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TURISMO BIRRARIO
USA: PACIFIC NORTH WEST un paradiso per gli amanti della birra artigianale
Dopo aver visitato alcuni stati più conosciuti e famosi degli USA abbiamo deciso di esplorare la zona sul versante pacifico nord occidentale andando alla scoperta dello stato di Washington e dell’Oregon. La presenza di parchi naturali, catene montuose, cascate e una costa spettacolare disseminata di fari e scogliere a picco sull’oceano, unita alla presenza di molti birrifici disseminati un po’ ovunque rendono questa zona unica. Le alte aspettative che avevamo nei confronti di questo viaggio sono state confermate appieno e siamo rimasti davvero soddisfatti. La prima tappa del nostro itinerario è la città di Seattle nello stato di Washington. Chiamata anche “Emerald City”
per la grande quantità di zone verdi presenti sia in città sia nelle aree che la circondano, deve la sua fama anche alla scena musicale ed ai musicisti che qui sono nati, come Jimy Hendrix. La visita della città parte dal Seattle Center, e data la bella giornata saliamo sullo Space Needle, la torre futuristica alta 164 metri costruita per l’EXPO del 1962 che rende unico lo skyline di Seattle. La vista a 360 gradi dalla cima della torre è bellissima e riusciamo anche a vedere il Monte Ranier che svetta a est della città. Una volta scesi dalla torre entriamo nel particolare edificio che ospita il MoPoP, il Museo della cultura pop la cui visita rappresenta un vero e proprio viaggio nella cultura contemporanea. Usciti dal museo ci muoviamo verso il quartiere di West Queen Anne per raggiungere la Holy Mountain Brewing Company, nata nel 2014 dalla passione di due homebrewer e situata in un vecchio magazzino vicino al molo 91. Fin dal principio la produzione di questo birrificio è stata improntata sulle sour beer e sull’utilizzo di botti di rovere per le fermentazioni. Ci sediamo al bancone della moderna taproom con vista lungo la ferrovia ed iniziamo gli assaggi dalla Demonteller, una farmhouse ale da 5,6% prodotta con luppoli Galaxy e Mosaic e fermentata con un mix di lieviti in un foeder. Una birra fresca e profumata con una buona secchezza sul finale, un ottimo tonico, non solo nelle giornate calde e afose. Proviamo diverse altre birre tra le quali la The Goat, una brett saison da 4,9% davvero complessa ottenuta con orzo, segale, avena e frumento e lasciata fermentare con un mix di lieviti e brett in un foeder. Un mix di note funky e acide con un sentore fruttato e legnoso che evolve piacevolmente nel bicchiere. Un’altra birra da segnalare è la Midnight Still, un’ottimo blend di imperial stout da 13 % invecchiato in botti di Kentucky bourbon per 18, 12 e 9 mesi, aspetto oleoso con sentori di cioccolato, vaniglia e bourbon perfettamente bilanciati.
Molto soddisfatti dalle birre bevute ci dirigiamo verso downtown fermandoci lungo la strada da Cloudburst Brewing nel quartiere di Belltown poco più a nord del centro città. La tap room è piacevolmente spartana con qualche tavolo dove sedersi e il piccolo impianto in fondo al locale vicino alle spine. La scelta ricade sulla Pozor! una czech pils da 5,5% prodotta dopo un viaggio del birraio in Repubblica Ceca, che prevede l’utilizzo di malto pils e luppolo Saaz, e sulla The Games We Play, una IPA da 7,1% con luppoli Mosaic, Moutere e Waimea. Il birrificio è improntato su forti luppolature e hazy ipa, le birre sono mediamente ben eseguite, ma non ci hanno conquistato in modo particolare. Una breve passeggiata e arriviamo al Pike Place Market, il mercato che gli agricoltori locali crearono per vendere i loro prodotti e che dal 1907 rifornisce gli abitanti ed i negozi della città. La cosa più curiosa che potrete vedere in questo luogo sono le bancarelle di prodotti ittici famose per il lancio, da parte dei venditori, di enormi salmoni da un banco all’altro. A pochi passi dal mercato c’è il Gum Wall, una piccola strada
Fremont Brewing Company
curiosa e schifosa allo stesso tempo, le cui pareti sono ricoperte da gomme da masticare. Il primo giorno della vacanza sta volgendo al termine, ci beviamo un paio di birre al Pine Box, un pub sito in un edificio degli anni ‘20 nel quartiere di Capitol Hill, prima di tornare in albergo. Il giorno successivo decidiamo di visitare Fremont, quartiere noto per le sculture a cielo aperto disseminate lungo le strade. Facciamo una pausa rinfrescante alla Fremont Brewing Company (FOTO) dove beviamo la Sky Kraken, una hazy pale ale da 5,5% con malto pale e luppoli Citra, Mosaic e Strata che donano un aroma citrico ed erbaceo molto piacevole. A Nord di Fremont si trova il quartiere di West Woodland popolato da vari birrifici tra cui Reuben’s Brew che si è rivelata una scelta vincente, taproom con posti interni ed esterni e food truck di fianco all’ingresso. Tra le birre proposte abbiamo trovato molto gradevoli la Betonbier Pilsner, una classica german pils da 5,3%, la Triumvirate, una IPA da 6% prodotta per il Brouwer’s Cafe di Seattle, la Hop Idol, una american Pale Ale da 7% prodotta in collaborazione con i due homebrewer vincitori
di un concorso indetto dal birrificio ed infine la Hazealicious, una New England IPA da 6% con sentori di frutto della passione e prodotta con luppoli Citra, Strata, Comet, Mosaic e Azacca. Tutte molto buone e “easy to drink”, particolare da tenere sotto controllo essendo all’inizio del viaggio. Ritorniamo verso Fremont Street e lungo la strada facciamo uno stop da Outlander Brewery & Pub fondato nel 2012 e sito in una casa vittoriana del 1896 dal colore blu acceso e dal tetto spiovente. Outlander è un birrificio molto creativo a cui piace sperimentare molto ed è difficile che produca la stessa birra più volte. Il ragazzo dietro al bancone ci consiglia di provare la Smoked In Oak, una sour ale affumicata da 7,2% e la Biggus Dickus VI, un barleywine da 10,3% con prugne. Ci accomodiamo nel patio che si trova sul retro della casa e ci godiamo queste ottime birre sotto un perfetto sole estivo. Prendiamo un autobus e torniamo in downtown, domani si inizia il vero viaggio on the road. Ritiriamo la macchina e percorriamo una cinquantina di chilometri fino a Snoqualmie, famosa per essere stata la location di Twin Peaks. Questa serie cult degli anni 90 del regista David Lynch è stata girata in questa piccola e sonnolenta cittadina dove si respira un’atmosfera surreale. Visitiamo le cascate e tutte le altre location e terminiamo la visita nella vicina cittadina
Bailey’s Taproom
di North Bend dove si trova il Twede’s Cafè, nella serie Double R Diner, dove l’agente Cooper beveva una tazza di caffè accompagnata dalla famosa torta di ciliegie. Non poteva mancare la birra dedicata a Twin Peaks prodotta dalla Snoqualmie Falls Brewery. La Ghostwood è una kolsch da 5% che ci sorprende con il suo corpo leggero ed una buona secchezza finale. Facciamo un giro in zona tra sperduti paesi e ci dispiace non avere tempo di proseguire fino alla Yakima Valley, zona votata alla produzione del luppolo americano. Dopo alcune ore di viaggio entriamo nello stato dell’Oregon e arriviamo a Portland (FOTO) ; se a Seattle pensavamo che i birrifici fossero tanti, non avevamo considerato quanto ci avrebbe offerto Portland. La città più popolosa dell’Oregon è divisa dal fiume Willamette con diversi ponti che collegano le due sponde. Il downtown si trova nella sponda ovest ma non offre grandi attrattive, è un agglomerato di uffici, negozi e ristoranti il cui cuore pulsante è la piazza del tribunale, Pioneer Courthouse Square. Facciamo una sosta alla Bailey’s Taproom e tra le varie spine scegliamo la Tangle of
Upright Brewing
Tigers del birrificio Coldfire di Eugene, NEIPA da 7,5% buona e ben bilanciata con aromi di frutto della passione e guava, e la Blonde Saison del birrificio Boneyard di Bend da 6% senza difetti ma niente di emozionante. Ci dirigiamo verso il quartiere di Chinatown poco più a nord di downtown dove visitiamo il Lan Su Chinese Garden per poi recarci verso ovest sulla collina che domina la città dove si trova l’International Rose Garden. Portland è nota come “città delle rose” e questo giardino ne è la prova inconfutabile con migliaia di rose di tutti i colori e dimensioni e un delicato profumo che permea la zona. Prendiamo un autobus verso downtown e percorriamo le rive del fiume attraverso il Tom Mc Call Waterfront Park per poi entrare nella zona est. Il quartiere di East Portland è il più rappresentativo del motto della città “keep Portland weird”, le persone si sentono libere di esprimersi e si possono tenere comportamenti che in altri stati americani sarebbero impensabili. Ci dirigiamo verso Lane’s Addiction dove si trova Apex, tipico pub americano con 50 spine e frigoriferi carichi di bottiglie, trascorriamo il tempo tra una partita a
flipper e una birra, ad esempio un’ottima Hop A Wheelie di Boneyard, IPA da 7,5%, un mix esplosivo di luppolo Summit, CTZ, Apollo e Cascade che ci allieta per il resto della serata. La zona a est vanta una massiccia presenza di birrifici con annessa taproom e oggi andremo alla loro scoperta, la prima tappa è Upright Brewing nel quartiere di Sullivan’s Gulch. Sito nello scantinato di un anonimo edificio, produce piccoli batch e si ispira allo stile belga aggiungendo un tocco di northwest. Si viene accolti da un inebriante profumo di birra in fermentazione e da un’interessante selezione musicale, il nome infatti deriva dallo strumento principale del jazzista Charles Mingus, il contrabbasso. Tra le birre provate la Flora Rustica, una saison da 5,1% con Calendula e fiori di Achillea, la Foeder Five, un’ottima farmhouse da 5,75% luppolata e secca con un tocco di brett, e la Ives Blend Five, una american wild ale da 7%, blend tra una birra di frumento di 26 mesi con una più giovane con aggiunta di ciliegie, birra molto equilibrata e dall’acidità contenuta.
Portland
Ci spostiamo verso sud e facciamo una sosta da Wayfinder Beer, che tra i proprietari annovera Matthew Jacobson a sua volta fondatore della Relapse Records nota tra gli amanti del metal estre-
Hair of the Dog Brewing Company mo. Il brewpub è molto ampio arredato con il giusto mix di mattoni a vista, legno e metallo, c’è davvero una bella atmosfera e ci rilassiamo al grande bancone. Approfittando dell’ottimo cibo servito ci rinfreschiamo con birre semplici e pulite, partiamo dalla Party Time Pils da 4,7 %, continuiamo con la CZAF, una pils ceca da 4,9% prodotta con decozione, e terminiamo con la Relapse, una IPA da 7,5% davvero molto dank. Continuiamo la nostra passeggiata verso sud fino a Hair of the Dog Brewing Company , fondato nel 1993 si è da subito specializzato nella produzione di birre dall’alto contenuto alcolico, principalmente barley wine e vari invecchiamenti in botte. Purtroppo vista l’ora pomeridiana e il caldo non possiamo dare libero sfogo ai nostri desideri alcolici, ma riusciamo comunque a fare un tasting di varie birre. La Fred from the Stone è una golden strong ale da 10% fermentata in un concrete egg che aggiunge un tocco di mineralità a una birra ben luppolata che presenta i classici esteri fruttati tipici dello stile e una buona secchezza finale. La Cherry Adam from the Wood è
Cascade Brewing
una old ale da 13,5% invecchiata in botti di bourbon e sherry per 15 mesi con aggiunta di ciliegie, anche in questo caso troviamo una birra ben eseguita dove i sapori di malto, legno e ciliegia si fondono alla perfezione. La prossima tappa è Cascade Brewing, un pioniere nella produzione di sour beer del Northwest, che possiede un locale molto accogliente con vari posti a sedere soprattutto all’esterno. Proviamo diverse birre tra le quali ha sicuramente spiccato la Sang Noir una sour ale da 9,8% invecchiata in botti di bourbon e vino per due anni con aggiunta di ciliegie. Sentori di malti tostati, bourbon, ciliegie e porto uniti a un tocco di acidità creano un profilo aromatico pulito e complesso. La Péche Fumé da 6,8% è un blend di birre di frumento brassate con malto affumicato con legno di ciliegio e affinata in botti di rovere per 14 mesi con pesche locali. Una birra intrigante che gioca sull’equilibrio tra acidità, pesca e affumicato. Il loro cavallo di battaglia è la Kriek da 7,7%, blend di sour ales affinata in botti di vino rosso per 17 mesi con aggiunta di ciliegie, eccellente. Concludiamo con la Cuveé Du Jongleur birra da 9,4%, creata selezionando flanders, triple e quad sour ales e invecchiata in botti di rovere per 3 anni. L’acidità lattica unita a note legnose e fruttate sono perfettamente bilanciate e ci donano una birra eccezionale. Ci troviamo al cospetto di birre eseguite con una precisione chirurgica in fatto di complessità di sapori ed equilibrio alcolico. Si riparte in direzione est percorrendo l’Historic Columbia River Highway che attraversa la gola del fiume Columbia (FOTO), questo canyon scavato dal fiume e ricoperto di boschi si estende fino al confine con lo stato di Washington e attraversa una zona con panorami spettacolari e diverse cascate tra cui le famose Multnomah Falls che con i loro due salti raggiungono un’altezza di 190 metri. Arriviamo infine a Hood River dove ci rifocilliamo da Pfriem Brewery, aperto nel 2012 la sua produzione spazia tra i vari stili, ma si focalizza principalmente sul Belgio. Lo spazio è ampio e luminoso con i fermentatori in bella vista, ci sediamo al bancone e partiamo con gli assaggi dalla Pilsner da 4,9% dove i luppoli Perle, Saphir, Tettnang e Spalt Select donano note erbacee e floreali a una delle migliori pils bevute sul suolo americano. A seguire proviamo la Oude Kriek da 5,6% un’ottima birra con aggiunta di ciliegie autoctone e la Barrel Aged Saison III da 6,5% una farmhouse ale fermentata con aggiunta di bret in botti di Sauvignon Blanc per circa un anno. Entrambe eseguite magistralmente presentano note funky ed aromi fruttati o floreali e risultano molto pulite ed equilibrate. Facciamo una passeggiata lungo le rive del fiume Columbia guardando le evoluzioni di alcuni kitesurfer ma il tempo è tiranno e dobbiamo ripartire verso Mitchell, un piccolo paese immerso nel nulla che sarà il punto di partenza per la visita del John Day Fossil Beds National Monument. Questo parco gratuito è diviso in tre sezioni dove si possono trovare reperti e formazioni rocciose che risalgono a milioni di anni fa, non per nulla la strada che da Hood River ci porta verso Mitchell è chiamata la strada del viaggio nel tempo (Journey through time scenic byway) e vi regalerà dei paesaggi incredibili. Fondata nel 1800 Mitchell mantiene ancora oggi l’atmosfera da avamposto del vecchio west anche se ora i pochi abitanti, circa un centinaio, possono dissetarsi alla Tiger Town Brewing Company. Questo nanobirrificio aperto nel 2014 dove sorgeva il vecchio distributore di carburante, produce birre in un impianto da 2 barrels posto in una stanza accanto al pub. Il clima della serata è perfetto e ci rilassiamo su uno dei tavoli all’esterno. Tra le quattro birre disponibili proviamo la Ginger Hop, una traditional ale con zenzero e la Buck’s Electric Light Ale, una pils da 4% molto piacevole, tralasciamo la dunkelweizen e la wheat beer con arancia rossa e ci buttiamo sul birrificio ospite, pFriem che con la sua IPA da 6,8% si conferma un ottimo produttore. Tiger Town offre anche buon cibo tra cui hamburger di cervo ed ottimi cocktail; torniamo in motel immersi nel buio illuminati da un cielo stellato ormai raro dalle nostre parti e l’indomani partiamo per la visita delle restanti sezioni del parco. Iniziamo da quella di Sheep Rock dove a farla da padrone sono le rocce di origine vulcanica dalla colorazione che va dal grigio al blu con sfumature di verde. Visitiamo anche il centro paleontologico con una mostra permanente di fossili davvero interessante e ripartiamo per la zona delle Painted Hills, una delle sette meraviglie dell’Oregon. Queste colline sono caratterizzate da striature di colori che vanno dal giallo al rosso che rappresentano differenti ere geologiche, percorriamo vari trail per poi rimetterci in marcia verso la prossima tappa. Bend è una piacevole cittadina immersa nella natura ed è un ottimo punto di partenza per la visita delle molte bellezze naturali che la circondano, inoltre dato che ci sono 18 birrifici in zona, avrete sicuramente modo di placare la vostra sete. Facciamo base a Bend diversi giorni e visitiamo il Cascade Lakes lungo la strada panoramica che costeggia alcuni laghi e la foresta di Willamette con il
particolare Dee Wright Observatory, una costruzione in pietra lavica che permette di osservare le diverse montagne che lo circondano. Bend vanta la presenza di diversi ottimi birrifici che troverete disseminati in tutta la cittadina e nelle aree circostanti. Facciamo subito un giro in centro e ci fermiamo da Deschutes Brewing, il colosso birraio fondato nel 1988 che prende il nome dal fiume che attraversa Bend. Scegliamo le birre che hanno reso famoso questo birrificio, la Black Butte Porter, una porter da 5,6% ben bilanciata con sentori di caffè, cioccolato e malto tostato, e la Mirror Pond Pale Ale, una single hop pale ale da 5% con Cascade dalla quale ci aspettavamo decisamente di meglio. Ci dirigiamo verso nord e raggiungiamo il pub del birrificio Boneyard. Fondato nel 2010 deve il suo nome, letteralmente cimitero, perchè il primo impianto è stato creato con pezzi riciclati da impianti dismessi di diversi birrifici americani ed ha aperto il suo pub nel 2018. Entriamo nell’ampio locale e ci dirigiamo subito al bancone assetati, la produzione è incentrata su IPA americane e da queste parti il luppolo di certo non manca. Partiamo dalla Bone Light, una session ale da 4% con Mosaic, Centennial e Cascade, per poi passare alla RPM IPA da 6,6% prodotta con un mix di luppoli del Northwest. Continuiamo con la Enzymatic IPA da 7% e la Hop Venom, una west coast imperial IPA da 9%, ampiamente soddisfatti terminiamo con una Notorious triple IPA da 11,8%. Il punto di forza di questo birrificio è l’utilizzo del luppolo in grandi quantità, ma sempre in un modo oculato lavorando con il giusto rapporto di malto e alcol, questo permette loro di creare un bouquet di aromi mai banale di cui difficilmente ci si stanca. È di nuovo ora di scoprire altri birrifici di Bend e ci dirigiamo verso The Ale Apothecary, sicuramente il birrificio più particolare con le sue birre dalle caratteristiche uniche. Prendiamo un flight da sei birre tra le quali ha spiccato la Sahalie una american wild ale da 9,7% che viene lasciata fermentare in botte con lattobacilli per circa un anno per poi subire un dry hopping di Cascade sempre in botte. Frutti tropicali e agrumi si combinano con note funky e speziate che evolvono nel bicchiere durante la bevuta. La UNVRSL Farmhouse da 5,5% dal profilo rustico e floreale è perfetta in questa ennesima giornata di sole. La Sahati da 8,8% ispirata al sahti finlandese, prodotta utilizzando come lauter tun un tronco di un abete di 200 anni. Il metodo di produzione impartisce note resinose e balsamiche unite all’aggiunta di miele e a un tocco di acidità, una birra particolare non per tutti i palati. Concludiamo con la Barmhouse, una farmhouse ale da 6,3%, prodotta in collaborazione con De Garde, Upright e Block 15, blend di uguali porzioni di birre selezionate maturate in botte dai diversi birrifici; fresca, agrumata, terrosa con note funky. Durante la nostra permanenza a Bend si è volto il Bend Brewfest nella zona
Pfriem Brewery
dell’Old Mill District, il quartiere a sud del centro dove sorgeva il vecchio mulino che è stato riqualificato. Davvero un ottimo festival con una bella atmosfera ed organizzato bene considerato l’afflusso di gente. Non abbiamo incontrato nessun turista europeo e siamo stati l’attrattiva per molte persone dato il nostro “strano linguaggio”. I 70 stand propongono principalmente birrifici dell’Oregon e di Washington più qualche birrificio californiano e gli stili proposti spaziano a 360 grandi. La gente è molto ospitale e spesso ci troviamo a brindare con le persone più disparate, qui possiamo assaporare a pieno il Northwest sia dal punto di vista birrario che sociale. Soddisfatti del nostro soggiorno a Bend, ripartiamo verso Eugene non prima di aver visitato altri bellissimi parchi. A sud di Bend si trova il Newberry National Volcanic Monument dove ammiriamo la colata di ossidiana e diverse caldere per poi dirigerci ancora più a sud verso il Crater Lake Natio-
nal Park dove la strada che circonda il lago vulcanico regala scorci bellissimi e particolari formazioni rocciose. Prima di arrivare a Eugene, ci fermiamo da Alesong Brewing & Blending (FOTO), un birrificio posizionato nella zona vinicola dell’Oregon che secondo noi è una tappa imperdibile data l’alta qualità delle birre e la bellezza del posto. Tra le birre provate la Terroir Pinot Noir una farmhouse da 9,7% maturata in botti con uve pinot noir presenta note di frutti rossi e acidità vinosa. La Common Nectar una sour ale da 6,2% con aggiunta di pesche nettarine è un tripudio di frutta, con una buona acidità e un finale secco molto piacevole. La Touch of Brett: Old Tom è una french saison da 9,3% fermentata con un mix di bret e maturata in botti di Old Tom Gin, con note citriche e speziate che le donano carattere. Ed infine la BeerMongers Biscotti, blend di imperial stout da 12,3 % maturato in botti di Heaven Hill bourbon con scorza d’arancia, fave di cacao, caffè, sale e nocciole. Una birra sontuosa, profonda e complessa che gioca sull’equilibrio dei vari ingredienti; per l’ennesima volta durante questo viaggio ci troviamo di fronte a un birrificio di alto livello e questo non può che farci piacere. Riprendiamo la strada per pochi chilometri ed arriviamo a Eugene, una piacevole cittadina universitaria che ad agosto può sembrare un po’ vuota dato che i campus sono chiusi. Vale comunque la pena fare uno stop qui prima di risalire verso nord lungo la costa per godere l’atmosfera giovane ed alternativa, inoltre se siete fan del film “Animal House”, questo è il posto per voi, essendo stato proprio girato in questa cittadina. Facciamo una visita da The Bier Stein, un locale ampio con bancone centrale e un lunga parete coperta da frigoriferi con qualsiasi tipo di birra. Proviamo la Fresh Flow di Block 15, una IPA da 6,5% prodotta con luppoli americani e neozelandesi che donano un profilo tropicale e adatto alla stagione estiva. Dal frigo selezioniamo una bottiglia di Turbulent Consequence Pearl, sempre di Block 15, ispirata alle gueuze è un blend di birra maturata in botte per 1, 2 e 3 anni. Viene lasciata fermentare in maniera spontanea nella coolship del birrificio, il risultato è molto più delicato e pulito rispetto alle gueuze belghe, manca un po’ di rusticità, ma la birra è sorprendentemente buona. L’indomani ripartiamo da Eugene, visitiamo il faro di Hecheta Head e di Yaquina e risaliamo la costa fino a Tillammook dove plachiamo la nostra sete con le birre del birrificio De Garde noto produttore di american wild ale. Iniziamo dalla F.A.I.L., una wild lager da 5,5% ben bilanciata e leggermente funky; passiamo alla The Petria, una wild ale da 7,9% passata in botte con uve riesling, fresca e beverina con acidità contenuta. La The Café è una wild ale da 5,5% maturata con aggiunta di chicchi di caffè, aromi terrosi e fruttati si fondono piacevolmente in questa particolare birra. A seguire assaggiamo la The Trio: Spruce Tip Cuvée da 6,6% una wild ale maturata in botti di gin dove l’acidità pronunciata si sposa con sentori di gin e aghi di pino. Questo birrificio riesce ad unire ingredienti inusuali creando nuovi profili aromatici molto interessanti, e devo dire che i clienti apprezzano al 100% il loro lavoro. Risaliamo ancora la costa e ci fermiamo a Cannon Beach luogo della scena finale del film “The Goonies” girato nel 1985 in queste zone. Finalmente giungiamo ad Astoria, nostra ultima tappa in Ore-
The Ale Apothecary
Alesong Brewing & Blending
gon, che prende il nome da John Jacob Astor che seguendo il percorso dei pionieri Lewis e Clark stabilì qui nel 1811 una stazione postale dando vita al primo insediamento americano sulla costa ad ovest. Astoria è molto bella ed è una meta imperdibile per i cinefili e la visita al piccolo Oregon Movie Museum vi farà scoprire molti film girati in questo bellissimo stato. Pare che il primo birrificio artigianale di Astoria venne aperto nel 1872 e che la necessità di fornire birra ai vari saloon fece sì che molti immigrati con cultura birraia si trasferissero nella cittadina nascente. Tornando ai giorni nostri ad Astoria ci siamo trovati particolarmente bene alla Fort George Brewery dove siamo tornati più volte. Situato in una vecchia officina per auto costruita nel 1924, il birrificio si compone di diverse zone e piani con un’area esterna che porta all’impianto. Abbiamo provato praticamente tutto tra cui il loro cavallo di battaglia, la Vortex IPA da 7,7% con luppoli Cascade, Mosaic e Simcoe e la 3-Way IPA che Fort George Brewing produce ogni anno per il Memorial Day con altri due birrifici a rotazione. La versione 2019 consisteva in una hazy IPA da 7,2 gradi con luppoli Cashmere, Idaho 7 e Citra prodotta in collaborazione con Ruse Brewing di Portland e Cloudburst Brewing di Seattle. Tutte le birre sono davvero ben eseguite e godibilissime, la produzione anche in questo caso è incentrata sull’utilizzo di miscele di luppolo, ma senza strafare e mantenendo un buon equilibrio finale nel prodotto. Saliamo sulla collina per godere di una vista panoramica di Astoria e del fiume Columbia e visitare la Astoria Column, una colonna di granito costruita nel 1926 decorata con immagini di eventi importanti nella storia dell’Oregon e della città. Lasciamo Astoria e percorriamo il lungo ponte che attraversa il fiume Columbia e permette di entrare nello stato di Washington dove visitiamo alcuni fari tra cui il Cape Disappointment e North Head per poi continuare verso nord nell’Olympic Penisula. Questa vasta area è sede di molte riserve indiane come la bellissima zona costiera e la spiaggia di La Push e la riserva dei Makah che con il vicino promontorio di Cape Flattery è il punto più a ovest degli USA. Visitiamo la HoH Rain Forest dove le abbondanti precipitazioni permettono al muschio e ad altre piante come le felci di crescere sopra gli alberi e sul terreno creando degli intrecci di vegetazione davvero scenografici. Ormai mancano pochi giorni al termine del nostro viaggio e percorriamo l’ultimo lungo tratto di strada che ci riporterà a Seattle passando da Suquamish, luogo di riposo del valoroso capo indiano Sealth e difensore dei diritti dei nativi, da cui prende il nome la città. Il nostro ultimo alloggio è una casa vittoriana nel quartiere di Capitol Hill e con una breve passeggiata arriviamo al Chuck’s Hop Shop. Locale semplice con un’ottima selezione sia alla spina che nel frigo molto fornito tra cui scegliamo la Chuck Notion di Great Notion Brewing, NEIPA da 7% creata apposta per il locale con Mosaic, Galaxy, Simcoe, e Motueka, un’esplosione di frutta tropicale, juicy e resinosa. Scegliamo poi una bottiglia di Fructus di Propolis Brewing, nanobirrificio sperduto nell’Olympic Penisula, questa flemish da 7% maturata in botti di sangiovese con frutti di bosco e bret ci sorprende per l’eccezionale equilibrio, incarna la perfetta unione tra Belgio e Northwest. È arrivato l’ultimo giorno del nostro viaggio e non poteva mancare la visita al Puget Sound, la zona a nord di Seattle al confine con il Canada, dove vediamo diversi esemplari di orche tra cui un maschio enorme con la pinna caudale di quasi due metri e ritorniamo a Seattle che ormai è ora di cena. Passiamo l’ultima serata da Chuck bevendo le ultime birre e ricordando tutte le avventure vissute ed i bellissimi paesaggi visti che rimarranno per sempre nella nostra memoria. È stato un viaggio bellissimo sotto tutti i punti di vista, abbiamo incontrato gente simpatica e amichevole e pochi turisti, abbiamo ammirato una natura spettacolare e bevuto molto bene. L’elevato numero di birrifici metterà a dura prova il vostro fegato ed il vostro tempo ma non vi pentirete di esservi spinti fino al magnifico Pacific Northwest. Al prossimo viaggio! ★