Musicare 3/2016

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GIUGNO-AGOSTO 2016

MusiCare 2016 - ANNO XVIII - Numero 3 - Mensile in A.P. 70% C.P.O. Vicenza

LADIES AND GENTLEMEN...

Due nuove Stagioni di grande musica al Teatro Comunale di Vicenza. La Società del Quartetto apre con Daniel Harding e la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestra del Teatro Olimpico con Carolin Widmann nel Concerto per violino di Mendelssohn. Se vi sembra poco, non guardatelo negli occhi...

DIREZIONE SUD ITALIA

Alla riscoperta dello Stivale con Avion Travel e Musica Nuda: ritorna Musica delle Tradizioni

ESTATE A SUON DI...

Danze, canzoni, suite e jam: dai Notturni palladiani alle OpeNights nel cuore di Vicenza 1

ESECUZIONE ED EMOZIONE Sentimento e ragione nel lavoro e nel pensiero di Klaus Manfrini, prima viola e tutor in OTO


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’è chi ricorda un coro di voci femminili cantare l’Akathistos nell’abside di una pieve romanica, moderne vestali comprese nell’inno alla genitrice di Dio, in un tempio della Croazia. In altri riecheggia ancora il suono di saluto all’alba di un freddo mattino di agosto sulle Dolomiti di Fanes: non credevano che un corno delle Alpi potesse dar voce alla bruma di una croda. Poi ci sono quelli che raccontano stupiti della quantità di musica respirata nelle strade di Lisbona, a tutte le ore del giorno e della notte, come se non potesse più esistere il tavolino di un caffè senza un clarinetto od un violino a fargli da controcanto. Non mancano i nostalgici che si portano a casa dalle vacanze esotiche un moderno rebab o altri strumenti più o meno inquadrabili dall’organologia, conchiglie avvolgenti la colonna sonora di una spiaggia del Mar Rosso o di un safari di gruppo. L’estate, per molti, è il tempo delle vacanze, si tratti di una fuga o di un rito cui assolvere. È in questo tempo che, con maggiore probabilità, si viaggia, si scopre, si raggiungono luoghi lontani dal quotidiano, in direzione geografica e culturale. Poi torna spesso l’ordinario, la routine, gli spostamenti sui soliti assi. In settembre, abbandonati i seggiolini delle barche e i sedili degli aerei, non tutto sarà solo ricordo e passato perduto. Ci saranno le poltrone di un teatro ad attendere viaggiatori curiosi, con sempre nuove impressioni “a domicilio”, si tratti di restare abbagliati da cinque percussionisti di Strasburgo, da un organista statunitense scatenato, dall‘eleganza di un pianista dalla folta barba bianca, o affascinati dalla storia in musica di un elefantino di nome Babar, dai ritmi di West Side Story e dai ricordi d’infanzia di uno Schiaccianoci russo, fino a sentire il colore della grotta di Fingal, nelle Ebridi di Mendelssohn. E per chi non va nemmeno in vacanza ci sono pagina 10 e 11 di questo numero di MusiCare. ● Giovanni Costantini

IN COPERTINA Daniel Harding direttore d’orchestra britannico, nato a Oxford 41 anni fa. È considerato uno dei più grandi talenti del podio e sarà a Vicenza sabato 8 ottobre, a capo della Mahler Chamber Orchestra.

Anno XVIII - Numero 3 Giugno-Agosto 2016

coordinamento editoriale Giovanni Costantini collaboratori Marco Bellano Filippo Lovato Paolo Meneghini Alberto Schiavo impaginazione Alessandra Melison per le foto l’Editore è a disposizione di quanti provassero diritti di Copyright

ouverture cartaCanta LE GOLDBERG DI BACH PER NON ADDORMENTARE LO SPIRITO

di Gabriele Scotolati

J. S. BACH GOLDBERG -VARIATIONEN BWV 988 G. HENLE VERLAG (URTEXT) Edited by Rudolf Steglich Fingering by Hans-Martin Theopold Publication 15/07/2002 disponibile presso la libreria Musica Musica al prezzo di 14,40 euro L’opera sarà interpretata da Beatrice Rana il 31 ottobre 2016 al Teatro Comunale di Vicenza.

Le Variazioni Goldberg offrono il migliore esempio di una musica concepita per la ricreazione di uno spirito competente ed esigente. P. Buscaroli, Bach

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Periodico di cultura, musica e spettacolo di Società del Quartetto di Vicenza e Orchestra del Teatro Olimpico Direttore Resp.: Matteo Salin Editore: Società del Quartetto di Vicenza Redazione: vicolo cieco Retrone, 24 Vicenza Tel. 0444/543729 Fax 0444/543546 web www.quartettovicenza.org e-mail info@quartettovicenza.org Periodico iscritto al registro Stampa del Tribunale di Vicenza n. 977 Stampa: Tipolitografia Pavan snc su carta Passion 13 da 100 g/mq Tiratura 3000 copie


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Indice

La stecca «La musica avrà ammansito e civilizzato le belve di Orfeo, ma non è ancora riuscita a civilizzare i musicisti!» (John Gay, 1685-1732, poeta e drammaturgo britannico)

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notEventi

Direzione Sud Italia, alla riscoperta dello Stivale di Ilaria Fantin

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antePrima

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antePrima

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Ordinaria specialità: è il cartellone firmato Orchetra del Teatro Olimpico di Giovanni Costantini

Una stagione che “tira”: sarà impossibile resisterle di Giovanni Costantini

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musicaMese

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echi

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backStage

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musicaMese

Viaggi, danze e colori sotto lo sguardo di Palladio a cura della redazione

Musica & drink nel cuore di Vicenza: tornano le “OpeNights” estive di Paolo Meneghini

Tradizione, sperimentazione... gioco: “Omaggio a Palladio” diverte con qualità di Marco Bellano

«Esecuzione ed emozione: alti livelli con questi giovani colleghi» di Klaus Manfrini

audioVisivi

L’occhio esorta l’orecchio, poi è musica di Marco Bellano

d’altro ouverture canto

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a stroncatura è una specie quasi estinta nell’ecosistema dei mezzi di comunicazione. Forse perché la qualità media dell’opera da recensire è aumentata. Ma la percezione della qualità dipende anche dal processo di costruzione del consenso attorno all’artista. Non basta l’opera sola, fosse anche un capolavoro, serve la promozione. E se è vero che le acquietanti conferme sono più gradite delle sorprendenti smentite, chi si assumerà il rischio di contraddire una diffusa opinione favorevole? A che pro, poi? Il critico paventerà il pericolo di vedersi negare la prossima richiesta d’intervista; una generosa distribuzione di aggettivi invece avrebbe fatto tutti contenti, l’artista, che si sentirà “compreso”, chi lavora con lui e chi lo ammira. Il processo si autoalimenta e il radicarsi del conformismo impedisce quasi di immaginare un giornale che scansi il concerto di un divo per seguire la performance di uno sconosciuto, che buchi la mostra del venerato pittore per segnalare i lavori di un esordiente, un giornale che cerchi un’altra qualità, oscurata magari solo dalla carenza di mezzi. Facile pronosticare un destino infausto a quella coraggiosa redazione. Difficile spiegare la ragione del fallimento, se si individua nel racconto di realtà inattese, quei fatti che alimentano il serbatoio delle notizie, il compito principale di ogni giornalista. Anche i giornalisti di cultura e spettacoli li si vorrebbe allineati alle decisioni prese in altre sedi. Così le stroncature si incattiviscono e si rifugiano nel web, un far west quasi sempre ostile a ogni pacato argomentare. ●

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di Paolo Meneghini

DIREZIONE SUD ITALIA, ALLA RISCOPERTA DELLO STIVALE Da giovedì 15 a domenica 18 settembre va in scena a Vicenza la quinta edizione di Musica delle Tradizioni: valorizzazione locale a suon di stornelli romani, canzoni di Modugno, antiche arie pugliesi e ritmi partenopei. In palcoscenico gli Avion Travel con Peppe Servillo, il mitico duo Musica Nuda e il debutto di un duo salentino, fra tradizione e innovazione.

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opo aver curiosato – nelle passate edizioni – fra le antiche melodie folk, le danze, i canti popolari e gli strumenti tradizionali provenienti da Irlanda, Portogallo, Turchia, Tunisia, Algeria, Grecia, Spagna, India... il festival Musica delle Tradizioni, in programma a Vicenza dal 15 al 18 settembre 2016, si concede una sosta nel Bel Paese. Protagonisti di questa operazione di riscoperta e valorizzazione locale in “direzione Sud Italia” sono tre affermati gruppi musicali che proporranno dei programmi disegnati ad hoc per Musica delle Tradizioni: si tratta del duo salentino formato dalla cantante Rachele Andrioli e da Rocco Nigro alla fisarmonica, di Musica Nuda (ovvero la voce di Petra Magoni con il contrabbasso di Ferruccio Spinetti) e degli Avion Travel in formazione di sestetto capitanato dal “frontman” storico Peppe Servillo. Nella serata inaugurale di giovedì 15 settembre saliranno sul palco del Teatro Comunale (sala del ridotto) Rachele Andrioli e Rocco Nigro: una formazione essenziale – voce, fisarmonica e tamburi a cornice – per un viaggio musicale che parte dalle antiche arie popolari della terra pugliese per spaziare alla musica tradizionale del Sud Italia, agli stornelli romani, alle canzoni di Domenico Modugno, fino a trovare collegamenti con culture “al di là del mare”. Il tutto grazie alla sensibilità, al lavoro di ricerca, al bagaglio di esperienza e alla musicalità di due artisti che sono molto apprezzati anche in Europa, particolarmente in Francia. Venerdì 16 debutta al Comunale di Vicenza (sala maggiore) Musica Nuda, nome d’arte del rodatissimo connubio artistico – tredici anni di attività, mille concerti in tutto il mondo, otto dischi – formato da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. La serata in compagnia della voce di Petra e del magico contrabbasso di Ferruccio promette emozioni intense con una vasta selezione di struggenti canzoni d’amore della gente del sud che hanno fatto il giro del mondo. Per il “concertone” di sabato 17 settembre arrivano gli Avion Travel, storica band campana – per molti anni della loro trentennale carriera artistica si sono chiamati Piccola Orchestra Avion Travel – che ha saputo crearsi una nicchia del tutto particolare nel panorama musicale italiano. Accompagnati dal leader storico Peppe Servillo, gli Avion propongono a Musica delle Tradizioni una serata in gran parte incentrata sulla canzone napoletana interpretata a volte filologicamente, a volte rivisitata e aggiornata con le sapienti orchestrazioni che hanno fatto del gruppo campano un fenomeno di culto. Il concerto sarà preceduto, alle

Rachele Andrioli e Rocco Nigro

ore 19, dalla proiezione del documentario di Tommaso Dolcetta dal titolo Miserable man - Postcards from India basato sulla storia di un moderno musicista di strada vicentino che ha abbandonato la sua precedente vita per un’esperienza da “nomade” attraverso l’immenso territorio indiano. L’edizione 2016 di Musica delle Tradizioni si chiude ancora una volta – domenica 18 settembre alle ore 17 – con il Mappamondo Musicale, un coloratissimo happening in Piazza delle Erbe che ha per protagonisti una ventina di ragazzini di varie etnie che durante giorni del festival parteciperanno ad uno speciale laboratorio musicale tenuto dai maestri Michele Mastrotto e Massimiliano Varusio. Come eventi paralleli, il festival curato da Ilaria Fantin prevede quest’anno tre workshop con altrettanti protagonisti della rassegna (Rachele Andrioli, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti) incentrati su tecniche vocali e strumentali nell’interpretazione del repertorio popolare. I workshop si terranno presso la sede del Centro Urbano Cultura Artistica di Sovizzo nelle mattinate di venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 settembre. ●

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PASSIONE E LIBERTÀ La curatrice artistica di Musica delle Tradizioni ricorda le linee guida del festival: creazione di un nuovo pubblico, ricerca musicale, avvicinamento pubblicoartista, libertà interpretativa.

Fra tanti suoni e strumenti provenienti da altre culture, dopo quattro edizioni di Musica delle Tradizioni si correva il rischio di perdere di vista il ricco patrimonio della musica tradizionale italiana, proprio come fanno quei turisti italiani che viaggiano per il mondo senza aver mai visitato le straordinarie bellezze dello Stivale. Così ho pensato che quest’anno avremmo fatto tappa in Italia per esplorare, in particolare, quel ricco bacino di musica e tradizioni rappresentato dalla cultura popolare delle nostre regioni meridionali. Oltre agli eventi cosiddetti “principali” - ossia i “grandi nomi” come Musica Nuda e Avion Travel – anche quest’anno ho voluto chiamare a Vicenza una realtà musicale emergente, che meriterebbe più spazio in Italia e che, al contrario, vede la sua fortuna nelle esperienze all’estero. L’apertura del festival è quindi affidata ad un giovane duo salentino, composto dalla profonda voce di Rachele Andrioli e dalla fisarmonica di Rocco Nigro. Si tratta di uno degli ensemble italiani che si occupa della divulgazione della musica popolare in Europa, cantando un repertorio che, pur attingendo al passato, viene rinvigorito da un nuovo approccio espressivo. In tempi in cui la musica sembra sottoposta alle rigide regole del mercato, sembra doveroso dare voce a realtà che ancora mettono in primo piano la libertà interpretativa della musica, come vero momento di creazione artistica, senza scendere a compromessi e perdere la propria autenticità. Di anno in anno Musica delle Tradizioni si avvale di nuove collaborazioni, mantenendo i principali obiettivi: portare un nuovo pubblico al Teatro Comunale di Vicenza, creare serate di stimolante ricerca musicale, diminuire la distanza pubblico-artista attraverso una musica e degli interpreti sempre capaci di coinvolgere lo spettatore, dare vita a riflessioni incontrando culture e costumi diversi.

Musica Nuda

Ilaria Fantin

Avion Travel

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ouverture notEventi antePrima

di Giovanni Paolo Meneghini di Costantini

ORDINARIA SPECIALITÀ: è IL CARTELLONE FIRMATO ORCHESTRA DEL TEATRO OLIMPICO

foto di Angelo Nicoletti

Sei concerti in abbonamento, organico fresco e competitivo, programma musicale ad ampio spettro, solisti e ospiti di classe, Alexander Lonquich direttore principale. E tra il Concerto per violino di Brahms, la voce recitante di Elio e la bacchetta di Benedetti Michelangeli non mancherà il tradizionale concerto di Capodanno.

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ei concerti in abbonamento, con cadenza quasi mensile, da fine ottobre 2016 ad inizio aprile 2017; un organico fresco e competitivo, formato dai migliori giovani diplomati dei Conservatori e delle Accademie italiane; un programma musicale ad ampio spettro, che abbraccia composizioni per piccola e grande orchestra, da C. P. E. Bach a Igor Stravinsij; solisti ospiti di classe e provenienza internazionale, premiati in concorsi e applauditi in palchi importanti; direzione principale nelle abili mani di Alexander Lonquich, solista e direttore. Si può riassumere in questi cinque punti la Stagione 2016/2017 firmata Orchestra del Teatro Olimpico, decimo cartellone in scena al Teatro Comunale di Vicenza, terzo anno del nuovo corso gestionale. Con la OTO saliranno sul palcoscenico del Comunale artisti di varia estrazione ma dal comune alto profilo, per dare vita a sei serate di ordinaria specialità. Si apre e si chiude con Beethoven: Ouverture dal Coriolano e settima Sinfonia il 24 ottobre, sinfonia “Pastorale” n. 6, il 3 aprile. Restando nel grande sinfonismo, il cartellone offre anche “Le Ebridi”, ouverture di Mendelssohn-Bartoldy, la terza di Schumann e la quarta di Brahms. Assaggi del primo ‘900 si avranno con “Blumine” dalla Sinfonia n. 1 di Mahler e con i Proses Lyriques di Debussy (nell’orchestrazione di Umberto Benedetti Michelangeli). Il ricordo delle origini del genere – quando il direttore d’orchestra in senso moderno non era ancora concepito – sarà affidato a due sinfonie di C. P. E. Bach e alla “Haffner” di Mo-

zart. Pieno ‘900 invece il 23 gennaio: due Suite per piccola orchestra di Stravinskij, “Histoire de Babar” di Francis Poulenc e l’immortale “Pierino e il lupo” di Prokof’ev. Non manca, anzi è esaltato, il repertorio per solista e orchestra, occasione per ascoltare i nomi ospiti: la violinista Carolin Widmann sarà a Vicenza per il mitico Concerto in Mi min. op. 64 di MendelssohnBartoldy; la pianista Chloe Mun, recente vincitrice del Premio Busoni, oltre che del Concorso di Ginevra, si esibirà nel secondo Concerto di Chopin, per la direzione del venezuelano Dietrich Paredes; Alexander Janiczek tornerà nella città del Palladio – dopo il concerto di Capodanno 2106 – per il mastodontico Concerto per violino di Brahms; Alexander Lonquich sarà solista e direttore nel Concerto in La minore di Schumann. All’appello della Stagione 2016/2017 rispondono anche Umberto Benedetti Michelangeli, per la seconda volta sul podio della OTO in occasione dell’ultimo concerto, il 3 aprile, e Elio, al secolo Stefano Belisari, voce recitante il 23 gennaio in “Babar” e “Pierino e il lupo”. Non meritano meno importanza le musiche ed i protagonisti della rinnovata edizione del concerto di Capodanno: il 31 dicembre di quest’anno, il maestro Carlos Spierer ed il tenore messicano Dante Alcalà, intratterranno il pubblico del Comunale sulle note degli operisti italiani, oltre che di Sostakovic, Caikowskij, Bernstein e, naturalmente, Strauss. Il concerto, come sempre, non sarà in abbonamento. Ma il calice di champagne sarà incluso nel prezzo del biglietto. ●

8 Carolin Widmann

Elio

Dietrich Paredes


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di Giovanni Costantini

UNA STAGIONE CHE “TIRA”: SARà IMPOSSIBILE RESISTERLE La Società del Quartetto si appresta a mettere in scena sul palco del Teatro Comunale il cartellone numero 107, tra continuità e rinnovamento, celebrità affermate e volti nuovi del concertismo internazionale. Si comincia l’8 ottobre con Daniel Harding e la Mahler Chamber Orchestra.

Beatrice Rana

Quartetto Kelemen

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i sa, i tempi moderni vogliono che gli interpreti siano tanto attesi quanto le loro interpretazioni, se non di più. Detto in altre parole, nello scorrere un cartellone musicale si va spesso a leggere chi suona, a cercare il volto noto, il nome altisonante, che non a scorrere quali musiche, autori e opere, saranno proposti. Solo i veri intenditori, poi, hanno la capacità di esprimere un giudizio nella triplice relazione autore-opera-interprete. Ma per la maggioranza, è noto, è il pedigree degli artisti che saliranno in palcoscenico a “tirare”. In questa prospettiva, la Stagione numero 107 della storica Società del Quartetto di Vicenza ben si bilancia tra conferme e novità, continuità e rinnovamento, celebrità affermate e giovani volti del concertismo nazionale e internazionale. Ecco allora che se il concerto conclusivo, in un apparentemente lontano 20 aprile 2017, ospita ancora il pianista Filippo Gamba – per proseguire l’integrale delle Sonate di Beethoven –, la prima serata in abbonamento vedrà il debutto di una giovanissima Beatrice Rana, stella del pianismo italiano, classe 1993. A novembre, la performance di un già noto e apprezzato Trio di Parma sarà arricchita dalla presenza di Guglielmo Pellarin, giovane friulano, primo corno dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e sarà seguita dal debutto vicentino del Quartetto Kelemen, formazione nata sei anni fa a Budapest. Restando sulle formazioni da camera nel solco della tradizione, ecco il ritorno del Quartetto di Cremona, tra i più prestigiosi soggetti italiani oggi in tour in tutto il mondo, con Andrea Lucchesini al pianoforte, recente

ospite a Vicenza per l’Orchestra del Teatro Olimpico. E ancora, anche l’Hesperos Piano Trio è chiamato a tornare sul palco del Comunale per proseguire l’integrale dei trii di Beethoven. Il mese di febbraio 2017 proporrà due voci accompagnate dal pianoforte: una sarà quella del violoncello di Sol Gabetta, in duo con Bertrand Chamayou alla tastiera; l’altra, quella del tenore Matthias Goerne, già applaudito nella scorsa stagione assieme al suo pianista Alexander Schmalcz. Un gradito ritorno è anche quello dell’Accademia d’Archi di Bolzano, ospite a Vicenza qualche stagione fa per la bacchetta di Frieder Bernius e nel 2017 in palcoscenico con Frank Peter Zimmermann violino concertatore e Louise Pellerin oboe solista, già nota a Vicenza per essere prima parte della Cappella Andrea Barca. Stessa storia vale per il Coro e Orchestra barocca “Andrea Palladio” che torna a proporsi in città, questa volta diretti dal maestro Andrea Marcon, nome di spicco nel panorama della musica antica internazionale. Oltre alla Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniel Harding, concerto-evento di apertura della Stagione 2016/2017, una bella novità è l’arrivo a Vicenza del gruppo Les Percussions de Strasbourg, storico ensemble di sei percussionisti, con una storia musicale quarantennale, ricca e prestigiosa. Infine, il cartellone numero 107 della Società del Quartetto regala due nomi decisamente già sentiti, ma che si vorrebbe poter ascoltare ogni anno: Radu Lupu e Cameron Carpenter. Entrambi, ne siamo certi, non hanno bisogno di presentazioni, né qui né altrove. ●

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ouverture musicaMese

a cura della redazione

VIAGGI, DANZE E COLORI SOTTO LO SGUARDO DI PALLADIO Seconda edizione dei “Notturni palladiani” in collaborazione col Palladio Museum: a Palazzo Barbarano, cinque serate di grande musica tra Otto e Novecento con i giovani musicisti della OTO in formazione di piccola orchestra

Davide Sanson e i fiati dell’Orchestra del Teatro Olimpico

(ne scrisse oltre 700) nonché autorevole docente al Royal College of Music. Ad inizio serata una selezione dagli imponenti “Carmina Burana” e finale con la soavità neoclassica delle melodie che il francese Jean Françaix scrisse per il balletto. In caso di maltempo i concerti si svolgono comunque, presso la Chiesa di San Gaetano (Corso Palladio, 147 – Vicenza) con biglietteria sempre presso il Palladio Museum. Si consiglia di prenotare: l’ingresso ai concerti costa solo 5 euro ed è consentito fino ad esaurimento dei posti a sedere, non moltissimi. ●

IL PALLADIO MUSEUM Palazzo Barbarano, unica dimora urbana integralmente realizzata da Palladio, racchiude apparati decorativi a stucco e ad affresco di eccellenza, opera di Battista Zelotti, Anselmo Canera, Andrea Vicentino, Giovanni Battista Maganza, Lorenzo e Agostino Rubini. Dal 2012 vi è allestito il Palladio Museum, un luogo permanente ma in continua evoluzione che ha l’obbiettivo di raccontare l’architettura ai non architetti, narrando non una storia di edifici ma di uomini che li hanno concepiti, realizzati e comunicati. Mettendo in mostra gli strumenti del veicolo di questo pensiero, i disegni di architettura, insieme a modelli, fotografie, video.

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foto di Angelo Nicoletti

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ella suggestiva cornice di Palazzo Barbarano, nel cuore di Vicenza, sotto lo sguardo di Andrea Palladio, sono ancora loro i protagonisti: i “ragazzi” dell’Orchestra del Teatro Olimpico. Reduci da un’intensa stagione invernale di 12 concerti (al Teatro Comunale di Vicenza e in altre città del Veneto) i giovani musicisti della OTO animano anche la seconda edizione della rassegna “Notturni Palladiani”, ospitata nel palazzo di rappresentanza del Centro Internazionale di Studi su Andrea Palladio. Nella speciale veste estiva di piccola orchestra di soli archi o soli fiati – con una parentesi riservata alle percussioni – la OTO sta proponendo delle serate musicali fresche e leggere, ambientate fra Otto e Novecento, con brani di autori famosi e piccoli capolavori di compositori poco conosciuti dal grande pubblico. Una Sinfonia per archi di Mendelssohn, la decima, certamente la più celebre di quel repertorio, ha dato il la al “Viaggio verso nord” del 7 giugno, serata inaugurale della rassegna che ha poi spaziato attraverso altri deliziosi lavori di autori del Nord Europa ambientati fra fine Ottocento ed i primi decenni del Novecento, come la giovanile ed esuberante Symple Symphony di Britten. Dagli archi ai fiati: per il secondo appuntamento, datato 27 giugno, in scena “Ottocento fiati”, con la Sinfonietta op. 188 di Joachim Raff – autore indubbiamente da scoprire – e la Serenata in Re minore op. 44 per strumenti a fiato, violoncello e contrabbasso di Antonin Dvořák, fra forme classicheggianti e folclore boemo. Giovedì 14 luglio, “Danze & Suite” per ribadire la bellezza dell’immenso patrimonio musicale che ci ha donato l’Europa dell’Est, con Janáček e Bartók, ma anche per scoprire l’eclettico compositore londinese Peter Warlock (al secolo Philip Arnold Heseltine). In mezzo, è tutta da gustare la Holberg Suite di Grieg, che ha ormai eguagliato, in popolarità, le celeberrime suites dal Peer Gynt. I ritmi popolari proposti dagli archi della OTO saranno scanditi da Filippo Lama, spalla dell’orchestra e violino concertatore dei due appuntamenti estivi. Quattro giovani percussionisti “under 30” sul palco, giovedì 25 agosto, per “Percussioni fra ritmi e timbri”. Un evento raro, sotto l’attenta regia del maestro Saverio Tasca, per conoscere tutte le sonorità di questa famiglia di strumenti fra tastiere a percussione (marimba, vibrafono, xilofono...) e percussioni a membrana (timpani, tamburi...). Una serata originale con brani del Novecento composti appositamente per questi strumenti antichissimi. L’ultima serata estiva con i giovani fiati della OTO si propone come il sequel della prima, intitolandosi “Novecento fiati”. Ancora musica del Novecento in cartellone e ancora la bacchetta di Davide Sanson, maestro preparatore OTO, a curare l’esecuzione: in programma, un compositore inglese poco conosciuto – Gordon Jacob – specialista in pezzi per ensemble di fiati


musicaMese ouverture

di Paolo Meneghini

MUSIC & DRINK NEL CUORE DI VICENZA: TORNANO LE “OPENIGHTS” ESTIVE Dallo swing al flamenco, dalla canzone d’autore alla bossa nova, nove serate dallo stile informale ospitate in due eleganti location all’aperto: il giardino del Teatro Olimpico ed il cortile di Palazzo Leoni Montanari.

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on l’arrivo dell’estate la Società del Quartetto ripropone le sue OpeNights, 9 incontri musicali dallo stile volutamente informale ospitati in due eleganti “location” all’aperto nel cuore di Vicenza: il giardino del Teatro Olimpico e il cortile di Palazzo Leoni Montanari. La quinta edizione della rassegna da un lato conferma la formula “music & drink” (nell’ingresso a 5 Euro è compresa una consumazione), dall’altro si caratterizza maggiormente, rispetto agli scorsi anni, per il fatto che tutte le serate hanno un tema ben specifico legato ad un grande artista o ad un ritmo musicale. S’inizia con due venerdì ospitati nel cortile di Palazzo Montanari. L’8 luglio il trio “La classe degli asini” propone lo swing made in Italy di Natalino Otto, Alberto Rabagliati, Fred Buscaglione & Co. non senza ricordare alcuni fra i tanti successi di Frank Sinatra, indiscusso maestro del genere. Venerdì 15 sarà la volta del flamenco, arte gitana per eccellenza, con la coppia di ballerini Elisabetta Mascitelli e Rossano Tosi, accompagnati dalla voce di Josè Salguero e dalla chitarra di Alberto Rodriguez. Sabato 16 luglio le OpeNights debuttano al giardino del Teatro Olimpico con un omaggio a Miles Davis, a 90 anni dalla nascita, da parte di un quartetto jazz capitanato da Danilo Memoli e Fabrizio Gaudino. Venerdì 22 al cortile di Palazzo Montanari andrà in scena un omaggio ai Beatles da parte di un quartetto per metà jazz (Ettore Martin sax tenore e Diego Ferrarin chitarre), per metà “classico” (Alberto Crivelletto flauto e Stefania Cavedon violoncello). In scaletta alcuni grandi classici del gruppo di Liverpool – rivisitati totalmente o proposti molto fedelmente – a fianco di brani meno conosciuti dal grande pubblico. Di mito in mito, la sera successiva – sabato 23 luglio – al giardino dell’Olimpico è la volta di un tributo a Tom Jobim, il “padre” della bossa nova, con il duo formato dalla voce di Alessia Obino e dalla chitarra di Giancarlo Bianchetti. L’ultimo week-end di luglio sarà interamente dedicato alla canzone d’autore italiana con i vari Bindi, Endrigo, De Andrè, reinterpretati dalla voce di Patrizia Laquidara accompagnata all’arciliuto da Ilaria Fantin (venerdì 29 a Palazzo Montanari); sabato 30 al giardino dell’Olimpico è in programma una serata monografica dedicata a Luigi Tenco (Alan Bedin voce, Gigi Sella sax e Marco Ponchiroli al piano). Le OpeNights della Società del Quartetto si chiudono con il primo fine settimana di agosto. Venerdì 5 il cortile di Palazzo Leoni Montanari ospita una serata di musica antica, canto e letture su un tema intrigante: l’amore ai tempi della Serenissima Repubblica. Sul “palco” l’Ensemble Palladio, con Enrico Zanovello al cembalo e la voce recitante di Pino Costalunga. Sabato 6 il gran finale al giardino dell’Olimpico nel nome del jazz di Duke Ellington, con una band formata dai maestri della scuola di musica “Thelonious” di Vicenza. ●

La classe degli asini

Elisabetta Mascitelli

Ettore Martin

Patrizia Laquidara e Ilaria Fantin

Pino Costalunga

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ouverture echi

di Marco Bellano

TRADIZIONE, SPERIMENTAZIONE… GIOCO: “OMAGGIO A PALLADIO” DIVERTE CON QUALITÀ Il festival che András Schiff offre a Vicenza ha una storia ed un prestigio consolidati. Vive di una perfetta integrazione con gli spazi artistici e architettonici della città e di brani in programma tradizionali ma posti in relazione tra loro in modo inedito. E non dimentica un ingrediente fondamentale: l’ironia.

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foto di Angelo Nicoletti

di bassetto e clarinetti di Mozart, per approdare infine ai Due Lieder per quartetto vocale e pianoforte di Franz Schubert. Sono questi ultimi composizioni ricchissime, a livello espressivo; presentano dunque elevate difficoltà esecutive. Per Schiff e colleghi, il modo prescelto per addentrarsi in esse è stato un atteggiamento di serena professionalità. Certo, vi erano passioni tempestose, austerità, languide dolcezze; ma in tutti gli sguardi e gli atteggiamenti vi era puro divertimento nella sua forma più alta, quella cui dà voce l’arte: un di-vertere, ovvero un allontanamento dalla contingenza, per essere condotti negli affascinanti territori dell’immaginazione. E molto di questa specie divertimento vi era anche, per continuare con gli esempi, nella serata del 1° maggio al Teatro Olimpico, quando Schiff ha diretto Brahms ed eseguito Mozart con la rilassata spontaneità di chi ormai è “di casa”. Nella stessa cornice si sono inseriti un “bis” dedicato al secondo movimento dell’enigmatica ultima Sonata di Schubert, e la prova notevole di sei strumentisti ad arco alle prese con la Verklärte Nacht di Arnold Schönberg. Accostamenti innovativi, ma proposti con ponderata leggerezza: è anche questa l’unicità dell’“Omaggio a Palladio”. Come naturale conseguenza di ciò, Schiff, a Vicenza, sceglie con agio programmi in cui accetta di essere contemporaneamente solista, camerista e direttore: competenze ben diverse, dagli approcci distinti e complementari. Eppure, Schiff sa ormai affrontare ciascuno dei ruoli con la medesima, serena disinvoltura: ed è qui, forse, che si rivela la parte più originale dell’“Omaggio” a Vicenza, luogo dove Schiff sa ormai “trovare” ogni anno la gaiezza di Andrea Barca, congedandolo poi con un sorriso d’intesa, in attesa della prossima primavera. ●

on diciannove anni consecutivi alle spalle, l’“Omaggio a Palladio” che András Schiff offre alla città di Vicenza è ormai una realtà concertistica dotata di una propria distinta e matura personalità. Non è questo solo un riflesso del talento espresso dai singoli musicisti che vi prendono parte, o dell’accoglienza calorosa tributata dal pubblico all’iniziativa. È l’occasione stessa, e il modo in cui essa si integra con gli spazi artistici e architettonici della città, ad essersi consolidata in una fisionomia unica: quella di un festival vivo al tempo stesso di tradizione e sperimentazione, specialmente per quello che riguarda il modo in cui i vari brani dei programmi proposti entrano in relazione, in modo inedito, tra loro. Senza dimenticare un ingrediente: l’ironia. Riflettiamo proprio su quest’ultima: è noto il “gioco” linguistico e storico che Schiff ha compiuto, battezzando il gruppo di colleghi con il quale si esibisce a Vicenza “Cappella Andrea Barca”. Il personaggio che designa l’orchestra da camera nasce da una scherzosa traduzione letterale, in italiano, di nome e cognome dello stesso Schiff; il quale, però, ha anche inventato una surreale biografia per il mai esistito maestro Barca, identificandolo come un fiorentino, occasionale girapagine di Mozart e autore del dramma giocoso La ribollita bruciata. E Schiff ha una residenza a Firenze… Questa buffa “cornice” non è priva di effetti sulle esecuzioni, sotto forma di un rapporto visibilmente gioioso tra i musicisti durante le performance. Prendiamo, ad esempio, la parte finale del concerto tenutosi il 29 aprile presso la Basilica dei Santi Felice e Fortunato. Dopo la solenne e spettacolare Schöpfungsmesse di Joseph Haydn, ci si è avventurati verso atmosfere più raccolte, con i Notturni per due soprani, basso, corni


backStage ouverture

di Klaus Manfrini

«ESECUZIONE ED EMOZIONE: ALTI LIVELLI CON QUESTI GIOVANI COLLEGHI» Klaus Manfrini, tutor delle viole in OTO, condivide coi lettori di MusiCare le sue impressioni e osservazioni su un progetto che va ben oltre la formazione professionale

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nche l’ultima volta che mi sono trovato sul palco del Teatro Comunale di Vicenza, con l’Orchestra del Teatro Olimpico, credo di aver contribuito alla realizzazione di un bel concerto. Ma quello che mi ha colpito di più è stato sentire l’energia che aleggiava tra i miei giovani colleghi. È una sensazione molto difficile da spiegare, non era la prima volta che la sentivo e forse quella sera ero semplicemente più ricettivo del solito: fatto sta che in alcuni momenti ho sentito l’approssimarsi di un senso di benessere molto particolare, paragonabile all’idea di essere nel posto giusto al momento giusto. Questo mi ha fatto sentire particolarmente orgoglioso di partecipare al progetto OTO, portando il mio contributo in qualità di tutor della sezione delle viole, lavorando a stretto contatto anche con le altre sezioni, tutte formate da ragazzi che chiamo “colleghi”, perché tali sono. Progetti come quello creato con la OTO, per chi scrive, sono il genere di soddisfazione che ripaga di sforzi, sacrifici e ogni tanto anche delusioni. E quello che si sta creando in ogni concerto è un’alchimia che personalmente mi sforzo di raggiungere ogni volta che suono, e una volta raggiunta la custodisco gelosamente in un angolo della memoria. Noi musicisti siamo gente strana: ci accontentiamo di guadagnarci appena da vivere pur di fare quello che ci appassiona. Quando si raggiungono certi livelli emotivi significa che si è sulla strada giusta per raggiungere altrettanto alti livelli esecutivi. Intendo dire che credo veramente che questi giovani abbiano la possibilità e anche le qualità per costruire qualcosa di speciale. Certo non possiamo nasconderci che la strada è lunga e anche molto ripida, ma quell’energia è una risorsa preziosa e va salvaguardata e potenziata ad ogni costo. È nostra responsabilità - mia, degli altri tutor, della direzione artistica, dell’organizzazione - far sì che questo progetto continui nella direzione migliore, se vogliamo anche nell’accezione più utopistica del termine. Mi trovo a pensare e ad affermare ancora con forza come già ho fatto in occasione della conferenza stampa all’inizio della Stagione - che questo progetto ha possi-

bilità impagabili e irripetibili: principalmente quella di coltivare l’accuratezza e l’approfondimento a fronte di un mercato del lavoro che concede, in questo senso, sempre meno tempo e risorse. E poi la possibilità di coltivare l’appartenenza ad un gruppo, testandola e rafforzandola anche al di fuori delle normali prove d’orchestra, attraverso momenti di confronto, lezioni individuali, prove di sezione e “stages” di musica da camera serali (a volte accompagnati, perché no, da una buona bottiglia). Al di là di sensazioni e battute, il mio augurio per questi giovani è che possano trarre dall’esperienza in OTO lo stimolo necessario per continuare il loro percorso con coraggio e determinazione, per arrivare là dove il loro talento e la loro volontà potranno portarli. ●

Klaus Manfrini

Dopo il diploma a pieni voti in viola al Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento, si è perfezionato con Bruno Giuranna (Fondazione Stauffer) e Milan Skampa (Scuola di Musica di Fiesole). Dopo numerose esperienze e collaborazioni in varie formazioni cameristiche e orchestrali (fra le quali l’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Streicher Akademie Bozen, l’Ensemble Zandonai di Trento e la European Union Chamber Orchestra) dal 2000 fa parte stabilmente dell’Orchestra da Camera di Mantova. E’ insegnante di musica d’insieme presso le scuole musicali Jan Novak di Villalagarina (TN) e R.Zandonai di Rovereto.

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UN CONCERTINO INTIMO E DIDATTICO Gli allievi Suzuki del Conservatorio hanno concluso l’anno con un’esibizione

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na cinquantina di bambini e bambine dai 5 ai 9 anni sono stati i protagonisti, domenica 29 maggio, di un’esibizione-concerto all’Oratorio dei Filippini, in un’atmosfera intima e didattica. Si tratta dei ragazzini che nel corso della stagione scolastica che si è da poco conclusa hanno frequentato, presso il Conservatorio di Vicenza, le lezioni di strumenti ad arco e di pianoforte seguendo il metodo Suzuki. L’esibizione pubblica finale (in collaborazione con la Società del Quartetto di Vicenza), coordinata dagli insegnanti che li hanno seguiti durante l’anno, è stata un riconoscimento al loro impegno e allo stesso tempo un importante momento di verifica del lavoro svolto. ●

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di Filippo Lovato

SEMPLICITÀ E SPIRITUALITÀ NEGLI ORIZZONTI DI OLA GJEILO

LA NINNA NANNA DI MAX RICHTER TRA INCOSCIO, SONNO E VEGLIA

autore Ola Gjeilo titolo CD Voices Piano Strings interpreti Tenebrae, Voces8, Chamber Orchestra of London, M. Sharp (cello), O. Gjeilo (piano) etichetta CD Decca, 478 8689, DDD, 2016

autore Max Richter titolo CD from Sleep interpreti M. Richter (piano), American Contemporary Music Ensemble, G. Davidson (soprano) etichetta CD DG, 479 5258, DDD, 2015

Ola Gjeilo, norvegese, trentotto anni, ama la natura anche aspra della sua terra e deve agli studi a Londra, al Royal College of Music, e alla Juillard di NY, il suo stile. Annovera tra i suoi ispiratori, John Williams e Thomas Newman, maestri di colonne sonore, Keith Jarrett e Pat Metheny, ma anche l’architetto Frank O. Gehry e Dale Chihuly, scultore del vetro. Gjeilo è rinomato per la sua musica corale. Ha scelto una scrittura tonale e le sue partiture di note lunghe e armonie delicate disegnano una meditativa staticità, una serena gratitudine. Evocano lente panoramiche su orizzonti lontani. Una ricercata semplicità che prova a non essere banale. Benché molti testi musicati siano religiosi, Gjeilo non professa una fede, anche se si definisce una persona spirituale. Undici i brani inclusi in questo CD. Tra i più convincenti, Ubi Caritas, che è anche un omaggio a Duruflé, The Spheres, incluso poi nella Sunrise Mass, l’incantevole Northern Lights e Serenity. Ispirati gli interpreti, magnifici i cori Tenebrae e Voces8. ●

«La mia personale ninna nanna per un mondo frenetico – un manifesto per una vita a passo più lento». Il cinquantenne compositore britannico ha concepito Sleep per accompagnare il sonno. Otto ore di suoni che facciano dormire, un rallentato ciclo di variazioni al modo del minimalismo, che rimanda ad altra musica per le notti in bianco, le Variazioni Goldberg, anche se Bach scrisse più per intrattenere l’insonne che per fiaccarne le resistenze. Richter invece si consulta con il neuroscienziato David Eagleman, attinge all’ambient music, indaga le musiche rituali e religiose destinate a favorire il passaggio tra diversi stati di coscienza e reitera melodie lente su lunghi pedali e ritmi cullanti. Ne viene questo delicato fondale per una serena incoscienza. Con l’autore al piano, all’organo e al sintetizzatore, i cinque archi dell’ACME e i vocalizzi di Grace Davidson. DG ha prodotto il cofanetto in 9 CD con tutta l’opera, per la fruizione durante il sonno, e questo CD di un’ora per la veglia. «Due oggetti separati». Un esperimento vasto e interessante. ●

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di Marco Bellano

L’OCCHIO ESORTA L’ORECCHIO, POI È MUSICA https://www.youtube.com/watch?v=zxdsFilOSQs In attesa del concerto autunnale di Daniel Harding a Vicenza, è già possibile vedere il direttore all’opera in diversi video accessibili tramite internet. Raccontare per immagini una performance musicale non è mai operazione neutra: il modo in cui l’interprete viene manifestato ai nostri occhi può influenzarci e, magari, guidarci. Ancor prima che la musica inizi. Nel video che proponiamo, Harding dirige i Wiener Philharmoniker nell’esecuzione dell’Ouverture dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart. L’immagine rivela istantaneamente dove siamo, grazie a una visione frontale dell’orchestra sul palco e di parte del pubblico in platea. L’inquadratura si fa poi più ravvicinata, conferendo importanza alla figura del direttore, che entra in scena salutato dagli applausi. La centralità del direttore è sottolineata anche dalla panoramica che segue l’itinerario del direttore verso il podio, proprio come farebbe spontaneamente il nostro occhio, attirato dall’arrivo del maestro atteso: ed ecco enfatizzata la stretta di mano tra Harding e il concertino dei primi violini. Il direttore ora viene inquadrato da un’altra angolazione, in quello che si dice “piano americano”: è così che lo vediamo inchinarsi verso il pubblico. Il rito che prelude a ogni concerto ha preso l’aspetto di un “crescendo” visivo attorno alla presenza carismatica del direttore. Il tutto potrebbe apparire scontato; eppure, proprio quando la musica è sul punto di iniziare, giunge un’inquadratura in controcampo, meno prevedibile. È letteralmente “eccentrica”: nel senso che Harding, centro della nostra attenzione, si trova improvvisamente lontano dal punto di vista e relegato all’estrema sinistra dell’immagine. A destra, fa da “quinta” una pianta decorativa, in mezzo diventa protagonista il pubblico in sala. È l’emblema di coloro che desiderano l’inizio del concerto, in cui si può rispecchiare chi è spettatore del video: così, in pochi istanti, l’occhio esorta l’orecchio all’ascolto. ●

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Il 7 gennaio ha riaperto nel cuore di Vicenza una libreria musicale. Dalla venticinquennale esperienza maturata a Padova, è nata a Vicenza MUSICA MUSICA, una nuova libreria musicale dedicata a tutti coloro che suonano, insegnano, studiano, amano o semplicemente coltivano la passione per la musica. Convenzione speciale riservata ai Conservatori, alle Accademie e alle Scuole di Musica.

Servizio spedizioni in Italia e all’estero.

Spedizioni gratuite per ordini superiori ad 80 €.

Servizio ricerca e consulenza.

Ordinazione su richiesta di titoli non presenti in catalogo reperibili da tutto il mondo. musica musica vicenza — orario di apertura: martedì – sabato 9 – 13 / 15 – 19

vicolo cieco retrone, 20 0444 327719 www.musicamusicavicenza.it info@musicamusicavicenza.it fb: musicamusicavicenza15


16 CentroUrbanoCulturaArtistica

La Fenice


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