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Anno 79
Nuovi sistemi ibridi a tecnologia inverter
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Anno 79
Sostenibilità = responsabilità
Le discariche tessili, ha affermato Silva Heredia nella denuncia “hanno generato per anni, e continuano a generare attualmente, gravi danni all’ambiente, che rischiano di diventare irreparabili”.
fabio.chiavieri@ammonitore.it
Il manufacturing del futuro?
In un particolare momento storico per le imprese manifatturiere italiane, e non solo, dove la gestione delle risorse ha come duplice effetto quello di recuperare margini di guadagno e rendere i processi produttivi più sostenibili, nell’accezione più ampia del termine, che ruolo giocano le tecnologie di fabbricazione inserite in un contesto di smart manufacturing?
Novità
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Nata nel 2005 a Wroclaw, la filiale polacca di LOVATO Electric continua la sua storia di successo. Dopo una prima espansione nel 2009 che portò alla costruzione di una nuova sede di proprietà di 750m2, l’andamento positivo delle vendite ha richiesto una maggior disponibilità di spazi. A metà del 2022 sono dunque iniziati i lavori di ampliamento della sede che si sono conclusi di recente con l’inaugurazione dell’estensione del magazzino e di nuovi uffici. L’area ora a disposizione della filiale Polacca è di 1460m2.
Raddoppiano quindi gli spazi e nasce una struttura più moderna e confortevole. Una parte dei nuovi spazi è stata destinata all’ampliamento del magazzino; la parte uffici ha subito un importante estensione
che ha consentito anche la creazione di un centro per la formazione. Sono a disposizione dei collaboratori di LOVATO Polonia anche una nuova mensa aziendale e un’area relax.
La filiale polacca è un anello molto importante nella catena di distribuzione dei prodotti LOVATO Electric nel centro Europa, sia per la sua posizione geografica strategica, sia per il mercato locale ampio e in forte crescita. Oltre alla sede di Wroclaw, LOVATO Polonia conta anche due uffici regionali situati nelle città di Katowice e Poznan.
All’inaugurazione hanno partecipato Massimiliano Cacciavillani CEO del Gruppo e Henryk Durczak, direttore della filiale polacca.
Al via l’Italian Manufacturing Technologies
Al momento della firma sono sette le aziende che hanno aderito alla rete: Buffoli Transfer (Brescia), Ficep (Gazzada Schianno VA), Gerardi (Lonate Pozzolo VA), Innse Berardi (Brescia), Losma (Curno BG), Prima Industrie (Collegno TO), Rettificatrici Ghiringhelli (Luino VA).
www.ammonitore.com n. 7 settembre 2023
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di sostenere le imprese retiste nell’attività di presidio e penetrazione in uno dei mercati asiatici a più alto potenziale di sviluppo anche perché considerato porta di accesso all’area ASEAN. Le iniziative di cui si occuperà la rete, che avrà sede a Ho Chi Minh City e si avvarrà di esperti locali, si concretizzeranno nella realizzazione di attività promozionali per sostenere la partecipazione delle imprese retiste alle manifestazioni di settore, nell’organizzazione di visite a potenziali imprese utilizzatrici e di seminari e incontri di networking tra le 7 aziende italiane e gli operatori locali non solo vietnamiti.
Costantino Cialfi Direttore Commerciale
Abbonamento annual € 34,90
Costo copia singola € 7,18 (presso l’editore)
Barbara Colombo, presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE ha dichiarato “Sono molto soddisfatta della nascita di IMT che arriva dopo due anni di lavoro intenso e una attenta analisi della situazione del mercato condotta anche attraverso la realizzazione di una monografia dedicata al paese oltre ad uno study tour nelle principali aree del Vietnam”.
www.quine. t - info@quine. t - tel 02 864105
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Testata Associata
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IMT è strumento operativo di internazionalizzazione per le aziende del settore interessate a lavorare nell’area del Sud Est asiatico. Secondo l’elaborazione del Centro Studi & Cultura di UCIMU sui dati CECIMO e Gardner gli ASEAN, nel 2022, hanno visto crescere il consumo di macchine utensili di circa il 20% allungando il trend positivo registrato a partire dal 2021.
Con specifico riferimento al Vietnam, il consumo - cresciuto, nel 2022, del 34% - dovrebbe restare pressoché stazionario nel 2023 (+2%). Secondo le previsioni elaborate da UCIMU a partire dai dati Oxford, la domanda di macchine utensili dovrebbe poi crescere in modo sostenuto nel 2024 (+13%), 2025 (+12%) e 2026 (+11%).
L’iniziativa IMT rappresenta la seconda rete di imprese ucimiste. Si aggiunge infatti a ITC India operativa dal 2012 nata su spinta di UCIMU per le imprese ucimiste e poi aperta anche alla partecipazione delle imprese associate a AMAPLAST e ACIMGA che, pur non avendo attualmente rappresentanza di imprese all’interno della rete, partecipano all’iniziativa.
Mescolando due definizioni di “impresa”, si ottiene “programma notevole o particolarmente impegnativo (i. ardua, eroica) che si esplicita in un’attività economica organizzata finalizzata alla produzione o scambio di beni o servizi. Lo sa bene ogni imprendit* (-ore, o -rice, fa lo stesso, cambia solo il grado di difficoltà, anche oggi), specie se italian*1
Quanto sopra va esteso: come recentemente sottolineato da Pasquale Forte2 l’aggettivo coraggiosamente, e dopo “servizi” va aggiunto “profittevolmente ma con legittimazione sociale”, come chiosato da Franco Pizzagalli3. Troppo complesso? Non possiamo limitare l’impresa all’oggi, per il bene di tutti gli stakeholders deve essere anche domani, pur affrontando continui cambiamenti. Non possiamo più dire solo che servono profitti, premessa per sana e normale crescita (le impre
esigenze altrui alle persone in azienda e non, restituendo qualcosa alla collettività di cui facciamo parte, contribuendo ad iniziative sociali anche in forma anonima. Sul piano tecnologico, a rischiare investendo in tecnologie 4.0 ben prima delle agevolazioni, per produrre meglio e più velocemente. Chiunque, pensando oltre a sé, può attuarle, a piccoli passi. Ci sono sembrate normali, come anormali ci sembrano le aziende che dall’oggi al domani svaniscono per avere margini maggiori producendo solo all’estero, mettendo sul lastrico i propri dipendenti (e fornitori); anormali gli imprenditori dalla ricchezza ostentata a fronte dei propri dipendenti che faticano ad arrivare a fine mese; anormale il mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza dentro – per i dipendenti – e fuori – per il contesto sociale circostante e l’ambiente;
1) italy ranks 98th for ease of starting a business, 97th for bureaucracy and 119th for access to credit out of the 190 countries analyzed in the World Bank’s Ease of Doing Business Indexhttps://romebusinessschool.com/blog/nation-branding-the-impact-of-a-countrys-image-on-the-economy-2/;
2) Fondatore Eldor Corporation SpA – Inverigo – intervento Assemblea Privata Confindustria Como, Giugno 2023
3) A.D. Fumagalli Industria Alimentare SpA – Tavernerio - intervento Assemblea Privata Confindustria Como, Giugno 2023
I profondi cambiamenti nel mondo della progettazione e produzione di macchine e macchinari, integrati sempre più a sistemi digitalizzati, elementi di robotica, intelligenza artificiale, automazione, hanno reso necessario un aggiornamento della Direttiva Macchine, a partire dal nome, divenuto ora Regolamento Macchine
Migliorare ulteriormente la sicurezza delle macchine all’interno dell’Unione Europea: questo l’obiettivo per il quale l’Unione Europea ha deciso che fosse arrivato il momento che la Direttiva Macchine (CE) 2006/42 fosse modificata e aggiornata. La necessità di tenere il passo con i rapidi sviluppi tecnologici e affrontare i rischi emergenti nel settore delle macchine, quali l’integrazione dell’intelligenza artificiale e della robotica, sono alla base del cambiamento e della promulgazione del nuovo Regolamento Macchine (UE) 2023/1230
L’obiettivo principale è garantire che le macchine commercializzate nell’UE siano conformi a requisiti di sicurezza più rigorosi, fornendo una maggiore protezione per gli utenti e l’ambiente. Allo stesso tempo promuove l’innovazione e la competitività dell’industria delle macchine, semplifica la conformità per gli operatori economici e rafforza il sistema di sorveglianza del mercato, creando un ambiente di mercato equo e sicuro per tutti.
L’aggiornamento della normativa ha tenuto conto dei progressi tecnologici avvenuti dal momento dell’emanazione della Direttiva Macchine, risalente ormai a 15 anni fa. Ciò significa che i requisiti di sicurezza sono stati adattati per affrontare nuove tecnologie e nuove sfide.
Il primo, e più evidente cambiamento, riguarda la nomenclatura: regolamento anziché direttiva. Questo garantisce un approccio più ar-
monizzato e standardizzato in tutta l’UE. Infatti, a differenza delle direttive, che hanno bisogno anche di un decreto di recepimento nazionale, i regolamenti entrano in vigore subito alla data stabilita dal regolamento stesso e si applicano automaticamente e uniformemente in tutta l’Unione Europea. Una seconda e importante modifica riguarda il coinvolgimento degli enti terzi, la cui valutazione diventa obbligatoria per diverse tipologie di macchine.
Il nuovo regolamento macchine (UE) 2023/1230 pubblicato il 29/06/2023 entrerà in vigore ufficialmente in UE il prossimo 19/07/2023 e sarà applicabile a partire dal 14/01/2027, data quest’ultima, che segna dunque l’abrogazione definitiva della Direttiva Macchine (CE) 2006/42.
Di seguito altri cambiamenti chiave previsti dal nuovo Regolamento:
- Integrazione delle disposizioni sull’intelligenza artificiale: il regolamento si applica ai sistemi che utilizzano tecnologie di intelligenza artificiale per gli aspetti che riguardano le possibili influenze sulla sicurezza della macchina;
- Misure di sicurezza informatica rafforzate: la sicurezza informatica è un aspetto che non può più essere trascurato per le macchine. Per questo motivo il nuovo regolamento macchine chiede che i circuiti di comando, che svolgono funzioni di sicurezza, siano progettati in modo da evitare che attacchi malevoli possano causare comportamenti pericolosi delle macchine
(cyber security);
- Macchine automatizzate e telecomandate: il Regolamento definisce le linee guida per garantire l’uso e il funzionamento sicuri delle macchine automatizzate e telecomandate;
- Istruzioni e dichiarazioni digitalizzate: le istruzioni per l’uso, in caso di macchine, e le istruzioni per l’assemblaggio, in caso di quasi-macchine ed in maniera analoga le dichiarazioni di conformità / incorporazione possono essere fornite dal fabbricante in formato digitale. Questo snellisce i processi e migliora l’accessibilità;
- Valutazione obbligatoria da parte di un organismo notificato: sei categorie di prodotti richiedono la valutazione obbligatoria della conformità da parte di organismi terzi. Tra questi anche le macchine ed i componenti di sicurezza con comportamenti basati sul machine learning;
- Specifiche comuni: quando non sono disponibili norme armonizzate adeguate, le specifiche comuni forniscono un’opzione di ripiego, garantendo chiarezza e coerenza;
- Procedure di salvaguardia semplificate: le procedure di salvaguardia sono state semplificate e allineate con altre normative pertinenti per facilitare misure di sicurezza efficienti ed efficaci.
“Il nuovo regolamento macchine rappresenta l’evoluzione in chiave moderna dei concetti espressi dalla precedente Direttiva 2006/42/CE, adattati al
nuovo quadro legislativo (NLF – New Legislative Framework) introdotto nel 2008 ed alle sfide del presente”, – spiega Dario Turco, Ispettore Regolamento Macchine di TÜV Italia. “Rispetto alla precedente Direttiva ne viene ampliato lo scopo, introducendo nuove specifiche e definendo obblighi specifici per tutti gli operatori economici. Sono introdotti nuovi requisiti che riguardano la cybersecurity, l’intelligenza artificiale, le macchine mobili controllate da remoto ed i robot collaborativi. Viene introdotto il concetto di “modifica sostanziale” e la figura della “persona fisica o giuridica” con relativi obblighi; i requisiti per le quasi-macchine diventano più stringenti e rientrerà nell’ambito di applicazione del nuovo Regolamento macchine anche il “software che garantisce funzioni di sicurezza. Infine, diventa obbligatorio per almeno sei categorie di prodotti la verifica della conformità da parte di un Organismo Notificato. L’introduzione del nuovo Regolamento delinea la volontà delle istituzioni europee di allineare il mercato alle sfide tecnologiche del presente aumentando gli standard di sicurezza e di qualità dei prodotti sul mercato a garanzia di tutti gli operatori economici ed allo stesso tempo degli utilizzatori.” In definitiva, l’aggiornamento della Direttiva Macchine è importante per migliorare la chiarezza, la coerenza e l’adeguatezza dei requisiti di sicurezza delle macchine nell’Unione Europea, incorporando i progressi tecnologici e migliorando la protezione dei consumatori.
Renishaw Italia ha celebrato i primi 50 anni del Gruppo Renishaw presso il Museo dell’Automobile di Torino, in ricordo anche dell’importante contributo che la mutinazionale inglese ha dato al settore. L’evento ha visto la partecipazione di circa 150 persone tra clienti OeM, End Users, Channel Partners, giornalisti e membri dello staff della filiale italiana
Nel 1973 nasceva Renishaw che veniva fondata dall’attuale Presidente esecutivo, sir David McMurtry, per commercializzare una sonda a contatto da egli stesso inventata, che doveva risolvere un problema di misura dimensionale di Rolls Royce inerente ai motori Olympus montati sull’aereo supersonico Concorde. La sonda inoltre rappresentava la soluzione alle sfide affrontate da molte officine di precisione in tutto il mondo, consentendo finalmente di automatizzare per la prima volta le ispezioni sulle macchine di misura a coordinate (CMM).
Rolls-Royce ne acquisì il brevetto riconoscendo McMurty come inventore, il quale parlò della sonda a contatto con un collega, John Deer, attuale Vicepresidente di Renishaw, anche lui consapevole dell’ampio potenziale com-
merciale dell’invenzione; Rolls Royce accettò di concedergli in licenza il brevetto, ma solo a patto che fondassero una società per conto loro. Il 4 aprile
1973 venne dunque registrata la Renishaw Electrical Ltd.
McMurtry e Deer si resero presto conto del potenziale insito nell’utilizzo delle sonde sulle macchine utensili a controllo numerico (CNC) e nel 1977 Renishaw lanciò il suo primo tastatore per macchine utensili.
Nonostante una quota significativa dell’attuale attività di Renishaw continui a basarsi sui sistemi di misura per CMM e macchine utensili, l’azienda offre ora un’ampia gamma di sistemi metrologici per la calibrazione, il feedback di posizione e la misurazione con i relativi accessori, inclusi stili e
fissaggi. Da allora, Renishaw applica le sue competenze chiave anche alla produzione e al controllo di processo, nonché allo sviluppo di prove non distruttive tramite l’utilizzo della spettroscopia Raman, di robot e di sistemi di neurochirurgia, oltre ad essere leader nel campo della stampa 3D in metallo.
Nei vari anni è cresciuta e si è ampliata andando ad acquisire sempre più mercato tanto da arriavre fino in America e Canada. Per quanto riguarda la storia italiana è del 1989 l’apertura della prima filiale italiana.
Così Enrico Orsi, Business Manager presso Renishaw Italia, ha ripercorso le tappe fondamentali della storia aziendale. Ma menzione speciale va fatta anche a due prodotti più recenti: la sonda REVO che ha consentito un aumento di 10 volte della velocità di misura, l’introduzione delle divisioni di Additive manufacturing ed il calibro Equator.
Negli ultimi 50 anni, le soluzioni Renishaw hanno rivoluzionato molti aspetti fondamentali della fabbricazione di componentistica e della ricerca scientifica, contribuendo al miglioramento della produzione di prodotti ad alte prestazioni che utilizziamo nella vita di tutti i giorni. Dalla produzione di velivoli, autovetture, smartphone, batterie per veicoli elettrici, pannelli solari alla neurochirurgia, è praticamente impossibile trovare un settore che non abbia in qualche modo beneficiato delle continue innovazioni di Renishaw. Oggi l’azienda è quotata alla Borsa di Londra nel FTSE 250 Index con una valutazione di circa 3 miliardi di sterline, conta 5.100 dipendenti in 56 paesi e investe il 12% dei propri ricavi in progettazione e R&D.
Will Lee, CEO di Renishaw, ha affermato: “Questo è l’anno giusto per riflettere sugli incredibili traguardi raggiunti dai nostri co-fondatori e dai nostri dipendenti, che hanno fatto moltissimo per lo sviluppo della manifattura di precisione in tutto il mondo, ciò ci permette di guardare al futuro
con estrema fiducia. La formula che ha assicurato il successo di Renishaw negli ultimi 50 anni resta al centro del nostro approccio strategico: investire pesantemente in ricerca e sviluppo per garantire un flusso continuo di prodotti di eccellenza; impegno mirato a una produzione in-house di alta qualità che ci permetta di soddisfare le ambiziose richieste dei nostri clienti e, infine, l’orientamento a un’assistenza clienti di prim’ordine disponibile a livello capillare tramite le numerose filiali del Gruppo.”
Lee ha concluso: “Vorrei anche ringraziare i nostri clienti e fornitori, con molti dei quali abbiamo collaborato a stretto contatto per gran parte della nostra storia e condiviso molte storie di successo; un sentito ringraziamento va anche ai nostri stakeholder e alle comunità locali che hanno sostenuto con forza la nostra crescita e il nostro successo.”
A seguire si è svolta la Tavola Rotonda alla quale hanno partecipato rappresentanti di importanti realtà manifatturiere, accademiche e commerciali come Baker-Hughes, RoboQbo, Università di Pisa e AR Sistemi. L’evento è proseguito con un pranzo di specialità piemontesi, che ha permesso di creare un’atmosfera molto conviviale tra i partecipanti e che è stata l’occasione per molte persone di confrontarsi su tematiche inerenti al futuro del mondo manifatturiero davanti ad alcune delle migliori specialità enogastronomiche del territorio piemontese. La giornata si è poi conclusa con una visita guidata al Museo dell’Automobile che, con i suoi 90 anni di storia e le oltre 200 vetture che hanno fatto la storia del settore automotive mondiale, ha permesso ai partecipanti di godersi tutta la bellezza del design e dell’evoluzione della tecnica che questo settore ha saputo offrire nei suoi numerosi anni di storia. Anni di storia che Renishaw grazie alle sue soluzioni e all’impegno delle persone che hanno fatto e che fanno tutt’oggi parte di questa straordinaria realtà, ha contribuito a rendere ancora più speciali.
Intelligenza artificiale
L’impiego dell’intelligenza artificiale per la gestione della supply chain può essere una grandiosa opportunità per rivoluzionare il pensiero tradizionale intorno alla progettazione e alla gestione della catena di distribuzione e investire, poi, tutte le aree interessate con una ventata di innovazione
La Supply Chain in ambito logistico Nel processo evolutivo della logistica è possibile individuare tre principali passaggi che hanno portato allo sviluppo della catena di distribuzione, più comunemente conosciuta come “Supply Chain”:
• logistica tradizionale;
• logistica integrata;
• Supply chain management.
Negli anni ’60, secondo la concezione della “logistica tradizionale”, le attività logistiche all’interno dell’azienda erano gestite da diverse aree funzionali, le quali erano scarsamente coordinate fra loro. Ne risultò un sistema inefficiente e incapace di rispondere alle variazioni di esigenze da parte del cliente, dal momento che l’obiettivo principale era esclusivamente l’organizzazione dei magazzini e dei trasporti ai fini della distribuzione fisica del prodotto all’utente finale.
A partire dagli anni ’80 si registrò un cambiamento del trend logistico con incidenza maggiore su approvvigionamento, supporto alla produzione e distribuzione. Ciò si traduce in un unico termine: “logistica integrata” (in inglese Integrated Logistics), la
quale ha lo scopo di ottimizzare il trade-off tra efficienza ed efficacia, ovvero minimizzare il costo totale delle attività logistiche a fronte di un livello di servizio da garantire. Per estensione, ne derivò un “sistema logistico integrato”, ossia un sistema unico e interfunzionale che coniuga in maniera strategica tutte le attività fisiche, gestionali e organizzative dell’azienda. Questo nuovo concetto di logistica implicò l’organizzazione del ciclo produttivo non più basato sulla ricerca dell’efficienza della singola operazione, come accadeva nella logistica tradizionale, ma su una visione sistemica incentrata sull’ottimizzazione dei flussi sia fisici che informativi.
Inoltre, ha portato il superamento della “logica stock” con una conseguente adozione della “logica flow” e una maggiore enfasi sulla “customer satisfaction” e sulla creazione di valore aggiunto. Secondo la “logica stock” o “dello stock control”, denominata anche “logica push”, viene predisposto un livello di scorta reintegrato o quando il livello dello stock è al di sotto di una certa soglia rispetto al fabbisogno previsto o secondo scadenze costanti nel tempo, che coincidono con la data di ordinazione per il ripristino della giacenza. Mentre secondo la “logica
flow” o “del flow control”, denominata anche “logica pull”, l’attenzione si sposta dal controllo dello stock al controllo del flusso dei materiali15. È sulla base di quest’ultima logica che operano il “Material Requirements Planning” (MRP), che si basa sul concetto di far coincidere le scorte con i fabbisogni di breve periodo in modo da ridurre al minimo l’accumulo di giacenze, e il “Just-in-Time” (JIT), il sistema produttivo che mira a eliminare tutti gli sprechi e i difetti, considerando la giacenza stessa uno spreco.
A partire dagli anni ’90 con l’avvento delle nuove tecnologie e con l’aumentare delle informazioni immesse nella filiera logistica è nata l’esigenza di introdurre un nuovo concetto di logistica per rispondere alle mutate esigenze espresse dai mercati. In questo contesto, si è sviluppata la cosiddetta “Supply Chain”, tradotta letteralmente come “catena di distribuzione”, il cui obiettivo principale era quello di governare tutte le fasi del processo produttivo, anche esterne all’azienda, seconda una visione sistemica.
Per “supply chain” si intende «un sistema di organizzazioni, persone, attività, informazioni e risorse necessarie per trasferire un prodotto o un servizio dal fornitore al clienti»16.
Tecnicamente, la “supply chain” include una serie di attori, quali produttori, fornitori, trasportatori, magazzini, rivenditori e clienti, che operano in tutti gli stadi coinvolti nella rete in base al proprio ruolo. Pertanto, i termini più appropriati per descrivere tale rete sono “supply network” e “supply web”17. All’interno dell’azienda, la “supply chain” comprende tutte le funzioni, come sviluppo del prodotto, marketing, distribuzione, finanza e servizio al cliente, necessarie per soddisfare le richieste di quest’ultimo. Dunque, il cliente rappresenta una parte integrante dell’intera catena di distribuzione.
L’obiettivo principale della “Supply Chain” è massimizzare la creazione di valore, ossia la differenza tra ciò che è la percezione del prodotto finito da parte del cliente e quanto realmente la supply chain spende per soddisfare le richieste del cliente. Tale valore è legato alla redditività della “Supply Chain”, cioè la differenza tra il guadagno generato dalla vendita al cliente e i costi complessivi lungo la supply chain.
Intelligenza artificiale (IA), machine learning e deep learning L’intera comunità scientifica ha individuato due grandi filoni di ricerca
dell’IA: l’IA debole e l’IA forte, così definite dallo studioso John Searle. Questa primaria distinzione, nell’ambito di analisi delle teorie sull’IA, nasce essenzialmente da una domanda chiave: “una macchina potrà mai eguagliare e addirittura superare il ragionamento umano o non sarà mai equivalente ad esso?”
L’ “Intelligenza Artificiale debole” (in inglese “weak Artificial Intelligence”) identifica sistemi tecnologici in grado di simulare alcune funzionalità cognitive dell’uomo, tuttavia senza raggiungere le reali capacità intellettuali tipiche dell’uomo. Si tratta di programmi matematici adibiti al problem-solving con cui si sviluppano funzionalità per la risoluzione dei problemi o per consentire alle macchine di prendere decisioni.
L’ “Intelligenza Artificiale forte” (in inglese “strong Artificial Intelligence”) identifica, invece, “sistemi sapienti” (definiti da alcuni scienziati persino come “coscienti di sé”) in grado di sviluppare in maniera autonoma una propria intelligenza senza emulare processi di pensiero o capacità cognitive simili all’uomo.
La classificazione in IA forte e in IA debole è alla base di una successiva distinzione tra due ambiti di studio, il “Machine Learning” (ML) e il “Deep Learning” (DL), che saranno il trampolino di lancio per il progresso dell’IA nei prossimi anni.
Da un punto di vista tecnologico e metodologico, ciò che caratterizza l’Intelligenza Artificiale è il modello di apprendimento con cui tale intelligenza diventa “ abile” in un specifico compito o azione. Questi modelli di apprendimento sono ciò che distinguono i due ambiti di studio, precedentemente menzionati: “Machine Learning” e “Deep Learning”
Uno dei principali passi in avanti, compiuti finora, nello sviluppo dell’IA è costituito dalla creazione di algoritmi specifici in grado di imparare dai propri errori e, di conseguenza, migliorare il comportamento della macchina. Ciò ha permesso di realizzare sistemi
intelligenti capaci di operare in contesti per i quali i programmatori non possono prevedere a propri tutte le possibilità di sviluppo. Per “Machine Learning” (ML, in italiano “apprendimento automatico”) si intende il procedimento mediante il quale, attraverso un insieme di algoritmi generici, viene fornita alla macchina la capacità di apprendere direttamente dall’esperienza e così svolgere compiti e attività autonomamente, senza che sia necessario a monte una programmazione specifica. In termini tecnici, gli algoritmi dell’”apprendimento automatico” analizzano sia i dati di ingresso (input) sia quelli di uscita (output) e, in base al confronto tra i risultati ottenuti e quelli desiderati, applicano progressive correzioni ai propri parametri. In questo modo, essi imparano ad apprendere da sé, soprattutto dai propri errori, quale comportamento mantenere o meno nelle future e analoghe situazioni, come adattarsi all’evoluzione di qualsiasi situazione e, di conseguenza, possono migliorare significativamente il funzionamento della macchina stessa. Ciò rappresenta uno dei principali passi in avanti, compiuti finora, nello sviluppo dell’IA, in quanto ha permesso di realizzare sistemi intelligenti capaci di operare in contesti di incertezza, per i quali l’essere umano non è in grado di prevedere a priori tutte le possibili combinazioni di sviluppo. Inoltre, ha permesso di risolvere problemi complessi, per i quali la programmazione classica (dall’input si ottiene l’algoritmo che genera l’output) sarebbe impossibile da mettere in pratica per tempi e costi di progettazione, sviluppo e manutenzione. Il Machine Learning è la branca più sviluppata e studiata dell’Intelligenza Artificiale, che ha portato a una profonda ricerca sulla teoria computazionale dell’apprendimento28 e sul riconoscimento dei pattern.
Per “Deep Learning” (DL, in italiano “apprendimento approfondito”) si identificano modelli di apprendimento (o algoritmi) su più
livelli, ispirati alla struttura ed al funzionamento del cervello biologico. Per emulare la mente dell’uomo, il Deep Learning necessita di reti neurali artificiali (in inglese “deep artificial neural networks”), ossia modelli matematici costituiti da interconnessioni di informazioni (nello specifico, reti multiple basate sul funzionamento delle reti neurali biologiche), capaci di apprendere i dati da livelli non lineari, a partire da quelli più bassi, secondo uno schema gerarchico di apprendimento.
Negli ultimi anni il “Deep Learning” ha snellito le problematiche iniziali, dovute a costi e tempi per il funzionamento dell’intero sistema, grazie all’introduzione delle moderne unità di elaborazione dei dati, come le GPUs. Ha compiuto così passi da gigante nell’ambito di ricerca sull’IA, consentendo alle macchine di avvicinarsi (in alcuni casi, persino superare) alle prestazioni umane, risolvendo problemi sempre più complessi31. Gli ambiti di applicazione dell’ “apprendimento profondo” sono vari: spaziano dal semplice riconoscimento e sintesi vocale e linguistica per chatbot al riconoscimento facciale per sistemi di videosorveglianza fino al riconoscimento immagini, impiegato in ambito medico (come nei raggi X), nella ricerca scientifica o in ambito edile (per la manutenzione predittiva) così come i sistemi di “Natural Language Processing”32 e la Computer Vision33 utilizzata nella guida automatica, nei droni e robot, impiegati per la consegna di pacchi o per l’assistenza nelle situazioni di emergenza (per esempio la consegna di prodotti alimentari e sanitari o sangue per le trasfusioni in zone terremotate, alluvionate o a rischio di epidemie) e persino nella recente novità lanciata da Amazon, ovvero Amazon Go, il primo supermercato hi-tech senza casse né cassieri.
Ambiti applicativi dell’IA Nell’ultimo decennio l’Intelligenza Artificiale
ha raggiunto importanti traguardi in numerosi ambiti applicativi. Le principali applicazioni dell’IA si possono osservare nei campi della logistica, della robotica e della medicina.
La maturità e la disponibilità delle soluzioni tecnologiche ha portato la potenzialità dell’IA in molti segmenti, tra i quali spiccano:
• il settore delle vendite: impiega sistemi esperti adatti per la configurazione commerciale di proposte particolarmente complesse a causa della natura stessa dei prodotti in vendita (es. impianti o macchinari che devono operare in particolari condizioni climatiche o ambienti industriali critici) e/o delle variabili che incidono sul risultato finale, in particolare sulla sua realizzazione e sul suo prezzo (es. numero elevato di componenti, utilizzo di materiali particolari). I configuratori di prodotto “esperti e intelligenti” sono capaci di guidare i clienti nella scelta del prodotto da acquistare, senza ricorrere all’intervento di un esperto.
• marketing;
• customer service;
• IT sicurezza, cybersecurity;
• Operations;
• HR.
Per far fronte alla crescente complessità della domanda da parte di un mercato sempre più esigente, sono state introdotte alcune tecnologie di IA a supporto dei diversi stadi che compongono una supply chain con conseguenti vantaggi in termini di efficienza e di competitività.
Le aree, in cui le soluzioni di IA possono portare benefici e miglioramenti, sono:
• la gestione dei fornitori;
• la gestione delle scorte;
• la gestione dei trasporti.
Attraverso l’implementazione di modelli di previsione della domanda, in queste aree della catena di distribuzione, è possibile ottenere informazioni più accurate riguar-
do la domanda dei consumatori e le esigenze dei fornitori e dell’azienda stessa.
Facendo riferimento alle aree qui sopra elencate, i modelli predittivi alimentati da tecnologie di IA consentono di:
- migliorare la pianificazione della produzione e delle consegne dei prodotti, monitorando i dati di stock del cliente ed evitando inutili sovrapproduzioni (cioè una maggiore sincronizzazione tra azienda e fornitori);
- individuare le adeguate quantità di merce da mantenere a stock, riducendo da un lato le scorte di sicurezza e limitando dall’altro le mancate vendite dovute all’assenza dei prodotti in magazzino. Si stima che gli errori previsionali possano diminuire dal 20 al 50%, portando a una riduzione delle mancate vendite fino a una percentuale pari al 65%.
- Ottimizzare le modalità di spedizione e i tempi di consegna con sistemi di movimentazione automatizzati di tipo “self-driving”.
Inoltre, essi possono essere impiegati per automatizzare il processo di manutenzione dei macchinari e degli impianti, attraverso un confronto tra i dati relativi allo stato di salute di tutta l’attrezzatura e lo storico degli interventi manutentivi. In questo modo, permettono di individuare il momento migliore in cui effettuare gli interventi, in modo da minimizzare i fermi di produzione. Pertanto, il beneficio apportato nei processi di manutenzione è duplice: da un lato si può assistere a un aumento del 20% in termini di produttività, dall’altro a una riduzione del 10% in termini di costi di manutenzione con un conseguente aumento di sicurezza all’interno dell’ambiente di lavoro. Secondo il parere degli esperti, l’In-
telligenza Artificiale sarà la base della futura automazione industriale, all’interno della quale la gestione dell’intero ciclo produttivo sarà affidata completamente ai sistemi dotati di IA capaci di recepire e ottimizzare il 99% di tutte le informazioni possedute. Si giungerà quindi ad una stretta collaborazione tra il settore dell’industria e quello informatico in direzione della creazione di un nuovo concetto noto come “Industry 4.0”.
Sebbene le applicazioni dell’IA sono ancora in fase di sviluppo embrionale e il numero delle imprese, che decidono di utilizzare sistemi basati su IA, è ancora minimo, la logistica rappresenta il campo di applicazione in cui l’IA ha riscosso maggior successo. Ciò è riscontrabile non solo su scala globale, ma anche su scala nazionale.
Prendendo in considerazione il territorio italiano, le aree di specializzazione maggiormente interessate sono: IoT, manifattura e robotica. In generale, l’Italia presenta una forte specializzazione nella combinazione dell’IA con sistemi fisici, detti “embedded”, i quali includono sensori, oggetti intelligenti, robot e impianti di automazione. A questo proposito si parla di “embedded AI”, il quale rappresenta un fattore distintivo del know-how italiano in ambito di IA.
Secondo il rapporto stilato dal gruppo di ricerca del Ministero dello sviluppo economico (MISE), l’Italia è ai vertici europei nel settore della manifattura e dell’automazione industriale, dove si evince un netto miglioramento grazie all’introduzione di robot di nuova generazione. Quest’ultimi, infatti, sono in grado di fornire livelli superiori di garanzia e qualità, riducendo i costi operativi e migliorando la produzione.
Il nuovo paradigma della Logistica
Secondo il Council of Supply Chain Management Professionals (CSCMP), il “Supply Chain Management” (in italiano “Gestione della catena di distribuzione”) «abbraccia la pianificazione e la gestione di tutte le attività inerenti alle risorse e agli approvvigionamenti, alla conversione di esse e a tutte le attività di gestione logistica. Essa include anche, in maniera preponderante, la coordinazione e la collaborazione con i partner di canale, che siano fornitori, intermediari, terzi fornitori di servizi o clienti. In sostanza, il Supply Chain Management integra la gestione della fornitura e della domanda all’interno e attraverso le imprese.» Inoltre, ne definisce anche i limiti e le relazioni: “Il Supply Chain Management è una funzione integratrice con responsabilità primarie nel connettere le principali funzioni e processi aziendali all’interno e attraverso le aziende in un modello di business coesivo e altamente performante. Esso include tutte le attività di gestione logistica sopra menzionate, come le operazioni di produzione portando all’integrazione dei processi e delle attività all’interno e attraverso le funzioni di marketing, vendite, progettazione del prodotto, finanza e IT (Information technology).
Tuttavia, è opportuno non confondere il termine “Logistica” con “Supply Chain Management”, dal momento che non rappresentano il medesimo concetto. Mentre il primo riguarda esclusivamente la movimentazione dei prodotti dal magazzino del produttore a quello del consumatore, il secondo termine riguarda la gestione di tutta la catena di distribuzione, con particolare riferimento alla logistica e al rapporto con i fornitori. All’atto pratico, la logistica può esse-
re considerata un sottoinsieme della supply chain.
Nello specifico, il Supply Chain Management (SCM) è il processo di supervisione dei materiali, delle informazioni e dei flussi finanziari che si spostano dal fornitore al produttore, dal grossista al rivenditore e al consumatore, in modo da massimizzare la redditività totale della supply chain. Esso si compone di nove attività secondo un ordine ben preciso:
• marketing;
• rapporto con i fornitori;
• approvvigionamenti;
• gestione e stoccaggio delle materie prime;
• produzione;
• gestione e stoccaggio dei prodotti finiti;
• gestione degli ordini di acquisto;
• gestione delle consegne;
• logistica di restituzione dei resi.
Il punto sulla smart factory e la logistica 4.0
La Smart Factory rappresenta la concretizzazione dei principi dell’Industry 4.0. Si tratta di un approccio totalmente nuovo di organizzazione dei processi produttivi all’interno delle imprese industriali e manifatturiere. Tutte le singole risorse interne alla fabbrica intelligente, ovvero impianti, macchine e persone, sono interconnesse e cooperano al fine di adattare le proprie produzioni alle specifiche e sempre più mutevoli esigenze dei clienti (l’azienda diventa più “agile”), migliorando l’efficienza nella gestione delle risorse e riducendo i tempi di produzione e di arrivo sul mercato di prodotti altamente personalizzati.
Secondo quanto stilato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) nel piano nazionale Industria 4.0., i benefici che la Smart Factory apporta
M8V è il nuovo CNC interconnesso per lo Smart Manufacturing. Il livello evoluto, la praticità di utilizzo multitouch, le numerose nuove funzioni avanzate e la connettività wi-fi incorporata per la prima volta in un CNC, sono stati pensati per essere parte integrante del processo produttivo e per supportare ogni tipo di lavorazione con requisiti di precisione e velocità estreme. Il controllo numerico si evolve a supporto dello Smart Manufacturing e degli ambienti IIoT in fabbrica. M8V renderà possibile il futuro delle lavorazioni.
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all’ecosistema produttivo sono molteplici:
• Maggiore flessibilità attraverso la produzione di piccoli lotti ai costi della grande scala;
• Maggiore velocità dal prototipo alla produzione in serie attraverso tecnologie innovative;
• Maggiore produttività attraverso minori tempi di set-up, riduzione errori e fermi macchina;
• Migliore qualità e minori scarti mediante sensori che monitorano la produzione in tempo reale;
• Maggiore competitività del prodotto grazie a maggiori funzionalità derivanti dall’Internet delle cose
Le imprese, che già hanno introdotto tecnologie abilitanti all’interno di un impianto, stimano una crescita di efficienza produttiva pari al 30-50%.
La Logistica 4.0 è l’applicazione al mondo della supply chain dei paradigmi dell’Industry 4.059, evidenziati nel paragrafo precedente. Essa si traduce in nuovi sistemi di stoccaggio, movimentazione e trasporto caratterizzati da un livello di sviluppo variabile lungo tre assi: a) Automazione fisica, b) Connessione e c) Processo decisionale.
a) Il primo asse indica il grado di “Automazione fisica” del sistema: le soluzioni di Logistica 4.0 non includono soltanto macchine completamente automatiche, ma anche sistemi, in cui le attività vengono svolte, parzialmente o totalmente, in modo manuale grazie all’intervento dell’uomo. Sulla base delle soluzioni impiegate è possibile attuare un’automazione full, ibrida o assente, corrispondente ai tre diversi valori dell’asse.
b) Il secondo asse (Connessione) fa riferimento alla capacità di un oggetto o di una macchina di raccogliere e trasmettere dati: si passa da sistemi con oggetti non connessi, in cui i dati vengono acquisiti in modo manuale o con lettura barcode, a soluzioni in cui oggetti smart sono in grado di rilevare e memorizzare i dati in maniera autonoma mediante dispositivi specifici, quali sensori o tag RFId60 (acronimo del termine inglese “Ra-
dio Frequency Identification” per indicare le etichette elettroniche con tecnologia a “Identificazione a radiofrequenza”), fino ad arrivare a contesti in cui sistemi di movimentazione, stoccaggio e trasporto possono anche inviare e ricevere informazioni strutturate, stabilendo una comunicazione tra risorse
c) Il terzo asse (Processo decisionale) misura il grado di autonomia decisionale delle macchine, il cui aumento risulta possibile dalla disponibilità di informazioni a livello decentralizzato: se tradizionalmente le decisioni vengono prese in modo centralizzato, talvolta con l’ausilio di sistemi software quali WMS (dall’inglese “Warehouse Management System”) o MES (dall’inglese “Manufacturing Execution System”), le soluzioni 4.0 possono portare ad un processo decisionale parzialmente decentralizzato, in cui le macchine si auto-configurano, soprattutto in situazioni standard, senza l’intervento di agenti esterni, o ad un processo completamente decentralizzato, in cui le macchine hanno ampia autonomia decisionale, in quanto sono in grado di interpretare il contesto e decidere azioni appropriate. La rivoluzione Industry 4.0 ha costituito un processo di trasformazione graduale per l’ottimizzazione della catena di distribuzione di una Digital Supply Chain. Dopo una prima fase, in cui l’adozione delle nuove tecnologie 4.0 era rivolta a processi aziendali interni, in particolare, all’ottimizzazione dei singoli processi di produzione, negli ultimi anni, questa trasformazione si è estesa, interessando anche le aree del magazzino e dei trasporti.
Digitalizzazione della Supply Chain Grazie all’interconnessione delle nuove soluzioni 4.0 nelle differenti aree aziendali e alla creazione di un flusso di materiali e informazioni visibile e controllato, risulta possibile creare un ecosistema completamente integrato di processi e attori, capace di armonizzare e migliorare la pianificazione e la gestione delle attività
di produzione, ricevimento merci e stoccaggio e delle attività di allestimento ordini e spedizioni: si tratta dell’obiettivo della “Digital Supply chain”
La digitalizzazione dell’intera catena logistica richiede come prerequisito fondamentale l’informatizzazione delle attività di business. È necessario, dunque, che le aziende abbiano completato il proprio percorso di informatizzazione (siano già 3.0) per potersi dedicare alla trasformazione digitale dei propri processi. In termini pratici, esse devono aver acquisito la capacità di ricevere, organizzare e interpretare i dati, provenienti da fonti e formati eterogenei, per scoprire ciò di cui hanno bisogno, per prevedere rischi futuri e migliorare i processi aziendali in chiave più fluida e collaborativa, in modo da risultare sempre più competitive sui mercati internazionali.
La “digital trasformation” porta con sé il concetto di “innovazione”. Essa rappresenta un profondo cambiamento che spinge le imprese a sfidare sé stesse, a sperimentare nuove frontiere, a superare le resistenze culturali, ridimensionando e migliorando il proprio modello di business.
La definizione di “The Agile Elephant” fornisce una visione precisa in merito: “La trasformazione digitale comporta un cambiamento di leadership, un diverso modo di pensare, l’incoraggiamento all’innovazione e la spinta verso nuovi modelli di business, incorporando la digitalizzazione delle risorse e un maggiore uso della tecnologia per migliorare l’esperienza dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori, dei partner e delle parti interessate della propria organizzazione.”
Pertanto, quando si parla di “digital trasformation” non si fa riferimento soltanto alla semplice adozione delle nuove tecnologie all’interno di un’azienda, ma è un concetto che va ben oltre questa visione strategica. Questo cambiamento coinvolge tutto il capitale umano di un’organizzazione e necessita delle giuste competenze. In questo scenario è necessario investire sullo sviluppo di nuove figure
professionali e ripianificare le tradizionali soft skills in chiave digitale. Esaminando le soluzioni di Logistica 4.0 per il magazzino, è possibile individuare tre gruppi di sistemi in cui esse vengono implementate e per i quali l’Osservatorio del Politecnico di Milano ha classificato e analizzato in dettaglio le singole soluzioni:
1) sistemi di movimentazione:
• Carrelli trilaterali semi-automatici: carrelli trilaterali ad automazione ibrida che sono in grado di raggiungere in modo automatico la posizione di picking all’interno del corridoio;
• Carrelli con sistema di guida ibrido: carrelli ad automazione ibrida, guidati da un operatore (per operazioni non standard e nelle aree del magazzino in cui sono presenti persone) oppure a guida autonoma (per operazioni ripetitive nelle aree del magazzino libere da persone). Tuttavia, tali carrelli non dispongono di sensoristica sufficientemente avanzata per interagire con il personale e con altri carrelli.
• Carrelli a guida autonoma: carelli completamente automatici, con sistemi di navigazione sempre meno vincolati. In particolare, i sistemi più recenti si basano su guida inerziale o navigazione naturale. Nel primo caso, il carrello rivela la posizione leggendo marker magnetici o digitali (QR code) posti sul pavimento ed è in grado di spostarsi in modo autonomo tra un marker e l’altro. Nel secondo caso, in fase di installazione il carrello effettua automaticamente una scansione laser del magazzino e crea un profilo 2D dell’ambiente; successivamente il carrello è in grado di rivelare la propria posizione senza l’ausilio di riflettori o altri dispositivi esterni.
• Lettori RFId: sistema in cui la Connessione è basata su “comunicazione da oggetti”, con utilizzo di lettori RFId posti a bordo di carrelli manuali o automatici (ad esempio sulle forche) per la lettura automatica dei pallet/colli prelevati o della postazione di stoccaggio o prelievo.
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• Sensoristica- Fleet management: sistema in cui la Connessione è basata su “comunicazione da oggetti”, tramite sensori installati a bordo di carrelli manuali o automatici che rivelano dati e li inviano al sistema informatico tramite una connessione di rete o bluetooth. I dati possono essere relativi a: stato di funzionamento del carrello, velocità, carica della batteria o consumo energetico, posizione del carrello all’interno del magazzino. Tale sensoristica può essere integrata con soluzioni di augmented reality per guidare le missioni degli operatori.
• Sensoristica-Safety: sistema in cui la Connessione può basarsi sia su “comunicazione da oggetti” sia su “comunicazione tra risorse”. Nel primo caso, avviene mediante sensori di movimento o telecamere, installati sui carrelli, sulle scaffalature o sulle pareti del magazzino in corrispondenza di angoli ciechi, e collegati a sistemi che emettono suoni, luci o vibrazioni per segnalare la presenza di altri carrelli o persone lungo il percorso, al fine di prevenire incidenti. Nel secondo caso, avviene mediante dispositivi, installati a bordo dei carrelli e indossati dagli operatori, che, comunicando tramite onde radio, sono capaci di rilevare automaticamente l’avvicinamento dei carrelli alle persone ed emettono vibrazioni o suoni per segnalarlo ai carrellisti e agli operatori a terra.
• Sistema di frenata automatica: sistema con Connessione basata su “comunicazione tra risorse” e Processo Decisionale parzialmente decentralizzato, formato da dispositivi montati su carrelli manuali che rilevano ostacoli tramite sensori o transponder63 ed azionano automaticamente il sistema frenante per evitare collisioni.
• Interazione tra macchinari e carrelli a guida autonoma: sistema con Automazione full, Connessione basata su “comunicazione tra risorse” e Processo decisionale parzialmente decentralizzato. Rulliere e macchine utensili comunicano direttamen-
te con gli AGV (Automated Guided Vehicle), i quali, in alcuni casi, sono in grado di evadere gli ordini e definire le priorità in modo autonomo senza l’intervento dell’uomo o di un software centralizzato.
• Autonomous Intelligent Vehicle: sistema con Automazione full, Connessione basata su “comunicazione tra risorse” e Processo decisionale decentralizzato, con carrelli o shuttle che si muovono in modo autonomo all’interno del magazzino (navigazione naturale), sono in grado di rilevare ed aggirare ostacoli, e comunicano tra loro per gestire le precedenze ed assegnare gli ordini. Tali carrelli movimentano sia piccoli contenitori che unità di carico pallettizzate.
2) sistemi di allestimento ordini:
• Postazioni ergonomiche (goods to man): stazioni di pallettizzazione ergonomiche, caratterizzate da Automazione fisica ibrida e Connessione basata su “comunicazione tra risorse”, che modificano automaticamente l’altezza del pallet. Dopo il completamento di ciascuno strato, le stazioni riportano il pallet all’altezza dell’operatore. Tali stazioni sono servite da un sistema automatico operante in una logica “materiale verso operatore”.
• COBOT: sistema con Automazione full o ibrida, Connessione basata su “comunicazione tra risorse” e Processo decisionale parzialmente decentralizzato. Il COBOT (COllaborative RoBOT) è definito “collaborativo” perché può lavorare senza barriere di sicurezza anche in aree in cui sono presenti operatori. Ciò consente di aumentare l’efficienza di alcune operazioni grazie alla cooperazione tra uomo e robot.
3) sistemi di stoccaggio:
• Smart Pallet: sistema in cui la Connessione è basata su “comunicazione da oggetti”, con beacon64 dotati di batterie a lunga durata (fino a 10 anni) che, integrati nei pallet, possono rilevare alcuni parametri, quali ad esempio posizione, urti, umidi-
tà e temperatura.
• Smart warehouse: sistema con Automazione full e Connessione basata su “comunicazione tra risorse”, costituiti da magazzini automatizzati che uniscono alla funzione di stoccaggio soluzioni di movimentazione e rivelamento peso-volume, con sensoristica che rivela i dati in real time e li invia al sistema informatico.
Inizialmente queste tecnologie sono state introdotte nel mondo della logistica distributiva per supportare un singolo processo, senza considerare possibili sinergie derivanti dalla connessione con altri sistemi. Successivamente, è stato scoperto come l’interconnessione tra diverse soluzioni di logistica
4.0 abiliti l’integrazione tra i diversi nodi della supply chain, non solo all’interno delle aree del magazzino, ma lungo l’intera filiera. Ciò consente di migliorare la pianificazione e la gestione delle attività di ricevimento merci e di stoccaggio, grazie all’integrazione tra fabbriche e magazzini, e delle attività di allestimento ordini e spedizioni, mediante l’interconnessione tra magazzini centrali, periferici e mezzi di trasporto.
A supporto delle attività di trasporto e di magazzino della logistica 4.0, intervengono, inoltre, moderne soluzioni software e hardware.
È possibile identificare cinque tipologie per ciascuna soluzione:
Articolo tratto dalla tesi di laurea dal titolo “Impiego dell’intelligenza artificiale per la gestione della supply chain”di Francesco Capobianco, relatore prof. Maurizio Bevilacqua – Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Ingegneria
Soluzioni software:
• Fleet Management: software cloud per la gestione (e ottimizzazione delle prestazioni) della flotta in ambito locale o internazionale.
• Supply Chain Visibility: soluzioni specifiche per il tracking di mezzi e spedizioni in real time con segnalazione automatica di eventuali ritar-
di e/o imprevisti nella consegna.
• Advanced TMS (acronimo dell’inglese “Transportation Management System”): software che permette ai committenti di integrare flussi informativi relativi a spedizioni effettuate da diversi vettori. Inoltre, ha anche la possibilità di sviluppare meccanismi di cross-selling65 e gestire le etichette per le spedizioni internazionali.
• Data Analytics: algoritmi di Big Data Analytics e Machine Learning, applicati alla pianificazione dinamica delle attività logistiche. Le funzionalità spaziano dal calcolo di KPI alla previsione della domanda o di altri parametri come l’ETA.
• Inventory & Order Management: soluzioni software per la gestione delle scorte rivolti a rivenditori eCommerce, che abilitano la gestione integrata delle disponibilità di prodotti su diversi market place attraverso un’unica piattaforma.
Soluzioni hardware:
• Warehouse Robotics: sistemi automatizzati a supporto delle attività di prelievo e movimentazione in magazzino. Le soluzioni più interessanti riguardano shuttle altamente flessibili, capaci di muoversi sia all’interno che all’esterno del magazzino, e convogliatori, capaci di movimentare colli ad alta velocità o elevate pendenze, grazie alle forze elettrostatiche.
• Smart Vehicle: droni a decollo verticale (“Unmanned Aerial Vehicle”UAV), robot per la consegna nelle aree urbane e veicoli con sistemi di alimentazione alternativa (es. veicoli elettrici a guida autonoma);
• Smart Mailbox: cassette postali “connesse” e appositamente progettate per la consegna eCommerce, alle quali si ha accesso digitando il codice associato alla spedizione o, in alternativa, leggendo un QR code.
• Wearable Device: dispositivi indossabili dagli operatori, utilizzabili all’interno dei magazzini per facilitare alcune attività, come la lettura dei codici a barre e il picking.
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Controllo di movimento
A SPS Italia, Duplomatic MS, che progetta e produce soluzioni di controllo del movimento per applicazioni industriali e macchine operatrici mobili, ha presentato i nuovi sistemi ibridi con tecnologia a inverter e la gamma di cilindri elettrici, dotati di protocollo IO-Link, della Business Unit Meccatronica, Centro di Competenza IO-Link in Italia
di Luca VieriDuplomatic MS, parte del Gruppo Daikin, ha esposto a SPS 2023 le soluzioni di movimento lineare sviluppate dalla Business Unit Meccatronica e i sistemi ibridi controllati da inverter, secondo l’approccio alla sostenibilità in linea con la visione di sviluppo prodotti del Gruppo Daikin, a cui Duplomatic Motion Solutions ha aderito nel luglio 2022. La sinergia tra l’esperienza nel settore industriale di Duplomatic MS e le tecnologie inverter Daikin rappresenta oggi un solido binomio, a disposizione delle aziende che scelgono la sostenibilità come fattore chiave di crescita e sviluppo. Allo stand dell’azienda, durante la manifestazione parmense, erano in azione gli attuatori elettrici della Business Unit Meccatronica per l’automazione industriale, la movimentazione dei materiali, l’imballaggio e gli attuatori elettromeccanici per applicazioni in cui sono richiesti elevati valori di resistenza e rigidità.
In particolare:
- sistemi ibridi Daikin, come Ecorich e Super Unit: centraline idrauliche ibride, progettate combinando la tecnologia idraulica con un motore interno a magneti permanenti IPM. Il risultato è un’unità di potenza
compatta che raggiunge una coppia elevata e la massima efficienza, eliminando la generazione di calore e rumore;
- prodotti Duplomatic MS: pompe a ingranaggi GPA e cilindri elettrici con protocollo IO-Link. Presso lo stand saranno in funzione due banchi dimostrativi con gli elettrocilindri ECO3 ed ECF3;
- riduttori Hydreco Hydraulics, serie RD, per applicazioni industriali.
«L’acquisizione di Duplomatic dello scorso anno da parte di Daikin assume un significato molto importante per una fiera come SPS, perché i temi dell’efficienza energetica e della sostenibilità sono centrali per Daikin che storicamente propone sul mercato. E sono argomenti fondamentali per la BU Meccatronica di Duplomatic Group» ha spiegato Paolo Leutenegger, General Manager di Duplomatic MS.
«Qualche anno f, abbiamo acquisito un’azienda che produce attuatori elettrici che oggi rappresentano una delle tre BU di Duplomatic MS in cui crediamo molto perché realizza prodotti complementari a quelli oleodinamici più tradizionali e agli attuatori elettromeccanici per cui siamo apprezzati sul mercato. Daikin ha una grande esperienza per quanto riguarda il mondo dell’efficienza energetica perché nel 1986 ha sviluppato il primo inverter applicato al settore dell’Air Conditioning diventando, grazie a questa intuizione che permette un grande risparmio energetico, leader di settore nel mondo. Lo stesso concetto Daikin lo ha portato anche al settore dell’oleodinamica. Questa tecnologia, infatti, è alla base delle centraline oleodinamiche ibride Ecorich e Super Unit. A SPS, inoltre abbiamo presentato in esclusiva per la prima volta i motori elettrici a riluttanza IE4 della
serie EMR Duplomatic che sono caratterizzati da un’intrinseca efficienza energetica rispetto a tecnologie più tradizionali che impiegano il motore asincrono »
Scelte orientate al risparmio energetico Duplomatic MS si è presentata a SPS Italia dello scorso maggio sotto i va-
lori del motto “Be green, be electric”. La scelta tecnica e la filosofia di Duplomatic/Daikin orientata al risparmio energetico hanno portato allo sviluppo dei motori serie EMR in grado di soddisfare applicazioni richiedenti elevate prestazioni abbinate ad elevate efficienze energetiche. La scelta di sviluppare i motori a riluttanza è dettata dalla possibilità di
Motore a riluttanza con magneti al neodimio applicato a un cilindro elettrico
Centraline oleodinamiche ibride
Duplomatic MS/Daikin ha presentato Il primo sistema ibrido idraulico al mondo che combina la tecnologia idraulica e la tecnologia del motore/inverter Daikin. Tutti i modelli Ecorich di questa nuova linea di centraline oleodinamiche sono conformi agli standard CE. Il motore IPM altamente efficiente supera la classe IE4 per ridurre il consumo di energia del 65% in più rispetto a un’unità idraulica convenzionale. La limitazione del riscaldamento dell’olio riduce la distorsione termica sulla macchina, migliora l’ambiente circostante, rallenta la degradazione dell’olio e permette di diradarne i tempi di sostituzione. Altre caratteristiche importanti di questa unità sono la compattezza e il peso ridotto. Tut-
ti i modelli garantiscono una riduzione del 9% della superficie di ingombro. Il modello EHU1404/2504 permette una riduzione del 40% della massa rispetto a un’unità ibrida convenzionale.
La Super Unit ha diverse caratteristiche che consentono di ottenere prestazioni superiori e risparmi energetici. La pressione e la portata possono essere controllate continuamente ai valori desiderati inserendo la tensione di comando (0-10 V). Anche in questo caso I motori IPM ad alta efficienza Daikin con tecnologia inverter permettono un aumento del 50% dell’efficienza energetica rispetto a un’unità idraulica convenzionale.
La versione a pompa doppia commuta le pompe tramite un ingresso esterno per fornire la pressione e la portata ottimali per
l’operazione richiesta, risparmiando ulteriormente energia.
Grazie alla pompa doppia, la Super Unit raggiunge un livello di rumorosità durante il funzionamento pari a 60 dB(A) (quando la pressione è a 210 bar, e inferiore a 73 dB(A) nell’area di lavoro).
• La BU Hydraulic Systems - Lainate (Milano) e Padova – per la produzione di sistemi complessi
• La BU Turnkey Projects - Parabiago (Milano) – per progetti speciali e innovativi chiavi in mano
• La BU Mechatronics, con sedi a Sulbiate (Monza Brianza) per lo sviluppo e la produzione di prodotti elettronici focalizzati sull’Industria 4.0, e a Rosta (Torino) per lo sviluppo e la produzione di attuatori elettrici
Il Gruppo Duplomatic è un’organizzazione globale di ingegneria e tecnologia, specializzata nella progettazione e produzione di componenti e prodotti per l’oleodinamica, la meccatronica e l’elettromeccanica (valvole, pompe, cilindri idraulici, microidraulica, attuatori elettrici ecc.), nonché sistemi avanzati per il controllo del movimento. Le soluzioni del Gruppo Duplomatic trovano applicazione in ogni settore industriale e mobile e sono sviluppate per i principali costruttori mondiali di macchine operatrici, anche con esigenze di personalizzazione, per system integrator e distributori.
Dal 1° luglio 2022, il Gruppo Duplomatic fa parte di Daikin Industries Ltd.
Il passaggio dalla produzione di massa alla personalizzazione di massa ha di fatto innescato un processo di evoluzione tecnologica che, se all’inizio ha portato a un impiego sempre più intensivo dell’automazione nei processi produttivi, successivamente ha visto l’ingresso dei Cyber-Physical Systems (CPS), ossia sistemi informatici che permettono alle macchine automatizzate di comunicare e operare a stretto contatto con il mondo reale, l’introduzione dell’Internet of Things (IoT) e dei Big Data, strettamente correlati al concetto di Industry 4.0. Questo nuovo mondo che unisce reale e virtuale viene sintetizzato col termine “Smart Factory”. Oggi però nulla può essere
“smart”, intelligente, se non è anche sostenibile. Le fabbriche che hanno sposato i paradigmi di Industria 4.0 stanno rivisitando la filiera produttiva pensata per creare valore a ogni livello del processo puntando sull’efficienza nella gestione delle risorse, riducendo i tempi di time-to-market dei prodotti sempre più personalizzati, produzione, aumentando la sicurezza sul lavoro e impattando minormente sull’ambiente. Come influenza tutto ciò la modalità di progettazione e costruzione dei sistemi di produzione?
Approccio olistico per un modello sostenibile
Secondo Alessandro Di Cosmo Marketing Director di Balance Systems e COO di EBS Balancing, azienda del gruppo Balance Systems, la sostenibilità dei processi produttivi e dei prodotti deve essere una priorità: «Balance Systems Group, in quanto presente in tutto il mondo con diverse sedi e distributori, è sempre più impegnata nel rispetto dell’ambiente e del pianeta; questa filosofia si riflette nella progettazione e nel funzionamento di tutti i suoi prodotti: macchine equilibratrici, sistemi di controllo del processo e test di rotazione. La sostenibilità è, pertanto, uno dei principi guida delle nostre iniziative aziendali. I prodotti Balance Systems riducono le emissioni sonore e l’inquinamento ambientale in molti settori, dall’automotive all’aerospaziale, aumentano la vita delle macchine e permettendo di risparmiare risorse. I sistemi di spin test vengono utilizzati nella fase di sviluppo di nuovi prodotti per testare la stabilità operativa dei componenti rotanti ad alte velocità; dopo essere stati testati in condizioni estreme, i componenti ottimizzati durano molto più a lungo, risparmiando attivamente risorse naturali e proteggendo l’ambiente.» Gian Luca Andrina, Direttore commerciale BFT Burzoni, fornitrice di
utensili per asportazione di truciolo, pensa che la sostenibilità di un’impresa manifatturiera passa attraverso l’efficienza dei propri processi produttivi e, quindi, la qualità delle tecnologie impiegate: «in questo senso, un’azienda come la nostra può contribuire ad aiutare il comparto manifatturiero a essere più sensibile nei confronti dell’uomo e dell’ambiente. Per quanto concerne le lavorazioni meccaniche l’efficienza si traduce in minor consumo di energia possibile da parte delle macchine utensili, in una gestione ottimizzata di aria e lubrorefrigeranti. BFT Burzoni pertanto porta avanti una politica orientata alla qualità dei propri utensili e al servizio di consulenza mirato a proporre al cliente non semplicemente un prodotto, ma una strategia di lavorazione per migliorare il costo orario di produzione. Un altro parametro molto importante da con-
siderare è il consumo di lubrorefrigerante essenzialmente per due motivi: uno perché anche il suo costo incide su quello totale di lavorazione, secondo perché un impiego non ottimizzato è fortemente impattante sull’ambiente. È evidente che l’utilizzo dell’emulsione per alcune tipologie di lavorazioni e di materiali è indispensabile, tuttavia, il comparto degli utensili sta puntando molto sulla tecnologia dei rivestimenti da applicare sul substrato in metallo duro per rendere l’utilizzo degli oli lubrorefrigeranti il più contenuto possibile » Carlo Alberto Archilli, Presidente di Intesa S.r.l. azienda produttrice di centri di lavoro, è convinto che per integrare un modello produttivo sostenibile è essenziale adottare un approccio olistico che comprenda l›evoluzione dei processi e dei prodotti.
In un particolare momento storico per le imprese manifatturiere italiane, e non solo, dove la gestione delle risorse ha come duplice effetto quello di recuperare margini di guadagno e rendere i processi produttivi più sostenibili, nell’accezione più ampia del termine, che ruolo giocano le tecnologie di fabbricazione inserite in un contesto di smart manufacturing?di Fabio Chiavieri Alessandro Di Cosmo Marketing Director di Balance Systems e COO di EBS Balancing Gian Luca Andrina, Direttore commerciale BFT Burzoni
«Intesa sta implementando alcune strategie che possono contribuire a promuovere la sostenibilità. Ci siamo posti l’obiettivo di realizzare e proporre sul mercato un Power Maker che si possa integrare sensori e sistemi di monitoraggio per ottimizzare le prestazioni e ridurre gli sprechi energetici. Per noi l’automazione e ottimizzazione dei processi è essenziale per realizzare un modello produttivo sostenibile. Per tale motivo implementiamo varie tecnologie e processi per il nuovo centro di lavoro Metro Ng che riducano il consumo energetico, per esempio motori elettrici ad alta efficienza, l’ottimizzazione dei cicli di lavoro e il controllo intelligente dei sistemi. Il nostro obiettivo è di ridurre l’impatto ambientale attraverso
l’adozione di processi produttivi a basse emissioni di carbonio. Ci proponiamo di sfruttate le tecnologie di automazione e robotica per contribuire a ridurre gli errori, migliorare la precisione e la qualità del prodotto, nonché ottimizzare l’uso delle risorse. A tal proposito abbiamo aumentato l’autonomia dei processi produttivi anche grazie ai nuovi software di gestione utensili e della produzione, appositamente sviluppati per Metro Ng direttamente da Intesa in collaborazione con altre aziende del Gruppo Provide. Sono dotati di un’interfaccia intuitiva di facile utilizzo e installati su un pc con sistema operativo Windows ubi cato in una console in prossimità della zona di lavoro dell’operatore. Utilizzare software
di monitoraggio e analisi per raccogliere dati sulle prestazioni delle macchine utensili e delle celle di lavoro ci permette di ottimizzare le prestazioni identificando inefficienze, sprechi o possibili miglioramenti da apportare ai processi produttivi. Intesa favorisce l’adozione di modelli di un’economia circolare, come la riparazione, il riciclo e il riutilizzo dei materiali e prodotti. Ciò viene realizzato anche grazie alla progettazione di prodotti modulari e costantemente aggiornabili, capaci di adattarsi in modo versatile a diverse linee di produzione. Metro NG applica il concetto della modularità in ogni aspetto costruttivo. Questo ci permette di configurarla secondo le specifiche necessità del cliente e consente di pensare anche a eventuali future modifiche dell’impianto in quanto la macchina può adattarsi a vari modelli e volumi produttivi. Inoltre, Metro Ng utilizza un refrigerante composto da un’emulsione tra oli e acqua a basso impatto ambientale che viene filtrato e riutilizzato. L’’intero sistema è stato studiato in modo da garantire il totale recupero dei fluidi, permettendo di assicurare una perfetta tenuta della macchina. È essenziale per l’industria 4.0 lavorare per il recupero dei materiali al termine della vita utile dei prodotti e la creazione di partnership per il riciclaggio. Nella progettazione meccanica privilegiamo l’uso di materiali leggeri ma resistenti al fine di ridurre il consumo di risorse e l’impatto ambientale durante la produzione e l’uso delle macchine. I nostri macchinari presentano una struttura ergonomica con un design pensato ed ottimizzato appositamente per produrre il minor scarto possibile in fase di realizzazione dei macchinari. Ridurre gli sprechi, massimizzare l’efficienza energetica e facilitare il riciclaggio di prodotti sono aspetti fondamentali di un modello produttivo sostenibile »
Gianmichele Piciocco, Marketing Manager South EMEA Mitsubishi Electric Factory
processo sostenibile non deve tener contro solo dei prodotti e delle attrezzature che compongono la macchina, ma di come quest’ultima va a integrarsi nel sistema produttivo e nella società. Questo perché un sistema produttivo richiede giocoforza l’impiego di risorse quali materie prime, energia, persone e componenti delle macchine che, a loro volta, devono essere stati progettati per funzionare all’interno di un processo sostenibile o, in quanto prodotti, avere parametri di sostenibilità. In questo ambito, considerato l’obiettivo di decarbonizzazione del 2050 che stiamo portando avanti
te – il regolamento REACH per esempio – facendo inoltre attenzione all’impiego minimo di CO2 per la sua realizzazione, percorso che Mitsubishi Electric sta percorrendo da diversi anni. Per quanto riguarda il prodotto fisico, l’attenzione è focalizzata sull’impiego dei materiali, sul packaging nonché sulla logistica del flusso produttivo, ivi incluso il trasporto finale. In altri termini, tutti i prodotti sono progettati e realizzati costantemente per diminuire l’impatto ambientale. Ovviamente Mitsubishi Electric, essendo azienda costruttrice, è convolta sia nella sostenibilità del processo, sia in quella del prodotto. Per quanto riguarda la sostenibilità del processo sono elementi importanti la metodologia Kaizen e quindi il miglioramento continuo anche sulle linee esistenti, l’ottimizzazione delle risorse umane, l’implementazione dell’automazione – non di sostituzione ma di supporto.»
Da sempre in Soraluce, azienda di riferimento nel settore delle tecnologie di fresatura, alesatura e tornitura verticale per il mercato italiano, lo sviluppo sostenibile e il rispetto dell’ambiente sono fattori chiave indiscutibili per il futuro. Giancarlo Alducci Direttore generale della filiale italiana sottolinea che:«Soraluce ha creato una nuova generazione di macchine a portata d’uomo, progettata per ridurre al minimo il consumo energetico e i materiali di consumo. In accordo con le normative ISO 14006, il nostro gruppo realizza macchine con il sistema Eco Design e con la più recente ed innovativa tecnologia per ridurre l’impatto ambientale e allo stesso tempo aumentare la produttività della macchina. Dopo aver ottenuto questa certificazione abbiamo ridotto dell’11% i consumi nella produzione, del 16% i consumi di elettricità e lubrificante, rispettivamente, durante l’uso e ottenuto un risparmio annuale dei consumi della macchina del 16%, avendoli portati da 187,2 MW/h/anno a 156
MW/h/anno. D’altronde questa strategia orientata all’innovazione tecnologica applicata alle macchine utensili è nel DNA della nostra azienda nonché del nostro centro di ricerca Ideko. Per esempio, siamo stati i primi agli inizi degli anni ’90 ad applicare le guide lineari a ricircolo di rulli su fresatrici quando i nostri concorrenti montavano turcite o guide idrostatiche molto più impattanti a livello ambientale.»
Anche per Sorma la ricerca di un modello produttivo sostenibile è un tema estremamente attuale, ma che non rappresenta certo una novità. «È uno dei pilastri su cui si basa il nostro operato dal 1950, che ci ha consentito di costruire e mantenere relazioni a lungo termine tra le persone attraverso un’attività di ascolto continuativa e di confronto tra la squadra, i partner e i clienti – spiega Antonio Policek, Cutting Tools Marketing Director di Sorma. Ci siamo dotati di un Codice Etico all’interno del quale abbiamo messo nero su bianco i principi di legalità, integrità, sostenibilità, corretta amministrazione e trasparenza su cui ci basiamo nello svolgere quotidianamente il nostro lavoro. Questi principi in cui crediamo possono essere pienamente rispettati solo se accettati da tutti i nostri partner. Sorma rifiuta quindi di intraprendere o proseguire alcun rapporto con chiunque dimostri di non condividerne i valori e violi il contenuto e lo spirito del Codice Etico.
Ci aspettiamo che tutti i nostri fornitori, i loro collaboratori, subcontraenti e altre parti che lavorano per loro conto aderiscano a standard simili e conducano la propria attività rispettando le leggi e le norme vigenti in tema di pratiche commerciali e in tema di luogo di lavoro e tutela dell’ambiente.»
La sfida della digitalizzazione
Secondo quanto stilato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) nel piano nazionale Industria 4.0., i benefici che la fabbrica digitalizzata apporta all’ecosistema produttivo sono molteplici e influenzano la flessibilità, il tempo di time-to-market, la produttività, la qualità e, cosa di non poco conto, la competitività sul mercato.
Dice Alessandro Di Cosmo:«Intraprendere un cambiamento di questo tipo, significa adattare nuove metodologie di lavoro, implementare processi interni più snelli ed efficienti, diffondere una cultura aziendale orientata al cambiamento, ripensare i modelli di business finora adottati, rendere più partecipi tutti gli attori del successo dell’organizzazione, porre maggiore attenzione alle esigenze del mercato e
dei clienti, offrendo soluzioni tempestive.
L’ottimizzazione della customer experience, l’ottimizzazione e l’automazione dei processi aziendali e l’innovazione sono i tre principali driver della trasformazione digitale, insieme allo sviluppo di nuove fonti di reddito. Una strategia di digital transformation ha come obiettivo quello di creare le capacità, all’interno dell’organizzazione, di sfruttare appieno le possibilità e le opportunità delle nuove tecnologie e il loro impatto nel modo più rapido, migliore e più innovativo. Un viaggio di trasformazione digitale ha bisogno di un approccio graduale, con una chiara tabella di marcia, che deve necessariamente coinvolgere una varietà di parti e attori interessati, andando oltre alla rigida divisione gerarchica aziendale. Prendendo in considerazione tutte le aziende che fanno parte del nostro gruppo, il nostro obiettivo futuro è sicuramente quello dell’interconnessione completa tra persone e mezzi, l’innovazione di tutti i processi produttivi seguendo le ultime novità in ambito digitale che ci permettano di snellire le procedure di tutti i dipartimenti aziendali e che facilitino il lavoro di tutti i nostri collaboratori, così come la progettazione e produzione di prodotti che siano in linea con le crescenti aspettative del mercato nel quale operiamo »
«I nostri clienti – racconta Gian Luca Andrina – percepiscono la necessità di questo cambiamento perché BFT Burzoni supporta la vendita dei propri utensili con un servizio di consulenza frutto di anni di esperienza sul mercato. Questo modo di operare ci consente di entrare nella mentalità del cliente per fargli capire che digitalizzazione e qualità dei sistemi di produzione devono andare di pari passo. Rispetto alla tendenza attuale, soprattutto nel nostro settore, di mettere a disposizione dei clienti dei portali e-commerce, noi rappresentiamo certamente un valore aggiunto. Chiaramente anche per BFT Burzoni l’avvento delle nuove tecnologie digitali fa parte di un progresso inarrestabile che sarà certamente di supporto alle imprese manufatturiere che, in ogni caso, non potranno fare a meno della necessaria competenza per “fare” efficienza nei loro stabilimenti produttivi.» Software di gestione, sensoristica e IoT sono elementi fondamentali a supporto delle proprie macchine utensili per Intesa, come ci spiega Carlo Alberto Archilli: «Dal nostro osservatorio nel settore manifatturiero italiano, identifichiamo diverse problematiche urgenti che sentiamo a noi vicine e crediamo che Intesa e le imprese italiane potrebbero affrontarle egregiamente attraverso una trasformazione digitale. Raggiungere l’efficienza produttiva attraverso la digitalizzazione e l’automazione dei processi è uno degli argomenti chiave per l’azienda 4.0, sia in termini di massimizzazione del processo produttivo che ambientali favorendo l’eliminazione di sprechi. L’introduzione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT) e la robotica può consentire di ridurre gli errori, aumentare l’efficienza e la precisione, nonché ridurre i tempi di produzione.
Gestire la supply chain in modo efficiente è una delle altre problematiche che ritengo potrebbe trarre beneficio dalla digitalizzazione dei processi, sia per quanto riguarda la catena di approvvigionamento che per quella di distribuzione. Attraverso l’uso di sistemi digitali e piattaforme collaborative noi di Intesa abbiamo visto come sia possibile migliorare la visibilità e la tracciabilità dei materiali, ridurre gli sprechi, ottimizzare i tempi di consegna e
migliorare la gestione degli stock. Crediamo che questi obiettivi possano essere raggiunti anche tramite una personalizzazione e maggiore flessibilità della produzione. È essenziale per noi poter rispondere tempestivamente alle sempre più diversificate esigenze della clientela. I sistemi di produzione digitali consentono di adattare facilmente le linee di produzione per soddisfare le esigenze specifiche dei clienti, riducendo il tempo di lancio sul mercato e migliorando la soddisfazione del cliente. Per tale motivo abbiamo ideato una struttura completamente modulare per Metro NG. Il magazzino utensili, il magazzino pallet e la zona operatore possono essere estesi facilmente anche dopo l’installazione, e grazie al nuovo software di gestione sviluppato da Intesa è anche possibile gestire lavorazioni su più macchine accoppiate.
Una delle problematiche più urgenti per le aziende manifatturiere è l’ottimizzazione della produzione per velocizzare i processi produttivi e acquisire maggiore competitività sul mercato internazionale pur mantenendo alti standard di qualità e manutenzione. Metro Ng ha voluto fare della velocità uno dei punti di forza. Le postazioni di carico/scarico pezzi per due operatori sono ergonomiche per altezza di lavoro e di facile accesso. Questo consente, in fase di preparazione dell’impianto al turno non presidiato, una sensibile riduzione dei tempi per il caricamento dei pezzi grezzi. I nuovi banchi di carico e scarico hanno un’altezza di solo 85cm per una maggiore velocità di attrezzaggio e sicurezza.
È appunto questa grande flessibilità che soddisfa le nostre esigenze dei nostri clienti che considerano fondamentale poter sfruttare i comandi centralizzati poiché rende possibile allocare meglio le risorse; in tal modo l’operatore può ottimizzare i propri sforzi lavorando sempre in una sola zona sia per il carico che scarico dei pezzi che per l’utilizzo del CNC.
È anche fondamentale considerare la sicurezza dell’ambiente lavorativo e la creazione di uno spazio di lavoro in cui le perone possano lavorare in serenità. Per questo motivo noi di Intesa abbiamo puntato sulla sicurezza pur mantenendo un’alta modularità e velocità della macchina. La grande precisione del macchinario assicura che durante tutte le fasi di scambio il pallet non sia mai ruotato. Questo permette una assoluta garanzia di rapidità e sicurezza nell’attività scambio il pallet, anche in presenza di carichi non bilanciati.
È anche grazie ai nostri servizi di monitoraggio e manutenzione predittiva che garantiamo la sicurezza dei lavoratori e dei processi.
La trasformazione digitale infatti contribuisce a migliorare il monitoraggio delle macchine e l›efficienza delle attività
di manutenzione. L›utilizzo di sensori intelligenti e analisi dei dati permette di raccogliere informazioni in tempo reale sulle prestazioni delle macchine, prevenire guasti e ottimizzare gli interventi di manutenzione, riducendo i tempi di fermo e aumentando la produttività complessiva. I nostri addetti specializzati sono in grado di accedere da remoto tramite imaging direttamente trasmesse da occhiali indossati da un lavoratore in struttura e di poter lavorare alla risoluzione delle problematiche in tempo reale.
Un altro aspetto fondamentale per le imprese manufatturiere italiane che una trasformazione digitale potrebbe risolvere è la comunicazione interna ed esterna. L’implementazione di strumenti collaborativi, piattaforme di comunicazione e scambio di informazioni in tempo reale permette di ridurre gli errori di comunicazione, migliorare la collaborazione tra dipartimenti e facilitare la condivisione di dati e informazioni con i fornitori e i clienti. Crediamo inoltre nell’importanza dell’integrazione di sensori e dispositivi IoT nelle macchine utensili, che consente il monitoraggio delle prestazioni in tempo reale. Questa raccolta di dati
può fornire informazioni dettagliate sulle prestazioni delle macchine, consentendo di identificare tempestivamente problemi, migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di fermo macchina.»
Gianmichele Piciocco osserva la questione da un punto di vista più ampio: «non sarà l’implementazione della digitalizzazione a risolvere i problemi del sistema manufatturiero italiano, bensì il cambio di mentalità e la formazione dell’utilizzo della digitalizzazione che farà la differenza, questo per non rischiare di creare ostracismo nei confronti di nuove tecnologie, per esempio l’IA, che ancora non hanno creato un nuovo livello di conoscenze.
Mitsubishi Electric per questo fa tanta formazione ed educazione per accompagnare il cliente in questo percorso verso la digitalizzazione. Attraverso questo approccio vogliamo far capire agli utilizzatori perché è così importante la gestione dei dati. Il gradino della digitalizzazione per un imprenditore che ha costruito la sua azienda trenta, quaranta o anche cinquant’anni fa, trasferendo le competenze di padre in figlio, abituato a ragionare in termini di pezzi realizzati e di costo orario, è troppo alto se affrontato in una volta sola. Secondo questa considerazione Mitsubishi Electric da alcuni
anni sta portando avanti il concetto di SMKL, Smart Manufacturing Kaizen Level che si basa sulla filosofia giapponese del miglioramento continuo e mira ad accompagnare le aziende nel percorso verso la digitalizzazione con un approccio graduale. In base a questo metodo, cerchiamo di stare vicini al cliente per capire cosa vuole fare e a che livello vede la digitalizzazione all’interno della sua azienda, analizzando quanto produce e come lo produce. Anche risparmiare energia elettrica evitando, per esempio, il picco di consumo di assorbimento di due macchine che fanno lo stesso lavoro nello stesso istante, facendole partire in momenti diversi, è “fare” digitalizzazione. Così come lo è fare lo Scada su cloud in enterprise che collega cento aziende e duecento macchine al loro interno. Il nostro obiettivo è condividere la nostra esperienza forte di migliaia di applicazioni all’anno affinché un cliente possa perlomeno fare un primo step verso la digitalizzazione a cui, sicuramente, ne seguiranno altri. Ecco il significato di SMKL.»Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche Giancarlo Alducci che vede in una serie di elementi congiunti la chiave per una crescita sostenibile delle imprese manufatturiere.
«Le aziende devono capire innanzitutto a che livello sono in termini di ottimizzazione del processo produttivo, e lo possono fare certamente grazie all’aiuto di macchine e impianti maggiormente digitalizzati. Il sistema Monitoring Soraluce permette di verificare lo stato di produttività della macchina utensile e vedere dove sono gli eventuali punti critici per poi migliorarli secondo una logica di autoapprendimento. Ma il vero problema comune delle aziende manifatturiere che si interfacciano con noi è quello della manodopera, della qualificazione dei dipendenti e in generale del personale qualificato per mandare avanti la produzione. Senza ovviamente tenere conto che le marginalità negli ultimi tempi sono state fortemente erose dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime oltreché della loro scarsa reperibilità sul mercato. Detto questo, Soraluce sta lavorando su soluzioni intelligenti che consentono la circolazione di un flusso di informazioni massimizzando le prestazioni della macchina. Ne è un esempio il ben noto DAS, il sistema intelligente che supervisiona il processo di lavorazione e seleziona la migliore alternativa tecnologica per eliminare il chatter attraverso lo smorzamento attivo delle vibrazioni, la regolazione della velocità del mandrino mediante selezione automatica della velocità ottimale e l’oscillazione armonica della velocità del mandrino. Questo dispositivo è sempre vigile e si attiva solo quando serve in maniera automatica rendendo la macchina autonoma dall’inter-
vento dell’operatore.»
La trasformazione digitale potrà portare un contributo significato nella risoluzione di alcune problematiche, alcune più radicate, altre emerse negli ultimi mesi. Questa è la premessa di Antonio Policek che prosegue: «Tra le esigenze “storiche” del settore va citata sicuramente la necessità continua di ottimizzare i processi produttivi e aumentarne l’affidabilità anche in regime non presidiato, e la digitalizzazione può svolgere un ruolo significativo attraverso una comunicazione sempre più puntuale tra “utensile intelligente” e macchina.
Tra le problematiche emerse più di recente, c’è la necessità di poter rispondere in tempi brevissimi ad eventuali gap nella catena di approvvigionamento e logistica per materie prime o semilavorati, e in questo caso il ricorso all’AI con nuovi software per l’analisi dei dati e la creazione di modelli predittivi può permettere alle aziende di mettere in campo diverse strategie produttive e di aumentare il grado di flessibilità e la velocità di risposta in caso di interruzioni o degrado di servizio all’interno della propria filiera.
Oggi poter contare su un partner che risponde a determinati standard in termini di sostenibilità è un valore aggiunto, ma in un futuro non troppo lontano sarà un requisito sempre più espressamente richiesto dalle normative: dal 2024, la direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) obbligherà le aziende a pubblicare i dati sull’impatto delle proprie attività su ambiente, persone e pianeta. All’inizio saranno coinvolte solo quelle di grandi dimensioni, ma nell’arco di pochi anni anche le PMI dovranno rendere pubblici i dati relativi al loro impatto ambientale e sociale. In Sorma ci stiamo già da tempo preparando per questo passo che, di fatto, nel nostro caso consiste nel “tradurre” in numeri i valori che sono alla base del nostro operato dal 1950.
Per le nostre linee di prodotto, Osawa e Nikko Tools, abbiamo la possibilità di influenzare nelle scelte strategiche i nostri partner, anche senza incidere direttamente sulla produzione. Possiamo affidarci a partner che condividano il nostro Codice Etico e monitorare costantemente il loro operato. Possiamo comunque portare avanti azioni concrete per ridurre il nostro impatto ambientale. Per fare qualche esempio pratico: nel recente passato sul tetto del nuovo Centro Logistico di Marcon abbiamo installato pannelli fotovoltaici e abbiamo sostituito la plastica usata negli imballi secondari – su cui abbiamo il totale controllo - con materiali eco-sostenibili e riciclabili al 100%, come la carta certificata FSC composta al 50% da fibre di erba e il nastro adesivo in carta e gomma naturale. Cosa importante, ci siamo attivati con i nostri partner per ridurre, nei
limiti del possibile, l’uso della plastica anche negli imballi primari. Sul sito abbiamo messo a disposizione dei clienti tutte le informazioni per il corretto smaltimento e riciclo degli imballaggi. È sufficiente inquadrare il codice QR riportato su tutte le confezioni dei prodotti che distribuiamo per avere rapido accesso alla pagina. Infine, promuoviamo presso i nostri clienti il servizio di ricondizionamento degli utensili.»
Serve un cambio di mentalità, ma dove sono le nuove leve?
Guidare i giovani nella transizione digitale e alla conoscenza della digitalizzazione dei processi produttivi è un passo fondamentale affinché le nostre imprese manufatturiere possano contare ancora su un futuro roseo. Il manifesto presentato da SPS Italia Academy ha evidenziato una serie di punti su cui bisogna necessariamente investire per formare persone qualificate che possono contribuire al processo di innovazione delle aziende ma anche sociale. Anche questa è sostenibilità. Occorre anche che il comparto manufatturiero meccanico si indirizzi vero un cambiamento deciso che attiri maggiormente i giovani a farne parte.
Alessandro Di Cosmo sostiene: «Riteniamo che il mondo tecnologico appartenga senza ombra di dubbio all’universo dei giovani di oggi, che nascono e dunque crescono già con un impronta tecnologica che anni fa non esisteva; detto ciò, sicuramente la possibilità di apprendere e sfruttare tutti i vantaggi che questa rivoluzione tecnologica sta dando al mondo del lavoro incentiva i giovani ad interessarsi anche al comparto manifatturiero, permettendogli di acquisire competenze nuove ed in linea con quella che sicuramente sarà la prospettiva futura.»
«Se vogliano spingere i giovani ad avvicinarsi al mondo della Meccanica dobbiamo rinnovare l’appeal di questo settore per renderlo più interessante agli occhi di chi, finite le scuole medie, deve orientarsi verso un percorso di studio utile per il suo futuro – dice Gian Luca Andrina. La proposta di creare la figura di Operatore 4.0 come professione impegnata in produzioni a elevato contenuto tecnologico va a mio avviso in questa direzione. Chiaramente le aziende devono anche fare in modo che alle aspettative da parte dei giovani corrispondano realmente ambienti di lavoro che non siano più anacronistici ovvero in linea con l’idea che ha l’immaginario collettivo dell’officina meccanica: buia, sporca e rumorosa. Quando si parla di sostenibilità, infatti, non possiamo dimenticare la salute fisica e psichica dei lavoratori in grado di dare il meglio di sé in ambienti salubri e piacevoli anche all’impatto visivo. Mi capita spesso di parlare in Confindustria Pia-
cenza di questi temi e siamo tutti concordi nel dire che, a parte qualche realtà ancora presente sul territorio, l’officina meccanica non è più un ambiente ostile come una volta, e chiaramente contribuiscono a questa nuova visione i paradigmi produttivi 4.0.»
«Un approccio orientato alla digitalizzazione della produzione – sostiene Carlo Alberto Archilli - può favorire l’interesse dei giovani verso il comparto manifatturiero, avvicinandolo alla mentalità dei ragazzi odierni. Con il progredire dell’avanzamento tecnologico i giovani sono sempre più a contatto con la digitalizzazione in ogni aspetto della vita quotidiana e questo si riflette nell’approccio all’ambiente lavorativo.
La digitalizzazione della produzione implica l’uso di tecnologie all’avanguardia, come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT), l’automazione e la robotica. Questi strumenti tecnologici sono già molto familiari ai giovani, che sono cresciuti nell’era digitale e sono abituati a utilizzare dispositivi tecnologici quotidianamente. L’impiego di tali tecnologie nel settore manifatturiero può risultare attraente per i giovani che cercano un ambiente lavorativo innovativo e stimolante. La digitalizzazione della produzione permette di utilizzare software di progettazione assistita dal computer (CAD) avanzati, che offrono strumenti potenti per la creazione di modelli tridimensionali e l’ottimizzazione dei componenti delle macchine utensili. I giovani appassionati di progettazione e ingegneria possono trovare molto stimolante l’utilizzo di queste tecnologie all’avanguardia per sviluppare soluzioni innovative e sofisticate. Un’azienda digitalizzata offre l’opportunità di svolgere lavori più creativi e affrontare sfide interessanti. Inoltre, la digitalizzazione della produzione porta a un ambiente di lavoro moderno e collaborativo. I giovani sono spesso attratti da aziende che abbracciano la tecnologia, la flessibilità e la comunicazione digitale. L’adozione di strumenti digitali per la gestione delle operazioni,
la comunicazione interna e la collaborazione tra i membri del team rende l’ambiente di lavoro più dinamico e coinvolgente per le nuove generazioni cresciute in un mondo costantemente interconnesso in cui la comunicazione è uno dei fattori chiave. Le nuove generazioni sono sempre più attente all’ambiente, interessandosi alla sostenibilità della produzione e all’impatto sociale delle aziende. Costruire una brand identity che sia rispettosa sia dell’ambiente che dell’importanza di questioni sociali come le pari opportunità o il work-life balance è essenziale per le aziende per attrarre i giovani. L’adozione di pratiche sostenibili, come l’efficienza energetica e l’utilizzo di materiali eco-compatibili, può attrarre i giovani verso il settore manifatturiero, offrendo loro la possibilità di lavorare in un campo che assume come core values il rispetto dell’ambiente e la responsabilità sociale.»
Un po’ in controtendenza rispetto ai suoi colleghi è Gianmichele Piciocco: «personalmente non sono favorevole a dover illudere le nuove generazioni su qualcosa che ancora non c’è. Mi spiego: chiamare un tecnico “Operatore 4.0” se poi andrà a lavorare in un ambiente di macchine utensili dove il processo di digitalizzazione è ancora ben lontano dall’essere completato o ancora non è iniziato, può essere controproducente. E questo avviene frequentemente visto che il tessuto economico nazionale è fatto da imprese medio piccole.
Il lavoro fatto da SPS con il manifesto è sicuramente eccezionale ma va interpretato come modello di ispirazione per quello che sarà il futuro. Come Mitsubishi Electric abbiamo l’obbligo etico di intervenire in questo processo per favorire le nuove generazioni visto che le multinazionali come la nostra portano avanti l’innovazione tecnologica. Da anni Mitsubishi Electric sta portando avanti un progetto che si chiama AcadeMy, un sistema di corsi di formazione tenuti sia presso lo showroom di Vimercate, sia nelle sedi di Roma, Torino, Padova e nelle le sedi di supporto di Prato e Bologna.
L’AcadeMy si fonda su 7 principi quali Fiducia, Qualità, Tecnologia, Formazione, Etica, Competenze e Crescita, e prevede percorsi formativi standard e personalizzati rivolti ad un pubblico vasto, che va da studenti degli istituti superiori o universitari, ai System Integrator, ai costruttori di macchine e utilizzatori finali.
Non si tratta di una formazione per gli utilizzatori finali o per le scuole o per i system integrator, bensì per tutti, quindi, una formazione non focalizzata sul prodotto ma su come un sistema automatizzato, completo di vari elementi, dove lo scambio dati risulta fondamentale, dovrebbe funzionare in base anche all’esperienza fatta dai nostri clienti. In altri termini, vogliamo diffondere la cultura e la conoscenza della digitalizzazione, informando tutti gli attori del mercato sulle applicazioni che oggi sono già implementabili nei processi prodottivi basate sulla trasmissione dei dati.»
Le istituzioni scolastiche e il coinvolgimento dei genitori sono le basi da cui, secondo Giancarlo Alducci, bisogna partire per iniziare a invertire la tendenza e preparare le figure professionali del futuro: «la mancanza di personale qualificato è un problema che ci portiamo avanti da molti anni e la questione non sembra per il momento avere una fine. Questo è uno dei motivi per cui le macchine utensili vengono progettate per
essere sempre più indipendenti dall’operatore e proposte con pacchetti di automazione avanzata. Per contro, l’innovazione tecnologica può essere quell’elemento di appeal aggiuntivo nei confronti dei giovani.
Per il nostro paese è molto importante riuscire a valorizzare il settore manufatturiero meccanico che, al pari del turismo, rappresenta un’eccellenza italiana. La scuola tecnica deve necessariamente essere rivalu-
tata aggiornando le dotazioni tecnologiche fornendo adeguati strumenti, prevedendo laboratori di informatica, robotica, automazione anche nelle scuole secondarie di primo grado. La didattica va supportata attraverso esperienze attive dei docenti tecnici in azienda, aggiornarli sulle innovazioni. Anche i genitori dovrebbero essere maggiormente coinvolti in questo cambiamento in quanto molto spesso sono loro stessi a condizionare le scelte dei figli avendo ancora troppi pregiudizi nei confronti di ambienti di lavoro che non sono più come cinquant’anni fa.
Le fabbriche oggi sono molto più a misura d’uomo, quasi totalmente automatizzate , dal punto di vista elettrico ed elettronico, i sistemi di produzione sono davvero molto interessanti per un ragazzo che vuole crescere e avere un lavoro di primaria importanza qual è quello di operatore alle macchine utensili.»
La mancanza di giovani pronti a occupare con le giuste competenze i ruoli chiave all’interno delle officine meccaniche è ormai un elemento critico anche per Antonio Policek «Il nostro settore deve ritornare a essere attrattivo anche per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Digitalizzazione e robotica possono sicuramente svolgere un ruolo chiave per far tornare il comparto manifatturiero competitivo anche nella capacità di attrarre nuove risorse e nuove idee rispetto ad altri settori.»
Turck Banner presenta il nuovo siineos IIoT: il sistema operativo che trasforma la protezione intelligente per quadri elettrici IM18-CCM di Turck in una soluzione plug & play per il monitoraggio smart delle condizioni. Si tratta di un’implementazione tecnologica scalabile e personalizzabile per l’efficientamento della gestione di fabbrica.
Nello specifico, il framework InCore integrato in siineos offre un’ampia gamma di applicazioni pronte all’uso che possono essere utilizzate per gestire facilmente le interfacce e i sensori integrati, nonché tutti i protocolli di rete e industriali standard. Inoltre, è possibile creare programmi proprietari e caricarli come su uno smartphone. La procedura online guidata è pensata come un vero e proprio assistente personale che permette agli operatori di fabbrica di procedere autonomamente alla configurazione del sistema di protezione e monitoraggio, accelerando così l’installazione e diminuendone i costi. In questo modo anche
gli utenti senza alcuna conoscenza informatica approfondita possono gestire l’IM18-CCM60 in sicurezza e secondo standard certificati. Ciò consente anche un facile accesso ai sensori interni di temperatura, umidità e distanza dalla porta e la parametrizzazione di diverse interfacce: tramite il client OpenVPN integrato, l’IM18-CCM60 può stabilire una connessione sicura con l’IT sul campo e l’accesso remoto al dispositivo e, opzionalmente, alle macchine collegate.
Va specificato che i modelli IM18-CCM40 e -CCM50 con i precedenti sistemi Debian Linux offrivano principalmente agli OEM il massimo grado di libertà per integrarli nelle strutture aziendali esistenti, il nuovo modello, fornito con il sistema operativo siineos IIoT sviluppato dagli specialisti della digitalizzazione, è implementato per una maggiore adattabilità e facilità di fruizione.
Per informazioni www.turckbanner.it
Le più minuscole particelle di sporco o di grasso possono paralizzare per ore il processo produttivo di una fabbrica. Se infatti un componente di un macchinario non può muoversi per problemi di attrito o a causa di una valvola si intasa, l’impianto deve essere fermato e questo può provocare l’interruzione di una serie di processi. Il risultato: i collaboratori e le collaboratrici devono attendere che la produzione riprenda, si perde tempo prezioso, le consegne sono ritardate e si deve recuperare con ore di lavoro straordinario. Un aumento dei costi, un grande disagio e tempo improduttivo per l’azienda o l’officina.
Per facilitare la manutenzione preventiva e la pulizia delle macchine, Mewa offre ad aziende e officine una soluzione competa: lavapezzi e panni riutilizzabili, forniti con un sistema completo di servizi. Gran parte dello sporco può essere rimosso utilizzando i panni, ma vi sono residui persistenti di grasso e olio per i quali non è sufficiente l’azione di un panno. In questi casi si può ricorrere alle lavapezzi proposte da Mewa come integrazione dei panni, in svariate versioni e comprensive del servizio di manutenzione. La efficace combinazione “panno più lavapezzi” assicura così il mantenimento della regolare operatività dell’azienda.
I panni e le lavapezzi Mewa vengono entrambi proposti all’interno di un sistema completo di servizi e offrono una soluzione sostenibile: i panni perché sono riutilizzabili fino a 50 volte e le lavapezzi perché i residui di olio e di grasso vengono eliminati da microrganismi per biodegradazione.
A differenza di chi utilizza sistemi a solvente, chi lavora con una lavapezzi Mewa non è a contatto con sostanze dannose per la salute. Non sussiste inoltre il rischio di incendio, non si sente un forte odore sgradevole e non viene rilasciata in ambiente alcuna sostanza volatile.
La gamma Mewa è stata recentemente ampliata con l’introduzione di potenti lavapezzi ad alta pressione. Qui l’effetto del liquido detergente biologico viene potenziato dall’effetto dell’alta pressione, fino a 80 bar. Utilizzando l’ugello ad alta pressione, è possibile pulire in modo accurato ed efficace anche pezzi molto sporchi con forme geometriche particolarmente complesse. L’ampia superficie di lavoro consente di pulire pezzi molto grandi, mentre la presenza di microrganismi nel liquido detergente a pH neutro ne assicura una lunga durata. È quindi una soluzione sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Per informazioni www.mewa.it
Servopresse, since 1970, is the leader company on the automation field to produce equipments to decoil and straighten steel from coils, and can build single machines, special lines composed by: Decoilers, Straighteners (normal or feeding straighteners), Electronic rolls feeders
Servopresse, attiva dal 1970, società leader nel settore dell’automazione per linee di produzione da coils di lamiera, è in grado di offrire macchine singole, linee complete e linee speciali composte da: Svolgitori, Raddrizzatrici normali e alimentatrici, Alimentatori elettronici a rulli
Il nuovo catalogo 2023-2024 di Hoffmann Group è finalmente disponibile a partire dal primo di agosto. L’atteso catalogo in quattro volumi dedicati all’asportazione truciolo e serraggio, metrologia e utensili manuali, arredamento industriale e dispositivi di protezione individuale, conta oltre 120.000 articoli e 150 pagine in più in tutti i settori, rendendo questa edizione più completa che mai.
Punto di riferimento per le grandi industrie e le piccole e medie officine meccaniche, il catalogo 2023-2024 di Hoffmann Group comprende nuovi prodotti, come la linea GARANT GreenPlus che consente di sostituire i prodotti tradizionali con soluzioni ecosostenibili, in grado di garantire comunque massime prestazioni. Non solo, nuovi marchi come Metabo e Renishaw rendono ancora più ricca l’offerta di elettroutensili e soluzioni per il montaggio automatizzato delle macchine utensili.
Tutti gli articoli del nuovo catalogo saranno disponibili dal 1° agosto sull’eShop di Hoffmann Group o in versione sfogliabile online.
Metabo entra nel nuovo catalogo di Hoffmann Group con 78 elettroutensili professionali, pacchi batteria e stazioni di ricarica, con una particolare attenzione alla lavorazione dei metalli e al sistema di batterie da 18 V che, in quanto base del Cordless Alliance System (CAS), è compatibile con molte batterie di altri produttori. L’intera gamma Metabo, compresi gli ac-
cessori, è presente nell’eShop.
Con Renishaw, specializzato in tecnologie di misura industriali, Hoffmann Group offre il retrofitting di macchine CNC con l’ispezione di pezzi e utensili, la misura di pezzi e il controllo in process, ponendosi quindi come primo punto di riferimento per le PMI che vogliono ottimizzare i processi produttivi, automatizzando la produzione a costi contenuti.
L’assortimento è inoltre affiancato da utensili ad alte prestazioni, come il nuovo maschio
GARANT Master Tap Alu e i mandrini a espansione idraulica GARANT Master Chuck: uno sottile, l’altro estremamente resistente anche in applicazioni di fresatura dove l’utensile è fortemente sollecitato.
GARANT, brand proprietario di Hoffmann Group che festeggia ben cinquant’anni di attività, conferma la propria vocazione all’innovazione, presentando nel catalogo 2023-2024 tanti nuovi prodotti. La linea GARANT GreenPlus, pensata per favorire una maggiore sostenibilità delle lavorazioni, aggiunge agli adesivi e ai detergenti, olii di levigatura, detergenti a ultrasuoni senza etichettatura di pericolo e guanti di protezione in filo di nylon riciclato, confezionati senza plastica.
Novità di quest’anno è inoltre l’abbigliamento da lavoro GARANT dal design elegante e funzionale, presentato nelle linee Service e Industry, nei colori blu e grigio. Vi sono poi il mi-
suratore di altezza digitale GARANT HG1, che offre le migliori opzioni di misurazione grazie alla creazione di protocolli PDF; il micrometro per esterni digitale GARANT HCT e il rugosi metro GARANT ST2, che inviano i dati di mi sura in modalità wireless all’App HCT, e nuovi
elementi di arredamento industriale GARANT GridLine, per maggiore efficienza e ordine in
Per l´uomo e Macchina
La tecnologia di serraggio autostringente per le teste di bloccaggio e freni anticaduta SITEMA da oggi ha un nome:
Il monitoraggio degli accessi alle linee di trasporto può essere implementato con i classici concetti di sicurezza collaudati se le dimensioni delle merci rimangono costanti. Questi si basano per lo più su funzioni di muting per il superamento automatico e temporaneo della funzione di sicurezza. Tuttavia, il campo di applicazione della protezione degli accessi con funzione di muting è limitato. Se la larghezza o la posizione della merce sul pallet o la posizione del pallet sul trasportatore variano, possono emergere fessure di sicurezza non monitorate direttamente accanto alla merce. Una persona potrebbe quindi accedere alla zona di pericolo. Tuttavia, queste fessure possono essere chiuse in modo affidabile con una soluzione di sicurezza su misura. La soluzione di sicurezza Leuze con adattamento dinamico del formato offre il concetto giusto per questo scopo.
Tre esempi di situazioni reali illustrano le sfide della protezione degli accessi. La situazione iniziale in tutti e tre i casi: I pallet vengono trasportati automaticamente all’interno o all’esterno di un’area pericolosa mediante una linea di trasporto.
• Esempio 1: lo spazio accanto alla merce sul trasportatore è superiore a 200 mm.
• Esempio 2: le merci hanno larghezze diverse e/o i pallet sono occasionalmente caricati solo parzialmente, con conseguente spazio aperto superiore a 200 mm accanto alle merci.
• Esempio 3: la posizione della merce sul nastro trasportatore varia, il che comporta la presenza di grandi spazi vuoti accanto alla merce. Il motivo potrebbe essere la posizione sfalsata dei pallet sul trasportatore o la mancanza di un dispositivo di centraggio dei pallet, a seconda dell’applicazione.
In tutti questi casi, quando si utilizza il muting, la merce attiva i relativi sensori di muting. La funzione di protezione viene quindi bypassata dalla funzione di muting. Tuttavia, non è sempre possibile rispettare le condizioni quadro normative specificate per le distanze di sicurezza la-
terali (< 200 mm).
I Sensor People di Leuze offrono una soluzione di sicurezza che colma queste lacune: la protezione degli accessi con adattamento dinamico del formato. A tal fine, Leuze si affida a una combinazione di sensori di sicurezza, sensori di distanza di misura e il relativo programma di sicurezza. Il principio di funzionamento può essere facilmente illustrato con l’applicazione descritta in precedenza. Due laser scanner di sicurezza RSL 400 sono installati nella soluzione di sicurezza davanti all’area di pericolo per proteggere il punto di ingresso/uscita. Insieme creano un campo di protezione verticale. I laser scanner di sicurezza sono estremamente compatti e potenti allo stesso tempo. Il loro elevato raggio d’azione di 8,25 metri consente di monitorare anche punti di ingresso/uscita molto estesi. Altri componenti importanti della soluzione di sicurezza Leuze sono due sensori ottici di distanza. Questi sono posizionati davanti al campo protettivo dei laser scanner di sicurezza su entrambi i lati, accanto alla linea di trasporto. I sensori di distanza determinano la larghezza delle merci e quindi indirettamente anche la loro posizione sulla linea di trasporto. Sulla base delle informazioni fornite dai sensori di distanza, il sistema di sicurezza rilascia una “finestra di sicurezza” nel campo pro-
Una soluzione software precompilata di B&R aiuta gli OEM a implementare applicazioni pick-and-place in modo molto più rapido, con un rischio di investimento minimo. La soluzione di processo Pick-and-Place di mapp Robotics fa sì che le macchine siano più veloci, flessibili ed efficienti.
I robot pick-and-place aprono nuovi gradi di libertà per gli ingegneri durante la progettazione dei processi di produzione. In particolare, le macchine progettate per produrre piccole quantità, fino alla dimensione del lotto unitario e un’elevata varietà di prodotto beneficiano di una gestione automatizzata sincronizzata con una precisione al microsecondo.
Per creare tali applicazioni, B&R offre una soluzione software precompilata per i robot pick-and-place con il suo mapp Technology software toolbox. Ciò consente di configurare le applicazioni in modo intuitivo, selezionando blocchi funzione pre-
compilati. Questi sono collegati tra loro nell’editor, come con altre funzioni mapp, consentendo di creare un’applicazione di robotica eseguibile in pochi minuti.
Non è richiesta una conoscenza approfondita della robotica. Bastano pochi clic per configurare il coordinamento con altri assi di movimento, sistemi track, componenti di visione artificiale B&R o applicazioni mapp View HMI web-based. Questo elimina gran parte del lavoro di programmazione manuale e riduce i tempi di sviluppo. La soluzione software mapp Pick-and-Place offre la massima libertà nella progettazione dei processi.
È possibile utilizzare qualsiasi numero di robot delta. Anche il numero di nastri trasportatori per l’ingresso e l’uscita è liberamente configurabile. Come punto di forza, si evidenzia come il software sia in grado di ottimizzare automaticamente il processo per la massima velocità di prelievo.
tettivo corrispondente alla larghezza della merce. Dopo che la merce ha attraversato completamente la finestra aperta, il campo protettivo viene riportato dal sistema allo stato di chiusura originale. Se le merci non devono essere solo introdotte ma anche scaricate in un unico punto, il sistema può essere facilmente ampliato. A tal fine, sono necessari solo due sensori di distanza aggiuntivi, che vengono installati dietro il campo protettivo, cioè all’interno dell’area di pericolo. In questo modo, il sistema di sicurezza funziona in modo identico in entrambe le direzioni di trasporto. L’intera sequenza del processo, dalla misurazione della distanza, all’apertura del campo protettivo fino al ripristino, viene monitorata in termini di sicurezza dal programma di sicurezza della soluzione. Tutte le configurazioni e i parametri necessari vengono adattati individualmente da Leuze alle esigenze dei clienti.
Un’altra questione per queste applicazioni
è il comportamento del sistema di sicurezza in caso di tentativo di aggiramento intenzionale della merce. Anche per questo scenario è disponibile un’estensione di funzione. Tuttavia, spesso non è ne-
cessario ridurre ulteriormente il rischio utilizzando questa misura di protezione aggiuntiva, oppure il rischio è già sufficientemente ridotto dalle misure di protezione esistenti. In questo caso, vale la pena di condurre una valutazione attraverso una valutazione del rischio specifica per l’applicazione. Questa potrebbe essere condotta dagli esperti di sicurezza di Leuze, ad esempio. La soluzione di sicurezza Leuze per l’adattamento dinamico del formato supera i limiti dei concetti di muting tradizionali. La larghezza e la posizione del materiale sul nastro trasportatore possono variare senza compromettere la sicurezza. La soluzione di sicurezza rileva in modo affidabile le persone che camminano lateralmente accanto alla merce, così come quelle che camminano davanti o dietro. In questo modo, gli operatori e i produttori prevengono le situazioni di pericolo, pur disponendo del massimo livello di flessibilità. Anche la produttività aumenta: non essendo necessarie ulteriori misure di protezione, il processo nell’area pericolosa può continuare a svolgersi senza interruzioni durante il trasferimento del materiale. Infine, ma non meno importante, questa soluzione di sicurezza è facile da adattare e fornisce una protezione ottimale contro i bypass intenzionali o non intenzionali.
In qualità di partner affidabile, Leuze è al vostro fianco in tutte le fasi del progetto: dal coordinamento dei requisiti all’inizio del progetto, passando per l’implementazione, la documentazione e il supporto alla messa in funzione, fino alla convalida finale dell’applicazione e alla sicurezza legale attraverso la conformità CE. In questo modo le sfide legate alla sicurezza sono particolarmente facili da realizzare per le aziende e i produttori. Per informazioni www.leuze.com
Con una fama di spicco per eccellenza e innovazione, Danobat continua a ridefinire gli standard industriali e a soddisfare le esigenze dei suoi clienti, in costante evoluzione.
La precisione è una pietra miliare delle soluzioni Danobat, inoltre, la flessibilità è profondamente radicata nel DNA organizzativo dell’azienda, che consente di rispondere in modo proattivo alle dinamiche del mercato e di fornire soluzioni su misura per soddisfare sfide e requisiti unici. Questo è reso possibile grazie a diversi fattori, tra cui il design modulare, i controlli e i software avanzati, le capacità di lavorazione versatili, l’integrazione con i sistemi di automazione e la predisposizione a riattrezzamenti rapidi. Anche la sostenibilità è una priorità, con tecnologie ad alta efficienza energetica, emissioni ridotte e materiali ecologici integrati nelle
macchine Danobat.
Tra le soluzioni esposte spicca la gamma di rettificatrici Danobat e di macchine per hard turning, progettate con focus su precisione, flessibilità e sostenibilità. La VG-1000, una macchina ibrida, combina le lavorazioni di rettifica, hard turning, fresatura, alesatura e foratura in un unico set-up, rispondendo a tolleranze molto strette. La CG-1000, una rettificatrice compatta, offre tecnologie avanzate e robustezza costruttiva, per ottenere eccellenti finiture superficiali e un’elevata produzione.
Tra le altre soluzioni esposte alla biennale quest’anno, l’Estarta-250, rinomata per la sua precisione nelle operazioni di rettifica senza centri, e la MikroTurnGrind-100, sviluppata dalla filiale olandese Hembrug, che combina capacità di tornitura e rettifica per lavorazioni complesse. E ancora, per la filiale tedesca, OVERBECK, sarà presentata la IRD-400, una macchina polivalente e versatile che esegue molteplici processi con la massima precisione.
VG-1000 Danobat, una macchina ibrida che combina le lavorazioni di rettifica, hard turning, fresatura, alesatura e foratura in un unico set-up
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