LUGLIO-AGOSTO 2017
MusiCare 2017 - ANNO XIX - Numero 3 - Mensile in A.P. 70% C.P.O. Vicenza
VERDI PRATI, VENTI, TURBINI E PENSIERI... E mille altri colori, fenomeni ed emozioni. Verranno con le nuove Stagioni di musica da camera e orchestrale al Teatro Comunale di Vicenza. Come promettono i titoli delle Arie di Händel per la voce di Magdalena Kožená, prima stella fra tante.
NOTE DI NOTTE
OpeNights e Notturni Palladiani: gli appuntamenti musicali estivi promettono piacere e stupore
NUMERI E CONCERTI
Buoni risultati e fiducia nel futuro per il Conservatorio “Pedrollo” nelle parole del direttore Antonello 1
DA MONTEVERDI A GLASS
Due proposte di audiovisivi per l’estate: la bellezza de “L’Orfeo” ed il mitico “Einstein on the beach”
mercoledĂŹ 6 settembre
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* questo concerto era inizialmente previsto il giorno 5 settembre
B
astano due belle Stagioni di musica, una da camera e una orchestrale, e qualche centinaio di abbonati al teatro per dire che la musica classica è ancora viva e il concerto è qualcosa di desiderato e richiesto dalla gente? No. Infatti la Società del Quartetto e l’Orchestra del Teatro Olimpico non si stanno limitando a questo, come invece accade ancora – va detto – in molte altre città italiane, dove le associazioni concertistiche di casa si limitano a compilare un cartellone appetibile, e il più delle volte con soli soldi pubblici, o quasi. No, fare cultura musicale su di un territorio e per quel territorio significa molto di più. Significa stabilire relazioni con enti, istituzioni, scuole, soggetti privati, persone, volti, storie; significa importare esperienze dall’esterno e ideare innovazioni nelle formule di proposta; significa creare opportunità per chi vuole lavorare con la musica e la cultura, senza dimenticare di far quadrare i conti, e quindi entrare in armonia con l’economia di quel territorio, anche quando questa subisce forti contraccolpi. E poi significa saper parlare molte lingue, quella del musicista e quella dell’ascoltatore, quella dell’imprenditore e quella del bambino che questa musica dovrebbe conoscere e potrebbe gradire, perché parte della sua identità. Il catalogo di concerti che questo MusiCare annuncia per i mesi a venire non è il frutto finale di una semina che non smette mai. Quello verrà chissà quando. O meglio, si raccoglie ogni volta che una musica si trasforma in un’emozione o in un concetto che rendano migliore una persona e la società in cui vive. ● Giovanni Costantini
In copertina Magdalena Kožená talento precoce del canto, è nata a Brno (Repubblica Ceca) 44 anni fa ed è oggi una delle mezzosoprano più affermate al mondo. Sarà a Vicenza l’1 settembre, con la Venice Baroque Orchestra diretta da Andrea Marcon. Anno XIX - Numero 3 Luglio-Agosto 2017
coordinamento editoriale Giovanni Costantini collaboratori Marco Bellano Filippo Lovato Paolo Meneghini Alberto Schiavo impaginazione Alessandra Melison per le foto l’Editore è a disposizione di quanti provassero diritti di Copyright
di Gabriele Scotolati
cartaCanta DA SCOPRIRE, QUESTO BOCCHERINI L. BOCCHERINI LA MUSICA NOTTURNA DI MADRID RIES & ERLER, BERLIN (dal manoscritto originale custodito nella biblioteca di Berlino) Editato da W. Upmeyer Publication 1997 disponibile presso la libreria Musica Musica
Periodico di cultura, musica e spettacolo di Società del Quartetto di Vicenza e Orchestra del Teatro Olimpico Direttore Resp.: Matteo Salin Editore: Società del Quartetto di Vicenza Redazione: vicolo cieco Retrone, 24 Vicenza Tel. 0444/543729 Fax 0444/543546 web www.quartettovicenza.org e-mail info@quartettovicenza.org Periodico iscritto al registro Stampa del Tribunale di Vicenza n. 977 Stampa: Tipolitografia Pavan snc su carta Passion 13 da 100 g/mq Tiratura 3000 copie
la carta di questa pubblicazione è gentilmente offerta da
L’opera sarà interpretata dagli archi dell’Orchestra del Teatro Olimpico Filippo Lama violino di concerto martedì 5 settembre 2017 nel cortile di Palazzo Barbarano.
«A Luigi Boccherini, che era anche un ottimo violoncellista, si deve la costituzione del primo quartetto d’archi stabile. Autore fecondissimo di musiche strumentali, trattò anche l’opera e la musica sacra, ma la sua importanza risiede nell’originalità della musica da camera e orchestrale, che solo recentemente si comincia a conoscere nella sua interezza». Gianfranco Maselli
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La libreria Musica Musica è un punto di riferimento per tutti coloro che suonano uno strumento, che insegnano, studiano, cantano, amano e coltivano la musica: dal ragazzino che sfoglia per la prima volta un pentagramma al musicista professionista, dal coro amatoriale all’orchestra sinfonica, dall’ensemble barocco alla band pop-rock. La libreria abbraccia tutti i generi e tutte le epoche. Nell’agosto 2015 il negozio è divenuto proprietà di Musica Variabile srl, unipersonale della Società del Quartetto di Vicenza con l’obiettivo di sostenerne l’attività. I NOSTRI SERVIZI – spedizioni nazionali ed internazionali; – ricerca e consulenza; – ordinazione su richiesta di titoli non presenti in catalogo reperibili da tutto il mondo; – valutazione e stima del materiale librario musicale: usato, raro, fuori catalogo o da collezione. NOVITÀ – corde per strumenti ad arco e chitarra: Dogal, Larsen, Thomastik, Pirastro; – ance Fiberreed; – accordatori, plettri, leggii. PROMOZIONI – convenzione speciale riservata ai Conservatori, alle Accademie e alle Scuole di Musica; – spedizione gratuita per ordini superiori ad 80 €. 18APP E CARTA DEL DOCENTE Musica Musica aderisce al bonus cultura di 500 € promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’iniziativa è rivolta ai ragazzi nati nel 1998 e ai docenti di ruolo.
musica musica vicenza — orario di apertura: martedì – sabato 9 – 13 / 15 – 19
vicolo cieco retrone, 20 0444 327719 www.musicamusicavicenza.it info@musicamusicavicenza.it fb: musicamusicavicenza
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Indice
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La stecca «Ci sono più cattivi musicisti che cattiva musica.» (Isaac Stern, violinista ebreo statunitense, 1920-2001)
ilConcertoNONèMorto
“GRAZIE OTO”, GRAZIE VITTORIO: RECIPROCITà NELLA QUALITà di Giovanni Costantini
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antePrima
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SUONI ANCESTRALI, EFFETTI ELETTRONICI OPENIGHTS STUPIRà ORECCHIE E ANIMA di Giovanni Costantini
LA VOSTRA PROSSIMA (IMPERDIBILE) STAGIONE DI MUSICA DA CAMERA di Paolo Meneghini
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frasi&accordi
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musicaMese
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tracce
NUMERI E CONCERTI: IL CONSERVATORIO CREDE NEL FUTURO DEL MUSICISTA di Filippo Lovato
NOTTURNI PALLADIANI, ELEGANZA E DIVERTIMENTO SOTTO LE STELLE a cura della redazione
DUE OPERE MITO PER UN’ESTATE TRA DIVANO E SPIAGGIA di Filippo Lovato
SUONO CLASSICO, ANIMA ROMANTICA: ECCO LA NUOVA STAGIONE DELLA OTO di Paolo Meneghini
d’altro ouverture canto Lo Stato italiano chiama e i musicisti rispondono. No, nessun bando di riapertura di una delle soppresse Orchestre Nazionali della RAI. Bensì la riapertura delle graduatorie per l’insegnamento nelle scuole secondarie, anche di materie musicali. E così, in ogni parte d’Italia, pianisti, oboisti, violinisti, sassofonisti e flautisti, percussionisti e violoncellisti, chitarristi e clarinettisti hanno fatto scale su scale di segreterie (gli arpeggi non erano richiesti), intonato inni a segretarie collaborative e lamentazioni nella compilazione dei moduli e ritmato crocette e firme su una quantità di carta da compromettere la foresta amazzonica. Tutto questo, con la musica, c’entra poco, per non dire niente. La maggior parte di queste vittime della burocrazia si troverà, almeno per i primi anni di servizio, a svolgere ruoli di sostegno o di “potenziamento” all’attività didattica: assistenza ai docenti di altre materie e aiuto ai ragazzini che necessitano di uno specifico supporto. Un ricatto sociale che in un Paese civile dovrebbe essere bandito: come si può passare dallo studio dell’analisi di una Sonata di Beethoven ad aiutare con competenza un bambino in difficoltà con le tabelline, quando non peggio? Le eccezioni virtuose non mancano, ma la risposta corale è che si fa più punteggio facendo sostegno nella scuola pubblica che non insegnando musica – il proprio mestiere – nella scuola privata. Queste sono le regole. Viene in mente la barzelletta del violinista che, pur di lavorare, accetta l’ingaggio di un circo: dovrà sì suonare il violino, ma vestito da coniglio e camminando su di una fune. Il giorno del primo spettacolo scopre con sgomento che durante la sua esecuzione funambolica vi saranno tigri e leoni pronti a sbranarlo. Il poveretto si avvia tremando, spaventato dai salti e dai ringhi sotto di lui. Ad un certo punto, un leone fa un salto più alto degli altri ma invece di inveire sul malcapitato violinista, al volo, gli sussurra: “Vai tranquillo, siamo tutti pianisti!”. ●
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ilConcertoNONèMorto
di Giovanni Costantini
“GRAZIE OTO”, GRAZIE VITTORIO: RECIPROCITà NELLA QUALITà Il primo oboe dell’Orchestra del Teatro Olimpico, Vittorio Bongiorno, ha vinto il concorso per primo oboe nei prestigiosi Münchner Symphoniker. La sua lettera di saluto ai dirigenti dell’orchestra vicentina svela l’essenza e la qualità dell’attuale progetto OTO. Gentile direttore Meneghini, gentile presidente Scanagatta, sono felice di comunicarvi che ho appena vinto il concorso per primo oboe ai Münchner Symphoniker! Questo porterà profondi cambiamenti alla mia vita, e a settembre mi trasferirò in Germania. Forse è un peccato non poter iniziare la propria indipendenza in Italia, in un certo senso avrei preferito non arrivare a cambiare Paese quasi per forza. L’Italia investe troppo poco sui suoi giovani talenti, questo è un peccato. Voi però avete cercato di creare qualcosa di diverso, e assieme abbiamo fatto qualcosa di unico che non troverò mai altrove. La voglia e la passione di fare musica assieme, alzare continuamente il livello tecnico, proporsi sfide sempre nuove: sono cose che si trovano meno frequentemente di quanto uno non possa immaginare, in Italia e non solo. Ma non sono mai mancate a Vicenza. Devo ringraziare pure la OTO se oggi sono quello che sono. Per me Monaco non potrà mai sostituire l’affetto che provo per Vicenza. Qui ho trovato amici e un modo di lavorare diverso. Per me sarebbe un onore continuare a collaborare con l’orchestra, quando possibile. Presto riceverò il calendario dall’orchestra e potrò organizzarmi al meglio. Monaco non è poi così lontana da Lonigo! Ci sentiamo presto, cordiali saluti, Vittorio Bongiorno
Vittorio Bongiorno
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ittorio ce l’ha fatta, ha vinto un concorso prestigioso, avrà un lavoro da musicista come merita: da settembre, sarà il primo oboe dei Münchner Symphoniker. Non è il primo dei professori d’orchestra della nuova OTO, quella voluta dal vicesindaco Bulgarini, pensata e allestita dal direttore generale Meneghini, diretta in palcoscenico da Alexander Lonquich e da due anni accompagnata per mano dal “presidente-tifoso” Franco Scanagatta. Prima di Vittorio, altri giovani colleghi – attualmente o precedentemente in organico OTO – hanno vinto audizioni per ruoli più o meno stabili. Altri ancora sono riusciti ad entrare in Accademie estere, passando audizioni non sempre meno impegnative di quelle richieste per lavorare. Qualcuno è riuscito a conciliare gli impegni, qualcun altro ha dovuto salutare la OTO. C’è tanto lavoro dietro ad un risultato del genere: c’è il sudore del prof. Bongiorno, un ragazzo milanese che ha studiato tanto e bene, c’è la competenza dei
suoi maestri (immaginiamo più di uno, tra Conservatorio e masterclass varie) e poi c’è la pratica in orchestre professionali e di formazione. La lettera che Vittorio ha scritto di getto ai dirigenti della OTO dice proprio questo: i grandi risultati si raggiungono insieme. Perché oggi non basta essere bravi, appassionati e “votati” alla causa. Bisogna anche avere la fortuna di trovarsi in contesti di qualità, dove si persegue l’innalzamento del livello e non una “galleggiante” sopravvivenza. Il prof. Bongiorno, in qualità di primo oboe, ha dato tanto alla OTO, al suo pubblico ed ai colleghi, che lo salutano con più di qualche lacrima. Con sincerità ed umiltà, Vittorio riconosce che anche la OTO ha dato molto a lui, così tanto da stabilire un rapporto di affetto ed uno slancio nella voglia di tornare. In questa reciprocità, in questo intreccio di relazioni nel segno della passione e della qualità, sta l’essenza di un’orchestra di alta formazione professionale. Vicenza dovrebbe andarne orgogliosa. ●
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musicaMese ouverture
di Giovanni Costantini
SUONI ANCESTRALI, EFFETTI ELETTRONICI: OPENIGHTS STUPIRà ORECCHIE E ANIMA Nel cortile di Palazzo Leoni Montanari e nel giardino del Teatro Olimpico, dieci serate di musica contaminata e spirituale, con strumenti antichi e nuovi e con le voci di musicisti di varie tradizioni e provenienze: tutto questo è OpeNights.
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n musicista alla volta. Da solo: con i suoi strumenti, la sua voce, la sua parola, la sua presenza scenica. L’edizione 2017 di OpeNights, ambientata nello splendido contesto all’aperto di Palazzo Leoni Montanari, propone sei serate di musica con altrettanti artisti e la loro capacità di mettersi a nudo creando un rapporto quasi esclusivo con ogni singolo spettatore. Venerdì 7 luglio si inizierà con la “Flute Odissey” di un uomo solo con i suoi “mille” flauti: Carlo Nicita, con l’ausilio dell’elettronica, condurrà gli spettatori in un percorso sonoro variopinto, evocando speranze, stati d’animo, emozioni, avventure di chi lascia la propria terra Madre per partire alla ricerca di una vita migliore. Un altro strumento a fiato abbinato alle potenzialità dell’elettronica, la settimana successiva: il grande trombettista Giovanni Falzone presenta “Dialogo con me stesso”, un percorso senza confini, che parte da due dei suoi grandi amori: Bach e Verdi e dove jazz, classica e contemporanea si intrecciano nella rete del tema. Venerdì 21 luglio sarà la volta di una musicista che non è solo una violoncellista e non è solo una cantante: Naomi Berrill è una donna irlandese che col suo violoncello e la sua voce fa meraviglie. A Vicenza proporrà “From the Ground”, 14 elegie vesprali che Naomi Berrill officia attraverso il canto e il suono del violoncello. Le sue creazioni si fecondano sulle arie più belle della musica d’autore, reinventandole: Nick Drake, Purcell, Paul Simon, Schumann, Emiliana Torrini, Pete Seeger, Debussy… Non tutti lo ricorderanno, ma Arsene Duevi è un piacevole ritorno su un palcoscenico della Società del Quartetto. L’ultimo venerdì di luglio, il 28, con la sua voce e una chitarra, canterà il suo “Inno alla vita”: musica della sua terra ma anche del mondo, perché il performer originario del Togo parla un linguaggio universale, nonostante i versi delle sue composizioni siano nella lingua ewe. Venerdì 4 agosto spazio per il one-man-show di Roberto Zanisi, il cui titolo dello spettacolo è già un programma: “Bradipo tridattilo”. Effetti, delay, overdubbing su strumenti antichi ed etnici come il cümbüs turco ed il bouzuki greco: ci saranno echi di Istanbul e Atene, più come moderne metropoli che non
Alice Testa
come resti di un passato immaginato… Infine – per il cartellone di Palazzo Leoni Montanari –, venerdì 11 agosto un viaggio nel rock più mistico, pescando fra le note di “Jesus Christ Superstar”, il celeberrimo musical del 1973. Un progetto eseguito in “solo”, da Valerio Scrignoli, a sottolineare il rapporto unico e indefinibile che tutti abbiamo con il “nostro” Dio. Secondo una formula collaudata, anche i concerti dell’edizione 2017 saranno preceduti (alle ore 20:30) dagli “Assaggi d’arte”, brevi e frizzanti passeggiate tematiche dedicate agli affreschi e alle collezioni delle Gallerie d’Italia. Fin qui il programma che verrà messo in scena nel cortile di Palazzo Leoni Montanari, il venerdì sera. Ma OpeNights sarà anche al giardino del Teatro Olimpico, con quattro concerti attorno al jazz. Si apre domenica 9 luglio, con una serata di American standards in cui la cantante Alice Testa col suo 4TET ripropone in originale gli evergreen della letteratura jazzistica del Novecento e rilegge con la sua sensibilità raffinata i grandi classici del repertorio d’oltreoceano. Sabato 15 luglio, con la silhouette dell’orchestra rétro e un organico acustico in cui rimangono protagonisti le tipiche chitarre ed il violino, il gruppo Alma Swing interpreterà con personalità Manouche, le suggestioni di un’epoca impresse nel vinile e nella voce dei grammofoni, sottolineando l’attualità e il successo ancora oggi tributati a questa esperienza artistica dalla temperie culturale internazionale. Contemporary jazz sabato 29 luglio, grazie all’ormai decennale collaborazione del chitarrista Michele Calgaro con Alex Sipiagin, trombettista russo residente da quasi vent’anni a New York, che ha portato anche alla pubblicazione del secondo CD realizzato in quintetto. Finale sudamericano, il primo sabato di agosto, con la musica brasiliana di Rosa Emilia Dias e Paolo Vianello al pianoforte, che trasmetteranno al pubblico la bellezza di un repertorio – parliamo soprattutto di bossa nova – che dal Sud America è subito trasmigrato verso il Nord America conquistando tutti i grandi jazzisti. ●
7 Arsene Duevi
ouverture notEventi antePrima
di di Paolo Meneghini Paolo Meneghini
LA VOSTRA PROSSIMA (IMPERDIBILE) STAGIONE DI MUSICA DA CAMERA Star internazionali e giovani fenomeni, gruppi strumentali e recital solistici, grande repertorio e pagine insolite: dalla musica antica che celebra i 450 anni di Monteverdi al quartetto “Otzma” del compositore contemporaneo Matan Porat, la 108a Stagione concertistica della Società del Quartetto di Vicenza brilla per varietà. Ecco tutti i nomi degli artisti, le date e un assaggio dei programmi.
I
punti di partenza e di arrivo del viaggio musicale proposto dalla stagione numero 108 della Società del Quartetto sono rappresentati da due formidabili formazioni orchestrali che arrivano a Vicenza in compagnia di altrettanti giovani pianisti-fenomeno. Il concerto inaugurale di giovedì 19 ottobre 2017 è affidato alla Kremerata Baltica, orchestra creata giusto 20 anni fa da un’idea del grande violinista lettone Gidon Kremer, per farne un “prolungamento” della sua anima musicale. Considerata oggi una delle orchestre da camera più prestigiose al mondo, la Kremerata – che è formata esclusivamente da talenti provenienti da Lettonia, Estonia e Lituania – si è esibita in oltre 1000 concerti in 50 Paesi e in più di 600 città, con una premiata produzione discografica di due dozzine di CD. Per la speciale occasione del suo ventennale, la Kremerata arriva a Vicenza accompagnata dal ventitreenne pianista coreano Seong-jin Cho, vincitore del Concorso “Chopin” nel 2015 e medaglia di bronzo ai Concorsi pianistici “Arthur Rubinstein” e “Tchaikovsky”. Intrigante il programma della serata, con l’insolita proposta dei due Concerti per pianoforte e orchestra di Chopin ai quali fanno da contrappunto due brani per archi di autori polacchi del Novecento. Per il concerto di chiusura di lunedì 7 maggio 2018 la Società del Quartetto ospita la Camerata Salzburg, e anche in questo caso si tratta di una formazione orche-
Seong-jin Cho
Kremerata Baltica
strale fra le più rinomate al mondo, con una storia che affonda le sue origini nel lontano 1952 e collaborazioni con i migliori solisti degli ultimi 60 anni: da Géza Anda a Sándor Végh, da Alfred Brendel a Sir András Schiff. Con il giovane pianista di origini polacche Jan Lisiecki, la Camerata propone al pubblico vicentino un programma che mette assieme Haydn (Sinfonia n. 52) e Mozart (Concerto per pianoforte K 449) con il Novecento di Shostakovich (Concerto n. 1 per pianoforte, tromba e orchestra d’archi). Proseguendo con le formazioni orchestrali presenti nel ricco cartellone di 13 appuntamenti, lunedì 20 novembre è attesa al Teatro Comunale di Vicenza Spira Mirabilis, un ensemble senza direttore e per certi versi una “non-orchestra”, ma piuttosto un laboratorio di studio in cui al centro del lavoro vi è una profonda ricerca intellettuale ed artistica condivisa fra tutti i musicisti che ne fanno parte. Spira Mirabilis propone l’ascolto della Sinfonia n. 1 in Do minore di Brahms. “Per l’immortal sentiero” è il titolo della serata che l’ensemble vocale De Labyrintho e l’orchestra di strumenti antichi RossoPorpora presentano, mercoledì 6 dicembre con la direzione di Walter Testolin, in occasione dei 450 anni di Claudio Monteverdi; un ritorno alla musica rinascimentale fra madrigali, arie e balli.
Jan Lisiecki
Spira Mirabilis
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Per concludere l’elenco degli ensemble orchestrali in cartellone, mercoledì 7 marzo fa il suo esordio a Vicenza l’Orchestra da Camera di Brescia con Filippo Lama nel ruolo di concertatore. In programma “La casa del diavolo” di Boccherini (ovvero la Sinfonia n. 4 in Re minore) e la Quinta Sinfonia di Schubert. Piatto forte della serata il Concerto per due pianoforti e orchestra di Mozart con la partecipazione straordinaria di Bruno Canino & Antonio Ballista, un duo che ha segnato un’epoca nella storia del pianismo italiano. Fra le star internazionali che impreziosiscono con la loro presenza il cartellone messo a punto dal direttore artistico Piergiorgio Meneghini sono da segnalare due graditissimi ritorni. Giovedì 14 dicembre, a grande richiesta, i King’s Singers fanno tappa a Vicenza per il tour che celebra le Nozze d’Oro della loro avventura artistica. Il superlativo gruppo vocale britannico presenta una serie di brani della tradizione natalizia assieme ad una selezione dei successi che li hanno resi famosi in tutto il mondo. Venerdì 23 febbraio è la volta di Murray Perahia. Dopo il trionfo tributatogli dal pubblico vicentino due anni fa, il pianista newyorkese ha accettato di tornare ad esibirsi in recital sul palco del Teatro Comunale di Vicenza con un programma che è ancora in via di definizione.
The King’s Singers
Sono tre le classiche formazioni da camera, tutte di grande lignaggio e spessore internazionale, presenti nella stagione 2017/18. Il 13 novembre tocca al Cuarteto Casals, considerato il principale quartetto d’archi che la Spagna abbia espresso negli ultimi decenni e proprio per questo è quartet-in-residence alla Hochschule für Musik und Tanz di Colonia e contemporaneamente alla Escola Superior de Musica de Catalunya. In programma Beethoven (Quartetti 2 e 3 dall’op. 18 e Quartetto op. 59) e il quartetto “Otzma” del compositore contemporaneo Matan Porat. Sabato 13 gennaio il Quintetto Bartholdy (archi) esegue i Due movimenti per quintetto d’archi di Zemlinsky, il Quintetto in Fa minore di Bruckner e la “gemma” del Quintetto in Sol minore di Mozart. Sempre in gennaio – lunedì 29 – Alexander Lonquich si presenta in trio con Lorenza Borrani al violino e Alec Frank Gemmil al corno naturale con brani di Schumann e Brahms.
Murray Perahia
Cuarteto Casals
Alec Frank Gemmil
Infine proseguono nella Stagione 2017/18 i cicli monografici iniziati negli anni scorsi. Lunedì 19 marzo Filippo Gamba presenta una nuova puntata del viaggio all’interno delle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven interpretando l’op. 22, 26 e 27. Il 16 aprile il baritono tedesco Matthias Goerne, con Alexander Schmalcz al pianoforte, conclude – con il ciclo Schwanengesang – lo straordinario trittico dedicato ai lieder schubertiani. Giovedì 8 febbraio la violinista tedesca di origini coreane Suyoen Kim inizia, in compagnia del suo Stradivari “ex Croall” del 1684, l’Integrale delle Sonate e Partite di Johann Sebastian Bach. ●
Suyoem Kim
Al di fuori della stagione sono da segnalare due appuntamenti fuori abbonamento, entrambi al Teatro Olimpico. Venerdì 1 settembre Andrea Marcon dirige la Venice Baroque Orchestra in un concerto tutto-Händel (Concerti Grossi e Arie) con la partecipazione straordinaria del mezzo soprano Magdalena Kozena. Venerdì 20 aprile il Teatro Olimpico ospita il chitarrista giapponese Kazuhito Yamashita. Nato a Nagasaki nel 1961, Yamashita è considerato il più eminente chitarrista classico del continente asiatico ed ha registrato, nella sua già intensa carriera internazionale, il considerevole numero di 80 CD.
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ouverture notEventi antePrima
di di Paolo Meneghini Paolo Meneghini
SUONO CLASSICO, ANIMA ROMANTICA: ECCO LA NUOVA STAGIONE DELLA OTO Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Mendelssohn, Schumann. E poi Prokof’ev. Da novembre 2017 ad aprile 2018, sei appuntamenti con l’Orchestra del Teatro Olimpico che cercherà di confermare il crescente seguito di pubblico delle ultime Stagioni. Direzione artistica e musicale ancora nelle mani del pianista e direttore Alexander Lonquich. Solisti ospiti italiani e stranieri, soprattutto violinisti.
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ull’onda del crescente seguito di pubblico, che nella passata Stagione ha fatto registrare 6 mila presenze paganti con vari “sold-out”, l’Orchestra del Teatro Olimpico presenta la quarta stagione sinfonica del suo nuovo corso, con il maestro Alexander Lonquich ancora coinvolto nel ruolo di direttore principale. La rassegna di sei concerti in abbonamento che vedrà protagonista la OTO sul palco del Teatro Comunale di Vicenza dal 6 novembre 2017 al 7 aprile 2018 è incentrata quasi esclusivamente sui grandi autori del periodo Classico e Romantico: parliamo di Mozart, Schumann, Schubert, Haydn, Beethoven e Mendelssohn. Fuori dal coro il concerto conclusivo, che il direttore Enrico Bronzi ha voluto dedicare interamente a Sergej Prokof’ev. L’altro tratto che caratterizza la programmazione 2017/18 è la frequente presenza di violinisti – impegnati sia come solisti, sia nel doppio ruolo di direttori e solisti – che affiancheranno la OTO sul palco del Comunale di Vicenza nell’interpretazione di alcuni fra i più suggestivi pezzi del repertorio con orchestra composti fra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento.
grandiosa Sinfonia “Jupiter”. Il concerto in programma lunedì 18 dicembre mette a confronto Schumann e Schubert. Ospite d’onore il trentacinquenne violinista russo Ilya Gringolts, un virtuoso celebrato dai più importanti critici della stampa specializzata europea e anglosassone. Sotto la guida di Alexander Lonquich, Gringolts esegue con il suo “Guarneri del Gesù” del 1742 il Concerto in Re minore per violino e orchestra di Schumann. La seconda parte della serata è tutta dedicata a Schubert, con l’esecuzione della monumentale Sinfonia n. 9 detta “la Grande”, un ponte che l’autore viennese lanciò coraggiosamente verso il sinfonismo tardo romantico. Nel concerto in programma lunedì 22 gennaio 2018 la bacchetta della OTO passa a Enrico Onofri, violinista e direttore ravennate la cui carriera è legata alla sua lunga militanza – dal 1987 al 2010 – nell’ensemble barocco “Il Giardino Armonico” del quale è stato solista e Konzertmeister. Dopo la piccola Sinfonia n. 10 di Mozart (forse pensata originariamente come ouverture per il “Coriolano”) e la Sinfonia in Fa maggiore di Sammartini, Onofri imbraccerà il suo violino per il Concerto in Sol maggiore di Haydn. Finale di nuovo mozartiano con la Sinfonia n. 39 “Schwanengesang” che apre lo straordinario trittico composto nell’estate del 1788. Proseguendo la carrellata di talentuosi violinisti, per il concerto del 26 febbraio Alexander Lonquich ha voluto al suo fianco l’israeliano Gregory Ahss, già primo violino della Mahler Chamber Orchestra di Claudio Abbado dal 2005 al 2011 e attualmente Konzertmaister della Camerata Salzburg e della Lu-
L’appuntamento inaugurale di lunedì 6 novembre con il direttore principale della OTO Alexander Lonquich sul podio e al pianoforte è interamente dedicato a Mozart. Del sommo compositore salisburghese vengono proposti tre celeberrimi capolavori: l’Ouverture dal “Flauto Magico”, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 e la
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Enrico Onofri
DALL’OPERA AL JAZZ, PASSANDO PER LA TV Anche “Il Mago di Oz” del vicentino Valtinoni ed una collaborazione con Vicenza Jazz nei programmi 2017/2018 della OTO. E il Gran Concerto di San Silvestro potrà essere seguito da molti spettatori grazie alla diretta di TVA. Ilya Gringolts
Il Gran Concerto di San Silvestro quest’anno torna ad essere trasmesso in diretta dall’emittente televisiva TVA Vicenza. Sotto la direzione del maestro ungherese Gábor Takács-Nagy e con la partecipazione del giovane soprano Polina Pasztircsák (ungherese con ascendenze russe), il concerto del 31 dicembre 2017 presenta il classico programma di fine anno con celebri arie da operette, canzoni, walzer, polke e mazurke tratte dalla sconfinata produzione della premiata “ditta Strauss” e dalla migliore tradizione mitteleuropea. Sempre fuori stagione, l’Orchestra del Teatro Olimpico sarà presto impegnata nella serie estiva dei “Notturni Palladiani” ospitati nel cortile del palladiano Palazzo Barbarano di Contrà Porti. Ai primi di ottobre la OTO, diretta da Carlos Spierer, sarà protagonista de “Il Mago di Oz”, opera del compositore vicentino Pierangelo Valtinoni e del librettista Paolo Madron che viene eseguita in prima nazionale nell’ambito di “Opera Estate Festival”. In maggio 2018, infine, la OTO torna a collaborare con il Vicenza Jazz Festival in una serata che vede l’inedito duo Lonquich padre - Lonquich figlio (Tommaso Lonquich è un valente clarinettista) impegnato in palcoscenico. (p.m.)
Francesco Ommassini
cerne Festival Orchestra. Con Gregory Ahss, Lonquich propone il travolgente Concerto in Re maggiore per violino e orchestra di Prokof’ev. La seconda parte della serata è dedicata a Schumann, con la Sinfonia n. 2 in Do maggiore, frutto doloroso di un biennio – il 1845/46 – particolarmente tormentato. Nel concerto in programma lunedì 26 marzo la bacchetta della OTO passa nelle mani di Francesco Ommassini, direttore veneziano versatile sia nel repertorio operistico che in quello sinfonico. Dopo un assaggio d’opera, con la Sinfonia dal “Tancredi” di Rossini, il corposo programma sinfonico della serata prosegue con due capolavori: la Quinta di Beethoven e la Quarta di Schumann, in realtà la seconda in ordine cronologico. Per il concerto conclusivo di sabato 7 aprile torna sul podio della OTO, nel duplice ruolo di direttore e solista, il violoncellista Enrico Bronzi. Il programma – decisamente fuori dal seminato in una stagione che corre prevalentemente fra Tardo Settecento e Primo Ottocento – è un omaggio a Sergej Prokof’ev a 65 anni dalla scomparsa. Dell’enfant terrible russo Bronzi propone nella prima parte la Suite orchestrale dal “Lieutenant Kijé” (primo approccio del compositore alla musica da film) e l’incompiuto Concertino per violoncello e orchestra op. 132 (poi portato a termine da Rostropovich). Il concerto si conclude con la Sinfonia n. 3 in Do minore che presenta quei tratti densamente ritmici e coloristici tipici della dialettica sonora di Prokof’ev. ●
Polina Pasztircsák
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ouverture frasi&accordi
di Filippo Lovato
NUMERI E CONCERTI: IL CONSERVATORIO CREDE NEL FUTURO DEL MUSICISTA Roberto Antonello, da sei mesi direttore del “Pedrollo”, fotografa positivamente l’attività e le prospettive dell’istituzione vicentina: dipartimenti di eccellenza, aumento dei concerti e alta percentuale di allievi da Paesi esteri. Due progetti per l’immediato futuro, e un invito a ricordarsi della musica nella dichiarazione dei redditi... servatorio di Vicenza nel panorama nazionale e internazionale. Ma anche corsi di più recente attivazione, come quello di musica elettronica e di musica jazz, contribuiscono molto a connotare l’offerta formativa del “Pedrollo”. Mi piace ricordare che abbiamo ben quattro studenti che stanno facendo le selezioni per l’Orchestra Nazionale Jazz, una partecipazione che premia il nostro impegno quotidiano. Detto questo, non voglio trascurare gli altri dipartimenti, perché penso che l’offerta formativa del Conservatorio di Vicenza sia di alto livello in tutti gli ambiti.” Il “Pedrollo” riesce ad attirare anche studenti che risiedono fuori provincia? “Certo. Accogliamo anche studenti dalle provincie vicine, dalle altre regioni e da Paesi esteri. Abbiamo circa settanta allievi stranieri. Sono più del 10% degli studenti iscritti a corsi accademici, una percentuale più elevata di quella registrata nelle statistiche universitarie.” Quanti sono gli studenti del Conservatorio vicentino? “Nell’anno accademico in corso abbiamo oltre 630 studenti. Mi riferisco solo agli immatricolati iscritti a corsi accademici, preaccademici o di vecchio ordinamento. Resta fuori chi fruisce di corsi liberi o di altri corsi che non danno luogo a matricola. Anche questo è un numero piuttosto alto, comparato a istituti di dimensioni pari alla nostra.” Cosa rende attrattivo il Conservatorio vicentino? “I fattori sono vari: la qualità e la disponibilità degli spazi, la qualità degli strumenti in dotazione, l’organizzazione delle lezioni, la quantità e qualità dell’informazione che viene data all’utenza. Senza trascurare l’attività di formazione vera e propria, le attività di produzione e le possibilità di mobilità internazionale che offriamo agli studenti per completare la loro preparazione.” In Veneto ci sono ben sette conservatori. Nel caso in cui si ricominciasse a parlare di aggregazioni, il “Pedrollo” saprebbe difendere la sua autonomia? “Abbiamo numeri da giocare e contiamo di giocarli al momento opportuno e nelle sedi opportune. Per farlo però dobbiamo continuare a impegnarci ogni giorno in tutti gli ambiti che possono costituire elementi di attrattiva dell’istituto.” Per quanto riguarda l’attività di produzione, ci sono state delle novità dopo il suo arrivo? “Abbiamo aumentato il numero dei concerti e le sedi concertistiche. Mi riferisco ai concerti a Palazzo Chiericati o alla collaborazione con le Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari per i concerti della prima domenica del mese, che si aggiungono a quelli già proposti gli anni scorsi.”
Roberto Antonello
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poco più di sei mesi dal suo insediamento a direttore del Conservatorio di Vicenza, Roberto Antonello dichiara di affrontare il nuovo impegno con lo stesso entusiasmo di quando ha iniziato, malgrado le difficoltà, che non mancano né mancheranno, e i carichi di lavoro tutt’altro che trascurabili. Trevigiano, organista pluripremiato che ha tenuto concerti in Italia e all’estero, musicologo e compositore (ha anche trascritto per organo a quattro mani “Pierino e il lupo” di Prokof’ev), Antonello ha raccontato a MusiCare quali sono i punti di forza del “Pedrollo” e i primi progetti avviati durante il suo mandato. Quali sono i dipartimenti di eccellenza del Conservatorio di Vicenza? “Il dipartimento di musica antica e il dipartimento di musica indiana storicamente caratterizzano il con-
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Il suo predecessore, Enrico Pisa, ha dichiarato che il concerto è morto. Pare di capire che lei non sia d’accordo. Conferma? “A Vicenza ci sono molti concerti e quando vi ho assistito ho constatato una notevole partecipazione. Se le cose stanno così, mi sembra che la risposta la diano i fatti. Forse sono mutate le aspettative e i concerti vanno incontro a delle trasformazioni che tengono conto di nuove tendenze e nuove richieste del pubblico. Potrà cambiare la formula, ma l’evento concertistico rimane.” Cosa immagina accadrà al concerto così come lo conosciamo oggi? “Potrebbero cambiare i repertori o le modalità di presentazione. Oggi si notano commistioni che una volta non si riscontravano. Per esempio si incontrano formazioni insolite che combinano musica elettronica e strumenti tradizionali o commistioni tra jazz e musica classica. Oppure si notano sempre più spesso fusioni tra le arti. Si tende più che in passato ad abbinare la musica alla letteratura, all’arte figurativa o alla danza. Ciò non toglie però che continueranno a esistere concerti di musica classica pura, come continuano a esistere i concerti di rock o di jazz.” L’attività di produzione del Conservatorio è in concorrenza con quella delle associazioni concertistiche? “La nostra attività costituisce un arricchimento dell’offerta culturale della città. Non ci sentiamo in contrapposizione o in concorrenza alle associazioni
concertistiche. Va precisato che l’attività di produzione dei conservatori è imprescindibile, perché è collegata alle attività di didattica e ricerca e serve a divulgarne i risultati.” I concerti permettono anche agli allievi di suonare in pubblico. “Certo. I conservatori coltivano i talenti di oggi e di domani. Offrire loro possibilità di esibirsi significa offrire loro occasioni di crescita. Anche questo è un elemento di attrattiva che rende più competitivo il Conservatorio.” Cosa avete in mente per il futuro dell’istituzione che sta dirigendo? “Di idee ne abbiamo tante, ma preferisco parlare di ciò che stiamo concretamente realizzando. Sono due progetti. Da settembre prenderà il via la rassegna “Dopo il rumore” dedicata alla musica del Novecento e alla musica contemporanea: diamo la possibilità di scoprire quanto di bello è stato scritto dal ‘900 a oggi. Verranno eseguiti anche brani di docenti, allievi ed ex-allievi del conservatorio.” E l’altro progetto? “Da quest’anno useremo il 5 per mille per rinnovare il parco strumenti in dotazione al Conservatorio. Anche questo progetto concorrerà ad aumentare la competitività della struttura. Chi vuole, può aiutare il Conservatorio devolvendo il 5 per mille, senza costi in più. Basta che provveda con la dichiarazione del redditi. ●
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Esterno del Conservatorio di Vicenza
ouverture notEventi musicaMese
adi cura Paolo della Meneghini redazione
NOTTURNI PALLADIANI, ELEGANZA E DIVERTIMENTO SOTTO LE STELLE Dal charme francese dei fiati al carribean jazz delle percussioni, passando per le trame barocche degli archi: le sezioni della OTO in versione cameristica compongono la terza edizione dei Notturni Palladiani, cinque concerti nel cortile di Palazzo Barbarano.
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ono iniziati il 22 giugno scorso i “Notturni palladiani” 2017, rassegna estiva di cinque concerti che vede impegnate le sezioni dell’Orchestra del Teatro Olimpico nel suggestivo cortile di Palazzo Barbarano, grazie alla collaborazione con il Palladio Museum. Come nella passata edizione i maestri d’orchestra della OTO si esibiscono nella formazione di piccola orchestra che è di volta in volta composta da soli archi, soli fiati o sole percussioni. Dopo l’esordio degli archi con “Trame barocche” – programma dedicato Vivaldi, Locatelli, Händel e Bach – il cartellone fa un balzo in avanti, alle sonorità del latin-jazz: il 4 luglio, il maestro Saverio Tasca e sei selezionati percussionisti “under 30” propongono una serata sulle orme del “Caribbean Jazz Project” ideato negli anni Novanta dal vibrafonista Dave Samuels. Di tutt’altra atmosfera l’esordio dei fiati della OTO, giovedì 20 luglio, diretti da Davide Sanson. L’intenso programma – fatto principalmente di trascrizioni e arrangiamenti per questo organico – inizia con il Mozart operistico e prosegue con la piccola Sinfonia per fiati di Donizetti, due Ouvertures rossiniane, il primo movimento dalla Sinfonia n. 1 di Beethoven e, in chiusura, l’Ouverture dall’operetta “Die Fledermaus” (Il pipistrello) di Johann Strauss. “Charme francese” è il titolo del quarto concerto in programma giovedì 3 agosto, ancora con i fiati. Dopo il brano iniziale firmato dal norvegese Edvard Grieg (la celebre “Holberg Suite”, in questo caso trascritta per strumenti a fiato), la scaletta della serata è interamente dedicata a importanti autori francesi fra fine Ottocento e inizi Novecento: Ravel, Saint-Saëns, Fauré e Debussy. Per l’ultimo concerto, mercoledì 6 settembre, tornano in scena gli archi, condotti dal konzertmeister Filippo Lama. In programma non potevano mancare la “Piccola serenata notturna” di Mozart e “La musica notturna per le strade di Madrid”, oltre ad una Sonata di Gioachino Rossini. Tutti i concerti iniziano alle ore 21 e in caso di maltempo si tengono comunque presso la Chiesa di San Gaetano di Corso Palladio. Ingresso unico 7 Euro. ●
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di Filippo Lovato
L’ORFEO “ITALIANO”, TRIONFO DI BELLEZZA VOCALE E SCENICA
EINSTEIN ON THE BEACH: UN’OPERA MITO FINALMENTE IN DVD
autore C. Monteverdi titolo CD L’Orfeo interpreti Georg Nigl, Roberta Invernizzi, Sara Mingardo, Orchestra del Teatro alla Scala, Concerto Italiano, Rinaldo Alessandrini (direttore), Robert Wilson (regia) etichetta DVD Opus Arte OA 1044 D, 2011
autore P. Glass, R. Wilson titolo CD Einstein on the beach interpreti Antoine Silverman, Helga Davis, Kate Moran, The Lucinda Childs Dance Company, The Philip Glass Ensemble, Michale Riesman (direttore), Robert Wilson (regia) etichetta 2DVD Opus Arte OA BD7173 D, 2016
I quattrocentocinquant’anni dalla nascita di Claudio Monteverdi impongono di accostare la sua opera più famosa, L’Orfeo, trionfo di musica sulla musica che trionfa. Questo DVD documenta l’allestimento prodotto dal Teatro Alla Scala e dall’Opéra national de Paris nel settembre del 2009. Il capolavoro del grande compositore cremonese, su libretto di Alessandro Striggio, risorge in un’ipnotica regia di Robert Wilson. Sua anche la scenografia e il sofisticato disegno di luci. Tutto brilla in una decantata astrazione. Le file di cipressi del primo atto vengono da un Tiziano, Venere con organista e cagnolino. Il cielo è un meraviglioso blu Klein. Il sipario si apre su figure fisse in abiti di Jacques Reynaud che reinventano il Seicento, nella pace della natura, con la cetra d’oro sospesa. Poi ci saranno pannelli che ritagliano fondali di luce in un buio inferno della mente. Movimenti in lentezze tai-chi, gesti stilizzati, pelli candide in calcate ombreggiature. Per contrasto Rinaldo Alessandrini, che ha curato l’edizione dell’opera e ha combinato in buca orchestrali scaligeri a strumentisti di Concerto Italiano, imprime alla musica un’appagante vitalità e dà conto della congerie di generi con cui Monteverdi ha forgiato il suo capolavoro. Le voci sono di gran livello, con l’austriaco Georg Nigl, unica eccezione in un cast altrimenti tutto italiano, a definire un Orfeo di dizione incantevole ed eroica tenuta vocale. Lo contornano, in prove di gran classe, Roberta Invernizzi (Musica, Euridice) e Sara Mingardo (Messaggera, Speranza). E con loro Raffaella Milanesi (Proserpina), Luigi De Donato (Caronte), Giovanni Battista Parodi (Plutone) e Furio Zanasi (Apollo). La regia televisiva, curata per la RAI da Emanuele Garofalo, è sobria e funzionale. Stringe di rado e con garbo sui dettagli, per lo più movimenti delle mani, e usa sovrapposizioni quando occorre avvicinare sullo schermo cantanti che la dislocazione sul palco impedisce di riprendere in un’inquadratura leggibile. ●
Un mito moderno, Albert Einstein. Un’opera mito, Einstein on the beach. Fu concepita da Wilson e Glass a SoHo, NY, nel 1975 ed ebbe il suo debutto ad Avignone nel 1976. Einstein on the beach, quattro atti e cinque intermezzi (chiamati knee plays, per alludere al loro ruolo di giuntura) non è una biografia in musica. Non c’è trama. Il regista estrae alcuni dettagli dalla vita del grande fisico e ne fa espressione artistica: il suo scrivere alla lavagna, l’esempio dei treni per spiegare la relatività, l’hobby del violino, l’eclissi che confermò la sua teoria, l’allusione all’energia atomica. Gli attori ripetono gesti, numeri e parole vestiti in brache, camicia e bretelle, come lo scienziato in una foto. Si alternano testi di Christopher Knowels, un ragazzino autistico, di Samuel M. Johnson e della coreografa Lucinda Childs, Leone d’oro alla carriera alla Biennale Danza di quest’anno. Recitazione, danza, canto e musica si combinano coerentemente nel grande progetto visivo di Wilson, che non rinuncia alla citazione artistica, stagliando, per esempio, sul fondale del primo atto, un rimando a Onemen VI di Barnett Newman. Qualche foto di Einstein appare e scompare, brevi collegamenti al reale tutto sommato inutili all’incantatoria estetica delle ripetizione e delle minime variazioni, agevolata dall’ampia partitura di Glass che dichiara di aver composto con davanti lo storyboard del regista. Le coreografie minimal della Childs arricchiscono di slancio il lavoro. Prova stremante per tutti. Bravissimi. Cinque ore di spettacolo, ma il regista non pretendeva che ci si assistesse fino in fondo. Sia benvenuta allora questa curatissima edizione in DVD, ripresa dall’allestimento del 2012/13 al Théâtre du Châtelet di Parigi, che permette di godere dell’opera a tranche. La regia televisiva di Don Kent è fluida e preziosa perché, nel selezionare cosa inquadrare, aiuta lo spettatore a focalizzare l’attenzione sul dettaglio che conta, su ciò che, mutando lentamente, appare immutabile. ●
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