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Giacomo Deiana

Giacomo Deiana

PALMER GENERATOR THE GREAT SAUNITES

Uno split album tra due band “parenti” che condividono anche sonorità e gusto per la sperimentazione. Il risultato è “PGTGS”

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Come nasce e che cosa vi ha spinto a condividere questo progetto? PG: Il progetto è nato nel 2010 e la spinta è sicuramente stata quella di suonare in famiglia.Tommaso e suo fratello Michele suonavano già insieme in una precedente band. Nel 2010 Mattia, figlio di Michele, era quattordicenne e aveva da poco cominciato a suonare la batteria cosi, inizialmente per gioco, iniziammo a sfruttare la sala prove per farci delle suonate

in compagnia. Col tempo il progetto è diventato sempre più concreto per noi fino al 2014 quando, usciti col primo album ufficiale, abbiamo veramente cominciato il nostro percorso come band. Cosa che ci ha poi unito molto sono gli ascolti musicali, dato che tutti e tre si è sempre ascoltato molto e ricercato molto, andandosi a procacciare la nostra propria musica e puntualmente condividendola parlandone con gli altri. Anche questo un meccanismo fondamentale per la crescita. TGS: Il progetto “PGTGS” ha origine dal primo incontro tra le due band, in occasione del “Field Fest” di Jesi, un festival estivo al quale i Palmer collaborano in veste di organizzatori e a cui ci invitarono qualche anno fa. Mantenendo nel tempo i contatti, ci siamo ritrovati abbastanza a livello di gusti e approccio. L’idea di dare vita allo split è quindi nata così, tra uno scambio di vedute sulla scena underground e un confronto sui rispettivi progetti futuri. La collaborazione si è sviluppata a distanza, ispirata dalla passione comune e da un’idea di album non necessariamente immediato, ma che potesse conciliare nei limiti del possibile lo stile e il momento attuale dei gruppi. Che cosa vi piace di più dell’ “al-

tra” band? PG: The Great Saunites sono dei grandi amici e una grande band. Una delle prime cose che sicuramente ci ha colpito della loro musica sono gli andamenti ipnotici circolari. Prima di collaborare insieme li abbiamo visti live tante volte, ci siamo conosciuti bene e ci è sempre piaciuto lasciarci incantare dai loro vortici psichedelici. Una sorta di seduta ipnotica dove basta chiudere gli occhi e lasciarsi andare. Una band poi molto longeva, dato che suonano dal 2008, e ciò non può che aver giovato, li consideriamo infatti estremamente maturi come musicisti e consci del proprio io. Poi anche qui, continuando a sottolineare l’importanza che per noi hanno i rapporti di amicizia in musica, condividere gli ascolti e le discussioni musicali con loro è sempre stato molto bello, una band preparata e che conosce davvero molto ed approfonditamente ciò che tratta, senza superficialismi e soprattutto senza ego-mania, che oggi purtroppo porta molte band a suonare solo per mettersi in vetrina, per piacere agli altri. Da questo punto di vista i Saunites sono una band “vera” e che si vive, come non moltissime ce ne sono oggi in giro, visto anche il dilagare del mood da band a progetto che straripa in Italia: dove quel che conta è il singolo e dove ogni tot si abbandona una band per passare ad un altro progetto e poi riprenderla in mano solo per la successiva pubblicazione, senza “viversi” veramente nel tempo. TGS: Be’, dei Palmer non poteva non incuriosirci il legame familiare anzitutto, non ci sono molte band che possono vantare una tale particolarità. A livello musicale invece condividiamo lo spirito psichedelico, le atmosfere dilatate, anche se poi loro riescono a conciliarle con strutture più quadrate e spigolose, riconducibili allo stile di certe band post-rock che hanno fatto scuola sul finire degli anni 90 e di cui noi stessi al tempo ci siamo un po’ nutriti da ascoltatori. La coesistenza di queste due “anime” costituisce una forma di originalità che apprezziamo molto nei nostri compagni di split!

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