NOVEMBRE-DICEMBRE 2018
MusiCare 2018 - ANNO XX - Numero 5 - Mensile in A.P. 70% C.P.O. Vicenza
SILENZIO, SI CANTA! Non solo le festività natalizie e di capodanno: tutti gli spettacoli dal vivo sono sempre più luccicanti e rumorosi. La qualità musicale spesso cala ma gli effetti psichedelici aumentano, come se una buona interpretazione artistica non bastasse più. Il Falsaff di IVÁN FISCHER all’Olimpico ha insegnato il contrario. FESTA IN MUSICA A TEATRO Natale con la Schola San Rocco, Capodanno con la OTO, nel segno di cultura e tradizione
SI FA...MUSICA!
Ecco i progetti di didattica e formazione 2018/19 per la scuola vicentina 1
IL MAESTRO DELLE CIME
Bepi De Marzi è commendatore, e la sua musica è patrimonio mondiale eterno
VENERDÌ 9 NOVEMBRE 2018
DOMENICA 24 FEBBRAIO 2019
ORE 20:45
ORE 20:45
CHAMBER ORCHESTRA OF EUROPE
ISABELLE FAUST violino ALEXANDER MELNIKOV pianoforte
Andrés OROZCO-ESTRADA direttore NIKOLAJ SZEPS-ZNAIDER violino musiche di Kodály, Čajkovskij e Dvořák
LUNEDÌ 26 NOVEMBRE 2018
ORE 20:45
GRINGOLTS Quartet META4 Quartet musiche di Mendelssohn-Bartholdy e Enescu
LUNEDÌ 10 DICEMBRE 2018
ORE 20:45
EMANUEL AX pianoforte musiche di Brahms, Benjamin, Schumann, Ravel
VENERDÌ 21 DICEMBRE 2018
ORE 20:45
per celebrare i 25 anni di attività della Schola San Rocco
SCHOLA SAN ROCCO coro e orchestra FRANCESCO ERLE direttore musiche di Lotti e J. S. Bach
Integrale delle sonate per violino e pianoforte di Beethoven primo concerto
SABATO 9 MARZO 2019
ORE 20:45
YEFIM BRONFMAN pianoforte musiche di Schumann, Debussy e Schubert
LUNEDÌ 18 MARZO 2019
ORE 20:45
FRANCESCO BOSSONE fagotto ALESSANDRO CARBONARE clarinetto FRANCESCO DI ROSA oboe GUGLIELMO PELLARIN corno PIETRO DE MARIA pianoforte musiche di Mozart e Beethoven
MARTEDÌ 26 MARZO 2019
ORE 20:45
HÈSPEROS PIANO TRIO
MERCOLEDÌ 9 GENNAIO 2019
ORE 20:45
FILIPPO GAMBA pianoforte
Integrale dei Trii con pianoforte di Beethoven quarto concerto
Integrale delle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven quinto concerto
ORE 20:45
GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2019
RADU LUPU pianoforte
ORE 20:45
SCHAROUN ENSEMBLE BERLIN ottetto dei Berliner Philharmoniker
musiche di Brahms, Werner Henze e Beethoven
MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO 2019
ORE 20:45
ORIENTE – OCCIDENTE Un Diálogo de las Ánimas
JORDI SAVALL lira de arco e rebab DRISS EL MALOUMI oud DIMITRI PSONIS SANTUR chitarra moresca e percussioni
MERCOLEDÌ 10 APRILE 2019
musiche di Schumann e Schubert
LUNEDÌ 15 APRILE 2019
ORE 20:45
SUYOEN KIM violino Integrale della sonate e delle partite di Bach secondo concerto
VENDITA BIGLIETTI Biglietteria Teatro Comunale tel. 0444 324442 / biglietteria@tcvi.it www.tcvi.it Società del Quartetto di Vicenza tel. 0444 543729 / info@quartettovicenza.org 2www.quartettovicenza.org
D
icembre è forse il mese dell’anno in cui il mestiere del musicista si avvicina maggiormente all’artigianato, allontanandosi dall’arte intesa come espressione libera e “pensata”. Non vale per tutti, certo, ma tra canzoni natalizie più o meno tradizionali e valzer più o meno viennesi, le pagine dei giornali e le locandine dei negozi sfavillanti risparmiano pochi. Certo, questo può significare anche avvicinarsi alla gente, al “sentire popolare”, facendosi interpreti di un messaggio di volta in volta rinnovato, attraverso un linguaggio antichissimo. La musica ha sempre svolto funzioni celebrative, ed il musicista non ha forse mai perso del tutto quel cromosoma sociale che lo vuole “servo” del suo tempo. Mozart e Beethoven tanto hanno fatto per emanciparsi da questo, ma pochi anni dopo Verdi si troverà quasi costretto a scrivere opere e non musica sinfonica o da camera, perché quello richiedeva il gusto popolare; e, venendo a tempi recenti, Morricone non ha mai negato che avrebbe preferito dedicarsi alla sala da concerto che a quella del cinema. La vita vuole che, in ogni tempo, ci siano in circolazione pochissimi artisti, qualche interprete e molti esecutori. Non è un’ignominia appartenere a quest’ultima categoria, al contrario, una grande possibilità: nobilitare il semplice, raggiungere i più. Chi organizza concerti ha la responsabilità di mediare tra ciò che chiede il “mercato” e ciò che può far progredire una società dal punto di vista culturale, anche in tempi in cui si sembra arretrare… Le proposte musicali “celebrative” di Società del Quartetto e Orchestra del Teatro Olimpico vanno in questa direzione: non rinunciare alla tradizione, salvaguardando qualità artistica e culturale. Una prima esecuzione in tempi moderni del Kyrie per la notte di Natale del 1706 di Antonio Lotti è sicuramente un ottimo modo di onorare questa festività in un cartellone di musica colta; la Musica per i reali fuochi d’artificio di Händel affianco ai valzer di Strauss strizza l’occhio alla storia della musica ed ai gusti del pubblico. Il maestro insegnava: “Esiste la tradizione. Poi ci sono anche le cattive abitudini...”. ●
In copertina: IVÁN FISCHER e LAURA POLVERELLI durante un momento del “Falstaff” di Verdi andato in scena al Teatro Olimpico di Vicenza ad ottobre 2018.
foto di Judit Horváth Anno XX - Numero 5 Novembre-Dicembre 2018
coordinamento editoriale Giovanni Costantini collaboratori Marco Bellano Silvia Ferrari Filippo Lovato Paolo Meneghini Alberto Schiavo Michele Todescato impaginazione Alessandra Melison per le foto l’Editore è a disposizione di quanti provassero diritti di Copyright
Giovanni Costantini
cartaCanta
di Michele Todescato
UN’ISPIRAZIONE DI FUOCO F. CHOPIN ANDANTE SPIANATO E GRANDE POLACCA BRILLANTE, OP. 22 ED. HENLE VERLAG, MÜNCHEN 1998
L’opera sarà eseguita da Emanuel Ax lunedì 10 dicembre 2018 al Teatro Comunale di Vicenza.
Periodico di cultura, musica e spettacolo di Società del Quartetto di Vicenza e Orchestra del Teatro Olimpico Direttore Resp.: Matteo Salin Editore: Società del Quartetto di Vicenza Redazione: vicolo cieco Retrone, 24 Vicenza Tel. 0444/543729 Fax 0444/543546 web www.quartettovicenza.org e-mail info@quartettovicenza.org Periodico iscritto al registro Stampa del Tribunale di Vicenza n. 977 Stampa: Tipolitografia Pavan snc su carta Passion 13 da 100 g/mq Tiratura 3000 copie
la carta di questa pubblicazione è gentilmente offerta da
«Ogni difficoltà su cui si sorvola diventa un fantasma che turberà i nostri sonni» Fryderyk Chopin
3
STAGIONE SINFONICA 2018 - 2019
BIGLIETTI Biglietteria del Teatro Comunale Viale Mazzini 39 / Tel. 0444324442 biglietteria@tcvi.it / online www.tcvi.it Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza Vicolo Cieco Retrone, 24 Tel. 0444 326598 / segreteria@orchestraolimpico.it www.orchestraolimpico.it
4
LA STECCA
Indice
«La natura volle fare della donna il suo capolavoro: ma sbagliò tonalità e la prese troppo acuta.» (Gotthold Lessing, scrittore, filosofo e drammaturgo tedesco illuminista, 1729-1781)
6
echi
SPERIMENTAZIONE ED EQUILIBRIO: UN FALSTAFF STELLARE CON FISCHER di Cesare Galla
7
frasi&accordi
8
musicaMese
9 10
IL PRIMO FALSTAFF NON SI SCORDA MAI: ARTE ED INCANTO PER GLI SPETTATORI di Anna Baldo
IL PIACERE D’UNA OCCUPAZIONE INUTILE: IL ROMANTICISMO AL PIANOFORTE di Marco Bellano
musicaMese
DALLA “CAVALLERIA LEGGERA” AL POPOLO SOVIETICO: VERSATILE QUESTA OTO! di Silvia Ferrari
11
notEventi
12
echi
13 14
SPIRITO, FESTA E TRADIZIONE: È IL CONCERTO DELLA GRANDE NOTTE di Silvia Ferrari
BEPI, IL SIGNORE DELLE CIME MUSICALI, COMMENDATORE CANTATO IN ETERNO di Filippo Lovato
registri&note
“SI FA...MUSICA”: ECCO I PROGETTI DI DIDATTICA E FORMAZIONE 2018/2019 di Liliana Riggio
backStage
CRESCERE ED ESSERE SEMPRE GIOVANI: LA RICETTA DI BELLEZZA DELLA OTO! di Paolo Meneghini
notEventi
25 ANNI DI STUDIO E AMORE IN MUSICA: SCHOLA SAN ROCCO, FESTA IN CONCERTO di Francesco Erle
d’altro ouverture canto Nord Italia, anno domini 2018. Il contesto è di quelli sontuosi, la sede prestigiosa: un vernissage, seppure in mostra vi siano opere sulle quali si sono posati secoli di sguardi e di luci polverose. La musica, dello stesso periodo delle tele esposte, accompagna i primi visitatori nel tour delle sale e, per una volta, è musica dal vivo. Il solo gesto musicale degli strumentisti crea un piacevole effetto di “attualizzazione” dei soggetti dei quadri, nell’atmosfera già magica del castello che ospita l’evento. Le musiche sono del primo barocco musicale, ad eseguirle un trio flauto, violino e violoncello. Quando il codazzo del curatore della mostra giunge di rimpetto alla fonte sonora, un anziano signore emerge dal capannello e non resiste alla tentazione di esprimere il suo apprezzamento alla musica ed in particolare alla flautista, lanciandosi in un elogio all’estetica di lei e del suo «clarinetto». Lo scivolone sarebbe ordinaria amministrazione se qualcuno dei presenti non infierisse riprendendo bonariamente il «provveditore» per il suo errore. Chissà se ora che si chiamano Dirigenti dell’Ufficio Scolastico Provinciale conoscono un attimo di più la musica. Potrebbe essere una buona condizione di partenza per considerarne la sua importanza nell’istituzione che dirigono. ●
5
ouverture notEventi echi
di Paolo Meneghini di Cesare Galla
SPERIMENTAZIONE ED EQUILIBRIO: UN “FALSTAFF” STELLARE CON FISCHER Il critico musicale Cesare Galla non ha dubbi: il Vicenza Opera Festival firmato da Iván Fischer e Società del Quartetto di Vicenza ha debuttato nel migliore dei modi. In un teatro Olimpico affollato di pubblico internazionale la scena è stata indovinata e l’esecuzione all’altezza dei nomi.
musica dentro a uno spazio nato per un teatro di parola nel quale la musica era elemento implicito quanto ampio, secondo l’interpretazione che nel ‘500 si dava della tragedia greca. Al proposito, è vero quello che si è premurato di chiarire Iván Fischer introducendo questa sua nuova avventura musicale legata all’Olimpico, il Vicenza Opera Festival realizzato insieme alla Società del Quartetto: all’inizio le strade dell’opera e della prosa correvano parallele e vicinissime, s’intersecavano spesso, si condizionavano senza alcun problema di commistione fra generi. Oltre all’opera delle origini, quindi, il genere melodrammatico che più si attaglia “anche” all’Olimpico è quello in cui parola e musica più strettamente sono legate, a prescindere dall’epoca e dallo stile. Di qui la scelta del direttore ungherese: l’ultima opera di Verdi, Falstaff , sorpassa di colpo una tradizione formale (non solo italiana) plurisecolare, rinuncia alle forme chiuse, genera un flusso continuo di canto in conversazione (e in complessa sovrapposizione polifonica), lascia che la melodia emerga solo a tratti, quasi in controluce, affermandola a rimbalzo fra le voci e gli strumenti, lasciandola sospesa, intuitiva ma non meno accattivante. […]
La scena, da Budapest al Palladio
Il praticabile di legno leggermente sollevato si allunga parallelo alla “frons scenae” del Teatro Olimpico fino all’altezza della Porta Regia, poi svolta e subito si biforca, inoltrandosi verso il lato sinistro del palcoscenico, quasi a disegnare una sorta di Y. A proscenio, una piccola pedana si sporge sulla platea, dalla quale è accessibile con ripide scalette. L’impianto scenico – se così vogliamo definirlo – è quello della produzione originale di questo Falstaff , nata nella capitale ungherese dalla collaborazione fra Budapest Festival Orchestra e Müpa, ma certo al cospetto della monumentalità palladiana fa un effetto particolare, diverso. Sembra quasi un suggerimento: le semplici strutture lignee del teatro elisabettiano calate dentro all’algido manierismo decorativo con cui nel 1585 il Rinascimento si congeda ripensando lo spazio teatrale degli antichi romani. […]
Testo e musica, binomio accattivante
La prova che negli ultimi anni attrae sempre più interpreti dell’opera è quella di calare il teatro per
6
Una regia concertata e dinamica
così scontato nella presenza di tante stelle sulla scena. Ambrogio Maestri è oggi il Falstaff per antonomasia del mondo operistico e si è capito perché: piega la sua voce torrenziale a un’interpretazione sofisticata, ricca di sfumature. […] Tassis Christoyannis ha disegnato il personaggio di Ford con vocalità di immediata efficacia drammatica […], il tenore Xabier Anduaga ha affidato all’innamorato Fenton una linea di canto elegante ed espressiva. Intorno a loro, efficacemente paradossali, sorta di versante elisabettiano di certe maschere della Commedia dell’Arte, si sono mossi con grande scioltezza i vari Francesco Pittari (Cajus), Stuart Patterson (Bardolfo) e Giovanni Battista Parodi (Pistola). Brillante ed equilibrato il quartetto delle voci femminili, con Eva Mei nei panni di un’Alice spiritosa e astuta, Laura Polverelli in quelli di una Meg Page di ben misurata ironia, Yvonne Maef a dare spessore alla parte di Quickly. […] Infine, ottima anche Sylvia Schwartz, una Nannetta sospirosa e delicata, con acuti ben timbrati e morbidi. ●
Inserito nell’Olimpico, il sistema di praticabili importato da Budapest si è dimostrato miracolosamente congruo a una sorta di ampliamento dei piani rappresentativi, offrendo una buona soluzione per la sistemazione della complessa “macchina sonora” necessaria all’esecuzione, probabilmente mai sperimentata prima. […] La regia, firmata dallo stesso direttore insieme a un esperto di questo spazio come Marco Gandini, ha così potuto rendere ragione della dinamica inesauribile che muove i personaggi di questa folle journée alla Verdi. […]
Le voci, promessa stellare mantenuta
La compagnia di canto (abbigliata spiritosamente dalla costumista Anna Biagiotti (anni Cinquanta le donne, stile popolare caricaturale per il protagonista) ha mantenuto quello che lo “standing” internazionale dei nomi prometteva, non senza il valore aggiunto dell’equilibrio, che non era
La recensione completa è disponibile su www.cesaregalla.it.
frasi&accordi ouverture notEventi
di Paolo Meneghini di Anna Baldo
IL PRIMO FALSTAFF NON SI SCORDA MAI: ARTE ED INCANTO PER GLI SPETTATORI Dalla parte del pubblico, “per vedere di nascosto l’effetto che fa”! L’occhio e la penna di Anna Baldo restituiscono il valore dell’esperienza nel teatro palladiano di un’ascoltatrice “impreparata” e dunque pronta a stupirsi per tanta bellezza...come la bambina di sette anni, affianco a lei. l’orchestra era disposta ad ogiva, con archi sul palco mentre fiati e percussioni stavano in buca. Il direttore nel centro, una passerella che tagliava in diagonale la scena, creando una totale commistione di ruoli. Nella trama di innocui inganni, in cui le donne si fanno gioco degli uomini, con leggiadria, anche il direttore gioca, si cela, si gira, entra in scena, è complice dei personaggi e si prende pure una mezza ramanzina da una cantante. Lo spirito ironico, il “wit” delle allegre comari, pervade l’opera e la sua messa in scena, che ha regalato al pubblico personaggi ritagliati sugli interpreti con una creatività visionaria. Se Verdi avesse conosciuto l’interprete di Falstaff, non avrebbe potuto dipingerlo più uguale di così. In contrasto il quartetto di donne, garbate e leggiadre, e molto pittoresche: una sorta di doppia coppia Adelina-Guendalina, per altro anch’esse aristocratiche, con caratterizzazioni sempre in equilibrio sul filo dell’ironia, senza mai cadere nella macchietta. I costumi incantano, in un crescendo che trionfa nei travestimenti fiabeschi del finale, con elfi, folletti e fatine luminose come lucciole… di mezza estate. Tra il pubblico, una bambina forse di sette anni; sono felice che le sia toccato in sorte di assistere a questa fiaba straordinariamente ricca d’arte, che ha riempito gli occhi e il cuore di tutti gli spettatori. Per un po’ ho condiviso il suo stesso stupore, in una vacanza dello spirito che è stata un vero regalo. ●
Non avevo mai visto un Falstaff di Verdi. In attesa della prima al Teatro Olimpico di Vicenza, ho deciso che non mi sarei informata di nulla, né musica né libretto, e nemmeno trama per sommi capi. “Per vedere da vicino l’effetto che fa”, si potrebbe canticchiare. L’Olimpico regala un’esperienza davvero difficile da imitare: chi siede sui gradoni sta di fatto dentro la stessa “pancia” dove si crea il suono, assieme ai musicisti. Questa cosa straordinaria, nella messa in scena di Iván Fischer e Marco Gandini è stata portata all’estremo. Forse a riprodurre l’antico Globe Theatre,
Il testo nella versione integrale è disponibile su www.annabaldo.com.
7
ouverture notEventi musicaMese
di Paolo Meneghini di Marco Bellano
IL PIACERE D’UNA OCCUPAZIONE INUTILE: IL ROMANTICISMO AL PIANOFORTE Rapsodie, mazurche, notturni, polacche e Figures: il concerto del grande pianista americano Emanuel Ax proporrà una galleria di pezzi di carattere dall’800 ad oggi, alla riscoperta di atmosfere da salotto intime e brillanti ma, talvolta, anche sperimentali ed ironiche. concerto di lunedì 10 dicembre, difatti, i brani più recenti sono del 2004: le Piano Figures del britannico Sir George Benjamin. Si è nel primo novecento, invece, con le otto Valses nobles et sentimentales di Maurice Ravel. Si trattò di un omaggio al maestro del pezzo breve, Franz Schubert, in un mondo però di armonie decisamente più avventurose, costruito con consapevolezza ironica della sorpassata natura edonistica del pezzo di carattere. L’epigrafe della raccolta, di Henri de Réigner, recitava: “Il piacere delizioso e sempre nuovo d’una occupazione inutile”. Pienamente romantici sono invece i brani di Brahms, Schumann e Chopin. Le loro denominazioni molto diverse (rapsodia, Fantasiestück - ovvero “pezzo fantastico” -, mazurca, polacca, notturno) segnalano con evidenza la grande libertà dei compositori in questo
Emanuel Ax
I
l pezzo di carattere, ovvero la miniatura evocatrice di un’atmosfera, è una delle espressioni più tipiche della letteratura per pianoforte del Romanticismo. Le dimensioni contenute, e le tematiche talvolta languide, resero questi brani protagonisti dei “salotti”, ovvero di occasioni sociali domestiche, in cui agiati dilettanti intrattenevano gli ospiti con notturni, danze, romanze senza parole. In realtà, il pezzo di carattere costituì anche un terreno di ardita sperimentazione per molti celebri compositori. Proprio la sua concisione, e la sua lontananza dalle grandi forme musicali della tradizione, lo rendeva ottimo “banco di prova” per esplorazioni espressive libere da condizionamenti. Anche per questo, le miniature pianistiche continuarono a fiorire ben oltre l’Ottocento, arrivando sino ai giorni nostri. Nel programma di pezzi brevi proposto da Emanuel Ax nel
ambito. Forse il Notturno, più di ogni altra tipologia, ha segnato in maniera più profonda l’immaginario legato al pezzo di carattere: con essi, la notte del romanticismo divenne un luogo interiore, ben diverso da quello dei notturni settecenteschi, dedicati ad esuberanti festeggiamenti. Chopin fece di queste sue pagine una sorta di diario emotivo, alla ricerca delle maniere in cui il suono intimo del pianoforte possa suggerire la presenza d’un canto quasi umano. ●
lunedì 10 dicembre 2018 ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza
EMANUEL AX pianoforte musiche di Brahms, Benjamin, Schumann, Ravel e Chopin
9 MAGGIO 1911: GIOCHI DA SALOTTO CON RAVEL Durante la “prima” dei Valses nobles et sentimentales, il 9 maggio 1911, il pubblico fu coinvolto in un curioso gioco: tutti i brani sarebbero stati eseguiti in forma completamente anonima dal pianista Louis Aubert. Agli spettatori venne dato il compito di indovinare chi fossero i compositori. Ebbene, ben pochi attribuirono i Valses a Ravel; nella maggior parte dei casi, li si ritenne opera di Erik Satie o di Zoltán Kodaly. Ravel, invece, si vide attribuire una Mélodie di un certo Fraggi, nonché i Deux Rondels di Lucien Wurmser. m. b.
8
musicaMese ouverture
di Silvia Ferrari
DALLA “CAVALLERIA LEGGERA” AL POPOLO SOVIETICO: VERSATILE QUESTA OTO! Programma di indubbia varietà quello proposto dal secondo appuntamento in Stagione della sempre giovane Orchestra del Teatro Olimpico: tra la galoppata della celebre ouverture e la storia in musica della nona sinfonia di Šostakovič c’è spazio per un Concerto di Mendelssohn.
C
ontinua la stagione sinfonica dell’Orchestra del Teatro Olimpico, lunedì 17 dicembre alle 20.45 al Teatro Comunale di Vicenza. Dopo la collezione di ouvertures del primo concerto, c’è ancora spazio per un paio di brani d’apertura nel secondo appuntamento del catellone della OTO: quello dall’opera eroico-romantica Euryanthe di Carl Maria von Weber e quello - popolarissimo - dall’operetta Cavalleria leggera di Franz von Suppé.
La prima ouverture in programma viene considerata la pagina più perfetta ed esaltante di tutta l’opera Euryanthe, che insieme a Der Freischūtz e Oberon, compone quella trilogia in cui Weber ha gettato i germi della nuova concezione dell’opera tedesca, da cui deriverà il dramma musicale wagneriano. L’ouverture della Cavalleria leggera di Franz von Suppé è resa invece famosa dal celebre galoppo finale che risuona spesso, oltre che nelle sale da concerto, in film e cartoni animati. Il violinista cagliaritano Alessandro Moccia (già Primo violino dell’Orchestre des Champs-Élysées della Westdeutschen Rundfunk di Colonia e della Mahler Chamber Orchestra) affiancherà il direttore Alexander Lonquich nel Concerto in Re minore di Mendelssohn, autentica perla del repertorio del maestro tedesco, in quanto scritto per due solisti: violino e pianoforte. Gran finale in pieno Novecento con la gioiosa Sinfonia n. 9 di Dmitrij Šostakovič, la più concisa delle sinfonie di Šostakovič, composta nel 1945 e terza parte di una trilogia intesa a celebrare le sofferenze, lo sforzo e la vittoria del popolo sovietico nella guerra contro la Germania nazista. La varietà del programma permette e promette di sperimentare la versatilità della compagine, di molto ringiovanita dopo un importante giro di audizioni, come da statuto e mission della OTO. ●
Alessandro Moccia
lunedì 17 dicembre 2018 ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza
ORCHESTRA DEL TEATRO OLIMPICO ALEXANDER LONQUICH direttore e pianoforte ALESSANDRO MOCCIA violino musiche di Weber, Mendelssohn, Suppé, Šostakovič L’ANGOLO DI CESARE GALLA Alle ore 20 nel foyer del Teatro un’introduzione all’ascolto a cura di Cesare Galla e Alexander Lonquich
UN “DOPPIO CONCERTO” ELEGANTE E VITALE Il Concerto in re minore per violino, pianoforte e orchestra d’archi, scritto nel 1823, è un piccolo cammeo eseguito raramente, nonché un cosiddetto “doppio concerto”, essendo scritto per due solisti. È articolato nei tradizionali tre movimenti - Allegro, Adagio, Allegro molto - ma l’invenzione di Mendelssohn ne scardina le logiche costruttive interne: gli interventi orchestrali sono
9
lineari e classici, mentre gli episodi solistici sono ondate di energia vitale che travolgono ed entusiasmano l’ascoltatore. Ciò che risalta in questo componimento è la misurata eleganza melodica, unita ad una brillante e piacevole scorrevolezza ritmica, espressione di un animo aperto alla gioiosa felicità della vita. Non mancano le influenze mozartiane e beethoveniane, ma non si può negare una spigliatezza e freschezza di tono nel modo di condurre il discorso melodico, in linea con le regole classiche, ma già tendenzialmente proteso verso la forma romantica.
ouverture notEventi notEventi
di Paolo Meneghini di Francesco Erle
25 ANNI DI STUDIO E AMORE IN MUSICA: SCHOLA SAN ROCCO, FESTA IN CONCERTO Francesco Erle, fondatore e direttore del prestigioso coro di Vicenza, racconta il viaggio della compagine attraverso i grandi autori interpretati negli anni e presenta il concerto al Comunale, con la prima esecuzione in tempi moderni del Kyrie di Lotti, scritto per la notte di Natale del 1706.
I
grandi compositori insegnano che la passione esige Figlia dunque di questa tradizione, la Schola San dispendio di energie, tempo e volontà. Mentre la Rocco ha con un processo ricco di dibattito, fatto di società attuale vede il coro di dilettanti di musica questo pensiero un impegno comune. E rispecchiato (cioè persone che traggono diletto dall’arte che, sein parte è anche chi legge, perché, e lo dico persocondo Goethe, può lenire i dolori della vita) con una nalmente con orgoglio, la Schola è al centro del movicerta benevolente compiacenza. Ma la società corale mento sociale di amore per la musica a Vicenza, come ha sempre accompagnato, e talora addirittura guidato del resto ovunque ci sia un coro dedito allo studio. il movimento musicale. Nel caso di Bach, la gioiosa Era naturale quindi che decidessimo di celebrare tane fondamentale riscoperta ti anni di passione scegliendel massimo tra i composido proprio un argomento di tori passa attraverso la Sinavanguardia della ricerca, la gakademie Berlin e i suoi riscoperta della musica vetre anni di studio di Motetti neziana che con Franco Rose Passione, in un percorso si e altri studiosi sto da anni organizzato per poter afpromuovendo: incredibili frontare con comprensione bellezze in prime edizioni e e preparazione quei capolaesecuzioni moderne di muvori. Similmente, la stessa sica sacra, e opere teatrali, evoluzione compositiva di di Legrenzi, Rovetta, AlbiJohannes Brahms passa noni, Galuppi, Lotti. Il Kyrie attraverso il lavoro con i scritto per la notte di Natale suoi cori, sperimentando, del 1706, sicuramente per sia nello studio del passato la basilica di San Marco per che nelle nuove composile caratteristiche indicazioni, soluzioni di scrittura zioni, è una piccola perla. che poi sfoceranno nelle Dopo una introduzione retosinfonie. Solo due esemrica con tipiche ed esclusive pi per un fenomeno molto armonie veneziane, un elecomplesso, ma glorioso di gantissimo Christe di scritrapporti e influenze insontura vivace, presenta una dabili, che nel particolare fuga che ci lascia a bocca caso della Schola San Rocaperta: il soggetto immediaco ha reso possibile il partamente ricorderà l’Offerta tecipare sempre più conMusicale di Bach (1747!), scio alle letture di Bach, perché di quella categoria Mozart, Haydn, Beethoven, di soggetti fa parte, e dimoLotti, “Kyrie”, copia manoscritta Mus.ms. 13160/4, Schubert, Schumann di Sir stra, con sorpresa deliziosa Staatsbibliothek, Berlin András Schiff all’ascoltatore competente, e Cappella Barca. Perché la forza dello studio della musica fatto assieme è un potentissimo mezzo che, se gestito, può portare a risultati di potenza comunicativa, e talvolta esecutiva, quasi incredibile. Quindi poco accorta è la società che dimentica questo segreto.
il livello altissimo del nostro compositore. Si evince ancora una volta che molta musica veneziana è stata lasciata negli archivi senza vederne la qualità straordinaria e la forza innovatrice, e l’incredibile influenza che ha avuto sui grandi della musica dei seguenti anni, Bach e Händel in primis. I due hanno studiato e posseduto copie di grandi lavori di Lotti e in molteplici passaggi l’uno di musica sacra, l’altro anche in opere teatrali, dimostrano chiaramente di adottare atteggiamenti e soluzioni del grande veneziano. Nel concerto saremo accompagnati da amici musicisti che condividono i nostri ideali, e tra loro virtuosi che calcano le scene europee ogni mese, assieme a giovani di talento e bravura, anche cresciuti nella nostra città. In un organico scelto secondo la tradizione del centro mondiale della musica al tempo di Bach: Venezia. ●
venerdì 21 dicembre 2018 ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza
SCHOLA SAN ROCCO coro e orchestra FRANCESCO ERLE direttore musiche di Lotti e Bach Alle ore 20, nel foyer del Teatro, una guida all’ascolto a cura del maestro Francesco Erle
10
notEventi ouverture
di Silvia Ferrari
SPIRITO, FESTA E TRADIZIONE: È IL CONCERTO DELLA GRANDE NOTTE Federico Guglielmo, konzertmeister del Gran Concerto di San Silvestro, presenta il programma artistico pensato per non annoiare e viaggiare nella musica ma senza abbandonare la tradizione delle celebrazioni: dalla regalità del ‘700 ai valzer degli Strauss, appuntamento il 31 dicembre!
F
ederico Guglielmo, figlio d’arte, dirige la OTO nel tradizionale Gran Concerto di San Silvestro che avrà luogo il 31 dicembre al Teatro Comunale di Vicenza e che verrà trasmesso anche quest’anno in diretta televisiva dall’emittente TVA Vicenza. Un’occasione doppiamente imperdibile: per la raffinatezza di questo konzertmeister padovano, violinista direttore elogiato dalla critica internazionale per “una versatilità straordinaria” ed “una matura autorevolezza interpretativa”; e per il programma, originale ed atipico rispetto ai tradizionali concerti di Capodanno. «Spesso i concerti di Capodanno – spiega il maestro Federico Guglielmo – possono risultare noiosi per la loro natura monotematica o perché sono strutturati in modo troppo classico e tradizionale; in questo concerto si equilibrano molto bene l’elemento celebrativo, l’elemento allegro e festivo e l’elemento più tradizionalmente legato al Capodanno». Ecco quindi la scaletta della serata costruita attorno alle tre linee principali appena esposte: l’elemento fe-
stivo, attraverso le varie fasi della storia della musica; l’elemento più tradizionalmente e classicamente legato al tema del Capodanno viennese degli Strauss; ed infine una componente di spirito italiano. Un programma composito, dunque. «Si inizia con una botta di energia – spiega Guglielmo – con Händel e la Musica per i reali fuochi d’artificio. Un pezzo sfolgorante ed estremamente celebrativo. In questo modo, apriamo con la musica del Settecento al suo più alto livello di presenza, di brillantezza, di energia». Si continua con le Tre danze tedesche KV 605 di Mozart, pezzi abbastanza tardivi e celebri per il famoso passaggio della slitta: «Tre pezzi brevi, una proporzione miniaturistica per trovare i temi della neve, del Natale, del viaggio in slitta». La prima parte termina con quella che il direttore definisce «l’intuizione di portare un po’ di freschezza italiana»: quindi Rossini con l’ouverture della Cenerentola e poi un salto, «che può sembrare brusco, ma
non lo è per niente», alla suite La Strada di Nino Rota, proposta in una selezione di brani. La seconda parte prevede invece una serie di brani degli Strauss, ma con un cambio di ruolo: «Se nella prima parte del concerto dirigo, nella seconda prendo in mano il violino e propongo alcuni brani legati alla presenza del violino come parte principale». Un evento, dunque, quello del Concerto di San Silvestro al Teatro Comunale di Vicenza assolutamente di classe ma anche simpatico ed alla portata di tutti. ●
lunedì 31 dicembre 2018 ore 22:00 Teatro Comunale di Vicenza
ORCHESTRA DEL TEATRO OLIMPICO FEDERICO GUGLIELMO violino e direzione conduce Elisa Santucci musiche di Händel, Mozart, Rossini, Britten e della famiglia Strauss
11
ouverture notEventi musicaMese
Paolo Meneghini adicura della redazione
WALDSTEIN E L’APPASSIONATA: PROSEGUE IL VIAGGIO CON BEETHOVEN Le mani di Filippo Gamba continuano ad accompagnare il pubblico di Vicenza nel “vangelo secondo Beethoven”, l’integrale delle Sonate per pianoforte.
I
l 9 gennaio 2019 giungerà alla quinta tappa l’affascinante viaggio nel “Nuovo Testamento” della Musica, ovvero le 32 Sonate per pianoforte di Beethoven, sfida titanica e attrazione irresistibile per tutti i grandi interpreti. Il pianista Filippo Gamba, celebrato dalla critica come musicista profondo e sensibile, ci accompagna questa volta all’ascolto di tre piccole gemme e di due sommi capolavori come l’Appassionata e la Waldstein, punto culminante della “seconda maniera beethoveniana”.
Prima del concerto, nel foyer del Teatro Comunale, guida all’ascolto sulle Sonate di Beethoven (relatore in via di definizione) . ●
mercoledì 9 gennaio 2019 ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza
FILIPPO GAMBA pianoforte musiche di Beethoven
ouverture notEventi echi
di Filippo Lovato
BEPI, IL SIGNORE DELLE CIME MUSICALI, COMMENDATORE CANTATO IN ETERNO Il riconoscimento assegnato dal Presidente della Repubblica Mattarella al maestro De Marzi corona e sancisce una vita dedicata alla musica ed alla ricerca della bellezza. Mentre il suo canto più celebre è oramai patrimonio mondiale irrinunciabile.
Bepi De Marzi
C
’è universalità nell’identità. L’esperienza artistica di Bepi De Marzi, schietta e profonda, ne dà continua testimonianza. Il fondatore del coro maschile I Crodaioli, che ha compiuto sessant’anni, l’autore di più di cento composizioni, tra le quali Signore delle cime, che risale ancora a quel fatidico 1958, è Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica. L’onorificenza, l’affettuosa stretta di mano del Presidente Mattarella e un concerto con De Marzi e I Crodaioli al Quirinale hanno sancito l’alto contributo alla causa della musica di un cantore della montagna, che è stato anche esigente didatta e sensibile strumentista (clavicembalista e organista dei Solisti Veneti fondati dall’amico Claudio Scimone) e continua a essere carismatica guida del suo coro, arguto tessitore di prose, anche per Il Giornale di Vicenza, amico e collaboratore di scrittori e poeti come Carlo Geminiani, Mario Rigoni Stern, padre David Ma-
ria Turoldo e don Giovanni Costantini. Signore delle cime si è diffusa nei cinque continenti a prescindere dalle tournée dei Crodaioli. Ne sono state realizzate traduzioni, la si è ascoltata anche in giapponese. In tanti luoghi, per tante persone, Signore delle cime è un canto popolare, non il lavoro di un musicista di Arzignano che vi si impegnò, a ventitré anni, una sera per “un quarto d’ora, forse venti minuti”, in ricordo di un giovane alpinista suo omonimo, travolto da una slavina, Bepi Bertagnoli. Pochi artisti, forse nessuno oltre a De Marzi, possono aspirare a tanto: apprendere, mentre sono ancora in vita, che una loro creazione partecipa della terrena eternità delle cose umane di cui non si riconosce un inizio e di cui non si immagina una fine, che si fanno elementi di un panorama dei quali non si può concepire l’assenza, elementi singolari e universali come il profilo di una vetta. Grazie Bepi. ●
12
registri&note ouverture
di Liliana Riggio
“SI FA...MUSICA”: ECCO I PROGETTI DI DIDATTICA E FORMAZIONE 2018/2019 Alla più che decennale esperienza musicale, la Società del Quartetto ha sempre affiancato una attenzione particolare a giovani, bambini e ragazzi, per offrire loro occasioni di incontro con professionisti di alto livello, approcci alla composizione ed alla storia della musica, con prove aperte e concerti rivolti anche alle famiglie. Nel tempo - grazie anche ad un continuo confronto con il mondo della scuola e con la consapevolezza che spesso manca un percorso adeguato alla formazione musicale e all’ascolto - si è definito un progetto che ha coinvolto, con successo, alcune scuole e che, per l’anno scolastico 2018/19, la Società del Quartetto estende a diversi Istituti Comprensivi della città. Ecco dunque, schematizzate e sintetizzate, le proposte.
Laboratori di propedeutica musicale per bambini tra i 3 ed i 6 anni
Ensemble vocale e strumentale per ragazzini con disabilità lieve, DSA e BES
Avranno come obiettivo l’avvicinamento dei bambini alla musica attraverso l’ascolto di suoni, rumori e timbri diversi partendo dall’analisi del mondo che li circonda e alla sua organizzazione in musica. La conoscenza e scoperta della ritmica elementare, del canto e della gestualità, avverrà anche con l’utilizzo di piccoli strumenti a percussione, dei suoni del proprio corpo, di piccole danze, giochi. Per integrare e potenziare ulteriormente lo sviluppo dell’ascolto attento sarà utilizzata anche la struttura di un raccontonarrazione inserendo le musiche di scena con l’aiuto di un’attrice professionista. Piccole presentazioni di strumenti permetteranno inoltre ai bambini di vedere da vicino gli strumenti “classici” dell’Orchestra. Il progetto sarà affiancato da una rassegna di fiabe musicali presso il Teatro Comunale di Vicenza, appositamente creata per il giovane pubblico che potrà partecipare attivamente alle rappresentazioni.
In collaborazione con l’associazione Rimachèride, sarà inoltre attivato nel territorio di Vicenza un progetto pilota che vuole coinvolgere un gruppo di ragazzini fra gli 8 e i 12 anni (dalla terza elementare alla seconda media) con disabilità lieve (legge 104/92, art. 3) DSA (legge 170/2010) e con Bisogni Educativi Speciali, nella realizzazione di un ensemble vocale e strumentale. Il gruppo, seguito da due insegnanti diplomate in musicoterapia, parteciperà ad un laboratorio musicale della durata di 34 incontri in due anni, da gennaio 2019 a dicembre 2020 affrontando un percorso che avvicina i ragazzi a linguaggi meno esplorati, stimolando la creatività, le funzioni cognitive, la relazione. a cura di Eleonora Beltramello e Chiara Bertollo
Laboratori di propedeutica musicale per bambini tra i 3 ed i 6 anni
a cura di Elena Fattambrini
Corsi di formazione e aggiornamento per docenti scuola dell’infanzia e primaria I temi previsti, predisposti in relazione alla fascia di età di insegnamento dei docenti, riguarderanno il ritmo, la vocalità, attività ludiche per esplorare i parametri del suono (timbro, intensità, durata…), ascolti attivi. Alcune delle attività proposte saranno: canti, filastrocche, giochi con la voce, danze e lavoro sulla motricità attraverso i suoni, rilassamento e drammatizzazione, ascolto attivo di brani di musica colta. a cura di Eleonora Beltramello e Chiara Bertollo
La finalità generale è di favorire la crescita dell’attitudine musicale in sviluppo, secondo le potenzialità, le modalità e i tempi personali di ogni bambino. Le attività saranno pratiche e creative, volgeranno allo sviluppo della sensibilità uditiva, della voce in relazione al canto, a potenziare il senso del ritmo e a favorire il senso della coordinazione motoria, a sviluppare l’ascolto, la socialità e l’inserimento favorendo inoltre il rilassamento. a cura di Elena Fattambrini
Responsabile Progetto Scuole prof.ssa Liliana Riggio
13
backStage
di Paolo Meneghini
CRESCERE ED ESSERE SEMPRE GIOVANI: LA RICETTA DI BELLEZZA DELLA OTO! I volti nuovi tra le file di archi e fiati sul palcoscenico del Comunale confermano quanto è nella mission della OTO: rigenerarsi per offrire formazione orchestrale ai giovani musicisti da tutta Italia. Tra le novità, anche un nuovo tutor ed un concerto “scambio” con Torino.
È
inutile negarlo, i giovani volti dei maestri d’orchestra della OTO negli ultimi anni ci erano diventati familiari. Quando gli archi e i fiati si schieravano sul grande palcoscenico del Teatro Comunale, avevamo imparato a riconoscerli subito – nonostante, fra un concerto e un altro, qualche violinista avesse cambiato pettinatura o qualche clarinettista si fosse fatto crescere la barba – e a quei volti ci eravamo sinceramente affezionati. Anche a Villa San Fermo di Lonigo, dove l’orchestra ha il suo quartier generale, i Padri Pavoniani si erano presi a cuore quella nidiata di talenti che ora ha preso il volo verso altri lidi, verso una professione difficile ma entusiasmante. La OTO è un ensemble di alta formazione, una bottega artigianale dove si impara a diventare maestri d’orchestra e proprio per questa vocazione il suo organico è destinato a cambiare ciclicamente: i “vecchi” devono lasciare il posto alle nuove leve. Dunque, nel primo concerto della Stagione Sinfonica 2018/19, andato in scena il 19 novembre al Comunale di Vicenza, abbiamo incontrato tante facce nuove; forse un po’ intimorite dal debutto, ma di sicuro motivate, determinate e, a dire dei tutor che li seguono, molto capaci. La “nuova” OTO, frutto delle audizioni che nei mesi scorsi hanno selezionato i circa cinquanta musicisti dell’organico, oggi ha un’età media che supera di poco i 24 anni (24,12 per la precisione) e parla i dialetti di 13 regioni italiane, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta. Qualcuno, com’è successo in passato
con i loro colleghi più anziani, ci lascerà anzitempo perché sarà riuscito a vincere l’audizione per entrare in un’orchestra prestigiosa, ma salvo questi piacevoli imprevisti quelli che abbiamo visto nel concerto che ha inaugurato la stagione sinfonica saranno i volti della OTO almeno per il prossimo biennio. Anche nel qualificato team dei formatori c’è una novità, con l’inserimento del maestro Pierantonio Cazzulani – in organico all’Orchestra di Mantova, ai Solisti di Pavia e docente al Conservatorio di Bergamo – come tutor dei violini secondi. Lo vedremo spesso sul palco del Teatro Comunale suonare assieme ai suoi più giovani colleghi. Novità anche in Stagione, con la OTO che sarà coinvolta in uno scambio di prestazioni artistiche “alla pari” con la titolata Orchestra Filarmonica di Torino. Il 14 gennaio l’orchestra piemontese sarà ospite della Stagione della OTO con un “programmone” diretto da Giampaolo Pretto: il Concerto n. 2 di Rachmaninov con Andrea Lucchesini al pianoforte e la settima Sinfonia di Dvořák. Quattro mesi più tardi – il 14 maggio – la OTO andrà in trasferta a Torino con Lonquich, il violino di Gregory Ahss e Enrico Bronzi al violoncello. Fra tante novità rimane una certezza importante: quella di Alexander Lonquich, il quale, nonostante una stagione ancora una volta densa di impegni in giro per il mondo, continuerà a dedicare molte energie all’Orchestra del Teatro Olimpico nella sua veste di direttore principale. ●
14
ouverture notEventi tracce
di Paolo Meneghini di Filippo Lovato
BRILLANTI I QUARTETTI, BRILLANTE L’ESECUZIONE: IL META4 ESALTA HAYDN
WOLFANGO DALLA VECCHIA NEL RICORDO DELLA SCHOLA SAN ROCCO
autore W. Dalla Vecchia titolo CD Opere Sacre interpreti G. Damian (soprano), Schola San Rocco, F. Erle (dir.), S. Celeghin (organo) etichetta CD Tactus, TC 920401, DDD, 2015
autore F. J. Haydn titolo CD String Quartets op. 55 1-3 interpreti Meta 4 Quartet etichetta CD Hänssler Classic, 98587, DDD, 2009
Wolfango Dalla Vecchia fu compositore di spicco del Novecento italiano, allievo, tra gli altri, di un altro gigante trascurato, Goffredo Petrassi. Francesco Erle, fondatore della Schola San Rocco, fu allievo di Dalla Vecchia. Nel booklet ricorda il concerto del 12 gennaio 1994, organizzato dagli Amici della Musica di Vicenza, quando diresse il suo coro, costituitosi un anno prima, nel Gloria di Poulenc, con Giovanna Damian e lo stesso Dalla Vecchia all’organo, già piagato dal male (sarebbe morto di lì a poco), prontamente sostituito da Silvio Celeghin. I protagonisti di quel concerto si ritrovano in questo disco che accoglie il Gloria del francese nella versione di Dalla Vecchia, assieme a opere originali del compositore, didatta e interprete. Ci sono Angele Dei, Salve Regina e Sancte Michael Archangele per coro, il settimo dei Corali in onore di J. S. Bach per organo e il Kyrie et Gloria “d’après Beethoven”, in una versione per coro, organo e quattro trombe ad libitum, ricostruita da Erle. Non è un caso che gli interpreti siano molto coinvolti e regalino letture di livello, curate nel dettaglio, dinamicamente ricche e molto espressive. ●
Haydn scrisse i tre quartetti op. 55 (e i tre dell’op. 54) nel 1788, sull’onda del successo riscosso a Parigi con le sinfonie composte per l’orchestra della Loge Olympique. I francesi, che amavano le esibizioni solistiche, prediligevano forme come la sinfonia concertante o il quartetto concertante (altrimenti detto “quartetto brillante”). Haydn, che conosceva il gusto del suo pubblico, non lesinò cadenze nelle op. 54 e 55, destinate a essere pubblicate dall’editore parigino Sieber. I tre quartetti qui registrati dal Meta4 (Anti Tikkanen e Minna Pensola, violini; Atte Kilpeläinen, viola, Tomas Djupsjöbacka, cello) sono piacevolmente estroversi e rappresentano Haydn al suo meglio: lieve, arguto, fecondo d’invenzioni e di colpi da maestro. Notevolissimo in particolare il secondo della raccolta, in Fa minore, soprannominato “Rasoio”: l’autore l’avrebbe offerto a un editore inglese in cambio di un buon rasoio. I finlandesi del Meta4 sanno combinare eccellenti doti individuali a una notevole coesione d’insieme. La loro lettura è un prodigio di leggerezza, brio e trasparenza, che risaltano in particolare negli splendidi contrappunti. ●
ouverture notEventi audioVisioni
di Paolo Meneghini di Marco Bellano
AL DI LÀ DELLO SCHERMO, NEL MONDO DELL’ARTISTA https://www.youtube.com/watch?v=7tbYiEtXIME “Diegetico” ed “extradiegetico” sono termini familiari a chi si occupa di teoria degli audiovisivi, ma che possono sembrare un po’ “esoterici” ai più; vale la pena considerarli brevemente, poiché il loro signifi-cato ci parla di importanti potenzialità del rapporto tra musica e immagini in movimento. Andrea Lucchesini In questo video che ha come protagonista il pianista Andrea Lucchesini, in cui si presenta un disco che confronta brani di Scarlatti e Berio, nonché di Schubert e Widmann, si vede inizialmente l’artista inten-to a suonare. Le note emesse dal pianoforte ci giungono in sincronia con i movimenti delle dita: è come se fossimo accanto all’artista, ascoltandolo in tempo reale durante l’esecuzione. Questo momento del video presenta dunque musica diegetica, ossia appartenente alla diegesi, l’universo che sembra trovarsi al di là dello schermo. Si può riconoscere la musica diegetica così: dalle informazioni provenienti dal video, sappiamo che essa viene ascoltata da noi spettatori tanto quanto dalle persone che si trovano al di là dello schermo. In questo caso, da noi e da Lucchesini. In altri momenti del video, invece, la musica prosegue su immagini che mostrano il musicista in contesti diversi: a passeggio, oppure intento a parlare con altre persone. In quei casi, la musica è extradiegetica; viene ascoltata solo da noi spettatori, ed è presumibilmente preclusa a chi si trova “nelle” immagini. Quando accade questo, tendiamo a cercare nella musica un senso emotivo in sintonia con la scena visualizzata, come se la commentasse. Se invece si torna alla visualizzazione dell’esecuzione, pur trattandosi della stessa musica, il sapore emotivo cambia: si razionalizza ciò che si sente come testimonianza di un’esecuzione, e non si cerca di aggiungere uno “strato” di significato ulteriore alle immagini. O meglio: ciò accade comunque, ma tale funzione diventa meno preponderante. È un esperimento che vale la pena tentare. ●
15
musiche di Händel, Mozart, Rossini, Britten e della famiglia Strauss
ENTI ISTITUZIONALI
SPONSOR E SOCI SOSTENITORI
Mercedes-Benz The best or nothing.
SUPPORTER
MEDIA PARTNER
PARTNER TECNICO
16
PARTNER DELLA SERATA