TRAKS MAGAZINE #16

Page 1

www.musictraks.com

MAGAZINE

Numero 16 - agosto 2018

Zen Circus la gavetta non è mai finita

Cosmorama Armonite

AZ Blues al Womex Postino


sommario

4 Zen Circus 10 Cosmorama 14 AZ Blues al Womex 18 Daniele Castellani 20 Archimedi 22 Merovingio Dj 26 Postino 30 Armonite 34 Natacha & Robie C 38 Vinicio Capossela

Questa non è una testata giornalistica poiché viene aggiornata senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Qualora l’uso di un’immagine violasse diritti d’autore, lo si comunichi a info@musictraks.com e provvederemo alla rimozione immediata

TRAKS MAGAZINE www.musictraks.com info@musictraks.com


Clicca e ascolta subito!


ZEN CIRCUS la gavetta non è m

Abbiamo incontrato Ufo e Appino alla presentazione del MEI, manifestazione durante la quale la band sarà premiata in quanto “artisti indipendenti dell’anno”: un premio alla coerenza, alla caparbietà e anche alla follia di quattro ragazzi toscani sempre in linea con se stessi foto Ilaria Magliocchetti Lombi


mai finita

“Artisti indipendenti dell’anno” secondo il MEI 2018: coronamento di una carriera? Ufo: Fortunatamente con il MEI non siamo delle conoscenze nuove, abbiamo un rapporto che dura ormai da molti anni. Abbiamo iniziato a collaborare già dalle prime uscite sia loro sia nostre. Più che di un coronamento parlerei di un reciproco riconoscimento di

una realtà che è arrivata a un certo punto. È molto bello per noi vedere che un certo modo di intendere il lavoro musicale parallelamente ha continuato a porsi, a rinnovarsi, a gestirsi. È un’ottima occasione. Fra l’altro questo festival cadrà proprio alla fine della nostra tournée estiva: in quel senso sì, è un coronamento che ci sta proprio a pennello, visto che chiudiamo la


tournée proprio a Faenza, è bellissimo. Ci aspettiamo quindi di passare una bella serata. Avete in programma sorprese o iniziative particolari per quella sera? Appino: in realtà non sappiamo cosa succederà ma essendoci in contemporanea la premiazione e l’ultima data del tour qualcosa di strano succederà, qualcosa ci inventeremo, e sarà bello. Avete dichiarato che siete contenti del fatto che i gruppi di oggi non siano obbligati a una gavetta lunghissima come la vo-

stra. Ma così non si rischia di bruciarsi subito? Appino: il successo effimero e veloce è una cosa che c’è sempre stata, fin dagli anni Sessanta e ha a che vedere con altri fattori. Quello che intendiamo noi è che siamo molto felici che non ci sia bisogno di affrontare le rocambolesche avventure sulle quali potremmo veramente scrivere un libro e sarà bello magari farlo. Ma non pensiamo sia necessario tutto questo oggi, mentre pensiamo che sia necessario suonare dal vivo, questo sì. E farlo in una maniera sana, in una maniera che non ecceda da quello che il momento dell’artista in questione. Ufo: Ci siamo anche tutti lamentati per anni per il fatto che gli artisti ita6


liani facessero una gavetta eterna, dicendo: “Guarda, in Inghilterra a vent’anni sono già in tour…” Ora che siamo praticamente alla pari, direi che va bene così. Poi deciderà anche l’artista se ha la tempra per sopravvivere a questo scalino che può essere anche repentino. Ma del resto non va meglio a chi si cimenta nei format dei talent show. Dipende poi dalla persona, come reagisce. Anzi lì (nei talent, Ndr) c’è una curva esponenziale della notorietà che ti potrebbe anche romper le ossa. Ma è successo anche negli anni Ottanta, nei Settanta. Gruppetti che facevano il 45 giri indovinato... Appino: Fra questi magari c’era anche qualcuno che sarebbe durato negli anni perché stava solo fiorendo. Comunque sia la gavetta noi la stiamo continuando a fare. Ogni concerto io lo reputo un’esperienza che si porta a casa, da quelli per la strada nel ’99 ai sold out di oggi. C’è sempre e comunque qualcosa da imparare, c’è sempre qualcosa da vedere per il futuro, poi a un certo punto le leggi marziali della

natura fermeranno la cosa! È un atteggiamento mentale. Quando dicono “il disco della maturità” abbiamo un po’ paura perché la frutta quando è matura casca dall’albero e marcisce. Ci sentiamo sempre molto a nostro agio con i ragazzi, se i ragazzi hanno modo di fare musica diversa da quella che facciamo noi vogliamo capire, vogliamo imparare, se possiamo anche dare consigli, ma non è obbligatorio o necessario andare a rompere le scatole se non è richiesto. Avete sottolineato come le produzioni di alto livello oggi aiuti-

7


no anche in ambito indipendente a fare dischi prima impossibili Appino: Io da “nerd di studio”, visto che abbiamo questa autodeterminazione di registrarci e di mixarci ho veramente visto cambiare completamente le cose. Adesso il digitale è irriconoscibile dall’analogico. Non lo dico io, l’ha ammesso anche gente che lavora con Steve Albini. Ufo: E soprattutto si possono fare cose molto sofi-

sticate, prima si cercava di arrivare al risultato ma veniva fuori una cosa un po’… Appino: Era parecchio difficile. Oggi sono incredibili le possibilità che si hanno a disposizione. Questa cosa, a mio modesto parere, ha cambiato sicuramente, snaturato per certi versi, ma comunque migliorato le produzioni italiane. Penso ai dischi usciti fra i primi e la metà degli anni 2000, alcuni 8


sono molto belli, con grandissima creatività, ma dal punto di vista produttivo difficili. Ufo: prima le cose erano così: se avevi soldi facevi un disco bello, se non avevi soldi facevi un disco brutto. Oppure non avevi soldi e facevi un disco bello, ma per combinazione. Ora puoi scegliere: puoi fare anche un disco brutto apposta, puoi fare dei suoni clamorosi in camera tua. Appino: questa cosa ha portato anche a canzoni che non adoro ma che suonano in maniera futuribile e che hanno portato avanti la musica italiana. Tre nomi “di qualità” tra quelli che girano oggi Appino: per me, non per modernità ma per qualità, Salmo è uno che ha veramente portato avanti il suono… Ufo: ha le basi più belle… Appino: penso anche a un Giorgio Poi, che ha assolutamente impiantato un sound incredibile per la musica italiana. Calcutta stesso secondo me ha tirato fuori un sound che nel 2003 sarebbe stato difficile… Ufo: Per quanto paghi dazio a una certa epoca

però è fatto in una maniera incredibile. Appino: Non è neanche una questione di quanto ci piace o no. È una questione di quanto sia andata avanti la musica. Ufo: Anche Cosmo che ha tirato fuori un format anche di spettacolo che non c’era mai stato. Ci sono cose ganze anche in Italia, di molti generi. Appino: Assolutamente. Anzi noi crediamo che sia il rock quello che è rimasto al palo, per questa idea obbligatoria… Penso a molti gruppi stranieri che oggi hanno delle produzioni incredibili e che mescolano il garage all’elettronica, cosa che qui ancora si fatica a fare. Quello che vogliamo fare noi fare con i nostri dischi, pur essendo un gruppo rock nel dna. Però ascoltiamo di tutto. Ufo: Già il nostro tentativo di unire il cantautorato italiano con l’indipendente americano è già in origine un tentativo di fare una mescolanza. Per questo facevamo punk rock con gli strumenti acustici, cercavamo di sovvertire un po’ le cose… Fabio Alcini 9


COSMORAMA

poteri forti & redenzione Il rock elettronico e il pop sono i due pilastri su cui poggia il sound della band. Nel nuovo “Redemption” sono evidenti però molti riferimenti alla new wave degli anni ’80 ma anche sonorità shoegaze Su quali basi poggia “Redemption” e quali sono state, a livello di lavorazione, le differenze con il vostro esordio?

Il disco si basa su un metodo di lavoro condiviso che ha visto tutti i componenti del gruppo partecipare alle diverse fasi di realizza10


L’abbiamo registrato e mixato poi al Play Music Studio. Ogni scelta è stata attentamente ponderata. Per questi motivi lo sentiamo più nostro. L’arrivo dei due nuovi membri del gruppo (Alessia Minichinivoce e Roberto Mirabella- basso) ti confesso è stato fondamentale sia in termini di scelte stilistiche che di scrittura. E’ venuto fuori così un prodotto finale con caratteri maggiormente distintivi rispetto al primo disco. Avete scelto il concept album: con quali motivazioni? C’era la volontà da parte del gruppo di trasmettere, attraverso il concetto ricorrente della “Redenzione”, un messaggio forte all’ascoltatore. Con Redemption volevamo portare all’attenzione del pubblico un tema preciso: l’influenza che i “poteri forti”, nelle loro diverse declinazioni, esercitano sulla nostra società. Essere consapevoli di quanto le nostre vite possano essere condizionate direttamente e indirettamente dall’esterno è fondamentale. A livello sonoro le vostre scelte

zione di lavorazione. A differenza di Radioscopio Alieno, Redemption è un album integralmente scritto e arrangiato dai Cosmorama. 11


oscillano tra new wave e shoegaze. Quali sono i vostri punti di riferimento musicali assoluti? Be’ in realtà la new wave e lo shoegaze non sono gli unici generi musicali a cui abbiamo attinto. Il nostro disco affonda le sue radici in un substrato ben strutturato di rock elettronico con qualche rimando alla musica pop. Un artista di riferimento come band? I Depeche Mode. Veniamo tutti da esperienze musicali e di ascolto diverse ma questo è il nome che ci mette tutti d’accordo. “Redemption” e “She Said” sono stati scelti come singoli e video. Perché proprio queste due canzoni? Come nascono? Tutti i brani di Redemption sono legati da un filo rosso che, come ti dicevo, è il concetto della “Redenzione” Questi due brani però sono quelli che meglio esprimono

la visione generale dell’album: il brano “Redemption”, oltre a toccare tutte le tematiche portanti del disco (non a caso è la title track), è caratterizzato da sonorità ruvide e oscure che ci hanno permesso di ricreare, attraverso una sorta di cortometraggio, un ambiente onirico e distopico in cui gli intrighi delle massonerie si intrecciano con le scelte portate avanti dai leader più potenti del pianeta. “She said”, invece affronta una tematica che negli ultimi mesi è costantemente alla ribalta delle cronache nazionali ed internazionali: in esso chiediamo ai governanti dei paesi occidentali di redimersi attraverso la rivalutazione delle politiche di respingimento dei migranti attuate. Li abbiamo scelti come singoli anche perchéé le tematiche in essi affrontate sono di stretta attualità e vengono raccontate con particolare pathos. La vostra attività dal vivo è piuttosto intensa. Che cosa si può 12


aspettare chi vi viene a vedere in concerto? Uno show in cui la band tenta di coinvolgere lo spettatore attraverso la potenza sonora dei brani che viene resa visivamente dall’utilizzo di video-proiezione e di scenografie curate nel minimo dettaglio. Questo perché crediamo che l’esperienza artistica debba essere multisensoriale e multicanale, in modo da rendere più fruibile a tutti il messaggio che si vuole trasmettere. 13


AZ BLUES AL WOMEX AlWorld Music Expo, progetto internazionale nato a Berlino, ci sarà una folta rappresentanza italiana grazie alla società di servizi nata nel 2015 grazie a Davide Grandi, Antonio Boschi e Lorenz Zadro Chi è AZ Blues? Tre anni fa, nel 2015 è nata una nuova società di servizi dal nome AZ BLUES s.a.s., i cui tre soci fondatori, Davide Grandi, Antonio Boschi e Lorenz Zadro, provenienti da realtà diverse del panorama musicale italiano e internazionale, hanno deciso di unire le loro forze per un progetto comune. L’obiettivo ambizioso è quello di avere una struttura di appoggio e consulenza in un mondo, quello della musica italiana di nicchia, capace di rispondere alle esigenze e attenta conoscitrice del mercato nazionale. Partendo dalla musica

e dal blues, la principale passione, ci si è impegnati per sviluppare alcuni servizi coordinati da offrire agli artisti, ai promoter, agli organizzatori di festival e manifestazioni, alle Istituzioni pubbliche e private e a tutti coloro che gravitano attorno all’universo della Musica in Italia e all’estero, come la studio, creazione e gestione di siti web, dalle produzioni grafiche alla realizzazione di CD, servizi fotografici e video, fino alla realizzazione di profili social con eventuale gestione degli stessi, con relativo ufficio stampa e booking. Un progetto parallelo è quello le14


Chi sono gli artisti che porterete al Womex? Linda Valori, cantante dalla voce nera con forti tinte soul, ha partecipato a numerosissimi festival nazionali e internazionali di prestigio, assieme al chitarrista e band leader Maurizio Pugno, noto musicista blues dalla lunga e ricca esperienza musicale, con il quale sta lavorando adun nuovo progetto discografico, atteso per la fine del 2018, con canzoni inedite e sotto la direzione musicale dello stesso Pugno. Arianna Antinori, altra voce femminile del panorama italiano, ama in maniera viscerale il rock, quel sano rock che ha saputo contaminarsi senza perdere identità e che affonda le sue radici nel blues, nel soul e nel rock’n’roll. Gospel Book Revisited, sono a quattro giovani musicisti che nel 2014 danno vita a questo gruppo. La rivisitazione dei classici è assunta a metodo, punto d’equilibrio tra filologia e creatività, partendo dall’idea iniziale di celebrare le grandi interpreti femminili della tradizione

gato alla organizzazione di viaggi dedicati alla musica “da appassionati per appassionati”, Travel For Fans che ha iniziato la sua avventura coi primi viaggi nel deep South degli USA. Sarete al Womex di quest’anno: quanto è importante questa manifestazione? WOMEX, acronimo che sta per World Music Expo è un progetto internazionale nato a Berlino, rappresenta il più importante mercato a livello internazionale per qualunque tipo di musica. L’evento principale organizzato da Womex è un’Expo che si tiene ogni anno in ottobre in località diverse in Europa, e la sua particolare formula racchiude in sé la fiera tradizionale, conferenze, proiezioni di film, sessioni di networking, showcase e prestigiose premiazioni. A Womex si ritrovano professionisti da tutto il mondo musicale, folk, roots, musica etnica e tradizionale, con l’obiettivo di promuovere la musica e la cultura di ogni tipo, e superare le barriere e le diversità. 15


Mora & Bronski (foto Nico Cagarelli) Mandolin’ Brothers, sono una storica band all’attivo dal 1979 quando Jimmy Ragazzon (chitarra, voce e armonica) e Paolo Canevari (chitarra solista) iniziarono la loro attività artistica come duo per, poi, diventare quello che è oggi l’attuale formazione dei Mandolin’ Brothers, certamente una delle più importanti a livello nazionale tra coloro che si cimentano in un repertorio tipicamente di “Americana Music” fatto di Blues,

afroamericana, affiancando quindi i classici con la scrittura di brani originali, che hanno portato al loro primo vero lavoro, “Won’t You Keep Me Wild?”, presentato ormai quasi in tutta italia. Mike Sponza, un musicista a cavallo tra Blues, soul e rock’n’roll, chitarrista, cantante e compositore, da oltre 4 lustri sulla scena live europea. Una vita dedicata a sviluppare uno stile blues personale, moderno e ricco di differenti sapori. 16


Country e Roots Music. Ciosi, è il nome d’arte dell’italo-argentino Federico Franciosi, un cantante e chitarrista acustico flatpicker con un viscerale amore per la musica. Le caratteristiche principali dello stile di Ciosi sono la sua tecnica flat-style pulita, un’anima compositiva intensa e uno spiccato senso melodico. Mora & Bronski sono un power duo musicale in bilico tra folk, blues e cantautorato italiano, e propongono un viaggio tra le Americhe attraverso classici del Blues, Country, Folk e Rock’n’Roll, unitamente a brani originali di propria composizione. T-Roosters nascono dal comune amore di quattro musicisti per la musica afroamericana, a partire dalle sue origini sino a quella di oggi. Per questo motivo la batteria di Giancarlo Cova e il basso (e contrabbasso) di Lillo Rogati sono una sezione ritmica perfetta per la chitarra e voce di Tiziano “Rooster” Galli e per il “Mississippi saxophone”, l’istrionica armonica di Marcus Tondo. Guy Davis e Fabrizio Poggi: tra le nostre

proposte possiamo vantare anche due artisti candidati ai Grammy Awards e ai Blues Awards, e non è cosa di tutti i giorni, ma speriamo che il bluesman statunitense Guy Davis oltre che in tour per il modo sia anche presto di ritorno in Italia, dove è sempre stato accolto con entusiasmo da pubblico e organizzatori per le sue enormi qualità artistiche e umane. Al suo fianco un’altra icona del blues italiano e mondiale, quel Fabrizio Poggi che, nella sua ormai lunghissima carriera, ha saputo intrecciare la propria armonica con la crème de la crème tra i musicisti di tutto il mondo, soprattutto americani ed eleggendosi come portabandiera del blues di casa nostra. Questa prima missione “esplorativa” in ambito world music e Womex speriamo sia la prima di una serie di successivi progetti, come quelli legati all’European Blues Union e alla Blues Foundation, che collegano sempre di più AZ Blues e i suoi artisti con il panorama mondiale della musica afroamericana. 17


DANIELE CASTELLANI

Musicista da sempre, scrive canzoni solo quando ha qualcosa da dire: dopo svariate esperienze in band, ecco l’esordio del cantautore di Scandiano, “Arrivederci Emilia” Esordio da solista, dopo una storia già abbastanza lunga con alcune band. Perché ora e cosa rappresenta per te? Esordio da solista ora perché ne ho sentito il bisogno adesso. Ho iniziato nella musica come chitarrista e forse per questo ho sempre avuto la visione della band. È anche molto divertente suonare in una band affiatata e quindi ho

sempre cercato di ritrovare certe sensazioni fraterne, perdute... E quindi ora il mio esordio solista. Puoi spiegare il titolo del disco? L’Emilia è dove sono le mie radici e per esempio vedo che la sua musica, il liscio, è quasi rimasta per pochi eletti e viene “rinnegata” anche nelle feste di paese - la nostra musica tradizionale viene derisa ma la musica “folk” di paesi 18


periodi e anni diversi. Io amo fare compilation trasversali, anche con i miei pezzi. Mi immagino l’atelier di un fotografo in cui è esposto lo scatto n°7 a fianco del n° 1203. Come vedrei l’appartamento dove vivo pieno di quadri, foto, stili diversi eccetera eccetera tutto esposto assieme. Però ho il garage stracolmo di roba e le pareti vuote. Non è una regola questa delle compilation, il prossimo disco ho voglia di farlo strumentale, per adesso. Mi sembra che Maledetti posters sia tra le canzoni più significative del disco. Come nasce? Maledetti Posters è l’incontro fortunato, nella mia mente, tra l’ultimo anno delle superiori e un riff micidiale!

esteri è cool, tipo Irish o le basi di Samba nelle tastiere alla festa del gnocco fritto. Quindi siamo molto attenti alla musica straniera ma non sappiamo da dove veniamo; e questo è un aspetto per cui è questa “terra” che si allontana da me. Invece sono io che mi allontano quando vedo che tante persone non cambiano mai idea e parlano per partito preso, c’è anche poca curiosità. È vero questo succede ovunque, potrebbe essere un “arrivederci Italia”. E infatti tanti se ne vanno all’estero. Però queste pianure, colline e montagne dove sto io non hanno colpa e a me piacciono: “E io ci sto” come cantava Rino Gaetano. La voglia di fuga, ripresa anche nella canzone omonima, viene poi a svanire in luoghi immaginari, perché penso che le radici, a un certo punto di qualsiasi percorso intrapreso, riemergano. Quindi Arrivederci. Le canzoni rappresentano fasi diverse della tua carriera oppure sono un’istantanea del tuo periodo più recente? Le canzoni del disco arrivano da 19


GLI ARCHIMEDI Sono un trio d’archi e sono ugualmente apprezzati non solo nella Classica, ma anche nel jazz e nel folk. Il loro disco di debutto si chiama “Forvojagi” e reinterpreta numerosi classici Come avete costruito il vostro ensemble e soprattutto quando e come avete deciso di non limitarvi a un ambito “classico” ma di spaziare fra i generi? L’ensemble è nato circa tre anni fa, quando abbiamo pensato di costituire un trio cameristico, ma con peculiarità legate al mondo dell’improvvisazione in generale, con deviazioni nel jazz e nel folk. Già dalle prime prove avevamo infatti notato che sperimentando con l’improvvisazione si poteva-

no aprire nuove strade. Inoltre questo tipo di formazione strumentale permette di pensare in maniera diversa il concetto di arrangiamento rispetto a come viene solitamente inteso in altri tipi di ensemble. Nel nostro caso ogni strumento mantiene un’impostazione solistica e di accompagnamento. Quali sono stati i criteri di scelta dei brani che reinterpretate in Forvojagi? I nostri personali ascolti musica20


Siete a metà di un tour ben avviato. Qual è la risposta media della gente che viene a vedere le vostre esibizioni? Ai nostri concerti partecipa solitamente un pubblico variegato per età e interessi, accomunato da un approccio curioso alla musica senza quindi essere per forza appassionato a un genere preciso. Il pubblico risponde sempre con entusiasmo e questo è un segnale molto importante per noi perché è indicativo del fatto che esistono modi diversi di intendere la musica che possono coinvolgere, emozionare e divertire.

li, principalmente legati alla tradizione jazz, folk e classica e che vanno al di là della nostra formazione accademica, hanno sicuramente influito sulla scelta dei brani dell’album. Riguardando a posteriori il repertorio selezionato è apparso evidente il fil rouge di un viaggio metaforico tra diverse tradizioni musicali. Da qui la scelta del titolo, Forvojagi, che in esperanto significa “partire per un viaggio”. Qual è stato il brano che vi ha causato maggiori difficoltà? Ogni brano ha le sue peculiarità (per esempio il sound di un reel irlandese, la ricerca del suono che ricordi il duduk armeno, l’articolazione del fraseggio nei brani jazz/ manouche eccetera), ma tenendo conto della nostra formazione classica probabilmente quello più difficile da interpretare è stato Billie’s Bounce di Charlie Parker caratterizzato da un’evidente impronta jazzistica. 21


MEROVINGIO DJ Si chiama “Places & Moments” il nuovo lavoro del deejay di Prato: sei tracce in cui si percepisce la ricerca di sonorità melodiche, benché appartenenti tendenzialmente al genere EDM/elettronico, con riferimenti e sfumature progressive/house e trance Vorrei sapere come nasce il tuo nuovo “Places & Moments”, quali sono state le fonti di ispirazione e perché lo hai intitolato così L’ep Places & moments è un progetto che inizia prendere forma ad agosto 2017. Il titolo “Luoghi e momenti” non è casuale, ho cercato di creare tracce musicali

ricordando magari un luogo, un posto o un momento particolare vissuto. Direi che questo disco ha come fonte di ispirazioni proprio il ricordo di un luogo o di un momento che ho vissuto, ogni brano riconduce a un momento particolare. Nel disco c’è una “base” che è 22


evidentemente EDM ma anche molti riferimenti “fuori genere”. Quali sono i tuoi ascolti e le tue preferenze non elettroniche? Non sei il primo che mi fa notare che è vero che sono tracce di genere EDM ma è anche vero che hanno influenze che riconducono ad altri generi. Probabilmente influisce anche il fatto che faccio produzione EDM solo negli ultimi anni, prima ero un musicista (chitarrista) e quindi vivevo la musica sotto altri generi ovviamente.

Ascolto molto rock, apprezzo artisti come Pink Floyd, Aerosmith, Red Hot Chili Peppers, Muse per fare alcuni nomi. Non ascolto molta musica italiana. La tua traccia “11:11” ha riscontrato un buon successo ed è entrata anche nella Classifica Indipendenti Italia. Che cosa pensi abbia di particolare il brano? E’ stata davvero una sorpresa per me quando “11.11” è entrata anche nella Classifica Indipendenti Italia. E’ la traccia (insieme ai

23


mese e l’ho ultimata. E pare abbia fatto bene, perché è una traccia si di musica elettronica ma qualcuno l’ha definita con atmosfere cupe e dark. Nel mese di luglio termineranno le riprese del videoclip ufficiale e non vedo l’ora di

brani “Focus” e “Reverse”) avere più gradimento tra gli ascoltatori. E’ particolare la storia di questa traccia perché è stata la prima a cui ho lavorato, poi è arrivata a un punto “morto” e l’ho messa da parte. L’ho ripresa dopo qualche 24


pubblicarlo. Questo ep è un assaggio di un prossimo disco lungo? Puoi darci qualche anticipazione? Credo che continuerò a pubblicare ep invece di album “lunghi”, questo non perchè mi manca il materiale, anzi. Preferisco uscire nel tempo più

più di qualità, curando al meglio ogni particolare, sono in ponte anche collaborazioni con cantanti e altri producer, vediamo cosa viene fuori. Quando e dove hai in programma le tue prossime esibizioni dal vivo? Faccio molti eventi privati, fino adesso per scelta personale, ma sono pronto a cambiare il trend. Ho in ponte una collaborazione da ottobre con un noto locale toscano, vediamo se va in porto così da essere un ottimo trampolino per le mi djset live e far conoscere anche i miei lavori.

volte con degli ep, o almeno al momento la penso così. Sono già a lavoro per la prossima uscita, cercando di realizzare un prodotto 25


volto, e ha anticipato l’uscita di Latte di soia. Sono otto tracce di cantautorato vibrante, di testi semplicemente efficaci, di piccoli drammi quotidiani e di grandi storie senza tempo, come quella raccontata in Anna ha vent’anni. Latte di soia, la bevanda consolatoria degli intolleranti al latte, degli attenti alla linea, degli amanti degli animali, da luglio 2018 è anche una sorta di pozione magica, che ha trasformato un dottore (un dottore vero, è laureato in medicina) in uno degli artisti da tenere d’occhio.

POSTINO la recensione Si chiama Samuele Torrigiani, in arte Postino, e di sé racconta: sono tutte quelle parole che normalmente rimbalzano in camera tra i muri. Il suo singolo d’esordio, Blu, è entrato prepotentemente nella 50 Viral di Spotify quando ancora non si conosceva il suo

Postino traccia per traccia In questa notte ti sognerei / con le 26


tue mani tra i capelli miei / se avessi tempo ti regalerei un’altra stupida scelta sbagliata. Blu è il primo singolo, appunto, l’anima messa a nudo di un déjàvu che sembra reale, tangibile, che prende forma grazie alla voce, a tratti strozzata, e grazie alla melodia malinconica, attuale come il più prepotente dei pezzi delle playlist indie/itpop e nostalgico come il più tradizionale dei cantautori nostrani. Facile comprendere come sia stato facile farlo balzare in vetta alle classifiche: è un piccolo gioiello. Chi se ne frega di cosa ha fatto Anna / in questo momento di cambiamento / tanto non ci riguarda o se ci riguarda non ci pensiamo / ma se ci fermiamo un attimo capiamo che Anna in fondo siamo noi

è tutti e nessuno, è l’altro che sta peggio ma non ci riguarda finché non tocca direttamente noi, è lo “speriamo non capiti a me”. Morbida all’inizio, quasi in apnea nella parte centrale, dove vengono sputati pensieri e manifestati disagi e riflessioni di giovani di qualsiasi epoca, sognatori che stanno per diventare consumatori. Luccicante la base, illuminata da synth di tutto rispetto ma mai invadenti. Vorrei portarti a dormire da me stasera / farti vedere la mia collezione di volte andate male / e la delusione di non offrirti la colazione perché non ho il latte di soia Il paradosso del nostro tempo è che si bevono superalcolici fino a star male sui marciapiedi, ma la mattina si beve latte di soia perché quello di mucca fa male alla salute. Una storia realmente accaduta quella raccontata in Fuori dalla disco, dove l’incontro su un marciapiede tra due ragazzi finisce tragicamente sul nascere per la mancanza di colazione adegua-

Manifesto intergenerazionale, riflessione attuale in ogni momento storico, arriva subito dopo Anna ha vent’anni. Si legge che Anna è il nome della nonna, ma Anna 27


la rapidità di spogliarsi e quella di rimanere fregati da una relazione. E sì, ricorda pezzi già sentiti, anche il ritornello con la doppia voce, ma quando una storia finisce si rimane comunque soli con la propria malinconia, e sedersi a un pianoforte, prendere in mano una chitarra rimane la miglior medicina per chi scrive musica. Solo la pioggia che ci fa da colonna sonora / In questa notte scura fino a fonderci ancora

ta. Divertente, irriverente. Uno dei pezzi sicuramente più facili, di quelli che ti rimangono in testa anche se non vuoi, dal giro sintetico di un arrangiamento studiato alla perfezione.

Quasi discomusic quella che fa da sottofondo a Quando non parli, analisi profonda dello stato d’animo di un’anima selvatica che non aspetta altro che essere addomesticata, di silenzi che contano sempre più delle parole. Da buon medico, si vede che Postino ha letto e riconosciuto sintomi di disagi intercostali, di dolori mentali.

Ambra era nuda e io ero vestito / Il riflesso negli occhi di chi ha capito / Che alla fine vince sempre chi si spoglia per primo Ambra era nuda è la canzone d’amore del 2018. La Marmellata #25 di oggi, con in più la riflessione illuminante del legame tra

Le voci in testa mi hanno detto okay / da oggi fai quello che vuoi / Però no, io non vi crederò / me 28


l’hanno detto le fragole

quando non ci sei più te non c’è

Si prosegue con i disturbi mentali, qui decisamente più preoccupanti, e sempre a cavallo di un ritmo coinvolgente e distorto, che a tratti ricorda la colonna sonora di un videogame. Miope è la storia di un paziente psichiatrico, che vede e sente le emozioni a modo suo, e che non vuole dare retta a medici e infermieri, che non vedono i suoi stessi orizzonti.

Quanto rimane addosso alla fine di una relazione, quante decisioni prese insieme diventano il riflesso della persona che se n’è andata. Quella scatola chiude l’album, è l’ottava traccia, quella che se la sdrai diventa infinito, ma invece no: resta in piedi e indica la fine. Sembra di essere in quella stanza, di vedere la giornata che inizia in solitudine.

Come le balene / andremo a largo a prendere fiato

Un’analisi attenta, curata e studiata della genesi delle relazioni, arrangiate strizzando l’occhio al sound attuale ma potenzialmente ristrutturabili per funzionare chitarra e voce, piano e voce, voce e basta. Postino ha confezionato un piccolo album, un regalo di laurea che sta funzionando meglio delle più rosee previsioni e che, mi auguro, sia solo l’inizio di un brillante futuro. Da cantautore, non da medico. Chiara Orsetti

Ritornello martellante, come un mantra, come un pensiero fisso. Come salvare una relazione. Nuotarsi incontro, Come le balene. Anche questo pezzo è stato scelto come singolo, potente ed evocativo, morbido e sfocato, come quando si esce dal mare e gli occhi rimangono un po’ opachi. Il buio è nero e non si può annerire / La logica imporrebbe emozioni miste all’odore del caffè che da 29


ARMONITE Un’etichetta americana importante e “cinematografica” come la Cleopatra Records e un disco, “And the Stars above” per il collettivo musicale guidato dal compositore e tastierista Paolo Fosso (che risponde alle nostre domande) e dal violinista Jacopo Bigi

30


Cleopatra Records? L’anno scorso abbiamo inviato un demo di 5 pezzi a un centinaio di etichette. La Cleopatra, con la sussidiaria Purple Pyramid specializzata in rock progressivo, ha risposto con entusiasmo. La nostra musica strumentale è perfettamente in linea con lo spirito dell’etichetta, specialmente adesso che la Cleopatra si è allargata all’industria cinematografica. Quali sono le motivazioni di base di questo nuovo disco? Insomma da che cosa vi siete fatti ispirare in sede di scrittura? Il disco nasce dall’idea di bellezza applicata a contesti diversi e la costante ricerca dello spirito. Lo spirito è dappertutto, ma bisogna essere disposti a sentirlo. Tutto quel che appare non ci eleva, tutto quel che ci eleva non appare; risiede in fondo e va scoperto. Il titolo rimanda appunto a un senso di ascensione verticale, dalle viscere del mondo agli astri celesti. La vita e la gente offrono un ampio campionario da cui trarre spunto. Mi ispiro anche alle mie

Partirei da un discorso “geografico”: com’è successo che un duo italiano (quasi del tutto) strumentale venisse pubblicato da un’etichetta losangelina come 31


Come al solito il vostro disco è molto “popolato” di ospiti eccellenti. Potete spendere qualche parola per loro e/o raccontare qualche aneddoto notevole? Sull’album sono intervenuti Colin Edwin (già Porcupine Tree) e Alberto Fiorani al basso; Corrado Bertonazzi, Emiliano Cava e Jasper Barendregt alla batteria. E, ancora, molti altri professionisti, tra cui il Quartetto Indaco.

passioni: il cinema, la tecnologia, i videogiochi, i libri, i viaggi... Quando leggi un libro o guardi un film, sei investito da una tale quantità di idee da sviluppare che si susseguono come in una sorta di effetto domino. La mia musica nasce da un’idea di movimento che passa attraverso l’immaginazione: scene di vita, storie, traumi, paure, passioni che scaturiscono da una sequenza di immagini. 32


Avete confessato una passione per le colonne sonore, che potrebbe diventare qualcosa di concreto visto l’etichetta per la quale avete firmato. Raccontateci il film del quale vorreste firmare la soundtrack. Ahah, tratterò qualsiasi film da musicare come il mio preferito! La Cleopatra, per la quale abbiamo firmato, distribuisce, sviluppa e produce diversi film, tipicamente horror o con una forte componente musicale, da The Devil’s Domain (con Michael Madsen) a The Black Room (in programmazione su Netflix), Halloween Pussy Trap Kill! Kill!, The 27 Club, England Is Mine, A Spasso con Bob. Sono sempre stato un cinefilo appassionato e mi piace l’idea di poter scrivere colonne sonore: spero che questa collaborazione ci possa aprire delle prospettive importanti.

Per la bonus track A Playful Day cercavamo un’esecuzione ritmica, energica, asciutta, ma era difficile ottenere quel risultato, soprattutto a causa degli incastri ritmici e dei frequenti avvicendamenti tra arco e pizzicato. Dopo un giorno di prove, abbiamo ripiegato su una registrazione multitraccia. Jacopo ha sovrainciso violino I, violino II e viola, e Gabriele Monatanari il violoncello. Come nasce “Clouds Collide”, che oltre a essere l’unico brano davvero “cantato” del disco è anche uno dei più curiosi e “teatrali”? “Clouds collide” è l’unico brano davvero cantato, anche se nel corso dell’album appare e scompare una flebile voce femminile, che sottolinea alcuni momenti lirici. La canzone racconta la storia di una ragazza che si perde tra i ricordi del tempo. La canta Maria Chiara Montagnari: ha una voce lieve ed espressiva che comunica bellezza, trasparenza, forse ingenuità, ma con l’immediatezza che cercavamo. 33


ROBIE C. & NATACHA


Lei è una star in Svizzera, lui un producer italiano in rapida ascesa: il risultato della collaborazione tra Robie C e Natacha è Immagino che, versione italiana e rilettura di “I stelle mir vor”, successo di qualche anno fa di Natacha


rante alcuni eventi musicali in Svizzera. Natacha: Ho notato Robie perche non è soltanto musicalmente ma anche umanamente un ragazzo molto interessante. L’Italia, la sua musica, la lingua mi piace da sempre. Robie: Io la conoscevo giĂ da tempo, per via della sua carriera musicale, mi era sempre stata molto simpatica, sensibile e umana, cosa che personalmente apprezzo molto.

Come nasce questa collaborazione tra Robie C e Natacha? Ci siamo incontrati varie volte du36


Parlando a uno di questi eventi, Natacha mi disse che un grande suo sogno sarebbe stato di cantare un brano in italiano e lanciarlo in Italia, contemporaneamente ci è venuta la stessa idea e cosi ci siamo messi al lavoro tutti e due con molta grinta, tanto piacere e divertimento. “Immagino che” è un remix speciale del brano in lingua tedesca di Natacha «I stelle mir vor»: come è nato il brano e l’idea di rileggerlo in italiano? Robie: La nuova versione è nata cosi: ho tradotto il testo in italiano e ci siamo messi al lavoro entrambi per la parte musicale del brano che ha avuto origine in Italia e poi è stato finalizzato in Svizzera. Abbiamo registrato insieme le voci in studio ed è stata una bellissima esperienza per entrambi, ci siamo divertiti moltissimo. La versione originale è stata cantata da Natacha nel 2004: è un brano che parla dell’amore, dell’amicizia, del sentimento di avere una persona vicina. Natacha: La cosa importante nella

vita è di avere un buon amico con cui puoi parlare di tutto, che è qui in ogni momento bello o brutto, secondo me nella vita ciò svolge il ruolo più importante, invece di avere un partner che ami, con cui fai sesso, ma se si ama qualcuno, spesso sarai molto ferito. Non dovrebbe ma purtroppo spesso è così. Un amico può essere per sempre, e se è un buon amico, può essere anche con benefici! Senza invidia, ne tradimenti, solo stare insieme! Ci sono aneddoti particolari da raccontare riguardo al brano? Robie: E stato molto divertente poter imparare il testo insieme a Natacha, che per la prima volta ha cantato in italiano, ci siamo entrambi impappinati tante volte ma il risultato parla per sé. Quali sono i vostri prossimi progetti? Momentaneamente siamo in promozione per il brano Immagino che, che tra l’altro sta andando molto bene e i riscontri ottenuti a poco tempo dell’uscita sono molto soddisfacenti. 37


VINICIO CAPOSSELA “OVUNQUE PROTEGGI” #quellochesentivo Tratta dal disco omonimo (Targa Tenco e secondo miglior disco nella categoria “world” per Mojo), ma in realtà scritta alcuni anni prima, Ovunque proteggi (2006) è una delle canzoni migliori, ma anche più “normali” di un Vinicio Capossela, che anche quando abbassa la voce e non suona mascelle d’asino riesce a riempire il cuore e la testa.

38


stare Il tempo di lasciare, il tempo di abbracciare

Se di canzoni d’amore ne sono state scritte milioni, alcune sembrano appartenere alle viscere ancor prima che alla penna che le ha viste nascere. Sa sfiorare l’assoluto Vinicio Capossela, sa dire molto più di quanto un cuore può sopportare. Un cuore che può sembrare stanco, ma che sa vibrare ancora.

Promesse che vanno oltre lo spazio, il tempo e l’onesto sentire. Ricchezza e fortuna, in pena e in povertà Nella gioia e nel clamore, nel lutto e nel dolore Nel freddo e nel sole, nel sonno e nel rumore Ovunque proteggi la grazia del mio cuore Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore Ovunque proteggi, proteggimi nel male Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore.

Se il meglio è già venuto e non ho saputo tenerlo dentro me I vecchi già lo sanno il perché E anche gli alberghi tristi Che troppo e per poco, E non basta ancora ed è una volta sola È un viale del ritorno, ma anche una partenza, una madre universale custode di un amore che ha compreso, guarito, che forse ha anche perdonato.

Chiara Orsetti

Ma ancora proteggi la grazia del mio cuore Adesso e per quando tornerà nel tempo Il tempo per partire, il tempo di re39



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.