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La distribuzione di birre artigianali italiane ha un nuovo player:
L’online permette a mondi distanti di incontrarsi, creando nuove opportunità. Come per il settore della distribuzione della birra artigianale italiana, che supera i confini regionali con Trovabirre: una vetrina su tutto il territorio nazionale per i birrifici e più scelta e libertà per locali di ristorazione e pub.
Trovabirre si presenta come la rivoluzione nel mondo della distribuzione di birre artigianali italiane, offrendo grandi opportunità ai birrifici e un nuovo modello di distribuzione, con più scelta e senza vincoli.
Un’idea che ha seguito diverse fasi di fermentazione
Il progetto nasce con l’obiettivo di dare più spazio e nuovi sapori all’Italia amante della birra e curiosa di scoprire nuovi gusti ed etichette. Da qui, l’idea di una piattaforma che permetta ai birrifici di proporre i propri prodotti e ai locali di scegliere, in totale libertà, la propria fornitura da un ampio catalogo di birre artigianali italiane e sidri.
Il progetto ha poi incontrato il favore di investitori che hanno creduto nell’approccio innovativo, riconoscendo le grandi opportunità e cogliendo la validità del messaggio che Trovabirre si propone di divulgare. E a buona ragione. Di fatto, nonostante la piattaforma possa considerarsi relativamente giovane, ha guadagnato fin da subito una discreta attenzione da parte di birrifici e attività del settore Ho.Re.Ca. E, a oggi, propone un catalogo di oltre 1200 etichette tra birre e sidri artigianali prodotti in Italia e più di 800 locali registrati, tra pub, ristoranti e pizzerie. A conti fatti, Trovabirre non solo dispone del catalogo di birre artigianali più ampio d’Italia, ma vanta anche i migliori prezzi e più di un servizio in grado di agevolare sia produttori che clienti Ho.Re.Ca, come il Priming.
Agevolazioni per i birrifici
Il Priming è un servizio gratuito che offre ai birrifici una maggiore visibilità e la possibilità di usufruire dello stoccaggio dei propri prodotti presso il magazzino di Trovabirre, sollevandoli dall’impegno logistico degli ordini.
Per una fornitura veloce e prodotti consigliati da esperti
Per pub, pizzerie e ristoranti il Priming è anche una garanzia in più. Ogni prodotto inserito nella categoria, infatti, è affi- dato all’esperienza di un sommelier che ne assicura l’elevata qualità. La registrazione sulla piattaforma e il Priming sono gratuiti, come anche il servizio pensato per ristoranti e pizzerie: la carta delle birre. Ovvero, il supporto di un esperto per la selezione delle birre più adatte ai piatti del menu.
Zero vincoli né contratti di esclusiva, senza ordine minimo e nessun costo di registrazione. Con questo, possiamo solo aggiungere che Trovabirre sembra avere davvero il sapore della rivoluzione. ★ dona note resinose e speziate e una bevuta appagante.
L’ultima referenza è D’Inverno, la nostra birra di Natale. Produzione stagionale per 500 bottiglie da 1 litro, etichetta in lamina di rame, tappo meccanico in ceramica e cartone dedicato con ceralacca. Ricetta che varia di anno in anno, per la stagione 2022 abbiamo prodotto una American Strong Ale luppolata esclusivamente con Mosaic in fiori.
? Un birrificio giovane, ma capace di portarsi a casa già due premi importanti, vedi i riconoscimenti all’European Beer Star con la Porter. Ci raccontate le vostre emozioni per questo traguardo raggiunto?
Con la Porter avevamo già vinto alcuni premi nei mesi precedenti, il riconoscimento come “Etichetta imperdibile” nella guida Slow Food 2022 e un oro al concorso “Cerevisia 2022” di Perugia, ma quando qualche settimana prima della premiazione è arrivata la mail dall’European Beer Star, quello che viene considerato più importante d’Europa, che ci comunicava di aver vinto un oro a poco più di un anno dall’avvio degli impianti, quasi non riuscivamo a crederci! Andare poi a Monaco e salire su quel prestigioso palco a ritirare il premio è stata un’emozione unica, tanta adrenalina e tanta soddisfazione per tutta la passione, l’energia e il coraggio che mettiamo quotidianamente nel nostro progetto di vita. Non solo, dopo poco meno di un mese sono arrivati altri due premi per la nostra Porter, un altro oro al Internatio- nal Beer Challenge nel Regno Unito e soprattutto un argento in Belgio al Brussel Beer Challenge, anche questo uno dei concorsi Europei più importanti. Una birra che ci sta sicuramente regalando tantissime soddisfazioni, ma anche la Saison si è fatta valere, vincendo, oltre al Cerevisia di Perugia, anche un oro al CICA di Palma di Maiorca. Insomma, tantissime emozioni per questo nostro primo anno di vita.
? Dove volete arrivare nei prossimi anni e quali birre vorreste produrre in futuro?
Il nostro obiettivo è quello di perfezionare giorno dopo giorno i nostri prodotti e il nostro progetto, lavorando sempre sui dettagli e non dando niente per scontato. Abbiamo in programma una birra estremamente interessante, un proget- to di ricerca e sviluppo in collaborazione con Sardegna Ricerche e Porto Conte Ricerche finalizzato alla produzione e immissione nel mercato di una birra artigianale di qualità accessibile, destinata anche a categorie svantaggiate, quali soggetti con limitate possibilità di assunzione di alcol, affetti da disfagia, intolleranti al glutine e ipovedenti o non vedenti. Concretamente parlando, creare una birra che sia al contempo a bassa gradazione alcolica, senza glutine, con un basso contenuto in carbonica e dotata di etichetta autoadesiva con stampa in rilievo dei caratteri Braille.
? Raccontateci una birra, che non sia la vostra e un luogo che più vi è rimasto a cuore in questi anni di passione birraria.
Mauro: scelgo la Jaipur, l’IPA pluripremiata di Thornbride, il birrificio inglese nel quale ho avuto la mia prima esperienza professionale birraria. Era il gennaio del 2010, durante il mio ultimo anno di università, quando per la prima volta misi piede nel nuovo birrificio appena installato e conobbi l’allora Head Brewer Stefano Cossi, esperienza che segnò profondamente la mia tecnica birraria e il mio destino. Il luogo, sicuramente il Pub “The Coach and Horses” di Sheffield, posto nel quale bevvi per la prima volta la Jaipur - a pompa tra l’altro - e in un istante decisi che la birra sarebbe stata il mio futuro.
Fabio: la mia preferenza è per una birra prodotta tanti anni fa da un amico homebrewer, che oggi fa il birraio di professione: una bitter inglese. Il po - sto è la sua piccola cantina nella quale ho passato lunghe e bellissime serate a bere e parlare di birra, quando la birra artigianale in Sardegna era ancora un lontano miraggio.
Giuseppe: la Tipopils, birra di Birrificio Italiano, una bassa fermentazione che, come dice il nome, può essere considerata la Pils italiana per antonomasia, nata quando ancora i birrifici artigianali erano pochissimi. Il luogo? Senza dubbio il Ma che siete venuti a fa’? meglio conosciuto come Macche. Frequentavo il master del Gambero Rosso a Roma e le prime pinte di artigianali le ho conosciute e apprezzate grazie a Manuele Colonna, il publican di questo luogo di culto a Trastevere. ★
Info e contatti: www.birrapuddu.it