AiCARR_ journal #62 - Efficienza industria | Scuole e Covid

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Speciale SCUOLE POST COVID-19

La scuola ai tempi del Coronavirus, quali soluzioni? Per garantire un buon livello di qualità dell’aria interna gli istituti scolastici dovrebbero essere dotati di impianti HVAC. Un intervento che potrebbe fare anche da apripista per una necessaria riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico. Eppure è ancora tutto fermo e regna un’assoluta incertezza. Perché? Abbiamo raccolto il parere di alcuni esperti per comprendere lo stato dell’arte delle scuole e soprattutto i possibili interventi che consentirebbero di affrontare con sicurezza il prossimo anno scolastico e anche di delineare il futuro della progettazione legata all’edilizia scolastica

Erika Seghetti

È

UNO STRANO ANNO SCOLASTICO, quello che si è appena concluso. Caratterizzato dagli ultimi mesi in cui, per via dell’emergenza Covid-, è stato sperimentato un nuovo modo di fare scuola. Ma se quello che è stato è stato, ciò che preoccupa è il futuro, ovvero lo stato di incertezza che regna sul nuovo anno, che inizierà a settembre ma non si sa ancora in quali condizioni. La scuola è la vetrina di un Paese, eppure è la grande dimenticata. E ne è un esempio lo stato in cui versano gli edifici, strutture vetuste, che non sono mai state adeguate ad elevati standard di sicurezza e di salubrità, e che ora scontano questo ritardo. Gli spazi di apprendimento dovranno essere ripensati e al centro del dibattito non c’è soltanto la progettazione interna ma anche e soprattutto la tematica della qualità dell’aria. Come garantire una buona qualità dell’ambiente interno, utile a contrastare il rischio di contagio? L’ipotesi dei pannelli in PlexiGlass, protagonisti assoluti di questo periodo di convivenza con il virus, annullano il rischio di esposizione diretta

ai droplet ma non sono risolutivi. E di fatto non verranno adottati, stando alle ultime Linee Guida del Ministero all’Istruzione. La soluzione più efficace, seppure dibattuta, è quella dell’installazione di impianti di ventilazione meccanica. Sistemi che consentirebbero di affrontare il problema alla base e che potrebbero anche essere visti come un punto di partenza per una necessaria riqualificazione delle strutture scolastiche. «L’esperienza e le evidenze recenti, dovute alla pandemia da Covid-19, mettono in luce che l’apporto di aria esterna con la ventilazione non solo migliora la qualità dell’ambiente interno, ma può migliorare le condizioni igieniche e portare benefici alla salute, riducendo con la diluizione e la filtrazione la quantità di contaminanti presenti in ambiente». Ha dichiarato in una nota Filippo Busato, Presidente di AiCARR. «La ventilazione è tanto più necessaria quanto più affollati sono gli ambienti. Gli unici locali ad elevato affollamento privi, nella maggior parte, di impianti di ventilazione sono proprio quelli delle scuole esistenti. Spesso le condizioni climatiche rendono

sconveniente l’apertura e chiusura delle finestre, compatibilmente col mantenimento delle condizioni di comfort. Per questo motivo, è quanto mai indispensabile provvedere alla modernizzazione delle scuole italiane che non sono provviste di impianti di ventilazione meccanica adatti al miglioramento della qualità dell’aria». La posizione di Busato è ampiamente condivisa da molti tecnici esperti del settore, che abbiamo interpellato al fine di indagare le soluzioni più adeguate per adattare gli ambienti scolastici in questa particolare fase emergenziale. Con la speranza che questa possa essere un’occasione per riflettere sulla necessità di avviare finalmente degli interventi incisivi di riqualificazione e miglioramento delle condizioni del patrimonio edilizio scolastico. 

IL PARERE DELL’ESPERTO

Istituire un tavolo tecnico per trovare soluzioni impiantistiche adeguate

L

a semplice adozione di norme comportamentali anti contagio potrebbe non essere sufficiente per tutte quelle attività, come quelle scolastiche, che si svolgono in luoghi chiusi, dove è più difficile garantire un elevato livello di qualità dell’aria, specie in assenza di sistemi impiantistici efficaci. Ne abbiamo parlato con l’ingegnere meccanico Luca Pauletti, membro della consulta industriale di AiCARR. Quali rischi si possono correre con la riapertura delle scuole a settembre? In un luogo chiuso, se manca il ricambio dell’aria

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si rischia, in presenza di persone asintomatiche o con altre patologie, di propagare questa carica infettante di virus o batteri. E gli ambienti scolastici, nelle loro attuali condizioni, sono a tutti gli effetti luoghi insalubri. Il ricambio dell’aria è tutt’ora affidato all’apertura delle finestre. Peccato che tra una lezione e l’altra servirebbe aprirle per almeno  minuti (Figura ), ma in inverno ciò significa introdurre aria esterna con temperatura tra  e  gradi. Con tante grazie alla salute degli studenti e all’efficienza energetica. Ma non è diverso il discorso nelle altre stagioni,

soprattutto nelle zone più popolose dove aprire le finestre significa immettere aria non filtrata e ricca di particolato, pollini, allergeni … Luca Pauletti, membro della oltre a peggiorare consulta industriale il comfort acustico AiCARR di un ambiente che dovrebbe permettere agli occupanti


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