SPECIALE
Industria 4.0 B A R R I E R E D I S I C U R E Z Z A E C AT E N E P O R TA C AV I
E SICUREZZA SUL LAVORO, UNA “CONTAMINAZIONE” POSSIBILE L’INDUSTRIA 4.0 PUÒ RAPPRESENTARE UNA STRAORDINARIA OCCASIONE PER MIGLIORARE I LIVELLI DI SICUREZZA ALL’INTERNO DELL’AZIENDA: DAI SISTEMI INTELLIGENTI PER SEGNALARE LA PRESENZA DI UNA PERSONA NEL RAGGIO D’AZIONE DI UN ROBOT ALLE SOLUZIONI TECNICHE IN GRADO DI RIDURRE GLI INFORTUNI DERIVANTI DALL’INTERAZIONE UOMO-MACCHINA, TANTE LE STRADE CHE SI POSSONO APRIRE SU QUESTO FRONTE
L’
Di Patrizia Ricci
avvento della tecnologia ha significativamente migliorato le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro: basta pensare ai robot che hanno sostituito gli operatori nelle mansioni più pericolose, oppure agli esoscheletri, che supportano il lavoratore nell’eseguire operazioni che comportano uno stress fisico molto alto. Con l’avvento della rivoluzione dell’Industria 4.0, sono tanti i cambiamenti introdotti nei processi produttivi e altrettante le sfide che le aziende e i legislatori si trovano ad affrontare per garantire la tutela della salute dei lavoratori. Lavoratori che assumono un ruolo diverso all’interno del processo produttivo rispetto al passato, ma non per questo meno importante: nell’Industria 4.0, l’automazione del processo produttivo non porta all’esclusione dell’uomo, ma alla sua connessione all’interno di un ecosistema intelligente. Non sono solo i macchinari a parlare tra di loro, ma vi è un costante dialogo tra macchine e uomo. Nella smart production si creano infatti nuove forme di collaborazione tra uomo e macchine, che portano all’ottimizzazione di tutto il processo produttivo. Un rapporto, quello tecnologia e lavoro, che è destinato a intensificarsi nel futuro, sotto la spinta di un progresso tecnologico che sarà sempre più rapido. A cambiare, 58
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LEUZE Smart Process Gating
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SPECIALE B A R R I E R E D I S I C U R E Z Z A E C AT E N E P O R TA C AV I tuttavia, non sono soltanto i processi produttivi: cambiano gli spazi di lavoro e cambia la sicurezza anche all’interno degli spazi fisici di lavoro: se le tecnologie dell’automazione industriale, come i robot tradizionali e i cobot, hanno ridotto i rischi legati allo svolgimento di determinati compiti pericolosi da parte dell’uomo, non devono essere trascurati i rischi connessi all’utilizzo di macchine sempre più autonome, in grado di modificare il loro comportamento all’interno dell’ambiente di lavoro (grazie all’Intelligenza Artificiale e all’apprendimento automatico) senza che sia necessario l’intervento dell’uomo, tenendo conto di tutta una serie di fattori connessi con gli incidenti che possono verificarsi in un ambiente dove macchine e uomo dividono lo spazio fisico. La sicurezza del personale è un fattore sempre più importante nei processi automatizzati. Quando uomo e macchina agiscono all’unisono, una produzione flessibile comporta elevati requisiti di sicurezza. Tale collaborazione, ad esempio nel vano macchine, non deve mettere a rischio la sicurezza dei collaboratori. Sicurezza sancita anche nel principio espresso in uno dei primi punti dell’allegato della Direttiva Macchine che, pur concepita in momenti storici in cui la sicurezza era intesa come meccanica o elettromeccanica, conserva una sua attualità: il principio che “nessun organo pericoloso in movimento di una macchina possa essere raggiunto da una parte del corpo umano”. I costruttori di macchine e i datori di lavoro hanno l’obbligo sia dal punto di vista etico, sia legale, di garantire la sicurezza a tutela delle persone. Ogni volta che le macchine Rete Satech eseguono movimentazioni rischiose, le norme per la salute e la sicurezza devono essere rispettate. Eventuali lesioni da taglio, schiacciamento o urto devono essere impedite anche durante momentanee distrazioni dell’operatore. Grazie alle moderne tecnologie rese possibili da Industry 4.0 e IoT, “l’eliminazione o la massima riduzione del rischio, ossia la probabilità che si verifichi
scanGrid2 è una soluzione di sicurezza economica per produttori di AGV. È possibile aumentare velocità, carico dei veicoli o eliminare barriere meccaniche, come ad esempio, le recinzioni
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un determinato danno alle persone e alla produttività dell’azienda” – cfr. la definizione di sicurezza secondo il DL 81/08 – può essere realizzata da protezioni perimetrali che separano meccanicamente le persone dal pericolo, creando una barriera fisica, e da soluzioni in grado di rilevare la presenza umana nel perimetro di lavoro della macchina, quali sensori, laser scanner, radar di sicurezza, barriere fotoelettriche che contribuiscono all’aumento intelligente della protezione in un’ottica di miglioramento della produttività e riduzione di costi e tempistiche. Una recinzione posta intorno ai macchinari, abbinata ad un dispositivo di chiusura/interblocco adeguato, rappresenta una soluzione capace di raggiungere il livello più alto di sicurezza (tecnicamente PLe, o Performance Level di categoria “e”). Diverse nelle caratteristiche funzionali, le soluzioni presenti sul mercato perché diverse sono le condizioni applicative e i bisogni di progettazione. Tutte con un unico obiettivo, ovvero migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza dei lavoratori. Molte di queste sono dotate di tecnologia IO-link e predisposte all’IoT per una raccolta costante dei dati operativi e per un’analisi delle cause volta a una manutenzione predittiva puntuale ed efficace che eviti interruzioni non pianificate e riduca potenziali tempi di inattività. La digitalizzazione dei sistemi consente anche il controllo delle catene portacavi. Sistemi innovativi che - grazie ai sensori - calcolano la forza di trazione/spinta della catena portacavi e, in caso di superamento di una soglia predefinita, arrestano automaticamente l’impianto, evitando ingenti costi di riparazione e danni problematici all’impianto causati, ad esempio, da un cacciavite dimenticato all’interno di una catena portacavi, un canale di guida piegato, la presenza di ghiaccio, di neve o di altro materiale sfuso lungo la corsa. Protezione e sicurezza assicurati anche da un design ottimizzato dei coperchi delle catene per applicazioni in ambienti difficili con presenza di trucioli, sporco e polvere e prevenire in modo efficace la penetrazione di questi elementi nello spazio interno della catena, sede dei conduttori. In conclusione, KEYENCE GS quindi la tecnologia oggi più che mai può offrire un’opportunità per il miglioramento delle condizioni di lavoro e della sicurezza ma bisogna sempre ricordare di mettere l’uomo al centro delle attività e la tecnologia intorno e non il viceversa. Tenere presente la questione gestionale e dell’utilizzo dell’operatore: spesso gli operatori non sanno o non ricevono le adeguate informazioni per fare le attività operative sulla macchina e, soprattutto, attraverso la progettazione, occorre non consentire la manipolazione dei sistemi per eludere un riparo, bypassare un sistema di sicurezza o trovare la via di minor resistenza per raggiungere la parte pericolosa della macchina e quindi vanificare quel vantaggio in termini di sicurezza che la tecnologia è in grado di offrire.
SOLUZIONI DALLE AZIENDE DATALOGIC
BARRIERE DI SICUREZZA PER INDUSTRY 4.0: SG4 EXTENDED E SG4 FIELDBUS Gli obbiettivi di Industry 4.0 sono l’aumento di produttività e qualità, migliorando nello stesso tempo le condizioni di lavoro: gli stessi obbiettivi che si pone da sempre Datalogic nella progettazione e produzione delle sue barriere di sicurezza. Costruire una macchina automatica richiede di attuare tutte le misure sufficienti a renderla sicura senza però rallentare la produzione o diminuirne la facilità di utilizzo. Ma la grande varietà di condizioni applicative e i diversi bisogni di progettazione portano a richiedere componenti e in particolare barriere di sicurezza che si differenziano sempre più nelle loro caratteristiche funzionali. Per questi motivi Datalogic offre, all’interno della sua ampia gamma di barriere di sicurezza, due famiglie che in particolare sposano le caratteristiche di flessibilità ed integrazione proprie di Industry 4.0. La prima è SG4 EXTENDED: una barriera di sicurezza completamente programmabile tramite una interfaccia grafica semplice ed intuitiva, dotata di funzioni avanzate come muting parziale, blanking fisso o mobile, risoluzione variabile, e la possibilità di connettere fino a 3 barriere tra di loro, a costituire un unico sistema. SG4 EXTENDED può essere connessa in modo permanente ad una rete Ethernet per scambiare
i dati della sua diagnostica interna verso il controllore della macchina o dell’impianto, o per essere monitorata e nel caso riprogrammata. La seconda, SG4 FIELDBUS, compie un passo ulteriore: consente di essere connessa senza interfacce esterne alla rete real-time POWERLINK e di sostituire il cablaggio delle uscite di sicurezza con una trasmissione trasparente e sicura in protocollo openSAFETY. Oltre all’evidente vantaggio in termini di riduzione di cablaggio, facilità di installazione e risparmio di componenti di interfacciamento, SG4 FIELDBUS riduce il tempo di messa in servizio, in quanto le funzioni in cui la barriera viene coinvolta risiedono all’interno del programma del PLC di sicurezza. Quindi non c’è più bisogno di una programmazione separata della barriera o di una sua impostazione tramite selettori manuali, e, una volta progettata, l’applicazione di sicurezza può essere riutilizzata su ogni macchina. SG4 FIELDBUS trasmette inoltre in sicurezza lo stato di ogni suo singolo raggio, ed in questo modo permette al PLC di gestire funzioni di sicurezza estremamente precise e sincronizzate con le diverse fasi della macchina, garantendo una flessibilità impossibile da ottenere con barriere di sicurezza tradizionali.
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INXPECT
INXPECT LIBERA IL ROBOT DALLA GABBIA Forse non tutti hanno sentito parlare di Inxpect spa (www.inxpect.com), l’azienda bresciana con filiali in Israele, Germania e Spagna, che utilizza la tecnologia radar per realizzare i nuovi sistemi di sicurezza che stanno rivoluzionando il mercato dell’automazione e della robotica. I radar Inxpect, infatti, grazie alla loro capacità di rilevamento tridimensionale e alla robustezza a qualsiasi tipo di condizione ambientale, stanno ridefinendo l’interazione tra uomo e robot, liberandola dalle gabbie metalliche che oggi delimitano l’area di manovra delle macchine. In questo modo la tecnologia Inxpect pone fine alla contrapposizione tra la sicurezza degli operatori e la necessità di un’alta produttività, portando a benefici sull’efficienza che può arrivare a triplicare rispetto a tecnologie tradizionali. Ma c’è di più: i sistemi di Inxpect sono gli unici al mondo che possono rilevare la presenza di un operatore anche nelle
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situazioni che tipicamente mettono in crisi i normali dispositivi di sicurezza, eliminando completamente il rischio che il macchinario venga attivato nonostante l’operatore sia presente nell’area di manovra. L’esempio migliore di questa funzionalità è espresso dalla seconda generazione di sensori Inxpect, denominata “SBV System”: il primo sistema radar MIMO al mondo certificato SIL. Presentato a inizio anno, questo sistema introduce delle caratteristiche nuove e uniche per risolvere i problemi di sicurezza nelle applicazioni industriali più critiche. Cuore centrale del sistema, il sensore SBV-01 è in grado di rilevare il movimento dell’operatore nel campo monitorato, permettendo di arrestare il macchinario e di tenerlo bloccato fino a quando l’area pericolosa non viene liberata, assicurando in questo modo un riavvio sicuro del processo. Il sensore permette di impostare dinamicamente l’area monitorata,
garantendo un range di rilevamento fino a 5 metri e un angolo di copertura che va da 10º a 100º. La maggiore precisione e la flessibilità di SBV-01 stanno modificando il modo in cui la sicurezza è stata concepita fino ad ora. Da tempo le aziende si stanno focalizzando sull’automazione dei processi, in modo da renderli più sicuri, efficienti e controllabili. Il controllo e l’ottimizzazione dei processi produttivi sono inevitabilmente vincolati alla capacità dei sensori di fornire dati rilevanti che possono essere gestiti grazie alle nuove soluzioni introdotte dall’industria 4.0: il sensore è per definizione l’elemento in grado di fornire questi dati. SBV-01 non solo permette un’interazione efficiente e sicura con i macchinari da parte dell’operatore, ma è anche in grado di fornire informazioni che possono essere utilizzate per migliorare le applicazioni dei clienti, rendendo la soluzione di Inxpect pronta ad essere integrata nelle più avanzate realtà produttive.
SATECH
PROTEZIONI PERIMETRALI A PANNELLI MODULARI Le protezioni perimetrali separano meccanicamente le persone dal pericolo, creando una barriera fisica. Una recinzione intorno ai macchinari, abbinata al dispositivo di chiusura/Interblocco adeguato, è una soluzione capace di raggiungere il livello più alto di sicurezza (tecnicamente PLe, o Performance Level di categoria “e”). La recinzione è in grado di intercettare eventuali scarti di lavorazione o oggetti accidentalmente proiettati dalle macchine, ed è sicura anche quando i dipendenti si trovino nelle sue immediate vicinanze. Le Protezioni Perimetrali Satech si basano su due tipologie di pannelli modulari: la versione con telaio da 20 o da 30 mm - disponibile in rete d’acciaio o con tamponamenti in policarbonato, in lastra di metallo oppure misto - ed il pannello in rete sagomata senza telaio, molto resistente e modificabile anche in opera. I pannelli si agganciano alle piantane (con sezioni da 40, 50 o 60 mm) con fissaggi imperdibili secondo Direttiva Macchine 2006/42/ CE, da scegliere in base alla velocità di montaggio/resistenza agli impatti. Gli accessi (a battente, a libro, scorrevoli o verticali, nelle versioni manuali o motorizzati) sono regolamentati da interruttori di sicurezza in base al PL richiesto dall’Analisi dei Rischi. Una gamma completa di accessori, infine, completa l’offerta. L’altezza
di una struttura di protezione e la sua distanza dal pericolo giocano un ruolo decisivo: affinché una persona non possa superare la barriera, le Protezioni Perimetrali devono essere più alte della zona pericolosa del macchinario e, di conseguenza, essere posizionate ad una distanza adeguata (secondo EN ISO 13857). Le Protezioni Perimetrali Modulari Satech, realizzate in conformità con la Norma EN ISO 14120, sono disponibili in diverse altezze e larghezze scalabili a passo di 100 mm. Possono essere posizionate fino a soli 120 mm dal pericolo, permettendo di ottimizzare gli spazi. L’ampia gamma di prodotti Standard si adatta alla maggior parte delle applicazioni, anche le più complesse. A richiesta, però, gli oltre 5000 clienti che l’azienda serve in tutto il mondo, possono contare su una produzione realizzata su misura dal reparto “Speciali” che affianca le nuovissime linee di produzione automatizzate. Satech, la prima azienda italiana specializzata nella progettazione e realizzazione di protezioni perimetrali per macchinari, è una moderna realtà internazionale che, in oltre 20 anni di attività, ha contribuito alla messa in sicurezza di centinaia di migliaia di impianti automatizzati e di milioni di persone. A Safe Factory is a Productive one.
KEYENCE
ELETTROSERRATURA DI SICUREZZA: LA SOLUZIONE SEMPLICE E COMPATTA PER LA MESSA IN SICUREZZA DELLE MACCHINE KEYENCE, leader mondiale nella fornitura di sensori, sistemi di misura, marcatori laser e sistemi di visione, accresce la sua solida line-up dedicata alla sicurezza con un nuovo prodotto, l’elettroserratura di sicurezza Serie GS. L’elettroserratura è stata studiata per semplificare e migliorare ogni aspetto della tecnologia alla base degli interblocchi. Ha un design compatto, 50% più piccolo della media di mercato, che consente di installarla nella classica struttura macchina senza necessità di staffe aggiuntive, ed è robusta, perché tutte le parti soggette a sollecitazione meccanica sono in metallo con una forza di tenuta pari a 2000 N. Queste caratteristiche la rendono facilmente integrabile con qualsiasi sistema di sicurezza. In base al tipo di applicazione, si può scegliere tra due modelli: a bloccaggio (comunemente definito “elettroserratura”), che limita fortemente la possibilità dell’operatore di accedere alla zona messa in sicurezza, o senza contatto, che può essere scelto in caso di attrezzature o macchine meno pericolose, dove l’operatore può accedere a piacimento all’area. Il modello a bloccaggio è dotato di un attuatore meccanico snodato, che permette di chiudere e mantenere la chiusura della porta nel tempo, anche quando le ante o cancelli si disallineano o si verificano vibrazioni della macchina, evitando inutili fermi macchina. L’interruttore presenta un grande indicatore LED, che cambia colore a seconda dello stato. In questo modo, gli operatori possono controllare facilmente se la porta è aperta o chiusa anche a distanza, risparmiando prezioso tempo di attività della macchina. È possibile collegare a cascata fino a 30 unità mantenendo la porta individuale I/O. Ciò riduce al minimo il cablaggio, pur consentendo un rapido isolamento delle aree che richiedono attenzione. Ogni caratteristica di progettazione serve, quindi, a ridurre i tempi e i costi associati all’installazione, alla manutenzione e alla risoluzione dei problemi. M &A | GIUGNO/LUGLIO 2021
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LEUZE ELECTRONIC
“SMART PROCESS GATING”: IL NUOVO PROCESSO SVILUPPATO DA LEUZE ELECTRONIC “Smart Process Gating” è il nuovo processo sviluppato da Leuze electronic attraverso il quale i processi di muting richiedono poco spazio poiché il passaggio di un campo protetto può essere realizzato senza sensori di muting aggiuntivi. In precedenza, i sensori di muting (usarti principalmente nei settori di Intralogistica, Automotive e Packaging) erano necessari al fine di consentire il passaggio temporaneo nel campo protetto, rilevando il materiale trasportato e consentendo il passaggio al momento giusto, impedendo allo stesso tempo l’accesso alle persone tramite un appropriato sensore. Leuze electronic ha sviluppato, sulla base di barriere di tipo 4 della Serie MLC500, il processo “Smart Process Gating” (SPG) dove il primo segnale di gating proviene dal PLC e il secondo viene generato dalle stesse barriere nel momento in cui viene interrotto il campo protetto. Ciò significata che i sensori di muting non sono più necessari, ma allo stesso tempo è richiesta una perfetta conoscenza della posizione dei materiali trasportati, in modo tale che i segnali necessari di controllo siano disponibili nei tempi previsti. Un importante requisito è che il PLC conosca la posizione attuale del materiale trasportato sapendo quando raggiunge
ed esce dal campo protetto, in modo tale da poter emettere i segnali di controllo necessari alle barriere di sicurezza nel tempo esatto. Ciò è necessario in quanto il campo protetto deve essere interrotto entro 4 secondi dall’arrivo del segnale dal PLC. È anche permessa una distanza massima di 200 mm tra il materiale e le barriere, tra l’ingresso e l’uscita, a condizione che venga attivata una sequenza di gating. I vantaggi della soluzione SPG si possono riassumere in un design salva
spazio,estremamente compatto, in quanto non è più necessario avere dei sensori di muting montati ai lati delle barriere e bassi costi per l’installazione e per il service (senza set-up/allineamento) dei sensori di muting. Inoltre, anche i materiali trasportati, aventi parti interrotte o intervalli tra loro, possono essere trasportati in sicurezza in sequenza, il sistema SPG ha un’ottima affidabilità e non c’è rischio di sensori di muting disallineati o danneggiati e c’è un rischio ridotto per manomissione del personale operativo.
Lo Smart Process Gating su un trasportatore di pallet Esigenza: Sui percorsi di trasporto l’accesso ad aree pericolose deve essere protetto. È necessaria un’esclusione temporanea per il trasporto di materiale. La sensorica impiegata deve garantire un funzionamento privo di interferenze e richiedere meno spazio possibile. Soluzione: Lo Smart Process Gating sfrutta un segnale di comando messo a disposizione dal PLC e l‘interruzione del campo protetto per l‘esclusione per il trasporto di materiale. Non sono necessari ulteriori sensori di muting. Ciò consente un design degli impianti dall‘ingombro particolarmente ridotto e l‘eliminazione di interventi di assistenza per la ri-regolazione dei sensori.
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OMRON
F3SG-SR/PG, LA SERIE DI BARRIERE FOTOELETTRICHE FACILMENTE INTEGRABILI A PROGETTI DI AMPLIAMENTO E RINNOVAMENTO DELLE LINEE Le moderne linee di produzione, in un’ottica di pronta risposta alle repentine richieste del mercato - soprattutto nella fase di recovery che il mondo produttivo sta vivendo - necessitano della massima flessibilità e scalabilità. In questo contesto, diventa fondamentale dotarsi di barriere di protezione in grado di integrarsi in maniera semplice e immediata ai progetti di ampliamento e rinnovamento delle linee stesse e che siano in grado di garantire una manutenzione prevedibile e programmabile. La nuova serie F3SG-SR/PG di barriere fotoelettriche di OMRON offre protezione all’operatore e agli addetti, grazie a un’ampia gamma di applicazioni e altezze di protezione pensate per adattarsi perfettamente alle caratteristiche dell’area protetta. Fra le caratteristiche della serie F3SG-SR/ PG spiccano, gli indicatori intuitivi che facilitano la regolazione dei fasci per l’allineamento a lunga distanza e aiutano a determinare i tempi di sostituzione ottimali e i possibili errori. Il design ottico ad alta potenza consente una capacità di rilevamento affidabile (fino a 20 m, per la barriera fotoelettrica di sicurezza F3SG-SR; e fino a 70 m, per il fascio multiplo di sicurezza F3SG-PG) anche in ambienti difficili e il reindirizzamento di fasci multipli tramite specchi per applicazioni di protezione perimetrale. La capacità di
rilevamento a lunga distanza fornisce protezione all’apertura della macchina e intorno ai perimetri dell’apparecchiatura, mentre l’ABI (Area Beam Indicator) consente di controllare immediatamente lo stato ON o OFF della barriera fotoelettrica e la bassa intensità della luce. Le barriere della serie F3SG-SR /PG sono dotate di tecnologia IO-link e predisposte all’IoT per una raccolta costante dei dati operativi e per un’analisi delle cause volta a una manutenzione predittiva puntuale ed efficace che eviti interruzioni non pianificate e riduca potenziali tempi di inattività. La diagnosi degli errori è resa ancora più semplice grazie ai chiari indicatori di colore. Sul fronte affidabilità e durevolezza, la serie F3SG-SR/PG si distingue per le performance in ambienti difficili e/o in condizioni di temperatura estrema, grazie alla struttura a tenuta stagna con resistenza all’olio e garantita per il lavaggio ad alta pressione (IP69K). Infine, la sostituzione delle barriere fotoelettriche e il riavvio della macchina possono essere effettuati con estrema facilità praticamente da chiunque: per copiare automaticamente le impostazioni di backup di una barriera fotoelettrica sostituita in una nuova è possibile, infatti, installare un dispositivo di interfaccia intelligente.
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SICK
LIDAR, LA SOLUZIONE DI SICK A STATO SOLIDO PER PICCOLE NAVETTE scanGrid2 di SICK è il primo scanner multiraggio di sicurezza in tutto il mondo. Il sensore compatto sfrutta la nuova tecnologia LiDAR a stato solido, sviluppata all’interno dell’azienda, per aumentare la produttività, in particolare, dei piccoli AGV, ovvero dei cosiddetti Automated Guided Carts (AGC). Certificato come sensore di sicurezza di tipo 2 / SIL 1 in conformità alla normativa IEC 61496-3, scanGrid2 protegge zone di pericolo fino al PL c e può essere utilizzato per la funzione di anticollisione. App e funzione di clonazione della configurazione consentono un utilizzo elevato e una messa in servizio rapida di questi sensori. La nuova tecnologia di sicurezza LiDAR a stato solido viene sfruttata da SICK per la prima volta per la realizzazione del suo primo scanner multiraggio di sicurezza scanGrid2. “Desideriamo offrire ai produttori di piccoli AGV guidati una soluzione di sicurezza economica, con cui poter aumentare la produttività delle proprie applicazioni. Concretamente, questo significa poter aumentare la velocità, il carico dei veicoli o eliminare le barriere meccaniche, come ad esempio le recinzioni”, spiega Marco Faller, Strategic Product Manager di SICK AG. Per veicoli piccoli molto semplici ed estremamente economici, i laser scanner di sicurezza convenzionali spesso non rappresentano la
Lo scanner di sicurezza multiraggio scanGrid2 sfrutta la tecnologia LiDAR a stato solido, per aumentare la produttività dei piccoli AGV.
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soluzione più adatta. Ecco perché finora l’utente è stato costretto a dover limitare la velocità o il carico dei carrelli per trasporto senza conducente o a doverli far circolare in zone recintate per minimizzare il pericolo provocato dai veicoli stessi. scanGrid2 consente di aumentare la produttività dei suoi piccoli AGV guidati, le prime installazioni mostrano, infatti, aumenti di produttività compresi tra il 50 e il 70%. Dotato di un semplice design, scanGrid2 offre all’utente le funzioni necessarie per un funzionamento in sicurezza: nell’area liberamente configurabile del campo protetto, il sensore rileva in sicurezza grandezze di oggetti diverse, può inoltre analizzare diversi campi ed eseguire casi di monitoraggio configurati. Oltre all’area di lavoro in sicurezza, è possibile utilizzare un’area del campo di allarme fino a quattro metri per azioni non sicure. La tecnologia LiDAR a stato solido si basa sul principio della misurazione del tempo di propagazione della luce e non presenta componenti mobili. Si utilizzano, invece, elementi semiconduttori in abbinamento a moduli ottici per creare, attraverso una disposizione geometrica, un campo protetto di150 gradi. In qualità di dispositivo di Tipo 2, con classificazione PL c, scanGrid2 può essere utilizzato
entro l’area del campo protetto per numerose applicazioni di sicurezza. App e funzione di clonazione consentono una gestione ottimizzata e una rapida messa in servizio Per l’utilizzo di sensori di sicurezza, ciò che conta per i nostri clienti sono: configurazione semplice, messa in servizio rapida e diagnostica delle principali variabili. Garantendo anche un’assistenza rapida, si consente di risparmiare sia del tempo prezioso sia sui costi”, spiega Faller. SICK ha pertanto rivisto i concetti di configurazione e di diagnostica. Oltre a infrastrutture e strumenti già collaudati, come il software Safety Designer, gli ingegneri di SICK hanno implementato un’interfaccia supplementare: la Near Field Communication (NFC). Insieme all’App Safety Assistant, la diagnostica del sensore può avvenire in modo rapido e semplice, ad esempio tramite uno smartphone. Gli innumerevoli vantaggi si evidenziano chiaramente anche durante la messa in servizio o in caso di assistenza: infatti, grazie a una funzione di clonazione nell’app, è possibile trasferire con facilità via wireless la configurazione da un sensore a un altro.
KABELSCHLEPP
PROTEZIONE PERMANENTE PER I CAVI CON LA GUAINA PORTACAVI UAT1555 Il design ottimizzato dei coperchi della UAT1555 offre eccellente protezione da sporcizia e trucioli che potrebbero altrimenti entrare nella catena portacavi. Questo modello di guaina portacavi è anche caratterizzato da un design di alta qualità e ammortizzatori integrati per lo scorrimento silenzioso. La serie UNIFLEX Advanced offre una guaina portacavi solida e affidabile con larghezze fisse. I portacavi KABELSCHLEPP di questa gamma versatile sono silenziosi e dal peso proprio ridotto, tuttavia robusti. Queste caratteristiche trovano applicazione anche nella UAT1555: questa guaina portacavi è stata sviluppata per applicazioni in ambienti difficili con presenza di trucioli, sporco e polvere e previene in modo efficace la penetrazione di questi elementi nello spazio interno della catena, sede dei conduttori. Il sistema speciale di coperchi assicura protezione eccellente per i cavi e i tubi installati. Inoltre, la guaina portacavi è estremamente robusta grazie alla geometria ottimizzata delle maglie di catena e offre una lunghezza autoportante considerevole. La UAT1555 è adatta per applicazioni autoportanti e scorrevoli. Il sistema di ammortizzatori integrati consente uno scorrimento molto silenzioso, ideale per l’impiego nella produzione di macchine utensili, ad esempio. Queste guaine portacavi si contraddistinguono non solo per le caratteristiche tecniche, ma anche per il loro design speciale, focalizzato sia sulla forma che sulla funzionalità. Il bordo virtuosamente liscio delle maglie, che compongono la banda, è praticamente privo di accessi, che potrebbero consentire la penetrazione di elementi esterni
La forma costruttiva della guaina portacavi UAT1555 di KABELSCHLEPP assicura eccellente protezione per i cavi e i tubi installati
all’interno della guaina. I modelli UAT1555 sono apribili verso l’esterno per un rapido inserimento dei cavi. I raccordi universali vengono facilmente connessi alle estremità della guaina con fissaggio superiore, inferiore o frontale. Il coperchio è di rapida apertura mediante un semplice cacciavite. I conduttori vengono facilmente fissati con guide a C e fermacavi LineFix in opzione. Guida a C e fermacavi vengono integrati ai raccordi universali senza fissaggio con viti. Il precursore della digitalizzazione: Catene portacavi di KABELSCHLEPP La digitalizzazione cambia il modo con cui noi viviamo e lavoriamo, pensiamo alla lavagna digitale sino all’ambiente produttivo collegato in rete. Anche i sistemi più intelligenti necessitano comunque sempre di un conduttore per l’alimentazione di corrente e lo scambio di dati e di segnali. Qui entrano in gioco le catene portacavi di KABELSCHLEPP: le catene portacavi proteggono e conducono i cavi. Poiché le esigenze del cliente sono sempre in primo piano, anche gli strumenti digitali sono a vantaggio del cliente: OnlineEngineer oppure Quickfinder, sono i digital tools che facilitano in modo intuitivo l’orientamento nel nostro vasto portfolio produttivo.
TECNO PIÙ
TP-REX, SISTEMI DI PROTEZIONI PERIMETRALI PER LA SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO È dal 1994 che Tecno Più mette a disposizione la propria ricerca ed esperienza al servizio della sicurezza sul posto di lavoro, soprattutto nel campo delle protezioni bordo-macchina, nelle quali è sicuramente leader in Europa e nel mondo. Clienti di ogni tipo, dalla multinazionale al piccolo artigiano, si affidano alla qualità che la nostra società applica a tutti i suoi prodotti e che viene riconosciuta universalmente. L’evoluzione di Tecno Più, nell’offerta di sistemi di protezione e sicurezza, ha portato la nostra azienda ad implementare il proprio sistema di protezioni perimetrali TP-REX. Anticipare le normative, applicare un sistema di qualità a tutto il processo e la capacità di mettersi sempre in discussione nell’ottica di un continuo rinnovamento, dal settore commerciale all’assistenza post-vendita, sono gli ingredienti principali della ricetta che ha reso il marchio Tecno Più leader nel settore. Il nostro sistema R04 LITHE è una protezione perimetrale a montaggio rapido costituito da pannelli costruiti in rete metallica 100x22x3mm e profili in alluminio verniciato, a disegno esclusivo TP-REX, e da montanti tubolari in acciaio verniciato, di sezione 50x50mm dotati di esclusivi piedini regolabili in altezza per piccoli aggiustamenti. L’esclusivo sistema di montaggio TP-REX, in caso di necessità, consente l’agevole rimozione del pannello semplicemente allentando il sistema di serraggio, agendo su un semplice dado e lasciando i montanti nella loro posizione. Il sistema è assolutamente versatile, in quanto permette la costruzione anche di pannelli di misure non standard e contiene i costi poiché completamente privo di qualsivoglia saldatura e permette, in caso di necessità, di poter eseguire modifiche in opera in tempi estremamente ridotti. M &A | GIUGNO/LUGLIO 2021
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IGUS
ARRESTO DI SICUREZZA PER CORSE LUNGHE: IL NUOVO SISTEMA EC.PR CONTROLLA LA CATENA PORTACAVI Un cacciavite dimenticato all’interno di una catena portacavi, un canale di guida piegato, la presenza di ghiaccio, di neve o di altro materiale sfuso lungo la corsa possono causare rapidamente un fermo totale della gru, implicando costi elevati di intervento e di manutenzione. Per questo motivo, igus ha pensato di sviluppare un sistema innovativo per il controllo della forza di trazione/spinta. L’EC.PR rileva i valori di forza del punto mobile nella posizione esatta e adatta i limiti di forza ammissibili. In questo modo è possibile evitare ingenti costi di riparazione e danni problematici all’impianto. Per gli operatori di settore, un guasto all’impianto è lo scenario peggiore. Perché spesso comporta oltre ai costi elevati per la riparazione e la manutenzione - anche e soprattutto un fermo totale dell’impianto e relativa mancata produzione. È proprio per i sistemi per catene portacavi con corsa lunga (a partire da 150 metri) che igus ha sviluppato il sistema EC.PR, il quale - grazie ai sensori - calcola la forza di trazione/spinta della catena portacavi
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e, in caso di superamento di una soglia predefinita, arresta automaticamente l’impianto. Grazie a questo sistema, si possono evitare lunghi fermi imprevisti dell’impianto. Se, per esempio, un corpo estraneo finisce nella catena portacavi o il canale di guida si piega, la forza di trazione/spinta nella precisa posizione aumenta. Il sistema riconosce la variazione del valore e spegne l’impianto evitando gravi danni. Con il nuovo sistema EC.PR la forza di arresto del carrello viene adeguata automaticamente alla posizione. Il sistema riceve le informazioni di posizione da moduli aggiuntivi del PLC Siemens, server OPC-UA o sistemi di misurazione della posizione analogici o digitali. Il sistema EC.PR si può integrare facilmente in sistemi di controllo e armadi elettrici già esistenti. Testato in condizioni reali su un impianto di prova, in esterno. Il sistema EC.PR è composto da due sensori che comunicano tra loro. Un sensore misura la forza di trazione/
spinta della catena portacavi, mentre, ad esempio, un sistema di misurazione digitale della corsa calcola l’esatta posizione del carrello o del punto mobile della catena portacavi. I trasmettitori - i cosiddetti “beacon” - vengono fissati a una distanza di 500 millimetri sulla parte esterna del canale di guida. Ad ogni posizione, e quindi ad ogni beacon, viene associato una determinata forza di trazione/spinta. Se la forza di trazione/ spinta massima assegnata ad una determinata posizione viene superata, l’impianto si spegne automaticamente tramite l’EC.PR. L’utente può così rimuovere il corpo estraneo dalla catena portacavi o l’anomalia riscontrata sul sistema, resettare lo stesso e successivamente rimettere in funzione l’impianto. Il nuovo sistema è già stato testato con successo sul banco di prova esterno, lungo 200 metri, c/o il laboratorio di igus a Colonia. L’EC. PR è stato lanciato tra le novità per la manutenzione predittiva, sullo stand virtuale dell’azienda, IN.STAND lo scorso ottobre.
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