CASA&CLIMA #105

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ISSN: 2038-0895

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

I NAVIGLI SI APRONO ALL’OSPITALITÀ IBRIDA

ME-MADE Expo FINCO al Made Expo ANTEPRIMA FIERA Il doppio volto dell’edilizia: Involucro e Costruzioni DENTRO L’OBIETTIVO Campus Bocconi: un nuovo paradigma per le residenze universitarie FOCUS I CAM e il nuovo codice appalti Organo ufficiale

N. 105 I Anno XVIII I OTTOBRE 2023 I Bimestrale

SPECIALE VMC L’importanza di essere ermetici


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IN QUESTO NUMERO

105 OTTOBRE 2023

BIMESTRALE Organo ufficiale di:

n. 105 ottobre 2023 www.casaeclima.com

21 29 4 EDITORIALE 6 ROAD TO MADE EXPO 8 NOVITÀ PRODOTTI 14 TECH

CASE STUDY

ANTEPRIMA | ME-MADE

CONSULENZA FISCALE

21 IL DOPPIO VOLTO DELL’EDILIZIA: INVOLUCRO E COSTRUZIONI

70 CONTRATTI DI LOCAZIONE A CANONI “A SCALETTA”

a cura della redazione

SPECIALE VMC 29 L’IMPORTANZA DI ESSERE ERMETICI di Patrizia Ricci

DENTRO L’OBIETTIVO 40 CAMPUS BOCCONI: UN NUOVO PARADIGMA PER LE RESIDENZE UNIVERSITARIE a cura di Fondazione Promozione Acciaio

64 BOOM, UN CONTENITORE DI START-UP ALL’AVANGUARDIA a cura di Polistudio A.E.S.

FOCUS

FORMAZIONE 74 CONVEGNO A.N.SAG. SULLA TRASFORMAZIONE DELL’ACCIAIO DA CALCESTRUZZO ARMATO di A.N.SAG.

SICUREZZA 75 LAVORARE PER VIVERE, MORIRE PER LAVORARE – STORIE DI INFORTUNIO SUL LAVORO a cura di Giovanni Pappadà ed Emilio Senesi

IN COPERTINA w w w. c a s a e c l i m a . c o m

53 I CAM “COSTRUZIONI” 2022 E IL NUOVO CODICE APPALTI

ISSN: 2038-0895

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

N. 105 I Anno XVIII I OTTOBRE 2023 I Bimestrale

di Paola Brambilla Pievani

di Caterina Gargari

56 L’ESPERTO IN EDILIZIA SOSTENIBILE di Tiziana Petrillo e Sandro Catta

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

57 CRESCERE IN QUALITÀ E RIDURRE I COSTI

Comitato scientifico Dario Amici (Assoroccia) Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Sergio Fabio Brivio (Finco) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Daniela Dal Col (Anna)

I NAVIGLI SI APRONO ALL’OSPITALITÀ IBRIDA

ME-MADE Expo ACMI e ANFIT insieme a FINCO al Made Expo ANTEPRIMA FIERA Il doppio volto dell’edilizia: Involucro e Costruzioni DENTRO L’OBIETTIVO Campus Bocconi: un nuovo paradigma per le residenze universitarie FOCUS I CAM e il nuovo codice appalti

SPECIALE VMC L’importanza di essere ermetici

Organo ufficiale

SERVIZIO A PAGINA

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Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Emilio Fadda (Ansag) Guido Faré (Unicmi) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Roberto Frassine (Assocompositi) Fabio Gasparini (Assites) Gabriella Gherardi (Aises) Hans Paul Griesser (Ancca) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Luca Marzola (Zenital) Laura Michelini (Anfit) Aurelio Misiti (Cnim)

Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Giuseppe Riello (Afidamp) Walter Righini (Fiper) Kristian Schneider (Ari) Rosi Sgaravatti (Assoverde) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa)

Redazione

Giorgio Albonetti | Direttore Responsabile Silvia Martellosio | Coordinamento Editoriale s.martellosio@lswr.it - Cell. 349.1801063

Collaboratori

Assocaaf, Patrizia Ricci, Erika Elleri, Fondazione Promozione Acciaio, Paola Brambilla Pievani, Caterina Gargari, Tiziana Petrillo, Sandro Catta, Pasqualina Ciancio

Pubblicità

Costantino Cialfi | Direttore Commerciale c.cialfi@lswr.it - Cell. 3466705086 Elena Genitoni | Ufficio traffico e.genitoni@lswr.it

Servizio abbonamenti

abbonamenti.quine@lswr.it - Tel. 02.864105 Abbonamento annuale (6 fascicoli): 40 € Costo copia singola: 2,30 € (presso l’Editore)

Produzione

Antonio Iovene | Procurement Specialist a.iovene@lswr.it - Cell. 349.1811231 Grafica e Impaginazione: Life sh.p.k. Stampa: Aziende Grafiche Printing Srl Peschiera Borromeo (MI)

Editore

Quine Srl Sede legale Via Spadolini, 7 - 20141 Milano www.quine.it - info@quine.it tel. 02 864105

a cura di Assocaaf

47 I NAVIGLI SI APRONO ALL’OSPITALITÀ IBRIDA a cura della redazione

Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine)

Quine è iscritta al Registro Operatori della Comunicazione n° 12191 del 29/10/2005. Registrazione del Tribunale di Milano n° 79 del 3/3/1986. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie non si restituiscono. Ai sensi dell’art. 13 Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali 679/2016 di seguito GDPR, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dagli art. 5-6-7 del GDPR. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Quine Srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Quine Srl Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui agli articoli 15-21 del GDPR. Testata associata


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EDITORIALE

Un convegno Finco per valorizzare e comprendere i criteri ESG

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osa effettivamente rappresentino i criteri ESG per le aziende, soprattutto per le PMI, nel contesto attuale e cosa rappresenteranno nel futuro, cercando di comprendere la reale influenza sulle scelte degli investitori e degli Istituti finanziari, anche nel settore immobiliare e delle costruzioni. Senza dimenticare il connesso tema dei CAM (Criteri Ambientali Minimi). Ecco cosa intendiamo approfondire nell’ambito del convegno a Roma presso la sede Inail del 23 novembre 2023, con il prezioso supporto di Inail, Intesa San Paolo e Soa Group.

Come noto, l’acronimo ESG sta per Environmental, Social e Governance e indica la visione delle imprese per la Sostenibilità tenendo conto dei loro impatti sotto molteplici punti di vista: dalle emissioni di CO2 alla politica retributiva interna, all’impatto sul territorio in cui operano, ai rapporti con i clienti e così via. Ad un più tradizionale modo di descriverla, basata sulla solidità economica e reputazionale, l’impresa viene, quindi, rappresentata anche attraverso rating di sostenibilità. Già da tempo l’Unione Europea ha iniziato a valorizzare le tematiche ESG e a livello nazionale ci si avvia sullo stesso percorso in maniera sempre più convinta.

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CARLA TOMASI, Presidente Finco

Il 25 Aprile 2023 il Parlamento Europeo ha deliberato che le grandi imprese saranno obbligate a identificare e, se necessario, prevenire, eliminare o mitigare l’impatto negativo delle loro attività, e quella dei loro partner commerciali, sui diritti umani e sull’ambiente. È quanto mai importante, quindi, avere dei parametri omogenei e misurabili in ambito ESG che permettano di valutare in maniera oggettiva le informazioni e i comportamenti dei singoli soggetti onde evitare sostenibilità di facciata, senza arrivare però ad accanimenti legislativi che possono essere controproducenti o a percorrere retoriche che si discostano dalla centralità di avere bilanci sostenibili, ma anche veritieri, su patrimonio e finanza. FINCO sta dunque avviando, con questo Convegno, una campagna anche informativa circa le opportunità connesse al rispetto dei criteri ESG e, d’altro canto, a taluni possibili rischi derivanti da un mancato adeguamento ai medesimi; in proposito occorrerebbe anche pensare ad uno snellimento e a un riordino del mercato delle certificazioni esistenti per valorizzare quelle di “ultima generazione” come le ESG, vincenti nei mercati globali. È peraltro importante sottolineare che spesso le imprese adottano inconsapevolmente dei comportamenti sostenibili senza dare a essi la giusta visibilità e vanno quindi aiutate a maturare questa consapevolezza.


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L’ingresso è libero previa registrazione a ƐĞŐƌĞƚĞƌŝĂΛĨŝŶĐŽǁĞď͘ŽƌŐ E͘ ͘ ^ĂƌĂŶŶŽ ƌŝĐŽŶŽƐĐŝƵƚŝ &W ĚĂů ŽůůĞŐŝŽ ĚĞŝ 'ĞŽŵĞƚƌŝ


ROAD TO MADE EXPO

ACMI e ANFIT insieme a FINCO al Made Expo Titular Dal 15 al 18 novembre FINCO sarà presente all’interno del Salone dedicato all’Involucro insieme alle due Associazioni a cura della REDAZIONE

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E-MADE Expo torna a Fiera Milano, Rho, dal 15 al 18 novembre 2023. Tante le novità di questa edizione che si prospettano già dal rinnovato nome ME- Work for progress, con il claim che indica la volontà di lavorare per il futuro del settore delle costruzioni accompagnato da una scelta di colori e visual in grado di evocare con immediatezza il tema dell’integrazione fra progresso e sostenibilità. Grazie a una proposta sempre più specializzata, quest’anno la Fiera AUTORsi suddivide in due Saloni: Involucro e Costruzioni. FINCO Datos patrocina l’evento e si presenta insieme a ACMI

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e ANFIT all’interno del Salone dedicato all’Involucro. In Fiera il Salone occupa i Padiglioni 1 e 3 e mette in mostra prodotti e soluzioni in grado di coniugare il valore estetico dell’architettura con l’efficienza energetica e il comfort e di rispondere in modo sempre più efficiente alle sfide climatiche più estreme e alle ultime esigenze sul piano costruttivo e progettuale. Spazio dunque a serramenti, finestre e porte; facciate e coperture; componenti e accessori; macchine per la produzione di serramenti, vetro; chiusure e soluzioni per l’oscuramento e l’automazione, outdoor, protezioni solari e anti-insetto.


CHI È ACMI ACMI è l’Associazione italiana dei produttori di Chiusure Tecniche per uso Civile, Industriale e Residenziale. L’Associazione, fondata nel 1996 e rinnovata nel 2012, ha come principale obiettivo la promozione del settore e dei suoi associati in Italia e all’estero e una visione basata sulla cultura della Qualità, della Sicurezza e della Sostenibilità Ambientale. ACMI contribuisce all’internazionalizzazione delle Aziende socie, diffondendo il brand Made in Italy nello specifico settore di mercato, rappresenta i suoi membri presso le autorità per la standardizzazione europee e nazionali, sostiene il processo di armonizzazione delle Norme Europee fornendo la documentazione tecnica in lingua italiana, attraverso la creazione appositi gruppi di lavoro e organizzando periodicamente conferenze scientifiche con relatori esperti del settore; eroga corsi di formazione per installatori e manutentori secondo le normative vigenti.

CHI È ANFIT ANFIT è l’Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy. Nasce nel 2011 con lo scopo principale di promuovere le finestre di qualità pensate, progettate e realizzate interamente in Italia da aziende italiane, controllando e garantendo che siano rispettati i ristretti criteri di qualità, di sicurezza, di tutela dell’ambiente e di risparmio energetico. Obiettivo principale di ANFIT è la tutela del mercato e della filiera di produzione di qualità italiana nel rispetto delle norme. Impegno di ANFIT è l’aggiornamento e il miglioramento tecnico e qualitativo delle produzioni, a prescindere dal materiale impiegato. ANFIT supporta le Aziende associate attraverso molteplici servizi: tra i principali, oltre al costante aggiornamento tecnico e normativo, segnaliamo il riconoscimento del marchio di certificazione Quality ANFIT® ai produttori di serramenti, le polizze assicurative stipulate con Reale Mutua Assicurazioni, l’Etichetta Energetica Numerata e tracciabile, e, infine, il servizio di consulenza e assistenza sulla cessione del credito (Ecobonus/Bonus casa/Bonus barriere) offerto dalla società di servizi ANFIT SRL.

ERRATA CORRIGE Sul numero 104 della rivista CASA&CLIMA, all’interno dell’articolo The Social Hub a Roma: la progettazione impiantistica (pagine da 64 a 67), è stato commesso un errore da parte della redazione; nello specifico, all’interno delle immagini gentilmente concesse da @Sequas manca il copyright. Ci scusiamo per l’errore con i lettori, gli interessati e la redazione MagiCAD. www.casaeclima.com

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NOVITÀ PRODOTTI

Scaldabagno a pompa di calore Il nuovo scaldabagno a pompa di calore Nuos Plus R290 di Ariston vanta elevate performance, sostenibilità e flessibilità di installazione. Il prodotto utilizza una tecnologia a pompa di calore per convertire il calore dell’aria in energia, garantendo acqua calda a volontà in modo sostenibile e rendendola la soluzione ideale per sostituire i tradizionali scaldacqua elettrici ad accumulo, ma anche la scelta perfetta per l’installazione in nuove abitazioni o per migliorare l’efficienza del proprio impianto fotovoltaico e solare. Nuos Plus R290 è caratterizzato dal gas refrigerante R290, totalmente naturale ed ecologico, che garantisce una moltitudine di vantaggi quali un impatto minimo sul riscaldamento globale, un’alta efficienza con costi di gestione più bassi, un campo di lavoro fino a -10°C di temperatura aria esterna e infine un’elevata temperatura dell’acqua fino a 60°C in pompa di calore: una soluzione che consente un risparmio fino all’80%. Il modello monoblocco murale, in classe energetica A+, vanta i tempi di riscaldamento più bassi della categoria e presenta nuovi standard di efficienza grazie all’utilizzo del calore dell’aria come fonte di energia rinnovabile per ottenere maggiore comfort ed elevato risparmio energetico. All’interno dell’ampia scelta di funzioni, si segnala quella di auto programmazione i-Memory che memorizza le abitudini dell’utente delle ultime quattro settimane, così da garantire acqua calda quando richiesta attivando il prodotto solo quando necessario e la protezione anticalcare con anodo attivo (protech) e anodo in magnesio per doppia resistenza contro la corrosione. Il prodotto presenta l’interfaccia touch con display LCD ad alta definizione per controllare e regolare le impostazioni dell’acqua calda in modo semplice e intuitivo, è dotato di WiFi ed è compatibile con la App Ariston NET.

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Sistemi di climatizzazione per grandi ambienti I sistemi Hoval decentralizzati per la climatizzazione di grandi ambienti sono dotati di pompe di calore più performanti, di nuova generazione. Oltre alla tecnologia a inverter modulante, offrono infatti maggiori potenze termiche e frigorifere e sono disponibili per tutti i modelli (unità di ventilazione, ricircolo e a miscelazione dei flussi). Per i progettisti e i gestori degli impianti tutto questo significa che per riscaldare e raffrescare grandi ambienti non sono più necessari gruppi centralizzati: questi sistemi possono infatti essere concepiti e realizzati in modo del tutto decentralizzato. Le pompe di calore e il sistema di ventilazione vengono forniti come una sola unità e sono perfettamente integrati tra loro. La potenza termica e la potenza frigorifera, quindi, non devono più essere adattate dal progettista alla portata d’aria delle unità di ventilazione. Il sistema di regolazione TopTronic® C di Hoval controlla, regola e monitora l’efficiente interazione dei singoli componenti del sistema, consentendo di risparmiare energia durante il funzionamento. Nell’intero sistema è possibile combinare liberamente tra loro tutti gli apparecchi di climatizzazione Hoval per grandi ambienti. A seconda delle esigenze del capannone, le pompe di calore possono quindi essere combinate anche con semplici unità di ventilazione o con unità di ricircolo e immissione dell’aria. Anche la potenza termica e frigorifera possono variare, perché tutte le pompe di calore per il riscaldamento e il raffrescamento sono disponibili in tre fasce di potenza da 33 a 67 kW. Suddividendo più apparecchi in diverse “zone di regolazione”, è possibile soddisfare anche requisiti differenziati all’interno dello stesso grande locale.

www.hoval.it

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Un bel clima si crea in due

Il nuovo sistema ibrido Viessmann si fa in due per creare un clima perfetto a casa tua: pompa di calore e caldaia insieme, per la massima efficienza energetica.

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Per creare un clima perfetto bisogna essere in due: noi di Viessmann - con le migliori soluzioni proposte dai nostri installatori partner - e tu che ci scegli. I sistemi ibridi Viessmann con pompa di calore e caldaia sono soluzioni intelligenti che rinfrescano e riscaldano la tua casa scegliendo ogni volta la fonte più conveniente tra gas ed energia elettrica. Sostituisci il tuo vecchio impianto sfruttando i bonus fiscali: contatta i nostri installatori partner per accedere alle esclusive soluzioni di finanziamento. Chiedi un preventivo ai nostri installatori qualificati su viessmann.it

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NOVITÀ PRODOTTI

Nuovo sistema VRF: alta efficienza energetica e intelligenza artificiale LG Electronics (LG) annuncia il lancio sul mercato italiano del nuovo Multi V™ i, la soluzione a flusso di refrigerante variabile (VRF) equipaggiata con un evoluto motore con Intelligenza Artificiale (AI). Ideale per edifici di medie e grandi dimensioni, come uffici, scuole, centri commerciali, condomini e hotel, Multi V i ad alta efficienza energetica offre numerose funzioni diversificate e smart che contribuiscono a ridurre il consumo energetico garantendo, durante tutto l’anno, comfort climatico negli ambienti interni ed estrema silenziosità negli ambienti esterni. Il sofisticato motore con Intelligenza Artificiale è dotato della funzione AI Smart Care che è in grado di analizzare le caratteristiche climatiche interne (come temperatura e umidità) per ottimizzare il funzionamento del sistema sfruttando algoritmi che regolano automaticamente la capacità di raffreddamento o riscaldamento in base a diverse variabili, tra cui il numero di persone presenti nella stanza, il tasso di umidità e la temperatura. Grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale, Multi V i può

risparmiare fino al 24,7% di energia in più rispetto alla versione precedente e può ridurre il tempo necessario per raggiungere la temperatura impostata del 28,5%1. Per migliorare le prestazioni energetiche del sistema senza dover ricorrere a dispositivi centralizzati, Multi V i offre inoltre la funzione AI Energy Management che consente di analizzare le abitudini di utilizzo per fare una previsione del fabbisogno e impostare degli obiettivi mensili di consumo energetico dell’unità esterna.

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Pompe di calore multifunzione integrabili con sistema solare termico Midea presenta M-Thermal, la nuova gamma di pompe di calore ad alta efficienza progettata per tutti i bisogni di climatizzazione, riscaldamento e produzione di acqua calda. Si tratta di una soluzione integrata per assolvere a tutte le esigenze per un perfetto comfort termico in ogni stagione. Le pompe di calore M-Thermal sono in grado di operare in modalità raffrescamento e riscaldamento e, con l’ausilio di un serbatoio di accumulo

esterno e di un sensore per la rilevazione della temperatura opzionale, provvedere alla produzione e stoccaggio di acqua calda sanitaria. L’eccellente rendimento rende la gamma di pompe di calore M-Thermal una soluzione per il comfort domestico indicata per tutte le stagioni, che vanta una classe di efficienza energetica A++/A+++ in qualsiasi condizione climatica. La funzione di controllo a doppia zona consente di gestire contemporaneamente due terminali che operano a temperature di diffusione differenti. L’unità permette inoltre di impostare la temperatura di mandata acqua fino a 65°C per riscaldamento radiante o radiatori e fino a 60°C per la produzione di acqua calda. M-Thermal può controllare un sistema di pannelli solari termici per l’integrazione alla produzione di acqua calda. Il sistema sfrutta inoltre il gas refrigerante ecologico R32 a basso GWP, che assicura performance sempre ottimali a ridotto impatto ambientale. Le pompe di calore M-Thermal sono dotate di comando a filo con Wi-Fi integrato, le unità sono direttamente controllabili attraverso l’app Midea MSmartHome, che consente di regolare la programmazione settimanale, monitorare la temperatura dell’ambiente e impostare i cicli di disinfezione dell’acqua calda sanitaria.

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ARIAPUR Aspirazione combinata dal vaso WC e dall’ambiente Estremamente silenzioso Motore brushless di ultima generazione per garantire consumi ridotti m 3/h

In base al modello, 65-80 m3/h e 85-100 m3/h di ricambio aria garantiti Disponibile anche con lampada led integrata (Ariapur100Led) e con temporizzatore (Ariapur80T)

TROPEA S Contenitore realizzato in materiale fonoassorbente Self cleaning

Componenti interni realizzati con materiali che ostacolano la formazione del calcare Eccezionale risparmio idrico grazie alla regolazione dello scarico: da 6/3 a 4,5/3 fino a 4/2 litri Componenti interni certificati secondo la UNI EN 3822 Oltre 270 modelli di placche disponibili

L’acqua è il bene più prezioso Tropea S è progettata all’insegna della tutela delle risorse idriche. Può utilizzare soltanto 4 litri d’acqua per un risciacquo completo. Per fare un semplice paragone con le cassette tradizionali con scarico da 9 litri, una famiglia di 4 persone può risparmiare fino a 72 litri al giorno: stiamo parlando, in un anno, di oltre 26.000 bottiglie d’acqua da 1 litro! Scegliendo Tropea S, puoi installare anche Ariapur. Grazie all’aspirazione combinata dal vaso WC e dall’ambiente, cattivi odori e umidità non saranno più un problema!

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NOVITÀ PRODOTTI

VMC a scomparsa nel cappotto esterno Helty offre una gamma di soluzioni VMC decentralizzate ideali per l’installazione in edifici esistenti, senza necessità di canalizzazioni o opere murarie invasive. Tra le soluzioni della gamma spicca l’innovativo sistema di ventilazione Flow Manhattan, appositamente progettato per un’installazione contestuale alla realizzazione del cappotto esterno in cantieri di riqualificazione. Questa tecnologia brevettata ridisegna il concetto di VMC attraverso una tipologia di installazione inedita: l’unità di trattamento dell’aria, infatti, viene mimetizzata nello strato di isolamento del cappotto riducendo a zero l’impatto sulla facciata dell’edificio. Il profilo architettonico dell’immobile è salvaguardato grazie a griglie d’aerazione gestite in luce nella mazzetta del foro finestra. Anche l’ingombro interno viene pressoché azzerato con un diffusore a muro che si caratterizza per le dimensioni contenute e un design minimal. La posa è realizzabile completamente dall’esterno su qualsiasi tipo di cappotto: richiede un singolo carotaggio da 160 mm per il passaggio del condotto, realizzato in materiale fonoisolante e con un setto che separa i due flussi d’aria in mandata e ripresa. Con una portata d’aria fino a 70 m3/h, Flow Manhattan offre una soluzione ideale per il ricambio d’aria di singole stanze, anche di medie dimensioni. Un filtro F7 (ePM1 55%) depura l’aria da inquinanti, particolato PM10 e PM2,5, batteri e pollini. Umidità e CO2 in eccesso, così come VOC ed altri inquinanti nocivi, vengono evacuati e diluiti grazie alla ventilazione continua e bilanciata “stanza su stanza”. La protezione dai rumori esterni è assicurata da un abbattimento acustico di facciata certificato pari a 51 dB.

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Impianti di ventilazione per migliorare l’indoor air quality Panasonic offre una gamma composta da tre modelli differenti di unità di ventilazione, in base alla tipologia di installazione prevista: universale, orizzontale o verticale. Le unità si presentano compatte, adattandosi a spazi di piccole dimensioni e consentono un’installazione semplificata. Inoltre, presentano un pannello di sistema facilmente accessibile per le operazioni di ispezione e manutenzione. La nuova serie ZY di ventilazione a recupero di calore (ERV) è composta da 9 modelli, compresa la taglia da 2.000 m3/h, tutti integrati con motori EC dotati di impostazioni di controllo indipendente per l’alimentazione e lo scarico dell’aria. Le unità possiedono una pressione statica esterna fino a 150 Pa con filtri F7 integrati su tutti modelli. Oltre a ciò, la nuova serie ZY è in grado di recuperare fino all’83% dell’energia termica, fornendo una ventilazione bilanciata ed efficiente dal punto di vista energetico. L’elevato tasso di recupero ottimizza così il costo di esercizio. Nei nuovi modelli sono integrate due serrande antiricircolo – un’esclusiva Panasonic – che hanno il fondamentale ruolo di impedire che l’aria fluisca nella direzione errata quando l’ERV è spento o non in funzione. Inoltre, l’ERV è disponibile con tre opzioni di connessione: controllo di gruppo con un massimo di due sistemi ERV, connessione diretta all’interruttore di alimentazione di campo e, infine, opzione di connessione ai sistemi di riscaldamento e raffreddamento. La serie ZY è inoltre dotata di un intuitivo telecomando. Il controller può essere integrato a un sistema di gestione BMS tramite connessione RS485.

www.aircon.panasonic.eu.

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TECH

Fotovoltaico: pannelli resistenti al maltempo estremo Utili nell’illuminazione di strade e autostrade che sono sempre più esposte a fenomeni di maltempo estremo a causa dei cambiamenti climatici

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annelli fotovoltaici in grado di resistere a forti carichi e a fenomeni meteo estremi e adatti ad autostrade e strade pedonali e ciclabili in città. È questa la novità a cui sta lavorando ENEA insieme a TeaTek Spa, azienda napoletana leader internazionale nella realizzazione di impianti fotovoltaici. “Come ENEA stiamo studiando moduli che, diversamente dai comuni pannelli fotovoltaici, siano in grado di resistere a carichi statici anche di diverse tonnellate, al passaggio di automezzi in movimento e a condizioni metereologiche anche estreme” spiega Girolamo Di Francia referente del progetto e responsabile del laboratorio ENEA di Sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e

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sensoristiche. “Quando parliamo di applicazioni stradali del fotovoltaico oggi ci riferiamo principalmente a coperture del manto, barriere antivento, pavimentazioni di percorsi pedonali, ciclabili o di linee tranviarie” prosegue. Gli studi applicativi in questo segmento sono iniziati in tempi recenti a livello mondiale con particolare riguardo alla possibilità di sviluppare ambienti di guida più sicuri ed efficienti. ENEA ha calcolato che installando pannelli fotovoltaici solo sul 10% di strade ed autostrade italiane si avrebbe una capacità di produzione di energia superiore ai 20 GW. “Sviluppare moduli per applicazioni stradali è una delle vie più interessanti per un fotovoltaico pervasivo, di ampia diffusione e che non sottrae il suolo alla sua funzione originaria ma lo valorizza, aggiungendo quella di una generazione elettrica pulita” afferma Ezio Terzini responsabile della divisione ENEA di Fotovoltaico e smart devices. Le valutazioni, che stanno prendendo in esame ENEA e TeaTek, riguardano attività di ricerca e sviluppo sul fotovoltaico da realizzare nella ex sede Whirpool di Napoli recentemente rilevata da TeaTek con la riassunzione di tutti i 320 dipendenti. Lo storico sito industriale, noto per la produzione di lavatrici, sarà quindi riconvertito per realizzare componenti per impianti fotovoltaici.



TECH

Recuperare idrogeno dai rifiuti di plastica: la novità dal Texas Gli esperti dell’Università del Texas hanno portato alcuni campioni di plastica a una temperatura di oltre 3100 gradi Kelvin. Il risultato è che la combustione vaporizza l’idrogeno

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er molti l’idrogeno è il carburante del futuro, ottima alternativa ai combustibili fossili. Soprattutto quello prodotto da fonti rinnovabili ha un impatto ambientale nullo. Ma ad oggi la sua produzione non è solo green (l’idrogeno viene classificato in colori in base alla fonte da cui viene prodotto, quello grigio deriva dai combustibili fossili) e i costi sono ancora molto elevati per renderla un alternativa a breve termine agli attuali combustibili fossili. Ma dalla Rice University di Houston, in Texas, un gruppo di ricercatori ha trovato un modo innovativo per produrre idrogeno dai rifiuti di plastica. Un modo originale per riciclare la plastica che continua ad essere il rifiuto per eccellenza, con centinaia di tonnellate annue, e ottenere idrogeno a basse emissioni. “In questo lavoro, abbiamo convertito i rifiuti plastici — compresi quelli misti che non devono essere selezionati per tipo o lavati — in idrogeno gassoso ad alta resa e grafene di alto valore”, dice Kevin Wyss, dottorando della Rice e autore principale di uno studio pubblicato su Advanced Materials. “Se il grafene prodotto viene venduto solo al 5% dell’attuale valore di mercato — praticamente con uno sconto del 95% — l’idrogeno pulito potrebbe essere prodotto gratuitamente”. Per comprendere meglio il peso soprattutto economico di questa scoperta, basti pensare che l’idrogeno verde, prodotto da fonti rinnovabili, costa circa 5 dollari per poco più di due chili.

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LE FASI DELLA RICERCA

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I ricercatori hanno esposto campioni di rifiuti plastici a un rapido riscaldamento flash Joule per circa quattro secondi, portando la loro temperatura a 3100 gradi Kelvin. Il processo vaporizza l’idrogeno presente nella plastica, lasciando dietro di sé il grafene, un materiale estremamente leggero e resistente costituito da un singolo strato di atomi di carbonio. “Quando abbiamo scoperto il riscaldamento flash Joule e lo abbiamo applicato per riciclare la plastica di scarto in grafene, abbiamo osservato la produzione di molti gas volatili che uscivano dal reattore“, spiega Kevin Wyss. “Ci siamo chiesti cosa fossero, sospettando una miscela di piccoli idrocarburi e idrogeno, ma non avevamo la strumentazione per studiarne l’esatta composizione”. “Sappiamo che il polietilene, ad esempio, è composto per l’86% da carbonio e per il 14% da idrogeno e abbiamo dimostrato di essere in grado di recuperare fino al 68% dell’idrogeno atomico sotto forma di gas con una purezza del 94%”, afferma Wyss.



TECH

L’IA aiuta a prevenire blackout elettrici causati da ondate di calore L’intensità e la durata delle ondate di calore stanno causando un numero crescente di guasti alla rete di distribuzione elettrica. Per la prevenzione di questi eventi entra in gioco l’Intelligenza Artificiale

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revenire possibili blackout elettrici causati da ondate di calore. È questo lo scopo del sistema basato sull’automazione e l’intelligenza artificiale messo a punto da un gruppo di ricercatori ENEA, Politecnico di Bari e Università Roma Tre. “I cambiamenti climatici hanno determinato un aumento delle ondate di calore, con una tendenza destinata a peggiorare nei prossimi anni a causa del riscaldamento globale. L’intensità e la durata di questi fenomeni stanno causando un numero crescente di guasti alla rete di distribuzione elettrica, soprattutto in ambito urbano con un conseguente impatto negativo sui costi di manutenzione, sui servizi e in generale sulla vita delle persone”, evidenzia Maria Valenti, responsabile

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del Laboratorio ENEA Smart grid e reti energetiche. “Risulta importante, pertanto, individuare nuove soluzioni di monitoraggio e di gestione della rete per la previsione di eventuali guasti, come per esempio le tecniche di data analysis e di machine learning che utilizziamo nel nostro innovativo approccio”,

spiega la ricercatrice. Nella prima fase il team di ricerca composto anche da Mauro Atrigna, Amedeo Buonanno, Raffaele Carli, Graziana Cavone, Paolo Scarabaggio, Mariagrazia Dotoli e Giorgio Graditi, ha “addestrato” l’algoritmo sui dati relativi ai guasti intercorsi tra il 2015 e il 2020 in una grande rete elettrica del Sud, alle condizioni meteo (temperatura ambientale e umidità) e ai flussi di energia, con l’obiettivo di identificare le possibili correlazioni. Nella successiva fase operativa, i ricercatori hanno provato il sistema così addestrato per l’analisi di una serie di dati di input (non visti in fase di addestramento). Tra gli algoritmi testati, uno in particolare ha dato i risultati più accurati in termini di previsione di futuri guasti alla rete elettrica studiata in funzione sia delle condizioni meteorologiche che del fabbisogno energetico.


Biometano, al via progetto UE per lo sviluppo di nuove tecnologie di produzione Il progetto Biomethaverse prevede di aumentare la produzione del 66%, di ridurre i costi di produzione del 44%, evitare l’emissione in atmosfera di 113 milioni di tonnellate di CO2 equivalente e creare circa 300 mila nuovi posti di lavoro

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a preso avvio il nuovo progetto europeo Biomethaverse da 10 milioni di euro, al quale partecipa Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che punta entro il 2030 ad aumentare la produzione di biometano, riducendo costi di produzione ed emissioni di gas a effetto serra e creando circa 300 mila nuovi posti di lavoro. In particolare, si prevede di aumentare la produzione del 66%, di ridurre i costi di produzione del 44%, di evitare l’emissione in atmosfera di gas a effetto serra (-113 milioni di tonnellate di CO2 equivalente) e di circa 300 mila nuovi posti di lavoro. “Il progetto avrà come scopo fondamentale la realizzazione di impianti dimostrativi per la produzione di biometano. Ma prima di tutto dovremo arrivare a diversificare la base tecnologica, aumentarne l’efficienza produttiva e abbattere i costi. Questo gas è ancora costoso da produrre e le tecnologie di metanazione ancora poco mature e diffuse” spiega Alessandro Agostini, ricercatore del laboratorio Accumulo di Energia, Batterie e tecnologie per la produzione e l’uso dell’Idrogeno e referente per Enea del progetto insieme ai colleghi Claudio Carbone e Alberto Giaconia.

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5 VIE INNOVATIVE PER LA CONVERSIONE A BIOMETANO Nei quattro anni e mezzo previsti, il progetto Biomethaverse dovrà dimostrare cinque vie innovative di conversione a biometano in altrettanti Paesi europei (Francia, Grecia, Svezia, Ucraina e Italia presso l’impianto di CAP Holding, in provincia di Milano), sotto il coordinamento della European Biogas Association. In dettaglio, in quattro dimostratori di Biomethaverse il biogas o il syngas verranno combinati con idrogeno rinnovabile, mentre nel quinto caso, sarà utilizzata direttamente elettricità rinnovabile per aumentare la resa complessiva di biometano prodotto da microorganismi.

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Il doppio volto dell’edilizia: Involucro e Costruzioni Rinnovata nel nome e nel concept, ME-MADE expo la manifestazione di riferimento dell’edilizia torna in presenza a Rho Fiera e si articolerà in due saloni per parlare di innovazione e sostenibilità del settore a cura della REDAZIONE

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00 aziende, 4 padiglioni, 30.000 mq, più di 250 top buyer esteri selezionati da Fiera Milano e Agenzia ICE, per una quattro giorni ricca di iniziative, incontri e convegni in cui fare sistema sulle sfide che attendono il comparto. Queste le ottime premesse per la nuova edizione della Fiera dedicata al settore edilizio che quest’anno cambia anche nome e diventa ME-MADE Expo. Dal 15 al 18 novembre 2023 i protagonisti del mondo dell’edilizia si ritroveranno a Milano per raccontare materiali, tecnologie, soluzioni per realizzare edifici sostenibili, efficienti sul piano energetico, meno inquinanti, digitali e tecnologicamente integrati, in grado di offrire maggiore comfort ed elevata qualità dell’abitare.

NUOVO CONCEPT E NUOVO LAYOUT ME 2023, con un nuovo concept e un nuovo layout, si svilupperà su quattro padiglioni e 30.000 mq di superficie, articolati in due saloni verticali, Involucro e Costruzioni, che affiancheranno la building community nella necessaria evoluzione dell’ambiente costruito, improntata all’insegna dell’Innovazione e della Sostenibilità. In un contesto estremamente stimolante e di rinnovata competitività internazionale ME sarà occasione utile di aggiornamento e confronto per l’intero comparto, con l’intento di analizzare e proporre soluzioni e nuovi paradigmi legati alla sostenibilità, alla qualità dell’abitare e alle nuove normative www.casaeclima.com

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europee, ma anche alla transizione ecologica, al riciclo dei materiali, all’efficienza energetica, alla decarbonizzazione di riscaldamento e raffrescamento, alle soluzioni di prossimità per integrare rinnovabili e digitale.

UN RICCO PROGRAMMA Tra i tanti appuntamenti in programma: l’ottava edizione di FEL, la rassegna espositiva per gli operatori del colore e decor; la capsule Material Next 2023, l’iniziativa focalizzata sui materiali sostenibili e performanti; il progetto Design for circularity - Call for Challenges, realizzato in collaborazione con la Scuola di Architettura, Urbanistica ed Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano; UNBUILT - Unrealized Projects, in collaborazione con Platform, per dare visibilità all’architettura del non costruito; vari cicli di incontri tra cui RE-REgeneration|Real Estate e The Place To Build; senza tralasciare ME AWARD e la START UP ZONE.

I PATROCINI Organizzata da Made Eventi srl, società di Fiera Milano (60%) e Federlegno Arredo Eventi (40%), ME-MADE expo 2023 può contare sui patrocini del Comune di Milano e delle associazioni di settore Assimpredil Ance, Assorestauro, Federbeton, Finco, Fondazione Promozione Acciaio, Unicmi, ISI-Ingegneria Sismica Italiana. Con l’obiettivo di incentivare le opportunità di business per espositori e visitatori,

la manifestazione si inserisce nell’ambito di MIBA-Milan International Building Alliance, l’evento che riunirà in un’unica cornice quattro manifestazioni: GEE - Global Elevator Exhibition, SICUREZZA e SMART BUILDING EXPO, oltre naturalmente a ME.

IL MERCATO DELL’EDILIZIA: I DATI Questa edizione si inserisce in un contesto di mercato particolare. Secondo le elaborazioni realizzate dal Centro Studio Unicmi per ME-Made expo, dopo un 2022 segnato da risultati eccezionali per il settore delle costruzioni, il biennio 2023-2024 registrerà una crescita degli investimenti di oltre 14 miliardi di euro nelle costruzioni residenziali e di circa 10 miliardi in quelle non residenziali. Una crescita significativa – soprattutto perché valutata al netto di potenziali incentivi – anche se gli effetti potrebbero, purtroppo, essere parzialmente raffreddati dall’incidenza dell’inflazione e dell’innalzamento dei tassi. Per il recupero residenziale, che nel 2022 ha registrato una crescita del 20% circa, è atteso un incremento del 10% circa nel 2023. Anche per gli investimenti in infrastrutture, cresciuti del 22% nel 2022, si attende un aumento del 12% nel 2023 e del 14% nel 2024, la crescita netta degli investimenti nel settore infrastrutture sfiorerà i 9 miliardi nel biennio 23-24. Questi numeri potrebbero crescere ulteriormente sulla spinta dell’avvio dei lavori del PNRR che prevede 60 miliardi di investimenti in infrastrutture entro il 2026.

È in quel ‘Work for progress’ scelto come claim per ME 2023 che si racconta tutto il valore di un settore in continua evoluzione, capace di interpretare il presente per disegnare il futuro del nostro abitare, avendo chiari gli obiettivi di sostenibilità. Le nostre aziende, e lo hanno dimostrato in questi anni così complicati, hanno saputo reggere l’urto della crisi, facendo proprio della sostenibilità una leva di competitività. Adesso risulta fondamentale l’attenzione da parte delle istituzioni e la condivisione del percorso da intraprendere che non può prescindere da una pianificazione a lungo termine e da una fattibilità economica. In tal senso ME 2023 è l’occasione migliore per fare sintesi.

GIANFRANCO MARINELLI, Presidente di MADE Eventi e Presidente di Federlegno Arredo Eventi

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IDROPITTURE DI QUALITÀ PER MURI È il 1928 quando la Montecatini costituisce la società Duco per la produzione e la vendita di vernici. Come Partner c’è l’americana Du Pont e il suo famoso smalto Dulox, il primo prodotto pensato per le esigenze della nascente industria automobilistica, ma non solo, dulox è anche lo smalto usato da Pollock per le sue opere, per la sua Pittura d’Azione. Nel 1948 nei laboratori Duco Montecatini nasce Ducotone, la prima idropittura della storia. La pittura che accompagna l’Italia nel suo dopoguerra. Un prodotto rivoluzionario destinato a rappresentare una tappa fondamentale per il progresso tecnologico di tutto il settore.Una leadership conquistata oltre 75 anni fa e difesa nel tempo grazie ad una costante ricerca. Ducotone con il passare degli anni si è evoluto offrendo risposte sempre più adeguate alle nuove esigenze di mercato. Una gamma completa di idropitture di altissima qualità adatte a risolvere qualsiasi problema del muro. Ducotone ha accompagnato generazioni di professionisti della pittura e reso più belle le case di milioni di italiani. Una leadership conquistata 75 anni fa e difesa nel tempo grazie a una costante ricerca e innovazione. Da 75 anni Ducotone è sinonimo di qualità ed eccellenza, ma anche di passione e capacità di guardare sempre avanti. Un marchio con un grande passato alle spalle e un futuro fatto di innovazione, sostenibilità e bellezza. Un futuro da vivere insieme. Ducotone, unico e inimitabile, da sempre. www.duco.it

VERNICE PER LUCERNARI A ELEVATA RESISTENZA Thermo-Lux per lucernari è la vernice di Nanotech inside®, semitrasparente, termoriflettente, idrorepellente, antialga ad elevata resistenza. È monocomponente, acrilica e a basso contenuto di V.O.C. Trova impiego in edilizia civile ed industriale, ideale per lucernari in vetroresina, policarbonato e vetro che generano calore e abbaglio eccessivo. Gli elevati valori di riflettanza solare consentono di bloccare il 90% della radiazione UV e riflettere il 90% della radiazione IR. Impedisce così il surriscaldamento interno e rende più fresco ogni ambiente abitativo e di lavoro, evitando il rischio del fenomeno “testa calda”. Abbassa la temperatura interna del sottotetto anche di -11,5 °C; riduce sensibilmente l’uso di sistemi di A/C e consente, grazie al risparmio energetico, di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera. È la soluzione definitiva ai problemi di surriscaldamento derivanti dai lucernari in copertura di capannoni industriali – che in estate – possono compromettere lo stoccaggio di prodotti alimentari deperibili, cosmetici, ecc. nei piani più alti a causa delle elevate temperature. Migliora il rendimento dei lavoratori, incrementandone la produttività e riducendo il rischio di infortuni e/o casi di svenimento. L’aspetto semi-trasparente della vernice applicata permette il passaggio del 70% della luce visibile, e garantisce un’elevata ma diffusa trasmissione luminosa priva di fastidiosi abbagli (- 90% di abbaglio). Applicabile a spruzzo, aderisce direttamente sulle superfici; riduce gli stress termici e meccanici delle superfici e allunga il ciclo vita dei lucernari (minor degrado comporta meno manutenzione nel tempo e più risparmio economico). Le innovative vernici di Nanotech inside® per cool roof sono ideali anche per tetti in guaina, cemento e metallo. Contrastano gli effetti negativi dell’Urban Heat Island UHI. www.nanotechinside.com www.casaeclima.com

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CALCESTRUZZI A ELEVATA DURABILITÀ

SOLUZIONI DI SORVEGLIANZA TEMPORANEA E SEMIPERMANENTE Aria di novità per la building community in Italia che si arricchisce di un nuovo player sinonimo di innovazione e tecnologie all’avanguardia nell’ambito della protezione di cantieri e progetti edilizi. Stiamo parlando di BauWatch, specializzato nel settore delle soluzioni di sorveglianza temporanea e semipermanente con rilevamento basato su Intelligenza Artificiale. Con tredici anni di esperienza alle spalle e una base clienti di oltre 25.000 aziende presenti a livello internazionale, il Gruppo continua il progetto di espansione in Europa, aprendo una sede nel nostro Paese e mettendo a disposizione del mercato italiano il comprovato know-how. Fondata nei Paesi Bassi e oggi presente in Germania, Inghilterra, Belgio, Francia e Spagna, BauWatch progetta e realizza torri mobili di videosorveglianza che garantiscono la sicurezza di siti in costruzione, parchi solari, progetti infrastrutturali, cantieri, parcheggi, immobili commerciali, campi agricoli e laddove ve ne sia necessità. La prima presentazione ufficiale dell’azienda italiana sarà al ME-Made Expo, la manifestazione di riferimento per il mondo dell’edilizia in programma a metà novembre che in quattro giorni si animerà di iniziative, incontri e convegni in cui fare sistema sulle sfide che attendono il comparto. Sarà questa l’occasione per BauWatch di raccontarsi e mostrare le sue soluzioni all’avanguardia che consentono di prevenire, evitare e risolvere intrusioni non autorizzate, furti e vandalismo. Tutto questo in uno spazio espositivo dedicato dove sarà possibile entrare in contatto con il team italiano e toccare con mano i sistemi BauWatch. www.bauwatch.com 24

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Penetron Italia sarà presente a MADE EXPO e presenterà il progetto ReSHEALience. Appuntamento presso il PADIGLIONE 2P Stand F09 – G10. ReSHEALience è un progetto di ricerca avviato con il supporto dell’Unione Europea nell’ambito del programma “Horizon 2020 per la Ricerca e l’Innovazione”. Il progetto ha avuto inizio nel gennaio 2018 e si svilupperà nell’arco di 48 mesi. Il Politecnico di Milano guida il consorzio del progetto, composto da 14 partner e tre “linked third partners” provenienti da 8 diversi Paesi. I principali obiettivi di ReSHEALience sono quelli di sviluppare calcestruzzi ad elevata durabilità (Ultra High Durability Concrete UHDC) e di proporre una metodologia di progetto “DAD” (Progetto Basato sulla Verifica di Durabilità - Durability Assessment-Based Design) per strutture sia realizzate interamente ex novo, sia riparate/rinforzate con UHDC, al fine di migliorarne la durabilità e prevederne le prestazioni a lungo termine in condizioni ambientali estremamente aggressive (EAE - Extremely Aggressive Conditions). Il progetto, finanziato dalla Commissione Europea attraverso H2020, parte dalla considerazione che il comportamento a lungo termine delle strutture in condizioni estreme (EAE) può trarre grande beneficio dall’utilizzo di materiali ad alte prestazioni, nel quadro di approcci di progettazione basati sulla durabilità. Il progetto intende sviluppare un nuovo concetto di “materiale cementizio avanzato”, denominato UHDC, aggiornando i concetti di HPFRC e UHPFRC, attraverso l’aggiunta di componenti alla nanoscala, definiti per raggiungere gli obiettivi pianificati. Il progetto vuole inoltre aggiornare i metodi sperimentali per la valutazione della durabilità dell’UHDC nelle condizioni di servizio e sviluppare un modello teorico per la previsione dell’invecchiamento e del degrado delle strutture in UHDC. www.penetron.it

Esempio di progetto pilota 3 – (XS, TRL7)- Attacco indotto dal Mar Mediterraneo


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MASSETTI DI SOTTOFONDO ECO-ISOLANTI La tecnologia G MIX comprende una serie di miscele granulari provenienti da materie plastiche di riciclo, che vengono impiegate come aggregato in malte cementizie (in sostituzione dell’aggregato naturale quale sabbia, argilla espansa, ecc.) per realizzare massetti di sottofondo alleggeriti con elevatissime proprietà di isolamento termo-acustico e resistenza meccanica. Grazie alla incessante attività di ricerca e sviluppo sostenuta dall’azienda produttrice, la tecnologia G MIX è attualmente protagonista di una straordinaria evoluzione, che ha permesso di conseguire un duplice risultato in ambito ambientale e in ambito energetico. La linea di miscele evolute G MIX evo consente di realizzare sottofondi sempre più prestanti e funzionali sia in fase progettuale che costruttiva (isolanti, leggeri, resistenti, ignifughi, pendenzabili, impermeabilizzabili) che possono sostituire i pannelli isolanti tradizionali in un numero sempre maggiore di casi. In particolare, l’impiego dei sistemi G MIX nella coibentazione delle coperture consente di ottenere eccezionale inerzia e sfasamento termico, prestazione preziosissima per il risparmio energetico ed il benessere degli occupanti, altrimenti irraggiungibile con i tradizionali sistemi isolanti a pannelli leggeri. La linea di miscele evolute G MIX evo rappresenta un caso sempre più notevole ed efficiente di economia circolare, che consente di posare in opera quantità significative di materiale riciclato, che potrà essere nuovamente recuperato e riciclato a fine vita dei fabbricati. Tali caratteristiche rendono il prodotto G MIX ideale per gli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione e per gli interventi di efficientamento energetico, poiché conforme ai CAM (Criteri Ambientali Minimi). www.gmix.it

LINEA DI PRODOTTI A EMISSIONI ZERO Mapei porta a MADE EXPO 2023 le sue migliori soluzioni per l’edilizia. Continuando a percorrere la strada della sostenibilità intrapresa da tempo, Mapei ha introdotto quest’anno la Linea Zero, un’intera linea di prodotti a emissioni di CO2 completamente compensate per l’intero ciclo di vita, che comprendeva inizialmente 14 prodotti per la posa di ceramica e per l’edilizia. La Linea Zero continua a crescere con nuovi prodotti, a partire da Mapelastic, la storica malta cementizia elastica per l’impermeabilizzazione di balconi, terrazzi e l’ambiente bagno, e Monolastic, l’impermeabilizzante cementizio monocomponente elastico per balconi e terrazzi, bagni, docce e piscine. Presso lo stand Mapei sarà possibile scoprire da vicino anche l’offerta di soluzioni certificate per l’uso strutturale e di sistemi di rinforzo. In particolare, i sistemi Mapenet EMR, di tecnologia CRM (Composite Reinforced Mortar) che hanno da poco ottenuto il Certificato di Valutazione Tecnica (CVT), rilasciato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Al fine di coprire tutte le esigenze progettuali, CRM SYSTEM - Mapenet EMR di Mapei presenta una gamma completa di soluzioni che comprende tre tipologie di maglia (99x99, 66x66, 33x33), varie lunghezze di connettori e angolari preformati per una posa in opera ancora più agevole. www.mapei.com

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LINEA DI PRODOTTI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE PER UNA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE

LASTRA DRENANTE DI SPESSORE 4 CM BAGATTINI®, che da anni propone soluzioni innovative per le pavimentazioni esterne e masselli drenanti per uso carrabile (anche pesante), presenterà a MADE EXPO 2023 la nuova MEGADRAIN: la prima lastra drenante di spessore 4 cm per uso pedonale, permeabile al 100% (test di permeabilità secondo alla norma UNI EN 12697). Parte della nota linea BAGAflame, MEGADRAIN è caratterizzata da tipiche striature fiammate in grado di donare agli spazi esterni un design moderno ed accattivante. Le lastre MEGADRAIN, grazie alla loro capacità drenante, garantiscono assenza di pozzanghere permettendo all’acqua di filtrare naturalmente attraverso di esse negli strati inferiori del terreno. Tutte le lastre sono antiscivolo secondo le recenti Norme EN 16165 e EN 15288-1 e non si riscaldano (finiture certificate S.R.I.), permettendo comfort e sicurezza a piedi nudi anche in caso di sole battente. Inoltre sono resistenti e durevoli nel tempo e la posa a secco consente una rapida installazione e la possibilità di manutenzione dei sottoservizi o la sostituzione, lo spostamento e il riutilizzo senza necessità di demolizione. Un prodotto dalle alte performance e con un ciclo di vita sostenibile che permette di progettare e realizzare spazi outdoor con uno sguardo alla salvaguardia ambientale, nel pieno rispetto dei Criteri Ambientali Minimi (C.A.M.) e LEED® compliance. www.bagattinipav.com

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Il settore delle costruzioni rappresenta quasi il 40% delle emissioni annue di CO2 a livello mondiale. Con l’utilizzo di prodotti come webercol Ultragres newlife e weberplan MR81 newlife possiamo costruire soluzioni sempre più a basso impatto ambientale e contribuire ad un profondo cambiamento del settore, verso la strada che conduce a una neutralità delle emissioni di carbonio. La gamma newlife a marchio Weber di Saint-Gobain Italia è composta dal massetto weberplan MR81 newlife, un massetto a consistenza terra umida a presa normale ed asciugamento rapido, a lavorabilità migliorata per applicazioni in interno, e dalla colla webercol Ultragres newlife, un adesivo a deformabilità migliorata ed alta capacità bagnante per la posa di ceramica, marmo, pietre naturali in interno ed esterno. I prodotti sono nati con l’obiettivo di concretizzare l’impegno di Saint-Gobain per l’ambiente e proporre delle soluzioni per una progettazione sostenibile: grazie alla presenza di leganti alternativi al cemento portland è possibile contribuire attivamente alla riduzione di emissioni di CO2 a parità di prestazioni; i leganti infatti, ottenuti da materie prime seconde o sottoprodotti di altre produzioni industriali (nel caso di webercol Ultragres newlife composti dal 99% di materiale riciclato) sono opportunamente bilanciati tra loro con l’innovativa tecnologia newlife binder technology per ottenere caratteristiche equiparabili al cemento. L’innovazione però non si ferma, i laboratori Saint-Gobain continuano nella ricerca di nuovi leganti e di un bilanciamento in grado di ottenere performance sempre migliori. www.it.weber


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IL CAD VERSIONE 2024, PAROLE D’ORDINE: VELOCITÀ E FLUIDITÀ Nel CAD versione 2024 di ZWCAD i dati della nuvola di punti sono un set 3D costituito da un gran numero di punti che possono essere ottenuti da scanner laser. La funzione viene utilizzata principalmente nel rilevamento e nella mappatura, nella ristrutturazione di edifici, nei reperti archeologici ma gli utilizzi sono pressoché illimitati. I formati al momento supportati sono: RCS, RCP, E57, LAS, LAZ, e PTS. Flexiblock è un tipo di blocco particolare: aggiungendo parametri e azioni specifiche all’oggetto, questo può essere “trasformato”. Gli utenti possono regolare liberamente la forma del blocco in base ai parametri impostati. Attualmente, i flexiblock supportano azioni come “sposta”, “allunga”, “ridimensiona” e “ruota”.

Miglioramenti all’efficienza Il testo multilinea è stato reso più pratico e facile da usare. Il salvataggio incrementale permette una maggiore velocità in fase di salvataggio con un inferiore rischio di corruzione dei file a causa delle sovrascritture. Accelerazione Hardware è possibile sfruttare appieno le configurazioni del computer migliorando notevolmente le prestazioni e la velocità del software, aumentando così l’efficienza dell’utente e la precisione del disegno. www.zwcaditalia.it

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L’importanza di essere ermetici Dal recupero del calore prodotto a una qualità dell’aria indoor decisamente superiore. I motivi per scegliere di adottare la ventilazione meccanica controllata PATRIZIA RICCI

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SPECIALE

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li edifici rappresentano uno dei settori più energivori in Europa. È stato ormai riconosciuto in ambito europeo che essi consumino il 40% dell’energia e generino il 36% delle emissioni di gas ad effetto serra. “Inoltre, gli immobili meno efficienti consumano dieci volte più energia di quelli nuovi o ben ristrutturati: di questi consumi si dovrà tenere conto nelle scelte di pianificazione e investimento”. Ne è convinta l’attuale Commissaria Ue per l’Energia, Kadri Simson. Per questo motivo tutte le politiche europee in materia spingono verso una riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, anche mediante una serie di incentivi e bonus economici messi in campo dai Governi dei Paesi membri. Va in questa direzione anche il via libera del Parlamento europeo alla direttiva Ue sulle “case green”: il provvedimento avanzato dalla Commissione europea per migliorare le performance energetiche degli edifici inserito nel pacchetto di riforme Fit for 55, con il quale l’Unione Europea intende ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere le emissioni zero entro il 2050. Il testo della “Energy performance of building directive (Epbd)” – che potrà subire delle modifiche prima di diventare definitivo - nasce con l’intento di riqualificare il parco immobiliare dell’Ue e migliorarne l’efficienza energetica. Il provvedimento si inserisce nel solco di una serie di disposizioni normative che

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hanno contribuito a generare un mercato delle ristrutturazioni e riqualificazioni immobiliari che, negli ultimi anni, ha visto un vero e proprio boom, anche grazie alle detrazioni per la riqualificazione energetica introdotte con gli incentivi fiscali Ecobonus e Superbonus, mediante le quali, nel nostro Paese, è stato avviato un processo di evoluzione e ammodernamento del patrimonio edilizio esistente, con abitazioni sempre più performanti dal punto di vista della resa energetica, ma anche sempre più ermetiche e sigillate. Negli interventi di efficientamento energetico, infatti, soprattutto se con isolamento termico, le elevate prestazioni di tenuta all’aria dell’edificio ottenute grazie al miglioramento dei materiali edili utilizzati per la coibentazione dell’involucro mediante l’installazione di cappotti esterni, l’abbattimento dei ponti termici e la sostituzione degli infissi, possono essere causa di problemi di ristagno d’aria in mancanza di un’adeguata e frequente aerazione. La progettazione dell’isolamento termico di un edificio implica anche quella della tenuta all’aria dell’edificio; tuttavia, se l’ermeticità che si ottiene rappresenta un pregio sotto l’aspetto dei consumi di energia, lo stesso non si può dire per la qualità dell’aria interna. In tali interventi, assume quindi un ruolo cruciale la corretta progettazione del ricambio d’aria tramite VMC. I sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) – ed in particolar modo quelli con recupero di calore


VMC - sono indispensabili per garantire la corretta aerazione e la salubrità degli spazi indoor, senza inficiare la migliorata efficienza dell’edificio e contribuendo al suo incremento.

IMPIANTI VMC: I VANTAGGI L’impianto di ventilazione meccanica controllata garantisce una serie di importanti vantaggi che lo rendono un sistema indispensabile, sia nelle nuove abitazioni che, come abbiamo già detto, nella riqualificazione di quelle esistenti, la cui riconversione richiede una progettazione finalizzata al miglioramento delle performance energetiche, che tenga conto della qualità dell’aria in ambienti sempre più ermetici, nei quali la minimizzazione delle dispersioni termiche rende necessario un ricambio aria più frequente. Infatti, una ventilazione insufficiente o inadeguata, cioè l’assenza di una regolare e frequente aerazione degli ambienti interni, è causa di accumuli di umidità che possono dar luogo, nei punti critici, alla formazione di fenomeni di condensa e muffe dannose per la salute degli occupanti, percezione di aria viziata, malessere e sonnolenza da eccesso di CO2 e accumulo di polveri, allergeni e inquinanti come i VOC (dall’inglese Volatile Organic Compounds). A seguito della recente pandemia da Covid-19, è ormai chiara a tutti la necessità di ridurre germi, virus, batteri e altri inquinanti. Uno dei principali vantaggi della ventilazione meccanica controllata (VMC) riguarda proprio la salubrità dell’aria, fondamentale per il comfort e il benessere delle persone. Si tratta, infatti, di una tecnologia molto vantaggiosa che, immettendo continuamente aria pulita e filtrata nei locali, assicura, in edifici con un buon involucro “a tenuta” ma insufficientemente ventilati, il regolare ricambio d’aria, garantendo il massimo benessere in casa. Inoltre, essendo filtrata, l’aria immessa nell’ambiente è idonea anche a soggetti allergici e asmatici. Tuttavia, la salubrità dell’aria e la tutela della salute degli occupanti nonsono certo gli unici vantaggi: un altro, non meno importante, è legato all’incremento dell’efficienza energetica dell’edificio, che si traduce anche in bollette meno care, e interessa il risparmio di energia. Rispetto alla ventilazione naturale, nella quale il ricambio d’aria viene ottenuto aprendo le finestre, con la VMC il miglioramento energetico è assicurato in ragione del recupero di calore dall’aria in espulsione. I modelli più recenti di impianti VMC sono infatti dotati di recuperatori di calore ad elevata efficienza, che li rendono ancor più virtuosi dal punto di vista energetico. Grazie a queste tecnologie, il “rendimento” della macchina, ovvero la percentuale di calore che la Ventilazione Meccanica Controllata può recuperare, può arrivare al 90% e, in qualche caso, anche di più. Il vantaggio dato dal risparmio energetico aumenta soprattutto negli edifici ben isolati, nei quali le dispersioni

energetiche “per trasmissione” attraverso l’involucro sono già notevolmente ridotte. Va, inoltre, sottolineato che, a prescindere dai recuperatori di calore, evitando di aprire continuamente le finestre o le porte finestra, si riducono dispersioni di calore che contribuiscono all’aumento dei costi in bolletta. Gli altri “meriti” della VMC, oltre a quelli già menzionati relativi alla: ■ ventilazione costante, che assicura anche una corretta regolazione termoigrometrica dell’ambiente prevenendo la formazione di problematiche quali condense e muffe; ■ filtrazione dell’aria immessa nell’ambiente interno, con evidenti benefici per soggetti affetti da allergie e da patologie a carico del sistema respiratorio; ■ recupero del calore, altrimenti dissipato con la ventilazione naturale, si riassumono nella: ■ possibilità di integrare sistemi di umidificazione e deumidificazione, ma anche sistemi di climatizzazione “a tutta aria” (o “aria primaria”); ■ riduzione dell’inquinamento acustico esterno e conseguente aumento del comfort acustico interno: entrambi sono diretta conseguenza del venire meno della necessità di aprire le finestre – che all’occorrenza possono essere liberamente aperte senza causare alcuno scompenso del sistema di VMC – e della notevole silenziosità degli impianti più recenti, anche nelle ore notturne, quando opportunamente progettati e dimensionati; ■ aumento del valore dell’edificio sul mercato immobiliare, come conseguenza del miglioramento energetico conseguito con l’installazione di un impianto di VMC. Consentendo il ricambio dell’aria in modo controllato, per singoli ambienti o zone, evitando dispersioni e di conseguenza sprechi di energia, l’impianto di ventilazione meccanica VMC rappresenta quindi una soluzione all’avanguardia, sempre più scelta anche in ambienti residenziali da chi sta costruendo, ristrutturando o restaurando la propria abitazione. Tali sistemi sono, infatti, in grado di fornire una risposta moderna ed efficiente alle esigenze di un maggior comfort abitativo di ambienti richieste da soluzioni edilizie sempre più raffinate dal punto di vista dell’isolamento termico.

COME FUNZIONA L’IMPIANTO DI VENTILAZIONE MECCANICA Secondo l’ASHRAE 62.1-2020 (https://www.ashrae.org/technical-resources/bookstore/standards-62-1-62-2), la VMC viene definita come “il processo di immissione e/o estrazione d’aria e/o verso un ambiente confinato con lo scopo di controllare

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SPECIALE

i livelli di inquinante, l’umidità o la temperatura”. Relativamente ad un ambito residenziale, quindi, l’impianto di ventilazione meccanica controllata è quel sistema dedicato al ricambio d’aria continuo che fornisce nuova aria pulita, ventilando gli ambienti in modo controllato, ovvero in relazione al reale fabbisogno e al tasso di umidità presente in una stanza. Si tratta dunque di una tecnologia abbastanza semplice, che solo recentemente ha preso piede nel settore residenziale ma è già utilizzata da diverso tempo in quello terziario o industriale, la cui forza risiede nel trattamento dell’aria e nel recupero di calore. Da qualche anno, infatti, l’introduzione delle classi energetiche e del controllo del fabbisogno energetico annuale dell’unità immobiliare nel settore residenziale, ha incrementato la produzione di soluzioni per il settore privato, facendone abbassare i costi di acquisto e gestione. Va inoltre precisato che, il raggiungimento di determinati standard energetici di classe elevata, come la A4, per esempio, non possono prescindere dall’installazione di un valido impianto di VMC. Vediamo, in sintesi, come funziona questa tipologia di impianto.

VMC: FUNZIONAMENTO E TIPOLOGIE Come noto, la Ventilazione Meccanica consente lo scambio d’aria tra l’interno e l’esterno di una abitazione in modo continuo, sottraendo l’aria esausta dall’unità immobiliare ed immettendo aria nuova dall’esterno, priva di agenti patogeni e riscaldata o raffrescata, in funzione della stagione. In questo senso, la VMC contribuisce ad una maggiore qualità dell’aria indoor, tanto che, negli edifici pubblici, è stata resa obbligatoria dal 6 Dicembre 2022, data in cui è entrato in vigore il decreto del

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23 giugno 2022 (vedi Box 1). La tipologia di impianto sopra descritta viene definita a “singolo flusso”. Il sistema può funzionare anche a “doppio flusso”. In questo caso, la ventilazione forzata viene affidata a due unità ventilanti, anziché una sola, mediante le quali la macchina aspira aria esterna pulita, filtrandola e rimuovendo pollini e inquinanti, e contemporaneamente preleva l’aria interna inquinata da differenti agenti; nell’impianto è inoltre presente uno scambiatore di calore a flussi incrociati che recupera il calore nell’aria estratta internamente e lo cede a quella aspirata dall’esterno, che solitamente si trova ad una temperatura inferiore nel periodo invernale, pre-riscaldando la massa d’aria entrante. Occorrendo meno energia per portare a regime la temperatura dell’aria immessa, la VMC permette quindi, evidentemente, di risparmiare sul riscaldamento in inverno, e funzionando anche al contrario, di mantenere, nei vari ambienti in cui è installata, la temperatura fresca ideale in estate. Unitamente alla necessità di non dover aprire più le finestre per i ricambi d’aria viziati, il principio su cui si basa questa tecnologia consente un contenimento energetico. Nel sistema a doppio flusso sono presenti due canalizzazioni distinte - una estrae l’aria viziata e l’altra aspira l’aria dall’esterno - e un’unità di ventilazione con sistema di recupero di calore. Rispetto al singolo flusso, il funzionamento a doppio flusso, sebbene abbia un costo iniziale maggiore, grazie alla presenza dello scambiatore di calore, garantisce ottime prestazioni in termini di efficienza energetica che consentono di ammortizzare in un tempo breve l’investimento iniziale. Il sistema VMC, infatti, è progettato per fornire una ventilazione bilanciata e continua, evitando l’apertura delle finestre e riducendo i consumi attraverso un elevato recupero energetico (stimato addirittura al 90%). Il rendimento del recuperatore è proporzionale alla quantità di calore che viene trasferita dall’aria interna a quella esterna. Tanto maggiore è quest’ultima, tanto più alto sarà il primo. Una volta attraversato lo scambiatore di calore, negli impianti centralizzati, la nuova aria pulita viene canalizzata e immessa nei singoli ambienti per mezzo delle bocchette. Una classificazione degli impianti VMC, così come la definizione dei requisiti minimi e i valori delle grandezze di riferimento durante il funzionamento vengono fornite dalla norma UNI 10339:1995 “Impianti aeraulici ai fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura”. È opportuno precisare che la UNI 10339:1995 è attualmente in fase di revisione per un adeguamento della stessa rispetto all’evoluzione del quadro normativo di settore che tenga conto di prescrizioni e indicazioni aggiornate allo stato dell’arte della tecnica sulla


VMC progettazione e sull’installazione degli impianti aeraulici per la ventilazione e per la climatizzazione (invernale e/o estiva) e i riferimenti e i richiami normativi (vedi Box 2). In merito alla suddivisione dei sistemi di VMC per le abitazioni, vengono identificate due grandi macrocategorie: impianti decentralizzati, detti anche puntuali, e centralizzati.

VMC CENTRALIZZATA O PUNTUALE: QUALE SCEGLIERE? Premesso che entrambe le soluzioni di VMC, sia quella puntuale che la centralizzata, hanno la stessa funzionalità e assicurano la corretta ventilazione dei locali, sono la conformazione e il funzionamento dell’impianto a distinguerle. L’impianto VMC centralizzato prevede l’installazione di una sola macchina in grado di gestire la ventilazione di più ambienti contemporaneamente, tramite una rete di tubazioni e bocchette che provvedono alla distribuzione e all’estrazione dell’aria in ogni ambiente. Nella configurazione puntuale, invece, l’impianto si compone di tanti dispositivi responsabili della ventilazione quante sono le stanze da trattare e la loro portata dipende chiaramente dal volume d’aria da gestire. Quindi l’impianto decentralizzato funziona installando le macchine per il ricircolo d’aria in ogni stanza. Entrambe le tipologie sono disponibili con doppio flusso e recupero di calore, per favorire l’aumento dell’efficienza energetica del sistema. Quindi, come valutare la soluzione più idonea alle proprie esigenze e quali aspetti prendere in considerazione per effettuare una scelta? Nel sistema centralizzato, un’unica macchina soddisfa il fabbisogno di ventilazione di un’intera abitazione, quindi, uno dei vantaggi consiste nell’avere una sola unità da gestire, sia per il funzionamento che per la manutenzione, ad esempio, per la pulizia dei filtri. Un altro vantaggio è dato dal ridotto impatto estetico, dal momento che la macchina solitamente viene installata in un controsoffitto e nessun componente dell’impianto è visibile, se non le bocchette per la ventilazione. Tuttavia, proprio per questo motivo, è necessario disporre dello spazio sufficiente per realizzare la canalizzazione dei flussi d’aria, cosa

SISTEMI DI VMC PER EDIFICI PUBBLICI

BOX 1

Lo scorso dicembre è entrato in vigore il decreto del 23 giugno 2022 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/08/06/22A04307/ sg) “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi”, con il quale, al criterio 2.4.5 dedicato alla “aerazione, ventilazione e qualità dell’aria”, si impone che: “Fermo restando il rispetto dei requisiti di aerazione diretta in tutti i locali in cui sia prevista una possibile occupazione da parte di persone anche per intervalli temporali ridotti è necessario garantire l’adeguata qualità dell’aria interna in tutti i locali abitabili tramite la realizzazione di impianti di ventilazione meccanica, facendo riferimento alle norme vigenti”, cioè secondo le norme UNI 10339 o UNI EN 16798-1. Il decreto, quindi, impone l’obbligo della ventilazione meccanica in tutti gli edifici pubblici. Ciò è conseguenza del fatto che la sola aerazione non è in grado di assicurare una buona qualità dell’aria indoor (Indoor Air Quality -IAQ), ovvero la qualità dell’aria interna che si respira negli ambienti confinati, quali abitazioni, uffici pubblici e privati, strutture comunitarie (ospedali, scuole, uffici, caserme, alberghi, banche), ambienti destinati ad attività ricreative e sociali (cinema, bar, ristoranti, negozi, strutture sportive) e mezzi di trasporto pubblici e/o privati (auto, treno, aereo, nave, etc). Inoltre, un’aerazione prolungata è causa di discomfort e sprechi di energia per il mantenimento della temperatura interna al livello di progetto. Negli edifici pubblici, gli impianti di VMC dovranno essere di nuova realizzazione oppure oggetto di riqualificazione di quelli esistenti. In base al decreto, infatti, “Per tutte le nuove costruzioni, demolizione e ricostruzione, ampliamento e sopra elevazione e le ristrutturazioni importanti di primo livello, sono garantite le portate d’aria esterna previste dalla UNI 10339 oppure è garantita almeno la Classe II della UNI EN 16798-1, very low polluting building per gli edifici di nuova costruzione, demolizione e ricostruzione, ampliamento e sopra elevazione e low polluting building per le ristrutturazioni importanti di primo livello, in entrambi i casi devono essere rispettati i requisiti di benessere termico (previsti al paragrafo 15) e di contenimento del fabbisogno di energia termica per ventilazione. Per le ristrutturazioni importanti di secondo livello e le riqualificazioni energetiche, nel caso di impossibilità tecnica nel conseguire le portate previste dalla UNI 10339 o la Classe II della UNI EN 16798-1, è concesso il conseguimento della Classe III, oltre al rispetto dei requisiti di benessere termico previsti al criterio “2.4.6-Benessere termico” e di contenimento del fabbisogno di energia termica per ventilazione”. Inoltre, “Al fine del contenimento del fabbisogno di energia termica per ventilazione, gli impianti di ventilazione meccanica prevedono anche il recupero di calore, ovvero un sistema integrato per il recupero dell’energia contenuta nell’aria estratta per trasferirla all’aria immessa (pretrattamento per il riscaldamento e raffrescamento dell’aria, già filtrata, da immettere negli ambienti)”.

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SPECIALE non sempre possibile quando si interviene su un edificio esistente. Inoltre, l’investimento iniziale per l’installazione è certamente più oneroso - le canalizzazioni per tutte le stanze ed il relativo cartongesso comportano infatti un costo aggiuntivo - e i tempi di realizzazione dell’impianto sono più lunghi. Occorre considerare anche la pulizia periodica delle tubazioni, che deve essere effettuata in modo professionale e, ovviamente, rappresenta un ulteriore costo. Di contro, l’impianto decentralizzato necessita di minore spazio, in quanto l’installazione delle unità è a parete – si tratta di apparecchi a vista, simili alle unità interne di un condizionatore split - e il sistema è meno invasivo dato che, essendo privo di canalizzazione, non richiede la realizzazione di opere murarie, ma di un solo foro in parete perimetrale. Questo comporta un minore costo di investimento iniziale e rende l’installazione più semplice negli edifici esistenti. Altri vantaggi riguardano l’assenza di tubazioni da ispezionare e pulire e la possibilità di regolare in modo puntuale il funzionamento della VMC in ogni ambiente, fattore da non trascurare, perché l’indipendenza delle unità installate consente di scegliere quali locali ventilare e quali parametri regolare in modo più accurato, come ad esempio CO2, ossigeno e umidità relativa, dotando ogni macchina di sensori da tarare in funzione delle esigenze di ogni singolo ambiente (vedi Box 3). Avere più apparecchiature significa gestire e pulire più unità, anziché una soltanto – anche se si tratta di una manu-

LA NORMA UNI 10339:95 E LE DIRETTIVE UE

BOX 2

In vigore dal 1995, la UNI 10339:95 è la principale norma tecnica in tema di impianti aeraulici. Tuttavia, le numerose Direttive per il miglioramento della qualità dell’aria negli ambienti interni emanate negli ultimi anni dalla Comunità Europea ne hanno imposto una revisione. In particolare, la Direttiva EN 13779 costituisce la base per la modifica della UNI 10339 da parte del CTI (Comitato Termotecnico Italiano). Nella norma vengono fornite indicazioni per la classificazione e la definizione dei requisiti minimi degli impianti e dei valori delle grandezze di riferimento durante il loro funzionamento. Per garantire livelli di benessere accettabili per le persone, mantenere adeguate caratteristiche termiche, igrometriche e di qualità dell’aria negli ambienti occupati e al contempo il contenimento dei consumi energetici, la UNI 10339 prescrive che gli impianti assicurino: un’immissione di aria esterna almeno pari a determinati valori minimi in funzione della destinazione d’uso dei locali; ■ una filtrazione minima dell’aria; ■ una movimentazione dell’aria con velocità entro determinati limiti. Sono individuati dalla norma anche i parametri e i tassi di concentrazione limite dei diversi inquinanti (biossido di zolfo, particolato, monossido di carbonio, ozono, biossido di azoto, piombo) per la valutazione della qualità dell’aria. Inoltre, è previsto che, sia l’aria esterna che quella di ricircolo, debbano essere filtrate mediante l’impiego di filtri di classe appropriata, in funzione dell’efficienza degli stessi. ■

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tenzione che è possibile eseguire in autonomia -, ma permette di scegliere in quali locali tenerle in funzione e di limitare i costi, installando, in un primo momento, solo le unità strettamente necessarie e predisponendo l’implementazione successiva del sistema aggiungendo altri apparecchi in un secondo momento. Tra gli svantaggi della VMC decentralizzata, c’è sicuramente un recupero energetico inferiore rispetto alla centralizzata, che spesso richiede un apporto di portata d’aria ulteriore per il raggiungimento del livello ottimale di temperatura e umidità relativa. Le unità VMC puntuali, quindi, non contribuiscono all’efficienza energetica con la stessa resa che hanno sistemi di ventilazione centralizzata con recupero di calore, che risultano molto più efficienti in termini di resa energetica, garantiscono maggiore uniformità e bilanciamento per l’equivalenza delle portate di immissione e di estrazione, evitando zone della casa in pressione o depressione, e il raggiungimento di portate d’aria in grado di soddisfare le condizioni ideali di temperatura e umidità. In conclusione, la VMC centralizzata è più effi-


VMC

ciente, ma richiede un investimento maggiore e un intervento più oneroso per l’installazione. La scelta tra i due sistemi, perciò, deve essere contestualizzata e misurata in base alle esigenze e alle possibilità dei committenti.

LA PURIFICAZIONE DELL’ARIA La purificazione dell’aria rimane una delle funzioni più importanti della ventilazione meccanica controllata. L’aria indoor risulta infatti più dannosa di quella esterna perché a quest’ultima, negli ambienti confinati, si aggiungono altri fattori inquinanti, classificati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in fisici, chimici e biologici, e connessi ad una insufficiente ventilazione, agli stessi materiali da costruzione, alla presenza di gas radon e sostanze chimiche impiegate per il riscaldamento e/o la pulizia, muffe, virus e batteri, ecc. Un sistema di ventilazione ben progettato è determinante per la qualità dell’aria indoor, potendo regolare il grado di umidità, il tasso di CO2 e prevenire la crescita di muffe, e quindi contribuendo alla “sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati” ai fini dell’agibilità edilizia, come previsto dall’art.24-25 del T.U. Edilizia 380/2001. Anche per l’OMS “la ventilazione riduce la concentrazione degli inquinanti e permette di controllare la temperatura e l’umidità all’interno degli edifici”. In riferimento al tasso di umidità ideale per un’abitazione, l’OMS ha fornito i valori di riferimento per garantire il giusto comfort in funzione della tempe-

ratura indoor, tenendo presente che maggiore è la temperatura, minore sarà il grado di tollerabilità dell’umidità (WHO guidelines for indoor air quality: dampness and mould - https://www.who. int/europe/publications/i/item/9789289041683). Nel documento viene inoltre precisato che, quando superiore al 60%, l’umidità relativa favorisce la formazione di condensa sui muri, vetri e pareti, mentre sotto il 40% aumenta la sensazione di secchezza e sete, per via delle mucose che tendono ad asciugarsi. Il tasso di umidità dovrebbe anche variare in funzione delle attività praticate in alcuni ambienti, quali la cucina e il bagno, nei quali è normale che il tasso di umidità sia più elevato rispetto alla zona giorno, la cui temperatura è compresa tra i 20°C e i 22°C, per la presenza di vapore acqueo che si diffonde in entrambi i locali e si deposita sulle superfici e per le condizioni ottimali create per la formazione di muffa dalla cottura dei cibi e l’utilizzo di acqua calda. Ad ogni modo, il tasso di umidità dovrebbe comunque essere compreso tra il 50% e il 60% con una temperatura di 18°C-19°C in cucina e di 22°C-24°C in bagno. La ventilazione, dunque, può influenzare i parametri microclimatici e svolge un ruolo importante nel processo di termoregolazione del corpo umano e nel garantire situazioni di comfort ambientale. In particolare, la condizione di “benessere termico”, cioè lo stato di piena soddisfazione nei confronti dell’ambiente stesso, si verifica solo se i parametri ambientali temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria sono opportunamente graduati. Benessere microclimatico e comfort ambientale si riferiscono alla condizione ambientale in cui l’aria interna è percepita come ottimale dalla maggior parte degli occupanti dal punto di vista delle proprietà sia fisiche (temperatura, umidità, ventilazione) che chimiche (aria “pulita” o “fresca”). Nella tabella 1, tratta dal sito del Ministero della Salute (https://www.salute.gov.it/portale/temi/ p2_6.jsp?id=4387&area=indor&menu=vuoto) vengono riportate le condizioni microclimatiche ottimali di un ambiente, per attività fisica moderata (sedentaria), abbigliamento adeguato e in assenza di irraggiamento, in cui la maggioranza degli “occupanti”, si trova in una sensazione di benessere termico.

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SPECIALE Tabella 1. Condizioni microclimatiche ottimali (fonte: Ministero della Salute). Condizioni microclimatiche ottimali Stagione

Temperatura dell’aria (T)

Umidità Relativa (UR)

Velocità dell’aria (V)**

Inverno*

19-22°C

40-50%

0,01- 0,1 m/s

Estate*

24-26°C

50-60%

0,1-0,2 m/s

*Il DPR 16 aprile 2013, n. 74, che fissa i criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva, prevede per gli edifici residenziali che la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare, durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione invernale, non deve superare: 20°C + 2°C di tolleranza; durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione estiva, non deve essere minore di 26°C – 2°C di tolleranza. ** In particolare, per velocità inferiori a 0,05 m/s l’aria diventa stagnante e non c’è il ricambio prescritto dal D.lgs 81/2008.

COME SCEGLIERE I FILTRI DELL’ARIA I filtri dell’aria sono un elemento fondamentale dei sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) in quanto purificano l’aria in ingresso dall’esterno, trattenendo polveri sottili e numerosi inquinanti dannosi per le persone. Esistono varie tipologie e classificazioni di filtri. La norma EN 779 riporta la classificazione internazionale che ne definisce la tipologia in funzione delle prestazioni, distinguendo tra quattro categorie: ■ filtri grossolani (G), in grado di fermare le polveri pesanti; ■ filtri fini (F), che arrestano ceneri, polveri sottili come PM10 e PM2,5, pollini e batteri; ■ filtri assoluti HEPA (H), in grado di fermare le polveri ultrafini e i virus; ■ filtri assoluti ULPA (U), che arrestano anche le molecole gassose. La scelta va ponderata non solo in funzione dell’efficienza di filtrazione, ma considerando anche la quantità d’aria che è necessario ricambiare ogni ora e le condizioni dell’aria all’esterno del locale dove è installata la VMC, in quanto i filtri ad alta efficienza offrono una maggior resistenza al flusso d’aria, riducendo la portata oraria di aria ricambiata.

COME SCEGLIERE IL RECUPERATORE DI CALORE Come abbiamo già detto, il massimo dell’efficienza di un impianto VMC è dato dall’abbinamento a un recuperatore di calore, con cui si intende un sistema volto a scambiare calore tra due fluidi, con il quale preriscaldare l’aria nuova in ingresso dall’esterno, recuperando il calore dall’aria esausta in uscita. Quando inseriti in un sistema VMC, i recuperatori di calore mantengono costante la temperatura - in alcune versioni anche l’umidità - nei vari ambienti e, consentendo di riu-

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tilizzare l’energia termica già presente nelle stanze, riducono i consumi energetici dell’edificio e i costi di riscaldamento di conseguenza e, al contempo, aumentano il comfort interno degli ambienti e migliorano la qualità dell’aria interna. Sul mercato sono disponibili diversi tipi di recuperatore di calore - a flusso parallelo, a flusso incrociato o a flusso in controcorrente – con tecnologie differenti in funzione dell’ambiente cui sono destinati, ovvero abitazioni, dove la quantità di aria necessaria è genericamente più limitata, oppure spazi commerciali, scuole, uffici e fabbriche, nei quali vi è un fabbisogno più elevato di ricambi aria. In funzione del tipo di recuperatore, variano sensibilmente i prezzi. Gli scambiatori entalpici sono da preferire a quelli ceramici, perché lo scambiatore entalpico recupera anche il calore latente contenuto nell’umidità dell’aria. Tali dispositivi possono prevedere anche filtri particolari per garantire la corretta gestione dell’inquinamento atmosferico all’interno dell’edificio e sistemi di sanificazione dell’aria. Solitamente il sistema si compone di uno scambiatore di calore, due ventilatori a bassissimo consumo (di mandata e di ritorno) ed eventualmente anche uno o più filtri per l’aria. Lo scambiatore di calore, come già detto, trasferisce il calore dall’aria viziata all’aria fresca all’interno dell’edificio, mentre il ventilatore mantiene costante la portata dei flussi. Inoltre, grazie ai filtri, l’aria può essere purificata da polveri e allergeni. È inoltre possibile regolare la velocità della ventola del recuperatore in modo da controllare la quantità d’aria prelevata dall’ambiente esterno e immessa nell’abitazione. Per la capacità di ridurre al minimo la dispersione termica dovuta al ricambio aria, tali dispositivi risultano particolarmente efficaci nelle abitazioni ad alta efficienza energetica che presentano un elevato isolamento e sono molto ben coibentate termicamente. Il funzionamento del recuperatore di calore dipende dal tipo di sistema: ad esempio, in quelli aria-aria, nei quali l’aria


VMC interna viene aspirata e passa attraverso uno scambiatore di calore, dove cede parte del suo calore, che verrà reimmesso in ambiente con un flusso d’aria proveniente dall’esterno, i due flussi d’aria non si mescolano, ma restano separati da una parete ad alta trasmissione termica. Alcuni sistemi di recuperatori di calore possono anche gestire l’umidità nel locale e sono caratterizzati da un’efficienza di recupero del calore così elevata che il sistema VMC non richiede il post-riscaldamento dell’aria. Per quanto riguarda la scelta, occorre considerare le proprie esigenze e bisogni, con particolare riferimento alle dimensioni e al tipo di attività della stanza in cui si desidera installare il recuperatore di calore, proporzionando la sua portata al volume della stessa. Un ambiente di ridotte dimensioni richiede un analogo recuperatore di calore. Anche la potenza dev’essere adeguata alle proprie esigenze e garantire un sufficiente volume di aria immessa e aspirata (vedi Box 4). Un altro aspetto da considerare nella scelta del recuperatore di calore è la sua capacità di filtrare l’aria e pulire l’ambiente da eventuali impurità. Alcuni modelli sono dotati di filtri ad alta efficienza che garantiscono un ambiente più salubre e confortevole, e beneficiano di una sanificazione ecologica e naturale dell’aria.

BOX 3

VMC: L’IMPORTANZA DEI SENSORI

Perché il sistema possa autoregolarsi, è importante che abbia dei sensori già installati o che sia predisposto per gestirli. Le prestazioni e la fruibilità del sistema di ventilazione sono infatti ulteriormente aumentate grazie all’introduzione, nei sistemi più innovativi, di nuovi accessori di controllo ambientale wireless, quali rilevatori di umidità, di anidride carbonica e di presenza. Alla luce di quanto detto in merito alle condizioni microclimatiche, i sensori più utili sono quelli per la rilevazione della CO2 e quelli igrometrici, che consentono di controllare costantemente la percentuale di umidità presente nell’ambiente e, conseguentemente, di regolare la portata d’aria di ricambio necessaria al mantenimento o alla variazione dell’umidità stessa. Sono disponibili anche modelli che prevedono eventuali segnalazioni diagnostiche (es. avviso pulizia filtri) e sono provvisti di un tasto “touch” per passare dalla modalità automatica a quella manuale, quando si voglia impostare una specifica portata di ventilazione.

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SPECIALE COME SI CALCOLA BOX 4 IL RICAMBIO ARIA SECONDO L’UNI 10339:1995 E LA UNI EN 16798-1:2019 Per ciascuna tipologia di edificio, il ricambio di aria negli ambienti chiusi è il valore che indica quante volte all’ora deve essere rinnovata la portata d’aria di una stanza e viene regolamentato tramite la UNI 10339, la norma che viene richiamata dalla UNI TS 11300 ed è alla base del calcolo della Certificazione Energetica e della Legge 10. In base alla UNI 10339, gli impianti aeraulici destinati al benessere delle persone, installati in edifici chiusi, devono consentire di raggiungere e mantenere determinate condizioni di qualità e movimento dell’aria e condizioni termiche ed igrometriche dell’aria specifiche delle funzioni assegnate (filtrazione, riscaldamento, raffrescamento, umidificazione, deumidificazione). Per determinare il ricambio d’aria per le residenze, la UNI 10339 indica una portata di ventilazione per persona pari a 11 l/s che corrisponde a 39,6 m3/h con un indice di affollamento pari a 0,04 p/m2. Considerando, ad esempio, un appartamento di 100 m2, di altezza pari a 3 m, si ottiene un volume di 300 m3. Moltiplicando la superficie dell’alloggio per l’indice di affollamento si individua il numero degli occupanti: 100 m2 * 0,04 p/m2= 4 persone. La portata totale da fornire all’appartamento si ottiene moltiplicando la portata unitaria per il numero di persone: 39,6 m3/h * 4 = 158,4 m3/h. I ricambi orari sono pari al rapporto tra la portata calcolata e il volume: 158,4 m3/h : 300 m3 = 0,52 h-1. Posto che per un edificio residenziale il ricambio d’aria (n) ottimale previsto sia pari a circa 0.5 volumi /h, moltiplicandolo per un fattore di correzione per la ventilazione in condizioni di riferimento pari a 0.6, si ottiene n = 0.3 vol/h (0.5*0.6). Significa che in una abitazione di 100 m2 e una altezza di 3 metri, si avrà un volume pari a 300 m3, ovvero si dovranno ricambiare 90 m3 (300*0.3) di aria ogni ora. È comunque opportuno precisare che, per il calcolo delle portate di ricambio dell’aria ai fini del dimensionamento di un impianto di ventilazione SEGUE A PAGINA 39

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FREE COOLING: CHE COS’È? D’estate, gli impianti VMC funzionano anche al contrario, mantenendo la temperatura fresca ideale di tutte le camere e le stanze in cui sono installati. I sistemi migliori sono dotati di Free Cooling estivo, una funzione particolarmente utile nelle ore notturne estive e nelle mezze stagioni, quando la temperatura esterna è più fresca, che permette di disattivare il recupero termico quando le temperature esterne sono gradevoli, favorendo l’afflusso continuo di aria fresca durante le ore notturne. In questo modo si possono raffrescare gratuitamente più ambienti nel caso di VMC centralizzata o anche una stanza sola nel caso della VCM decentralizzata. Non necessitano di ulteriore apporto energetico, consentono un risparmio fino al 50% mantenendo una temperatura ottimale beneficiando dell’aria fresca senza dover tener aperte le finestre.

NORME E STANDARD TECNICI Le norme che caratterizzano i sistemi VMC si dividono in norme di prodotto, i cui requisiti vengono impiegati per la corretta costruzione delle apparecchiature e dei componenti del sistema di ventilazione meccanica, e norme di sistema, utilizzate dai progettisti per il dimensionamento e la progettazione degli impianti di ventilazione. Tra le norme di sistema, oltre alla già citata UNI 10339:1995 che definisce le quantità d’aria necessarie per la Ventilazione degli Edifici, c’è la UNI EN 15251:2008 “Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica” che fornisce dati utili per il dimensionamento di impianti di ventilazione, perseguendo il duplice obiettivo della qualità degli ambienti


VMC interni e dell’uso razionale dell’energia, e suggerendo dei tassi di ventilazione da utilizzare per il dimensionamento degli impianti di ventilazione da intendersi come effettivi nei momenti di occupazione degli spazi e non convenzionali. Da notare che, in assenza di un sistema meccanico di ventilazione, la UNI TS 11300-1 indica un valore “convenzionale” dei ricambi d’aria pari a 0,3 vol/h, mentre nella UNI EN 15251 il valore di 0,3 vol/h non è nemmeno contemplato. La norma, infatti, innalza il valore di ricambio dell’aria addirittura a 0,6-0,7 vol/h, ritenendo che valori inferiori a 0,5 vol/h non siano idonei per il controllo della qualità ambientale e della tutela del manufatto edilizio. La UNI EN 15251 si applica agli edifici non industriali per cui i criteri relativi all’ambiente interno sono definiti dall’occupazione umana, in cui l’attività produttiva o di processo non abbia un impatto sostanziale sull’ambiente interno. Per la ventilazione, nell’Allegato B viene stabilito il tasso di ricambio in funzione del livello di comfort e del numero di occupanti e/o della superficie utilizzando il valore più elevato risultante dal calcolo. Tra le norme di prodotto, richiamiamo la UNI EN 13141-7:2011 “Ventilazione degli edifici – Verifica delle prestazioni di componenti/prodotti per la ventilazione degli alloggi – Parte 7: Verifica delle prestazioni di unità di ventilazione meccanica di immissione ed estrazione (compreso il recupero di calore) di impianti di ventilazione meccanica destinati ad abitazioni unifamiliari” che specifica i metodi di prova di laboratorio e i requisiti di prova per determinare le prestazioni aerodinamiche, acustiche, termiche e i consumi elettrici delle unità di ventilazione meccanica a doppio flusso (immissione ed estrazione) utilizzati per le abitazioni unifamiliari. La EN 13141-8:2014 stabilisce le regole di “verifica delle prestazioni di unità di ventilazione meccanica non canalizzate di immissione ed estrazione (compreso il recupero di calore) negli impianti di ventilazione meccanica controllata destinati ad ambienti singoli”, specifica i metodi e i requisiti di prova in laboratorio per la verifica delle prestazioni aerodinamiche, termiche ed acustiche, e la potenza elettrica di una unità ventilazione meccanica di immissione ed estrazione non-canalizzata utilizzata in un ambiente singolo. La EN 13141-11:2015, Ventilazione Edifici (Singolo Flusso), stabilisce le regole di verifica dei sistemi di ventilazione a pressione positiva mono flusso. La EN 13142:2013 “Ventilazione per edifici – Componenti/prodotti per la ventilazione residenziale – Caratteristiche di prestazione richieste e facoltative”, specifica le caratteristiche di prestazione dei componenti/prodotti che possono essere necessarie per la progettazione e il dimensionamento dei sistemi di ventilazione residenziale al fine di assicurare predeterminate condizioni di comfort di temperatura, velocità dell’aria, umidità, igiene e rumore nella zona occupata. La EN 12207 regola la permeabilità all’aria di un serramento, definendo cinque classi, dalla 0 alla 4, con la quale viene identificato un serramento con un’ottima tenuta all’aria. La prova è obbligatoria in base alla UNI EN 14351-1, che ne regolamenta la marcatura CE. Ai fini della marcatura, tuttavia, un serramento è “conforme” anche se di Classe 1. La UNI EN 308:2022 specifica i procedimenti di prova per stabilire le

nell’edilizia residenziale, è importante riferirsi al numero dei posti letto piuttosto che all’indice di affollamento. Fattore preso in considerazione anche nella UNI EN 16798-1, la norma europea con cui è possibile calcolare il numero di ricambi d’aria. La UNI EN 16798-1 (ex UNI EN 15251), infatti, fornisce i parametri di input per la progettazione (design) e le analisi energetiche degli edifici (assessment of energy performance of buildings) inerenti alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica. Scritto in inglese, questo documento di supporto alle EPBD, cioè alle Energy Performance Building Directive (la più recente approvata dal parlamento Europeo a marzo 2023 https://www.eceee.org/all-news/ news/eu-parliament-agrees-position-on-buildingslaw-despite-pushback/), fa riferimento a quattro diverse classi di qualità dell’aria interna ottenibili e, contemplando le diverse opzioni usate nei paesi dell’Unione Europea, propone tre metodi di calcolo diversi, alternativi l’uno all’altro, ampliando quindi il range dei risultati. Spetta al progettista scegliere il metodo di calcolo ritenuto più idoneo, purchè, negli ambienti occupati, l’impianto sia in grado di assicurare almeno 4 l/s per persona, ossia 14,4 m3/h. Mentre la UNI 10339 assegna portate di rinnovo dell’aria solamente in riferimento alle persone presenti negli ambienti, la UNI EN 16798-1 considera sia le persone che la superficie del locale considerato. Questo fa sì che le portate calcolate con la UNI 10339 risultino più alte rispetto a quelle ottenute sulla base della norma europea. Per l’edilizia residenziale, infatti, la UNI 10339 propone una portata per persona pari a 11 L/s, mentre quella europea opera in un range più ampio, compreso tra 4 e 10 L/s per il metodo 2. Al momento, non essendo ancora disponibile la revisione della UNI 10339 e l’Appendice A italiana della UNI EN 16798-1, che dovrebbero porre fine al periodo di coesistenza, le due norme sono entrambe vigenti. In tal senso, vengono entrambe richiamate nel criterio 2.4.5 dei nuovi CAM per l’edilizia, pubblicati lo scorso giugno 2022, dedicato alla “aerazione, ventilazione e qualità dell’aria”, In presenza di un impianto di VMC, il criterio distingue il calcolo delle portate d’aria di rinnovo nel caso di nuova costruzione, demolizione e ricostruzione, ampliamento e sopraelevazione, oppure ristrutturazioni importanti di secondo livello e lascia al progettista la libertà di scelta della normativa a cui riferirsi (vedi Box 1).

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SPECIALE

prestazioni dei componenti dei recuperatori di calore aria/ aria (HRC), che contengono gli scambiatori di calore e tutte le caratteristiche e i dispositivi ausiliari necessari per lo scambio di calore sensibile e (se disponibile) di umidità dell’aria tra l’aria di scarico e l’aria di mandata, in modo da ottenere dati nominali. Lo scopo principale degli HRC è quello di scambiare calore tra l›aria di scarico e l›aria di mandata al fine di risparmiare energia, il che si traduce in - preriscaldamento o riscaldamento, e/o – pre-raffrescamento o raffrescamento dell’aria di mandata nei sistemi di ventilazione o di condizionamento dell’aria. La norma ASHRAE Standard 84:2013 definisce l’efficienza (η) tenendo conto delle portate. Il rendimento di uno scambiatore di calore è definito come il rapporto tra l’energia o l’umidità trasmessa ed il valore massimo trasmissibile. Lo scopo della normativa è di stabilire un metodo uniforme di test, sia di laboratorio che le prove in campo, per ottenere dati di performance degli scambiatori di calore. Per quanto riguarda la sicurezza, UNI EN ISO 121002:2010 “Sicurezza del macchinario - Principi generali di progettazione - Valutazione del rischio e riduzione del rischio” ne definisce l’ambito per i ventilatori. La norma specifica la terminologia di base, i principi, una metodologia per il raggiungimento della sicurezza nella progettazione del macchinario e i principi per la valutazione del rischio e la riduzione del rischio per aiutare i progettisti nel raggiungere questo obiettivo.

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L’etichetta energetica per i sistemi VMC Con l’introduzione della Direttiva ErP 2009/125/EC (Energy related Products Directive), anche chiamata Direttiva Ecodesign, entrata in vigore per tutti gli stati membri della UE in due step successivi di applicazione, uno nel 2016 ed uno nel 2018, tutte le apparecchiature di ventilazione devono soddisfare i requisiti energetici imposti dal Regolamento. In base alla destinazione d’uso, è prevista la classificazione delle unità in: ■ Unità di Ventilazione Residenziale (RVU), con portata d’aria fino a 250 oppure tra 250 e 1.000 m3/h, destinate esclusivamente per utilizzo in edifici residenziali come dichiarato dal fabbricante; ■ Unità di Ventilazione Non Residenziale (NRVU) con portata aria superiore a 250 m3/h oppure con portata tra 250 e 1000 m3/h nel caso in cui il fabbricante non abbia dichiarato la destinazione al solo utilizzo residenziale. Le unità di ventilazione vengono inoltre distinte in due categorie in base alla tipologia costruttiva e all’impiego: ■ Unità Ventilazione Unidirezionali (UVU); ■ Unità Ventilazione Bidirezionali (BVU). Il regolamento delegato 1254/2014 disciplina l’etichettatura indicante il consumo di energia delle unità di ventilazione residenziale, mediante la quale l’utente può confrontare facilmente i prodotti in funzione della classe di efficienza energetica riportata sulle etichette che, per la ventilazione residenziale, sono determinate anche in funzione del SEC (Specific


VMC Energy Coefficient), un parametro che definisce il consumo specifico di energia, ovvero il consumo annuo specifico di energia consumata per ventilare un m2 di superficie abitabile in un’abitazione o un edificio, misurato in kWh/(m2a). Questo valore mostra il potenziale di risparmio energetico dell’unità in kWh per m2 per anno: minore sarà il valore di SEC maggiore risulterà essere la classe di efficienza dell’unità di ventilazione con recupero calore. Un valore più basso di SEC si ottiene utilizzando sistemi di controllo della velocità (il requisito minimo imposto dal regolamento prevede che le unità di recupero siano dotate di azionamento a velocità multiple o variatore di velocità) in abbinamento a sonde di qualità dell’ambiente, come ad esempio quelle per il controllo dell’umidità, la concentrazione della CO2, i composti organici volatili VOC, sensori di presenza ecc.

SUPERBONUS, ECOBONUS 65% E BONUS RISTRUTTURAZIONE Se fino a qualche anno fa, la VMC rientrava solo nel bonus ristrutturazione al 50%, con un massimale di spesa pari a 96.000 €, e nell’ecobonus al 65%, in base alla FAQ 16.D dell’ENEA (https://www.efficienzaenergetica.enea.it/vi-segnaliamo/nuova-faq-enea-n-16d-dedicata-alla-ventilazione-meccanica-controllata.html) del 2021 se ne permette l’accesso agli altri incentivi dell’Agenzia delle Entrate, potendo ricadere nell’Ecobonus o nel Superbonus 110%. Relativamente all’installazione di impianti di “Ventilazione Meccanica Controllata” (VMC), nel caso di interventi di isolamento termico delle superfici opache disperdenti, l’Enea prevede infatti che: “…ai sensi del paragrafo 2.3, punto 2, dell’Allegato 1 al Decreto interministeriale 26 giugno 2015 (c.d. Decreto Requisiti Minimi), nel caso di nuova costruzione, o di edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti o a riqualificazioni energetica, ed in particolare qualora si realizzino interventi che riguardino le strutture opache delimitanti il volume climatizzato verso l’esterno, è necessario procedere alla verifica dell’assenza di rischio di formazione di muffe e di condensazioni interstiziali, in conformità alla UNI EN ISO 13788”. Quindi se, pur considerando un numero di ricambi d’aria naturale previsto dalla norma e provvedendo alla correzione massima possibile dei ponti termici, persistesse il rischio formazione di muffe o condense, i sistemi di VMC sono ritenuti “ammissibili alle detrazioni fiscali, se realizzati congiuntamente agli interventi di coibentazione delle superfici opache, nei limiti di spesa, detrazione e costo specifico a quest’ultimi riservati. Al fine di verificare questa condizione, “non potendo procedere all’eliminazione di tutti i ponti termici, è necessario che il tecnico abilitato alleghi come parte integrante e sostan-

ziale dell’asseverazione di cui al Decreto interministeriale 06 agosto 2020 (c.d. DM Requisiti Tecnici) una relazione tecnico dalla quale emerga la sussistenza di detto presupposto”. Per cui la perizia allegata alla relazione ex-legge 10, dovrà certificare che il sistema VMC migliori i consumi rispetto al caso in cui vengano corretti al “massimo possibile” i ponti termici dell’edificio, considerando un numero di ricambi d’aria naturale pari a quello previsto dalla norma UNI-TS 113001, nell’ipotesi in cui venga alimentato solo con energia elettrica prelevata della rete (non da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico). Sempre nella risposta dell’Enea, inoltre, viene precisato che “i sistemi di VMC possono accedere alle citate detrazioni fiscali anche nel caso in cui siano associati ad un intervento di sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale con un impianto con fluido termovettore ad aria e siano con esso strettamente integrati. In tal caso i sistemi di VMC risultano parte integrante dell’impianto di climatizzazione invernale e ad essi si applicano i medesimi limiti di spesa, detrazione e costo specifico per i citati impianti”. In questo caso, quindi, si deve considerare lo stesso massimale di spesa della sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale, che è pari a 30.000 €, nel caso di Ecobonus ordinario oppure a 30.000, 20.000 o 15.000 €, al variare del numero di unità di cui è composto l’edificio, in quello di Ecobonus al 100%. Per quanto riguarda l’ecobonus al 65%, l’agevolazione, introdotta dalla Legge 296/2006, consiste in una detrazione dall’Irpef o dall’Ires concessa per interventi di riqualificazione energetica che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. Quando inserita in un intervento di riqualificazione energetica globale dell’edificio, anche la ventilazione meccanica può usufruire della detrazione del 65%, con un valore massimo di detrazione di 100.000 euro, in 10 rate annuali per le quali occorre avere la necessaria capienza fiscale. L’incentivo è inoltre cumulabile al Bonus Casa, consentendo di utilizzare il 50% per alcuni interventi (ad esempio, la sostituzione degli infissi) e il 65% per altri interventi di riqualificazione energetica. Infine, essendo considerata come un’integrazione agli impianti tecnologici, in base all’art. 3 del Testo Unico dell’Edilizia 380/01, l’installazione di un sistema di VMC ricade nella manutenzione straordinaria, finalizzata al risparmio energetico. La relativa agevolazione fiscale è disciplinata dall’art. 16-bis del Dpr 917/86 e consiste in una detrazione dall’Irpef del 36% delle spese sostenute per interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia fino ad un massimo di 48.000 euro per unità immobiliare, elevata al 50% per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024 per un importo massimo di 96.000 €.

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DENTRO L’OBIETTIVO

Campus Bocconi: un nuovo paradigma per le residenze universitarie Il Campus Bocconi a Milano rappresenta un’evoluzione nell’organizzazione degli spazi universitari e delle residenze per gli studenti che si integra organicamente nel tessuto urbano e all’adiacente parco Ravizza piccolo polmone verde a sud della città a cura di FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO 42

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apostipite della nuova generazione di campus e residenze universitarie milanesi, il Campus Bocconi ha aperto la strada verso una diversa organizzazione e gestione degli spazi per lo studio e il tempo libero della popolazione universitaria, integrandosi nei quartieri con funzioni ricreative e pubbliche. Seguendo questa logica, i sei edifici che compongono l’intervento sono stati inseriti organicamente in un parco da 21.000 mq che coniuga architettura e urbanistica, rompendo la rigidità della griglia urbana del costruito e connettendo il volume preesistente di Grafton Architects al parco Ravizza con il sud della città In questa ottica la pianta libera e sinuosa degli edifici rispetta la poetica della semplicità e della fluidità degli spazi – tipica di SANAA – grazie a strutture semplici, composte da sottili pilastri in acciaio (Ø 406 x 20 mm) riempiti di calcestruzzo a ritmo cadenzato di 9 m, che rendono gli ambienti permeabili alla circolazione di luce e persone, sorreggendo un tetto piatto in calcestruzzo pieno che sembra quasi fluttuare sulla testa degli utenti.

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DENTRO L’OBIETTIVO

L’involucro è composto da facciate continue curvilinee coperte da una rete stirata che funge da schermatura solare e da motivo architettonico smaterializzando il perimetro degli edifici. La pelle metallica è composta dall’alternanza di 8 moduli montati su una sottostruttura verticale in piatti d’acciaio zincato e ancorati alla facciata continua tramite staffe fissate ai vetri. Il risultato è quello di una superficie continua ottimizzata strutturalmente grazie ad un’industrializzazione su misura studiata insieme al Politecnico di Milano. L’attacco a terra degli edifici è invece interamente trasparente, poiché l’interruzione del drappo metallico rivela una facciata permeabile alla vista e liberata dai montanti verticali – grazie a speciali giunti strutturali da 8 mm tra i vetri – e dai traversi annegati nello spessore di solaio e nel pavimento galleggiante. Proprio per rispettare la leggerezza dell’involucro, altrove sono stati adottati montanti della facciata continua a spessore maggiorato che permettessero di ridurre la profondità degli stessi pur mantenendo la stessa inerzia strutturale. Le facciate interne, invece, si aprono su corti 44

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e giardini riservati agli studenti, alternando zone trasparenti e opache in corrispondenza delle fasce marcapiano per ridurre le dispersioni termiche dell’involucro. Grande attenzione è stata dedicata alla sostenibilità raggiungendo la certificazione LEED Platinum grazie a un’autosufficienza energetica fornita da un impianto da 1200 kW di potenza nominale di pannelli fotovoltaici in copertura che alimenta pompe di calore ad acqua in costante scambio termico con il corso d’acqua del Ticinello. L’impianto di climatizzazione è partizionato per ogni singola aula in modo da ottimizzarne il consumo e i terminali sono nascosti all’interno dei controsoffitti sospesi di ciascun ambiente con caratteristici elementi puntuali, anch’essi circolari.


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DENTRO L’OBIETTIVO IL RECREATION CENTER La pelle metallica rappresenta il fil rouge di tutti e sei gli edifici, sebbene il REC (Recreation Center) presenti una struttura completamente diversa da quella puntuale degli edifici didattici. Questo edificio, completato recentemente, si sviluppa su tre piani fuori terra e uno interrato che ospita la piscina olimpionica. La necessità di grandi campate ha richiesto una struttura metallica con pilastri a sezione maggiorata e travi reticolari binate che sorreggono solai in lamiera grecata con getto di calcestruzzo collaborante. Data la forma circolare e le grandi luci, la struttura orizzontale risulta quasi cassettonata con irrigidimenti laterali per le travi reticolari che si ancorano a pilastri disposti a circa 5 m dal perimetro dell’edificio e vani scale circolari in calcestruzzo. Sono in totale 860 le tonnellate di profili in acciaio impiegate per l’edificio. Le finiture sono caratterizzate da elementi materici, quali pietra e cls ma con colori neutri e chiari, che fanno risaltare la dimensione eterea dell’architettura e danno continuità con il resto degli edifici. Gli impianti all’interno del REC possono ospitare eventi sportivi anche oltre il livello universitario, grazie a tribune retrattili per 500 spettatori al piano natatorio e 300 per la Bocconi Sport Arena, dove sono situati i campi sportivi (basket, volley e futsal). Il tutto viene completato al piano primo dalla sala fitness e un percorso podistico indoor da 220 m (running track) che galleggia al di sopra dei campi grazie a tiranti in acciaio che pendono dal soffitto. Un progetto, quello del REC, in piena continuità con il resto dell’intervento, che segue l’intento di “liberare lo spazio dall’ordine gerarchico” (Kazuyo Sejima) e regalare alla comunità nuovi edifici con mix funzionali pubblici-privati, che abbattono le barriere urbanistiche grazie anche ad una progettazione inclusiva secondo i principi del design for all, ovvero completamente accessibile ai disabili in autonomia. 46

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SCHEDA PROGETTO COMMITTENTE Università Commerciale Luigi Bocconi PROGETTO ARCHITETTONICO SANAA – Kazuyo Sejima, Ryue Nishizawa

PROGETTO STRUTTURALE Studio di Ingegneria Pereira SUPPORTO SCIENTIFICO Politecnico di Milano PROGETTO IMPIANTISTICO Advanced Engineering S.r.l.

TEAM DI PROGETTO Yoshitaka Tanase, Francesca Singer, Nicolò Bertino, Lucy Styles, Enrico Armellin

PROGETTO ANTINCENDIO Ing. Silvestre Mistretta

ARCHITETTO LOCALE Costa Zanibelli Associati

IMPRESA Impresa Percassi spa

PROGETTO ESECUTIVO Progetto CMR Engineering Integrated Services srl MASTERPLAN E PROGETTO URBANISTICO FOA – Federico Oliva Associati CONCEPT STRUTTURE SAPS

SICUREZZA Soluzioni S.r.l.

COSTRUTTORE METALLICO Maeg Costruzioni spa INSTALLAZIONE CARPENTERIE Metal 360 IMMAGINI SANAA, Filippo Fortis, Philippe Ruault, Maeg Costruzioni S.p.A.


con il patrocinio di:


DENTRO L’OBIETTIVO

I Navigli si aprono all’ospitalità ibrida 21 House of Stories offre un’esperienza di ospitalità ibrida unica a Milano, ispirata al successo di una struttura simile a Città Studi. Questo concept, nato nel Nord Europa, si sta ora diffondendo in tutto il mondo

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House of Stories, l’innovativo progetto di ospitalità ibrida ideato da Alessandro e Mauro Benetton, sbarca sui Navigli di Milano con una nuova spettacolare struttura che integra un hotel di design a quattro stelle, rilassanti e innovativi ambienti per il coworking improntati all’home feeling, coinvolgenti esperienze di food e di entertainment, spazi per eventi privati concepiti in maniera non convenzionale e due terrazze che si animano al calar del sole regalando una vista unica sull’intera città. Dopo il successo della struttura in Città Studi, 21 House of Stories porta il concept ad un nuovo livello per offrire una straordinaria esperienza di Milano. Una declinazione unica dell’ospitalità ibrida che negli ultimi anni dal Nord Europa si sta diffondendo in tutto il mondo, innestata nella tradizione dell’ospitalità italiana: non soltanto la presenza di più servizi che si mescolano in maniera fluida e dinamica, ma anche un modello di relazione in cui gli ospiti diventano protagonisti delle storie che loro stessi vivono e condividono. A fare da collante è il lifestyle

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italiano contemporaneo, un linguaggio che dagli arredi ai contenuti racconta una storia che unisce convivialità e bellezza, aggiunge calore al modello ibrido e lo rende unico. Affacciata sul Naviglio Pavese (via Ascanio Sforza) a 100 metri dalla Darsena, la House of Stories mette in contatto l’internazionalità e il cosmopolitismo con il quartiere, in cui è fortemente radicata in chiave di rigenerazione urbana. Grande attenzione è infatti dedicata agli spazi comuni open air, di oltre 1.000 metri quadrati, che incarnano lo spirito del quartiere. La corte interna, ad esempio, richiama l’atmosfera da Vecchia Milano, ma la attualizza con un mood conviviale e informale con le catenarie di luci tipiche dell’estate italiana. Al piano rialzato della struttura alcune delle anime del progetto si alternano e si compenetrano in maniera fluida. Il coworking, pensato in chiave cozy, occupa un grande spazio dal linguaggio al tempo stesso familiare e innovativo, in cui gioca un ruolo importante il verde, che in tutta la struttura è stato progettato con cura per contribuire al benessere e alla piacevolezza dell’esperienza. Sull’angolo tra il Naviglio e via Bettinelli, molto visibile dall’esterno, è presente un palco, pensato per ospitare talk e concerti prodotti da 21 House of Stories Navigli, che così idealmente prende il testimone de Le Scimmie, lo storico locale di via Ascanio Sforza che per oltre trent’anni è stato un punto di riferimento per gli artisti emergenti del panorama musicale milanese e non solo. Affacciato sul Naviglio, Il bistrot Domenica si ispira alle atmosfere della domenica italiana in cui sono protagoniste la convivialità parte50

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cipata e l’allegria dei momenti spensierati in famiglia o con gli amici. Il concept food si traduce in una proposta di piatti da condividere con chi si è a tavola, disegnato e perfezionato dai due giovani chef Alessio Roberto Albiero e Diego Pioli, con la consulenza di Arco S.r.l., società fondata da Andrea Ribaldone. In tavola, i sapori italiani e la genuinità degli ingredienti sono reinterpretati con creatività dalle competenze di Pioli e Albiero maturate nelle cucine stellate. Senza tempo, ma anche contemporanea, la domenica italiana riempie spazio e atmosfera: la grande cucina a vista si affaccia sulla sala che mixa elementi casalinghi a oggetti di design, il tutto accompagnato dall’accoglienza attenta e informale tipica di 21 House of Stories. Lo spirito di Domenica è presente anche nella proposta drink, dall’apewww.casaeclima.com

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ritivo all’after dinner: curata da Franco Ponti, che vanta importanti esperienze a New York e Los Angeles, oltre numerose collaborazioni con chef stellati e rinomati locali milanesi, la mixology di Domenica ha l’ambizione di essere una trasposizione liquida della cucina casalinga, in cui la convivialità e la condivisione mantengono la loro centralità. Sono presenti ad esempio diversi signature cocktail, come la Panache al bergamotto, il French 75 o l’Allora Cosmo, che vengono serviti in bottiglia per un’autentica sharing experience.

LA STRUTTURA RICETTIVA L’hotel dispone di 104 camere che interpretano con coerenza lo spirito dirompente di 21 House of Stories. Progettate e suddivise per tipologia in base all’esperienza che offrono, si ispirano agli archetipi narrativi, a partire dalla categoria Creator. Quelle della categoria Wizard, tutte affacciate sul Naviglio, sono caratterizzate da una presenza importante di boiserie, che accoglie gli ospiti con calore ed eleganza. Le camere Outlaw si sviluppano su due livelli, con un letto soppalcato che restituisce spazio al relax, al fitness e al lavoro. In queste camere, la parete attrezzata in legno e metallo diventa l’elemento architettonico che integra la scala di accesso alla zona notte e una postazione work dotata di uno schermo, mentre la zona fitness è concepita con un sistema a scomparsa che consente di convertire la camera in una palestra privata. La versatilità del format delle Outlaw diventa manifesto di 21 House of Stories e rappresenta un nuovo modo di intendere l’ospitalità personalizzata e di qualità. Le junior suite Hero hanno dimensioni più generose e una zona relax separata dalla notte. In alcuni casi, il letto a scomparsa consente di trasformare la camera in location per eventi privati. Lo spazio può essere riallestito con arredi e complementi in base alle esigenze del cliente: il modello ibrido di 21 House of Stories viene portato ai piani. Completa l’offerta la Superhero, una suite di circa 80 metri quadri interni e più di 100 metri quadri di terrazza con vista panoramica, situata al sesto piano della struttura. Anche in questo caso, la camera è concepita per poter ospitare eventi privati di diversa natura, leisure o business. 52

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Altri spazi per eventi privati unconventional e di grande personalità sono la (un)Kitchen, un’area con cucina perfetta per meeting e incontri tra lavoro e convivialità, e una terrazza segreta di 170 metri quadrati, situata al terzo piano. Visibili dalla Darsena e già iconici, al settimo e ottavo piano della struttura ecco I Mirador, skybar e ristorante che fin dall’apertura hanno raccolto un interesse altissimo risultando velocemente fully booked già dalle prime settimane. Il nome del locale, con ingresso indipendente in via Bettinelli, richiama il mondo delle terrazze panoramiche iberiche, ispirazione che contraddistingue il progetto. Più che un rooftop esclusivo una piazza sospesa, in cui incontrarsi e condividere momenti memorabili, davanti a un panorama che ha pochi eguali: una vista 360 che permette di ammirare in un solo colpo d’occhio tutta la città da Sud, da San Siro alla Torre Velasca, passando per City Life, Porta Nuova, il Duomo.

“Siamo molto orgogliosi di questa nuova destinazione sui Navigli - commenta Alessandro Benetton a proposito del progetto 21 House of Stories. - Una nuova location che arricchirà Milano di uno straordinario spazio carico di fascino e bellezza, un luogo unico in cui vivere e godere al meglio una metropoli proiettata verso il futuro.”

Al settimo piano, la grande terrazza con piscina è dedicata alla mixology, anche questa curata da Franco Ponti, che nelle preparazioni trasmette l’atmosfera mediterranea, accogliente e sognante che caratterizza la convivialità dei Mirador. All’ottavo piano, invece, un ambiente più intimo sviluppato attorno a uno scenografico bancone offre una dining experience raffinata, in cui il pesce è uno dei protagonisti principali, che viene valorizzata dalla carta dei vini. In pochi giorni, I Mirador sono diventati un punto di riferimento a Milano, tanto per gli ospiti internazionali dell’hotel quanto per i townster più attenti alle novità in città: anche in questo caso, si tratta di vero lifestyle italiano contemporaneo, in cui la bellezza della vista, la personalità dello spazio e la qualità del gusto compongono un’esperienza ricercata ma conviviale, che trova in 21 House of Stories il suo contesto naturale. “Dopo l’esperienza di successo del primo 21 House of Stories in Città Studi, con un team di giovani che ha fatto della creatività e della voglia di esplorare la propria forza – prosegue Benetton – questa nuova struttura si propone sempre di più come un concept di ospitalità ibrida e innovativa, un cantiere aperto di sperimentazione e contaminazione nell’arte dell’accoglienza italiana. Da un’idea nata quasi per gioco con mio fratello Mauro, abbiamo costruito una realtà che ha aggregato vere e proprie community: dal mondo accademico a quello dei creator e della comunità locale, dal settore della comunicazione alle risorse umane, dall’industria alla musica…” www.casaeclima.com

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PREZZI INFORMATIVI DELL’EDILIZIA

I PREZZARI dei Bonus edilizi

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FOCUS

CAM

I CAM “costruzioni” 2022 e il nuovo codice appalti Un breve quadro di riferimento in cui orientarsi PAOLA BRAMBILLA PIEVANI

Avvocato, partner di BFEA; Coordinatrice Commissione VIA – Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

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FOCUS

C

ome è noto, dal 4 dicembre 2022 si applicano i nuovi CAM per l’affidamento del servizio di progettazione ed esecuzione dei lavori di interventi edilizi, approvati con D.M. 23 giugno 2022, che innovano fortemente il quadro dei precedenti CAM introdotti dal D.M. 11 ottobre

2017. Si tratta di una disciplina vincolante, attuativa del Piano d’Azione nazionale sul Green public procurement, intesa a trasformare i mercati, attraverso gli acquisti delle pubbliche amministrazioni (e in genere degli organismi di diritto pubblico), in una dimensione sempre più circolare: ecco spiegata, quindi, l’importanza di un continuo aggiornamento dei CAM, un po’ come avviene per le BAT nel settore delle autorizzazioni ambientali. Il problema che oggi affrontiamo è quello di mettere in relazione i CAM 2022, che contengono tutta una serie di riferimenti puntuali all’attuale codice dei contratti di cui al D.Lgs. 50/2016, con il nuovo codice appalti appena pubblicato, il D.Lgs. 36/2023, che entrerà in vigore il 1° luglio.

PERIODO TRANSITORIO Se i vecchi CAM continuano ad applicarsi nel caso di progetti esecutivi e lavori affidati fino al 4 dicembre 2022, i nuovi CAM si applicano ai lavori affidati e alle procedure indette dopo tale data; va detto che per le procedure indette dopo il 1° luglio 2023 sia le PA, che i professionisti e le imprese dovranno lavorare di bulino, per ricalibrare i riferimenti normativi dei CAM al mutato scenario delle procedure di evidenza pubblica. Ed ecco allora un breve quadro di riferimento in cui orientarsi, nell’attesa della definizione del Bando tipo ANAC, appena pubblicato in consultazione il 21 aprile scorso, che già contiene qualche spunto. In prima battuta vale la pena osservare che i nuovi CAM assomigliano al nuovo codice dei contratti perché sono entrambi generalmente autoportanti o autoapplicativi, ovvero non rimandano, né per l’inquadramento, né per i rimandi o le deroghe, ad altri testi, in quanto essi stessi regolano completamente la materia.

Figura 1

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È così che i CAM 2022 specificano il proprio campo di applicazione: 1. indicando che si adeguano automaticamente a ogni mutamento normativo successivo e prevalente; 2. evidenziando che i criteri di base (clausole contrattuali, specifiche tecniche e condizioni di esecuzione) sono obbligatori, mentre i criteri premianti devono essere utilizzati nell’offerta economicamente più vantaggiosa ma possono essere anche valorizzati in altre gare; 3. precisando in quali casi si applicano solo alcuni criteri: ■ affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi; ■ affidamento dei lavori per interventi edilizi; ■ l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi; ■ interventi edilizi parziali (con applicazione solo dei CAM 2.5.prodotti/2.6.cantiere); ■ manutenzione (solo i CAM 2.5.prodotti/2.6.cantiere/3.1.2. macchine/3.1.3.oli); ■ ristrutturazione, demolizione e ricostruzione (a seconda della tipologia e della localizzazione); ■ immobili vincolati (CAM derogati dalla pianificazione o dalla vincolistica ostativa); 4. demandando alla Relazione CAM, che è una relazione tecnica specialistica, l’illustrazione delle ragioni che hanno determinato l’applicazione di solo alcuni dei CAM previsti. L’ importanza della Relazione è dunque cruciale: ■ perché, da un lato, deve evidenziare i passaggi che hanno trasformato le esigenze della PA in specifici CAM progettuali ed esecutivi e in obiettivi di risultato da verificare a fine procedura; ■ dall’altro, perché deve spiegare le ragioni per cui la vasta gamma di criteri non è stata eventualmente tenuta integralmente in considerazione; ■ infine, perché funge da vaglio nell’analisi dell’offerta e quindi è in grado di orientare l’aggiudicazione, come pure di condizionare anche successivamente le vicende contrattuali, quale parametro interpretativo della progettazione e dell’esecuzione dovute alla PA.


CAM

Figura 2 Volendo mettere a fuoco i documenti che costituiscono la catena di formazione dei CAM, in Figura 1 vediamo i soggetti chiamati a realizzarla; mentre in Figura 2 troviamo il rapporto tra le fasi di progettazione ed esecuzione e le attività che concorrono a realizzare gli obiettivi di sostenibilità dei CAM.

IN CHE MODO IL NUOVO CODICE DEI CONTRATTI INFLUISCE SUI CAM? In primo luogo, attraverso una diversa luce e interpretazione della loro applicazione. Se infatti le previsioni dei CAM 2017 venivano esaminate alla luce di questi pochi principi: ■ appropriatezza alla definizione delle caratteristiche dell’oggetto d’appalto; ■ rispetto dei principi di trasparenza, non discriminazione e di uguaglianza; ■ oggettiva quantificabilità; ■ equivalenza di ogni prova di conformità; ■ frutto dell’analisi del ciclo di vita del prodotto/servizi. Ora, invece, soccorrono per tutti i casi di dubbio i grandi principi della nuova disciplina degli appalti pubblici, ovvero: ■ principio del risultato (art.1); ■ principio della fiducia (art. 2); ■ principio dell’accesso al mercato (art. 3); ■ principio di buona fede e affidamento (art. 5); ■ equilibrio contrattuale (art. 9);

tassatività delle cause di esclusione e massima partecipazione (art. 10); ■ Automazione e Digitalizzazione (artt. 30 e 43). ■

È evidente che questi principi orienteranno le stazioni appaltanti nelle decisioni sulle esclusioni, sull’ammissione di mezzi di prova, sull’ innovazione, sulla valorizzazione della funzionalità e del risultato, attenuando forse la c.d. paura della firma dei funzionari, oltre che incentivando il coraggio di scelte virtuose e realistiche. Di più, l’art. 57 del D.Lgs. 36/2023 dedicato proprio ai CAM (l’omologo del vecchio art. 34 del D.Lgs. 50/2016) valorizza, ai fini della selezione dei criteri, alcuni indici espressi: il valore dell’appalto o della concessione, e ancora la tipologia dell’ intervento, infine la localizzazione delle opere: quello che è valido per una singola opera non lo è per altre, l’approccio deve essere sito specifico, hic et nunc, qui e ora. E la motivazione di questa selezione deve essere rappresentata dalla Relazione CAM tenendo conto, come detto, sia del quadro esigenziale, del DOCFAP e del DIP, che di questa valutazione di dettaglio. Una maggiore libertà sia della stazione appaltante che dell’appaltatore emerge infine in materia di concessioni, all’art. 185 del nuovo codice appalti: se da un lato, è previsto che i CAM siano elencati nel bando in ordine di importanza (altro criterio di selezione), dall’altro, la nuova disposizione prevede che un concorrente possa offrire “una soluzione innovativa con un livello straordinario di prestazioni funzionali” non prevista, né prevedibili con l’ordinaria diligenza dalla stazione appaltante.

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FOCUS La PA deve tenerne conto, informare gli altri concorrenti e invitarli a presentare nuove offerte, secondo un modulo di dialogo competitivo.

ALLEGATI Da ultimo, a completare la trattazione, ecco il quadro delle disposizioni auto applicative del nuovo codice appalti che si trovano nella parte degli Allegati ma che sono importantissime per la corretta gestione dei CAM. Così nell’Allegato 1, relativo ai compiti del RUP, l’art. 3 spiega come questi debba procedere a formare i prezzi, con una ricerca alla fonte e diretta dalla filiera delle costruzioni, rilevando anche l’esistenza di idonea documentazione comprovante la rispondenza del prodotto ai CAM; così da consentire la verifica della correttezza del prezzo. Nell’Allegato 1.7, relativo al DIP, viene chiaramente indicato che questi debba riportare le indicazioni delle specifiche tecniche CAM, eventualmente all’ interno dei modelli informativi per progettazione BIM (cfr. anche Allegato 1.9, art. 1 comma 12), come pure nel caso di forniture il documento deve informare l’approvvigionamento di materiali ai CAM e alle certificazioni europee settoriali (Reg. 2018/2067). L’art. 11 dello stesso allegato illustra i contenuti della Relazione di sostenibilità dell’opera, che si sovrappone alla Relazione CAM in rapporto di genere a specie. Deve infatti descrivere: A. gli obiettivi primari, i vantaggi e i costi, il coinvolgimento operato degli stakeholder e dei destinatari dell’opera; B. la verifica del contributo significativo apportato ad almeno uno degli obiettivi ambientali dei regolamenti (UE) 2020/852

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e 2021/241 tenendo in conto il ciclo di vita dell’opera: 1) mitigazione dei cambiamenti climatici; 2) adattamento ai cambiamenti climatici; 3) uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine; 4) transizione verso un’economia circolare; 5) prevenzione e riduzione dell’inquinamento; 6) protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi; 7) una stima della Carbon Footprint e contributo al raggiungimento degli obiettivi climatici; 8) una stima LCA, con particolare riferimento alla definizione e all’utilizzo dei materiali da costruzione ovvero dell’ identificazione dei processi che favoriscono il riutilizzo di materia riducendo i rifiuti generati; 9) l’analisi del consumo complessivo di energia con le fonti per il soddisfacimento del bisogno energetico e criteri di progettazione bioclimatica; 10) le misure per ridurre gli approvvigionamenti esterni (riutilizzo interno) e i trasporti più sostenibili dei materiali; 11) una stima degli impatti socio-economici dell’opera; 12) l’utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative, incluse applicazioni di sensoristica per l’uso di sistemi predittivi (struttura, geotecnica, idraulica, parametri ambientali). Rilevanti sono poi gli artt. 14, dedicato al Disciplinare descrittivo e prestazionale che deve evidenziare i CAM, e l’art. 19, che disciplina il Piano delle manutenzioni, che deve dar conto dei criteri accolti. L’allegato 2.5 è quello che traccia le regole per la corretta formulazione delle specifiche tecniche e delle etichettature richieste dai bandi, incentrate sul criterio della funzionalità, dell’equipollenza e della precisione. L’allegato 2.14 infine si occupa della direzione dei lavori e dell’esecuzione in senso stretto, demandando al D.L. (art. 1) compiti di particolare responsabilità relativi all’accertamento della rispondenza ai CAM di tutto quanto eseguito o prodotto (comprese prove, certificazioni, analisi LCA…), i controlli e le prove necessari, come pure (art. 4) il campionamento dei materiali e la verifica delle modalità di lavoro specie in tema di riuso e riciclo all’ interno del cantiere. Da ultimo l’art. 17 relativo al collaudo nuovamente segnala l’attenzione al rispetto dei CAM. Da questa breve rassegna dei rapporti tra CAM e nuovo codice appalti ciò che balza all’occhio è dunque un nuovo e più penetrante impegno a cui sono chiamate le professionalità tecniche, siano esse interne alla PA o all’organizzazione dei concorrenti e degli appaltatori o concessionari; tutti, RUP, validatori, direttori lavori, collaudatori, sono chiamati a un lavoro multidisciplinare, spesso collegiale o in gruppo, a fianco di altre professionalità scientifiche o giuridiche. Ciò vuol dire affiancare all’aggiornamento professionale, meritoriamente curato da Ordini professionali e iniziative pubbliche e private di vario genere, anche la consapevolezza e l’orgoglio di un nuovo ruolo da protagonisti nella sfida verso la sostenibilità.


FOCUS

Crescere in qualità e ridurre i costi Il principio di neutralità dei materiali da costruzione per la sostenibilità dell’edificio nel ciclo di vita di CATERINA GARGARI

Architetto, dottore di ricerca, consulente energetico, valutatore LCA e progettista

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a comunità scientifica internazionale è concorde nell’affermare che una accurata valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici non possa prescindere dall’applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assessment), estesa all’ intero ciclo di vita del prodotto edilizio, considerando pertanto gli impatti ambientali legati alle fasi di produzione dei materiali e componenti,

all’uso e al fine vita, nonché i benefici attesi dalle attività potenziali di riuso e riciclo dei materiali al termine della vita utile. A questa conclusione conduce anche il dossier “Principio di neutralità dei materiali da costruzione per la sostenibilità dell’edificio nel ciclo di vita,” realizzato in collaborazione con il prof. Fabio Fantozzi (Professore Associato del DESTEC

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FOCUS dell’Università degli Studi di Pisa). Il lavoro, risultato di una analisi critica della più recente bibliografia scientifica, offre una lettura critica delle conclusioni di numerosi studi internazionali. Emerge un interessante quanto completo quadro sulla valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici e sul contributo dei materiali da costruzione in tale ambito. Nel dossier vengono presi in esame i risultati di progetti e ricerche volte a misurare la sostenibilità degli edifici al variare dei sistemi tecnologici e dei materiali che lo compongono sottolineando come, la definizione dei confini del sistema di analisi, della metodologia e della unità funzionale di riferimento siano elementi imprescindibili per garantire oggettività, replicabilità e affidabilità dei risultati della analisi. Poiché sempre più spesso si fa affidamento sulla analisi LCA, per la definizione di piani e strategie politiche, anche nell’ambito del PNRR, è di fondamentale importanza il ricorso a una metodologia di valutazione armonizzata per la progettazione, misurazione e verifica della sostenibilità dei prodotti edilizi (materiali ed edifici). Lo stesso legislatore, con l’ introduzione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’Edilizia, ha voluto fornire indicazioni sullo strumento più idoneo a perseguire l’obiettivo di un’edilizia sostenibile e orientata all’economia circolare.

Il principio di neutralità dei materiali da costruzione per la sostenibilità dell’edificio nel ciclo di vita

a cura di: Caterina Gargari, Architetto, PhD, membro CEN TC350 Sustainability of construction work Fabio Fantozzi, Professore Associato Dip. DESTEC, Università degli Studi di Pisa

DICHIARAZIONI AMBIGUE E FUORVIANTI Ciononostante, non mancano dichiarazioni ambigue e fuorvianti che, a prescindere dalle condizioni obbligatorie entro cui sono possibili analisi e confronti, indicano un elemento, un componente o addirittura un materiale da preferire rispetto a un altro, sulla base di valutazioni condotte al di fuori di uno scenario di analisi specifico e contestualizzato. Il rischio di generalizzazioni, in questo caso, è molto alto, a discapito dell’affidabilità dei risultati nonché della sostenibilità dell’edificio stesso. Nello specifico, il Piano per la Transizione Ecologica elaborato dal CITE (Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica) introduce indicazioni progettuali che re sul tema, hanno sviluppato standard volontari basati su un approccio modulare volto a quantificare, attraverso indicatori ambientali in grado di misurare la prestazione di sostenibilità di un prodotto edilizio e definendo le condizioni per l’eventuale confronto tra prodotti alternativi. L’elaborazione di una metodologia armonizzata stabilisce criteri di qualità e confrontabilità dei dati e dei risultati, lasciando al progettista dell’opera il compito di individuare le soluzioni che, a parità di prestazione, meglio si adattano al contesto energetico, tecnologico, economico.

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La metodologia adottata, soprattutto nel caso di analisi a confronto, deve quindi essere univoca e prevedere una serie di requisiti fondamentali: una analisi cradle to grave che consideri quindi gli impatti durante l’intero ciclo di vita del prodotto edilizio o almeno delle fasi di produzione e fine vita nonché le attività potenziali di riuso e riciclo al termine della vita utile; la definizione di un equivalente funzionale utilizzato come base di comparazione dei risultati; la valutazione di tutti gli indicatori obbligatori. A questi elementi fondamentali se ne aggiunge un ultimo che riguarda la qualità dei dati di inventario impiegati che devono necessariamente essere omogenei per qualità e consistenza. La complessità della raccolta dei dati di inventario necessari per una completa analisi LCA dell’edificio può essere gestita e facilitata dall’utilizzo di Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD), contenenti i profili ambientali dei materiali e dei componenti edilizi impiegati nel progetto. I profili ambientali dei prodotti e dei sistemi descritti nelle EPD consentono, infatti, di costruire il modello di valutazione dell’edificio oggetto di analisi, sulla base di dati specifici e non generici, tenendo conto delle caratteristiche peculiari di ogni materiale/soluzione tecnologica adottata, sia in termini prestazionali che in termini ambientali.


metodologia LCA LA DURABILITÀ Nelle valutazioni LCA più complete, che includono tra le fasi di analisi anche la fase di uso, è possibile sottolineare la rilevanza di un altro aspetto fondamentale della prestazione del prodotto edilizio: la durabilità. Nel caso del calcestruzzo, ad esempio, la durabilità, unita alle limitate esigenze di manutenzione rispetto ad altri materiali e al mantenimento delle prestazioni nel tempo, comporta una riduzione quando non un azzeramento totale dei consumi di materie prime ed energie e degli impatti ambientali associati alla produzione, al trasporto, e allo smaltimento di nuovi materiali impiegati per le opere di manutenzione e/o sostituzione. Guardando all’intero ciclo di vita di un’opera, ciò significa un minor consumo di risorse naturali e una conseguente riduzione delle emissioni complessive dell’edificio.

I vantaggi ambientali ed economici legati alla durabilità di un edificio sono facilmente misurabili e suggeriscono che durabilità e basso tasso di manutenzione siano criteri da considerare nella progettazione di edifici sostenibili,e di cui tener conto nella scelta di materiali e tecnologie. Gli studi e le simulazioni LCA offrono un significativo supporto al team di progetto di un edificio, nel confronto tra le diverse alternative e nella scelta delle soluzioni che offrono maggiori vantaggi ambientali, in relazione al contesto specifico di intervento o agli obiettivi puntuali del design. La valutazione però deve essere basata su scenari reali e non ipotetici (con particolare attenzione alla determinazione e quantificazione degli impatti nel fine vita) e su una durata di vita dell’edificio e dei suoi componenti, correttamente stimata in fase progettuale e soprattutto garantita in uso. L’analisi degli studi del dossier ha inoltre sottolineato la sempre maggiore rilevanza, in termini ambientali delle operazioni di smaltimento e fine vita dei prodotti da costruzione premiando quei materiali che, come il calcestruzzo, grazie all’alto tasso di riciclabilità come aggregato, determinano un contributo sostanziale alla riduzione dell’impatto ambientale del sistema costruito. La determinazione del più appropriato e plausibile scenario di fine vita è elemento determinante nella misura della sostenibilità e che non può essere tralasciato in una corretta analisi LCA. Il dossier porta, dunque, alla conclusione che ogni decisione in merito alle politiche di sostenibilità in edilizia dovrebbe essere basata sull’analisi del ciclo di vita condotta a scala di edificio, evitando ogni sommaria affermazione slegata dal contesto di intervento che promuova genericamente tecnologie e materiali specifici. Inoltre, in linea con il principio della imparzialità materica, è compito del legislatore prescrivere obiettivi e traguardi prestazionali per il settore edilizio (materiali, edifici, infrastrutture), sotto il profilo del risparmio energetico e delle risorse, senza esprimere preferenze a priori per un materiale o una tecnologia. Nell’interesse generale, deve essere perseguito un miglioramento complessivo della prestazione di materiali ed edifici, in linea con gli obiettivi europei di efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2 nel ciclo di vita, fissati con la direttiva (UE) 2018/844 e richiamati, più recentemente, nella Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni “Un’ondata di ristrutturazioni per l’Europa: inverdire gli edifici, creare posti di lavoro e migliorare la vita”. Solo così facendo, con un sistema normativo equo e imparziale, l’Europa potrà avere quel settore edile forte e competitivo, che abbracci l’ innovazione e la sostenibilità per crescere in qualità e ridurre i costi, di cui necessita per realizzare queste ristrutturazioni.

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FOCUS

L’esperto in edilizia sostenibile La certificazione Certing delle competenze degli ecoprogettisti di TIZIANA PETRILLO1 e SANDRO CATTA2 1

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(Consigliera CNI, con delega alla Sicurezza e prevenzione incendi Agenzia Certing) (Consigliere CNI, con delega ai Lavori Pubblici)

L’

attenzione per la sostenibilità di tutti i processi che impattano sull’ambiente è in continua crescita. Il settore delle costruzioni e dell’edilizia presenta innumerevoli criticità che tutti gli attori coinvolti stanno cercando di risolvere o minimizzare. A livello locale e globale (dall’ONU

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all’OCSE, dalla UE alle Regioni, fino ai Comuni) Enti e Istituzioni promuovono l’uso di indicatori e di protocolli di sostenibilità ambientale per intervenire nella gestione e nel governo del territorio. Il Codice degli Appalti (già il D.Lgs. n. 50/2016 ed ora il D.Lgs. 36/2023) impone alle pub-


Certificazione bliche amministrazioni il perseguimento degli obiettivi del Piano d’azione Nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi attraverso l’adozione, anche per il settore edilizio, dei Criteri Ambientali Minimi (CAM). Il riferimento principale è dunque il Decreto 23 giugno 2022 recante “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi”, pubblicato in Gazzetta il 6 agosto 2022 ed entrato in vigore 120 giorni dopo la pubblicazione. Per la definizione della capacità tecnica e professionale dell’operatore economico introdotto dall’ormai superato art. 46 del D.Lgs. n. 50/2016, occorre rifarsi al punto 2.1.1 del D.M. 23 giugno 2022. Tale professionista deve aver “eseguito una o più delle seguenti prestazioni: A. progetti che integrano i Criteri Ambientali Minimi di cui ai decreti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; B. progetti sottoposti a certificazione sulla base di protocolli di sostenibilità energetico-ambientale degli edifici…; C. progetti che abbiano conseguito documentate prestazioni conformi agli standard Nearly Zero Energy Building (nZEB), Casa Passiva, Plus Energy House e assimilabili; D. progetti con impiego di materiali e tecnologie da costruzione a basso impatto ambientale lungo il ciclo di vita … nel settore dell’edilizia e dei materiali edili, per la comparazione di soluzioni progettuali alternative; E. progetti sottoposti a Commissioning… per consentire di ottimizzare l’ intero percorso progettuale”. Sono diversi i metodi di valutazione della sostenibilità energetica e ambientale degli interventi in edilizia: i professionisti e i tecnici che intervengono nel processo (dai progettisti, ai direttori dei lavori fino ai collaudatori) devono confrontarsi con protocolli e procedure diverse che hanno le stesse finalità.

valutazioni sulle caratteristiche morfologiche di edifici, manufatti e infrastrutture; sulla scelta dei materiali; sul consumo di risorse energetiche ed ambientali; sul ciclo di vita; sugli impatti ambientali associati alle opere ed è in grado di gestire i processi di certificazione degli edifici secondo i protocolli CasaClima e/o ITACA. La certificazione di Esperto in Edilizia Sostenibile Italiana (EES) è rivolta a tutti quei professionisti (ingegneri, architetti, geometri e periti) che applicano i protocolli ITACA e CasaClima. Lo schema di certificazione è stato accreditato da Accredia in conformità allo standard UNI CEI EN ISO/IEC 17024. La certificazione EES è di fatto una delle prime certificazioni italiane a valere sulle premialità previste dai CAM in edilizia e si rivolge a tutti i professionisti che operano nel settore della sostenibilità ambientale in edilizia. Esistono due livelli di certificazione. La certificazione di livello base si rivolge ai professionisti in grado di effettuare consulenze e progettare interventi energetico ambientali nell’ambito edilizio e nella gestione dei processi di certificazione. Il livello avanzato identifica un professionista che oltre ad effettuare consulenze e progettare interventi energetico ambien-

UNA NUOVA FIGURA PROFESSIONALE Da tali considerazioni e da un dialogo e un confronto costruttivo tra l’Istituto per la trasparenza, l’aggiornamento e la certificazione degli appalti (ITACA), l’Agenzia CasaClima e Certing con l’obiettivo di certificare le competenze dei tecnici secondo le linee delineate dal DM, è nato un percorso condiviso che ha portato alla creazione dello schema per la certificazione dell’Esperto in Edilizia Sostenibile Italiana, un’evoluzione della tradizionale figura del progettista nel settore edile-impiantistico e delle infrastrutture. Un professionista che ha sviluppato le competenze atte a operare scelte e

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FOCUS tali è in grado di verificare, anche in fase di realizzazione, l’ottemperanza ai protocolli ambientali CasaClima e/o ITACA. Senza indugiare oltremodo sui requisiti e sui mezzi di prova previsti per la valutazione dei candidati, vale la pena richiamare quantomeno i titoli di studio richiesti e le esperienze maturate. Per accedere alla richiesta di certificazione bisogna essere in possesso del diploma di istituto tecnico a indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio, della laurea in architettura o della laurea in ingegneria. Per la certificazione del livello “base” è chiesto: aver svolto attività di progettazione come libero professionista o dipendente di impresa pubblica e/o privata; aver svolto attività nell’ambito dell’edilizia sostenibile per almeno due anni, se laureati, e per almeno cinque anni se in possesso di un diploma di scuola superiore; aver applicato uno dei protocolli ITACA e/o CasaClima su edificio realizzato e certificato, almeno una volta se laureati, almeno due volte se in possesso di un diploma di scuola superiore. Per il livello “avanzato” è necessario, negli ultimi cinque anni, aver verificato in cantiere e/o validato su progetto le soluzioni energetiche adottate per un edificio realizzato con protocollo Itaca e/o CasaClima, almeno una volta se laureato, almeno due volte se in possesso di un diploma di scuola superiore. La documentazione prodotta in piattaforma e attestante quanto sopra è soggetta a valutazione, secondo le modalità esplicitate nelle “Linee guida per la valutazione dell’esperto in edilizia sostenibile italiana” dell’Agenzia. Sono ammessi a sostenere l’esame di certificazione tutti coloro che sono stati dichiarati idonei a seguito dell’analisi dei requisiti e con valutazione positiva dell’esperienza professionale. L’esame si esplica in un’unica prova orale, in cui il candidato risponde alle domande della Commissione suddivise in blocchi funzionali tesi a verificare conoscenze tecniche richieste per il

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livello e l’esperienza professionale specifica. Preme evidenziare che l’Agenzia Certing già certificava professionisti ai sensi dell’art. 2.1.1 del D.M. 23 giugno 2022, ben prima dello schema fin qui richiamato. Si tratta dell’Ingegnere esperto in Ecoprogettazione, ovvero un professionista competente nei temi della sostenibilità, dell’energia, del ciclo di vita dei materiali, nella compatibilità ambientale delle soluzioni edilizie e tecnologiche. A differenza del profilo EES si tratta di una certificazione destinata ai soli ingegneri.Anche in questo caso la certificazione è rilasciata su due livelli. La certificazione di base comprova la competenza professionale in un campo per mezzo dell’esperienza acquisita svolgendo attività professionali che hanno comportato l’assunzione di responsabilità personali, sia pure in collaborazione con altri professionisti. Per accedere è necessario aver maturato un’esperienza di lavoro dopo la laurea di durata non inferiore a quattro anni, di cui almeno due nel comparto per il quale è stata richiesta la certificazione, ed essere attivo in tale comparto. La certificazione Advanced comprova la competenza professionale in un’area di specializzazione per mezzo dell’esperienza acquisita nell’espletamento autonomo di incarichi professionali, o nell’esercizio di mansioni direttive che hanno comportato assunzione personale di responsabilità. Per accedere è necessario aver maturato un’esperienza di lavoro dopo la laurea di durata non inferiore a sette anni, di cui almeno cinque nell’area di specializzazione per la quale è stata richiesta la certificazione, ed essere attivo in tale area di specializzazione.

Il presente Focus è stato pubblicato anche sul n° 4/2023 de “Il Giornale dell’Ingegnere”


NUOVA EDIZIONE

2023

www.build.it L’edizione 2023 di Prezzi Tipologie Edilizie, a cura del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, conferma la propria funzione di insostituibile strumento di lavoro per Imprese, Professionisti e funzionari tecnici della Pubblica Amministrazione: fornisce, infatti, la più vasta documentazione informativa, puntuale ed esauriente, sui costi parametrici di costruzione di edifici a diversa destinazione (edilizia residenziale di tipo medio, economico, di pregio e monumentale, uffici, centri commerciali, complessi alberghieri, scuole e università, edifici di culto, edifici industriali, parcheggi, giardini e spazi pubblici), espressi al metro quadrato e al metro cubo; individua gli elementi di costo, comprensivi delle spese generali e degli utili di impresa (ad esclusione degli oneri di urbanizzazione e dei terreni), per: stime di massima del costo di costruzione, programmazione economica degli interventi, perizie e consulenze tecniche per lavori di costruzione e ricostruzione degli immobili, studi di fattibilità dei progetti comparazione dei costi di costruzione con i valori commerciali degli immobili. Un’altra novità di rilievo è il riconoscimento del Prezzario Tipologie Edilizie quale strumento essenziale per l’asseverazione sulla congruità della spesa sostenuta (congruità dei prezzi), attestazione necessaria a seguito dei vari decreti e incentivi fiscali (i molteplici Bonus edilizi) per l’adeguamento energetico e sismico del patrimonio edilizio esistente, necessaria per usufruire degli incentivi fiscali.


CASE STUDY

BOOM, un contenitore di start-up all’avanguardia A inizio 2023 è stato inaugurato BOOM Knowledge Hub presso Osteria Grande. Un investimento a opera di Crif e un esempio virtuoso di riqualificazione e sviluppo sostenibile del territorio in provincia di Bologna. a cura di Polistudio A.E.S.

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ealizzare un contenitore di start-up di grandi dimensioni - situato lungo la via Emilia ai piedi dei colli bolognesi - e avvalendosi di sistemi innovativi è stato sicuramente un bel traguardo per i progettisti della società di ingegneria di Polistudio A.E.S. Una realtà che da

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anni sta investendo su innovazione, tecnologia e sostenibilità. Per questo non poteva mancare il contributo del metodo di progettazione per eccellenza, il BIM. Un progetto che è stato portato avanti da tutto il team di Polistudio, dall’architettura alle strutture, dall’antincendio alla sicurezza e dal


settore impianti. Per saperne di più abbiamo intervistato il presidente di Polistudio, l’ing. Alberto Casalboni, e il responsabile settore impianti meccanici della società, l’ing. Matteo Guidi di Polistudio.

Ing. Casalboni, in quale contesto è inserito il progetto e qual era il desiderio iniziale della committenza? Il contesto in cui si inserisce il nuovo edificio è industriale. Si è trattato di un progetto di riqualificazione di una vecchia area artigianale in località Osteria Grande, frazione di Castel San Pietro Terme, in cui la committenza ha realizzato anche un campus e un resort di lusso. A Osteria Grande, la proprietà desiderava realizzare un contenitore per studenti, professionisti, imprenditori, startupper, executive e corporate. L’intento era quello di creare un polo di riferimento per l’innovazione a livello europeo. Lo spazio “BOOM” doveva essere dedicato a iniziative di formazione, innovazione e imprenditoria per uno scambio di know-how.

Può raccontarci quali sono stati gli step di progettazione del contenitore di start-up “Hub_ Osteria Grande” di Castel San Pietro? Innanzitutto, si doveva procedere alla demolizione di edifici esistenti e successivamente si sarebbe dovuto realizzare un nuovo fabbricato destinato ad ospitare un incubatore di start-up, riunendo diversi uffici dislocati sul territorio di Castel San Pietro Terme. Il nostro staff ha potuto seguire l’intero iter realizzativo, partendo dal concept, alla progettazione autorizzativa, alla progettazione esecutiva architettonica, strutturale, impiantistica elettrica e meccanica (FIGURA 1). L’ulteriore sfida era quella di studiare un edificio all’avanguardia, con caratteristiche NZEB. Per fare questo sono state messe in campo tutte le competenze, coinvolgendo lo staff di Polistudio in una progettazione integrata con modellazione in BIM.

FIGURA 1. Concept volumetrico

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CASE STUDY

LE CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE DELL’EDIFICIO L’edificio è stato progettato per essere un contenitore flessibile di uffici e start-up. Si sviluppa su una superficie 2400 Mq e si innalza su quattro livelli (FIGURA 2), ai quali si aggiungono la copertura e il parcheggio interrato. Le parole chiave dell’edificio sono flessibilità e fruibilità degli spazi interni ed esterni. Infatti, internamente sono presenti solo alcune strutture fisse: il nucleo centrale dell’edificio costituito da vano scale, ascensori, bagni e colonne dedicate agli

FIGURA 2. Schema organizzativo

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verso sud. Questa inclinazione contribuisce a sfruttare al massimo i benefici dell’irraggiamento solare, impedendo che la sagoma dell’edificio faccia ombra su di esso.

IL VALORE AGGIUNTO DEL BIM Ing. Guidi, un progetto interamente modellato in BIM dovrebbe garantire la condivisione dei dati e una maggiore integrazione fra le discipline. È realmente così nella vostra esperienza di progettisti? Lo sviluppo del progetto mediante metodologia BIM ha permesso un continuo e agevole scambio di informazioni tra tutte le discipline. Il software di BIM authoring utilizzato per questo progetto è stato Autodesk Revit. La multidisciplinarità del software ha permesso di lavorare in maniera sincrona su di un unico modello, integrando tutte le discipline, senza dover ricorrere ad esportazioni ed importazioni tra software differenti che non sempre garantiscono un perfetto flusso di informazioni.

impianti (FIGURA 3). Attorno ad esso è presente un anello profondo circa 8 m di superficie libera, atta a ospitare le start-up. Si tratta di un prefabbricato in cemento armato, rivestito interamente da vetrate, per permettere massima flessibilità, trasparenza e interscambio con l’ambiente esterno. La vetrata continua è il rivestimento di facciata dell’edificio che permette massime prestazioni, isolamento termico e dispersioni vicine allo zero. Sono stati, inoltre, predisposti degli schermi frangisole per mitigare l’irraggiamento solare nelle ore più calde. “L’edificio è stato progettato all’insegna della sostenibilità, per permettere ai professionisti di vivere e lavorare meglio. Si inserisce perfettamente nell’ambiente circostante, attraverso la sua “impronta verde” riproposta in copertura. È stato, infatti, progettato un giardino in quota completamente vivibile, un terrazzamento verde che percorre tutti i livelli del fabbricato. Un progetto che vedremo realizzato tra qualche mese” spiega Alberto Casalboni. Per permettere il massimo comfort e fruibilità del giardino pensile, esso è stato progettato leggermente digradante

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CASE STUDY

Progettare in BIM vi ha permesso di risparmiare tempo, ridurre gli errori, eventuali sprechi di materiali? Quali erano le sfide iniziali e come avete superato eventuali problematiche ed interferenze nella progettazione?

SCHEDA PROGETTO COORDINAMENTO GENERALE: Ing Alberto Casalboni PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA: Ing. Alberto Casalboni Arch Gianluca Corvina

Una delle peculiarità di questo edificio è che internamente tutti gli impianti negli ambienti di lavoro sono a vista. L’esplorazione e check periodici effettuati sul modello ci hanno permesso di coordinare tutti gli impianti, realizzando uno schema ordinato privo di interferenze o ribassamenti e di verificarlo minuziosamente in fase di progettazione, evitando ritardi o modifiche extra-budget in fase di realizzazione.

Polistudio si è affidato a piattaforme e strumenti software BIM all’avanguardia, tra cui MagiCAD per Revit, per progettare i sistemi meccanici, elettrici e idraulici (MEP). Questo software di modellazione multidisciplinare avanzato include calcoli MEP e calcoli del rumore, il rilevamento delle interferenze e una vasta libreria di componenti BIM. Che tipo di plus ha garantito alla vostra progettazione? L’utilizzo del plugin MagiCAD ci ha permesso di effettuare i dimensionamenti degli impianti HVAC direttamente in ambiente BIM e di poter gestire in maniera coordinata e in tempo reale le modifiche impiantistiche legate allo sviluppo del progetto e del cantiere. Ci ha consentito di ridurre i tempi di lavoro, potendo gestire le revisioni e dimensionamenti in tempo reale senza dover ricorrere a fogli di calcolo standard.

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PROGETTAZIONE STRUTTURALE: Ing Mauro Cevoli PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI/SPECIALI: Ing Alberto Frisoni PROGETTAZIONE IMPIANTI TERMO FLUIDICI: Per.ind. Matteo Guidi PREVENZIONE INCENDI: Ing. Andrea Sabba PROGETTAZIONE SCARICHI/ FOGNATURA: Ing Andrea Amaducci

FIGURA 3. Spaccato


Nuova Edizione

www.build.it Il Nuovo Codice dei Contratti Pubblici (DLgs 36/2023, pubblicato il 31 marzo 2023) innova l’istituto delle varianti in corso d’opera, ridisegnando il concetto di variante sostanziale e introducendo nuove ipotesi di modifiche contrattuali. La riforma prevede l’obbligo di inserire nei contratti di appalto clausole per la revisione dei prezzi e per la rivisitazione degli obblighi esecutivi nonché nuovi adempimenti in capo ai vari soggetti coinvolti nella gestione del contratto di appalto: il Responsabile Unico di Progetto (RUP), il Direttore dei Lavori e l’Esecutore. Di particolare interesse risultano le varianti compensative che consentono di fare fronte all’aumento dei costi delle lavorazioni utilizzando i risparmi di spesa derivanti da modifiche al progetto. L’analisi della disciplina complessiva delle varianti in corso d’opera, inoltre, non può essere disgiunta dalla verifica del ruolo più incisivo attribuito al RUP (quale Responsabile Unico del Progetto), nonché al Direttore dei Lavori, nella fase istruttoria e decisionale. Dopo un’attenta analisi delle novità previste dal DLgs 36/2023 con un focus dettagliato su limiti qualitativi e quantitativi, il Prontuario indica il corretto iter istruttorio per redigere, approvare, realizzare le opere in variante, supportando il Tecnico con schemi, modelli, relazioni ed esempi concreti. Il testo costituisce, quindi, un valido strumento operativo per gli operatori del settore: Responsabile Unico del Progetto, Direttore dei Lavori, Coordinatori della Sicurezza, Professionisti, Operatori economici.


Contratti di locazione a canoni “a scaletta” Per canone a scaletta si intende un contratto di locazione che prevede un canone che aumenta nel tempo con degli step; tale tipologia di canone, informalmente si dice anche “progressivo” proprio per la sua natura crescente a cura di ASSOCAAF

CONTRATTI DI LOCAZIONE A USO ABITATIVO Gli affitti a scaletta non possono essere applicati ai canoni di locazione ad uso abitativo (Sentenza della cassazione n. 23986/2019). Nel caso di locazioni ad uso abitativo, l’art. 2, l. 431/1998, stabilisce la durata minima e il rinnovo di diritto, preci-

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sando che solo dopo la scadenza del primo rinnovo è possibile rinegoziare le condizioni contrattuali; pertanto, dopo 8 anni per i contratti a canone libero e dopo 5 anni per i contratti a canone concordato. Il canone di locazione può essere aumentato, durante la validità del contratto, solo per adeguare il canone alla variazione degli indici ISTAT.


CONSULENZA FISCALE

Tuttavia, il locatore che abbia optato per il regime fiscale della cedolare secca rinuncia a chiedere l’aumento del canone per adeguamento ISTAT (art. 3, co. 11, d.lgs. 23/2011). Può tornare a chiedere tale aumento rinunciando all’opzione fiscale per la cedolare secca.

CONTRATTI DI LOCAZIONE A USO COMMERCIALE Nel caso di locazione a uso commerciale è possibile stabilire il c.d. canone a scaletta. Esso deve essere determinato già durante la stipula del contratto; pertanto, non è legittimo stabilire un canone e poi, nel corso del rapporto di locazione, chiedere un aumento. Diversamente, la riduzione del canone può essere sempre fatta in itinere; l’eventuale comunicazione di riduzione del canone, deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate.

COME E QUANDO SI STABILISCE IL CANONE A SCALETTA? Solitamente il canone progressivo è frutto di una accordo tra proprietario e inquilino; alcuni elementi che vengono presi in considerazione, per stabilire il canone possono essere: da quanto tempo è aperta l’attività, il suo fatturato,

l’ammontare delle spese straordinarie stimate e i giorni di apertura dell’attività. I proprietari possono acconsentire, per non gravare eccessivamente sull’attività di impresa dell’inquilino, concedendo così una specie di sconto per i primi anni di locazione sull’importo dell’affitto finale (che sarebbe quello dell’ultimo step della scaletta). Per fare un esempio pratico, in un contratto commerciale 6+6 per il primo anno Tizio (inquilino) paga a Caio (proprietario) 900 euro di affitto mensili, a partire dal secondo anno 1.000 euro al mese e a partire dal terzo anno in avanti 1.100 euro mensili. In questo modo Caio ha scontato l’affitto a Tizio per i primi due anni di locazione. Il ricorso a contratti a scaletta” può essere, inoltre, effettuato allo scopo di ristorare, in tutto o in parte, il conduttore delle spese sostenute per l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione/adeguamento dell’immobile all’attività commerciale. In forza del contratto, pertanto, da un lato il conduttore si obbliga a effettuare i lavori di ristrutturazione/ adeguamento dell’immobile a proprie spese e, dall’altro, ottiene dal locatore il diritto di disporre di detto immobile per la propria attività economica corrispondendo un canone “ridotto” per un determinato periodo di tempo. Ai fini dell’Iva o, più in generale, delle imposte indirette, tali prestazioni “incrociate”, a effetto “compensativo”, costiwww.casaeclima.com

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CONSULENZA FISCALE

tuiscono operazioni permutative rientranti nell’ambito di applicazione dell’articolo 11, D.P.R. 633/1972: “Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate in corrispettivo di altre cessioni di beni o prestazioni di servizi, o per estinguere precedenti obbligazioni, sono soggette all’imposta separatamente da quelle in corrispondenza delle quali sono effettuate”. Questa è la conclusione anche dell’Amministrazione finanziaria nella risposta ad interpello n. 424/2022. Conseguentemente, il corrispettivo per la locazione e, quindi, la base imponibile ai fini dell’Iva, dovrebbe essere considerato al lordo della riduzione concessa al conduttore che si fosse fatto carico delle spese per i lavori di ristrutturazione/adeguamento. Il conduttore, di contro, dovrebbe emettere fattura per la prestazione resa nei confronti del locatore, rappresentata dall’effettuazione di lavori che, in tutto o in parte, sarebbero spettati al locatore o che, comunque, si tradurrebbero in incrementi di valore dell’immobile di cui continuerebbe a godere il locatore al termine della locazione. La fattura verrà emessa per la riduzione dei canoni di locazione ottenuta. Nella risposta ad interpello è stato affrontato anche il trattamento del contratto di locazione a canoni “scalettati” ai fini delle imposte sui redditi. È stato precisato che, per quanto concerne il trattamento dei canoni di locazione (in relazione al loro ammontare al lordo del presunto sconto) trova applicazione quanto disposto per i contratti derivanti da prestazioni di servizi, ai sensi dell’articolo 109, comma 2, lett. b), Tuir, secondo il quale “[…] i corrispettivi delle prestazioni di servizi si considerano conseguiti, e le spese di acquisizione dei servizi si considerano sostenute, alla data in cui le prestazioni sono ultimate, ovvero, per quelle dipendenti da contratti di locazione, mutuo, assicurazione e altri contratti da cui derivano corrispettivi periodici, alla data di maturazione dei corrispettivi”. Invece, per gli oneri sostenuti dal locatore mediante il meccanismo operativo della riduzione del canone, “[…] occorre fare riferimento alla natura delle spese che risultano formalmente sostenute dal conduttore. Da quanto descritto, in istanza, si tratta di «interventi necessari per rendere l’immobile idoneo allo svolgimento della gestione scelta dal conduttore» che, in linea di principio, risultano capitalizzabili al valore del bene immobile concorrendo alla formazione del reddito di periodo nei limiti delle quote di ammortamento deducibili, ai sensi dell’articolo 102 del Tuir (e dei coefficienti del D.M. 31/12/1988)”. 74

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Sulla base di quanto scritto sopra: il conduttore, a fronte dell’iscrizione del canone lordo, delle spese per la ristrutturazione/adeguamento dell’immobile e del provento per il “riaddebito” di tali spese al locatore (corrispondente allo sconto sul canone), dedurrebbe – nel complesso, quale effetto netto – un importo pari al canone lordo; ■ il locatore, invece, ha un disallineamento tra il momento di imposizione/tassazione del provento derivante dal canone e la deduzione delle spese per la ristrutturazione, sostenute “di fatto” attraverso la concessione dello sconto sul canone, nel caso in cui queste si configurassero (come nel caso oggetto dell’istanza di interpello) come spese incrementative da capitalizzare a incremento del valore dell’immobile. Esse, infatti, concorrono “[…] alla formazione del reddito di periodo nei limiti delle quote di ammortamento deducibili, ai sensi dell’articolo 102 del TUIR (e dei coefficienti del D.M. 31/12/1988)”. ■

Per quanto riguarda il momento dell’iscrizione delle spese per i lavori di ristrutturazione/adeguamento dell’immobile ad incremento del valore dello stesso, non è stato fornito alcun chiarimento; stando al disposto dell’articolo 109, comma 2, lett. a), Tuir, tali costi andrebbero iscritti all’attivo del bilancio del locatore nell’esercizio di ultimazione dei lavori, non rilevando che il relativo pagamento, operato tramite compensazione parziale con i canoni di locazione, risulti diluito nel tempo, mano a mano che maturano i canoni di locazione oggetto di sconto.


FORMAZIONE

Convegno A.N.SAG. sulla trasformazione dell’acciaio da calcestruzzo armato L’appuntamento è al Padiglione 1 della Sala GAMMA in occasione del MADE Expo a Milano

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l prossimo 16 novembre a fieramilano Rho, in occasione di Made Expo, nella sala Gamma del padiglione 1 avrà luogo alle ore 10 il convegno organizzato da A.N.SAG. (Associazione Nazionale Sagomatori) rivolto a tutti gli esperti del settore interessati interessati agli aspetti di mercato e sostenibilità della presagomatura dell’acciaio per calcestruzzo armato. Le armature in acciaio da calcestruzzo armato sono l’elemento chiave nelle opere in c.a. e presentano peculiarità specifiche che devono essere conosciute per poterne valorizzar ei benefici. La corretta esecuzione delle armature è un passaggio fondamentale per garantire la sicurezza e la stabilità di una struttura in cemento armato. Oltre alla fase di calcolo strutturale, è necessario prestare grande attenzione alla corretta posa in opera delle armature. I presagomatori, come come fabbricanti di armature, svolgono un ruolo cruciale nel processo per garantire la qualità delle strutture in c.a. Affrontare queste sfide richiede un approccio integrato che coinvolga non solo il calcolo strutturale e la posa in opera, ma anche la normativa tecnica e la formazione adeguata dei professionisti del settore. La collaborazione tra progettisti, costruttori, e regolatori può contribuire a colmare le lacune e a migliorare la qualità complessiva delle costruzioni in cemento armato. Nel corso dell’evento sarà presentato lo stato di salute economica dei presagomatori grazie alla partnership con CERVED, per il quale interverrà il dott. Antonio Angelino. La comunicazione della Carbon Footprint e l’illustrazione degli altri impatti ambientali previsti dalla Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) per i Centri di Trasformazione sarà invece curata dal Dott. Francesco Carnelli di ICMQ. L’associazione A.N.SAG, che fa parte di Finco, è nata nel 2019 per rappresentare le istanze delle aziende di presagomatura nell’ambito della filiera delle costruzioni e nel contesto istituzionale. In Italia ci sono più di 250 presagomatori che operano con continuità e fatturano complessivamente circa 1 miliardo di euro.

Convegno A.N.SAG. “Mercato e sostenibilità dei Centri di Trasformazione dell'acciaio da calcestruzzo armato” Evento gratuito

PROGRAMMA Il 16 novembre 2023 c/o Milano RHO - Fiera Made Expo - Pad. 1 Sala GAMMA – 1° piano dalle ore 10.00 alle ore 13.00 si svolgerà un Convegno organizzato da A.N.SAG. e rivolto a tutti gli esperti del settore interessati alla presagomatura dell'acciaio per calcestruzzo armato

Ore 10.00 Registrazione dei partecipanti ➢

Saluti introduttivi – Ing. Emilio Fadda (Presidente ANSAG)

Presentazione dei Progetti ANSAG – Ing. Stefano Menapace (Direttore ANSAG)

Lo stato di salute economica dei Presagomatori : trend e sfide future Dott. Antonio Angelino (CERVED)

La comunicazione della Carbon Footprint e gli altri impatti ambientali previsti dalla Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD) per i Centri di Trasformazione Dott. Francesco Carnelli(ICMQ)

Per info e prenotazione: A.N.SAG. Telefono: +39 06.855.5203 Email: segreteria@ansag.org

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SICUREZZA

Lavorare per vivere, morire per lavorare – Storie di infortunio sul lavoro La mostra fotografica a cura di Giovanni Pappadà ed Emilio Senesi è stata patrocinata dal Circolo Fotografico Milanese, Comune di Milano – Municipio 3 e FIAF

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l progetto fotografico dal titolo “Lavorare per vivere, morire per lavorare – Storie di infortunio sul lavoro” svoltosi dal 10 al 24 ottobre scorsi, è un tentativo potente di mettere in luce la drammaticità dietro le statistiche sugli infortuni sul lavoro e di restituire una dimensione umana a coloro che sono stati colpiti da tali tragedie. La mostra fotografica di Giovanni Pappadà ed Emilio Senesi, patrocinata dal Circolo Fotografico Milanese, Comune di Milano – Municipio 3 e FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), ha utilizzato le immagini per raccontare la storia delle persone coinvolte, aggiungendo un elemento personale e intimo, permettendo agli spettatori di connettersi su un livello più profondo con le vite e le esperienze delle vittime. Questo approccio contri-

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buisce a rompere la barriera di indifferenza e sensibilizzare il pubblico sulle conseguenze reali degli infortuni sul lavoro. Tra le tante storie di infortunio, sono stati ricostruiti otto casi. La sfida è consistita nel riuscire a rendere con immagini l’attimo dell’incidente, a volte ricostruendo lo scenario, a volte usando materiale d’archivio (ovviamente non più soggetto a restrizioni da indagini o procedure giudiziarie in corso) fornito dai tecnici preposti al sopralluogo, a volte, infine, utilizzando scatti propri. In due storie la collaborazione dei familiari ha permesso di utilizzare le immagini dell’album di famiglia per illustrare questo progetto: erano giovani, un brillante futuro davanti, allegri ed entusiasti. Resta il ricordo, spesso straziante.


SOSTENIBILITÀ

Bonus Fiscali e Sostenibilità: le opportunità legate alle Schermature Solari e alle Chiusure Oscuranti Le tapparelle possono influire sull’efficienza energetica di un edificio in diversi modi ed è un elemento importante di cui la normativa dovrebbe tener conto a cura di ASSITES

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e chiusure oscuranti e le schermature solari rappresentano oggi un vero e proprio elemento funzionale e di design negli edifici pubblici e privati e possono concorrere al miglioramento della protezione e dell’efficienza energetica. Occorre però in primis analizzare il termine “schermatura solare”. Si tratta di un prodotto atto a modulare i raggi solari che dall’esterno incidono sull’involucro edilizio. Le schermature solari possono essere installate all’esterno, integrate o all’interno di una superficie vetrata trasparente. Le schermature devono essere mobili, solidali con l’involucro edilizio e non liberamente montabili/smontabili dall’utente, in combinazione con un infisso (o più in generale con una vetrata) e capaci di variare la propria azione in funzione dell’irraggiamento termico e luminoso. In questa categoria rientra il frangisole a lamelle orientabili e tende da sole etc.. Per “chiusura oscurante”, invece si intende quella categoria di prodotti che, oltre a incidere sulla radiazione solare, forniscono un apporto diretto in ambito di termica dell’involucro, contrastando le dispersioni tipiche della stagione invernale. Le chiusure oscuranti possono essere poste in combinazione con vetrate o autonome (aggettanti). In questa categoria rientrano tapparelle, avvolgibili, persiane, scuri, etc.. Di conseguenza andiamo al cuore della nostra richiesta, facendo riferimento all’allegato M del Dlgs. 311/2006 “Schermature solari esterne”. Infatti, ai sensi della stessa normativa e in virtù dei recenti bonus edilizi, sono agevolabili l’acquisto e la posa in opera di schermature solari e/o chiusure tecniche mobili oscuranti elencate nell’allegato M al D.Lgs. 311/2006, montate in modo solidale all’involucro edilizio o ai suoi componenti, e, installate sia all’interno che all’esterno o integrate alla superficie vetrata. La voce “integrate” appare all’utente finale un termine legato a diverse interpretazioni. Lo potremmo riferire ai “Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate” di cui all’Allegato M alle voci UNI EN 13363-1 e UNI EN 13363-2.

Alla luce di tutto ciò, riteniamo che la cosiddetta “tapparella” rappresenti ormai un fondamentale per finestre e porte. Ciò però non significa che debbano essere legate inevitabilmente all’installazione di un infisso e di conseguenza essere considerate un componente accessorio. Le tapparelle possono influire sull’efficienza energetica di un edificio in diversi modi, sia in termini di isolamento termico che di controllo solare, rappresentando come già anticipato un’opportunità di notevole risparmio in bolletta per l’utente finale. Al netto delle normative vigenti e dei bonus edilizi che classificano oscuranti e schermature solari come prodotti trainati e non trainanti, crediamo che un potenziamento di questi due elementi possa divenire una importante occasione di riqualificazione. La chiusura oscurante o schermatura solare, di nuova generazione, va a riqualificare anche i serramenti più vetusti, ecco perché sarebbe importante un emendamento che recuperasse, la centralità e le funzionalità delle chiusure oscuranti e delle schermature solari, come elementi a sé stanti. “Inoltre, l’abbinamento delle schermature solari con eventuali motorizzazioni per superare le cosiddette “barriere architettoniche”, rappresenta un passo significativo verso l’utilizzo di sistemi di automazione innovativi che supportano l’autonomia delle persone con ridotte capacità fisiche, ottimizzando al contempo l’utilizzo degli ambienti abitativi e contribuendo in modo significativo alla sostenibilità ambientale”. www.casaeclima.com

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Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860

SOCI FINCO ACEPER – Torino Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili Presidente: Veronica Pitea Vice Presidente: Simone Ruffinatto ACMI – Roma Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Luca Ardissone Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP – Milano Associazione fabbricanti e fornitori italiani attrezzature macchine prodotti e servizi per la pulizia professionale Presidente: Giuseppe Riello Vice Presidente: Gianfranco Bonotto Direttore: Stefania Verrienti AIFIL – Roma Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Lai Diego Segretario Nazionale: Claudio Rossi AIPAA – Bergamo Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Direttore: Tommaso Spagnolo AISES – Roma Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina ANACI – Roma Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANCCA – Castelrotto (BZ) Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua Presidente: Hans Paul Griesser Vice Presidente: Luca Magni Responsabile Rapporti Istituzionali: Dr.ssa Angela Marchese ANCSA – Roma Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini ANFIT – Ferrara Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Marco Rossi Vice Presidente: Giovanni Dalfino Direttore: Laura Michelini

ARCHEOIMPRESE – Bologna Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Cristina Anghinetti Vicepresidenti: Daria Pasini e Cinzia Rampazzo Tesoriere: Claudio Calastri ARI – Roma Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES – Roma Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella Direttore: Roberta Gaggioli ASSOBON – Roma Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Generale Potito Genova Segretario: Valerio Bellei Consiglieri: Stefano Gensini, Paolo Orabona e Werter Cacciatori ASSOCOMPOSITI – Milano Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini ASSOIDROELETTRICA – Bologna Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Barbara Franchi Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA – Trento Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini AS.SO.VE 462 – Milano Associazione organismi di ispezione e notificati Presidente: Achille Cester Vice Presidente: Angiolo Di Sacco Segretario: Primo Baravelli ASSOVERDE – Roma Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Rosi Sgaravatti Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti CNIM – Roma Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti FIAS – Roma Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi AIF – FIAS – Roma Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Gabriele Graziani ANIG HP – FIAS – Roma Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Moreno Fattor

ANNA – Bolzano Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino

ANISIG – FIAS – Roma Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni

ANIPA - FIAS – Piacenza Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Gino Longo

ASSOCIAZIONE MASTER - Roma Presidente: Stefano Bufarini Presidente Emerito: Vincenzo D’Aria Direttore: Domenico Squillacioti Vice Direttori: Santo Mineo - Sandro Pariset

ANSAG – Roma Associazione nazionale sagomatori Presidente: Emilio Fadda Vice Presidenti: Paolo Venturelli, Ezio Michielin, Dario Carniello Direttore: Stefano Menapace

CONSORZIO PER L’ITALA – Palermo Presidente: Salvatore Nasca Vice Presidente: Rosalba Calandra Direttore: Nino Galante


FIPER – Roma Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo

CASEITALY SRL – Roma Presidente: Laura Michelini

FIRE – Roma Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo

CSI SPA – Milano Presidente: Vincenzo De Martino Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Lucio Luciotti

CRIBIS D&B S.R.L. Legale Rappresentante: Carlo Gherardi Presidente del CDA: Marco Preti

ENI PLENITUDE S.P.A. SOCIETÀ BENEFIT – Milano Presidente: Rita Marino Amministratore Delegato: Stefano Goberti

FISA – Roma Fire Security Association Presidente: Marco Patruno

FERROVIE DELLO STATO S.P.A. Amministratore Delegato: Luigi Ferraris Chef Corporate Affairs Officer: Massimo Bruno GRAVILI SRL – Lecce Amministratore Delegato: Antonio Gravili

FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Ente per lo sviluppo delle costruzioni in acciaio – Milano Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli

HARLEY DIKKINSON CONSULTING SRL – Milano Presidente: Alessandro Ponti INTERBAU SRL – Milano Presidente: Giuseppe Cersosimo

PILE – Varese Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli

ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA – Genova Presidente: Sergio Scanavino Segretario Generale: Luca Timossi LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi – Prato Presidente del C.d.A. e Legale Rappresentante: David Borsini

UNICEDIL – Roma Presidente: Francesco Siervo Vice Presidente: Alessandro Guaglione

M3S SPA – Roma Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini

UNICMI – Milano Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente delegato rapporti Finco: Mauro Furlan Direttore Generale: Pietro Gimelli

PASINI METALS PRODUCTIONS – Brescia Presidente: Icaro Pasini Vice Presidente: Piergiacomo Pasini PERAZZI ENGINEERING & C. SRL – Piacenza Amministratore Delegato: Italo Perazzi PLC SRL – Roma Amministratore Unico e Responsabile Commerciale: Antonella De Vitis

UNION – Roma Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Giorgia Feneri

PRAGMATICA AMBIENTALE SRL – Ravenna Presidente: Alberto Guidotti Consigliere: Cavina Lidia

ZENITAL – Monza Associazione Italiana sistemi di illuminazione e ventilazione naturali, sistemi per il controllo di fumo e calore Presidente: Luca Marzola Vice Presidente: Raffaele Scognamiglio Direttore: Giuseppe Giuffrida

PSC INSURANCE BROKERS SRL – Roma Legale Rappresentante: Romeo Piluso Direttore: Giuseppe Oliviero RESIT SRL – Roma Presidente: Ugo Vittorio Rocca

ACI – Roma Presidente: Angelo Sticchi Damiani

Scuola Etica di Alta Formazione e Perfezionamento “Leonardo” – Città Sant’Angelo (PE) Presidente: Mauro Pallini

ACROSS FAMILY ADVISORS SRL – Milano Presidente: Andrea Borghi Amministratore Delegato Procuratore: Rossano Vittorio Ruggeri

SINERGICA SRL – Taranto Presidente: Ludovico Motolese

ALFA ACCIAI SPA – Brescia Legale Rappresentante: Amato Stabiumi

TRANSFORMTESSILE – Napoli Amministratore Delegato: Aniello Ciabatti

ALFERCOM SRL – Padova Legale rappresentante: Alberto Costa Presidente CDA: Federico Costa

ZANZAR S.p.A. – Grottaglie (TA) Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio

ATAC SPA - Roma Presidente del CdA: Giovanni Mottura

Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate

COMITATO DI PRESIDENZA FINCO

Carla Tomasi Presidente Finco

Gabriella Gherardi Vice Presidente Vicario

Francesco Burrelli Vice Presidente Finco

Daniela Dal Col Consigliere Incaricato

Fabio Gasparini Consigliere Incaricato

Walter Righini Consigliere Incaricato

Lino Setola Consigliere Incaricato

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Angelo Artale Direttore Generale


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N. 97 I Anno XVII I MAGGIO/GIUGNO 2022 I Bimestrale

MCE 2022 Ripartire con più energia

N. 99 I Anno XVII I OTTOBRE 2022 I Bimestrale

SHOPPING SOSTENIBILE

DENTRO L’OBIETTIVO Lavanderia artigianale 2.0

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RISCALDAMENTO All’insegna della ripresa MCE 2022 L’edizione “della ripartenza” DENTRO L’OBIETTIVO Un’identità d’acciaio

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Anno XVII I NOVEMBRE-DICEMBRE 2022 I Bimestrale

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N. 98 I Anno XVII I SETTEMBRE 2022 I Bimestrale

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WORK IN PROGRESS L’importanza dei materiali

SPECIALE BIM Come la digitalizzazione sta cambiando il modo di lavorare

EDIFICIO “GALLEGGIANTE” Organo ufficiale

Fascicolo

101

102

103

104

105

106

Mese

Gennaio/Febbraio 2023

Marzo/Aprile 2023

Maggio/Giugno 2023

Settembre 2023

Ottobre 2023

Novembre/Dicembre 2023

Argomenti

Comunità energetiche rinnovabili (Cer)

Dalle finestre al cappotto termico: tagliare la bolletta grazie agli ecobonus

Sistemi di climatizzazione e riscaldamento

Design for all: abbattimento delle barriere architettoniche

VMC, l’importanza di essere ermetici

Edilizia off-site: nuovi sistemi costruttivi

In ogni numero: novità normative, report fiere, analisi dei progetti, monitoraggi Editore: Quine srl · Via G. Spadolini, 7 · 20141 Milano - Italia · Tel. +39 02 864105 · Fax. +39 02 70057190

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