realizzazioni ‘contemporanee’ documentate nella Provincia di Rovigo sono complessivamente 20. La marginalità dei territori rodigini, solo parzialmente beneficiari delle agevolazioni per le aree depresse dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta, non ha favorito la diffusione di significativi esempi di architettura contemporanea. I principali progettisti sono A. Manfrin, R. Gallo con M.L. Panciotti. Di pregio è la realizzazione della sede della Sovrintendenza per i beni archeologici del Veneto nel nuovo Polo Museale Nazionale di Adria.

663

664

edificato: IGM 1924 IGM 1953 CTR 1996 CTR 2007architetture contemporanee pubblicatearchitetture storiche censite cinta muraria

665
Corso del Popolo Borgo S. Giusto
666

ROVIGO

01 RoBeRTo naRduCCi deLL’uffiCio inTeRno deLLe feRRovie deLLo STaTo, Stazione Ferroviaria 669

02 TuLLio SiLveSTRi e viRGinio miLani, Fontanamonumento e Piazza 669

03 fRanCeSCo manSuTTi e Gino miozzo, Ex Casa GIL oggi Centro “Don Bosco” 669

04 fRanCo manzoLi e aLBeRTo GaRGnaTi, Ex casa del Balilla 670

05 Stazione di servizio 670

06 oRLando veRoneSe, Chiesa della Commenda 670

07 oRLando veRoneSe, Scuola Materna “Mamma Margherita” 672

08 Alloggi ex INCIS 672

09 anniBaLe pavanaTi, Casa della Madre e del Bambino dell’OMNI 672

10 GiuSeppe vaCCaRo, Torre piezometrica dell’acquedotto di Rovigo 673

11 anTonio pavaRin, Ex Ospedale sanatoriale “Umberto Maddalena” 674

12 SeRGio zeRBa, Palazzetto dello Sport 674

13 Palestra dell’IPSIA 674

14 TuLLio SiLveSTRi e anTonio CanaTo, Tribuna “Lanzoni”, stadio di rugby “Mario Battaglini” 675

15 viTToRio maSTeLLaRi, Scuola Media “Bonifacio” 675

16 de STefani, Tribuna per l’ippodromo 675

17 SpeRandio CaSaLi e anTonio CanaTo, Ex Seminario Vescovile “Pio X” 676

18 Guido maRaini, Palestra comunale “Arturo Favero” 677

19 TuLLio SiLveSTRi e anTonio pavaRin, Copertura del Salone del Grano, Palazzo della CCIAA 677

20 auGuSTo muReR, Monumento e nuova Piazza a Giacomo Matteotti 677

21 Corso del Popolo 678

21.01 a. aCuzzi e L BeRTuzzi, Palazzo dell’ex Genio Civile

21.02 uffiCio pRoGeTTi deL SeRvizio TeCniCo immoBiLiaRe dell’ina, maC in, Palazzo INA

21.03 Edificio residenziale “San Marco”

21.04 Condominio Fabbrini

21.05 RoBeRTo naRduCCi, Palazzo delle Poste e Telecomunicazioni

21.06 oRLando veRoneSe, Complesso residenziale direzionale e commerciale “Edificio Costato”

21.07 Agenzia del territorio Ufficio Provinciale di Rovigo

21.08 Palazzo ex ENEL

22 Giovanni muzio, Cappella gentilizia funeraria Famiglia Barella 685

23 aLfRedo LamBeRTuCCi, Scuola Elementare “Giovanni Miani” 686

24 poGGiaLi, Palazzo Vescovile 686

25 TuLLio SiLveSTRi, Palazzina uffici ex cotonificio e canapificio Valle Susa 686

26 uffiCio TeCniCo ComunaLe, GiuLio SToRi, aLdo SanTi, Scuola Primaria “Papa Giovanni XXIII” 687

27 GiuSeppe miLani, Casa dello scultore Giuseppe Milani 687

28 Stazione di servizio 687

29 aLdo CoTTi, Piscina “Luisangela Tosi” 688

30 Ex Zuccherificio Eridania, ora Censer 688

31 Ponte stradale sull’Adige 688

667
690

ROVIGO PROVINCIA

01 GiamBaTTiSTa SCaRpaRi, Ex Teatro del Littorio, ora Teatro Comunale 692

02 GiamBaTTiSTa SCaRpaRi, Chiesa di Sant’Andrea Apostolo e facciata principale della ex Pia Casa di Ricovero 692

03 Scuola Primaria “Vittorino da Feltre” 692

04 Edificio del Dopolavoro aziendale dello zuccherificio 693

05 Gruppo Rionale di Bellombra 693

06 G BRuSCaLupi, Nuova conca di navigazione 693

07 Gruppo Rionale Baricetta 694

08 uiRino de GioRGio aTTRiBuiTo , Cinema multisala “Politeama” 694

09 aLdo C ieReGaTo, Scuola Elementare “Sandro Pertini” 694

10 aLdo C ieReGaTo, Portico dell’ex Cinema “Arena” 695

11 aLdo C ieReGaTo, Tribuna dello Stadio ex Polisportivo del Littorio “Ottorino Verzaro” 696

12 ex Casa del Fascio 696

13 fRanCo oLiva, Chiesa della Sacra Famiglia 697

14 Ex Casa del Fascio 698

15 aTTiLio CaSeLLaTo, Borgata ex IACP “Santa Rita” 699

16 aLdo C ieReGaTo, Scuola Elementare “N. Sauro” 699

17 GiamBaTTiSTa SCaRpaRi, Ex Casa Littoria 699

18 GiamBaTTiSTa SCaRpaRi, Municipio 700

19 Distilleria dell’ex zuccherificio 700

20 Municipio 700

21 Scuola Primaria “Ca’ Tiepolo” 701

22 GiamBaTTiSTa SCaRpaRi, Zuccherificio Delta Po 701

23 Borgo di San Giusto 702

23.01 GiamBaTTiSTa SCaRpaRi e oSCaR maRin, Borgo Ex IACP San Giusto e Cappella votiva di Santa Maria Ausiliatrice 702

24 Ex Scuola “Regina Elena”, ora Municipio 704

25 Ex Casa del Fascio, ora Caserma dei Carabinieri 704

26 daRReLL fLeeGeR aRC iTeCTS, Villa Schmutz 704

27 Asilo e Scuola Elementare con torre civica 705

691
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ROVIGO E PROVINCIA, architetture contemporanee

01 aLBeRTo manfRin, Complesso parrocchiale SMMD 708

02 maSSaRenTe aRC iTeTTuRa SRL, Gianni maSSaRenTe Con maRzio BoTTazzi, STefano Geddo, aRC . aRC iTeTTi aSSoCiaTi, Ampliamento del Cimitero comunale 708

03 maSSaRenTe aRC iTeTTuRa SRL, aLeSSandRo maSSaRenTe, Fontana nella piazza pedonale di un complesso residenziale e commerciale 708

04 maSSaRenTe aRC iTeTTuRa SRL, Gianni maSSaRenTe, Restauro del complesso di Palazzo Torelli-Minadois-Sayler 709

05 aLeSSandRo maSSaRenTe Con BRuno SeGaTo, Centro di informazione e documentazione visive “Pescheria Nuova” 709

06 navaRRini aRC iTeTTi aSSoCiaTi, Casa C 709

07 navaRRini aRC iTeTTi e aSSoCiaTi Con STudio papaReLLa, Menotti-Residence 710

08 Guido pieTRopoLi, Recupero dell’ex Zuccherificio ad uso Centro Mostre 710

09 LoReTTa zeGa, SopRinTendenza peR i Beni aRC eoLoGiCi deL veneTo, Museo Archeologico Nazionale, ampliamento e ristrutturazione 710

10 maSSaRenTe aRC iTeTTuRa SRL, aLeSSandRo maSSaRenTe, Ampliamento del Centro sportivo natatorio 711

11 aLBeRTo manfRin, Scuola Elementare “S. Pertini” 711

12 navaRRini aRC iTeTTi e aSSoCiaTi, Icebox 711

13 viTToRio SpiGai Con Giovanna BoRdin, davide zaGaTo e fRanCa CaBeRLeTTi, Ristrutturazione Piazze S. Giovanni e S. Rocco 711

14 maSSaRenTe aRC iTeTTuRa SRL, aLeSSandRo maSSaRenTe, Riqualificazione della piazza municipale 711

15 aLBeRTo manfRin, Casa unifamiliare Fioravanti 711

16 fRanCeSCo aLLodoLi, Villa “le Procurative”, sede Polistudio Spa società di ingegneria 712

17 Gianni maSSaRenTe, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Agenzia di Loreo 712

18 RoBeRTo GaLLo e maRia LeTizia pana oTTi, Chiesa della Beata Vergine del Rosario 712

19 anna BRaioni Con enRiCo LonGo, L’Acquario, belvedere nel “Bosco della Conoscenza” 713

20 anna BRaioni Con enRiCo LonGo, L’Airone, belvedere nel “Bosco dello Sguardo” 713

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TREVISO e la sua provincia

architetture storiche censite architetture contemporanee pubblicate

Le realizzazioni ‘storiche’ documentate sono complessivamente 118: 44 nel capoluogo (di cui la cittàgiardino, tre quartieri INA Casa e nove quartieri IACP) e 74 in provincia (tre quartieri e il sistema delle architetture della Tomba Brion).

I più importanti interventi nel capoluogo si caratterizzano per puntuali sostituzioni e innesti di edifici all’interno del centro storico. Essi rinnovano il linguaggio architettonico, creando nuove polarità dire zionali, per l’offerta di servizi collettivi, assieme a banche e a nuovi edifici pubblici. Una piccola cittàgiardino si sviluppa intorno alla sede della Gioventù Italiana del Littorio (GIL). Particolare attenzione meritano gli innesti di nuovi edifici scolastici sugli spazi liberi lungo la cinta muraria. Figure di spicco sono A. Tramontini, S. Zorzi e G. Samonà.

Nella prima corona esterna alle mura si sviluppa una sorta di ‘città-giardino spontanea’, esito in crementale di pratiche acquisitive e costruttive omogenee. Pur in assenza di un formale progetto collettivo, esse producono un ‘impianto urbanistico’ funzionale, a griglia variabile, costituito da edifici residenziali unifamiliari e piccoli edifici plurifamiliari. Fa eccezione il villaggio coordinato CEP disegnato negli anni Cinquanta da M. Ridolfi che organizza un vero e proprio tessuto residenziale strutturato su maglia ortogonale con edifici a torre e in linea. Le politiche di edilizia pubblica (convenzionata e sovvenzionata) non si sono misurate con i problemi di assetto urbanistico della città. Dagli anni Trenta alla fine degli anni Quaranta lo IACP opera per piccoli interventi (nove per la precisione) lungo le radiali che dal centro della città portavano ai sistemi inse diativi limitrofi. Questi piccoli interventi non avevano neppure le caratteristiche di progetti pivot su cui ancorare l’assetto delle corone in formazione. È una sorta di ‘rinuncia’, motivata anche dai profili della domanda sociale, che pone Treviso in posizione eccentrica rispetto alle esperienze di altri capoluoghi veneti, ove si sperimentavano progetti residenziali pubblici di dimensioni e localizzazioni significative. L’urbanizzazione dei territori centro-meridionali della provincia è influenzata dalla forza centrifuga del capoluogo. In particolare, lungo gli assi per Montebelluna, Vittorio Veneto, Castelfranco e Mogliano si concentra una forte attività edilizia residenziale e produttiva, dove è indiscusso il ruolo di G. Davanzo. I suoi interventi si caratterizzano per innovazione formale e per l’impiego dei materiali da costruzione. Ma anche le opere di M. Bruno e L. Consolo sono significativi interpreti del locale rinnovamento linguistico coerenti rispetto alla strada tracciata dal grande maestro Carlo Scarpa, che nel trevigiano trova numerose occasioni di sperimentazione. Nel territorio trevigiano emerge con forza il ruolo della committenza della famiglia industriale Brion: essa, dapprima porta M. Zanuso e P. Porcinai a realizzare il complesso industriale di Ca’ Vescovo (Asolo) e, successivamente, affida a C. Scarpa la realizzazione della sezione cimiteriale ad Altivole con il contributo dello stesso Porcinai. In questi territori, oggi attraversati dalla cosiddetta ‘strada dell’ar chitettura’, è da ricordare l’intervento di C. Scarpa alla Gipsoteca di Possagno.

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edificato: IGM 1924 IGM 1966 CTR 1996 CTR 2007architetture contemporanee pubblicatearchitetture storiche censite cinta muraria

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Ciittà Giardino, Treviso Villaggio Coordinato CEP, Loc. Monigo di Santa Bona, Treviso Villaggio IACP a Santa Bona, Treviso Villaggio IACP a Santa Bona, Treviso Villaggio IACP a San Zeno, Treviso Villaggio IACP a Sant’Antonio, Treviso Ex Villaggio “Costanzo Ciano”, Treviso Villaggio IACP a Santa Maria del Rovere, Treviso
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Gli scenari bellici della Prima Guerra mondiale lungo il Piave e sul crinale del massiccio del Grappa, oltre a lasciare tracce storico-paesaggistiche notevoli, hanno favorito l’architettura della memoria con i sacrari di Fagare’, Crespano (Cima Grappa), Nervesa della Battaglia e Pederobba, a cui si affianca il tempio votivo di Ponte della Priula. Oltre agli autori citati, interessanti protagonisti dell’architettura trevigiana sono P. Bandiera e U. Facchini. Le realizzazioni ‘contemporanee’ documentate nella Provincia di Treviso sono 114. La dinamicità imprenditoriale nei settori manifatturieri, le trasformazioni agricole e una urbanistica a maglie larghe consentono la realizzazione diffusa di opifici e residenze private. Il maggiore interprete e committen te di questa architettura è il gruppo Benetton, che per decenni lavora a stretto contatto con Afra e T. Scarpa, realizzando fra i più interessanti edifici industriali italiani del dopoguerra. In questi edifici la ricerca progettuale va oltre la forma del capannone: si sperimentano nuove tensostrutture e materiali innovativi, si presta attenzione ai fattori ergonomici e di organizzazione del lavoro, ma si pongono soprattutto al centro dell’attenzione il paesaggio e il brand. Ciò pone una questione tipica della media e grande impresa trevigiana, ovvero la riconoscibilità dei manufatti per ciò che producono e per il modo in cui appaiono in un territorio sempre più omologato e poroso. Questi stimoli consentono di sperimentare nuovi rapporti fra architettura e paesaggio con realizzazioni di T. Ando e Campo Baeza per Benetton, M. Benetton per l’Olympias Spa e di altri. Rilevante è l’intervento di M. Botta per il nuovo polo direzionale della Cassa Marca a Treviso, mentre interessanti le realizzazioni di progettisti come L. Gemin, T. Follina, Mancuso e Serena

Associati, V. Rossi, MADE Associati e C+S Associati.
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Complesso residenziale INA Casa, Treviso Complesso residenziale INA Casa, Treviso Appartamenti INA Casa, Conegliano
726

TREVISO

01 Stazione Ferroviaria Centrale 728

02 uffiCio TeCniCo inpS, Edificio INPS 728

03 GiuSeppe Samonà, Edificio INA 728

04 CaRLo SCaRpa e LuCiano Gemin, Galleria Altinia 730

05 Genio Civile 730

06 anGeLo TRamonTini e SiLvano zoRzi, Chiesa di San Martino 730

07 CeSaRe peRuSini, Ex Consorzio Agrario 732

08 Edificio residenziale 732

09 aRTuRo STiGLiano, Monumento ai Caduti di tutte le guerre 732

10 domeniCo peRona, Condominio Vittoria 733

11 miC eLe LeonaRduzzi e CeSaRe peRuSini, Edificio RAS 733

12 Edificio residenziale 733

13 RoBeRTo fonTana e CoRRado fonTeBaSSo, CCIAA, Camera di Commercio 734

14 Cinema Teatro “Edison” 734

15 Edificio commerciale 734

16 RaffaeLLo BeTTazzi e vinCenzo BonaTo, Ex Banca Cattolica del Veneto 735

17 Città Giardino 736

17.01 pieTRo moTTa, Ex GIL, attuale Biblioteca Comunale

17.02 CoRRado fonTeBaSSo, Liceo Classico “A. Canova”

17.03 Edificio residenziale

17.04 Ex Seminario Vescovile ora Sede Universitaria Corso di Laurea in Design della Moda (CLEAM)

17.05 Palazzo ex INAIL

17.06 Giovanni fLoRa e duiLio ToRReS, Villino Flora

17.07 Edificio residenziale

17.08 Edificio residenziale e commerciale

18 domeniCo peRona, Casa da Pigione 743

19 Centrale ENEL 743

20 Istituto “Duca degli Abruzzi” 743

21 Edificio di Servizio, ex Pattinodromo 744

22 Edificio ex OMNI, Opera Nazionale Maternità e Infanzia 744

23 CoRRado fonTeBaSSo, Casa Sacconi 744

24 SiLvano RiCCi, Palestra CONI 745

25 CoRRado fonTeBaSSo, eX Scuola Elementare “Vittorio Veneto” 745

26 Edificio residenziale 745

27 INA Casa Viale Brigata Marche 746

27.01 anGeLo TRamonTini, Complesso residenziale INA Casa

28 Ex Stadio Comunale del Littorio, ora Stadio Comunale “Omobono Tenni” 748

29 anGeLo TRamonTini, Scuola Media “Luigi Stefanini” 749

30 Edificio commerciale 749

31 Ex Cinema “Astra” 749

32 anGeLo TRamonTini, Villa sui Bastioni 750

33 Centrale di Ponte della Gobba 751

34 GiuSeppe davanzo, Casa Carrera Rettore 752

35 Casa dell’Americano 753

36 paoLo e fRanCeSCo BandieRa, Case Berton 753

37 Edificio residenziale 753

38 INA Casa Viale del Mozzato 754

38.01 anGeLo TRamonTini, Complesso residenziale INA Casa

39 BRuno Lava, Casa Citran 756

40 Edificio residenziale 756

41 paoLo BandieRa, Casa Bandiera 756

42 Villaggio Coordinato CEP 758

42.01 maRio RidoLfi, maRio Romano, CeSaRe TRamonTini, oLfGanG fRan L, Villaggio coordinato CEP San Liberale

42.02 anGeLo TRamonTini, Parrocchia di San Liberale 43 GiuSeppe davanzo, Piscine comunali 762 44 Villaggi IACP 764

44.01 CeSaRe peRuSini, Villaggio IACP a Monigo 44.02 CeSaRe peRuSini, Villaggio IACP a Santa Bona 44.03 aRTuRo Bozza, Villaggio IACP a Santa Maria del Rovere

44.04 aRTuRo Bozza, Villaggio IACP a Monigo 44.05 aRTuRo Bozza, eX Villaggio “Costanzo Ciano” 44.06 CeSaRe peRuSini, Villaggio IACP a San Zeno 44.07 evaRiSTo zaGoLin, Villaggio IACP a San Zeno 44.08 CeSaRe peRuSini, Villaggio IACP a Sant’Antonino 44.09 aRTuRo Bozza, Villaggio IACP a Santa Bona

727
768

TREVISO PROVINCIA

01 Tomba Brion 770

01.01 CaRLo SCaRpa, Tomba Brion

02 maRCo zanuSo e pieTRo poRCinai, Complesso industriale ex Brinnel 776

03 Ex GIL, ora Circolo Didattico 778

04 GiuSeppe davanzo, Laboratorio artigianale 778

05 GiuSeppe davanzo, Casa unifamiliare 778

06 GiuSeppe davanzo, Cassa Rurale e Artigiana di Casier 779

07 paoLo BandieRa e umBeRTo faCC ini, Industrie Sile Caldaie 780

08 LuCiano domeniCo ConSoLo, Casa unifamiliare 781

09 fRanCeSCo BonfanTi, Edificio per abitazioni 781

10 anGeLo TRamonTini, Palazzetto dello Sport 781

11 GiuSeppe davanzo, Casa Albergo per anziani 782

12 Casa parrocchiale 784

13 LuCiano domeniCo ConSoLo, Casa unifamiliare 784

14 pieTRo CeLoTTo, Chiesa alpina al Monte Tomba 784

15 maRio BRuno, Complesso in zona Monticella 785

16 Stabilimento Carpenè-Malvolti 785

17 maRio BRuno, Guardiola dell’Ospedale Civile 785

18 Villa in Via Diaz 786

19 Quartiere residenziale INA Casa 787

19.01 maRio RidoLfi, Quartiere residenziale INA Casa 787

20 Quartiere residenziale INA Casa 788

20.01 maRio RidoLfi e oLfGanG fRan L, Appartamenti INA Casa

21 Ex Casa del Fascio, ora Biblioteca Civica e Centro culturale 790

22 Giovanni GReppi, Sacrario di Cima Grappa 790

23 GiuSeppe davanzo, Monumento alla Resistenza Partigiana 793

24 Ex Scuola 793

25 Ex Consorzio Agrario 793

26 d. STivaL, Ex Salone Dopolavoro OND 794

27 anGeLo TRamonTini, Chiesa di Giavera del Montello 794

28 Ex Consorzio Agrario 794

29 maRio BRuno, Casa Grespan 795 30 maRio BRuno, Scuola Materna 795 31 maRio BRuno, Condominio ad Istrana 795 32 maRio BRuno, Macello 796 33 Gino vaLLe di STudio vaLLe aRC iTeTTi aSSoCiaTi, Magazzino e centro vendite 796 34 LuCiano domeniCo ConSoLo, Biblioteca 796

35 Ex Consorzio Agrario 797

36 pieTRo moTTa, Ex Casa del Fascio 797

37 maRio BRuno, Edificio artigianale 797

38 maRio BRuno, Casa Cavasotto (Oldo Sartor) 799

39 maRio BRuno, Edificio residenziale 799

40 maRio BRuno, Edificio residenziale a torre 799

41 pieTRo moTTa, Ex GIL, ora Tribunale Sezione Distaccata 800

42 maRio BRuno, Casa Tesser 800

43 maRio BRuno, Cappella Solimene 800

44 Ospedale Civile 801

45 feLiCe noRi, Ossario di Nervesa 802

46 Sacrario Militare Francese 803

47 Insedimento residenziale e terziario 804

47.01 CaRLo aymonino Con GaBRieLLa BaRBini, Insediamento residenziale e terziario 804

48 Centrale Priula 806

49 anGeLo SCaTToLin, Tempio Votivo ai Caduti del Piave e alla Fraternità Europea 806 50 paoLo BandieRa e umBeRTo faCC ini, Grafiche Vianello 807 51 CaRLo SCaRpa, Ampliamento della Gipsoteca Canoviana 808 52 iGinio Cappai e pieTRo mainaRdiS, Municipio 810 53 GiuSeppe davanzo, Casa unifamiliare 810 54 Parrochia di San Trovaso 810 55 GiuSeppe davanzo, Ristrutturazione di un fabbricato rurale 811 56 pieTRo deL faBBRo, Sacrario Militare di Fagarè 811 57 Centrale 811 58 Ex Casa del Fascio 812 59 GiuSeppe davanzo, Tempio internazionale del Donatore 813 60 Ex Consorzio Agrario 814 61 Ingresso della Cartiera di Villorba 814 62 paoLo BandieRa e umBeRTo faCC ini, Villa Fanna ai Venturali 814 63 Ingresso Stabilimento Colussi 815 64 Ex GIL 815 65 Cassa di Risparmio 815 66 Villa Salvadoretti 816 67 Edificio Servizi Sociali 816 68 Bar Lux 816 69 Villa Zentellin-Montagna 817

70 Edificio residenziale e commerciale 817 71 Lanificio Policarpo Cerruti 817 72 vinCenzo feRniani, Centrale di San Floriano 818 73 vinCenzo feRniani, Centrale di Fadalto Nuova 818 74 vinCenzo feRniani, Centrale di Nove Nuova 818 769

820

TREVISO E PROVINCIA, architetture contemporanee

01 paoLo poRToG eSi, Ex Ospedale Santa Maria dei Battuti, ora Università e Quartiere latino 824

02 viTToRio RoSSi, Condominio “Primavera” 824

03 aLdo peReSSa, Casa unifamiliare 824

04 paoLo BoRneLLo e viTToRio LonG eu, Ristorante Bar “Fresco D’Estate” 825

05 viTToRio RoSSi, Casa e studio Rossi 825

06 afRa e ToBia SCaRpa Con STudio GReGGio aSSoCiaTi, Palazzetto 825

07 mzC maRio maRC eTTi, faBio zampieRo, GiuSeppe CanGiaLoSi, 7 Corti Townhouse 826

08 afRa e ToBia SCaRpa Con umBeRTo zandeGiaComi, GiandomeniCo CoCCo e adRiano LaGReCaCoLonna, Palazzi Bomben-Mandruzzato e Caotorta 826

09 Toni foLLina, Riqualificazione dell’Isola della Pescheria 826

10 mzC maRio maRC eTTi, faBio zampieRo, GiuSeppe CanGiaLoSi, Casa x 5 826

11 mzC maRio maRC eTTi, faBio zampieRo, GiuSeppe CanGiaLoSi, Casa sul Sile 826

12 LuCiano Gemin, Codominio Molinetto 826

13 Tiziano BonaTo, Guido RanieRi da Re e faBRizio fonTana, Centro polifunzionale Dal Negro 827

14 viTToRio RoSSi, Edificio per abitazioni 827

15 LuCiano Gemin, Pensionato Salce 827

16 Toni foLLina, Casa Trentin-Brescancin 827

17 viTToRio RoSSi, Casa Andrea Piva 827

18 maSSimo BeneTTon, Ristrutturazione villa privata 827

19 Toni foLLina Con TaLieSin enGineeRinG SRL, eLiSaBeTTa faBBRi, STeam SRL, nadaLin GRoup STp, STudio aSSoCiaTo inGeGneRia CiviLe Sa04, iConia inGeGneRia CiviLe, Realizzazione nuova sede Provincia di Treviso, ex complesso ONP di Sant’Artemio 828

20 GianfRanCo pizzoLaTo, Centro Polifunzionale “La Fonderia” 828

21 B B aSSoCiaTi STudio di aRC iTeTTuRa, RenaTo BRedaRioL e maRCo BonaRioL, Polo Edra 828

22 maRio BoTTa, Fondazione Cassamarca, area ex Appiani 829

23 aLfonSo CendRon, Alloggia 829

24 made aSSoCiaTi miC eLa de poLi, adRiano maRanGon, Asilo Nido integrato “G. Appiani” 829

25 Gian paoLo maR e Giovanna maR, Nuova Aerostazione Passeggeri dell’Aeroporto “Antonio Canova” 830

821

822

26 made aSSoCiaTi miC eLa de poLi, adRiano maRanGon, Edificio residenziale 830

27 naTaS a puLiTzeR e SeRGio LoS, Accoppiatura di Asolo, sopraelevazione uffici 830

28 RadameS zaRameLLa, Centro Artigiano Fornace d’Asolo 830

29 viTToRio RoSSi, Uffici Gasparello 830

30 aRBau STudio maRTa BaReTTi SaRa CaRBoneRa, Casa unifamiliare 830

31 GianfRanCo pizzoLaTo, Social housing, Cooperativa Concordia - Casa Amica - Nicoletta 831

32 viTToRio RoSSi, Casa Bornello 831

33 aRBau STudio maRTa BaReTTi SaRa CaRBoneRa, Residenze convenzionate 831

34 amaCa aRC iTeTTi aSSoCiaTi maRTina CafaRo, maRCo feRRaRi e CaRLo zavan , Quattro edifici in area PEEP (isola C) 831

35 amaCa aRC iTeTTi aSSoCiaTi maRTina CafaRo, maRCo feRRaRi e CaRLo zavan , Dieci case a patio (isola F) 831

36 SandRo piTTini Con RoBeRTo SCoTTa, Ampliamento del Cimitero 831

37 paoLo BoRneLLo e viTToRio LonG eu, Tomba Sammartini 832

38 SeRGio LoS e naTaS a puLiTzeR Con GiuSeppe pieRoBon e anTonio RoSSi, Residenza bioclimatica per anziani 832

39 maRio BoTTa e LuCiano Gemin, Complesso “Le Corti” 832

40 GianLuCa peLLoia, HUB12 832

41 pieR CLaudio BonGiana e GianLuCa peLLoia, Edificio di quartiere 832

42 manCuSo e SeRena aSSoCiaTi, Case terrazzate con giardini comuni 832

43 manCuSo e SeRena aSSoCiaTi, Recupero urbano e edilizia sociale 833

44 pieRanTonio vaL e CeCiLia RiCCi, Centro per l’infanzia e parco 833

45 C S aSSoCiaTi, CaRLo Cappai e maRia aLeSSandRa SeGanTini, Parcheggio interrato e piazza temporanea 833

46 BoRiS podReCCa, Area ex Zanussi, nuovo complesso direzionale 834

47 pieRanTonio vaL e CeCiLia RiCCi, Novanta Alloggi di edilizia convenzionata 834

48 pieRanTonio vaL e CeCiLia RiCCi, Piano di recupero 834

49 STudio 0 aRC iTeTTi aSSoCiaTi maLfiTano SeLmin, Villa Ferrarini 834

50 LuiGi GaRBaRino e Savio RuSin, Casa Martin 834

51 LoRiS daL poS, Casa Pin Battistella 834

52 fa.BRiC BRiCoLo faLSaReLLa aSSoCiaTi, Piazza Parco Castelginest 835

53 naTaS a puLiTzeR Con SeGio LoS, Casa bioclimatica Pellizzari 835

54 Seiv GRoup, SIDI Sport 835

55 amaCa aRC iTeTTi aSSoCiaTi moniCa BoSio, maRTina CafaRo, maRCo feRRaRi e CaRLo zavan , Nuova Biblioteca comunale 835

56 RadameS zaRameLLa, Casa dell’Architetto 835

57 ai pRoGeTTi aRC iTeTTuRa inGeGneRia SC., andRea BoRin, Nuovo centro giovani 835

58 aLBeRTo CeCC eTTo e L. feLTRin, Modacenter 836

59 veSenTini aSSoCiaTi, Intervento di recupero area del “Castello della Motha” 836 60 BoRiS podReCCa Con maRCo zoRdan e aLfonSo veSenTini, piazze di Motta di Livenza 836 61 Toni foLLina, Casa Follina 837 62 veSenTini aSSoCiaTi maRzio piaSeR, “Casa Moro” Centro per l’infanzia e la famiglia 837 63 Toni foLLina, Riqualificazione della Piazza Grande, già Piazza Vittorio Emanuele II 837 64 veSenTini aSSoCiaTi maRzio piaSeR, Abitazione privata 838 65 aLfonSo CendRon, Socialofts 838 66 iTaLo GioRGio Raffin, Agenzia Bancaria Banca Friuladria 838 67 iTaLo GioRGio Raffin e davide Raffin, Setten uffici aziendali 838 68 SeRGio noveLLo, Casa Lora 838 69 C S aSSoCiaTi, CaRLo Cappai e maRia aLeSSandRa SeGanTini, Centro Infanzia 838 70 maRio mazzeR, Centro Direzionale HOMES 839 71 afRa e ToBia SCaRpa Con SeRGio BaLLini e STudio GReGGio aSSoCiaTi, Casa Tonolo 839 72 C S aSSoCiaTi, CaRLo Cappai e maRia aLeSSandRa SeGanTini Con faveRo miLan inGeGneRia, Scuola Elementare 839 73 aLBeRTo Campo Baeza, Ponzano Children, Centro per l’Infanzia del Gruppo Benetton 840 74 maSSimo BeneTTon, Uffici direzionali Olimpias Spa 840

75 made aSSoCiaTi miC eLa de poLi, adRiano maRanGon, Ampliamento Scuola Primaria 840 76 afRa e ToBia SCaRpa, Villa Minelli, sede centrale di Benetton Group 841 77 miCRoSCape aRC iTeCTuRe uRBan deSiGn paTRizia piSanieLLo e SaveRio piSanieLLo , Piazza del Municipio 841

78 mzC maRio maRC eTTi, faBio zampieRo, GiuSeppe CanGiaLoSi, Rural B House 841 79 amaCa aRC iTeTTi aSSoCiaTi moniCa BoSio, maRTina CafaRo, maRCo feRRaRi e CaRLo zavan , Tredici case 842 80 viTToRio RoSSi, Casa Bernardi 842 81 pieRanTonio vaL e CeCiLia RiCCi, Casa in un pianoro tra le colline 842 82 aLfonSo CendRon, Villa Condominiale 843 83 made aSSoCiaTi miC eLa de poLi, adRiano maRanGon, Ampliamento Scuola Materna 843 84 ToTi SemeRano, Ristorante Perché 843 85 paoLo voCiaLTa Con RoBeRTo CodoGnoTTo, Nuova sede Codognotto Autotrasporti 844 86 ToTi SemeRano, Contrà Leopardi 844 87 LoRiS daL poS, Scuola Elementare 844 88 LoRiS daL poS e vaLTeR zanC eTTa, Tomba Baldasso Menegazzo 844 89 RadameS zaRameLLa, Biblioteca comunale 844 90 pieRanTonio vaL e CeCiLia RiCCi, Industria chimica IMPA 844 91 GianfRanCo pizzoLaTo, Social housing, cooperativa Concordia - Cicala 845 92 made aSSoCiaTi miC eLa de poLi, adRiano maRanGon, Riqualificazione architettonica e ambientale del centro storico 845 93 viTToRio RoSSi, Uffici e abitazioni 845 94 aRBau STudio maRTa BaReTTi SaRa CaRBoneRa, Ghaus - casa in legno 846

95 ToBia SCaRpa, Casa Scarpa 846

96 afRa e ToBia SCaRpa Con STudio GReGGio aSSoCiaTi e adRiano LaGReCaCoLonna, Cantine Franco 846

97 paoLo BoRneLLo, Locanda Sandi 847

98 paoLo BoRneLLo, Cantina “Nino Franco Spumanti” 847 99 paoLo BoRneLLo e fiLippo GiuSTiniani, Villa Barberina 847

100 pieRanTonio vaL, CeCiLia RiCCi e eLvio CaSaGRande, Ristrutturazione di una casa colonica 847 101 fRanCo manCuSo, Banca Popolare di Vicenza, Agenzia di Vedelago 847

102 afRa e ToBia SCaRpa Con Gianni CoCCo, adRiano LaGReCaCoLonna, paoLo moRa e LauRa moRa, Villa Loredan 847

103 afRa e ToBia SCaRpa Con GiandomeniCo CoCCo e adRiano LaGReCaCoLonna, Complesso industriale del Gruppo Benetton 848

104 afRa e ToBia SCaRpa Con STudio GReGGio aSSoCiaTi, Centro di distribuzione automatizzato del Gruppo Benetton 848

105 ToBia SCaRpa Con LuiGi CoCCo, Giovanni fReGoneSe, adRiano LaGReCaCoLonna, euGenio TRan uiLLi e TeCnoBReveTTi, Centro di distribuzione automatizzato del Gruppo Benetton, ampliamento 848

106 afRa e ToBia SCaRpa Con STudio GReGGio aSSoCiaTi e adRiano LaGReCaCoLonna, Stabilimento “Divisione Lana” del Gruppo Benetton 849 107 ToBia SCaRpa, adRiano LaGReCaCoLonna, david zannoneR, GianpieTRo pappaReLLa e mauRizio pianTanida, Riqualificazione Stabilimento “Divisione Lana” del Gruppo Benetton 849 108 Tadao ando, FABRICA, Centro di Ricerca sulla Comunicazione di Benetton Group 849 109 viTToRio RoSSi, Magazzini Piva 850 110 GianfRanCo pizzoLaTo, Residence “Le Rose” 850 111 CRiSTina BoG eTTo e aLBeRTo mioTTo, “URBAN 0” abitazioni sostenibili 850 112 mzC maRio maRC eTTi, faBio zampieRo, GiuSeppe CanGiaLoSi, Villa Zanetti 851 113 veSenTini aSSoCiaTi maRzio piaSeR, Chiesa di San Martino, Cappella per le celebrazioni 851 114 fRanCo deLL’anna Con miC eLe CaSSiBBa, Residenze 851

823

VERONA e la sua provincia

architetture storiche censite architetture contemporanee pubblicate

Le realizzazioni ‘storiche’ documentate sono complessivamente 92: 57 nel capoluogo (di cui otto tra quartieri e ambiti urbani) e 35 in provincia (di cui due tra quartieri e ambiti urbani). Rispetto ad altri capoluoghi regionali la città di Verona si caratterizza per aver gestito l’espansione urbana con importanti progetti, piani e programmi. Ciò è in parte dovuto al ruolo strategico e logistico internazionale del veronese, ma anche ad una committenza particolare. Si è trattato principalmente di un mix di committenza industriale privata e di committenza pubblica, che ha consentito ad este se parti del territorio e ad interi brani di città di strutturarsi per complessi residenziali collettivi, con un’accentuata sensibilità per il decoro urbano e la qualità delle facciate. Il linguaggio modernista ha dialogato efficacemente con la tradizione locale. Uno degli interventi più importanti è Borgo Trento, dove oltre a E. Fagiuoli vengono coinvolti importanti progettisti come I. Mutinelli e B. Ridolfi. Sono evidenti i rimandi ai modelli milanesi e romani, come nell’edificio per appartamenti sul Lungadi ge Casagrande o nell’edificio di Via IV Novembre. Alcuni quartieri negli anni Trenta rispondono alla crescente domanda abitativa dovuta al rapido svi luppo industriale nella zona meridionale, che ha come polo di qualità architettonica la Zona AgroIndustriale (ZAI). La zona è facilmente accessibile e condiziona l’impianto urbanistico meridionale, ospitando immobili di particolare fattura come i magazzini generali, l’ex stazione frigorifera e il mer cato ortofrutticolo.

Un importante asse urbano, derivante dalla costruzione della stazione ferroviaria e dalla sua connes sione a piazza Bra, è il quartiere Porta Nuova. Esso ospita importanti edifici pubblici e residenziali assieme all’ampliamento della sede municipale, ad opera di R. Benatti e G. Troiani. Lungo questo asse principale si viene a collocare anche l’imponente palazzo dell’INA, costruito nel 1938, con facciata in pietra e mattone alternati e alta torre d’angolo. Un vero e proprio landmark che guida verso l’Arena e che reinterpreta la tessitura muraria scaligera.

È singolare come attorno alle mura si realizzino originali esempi di stazioni di servizio (diverse dal cir cuito ENI), come quelle di corso Milano e di Via Torbido. Per tipologia ed organizzazione esse rinviano alla tradizione statunitense dei primi anni del Ventesimo secolo. Uno dei pochi casi veneti (se non italiani) di riprogettazione degli argini fluviali è l’ex Lungadige Litto rio, ora San Giorgio: un esempio eloquente di progettazione del paesaggio che demolisce una storica quinta edilizia per allargare la strada tra San Giorgio e il Teatro Romano. Il teatro diventerà il pivot flu viale del progetto a valenza paesaggistica di A. Rudi per il col di San Pietro solo molti decenni più tardi. Il capoluogo veronese documenta la preziosa esperienza di C. Scarpa e A. Rudi al Museo di Castel vecchio e per la Banca Popolare, probabilmente i due edifici più complessi e completi dell’esperienza professionale scarpiana. L’architettura nei territori della provincia è influenzata soprattutto dall’attività turistica del bacino del Garda e da un profilo di committenza internazionale. Numerose sono le realizzazioni di case di villeg

861
862
edificato: IGM 1935 IGM 1961 CTR 1996 CTR 2007architetture contemporanee pubblicatearchitetture storiche censite cinta muraria
Complesso residenziale INA Casa “Santa Lucia “, Verona Complesso residenziale INA Casa in Via Montorio, Verona
863
Quartiere Porta Palio, Verona Villaggio “Dall’Oca Bianca”, Verona
864
Quartiere Porta Nuova, Verona Borgo Trento, Verona

giatura lungo la sponda veronese del Garda. Fra gli esempi più noti vi sono sono la casa Ottolenghi a Bardolino di C. Scarpa e la villa Pederzoli di A. Mangiarotti. Sempre di A. Mangiarotti è uno straordinario villaggio turistico nel Parco di Murlongo nel comune di Costermano, dove l’architetto reinterpreta materiali locali in miscele di calcestruzzo e pietra. Sempre in provincia, va menzionato il Corso Italia realizzato a San Bonifacio. Nella quinta del corso ogni edificio interpreta a modo suo il linguaggio modernista. Ma l’edificio che più di ogni altro caratterizza la storia dell’architettura del Novecento veneto è la Villa Girasole di A. Invernizzi: un edificio a tre livelli realizzato con strutture leggere e rivestimenti metallici, in grado di ruotare su binari circolari con velocità di 4 mm al secondo. Le realizzazioni ‘contemporanee’ documentate nella Provincia di Verona sono 59, 30 nel capoluogo e 29 nel resto della provincia. Esse sviluppano il tema della ‘casa per vacanze’ e delle annesse strut ture ricettive. Un insigne interprete negli anni Sessanta e Settanta è L. Cecchini, più volte portato ad esempio nelle pubblicazioni nazionali per l’originalità con cui tratta il tema della ‘casa al lago’. Anche l’impresa, soprattutto agroindustriale, favorisce la sperimentazione di nuovi linguaggi come indicato dalla sede di Manni Spa (di L. Calcagni e L. Cenna), dalla cantina Valentina Cubi (di G. Casti glioni), dalla Frank Spa (di L. Calcagni e A. Milani) o dalla cantina Gorgo (di F. Bricolo e F. Falsarella).

Corso Italia, San Bonifacio Villaggio turistico di Parco Murlongo, Costermano
865
866

VERONA

01 anTonio TonziG, Villa Tiberghien 868

02 aRmin meiLi e maRio mazzaRoTTi, Uffici, Officine Grafiche e Magazzino Centrale Mondadori 870

03 Complesso residenziale INA Casa in Via Montorio 872

03.01 n. ena, G. CaRRaRa, G. CoRBo e f. miniSSi, Complesso residenziale INA Casa

04 Centrale di cogenerazione di Banchette 874

05 domeniCo BaTToCC ia, Villa Cipriani 874

06 Edificio residenziale 874

07 Edificio residenziale 875

08 iTaLo muTineLLi, Villa Ceranto 875

09 iTaLo muTineLLi e LuiGi fRanCeSC eTTi, Condominio Rossi 875

10 iTaLo muTineLLi, Villa Rossi 876

11 iTaLo muTineLLi, Gruppo Rionale “Filippo Corridoni” 878

12 Stazione di servizio 880

13 Edificio residenziale 881

14 RinaLdo oLivieRi, Teatro Camploy 881

15 Edificio residenziale di Veronetta 881

16 aRRiGo Rudi, Casa per anziani 882

17 anTonio TonziG, Complesso Campofiore 882

18 e. pedRazza GoRLeRo, Edificio residenziale di Veronetta 882

19 CaRLo aLeSSi, Ex Garage in Via XX Settembre 883

20 fRanCeSCo BanTeRLe, Dopolavoro ferroviario 883

21 RoSa fauzza, Edificio residenziale 883

22 eRminio moRandini, Palazzo Dorigo 884

23 iTaLo muTineLLi, Villa Erlotti 884

24 eTToRe faGiuoLi, Edificio residenziale 884

25 Funicolare di Castel San Pietro 885

26 Ex Lungadige Littorio 887

27 RinaLdo oLivieRi, Chiesa di San Benedetto di Valdonega 887

28 fRaizzoLi, Edificio residenziale 887

29 fRanCeSCo BanTeRLe e BRuno RidoLfi, Edificio residenziale 888

30 euGenio GaLLizioLi, Villa Pasetto 888

31 anTonio GReGoLeTTo, Villa Manzati 888

32 maRio SempReBon, Edificio residenziale 889

33 iTaLo avanzini e paoLo vinCiTa, Edificio residenziale 889

34 GuGLieLmo GuGLieLmi, Villa Bernardi 889

35 Giovanni Tempioni e pio BeCC eRLe, Ospedale Civile Maggiore di Borgo Trento 890

36 Palazzo Ederle 891

37 Condominio San Giorgio 891

38 euGenio Savina, Edificio residenziale 891

39 Borgo Trento 892

39.01 eTToRe faGiuoLi, Ponte della Vittoria 39.02 enea RonCa, Edificio residenziale 39.03 Edificio residenziale

39.04 feLiCe RomoLi, Condominio per impiegati statali 39.05 Casa Cirla

39.06 BRuno RidoLfi, Palazzo della Cooperativa fra Mutilati e Invalidi di guerra

39.07 SpeRandio CaSaLi, Edificio residenziale

39.08 eTToRe faGiuoLi, Condominio Sartori 39.09 anTonio TonziG, Edificio residenziale 39.10 iTaLo muTineLLi, Genio Civile

39.11 eTToRe faGiuoLi, Edificio residenziale 39.12 GianfRanCo BaRi, Edificio residenziale 39.13 LuiGi SaBeLLi, Edificio residenziale 39.14 iTaLo muTineLLi e maRio padovani, Ex Gruppo Rionale “Cesare Battisti” 39.15 aLBeRTo BianC i, Condominio Manzatti 39.16 aLeSSandRo BianC i, Edificio residenziale 39.17 anTonio GReGoLeTTo, Edificio residenziale 39.18 Chiesa di San Pietro Apostolo 39.19 Edificio residenziale 39.20 Edificio residenziale 39.21 Edificio residenziale 39.22 Edificio residenziale 39.23 Edificio residenziale 39.24 Edificio residenziale 39.25 iTaLo muTineLLi, Edificio residenziale 39.26 iTaLo muTineLLi, Edificio residenziale 39.27 pieR LuiGi neRvi, Ponte del Risorgimento 40 fRanCeSCo BanTeRLe, Edificio residenziale 902 41 eTToRe faGiuoLi, Liceo-Ginnasio “Scipione Maffei” 902 42 eTToRe faGiuoLi, Edificio residenziale 902 43 eTToRe faGiuoLi, Casa Lanza 903 44 CeSaRe vaLLe, Sede INAIL 903 45 eTToRe faGiuoLi, Sede BNL 903 46 pieR LuiGi neRvi, Magazzino della Biblioteca Civica 904 47 CaRLo SCaRpa, Banca Popolare di Verona 907 48 CaRLo SCaRpa, Museo di Castelvecchio, restauro e allestimento 908

49 Quartiere Porta Palio e San Bernardino 910 49.01 Ex Stabilimento Glaxo 49.02 Complesso residenziale di Porta Palio 49.03 Complesso residenziale di San Bernardino

50 Quartiere Porta Nuova 916 50.01 aRRiGo Rudi, Museo Lapidario 50.02 fRanCeSCo BanTeRLe, Casa del Mutilato 50.03 eTToRe faGiuoLi, eX Garage FIAT 50.04 paoLo RoSSi de paoLi, Palazzo INA 50.05 RaffaeLe BenaTTi e Guido TRo ani, Ampliamento del Municipio 50.06 SpeRandio CaSaLi, Edificio residenziale 50.07 eTToRe faGiuoLi, Edificio direzionale ENEL 50.08 aLfonSo modeneSi, Palazzo di ingresso Fiera Cavalli 50.09 anGeLo vaCCaRi, Archivio di Stato 05.10 Edificio residenziale 50.11 Edificio direzionale 50.12 Edificio residenziale 50.13 Scuola Media Statale “Vittorio Betteloni” 50.14 Edificio residenziale 50.15 iTaLo avanzini, Edificio residenziale 50.16 Edificio direzionale 50.17 Palazzo della Sanità 50.18 Edificio direzionale-residenziale 50.19 Edificio residenziale

51 Stazione Ferroviaria 926

51.01 RoBeRTo naRduCCi, Stazione Ferroviaria “Porta Nuova” 51.02 paoLo RoSSi de paoLi, Chiesa del Tempio Votivo 51.03 Istituto Sacra Famiglia 51.04 Complesso residenziale per ferrovieri

52 Zona Industriale ZAI 930 52.01 adoLfo zoRdani e pio BeCC eRLe, Complesso ex Magazzini Generali 52.02 pio BeCC eRLe, Ex Stazione Frigorifera Specializzata N.10 52.03 Ex Mercato ortofrutticolo 52.04 Manifattura Tabacchi

53 Complesso residenziale INA Casa “Santa Lucia II” 938

53.01 mauRizio SaCRipanTi, G. BoCCa, niCoLa di CaGno, Giovanni maLaTeSTa, pieRo moRoni, G BiSoffi, RaffaeLe BenaTTi, R. LoRo CeSCo, C. TRo ani, f. vinCiTa, Complesso residenziale INA Casa “Santa Lucia II”

54 Villaggio “Dall’Oca Bianca” 940 54.01 Villaggio “Dall’Oca Bianca”

55 amBRoSini, Stazione di servizio ex APSA 943

56 Manufatti idraulici: diga, edificio di presa d’acqua del Canale Camuzzoni e Centrale 943

57 Ex Casa del Fascio 943

867

944

VERONA PROVINCIA

01 eRneSTo pedRazza GoRLeRo, Ex Casa del Fascio, ora sede municipale 946

02 CaRLo SCaRpa, Casa Ottolenghi 947

03 anGeLo manGiaRoTTi, Villa Pederzoli 948

04 Ex Colonia elioterapica “Pietro Vincenzi” 949

05 Hotel Vela d’Oro 950

06 aveSani e maRConi, Ex Casa dei Balilla, ora palestra “Citella” 951

07 Centrale ENEL: ingresso, gruppo idroelettrico, uffici amministrativi e palazzina per gli operai 952

08 feRdinando BiffiS, Ponte di Cavaion Veronese del Canale Medio Adige 954

09 Cinema “Principe” 954

10 Monumento ai Caduti 955

11 Ex Casa del Fascio, ora Caserma dei Carabinieri 955

12 RoBeRT TiSC LeR, Cimitero militare germanico 956

13 Villaggio turistico di Parco Murlongo 958

13.01 anGeLo manGiaRoTTi, Villaggio turistico di Parco Murlongo

14 GiuSeppe BeLLio e maRio de STefani, Monumento ai Caduti 962

15 Cassa di Risparmio 963

16 Edificio commerciale 963

17 Edificio commerciale-residenziale 963

18 euGenio GenTiLi TedeSC i, Scuola Elementare 964

19 Gino vaLLe, Scuola Media “E. Salgari”, Sistema delle Scuole prefabbricate della ditta Valdadige 964

20 Industria Bellica Marzan 964

21 Edificio residenziale 965

22 Edificio residenziale 965

23 Scuola Media “Giuseppe Baldo” 965

24 Scuola Primaria 966

25 Ex Tabacchificio 966

26 RinaLdo oLivieRi, Istituto Tecnico “Luciano Dal Cero” 966

27 Corso Italia 968

27.01 anTonio Tizian, Cinema “Cristallo”

27.02 uffiCio TeCniCo deLLa BanCa, Ex Cassa di Risparmio di Verona-Vicenza-Belluno, ora Unicredit

27.03 maRio padovani, Palazzo Valentini

27.04 Edificio residenziale-commerciale

27.05 Guido donGiLi, Palazzo ex Ufficio Postale INA Casa 27.06 Edificio residenziale d’angolo

27.07 Edifici residenziali IACP

27.08 Guido zoppei, Palazzo Boschetti

28 anGeLo inveRnizzi, Villa Girasole 972 29 Ex Casa del Fascio 974

30 Autogrill Scaligera sud 974

31 RinaLdo oLivieRi, Municipio 974 32 Villa al lago 976 33 Villa al lago 976

34 RenaTo RadiCi, Stabilimento farmaceutico Sigurtà 976

35 neLLo GoTTaRdi, Cooperativa APFO 977 945

978

VERONA E PROVINCIA, architetture contemporanee

01 aRC inGeGno CaRLo feRRaRi aLBeRTo ponTiRoLi, Mensa aziendale Arnoldo Mondadori Editore 981

02 aRC inGeGno CaRLo feRRaRi aLBeRTo ponTiRoLi, Sporting Club Mondadori 981

03 aLBeRTo BuRRo e aLeSSandRa BeRToLdi, Edificio residenziale in classe B 40kWh/m2a 981

04 iSp iuav STudi pRoGeTTi Con maSSimo e GaBRieLLa CaRmaSSi, dl maRio SpineLLi, Progetto per il campus universitario di Verona 982

05 aLBeRTo BuRRo e aLeSSandRa BeRToLdi, Nuovi garage seminterrati 982

06 LiBeRo CeCC ini, LauRo d’aLBeRTo e Gianni peRBeLLini, Scuola Media “Valerio Catullo” 982

07 LiBeRo CeCC ini, vaLeRia paGLiaLunGa e LauRo d’aLBeRTo, Brefotrofio 983

08 Gmp von GeR an, maRG und paRTneR aRC iTe Ten, Nuovo Polo chirurgico Borgo Trento Verona 983

09 aRC inGeGno CaRLo feRRaRi aLBeRTo ponTiRoLi, Verona Domus 983

10 LiBeRo CeCC ini, Camera di Commercio di Verona 983

11 LiBeRo CeCC ini, Uffici finanziari 983

12 LiBeRo CeCC ini, Porta Leoni 983

13 afRa e ToBia SCaRpa Con GiandomeniCo CoCCo, STudio LaGReCaCoLonna e Giovanna maR, Palazzo della Ragione, riqualificazione cortile del mercato vecchio 984

14 LiBeRo CeCC ini, Spazi museali negli scavi archeologici dei Palazzi Scaligeri 984

15 LiBeRo CeCC ini, Ex sede della Banca Cattolica del Veneto a Palazzo Mosconi 984

16 aRTeCo SRL LuiGi CaLCaGni, LuCiano Cenna, mauRizio zeRBaTo, enRiCo CapRini e anToneLLa miLani , Restauro del Palazzo della Gran Guardia e completamento del Palazzo dei Congressi 985

17 Gmp von GeR an, maRG und paRTneR aRC iTe Ten, Nuova Fiera 985

18 aRC inGeGno CaRLo feRRaRi aLBeRTo ponTiRoLi, Ingresso Uffici AMIA 985

19 viTToRio RoSSi, Casa Bonomi 986

20 aRC inGeGno CaRLo feRRaRi aLBeRTo ponTiRoLi, Torre Uffici CALV 986

21 anTonio CiTTeRio paTRiCia vieL and paRTneRS, Asilo Nido aziendale 986

979

980

22 Arteco Srl (luigi cAlcAgni, luciAno cennA, MAurizio zerbAto ed enrico cAprini), Progetto per il completamento delle opere interne ed esterne della “Torre Serenissima” 987

23 LuiGi CaLCaGni e LuCiano Cenna, Sede Uffici della ditta Manni Spa 987

24 Giovanni CaSTiGLioni di A.c.m.e. STudio, Casa per famiglie di lavoratori immigrati 987

25 aRTeCo SRL LuiGi CaLCaGni, LuCiano Cenna, mauRizio zeRBaTo ed enRiCo CapRini , Palazzetto dello Sport di Verona 988

26 vaLTeR RoSSeTTo, SiLvano CaRLi di C.m.mS aSSoCiaTi, niCoLa moReTTo, LauRa SCaRSini, GioRGio vaLenTini e GianLuiGi SauRo, Palestra per una scuola 988

27 Giovanni CaSTiGLioni di A c m e STudio, Cantina vinicola “Valentina Cubi” 988

28 LiBeRo CeCC ini, Istituto per Sordomuti “Don Antonio Provolo” 988

29 maSSimiLiano vaneLLa e mauRo RoSSaRo, Condominio Leonardo 988

30 aLBeRTo BuRRo e aLeSSandRa BeRToLdi, Edificio residenziale 988

31 aRC inGeGno CaRLo feRRaRi aLBeRTo ponTiRoLi, Biblioteca Comunale di Affi 989

32 LiBeRo CeCC ini, Casa Farinelli 989

33 LiBeRo CeCC ini, Casa Cecchini 989

34 LiBeRo CeCC ini, Villa Camerlengo 989

35 C S aSSoCiaTi, CaRLo Cappai e maRia aLeSSandRa SeGanTini, CPS - Caprino middle school 989

36 C S aSSoCiaTi, CaRLo Cappai e maRia aLeSSandRa SeGanTini, CPS - Caprino primary school 989

37 enRiCa moSCiaRo, Mod 05 Living Hotel 990

38 GiuSeppe TommaSi, Abitazioni, laboratorio e centro sociale 990

39 STefano peRLin STudio zuCCaTi peRLin aRC iTeTTi aSSoCiaTi e SaveRio viCenTini, Ristrutturazione padiglione parabolico, area ex Perfosfati 990

40 LuCiano Cenna deLLo STudio CaLCaGni Cenna, Casa M 991

41 LiBeRo CeCC ini, Sala Congressi e Azienda di Soggiorno 991

42 CaRLo aLBeRTo CeGan GiaGinTo paTuzzi, Villa a Garda 991

43 LiBeRo CeCC ini, Villa Locchi 992

44 LiBeRo CeCC ini, Ville Heberlein (A, B, C) 992

45 LiBeRo CeCC ini, Casa Bruno Tregnaghi 992

46 LiBeRo CeCC ini, Casa Zorzi 992

47 aRC inGeGno CaRLo feRRaRi aLBeRTo ponTiRoLi, Uffici Simem 992

48 paTC oR STudiaRC iTeTTuRa, Riqualificazione degli spazi aperti 992

49 aLBeRTo BuRRo e aLeSSandRa BeRToLdi, Edificio residenziale Classe B 993

50 LiBeRo CeCC ini, Villa Mazzi 993

51 LuiGi CaLCaGni e anToneLLa miLani di aRTeCo SRL, Nuova sede uffici di produzione, showroom e mensa della Franke Spa 993

52 aLBeRTo BuRRo e aLeSSandRa BeRToLdi, Nuovo mercato della ciliege 993

53 CaRLo aLBeRTo CeGan GiaCinTo paTuzzi, Villa in Valpolicella 993 54 SeRGio LoS e aRRiGo Rudi, Museo dei Cimbri 993 55 fa.BRiC BRiCoLo faLSaReLLa aSSoCiaTi, Casa B 994 56 fa BRiC BRiCoLo faLSaReLLa aSSoCiaTi, Cantina “Gorgo” 994

57 CaRLo paLazzoLo, Eno-parking 994

58 CaRLo aLBeRTo CeGan GiaCinTo paTuzzi, Prestige Dayclinic 995

59 CamiLLo BoTTaCini aBda aRC iTeTTi BoTTaCini de appoLonia aSSoCiaTi , Nuova mensa scolastica, centro polifunzionale 995

60 SeSTe enGineeRinG aLdo aymonino, fRanCeSCo aymonino, maRina CimaTo, aTTiLio de fazi e fLavio TRinCa , maRTino doimo e Giovanni SmaLi, Parco Tione 995

VICENZA e la sua provincia

architetture storiche censite architetture contemporanee pubblicate

Le realizzazioni ‘storiche’ documentate sono complessivamente 79: 32 nel capoluogo (di cui quattro quartieri) e 47 in provincia (di cui due tra quartieri e ambiti urbani). Sono cinque i poli a maggiore concentrazione di opere di architettura: il comune capoluogo con le attività direzionali, Bassano del Grappa sede di una solida borghesia industriale e commerciale, Schio e Valdagno con le esperienza di città-fabbrica e di città-sociale e Arzignano, sviluppatasi con Chiampo nel distretto conciario. Nel capoluogo le architetture più significative vengono realizzate all’interno della cinta muraria per so stituzione di fabbricati storici o edificazione di aree interstiziali. È in questi processi di riqualificazione che matura il dibattito sull’ampliamento della Loggia di Palladio in Piazza dei Signori. Questo dibattito riconosce un valore inedito all’intervento di O. Rossato.

Le realizzazioni interessano soprattutto edifici residenziali, fatta eccezione per il quartiere BarchePiarda, nel quale si inseriscono in periodo fascista edifici pubblici come la Casa per la gioventù e alcuni edifici scolastici. Significativa è anche la realizzazione nei pressi del Duomo del nuovo ufficio delle Poste e Telegrafi, con basamento in pietra e corpo decorato. A questo si aggiunge la sede della Azienda Sanitaria locale.

Considerata la limitata dimensione della città entro le mura, si sviluppa verso nord un interessante tessuto residenziale soprattutto di piccole abitazioni unifamiliari. Lo stile è razionalista con uso disin volto di diversi materiali da costruzione: varietà di pietra e di mattoni, intonaci colorati e ad impasto variabile. Si distinguono, per qualità ed effetto urbanistico, due interventi fra la fine degli anni Cin quanta e l’inizio degli anni Sessanta. Parallelamente alla realizzazione di ampie aree di case unifamiliari nascono, a partire dalla fine dell’Ottocento, una serie di interventi pubblici per la realizzazione di alloggi che spostano verso nord il baricentro della città, che non poteva più espandersi a sud visto il limite di monte Berico e della ferrovia. I principali interventi realizzano i quartieri: di Viale Bartolomeo d’Alviano, di Via Alfonso Lamarmora, di Via dei Mille.

Il primo intervento censito nel volume è quello del Villaggio del Sole realizzato dall’INA Casa: un edificio lineare a onda che rivoluziona l’organizzazione planimetrica dei consueti schemi distributivi dell’INA che si contrappone ad una serie di elementi lineari radiali intorno ad uno spazio centrale. La compattezza dell’intervento garantisce un ampio spazio verde e a servizi che costituisce il centro vitale del quartiere, ma anche un rapporto libero con l’asse viario principale.

Il secondo intervento è il quartiere del Comitato per la Produzione Edilizia (CPE) ad opera di I. Gardella, che organizza l’impianto su un asse interno, costituito da una sequenza di spazi pubblici più ampi ed elementi di connessione lineare. Le composizioni sono rigorose e molto misurate, con un diffuso utilizzo del mattone.

In provincia, l’episodio più importante è la costruzione della città di Valdagno ad opera dell’impresa tessile Marzotto, che affida a F. Bonfanti l’ampliamento degli opifici, ma soprattutto la realizzazione della nuova città adiacente al nucleo storico, oltre il fiume Agno. È l’unico caso in Veneto (assieme a

1003
Quartiere Barche-Piarda, Vicenza
1004
edificato: IGM 1924 IGM 1966 CTR 1996 CTR 2007architetture contemporanee pubblicatearchitetture storiche censite cinta muraria
1005
Quartiere Sant’Andrea, Vicenza Quartiere del Sole, Vicenza Industrie, Valdagno
1006
Città Sociale, Valdagno

Rossi a Vicenza) nel quale l’imprenditore non solo mette a disposizione dei propri dipendenti residen ze di standard medio, ma propone anche un modello di vita sociale autosufficiente, offrendo servizi, attrezzature sportive, spazi ricreativi. L’architettura nei territori della provincia risente in modo significativo del rapporto privilegiato che F. Bonfanti ha con Gio Ponti a Milano. Gio Ponti verrà infatti chiamato a progettare villa Favorita che però non verrà mai realizzata. Nel dinamico centro di Bassano del Grappa e nell’immediato intorno, F. Bonfanti realizza molti edifici residenziali a sostegno dello sviluppo economico e abitativo della città e dei centri limitrofi. Schio aveva vissuto la sua stagione di maggiore crescita con l’industria tessile e ciò contribuì ad orientare la spesa pubblica nella realizzazione di edifici che hanno caratterizzato il modello di assetto urbano. Anche Montecchio Maggiore, intorno all’industria Alte Ceccato, ospita un villaggio per lavoratori, oggi quasi irriconoscibile per gli interventi di riqualificazione e di ampliamento effettuati nel corso del tempo. Arzignano ospita una delle opere più interessanti del territorio vicentino, la chiesa di San Giovanni Battista di G. Michelucci, unita all’adiacente complesso parrocchiale. Le realizzazioni ‘contemporanee’ documentate nella Provincia di Vicenza sono 93. Alla vivacità del tessuto imprenditoriale vicentino fa eco una intensa produzione di stabilimenti industriali, alcuni di straordinario interesse, come il distretto Diesel a Breganze, il Nardini Exhibition Center a Bassano del Grappa, la sede della Enereco srl a Sarcedo, l’Arbor a Mussolente, Spidi a Sarego e la Neores a Schio. Sono interessanti anche gli Uffici della Lowara a Montecchio Maggiore progettati da R. Piano, così come la sede di Dainese a Vicenza Ovest. I progetti si misurano tutti con il linguaggio internazionale, un atto quasi dovuto all’elevata propensione all’esportazione della manifattura locale. Unitamente ai temi dell’industria e del commercio l’architettura affronta la tematica della residenza unifamiliare. Fra i maggiori interpreti emergono lo studio Albanese, P. Ricatti, A. Siza e F. Stella che, se perfezionano soluzioni anche inedite, mantengono tuttavia una certa distanza rispetto alla più urgente tematica della diffusione insediativa nella ‘città del pedemonte’.

1007
1008

VICENZA

01 Gino Valle e Pietro Valle di Studio Valle architetti aSSociati, Teatro Comunale Città di Vicenza 1010

02 carlo ScarPa, Casa e studio Ettore Gallo, attuale Biblioteca Internazionale “La Vigna” 1011

03 carlo ScarPa e FranceSco Guiotto, Casa ad appartamenti Borgo 1012

04 tullio Panciera, Edificio residenziale e commerciale 1014

05 Stazione Ferroviaria 1014

06 Caffè Moresco 1014

07 Edificio dell’Ordine degli Architetti di Vicenza 1015

08 Edificio direzionale 1015

09 Palazzetto “P. Laverda”, sede di Confindustria 1015

10 Cinema “Corso” 1016

11 Edificio residenziale-commerciale 1016

12 orFeo roSSato, Facciata ovest della Loggia del Capitanio 1016

13 Edificio in Contrà dei Proti, Istituto Pubbliche Assistenza e Beneficienza 1017

14 MorSelletto, Studio Notarile 1017

15 GioVanni BattiSta iMPeriali, Ufficio Poste e Telecomunicazioni 1017

16 Quartiere Barche-Piarda 1018

16.01 Guido SPellanzon, Casa della Madre e del Fanciullo ora Asilo Nido “Piarda”

16.02 FranceSco ManSutti e Gino Miozzo, Casa della Giovane Italiana

16.03 Scuola Elementare “Vittorino da Feltre”

16.04 Istituto Magistrale “Don G. Fogazzaro”

17 Ostello “Olimpico” 1025

18 Bar Caffetteria 1025

19 Edificio in Contrà San Pietro 1025

20 tullio Pedrina, Portale d’ingresso dello Stadio Comunale “Romeo Menti” 1026

21 Caserma “Borghesi” 1026

22 Gino Marola, doMenico Sandri e uMBerto tuBini, Istituto Professionale “F. Lampertico” 1026

23 GiuSePPe FalaViGna, Stazione di servizio 1028

24 Azienda Sanitaria ULSS 6 1029

25 Quartiere Sant’Andrea 1030

25.01 Edificio residenziale

25.02 Edificio residenziale

25.03 Edificio residenziale

25.04 Edificio residenziale

25.05 Edificio residenziale 25.06 Edificio residenziale 25.07 Edificio residenziale 25.08 Edificio residenziale 25.09 Edificio residenziale 25.10 Edificio residenziale 25.11 Edificio residenziale 25.12 Due edifici residenziali 25.13 Due edifici residenziali 25.14 Edificio residenziale 25.15 Edificio residenziale 25.16 Edificio residenziale 25.17 Edificio residenziale 25.18 Edificio residenziale

26 Seminario Vescovile Maggiore 1034 27 Edificio residenziale 1035

28 Quartiere Viale Bartolomeo d’Aviano 1036 28.01 Quartiere residenziale 1036 29 GiuSePPe daVanzo, Palazzetto dello Sport 1038 30 Quartiere del Sole 1040 30.01 SerGio MuSMeci, Chiesa parrocchiale San Carlo 30.02 SerGio ortolani, tullio Panciera, Gino Ferri, renzo todeSco, Paolo Grazioli, Edificio INA Casa 30.03 iGnazio Gardella, anna caStelli Ferrieri, Plinio Marcolin, Valeriano PaStor, Quartiere del Comitato per la produzione edilizia (CPE) 31 Edificio residenziale 1046 32 LuiGi foRnaSaRi e BeLTRame pomè, Casa studio Fornasari 1047

1009
1048

VICENZA PROVINCIA

01 GiuSePPe terraGni, Monumento a Roberto Sarfatti 1050

02 adriano cornoldi, Osservatorio Cima Ekar 1052

03 orFeo roSSato, Sacrario di Asiago 1053

04 daniele calaBi, Osservatorio astrofisico 1054

05 GioVanni Michelucci, Chiesa

di San Giovanni Battista 1056

06 GioVanni Michelucci, Casa della Comunità 1058

07 FranceSco BonFanti, Casa Sonda 1060

08 iVo iVaniSSeVich, Edificio residenziale

e commerciale 1060

09 FranceSco BonFanti, Casa Amabiglia 1060

10 FranceSco BonFanti, Casa T. Gasparotto 1061

11 FranceSco BonFanti, Ex sede ENEL 1061

12 FranceSco BonFanti, Villino tipo 1 1061

13 FranceSco BonFanti, Villino tipo 3 1062

14 FranceSco BonFanti, Casa Bonfanti 1062

15 FranceSco BonFanti, Albergo Cappellari 1062

16 FranceSco BonFanti, Case operaie 1063

17 FranceSco BonFanti, Casa C. Gasparotto 1063

18 FranceSco BonFanti, Casa Rigoni 1063

19 Paolo Bandiera e uMBerto Facchini, Casa Siviero 1064

20 Centrale elettrica di Ca’ Barzizza 1064

21 FranceSco BonFanti, Casa Sacchi 1064

22 FranceSco BonFanti, Case operaie 1065

23 FranceSco BonFanti, Case economiche accoppiate 1065

24 Quirino de GiorGio, Cinema Teatro “Verdi” 1065

25 Quirino de GiorGio, Cinema “Mantegna” 1066

26 de luca e Gino Marola, Ex Casa del Fascio, ora Sede Municipio 1067

27 Mulino Benedetti 1068

28 Gio Ponti con nanda ViGo, Lo scarabeo sotto la foglia 1068

29 Guido SPellanzon, Complesso produttivo Ceccato 1071

30 SerGio MuSMeci e SerGio ortolani, Cinema “San Pietro” 1071

31 carlo coMini, Ex Casa del Fascio 1071

32 GiuSePPe Vaccaro, Chiesa di Sant Antonio Abate 1073

33 Teatro “Montegrappa” 1073

34 Gino Valle e Studio Valle architetti aSSociati, Ex Cassa rurale ed artigiana Monte Magrè 1073

35 Istituto IPSIA “G.B. Garbin” 1075

36 Banca Unicredit 1075

37 Hotel Nuovo Miramonti 1075

38 Ex Casa del Fascio 1076

39 Villa Serena e il parco 1078

40 Casa Verde 1079

41 SerGio ortolani, Casa di campagna con osservatorio 1079

42 FranceSco BonFanti, Poggio Miravalle 1079

43 FranceSco BonFanti, Lanificio Marzotto 1080

44 FranceSco BonFanti, Villaggio Margherita 1081

45 Industrie 1082

45.01 Lanificio Marzotto

46 FranceSco BonFanti, Villa padronale per Gaetano Marzotto 1084

47 Città Sociale 1086

47.01 FranceSco BonFanti, Quartiere “alla Favorita”

47.02 FranceSco BonFanti, Ingressi alla Villa “La Favorita”

47.03 Gildo Valconi, Gruppo di Ville per dirigenti Marzotto

47.04 FranceSco BonFanti, Cinema Teatro “Impero”, ora “Rivoli”

47.05 FranceSco BonFanti, Ex Circolo Impiegati 47.06 FranceSco BonFanti, Casa del Dopolavoro 47.07 FranceSco BonFanti, Piscina coperta 47.08 FranceSco BonFanti, Scuola di Musica 47.09 FranceSco BonFanti, Chiesa di San Gaetano 47.10 FranceSco BonFanti, Scuola Materna 47.11 FranceSco BonFanti, Casa di Riposo 47.12 FranceSco BonFanti e Gino zardini, Scuole Elementari “A. Manzoni”

47.13 FranceSco BonFanti, Ex Casa del Balilla, ora Liceo Classico “G.G. Trissino”

47.14 FranceSco BonFanti, Quartiere operaio 47.15 FranceSco BonFanti, Ospedale San Lorenzo 47.16 FranceSco BonFanti, Casa della Giovane Italiana, ora Scuola Media “G.B. Garbin”

47.17 Gildo Valconi e zauPa, Istituto Tecnico Industriale “V.E. Marzotto”

47.18 FranceSco BonFanti e Gino zardini, Stadio Mussolini, ora Stadio dei Fiori 47.19 FranceSco BonFanti, Tennis Club, ex Maneggio Coperto

47.20 Gildo Valconi, Ex Caserma dei carabinieri “G. Soldà”

1049
1108

VICENZA E PROVINCIA, architetture contemporanee

01 aSa Studio alBaneSe, Casa Albanese 1111

02 SilVano FareSin, ilario FareSin e SerGio noVello, Residenza Santa Chiara 1111

03 Paolo BaldiSSeri, Vittorio SPiGai, GiuSePPe coardo e Scilla zaltron, Nuovo corpo dei Laboratori di Analisi, ristrutturazione antico Ospedale S. Bortolo 1111

04 Marcello MaMoli, adriano altiSSiMo, FaBio antonello, Giancarlo GaVazzo, GiuSePPe GaVazzo, Ketty Pozza, MaSSiMo SanSon, nicola tracanzan, Franca colPo, GioVanni aBraMi, GianMaria BraSco, Riqualificazione di Campo Marzio Est - risistemazione di Viale Dalmazia 1112

05 nicola BuSato / MaP Studio MaGnani Pelzel architetti aSSociati, Casa di accoglienza per ragazzi disabili 1112

06 SilVano FareSin - FareSin & FareSin, Palazzo Manzoni 1112

07 traVerSo ViGhy architetti aSSociati, Studio di designer 1113

08 SteFano Marinelli, lucio MaSSiGnan con archinGeGno, Adotta, uffici e showroom 1113

09 SilVia daineSe, Nuovo Centro di Distribuzione Logistica e ampliamento degli spazi commerciali Dainese 1113

10 SerGio loS con Federico Motterle, aldo Girardi e luiGi caPPellari, Chiesa Penitenziaria 1114

11 Vittorio lonGheu, Paolo deBiaSi, FranceSco durante e eliSaBetta roMan, Casa C 1114

12 enrico noVello, Abitazione unifamiliare Cabo-Coin 1114

13 Paolo PortoGheSi, Cappella nell’Ospedale 1114

14 GilBerto lorenzi, Casa del Medico 1114

15 aSa Studio alBaneSe, Sonus Faber 1114

16 ÁlVaro Siza Vieira, Residence nel parco di Villa Colonnese 1115

17 luiSa Fontana, “GREEN PIECE” Nuova Scuola d’Infanzia 1115

18 Federico Motterle, Casa Motterle a San Fise 1115

19 roBerto toGnon, Consorzio Acque del Chiampo 1116

20 Franco Stella con PierluiGi Bonotto, PierPaolo ricatti e Piero GuGliuzza, Scuola Media 1116

21 SerGio noVello, “Filanda”, complesso residenziale e commerciale 1116

22 SerGio noVello, Ponte pedonale 1116

1109

1110

23 dieGo Peruzzo, Casa “M’ama non m’ama” 1116

24 Guido PietroPoli, Casa ad Asiago 1116

25 SilVano e ilario FareSin, Casa per vacanze Zanella 1117

26 Gonçalo Byrne, Ampliamento Liceo IIS 1117

27 GilBerto lorenzi, Casa Tetragono 1117

28 antonio Paolin, Casa 1117

29 Mario teSSarollo, Abitazione unifamiliare in centro storico 1117

30 Mario teSSarollo con antonio GuGlielMini, Edifici condominiali 1117

31 MaSSiMiliano e doriana FuKSaS, Nardini Exhibition Center and Auditorium 1118

32 riccardo Vio, Edificio per uffici 1118

33 SerGio loS, nataSha Pulitzer e Mino caMPana, Riqualificazione di Salita Ferracina 1118

34 SilVano e ilario FareSin, Asilo e Scuola Materna 1119

35 SerGio loS e nataSha Pulitzer, Casa Bioclimatica e studio degli architetti Los & Pulitzer 1119

36 Studio Guido PietroPoli, Attico a Bassano 1119

37 henry zilio, Cantina Vignaioli Contrà Soarda 1120

38 roBerto lanaro, La Casa del Cuoco 1120

39 PierPaolo ricatti, Diesel Headquarters 1120

40 SilVano FareSin - FareSin & FareSin, Cantina Beato Bartolomeo da Breganze 1121

41 SerGio loS con enzo SiViero e roBerto zecchin, Cassa Rurale e Artigiana 1121

42 lucio BonaFede, Passerella ciclopedonale 1121

43 SerGio noVello, Parco Urbano: Commerciale, Fitness-Wellness, Piscine 1121

44 PierPaolo ricatti con uMBerto riVa, FranceSco zauPa e Bruno Frinzi, Ristrutturazione annessi Villa Caldogno 1121

45 enrico noVello, Laboratorio per l’arte contemporanea a Villa Caldogno 1121

46 caMillo Bianchi, M. Boccato, G.n. GiGante, antonio zaMBuSi di archStudio, Industria ceramica SICART 1122

47 SerGio loS, Maurizio roSSi e GaSPare Paolin, Scuola Media “G. Marconi” 1122

48 ruGGero Faccin di Studio aua, Centro educativo occupazionale diurno 1122

49 dieGo Peruzzo, Casa del Cantante 1122

50 PierGiorGio GuaSina, Casa Michelin 1122

51 SilVano e ilario FareSin, Casa Pezzin 1122

52 SilVano FareSin, ilario FareSin e SerGio noVello, Banca San Giorgio e Valle Agno - Sede 1123

53 dieGo Peruzzo, Casa dello Psichiatra 1123

54 Franco Stella con PierluiGi Bonotto e PierPaolo ricatti, Scuola Elementare 1123

55 GiorGio Giuliari, Scuola Materna e Asilo Nido Integrato “Ada Mancassola” 1123

56 SilVano e ilario FareSin, Laboratori artigianali e abitazione 1123

57 SerGio loS, Fabbrica di ceramiche Alcyone 1123

58 SerGio loS con SeBaStiano Petucco e nataSha Pulitzer, Scuola Materna Bioclimatica, primo edificio scolastico bioclimatico in Italia 1124

59 antonio de luca, Marcello MaMoli, ruGGero Marzotto, Paolo Stella, GianMaria BraSco, Giancarlo roSSi, eGidio neGro e toMMaSo coStantini, Case Solari di Pànica 1124

60 PierPaolo ricatti, Nuovo insediamento industriale, Diesel Kids e Diesel Props 1124 61 dieGo Peruzzo, La casa della Pittrice 1125

62 ciBic&PartnerS, aldo ciBic, zora Minic e criStiano urBan, Uffici Dallaverde 1125 63 donatella calaBi, Mario dalla coSta e Marino Folin, Scuola Media “A. Frank” 1125

64 renzo Piano BuildinG WorKShoP con ottaVio di BlaSi, Shunji iShida, G. FaScioli, d. hart, M. Mattei e M. Varratta, FaVero & Milan inGeGneria e Studio Sire, Lowara Offices 1126

65 Federico Motterle, Casa Baccara 1126 66 Studio aSSociato architetti BuSnardo & Fauda, Nuova sede Arbor Snc 1126

67 SerGio loS, Magazzino nel laboratorio di Renata Bonfanti 1127

68 Franco Stella con PierluiGi Bonotto e PierPaolo ricatti, Scuola Media 1127 69 Franco Stella con PierluiGi Bonotto e PierPaolo ricatti, Scuola Elementare 1127

70 Franco MancuSo, Sistemazione del centro e giardino pubblico 1127

71 carlo SantaMaria, Casa Bordignon 1127 72 Giancarlo zerBato, Casa D 1127

73 carlo BarBieri, SteFano BoGotto e tereSa dardo, 112 1128

74 Franco Stella con PierPaolo ricatti, Scuola Media 1128

75 Studio aSSociato architetti BuSnardo & Fauda, Nuova sede Enereco Srl 1128

76 traVerSo ViGhy architetti aSSociati, Showroom Spidi 1129

77 dieGo Peruzzo, Trasformazione di un negozio di mobili 1129

78 carlo BarBieri, Nina Luisita, edificio per uffici 1129 79 aSa Studio alBaneSe, Neores 1129 80 luiSa Fontana (Fontanatelier), Round House 1129 81 luiSa Fontana (Fontanatelier), Nest 1129 82 luiSa Fontana,“Casa Mimetica”, ristrutturazione ed ampliamento di abitazione unifamiliare con realizzazione di 12 monolocali 1130 83 Giancarlo zerBato, Videotec 1130 84 carlo BarBieri, 111 1130 85 luiSa Fontana, “Il Guscio”, recupero edificio ex Bagni 1130 86 carlo BarBieri, 137 1130

87 Franco Stella, Casa unifamiliare 1130 88 Franco Stella, Uffici Estel 1131 89 alBerto Stocco, TV-House 1131 90 PierGiorGio GuaSina, Oreficeria Bicego 1131 91 PierGiorGio GuaSina, Casa Sandri 1131 92 henry zilio, Ristrutturazione manifattura Fontana Spa 1131

93 G-arch (Marta Baretti, Martina caFaro, Sara carBonera, Marco Ferrari, elena oliVo, nicola PaGnano, carlo zaVan), Itinerari Tematici nei Colli Berici 1131

ringraziamenti

Si ringraziano per la collaborazione al progetto la Segreteria Regionale per la Cultura, la Direzione Beni Culturali, la Direzione Attività Culturali e Spettacolo, la Direzione Urbanistica e Paesaggio e la Direzione Affari Legislativi della Regione del Veneto.

Un sentito ringraziamento va anche agli Ordini degli Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori del Veneto, ai loro presidenti, ai comitati scientifici e ai giovani iscritti che hanno effettuato le ricognizioni nei territori provinciali.

Per il contributo scientifico e i preziosi suggerimenti lungo tutto il percorso analitico si ringraziano Domenico Patassini, Franco Mancuso e Bruno Dolcetta.

Per la loro supervisione provinciale: Renzo Gonzato, Daria Erti, Stefano Zaggia, Paola Ravanello, Anna Tonicello, Riccardo Domenichini, Giorgio Sarto, Marisa Fantin, Franco Frison, Giovanna Bordin e Silvio Pianta.

Per la collaborazione nella raccolta di informazioni di dettaglio si ringraziano: Rossana Forigo, Antonia Soave, Tiziana Mistrorigo, Fausto Zuccoli del Comune di San Bonifacio; l’Ufficio Tecnico del Comune di Ronco all’Adige; Giuseppe Casagrande, Katia Piccin, Orietta Ceiner, Adolfo Majer, Federica Mis del Comune di Belluno; Ferdinando Montresor del Comune di Bussolengo; Giorgio De Antoni, Maurizio Dal Cengio, del Comune di Valdagno e Laura Pellizzari, della Provincia di Padova. Preziosa è stata la collaborazione della Fondazione ‘Barbara Capocchin’, del Comitato Organizzativo del ‘Premio Architettura Città’ di Oderzo e del Premio per l’Urbanistica e la Pianificazione Territoriale ‘Luigi Piccinato’, istituzioni che in questi anni hanno promosso la qualità del progetto nel Veneto. Per la collaborazione, la messa a disposizione di documentazione fotografica e l’accesso a molti degli edifici in repertorio si ringraziano la Biennale di Venezia, l’Università degli Studi di Padova, l’Università Iuav di Venezia, Fabrica, la Fondazione Benetton Studi Ricerche, Palazzo Grassi - Punta della Dogana François Pinault Foundation, la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, l’Azienda Ospedaliera di Padova, il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, la Fondazione Maxxi, la Fondazione Aldo Rossi, Renzo Piano Building Workshop e l’Arse nale di Venezia SpA.

Un ulteriore grazie va all’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia, che conserva piccoli e grandi tesori provenienti da molti archivi degli architetti citati.

Un riconoscimento particolare è rivolto a tutti gli studi di architettura che hanno autorizzato l’utilizzo della documentazione fotografica delle loro opere, arricchendone così i profili censiti. Alla realizzazione delle ricerche censuarie e della mostra hanno partecipato Francesca Franzin, Carla Spolaor, Chiara Quaglia e Salvatore Ferrante della Direzione Regionale ‘Pianificazione Territoriale e Strategica’; i giovanissimi Gionata Scapin, Shara Sarti, Laura Giudicianni, Alessandra Feliciotti, Riccardo Pasquato, Marco Lanata, Antonio Candussio, Luca Vendrame, Marco Mognon, Riccardo Gaiot, Andrea Totaro, Andrea Ferronato e Sebastiano Barbieri.

Per l’abnegazione al progetto, un grazie speciale è rivolto a Elena Spolaore e ai molti che con lei hanno condiviso l’esperienza: Massimiliano Depieri, Francesco Zampiero, Denis Bordignon, Gianluca Ramo, Cecilia Carraro, Viviana Cattelan, Alessandra Piovene Porto Godi e Mauro Marzo. Per dedizione, perizia, pazienza e competenza scientifica si ringrazia, infine, Riccardo Rampazzo, senza il quale, probabilmente, il libro non sarebbe stato mai realizzato.

La presente pubblicazione è il primo risultato editoriale del progetto “Architettura delle città venete del Novecento” realizzato dalla Regione Veneto, Assessorato al Territorio, Cultura e Affari Generali, Direzione Pianificazione Territoriale e Strategica, nell’ambito della ricogni zione dei Beni Paesaggistici per la realizzazione del nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento con valenza paesaggistica. Nella pubblicazione sono raccolte le schede di architetture del Novecento nel Veneto.

La schedatura è stata fatta partendo da una prima ricognizione realizzata degli Ordini degli Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori delle sette province, fondamentale punto di partenza del lavoro di catalogazione e di successiva sistematizzazione. Ogni Ordine, valorizzando anche i risultati di precedenti ricognizioni, ha attivato comitati o commissioni scientifiche ad hoc, che hanno suggerito criteri di identificazione e classificazio ne in funzione delle caratteristiche dei contesti territoriali, dei sistemi di pianificazione e dei processi di costruzione edilizia. Sia in fase analitica che riepilogativa, la redazione ha cercato di costruire un insieme di criteri rispondenti ai requisiti di completezza, rilevanza e non ridondanza, colmando le inevitabili lacune con ricerche bibliografiche e sul campo. Un’importante parte della rilevazione è stata realizzata direttamente con visita ai siti o con ricognizione multimediale. Molti degli esiti della ricognizione non sarebbero stati raggiunti senza l’utilizzo di due preziosi strumenti: Google street view e Windows Bing, che hanno consentito di controllare, nella schedatura finale, localizzazioni, stato del fabbricato e condizioni di contesto. Molte schede di edifici minori privi di riferimenti bibliografici sono state compilate sulla base di interviste agli abitanti o ai committenti. In alcuni casi sono stati inseriti nella raccolta edifici di cui non è stato possibile identificare l’autore, le date di costruzione, la funzione originaria. La qualità architettonica e lo specifico contributo alla costruzione dello spazio urbano erano così evidenti da consigliarne la segnalazione anche in mancanza di dati certi.

edifici ambiti urbani

Venezia 80 17

Venezia provincia 34 1 Segnalazioni 144

Belluno 18

Belluno provincia 41 2 Segnalazioni 44

Padova 76 7

Padova provincia 48 3 Segnalazioni 123

Rovigo 30 1

Rovigo provincia 26 1 Segnalazioni 20

Treviso 39 5

Treviso provincia 70 4 Segnalazioni 114

Verona 49 8

Verona provincia 33 2 Segnalazioni 60

Vicenza 28 4

Vicenza provincia 45 2 Segnalazioni 93

La scelta di pubblicare solo le architetture dei progettisti scomparsi, per ragioni di opportunità, ha parzialmente penalizzato la completezza della schedatura. Se il contributo di un archi tetto vivente è ritenuto fondamentale alla comprensione complessiva del manufatto, in am biti specifici o in opere particolarmente complesse, lo si è comunque inserito nella scheda. Esempi significativi al riguardo sono gli interventi su opere esistenti del Novecento di Mario Botta e di Valeriano Pastor all’interno del complesso della Fondazione Querini Stampalia (Venezia), inizialmente progettato da Carlo Scarpa; i padiglioni della Biennale di Philip Cox, Kim Seouk Chul e Franco Mancuso; l’intervento di Vittorio Gregotti nel Centro Provinciale di Igiene di Campo della Lana (oggi sede Iuav). Per altri interventi di architetti contemporanei sono stati censiti solo quelli pubblicati in testi e riviste nella sezione collocata al termine di ogni ricognizione provinciale.

Il repertorio riserva particolare attenzione ai sette capoluoghi di provincia, ove si registra la maggiore concentrazione di progetti infrastrutturali e di opere pubbliche dovute alla funzione amministrativa, ma soprattutto all’intensa urbanizzazione di cintura e al loro ruolo pivot nei processi di diffusione insediativa avvenuti durante il XX secolo. I territori extra-capoluogo sono comunque presenti con architetture che testimoniano peculiari modi di intendere i rap porti urbano-rurali nella regione.

Non rientrava negli obiettivi del presente lavoro connettere le scelte edilizie ed architettoni che alla storia locale e alle scelte di piano, ma il repertorio fornisce importanti suggestioni in proposito. Lo stesso dicasi per le aree industriali, per alcuni tipi infrastrutturali come ponti, viadotti e strade, ma anche per giardini, tombe di famiglia, torri piezometriche, stazioni di servizio, idrovore e chiuse.

Il censimento non documenta la presenza di eventuali arredi originali all’interno dei manufatti. Va inoltre ricordato che alcuni edifici censiti durante la prima fase del lavoro sono stati nel frattempo demoliti (e quindi tolti dalla schedatura); altri sono in corso di demolizione o in

pesante ristrutturazione. In generale, si tratta di manufatti e opere il cui censimento richiederebbe uno sforzo aggiuntivo.

La costruzione di un osservatorio permanente dell’Architettura del Novecento potrebbe migliorare la copertura censuaria e consigliare strategie campionarie per temi, autori, stili, ambienti insediativi e cicli di vita del territorio regionale. A questo progetto è opportuno partecipino Comuni, Province, Regione, Soprintendenze e Università, assieme ai proprietari dei manufatti, ai progettisti e agli studiosi del Novecento dal punto di vista architettonico, urbanistico, paesaggistico, artistico, ambientale e socio-economico.

Ringrazio gli Ordini provinciali degli Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori per il prezioso contributo, integrato da numerosi giovani architetti che mi hanno assistito con per severanza e competenza nelle ricerche bibliografiche e sul campo.

Un ringraziamento particolare va alla Regione del Veneto che ha promosso e sostenuto lo svolgimento della ricerca e che intende valorizzarla nell’ambito delle attività di aggiornamen to paesaggistico del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento adottato nel 2009.

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