Musicare 2/2018

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MARZO-APRILE 2018

MusiCare 2018 - ANNO XX - Numero 2 - Mensile in A.P. 70% C.P.O. Vicenza

COLORE DEL GRANO

È il biondo oro dei capelli di JAN LISIECKI e dell’etichetta per cui incide, la prestigiosa Deutsche Grammophon. La forza della semplicità e della bellezza nelle mani di questo astro nascente della musica internazionale. A Vicenza, insieme a tante altre voci, per portare la grande musica. LE STELLE DELL’OLIMPICO La chitarra di Yamashita, Sir András omaggia Palladio, la grande lirica con Fischer

EDUCATIONAL IN MUSICA Proseguono i progetti di didattica e formazione della Società del Quartetto 1

IL CATALOGO È QUESTO L’imponente discografia di Giovanni Guglielmo conta oltre cento titoli


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A

nche Iván Fischer, prestigioso direttore d’orchestra ungherese, allievo di Swarowsky e fondatore della Budapest Festival Orchestra, sceglie Vicenza ed il Teatro Olimpico per dare vita ad un nuovo festival. Si chiamerà Vicenza Opera Festival e ad ottobre 2018, con l’allestimento dell’ultima opera di Giuseppe Verdi, “Falstaff”, riporterà in città la grande (e autentica) lirica, come non accadeva da molto tempo. È una buona notizia; per il pubblico più o meno locale, che potrà assistere ad uno spettacolo di livello internazionale – paragonabile, nel suo genere, alle programmazioni di Arena e Fenice – e per la città, che potrà inanellare un’altra perla nell’offerta culturale e turistica. Una città, Vicenza, che, in quanto patrimonio UNESCO e “città del Palladio”, dovrebbe maggiormente puntare sul turismo culturale e sull’indotto che crea, attraverso quelle politiche mirate che muovono solo dalla consapevolezza di ciò che si è e si ha. E questa è la prima forma di cultura e di “identità”, anche se chi si riempie maggiormente la bocca della parola tra virgolette non l’ha ancora capito e fatica ad associarla al termine che la precede e la origina. Affinché la musica, l’arte e lo spettacolo entrino a pieno titolo nel paniere dei valori fondanti e non negoziabili della nostra società, le associazioni che redigono questo periodico continuano nella loro opera incessante di divulgazione, didattica, formazione e sensibilizzazione, in parallelo ai cartelloni concertistici. Così che il festival del maestro Fischer e l’esistente “Omaggio a Palladio” sono solo due possibilità di un’offerta ricca di occasioni ed emozioni per tutti, dal pubblico dei bambini a quello dei turisti stranieri. ● Giovanni Costantini

In copertina JAN LISIECKI, giovanissimo pianista dal curriculum spaziale, nato in Canada da genitori polacchi, sarà a Vicenza il 7 maggio.

Foto di Holger Hage. Anno XX - Numero 2 Marzo-Aprile 2018

coordinamento editoriale Giovanni Costantini collaboratori Marco Bellano Filippo Lovato Paolo Meneghini Leonardo Mezzalira Alberto Schiavo impaginazione Alessandra Melison per le foto l’Editore è a disposizione di quanti provassero diritti di Copyright

cartaCanta

di Leonardo Mezzalira

LA VOCE DEL VIANDANTE F. SCHUBERT SCHWANENGESANG Thirteen lieder on poems by Rellstab and Heine D 957 BÄRENREITER-VERLAG, KASSEL 2012 L’opera sarà interpretata da Matthias Goerne (baritono) e Alexander Schmalcz (pianoforte) lunedì 16 Aprile 2018 alle 20.45 al Teatro Comunale di Vicenza.

Periodico di cultura, musica e spettacolo di Società del Quartetto di Vicenza e Orchestra del Teatro Olimpico Direttore Resp.: Matteo Salin Editore: Società del Quartetto di Vicenza Redazione: vicolo cieco Retrone, 24 Vicenza Tel. 0444/543729 Fax 0444/543546 web www.quartettovicenza.org e-mail info@quartettovicenza.org Periodico iscritto al registro Stampa del Tribunale di Vicenza n. 977 Stampa: Tipolitografia Pavan snc su carta Passion 13 da 100 g/mq Tiratura 3000 copie

la carta di questa pubblicazione è gentilmente offerta da

«Il Lied è la voce del viandante, che gira in mondo alla ricerca della propria patria. Ma in questo vagabondare, il senso del cammino illumina ogni tappa e il viandante si sente dovunque a casa, sotto ogni albero e in ogni locanda, in una familiare identità fra l’amore per la terra nativa e quello per le terre lontane». Claudio Magris

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Sir András Schiff

Cappella Andrea Barca Festival Omaggio a Palladio xxi edizione

26-29 aprile 2018

Teatro Olimpico Basilica dei Ss. Felice e Fortunato Giovedì 26 Aprile 2018 Teatro Olimpico ore 20:30

Sabato 28 Aprile 2018 Teatro Olimpico ore 20:30

Cappella Andrea Barca Sir András Schiff direttore e pianoforte Erich Höbarth violino Hariolf Schlichtig viola Christoph Richter violoncello

Cappella Andrea Barca Sir András Schiff direttore Wolfgang Breinschmid flauto Merel Quartett Bach Ouverture n. 2 in Si min. per flauto e orchestra BWV 1067 Verdi Quartetto in Mi min. Mozart Serenata per fiati n. 10 in Si bem. magg. “Gran Partita” KV 361

Bach Ouverture (Suite) n. 1 in Do magg. per orchestra BWV 1066 Bartók Divertimento per archi SZ 113 BB 118 Brahms Quartetto n. 2 per pianoforte ed archi in La magg. op. 26

Domenica 29 Aprile 2018 Teatro Olimpico ore 20:30

Venerdì 27 Aprile 2018 Basilica dei Ss. Felice e Fortunato ore 20:30

Cappella Andrea Barca Sir András Schiff direttore e pianoforte

Cappella Andrea Barca Sir András Schiff direttore Schola San Rocco coro Francesco Erle maestro del coro Michael Beringer organo Christoph Richter violoncello

Bach Ouverture n. 4 in Re magg. per orchestra BWV 1069 Schubert Sonata per pianoforte in Sol magg. D 894 (op. 78) “Fantasia” Brahms Sinfonia n. 2 in Re magg. per orchestra op. 73

Bach Ouverture (Suite) n. 3 in Re magg. per orchestra BWV 1068 Bruckner Quintetto in Fa magg. per archi WAB 112

(Erich Höbarth violino, Ulrike-Anima Mathé violino, Hariolf Schlichtig viola, Anita Mitterer viola, Xenia Jankovic violoncello)

biglietti

biglietti concerti Teatro Olimpico – 26, 28, 29 aprile

Schumann Messa in Do min., per soli, coro, organo, violoncello e orchestra op. 147

– INTERO euro 70 – RIDOTTO ABBONATI STAGIONE CONCERTISTICA euro 60 – RIDOTTO UNDER30 euro 30 biglietti concerto Basilica San Felice – 27 aprile

biglietti in vendita presso la sede della Società del Quartetto di Vicenza (Vicolo Cieco Retrone, 24 / lun.-ven. dalle 9 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:30 / tel. 0444 543729 / info@quartettovicenza.org)

SETTORE A (navata centrale) – INTERO euro 70 – RIDOTTO ABBONATI STAGIONE CONCERTISTICA euro 60 – RIDOTTO UNDER30 30 euro

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SETTORE B (navate laterali) – INTERO euro 50 – RIDOTTO ABBONATI STAGIONE CONCERTISTICA euro 45 – RIDOTTO UNDER30 30 euro


Indice

LA STECCA

«Ci sono più cattivi musicisti che cattiva musica.» (Isaac Stern, violinista statunitense di origine ucraina, 1920-2001)

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notEventi

PERLE RARE E GRANDI PAGINE PER IL NUOVO OMAGGIO A PALLADIO a cura della redazione

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notEventi

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contr’appunti

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VICENZA OPERA FESTIVAL, LA GRANDE LIRICA ALL’OLIMPICO a cura della redazione

LA “VERITÀ” DELLA MUSICA TRA TECNICA E ANEDDOTI di Alessandro Zattarin

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musicaMese

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musicaMese

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musicaMese

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DALL’OPERA AL GRANDE SINFONISMO: OMMASSINI CONDUCE IL VIAGGIO di Marco Bellano

SUONO ITALIANO, MUSICA RUSSA: ENRICO BRONZI SOLISTA E DIRETTORE di Giovanni Costantini

AMORE PERDUTO, PACE ETERNA: I TEMI DELLA FINE DI SCHUBERT di Marco Bellano

JAN: CINQUE ANNI DI SUCCESSI E UN PAIO DI CENTIMETRI IN PIÙ di Paolo Meneghini

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SIGNORI, IL CATALOGO È QUESTO: LA DISCOGRAFIA DI GUGLIELMO di Filippo Lovato

d’altro ouverture canto Non basta essere bravi, oggi, in musica. Una collezione di titoli, molte esperienze pregiate, la capacità di sgranare scale e arpeggi con metronomi furiosi, una solida conoscenza del repertorio, possono non esser sufficienti a raggiungere la posizione professionale più o meno agognata. E chi arriva a destinazione, a volte, non è il migliore: è semplicemente il più fortunato, oltre che magari indubbiamente bravo. Talvolta è un incontro a cambiare il percorso, oppure un’occasione, una circostanza favorevole: nulla di attaccabile, solo questione del cosiddetto “culo”. Pare che alcuni direttori d’orchestra non amino avere il famoso assistente per non vivere con la sensazione che ci sia uno che non aspetta altro che muoiano la mattina della recita, per sostituirli alla ribalta. E poi c’è il plotone di mogli e mariti, oggi per lo più rimpiazzati da talentuose compagne e fidanzati rampanti. Di alcuni di questi non si arriverebbe nemmeno a conoscere il nome se non fosse collegato alla prestigiosa metà. Formazioni da camera che fioriscono, ospitate ai festival e collaborazioni preziose: il curriculum ringrazia. Restano poi i figli d’arte, che non sempre beneficiano del vantaggio in partenza, dovendo fare i conti con un’evidenza che a volte li penalizza. Un maestro diceva che, nel lavoro musicale, l’ideale è collocarsi in quella ristretta fascia tra il desiderabile ed il sostenibile, per non vivere frustrati o imbarazzati. Il palcoscenico ha la brutta abitudine di svelare spesso cosa accade dietro le quinte. ●

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ouverture notEventi notEventi

Paolo Meneghini adicura della redazione

PERLE RARE E GRANDI PAGINE PER IL NUOVO OMAGGIO A PALLADIO Quattro ouverture di Bach, il Quartetto di Verdi e la Messa in Do minore di Schumann; Sir András Schiff al pianoforte per Schubert e al podio per la seconda di Brahms. La XXI edizione promette bellezza alle centinaia di spettatori provenienti da tutta Europa.

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al 26 al 29 aprile Sir András Schiff torna al Teatro Olimpico di Vicenza per la XXI edizione del festival “Omaggio a Palladio” del quale è ideatore, direttore artistico e assoluto protagonista, affiancato dalla Cappella Andrea Barca, la sua personale orchestra da camera. L’edizione 2018 di “Omaggio a Palladio” spazia da Bach a Bartók: del primo propone una ouverture per ogni serata, del secondo il Divertimento per archi. Come ogni anno, si abbandonerà la cornice del Teatro Olimpico solo il venerdì sera, per il consueto repertorio sacro con il coro Schola San Rocco: quest’anno è la volta della Messa in Do minore di Schumann op. 147. Altra perla rara in programma, il Quartetto per archi di Verdi. L’ultima sera regalerà al pubblico internazionale il maestro al pianoforte per la Sonata “Fantasia” di Schubert e al podio per la seconda Sinfonia di Brahms. Realizzato dalla Società del Quartetto di Vicenza fin dalla prima edizione, “Omaggio a Palladio” con Sir András Schiff è un festival musicale nato alla fine degli anni Novanta, subito dopo un recital che il pianista ungherese tenne al Teatro Olimpico. L’assoluta eccezionalità della location – il Teatro

Sir András Schiff

Olimpico – unita al fatto che l’orchestra Cappella Andrea Barca vi si esibisce in esclusiva italiana, ha portato la kermesse ad avere grande notorietà in tutta Europa. Da almeno tre lustri i biglietti per assistere ai quattro concerti di “Omaggio a Palladio” vanno esauriti in pochissimi giorni di prevendita, con centinaia di spettatori che si danno appuntamento a Vicenza provenienti da Germania, Austria, Svizzera, Francia, Inghilterra, dall’Est Europa e da oltre Oceano. ●

notEventi

SEI CORDE, FUORI DAGLI SCHEMI E fuori dalla Stagione. Venerdì 20 aprile, alle 20:30 al Teatro Olimpico, un concerto speciale: la chitarra di Kazuhito Yamashita proseguirà la tradizione di recital di questo strumento nella programmazione della Società del Quartetto.

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el panorama dei grandi chitarristi classici in attività, il giapponese Kazuhito Yamashita, classe 1961, occupa un posto di tutto rilievo. Artista fuori dagli schemi, negli anni Settanta – appena ventenne – ha vinto una serie di concorsi internazionali che gli hanno aperto la strada ad una carriera concertistica che da allora lo ha visto esibirsi in tutto il mondo sia in recital (anche al Musikverein di Vienna, al Lincoln Centre di New York, oltre che nei maggiori teatri europei, statunitensi e asiatici) che al fianco di prestigiose orchestre e formazioni da camera (fra le quali la London Philharmonic Orchestra, I Solisti Veneti, il Tokyo String Quartet). Capace di un repertorio vastissimo che va dalla musica rinascimentale a quella contemporanea, nella sua quarantennale carriera Yamashita è stato protagonista di oltre 60 prime esecuzioni assolute e ha registrato 80 dischi. Con questo concerto fuori abbonamento, la Società del Quartetto riprende una lunga tradizione di memorabili recital chitarristici che hanno visto sfilare a Vicenza personaggi come Andrés Segovia, Julian Bream, Narciso Yepes, Alirio Diaz e Manuel Barrueco. ● 6

Kazuhito Yamashita


notEventi ouverture

a cura della redazione

VICENZA OPERA FESTIVAL, LA GRANDE LIRICA ALL’OLIMPICO La prima edizione della rassegna internazionale si preannuncia come la novità artistica di spettacolo e di turismo culturale della città del Palladio per il 2018: direzione artistica e musicale di Iván Fischer, alla guida della Budapest Festival Orchestra.

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ww.vicenzaoperafestival.com. Il sito internet è solo lo specchio di qualcosa che esiste già e prenderà forma dal 12 al 14 ottobre 2018: vedere per credere. La prima edizione di Vicenza Opera Festival si preannuncia senza dubbio come la novità artistica, di spettacolo e di turismo culturale di Vicenza per il 2018, nonché probabilmente uno degli eventi di rilievo nel panorama nazionale. Da un’idea del maestro ungherese Iván Fischer, che arriverà a Vicenza alla testa della Budapest Festival Orchestra e della Iván Fischer Opera Company, la rassegna proporrà due recite dell’opera Falstaff di Giuseppe Verdi ed un concerto lirico-sinfonico al Teatro Olimpico .

IVÁN FISCHER, UN PODIO D’ORO Direttore dal curriculum strepitoso, lega la sua fama alla Budapest Festival Orchestra

Sessantasette anni, Iván Fischer è uno dei direttori d’orchestra più rinomati del panorama internazionale. Dopo essere stato assistente di Nikolaus Harnoncourt, dai primi anni ‘80 ha diretto le principali orchestre europee e statunitensi. Come direttore musicale è stato alla guida della Kent Opera e dell’Opéra National de Lyon e come direttore principale ha guidato la National Symphony Orchestra di Washington. Dal 2012 Fischer è Direttore Musicale della Konzerthaus e della Konzerthausorchester di Berlino. Al di là di questi prestigiosi ruoli, il suo nome e la sua fama sono legati principalmente alla Budapest Festival Orchestra, formazione che lui stesso ha fondato nel 1983 e che nel giro di pochi decenni si è conquistata un posto d’onore fra le grandi orchestre internazionali. Un ruolo confermato dalla prestigiosa rivista Gramophone che pone la Budapest Festival Orchestra fra le prime dieci orchestre del mondo.

FALSTAFF SIMBOLICO E PERFETTO

L’opera avrebbe dovuto debuttare al Teatro Verdi di Vicenza poco dopo che fu bombardato… Ambrogio Maestri sarà il miglior protagonista “che si possa desiderare”. Fischer ha preferito Falstaff di Giuseppe Verdi come opera d’esordio di questo Festival al Teatro Olimpico. La scelta ha anche un importante valore simbolico per Vicenza. L’ultimo capolavoro verdiano avrebbe infatti dovuto debuttare al Teatro Verdi nella primavera del 1944 con una produzione del Teatro alla Scala di Milano, ma il 2 aprile di quell’anno un bombardamento angloamericano distrusse il teatro, che non venne mai più ricostruito. Realizzata dalla Iván Fischer Opera Company, l’opera avrà per protagonista il baritono Ambrogio Maestri per il quale il ruolo di Sir John Falstaff sembra tagliato su misura; secondo il maestro Riccardo Muti, «Ambrogio Maestri è quanto di meglio un direttore possa desiderare per Falstaff». Il cast è completato da cantanti di grande esperienza internazionale.

offrire agli spettatori delle rappresentazioni di grande qualità in un contesto assolutamente speciale. Il Presidente della Società del Quartetto ha ricordato il secolare rapporto che intercorre fra Vicenza e il mondo musicale ungherese elencando alcuni insigni solisti e gruppi cameristici che si sono esibiti per l’Associazione dal 1911 ad oggi, che Sir András Schiff è protagonista del Festival “Omaggio a Palladio”. «Vicenza è tutto sommato una piccola città – ha evidenziato nel suo intervento il vicesindaco Bulgarini d’Elci, portando anche i saluti del Sindaco – ma che ha dimostrato di saper fare grandi cose partendo da un’idea vincente: associare alle eccellenze della città alcune eccellenze mondiali nel campo dell’arte e della cultura. È un’idea di per sé semplice, ma che non è affatto affatto facile da realizzare perché ci vogliono competenze e soprattutto una rete di contatti internazionali ad alto livello. Un compito che la Società del Quartetto ha dimostrato di saper svolgere più che egregiamente, in campo musicale, attraverso il Festival “Omaggio a Palladio” con Sir András Schiff e che ora “raddoppia” con il Vicenza Opera Festival che porterà in città un grande direttore alla guida di una delle migliori orchestre del mondo». ●

La tre giorni operistica è stata presentata venerdì 16 febbraio in Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino a Vicenza dal Presidente della Società del Quartetto, Paolo Pigato, dal vicesindaco e assessore alla crescita del Comune di Vicenza Jacopo Bulgarini d’Elci e, in collegamento da Berlino, dal maestro Fischer. Quest’ultimo ha indicato i due principali obbiettivi del Vicenza Opera Festival: valorizzare, a livello mondiale, lo splendore e l’unicità del Teatro Olimpico per la rappresentazione di un’opera lirica e, nel contempo,

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Budapest Festival Orchestra


ouverture notEventi contr’appunti

di Alessandro Paolo Meneghini di Zattarin

LA “VERITÀ” DELLA MUSICA TRA TECNICA E ANEDDOTI Il punto di vista del musicologo Alessandro Zattarin sul ruolo della critica e sul modo di comunicare una pagina musicale ad un pubblico eterogeneo: dal socratico “So di non sapere” a chi non vuol sentire.

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a critica è una spazzola che non va usata su stoffe troppo leggere, sennò si porta via tutto. Il vantaggio di presentare Beethoven è che Beethoven ha una stoffa così robusta che il pubblico si porterà sempre a casa qualcosa, per quanto maldestro sia il critico nell’usare la spazzola. Lo svantaggio è che ci sarà sempre chi non vorrà sentire il musicologo prima della musica, così come ci sarà sempre chi la spiegazione vorrà sentirla in nome del socratico “So di non sapere”. Tra i due litiganti il musicologo non gode, perché se parla di forma-sonata, tonica e dominante, primo e secondo tema, cioè se parla di musica partendo dalla musica, gli diranno che è troppo “tecnico”. Perciò, insieme al piatto forte della musica è sempre bene servire qualche aneddoto come contorno o come dessert: due anni fa gli amori passeggeri di Beethoven (per la Sonata op. 7 detta “Innamorata”), l’anno scorso l’antipatia di Beethoven per Rossini (e la differenza tra Italia e Germania è un tema di grande attualità, in tempi di spread). Quest’anno toccherà a “una barca che passa in un chiaro di luna”, secondo la romantica immagine di un critico ottocentesco a cui si deve il titolo postumo della Sonata op. 27 n. 2 che, per la verità (cioè per la musica), nel celeberrimo Adagio sostenuto prende ispirazione dal Don Giovanni di Mozart. Mi è capitato di paragonare le fatiche del Fidelio ai tormenti di Torquato Tasso per la Gerusalemme liberata, facendo appello a ricordi di scuola che spero con-

divisi dal pubblico dei concerti, così come mi è parso utile spiegare con il corale luterano (e una poesia di Montale) il significato estetico dei cambi d’armonia nell’Adagio cantabile della Patetica, o indagare il significato etimologico della parola “minuetto” in rapporto a un’annotazione di Beethoven nel manoscritto delle Sonate, o ricavare il significato etico del rondò in quanto lieto fine e morale della favola. Tutto questo è per me un modo – uno dei tanti modi possibili – di rendere onore alla grandezza di Beethoven e all’intelligenza degli appassionati di musica. ●

QUASI UNA FANTASIA

È proseguito il viaggio di Filippo Gamba nelle Sonate pianistiche di Beethoven: quest’anno “La Grande”, “Marcia funebre” e “Chiaro di luna”.

Filippo Gamba

Filippo Gamba, preceduto dagli approfondimenti del musicologo Alessandro Zattarin nel foyer del Teatro Comunale, ha presentato il quarto appuntamento del suo viaggio all’interno delle 32 Sonate di Beethoven. Siamo ormai arrivati all’op. 22 (con la “Grande Sonate pour Pianoforte” pubblicata nel 1802), all’op. 26 (“Marcia funebre” in La bemolle maggiore) e alle due Sonate dall’op. 27: la numero 1 “Sonata quasi una fantasia” e la celeberrima numero 2 in Do diesis minore “Al chiaro di luna”, da eseguirsi – secondo le indicazioni dell’autore – “delicatissimamente e senza sordino”. p.m.

lunedì 19 marzo 2018 ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza

FILIPPO GAMBA pianoforte Integrale delle Sonate di Ludwig van Beethoven quarto concerto Sonate op. 22, op. 26, op. 27 n. 1 e 2 GUIDA ALL’ASCOLTO

alle ore 20, nel foyer del Teatro un’introduzione all’ascolto a cura di Alessandro Zattarin

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musicaMese ouverture

di Marco Bellano

DALL’OPERA AL GRANDE SINFONISMO: OMMASSINI CONDUCE IL VIAGGIO Il direttore veneziano porta OTO e pubblico dal “Tancredi” di Rossini alla quarta sinfonia di Schumann, passando per un colosso del repertorio: quella quinta di Beethoven che tanto cambierà il modo di scrivere e di intendere la musica.

Francesco Ommassini

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l veneziano Francesco Ommassini porta al Comunale di Vicenza un programma che percorre le più importanti rotte del sinfonismo nella prima metà dell’Ottocento. Il “viaggio” comincerà proprio da Venezia, e dal repertorio in cui Ommassini si è sinora maggiormente distinto, quello operistico: il Tancredi di Rossini debuttò alla Fenice il 6 febbraio 1813, prima opera seria a cui il compositore di Pesaro dedicò le proprie energie. Gli sforzi per giungere alla prima, in effetti, non dovettero essere stati pochi: pare che, in un crescendo di commissioni prestigiose, Rossini dovette approntare Tancredi in appena un mese (o soli tre giorni, secondo un’altra tradizione)! Anche per questo, assecondando comunque un uso del tempo, la Sinfonia che apre il Tancredi fu “rubata” a un’altra opera di Rossini, poco precedente: La pietra del paragone. Il “viaggio” prosegue verso Vienna, dove, il 22 dicembre 1808, il tedesco Beethoven presentò la sua Quinta Sinfonia, in una monumentale serata che includeva anche il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra e la Fantasia Corale. Dalla concisione fatale del motto della Quinta discese un nuovo modo di intendere la musica, fatto di sviluppi copiosi di cellule minime. Ne derivò anche una divampante venerazione per Beethoven e il suo genio, destinato a nutri-

lunedì 26 marzo 2018 ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza

ORCHESTRA DEL TEATRO OLIMPICO FRANCESCO OMMASSINI direttore musiche di Rossini, Beethoven e Schumann L’ANGOLO DI CESARE GALLA Alle ore 20 nel foyer del Teatro un’introduzione all’ascolto a cura di Cesare Galla

re l’ispirazione di molti musicisti romantici. Come Schumann, per l’appunto, al quale arriveremo tramite la Quarta Sinfonia, nel programma di Ommassini. Ci si sposterà dunque a Düsseldorf, il 3 marzo del 1853, quando venne presentata l’ultima versione della Sinfonia. In realtà, la prima versione del lavoro risale al 1841; avrebbe potuto essere la seconda sinfonia del compositore. La revisione successiva la rese molto più coesa nei temi, donandole una ciclicità che, tutto sommato, può avere una delle sue radici proprio nella Quinta di Beethoven, tutta pervasa dall’inconfondibile ritmo del “destino che bussa alla porta”. ●

LA FARFALLA VOLÒ SULLA VIA DELL’AQUILA

Schumann (e ancor oggi edita), il compositore incaricò d’un aforisma Eusebio, uno dei personaggi che incarnavano i suoi diversi punti di vista sull’arte, voce della tradizione (assieme al dirompente innovatore Florestano e al mediatore Maestro Raro). «Visita di Rossini a Beethoven. La farfalla volò sulla via dell’aquila, ma questa la scansò per non schiacciarla con un colpo d’ala». m.b.

Rossini, Beethoven, Schumann: proprio in uno scritto di quest’ultimo, instancabile critico musicale, i tre maestri si ritrovano riuniti idealmente da un unico giudizio, conciso quanto spietato. Nel 1835, sulla Neue Zeitschrift für Musik, la rivista fondata dallo stesso

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ouverture notEventi musicaMese

di Giovanni Paolo Meneghini di Costantini

SUONO ITALIANO, MUSICA RUSSA: ENRICO BRONZI SOLISTA E DIRETTORE Bellezza e nitidezza del suono, anche nel repertorio russo: il maestro di Parma torna alla guida della OTO per una serata interamente dedicata a Prokof’ev. Il suo Panormo darà voce al Concertino ultimato dal grande Rostropovič.

Enrico Bronzi

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uando Enrico Bronzi dà voce a Vincenzo Panormo, l’aria si riempie di quel suono squisitamente italiano che pochi interpreti internazionali possono vantare. Il Panormo è lo strumento del 1775 che tiene tra le mani da diversi anni il violoncellista parmigiano, e che la sera del 7 aprile darà suono al Concertino per violoncello op. 132 di Prokof’ev, al Teatro Comunale di Vicenza. È un graditissimo ritorno, quello di Enrico Bronzi nella Stagione della OTO, nella duplice veste di direttore e violoncello solista. Il concerto conclusivo del cartellone OTO 2017/2018 è interamente dedicato a Sergej Prokof’ev. La Suite da “Lieutenant Kijé” (“Il luogotenente Kize”) nasce da una commissione per una colonna sonora. La Sinfonia n. 3 è una raffinata sintesi strumentale di un’opera composta nei primi anni Venti dallo stesso Prokof’ev. L’incompiuto Concertino per violoncello venne ultimato dal grande Rostropovič. Una serata nel cuore della grande musica russa, condotti da un interprete che non ha limiti di repertorio e di stile. ●

LA OTO TORNA A CASA E VI TROVA IL JAZZ

Orchestra del Teatro Olimpico

L’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza torna “a casa” – lunedì 14 maggio – con un raffinato concerto appositamente disegnato dal direttore principale Alexander Lonquich per il cartellone 2018 di New Conversations-Vicenza Jazz. Il programma della serata mette in fila quattro autori della prima metà del Novecento che grazie alla loro spiccata versatilità furono capaci di spaziare con grande successo dal sinfonismo classico al musical, dal balletto alle musiche per il grande schermo, muovendosi spesso e volentieri ai confini del jazz: Kurt Weill, che firma il brano d’esordio del concerto, con la Suite dall’Opera da tre soldi, Morton Gould, di cui verrà eseguito Derivation for Solo Clarinet and Dance Band, Igor Stravinsky ed il suo mitico Ebony Concerto, e Darius Milhaud, autore de La création du Monde. p.m.

sabato 7 aprile 2018 ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza

ORCHESTRA DEL TEATRO OLIMPICO ENRICO BRONZI direttore e violoncello solista musiche di Prokof’ev

La società ha l’intento di guidare ogni utente in un percorso di crescita e mantenimento della salute, dalle prime fasi della vita, addirittura prenatale, fino all’età anziana, accompagnandolo nell’allenamento sportivo e nella cura del proprio equilibrio psico-fisico. Ed è proprio da questo obiettivo, che è nata la campagna “Ama, Vivi, Nuota”, progetto sociale promosso da Piscine Di Vicenza e Akron per promuovere la cultura dell’acqua facendo cogliere ai cittadini i reali benefici che possono trarne in termini di miglioramento della qualità della vita.

“Acqua e Benessere percorso di vita” La nostra mission

Piscine di Vicenza S.p.A. Viale Ferrarin, 71 - 36100 Vicenza / Tel. 0444 924868 Email: marketing@piscinedivicenza.it Sito internet: www.piscinedivicenza.it

La società si rivolge ad un ampio target, di seguito le nostre attività: - accompagnamento alla nascita (attività in acqua/palestra per gestanti); - neonatale in acqua; - scuola nuoto baby/ragazzi/teenager; - pallanuoto/sincronizzato/triathlon; - premaster; - scuola nuoto adulti; - acqua fitness; - palestra

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musicaMese ouverture

di Marco Bellano

AMORE PERDUTO, PACE ETERNA: I TEMI DELLA FINE DI SCHUBERT Matthias Goerne e Alexander Schmalcz, al terzo appuntamento liederistico schubertiano per la Società del Quartetto, daranno meraviglia e speranza alle ultime pagine di un poeta della tastiera e della voce.

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l terzo appuntamento di un ciclo esclusivo per la Società del Quartetto di Vicenza, Matthias Goerne e il pianista Alexander Schmalcz incontrano il “Canto del cigno” di Franz Schubert: Schwanengesang, l’ultimo ciclo di Lieder con cui il compositore si congedò dalle sue fatiche terrene. O meglio, questo è quanto ci viene raccontato da chi assemblò, postuma, questa raccolta. Winterreise e Die schöne Müllerin, le precedenti “tappe” toccate a Vicenza da Goerne e Schmalcz, erano stati concepiti

CUORI ROMANTICI

Beethoven era appena morto, e Schubert non si sentiva tanto bene... Attorno alle opere che aprono o chiudono la carriera di un artista famoso si addensa sempre, inevitabilmente, una grande quantità di aneddoti più o meno attendibili. Non fa eccezione Schwanengesang: per cominciare, pare che Schubert presagisse la sua fine imminente, al punto da far pressioni all’editore perché una parte dei Lieder (quelli da Heine) fosse pubblicata in fretta. In effetti esiste una tale lettera di sollecito, datata 2 ottobre 1828; Schubert sarebbe morto il 19 novembre. A proposito di Heine, invece, sembra che dopo una lettura dei Reisebilder presso l’amico Schober, Schubert avesse preso a prestito il libro… per non restituirlo mai più, tanto fu l’entusiasmo per tale opera. Per finire, si dice che i testi della prima parte della raccolta, di Rellstab, furono trovati da Schubert tra le carte del recentemente defunto Beethoven; in effetti, almeno in un momento, nel primo Lied risuona fugace il “ritmo del destino” della Quinta Sinfonia… m.b.

da Schubert in maniera unitaria, su testi di un singolo poeta (Wilhelm Müller). Siamo qui in presenza, invece, di Lieder tratti da tre poeti distinti, Rellstab, Heine e Seidl, con temi altrettanto eterogenei, anche se tutti riconducibili a sentimenti tipici di Schubert, tra cui il rimpianto per l’amore perduto e il desiderio di pace eterna, in comunione con la natura. All’ascolto, è cupamente suggestivo ricordare che simili contenuti furono espressi in pagine scritte pochi mesi prima della morte del musicista. Goerne e Schmalz, tuttavia, evitano sempre le più pericolose “trappole” sentimentali di tale repertorio: il duo, riconosciuto specialista dell’opera di Schubert, restituisce all’universo interiore del compositore una passione che si nutre soprattutto di meraviglia, e forse persino di speranza. Ascoltando la monumentale Goerne/Schubert Edition in dodici CD, a cui ha collaborato anche Schmalcz, viene in mente il famoso passaggio in cui Schubert, in una lettera ai genitori, evocava il suo pacifico desiderio d’oblio: «Se solo si potesse contemplare una volta queste montagne e questi laghi divini, il cui spettacolo sembra quasi schiacciarci o inghiottirci, non ci si sentirebbe più tanto attaccati a questa vita meschina al punto di non considerare una grande fortuna affidarsi di nuovo all’imperscrutabile forza della terra in vista di una nuova vita». ●

Matthias Goerne e Alexander Schmalcz

lunedì 16 aprile 2018 ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza

MATTHIAS GOERNE baritono ALEXANDER SCHMALCZ pianoforte Franz Schubert: Schwanengesang D. 957 “Il canto del cigno” L’ANGOLO DI CESARE GALLA Alle ore 20 nel foyer del Teatro un’introduzione all’ascolto a cura di Cesare Galla

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ouverture notEventi musicaMese

di di Paolo Meneghini Paolo Meneghini

JAN: CINQUE ANNI DI SUCCESSI E UN PAIO DI CENTIMETRI IN PIÙ È cresciuto senza perdersi, Jan Lisiecki, l’astro nascente del pianismo internazionale già ospite nel 2013 della Società del Quartetto. Ora, coi suoi 23 anni ed un curriculum ancor più degno di nota, torna a Vicenza con la Camerata Salzburg.

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vevamo fatto la sua conoscenza nel novembre del 2013 quando, da poco diciottenne, aveva debuttato a Vicenza per la Società del Quartetto presentando un bel programma per pianoforte solo che metteva insieme Messiaen, Bach, Padrewsky, Martinů e Chopin. Una delizia ascoltarlo e vederlo. Biondo, alto un metro e novanta, bello come un angelo (qualcuno l’aveva paragonato al Tadzio di “Morte a Venezia”), dai tratti aristocratici e con un sorriso buono, Jan Lisiecki si era presentato al Teatro Comunale, scortato da mamma Anita, con delle credenziali di tutto rispetto. Nell’inverno di quell’anno Claudio Abbado lo aveva scelto per sostituire all’ultimo momento Martha Argerich in un concerto – diventato memorabile – con l’Orchestra Mozart. Due anni prima l’austera etichetta tedesca Deutsche Grammophon l’aveva messo sotto contratto: l’album d’esordio con i Concerti mozartiani nr. 20 e 21 a fianco della Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks diretta da Christian Zacharias aveva fatto sobbalzare sulla sedia – dalla felice sorpresa – più di qualche critico musicale. Da allora il ragazzo di Calgary, nato da genitori polacchi che in terra canadese sono stati protagonisti di una bella storia di riscatto sociale, ha definitivamente sconfitto l’acne giovanile e ha aggiunto un paio di centimetri alla sua già ragguardevole statura. Piace anche ricordare che Jan è sempre più coinvolto in progetti benefici sia in Canada che in Polonia.

Camerata Salzburg

lunedì 7 maggio 2018 ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza

CAMERATA SALZBURG GREGORY AHSS violino concertatore JAN LISIECKI pianoforte KURT KÖRNER tromba musiche di Bach, Shostakovich e Mozart GUIDA ALL’ASCOLTO

alle ore 20, nel foyer del Teatro un’introduzione all’ascolto a cura di Cesare Galla

Jan Lisiecki

Dal punto di vista artistico questi ultimi cinque anni gli sono serviti per maturare il suo pianismo e soprattutto per confermare anche ai critici più scettici di non essere uno di quegli astri nascenti che si perdono per strada nel breve volgere di qualche stagione. Le sue esibizioni in recital e a fianco delle più rinomate orchestre del mondo (San Francisco Symphony, London Philharmonic, Wiener Symphoniker, BBC Symphony, Filarmonica della Scala e New York Philharmonic sono solo alcune di queste) e gli altri quattro album registrati per DG hanno messo d’accordo pubblico e critica. Lunedì 7 maggio avremo dunque il piacere di riascoltare Jan Lisiecki al Comunale di Vicenza, questa volta in compagnia della Camerata Salzburg, una delle più quotate orchestre da camera del panorama internazionale. Programma intenso e variegato, con il pianista canadese impegnato nel Concerto per pianoforte, orchestra d’archi e tromba di Shostakovich e il “Jeunehomme Konzert” di Mozart. Completano la serata Bach (“Ricercar a 6”) e la Sinfonia “Maria Theresia” di Haydn. ●

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a cura della redazione

UN, DUE, TRE...QUATTRO FIABE MUSICALI PER IL PUBBLICO DEL TEATRO DI DOMANI Prosegue l’impegno della Società del Quartetto per contribuire all’educazione musicale delle nuove generazioni. La seconda edizione della rassegna “Un, due, tre... tocca a me!” sta proponendo storie in musica, con giovani protagonisti ed esperti di formazione musicale.

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rosegue l’impegno della Società del Quartetto di Vicenza sul fronte “educational”. Il 2018 vede la seconda edizione della rassegna “Un, due, tre... tocca a me!”, quattro pomeriggi fra musica e narrazione dedicati ai bimbi – preferibilmente dai 5 anni in su – e ai loro genitori: l’iniziativa rientra in un più ampio ventaglio di proposte che la Società del Quartetto ha

“Una gita musicale in slitta”, divertimento per orchestra in Fa maggiore composto da Leopold Mozart, il padre del famoso Wolfgang. Domenica 18 marzo è stata la volta delle “Galline pensierose e altri animali”, uno spettacolo divertente e coinvolgente che ha visto al centro un gruppo strumentale del Conservatorio di Vicenza diretto da Stefania Redaelli.

ideato per contribuire all’educazione musicale delle nuove generazioni di spettatori; un percorso che comprende anche spettacoli leggeri e divertenti per le famiglie, come quelli che andranno in scena al ridotto del Comunale per quattro domeniche pomeriggio. La rassegna ha preso il via domenica 11 febbraio con “La bellezza del re”. La voce recitante di Angela Graziani ha raccontato le vicende di un principe molto vanitoso, mentre il commento sonoro è stato affidato ai giovani musicisti dell’Ensemble Ludus Musicae che, diretti da Elena Fattambrini, hanno eseguito

Il 25 marzo tocca al racconto musicale “Strappatempo”, con Giorgia Antonelli e il Milano Saxophone Quartet: una mirabolante avventura per riscoprire l’universalità e l’immediatezza della musica e per ritrovare un tempo dedicato all’ascolto. Per finire, domenica 22 aprile andrà in scena la celeberrima fiaba tedesca del Pifferaio di Hamelin con la magia della musica che riesce a ristabilire il giusto ordine delle cose. Protagonisti di questa fiaba musicale dal titolo “Il pifferaio magico” saranno i musicisti in erba della “Musicalborgo Suzuki Orchestra”, con le parti narrative a cura di Lorenzo Meneghetti. ●

AVVIAMENTO PROFESSIONALE… ANCHE IN ORCHESTRA!

professionale alla carriera di professore d’orchestra. Le lezioni si svolgeranno da mercoledì 2 a sabato 5 maggio 2018 ed il ciclo di studio si concluderà con alcuni concerti organizzati in diverse città del Veneto a cura dei singoli Conservatori. Il concerto a Vicenza si svolgerà il 6 maggio 2018 alle ore 16.30 nel cortile di Palazzo Leoni Montanari. Per tutta la durata del corso le lezioni si svolgeranno “a porte aperte”; vi potranno assistere eventuali visitatori delle Gallerie e alcuni studenti di istituti scolastici del territorio, di primo e secondo grado, accompagnati dai loro insegnanti. Il coordinamento delle attività è affidato al Conservatorio di Musica di Vicenza. A conclusione del corso, a tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione e un’apposita commissione, presieduta dal maestro Leon Spierer e nominata dal direttore del Conservatorio di Vicenza, maestro Roberto Antonello, segnalerà l’allievo più meritevole al quale la famiglia Bernardi assegnerà una borsa di studio intitolata a Fatima Terzo Bernardi.

Settima edizione per Progetto Orchestra con Leon Spierer a Palazzo Montanari: prove aperte alle scuole ed ai visitatori delle Gallerie e borsa di studio “Fatima Terzo Bernardi”.

14 archi, 12 fiati ed un percussionista, per allestire l’Ouverture “in stile italiano” di Schubert, la prima sinfonia di Beethoven e la “Classica” di Prokof’ev. Saranno dunque 27, per il 2018, i giovani musicisti che avranno la possibilità di lavorare col maestro Leon Spierer, nell’ambito del corso di formazione orchestrale denominato Progetto Orchestra. Intesa Sanpaolo, Conservatorio di Musica di Vicenza, Consorzio tra i Conservatori del Veneto e Società del Quartetto di Vicenza ne promuovono la settima edizione, sempre ospiti delle Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari, sede museale e culturale di Intesa Sanpaolo a Vicenza. Obiettivo del corso è favorire la crescita artistica delle nuove generazioni di musicisti nel percorso di avviamento

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di Paolo Meneghini di Filippo Lovato

SIGNORI, IL CATALOGO È QUESTO: LA DISCOGRAFIA DI GUGLIELMO Tra CD, LP e registrazioni RAI Giovanni ha inciso oltre i cento titoli: un patrimonio vasto e rilevante che il figlio Federico conserva e sta ordinando. Prevalgono gli autori italiani del ‘700 e del ‘900 – su tutti l’amato Tartini e la sua scuola – ma non mancano le “sorprese”.

Giovanni Guglielmo

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a discografia del violinista Giovanni Guglielmo, scomparso lo scorso agosto, è vasta e preziosa. Un elenco dettagliato, preparato dal figlio Federico, anch’egli violinista di fama, rivela un numero sorprendente di dischi ai quali Giovanni Guglielmo ha dato il suo determinante contributo. Vuoi in veste di solista, vuoi come membro di vari

Calegari, Somis, al francese Champion, italianizzato in Campioni, e al Rossini strumentale. Ha suonato moltissimo Tartini: tra l’altro, ha collaborato all’incisione di tutti i concerti per violino del compositore padovano (vedi box) e ha inciso anche opere degli allievi di Tartini, provenienti da tutta Europa, la così detta Scuola delle nazioni che diffonderà l’arte tarti-

L’ARTE DI TARTINI

Tartini e L’Arte dell’Arco li ha registrati tutti. Tre i solisti coinvolti Giovanni Guglielmo, Federico Guglielmo e Carlo Lazari. Il cofanetto di 29 CD meritoriamente prodotto dalla Dynamic suggella un lavoro di quasi vent’anni (dalla prima registrazione del 1996 all’ultima del 2013) che ha compreso anche la trascrizione, la revisione e l’eventuale correzione degli errori di partiture in pratica dimenticate. Giovanni Guglielmo è l’inappuntabile violino solista di poco meno di una quarantina di lavori. f.l.

L’integrale dei Concerti per violino pubblicata da Dynamic in 29 CD Centoventicinque sono i concerti per violino di Giuseppe ensemble cameristici o di orchestre di strumenti antichi come la celebrata Arte dell’Arco. Sono 91 i CD che lo includono tra gli interpreti, ai quali vanno aggiunti 7 LP. Se si contano anche le registrazioni radiofoniche approntate per la RAI e la RTSI tra il 1964 e il 1979 si arriva a ben oltre il centinaio di titoli. Un catalogo ampio e raffinato, perché il talento di Giovanni Guglielmo si è soffermato spesso su partiture neglette, lavori per i quali non si era formata una tradizione interpretativa. Il che è certo un bene, ma può essere anche un rischio. Il violinista ha valorizzato prevalentemente autori italiani, per lo più del Settecento e del Novecento. Ha contribuito a oltre una ventina di registrazioni di opere di Vivaldi (tre volte coinvolto nell’incisione delle Stagioni, per Denon e Abegg) e ad altre dedicate a Corelli, Boccherini, Albinoni, Giardini, Nardini, Galuppi, Porpora Pugnani, Cimarosa, Scarlatti, Facco,

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niana del violino in tutto il continente. Altri dischi raccontano di un Guglielmo interessato a riaccendere l’attenzione su compositori vicentini che il tempo ha cancellato dalla memoria dei più. È il caso di Gaetano e Giovanni Meneghetti, padre e figlio vissuti nel Settecento, a cui ha dedicato 2 CD, o di quel Coronaro, musicista dell’Ottocento, amico dello scrittore Antonio Fogazzaro. Tra gli autori del Novecento italiano, che dimostrano l’interesse di Guglielmo per la promozione della musica a lui contemporanea, nel tempo e nello spazio, ci sono Respighi e Malipiero, Omizzolo, Pedrollo, Orefice e Girotto, Sinigaglia, Busoni, Rota e Morricone. Lungi però dall’idea che la curiosità del violinista vicentino sia limitata dai confini nazionali: Bach, Händel, Couperin, Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Mendelssohn, Grieg, Wolf, Debussy e persino Piazzolla e la miglior musica da film non mancano nella sua discografia. ●


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di Paolo Meneghini di Filippo Lovato

IL CANTO DEL CIGNO: L’ULTIMO ANNO DI SCHUBERT IN DUE CD

TUTTO SCHUMANN PER PIANOFORTE E ORCHESTRA

autore F. Schubert titolo CD Schwanengesang, Piano Sonata D 960 interpreti Matthias Goerne (voce), Cristoph Eschebach (piano) etichetta 2CD Harmonia Mundi, 902139.40, DDD, 2012

autore R. Schumann titolo CD Musica per piano e orchestra interpreti J. Lisiecki (piano), Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, A. Pappano (dir.) etichetta CD DG, 479 5327, DDD, 2016

Schubert compose i 14 lieder pubblicati poi sotto il titolo Schwanengesang (Il canto del cigno) l’anno della sua morte, il 1828. I testi sono di Rellstab, Heine e Seidl. Allo stesso anno risale la Sonata in Si bemolle maggiore D. 960, la sua ultima. Sono due degli impressionanti capolavori con cui il compositore, già debilitato, ma in preda quell’anno a una vera e propria frenesia creativa, si congedò dalla vita e che ancor più ce ne fanno rimpiangere la prematura scomparsa. Con buone ragioni Goerne ed Eschenbach intravedono il presagio della fine in entrambi i lavori inclusi in questa registrazione. Il baritono tedesco, di voce profonda, scava drammaticamente i testi, e insinua una sinistra ambiguità anche nei lieder all’apparenza più disimpegnati, come il celeberrimo Ständchen. Ma si ascolti Der Doppelgänger: i primi accordi lugubri del piano preparano un’interpretazione desolata e memorabile che fa letteralmente rabbrividire di terrore. I tempi, va da sé, sono dilatati. Eschenbach dosa con maestria il tocco, ma mantiene sempre un’articolazione nitida del suono. E sfiora il sublime nell’Andante sostenuto della Sonata. ●

Aveva diciassette anni nel 2012 Jan Lisiecki quando affrontò per la prima volta il concerto per piano di Schumann con l’Orchestra di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano. I professori italiani, il direttore inglese e il pianista canadese si intesero a meraviglia. Ne nacque il desiderio di registrare assieme il lavoro di Schumann. Ed ecco a quattro anni di distanza questo luminoso CD che accoglie tutte le opere per piano e orchestra del musicista tedesco, il Concerto op. 54, Introduzione e Allegro appassionato op. 92 e il contrastato Introduzione e Allegro da Concerto op. 134, mai incluso prima in un disco DG. Lisiecki si conferma pianista di raffinata musicalità, dal tocco controllato. Anche nei passaggi più ostici, del Concerto o dell’op. 134, le sue indubbie abilità tecniche sono sempre al servizio dell’espressione. Ma la sua natura lirica si rivela al meglio nel bis, un sognante Träumerei dalle Kinderszenen. Pappano, dal canto suo, guida con energia la compagine italiana in una lettura attentamente definita. Di livello anche le prove di alcuni orchestrali impegnati in parti solistiche, come legni e ottoni, nell’op. 92. ●

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di Paolo Meneghini di Marco Bellano

L’ATTUALITÀ DI MOZART STA IN UN VIDEOCLIP? https://www.youtube.com/watch?v=5uD83Y42e-Y https://www.youtube.com/watch?v=se3yfvqu7_Q È giovane, il pianista Jan Lisiecki. In virtù di questo, si rivolgono spesso ai giovani i video che pubblicizzano la sua attività artistica. In filmati come quelli proposti, s’intuisce immediatamente un continuo riferimento alla tipologia del videoclip, tipica della musica cosiddetta “leggera”. Quest’ambito è Jan Lisiecki in realtà vasto, e capace di produrre opere di notevole interesse: nel caso di Lisiecki, però, ciò che si sta facendo è creare una “atmosfera” da videoclip, in modo, presumibilmente, da catturare l’attenzione di chi appartiene alle fasce d’età solitamente più predisposte a consumare simili filmati. In entrambi i casi, il momento dell’esecuzione musicale vera e propria è presentato solo sporadicamente, quanto basta per collocare Lisiecki nel ruolo di interprete; spesso l’artista è inquadrato nell’atto di posare per la macchina da presa, oppure non è affatto in campo, lasciando spazio a immagini che raccontano contesti urbani contemporanei: un porto commerciale o una metropoli multietnica. In quest’ultima, sono sottolineate certe forme espressive legate alla cultura hip hop (breakdance, graffiti): si vuole indubbiamente alludere all’attualità di Mozart. Il messaggio, tuttavia, invita a porci delle domande interessanti sulla rappresentazione del concetto di “contemporaneo”. I videoclip hanno raggiunto una popolarità internazionale da quasi quarant’anni; l’hip hop, invece, da circa trent’anni. Siamo sicuri che siano davvero questi i riferimenti spettacolari destinati a riassumere la musica “giovane” degli anni 2020? ●

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