GENNAIO-FEBBRAIO 2015 la musica e le parole della Società del Quartetto di Vicenza
Anno XVII Numero 1 Mensile in A.P. 70% C.P.O. Vicenza
La musica è femmina
Brillante e vivace come la giovane star Yuja Wang o profonda e radiosa come la grande Viktoria Mullova. Ma sempre in evoluzione, bella da morire, impossibile da capire fino in fondo, solo da vivere. È la musica, bellezza.
Tutto Beethoven
Col 2015 prendono il via l’integrale delle Sonate per pianoforte e dei Trii: quattro musicisti italiani accompagneranno per anni il pubblico in questo viaggio
Omaggio a Schiff Il voto unanime del Consiglio Comunale ha fatto Sir András cittadino di Vicenza: meriti artistici, culturali e “turistici” per un “ambasciatore” della città nel mondo
Anno XVII - Numero 1
Gennaio-Febbraio 2015
coordinamento editoriale Giovanni Costantini collaboratori Filippo Lovato Paolo Meneghini Andrea Scarpari impaginazione Alessandra Melison per le foto l’Editore è a disposizione di quanti provassero diritti di Copyright
Periodico di cultura, musica e spettacolo della Società del Quartetto di Vicenza Direttore Resp.: Matteo Salin Editore: Società del Quartetto di Vicenza Redazione: vicolo cieco Retrone, 24 Vicenza Tel. 0444/543729 Fax 0444/543546 web www.quartettovicenza.org e-mail info@quartettovicenza.org Periodico iscritto al registro Stampa del Tribunale di Vicenza n. 977 Stampa: Tipolitografia Pavan snc su carta Passion 13 da 100 g/mq Tiratura 3000 copie Per questo numero si ringraziano: Remo Peronato, Alessandro Zattarin
Paolo Pigato presidente Riccardo De Fonzo vice presidente Sandro Pupillo direttore generale Piergiorgio Meneghini direttore artistico Antonino Mangano tesoriere Donata Folco Zambelli Cattaneo Luciano Giacomelli Franco Scanagatta Luca Trivellato consiglieri Antonio Dal Maso revisore dei conti organizzazione Giovanna Reghellin amministrazione Alessandra Melison comunicazione e segreteria Maria Carolina di Valmarana relazioni esterne Giovanni Costantini MusiCare Paolo Meneghini ufficio stampa
rovate a pagina...
La stecca «La bellezza della musica bisogna sentirla due volte. Natura e donne basta mezza occhiata. Dio ha fatto la campagna e l’uomo la canzone.» (James Joyce, 1882-1941, scrittore, poeta e drammaturgo irlandese)
Ouverture
Aspettando di sentire la nota che accorda... di Filippo Lovato
Echi
Sir András, cittadino di Vicenza a cura della redazione
MusicaMese
Italiano...e suona bene di Giovanni Costantini
Contr’appunti Le signore della musica di Filippo Lovato
MusicaMese
Studio, amicizia… musica di Remo Peronato
MusicaMese
Capire e godere Beethoven di Alessandro Zattarin
Tracce
Ricordi del passato e fughe in avanti di Filippo Lovato
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La nota
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a musica, spesso, inizia dove finiscono le parole, questo si sa. E chi scrive è consapevole che in questo momento, attraverso i caratteri a stampa, può solo invitare il paziente lettore a correre ad ascoltare il quarto movimento della prima Sinfonia di Johannes Brahms. Dopo qualche minuto di un Do minore tra l’imposto e il tormentato, giunge la luce del Do maggiore, tonalità che nei canoni estetici dei secoli precedenti a Brahms rappresentava la stabilità, il centro, la Terra. Ed è proprio dal centro della Terra che sembra arrivare la voce dei corni che canta il tema delle Alpi, una melodia in cui la forza incontra la dolcezza, così come Armonia è figlia di Ares e Afrodite. “Dall’alto dei monti sino alle profondità della valle ti saluto mille volte”. La ritmica del suono ricalca e pronuncia quella delle sillabe incise da Brahms su una cartolina alla “sua” Clara, nel 1868. È una dichiarazione d’amore di quelle a cui l’uomo e la donna di oggi non sono più abituati, e non saprebbero cogliere, persi tra canzonette e social network vuoti di romanticismo e forse anche di senso. La dedica a Clara di quel tema, di quell’opera, di quella ricerca di “titanismo” che è stata la prima sinfonia per Brahms, è “la prova d’amore”, l’ammissione da parte dell’autore dell’importanza che questa donna ha avuto nella sua vita. È come se per fare musica lui dovesse “passare attraverso di lei”. In questo senso, è forse addirittura imbarazzante ritrovare ancora oggi, nel web, il nome di Clara “irrimediabilmente” attaccato al cognome Schumann, prima che al suo, Wieck. Non si tratta di fare gare al “possesso”, ma semmai di ribadire l’autonomia, la libertà e la centralità di questa figura femminile. Quello di Clara è uno dei primi nomi di donna che la storia della musica ci propone con una sua “dignità” di ruolo. Musa ispiratrice non dichiarata, custode della stabilità familiare o grande assente - per rispondere a non ben chiari motivi di dedizione alla musica - con Clara la donna inizia a salire in palcoscenico, a meritare un “ti amo” tra le righe del pentagramma, a poter essere e a poter fare Musica. Oggi le donne salgono in palcoscenico ogni giorno, lasciando i loro “musi ispiratori” da qualche parte, magari anche a casa con la prole. Cantano non perché nelle grazie di un imperatore o di un direttore, suonano in orchestra non perché una tenda alle audizioni impedisce di distinguere per generi, brillano non solo perché belle. È a loro che è dedicata la copertina di questo MusiCare. Perché la musica è femmina, non solo per la grammatica italiana. ● Giovanni Costantini
In copertina: Yuja Wang, la giovane star del pianoforte che viene dall’oriente: tornerà a calcare il palco del Comunale di Vicenza il prossimo 18 febbraio.
Echi
Omaggio a Palladio. Il sindaco Variati ha conferito al maestro Schiff la cittadinanza onoraria
Sir András, cittadino di Vicenza Meriti artistici, culturali e “turistici” fanno del grande pianista un “ambasciatore” della città
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unedì 8 dicembre, il celebre pianista e direttore d’orchestra di origine ungherese András Schiff ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Vicenza per i suoi alti meriti artistici e per portare da anni il nome di Vicenza, del teatro Olimpico e di Andrea Palladio nel mondo. Il riconoscimento è stato attribuito al maestro Schiff dal sindaco Achille Variati nella sala degli Stucchi di palazzo Trissino, alla presenza del presidente del consiglio comunale Federico Formisano e di numerosi assessori, consiglieri comunali e rappresentanti del mondo culturale cittadino. «Caro maestro - ha detto il sindaco - Lei ha legato il suo nome e la sua arte alla città di Vicenza, e sono quindi onorato di conferirLe, su deliberazione unanime del Consiglio Comunale, la cittadinanza onoraria “per meriti artistici acquisiti in 40 anni di attività concertistica nel mondo e per tre lustri di esclusivo, generoso impegno musicale nel festival Omaggio a Palladio al teatro Olimpico, con la Società del Quartetto di Vicenza”. Un’onorificenza che rappresenta il rin-
graziamento della città, a Lei caro maestro e da oggi caro concittadino, per il suo ruolo di “ambasciatore” di Vicenza in Europa e nel mondo». «Vicenza - ha commentato András Schiff è una città che amo. Sono arrivato ieri sera: era illuminata come in un sogno. Bellezza e cultura sono molto importanti. Sono davvero felice di essere qui e posso dire che il festival ‘Omaggio a Palladio’ è al centro della mia vita. Grazie concittadini vicentini per l’opportunità di organizzare ogni anno questo festival. Vicenza deve essere un centro internazionale, questo progetto attira tanti stranieri, risultando importante anche per il turismo”. «Schiff è uno dei grandi protagonisti internazionali della cultura che Vicenza ha saputo attrarre nel tempo - è la riflessione del vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci - e dare questa importante onorificenza sottolinea il valore e il significato di due importanti aspetti per la nostra città. Innanzitutto la valorizzazione e l’immagine internazionale e nazionale di Vicenza attraverso la cultura, in particolar modo
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L’arrivo di un così folto pubblico internazionale è dunque merito di Sir András Schiff, ormai stabilmente seduto nell’Olimpo dei grandi pianisti in attività; della Cappella Andrea Barca, formata da 50 ottimi musicisti di dodici diverse nazionalità (a Vicenza suona in esclusiva italiana); ma merito anche dell’incomparabile bellezza e della perfezione acustica del teatro palladiano. Per la città di Vicenza la presenza di Schiff al teatro Olimpico costituisce un grande veicolo di promozione culturale. Basti solo pensare che ogniqualvolta il maestro ungherese si esibisce in giro per il mondo, ogni spettatore legge il nome di Vicenza, del Teatro Olimpico e di Andrea Palladio nelle note biografiche stampate sui programmi di sala. La volontà di assegnare la cittadinanza onoraria a Sir András Schiff era stata annunciata pubblicamente dal vicesindaco Bulgarini d’Elci durante l’ultima serata del festival 2014, domenica 4 maggio al teatro Olimpico. Poi sono venuti i passaggi formali in consiglio comunale e l’invito ufficiale alla cerimonia. ●
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attraverso l’utilizzo intelligente e di altissima qualità di luoghi unici al mondo, come il teatro Olimpico, sul quale, giustamente, si è innestato un progetto, anche questo di altissimo profilo e unico al mondo, cioè il lavoro che Schiff ha fatto in via esclusiva, con la sua orchestra, a beneficio di Vicenza e del Teatro Olimpico stesso. In secondo luogo il connubio tra pubblico e privato, in cui crediamo moltissimo, e che nel lavoro fatto dalla Società del Quartetto, con Schiff, trova un suo esempio pioneristico e lungimirante”. Vicenza è una città che il sessantunenne pianista e direttore ama con tutto il cuore e che frequenta ininterrottamente dal 1998, quando ebbe l’idea di creare il festival “Omaggio a Palladio” nel magico scenario del Teatro Olimpico. Nel breve volgere di qualche anno i quattro giorni del Festival, all’interno del quale Schiff si esibisce nella duplice veste di pianista e di direttore dell’Orchestra Andrea Barca, sono diventati uno di quegli appuntamenti che gli amanti europei della grande musica non si lasciano sfuggire. Anche nell’ultima edizione del festival, andata in scena dall’1 al 4 maggio scorsi, Schiff e la sua Cappella Andrea Barca hanno richiamato a Vicenza più di 500 “fan” provenienti da Germania, Austria, Inghilterra e Francia, ma anche dagli Stati Uniti, dall’Australia e dal Giappone. Difficile trovare, nella storia recente e passata di Vicenza, un evento culturale in grado di attirare tanto pubblico dall’estero. Un fenomeno che si ripeterà certamente anche per l’edizione 2015 di “Omaggio a Palladio” in programma dal 30 aprile al 3 maggio, quando, novità della diciottesima edizione, è previsto che ognuna delle quattro serate sia dedicata ad un compositore specifico: Bach (i concerti per tastiera e orchestra), la musica sacra di Haydn, Mozart (i concerti per fiati) e Brahms.
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Concerti 2015. Lama, Guarino e Zadra iniziano col viaggio nell’integrale dei Trii di Beethoven
Italiano…e suona bene L’Hèsperos Piano Trio deve il nome alle radici culturali occidentali e alla musicalità del termine
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I tre solisti hanno dato l’impressione che oltre non si possa andare nella decifrazione del mistero-musica e dei suoi segreti di fabbricazione alchemica”. Sarebbe sufficiente questa frase coniata da Quirino Principe per presentare l’Hèsperos Piano Trio e correre a comprare un biglietto per il primo concerto 2015 della centenaria Società del Quartetto. Le parole loro dedicate da uno dei più grandi e illuminati musicologi viventi si riferivano ad un concerto in cui i tre – Filippo Lama al violino, Stefano Guarino al violoncello e Riccardo Zadra al pianoforte – proponevano l’integrale dei trii di Mendelssohn. Al Comunale di Vicenza, il 12 gennaio prossimo, i tre musicisti italiani daranno invece avvio ad un’altra integrale, se possibile più “alta” e “profonda” ancora, quella dei trii di Beethoven. Le parole del professor Zadra ci avvicinano all’appuntamento. Quando e dove nasce l’incontro del vostro trio? “La nostra conoscenza risale a molti anni addietro, le prime collaborazioni, invece, si sono sviluppate in seno agli appuntamenti cameristici proposti dall’Orchestra da Camera di Mantova per il Festival Letteratura che si tiene ogni anno in città. Direi che il nostro incontro è stato facile e spontaneo, sia a livello musicale che umano, davvero molto naturale. Inoltre abbiamo avuto una sorta di ulteriore sviluppo laterale, visto che io suono anche in duo con entrambi i colleghi, e questo aumenta l’affiatamento”. Il nome, Hèsperos, è storia più recente… “È vero… Volevamo qualcosa che richiamasse l’Italia e il nostro essere italiani. Hèsperos
era il modo che avevano i greci antichi di indicare gli occidentali, italiani compresi. Ci sembrava un modo elegante per far riferimento alle nostre radici culturali…e poi ci piace anche come suona, la musicalità del nome”. Beethoven e l’integrale dei suoi trii non sono una passeggiata per nessuno, giusto? “Certo che no! Un concerto singolo è una cosa, un’integrale ben altra. È un viaggio. Il corpus delle composizioni, come per molte alte produzioni cameristiche di Beethoven, abbraccia tutta l’evoluzione del suo linguaggio. I trii dell’Op. 1 li ha sentiti anche Haydn, apprezzandoli molto…e poi si va fino all’Arciduca, che non è tra le ultime composizioni ma che è assolutamente affascinante”. Due parole sul programma del primo concerto? “Abbiamo deciso di partire dal Trio degli spiriti perché ci sembra uno dei più significativi, con questo Largo assolutamente visionario. Gli abbiamo poi accostato la grande soavità del secondo trio in Sol maggiore. E infine c’è questa chicca, un’opera scritta per Brentano, senza grandi pretese ma molto graziosa, dietro la quale dev’esserci qualche storia biografica che non ci è giunta…o che io non conosco ancora”. ●
Giovanni Costantini
105a Stagione Concertistica 14/15 lunedì 12 gennaio 2015 ore 20:45 Teatro Comunale
Filippo LAMA violino Stefano GUARINO viola Riccardo ZADRA pianoforte Beethoven: Integrale del Trii con pianoforte (1° concerto)
Storie e stili in un confronto leggero, per scoprire che la musica è più forte delle differenze
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l 14 ottobre scorso Viktoria Mullova twitta: «Ho studiato tanto questi giorni, non lo facevo da quando ero una teenager». L’8 settembre: «Lavorato molto sodo per imparare un nuovo pezzo di G. Benjamin, ottimo esercizio per il cervello». Il 16 aprile: «Vacanze in Francia, continuo a fare i miei esercizi quotidiani». Sulla pagina cinguetta quasi da sola, e non trattiene qualche sbuffo di insofferenza per una certa routine (24 gennaio 2014: «E la vita va avanti…Aeroporti, hotel, sale da concerto, aeroporti…») e per l’assedio dei nuovi media. Yuja Wang su Twitter il 13 dicembre 2014: «Incredibili piatti libanesi al Mamnoon di Seattle». 2 settembre 2014: «Olio d’oliva: un condimento non un lubrificante». 8 maggio 2013: «Deliziosi cappellacci a Ferrara». Tanti retweet, di amici come il direttore e compositore Esa Pekka Salonen, o il pianista Stephen Hough, o il duo comico Igudesman & Joo. Anche una citazione per Cameron Carpenter («stupefacente. Deve avere 15
cervelli») e aforismi (Schopenhauer, Wilde, Valery, Lord Chesterfield: “La modestia è l’unica esca sicura, se uno è a pesca di complimenti”). Rigore e frivolezze: all’apparenza la russa impersona una seriosa diligenza sovietica, la cinese (a tutti gli effetti una newyorkese) una sempre desta, ma volatile, reattività alla confusione di stimoli che annega le vite dei suoi coetanei. Bellissime musiciste, provengono da due mondi diversi e si trovano a condividere il presente. Con atteggiamenti differenti. Eppure la loro routine di vita non è molto diversa, né la loro carriera artistica. Viktoria Mullova scappa dall’Unione Sovietica nell’estate del 1983. Fuga degna di una spy-story. Ventitreenne, in Finlandia per un paio di concerti, riesce a eludere la sorveglianza dell’agente del KGB che la scorta. Con il compagno di allora Vakhtang Jordania, complice un amico giornalista finlandese, arriva a Stoccolma. Lascia nella camera dell’albergo di Helsinki lo Stradivari, un
Contr’appunti
Le signore della musica
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Viktoria Mullova e Yuja Wang: due mondi diversi con un palcoscenico in comune
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Contr’appunti MusiCare Gennaio-Febbraio 2015
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prestito dalla collezione di stato sovietica. I due, barricati in un hotel svedese, sotto le fragili generalità di Mr and Mrs Smith, attendono l’apertura dell’ambasciata americana per chiedere asilo. Passa la domenica e deve passare anche il lunedì, il 4 luglio. Le loro foto sono su tutti i giornali. Il martedì gli americani vengono a prenderli e fanno loro indossare due parrucche bionde. Viktoria inizia la sua vita in giro per il mondo, lontano dai genitori che pensa non potrà più rivedere (li rincontrerà nel 1991). Ha al suo attivo il talento, la ferrea disciplina appresa al conservatorio di Mosca e due premi prestigiosi come il Sibelius e il Čajkovskij. Il suono potente e il fisico longilineo (che conserva ancora, nei suoi invidiabili cinquantacinque anni, al prezzo di sedute di yoga e corsa), quegli occhi d’ambra, la timidezza che la promuove come distaccata e fredda (ma basterebbe ascoltarla suonare…) la impongono all’attenzione del pubblico, dei media e dei colleghi. Diventa famosa e acquista uno Stradivari, il Jules Falk del 1723, da Sotheby’s. Il trasvolo di Yuja Wang dalla Cina al Canada è ben più prosaico: nel 1999 la brillante dodicenne del Conservatorio centrale di Pechino viene ammessa al Mount Royal College di Calgary. E parte. Da sola. La giovane artista sa badare a se stessa fin da quando è teenager. Deve imparare la lingua, ma la full immersion la aiuta. Viktoria Mullova, prima di pianificare la fuga, si era dotata dei rudimenti d’inglese tramite audiocassette, probabilmente reperite e ascoltate in segreto. Yuja scivola di successo in successo soprattutto per il suo mirabolante virtuosismo. Ma anche per le sue acconciature, i mini abiti e le scarpe tutti rigorosamente griffati (è arrivata a dichiararsi “fashion victim” al magazine spagnolo Telva). Anche Viktoria parte stupendo il pubblico con le sue acrobazie sulle corde. È un percorso quasi tipico per i solisti. Lo stesso Radu Lupu, pensoso anti-divo, agli esordi di carriera aveva in repertorio il secondo concerto di Prokof’ev. Nel 1993 Mullova, in un’intervista su Amadeus, prende le distanze dai pezzi virtuosistici: «Non è musica molto profonda, coinvolgente, alla quale forse anche il pubblico non si interessa più di tanto». Qualche anno fa Yuja confessa al New York Times di sentirsi ancora immatura per il grande repertorio austro-tedesco, Bach, Mozart e Beethoven per intenderci.
Da Mozart a Pärt Il prestigioso duo Mullova-Labeque spazierà su periodi e sonorità lontani
L’avevamo applaudita a Vicenza tanti anni fa, quando era un giovane astro del violino e quando era ancora sulla bocca di tutti la sua rocambolesca fuga dall’Unione Sovietica, assieme al fidanzatino di allora. Oggi, che è una splendida cinquantacinquenne dal fascino inossidabile - e probabilmente la violinista-donna più importante dell’attuale panorama internazionale – la Società del Quartetto ha il piacere di ospitare di nuovo Viktoria Mullova, che arriva al Teatro Comunale accompagnata da una grande amica: la pianista francese Katia Labeque. Il programma che il duo Mullova-Labeque propone nei dieci giorni di tournée italiana (Genova, Milano, Firenze, Torino, Mantova e Trieste le altre date) è nettamente suddiviso in due: da una parte Mozart (con una delle ultime grandi Sonate per violino e pianoforte, quella in La maggiore) e Schumann (con l’afflato romantico della Sonata op. 105); dall’altra le sognanti atmosfere di Fratres (celeberrimo brano di Arvo Pärt) ed il misticismo di Distance de Fée, capolavoro del primo periodo creativo di Tōru Takemitsu. Chiude in bellezza il gioiello della Sonata di Ravel, ultimo sforzo creativo del compositore francese nell’ambito della musica da camera. ●
P. M.
105a Stagione Concertistica 14/15 martedì 27 gennaio 2015 ore 20:45 Teatro Comunale
Viktoria MULLOVA violino Katia LABEQUE pianoforte musiche di Mozart, Schumann, Pärt, Takemitsu e Ravel
Filippo Lovato
Contr’appunti
Yuja,“ditavolanti” Torna a Vicenza la giovane pianista cinese col “suo” Skrjabin e altri autori
Dunque, a grande richiesta e “a stretto giro di posta”, mercoledì 18 febbraio ritorna a Vicenza Yuja Wang, la cinesina dalle dita volanti che continua ad inanellare successi e a conquistare fans in giro per il mondo. Ancora una volta la ventottenne pianista cinese propone un programma non convenzionale che pone in testa ed in coda due grandi “classici” come Chopin (Fantasia in Fa minore, un unicum nel suo genere) e Schubert, con l’ultima delle sue Sonate per pianoforte, quella in Si bemolle maggiore. In mezzo ritroviamo un’ampia parentesi dedicata al tardo romanticismo e alle sperimentazioni di Skrjabin – autore che la giovane star cinese ama in maniera viscerale – con l’Improvviso n. 3 in Do maggiore, la Sonata “Messa Nera” e tre Studi. A chiudere la serata, prima degli immancabili bis di Yuja che sono uno spettacolo nello spettacolo, due spruzzatine di Spagna: “El Fandango de candil” di Enrique Granados (dalla suite Goyecas datata 1911) e Málaga di Isaac Albéniz, dal quarto libro della suite Iberia, anche questa appartenente al primo Novecento. ● P. M.
105a Stagione Concertistica 14/15 mercoledì 18 febbraio 2015 ore 20:45 Teatro Comunale
YUJA WANG pianoforte musiche di Chopin, Skrjabin, Granados, Albéniz e Schubert
MusiCare Gennaio-Febbraio 2015
Ma, di soppiatto, i suoi programmi si stanno arricchendo di spessore, anche se non accolgono ancora l’ambigua facilità, la sfingea leggerezza, di certe sonate di Mozart. Negli anni Novanta Viktoria Mullova sposta la sua attenzione sulla musica del ‘600 e del ‘700. Merito anche di Marco Postinghel, fagottista bolzanino “geniale e preparatissimo” che il pubblico vicentino ricorderà come membro della Cappella Andrea Barca. Così affianca al grandi concerti romantici per violino, che ben padroneggia, Vivaldi, Bach e Mozart e comincia a collaborare con gruppi che suonano musica antica nel rispetto della prassi filologica. Su Twitter non smette di elogiare Ottavio Dantone e la sua Accademia Bizantina. Poi c’è la musica da camera, con Katia Labèque e più di recente l’interesse per la musica popolare, il jazz, cui non è estraneo il contributo del marito Matthew Barley, violoncellista, compositore e jazzman. Ne viene il doppio CD “The peasant girl” e il più recente “Stradivarius in Rio”, con musica popolare carioca, entrambi pubblicati da Onyx. Cinguetta che suonare musica brasiliana è “pure joy”. Yuja Wang, passo a passo, acquisisce l’esperienza necessaria ad accedere a Beethoven (ma al momento si limita a registrare concerti ad alto tasso di virtuosismo come il terzo di Rachmaninov e il secondo di Prokof’ev per la DG, con Dudamel sul podio), ma mantiene tuttavia l’incanto sbarazzino di una ragazza dell’era digitale, perfettamente a suo agio con i social e con il concetto onnipresente di “sharing”. Viktoria Mullova invece stempera il rigore impostole dalle asprezze del comunismo e si concede qualche leggerezza, non ultima la partecipazione al nuovo film di Paolo Sorrentino che si intitolerà “La giovinezza”: sarà lei la violinista diretta da Michael Caine. Eppure anche Yuja Wang studia parecchio e (non se ne può dubitare) anche Viktoria Mullova sa divertirsi e forse ama pure lo shopping. Due signore della musica e saranno entrambe a Vicenza, la violinista assieme a Katia Labèque il 27 gennaio, la pianista il 18 febbraio. Sarà probabilmente la musica a rivelarle per quel che sono: non certo fredda e non solo rigorosa l’una, tutt’altro che frivola l’altra. E per lo squarcio di verità che apre un concerto dal vivo non bastano i centoquarantaquattro caratteri di un tweet. ●
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Un rendez-vous di fiati che viene da lontano e arriva a Vicenza grazie all’Ensemble Musagète
Studio, amicizia… musica P Strumentisti italiani e stranieri attorno al nome di Stefan Schilli: in programma Mozart, Gounod e Gouvy erché rendez-vous di fiati? Per spiegarlo dobbiamo tornare un poco indietro nel tempo. E parlare in prima persona. Ho conosciuto Stefan Schilli nel 1997. Le lettere di carta non erano ancora state soppiantate dalle e-mail, ed è così che lo conobbi. Gli scrissi una lettera all’indirizzo della sua orchestra, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks (Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese), chiedendogli se potevo incontrarlo per una lezione. Mi aveva consigliato di rivolgermi a lui un suo collega che era stato commissario a un’audizione cui avevo partecipato. Per la cronaca quell’audizione non la passai, ma fui colpito dal tempo e dall’attenzione che quella persona mi aveva dedicato. Così decisi di fidarmi di quel consiglio, tanto più che una rapida ricerca mi aveva informato che Schilli aveva recentemente vinto due dei più prestigiosi premi musicali a livello internazionale, il Primavera di Praga e l’ARD di Monaco. Qualche settimana dopo presi un treno per Monaco e mi recai all’appuntamento al Gasteig, il centro culturale polifunzionale della città dove la BRSO ha una delle sue sedi concertistiche. Lì conobbi Stefan Schilli, un ragazzo solo un paio d’anni più grande di me, ma con già una notevole esperienza alle spalle, essendo primo oboe di quell’orchestra, una delle maggiori in Germania, da sette anni. Le due ore trascorse a studiare con lui sono state determinanti per ciò che ho fatto dopo: il suo esempio metteva in luce tutti i miei difetti, mentre la sua attenzione e fiducia nei miei confronti mi confermavano nella decisione di fare, di essere un musicista. Da quel giorno Stefan è diventato per me un amico, oltre che un maestro. Varie volte sono stato ospite a casa sua, per imparare a soffiare nel mio strumento o semplicemente per bere un tè insieme. Questa digressione personale vuole spiegare, eccomi al punto, la presenza sul palco di musicisti dalle provenienze differenti e che, in alcuni casi, si trovano per la prima volta a suonare assieme. Una scommessa azzardata che può essere motivata solo dall’amicizia e dalla fiducia reciproca. Quando circa un
anno fa l’Ensemble Musagète ha deciso di proporre alla Società del Quartetto un programma di serenate per fiati, il nome di Stefan Schilli mi è venuto spontaneo. Così gli ho subito scritto - questa volta una rapida email - proponendogli di unirsi a noi portando con sé alcuni colleghi/amici, per un rendezvous di fiati appunto. Così si sono aggiunti alla lista Christopher Corbett, primo clarinetto della BRSO, e Wolfgang Wipfler, corno solista dell’Orchestra della Radio di Stoccarda (SWR) e del Festival di Bayreuth. Infine è arrivata anche l’entusiastica adesione di Valentino Zucchiatti, primo fagotto del Teatro alla Scala. Il 9 febbraio proporremo al pubblico uno dei capolavori assoluti dell’Harmoniemusik, la Serenata in Do minore K.388 di Wolfgang Amadeus Mozart, accanto a due opere di più raro ascolto, la Petit Symphonie di Charles Gounod e la Petite Suite Gauloise di Théodore Gouvy - anche grazie al tenace lavoro di riscoperta e promozione della musica romantica francese portato avanti dalla Fondazione Palazzetto Bru Zane. Il concerto sarà il frutto di alcuni giorni di intenso lavoro trascorsi insieme a musicisti eccezionali, mischiando lingue (inglese, tedesco e italiano), esperienze e competenze musicali, ma anche arte e cibo della nostra terra. A questo proposito, a nome dell’Ensemble Musagète vorrei ringraziare due persone speciali, Lina e Lino, le quali con grande generosità e spontaneità ci hanno messo a disposizione la loro casa per ospitare i nostri amici e per provare molte ore al giorno. Una conferma che questo rendez-vous nasce sotto la stella dell’amicizia. ● Remo Peronato
105a Stagione Concertistica 14/15 lunedì 9 febbraio 2015 ore 20:45 Teatro Comunale
RENDEZ-VOUS DI FIATI
SOLISTI DELLA BAYERISCHER RUNDFUNK Ensemble Musagète musiche di Mozart, Gouvy e Gounod
programma concerti anpaolo e Società del Quartetto di Vicenza no ai visitatori delle Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni domenica 11 gennaio 2015 ore 16,30 ri gli incontri musicali con Leon Spierer e i giovani Antonio Vivaldi (1678-1741) rovenienti da varie Regioni italiane, che hanno Concerto in si min. n. 10 da “L’Estro Armonico” le audizioni per partecipare alla quarta edizione Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Serenata notturna per archi e timpani in re magg. K 239 to Orchestra. Al corso di formazione orchestrale Samuel Barber (1910-1981) estro berlinese, riservato a diplomati e diplomandi Adagio per archi op. 11 nti ad arco, si aggiunge quest’anno – nei mesi di Ludwig van Beethoven (1770-1827) e aprile – Vocal Ensemble, un percorso formativo Quartetto per archi n. 11 in fa min. op. 95 “Serioso” (trascrizione Gustav Mahler) da Francesco Erle, destinato a giovani cantanti. principale dei due progetti è quello di favorire □ □ □ a artistica delle nuove generazioni di orchestrali domenica 15 febbraio 2015 ore 16,30 i che muovono i primi passi nel difficile mondo Arnold Schönberg (1874-1951) Gavotta per archi nistico. Josef Suk (1874-1935) tradizionali pomeriggi musicali, riservati ai visiSerenata per archi in mi bem. magg. op. 6 le Gallerie, concludono una settimana di intenso Johann Sebastian Bach (1685-1750) rante la quale i maestri Spierer ed Erle eon hanno apcon pierer e Cantata rancesco rle BWV 150 Nach dir, Herr, verlanget mich o con i loro allievi alcuni fra i capolavori della letAntonio Lotti (1667-1740) icenza , gennaioCrucifixus - aprilea 82015 voci e Crucifixus a 10 voci trumentale e vocale dal Settecento aiV giorni nostri. Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) utori in programma, oltre ai conosciutissimi VivalMottetto Misericordias Domini Kv222 Mozart, Beethoven, Schubert e Čajkovskij, vi sono programma concerti □ □ □ no noti al grande pubblico, ma senza dubbio meritedomenica 11 gennaio 2015 ore 16,30 domenica 15 marzo 2015 ore 16,30 ere scoperti: il veneziano Antonio Lotti (contempoAntonio Vivaldi (1678-1741) Franz Schubert (1797-1828) Vivaldi), il britannico Edward Elgar, il finnico Jean Concerto in si min. n. 10 da “L’Estro Armonico” 5 Minuetti con 6 trii, per quartetto d’archi D89 ed il ceco Leóš Janáček. invece al Wolfgang Amadeus Appartengono Mozart (1756-1791) Jean Sibelius (1865-1957) vecento, Barber,notturna Hindemith, Ligeti, Pärt e Blacher. Serenata per archi e timpani in re magg. K 239 Romanza per orchestra d’archi in do magg. op. 42 (1910-1981) dai maestri Leon Samuel Barberpresieduta Edward Elgar (1857-1934) mmissione artistica, AdagioErle, per archi op. 11gli allievi ammessi a Introduzione e Allegro per archi op. 47 Francesco seguirà Ludwig van Beethoven (1770-1827) Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893) Orchestra e a Vocal Ensemble tutto loro Quartetto per archi n. 11 in durante fa min. op. 95il“Serioso” Serenata in do magg. per archi op. 48 ormativo. In occasione (trascrizione Gustavdell’ultimo Mahler) appuntamento □ □ □ la commissione assegnerà all’allievo più meritevole □ □ □ domenica 19 aprile 2015 ore 16,30 a di studio messa a disposizione domenica 15 febbraio 2015 oredalla 16,30famiglia Boris Blacher (1903-1975) ed intitolata Fatima Terzo Bernardi. Arnold aSchönberg (1874-1951) Divertimento per archi
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Gavotta per archi Josef Suk (1874-1935) Serenata per archi in mi bem. magg. op. 6 zione ai concerti è riservata ai visitatori delle Gallerie. Sebastian Bach (1685-1750) ngressoJohann alle esposizioni permanenti 0 - ridotto € 3,00) BWV 150 Nach dir, Herr, verlanget mich Cantata ssistere ad uno dei concerti programmati. Antonio Lotti (1667-1740) oni e prenotazioni: Crucifixus a 8 voci e Crucifixus a 10 voci lia - Palazzo Leoni Montanari, Vicenza Amadeus Mozart (1756-1791) a CoronaWolfgang 25 - tel. 800.578875 Mottetto Misericordias Domini Kv222 a domenica dalle 10 alle 18) □
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Leóš Janáček (1854-1928) Suite per archi Paul Hindemith (1895-1963) “Wahre Liebe” e “Frauenklage”, dai 5 Lieder nach alten texten op. 33 (seconda stesura) György Sándor Ligeti (1923-2006) III. The Alphabet - dai Six Nonsense Madrigals Arvo Pärt (1935) Berliner Messe
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domenica 15 marzo 2015 ore 16,30 Franz Schubert (1797-1828) 5 Minuetti con 6 trii, per quartetto d’archi D89 Jean Sibelius (1865-1957) Romanza per orchestra d’archi in do magg. op. 42 Edward Elgar (1857-1934) Introduzione e Allegro per archi op. 47
La partecipazione ai concerti è riservata ai visitatori delle Gallerie. Il biglietto d’ingresso alle esposizioni permanenti (intero € 5,00 - ridotto € 3,00) consente di assistere ad uno dei concerti programmati. Per informazioni e prenotazioni: Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari, Vicenza Contra’ Santa Corona 25 - tel. 800.578875 (da martedì a domenica dalle 10 alle 18)
MusicaMese MusiCare Gennaio-Febbraio 2015
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Il pluripremiato pianista Filippo Gamba alla prova dei 32 capolavori del genio di Bonn
Capire e godere Beethoven F
Una conferenza introduttiva del prof. Zattarin sull’integrale delle Sonate per pianoforte
ilippo Gamba è un uomo che, dopo gli allori giovanili, è invecchiato benissimo, perché non è invecchiato affatto: se vi sedete a un tavolo con lui, vi parlerà senza pose né formalità, con la simpatia di un ragazzo; semmai, con un velo di timidezza. È il tipico pianista a cui potete chiedere tutto, ma non il biglietto da visita. Eppure, ha vinto una quantità di premi nei più importanti concorsi internazionali, con una progressione irresistibile: sesto al Van Cliburn, quinto al Rubinstein, quarto al Leeds, terzo al Bachauer, secondo al Beethoven di Vienna (1993), primo a Brema (1995) e al Pozzoli di Seregno (1999), dove il suo nome nell’albo d’oro fa compagnia a quello di Maurizio Pollini. Lui le chiama «le vittorie della seconda linea»: la linea di chi privilegia il repertorio più riflessivo, più denso di chiaroscuri, per scoprire che la ragione del fare musica non è il fare, ma la musica. Tenendo questa linea di condotta e di pensiero, nel 2000 Filippo Gamba vince il primo premio al Géza Anda di Zurigo: la giuria presieduta da Vladimir Ashkenazy gli assegna anche il premio per la migliore interpretazione del Concerto di Mozart; Gamba si è presentato al concorso con il K 413, che lo stesso Mozart considerava «una via di mezzo tra il facile e il difficile». Fedele a un’idea intima e cordiale della musica, Gamba è un pianista che ha inciso tutte le Bagatelle di Beethoven. Una scelta di repertorio volutamente defilata, per un disco che si conclude con una sognante interpretazione dell’unica Bagatella divenuta famosa presso il grande pubblico: Per Elisa. Ma Filippo Gamba padroneggia
105a Stagione Concertistica 14/15 martedì 3 marzo 2015 ore 20:45 Teatro Comunale Conferenza introduttiva a cura del prof. Alessandro Zattarin
FILIPPO GAMBA pianoforte Beethoven: Integrale delle 32 Sonate per pianoforte (1° concerto)
con altrettanta discrezione il repertorio maggiore, se è vero che dal 2015, per 6 anni, sarà impegnato nell’esecuzione integrale delle 32 Sonate di Beethoven. Credo sia stato Clint Eastwood a dire che un artista dovrebbe sempre rimanere in contatto con la propria rabbia. Non so se con il termine «rabbia» Eastwood alluda a «quello spirto guerrier ch’entro mi rugge», come lo battezza Foscolo; ma so che questa rabbia combattiva, tenace, coriacea è stata spesso e volentieri attribuita alla figura e all’opera di Ludwig van Beethoven. La personalità di Beethoven è così interessante, unica, formidabile, perché è un incrocio di caos primordiale e aspirazione all’armonia.
Alessandro Zattarin
MusicaMese
di un cranio, di un lobo frontale e di un lobo occipitale. Non nego di coltivare la speranza che, dopo la mia introduzione a Beethoven, ascoltiate la sua musica dicendo dentro di voi: «L’ho capita». Ma la cosa più importante è che, ascoltandola, ve la godiate. ●
Alessandro Zattarin
Dottore di ricerca in Italianistica, diplomato in Pianoforte e in Musica vocale da camera, ha vinto il primo premio per la critica musicale nell’edizione 2006 del T.I.M. – Torneo Internazionale di Musica. Nel 2011 ha vinto il Premio di poesia “Diego Valeri”. Dal 2012 collabora con la Società Veneziana di Concerti e con il Teatro La Fenice di Venezia per i progetti dedicati alle scuole. Ha scritto saggi di critica letteraria e musicale per «Studi Novecenteschi», «Per Leggere», «Il Nuovo Baretti», «Ad Parnassum». Ha tradotto narrativa angloamericana per Mondadori. Ha collaborato con l’Istituto Treccani per l’Enciclopedia dei Ragazzi. Ha pubblicato tre libri: Tre storie d’amore e di sonetti. Gozzano, Saba, Caproni (Supernova, 2003); Le stanze di Venere. Poesia d’amore in forma di sonetto nel Novecento italiano (Cafoscarina, 2004); «Anch’io voglio scrivere per musica». Pascoli e il melodramma (Carabba, 2014).
MusiCare Gennaio-Febbraio 2015
C’è in Beethoven un fondo animale: qualcosa di non completamente addomesticato, che fende la superficie della pagina come la pinna di uno squalo. Studiare i manoscritti di Beethoven vuol dire accorgersi che le parti più semplici delle sue opere sono quelle che gli sono costate il lavoro più duro. Beethoven non era come Bach e Mozart, due musicisti a cui le idee venivano con naturalezza per svilupparsi quasi da sole, quasi senza correzioni. Beethoven corregge, cancella, riscrive: Beethoven è un vulcano di idee perché le sue idee sono un magma. I suoi pensieri musicali sono più complicati e contorti nella prima stesura che non nelle stesure successive. Lo scopo del suo lavoro è arrivare alla formula più semplice, chiara, diretta. Wilhelm Furtwängler lo dice splendidamente: «Quella di Beethoven non è una semplicità che si possa trovare per strada. La sua è una semplicità che redime». Contrariamente a quel che si pensa di solito, la musica non è un linguaggio universale: non è un linguaggio per l’uomo della strada, un linguaggio che tutti possono capire senza studiare, senza redimersi. Ha ragione Schoenberg: «Si impara solo quello che già si sa». La musica è un linguaggio di cui tutti possono godere: questo sì. Perché la musica è un linguaggio assoluto, cioè sciolto, svincolato dall’obbligo di significare qualcosa. Certo, a volte i compositori – Beethoven in testa – mettono un titolo alle loro musiche, e questo titolo può anche avere un significato: Sinfonia Eroica, Sinfonia Pastorale, oppure Les Adieux e Chiaro di luna, nel caso delle Sonate. Ma la verità è che la musica – ogni musica – significa soltanto se stessa. Per giunta, il suo significato cambia a seconda dell’interprete e a seconda dell’ascoltatore, a seconda del luogo e del momento in cui la si esegue, a seconda del luogo e del momento in cui la si ascolta. Il motivo è semplice: la musica è una cosa viva. La musica può essere analizzata, guardata al microscopio, smontata nelle sue parti e nelle sue funzioni: ma ci si innamora del viso di una donna, non
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L’infanzia musicale delle sorelle Labeque, le contaminazioni “familiari” di Viktoria Mullova
Ricordi del passato e fughe in avanti Un album di danze per le “Sisters” Labeque
“The peasant girl”: Mullova in chiave jazz e popolare
autore AA.VV. titolo CD Sisters interpreti Katia & Marielle Labèque etichetta CD KLM recordings, KLM2124, DDD, 2014
autore AA.VV. titolo CD The peasant girl interpreti Viktoria Mullova, The Matthew Barley Ensemble etichetta 2CD Onyx, 4070, DDD, 2011
Tappezzato di foto è questo CD delle sorelle pianiste Katia e Marielle Labèque. Packaging inconsueto, in 16:9. Sulla copertina le bimbe a mani giunte e all’interno piovono, uno sull’altro, scatti a colori e in bianco e nero. Un album di famiglia in musica: ogni traccia rimanda al vissuto privato e professionale delle sisters. Scorre la tracklist e sono quasi tutte danze. Čajkovskij e la danza russa, tre danze ungheresi di Brahms (che piacevano tanto a papà), Dumka e Furiant di Dvorák, “Petit mari, petite femme” di Bizet, due polke di Johann Strauss, la Berceuse di Fauré (“il primo brano che suonammo a sei e otto anni”), poi Poulenc (“L’embarquement pour Cythère”) e Milhaud (la “Brazileira” da “Scaramouche”), Grainger (Country Gardens, un omaggio ai Muppets) e Gershwin (tre preludi). Non mancano un valse e un galop di Stravinsky le variazioni su un tema di Paganini di Lutoslawski, ricordo del primo recital, una polka di Adolfo Berio “consegnataci da Luciano Berio, ammiratore della musica di suo nonno”. Conclude “Tropical Jam” di Camillo. Grande piacere d’ascolto: sono brillanti Katia e Marielle e distillano suoni cristallini in un fraseggiare ora disteso ora scattante. Tutto è piacevolmente levigato, sovranamente controllato. Da piccole devono essere state bambine piuttosto obbedienti. ●
Viktoria Mullova, la violinista cosmopolita, una ragazza di paese? No, forse no. È la musica popolare, “paesana”, che irrora il repertorio più colto. “The peasant girl”, splendido CD, emerge da questa presa d’atto. E da un incontro: l’universo classico-barocco di lei e le contaminazioni jazzistiche di Matthew Barley, violoncellista e di lei marito. Con loro i percussionisti Paul Clarvis e Sam Walton, e Julian Joseph al piano. Viktoria e soci cercano i graffi del violino zingaro e le vergini melodie popolari che si sono stratificati nel repertorio. L’eclettica tracklist, in tanti arrangiamenti di Barley, accoglie “For Nedim” di DuOud, la versione della gypsie band Bratsch di “Django” di John Lewis, omaggio a Reinhardt, lo zingaro della chitarra, “Er Nemo Klantz” abbinato ad alcuni duetti di Bartók e Bi Lovengo, entrambi made in Bratsch, due pezzi della mitica jazz band di Joe Zawinul, i Weather Report (lo splendido “The peasant” e “The pursuit of the woman with the feathered hat”), “Dark Eyes” di Florian Hermann, “Life” di Youssou N’Dour e “Yura” dello stesso Barley. E poi altri sette duetti di Bartók arricchiti d’improvvisazioni e il duo per violino e cello op. 7 di Kodály che ricongiunge moglie e marito. Bella musica. Il suono lussureggiante della Mullova splende alla prima traccia, per nulla intimidito dal repertorio eccentrico, e il sound del Barley Ensemble le si abbina che sta d’incanto.. ● pagina a cura di Filippo Lovato
Scanagatta nuovo consigliere SdQ
Il Consiglio Direttivo della Società del Quartetto riunitosi lo scorso 18 giugno 2014 ha accolto Francesco Scanagatta (detto Franco) quale nuovo membro. Vicentino classe 1945, sposato con Annalisa e padre di Silvia, Scanagatta viene dal mondo dell’amministrazione finanziaria, avendo ricoperto ruoli dirigenziali presso aziende e ditte come Campagnolo Brevetti Internazionali, Gruppo Forall Pal Zileri, OZ Racing SpA e Officine Lovato SpA, Dainese SpA. Attualmente collabora con Forno d’Asolo, Viabizzuno SpA e Ferretto Group SpA. È inoltre presidente di Sonus Faber e membro del CdA della Fondazione San Bortolo. Dopo tre anni di impegno per il Teatro La Fenice di Venezia, porta il suo contributo alla Società del Quartetto, aggiungendosi al Consiglio già formato da Paolo Pigato, Riccardo De Fonzo, Donata Folco Zambelli Cattaneo, Luciano Giacomelli e Luca Trivellato.
Teatro Olimpico GIOVEDì 30 APRILE 2015, ore 20:30
CAPPELLA ANDREA BARCA orchestra András SCHIFF pianoforte e direttore Johann Sebastian BACH Concerto per pianoforte e orchestra in re maggiore BWV 1054 Concerto per pianoforte e orchestra in fa minore BWV 1056 Concerto per pianoforte e orchestra in sol minore BWV 1058 Concerto per pianoforte e orchestra in mi maggiore BWV 1053 Concerto per pianoforte e orchestra in la maggiore BWV 1055 Concerto per pianoforte e orchestra in re minore BWV 1052
Basilica dei Santi Felice e Fortunato VENERDì 1 MAGGIO 2015, ore 20:30
CAPPELLA ANDREA BARCA orchestra András SCHIFF pianoforte e direttore SCHOLA SAN ROCCO coro Francesco ERLE maestro del coro Ruth ZIESAK soprano, Britta SCHWARZ contralto, Lothar ODINIUS tenore, Robert HOLL basso Franz Joseph HAYDN Variazioni in fa minore Hob XVII:6 Tardi Canti a più voci Missa in si bemolle maggiore Hob. XXII:12 “Missa Theresa”
Teatro Olimpico SABATO 2 MAGGIO 2015, ore 20:30
CAPPELLA ANDREA BARCA orchestra András SCHIFF pianoforte e direttore Stefan SCHWEIGERT fagotto, Wolfgang BREINSCHMID flauto, Louise PELLERIN oboe, Riccardo CROCILLA clarinetto Marie-Luise NEUNECKER corno Wolfgang Amadeus MOZART Concerto per fagotto in si bemolle maggiore KV 191 Concerto per flauto in re maggiore KV 314 “Ruhe sanft, mein holdes Leben” dall’opera “Zaide” KV 344 Concerto per clarinetto in la maggiore KV 622 Concerto per corno in mi bemolle maggiore KV 447 Concerto per pianoforte in do minore KV 491 BIGLIETTI: Intero € 50 / Over65 e abbonati € 45 / Under30 € 25 In vendita a partire dal 29 gennaio presso la sede della Società del Quartetto di Vicenza (tel. 0444 543729 / info@quartettovicenza.org)
Teatro Olimpico DOMENICA 3 MAGGIO 2015, ore 20:30
CAPPELLA ANDREA BARCA orchestra András SCHIFF pianoforte e direttore Ruth ZIESAK soprano, Britta SCHWARZ contralto, Lothar ODINIUS tenore, Robert HOLL basso Erich HÖBARTH violino, Christoph RICHTER violoncello Johannes BRAHMS “Zigeunerlieder” op. 103 Concerto per violino e violoncello in la minore op. 102 Concerto per pianoforte n. 2 in si bemolle maggiore op. 83
SAVE THE DATE
gli appuntamenti segnalati dalla Società del Quartetto di Vicenza
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GENNAIO 2015 ore 16:30 Progetto Orchestra & Vocal Ensemble Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari, Vicenza (tel. 800 578875)
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GENNAIO 2015 ore 20:45 concerto Stagione 2014/2015 Teatro Comunale di Vicenza
LEON SPIERER e i ragazzi di Progetto Orchestra musiche di Vivaldi, Mozart, Barber e Beethoven
FILIPPO LAMA violino STEFANO GUARINO viola RICCARDO ZADRA pianoforte Beethoven: Integrale dei Trii con pianoforte (1° concerto)
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GENNAIO 2015 ore 20:45 concerto Stagione 2014/2015 Teatro Comunale di Vicenza
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FEBBRAIO 2015 ore 20:45 concerto Stagione 2014/2015 Teatro Comunale di Vicenza
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il periodico Musicare è realizzato grazie a:
VIKTORIA MULLOVA violino KATIA LABEQUE pianoforte musiche di Mozart, Schumann, Pärt, Takemitsu e Ravel
SOLISTI DELLA BAYERISCHER RUNDFUNK Stefan SCHILLI oboe, Christopher CORBETT clarinetto Wolfgang WIPFLER corno, Valentino ZUCCHIATTI fagotto ENSEMBLE MUSAGéTE Fabio PUPILLO flauto, Remo PERONATO oboe Luigi MARASCA clarinetto, Enrico BARCHETTA corno Laura COSTA fagotto musiche di Mozart, Gouvy e Gounod FEBBRAIO 2015 ore 16:30 Progetto Orchestra & Vocal Ensemble Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari, Vicenza (tel. 800 578875) LEON SPIERER e i ragazzi di Progetto Orchestra FRANCESCO ERLE e i ragazzi di Vocal Ensemble musiche di Schönberg, Suk, Bach, Lotti e Mozart
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FEBBRAIO 2015 ore 20:45 concerto Stagione 2014/2015 Teatro Comunale di Vicenza
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MARZO 2015 ore 20:45 concerto Stagione 2014/2015 Teatro Comunale di Vicenza
YUJA WANG pianoforte musiche di Chopin, Skrjabin, Granados, Albéniz e Schubert
FILIPPO GAMBA pianoforte Beethoven: Integrale delle 32 Sonate per pianoforte (1° concerto) Società del Quartetto di Vicenza vicolo cieco Retrone, 24 - 36100 Vicenza tel. 0444 543729 e-mail info@quartettovicenza.org www.quartettovicenza.org
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