NOVEMBRE-DICEMBRE 2016
MusiCare 2016 - ANNO XVIII - Numero 5 - Mensile in A.P. 70% C.P.O. Vicenza
IL CONCERTO è MORTO? No. Parola di Cameron Carpenter, che torna a Vicenza per ripetere il sold out attorno ad uno strumento “classico”, da lui rivoluzionato. MusiCare dedica una nuova rubrica al futuro della musica colta, sempre più critico: il confronto è aperto, ilConcertoNONèMorto.
NOTE DI STELLE
Fuochi d’artificio musicali e brindisi con gli orchestrali al Gran Concerto di San Silvestro
SUONI O RUMORI?
Nel silenzio c’è un cuore che batte… Les Percussions de Strasbourg a Vicenza 1
IL FUTURO DELL’EUROPA
Impressioni e riflessioni di un musicista dopo il Mozart della Mahler Chamber Orchestra
sabato 8 ottobre ore 20:45 fuori abbonamento MAHLER CHAMBER ORCHESTRA DANIEL HARDING direttore musiche di Mozart lunedì 31 ottobre ore 20:45 BEATRICE RANA pianoforte Bach: Variazioni Goldberg lunedì 7 novembre ore 20:45 QUARTETTO KELEMEN archi musiche di Beethoven, Bartók e Čajkovskij lunedì 21 novembre ore 20:45 TRIO DI PARMA Enrico Bronzi violoncello, Ivan Rabaglia violino, Alberto Miodini pianoforte GUGLIELMO PELLARIN corno musiche di Cascioli e Brahms Sol Gabetta
lunedì 5 dicembre ore 20:45 LES PERCUSSIONS DE STRASBOURG musiche di Kishino, Grisey, de Mey, Cage e Taïra giovedì 15 dicembre ore 20:45 CAMERON CARPENTER International Touring Organ trascrizioni da brani di: Wagner, Bach, Piazzolla, Vierne, Čajkovskij e improvvisazioni di Cameron Carpenter lunedì 9 gennaio ore 20:45 HÈSPEROS PIANO TRIO archi e pianoforte Integrale dei trii di Beehoven - terzo concerto mercoledì 18 gennaio ore 20:45 RADU LUPU pianoforte musiche di Haydn, Schumann e Čajkovskij lunedì 6 febbraio ore 20:45 QUARTETTO DI CREMONA archi ANDREA LUCCHESINI pianoforte musiche di Camille Saint-Saëns
lunedì 13 marzo ore 20:45 ACCADEMIA D’ARCHI DI BOLZANO FRANK PETER ZIMMERMANN violino e direttore LOUISE PELLERIN oboe musiche di Bach
sabato 11 febbraio ore 20:45 SOL GABETTA violoncello BERTRAND CHAMAYOU pianoforte musiche di Schumann, Beethoven e Chopin
lunedì 10 aprile ore 20:45 CORO E ORCHESTRA BAROCCA ANDREA PALLADIO ANDREA MARCON direttore Enrico Zanovello assistente musicale e maestro del coro Bach: Messa in si minore
mercoledì 22 febbraio ore 20:45 MATTHIAS GOERNE baritono ALEXANDER SCHMALCZ pianoforte Schubert: ‘Die schöne Müllerin’ D 795 op. 25
giovedì 20 aprile ore 20:45 FILIPPO GAMBA pianoforte Integrale delle Sonate di Beehoven - terzo concerto
BIGLIETTI intero euro 20 RIDOTTO OVER65 euro 15 RIDOTTO UNDER30 euro 11
Radu Lupu INTERO euro 30 RIDOTTO OVER65 euro 25 RIDOTTO UNDER30 euro 15
Info tel. 0444 543729 2 info@quartettovicenza.org www.quartettovicenza.org
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l problema sono i soldi?… Ripeto la domanda: il problema sono i soldi che non ci sono? O piuttosto da dove vengono e dove finiscono quelli che ci sono, pochi o tanti che siano?… Per non parlare, poi, di come eventualmente vengono gestiti, spesi, investiti o buttati. La domanda, nel contesto di questo giornale, è chiaramente riferita al mondo dello spettacolo, per la precisione della musica dal vivo, cosiddetta “colta”, che da anni lamenta bilanci sempre più magri. Come ci informano le cronache di questi giorni, altri generi di spettacolo dal vivo hanno ben altri generi di problemi legati ai soldi (e perdonerete il gioco di parole). Ma la questione, in verità, potrebbe e dovrebbe riferirsi alla macroeconomia di un Paese fatto sempre più di commissioni e slogan e sempre meno di azioni conseguenti, così come alla microeconomia di ciascuna persona che quel Paese lo abita e lo vive. Il “crac” dei due istituti bancari locali è un duro colpo assestato ai bilanci di associazioni come il Quartetto e la OTO. Ma ben più pesante è la ripercussione su quelle tante microeconomie che altrettanto sostengono l’azione di queste associazioni, dal privato cittadino alla Fondazione di turno, dolosamente legata a doppio filo con la banca. E ancora più importante sarà vedere che conseguenze avrà per tutti gli interessati e se la storia avrà insegnato qualcosa. Quando si perde qualcosa potrebbe anche essere l’occasione per scoprire qualcos’ altro, per cambiare prospettiva. Dopo aver battuto la testa potremmo rialzarci e, nel disorientamento del non saper più a chi chiedere aiuto, scoprire che l’oggetto in questione - la musica colta dal vivo ed i valori che porta in sé - è un bene talmente prezioso da non poterne delegare così pesantemente la sopravvivenza ad una serie di grossi soggetti privati. E così ricercare e pretendere che appartenga a tutti, individuando quel “tutti” nel Pubblico e nel singolo “consumatore”. Facendocene quindi carico, dal prezzo del biglietto ai politici che andremo ad eleggere. Perché il Pubblico è ciascuno di noi, e non è forse un caso che quello che assiste ai concerti si chiami allo stesso modo. La questione non è certo semplice e nessuno ha la pretesa di liquidarla in poche righe. Proprio per questo, MusiCare propone una nuova rubrica di confronto sul tema, il cui nome è al tempo stesso una scommessa ed una rivendicazione: ilConcertoNONèMorto. Nel frattempo, per cercare di vincere la scommessa, risulta coerente ed inevitabile lanciare una campagna di sottoscrizioni che risponde allo stesso nome della rubrica e punta ad un risultato sempre meno scontato. Le Stagioni musicali iniziate con l’autunno potrebbero non vedere la primavera. ● Giovanni Costantini
IN COPERTINA Cameron Carpenter organista e compositore statunitense, nato a Meadville (Pennsylvania) nel 1981. Primo organista della storia a ricevere la Nomination ai Grammy Award (2009). Insieme a Khatia Buniatishvili è l’unico artista ad esser tornato sulla copertina di MusiCare.
Anno XVIII - Numero 5 Novembre-Dicembre 2016
coordinamento editoriale Giovanni Costantini collaboratori Marco Bellano Filippo Lovato Paolo Meneghini Alberto Schiavo impaginazione Alessandra Melison per le foto l’Editore è a disposizione di quanti provassero diritti di Copyright
ouverture cartaCanta di Gabriele Scotolati
IL SOLE CHE BRILLA TRA GLI ALBERI J. BRAHMS TRIO PER CORNO, VIOLINO E PIANOFORTE IN MI BEMOLLE MAGGIORE, OP. 40 (composizione 1864/1865, revisione 1891) BREITKOPF-URTEXT Edito da G. Schumann Publication 15.07.2002 oppure BÄRENREITER URTEXT Edito da C. Hogwood Publication 6.03.2012 disponibile presso la libreria Musica Musica
Periodico di cultura, musica e spettacolo di Società del Quartetto di Vicenza e Orchestra del Teatro Olimpico Direttore Resp.: Matteo Salin Editore: Società del Quartetto di Vicenza Redazione: vicolo cieco Retrone, 24 Vicenza Tel. 0444/543729 Fax 0444/543546 web www.quartettovicenza.org e-mail info@quartettovicenza.org Periodico iscritto al registro Stampa del Tribunale di Vicenza n. 977 Stampa: Tipolitografia Pavan snc su carta Passion 13 da 100 g/mq Tiratura 3000 copie
la carta di questa pubblicazione è gentilmente offerta da
L’opera sarà interpretata da Guglielmo Pellarin e il Trio di Parma (Alberto Miodini e Ivan Rabaglia) il 21 novembre 2016 al Teatro Comunale di Vicenza.
«Un mattino camminavo nella Foresta Nera, e nel momento in cui arrivai dove il sole brillava tra i tronchi degli alberi, l’idea del trio mi venne in spirito, col suo primo tema». Johannes Brahms
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La libreria Musica Musica è un punto di riferimento per tutti coloro che suonano uno strumento, che insegnano, studiano, cantano, amano e coltivano la musica: dal ragazzino che sfoglia per la prima volta un pentagramma al musicista professionista, dal coro amatoriale all’orchestra sinfonica, dall’ensemble barocco alla band pop-rock. La libreria abbraccia tutti i generi e tutte le epoche. Nell’agosto 2015 il negozio è divenuto proprietà di Musica Variabile srl, unipersonale della Società del Quartetto di Vicenza con l’obiettivo di sostenerne l’attività.
I NOSTRI SERVIZI – spedizioni nazionali ed internazionali – ricerca e consulenza – ordinazione su richiesta di titoli non presenti in catalogo reperibili da tutto il mondo – valutazione e stima del materiale librario musicale: usato, raro, fuori catalogo o da collezione.
PROMOZIONI – convenzione speciale riservata ai Conservatori, alle Accademie e alle Scuole di Musica – spedizioni gratuite per ordini superiori ad 80 € – sconto del 20% su tutti gli acquisti, valido fino al 30 novembre 2016, riservato ai docenti dei Conservatori – sconto del 40% sul prezzo di copertina, valido fino al 30 novembre 2016, di “Dieci studi sul trillo per pianoforte” di Silvio Omizzolo. MUSICA MUSICA INCONTRA... Sabato 26 novembre alle ore 16, Luna Maggioni e Laura Patrizia Rossi – membri del team di supporto italiano del Trinity College London – illustreranno gli esami di musica classica, jazz e rock & pop. Durante la giornata si svolgerà una cerimonia di premiazione degli allievi che hanno sostenuto gli esami nell’anno accademico 2016/17 nella Regione Veneto e alcuni di loro suoneranno dei brani del repertorio Trinity. Per iscriversi basta inviare una mail a info@musicamusicavicenza.it
musica musica vicenza — orario di apertura: martedì – sabato 9 – 13 / 15 – 19
vicolo cieco retrone, 20 0444 327719 www.musicamusicavicenza.it info@musicamusicavicenza.it fb: musicamusicavicenza
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Indice
La stecca «[I musicisti] non fanno che parlare di soldi e di posti di lavoro. Preferisco stare con gli uomini d’affari, loro sì che sono interessati alla musica e all’arte. » (Jean Sibelius, compositore e violinista finlandese, 1865-1957)
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Un brindisi intonato da cinquanta musicisti a cura della redazione
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Di cultura non si mangia... ma si cresce: perchè? di Filippo Lovato
Carpenter veste Prada: il diavolo ritorna a Vicenza di Paolo Meneghini
Le Percussions de Strasbourg: nel silenzio c’è un cuore che batte... di Marco Bellano
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tracce
Dalla Hausmusik alla contemporanea, alla scoperta del trio con pianoforte di Alberto Schiavo
L’amore di Schumann, il sindaco di Salisburgo: quando la storia fa musica di Marco Bellano
Quella gioia di vivere sia il futuro dell’Europa di Tommaso Donatucci
Suoni e rumori dello “spettralismo” con Les Percussions de Strasbourg di Filippo Lovato
d’altro ouverture canto È finito il tempo delle avanguardie e del senso di colpa? Della poetica dell’incomprensione, dell’abisso tra compositore e pubblico, dell’ossessione per i nuovi linguaggi, dell’oltracotanza e del disprezzo? È finito il tempo in cui all’ascoltatore pagante era conculcato il diritto al “non mi piace”, pena lo sdegno di una coalizione di dogmatici infervorati, devoti più all’esclusivismo della conventicola che alla musica di cui si impegnavano a tessere impossibili lodi? È finito il tempo in cui - più in Francia che in Italia, per la verità - il denaro dei contribuenti veniva pompato in istituzioni culturali per sostenerne l’attività e il fastidioso birignao? È finito il tempo dei titoli à la Star Trek (copyright Alex Ross) come Perspectives, Structures, Quantities, Configurations, Interpolations? O degli “effetti speciali” (copyright Pierangelo Valtinoni) cavati dagli strumenti musicali, della sterile abitudine cioè di “sondare tutte le possibilità espressive” di un flauto o di un contrabbasso? È finito il tempo in cui l’arte veniva celebrata con trasporto mistico e ai sacerdoti della disciplina veniva conferita una patente di infallibilità e al pubblico si confaceva l’adorazione del demiurgo? È morta o moribonda l’opinione che si dia un’arte criptica il cui valore risieda nei labirinti della sua decifrazione? Fra un secolo o due cosa sarà di Ionisation? ●
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ouverture notEventi
a cura della redazione
UN BRINDISI INTONATO DA CINQUANTA MUSICISTI Prosegue la tradizione del Gran Concerto di San Silvestro: nell’elegante salotto del Teatro Comunale di Vicenza la OTO offrirà emozioni in musica per accogliere in armonia il nuovo anno. Arie d’opera, celebri ouvertures, valzer viennesi e brani scoppiettanti, sotto la guida del maestro Carlos Spierer e con la partecipazione del tenore messicano Dante Alcalà.
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n ritmo popolare di Dvořák per aprire le danze, e poi qualche aria di Puccini e Donizetti, un omaggio a Verdi, ma anche pagine di Šostakovič, il romanticismo di Čajkovskij e lo swing di Bernstein, fino al minuetto di un italiano da scoprire, Bolzoni, per concludere con l’immancabile Strauss. Festeggiare nell’elegante salotto del Teatro Comunale l’arrivo di un nuovo anno in compagnia dell’Orchestra del Teatro Olimpico è una bella consuetudine che a Vicenza è già diventata tradizione. Per la notte di San Silvestro 2016 i cinquanta giovani maestri d’orchestra della OTO offriranno una grande serata di musica e di emozioni: sotto la guida del maestro Carlos Spierer, con la partecipazione del tenore messicano Dante Alcalá e la conduzione della serata affidata a Elisa Santucci, la OTO propone anche quest’anno un mix di arie d’opera, celebri ouvertures, valzer viennesi e brani scoppiettanti che fanno parte della tradizione di fine d’anno. Dopo la mezzanotte, calato il sipario, un brindisi nel foyer del Teatro insieme ai musicisti e al loro direttore sarà il miglior modo per guardare con ottimismo all’anno che verrà. ●
Carlos Spierer
sabato 31 dicembre ore 22:00 Teatro Comunale di Vicenza concerto fuori abbonamento
GRAN CONCERTO DI SAN SILVESTRO CARLOS SPIERER direttore DANTE ALCALá tenore presenta la serata ELISA SANTUCCI musiche di Donizetti, Verdi, Bolzoni, Dvořák, Čajkovskij, Puccini, Bernstein, Strauss, Šostakovič
Dante Alcalá
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ilConcertoNONèMorto ouverture
di Filippo Lovato
DI CULTURA NON SI MANGIA... MA SI CRESCE: PERCHé? «Un euro investito nel settore culturale assicura un aumento del valore aggiunto di 1,7 euro con evidenti vantaggi sulla crescita della domanda aggregata e di entrate per lo Stato». Lo dice Luciano Monti, docente di Politiche UE alla LUISS. Eppure le istituzioni pubbliche italiane sembrano fare il contrario: quando c’è da tagliare, iniziano dai beni culturali. Possibile che gli altri settori generino moltiplicatori più elevati?…e si tiene conto dell’altra crescita, quella “qualitativa”?
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bile): ovvero i politici sono ancora tutti schierati con Giulio Tremonti a cui venne attribuita la famosa dichiarazione «Con la cultura non si mangia»? O sono i cittadini a non volerla, la cultura? D’altra parte, qualcuno potrebbe dire, ogni nazione ha i capi che si merita. Soprattutto quando li elegge. Si può anche capire che uno sponsor privato si ritiri, specie se è in difficoltà. Ma se lo Stato deve valorizzare al meglio le risorse che ricava dalle imposte, non dovrebbe allocarle con maggior efficienza? Possibile che tutti gli altri settori generino moltiplicatori più elevati? Se avessimo usato tanta cautela nell’impiego del denaro pubblico, viene da pensare che l’Italia non avrebbe uno dei debiti pubblici più elevati al mondo. Quindi ha davvero senso tagliare le sovvenzioni agli eventi culturali? E va aggiunto un ultimo dettaglio: una proposta culturale ben fatta genera una crescita delle conoscenze di chi ne fruisce, provoca un arricchimento emotivo e relazionale in chi ne prende parte. Sono beni intangibili, difficilmente misurabili, ma non meno reali. Un concerto rischia di renderci migliori. È forse un problema? ●
li studi sugli effetti positivi dell’investimento culturale si moltiplicano. Molte istituzioni, sfidando un tabù per il quale il valore di un evento culturale non può essere misurato con i freddi numeri dell’economia o della ragioneria, commissionano e sovvenzionano valutazioni di impatto economico della realizzazione di un festival, della costruzione di un teatro, dell’organizzazione di una mostra o di altre iniziative. E identificano con un moltiplicatore superiore a 1 il successo della scelta. Nel 2015, Luciano Monti, docente di politiche dell’Unione Europea alla LUISS, dichiarava: «Un euro investito nel settore culturale assicura un aumento del valore aggiunto di 1,7 euro con evidenti vantaggi sulla crescita della domanda aggregata e di entrate per lo Stato». Moltiplicatore 1,7 quindi. Certo ogni evento potrà generare un moltiplicatore più o meno alto di quel numero. Basta che sia superiore a 1. Ma, allora, se investire in cultura rende, perché, in Italia, i primi soldi a sparire quando si devono fare tagli al bilancio pubblico paiono essere proprio quelli destinati alla cultura? È solo un problema culturale (il cortocirtuito è inevita-
Nelle scorse settimane la Società del Quartetto di Vicenza ha avviato una nuova e importante azione di condivisione della propria situazione economica con il suo pubblico. La lettera inviata a tutti gli abbonati è stata il primo passo di una operazione che nei prossimi mesi si estenderà a tutti gli interessati e a tutti coloro che credono nella necessità di dare un futuro a questa Associazione ed alla sua opera. Ben vengano anche da parte dei nostri lettori opinioni sul tema della sostenibilità della musica classica dal vivo. Per chi volesse maggiori informazioni può contattare la Segreteria dell’Associazione (Vicolo Cieco Retrone, 24 / tel. 0444 543729). Per chi volesse già dare un segnale di sostegno, le coordinate bancarie della Società del Quartetto sono: Cassa di Risparmio del Veneto: IBAN IT 48 M 06225 11820 000000022209
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ouverture notEventi musicaMese
di di Paolo Meneghini Paolo Meneghini
CARPENTER VESTE PRADA: IL DIAVOLO RITORNA A VICENZA Dopo il successo di tre anni fa - quando suonò il pianoforte con pedaliera costruito dalla ditta Borgato – l’eccentrico organista statunitense torna a Vicenza per la Società del Quartetto, questa volta ai comandi di un monumentale organo digitale “portatile” da lui stesso progettato: l’International Touring Organ. Canottiera attillata, stivaletti a punta ricoperti di strass e chissà quale acconciatura. Sul leggio Bach, Wagner, Piazzolla e quale altra trascrizione originale. Affrettarsi per gli ultimi boiglietti.
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ameron Carpenter è un fenomeno musicale difficile, se non impossibile, da inquadrare. Controcorrente, geniale, irriverente, ma soprattutto dotato di un talento fuori dal comune, dal suo esordio sulle scene musicali – nei primi anni 2000 – il trentacinquenne artista della Pennsylvania ha scombussolato il paludato establishment organistico di matrice classica. Prima di lui le icone dell’arte organistica erano – lo sono ancora, per carità – i vari Jean Guillou, Gustav Leonhardt, Ton Koopman ed il nostro Fernando Germani. Soprattutto, prima di lui i concerti per organo erano appuntamenti per pochi, colti e perlopiù anziani cultori e l’organo era considerato dal grande pubblico come uno strumento dal carattere preva-
lentemente liturgico. Poi è arrivato Cameron Carpenter, che prima dei suoi concerti riceve gli spettatori all’ingresso della chiesa, che propone programmi inusuali e improvvisazioni virtuosistiche, che utilizza le potenzialità dello strumento in modo avanguardistico, che si acconcia con una cresta nera, veste giacche lucide e canotte attillate e che calza stivaletti a punta ricoperti di strass. Fumo da gettare negli occhi del pubblico per mascherare una pochezza tecnica, si potrebbe pensare. E invece no, perché il ragazzo di Meadville (cittadina che nel 1958 diede i natali anche all’attrice Sharon Stone) è prima di tutto un signor musicista dotato di un talento e di una tecnica che non hanno nulla da invidiare a quelle dei più
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importanti organisti del panorama internazionale, di ieri e di oggi. Un prodigio naturale manifestatosi fin dalla giovane età, se è vero – come racconta la biografia ufficiale – che prima di fare il suo ingresso nel coro della scuola, a 11 anni Cameron era già in grado di suonare il Clavicembalo Ben Temperato di Bach. Poi quattro anni di studio alla The North Carolina School of the Arts (dove inizia ad occuparsi di composizione, trascrizione e orchestrazione) ed il salto nella Grande Mela per frequentare la prestigiosa Juilliard School, dove si diploma ed ottiene il master nel 2006. Nel frattempo Cameron scrive (e trascrive per organo) tantissima musica che presto porterà nei suoi applauditissimi concerti, assieme ai capolavori originali dell’amatissimo Bach. Alla fine l’eccentrico organista della Pennsylvania ce l’ha fatta a raggiungere quello che era il suo
giovedì 15 dicembre ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza
CAMERON CARPENTER
INTERNATIONAL TOURING ORGAN
ordinario e geniale musicista. Carpenter è l’unico organista che ha progettato e si è fatto costruire un organo “portatile”, l’International Touring Organ: un gioiello tecnologico realizzato nel 2014 da Marshall & Ogletree e costato 1,2 milioni di dollari che innova profondamente il rapporto fra l’organista e lo strumento. Il Touring Organ di Carpenter è un “bestione” dotato di una consolle a cinque manuali e di una pedaliera lunga, amplificato elettronicamente da una cinquantina di altoparlanti. A vederlo, sembra il ponte di comando di un’astronave: spettacolo nello spettacolo. Dopo aver debuttato negli Stati Uniti, in Cina e in molti Paesi europei, giovedì 15 dicembre finalmente Cameron Carpenter ed il suo International Touring Organ approdano al Teatro Comunale di Vicenza per una serata che già si preannuncia da tutto esaurito, proprio come accadde tre anni fa. In programma l’immancabile Bach, oltre a Wagner, Astor Piazzolla, brani originali e trascrizioni di Carpenter. Al momento di andare in stampa i biglietti disponibili sono un centinaio. Chi non vuol lasciarsi scappare questo spettacolo musicale, unico nel suo genere, è pregato di affrettarsi. ●
obiettivo principale: rendere il grande repertorio per organo alla portata di tutti, nonostante le polemiche e gli immancabili detrattori. Il suo immenso repertorio, che va dall’opera omnia di Bach e Franck, alle colonne sonore, ai brani di ispirazione popolare, alle sue composizioni originali, è probabilmente il più vasto che nessun organista abbia mai potuto vantare nella storia di questo strumento. In aggiunta, Carpenter è il primo organista ad aver conquistato una nomination ai Grammy Awards e l’unico ad aver avvicinato al repertorio organistico il pubblico dei giovani, che lo seguono sia dal vivo, sia nelle sue registrazioni discografiche, che hanno raggiunto le prime posizioni nelle pop-charts internazionali. Ma c’è un altro record nel curriculum di questo stra-
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di Paolo Meneghini di Marco Bellano
LES PERCUSSIONS DE STRASBOURG: NEL SILENZIO C’è UN CUORE CHE BATTE.. Il prestigioso ensemble di percussionisti – radunati da Pierre Boulez nel 1959 e giunti alla quarta generazione di artisti – sarà a Vicenza il prossimo 5 dicembre per stupire con effetti e combinazioni imprevedibili. Il dialogo tra presenza-assenza del suono e la ricerca del timbro sono i due assi fondamentali su cui si muove la ricerca della composizione per strumenti a percussione e saranno i temi proposti sul palcoscenico del Teatro Comunale.
Les Percussions de Strasbourg
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na lunga tradizione ha radicato in noi una serie di stereotipi nei confronti degli strumenti a percussione: ce li aspettiamo sempre nel ruolo di “spalle” ritmiche dell’orchestra, di tanto in tanto protagonisti di spettacolari “effetti”, ma solitamente silenziosi, in attesa di fare il loro momentaneo ingresso, per poi tornare a contare lunghe battute di pausa. Viene in mente la sorniona satira – molto British – che Alfred Hitchcock fece del suonatore di piatti nella Storm Clouds Cantata di Arthur Benjamn, vista nel film L’uomo che sapeva troppo (1956): durante l’esecuzione il compunto maestro siede, leggendo con serietà uno spartito; ma su questo vi sono solo pause, fatta eccezione per una sola, fatale battuta… Les Percussions de Strasbourg smentiscono questi luoghi comuni da oltre cinquant’anni, e precisamente da quando, nel 1959, Pierre Boulez radunò assieme i percussionisti della Strasbourg Orchestra e della ORTF. Siamo alla quarta generazione dell’ensemble, e ancora il suo repertorio non cessa di stupire. Il 5 dicembre, il programma lavorerà su alcuni degli elementi fondamentali della composizione per
percussioni: il dialogo tra presenza-assenza del suono e la ricerca del timbro. Del primo tema costituisce un saggio perfetto Silence must be! di Thierry De Mey. Lo “strumento” fondamentale di questo brano del 2002 è il direttore d’orchestra: nel silenzio che precede la musica, questi deve fondare l’esecuzione sul ritmo del battito del suo cuore, che solo egli può avvertire. Il titolo anagramma il nome dell’Ictus Ensemble, che De Mey contribuì a fondare. L’altro fronte di ricerca è invece ben esemplificato dalla Hiérophonie V di Yoshihisa Taïra: anche le voci degli esecutori si trasformano in elementi sonori, in ricche e imprevedibili combinazioni con le pulsazioni degli strumenti. ●
lunedì 5 dicembre ore 20:45 Teatro Comunale di Vicenza
LES PERCUSSIONS DE STRASBOURG musiche di Kishino, Grisey, de Mey, Cage, Taïra
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musicaMese ouverture
di Alberto Schiavo
DALLA HAUSMUSIK ALLA CONTEMPORANEA, ALLA SCOPERTA DEL TRIO CON PIANOFORTE Due concerti del cartellone della Società del Quartetto, tra novembre e gennaio, dedicati alla formazione cameristica che dal ‘700 ad oggi ha offerto ai compositori molte possibilità espressive in una perfetta fusione di suoni. Dalle trascrizioni delle pagine sinfoniche di Beethoven, proposte dall’Hesperos Piano Trio, al linguaggio proprio di Gianluca Cascioli, interpretato dal Trio di Parma, gli ascolti inediti si mescoleranno ai celebri trii di Brahms.
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el panorama della produzione cameristica cosiddetta “colta” la formazione del trio gioca un ruolo di assoluto spessore almeno dall’epoca barocca, cioè da quando - tra la fine del XVII secolo e la prima metà del secolo successivo - i compositori cominciarono a creare partiture per due violini e un violoncello. Tale formazione, che già pochi anni dopo (nel periodo classico di Haydn, Mozart e, in parte, Beethoven) verrà a volte modificata sostituendo il secondo violino con una viola, evolverà ulteriormente nei salotti nobiliari setteottocenteschi, quando la viola verrà sacrificata in favore di uno strumento nuovo: il pianoforte. Il trio d’archi non scomparirà del tutto, ma con il diffondersi, in tali contesti domestici, della pratica della Hausmusik (l’abitudine del fare musica in famiglia), il pianoforte diventerà un elegante mobile domestico da esibire oltre che uno strumento adatto - e probabilmente anche adattabile - allo studio della musica che accomuna gran parte delle giovani nobildonne dell’epoca. In questo ambiente culturale il pianoforte interpreterà un ruolo da protagonista all’interno della formazione mentre gli strumenti ad arco saranno per lo più relegati a parti da comprimari: il violino raddoppiando spesso la melodia del pianoforte - che in tal modo irrobustisce anche la sua sonorità all’epoca ancora piuttosto debole - e il violoncello rinforzando prevalentemente le note gravi dello strumento a tastiera. Più tardi, specialmente grazie all’opera di autori-pianisti come lo stesso Beethoven, Chopin e Liszt, il pianoforte acquisirà man mano maggior potenza sonora e nuove possibilità timbriche ed espressive e, conseguentemente, le varie parti musicali cominceranno ad emanciparsi. Nel corso del XIX secolo i compositori intravedono nella popolarità acquisita da questa formazione “casalinga” una ulteriore possibilità: quella di diffondere maggior-
mente composizioni, proprie o altrui, concepite originariamente per organici più ampi; ecco allora che Beethoven trascrive per violino, violoncello e pianoforte le sue prime due sinfonie, la seconda delle quali sarà proposta lunedì 9 gennaio, alle ore 20:45, al Teatro Comunale di Vicenza quando l’Hèsperos Piano Trio proporrà il terzo concerto della serie dedicata alle composizioni per trio con pianoforte del compositore tedesco. In tale occasione sarà eseguito anche l’elegante e raffinato Trio op. 70 n. 2 in Mi bemolle maggiore che Beethoven compose nel 1808. Sempre al Teatro Comunale di Vicenza e ancora alle ore 20:45, già lunedì 21 novembre ci sarà la possibilità di assaggiare la sonorità di questo tipo di formazione cameristica quando il Trio di Parma, avvalendosi della collaborazione del cornista Guglielmo Pellarin, accosterà a due lavori del compositore tedesco Johannes Brahms - il Trio per pianoforte, violino e violoncello in Si magg. op. 8 e il Trio per pianoforte, violino e corno in Mi bemolle magg. op. 40 - il secondo Trio per violino, violoncello e pianoforte del compositore e pianista italiano Gianluca Cascioli, brano vincitore del Concorso Nazionale di Composizione “Francesco Agnello” 2016. Nonostante questa giovane composizione risulti essere caratterizzata da una sintesi estrema (11 movimenti condensati in 8 minuti di musica), il brano si muove in un crescendo tensivo verso il decimo momento musicale, intitolato “Metamorfosi”, per approdare poi al movimento conclusivo: un inno nel quale il compositore sembra riassumere il percorso fatto, recuperando la melodia iniziale “per aumentazione” (dilatandone cioè i valori ritmici). Come afferma lo stesso Cascioli, il pezzo (dedicato al compositore Alberto Colla) si sviluppa “attraverso un linguaggio armonico prevalentemente costruito su quadrati magici, armoniche naturali, suoni differenziali e simmetrie”. ●
lunedì 21 novembre ore 20:45
lunedì 9 gennaio ore 20:45
TRIO DI PARMA archi e pianoforte GUGLIELMO PELLARIN corno
HÈSPEROS PIANO TRIO
musiche di Cascioli e Brahms
Integrale dei Trii di Beethoven - terzo concerto
Teatro Comunale di Vicenza
Teatro Comunale di Vicenza archi e pianoforte
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di Marco Bellano
L’AMORE DI SCHUMANN, IL SINDACO DI SALISBURGO: QUANDO LA STORIA FA MUSICA Lo stile galante di Carl Philipp Emanuel Bach che adombra, momentaneamente, l’opera dell’oggi più noto padre Johann Sebastian; un Concerto per pianoforte con criptato il nome di una donna, quella Clara che farà storia anche con Brahms… E poi, ancora, un poema idillico di Goethe che ispira Schumann e un nuovo sindaco da celebrare a Salisburgo, con le note di Mozart (ne nascerà la Sinfonia “Haffner”), su “ordine” del padre Leopold… Lunedì 19 dicembre, Alexander Lonquich alla guida dell’Orchestra del Teatro Olimpico per un concerto che, della storia, ci racconta le storie.
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’intera parabola del Classicismo, dalla sua alba sino allo sfumare nel Romanticismo, viene disegnata dal programma che l’Orchestra del Teatro Olimpico propone il prossimo 19 dicembre all’interno della sua Stagione. Si parte da Carl Philipp Emanuel Bach, il cui “stile galante” eclissò la fama del suo oggi più illustre genitore Johann Sebastian: le due Sinfonie di Bach figlio tracciano già una rotta chiara verso l’epoca di Mozart e di Beethoven, quando questo genere di musica per orchestra avrebbe dispiegato al massimo le sue capacità; così come altri generi strumentali, quali il concerto per solista e orchestra, che nel Romanticismo troviamo declinato in altre fantasiose forme. Il Concerto per pianoforte e orchestra Op. 54 di Robert Schumann, non a caso, era nato proprio come una libera Phantasie in un solo movimento: mutato in concerto, ha mantenuto della forma classica solo il nome e poco altro, per inseguire invece una continua trasfigurazione di temi ricorrenti. E in quei temi si cela un segreto appassionato: il nome dell’amatissima moglie di Robert, Clara. “Do-si-la-la”, è il nucleo del Concerto op. 54; Do e La, in tedesco, sono C e A. In più, si trova anche il suono H (la nota Si, sempre nella lingua dell’autore) dando come risultato il vezzeggiativo “Chiarina”, che Schumann diede a Clara in un’altra sua fondamentale opera pianistica, il Carnaval Op. 9. Della fantasia di Schumann si ha un ulteriore saggio nell’Ouverture “Hermann und Dorothea”, da un poema idillico di Wolfgang Goethe; ma prima, al centro del programma, si incontra uno dei vertici dello stile classico: la Sinfonia “Haffner” di Mozart. La “Haffner” nacque originariamente come una “serenata-sinfonia” in sei movimenti, intrapresa su suggerimento del padre di Mozart, Leopold, per celebrare l’acquisizione di un titolo nobiliare da parte del sindaco di Salisburgo. Il lavoro sarebbe stato completamente gratuito, e in fondo inopportuno ai fini della direzione che in quel periodo stava prendendo la carriera artistica di Mozart, recentemente gratificata dal successo de Il ratto del serraglio. Nondimeno, Mozart accettò inspiegabilmente l’incarico: tra il 20 luglio e il 5 agosto 1782 l’opera fu compiuta, assieme ad un arrangiamento per fiati de Il ratto del serraglio e alla Serenata K. 388. Per trasformarsi in sinfonia il lavoro dovette tuttavia attendere altri sei mesi, quando Mozart riprese in mano la partitura eliminando dalla Serenata due minuetti ed una marcia conclusiva, nonché aggiungendo all’organico una coppia di flauti nel primo e nel quarto movimento. La Sinfonia fu dunque presentata al Burgtheater di Vienna il 23 marzo 1783, alla presenza dell’imperatore d’Austria, ottenendo immediato successo. Nulla della costruzione musicale recava i segni di una stesura veloce! ●
C. P. E. Bach
C. Wieck
R. Schumann
W. Goethe
W. A. Mozart
lunedì 19 dicembre ore 20:45
Teatro Comunale di Vicenza in collaborazione con Fondazione Cariverona
ALEXANDER LONQUICH direttore e pianoforte musiche di C. Ph. E. Bach, Mozart, Schumann
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echiouverture
di Tommaso Donatucci
QUELLA GIOIA DI VIVERE SIA IL FUTURO DELL’EUROPA Lo scorso 8 ottobre i “campioni” della Mahler Chamber Orchestra, diretti dal talento di Daniel Harding, hanno regalato a Vicenza non solo un bel concerto, ma addirittura, forse, un buon esempio per le generazioni di oggi e di domani. Così ha “letto” il concerto un musicista seduto tra il pubblico del Teatro Comunale: pubblichiamo volentieri le sue impressioni e riflessioni.
Daniel Harding alla guida della Mahler Chamber Orchestra lo scorso 8 ottobre al Teatro Comunale di Vicenza
I
l fiume festante di persone si adagia nell’ansa dell’uscita del Teatro Comunale di Vicenza. Con le spalle appoggiate alla parete dei grandi cartelloni pubblicitari illuminati, osservo un gruppetto di giovinette ridere e scherzare tra loro. Rimango stupito dalla loro presenza e guardandomi attorno noto come in questa fresca sera dell’8 di ottobre, i ranghi degli ascoltatori siano stati ben rinsaldati da un numero consistente di adolescenti. Penso, “queste sì che sono soddisfazioni!”. In effetti, sin dalle prime note è stata lampante la forza attrattiva della Mahler Chamber Orchestra. Un’orchestra composta da musicisti provenienti da tutta Europa che ha per natura l’istinto di viaggiare, di muoversi e di confrontarsi ogni volta con realtà diverse. Un insieme di persone che si sposta continuamente per raccontare la propria storia e ascoltarne di nuove. Un gruppo di musicisti ben saldo che ama il proprio lavoro e adora condividere la meraviglia delle emozioni che prova nel suonare. Ecco, questo è il messaggio che arriva sin dal trionfale incipit della Sinfonia n° 39 di Mozart. E attraverso le Sinfonie n° 40 e 41, in un programma tutto dedicato al compositore austriaco, questi ci conducono nel loro mondo: emozioni, energia e contrasti legati e impreziositi da un fraseggio raffinato e coinvolgente in cui i colori scorrono liberamente in modo naturale e spontaneo.
Questa cura del fraseggio ha forse rischiato di rendere i tempi lenti un po’ troppo ricercati, vestendoli di tanto in tanto in modo patetico: le sonorità delicate e sensibili, i rallentati e le pause sospese hanno talvolta messo in secondo piano la pulsazione interna, il battito del cuore di ogni brano. Quel battito che i musicisti hanno saputo rendere in tutti i momenti in cui Mozart chiede coraggio, libertà, energia e gioia di vivere. Che ha trascinato tutti noi con la loro gioia di suonare assieme, di vivere e di divertirsi facendo quel che si ama. Che gioia per gli occhi, per le orecchie e per il cuore questa orchestra piena di sorrisi e sguardi di intesa. Di suoni e movenze affini nella quale il Tutto è in ogni Parte e ogni Parte è nel Tutto! E quindi eccoci tutti fuori, più sereni e più umani. Ed ecco le giovinette che si spostano sotto il manifesto del concerto di oggi. Ecco scattarsi un selfie con alle spalle Daniel Harding, affascinante incantatore, demiurgo di tutte le intenzioni e fiamma ardente sul podio. Chissà che dopo questa sera non stia germogliando in loro il germe di una società concertante, fatta di persone che lavorano assieme con gioia e passione. Chissà quanti spunti e quante intuizioni se potessimo cogliere quotidianamente l’esempio della Mahler Chamber Orchestra. Chissà che bella l’Europa, se tutti imparassimo da questo campione. ●
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ouverture tracce
di Filippo Lovato
SUONI E RUMORI DELLO “SPETTRALISMO” CON LES PERCUSSIONS DE STRASBOURG
VIRTUOSISTICO ED “ERETICO” IL BACH “POP” DI CAMERON CARPENTER
autore H. Dufourt titolo CD Burning bright interpreti Les Percussions de Strasbourg etichetta CD Percussions de Strasbourg, PDS116BB, DDD, 2016
autore J. S. Bach titolo CD All you need is Bach interpreti Cameron Carpenter (organo) etichetta CD Sony Classical, 88875178262, DDD, 2016
Disco d’esordio dell’etichetta Percussions de Strasbourg, in uscita il 10 novembre, “Burning bright” suggella quarant’anni di collaborazione tra il gruppo francese e Hugues Dufourt, filosofo e compositore versato in quella frangia della musica d’avanguardia nota come spettralismo. Il titolo del CD, ricco di dodici tracce, proviene dalla più celebre delle liriche di William Blake, “The Tyger”. Il visionario poeta inglese immagina un mondo di opposti che collidono e alimentano l’incandescente potenza creatrice della natura. Dufourt elabora quest’idea, stendendo di fatto un lungo adagio di suoni che si scontrano, di piccoli tocchi che riecheggiano in fragori assordanti. L’organizzazione razionale della materia non cela la primordiale energia del rumore. Pierre Rigaudière, su Diapason, parla di suoni “che crescono, si diffondono, appassiscono e si mescolano come fluidi o gas”. Un labirinto di colori inaspettati, di combinazioni soavi quanto, più spesso, urticanti, che trova nei percussionisti Rafaël Aggery, Arnaud Lassus, Mihn-Tâm Nguyen, François Papirer, Enrico Pedicone e Galdric Subirana interpreti adatti a domare la partitura con quella lucida esattezza che bene si attaglia a tante opere dell’avanguardia francese. ●
Il violinista suona sul suo violino, l’oboista ha il suo oboe. Certi pianisti (vedi alla voce Gould) toccano solo il loro pianoforte. L’organista no. Convinto che anche l’organista debba poter acquisire familiarità con il proprio strumento, Cameron Carpenter e gli organari della Marshall & Ogletree progettano l’International Touring Organ, un organo elettronico trasportabile che raccoglie il suono di tanti organi a canne sparsi per l’Occidente. “All you need is Bach” è il secondo CD registrato su questo prodigio della tecnica (il primo, ancora Sony, si intitola “If you could read my mind”). Bach stesso, che non si perdeva le novità tecniche del suo tempo, l’avrebbe provato. Carpenter supplisce e, sul presupposto che la musica del Kantor può funzionare a prescindere dal medium impiegato, testa l’ITO con le Trio-sonate 1 e 3, con il Preludio e Fuga BWV 544 e il Corale “Oh Mensch” BWV 622, con il Contrapunctus 9 dall’Arte della Fuga e la quinta Suite Francese, con la Passacaglia e Fuga BWV 582 e una re-invenzione dell’Invenzione n. 8 introdotta da un rullo di tamburi campionato. Lettura “eretica”, di esibito virtuosismo, che rende Bach un po’ più pop. ●
ouverture audioVisivi
di Marco Bellano
GUARDATE COME SUONO, I’M CAMERON CARPENTER https://www.youtube.com/watch?v=PvbEEhee3GU Cameron Carpenter non chiede al suo pubblico solo di essere ascoltato, ma anche osservato, con una studiata serie di “segnali”, che vanno dall’abbigliamento alla gestualità, passando talvolta per le scenografie delle sale in cui si esibisce. Lo stesso strumento da lui suonato, l’International Touring Organ, attrae immediatamente l’occhio. Curiosamente, a tale esuberanza visiva non si accompagna una produzione di video confezionati in maniera tale da stupire con trovate di regia o effetti di cui, in fondo, non ha bisogno per “rubare la scena”. Si prenda questo breve video, di produzione Telarc, che mostra Carpenter alle prese con una trascrizione organistica dello Studio Op. 10 n. 12 “Rivoluzionario” di Fryderyk Chopin. Prima che l’esecuzione vera e propria inizi, alcuni accordi annunciano il suono dell’organo; ma è la vista il senso nel quale viene suscitato il maggior interesse. Su un palco buio, l’interprete e il suo strumento appaiono in controluce: sullo sfondo, dei faretti emettono raggiere luminose che creano contrasti violenti in un ambiente dai contorni indistinti. Carpenter è poi presentato in primissimo piano, finché lo schermo non si fa di nuovo nero. Il tutto ha l’enfasi aggressiva di un concerto pop anni ’80; comincia poi lo Studio di Chopin. Si indugia su dettagli dei movimenti del musicista, sottolineati dallo sfavillio della sua maglia, tempestata di lustrini. La macchina da presa si muove in modo arioso, finché non avviene la rivelazione: nella trascrizione di Carpenter, gli arpeggi mozzafiato che Chopin affidò alla mano sinistra del pianista sono eseguiti alla pedaliera, con scelta controintuitiva e decisamente spettacolare. Da quel momento, ogni tratto registico perde di interesse, di fronte a una manifestazione di virtuosismo inarrivabile, forse un po’ provocatoria, ma decisamente magistrale. ●
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31 dicembre 2016 • ore 22
Teatro Comunale di Vicenza
Gran Concerto di San Silvestro con arie d’opera e brani della tradizione di capodanno
OrCheSTra del TeaTrO OlimpiCO Carlos Spierer direttore dante alcalá tenore
musiche di Verdi, Puccini, Strauss, Tchaikovsky e Bernstein presenta
biglietti in vendita al Teatro Comunale tel. 0444 324442 www.tcvi.it
eliSa SanTuCCi
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