Installatore Professionale #6 – Ottobre 2020

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installatoreprofessionale.it Installatore Professionale

NUMERO 6 OTTOBRE 2020

120%

Rischio di contagio in una “classe tipo” delle scuole primarie al variare del ricambio d’aria in vol/h. Sull’asse X è rappresentato il tempo in ore

Scuola Primaria

➡ 100%

Grafico di Luca Pauletti. I dati relativi al ricambio dell’aria tramite l’apertura delle finestre sono stati calcolati da uno studio dell’ing. Stabile dell’Univ. di Cassino su un campione di scuole

80%

Rischio dopo 60%

40 min

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VENTILAZIONE MECCANICA NELLE SCUOLE

SUPERBONUS

LE PIATTAFORME PER LA CESSIONE DEL CREDITO

NORMATIVA

IMPIANTI CON FLUIDI A PRESSIONE

PERCHÉ NO? SANITÀ

COME SI POTENZIA UN REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA? IN COLLABORAZIONE CON

COPIA OFFERTA DA

COVID-19

COME GESTIRE GLI IMPIANTI DI RICIRCOLO CON IL PATROCINIO DI:


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Sommario

OTTOB R E 2020/ N U M E RO #6

OTTOBRE 2020 NUMERO 6

Periodico bimestrale edito da Via Spadolini, 7 – 20141, Milano – Italy Tel. +39 02 88184117 | Fax +39 02 70057190

’Installatore T U T T E

L E

N O V I TÀ

S U

C O M E

M I G L I O R A R E

L A

P R O F E S S I O N E

installatoreprofessionale.it Installatore Professionale

NUMERO 6 OTTOBRE 2020

PROFESSIONALE

120%

Rischio di contagio in una “classe tipo” delle scuole primarie al variare del ricambio d’aria in vol/h. Sull’asse X è rappresentato il tempo in ore

Scuola Primaria

➡ 100%

Grafico di Luca Pauletti. I dati relativi al ricambio dell’aria tramite l’apertura delle finestre sono stati calcolati da uno studio dell’ing. Stabile dell’Univ. di Cassino su un campione di scuole

80%

PRESIDENTE

Rischio dopo 60%

Giorgio Albonetti

40 min

40%

20%

DIRETTORE RESPONSABILE

Marco Zani

CONSULENTE TECNICO

Lorenzo Epis

COMITATO TECNICO

Enrico Celin, Corrado Novelli, Corrado Oppizzi, Guido Pesaro, Luca Alberto Piterà

0% 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 2,4 2,6 2,8 3 3,2 3,4 3,6 3,8 4 4,2 4,4 4,6 4,8 5 5,2 5,4 5,6 5,8 6 con apertura finestre 15min/h (n=0,1 vol/h) con impianto HVAC (n=6 vol/h) con impianto secondo DM 18.12.1975 (n=2,5 vol/h) senza apertura finestre (n=0,1 vol/h)

VENTILAZIONE MECCANICA NELLE SCUOLE

SUPERBONUS

LE PIATTAFORME PER LA CESSIONE DEL CREDITO

NORMATIVA

IMPIANTI CON FLUIDI A PRESSIONE

PERCHÉ NO? SANITÀ

COME SI POTENZIA UN REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA? IN COLLABORAZIONE CON

COPIA OFFERTA DA

COVID-19

COME GESTIRE GLI IMPIANTI DI RICIRCOLO

EDILIZIA SANITARIA

CON IL PATROCINIO DI:

30 Come si potenzia un reparto di Terapia Intensiva?

IN COLLABORAZIONE CON

SPECIALE COVID-19 CON IL PATROCINIO DI:

REDAZIONE

Sebastian Bendinelli installatoreprofessionale@quine.it HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

Simone Cappelletti, Tommaso Caputo, Patrizia Ricci, Emanuele Scarabel REALIZZAZIONE GRAFICA

Fabio Castiglioni

PUBBLICITÀ E SVILUPPO

Milena Acito, Alessandro Martinenghi, Edoardo Rossi, Paolo Simeoni, Filippo Viola dircom@quine.it ABBONAMENTI

Rosaria Maiocchi | abbonamenti@quine.it TRAFFICO

Donatella Tardini | d.tardini@lswr.it Tel. 02 88184.292 (Responsabile) Ilaria Tandoi | i.tandoi@lswr.it Tel. 02 88184.294 RESPONSABILE DELLA PRODUZIONE

Paolo Ficicchia | p.ficicchia@lswr.it

Direzione, Redazione Quine S.r.l. - Via Spadolini 7, 20141 Milano Tel.: + 39 02 49756990 Fax: +39 02 72016740 ABBONAMENTI Tel. +39 0249756990 - Fax+39 02 70057190 abbonamenti@lswr.it Costo copia singola: euro 1,30 (presso l’Editore, fiere, manifestazioni) L’IVA è assolta dall’Editore ai sensi dell’Art. 74, 1° comma, Lettera C del DPR 26/10/72 n. 633 e successive modificazioni e integrazioni. Prezzo abbonamento annuo (7 fascicoli) in Italia euro 30,00. I numeri arretrati (seconda disponibilità) possono essere richiesti direttamente all’Editore, al doppio del prezzo di copertina. Non si effettuano spedizioni in contrassegno. L’Editore si riserva la facoltà di modificare il prezzo nel corso della pubblicazione, se costretto da mutate condizioni di mercato. L’IVA sugli abbonamenti, nonché sulla vendita dei fascicoli separati, è assolta dall’Editore ai sensi dell’Art. 74, 1° comma, Lettera C del DPR 26/10/72 n. 633 e successive modificazioni e integrazioni.

STAMPA GRAFICA VENETA SPA © 2020 QUINE S.r.l. via Spadolini, 7 - 20141 Milano

Iscrizione al R.O.C. n. 12191 del 29/10/2005 Tutti gli articoli pubblicati su Industry 4.0 Design magazine sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o la ristampa degli articoli deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.Lgs. 196/03. I dati potrebbero essere comunicati a soggetti con i quali Quine S.r.l. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Quine S.r.l. - via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel +39 02 864105 Fax +39 02 72016740, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03. RESPONSABILE DATI PERSONALI QUINE S.r.l. - via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel. +39 0249756990 - Fax+39 02 70057190 Per i diritti di cui al GDPR è possibile consultare, modificare o cancellare i dati personali ed esercitare tutti i diritti riconosciuti inviando una lettera raccomandata a: QUINE S.r.l. - via Spadolini, 7 - 20141 Milano

12 Gestire gli impianti di ricircolo per ridurre le probabilità di contagio

Lo studio pubblicato sull’ultimo numero di AiCARR Journal in collaborazione con il Prof. Pregliasco a cura della redazione

16 Ventilazione meccanica nelle scuole: un’occasione sprecata? La proposta della Consulta Regionale Ordini Ingegneri della Lombardia a cura della redazione SUPERBONUS 110%

18 Cessione del credito, le piattaforme a supporto degli installatori Tutti gli attori del mercato si stanno organizzando per cogliere al meglio le opportunità del nuovo bonus a cura di Sebastian Bendinelli

Il caso dell’ospedale di Camposampiero, in provincia di Padova di Tommaso Caputo, Emanuele Scarabel, Simone Cappelletti NORMATIVA

38 Impianti con fluidi a pressione, tutti gli adempimenti da seguire Focus sulla Direttiva PED e sul DM 329/2004 di Sebastian Bendinelli CASE HISTORY

42 L’impianto ibrido dei Giardini di Chiostergi Una palazzina residenziale con 62 appartamenti a Milano è stata equipaggiata con un sistema ibrido adatto a tutte le stagioni a cura della redazione

Rubriche

INCENTIVI FISCALI

22 Sismabonus al 110% anche per gli “interventi locali” L’incremento della detrazione prescinde dal salto di classificazione sismica di Patrizia Ricci

4 NOTIZIE DI ATTUALITÀ 36 SICUREZZA IN BAGNO 46 NOVITÀ PRODOTTI

SICUREZZA

26 Impianti a prova di terremoto In base alle NTC 2018, l’installatore è responsabile della progettazione antisismica degli elementi di alimentazione e collegamento a cura della redazione

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N. 6 - OTTOBRE 2020 | INSTALLATORE PROFESSIONALE

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News

a cura della redazione

SUPERBONUS, QUALI SARANNO GLI INTERVENTI PIÙ RICHIESTI? Da un’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat tra il 18 e il 20 settembre 2020, risulta che quasi 1 individuo su 2 (48,6%), pari a più di 21 milioni di italiani, abbia intenzione di utilizzare il Superbonus previsto dal Decreto Rilancio. Il che vuol dire che ci sono oltre 9 milioni di nuclei familiari interessati dal provvedimento. Il 55% dichiara di volerlo fare per il condominio in cui risiedono, mentre il 29,3% lo utilizzerà per una casa unifamiliare di residenza. Più di 2 milioni di italiani, si stima, lo useranno per le seconde case, siano esse un immobile familiare o parte di un condominio. Il cappotto va per la maggiore Più della metà degli interpellati dall’indagine di Facile.it intende usare il bonus per l’intervento di isolamento termico a cappotto, percentuale che sale fino al 63,4% tra i residenti del Sud e delle isole. Il 34,7% ha invece intenzione di sostituire l’impianto di climatizzazione invernale esistente con impianti centralizzati per il riscaldamento, raffreddamento o fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, mentre il 7,1%, vale a dire più di 1,5 milioni di individui, si dedicherà all’implementazione di misure antisismiche, soprattutto tra gli abitanti del Centro Italia. Chi rinuncia al bonus Se fra gli intervistati quasi la metà ha dichiarato di voler utilizzare il Superbonus, c’è anche chi pensava di usufruirne ma alla fine ha scelto di non farlo a causa della quantità di documenti necessaria; secondo l’indagine sono più di 3 milioni di italiani. Ad aver desistito per questo motivo sono principalmente i residenti del Nord Est. Più di 6 milioni (14,4%), invece, i nostri connazionali che hanno ammesso di non aver capito bene come funziona l’agevolazione, percentuale che raggiunge il 17,3% tra coloro che abitano nel Sud Italia.

Cessione del credito, già duemila richieste per un totale di 13 milioni di euro Durante Telefisco, il webinar evento del Sole 24 Ore che si è tenuto lo scorso 27 ottobre, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha reso noto che il Superbonus 110% ha finora prodotto “duemila richieste di cessione del credito per un importo complessivo di 13 milioni di euro”. Lo stesso Ruffini ha però aggiunto che “è ancora presto per un bilancio”. Sempre nel corso di Telefisco, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Riccardo Fraccaro ha confermato l’intenzione del Governo di prorogare il Superbonus 110%.

I controlli saranno concentrati sugli interventi più costosi Durante la presentazione in webinar del IX Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica e dell’XI Rapporto Annuale sulle Detrazioni Fiscali, la direttrice del dipartimento efficienza energetica dell’ENEA, Ilaria Bertini, ha spiegato che gli interventi più onerosi saranno al centro dei controlli sul Superbonus 110%. Il portale ENEA per le detrazioni fiscali è online da fine ottobre: attraverso un solo sito è possibile creare e gestire l’account per i siti dedicati alle detrazioni fiscali – Ecobonus e Bonus Casa – e per il Superbonus, inserire i dati delle asseverazioni e i dati dei relativi interventi. 4

INSTALLATORE PROFESSIONALE | N. 6 - OTTOBRE 2020


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News Infrastrutture del gas: pubblicate tre norme UNI Il CIG – Comitato Italiano Gas, ente federato UNI – si è occupato della recente realizzazione delle UNI 9034, UNI 9165, UNI 9060. Il primo documento definisce i materiali e i relativi sistemi di giunzione da utilizzare per la costruzione e la manutenzione di tubazioni per la distribuzione di gas combustibile, esercite a pressione, MOP, non maggiore di 0,5 MPa (5 bar) e in grado di resistere alle pressioni MIP e STP come individuate in fase di progetto. La norma si applica: – alle tubazioni che, partendo dall’impianto di produzione o da impianti di prelievo e/o riduzione e/o misurazione, portano il gas agli impianti di derivazione di utenza; – agli impianti di derivazione di utenza; – ai gruppi di misura gas di cui alla UNI 9036. Al contrario la norma non si applica: – ai sistemi di controllo della pressione; – ai gruppi di misura non normati dalla UNI 9036. Il secondo documento, la UNI 9165, definisce i criteri per la progetta-

zione, la costruzione, il collaudo, la conduzione, la manutenzione e il risanamento delle condotte con pressione massima di esercizio (MOP) non maggiore di 0,5 MPa (5 bar), alimentati da gas combustibili della I, II e III famiglia di cui alla UNI EN 437. La norma si applica inoltre alle condotte esistenti, solo per le parti di esse oggetto di modifiche sostanziali concernenti la potenzialità e/o il tracciato e/o la concezione della condotta. L’ultimo documento, la UNI 9860, definisce i criteri per la progettazione, la costruzione, il collaudo, la conduzione, la manutenzione e il risanamento degli impianti di derivazione di utenza del gas con pressione massima di esercizio (MOP) non maggiore di 0,5 MPa (5 bar), alimentati da gas combustibili della I, II e III famiglia di cui alla UNI EN 437.Si applica inoltre agli impianti esistenti, solo per le parti di essi oggetto di modifiche sostanziali concernenti la potenzialità e/o il tracciato e/o la concezione dell’impianto.

QUALITÀ DELL’ARIA INDOOR, CRESCE LA CONSAPEVOLEZZA TRA GLI ITALIANI Risparmio idrico, approvato ordine del giorno alla Camera Il Governo ha accolto un ordine del giorno, a prima firma dell’on. Benedetta Fiorini, finalizzato a estendere le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico anche agli interventi di sostituzione delle attrezzature sanitarie in grado di produrre un risparmio idrico. Una risoluzione che impegna il Governo ad affrontare in futuro un tema centrale in termini di sostenibilità ambientale negli edifici. L’ordine del giorno presenta lo stesso testo e contenuto dell’emendamento sul risparmio idrico presentato all’articolo 119 del Decreto Rilancio. L’iniziativa si aggiunge ad altri emendamenti, presentati in vari veicoli normativi, che sono passati in Parlamento negli ultimi anni. Passi avanti significativi, ma non ancora risolutivi, per raggiungere l’obiettivo di equiparare le incentivazioni fiscali relative all’efficienza idrica dell’edificio a quelle energetiche. Ogni anno in Italia si consumano 9,5 miliardi di metri cubi d’acqua, pari a quasi 430 litri per abitante al giorno, comportando per una famiglia media di tre componenti una spesa annua superiore ai 400 euro, ben 175 euro in più rispetto a dieci anni fa. Il 30% di questo consumo è relativo ai 57 milioni di vasi sanitari, la metà dei quali installati prima del 1990. Sciacquoni che presentano un rilascio superiore ai 9 litri per singola azione – un valore che arriva nel caso degli impianti più vecchi fino a 15 litri – quando vasi di moderna produzione italiana sono in grado di funzionare anche solo con 3,5 litri.

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INSTALLATORE PROFESSIONALE | N. 6 - OTTOBRE 2020

Negli ultimi anni l’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti della qualità negli ambienti confinati ha avuto una forte crescita, nel contesto generale di crescente importanza di tutti gli aspetti legati alla salubrità e al benessere nei luoghi in cui si vive. Secondo i risultati di una ricerca di mercato di BVA Doxa commissionata da Daikin Italy, gli italiani pensano che il comfort e il benessere ambientale indoor derivino dalla combinazione di più elementi: maggiore comfort nell’ambiente vissuto quotidianamente (per il 73% degli intervistati), sia in termini di temperatura (65%), che di luminosità (60%) e rumorosità (57%), un adeguato livello di umidità dell’aria (33%) nonché, seppur in misura minore, l’arredamento esteticamente appagante della casa (21%). La ricerca ha evidenziato che il 93% degli intervistati si dichiara attento alla qualità dell’aria all’interno della propria casa (di cui il 54% molto attento). Questa attenzione risulta in forte crescita rispetto al passato, con il 40% degli italiani che si considera più meticoloso rispetto a 3 anni fa. Sempre più diffusa anche la consapevolezza degli effetti negativi dovuti a una bassa qualità dell’aria negli ambienti chiusi è sempre più diffusa: il 56% ritiene infatti che l’aria indoor sia potenzialmente più inquinata e nociva rispetto a quella outdoor (44%). Volgendo lo sguardo verso il futuro, è evidente come il miglioramento della qualità dell’aria degli ambienti indoor costituisca un obiettivo di forte interesse: un intervistato su due (56%) dichiara infatti che è intenzionato a prestare maggiore attenzione alla salubrità dell’aria negli ambienti chiusi.


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News CONTABILIZZAZIONE E TERMOREGOLAZIONE: PROGETTO DI NORMA IN INCHIESTA PUBBLICA FINALE È stata avviata l’inchiesta pubblica finale (IPF UNI) del progetto di norma “Linea guida per la valutazione tecnico-economica per l’installazione dei sistemi di contabilizzazione e termoregolazione”. La norma, elaborata dalla CT 271 “Contabilizzazione calore”, fornisce: – un’analisi metodologica per l’applicazione della UNI EN 15459 ai sistemi di contabilizzazione e termoregolazione ai fini della valutazione economica prevista dalla legislazione vigente; – valori di riferimento dei principali indicatori economici richiesti nell’analisi di fattibilità economica; – una metodologia di riferimento per la stima dei costi iniziali di investimento e dei costi annuali, inclusi i costi di gestione, i costi periodici o di sostituzione (dovuti alla riparazione o alla sostituzione di componenti e sistemi), nonché per la stima dei benefici ottenibili dall’installazione dei sistemi di contabilizzazione e termoregolazione. Eventuali commenti al documento in IPF devono essere inviati direttamente a UNI entro il 22/12/2020. Per trovare il documento nella banca dati UNI, inserire il codice progetto UNI1607121 e poi cliccare su “cerca”.

Impianti termici civili, disposizioni aggiornate in Lombardia Con la delibera n. XI/3502 del 5 agosto 2020, la Giunta Regionale lombarda ha provveduto ad aggiornare le disposizioni per l’installazione, l’esercizio, il controllo, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici civili previste dalla delibera n. 3965 del 31 luglio 2015. Tra le diverse modifiche, le nuove disposizioni stabiliscono i tipi di impianto che devono essere oggetto di ispezione da parte degli Enti competenti entro un determinato periodo di tempo e precisano che le ispezioni rimanenti devono essere realizzate secondo i seguenti criteri di priorità: – impianti per cui non sia pervenuto il rapporto di controllo in Curit o siano emersi elementi di criticità; – impianti a biomassa da 5 kW a 20 kW; – impianti che risultano avere rendimenti energetici ai livelli minimi di legge; – impianti dotati di generatori o macchine frigorifere con anzianità superiore a 15 anni. Tra le altre novità: le definizioni di “generatore di calore” e “impianto termico” vengono allineate alle nuove formulazioni introdotte dal D.Lgs. 48/2020 e D.Lgs. 73/2020; l’installatore è sempre tenuto al rilascio della dichiarazione di conformità e alla trasmissione della documentazione prevista all’autorità competente, anche dopo 6 mesi dall’installazione e senza accensione; in caso di sostituzione del generatore, non vige più il divieto di superare del 10% la potenza precedentemente installata; non è più obbligatoria la norma UNI 10200 per la ripartizione delle spese di riscaldamento nei condomini, a seguito delle modifiche apportate al D.Lgs. 102/2014 dal D.Lgs. 73/2020.

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News MCE PRESENTA L’EVENTO LIVE+DIGITAL 2021 MCE – Mostra Convegno Expocomfort, la fiera biennale posticipata a marzo 2022, ha lanciato MCE LIVE+DIGITAL – The ON-LIFE EXPERIENCE: un evento in digitale e dal vivo che si svolgerà dall’8 al 9 aprile 2021 presso il MICO, Centro Congressi di Fiera Milano. il momento fisico sarà supportato da una ricca piattaforma web per una nuova modalità integrata di incontro, in cui la parte online rappresenterà un valore aggiunto per facilitare la connessione e consentire a espositori e visitatori di vivere l’esperienza nel modo più completo possibile. La piattaforma digitale, semplice e intuitiva, si basa su una tecnologia di AI che si modula perfettamente con le nuove esigenze del business fieristico e degli eventi, e permetterà agli operatori professionali di usufruire di un’ampia gamma di servizi, dal contatto con le aziende partecipanti, all’iscrizione ai webinar aziendali, ai convegni e seminari in loco.

Giacomini premiata al Welfare Index 2020 Il Gruppo Giacomini è tra le 78 imprese Welfare Champion 2020 che hanno ottenuto le 5 W del rating Welfare Index PMI. Le imprese, che si sono distinte per aver messo salute e sicurezza al centro degli obiettivi aziendali e aver accresciuto il loro impegno anche in assistenza, formazione, conciliazione vita-lavoro, sono state premiate dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Quest’anno il premio è ancor più importante perché ci sono state tantissime imprese che hanno dimostrato la loro resilienza. Sono cosciente del fatto – ha affermato Conte – che dietro ci sono stati grandissimi sacrifici. Sono stato stupito dalla capacità di reazione delle imprese”.

Più imprese edili grazie al Superbonus Tra luglio e settembre il numero di imprese edili segna un notevole +4.971 secondo i dati di Unioncamere-InfoCamere sulla dinamica delle imprese italiane. Le risorse per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare sembrano avere inciso sulla vitalità di un settore cruciale come quello delle costruzioni che, tra lugliosettembre, si segnala per un incremento dello 0,6% su base trimestrale, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2019. Per i tre quarti (3.691 imprese) questa crescita si deve alle piccole realtà individuali, agli specialisti nelle attività di impiantistica e di finitura degli edifici e ai posatori di infissi. L’adattamento al nuovo scenario determinato dalla “Covid-economy” sta interessando anche il commercio, le cui difficoltà complessive sono attenuate almeno in parte dall’aumento delle imprese che operano nella vendita di prodotti via internet: +1.542 nel terzo trimestre, quasi il 40% delle 4.202 imprese commerciali in più registrate nel trimestre (+0,3% l’incremento, in linea con quello dello stesso 10

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periodo dello scorso anno). Nel complesso, rispetto alla fine di giugno, il bilancio fra le imprese nate (66.355) e quelle che hanno cessato l’attività (42.849) nel terzo trimestre dell’anno si è chiuso con un saldo attivo di 23.506 unità che ha portato la consistenza del sistema imprenditoriale italiano a toccare – alla fine di settembre – le 6.082.297 imprese registrate. Rispetto ai primi due trimestri del 2020 – in cui il flusso delle nuove aperture e delle chiusure era stato profondamente segnato dall’emergenza sanitaria – il trimestre estivo sembra segnare un ritorno alla “normalità” sul fronte dell’apertura di nuove imprese (66.355, in linea con le 66.823 di luglio-settembre 2019), mentre permane una forte “dissonanza” delle chiusure (42.859 contro le 52.975 dello stesso periodo del 2019). Un segnale (forse) del diffuso atteggiamento di molti operatori in attesa, probabilmente, che si chiariscano le prospettive legate all’impiego delle risorse del Recovery Fund.


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Sull’ultimo numero di AiCARR Journal è stato pubblicato uno studio, con la collaborazione del Prof. Pregliasco, sulla corretta valutazione del rischio di diffusione del virus attraverso i sistemi HVAC

GESTIRE GLI IMPIANTI DI RICIRCOLO PER RIDURRE LE PROBABILITÀ DI CONTAGIO 12

INSTALLATORE PROFESSIONALE | N. 6 - OTTOBRE 2020


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a pandemia di Sars-CoV-2 ha valutare la probabilità di contagio è il modello Wellsdestato grande interesse nel Riley, che deve essere implementato in un modello mondo della climatizzazione per fisico che rappresenti il funzionamento dell’impianto quanto riguarda la progettazione ad aria. Lo studio presentato, attraverso il bilancio di dei nuovi impianti e la gestione massa e concentrazione dei flussi d’aria nei sistemi degli impianti esistenti. I temi HVAC a tutt’aria, calcola la concentrazione di patogeni, che sono stati posti in evidenza la probabilità di infezione in uscita e il numero di riguardano anche la gestione del individui potenzialmente infettati per diversi layout rischio negli impianti a tutt’aria spaziali di stanze segregate in un insieme di locali in che prevedono il ricircolo dell’aria cui sia presente un infetto, ciascuna servita dallo stesso tra ambienti diversi. Anche sulle sistema HVAC a tutt’aria con ricircolo tra ambienti pagine di questa rivista ci siamo occupati più volte del diversi (vedi Grafici 1-3). problema, che sicuramente non interessa soltanto progettisti e utenti finali, ma anche installatori e manutentori, spesso chiamati, tra le altre cose, a sanificare gli impianti esistenti. Torna su questa importante tematica il paper a firma di Filippo Busato, Presidente di AiCARR (Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento e Refrigerazione), Alberto Cavallini, Professore Emerito dell’Università di Padova, con l’importante collaborazione del Prof. Fabrizio Pregliasco, virologo Grafico 1. Concentrazione delle cariche virali dopo 8 ore e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, pubblicato sull’ultimo numero di AiCARR Journal (il 63, di settembre 2020). L’articolo valuta, secondo un approccio analitico, le probabilità di contagio per diverse configurazioni impiantistiche, considerando il ruolo del ricircolo dell’aria e le possibilità di miglioramento date dalla rimozione o disattivazione (per filtrazione o altre tecnologie come irradiazione UV-C, ionizzazione, Grafico 2. Probabilità di infezione per un asintomatico dopo 8 ore etc.) delle cariche virali, ponendo particolare attenzione alle modalità di gestione delle portate d’aria in relazione agli schemi impiantistici adottati.

Modello Wells-Riley

Secondo la letteratura recente, c’è una grande possibilità che il virus possa sopravvivere nell’aria. Per valutare il rischio di contagio attraverso gli impianti, è necessario fare riferimento a un modello di infezione per particelle trasportate da aerosol. Il modello più adatto per

Grafico 3. Numero di persone suscettibili infettate dopo 8 ore

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SPECIALE COVID-19

Covid-19 e ventilazione meccanica, secondo l’AiCARR dovremmo fare come la Germania

“L’Italia segua quanto prima l’esempio tedesco e affronti il problema della qualità dell’aria nelle scuole. La Germania ha deciso di investire 500 milioni di euro sull’adeguamento degli impianti e l’adozione di nuovi sistemi che contribuiscono a contrastare con forza il contagio da virus Sars-CoV-2”, ha scritto in una nota lo scorso 21 ottobre Filippo Busato, presidente di AiCARR. “L’apporto di aria esterna attraverso la ventilazione meccanica migliora la qualità dell’ambiente interno, con ricadute positive sulle condizioni igieniche e sulla salute di studenti e personale scolastico. La Germania ha dimostrato una sensibilità su un tema che in Italia non ha ancora incontrato il giusto consenso, a più livelli, istituzionale, legislativo e tecnico. Un consenso che avrebbe dovuto maturare già qualche mese fa, prima dell’arrivo dell’inverno che è alle porte, stagione in cui si è portati naturalmente a vivere negli edifici interni, prime fra tutte le scuole. Questo aspetto è stato più volte sottolineato da AiCARR, anche di concerto con il Consiglio nazionale degli ingegneri e l’Associazione italiana ambiente e sicurezza. Anche il Governo italiano, come accade in ambiti quali la sicurezza antincendio o antisismica, deve introdurre nelle linee guida per lo svolgimento della vita scolastica strategie volte a migliorare la qualità dell’aria interna preservando le condizioni di comfort termico”.

Alti tassi di ricircolo e gestione dei flussi d’aria

I risultati evidenziano un esito importante relativo agli impianti HVAC con ricircolo d’aria: il solo effetto della diluizione in più ambienti non è sufficiente a compensare l’aumento del numero di soggetti suscettibili coinvolti. D’altra parte, alti tassi di rinnovo dell’aria possono ridurre fortemente il rischio di infezione a un dato tasso di ricircolo; inoltre la filtrazione meccanica (o altre tecnologie equivalenti per inattivare il virus dai flussi d’aria ricircolati, come l’irradiazione UV-C) è uno strumento molto potente per ridurre la probabilità di infezione, soprattutto se accoppiato ad alti tassi di ricircolo. Infine, è molto importante considerare, nelle applicazioni del caso reale, la gestione dei flussi d’aria sia in spazi segregati che comuni, che possono modificare pesantemente il comportamento del sistema.

Uno strumento per l’elaborazione di un piano di valutazione del rischio

Obiettivo principale dello studio è quello di offrire uno strumento utile a progettisti, produttori, proprietari e gestori di edifici per la realizzazione di un piano di valutazione del rischio per i sistemi HVAC.

Il contagio aereo preoccupa anche a scuola Sullo stesso numero di AiCARR Journal si può leggere anche un articolo del Prof. Ing. Giuliano Cammarata, già docente di Fisica Tecnica Industriale 14

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Figura 1. L’infografica del quotidiano El País che illustra il secondo scenario: in un ambiente chiuso la ventilazione meccanica controllata riduce il rischio di contagio

nell’Università di Catania, sul rischio del contagio aereo a lunga distanza negli ambienti confinati. Con il DPCM del 25 ottobre 2020 il governo ha deciso di estendere, su tutto il territorio nazionale, la “didattica a distanza” nelle scuole superiori al 75%, in modo da ridurre soprattutto il sovraccarico dei mezzi di trasporto pubblico locale. Nelle prime settimane di riapertura, in realtà, sono stati individuati pochi focolai direttamente riconducibili agli ambienti scolastici, ma con un trend in aumento. Nell’articolo, Cammarata analizza il rischio di contagio per le tre tipologie di scuole – primaria, media e superiore – individuando il problema principale nella quasi totale mancanza di impianti di aerazione conformi al DM sulle scuole del 1975. Non bastano infatti le indicazioni attuate per limitare il contagio diretto dai droplet emessi dalla bocca e dal naso, detto contagio a breve distanza (entro il metro) ma occorre anche adottare le giuste misure protettive per il contagio a lunga distanza (che avviene tramite aerosol di droplet nuclei), recentemente riconosciuto ufficialmente anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Vanno bene le mascherine, il distanziamento interpersonale, la sanificazione delle superfici e il lavaggio delle mani ma occorre anche tenere conto di una probabilità di contagio correlato agli edifici, cioè in ambienti chiusi, e alla loro capacità di disperdere gli aerosol mediante la ventilazione.

stato affrontato recentemente da un articolo interattivo pubblicato online dal quotidiano spagnolo El País, e ripreso da numerose testate internazionali. Gli autori dell’articolo analizzano tre scenari di trasmissione aerea del Sars-CoV-2 in ambienti chiusi – a casa, in un bar, a scuola – sfruttando un modello di calcolo sviluppato dal professor José Luis Jiménez dell’Università del Colorado. Scenario 1: Se nel soggiorno di una casa sono presenti 6 persone, di cui una infetta, senza mascherine e ventilazione adeguata il contagio potrebbe trasmettersi agli altri nel giro di 4 ore. In presenza di mascherine, il numero di infezioni si riduce da 5 a 4. Dimezzando la durata di esposizione (da 4 ore a 2) e areando l’ambiente è possibile abbassare ulteriormente il rischio di contagio. Scenario 2: Se in un locale si trovano 15 clienti e 3 dipendenti, con porte chiuse e nessuna ventilazione meccanica, l’ipotesi peggiore – mancanza totale di dispositivi di protezione e misure di prevenzione – porta al contagio di 14 dipendenti entro 4 ore. Se invece tutti indossano i DPI, i contagi si riducono a 4. Con mascherine, ventilazione adeguata e tempo di esposizione dimezzato da due a 4 ore, la persona infettata sarebbe una sola (Figura 1). Scenario 3: Se in un’aula scolastica si trovano 24 studenti, e l’insegnante è positivo al virus, senza misure di sicurezza e senza ventilazione sono sufficienti 2 ore per contagiare 12 persone. L’uso delle mascherine abbassa il numero di persone infettate da 12 a 5. Come negli altri due scenari, la riduzione del tempo di esposizione e l’adeguata ventilazione dell’ambiente abbassa drasticamente il rischio di contagio. 

L’articolo del quotidiano spagnolo El País Il tema del rischio di contagio tramite aerosol è

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SPECIALE COVID-19

A cura della redazione

La Consulta Regionale Ordini Ingegneri della Lombardia ha stimato il costo dell’installazione di macchine per la VMC negli edifici scolastici italiani

VENTILAZIONE MECCANICA NELLE SCUOLE:

UN’OCCASIONE SPRECATA?

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entre la pandemia da Sars-CoV-2 torna a investire pesantemente il nostro Paese e gli ultimi provvedimenti del governo vanno nella direzione di una nuova chiusura delle scuole – al momento in cui scriviamo, il 75% delle ore di lezione negli istituti superiori si svolge a distanza – è naturale chiedersi se sia stato fatto abbastanza per ridurre le occasioni di contagio nella fase di graduale “riapertura” tra i mesi estivi e settembre. In particolare nelle scuole, che da più parti si pensa che possano aver fatto da amplificatore all’esplosione dei contagi delle ultime settimane. Gran parte del dibattito estivo si è concentrato sul doveroso adeguamento degli istituti scolastici alla nuova fase di convivenza con il virus, ma l’attenzione è stata posta soprattutto sugli aspetti strutturali e organizzativi: i banchi monoposto, gli interventi di edilizia 16

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leggera e l’organizzazione scaglionata degli orari delle lezioni per garantire le distanze di sicurezza ed evitare gli assembramenti. Molto poco è stato fatto sul fronte della ventilazione e dell’aerazione delle aule scolastiche, nonostante i numerosi studi che hanno indicato in quest’ultimo un fattore chiave per ridurre il rischio di contagio all’interno degli ambienti confinati (si veda, a questo proposito, l’articolo a p. 14). Esistono alcuni casi virtuosi e sono state condotte anche alcune interessanti sperimentazioni con l’utilizzo di purificatori d’aria dotati di filtro HEPA, ma hanno riguardato un numero ridotto di scuole, mentre nella maggior parte degli edifici scolastici italiani – già carenti sotto molti aspetti – ci si è affidati unicamente alla raccomandazione di “aprire le finestre” (senza contare la difficoltà di fare lezione continuativamente con le finestre aperte nel periodo invernale). Eppure, dotare le scuole di impianti di ventilazione meccanica controllata potrebbe essere un investimento lungimirante, da tenere in considerazione a prescindere dall’andamento della pandemia, e perfino più conveniente rispetto all’acquisto di nuovi banchi.


Tabella 1. Ipotesi di investimento per VMC in un’aula tipo di diversi istituti scolastici. Fonte: CROIL

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La proposta degli ingegneri lombardi

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Sul numero di settembre 2020 dell’edizione lombarda del Giornale dell’Ingegnere è apparso un articolo a cura della Commissione impianti della CROIL (Consulta Regionale Ordini Ingegneri della Lombardia), in cui si calcolano con precisione i costi che potrebbe avere un intervento del genere, a partire da un’aula tipo generica (Figura 1). SOLUZIONE AULA TIPO L’installazione di macchine per la VMC nelle aule viene Figura 1. Aula tipo verificata sotto il profilo costi/ benefici e confrontata con la proposta messa in atto dal governo relativamente all’acquisto di nuovi banchi. Oltre alla sicurezza anti-contagio, l’efficace ricambio dell’aria interna in inverno permetterebbe di ottenere benefici anche sotto il profilo energetico, grazie al recuperatore di calore. In più, la VMC rispetta i requisiti richiesti dalle norme per l’edilizia scolastica e in particolare quelle sul ricambio dell’aria stabilite dal DM 18/12/1975 (punto 5.3.12), tutt’ora in vigore ma disatteso. La scelta di un idoneo impianto di ventilazione meccanica controllata permetterebbe quindi di attuare una strategia efficace nel tempo e non legata alle azioni degli alunni e/o del personale scolastico. Le soluzioni impiantistiche che coinvolgono il principio della filtrazione (e non quello della diluizione attraverso il ricambio dell’aria interna), mediante l’installazione

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La Commissione impianti CROIL

Ing. Mauro Volontè – Presidente Ordine Ingegneri Como e Referente Commissione Impianti Prof. Ing. Cesare Maria Joppolo – Ordine Ingegneri Milano e Coordinatore Commissione Impianti Ing. Marco Ferrari - Ordine Ingegneri Cremona e Segretario Commissione Impianti Ing. Marco Spolti - Ordine Ingegneri Bergamo Ing. Stefano Pederneschi – Ordine Ingegneri Mantova Ing. Marco Tonoli - Ordine Ingegneri Brescia Ing. Paolo Colombo – Ordine Ingegneri Monza e Brianza Ing. Giampiero Ajani – Ordine Ingegneri Como Ing. Franco Bua – Ordine Ingegneri Pavia Ing. Nicola Piazza – Ordine Ingegneri Lecco Ing. Davide Morcelli - Ordine Ingegneri Sondrio Ing. Marco Grechi – Ordine Ingegneri Lodi Ing. Pietro Gervasini – Ordine Ingegneri Varese

negli ambienti di macchine per il ricircolo dell’aria interna equipaggiate con filtri assoluti, cioè filtri che possiedono un’efficienza pari al 99,95% rispetto alle dimensioni di appartenenza del vettore virale (le famose droplets) potrebbe essere una soluzione alternativa nei casi in cui l’installazione di un sistema di ventilazione meccanica non sia percorribile a causa di problematiche tecniche (impossibilità installativa) o economiche, oppure entrambe. Ad ogni modo, specificano gli ingegneri lombardi, l’investimento per gli impianti di ventilazione risulta utile non soltanto in questo momento, ma sarà utile anche al mantenimento di una migliore qualità dell’aria nelle classi una volta terminata la pandemia, riducendo eventuali contagi di altri virus come quelli dell’influenza e ottenendo un maggior controllo del tasso di CO2 in ambiente. Per quanto riguarda i costi, stimando in 300 € il costo massimo di un banco singolo e in 4.000 € l’installazione di un sistema di VMC, in una classe di scuola secondaria di secondo grado con 25 banchi, superficie di 55 m2, altezza 3 m e volume 165 m3, si potrebbe arrivare a risparmiare fino a 3.500 €, per ottenere una portata di ricambio d’aria di 825 m3/h, come richiesto dal DM del 1975 (vedi Tabella 1).  N. 6 - OTTOBRE 2020 | INSTALLATORE PROFESSIONALE

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SUPERBONUS 110% a cura di Sebastian Bendinelli

CESSIONE DEL CREDITO, LE PIATTAFORME A SUPPORTO DEGLI INSTALLATORI

Produttori di sistemi di riscaldamento, grossisti e istituti di credito: tutti gli attori del mercato si stanno organizzando per cogliere al meglio le opportunità del nuovo bonus fiscale

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a possibilità di cessione del credito a banche e istituti finanziari, a cui sullo scorso numero della rivista abbiamo dedicato un ampio approfondimento (vedi Installatore Professionale n°5, p. 22), è sicuramente una delle modalità più interessanti del Superbonus 110%. In attesa dell’ufficialità di una proroga del provvedimento, molto attesa in tutto il settore edilizio, il nuovo bonus è ufficialmente partito: dal 15 ottobre è possibile trasmettere online la comunicazione all’Agenzia delle Entrate per esercitare l’opzione della cessione del credito, mentre dal 27 ottobre si possono inviare sull’apposito sito dell’ENEA anche le asseverazioni e gli altri documenti richiesti dalla normativa. In tutta Italia sono già partiti i primi cantieri per gli interventi di efficientamento energetico che beneficiano del Superbonus: lo scorso 13 ottobre, ad esempio, il sottosegretario Fraccaro ha partecipato all’inaugurazione del cantiere di un condominio di Prato, in cui sarà sostituito l’impianto di riscaldamento e sarà installato un isolamento a cappotto.

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Come gestire la cessione del credito

Per comunicare all’Agenzia delle Entrate l’eventuale cessione del credito i beneficiari hanno tempo fino al 16 marzo 2021, al fine di consentire alle imprese che lo avranno acquisito di caricarlo sul loro cassetto fiscale e usufruire delle detrazioni. Trattandosi di pratiche comunque piuttosto complicate, diverse aziende in queste settimane

hanno presentato le proprie piattaforme per assistere gli installatori in tutte le fasi dei lavori.

Dall’assistenza fiscale al general contractor

Per gli installatori ufficiali della rete Ferroli, Ferroli e Lamborghini Caloreclima Partners, sono a disposizione due piattaforme: la prima, FerroliTrading/Cessione, permette la predisposizione del cassetto fiscale e delle comunicazioni a ENEA per i controlli di natura tecnico-amministrativa e all’Agenzia delle Entrate per quelli fiscali. Per gli interventi complessi e/o condominiali la piattaforma offre anche un servizio di assistenza fiscale e commerciale, fornendo l’aiuto di professionisti per le varie asseverazioni necessarie, oltre a un servizio di formazione continuativa sulle tematiche di natura finanziaria e fiscale a cura di Harley&Dikkinson, che ha collaborato all’implementazione della piattaforma. L’installatore Ferroli Partner può avvalersi di una consulenza commerciale e fiscale nella redazione del preventivo e dell’offerta per gli interventi più complessi e può calcolare in anticipo lo sconto massimo da praticare in fattura al soggetto cliente, tenuto conto sia dei massimali previsti dal Decreto Ministeriale, sia dei vari oneri e costi finanziari del processo successivo di cessione del credito. Nel caso in cui si voglia rinunciare a praticare direttamente lo sconto in fattura al cliente finale, perché si preferisce che sia un terzo a gestirlo, l’azienda ha avviato il progetto Ferroli-General Contractor in collaborazione con Alperia Bartucci, che ricoprirà appunto il ruolo di general contractor. In questo modo l’installatore incasserà l’intero costo della prestazione

La cessione del credito in sintesi Per esercitare l’opzione il beneficiario dovrà trasmettere una comunicazione a partire dal 15 ottobre, compilando e inoltrando online l’apposito modello predisposto dall’Agenzia delle Entrate con il Provvedimento dell’8 agosto 2020. Oltre agli adempimenti ordinariamente previsti per ottenere le detrazioni, bisognerà acquisire anche: – il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione, rilasciato dagli intermediari abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni (dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali e consulenti

del lavoro) o dai CAF; – l’asseverazione tecnica relativa agli interventi di efficienza energetica e di riduzione del rischio sismico, che certifichi il rispetto dei requisiti tecnici necessari ai fini delle agevolazioni fiscali e la congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati. I crediti d’imposta sono utilizzati in compensazione attraverso il modello F24. La quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno non è rimborsabile e non può essere usufruita negli anni successivi. La scelta di optare per la cessione del

credito può essere esercitata a fine lavori o in relazione a ciascuno stato di avanzamento dei lavori (SAL). Gli stati di avanzamento dei lavori non possono essere più di due per ciascun intervento complessivo e ciascuno stato di avanzamento deve riferirsi ad almeno il 30% dell’intervento. Attenzione: con il Superbonus 110% il credito d’imposta può essere compensato anche con i debiti fiscali del contribuente, non applicandosi il divieto generale di compensazione tra crediti fiscali e debiti fiscali iscritti a ruolo per importi superiori a 1500 €.

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SUPERBONUS 110%

da Alperia Bartucci, lavorando di fatto come suo subappalto, e il privato pagherà ad Alperia Bartucci l’importo scontato. Alperia Bartucci gestirà i progetti Ecobonus 50% e 65% tramite una piattaforma dedicata ai Ferroli Partner, e affronterà con progetti chiavi in mano (inclusi asseverazioni e visto di conformità) i progetti Eco-Sismabonus complessi e Superbonus. Anche altre aziende produttrici di sistemi di riscaldamento e climatizzazione si stanno muovendo in questa direzione: Bosch Termotecnica svilupperà un’analoga piattaforma informatica di supporto per gli installatori – come ha anticipato il Country Manager Marco Giuseppe Boselli nel corso dell’evento organizzato dal Sole 24 Ore Telefisco 2020 – mentre Viessmann supporta gli utenti finali proponendo lo sconto immediato in fattura tramite i “Partner per l’Efficienza Energetica” dell’azienda, e propone agli installatori un supporto alle procedure dello sconto in fattura e della cessione del credito al 50% e 65%: l’installatore Viessmann potrà decidere se acquisire il credito e recuperare le detrazioni negli anni seguenti, oppure potrà a sua volta cedere il credito a un fornitore che possa farsene carico, come la stessa Viessmann che, fatte le dovute verifiche, può accettare la cessione. 20

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Anche i grossisti si organizzano

Proporsi come general contractor per questo tipo di interventi di riqualificazione energetica è senza dubbio impegnativo, ma è una sfida e un’opportunità che anche il mondo della distribuzione ha deciso di non lasciarsi sfuggire. L’associazione ANGAISA, grazie a una collaborazione con lo studio legale Elexi di Torino, ha messo a disposizione dei propri soci gli schemi contrattuali che possono essere utilizzati dalle aziende interessate a proporre soluzioni “chiavi in mano” – che possono comprendere quindi forniture di componenti e impianti, opere edili, progettazione avanzata e pratiche amministrative – in qualità di general contractor. In caso di interventi più limitati (come la sola fornitura e posa in opera di una nuova caldaia a condensazione), si potrà procedere “per sottrazione”, mantenendo unicamente le previsioni contrattuali necessarie per regolare correttamente tali interventi. Gli scenari contrattuali che si profilano sono tre: 1. Contratto d’appalto privato committente/ general contractor con attività di progettazione e definizione degli interventi a cura del committente (tramite professionisti di sua fiducia);


2. Contratto d’appalto privato committente/ general contractor con attività di progettazione e definizione degli interventi affidata al general contractor: 3. Contratto di subappalto di beni e/o servizi (per la gestione dei rapporti che legano le attività del general contractor a quelle di professionisti/ imprese di sua fiducia). Quella di assumere il ruolo del general contractor non è comunque l’unica opzione sul tavolo: in alternativa, si potrebbe ipotizzare un ruolo diverso, in cui vengono messi comunque a disposizione del cliente servizi di orientamento e consulenza, indirizzandolo nella scelta di professionisti e imprese non coordinati o direttamente “controllati” dall’azienda distributrice. In cambio di questo valore aggiunto che il distributore mette a disposizione, è legittimo far sottoscrivere al cliente un impegno ad acquistare “in esclusiva” presso la sua azienda i prodotti necessari per realizzare l’intervento che darà diritto a fruire di Superbonus, Ecobonus o Bonus ristrutturazioni. Anche in questo caso ANGAISA ha chiesto allo studio Elexi di predisporre clausole contrattuali ad hoc che potranno essere utilizzate nell’ambito dell’accordo di fornitura che lega l’azienda associata al proprio committente.

che si stanno muovendo in questa direzione. Un esempio di collaborazione già ben avviata tra rivenditori, produttori e installatori è offerto da Ariston, che attraverso una convenzione con Deloitte offre ai propri installatori un servizio di assistenza per la cessione del credito. “Noi abbiamo scelto di non fare da general contractor”, racconta Giuseppe Agoglitta, amministratore di Agoglitta Srl, rivenditore ITS e socio ANGAISA, “ma di fare tutto attraverso l’installatore, indirizzando all’impresa specializzata i clienti che accedono al nostro banco di vendita”. Il meccanismo è semplice: l’installatore si registra a un portale online e invia la pratica; l’utente bonifica il 35% dell’importo, dopodiché Ariston bonifica il restante 65%, trattenendo una provvigione attorno all’11% e una quota fissa per le spese tecniche. Anche altri marchi, come Fondital e Italtherm, propongono offerte simili, con diverse percentuali di provvigioni e di spese tecniche. “Da quello che ho visto finora – conclude Agoglitta – ogni installatore affiliato a un marchio tende a sposare quello che il suo marchio propone: conosce già il prodotto e ha qualcuno che gestisce per lui tutte le pratiche, che altrimenti sarebbero complicate. Ma nei prossimi mesi può darsi che anche gli installatori si spostino tra un marchio e l’altro, cercando l’offerta più conveniente”.

Sinergie tra rivenditori, produttori e installatori

Le offerte delle banche

Oltre ai casi già citati di Bosch, Ferroli e Viessmann, sono molti i produttori di apparecchi per il riscaldamento

Il ruolo del general contractor secondo ANGAISA Il ruolo del general contractor rappresenta una metamorfosi del distributore specializzato: l’imprenditore potrà strutturare una vera e propria “cabina di regia”, coinvolgendo altri professionisti, per garantire attraverso servizi e prodotti la corretta realizzazione degli interventi legati alle detrazioni previste dal Decreto Rilancio; non solo quelle legate al Superbonus 110%, ma anche quelle relative alle altre forme di incentivazione. Il distributore resta infatti una figura chiave nell’accelerazione verso la riqualificazione degli impianti: una figura che supporta i propri clienti installatori in contesti coerenti con i propri ruoli e profili professionali, che

li accompagna verso un’evoluzione 4.0, assecondandone le caratteristiche e gli sviluppi, in ottica costruttiva e dinamica: una rivoluzione che cancella il classico rapporto fornitore/ cliente. In sintesi, il general contractor assume il ruolo di appaltatore generale, in relazione all’opera o alle opere da realizzare, e si fa carico della gestione e dell’organizzazione del lavoro dei subappaltatori e dei professionisti ai quali verranno affidati specifici incarichi legati alla realizzazione. Per questo dovrà avvalersi di un team di lavoro adeguato, caratterizzato da comprovate competenze professionali, tenendo conto dell’entità dei lavori e degli ambiti da presidiare.

Sullo scorso numero abbiamo passato in rassegna brevemente le prime offerte finanziarie presentate dalle banche per l’acquisto dei crediti fiscali. In generale, lo schema è il seguente: la banca si impegna ad acquistare il credito d’imposta (a un prezzo convenuto) e cliente si impegna a cederlo con la formula della cessione prosoluto. La cessione avviene in questa modalità: – crediti d’imposta con detrazione in 5 quote annuali (bonus 110%). In questa fattispecie, la più comune, le banche si sono allineate a una proposta di acquisto di 102€ per ogni 110€ di credito ceduto nel caso di privati o condomini, o di 100€ per ogni 110€ di credito ceduto in caso di imprese cedenti. Parlando invece di nominale di cessione possiamo dire che per ogni 100€ di credito ceduto da parte di condomini o privati, questi ne ottengono 92,7 mentre l’impresa solo 90,91. – credito d’imposta detraibile in 10 anni. In questo caso, non ci sono grandi differenze tra privati e imprese e le banche si sono più o meno allineate a un acquisto pari a circa il 80% del valore nominale del credito, quindi 80€ per ogni 100€ di credito ceduto. Tra i vari istituti di credito che hanno già presentato offerte di questo tipo possiamo citare Intesa Sanpaolo, Unicredit, UnipolSai, Crédit Agricole, Mediolanum, Carige, Generali, Poste Italiane, Fineco. Alcuni, però, acquistano i crediti fiscali soltanto da condomìni e persone fisiche: si rimanda ai rispettivi siti web per visionare le offerte complete.  N. 6 - OTTOBRE 2020 | INSTALLATORE PROFESSIONALE

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Incentivi fiscali di Patrizia Ricci

SISMABONUS AL 110% ANCHE PER GLI “INTERVENTI LOCALI” Nel Decreto Rilancio l’incremento della detrazione al 110% prescinde dalla necessità di certificare l’avvenuto salto di classificazione sismica

l Sismabonus “ordinario”, ovvero quello in vigore prima del Decreto Rilancio, prevedeva una premialità che si è persa con il nuovo Superbonus, che di fatto ha portato tutti gli interventi di riduzione del rischio sismico al 110%, anche quelli non subordinati al salto di almeno una classe sismica. Il 110% introduce quindi una sorta di “modello piatto” che premia allo stesso modo tutte le operazioni di messa in sicurezza antisismica, archiviando il modello degli incentivi parametrati ai salti di classe nella sicurezza complessiva dell’edificio. Se da una parte questo può essere considerato comunque un incentivo a migliorare il patrimonio edilizio esistente, dall’altra si corre il rischio di minimizzare il reale concetto di riqualificazione sismica producendo una serie di interventi minori, migliorativi ma non risolutivi. L’auspicio è che si valutino interventi che portino realmente ad un miglioramento dell’edificio da un punto di vista sismico.

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Come funziona il Sismabonus

Secondo l’art. 119 del Decreto Rilancio (DL 34/2020) sono ammesse alla detrazione del 110% le spese sostenute nel periodo dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 su edifici ubicati nelle zone di rischio sismico 1, 2 e 3, per interventi di miglioramento sismico di cui ai commi da 1-bis a 1-septies dell’art. 16 del DL 4 giugno 2013, n. 63, convertito dalla L. 3 agosto 2013, n. 90, vale a dire per gli stessi interventi ammessi al vecchio Sismabonus con le aliquote dal 50 all’85%. Come abbiamo detto, la nuova disciplina non distingue in relazione all’entità della riduzione del rischio sismico, consentendo quindi “tipologie di interventi” che non realizzino la riduzione di almeno 1 o 2 classi di rischio. I commi da 1-bis a 1-ter riguardano infatti misure antisismiche generali, mentre quelli da 1-quater a 1-septies misure legate alla riduzione di rischio sismico mediante passaggio di classe. A differenza della classificazione energetica, la classificazione sismica va sempre correlata non alla singola unità immobiliare ma all’intero edificio. Concetto che, nel caso dei nostri centri sto-


rici, può determinare casi di inapplicabilità, laddove si corre il rischio che un intervento locale privo di corretto dimensionamento possa determinare addirittura uno svantaggio all’intero complesso edilizio. Il Sismabonus potenziato al 110%, pur non richiedendo quindi uno specifico incremento in termini di classi di rischio sismico, comporta tuttavia l’asseverazione dell’avvenuto miglioramento della prestazione antisismica della struttura. Per quanto concerne gli adempimenti, la norma prevede, ai fini della detrazione, il rilascio di asseverazione da parte dei tecnici e, in caso di opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, la trasmissione di apposita comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate con il rilascio di un visto di conformità da parte di un professionista.

Che cosa si intende per intervento locale

Nell’intento del legislatore, il Sismabonus è finalizzato al recupero del patrimonio edilizio residenziale per il quale è necessaria un’azione diffusa di riduzione del rischio sismico. Per il conseguimento

Il Sismabonus 110% in breve

Il Sismabonus è un’agevolazione fiscale che può essere usufruita per interventi realizzati su tutti gli immobili di tipo abitativo o utilizzati per attività produttive sia dai soggetti passivi IRPEF sia dai soggetti passivi IRES che sostengono le spese per gli interventi agevolabili. Le opere devono essere realizzate su edifici che si trovano nelle zone sismiche 1, 2 e 3. La detrazione va calcolata su un ammontare complessivo di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno e deve essere ripartita in 5 quote annuali di pari importo, nell’anno in cui sono state sostenute le spese e in quelli successivi. Tra le spese detraibili rientrano anche quelle effettuate per la classificazione e la verifica sismica delle strutture. Documentazione da produrre La pratica Sismabonus 110% deve includere la seguente documentazione: – asseverazione di cui all’art.4 del DM 24/2020 - Allegato B del DM Sismabonus; – allegato 1 - SAL (DM 329/2020); – allegato B1 - Attestazione Direttore dei lavori (DM 329/2020); – allegato B2 - Attestazione Collaudatore (DM 329/2020); – relazione illustrativa dell’attività conoscitiva svolta e dei risultati raggiunti pre-intervento, ovvero relazione che attesta lo stato di fatto; – il progetto degli interventi di riduzione e di miglioramento sismico e la relazione circa lo stato di progetto attestante la situazione post-intervento.

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Incentivi fiscali

Che cos’è il rischio sismico

Il rischio sismico è la misura matematica/ingegneristica per valutare il danno (perdita) atteso a seguito di un possibile evento sismico. Dipende da un’interazione di fattori: Rischio = Pericolosità x Vulnerabilità x Esposizione dove con Pericolosità si intende la probabilità che si verifichi un sisma (terremoto atteso): zone sismiche; con Vulnerabilità la valutazione delle conseguenze del sisma: capacità degli edifici; con Esposizione, la valutazione socio/economica delle conseguenze: contesti delle comunità. di questo obiettivo sono necessari interventi rapidi e a costi contenuti, anche in considerazione del tetto di spesa per ciascuna unità immobiliare. Quindi i candidati preferenziali per l’accesso al bonus sono gli interventi a basso impatto, che possano essere eseguiti senza lavorazioni importanti all’interno delle unità immobiliari e che non richiedano lo sgombero degli spazi o l’interruzione dell’uso delle abitazioni. Proprio per questo si dovrebbe focalizzare l’attenzione sui cosiddetti interventi di riparazione locali per i quali, secondo le Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 si intendono quelli che riguardano singole parti e/o elementi della struttura che non determinino cambiamenti significativi del comportamento globale della costruzione. 24

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Le principali tipologie di intervento

Le tipologie di intervento principali, contenute nelle NTC 2018, si suddividono in tecniche locali e globali, a cui vanno aggiunte le sottocategorie che determinano la riduzione del rischio sismico tramite isolamento o smorzamento e quelle che determinano un miglioramento della classe energetica dell’edificio. Quelli classificati come locali, che sono anche gli interventi più comuni e diffusi e consentono di raggiungere un primo miglioramento della struttura, sono legati, per fare solo qualche esempio, all’incremento della sezione degli elementi strutturali come il ringrosso e l’incamiciatura in calcestruzzo armato, che aumentano la rigidezza e la duttilità dell’elemento. Inoltre, si possono inserire elementi di rinforzo sui nodi e in travi e pilastri (placche in acciaio o fasciature in FRP) o, nel caso di edifici in muratura, intervenire con l’inserimento di catene per il ripristino dei collegamenti o l’inserimento di cordoli in acciaio per il collegamento degli orizzontamenti con le pareti e interventi di tipo cuci e scuci per il ripristino di danneggiamenti locali. Oltre agli interventi locali, si possono realizzare interventi globali più impattanti e spesso incompatibili con la presenza umana, come l’inserimento di pareti portanti o controventi metallici che possano prevedere dei dispositivi di smorzamento e dissipazione e di isolamento sismico alla base. 



Sicurezza

a cura della redazione

Spesso più insidiose e meno visibili dei danni strutturali, le conseguenze di un sisma sugli impianti di un edificio non devono interessare soltanto i progettisti. In base alle NTC 2018, infatti, l’installatore è responsabile della progettazione antisismica degli elementi di alimentazione e collegamento

IMPIANTI A PROVA DI TERREMOTO rendendo in considerazione i terremoti degli ultimi vent’anni (1997 in Umbria e Marche, 2009 in Abruzzo, Emilia 2012, Marche e Lazio 2016, solo per citare i più significativi), le ispezioni sugli edifici danneggiati hanno dimostrato che in molti casi le dichiarazioni di inagibilità non dipendevano soltanto dai danni strutturali, ma anche dai danni ai sistemi impiantistici. Per esempio, nell’ipotesi della rottura di un impianto di distribuzione del gas combustibile, quest’ultimo può facilmente alimentare l’inizio di un incendio o saturare uno spazio chiuso con conseguenzecon terribili conseguenze. Anche la semplice sconnessione di un canale portatore di aria condizionata può trasformarlo in un percorso preferenziale per fluidi gassosi inquinanti e velenosi. Questi danni possono verificarsi molto prima del danno alle strutture, strutture e, spesso, sono più insidiosi poiché non visibili immediatamente. meno immediatamente visibili. Per questo, le norme più recenti impongono ai progettisti e alle imprese installatrici di prestare un’attenzione sempre crescente anche a questo tema.

P

Cosa dicono le Norme Tecniche per le Costruzioni? Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018), che definiscono i principi per il “progetto, l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni”, sono il punto di riferimento ineludibile per tutti i progettisti. Si compongono di due parti – il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale a febbraio 2018, e la circolare esplicativa, in vigore da febbraio 2019 – e sono un 26

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Effetti del crollo di un controsoffitto sulla fruibilità di una via di esodo

aggiornamento della precedente edizione, pubblicata nel 2008. Al loro interno non mancano le indicazioni utili anche per gli installatori, specialmente per quanto riguarda l’individuazione delle responsabilità della progettazione antisismica. È proprio questa la differenza più importante rispetto all’edizione del 2008. Al paragrafo 7.2.4 si stabilisce infatti che: • della progettazione antisismica degli impianti è responsabile il produttore; • della progettazione antisismica degli elementi di alimentazione e collegamento – ovvero tutto ciò che attiene la progettazione antisismica di staffaggi di tubazioni, canalizzazioni, passerelle di sostegno di cavi elettrici, etc. – è responsabile l’installatore; • della progettazione antisismica degli orizzontamenti, delle tamponature e dei tramezzi a cui si ancorano gli impianti è responsabile il progettista strutturale. Nelle NTC 2018 si trovano specificate anche le verifiche richieste in relazione agli impianti in caso di terremoto. Sono di due tipi: • Verifiche di Funzionamento (FUN), finalizzate ad accertare che gli spostamenti strutturali o le accelerazioni (a seconda che gli impianti siano più vulnerabili all’effetto dei primi o delle seconde) non siano tali da produrre interruzioni d’uso degli impianti stessi. • Verifiche di Stabilità (STA), volte a ad accertare la capacità di ciascuno degli elementi funzionali costituenti l’impianto, compresi gli elementi strutturali che li sostengono e collegano tra loro e alla struttura principale.


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Sicurezza Il caso dell’impiantistica antincendio Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco a dicembre 2011 ha emanato la guida tecnica in merito alle linee di indirizzo per la riduzione della vulnerabilità sismica dell’impiantistica antincendio. Gli studi effettuati a seguito dei terremoti hanno evidenziato situazioni di danno ricorrenti e, in particolare: esternamente agli edifici: • rottura o schiacciamento di tubazioni interrate a causa di assestamenti o effetti di liquefazione che hanno provocato cedimenti del suolo; • consegne inadeguate di acqua in termini di volume e pressione, determinate da danni al sistema acquedottistico. internamente agli edifici: • rottura delle tubazioni verticali (colonne montanti) a causa di forti spostamenti interpiano; • distacco dai relativi punti di ancoraggio dei ganci di sostegno dei tubi; • estrazione degli elementi di ancoraggio tra ganci e struttura dell’edificio a causa del carico sismico; • rottura delle testine degli sprinkler a causa dell’impatto con elementi strutturali o non strutturali adiacenti

(ad es. pannelli di controsoffitto); • compromissione della tenuta di collegamenti e giunzioni di tubi; • danneggiamento di tubazioni che attraversavano giunti sismici non progettate per sopportare movimenti differenziali; • strappo di tubazioni dovute al trattenimento per ammorsamento alle pareti attraversate; • tubazioni di impianti sospese a pavimento o a soffitto, non adeguatamente controventate, sotto l’azione sismica hanno subito forti oscillazioni caricando fortemente i punti di ancoraggio e determinando danni di impatto sia sulle tubazioni che sulle testine; • crollo parziale delle tubazioni per rottura dei ganci e fuoriuscita dai sup-

Qualsiasi impianto può essere schematizzato come un complesso di sottosistemi (approvvigionamento, apparecchiature, reti di distribuzione, terminali) e e ciascun sottosistema è soggetto ad azioni sismiche che potrebbero comprometterne il funzionamento. Oggi le verifiche che si fanno sono principalmente quelle attinenti i sottosistemi di distribuzione, ovvero principalmente staffaggi di tubazioni e cavi, con particolari accorgimenti in relazione ai giunti sismici degli edifici, oltre a verifiche di pura stabilità per gli elementi “pesanti”. In Figura 1, 2, e 3 sono illustrate casistiche abbastanza frequenti in tal senso. Altro elemento di estrema importanza riguarda

Fig. 1: Flessibili in corrispondenza di un giunto sismico risc+cdz+antincendio

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VV.F. hanno inoltre riscontrato che fuoriuscite di gas dalle tubazioni hanno contribuito ad aggravare le conseguenze dell’evento sismico per persone e beni ritenendo, quindi, di fondamentale importanza garantire il mantenimento della tenuta delle tubazioni e dei giunti o, in caso di perdite, la pronta interruzione dell’afflusso di gas. Ciò ha indotto il Ministero a produrre Linee Guida dedicate, in cui si raccomanda il rispetto di requisiti, differenti in funzione del tipo di impianto, che vanno dalla semplice stabilità al mantenimento della funzionalità, come si può evincere dalla Tabella 1.

la stabilità dei terminali di impianto a soffitto (principalmente corpi illuminanti e apparecchiature per la climatizzazione e ventilazione) e dei controsoffitti, con particolare riguardo alla fruibilità del sistema delle vie di esodo. Pur non essendo un requisito sempre esplicito, è del tutto evidente che per mantenere sicuro un edificio, soprattutto in caso di emergenza, il sistema delle vie di esodo deve essere mantenuto stabile e funzionale non solo in caso di incendio, ma anche in caso di sisma. Il semplice crollo di un controsoffitto, evento molto frequente in caso di sisma, può impedire la fruizione delle vie di esodo, e ciò vale anche e soprattutto per gli edifici esistenti. 

Fig. 2: Giunto antisismico su tubazione gas

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porti a causa della ciclicità di grandi spostamenti;

Fig. 3: Controventi antisismici su canalizzazioni aria


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IL SISTEMA INTELLIGENTE PER LA CLIMATIZZAZIONE DELLA CASA Aermec presenta la soluzione completa, innovativa ed efficiente per la climatizzazione degli ambienti residenziali. Grazie al semplice pannello touch screen del sistema VMF è possibile gestire completamente l’impianto idronico, sia localmente che in maniera centralizzata, garantendo le migliori prestazioni energetiche ed il massimo comfort in ogni ambiente e durante tutto l’anno. Il sistema si completa con BHP, la pompa di calore di tipo split a gas ecologico R32 e OMNIA SLIM, il silenzioso ventilconvettore a ridotta profondità.

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Edilizia sanitaria

d i To m m a s o C a p u t o 1 , E m a n u e l e S c a r a b e l 2 , S i m o n e C a p p e l l e t t i 3

Il caso dell’Ospedale di Camposampiero, in provincia di Padova: aumento del numero di posti letto e miglioramento della gestione di pazienti non infetti da Covid-19

COME SI POTENZIA UN REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA?

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INSTALLATORE PROFESSIONALE | N. 6 - OTTOBRE 2020


l “Decreto Rilancio” (DL 34/2020), all’articolo 2, stabilisce che le regioni e le province autonome, al fine di rafforzare strutturalmente il Servizio Sanitario Nazionale in ambito ospedaliero, tramite apposito piano di riorganizzazione volto a fronteggiare adeguatamente le emergenze pandemiche, come quella da Covid-19 in corso, garantiscono l’incremento di attività in regime di ricovero in Terapia Intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure. La disposizione prevede, per ciascuna regione e provincia autonoma, un incremento strutturale dei posti letto di terapia intensiva determinando una dotazione pari a 0,14 posti letto per mille abitanti. La Regione Veneto, con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 782/2020, ha programmato le azioni attuative delle misure in materia sanitaria previste dal DL 34/2020 prevedendo tra le altre, per l’ULSS6 Euganea di Padova, il potenziamento del reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale di Camposampiero (PD).

posti letto accompagnata da ulteriori due posti isolati con filtro, un posto degente singolo e due posti per degenti coronarici, che vista la loro parziale autosufficienza e il lungo periodo di ricovero nel reparto sono dotati di bagno in camera. La postazione di controllo e lavoro infermieri è collata baricentricamente nel reparto e assicura una buona vista e raggiungibilità dei ricoverati. Sono disponibili anche una shock room e un locale di bonifica. Completano l’area sanitaria un deposito farmaci, deposito pulito, deposito sporco, tisaneria e un bagno; questi ultimi due posizionati in maniera che siano fruibili al personale senza dover lasciare l’area sanitaria (Figura 1). Nella zona di supporto sono riscontrabili i percorsi di accesso del personale con filtri e bagni divisi per sesso, il filtro di accesso pazienti, ambulatorio e stanza del medico di guardia, l’attesa parenti con bagni dedicati, una stanza per i colloqui con i parenti, una grande sala per riunioni, ulteriori depositi. I vincoli dettati dalla ristrutturazione sono molto significativi e hanno obbligato: all’eliminazione delle postazioni vuotatoio generalmente previste in corrispondenza dei filtri per infetti in favore di una postazione centralizzata; all’assenza di bagni e tisaneria in alcune delle progressive zone di contenimento infettivo (elemento che obbliga il

I

Architettura generale del reparto

Il progetto del reparto presenta una zona open con 5

AREA DI SUPPORTO AREA SANITARIA LIMITE TRA ZONE

LIMITE INTERVENTO AMBULATORIO

ANTI

WC

FILTRO VVF MEDICO DI GUARDIA

ATTESA PARENTI

CAPOSALA

FILTRO VVF

DOCCIA BAGNO

TISANERIA RELAX

ANTI

RIANIMAZIONE

WC HND

SPOGLIATOIO FILTRO PERS.

ANTI

ANTI

DOCCIA

ANTI

FILTRO PERS. WC

WC

WC

WC HND

WC

FILTRO

DEPOSITO

FILTRO VVF

POSTA PNEUMATICA

LOC. QE

SHOCK ROOM

DEPOSITO FARMACI

LOC. QE VUOTATOIO

DEPOSITO BONIFICA

CONTROLLO

LAVORO INFERMIERI

DEPOSITO

LOC. TECNICO

ISOLATO RIANIMAZIONE

DEPOSITO

VUOTATOIO

CAMBIO LETTI

FILTRO

DEPOSITO PULITO

ANTI

FILTRO

FILTRO ISOLATO DEGENZA DEPOSITO SPORCO

Figura 1. Planimetria dell’intervento

DEGENZA

FILTRO DEGENZA CARDIO

DEGENZA CARDIO

SALA COLLOQUI BAGNO

PERSON. WC HND

FILTRO PARENTI SALA RIUNIONI LAVORO MEDICI

BAGNO DEPOSITO

LIMITE INTERVENTO

FILTRO

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Edilizia sanitaria INCENDIO NEL COMPARTIMENTO B

INCENDIO NEL COMPARTIMENTO C

LIMITE INTERVENTO

LIMITE INTERVENTO

AMBULATORIO

AMBULATORIO

ANTI

WC

ANTI

WC

FILTRO VVF

FILTRO VVF

MEDICO DI GUARDIA

MEDICO DI GUARDIA

ATTESA PARENTI

ATTESA PARENTI

CAPOSALA

CAPOSALA

FILTRO VVF

DOCCIA BAGNO

TISANERIA RELAX

COMPARTIMENTO B

SPOGLIATOIO FILTRO PERS.

ANTI

ANTI

RIANIMAZIONE

WC

WC

WC

WC

FILTRO

SHOCK ROOM

DEPOSITO FARMACI CONTROLLO

LAVORO INFERMIERI

FILTRO

DEPOSITO PULITO

LOC. TECNICO

DEGENZA

FILTRO DEGENZA CARDIO

BAGNO

BAGNO

PERSON. WC HND

DEPOSITO PULITO

DEPOSITO

LOC. TECNICO

Strategia di progressivo confinamento

Dal punto di vista funzionale una delle attenzioni maggiori è stata posta alla progressiva conversione del reparto a infettivi, senza compromettere la funzionalità nei confronti di pazienti non infettivi. Innanzitutto, il reparto prevede quattro posti letto dotati di filtro di cui due, quelli delle degenze cardiologiche, potranno essere convertiti a servizio infettivo in caso di necessità. Se non convertibili le degenze cardiologiche, il progetto prevede comunque l’attuazione di una strategia di gestione epidemica articolata su più fasi. Nella prima dai due posti infetti isolabili nelle stanze dotate di filtro è possibile allargare la zona di confinamento alla degenza isolata e al relativo corridoio. La zona confinata “3 infetti” sarà accessibile dal deposito farmaci convertito a filtro e opportunamente già dotato di doppia porta e lavabo, mentre verranno impedite le altre due comunicazioni, rispettivamente verso la zona open su porta scorrevole e verso le degenze cardio, su porta tagliafuoco. Un ulteriore incremento nella capacità di accoglienza di infetti potrà essere rappresentato dalla conversione dell’area open. In questo caso il transito di accesso avverrà sempre dal deposito farmaci convertito a filtro ma in senso contrario a quello della modalità “3 infetti”. Da ultimo è prevista la possibile conversione dell’intero reparto all’accoglimento di INSTALLATORE PROFESSIONALE | N. 6 - OTTOBRE 2020

DEPOSITO

CAMBIO LETTI

ANTI

FILTRO DEGENZA

DEGENZA CARDIO

FILTRO DEGENZA CARDIO

COMPARTIMENTO C BAGNO

BAGNO

Figura 2. Direzione dei flussi di esodo definitivo, eventuale e successivo al progressivo

PERSON. WC HND

FILTRO PARENTI SALA RIUNIONI LAVORO MEDICI

SALA COLLOQUI DEPOSITO

LIMITE INTERVENTO

FILTRO

personale alle complicate attività di preparazione anche per la sola consumazione del pasto); e, a causa di un interpiano particolarmente contenuto, alla creazione di numerose velette ribassate per l’alloggiamento dei canali dell’aria. Il valore della superficie netta dei locali è pari a 995 m2 o, parametrizzando, 100 m2/posto letto; valore che, ricordate le premesse sui vincoli architettonici posti dalla ristrutturazione, va quindi considerato minimo in un’eventuale programmazione e a cui vanno aggiunte tutte le superfici di servizio (connettivi principali, ascensori, spazi tecnici impiantistici, partizioni verticali) che implicitamente un’opera di questo tipo presuppone.

DEPOSITO SPORCO

DEPOSITO

VUOTATOIO

ISOLATO DEGENZA SALA RIUNIONI LAVORO MEDICI

DEPOSITO

LAVORO INFERMIERI

FILTRO

FILTRO PARENTI SALA COLLOQUI

DEPOSITO

FILTRO VVF

LOC. QE VUOTATOIO

COMPARTIMENTO A

FILTRO

LIMITE INTERVENTO

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CONTROLLO

ANTI

DEGENZA CARDIO

ANTI WC HND

WC

BONIFICA

ISOLATO RIANIMAZIONE

CAMBIO LETTI

COMPARTIMENTO C

WC

FILTRO

DEPOSITO

FILTRO ISOLATO DEGENZA

WC

POSTA PNEUMATICA

SHOCK ROOM

DEPOSITO FARMACI

DEPOSITO

VUOTATOIO

FILTRO

DEPOSITO SPORCO

WC

LOC. QE

DEPOSITO

COMPARTIMENTO A

DOCCIA

ANTI

FILTRO PERS.

DEPOSITO

FILTRO VVF

LOC. QE VUOTATOIO BONIFICA

ISOLATO RIANIMAZIONE

ANTI

RIANIMAZIONE

WC HND

COMPARTIMENTO B

SPOGLIATOIO FILTRO PERS.

ANTI

ANTI WC HND

POSTA PNEUMATICA

LOC. QE

BAGNO

TISANERIA RELAX

DOCCIA

ANTI

FILTRO PERS.

FILTRO VVF

DOCCIA WC HND

FILTRO

“soli infetti”. I materiali impiegati nella realizzazione delle finiture permettono la migliore sanificabilità, i controsoffitti metallici delle zone più critiche sono comunque interrotti da partizioni stagne che raggiungono l’intradosso del soffitto. Per i pavimenti si ricorre a PVC antistatico con tutti gli accorgimenti per renderne efficace la pulizia e sanificazione. Ogni posto letto è infine dotato di dispositivo solleva-paziente.

L’impianto aeraulico

L’emergenza epidemica ha posto in evidenza quanto sia fondamentale l’impianto di ventilazione al fine di assicurare le migliori condizioni per pazienti e operatori. Innanzitutto, l’impianto di ventilazione si prefigge di promuovere un tasso di ventilazione superiore a 12 Vol/h con aria elaborata in una Unità di Trattamento Aria rispondente, per miglior analogia, alle indicazioni della UNI 11425. In particolare, si prevede filtrazione assoluta ai terminali di ventilazione, sezione di umidificazione a vapore, recupero termico sull’aria espulsa a doppia batteria al fine di abbattere il rischio di contaminazione incrociata, materiali costruttivi resistenti agli agenti di sanificazione più aggressivi. Il contenimento delle aree ospitanti infetti è affidato a un forte incremento della portata di ripresa, senza compromissione alcuna dei tassi di immissione di aria nuova. Da una ordinaria sovrappressione (portata di mandata superiore a quella di ripresa), grazie a specifiche cassette di regolazione della portata o semplice attivazione o disattivazione di alcuni terminali, si potrà quindi convertire gli spazi alla depressurizzazione, contando su una sezione di ripresa dell’UTA opportunamente maggiorata. Ulteriore accorgimento dell’impianto di ventilazione consiste nello sforzo compiuto di abbassare al livello del pavimento una quota parte delle griglie di ripresa, al fine di meglio catturare gli agenti patogeni. Parte delle riprese mettono inoltre in depressione gli spazi nascosti al di sopra del controsoffitto a tenuta delle zone più critiche. Particolare


attenzione è stata posta anche agli ambienti che ospiteranno i parenti e in cui le occasioni di contagio potrebbero risultare ancor più insidiose; in tali ambienti (attesa e colloqui, principalmente) si è preferita l’installazione di un impianto tutt’aria esterna con batteria di post-riscaldamento, al pari delle zone sanitarie. Tale impianto potrà quindi assicurare le migliori prestazioni in termini di diluizione delle cariche virali e, mediante un accurato studio del lancio dei diffusori d’aria, garantire che in nessuna delle aree occupate la velocità dell’aria superi i valori critici sopra i quali è acclarata una interazione con il getto di cariche virali emesse da un eventuale portatore infetto. All’espulsione è prevista l’installazione di un contenitore filtri di sicurezza (canister) che permetta agli operatori la sostituzione in perfetta sicurezza con modalità bag-in/bag-out nel caso di emergenza epidemica. I locali ospitanti condotti in sovrappressione di espulsione (a valle dei ventilatori) sono inoltre mantenuti in depressione al fine di migliorare ulteriormente il loro livello di contenimento. La presa aria esterna è ricavata in quota su una facciata dell’edificio e si distanza di 10 metri rispetto al punto di espulsione.

Rete gas medicali

La rete gas medicali è un ulteriore punto nevralgico della gestione di una crisi sanitaria e per renderla adatta alle condizioni più gravose ci si è allineati alle più severe richieste della FD S 90-155 (Poste ou Lit de type E), con fattore di contemporaneità di reparto unitario. La consistente portata d’aria di immissione

permette inoltre di mantenere sotto controllo il rischio di formazione di atmosfere sovra-ossigenate. Al capitolo successivo si presentano infine gli accorgimenti che la rete gas medicali presenta nei confronti di un guasto o evento incendiario.

Continuità di funzionamento e sicurezza antincendio

Il reparto, al fine di assicurare l’organizzazione dell’esodo progressivo, deve essere suddiviso in compartimenti che permettano da ogni punto di raggiungere un compartimento al fuoco attiguo con percorsi inferiori a 30 m. Disegnare una linea di compartimento che divida in due i posti letto e che risparmi la sala di controllo da articolate soluzioni tecniche (porte e visive trasparenti tagliafuoco, portoni tagliafuoco scorrevoli, etc.) è da subito risultato improbabile. Si è quindi optato per una suddivisione in tre compartimenti al fuoco che permettesse agli occupanti del compartimento A, in caso di incendio nel compartimento B o C, di raggiungere le aree interne all’ospedale, senza avventurarsi in un’evacuazione tramite la scala esterna (Figura 2). Quello appena descritto è lo scenario peggiore che conclude una fase di esodo orizzontale progressivo, quello in cui le fiamme non risultano domate o in cui comunque permangono condizioni di insicurezza che consiglino l’evacuazione definitiva. Nella fase iniziale dell’emergenza i degenti devono invece trovare sistemazione nel compartimento vicino e il caso certamente più avverso è quello che veda il compartimento A come origine dell’incendio. Questo evento metterebbe fuori servizio buona parte dei posti letto, fatta eccezione per la shock room, le due degenze cardiologiche e l’ambulatorio posto in corrispondenza dell’accesso al reparto. Al fine di aumentare la capacità ricettiva del compartimento B e C sono state quindi aggiunte prese gas medicali che permettano lo stazionamento temporaneo dei degenti in attesa delle sorti dell’incendio. Sulla continuità di funzionamento giocano inoltre un ruolo cruciale gli impianti elettrici, che prevedono innanzitutto una rigorosa suddivisione per compartimento, in maniera che nessun guasto e/o incendio o l’operazione di sgancio elettrico delle squadre di soccorso metta fuori uso i servizi dei compartimenti attigui. Gli eventuali e brevi tratti di linee elettriche in attraversamento su compartimenti non serviti sono inoltre protetti al fuoco con lastre tagliafuoco, elemento che permetterà al soccorritore di operare con le migliori garanzie. Infine, tutti gli impianti elettrici sono collegati alle alimentazioni di emergenza dell’ospedale, che assicurano attraverso gruppi elettrogeni e soccorritori/UPS di adeguata potenza e autonomia la continuità di servizio anche nel caso l’anomalia provenga da fuori reparto.  ULSS 6 Euganea – Direttore U.O.C. Servizi Tecnici e Patrimoniali 2 ULSS 6 Euganea – U.O.S. Gestione Impianti e Apparecchiature 3 Steam Srl – Direttore tecnico impianti meccanici

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R U B R ICA

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Sicurezza in Bagno di Stefano Monelli

IL BAGNO PER L’INFANZIA: SICUREZZA E DIVERTIMENTO La normativa si concentra troppo sul “cosa” e poco sul “come”: servirebbe invece un approccio di tipo ergonomico

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l ritorno a scuola, dopo la lunga pausa determinata dalla pandemia, ha richiamato l’attenzione verso lo stato delle strutture di edilizia scolastica di ogni ordine e grado. Secondo i dati dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica del 2018, in Italia c’erano 40.151 edifici scolastici attivi, di cui 22.000 costruiti prima del 1970. Di questi edifici, il 53,2% disponeva del certificato di collaudo statico, il 57,5% utilizzava soluzioni per ridurre i consumi energetici e nel 74,5% erano state abbattute tutte le barriere architettoniche. Purtroppo il 59,5% degli edifici scolastici risultava privo del certificato di prevenzione incendi e il 53,8% non aveva quello di agibilità ed abitabilità. A questo quadro possiamo aggiungere il XV Rapporto sulla sicurezza delle scuole italiane, curato da Cittadinanzattiva e pubblicato a fine 2017, da cui risultavano: – Distacchi di intonaco e segni di fatiscenza, come muffe e infiltrazioni, nel 37% delle palestre, nel 30% delle aule, nel 28% dei corridoi, nel 24% dei bagni. – Una scuola su quattro (23%) presentava uno stato di manutenzione del tutto inadeguato; solo il 3% era in ottimo stato.

I


– L’87% dei Responsabili del Servizio di Protezione e Prevenzione, o dei Dirigenti, aveva richiesto interventi manutentivi all’ente proprietario, ma in un caso su cinque non è stato effettuato alcun intervento. Nel 14% è stato effettuato con molto ritardo, nel 43% con qualche ritardo e solo nel 22% dei casi tempestivamente. – Una scuola su quattro aveva chiesto interventi di tipo strutturale che nel 74% non sono stati mai effettuati dall’ente locale. Nel 21% dei casi, l’ente è intervenuto con molto ritardo, nel 5% con qualche ritardo e in nessun caso tempestivamente. Questi dati, pur nella loro sintesi e parzialità, dimostrano che esiste una rilevante questione di edilizia scolastica nel nostro paese. È una premessa utile da tenere presente, prima di passare all’argomento specifico di questo articolo.

Ambienti bagno nelle scuole: la normativa

Quali sono le norme a cui il progettista o l’installatore devono fare riferimento nel momento in cui intervengono negli ambienti bagno di edifici scolastici? La norma di riferimento per l’edilizia scolastica è la Legge 23 del 11/01/1996, con cui lo Stato ha trasferito agli enti locali le competenze relative a realizzazione, fornitura e manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici destinati a questo uso. Se la scuola è stata costruita tra il 1975 e il 1996, le norme sono in ogni caso quelle del DM del 18 dicembre 1975. Se invece è stata realizzata dopo il 1996 le norme di riferimento sono quelle emesse dagli enti della regione in cui si trova l’edificio (i Comuni per quanto riguarda scuole materne, elementari e medie; le Province per gli istituti di istruzione secondaria superiore). Nell’emanare le proprie norme, gli enti locali si sono conformati, pur con qualche correttivo, alla logica del DM del 1975. Le prescrizioni relative agli ambienti bagno, per esempio, sono simili a quanto era scritto nel paragrafo 3.9 (Caratteristiche degli spazi per i servizi igienico-sanitari e per gli spogliatoi) del Decreto Ministeriale,

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R U B R ICA

R

Sicurezza in Bagno

Misure in altezza per bambini di 6 anni di età

con un approccio che però tende a fornire indicazioni sul “cosa” ma molto meno sul “come”. Scopriamo che i servizi igienicosanitari devono essere forniti di tre vasi per ogni sezione, o che “il locale che contiene le latrine e le antilatrine deve essere illuminato ed aerato direttamente”, ma anche che “le latrine debbono, tra l’altro, essere separate per sesso, salvo che per la scuola materna”. Mancano indicazioni più aderenti alla realtà e quindi una metodologia che tenga conto dei dati antropometrici con un approccio di tipo ergonomico.

Standardizzare non è sempre la scelta giusta

Tabella 1. Misure in altezza per età distinte per sesso

Età (anni) Altezza (centimetri) Bambino

Bambina

3

87 – 104

86 – 103

4

94 – 113

92 – 112

5

100 – 117

99 – 117

6

106 – 125

105 – 125

7

111 – 132

111 – 132

8

117 – 139

117 – 139

9

122 – 145

121 – 145

10

126 – 151

125 – 151

11

130 – 157

130 – 158

12 Certamente è utile avere una puntuale indicazione delle modalità di installazione dei sanitari, o a quale altezza dovrebbe essere fissato il lavabo. Ma molto più importante sarebbe distinguere i vasi sanitari tenendo conto che nella scuola dell’infanzia le caratteristiche fisiche tra le varie fasce di età, e tra maschi e femmine, sono estremamente variabili (vedi Tabella 1). Questo aspetto è lasciato purtroppo disatteso. Sappiamo bene che il nostro mondo tende a “standardizzare” ogni cosa per poter offrire dei riferimenti su cui basare lo sviluppo di un prodotto, sia esso una porta o una sedia. Questa logica coinvolge anche i bambini nonostante rappresentino una delle categorie sociali indifese e talvolta trascurate. Certamente esistono realtà dove questa “logica” della standardizzazione è stata superata, ma occorre un processo che coinvolga tutto il territorio nazionale affinché si inizi a progettare in modo da distinguere un vaso destinato a bambini fino a tre anni di età da quelli 36

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135 – 163

destinati a età maggiori. Altrettanta rilevanza potrebbero avere anche i programmi di arredobagno concepiti per avvicinare i bambini all’uso del bagno fin dall’età prescolare, per abituarli alla cultura dell’igiene personale attraverso prodotti divertenti ideati a loro misura. L’impiego di colori vivaci, l’adozione di riferimenti al mondo animale e vegetale, accanto a forme geometriche semplici, hanno lo scopo di sollecitare, in modo equilibrato, la fantasia e l’espressione ludica tipica dei bambini.

Un cambio di paradigma

Gli elementi indispensabili per la configurazione di un bagno sono il vaso sanitario e il 137 – 165 lavabo. Per comprendere quale sia lo sforzo necessario per instaurare un cambio di paradigma nella concezione dei bagni destinati ai bambini, è utile fare riferimento ancora una volta al testo del DM 18 dicembre 1975; al punto 3.9.1, lettera v): “Basi del tipo misto a tazza allungata (a barchetta) e con poggiapiedi per essere usati anche alla turca”, e ancora: “I lavabi e lavapiedi ad acqua grondante. Le fontanelle per bere – nei punti più accessibili o nell’antilatrina – a getto parabolico […]”. È palese che queste indicazioni obbligano i progettisti, e conseguentemente gli installatori, a reiterare in modo meccanico l’uso di articoli inadatti e forse anche poco funzionali nella configurazione del bagno. Per contro sul mercato esistono proposte che vanno nella direzione opposta, sviluppati tenendo conto dell’antropometria, come vasi sanitari in porcellana sanitaria per bambini fino a 3 anni, o piani lavabo a doppia altezza utili per consentire un adeguato uso da parte di bambini di età diverse. 


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Anniv 2004


Normativa

di Sebastian Bendinelli

IMPIANTI CON FLUIDI IN PRESSIONE, TUTTI GLI ADEMPIMENTI DA SEGUIRE La Direttiva PED e il DM 329/2004 sono i riferimenti fondamentali per la sicurezza di recipienti, attrezzature, tubazioni e accessori che impiegano fluidi a pressione

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l riferimento normativo fondamentale per gli impianti che impiegano fluidi a pressione è la Direttiva 2014/68/UE, o Direttiva PED (acronimo che sta per Pressure Equipment Directive), che nella sua versione del 2014 sostituisce la prima versione del 1997 e, in Italia, è stata recepita con il D.Lgs. 26/2016, entrato in vigore il 18 luglio 2016. Il provvedimento non riguarda però solo gli impianti: il campo di applicazione della norma comprende infatti, in generale, tutte le “attrezzature a pressione e gli insiemi” che abbiano una pressione interna massima di progetto (PS) superiore a 0,5 barg (unità di misura della pressione relativa). Parliamo quindi di: – recipienti; – attrezzature a pressione a focolare (ovvero caldaie); – tubazioni; – accessori di sicurezza (come termostati o valvole, per esempio valvole di scarico termico); – accessori a pressione. Gli “insiemi”, secondo la definizione della Direttiva, sono le diverse attrezzature montate da un fabbricante per costruire un tutto integrato e funzionante. In questa categoria rientrano, per esempio, i generatori di vapore. La PED copre la messa a disposizione a titolo oneroso o gratuito delle attrezzature sopra menzionate. Questo significa che deve essere rispettata anche per l’eventuale impiego di attrezzature non destinate al commercio.

I

Le finalità

L’obiettivo della normativa è fare in modo che le attrezzature siano progettate, costruite, controllate, equipaggiate e installate in sicurezza, prevenendo anche i pericoli che derivano da usi impropri. Quando i rischi non possono essere eliminati del tutto, occorre applicare misure di protezione e informare gli utenti dei rischi residui. Per quanto riguarda la costruzione e il controllo, si tratta in sostanza di scegliere il materiale adatto e accertarsi che venga effettivamente usato, controllando Tabella 1. Le quattro categorie di rischio e i moduli corrispondenti

Categoria

Moduli

I

A

II

A1

D1

E1

III

B1+D

B1+F

B+E

IV

B+D

B+F

G

poi l’assemblaggio e la saldatura. Tra le molte procedure di controllo – distruttive e non distruttive – una sola è prevista sempre e comunque dalla Direttiva PED: la prova in pressione finale. Il responsabile è il fabbricante, ovvero la persona fisica o giuridica che fabbrica attrezzature a pressione o un insieme, o che fa progettare o fabbricare tale attrezzatura o tale insieme, e li commercializza con il proprio nome o marchio commerciale o li utilizza a fini propri. Prima della produzione o dell’immissione sul mercato il fabbricante deve sottoporre il suo prodotto a una procedura di valutazione di conformità che varia in base alla categoria di pericolosità.

Le categorie di rischio

La Direttiva suddivide le attrezzature in pressione in quattro categorie a pericolo crescente, definite sulla base di quanto specificato nell’Allegato II. I parametri che definiscono le categorie di rischio sono diversi: contano il tipo di attrezzatura, la natura e lo stato fisico del fluido, la pressione massima ammissibile, il volume o la dimensione nominale, il diametro (per le tubazioni). Riguardo alla natura dei fluidi – e delle miscele – la direttiva PED distingue due gruppi, facendo riferimento al Regolamento (CE) n. 1272/2008: – Gruppo 1: fluidi esplosivi, gas infiammabili e comburenti, liquidi infiammabili di categoria 1, 2 e 3 quando la temperatura massima ammissibile è superiore al punto di infiammabilità, solidi infiammabili, sostanze o miscele autoreattive, liquidi piroforici, sostanze e miscele che a contatto con l’acqua liberano gas infiammabili, fluidi con tossicità acuta per contatto, inalazione e ingestione, liquidi e solidi comburenti, perossidi organici dei tipi da A a F. – Gruppo 2: tutte le sostanze e miscele non comprese nel gruppo 1, che quindi vengono considerate non pericolose. Su questa base, vengono distinte quattro categorie di rischio, numerate con gli ordinali romani da I a IV e caratterizzate da diverse procedure di valutazione della conformità (o “moduli”, vedi Tabella 1). Soltanto le attrezzature comprese nella categoria I prevedono che non sia necessario l’intervento di un organismo notificato: perché il fabbricante possa apporre sul prodotto la marcatura CE sarà sufficiente un controllo del processo produttivo che garantisca la corretta prassi. Le altre categorie prevedono invece B+C1 H l’intervento di organismi esterni e H1 prove specifiche commisurate in N. 6 - OTTOBRE 2020 | INSTALLATORE PROFESSIONALE

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Normativa base al grado di pericolosità dell’attrezzatura in questione. Per gli accessori di sicurezza vale sempre la categoria di rischio più alta, la quarta. All’art. 4, paragrafo 3 della Direttiva si trovano elencate le eccezioni, ovvero le attrezzature a pressione e gli insiemi che – avendo caratteristiche inferiori o pari ai limiti fissati nei primi due paragrafi dello stesso articolo – devono essere progettati e fabbricati secondo una corretta prassi costruttiva in uso in uno degli Stati membri, che assicuri la sicurezza di utilizzazione, e poi corredati di sufficienti istruzioni per l’uso. In questo caso, non è necessaria la marcatura CE.

A quali oggetti si applicano le disposizioni del DM 329/04 – Recipienti, attrezzature a pressione a focolare, tubazioni in I, II, III, IV categoria. – Generatori di vapore d’acqua o di acqua surriscaldata, i recipienti in pressione di vapore d’acqua ovvero di gas compressi liquefatti o disciolti o vapori diversi dal vapor d’acqua e gli impianti funzionanti con liquidi caldi sotto pressione preesistenti alla data del 29 maggio 2002 e omologati dall’ISPESL. – Gli apparecchi semplici a pressione disciplinati dal D.Lgs. 311/1997 (PS > 30 bar e PS x V > 10.000 bar x 1 etc). – Recipienti per liquidi e tubazioni per liquidi, vapori e gas preesistenti e già posti in esercizio alla data del 29 maggio 2002, non sottoposti ad alcuna omologazione nazionale. Principali esclusioni – Attrezzature e insiemi in art. 4 par. 3 della PED. – Recipienti a pressione, ivi compresi gli apparecchi semplici di cui al D.Lgs. 311/1991 aventi capacità < 25 litri e, se con pressione < 12 bar, aventi capacità < 50 litri. – Tubazioni con DN < 80. – Tubazioni destinate al riscaldamento o al raffreddamento dell’aria.

La verifica periodica

La PED riguarda la fabbricazione e non entra nel merito dell’esercizio delle attrezzature a pressione. Per quanto riguarda la messa in servizio e l’utilizzazione si fa quindi riferimento al Decreto Ministeriale 329/2004, ripreso poi dal D.Lgs. 81/08 nell’Allegato VII e confermato dal DM 11 aprile 2011, che disciplina le modalità di effettuazione delle verifiche di installazione ed esercizio. All’art. 4, il Decreto prevede che le attrezzature o insiemi a pressione, solo se risultano installati e assemblati dall’utilizzatore sull’impianto, sono soggetti a verifica per la messa in servizio (vedi Tabella 2). La verifica, effettuata su richiesta dell’azienda utilizzatrice, riguarda l’accertaTabella 2. Tubazioni soggette a verifiche periodiche e frequenza/tipo delle verifiche (D.Lgs. 81/08, all. VII)

Tubazioni per

Fluido Gruppo

TS

Frequenza/tipo di verifica

Liquidi, liquidi surriscaldati, vapori e gas classificate in I, II e III categoria

1

Qualsiasi

- ogni 5 anni: verifica di funzionamento - ogni 10 anni: verifica di integrità

Liquidi surriscaldati, vapori e gas classificate in III categoria

2

≤ 350°C

- ogni 10 anni: verifica di integrità

Liquidi surriscaldati, vapori e gas classificate in III categoria.

2

> 350°C

- ogni 5 anni: verifica di funzionamento - ogni 10 anni: verifica di integrità

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mento della loro corretta installazione sull’impianto. La responsabilità ricade dunque sull’utilizzatore, che è tenuto a presentare presso gli organi competenti la denuncia di messa in servizio e la relativa richiesta di verifica per le apparecchiature elencate nel DM 329/2004. Ogni utilizzatore ha infatti l’obbligo di: – censire e classificare tutte le attrezzature e gli insiemi a pressione del proprio stabilimento secondo la direttiva PED e censire quali ricadono nel regime del DM 329/2004; – denunciare la messa in servizio di attrezzature e insiemi a pressione che ricadono nel regime del DM 329/2004, inviando la documentazione tecnica richiesta all’Inail, che è l’ente preposto alla prima verifica periodica; – individuare il regime di verifiche periodiche obbligatorie imposte dal DM 329/2004 e sottoporre le attrezzature individuate alle verifiche da parte dei soggetti titolati. Per le tubazioni con DN inferiore a 80 si applica soltanto la PED, mentre per i recipienti semplici a pressione e le attrezzature installate prima della PED si applica solo il DM 329. In tutti gli altri casi, si applicano entrambi. Per le verifiche periodiche successive alla prima, l’utilizzatore può rivolgersi alle ASL, all’ARPA o ad altri soggetti abilitati secondo le modalità stabilite dal DM 11 aprile 2011. Le istruzioni per la prima verifica periodica sulle tubazioni che impiegano fluidi a pressione sono contenute nel volume pubblicato dall’Inail nel 2019 e disponibile anche online sul sito dell’Istituto. 


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Le risposte degli ingegneri alle domande del Centro Studi CNI, tra la richiesta di una semplificazione delle regole e le preoccupazioni per evitare distorsioni della concorrenza

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Fuorisalone e Milan Design Week, le novitĂ

Il protocollo ITACA si aggiorna

Ora Prassi di Riferimento UNI, il protocollo include anche l’edilizia non residenziale. Intervista a Giuseppe Rizzuto, Direttore Generale ITACA

Luci e ombre sulla Flat tax

MATERIA CONNECTION

A colloquio con Giovanni Patronelli

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Una materia considerata di particolare importanza dai professionisti tecnici italiani. Non a caso, i rappresentanti della Rete Professioni Tecniche hanno partecipato attivamente all’intero processo di interlocuzione istituzionale.

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Il Decreto Sblocca Cantieri è Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE Legge, ma il giudizio dei

IL PARERE DEI PROFESSIONISTI |

FOCUS Un anno di logistica

TERRITORIO

SBLOCCA CANTIERI |

Un intervento poco risolutivo

20 luglio 1969. Sono trascorsi cinquant’anni dal giorno in cui Neil Armstrong aprĂŹ il portellone dell’Apollo 11 e scese i gradini della scaletta piĂš famosa della storia. Quel viaggio è rimasto impresso nella memoria insieme alle altre missioni Apollo, i lanci dei satelliti russi Sputnik, il cane-astronauta Laika e la Guerra Fredda. Erano gli anni della sfida alla conquista dello spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Gli anni degli ideali, della comunitĂ , dell’uguaglianza. Della speranza per una societĂ piĂš giusta. Gli anni delle utopie. Erano anche anni di ricerca e di grandi sfide. Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin fu il primo uomo a volare in orbita. VentitrĂŠ giorni dopo, l’astronauta Alan Shepard affrontò un volo suborbitale; e ancora, il 20 maggio John Kennedy annunciò al congresso di voler portare l’uomo sulla luna con il programma Apollo “non perchĂŠ è facile, ma perchĂŠ è difficileâ€?. Nel 1968, precisamente la notte della Vigilia di Natale, William Anders, uno dei membri della missione Apollo 8, scatta, forse inconsapevolmente, una semplice fotografia passata alla storia con il nome di “Earthriseâ€?, l’Alba della Terra. Il nostro pianeta, visto dall’oblò dell’Apollo 8 in orbita attorno alla luna, è un puntino blu nell’oscuritĂ .

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gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso piĂš ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalitĂ , metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla societĂ o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fareâ€? ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SIâ€? o con un “NOâ€?. Ăˆ stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “siâ€? e “noâ€? dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianitĂ dell’individuo e l’incapacitĂ della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metĂ dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltĂ parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con piĂš forza alla politica? n

DOSSIER

alle pagg. 22­23

Utensili

N. 12 - Dicembre 2016

Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti

La crisi ancora “morde�, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri

VIDEO REPORTAGE MECSPE 2019

Un CNI eletto per dare risposte

di MATTEO PALO

R

iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderĂ gli ingegneri fino al 2021, quando completerĂ i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialitĂ del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è giĂ possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione cosĂŹ forte per la continuitĂ del Consiglio nazionale uscenteâ€?, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.

In USA volano le infrastrutture

TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilitĂ diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono a pag. 15

Nr.01 – VENERDÏ 13 GENNAIO 2017

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Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7

→ pag.37

segue a pag. 2

GOVERNO IN CRISI

Ancora trattative e consultazioni? CASSA DEPOSITI E PRESTITI

a pag. 7

LA TRIVELLA

Professionisti al passo coi tempi...

I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter­ pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. StabilitĂ e certezza sono oggi piĂš lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac­ cordi tra CNI e Governo che fine faranno?â€? / alle pagg. 18­19

Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documentare la consegna.

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INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI

“Il museo del futuro è il mondo interoâ€?

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Italia scossa

di Fabio Chiavieri

Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. Ăˆ la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrĂ piĂš rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirloâ€?. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni piĂš datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i piĂš grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, piĂš volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna cosĂŹ alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perchĂŠ il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.

IN QUESTO NUMERO

[pag. 14]

MATERIE PRIME

M-Steel qualitĂ da oltre 40 anni

In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano. MISURA

Un ponte tra passato e futuro

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Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attivitĂ in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalitĂ di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.

Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualitĂ M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilitĂ M-Steel si caratterizza per affidabilitĂ , coerenza e prevedibilitĂ nelle lavorazioni, riducendo i cosĂŹ costi di pro[pag. 12] duzione.

INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni

LAMIERA

40 anni di storia e successi nella robotica industriale

Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attivitĂ : una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.

L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo

L’utensile “intelligenteâ€? è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]

STORIA DI COPERTINA

TENDENZE Generative design, come cambierĂ il mondo

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11/12/17 18:00

Š Collegio degli ingegneri e Architetti di Milano

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Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attivitĂ . Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale giĂ a partire dalla seconda metĂ del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]

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– Anno 72 - n. 9

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Case History a cura della redazione

L’IMPIANTO IBRIDO DEI GIARDINI DI CHIOSTERGI Una palazzina residenziale con 62 appartamenti a Milano è stata equipaggiata con un sistema ibrido Baxi adatto a tutte le stagioni

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INSTALLATORE PROFESSIONALE | N. 6 - OTTOBRE 2020


Scheda progetto Luogo: Milano Tipologia di intervento: installazione impianto termico in edificio residenziale di nuova costruzione Ditta installatrice: Nuova Impianti S.p.A. Numero e tipo di unità installate: Cascata di 3 PBM-i 40, Cascata di 1 Power HT + 1.70, 2 Power HT+ 1.90, 4 Bollitori UB 1000 SC, 1 kit regolatore climatico per zone miscelate Think. Anno: 2017 Figura 1. Le pompe di calore monoblocco PBM-i 40

er il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria mediante impianto ibrido nei Giardini di Chiostergi, una palazzina di 62 appartamenti di nuova costruzione nei pressi dello stadio di San Siro, a Milano, la soluzione adottata è stata l’installazione – a cura della ditta Nuova Impianti S.p.A di Malagnino (CR) – di 3 caldaie a condensazione di alta potenza a basamento in abbinamento a 3 pompe di calore e 4 bollitori.

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Il contesto e le richieste del committente

Per la scelta della soluzione è stata determinante la valutazione delle temperature invernali locali: in questa zona, infatti, la media stagionale rende particolarmente vantaggioso l’utilizzo prevalente delle pompe di calore alimentate da un impianto fotovoltaico, utilizzando quindi fonti rinnovabili. Nel momento in cui le pompe di calore, a causa dell’abbassamento eccessivo della temperatura, non offrono un rendimento soddisfacente, intervengono le caldaie per continuare a garantire il comfort necessario.

Il sistema ibrido adottato

Il sistema installato è composto da 3 pompe di calore monoblocco alta potenza Baxi (modello PBM-i 40) collegate in cascata e, sempre in cascata, di 3 caldaie a condensazione a terra alta potenza POWER HT+ (1 caldaia POWER HT+ 1.70 e 2 caldaie POWER HT+ 1.90) a cui si aggiungono 4 bollitori UB 1000 SC. Le pompe di calore e le caldaie a condensazione sono a servizio dell’impianto di riscaldamento e lavorano con logica ibrida in funzione della temperatura dell’aria esterna. L’acqua calda sanitaria è invece garantita da un preriscaldo a cura delle pompe di calore e da un’integrazione successiva da parte delle caldaie, con accumulo nei 4 bollitori UB 1000 SC.

gere la temperatura di 55-60 °C. In inverno, invece, le pompe di calore hanno la priorità di intervento finché la temperatura esterna non scende sotto gli 8-9 °C, mentre le caldaie intervengono quando le temperature esterne sono più basse in quanto più performanti

Figura 2. Caldaie a condensazione a terra POWER HT+1

I vantaggi del sistema

Avvalendosi di diverse tecnologie, l’impianto rappresenta la soluzione ottimale in tutte le stagioni. In base alle condizioni climatiche stagionali, si attiva il generatore più performante: in estate le pompe di calore preriscaldano l’acqua fino a una temperatura di 35 °C, poi entrano in funzione le caldaie per raggiunN. 6 - OTTOBRE 2020 | INSTALLATORE PROFESSIONALE

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Case History Schemi d’impianto Baxi

Baxi mette a disposizione una libreria con oltre 300 diverse soluzioni impiantistiche per applicazioni residenziali e commerciali a disposizione dei professionisti per agevolare la progettazione e il dimensionamento di impianti di riscaldamento e condizionamento. Elaborati dall’Engineering Team di Baxi, gli schemi di impianto sono consultabili tramite codice prodotto o nome dello schema stesso. In assenza di tali informazioni, il tool mette a disposizione dei filtri per ricercare in base a: categoria prodotto o nome prodotto, fonte di generazione, tipo di distribuzione, tipologia di funzionamento, produzione di acqua calda sanitaria, tipologia di accumulo termico e livello di separazione idraulica. Ogni schema è dunque contraddistinto da un codice che porta con sé informazioni univoche. Più precisamente, ciascun elemento del codice rappresenta una caratteristica specifica del sistema d’impianto, corrispondente a un determinato filtro applicato in fase di ricerca. Sempre per agevolare la selezione dello schema d’impianto, ad ogni codice è stata associata una breve descrizione della logica di funzionamento dello stesso. Il tool consente anche di visualizzare l’anteprima dello schema selezionato e di effettuare il download in formato dwg e pdf. Ogni schema d’impianto si compone, infine, di parte idraulica – con note destinate al progettista termotecnico – e di parte elettrica, con indicazioni per l’elettrotecnico. Figura 3. I bollitori UB 1000 SC

a quelle condizioni. I vantaggi che derivano dall’utilizzo di un impianto ibrido sono sicuramente di tipo economico ma, soprattutto, ambientale: i sistemi ibridi riducono in modo considerevole le emissioni di CO2 nell’atmosfera, collocandosi tra le principali scelte green.

Principali criticità e soluzioni adottate

I problemi che si sono presentati sono stati di lieve entità e sono stati risolti grazie anche al pronto intervento di Baxi, il cui personale qualificato è intervenuto direttamente sul campo.

Figura 4. Schema installazione, sezione C

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INSTALLATORE PROFESSIONALE | N. 6 - OTTOBRE 2020

Un servizio particolarmente utile, soprattutto in presenza di un impianto con una forte componente elettronica. L’azienda ha fornito assistenza anche nella messa in funzione delle due componenti dell’impianto ibrido (elettrica e gas) e, successivamente, per l’attivazione dell’intero sistema. 


DA CARTA NASCE CARTA Più del 72% della carta e del cartone viene riciclato in Europa. Questa è una notizia, vera.

Scopri le notizie vere sulla carta www.naturalmenteioamolacarta.it Fonte: The European Paper Recycling Council, 2018 Europa: 28 Paesi dell’Unione europea + Norvegia e Svizzera


Novità prodotti Collettore compatto per portate fino a 9 metri cubi orari I collettori compatti serie 550 di Caleffi garantiscono ingombri ridotti e offrono semplicità di collegamento dei vari gruppi di distribuzione. La nuova versione DN32, che affianca la già diffusa DN25, si caratterizza per l’aumento delle dimensioni del corpo principale, che consente di ottenere portate più elevate, fino a m3/h, con perdite di carico estremamente ridotte, a tutto vantaggio delle pompe di circolazione che possono così garantire la corretta portata alle varie zone, riducendo al minimo i consumi. Per semplificare le operazioni di installazione, le derivazioni hanno lo stesso interasse delle unità distributive, dotate di bocchettoni per il collegamento rapido. Il sistema di staffaggio, già fornito in confezione, consente l’installazione direttamente a parte, senza necessità di realizzare strutture portanti dedicate. La configurazione interna del collettore garantisce ridotte perdite di carico e adattabilità a ogni tipologia di impianto di riscaldamento. Per garantire un perfetto isolamento termico è stato equipaggiato con un guscio di coibentazione preformato che abbatte le dispersioni termiche nella distribuzione del fluido. www.caleffi.com

Riduttore di pressione con camera di compensazione

Il raccordo che fischia in caso di perdita

I riduttori di pressione F.A.R.G. possono soddisfare tutte le esigenze di mercato relative a impianti civili e industriali, con la garanzia di un prodotto interamente costruito con materiali di alta qualità e atossici che ne consentono l’applicazione con acqua potabile. Vengono interamente fabbricati nello stabilimento aziendale di Invorio (NO) in cui tutti i processi produttivi sono sottoposti a un rigoroso controllo da parte di personale qualificato con l’utilizzo di apparecchiature all’avanguardia. Al termine della fase di assemblaggio ogni singolo riduttore è soggetto al processo di collaudo e taratura che consente di verificarne l’esatto funzionamento. Il riduttore di pressione 505 è indicato particolarmente in impianti in cui si richiedono portate medio-alte e maggior resistenza all’usura, con la garanzia, inoltre, della sede di tenuta in acciaio inossidabile AISI 304. Caratteristica principale è il funzionamento a pistone con camera di compensazione. Gli attacchi per il collegamento all’impianto sono a bocchettone maschio filettati secondo la norma ISO 228/1. Due attacchi da 1/4” G, posti sul corpo, permettono il collegamento di un manometro di controllo. www.farg.it

Tigris K5, il nuovo raccordo in PPSU (polifenilsulfone) per tubi multistrato sviluppato da Wavin, offre tutte le peculiarità del suo corrispettivo in ottone Tigris M5, rivolgendosi agli operatori del settore termoidraulico che prediligono raccordi con corpo in materiale plastico. Ideale per la realizzazione di impianti per la distribuzione dell’acqua sanitaria o per il riscaldamento, Tigris K5 si caratterizza per un corpo in PPSU, un tecnopolimero di ultima generazione che assicura elevate prestazioni in termini di resistenza alle alte temperature, alla corrosione e alle sollecitazioni meccaniche; evita la formazione di depositi calcarei ed è pienamente conforme alle più stringenti normative europee di potabilità. Ma l’elemento distintivo di Tigris K5 è la funzione ACOUSTIC LEAK ALERT, che permette agli idraulici di individuare i raccordi non correttamente pressati in modo ancora più semplice e veloce. In caso di preferenza per il collaudo con aria, in alternativa al test di pressione dell’acqua, l’installatore potrà rintracciare immediatamente la mancata pressatura grazie a un fischio di circa 80 decibel emesso dal raccordo. Al tempo stesso, Tigris K5 previene molti dei possibili effetti negativi che caratterizzano i collaudi con acqua, quali il rischio di formazione e proliferazione della Legionella e i danni da gelo tipici dei mesi invernali. www.wavin.com

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Impianto di sollevamento ibrido per gli immobili residenziali

Ristrutturare il bagno in meno di 48 ore Per ristrutturare un bagno in poco tempo e con un intervento poco invasivo, Valsir ha sviluppato MFV, un sistema a secco che permette di installare pareti attrezzate e moduli divisori che formano una struttura portante in acciaio, completa di meccanismi di aggancio e sistemi di fissaggio: progettato per essere montato senza l’impiego di attrezzature particolari, MFV permette l’installazione – con soli 4 componenti – di qualsiasi tipologia di vasi WC, bidet e lavabi (nonché del sistema Ariapur di Valsir). Di conseguenza il bagno può essere completamente personalizzato con estrema facilità e i costi di realizzazione si riducono notevolmente. MFV è concepito per essere installato su qualsiasi tipo di parete, e si basa su un innovativo e brevettato meccanismo di aggancio che consente a una sola persona di montare in poche ore l’intera struttura, che viene ancorata alle pareti esistenti senza alcun intervento distruttivo. Particolarmente adatto ai cantieri ad elevata affluenza, MFV permette la costruzione di pareti divisorie e contro-pareti perimetrali, portanti e non portanti, incontrando le esigenze progettuali di architetti e interior designer. www.valsir.it

Per la corretta gestione delle acque superficiali nei locali interrati del settore privato KESSEL propone l’impianto di sollevamento ibrido Ecolift, sfrutta l’efficienza della pendenza naturale e attiva le pompe per le acque di scarico solo in caso di riflusso, permettendo un notevole risparmio energetico. La pompa funziona quindi solo in presenza di acqua nella canalizzazione, garantendo una maggiore efficienza energetica rispetto a un classico sistema di sollevamento e una conseguente riduzione dei costi di manutenzione. I sistemi di chiusura motorizzati dell’impianto di sollevamento ibrido garantiscono in caso di riflusso una separazione sicura tra la canalizzazione e l’edificio. La rilevazione pneumatica del livello e il sensore d’allarme separato offrono una sicurezza aggiuntiva. Ecolift è integrato in un pozzetto di polietilene di alta qualità e conforme alle normative, adatto sia per l’installazione interrata sia per quella nelle strutture murarie e in calcestruzzo. Il pozzetto è resistente all’acqua freatica fino a 3 m e può essere montato fino a un’altezza di 5 m. www.kessel-italia.it

Scarico lineare facile da installare e da pulire Il nuovo scarico lineare Viega Advantix Cleviva è ultra-sottile (4 mm), universale, facile da tagliare o allungare, con pendenza integrata: na canalina progettata per risolvere a monte il percorso dell’acqua verso lo scarico. La forma ondulata del sifone ne aumenta l’efficienza, la capacità di scarico e l’effetto autopulente. Due le altezze di installazione disponibili: quella standard, adatta per altezze di montaggio comprese tra 95 e 155 mm, e quella ribassata ideale per le ristrutturazioni con altezza di montaggio a partire da 70 mm. Disponibile in tre misure (80, 100 e 120 cm) può essere accorciata con la massima precisione fino a un minimo di 30 cm in fase di posa. Il nuovo disegno delle estremità (larghe 10 cm) rende possibile affiancare più profili senza giunzioni configurando più scarichi in serie per dare vita a spazi doccia particolari, specie in Spa o ambienti sportivi. La capacità di scarico di Advantix Cleviva varia da 0.45 l/s fino a 0.75 l/s, a seconda della reale altezza di installazione, con capacità quindi ben superiori ai valori minimi indicati dalla UNI EN 1253. L’introduzione di una guaina di impermeabilizzazione pre-montata non solo semplifica l’installazione degli scarichi lineari Advantix Cleviva ma li rende più sicuri e facili da pulire. La griglia centrale può essere rimossa facilmente per poter accedere al pratico filtro che raccoglie ogni impurità dalla doccia. Il corpo dello scarico è inoltre concepito in modo da favorire un effetto autopulente generato dal normale deflusso dell’acqua. www.viega.it N. 6 - OTTOBRE 2020 | INSTALLATORE PROFESSIONALE

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Novità prodotti Valvola di aerazione in plastica ABS La valvola di aerazione Durgo, distribuita da LIRA, è l’ideale soluzione al duplice problema del rumoroso gorgoglio dello scarico e della fuoriuscita di cattivi odori. Installata nel sottotetto evita impegnativi fori per l’uscita dal tetto delle condutture verso l’esterno. La valvola Durgo segnala in tempo utile eventuali ostruzioni presenti nel sistema di drenaggio e ventilazione delle acque reflue consentendo di provvedere alla riparazione dello stesso prima che si verifichi un blocco. Un’ulteriore caratteristica fondamentale di questa valvola è l’incredibile protezione che offre in caso di incendio: sono state condotte prove di resistenza al fuoco che dimostrano come la valvola Durgo rallenti notevolmente la propagazione dell’incendio da un piano abitativo all’altro garantendo maggiore sicurezza. Durgo è disponibile in diversi diametri e in altezze svariate per soddisfare ogni esigenza. È realizzata in ABS, tipo di plastica dalle molte proprietà tra cui tenacità, resistenza all’urto e durezza superficiale ed è di facile installazione. www.lira.com

Nuova gamma di caldaie a condensazione La nuova gamma ecoTEC plus di Vaillant – giunta ormai alla sesta generazione – combina comfort, efficienza energetica e estetica. Nella versione in abbinamento alla centralina vSMART, la gamma raggiunge la classe di efficienza energetica di sistema A+, fino a un valore del 94%. Altra innovazione significativa: la tecnologia IoniDetect, che permette il riconoscimento automatico del gas di alimentazione che, insieme al sistema di bilanciamento ADA, regola in autonomia la curva di alimentazione della fiamma. ecoTEC plus si presenta con un design più moderno, elegante, compatto. La nuova interfaccia touch-screen con “messaggi parlanti” facilita l’esperienza dell’utente e migliora l’interagibilità uomo-macchina. Integrabile all’interno di tutti gli ambienti, la nuova gamma mantiene le stesse dimensioni delle precedenti in altezza e larghezza, oltre alla stessa posizione di allacciamenti idraulici e fumisteria, facilitando le sostituzioni. Oltre alla centralina vSMART, Vaillant introduce il nuovo termostato sensoHOME e la centralina sensoCOMFORT, pensata per la gestione di sistemi complessi. www.vaillant.it

Pompa di calore con bollitore ACS integrato La nuova pompa di calore THERMA V di LG, con bollitore ACS integrato in R32, è un prodotto all in one per il riscaldamento, il raffrescamento e la fornitura di acqua calda sanitaria. Nell’unità interna integra tutti i componenti idronici: l serbatoio d’acqua sanitaria da 200 litri, l’accumulo inerziale da 40 litri, il secondo vaso d’espansione per fornire riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria. Il serbatoio integrato ha una capacità fino a 200 litri, con un volume inferiore del 19% e un peso più leggero del 39% rispetto ai modelli precedenti. L’ingombro ridotto e una facile connessione delle tubazioni permettono un’installazione semplice e veloce. Il refrigerante ecologico R32 consente una riduzione del 68% del potenziale di riscaldamento globale rispetto al convenzionale R410A. La pompa di calore può essere connesso all’app LG ThinQ™, con cui gli utenti possono monitorare e controllare a distanza i prodotti LG compatibili e accedere alla maggior parte delle funzioni disponibili sul comando di THERMA V. www.lg.com 48

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sistemamfv

Ristruttura il tuo bagno in meno di 48 ore Il sistema MFV permette la ristrutturazione del bagno (o la realizzazione ex-novo) senza la necessitĂ di opere murarie, in maniera facile, veloce, sicura ed economica, e senza alcun limite alla personalizzazione.

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