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Sicurezza B A R R I E R E D I S I C U R E Z Z A E C AT E N E P O R TA C AV I
INDUSTRIALE
BARRIERE DI SICUREZZA E CATENE PORTACAVI COME SOLUZIONI INNOVATIVE ALLA BASE DELLA MODERNA INDUSTRY 4.0 E DEL CONCETTO DI SMART FACTORY. Patrizia Ricci
L
a crescente evoluzione del settore delle barriere di sicurezza e delle catene portacavi ha fondamenti nell’innovazione tecnologica e nelle opportunità portate da cambiamenti come Industry 4.0 e IoT. Le catene portacavi stanno sempre più ampliando le proprie prestazioni con lo studio e l’adozione di plastiche speciali e materiali innovativi atti a renderle più durature e performanti. Cambiamenti sono in atto anche nelle funzioni innovative, quali la capacità di leggere lo stato di salute dei cavi. Anche nel settore delle barriere sono tanti i cambiamenti in atto, a partire da design salva spazio, estremamente compatti, fino alla sostituzione con strumenti in grado di rilevare la presenza umana nel perimetro di lavoro della macchina, quali sensori, laser scanner, radar di sicurezza, barriere fotoelettriche, ecc. che contribuiscono all’aumento intelligente della protezione in un’ottica di miglioramento della produttività e riduzione di costi e tempistiche.
Le catene portacavi Le moderne catene portacavi sono progettate per essere impiegate in ogni situazione, stabili e robuste, con larghezze fisse o variabili, per grandi autoportanze e per applicazioni 3D rappresentano il cordone ombelicale delle macchine moderne. Realizzate in acciaio inox o zincato, in poliammide, in poliammide estruso, sono disponibili in grandezze standard o a richiesta. Sono prodotti per l’automazione industriale che il mercato offre in molteplici soluzioni in funzione delle più diverse esigenze aziendali. Si va dalle catene in acciaio, con 78
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segmenti spiralati flessibili in metallo, ideali per trucioli roventi, che offrono una protezione ottimale per cavi e guaine, a quelle con i telai esterni in acciaio inox e i telai interni in poliammide rinforzato, dall’ottima presenza estetica; da quelle in acciaio zincato costituite da più bande di maglia parallele, con traversini disponibili in molteplici esecuzioni, a quelle in poliammide estruso per ambienti puri, leggere, silenziose, con vibrazioni ridotte per le alte velocità e accelerazioni ed una resistenza alla torsione particolarmente elevata o a quelle pesanti, che hanno un sistema di battuta robusto ed estremamente resistente, grande autoportanza e scorrimento silenzioso. Per finire con quelle in 3D studiate per movimenti tridimensionali, applicabili su robot per movimenti rotatori e girevoli e anche per tavole rotanti. Ma c’è di più. “Industria 4.0”, “Internet delle cose” e “smart factory” – oramai, questi concetti non sono più futuristici. Sono sempre di più le aziende che scelgono di trarre vantaggio dall’impiego di sistemi e prodotti intelligenti. Questo è possibile anche ricorrendo a componenti che raggiungano un livello superiore in termini di manutenzione e, come conseguenza, consentano di risparmiare sui costi. Stiamo parlando dei componenti smart in plastiche ad alte prestazioni. Catene portacavi e sistemi per catene portacavi che garantiscono l’alimentazione di energia, dati e segnali mentre sono in costante movimento. La manutenzione nell’era dell’industria 4.0 comporta un chiaro cambiamento di paradigma. Invece di svolgere interventi di manutenzione a data fissa, limitandosi semplicemente a reagire di fronte a guasti e malfunzionamenti, la “manutenzione predittiva” consiste nel controllo continuo dello stato delle macchine utensili. Si eseguono manutenzioni e sostituzioni solo se strettamente necessario. Gli interventi di manutenzione possono, così, essere pianificati con precisione. Allo
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stesso tempo, la misurazione permanente dei dati, consente di ridurre i fermi imprevisti e, quindi, i costi da riportare ai guasti. In questo contesto e con questi precisi obiettivi, il mercato offre anche dei prodotti realizzati con le cosiddette smart plastics: vari sensori e moduli di controllo per catene portacavi, cavi, cuscinetti e guide lineari. Trattasi, prendendo l’esempio delle catene portacavi, di sensori per la misurazione dell’attrito o dell’usura nel collegamento perno/foro oppure per il riconoscimento della forza di rottura e di trazione/spinta. Questi sistemi connessi a moduli di comunicazione, consentono l’integrazione dei dati di monitoraggio direttamente nell’infrastruttura IT del cliente, per es. in sistemi di gestione della produzione come SCADA e MES o in soluzioni cloud impiegate a livello aziendale.
Smart plastics e smart factory Grazie ai dati provenienti da queste soluzioni, che confluiscono nel calcolatore della durata d’esercizio, è possibile prevedere - tra altre cose - per quanto tempo una catena portacavi funzionerà in modo affidabile nella specifica applicazione della macchina utensile, in anticipo e con esattezza. L’aggiornamento costante dei dati di durata rappresenta, per il cliente, un’ulteriore sicurezza perché il sistema integra in tempo reale le effettive condizioni ambientali dell’applicazione in corso. Grazie ai complessi algoritmi di Machine Learning e di Intelligenza Artificiale, è possibile fornire indicazioni precise sulla durata delle soluzioni impiegate dall’utente nell’applicazione specifica. Queste informazioni vengono visualizzate sullo schermo del dispositivo di controllo dell’impianto e nel caso di un sistema connesso online, l’utente riceve un SMS o un’e-mail che lo informano circa anomalie negli stati di funzionamento o necessità di interventi di manutenzione imminenti. I clienti vengono avvisati con giusto
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preavviso se si rende necessario acquistare pezzi di ricambio; tutto questo permette di implementare scenari diversi, dalla programmazione automatica degli interventi di manutenzione all’ordine sistematico dei giusti pezzi di ricambio, fino all’“e-chain as a service”.
Protezione sicura per l’interazione uomo – macchina La sicurezza nell’ambiente di lavoro è irrinunciabile. Negli ambienti fortemente automatizzati diventa ulteriormente determinante. Quando, nell’automazione, uomo e macchina agiscono all’unisono, una produzione flessibile comporta elevati requisiti di sicurezza. Tale collaborazione, ad esempio nel vano macchine, non deve mettere a rischio la sicurezza dei collaboratori. Nel Decreto Legislativo 81/08, che recepisce le “Direttive Sociali” 2009/104/EC e 89/391/CE ed ha come obiettivo il miglioramento della sicurezza negli ambienti di lavoro, la sicurezza viene definita come “l’eliminazione o la massima riduzione del rischio, ossia la probabilità che si verifichi un determinato danno alle persone e alla produttività dell’azienda”. In tal senso le recinzioni perimetrali sono gli strumenti che assolvono al compito della messa in sicurezza dei macchinari automatizzati, impedendo l’accesso del personale non autorizzato alle zone pericolose. Le caratteristiche costruttive di tali recinzioni, dette anche “ripari”, sono descritte nei paragrafi della normativa EN ISO 14120 “Requisiti per la progettazione e realizzazione di ripari fissi e mobili (porte)”, in armonizzazione con quanto richiesto dalla Direttiva Macchine - 2006/42/CE. Oltre alle recinzioni di tipo tradizionale, linee di produzione flessibili richiedono anche barriere di protezione che possano rispondere alle esigenze dei siti produttivi più moderni. Per questo è previsto anche l’utilizzo di dispositivi di protezione. Per una definizione
di dispositivo di protezione si veda l’Allegato I della Direttiva Macchine: “Si intende per «dispositivo di protezione» un dispositivo (diverso da un riparo) che riduce il rischio, da solo o associato ad un riparo”. I dispositivi di protezione (o sicurezza) sono molto diffusi in ambito industriale. Essi permettono la riduzione dei rischi residui dei macchinari per garantire la sicurezza degli operatori e del luogo di lavoro. Si tratta dei dispositivi optoelettronici (come barriere fotoelettriche e scanner laser) e dei dispositivi sensibili alla pressione (come bordi e pedane sensibili), o ancora di interruttori di interblocco e dispositivi che si interfacciano con l’utente (come i comandi a due mani).I dispositivi elettrosensibili di protezione (ESPE: ElectroSensitive Protective Equipment) appartengono alla categoria dei dispositivi di rilevamento di accesso e presenza. La loro funzione primaria consiste nel rilevare gli operatori quando questi accedono o stazionano in prossimità di aree pericolose e avviare le procedure che mettono in sicurezza la macchina. Negli ultimi anni, questo mercato ha partecipato alla crescita tecnologica dell’industria con un’offerta completa e versatile di questa categoria di prodotti per la sicurezza nell’automazione, indispensabili, ad esempio, durante i lavori di manutenzione, assistenza o riparazione su macchine e impianti, laddove è spesso necessario intervenire durante il processo di produzione. I dispositivi di protezione optoelettronici, come le barriere fotoelettriche di sicurezza, offrono soluzioni di sicurezza che danno grande flessibilità. Questi dispositivi sono usati per rilevare le persone presenti in prossimità dei macchinari in movimento. L’impiego di barriere fotoelettriche operanti con più raggi luminosi paralleli, consente di risparmiare anche spazio, in quanto le barriere fotoelettriche possono sostituire o integrare complesse recinzioni di sicurezza, o anche gruppi di più fotocellule singole. Il set di barriere di sicurezza contiene la testa del trasmettitore e la testa del ricevitore. Un trasmettitore genera un fascio di luce a infrarossi tra le due teste che agisce come zona di rilevamento. Un movimento rilevato all’interno della zona di rilevamento avvia la procedura di arresto della macchina e disconnette automaticamente tutti i macchinari pericolosi. Per riattivare i macchinari, un operatore deve premere il pulsante di ripristino posizionato all’esterno dell’area di pericolo. Alcuni modelli sono dotati di un’opzione di ripristino automatico che avvia automaticamente i macchinari quando la zona di rilevamento è priva di ostacoli. Il tempo di risposta di tutte le barriere sicurezza è solo una frazione di secondo, significa che nessun altro tipo di barriera può essere confrontata con questi sistemi. Per rendere più economica, semplice e sicura la protezione di accesso con il trasporto di materiale, ad esempio nell’intralogistica, così come nell’industria automobilistica e
dell’imballaggio, si rende necessaria la protezione da accessi non autorizzati mediante sensori ottici di sicurezza per i blocchi di materiale sulle linee di trasporto. Ovunque sia coinvolto il movimento, la sicurezza è un requisito molto importante. Con l’aumento dei processi automatizzati, il monitoraggio dei movimenti e dell’arresto sta diventando ancora più importante. Accanto ai processi di muting con sensori di muting per identificare chiaramente quando le merci trasportate si avvicinano a un campo protettivo e per far passare queste merci attraverso il campo protettivo al momento giusto, oggi vengono proposte alternative innovative che eliminano completamente la necessità di sensori che emettono segnali. Grazie infatti alle barriere fotoelettriche di sicurezza, i sistemi di trasporto possono così essere resi più compatti. Il rischio di disallineamento o danni ai sensori viene eliminato, così come i costi di manutenzione e assistenza. Da qualche anno, anche la tecnologia radar viene in aiuto della sicurezza ogni volta che l’interazione uomo-macchina lo richieda. Questa tecnologia consente infatti di individuare oggetti e persone tramite onde radio, innocue per la salute. È robusta ai disturbi causati dalla luce, dalla polvere, dagli sfridi e da ogni altro fattore ambientale che potrebbero compromettere l’uso dei dispositivi ottici. Esistono infatti dei sistemi che, sulla base di sofisticati algoritmi per radar, riescono a filtrare i disturbi causati dalla presenza di polvere, fumo, acqua o sfridi generati dal processo produttivo, riducendo i falsi allarmi e aumentando la produttività. Questi sistemi sono muniti di sensori radar che utilizzano algoritmi proprietari che rilevano il movimento per monitorare operatori o macchinari in una area di copertura 3D, consentendo di gestire non solo gli oggetti statici all’interno della scena ma anche le persone presenti, arrivando in alcuni casi a rilevare anche i micro movimenti respiratori di un operatore. M &A | OTTOBRE / NOVEMBRE 2020
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SOLUZIONI DALLE AZIENDE DATALOGIC
L’INNOVAZIONE NELLE BARRIERE DI SICUREZZA Datalogic è il maggior costruttore italiano e tra in primi nel mondo di dispositivi optoelettronici di sicurezza. Da oltre 20 anni guida l’innovazione nelle barriere di sicurezza e per quanto riguarda la riduzione dimensionale ha realizzato la serie SLIM, di tipo 2 o 4, che nel profilo di soli 15x32 mm offre altezze da 150 a 1200 mm senza zona cieca, con risoluzione 14, 24 o 34 mm, e funzioni avanzate come il montaggio a cascata fino a 3 unità, ripristino automatico o manuale, EDM configurabile. Per sistemi multi-area orizzontali o verticali e per veicoli a guida automatica AGV, Datalogic offre il Safety Laser Sentinel serie SLS che coniuga la semplicità di installazione e utilizzo con prestazioni assolutamente innovative, come l’angolo di rilevazione fino a 275° e la possibilità di configurare fino a 70 aree di allarme o sicurezza per adattare la guida dell’AGV alle più diverse situazioni e geometrie, la configurazione Master e Slave che consente di collegare fino a 4 unità e controllarle da un solo dispositivo, l’immunità ad interferenze esterne, come la polvere, che evita “falsi allarmi” pur garantendo la sicurezza per gli operatori.
IGUS
EC.PP ED EC.PR, NOVITÀ PER LE SMART PLASTICS
Nella famiglia delle smart plastics igus, quest’anno si aggiungono due importanti novità: i sistemi EC.PP ed EC.PR che permettono – nei sistemi per catene portacavi – di rilevare i dati di posizionamento e di monitorare le forze di spinta/ trazione che agiscono sulla catena portacavi. Grazie al monitoraggio costante del sistema, si possono evitare fermi macchina imprevisti e possono essere programmati Segnalatore di posizione EC.PP – Igus smart plastics eventuali ispezioni o interventi di manutenzione e riparazione. Nelle zone portuali, nel settore minerario o per la movimentazione rinfuse, se uno stacker reclaimer viene danneggiato, la sostituzione può costare fino a €30.000 e più.. Oggi, grazie al nuovo modulo EC.PR, è possibile - nei sistemi con corse lunghe (oltre i 150m) - monitorare le forze di spinta e di trazione del sistema, regolando i parametri in modo dinamico per evitare imprecisioni relative alla forza statica e conseguenti rotture. A comunicare i dati al modulo EC.PR, sono i segnalatori EC.PP: piccoli trasmettitori collegati fra loro ed installati a distanza di 50 cm sul canale di guida della catena che rilevano l’esatta posizione del punto mobile. La trasmissione dei dati al PLC avviene via Profinet. Per ogni posizione viene prestabilita una forza di spinta/trazione massima: se la forza massima viene superata, il sistema si blocca evitando rotture.
KEYENCE
UNA PROTEZIONE RINFORZATA, ANCHE IN AREE COMPLESSE Con l’avanzare della meccanicizzazione, diventa sempre più importante dotarsi in azienda di misure protettive per la riduzione di rischi, quali barriere e laser scanner di sicurezza. Queste soluzioni devono essere caratterizzate da alta robustezza per resistere agli urti e a condizioni ambientali difficili, semplicità, per agevolarne il montaggio e installazione, e praticità, eliminando zone morte di rilevamento. Oltretutto, spesso devono dimostrarsi abbastanza versatili da delineare zone di protezione in aree dalla forma complessa. KEYENCE risponde a tutte queste necessità con le barriere luminose di sicurezza Serie GL-R e i laser scanner Serie SZ, che contribuiscono all’aumento intelligente della protezione in un’ottica di miglioramento della produttività e riduzione di costi e tempistiche. Oltre ai dispositivi di sicurezza, KEYENCE offre un’ampia gamma di prodotti ad alta precisione, che accompagnano l’utente finale nel percorso di ricerca e produzione in diversi settori industriali. Per maggiori informazioni: web: www.keyence.it/press-glr-sz; e-mail: press@keyence.it 82
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LEUZE ELECTRONIC
“SMART PROCESS GATING”: IL NUOVO PROCESSO SVILUPPATO DA LEUZE ELECTRONIC
“Smart Process Gating” è il nuovo processo sviluppato da Leuze electronic attraverso il quale i processi di muting richiedono poco spazio poiché il passaggio di un campo protetto può essere realizzato senza sensori di muting aggiuntivi. In precedenza, i sensori di muting (usarti principalmente nei settori di Intralogistica, Automotive e Packaging) erano necessari al fine di consentire il passaggio temporaneo nel campo protetto, rilevando il materiale trasportato e consentendo il passaggio al momento giusto, impedendo allo stesso tempo l’accesso alle persone tramite un appropriato sensore. Leuze electronic ha sviluppato, sulla base di barriere di tipo 4 della Serie MLC500, il processo “Smart Process Gating” (SPG) dove il primo segnale di gating proviene dal PLC e il secondo viene generato dalle stesse barriere nel momento in cui viene interrotto il campo protetto. Ciò significata che i sensori di muting non sono più necessari, ma allo stesso tempo è richiesta una perfetta conoscenza della posizione dei materiali trasportati, in modo tale che i segnali necessari di controllo siano disponibili nei tempi previsti. Un importante requisito è che il PLC conosca la posizione attuale del materiale trasportato sapendo quando raggiunge ed esce dal campo protetto, in modo tale da poter emettere i segnali di controllo necessari alle barriere di sicurezza nel tempo esatto. Ciò è necessario in quanto il campo protetto deve essere interrotto entro 4 secondi dall’arrivo del segnale dal PLC. È anche permessa una distanza massima di 200mm tra il materiale e le barriere, tra l’ingresso e l’uscita, a condizione che venga attivata una sequenza di gating. I vantaggi della soluzione SPG si possono riassumere in un design salva spazio, estremamente compatto, in quanto non è più necessario avere dei sensori di muting montati ai lati delle barriere e bassi costi per l’installazione e per il service (senza set-up/allineamento) dei sensori di muting. Inoltre, anche i materiali trasportati, aventi parti interrotte o intervalli tra loro, possono essere trasportati in sicurezza in sequenza, il sistema SPG ha un’ottima affidabilità e non c’è rischio di sensori di muting disallineati o danneggiati e c’è un rischio ridotto per manomissione del personale operativo. Lo Smart Process Gating richiede una conoscenza dettagliata del processo in modo che i necessari segnali di controllo del PLC siano resi disponibili nella finestra temporale prevista. La variante di barriera fotoelettrica di sicurezza MLC 530 con Smart Process Gating (SPG) è certificata TÜV per la sicurezza. Il livello di prestazioni ottenibile della soluzione viene raggiunto in combinazione con il sistema di controllo utilizzato: PL d (con comando standard) o PL e e (con comando di sicurezza). Con il processo di muting “Smart Process Gating”, che non utilizza sensori di segnalazione, Leuze electronic ha vinto non solo il GIT Security Award 2019, ma anche il “Best of Industry Award 2019”.
OMRON
LA NUOVA SERIE F3SG-SR DI BARRIERE FOTOELETTRICHE Oggi le linee di produzione devono essere flessibili e quindi servono barriere di protezione che possano rispondere alle esigenze dei siti produttivi più moderni. La nuova serie F3SG-SR di barriere fotoelettriche di Omron offre protezione per dita, mani, braccia/gambe e corpo, dalle aperture delle macchine ai perimetri delle apparecchiature, tra cui un’ampia gamma di applicazioni e altezze di protezione da 160 mm a 2,48 m per adattarsi completamente all’area protetta richiesta. Con F3SG-SR, i produttori sono in grado di standardizzare la progettazione meccanica tra le linee di produzione ed eliminare la complessità di selezione e progettazione. La serie F3SG-SR garantisce inoltre un rilevamento affidabile anche in ambienti difficili e a temperature estreme, grazie alla struttura a tenuta stagna resistente all’olio e alla gamma operativa a lunga distanza. Dotata di IO-Link per la connettività IoT, la raccolta dei dati operativi della serie F3SG-SR fornisce una manutenzione predittiva per determinare i tempi di sostituzione ottimali, riduce i tempi di inattività e migliora la sicurezza nei siti produttivi.
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PROTEC
IL GIUSTO COMPROMESSO TRA ADATTABILITÀ E RIGIDITÀ Le barriere di sicurezza Protec sono state create per impedire l’accesso alle zone pericolose, resistere agli urti e favorire la visibilità dell’impianto. Essere in grado di offrire una vasta gamma di soluzioni è il risultato di uno sviluppo tecnologico di ottimizzazione degli spessori che permettono un buon compromesso tra costo e resistenza. La linea TECHNO realizzata con pannelli autoportanti e disponibili in filo Ø3 e Ø4 favorisce l’adeguamento in opera, l’abbinamento con il montante Strong permette di aumentarne la resistenza all’urto. La linea NOVATEK è realizzata con pannelli intelaiati disponibili in molteplici misure. Le due linee, danno la possibilità al cliente di scegliere in tutta sicurezza il compromesso giusto tra adattabilità e rigidità.
REER
BARRIERE DI SICUREZZA EOS Grazie all’esperienza maturata come fornitore dei maggiori costruttori nel campo dell’industria alimentare, della pallettizzazione, delle macchine utensili, dell’automotive, della robotica e di molti altri settori, la ReeR è in grado di proporre la soluzione più adatta per la protezione di ogni singola applicazione industriale. • EOS - Barriere di sicurezza di Tipo 2 e 4 • Sezione di piccole dimensioni: solo 28 x 30 mm • Altezze protette da 150 a 2200 mm • Risoluzioni 14-20-30-40-50-90 mm e 2-3-4 raggi • Nessuna zona morta nel lato superiore. • Tutte le principali funzioni di sicurezza integrate • Modelli Master e Slave per il collegamento in serie delle barriere. Queste barriere sono disponibili nelle versioni WTF e WTHF con contenitore stagno IP 69K (56 mm di
diametro) con o senza riscaldatore e possono essere utilizzate in ambienti caratterizzati dalla presenza di acqua e vapore come nell’industria alimentare e delle bevande. Sono anche ordinabili le versioni di EOS4 con contenitore protettivo ATEX. Soluzione ideale per la protezione di postazioni di lavoro in ambienti con atmosfera potenzialmente esplosiva: Sistemi di verniciatura. Industrie per la lavorazione e imballaggio dei farinacei. Industrie chimiche. Industrie per la lavorazione del petrolio e derivati.
TECNOPIU
AXS PER IL CONTROLLO ELETTRONICO DEGLI ACCESSI Il dispositivo può consentire/impedire l’accesso del personale alle zone pericolose dell’azienda o alle macchine, garantendo e tutelando il rispetto delle autorizzazioni rilasciate o meno dall’azienda ai propri dipendenti e tutto questo, tramite il semplice utilizzo dei badge personali a disposizione di ogni dipendente per la marcatura di entrata ed uscita di qualsiasi sistema marcatempo, che utilizzi una delle due frequenze disponibili: 125 KHz e 13,5 MHz. -AXS 01: oltre ad essere in grado di riconoscere se l’operatore è autorizzato ad accedere nell’isola protetta, non dà il consenso alla macchina fino a quando il medesimo operatore non presenta di nuovo il suo badge. Questo controllo evita il riavvio accidentale da parte di altri addetti autorizzati che ignorino la presenza dell’operatore all’interno della zona pericolosa. - AXS 10: è un puro controllo di accesso ai comandi della macchina o del sollevatore che consente l’utilizzo solo al personale autorizzato. In caso di dimenticanza accidentale di disattivazione del sistema al termine dell’utilizzo della macchina, il sistema è programmato per auto-disattivarsi dopo 75 secondi. 84
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SATECH
NON TUTTE LE RECINZIONI SONO UGUALI Il Decreto Legislativo 81/08 definisce la sicurezza come “l’eliminazione o la massima riduzione del rischio, ossia la probabilità che si verifichi un determinato danno alle persone e alla produttività dell’azienda”. Satech nasce nel 2000 come azienda specializzata nella progettazione e costruzione di recinzioni perimetrali per la messa in sicurezza dei macchinari automatizzati: una categoria di recinzioni - anche definite “ripari” - che assolvono il compito specifico di impedire l’accesso del personale non autorizzato alle zone pericolose. Le caratteristiche costruttive dei “ripari” sono descritte nei paragrafi della normativa EN ISO 14120 “Requisiti per la progettazione e realizzazione di ripari fissi e mobili (porte)”, in armonizzazione con quanto richiesto dalla Direttiva Macchine - 2006/42/CE. Nei pannelli in rete d’acciaio delle recinzioni perimetrali Satech, ad esempio, i fili orizzontali sono saldati internamente in modo da non offrire appiglio, eliminando la possibilità di arrampicamento secondo EN ISO 14120-5.18. Le maglie a feritoia verticale garantiscono una migliore visibilità del macchinario dall’esterno del perimetro (EN ISO 14120-5.4 e 5.9). Le protezioni perimetrali Satech sono progettate per essere posizionate in sicurezza ad una distanza minima di 120 mm dal pericolo (EN ISO 13857), consentendo un’ottimizzazione dello spazio. Nel corso di oltre 20 anni di attività Satech ha progettato, costruito e consegnato in tutto il mondo centinaia di migliaia di soluzioni per la messa in sicurezza di impianti e robot. Nel catalogo Satech, oggi figurano ben 5 linee di protezioni modulari, 16 modelli di porte standard, 150 modelli di serrature tra meccaniche, con Safety Switch e con interblocchi di sicurezza, una scelta di più di 300 accessori ed un intero reparto dedicato alle realizzazioni su misura. L’offerta di Satech è una delle più complete al mondo. A Safe Factory is a Productive one.
SICK
SICUREZZA E PRODUTTIVITÀ NEL FUNZIONAMENTO COOPERATIVO DEI ROBOT Robot che rallentano quando una persona si avvicina, e riprendono autonomamente il proprio lavoro non appena la persona si allontana dalla zona di lavoro: questo, e molto di più, è possibile grazie al sistema di sicurezza sBoot Speed di SICK che porta maggiore sicurezza, flessibilità e produttività alle applicazioni di robot cooperativi. Il sistema di sicurezza sBot Speed è una soluzione completa pronta per l’integrazione, costituita da un laser scanner di sicurezza S300 mini e da una centralina configurabile di sicurezza FlexiSoft. Lo scanner utilizza due set di campi dipendenti dalla velocità del robot, ciascuno costituito da un campo di preallarme e da un campo protetto. Se una persona accede nel campo di preallarme del set di campi 1, durante una fase di operatività, il robot riduce la sua velocità. Poiché a questo punto il robot si muove più lentamente e di conseguenza presenta un tempo di fermata più breve in caso di arresto di emergenza, il sistema di sicurezza attiva il set di campi 2 con un campo di protezione più piccolo. Se qualcuno vi accede, il robot si arresta. Quando la persona si allontana nuovamente dall’area di lavoro, il robot riparte automaticamente, inizialmente solo a velocità ridotta monitorato con il set di campi 2, per poi riacquisire la velocità operativa originaria monitorato dal set di campi 1. Rispetto ad un arresto completo e all’interruzione della produzione, riduzione di velocità monitorata in sicurezza significa maggiore produttività e disponibilità grazie ad una interazione uomo-robot ottimizzata. Oltre a funzioni di automazione e sicurezza preconfigurate e testate, offre schemi di cablaggio, consentendo un’integrazione semplice e veloce con il comando del robot. La variante di sistema sBot Speed-UR è perfetta per diversi modelli di robot di Universal Robot (UR), ma sono disponibili ulteriori varianti per altri produttori di robot. Questi aspetti riguardano per esempio il cablaggio specifico per UR, la descrizione ed il collegamento di componenti di sicurezza supplementari necessari per soddisfare le norme di sicurezza di riferimento. L’adattamento specifico per robot UR riguarda anche le modalità operative selezionabili “Running mode” e “Programming mode”. Il sistema di sicurezza sBot Speed-UR consente a chi si occupa della messa in funzione o all’operatore, in fase di messa a punto del robot o, in caso di modifiche di funzioni, di programmare il robot e di muoversi in sicurezza, per esempio per l’apprendimento di punti di presa. M &A | OTTOBRE / NOVEMBRE 2020
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