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Veronica
from TRAKS MAGAZINE #32
by Fabio Alcini
“Kaleidoscopio” è il primo singolo della giovane cantautrice di Aversa, dedicata alle vittime di bullismo, con un brano che fa perno sulla sua esperienza personale Cominciamo dalle presentazioni: chi è Veronica? Sono Veronica, ho 24 anni e sono cresciuta ad Aversa, una piccola città in provincia di Caserta. Ho iniziato ad appassionarmi alla musica alle elementari, quando durante l’ora di musica suonavo le percussioni e la diamonica senza saper leggere le note. Oltre alla passione per gli strumenti musicali, il mio primo amore indiscusso è stato il canto. Sin da bambina ho da sempre provato una sensazione di totale libertà cantando al karaoke le canzoni dei miei artisti pre-
feriti, in particolare, il mio cavallo di battaglia era La solitudine di Laura Pausini. Durante il periodo delle medie mi resi conto che il canto era diventato una sorta di rifugio dai tormenti che subivo quotidianamente a scuola. Così, decisi di prendere lezioni e al contempo iniziai a suonare la chitarra da autodidatta guardando video su YouTube. Durante il liceo decisi di affrontare l’ansia da palcoscenico suonando in numerose band della mia città e partecipando a concorsi di canto regionali. Dopo essermi laureata, dai banchi di scuola di periferia, sono stata selezionata per studiare alla Luiss Business School, dove lo scorso anno mi sono diplomata al Master of Music: l’obiettivo più importante che ho conseguito fino ad ora. Oggi posso dire che Veronica vive di musica in tutti i sensi. “Kaleidoscopio”, il tuo primo singolo, è dedicato alle vittime di bullismo. Come nasce? Lo spunto è una tua vicenda personale? “Kaleidoscopio” è nata in un periodo molto buio della mia vita, periodo in cui ho sentito la necessità di dare voce a tutte quelle esperienze negative che mi portavo dentro da troppo tempo. Questo brano parla di me e del mio acerrimo nemico, il bullismo. Da bambina e anche in adolescenza ho subito diversi atti di bullismo sia di natura psicologica sia fisica. Il bullismo è stato un capitolo difficile, di cui non ho mai avuto il coraggio di parlare per non essere ulteriormente “presa in giro” dalle persone che per anni hanno gioito nel vedermi cadere in un baratro sempre più profondo. Ho impiegato diversi anni a chiedere aiuto ed è stata questa agonia prolungata a farmi rifugiare nella musica. La musica mi ha salvata, mi ha dato la chiave per sopprimere tutte quelle sensazioni negative che mi rendevano vulnerabile e insicura. Kaleidoscopio rappresenta il ritrovo di una voce che avevo perso e che avevo finito per dimenticare a causa del giudizio altrui, ma da quando l’ho ritrovata ho deciso di metterla a disposizione di chi ancora stenta a trovare la propria e che ha bisogno di essere rappresentato con coraggio. Non ho
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voluto soffermarmi soltanto sulla mia personale esperienza, ma ho voluto dare una visione più ampia rispetto alle difficoltà che ognuno di noi si ritrova ad affrontare ogni giorno. I veri protagonisti di questa canzone sono tutti coloro che inspiegabilmente e quotidia
namente vengono spinti giù nel baratro dell’isolamento da una società conformista, dove tutto si dissolve in un silenzio – assenso assordante che non lascia spazio alla diversità. Nel mio brano ci sono influenze non eterogenee ma anche di artisti precisi quali Billie
Eilish e Lorde che ritengo abbiano rappresentato e rappresentino una generazione vulnerabile che, persa tra i meandri di internet, non sappia distinguere più dei punti di riferimento reali a cui appellarsi o confrontarsi. Anche il video mi sembra piuttosto carico di simboli e molto d’impatto. Come sono andate le riprese? Il testo di Kaleidoscopio è ricco di metafore così come il video e queste ultime hanno l’arduo compito di descrivere al meglio il concetto di diversità, termine che molto spesso viene utilizzato in modo dispregiativo. Ho immaginato il bullismo come un film in bianco e nero, dove non si riesce a individuare alcun tipo di colore. All’inizio del video mi ritrovo in questo limbo dal quale non riesco a evadere perché queste mani ricoperte di vernice mi trattengono senza alcun valido motivo e sono la metafora di una società che ancora zoppicante non riesce ad accettare a pieno la diversità. Il caleidoscopio, rappresentato dai miei occhiali, è lo strumento chiave che mi permette di guardare oltre questa nube grigiastra e di vedere finalmente la vita dal mio punto di vista, ricca di colori e di forme che prima non riuscivo a percepire in alcun modo poiché offuscati dal giudizio altrui. Nel video, girato dal regista Valerio Matteu, è presente anche una ballerina (Anna Massaro) che simboleggia tutto ciò che fin da bambina ho sempre sognato di essere e che sono riuscita a diventare dopo aver trovato il coraggio di affrontare le mie paure. Nelle scene finali riesco ad accettare me stessa e a trasformarmi in una rosa rossa, simbolo di rinascita. So che hai altri piani, altri progetti in arrivo... Sto lavorando con Key Music e Cantieri Sonori alla realizzazione di un ep, dove affronterò tematiche sociali che mi stanno a cuore. Prossimamente duetterò con un rapper napoletano per raccontare della riqualificazione di zone come Scampia e Secondigliano che si stanno rialzando a testa alta da un periodo di sofferenza durato fin troppo a lungo.