numero 4 | SETTEMBRE 2022 | VOLUME 72
LATTEPIÙ 2022: grande successo per il convegno digitale
www.alimentinews.it
Formaggi di capra: aspetti produttivi e problematiche
Trattamenti termici del latte e procedure di verifica
Biologico: novità e aggiornamenti normativi
ISSN 0390-6361
Da 150 anni l Ancora di salvezza di ogni casaro
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& IN QUESTO NUMERO N. 4 SETTEMBRE 2022
DIRETTORE RESPONSABILE Giorgio Albonetti DIRETTORE EDITORIALE TECNICO-INDUSTRIALE Vincenzo Bozzetti COMITATO EDITORIALE TECNICO-INDUSTRIALE Paolo Cernuschi - Clerici-Sacco Giovanna Contarini - CREA Lodi Maria Chiara Ferrarese - CSQA Ivana Gandolfi - Parmalat Massimo Malacarne - Università di Parma Chiara Marinuzzi - Studio Legale Forte Luciano Negri - Fattorie Cremona Erasmo Neviani - Università di Parma Luisa Pellegrino - Università di Milano Vittorio Emanuele Pisani - Consorzio Tutela Provolone Valpadana Valentina Pizzamiglio - Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano COORDINAMENTO EDITORIALE Chiara Scelsi c.scelsi@lswr.it - cel. 3490099322 REDAZIONE Diletta Gaggia d.gaggia@lswr.it - cel. 3450586187
Lente di ingrandimento Ancora due riflessioni sulle colture naturali. Lo meritano! E. Neviani
Scienza
4
Primo Piano
Intervista LattePiù: buona la prima!! D. Gaggia
6
Focus
Diritto e rovescio Formaggi di capra a crosta fiorita: aspetti produttivi e problematiche microbiologiche 16 M. Halker
Ricerca scientifica internazionale 22
ABBONAMENTI abbonamenti.quine@lswr.it - Tel. 02 864105 Tel. 02 88184.117 www.quine.it Costo copia singola: 1,30 euro Abbonamento annuale: 30 euro PUBBLICITÀ
Tecnica
Shelf life Trattamenti termici del latte: la rassegna dell’IDF 28 M. Halker
dircom.quine@lswr.it
Tecnologia applicata
TRAFFICO
Raschera DOP, dagli alpeggi alla pianura casearia 32
Ornella Foletti ornella.foletti@quine.it - cel. 3427968897 PRODUZIONE Antonio Iovene a.iovene@lswr.it - cel. 3491811231 STAMPA Aziende Grafiche Printing Srl Peschiera Borromeo (MI)
Quine Srl - www.quine.it Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia Autorizzazione del Tribunale di Parma n. 377 del 31.03.1965 Iscrizione al ROC n. 12191 del 29.10.2005
Testata Associata
Scientific papers/Original article Provolone Valpadana DOP: variazioni nella produzione ed effetti sulle caratteristiche chimico-nutrizionali 44 Provolone Valpadana DOP: changes in cheesemaking and effect on chemicalnutritional features M. Ritota, MG. Di Costanzo, P. Manzi
An overview of the microbiological characteristics of the wooden shelves used in cheese ripening 51 Una panoramica delle caratteristiche microbiologiche delle assi in legno impiegate per la maturazione dei formaggi R. Gaglio, M. Todaro, L. Settanni
Studio dell’attività di Lacticaseibacillus casei come agente antigonfiore in formaggi a latte crudo 57 Activity of Lacticaseibacillus casei to prevent late blowing in raw milk cheeses G. Di Filippo, M. Marino, M. Brasca, M. Maifreni, N. Innocente
Dalle Aziende
67
G. Tallone
Macchine&Impianti 72
Normativa
News 75
Pillole legislative Il Biologico in evoluzione: novità e aggiornamenti 38 C. Marinuzzi
La Grattugia Inganno al consumatore ignaro? 80 V. Bozzetti
Ai sensi dell’art. 13 Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali 679/2016 di seguito GDPR, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dagli art. 5-6-7 del GDPR. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Quine Srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Quine Srl, Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui agli articoli 15-21 del GDPR.
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LENTE D’INGRANDIMENTO
Ancora due riflessioni sulle colture naturali. Lo meritano!
ERASMO NEVIANI Presidente Comitato Italiano FIL-IDF
4
In questa rubrica, concludevo un recente intervento dedicato al siero innesto naturale (si veda Scienza e Tecnica lattiero-casearia 1/2022) sottolineando come “il sieroinnesto naturale sia una coltura microbica complessa di alto valore pratico [...]. La sua versatilità e complessità biologica probabilmente non sono ancora state completamente comprese e valorizzate. Proprio per questo motivo, [...] i sieroinnesto naturali sono ancora meritevoli di studi approfonditi”. La presenza di un’ampia biodiversità in queste colture naturali è sempre stata considerata il loro punto di forza, motivo della loro resilienza ai cambiamenti dell’ecosistema latte in caldaia e alla variabilità dei parametri tecnologici, intrinseca a processi ancora in buona parte artigianali. Ma qual è il valore reale di una tale riconosciuta biodiversità? Nel tempo differenti lavori scientifici hanno rilevato la presenza di biotipi caratteristici per le differenti produzioni di formaggi a pasta cotta e lunga stagionatura. Solitamente la conclusione poneva in evidenza come il siero innesto, grazie alla presenza di biodiversità diffusa, fosse in grado di adattarsi alle tecnologie caratteristiche delle singole unità produttive. Una biodiversità quindi indotta e favorita dalla selezione di processo. In qualche maniera, un ecosistema capace di adattarsi sia alla variabilità quotidiana intrinseca a una tecnologia artigianale. Rimaneva comunque il dubbio, almeno a me, che una così diffusa biodiversità non fosse poi sempre, tutta, determinante nell’esito tecnologico della trasformazione. Come se nell’ambito di una grande popolazione di individui microbici differenti esistessero alcuni biotipi realmente “decisivi per la caseificazione”, rispetto ad altri presenti ma meno importanti o semplici spettatori delle modificazioni fermentative del sieroinnesto prima e della cagliata poi. Bene ecco un nuovo contributo scientifico che sembrerebbe sostenere la presenza in innesti naturali di alcuni biotipi trainati e indispensabili “lavoratori”, rispetto alla complessità variegata della popolazione nel suo complesso. In un recente lavoro dedicato alle colture naturali utilizzate per la produzione di formaggi Svizzeri a pasta dura (The ISME Journal, 2022-16:388-399) gli autori concludono che in queste colture sono presenti alcuni biotipi stabili e resilienti, nel tempo e per i differenti caseifici, che trainano la fermentazione. Dall’interazione di questi pochi/scelti biotipi discenderebbe gran parte, se non tutta, la funzionalità tecnologica nel suo complesso della coltura naturale presa in considerazione. Il resto della biodiversità presente parrebbe di minore importanza. Proprio perché in parte in controtendenza con molti dei lavori precedenti la ricerca merita a mio avviso particolare considerazione. Perché dare tanta importanza a questi risultati? In primo luogo dal punto di vista biologico sarebbero un ottimo contributo alla comprensione del ruolo dei differenti individui presenti negli ecosistemi complessi. Dal punto di vista più strettamente caseario, permetterebbero di comprendere meglio la funzionalità tecnologica di queste preziose colture naturali per caseificazione. Inoltre, la presenza e il riconoscimento di biotipi di maggiore rilievo tecnologico potrebbe favorire in futuro la selezione di colture ad hoc sostitutive e/o di rinforzo a quelle naturali. Non sarebbe dunque necessario selezionare e riprodurre tutta la biodiversità presente in una coltura naturale per prepararne una selezionata dalle buone performance tecnologiche. Risultati da ritenere conclusivi, dunque? Non direi. In primo luogo occorre riconoscere quali siano i biotipi trainanti e decisivi nelle differenti colture naturali. Quindi valutare il ruolo pratico delle loro interazioni, e magari anche delle loro interazioni con i biotipi di minor rilievo, nel definire la funzionalità della coltura naturale nel suo complesso. E, infine valutare se e come i biotipi “meno importanti” non siano in grado di trasferire alla cagliata e al formaggio aspetti qualitativi di dettaglio, meno decisivi dal punto di vista della fermentazione ma forse, comunque, importanti per alcune peculiarità organolettiche. Quindi ancora tanto lavoro, di qualità, da fare da parte dei microbiologi lattiero-caseari. E, come concludevo nel precedente intervento, “proprio per questo motivo, nonostante la loro non più giovane età, i sieroinnesto naturali sono ancora meritevoli di studi approfonditi”!
Settembre/2022
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PRIMO PIANO
LATTEPIÙ 2022
LattePiù: buona la prima! L’interessata e numerosa partecipazione all’evento digitale conferma la volontà del comparto di ripartire e di innovare Diletta Gaggia
I
l palinsesto del convegno digitale LattePiù
co. Gli iscritti e i partecipanti all’evento han-
è nato in piena pandemia, nel segno della
no dato ragione a tutti coloro che hanno cre-
LA TRANSIZIONE ECONOMICA
transizione, ma anche della resilienza,
duto nella realizzabilità dell’evento. Tutti gli
perché la filiera latte italiana ne esce rinfor-
interventi del convegno, previa registrazione
Filiera latte: mercati, minacce e opportunità
zata e maggiormente consapevole del pro-
gratuita, sono liberamente disponibili sul sito
La prima giornata si è aperta con la tavola
prio ruolo nutrizionale, sociale ed economi-
www.lattepiu.it.
rotonda “Filiera latte: mercati, minacce e
“NON ESISTE UNA DIETA SOSTENIBILE SENZA I PRODOTTI LATTIERO-CASEARI” PIERCRISTIANO BRAZZALE
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LATTEPIÙ 2022
PRIMO PIANO
opportunità”, che ha visto la partecipazio-
barriere culturali e alla complessità nutri-
gente attualità del tema e lo porta a livello
ne di Christophe Lafougere, Consultant
zionale del latte. Gaetano Forte, Avvocato
istituzionale.
Girafood Group, il quale, in aggiunta ai
dello Studio Gaetano Forte, sottolinea l’im-
trend di mercato, porta in primo piano la
portanza dell’attuale situazione legislativa
minaccia degli investimenti di 5 miliardi di
e giurisprudenziale sul concetto di denomi-
Latte e latticini per una nutrizione sostenibile
USD per creare alternative al latte: di origi-
nazione (si veda la sentenza C-422/16 del-
Nella seconda sessione dedicata al “Latte e
ne vegetale, da fermentazione o da ripro-
la Corte di Giustizia Europea: “La denomi-
latticini per una nutrizione sostenibile”, Ma-
duzione cellulare. Mirko Betti, professore
nazione latte può essere attribuita solo a un
riangela Rondanelli, professore Associato in
Food Science&Technology University of Al-
prodotto di origine animale”). Antonio Au-
Scienze e Tecniche Dietetiche all’Università di
berta, descrive queste nuove tecnologie:
ricchio, Presidente AFIDOP e vicepresi-
Pavia; Guendalina Graffigna, professore Psi-
fermentazione, ingegneria cellulare ed
dente Assolatte, confida molto nella storia
cologia dei consumi all’Università Cattolica
estrazione da vegetali, ricordando che i no-
e nella cultura racchiusa in ogni pezzo di
del Sacro Cuore di Piacenza; Ivana Gandolfi,
vel food rivendicano l’84% in meno di
formaggio che fa la differenza all’acquisto.
Responsabile della Ricerca Scientifica presso
emissioni di carbonio, il 98% acqua e il
Giovanni Guarneri, Coordinatore Settore
il Centro Ricerche Parmalat-Lactalis; Sartori
91% in meno di terreno. Accenna anche al-
lattiero-caseario presso l’Alleanza delle
Paola che si occupa di strategia digitali per
le potenziali perdite di posti di lavoro, alle
Cooperative Italiane, concorda sulla strin-
AIFB - Associazione Italiana Food Blogger, hanno evidenziato gli effetti benefici di un’alimentazione contenente anche il latte e i prodotti da esso derivati, ma la parte difficile è comunicare correttamente ai consumatori queste cose positive.
Cosa pensano i Leader? Partecipata la sessione dedicata ai pensieri dei Leader mondiali introdotti da Piercristiano Brazzale, Presidente FIL-IDF - Federazione Internazionale del latte. Jay Waldwogel, S. V. President, Dairy Farmers of America, Kansas City, US: “I consumatori americano hanno perso la connessione con il cibo”. Jeffrey Minfang Lu, CEO Mengniu Dairy Group, Hohhot, Cina: “La pandemia Covid-19 ha aumentato il consumo di latte e dei prodotti caseari, i consumatori pensano che le proteine di alta qualità possano aiutare a prevenire il contagio”. Hein Schumacher, CEO Royal Friesland Campina, Amersfoort, Olanda: “Ammiro molto che in Italia stiate cercando di dare un valore sempre più alto al settore, tutelando gli agricoltori locali. Qualche critica affinché diventiate maggiormente sostenibili”. Judith Bryans, Chief Executive, DairyUK, London, UK: “I consumatori non capiscono i nostri sforzi”. RS Sodhi, Managing Director, AMUL, Anand, India: “115 miliardi di dollari è
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il valore della raccolta di latte in India, il 40%
Consorzio Latterie Virgilio, chiede “Burro ita-
cità e distintività da prevedere nei disciplinari
viene consumato in casa o nel villaggio”. Do-
liano DOP, perché no?”; Libero Stradiotti,
di produzione”. Chiara Marinuzzi, Avvocata
nald Moore, Executive Director, Global Dairy
Presidente Consorzio Tutela Provolone Val-
dello Studio Gaetano Forte: “L’Italia ha una
Platform, Rosemont, USA: “Obiettivo: Zero
padana, accetta la sfida, proponendo un ta-
norma del 2014 che sancisce l’evocazione
emissioni in 30 anni”.
volo di confronto e uno studio di fattibilità.
della denominazione protetta, inoltre la Corte di Giustizia Europea con la sentenza ‘Morbier’
La valorizzazione del burro italiano
vieta la riproduzione della forma e l’aspetto di
LA TRANSIZIONE DIGITALE
I lavori della prima giornata si sono chiusi con
un prodotto protetto”. Antonio Iaderosa, Dirigente ICQRF MIPAAF: “Oggi le irregolarità
Formaggi similari, problema legale o commerciale?
analitiche hanno una percentuale più bassa,
italiano”, con i contributi di Luigi Antonio Ferraro, esperto di mercato Gruppo Cerved,
La tavola rotonda “Formaggi similari, proble-
del prodotto. Purtroppo in Italia abbiamo una
che ha evidenziato i valori e i volumi del mer-
ma legale o commerciale?” apre i lavori della
legislazione che da oltre 100 anni definisce
cato italiano; Giuseppe De Paoli, Presidente
seconda giornata con i contributi di Leo Ber-
che cosa sono i prodotti lattiero-caseari”. Ro-
De Paoli Luigi&Figli, è un esempio della valo-
tozzi, agronomo ed esperto nella materia del-
berto Brazzale, Presidente Gruppo Brazzale:
rizzazione del burro di montagna; Gianluca
le Indicazioni Geografiche: “I formaggi simila-
“I prodotti aventi il genus dei prodotti DOP so-
Boschetti, Responsabile Marketing Latteria
ri sono una realtà di mercato derivante dalla li-
no leciti. L’etichettatura non inganna il consu-
Soresina, mostra i dati del mercato retail;
bertà di impresa e dal contesto di concorren-
matore che deve essere lasciato libero di sce-
Maurizio Rasini, Responsabile Cremeria,
za di impresa. La sintesi si trova nella specifi-
gliere. La concorrenza è un valore per la co-
la tavola rotonda “La valorizzazione del burro
rispetto alle problematiche di presentazione
“OBIETTIVO: ZERO EMISSIONI IN 30 ANNI” DONALD MOORE
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munità e per i produttori”. Cesare Baldrighi,
CSQA Certificazioni, precisano la volontarie-
tore Dipartimento Scienze e Tecnologie Ali-
Presidente OriGIn Italia: “Il termine grana non
tà della blockchain, vista anche come evolu-
mentari, Università Cattolica del Sacro Cuo-
è un termine generico e la legge lo riserva al
zione tecnologica del sistema di rintracciabi-
re di Piacenza; professoressa Luisa Maria
Grana Padano DOP. Le denominazioni geo-
lità in un contesto di certificazione con regole
Pellegrino, professore Scienze e Tecnologie
grafiche non creano monopoli, infatti i prodot-
ben precise. Jessica D. Riggi, Responsabile
Alimentari, Università degli Studi di Milano
ti similari hanno diritto di essere presentati al
Marketing e Project Manager Blockchain
Statale; professor Giorgio Giraffa, docente
consumatore, ma è inaccettabile che i for-
Spinosa: “La Blockchain rende la catena di
Microbiologia Lattiero Casearia, Università
maggi similari vogliano imitare le DOP”.
approvvigionamento più trasparente, perché
degli Studi di Parma; ha esaminato l’evolu-
i dati sono immutabili. Grazie alla filiera
zione della scienza e della tecnica lattiero-
Blockchain, big data & NFT per latte e derivati
Blockchain Spinosa, la nostra mozzarella di
casearia nell’era digitale. Erasmo Neviani,
Bufala ha un riconoscimento del Made in Italy
portando i saluti del Comitato Italiano della
La seconda sessione del secondo giorno era
a livello globale e della sicurezza e garanzia
FIL-IDF, ha ricordato che le aree di intervento
dedicata alla Blockchain, big data & NFT per
del prodotto; riscontrato un limite alla con-
dell’associazione vanno dalla tecnologia agli
latte e derivati, con gli esperti Andrea Giomo,
traffazione e dialoga con macchine 4.0”.
aspetti igienico-sanitari, passando da benessere animale, nutrizione e sostenibilità.
Consulente; Marco Omodei Salè, Innovation
Scienza e tecnica lattiero-casearia nell’era digitale
Lorenzo Morelli analizza l’impatto che ha la
è un registro distribuito e immutabile di transazione, serve soddisfare la sete di informa-
La terza sessione con i docenti: professor
casearia, iniziando dalla possibilità di avere
zioni del consumatore”. Marco Omodei Salè
Erasmo Neviani, Presidente comitato italia-
accesso ai dati più facilmente, perché “stia-
e Luca Valdetara, responsabile DOP e IGP in
no FIL-IDF; professor Lorenzo Morelli, Diret-
mo assistendo alla formazione di grandi da-
Manager CSQA Certificazioni: “La blockchain
digitalizzazione sulla microbiologia lattiero-
“NUMEROSE RICERCHE HANNO INDICATO I BENEFICI SULLA SALUTE DATI DAL CONSUMO DI LATTE E DERIVATI” ERASMO NEVIANI
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tabase ad accesso libero che aumentano le
strategico per avere accesso a nuovi merca-
tradizione”. Carla Bertazzoli, Direttrice
potenzialità di ricerca”. Ma la tecnologia “ci
ti, per poter ampliare i target di consumatori
Scuola Casearia di Pandino, pensa che lo
permette di lavorare sul mettere insieme di-
e ridurre lo spreco. Le tecnologie di filtrazio-
Stato non offra una specializzazione nel
verse tecniche omiche sullo stesso sogget-
ne a membrana sono tecnologie in uso da
settore lattiero- caseario, ma “continuiamo
to, in questo caso il latte, per aumentarne la
tanti anni che hanno consentito, per esem-
a offrire questa formazione indipendente-
tracciabilità. Per esempio, da un punto di vi-
pio, di allungare la shelf life, di ottenere dei
mente dal titolo che non esiste perché è
sta metabolomico il fatto che le bovine siano
prodotti lactose-free che non siano dolcia-
quello che il territorio cerca”. Secondo Gui-
state alimentate a fieno o erba fresca porta a
stri, e di valorizzare i costituenti del siero.”
do Tallone, Tecnologo AGENFORM di Mo-
separare nettamente il tipo di latte e a identi-
Per Giorgio Giraffa: “Le industrie cercano
retta: “Si riscontrano difficoltà a comunica-
ficare come sono state nutrite le vacche. Ma
competenze nelle tecnologie casearie nazio-
re alle scuole superiori la nostra esistenza e
più interessante è la tracciabilità funzionale,
nali, questo non perché l’industria non ce le
le possibilità lavorative che offre il settore
cioè sulla base di questi dati riusciamo noi ri-
abbia, ma perché l’aggregazione in grossi
lattiero-caseario”.
cercatori a dare dei consigli, dei suggeri-
gruppi controllati da multinazionali straniere
Tecnologo Fondazione Edmund Mach di
menti alle aziende trasformatrici piuttosto
ha fatto sì che una certa tradizione casearia
San Michela all’Adige: “L’istituto agrario na-
che agli allevatori per cambiare il loro pro-
nazionale fosse dispersa. Quindi c’è neces-
sce quasi 150 anni fa, con annessa stazio-
cesso produttivo o per adeguarlo? E riuscia-
sità di individuare nuovamente queste
ne sperimentale, perché si è capito solo che
mo a darlo in breve per essere utile? Non ci
competenze”.
la scuola non è solo trasmettere conoscen-
Gaiarin,
ze”. Valentina Antonucci, Direzione ITS
siamo ancora, ma stiamo lavorando ed è
Agrorisorse di Lodi: “ Cerchiamo di provve-
sa Maria Pellegrino c’è un grosso interesse
La formazione lattiero casearia tra digitale e tradizione
verso l’allungamento della conservabilità dei
Molto partecipata la quarta sessione della
competenze ricevute durante la formazione
prodotti e lo dimostra l’allungamento della
seconda giornata che parlava del tema “La
superiore e di soddisfare le esigenze delle
stagionatura di molti formaggi. “Questo è
formazione lattiero-casearia tra digitale e
aziende del territorio”.
estremamente promettente”. Secondo Lui-
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Giampaolo
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dere al bisogno degli studenti di integrare le
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LA TRANSIZIONE ECOLOGICA Allevamento da latte, ecologia e benessere animale La terza giornata apre con la tavola rotonda “Allevamento da latte, ecologia e benessere animale”. Inizia Luigi Bertocchi, Dirigente Veterinario IZLER: “Il benessere animale diventa ogni anno sempre più importante La buona notizia è che aumentano anche i sondaggi ed evidenziano che il 90% dei consumatori vogliono il benessere animale e il 60% è disponibile a pagarlo di più”; a cui Alessandro Gastaldo, ricercatore senior CRPA, chiede: “Quali parametri misurano veramente il benessere animale negli allevamenti bovini da latte? Le misurazioni indirette delle strutture e attrezzature. O le misurazione dirette sulle
liera latte. “Il settore agricolo consuma
carelli, Professore Emerito Zootecnia
lattifere?”. Stefano Pezzini, Presidente
energia fossile, quindi è chiamato a ridurre
Speciale, Università degli Studi di Napoli
Latteria Agricola San Pietro di Goito: “An-
i consumi anche se pesa solo il 2-3% di
Federico II.
che il Grana Padano si può produrre con i
quelli nazionali”, esordisce Nicola Colon-
“Perché fare digestione anaerobica? Per-
prati stabili della zona dove gli ingredienti
na, Ricercatore Divisione BIOAG-ENEA. “Il
ché la gestione degli effluenti zootecnici è
sono solo latte, sale e caglio”. Elisabetta
confronto dei dati 1950-2011 sulla produ-
una delle principali fonti di emissioni di
Quaini, Imprenditrice Barbiselle srl ricorda
zione di latte e di gas serra (metano) ci di-
metano e di ammoniaca e, in parte minore,
che “Dobbiamo tenere presente le esigen-
ce che la produzione è aumentata
di protossido di azoto”, argomenta Sergio
ze dei consumatori, ma non dobbiamo di-
dell’89%, mentre le emissioni sono state
Piccinini, Ricercatore Senior CRPA.
menticare quelle degli allevatori”. Chiude
ridotte del 50%. Nel 1950 si generavano
Giovanni De Luca, Giornalista e co-fon-
emissioni per circa 2 kg di CO2 equivalen-
datore Allevatori TOP, secondo il quale “La
te, oggi 0,5 kg”, commenta Giuseppe Pu-
I processi di trasformazione lattiero-casearia e l’ecologia
gestione e il controllo della mandria da lat-
lina, Professore Zootecnia Speciale, Uni-
La terza sessione “I processi di trasfor-
te si basa sulle sue esigenze, per la miglio-
versità degli Studi di Sassari. “La CO2eq
mazione lattiero-casearia e l’ecologia”
re riproduzione e maggiore efficienza”.
emessa dagli allevamenti viene riassorbita
vede la partecipazione di Piercristiano
dai foraggi con un vantaggio del 10% che
Brazzale, Presidente internazionale FIL-
La transizione ecologica-energetica nell’intera filiera latte
sale al 26-30% nel caso degli ovicaprini,
IDF, secondo il quale “tutte le previsioni
perché i foraggi utilizzati da questi non ne
sono per un incremento della popolazio-
La seconda sessione è dedicata alla tran-
producono, dal momento che non sempre
ne mondiale, quindi sarà necessaria una
sizione ecologica-energetica nell’intera fi-
necessitano di lavorazioni”, spiga Luigi Zi-
maggiore produzione, riducendo l’impat-
“IL LATTE NON È COMPOSTO SOLO DA PROTEINE, È MOLTO COMPLESSO. E AL MOMENTO LA TECNOLOGIA NON RIESCE A RICREARE QUESTA COMPLESSITÀ” MIRKO BETTI
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sostenibilità ambientale”, argomenta Sara Limbo, Professore Associato Scienze e Tecnologie Alimentari, Università degli Studi di Milano Statale. Per Valerio Miceli, Ricercatore Divisione BIOAG-ENEA, “nel 2020 a livello mondiale la produzione di plastica ha raggiunto i 367 milioni di tonnellate. Conviene cambiare il paradigma per innescare nuovi processi produttivi e propone di implementare la produzione di bioplastiche prodotte da risorse rinnovabili e/o biodegradabili. In chiusura dei lavori Giorgio Albonetti, Presidente di Quine srl, contento della riuscita dell’evento, comunica la data della prossima edizione: 23, 24 e 25 maggio 2023!
stenibile senza i prodotti lattiero-caseari”.
Il packaging lattiero-caseario ecologico e sostenibile
Irene Grigoletto, Responsabile Schema
Il primo convegno LattePiù chiude con la
Innovazione & Sviluppo CSQA: “Il mag-
sessione dedicata all’ecologia e sostenibili-
gior impatto ambientale per tutti i prodot-
tà del packaging lattiero-caseario. “Il gran-
ti agroalimentari avviene a monte, prima
de tema del packaging include il settore ali-
della trasformazione. La metodologia
mentare (40%) e ciò che alimentare non è
LCA è uno strumento a sostegno della
(60%), il packaging del settore alimentare
to ambientale. Non esiste una dieta so-
Giuseppe
protegge l’alimento e garantisce la conser-
Arienti, esperto nella materia dell’impian-
vazione per evitare sprechi di sostanze ali-
tistica
sostenibilità
ambientale”.
che
mentari”, spiega Giuseppe Vignali, Presi-
“nell’ottimizzazione energetica di un im-
dente corso laurea Food Industry Enginee-
pianto ci sono tutta una serie di fattori
ring, Università degli Studi di Parma. “Si
collegati, quando uno viene privilegiato,
cercano materiali che devono avere carat-
si rischia di destabilizzare gli altri. Con-
teristiche di riciclabilità, ma si richiede che
viene implementare il MES (Manufactu-
contengano anche una percentuale di ma-
ring Execution System), ovvero la piatta-
teriale già riciclato. Inoltre al packaging si ri-
forma informatica soprastante alla auto-
chiedono anche dei servizi extra, come pro-
mazione di processo che provvede a ge-
prietà antimicrobiche. Purtroppo lo ‘spreco
stire i dati correlati”.
alimentare’ pesa molto nella valutazioni di
lattiero-casearia,
spiega
RIVEDI LATTEPIÙ 2022 La registrazione di tutti gli incontri è disponibile su www.lattepiu.it
“LA FILIERA LATTIERO-CASEARIA ITALIANA VEICOLA GUSTO, CULTURA E TERRITORIO, AL DI LÀ DEL SUO PROFILO CHIMICO E NUTRIZIONALE” GIOVANNI GUARNERI
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LATTEPIÙ 2022
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Credits: https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/
LattePiù, Domande&Risposte Nella presentazione ha parlato della sua visita nell’area di produzione del Parmigiano Reggiano DOP, durante la quale avrebbe notato qualcosa di “non proprio ben fatto”. Per favore, potrebbe essere più preciso e dettagliato? Hein Schumacher, CEO di Royal Friesland Campina: “Nella mia presentazione ho fatto riferimento alla stalle che ho visto con le vacche legate. Ho visto i recenti aggiornamenti in materia che parlano di stalle con maggiori spazi per le vacche, cuccette di riposo e ampi spazi che permettono alla vacche di muoversi”.
In termini di volumi quanto può incidere l’uso industriale del burro nel mercato totale del burro? Gianluca Boschetti, Resp. Marketing Latteria Soresina: “Ringrazio molto per la domanda che mi permette di precisare: le tecniche di ricerca oggi disponibili permettono di misurare con ottima precisione le vendite retail, mentre per il canale horeca e industria sono necessarie ricerche ad hoc, che hanno un grado di approssimazione più elevato. Ne consegue che una panoramica con le tre segmentazioni, Retail, Ho.Re.Ca e Industria, è approssimabile quando vengono svolte contemporaneamente le tre indagini. A ogni buon conto e con tutte le riserve del caso è possibile stimare in 40.000 tonnellate in burro distribuito dal segmento Retail, si stima che l’Ho.Re.Ca assorba circa la metà dei volumi Retail (20.000 tonnellate) e che l’industria possa utilizzare circa 10-12 tonnellate. Tali volumi tra l’altro hanno subito non indifferenti variazioni nel periodo Covid del 2020 per riassestarsi oggi con valori più vicini a quelli del 2019. Sarebbe opportuno verificarle con nuove indagini adeguate a fine 2022 tramite accreditati istituti di ricerca”.
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PRIMO PIANO
LATTEPIÙ 2022
Quali sono le fasi dei processi lattiero-caseari italiani con maggiore impatto ambientale? Giuseppe Arienti, esperto di impiantistica lattiero-casearia: “Quasi tutte le fasi di produzione evidenziano in genere eccessivi consumi di acqua (3-4 volte il volume di latte in ingresso) che si ripercuotono sui reflui, a loro volta influenzati anche da basse rese di produzione (con perdite di prodotto). Le fasi di pastorizzazione in genere e di raffreddamento dei sieri sono potenziali aree di riduzione dei consumi termici. Le fasi CIP sono aree di possibili ottimizzazioni dei consumi idrici-termicielettrici. Tutte le fasi si avvalgono di motori elettrici (apparecchiature di processo, pompe, agitatori), che potrebbero essere obsoleti rispetto alle nuove generazioni. Ulteriori aree da sottoporre ad audit sono i servizi (vapore, acqua gelida, aria compressa, ect.), spesso non più efficienti, sia per motori obsoleti che per prestazioni non più adeguate. In generale governare gli impatti ambientali richiede di sottoporre a monitoraggio continuo le fasi di produzione mediante sistemi avanzati di supervisione, in grado di facilitare l’analisi di correlazione fra prodotto e consumi idrici-energetici”.
Come si possono proteggere le Denominazioni di Origine e le Indicazioni Geografiche se le normative internazionali non sono reciprocamente riconosciute e validate? Chiara Marinuzzi, Avvocata dello Studio Forte: “La protezione delle indicazioni di origine è un fenomeno sentito in tutto il mondo, ma diverse e molteplici sono le forme in cui questa si esprime. Poiché essa è parte della più ampia tutela della proprietà intellettuale (e deve spesso fare i conti con i marchi privati) può essere più o meno forte a seconda del valore e della preminenza che i Paesi danno all’una o all’altra. Nell’UE la decisione del legislatore è stata quella di conferire una tutela molto forte alle denominazioni di origine prevedendo, come noto il Regolamento 1151/12 che stabilisce, a fronte della presenza di specifici requisiti, un riconoscimento pubblico, un sistema di controllo di parte terza, nonché sanzioni applicabili da parte delle autorità competenti. Uno degli strumenti più significativi introdotti a tutela delle denominazioni di origine UE è stata sicuramente la protezione ex officio attraverso cui ogni Stato membro deve attivarsi contro ogni
“Non bisogna sottovalutare la tecnologia, ma bisogna essere sempre molto chiari nei confronti del consumatore” Gaetano Forte
forma di illecito utilizzo o di pratica ingannevole nell’uso di un’indicazione di origine (quale ad esempio l’uso della denominazione per formaggi similari). Passati i confini della UE la situazione tuttavia non è la medesima e la possibilità di godere dei medesimi livelli di tutela si affievoliscono. Indubbiamente il principale riferimento è gli accordi internazionali l’ultimo dei quali il Regolamento (UE) 2019/1753 del 23 ottobre 2019 relativo all’azione dell’Unione a seguito della sua adesione all’atto di Ginevra dell’accordo di Lisbona sulle denominazioni di origine e le indicazioni geografiche, da molti criticato in quanto potrebbe essere limitato e non adeguato a tutela tutti gli operatori che lavorano con le DOP e IGP. Altro strumento è quello degli accordi TRIPS, negoziati dall’Organizzazione Mondiale del Commercio che raggruppano 164 stati membri e quindi le maggiori economie mondiali e diversi Paesi in via di sviluppo. Tuttavia tali accordi prevedono per tutti gli Stati membri l’obbligo di protezione delle sole denominazioni di origine e non anche delle Indicazioni Geografiche.
“Sapori antichi da una parte e dall’altra prodotti che sapranno nutrire il pianeta” Antonio Auricchio
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Per concludere oggi non esiste un sistema di protezione delle Indicazioni Geografiche che possa valere a livello internazionale, la tutela dei prodotti similari che per l’Italia è estremamente importante visto il valore del comparto, può diventare un percorso irto di difficoltà fuori dai confini dell’UE laddove non esistano particolari trattati o accordi commerciali. Ci si augura che nel futuro la possibilità di far valere un’eccellenza nazionale possa essere facilitata e che gli operatori non debbano percorrere irte strade giuridiche per raggiungere la tutela che meritano.
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LATTEPIÙ 2022
Organizzato da
PRIMO PIANO
Italian Journal of Dairy Science and Technology Rivista dell’Associazione Italiana Tecnici del Latte Journal of the Italian Dairy Science Association Le varianti A1 e A2 della β-caseina non hanno un effetto significativo sul microbiota del latte The A1 and A2 β-casein variants have not impact on milk microbiota
Registro delle Indicazioni Geografiche: intervista a Massimo Vittori, direttore di oriGin Report Gira Food: COVID-19 colpisce la filiera mondiale del latte Il lattiero-caseario italiano alla prova dell’emergenza COVID-19: il parere dei protagonisti
A.I.Te.L.
Associazione Italiana Tecnici del Latte www.stlcjournal.com
Innovazione nel trattamento delle acque reflue
Sicurezza e automazione per Igor Gorgonzola
Mozzarella: dati del settore, produzione e prospettive
ISSN 0390-6361
II Edizione
Latte PIÙ Convegno digitale di Scienza e Tecnologia Lattiero - Casearia
Economia, produzione e innovazione Dal 23 al 25 maggio 2023 una serie di eventi online sui trend tecnologici, economici, ambientali e nutrizionali della filiera lattiero - casearia
SAVE THE DATE 23, 24 e 25 maggio 2023 Settembre/2022
www.lattepiu.it
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DIRITTO ROVESCIO FOCUS EDIRITTO E ROVESCIO
Salatura
Formaggi di capra a crosta fiorita: aspetti produttivi e problematiche microbiologiche Si tratta di formaggi di piccole dimensioni, a pasta molle, caratterizzati da aroma di fungo Champignon, latte fresco o acido, una buona dolcezza e cremosità della pasta. Le problematiche microbiologiche chiamano in causa la Salmonella e la L. monocytogenes. La gestione dei prerequisiti legati all’igiene lungo tutta la filiera produttiva sono essenziali per la sicurezza microbiologica di questi formaggi Martina Halker
A
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mati dai consumatori, storici e
in genere di formaggi a pasta molle che si
della pasta, soprattutto nel sottocrosta,
molto diffusi in Francia, ultima-
prestano alla crescita e alla propagazione
grazie all’azione proteolitica delle muffe. Ai
mente anche in Italia, i formaggi di
delle muffe, solitamente Penicillium candi-
nostri interlocutori abbiamo chiesto di par-
capra a crosta fiorita devono il loro succes-
dum, Penicilllium geotrichum o entrambi. Il
larci di questi formaggi, per scoprire quali
so alla complessità delle caratteristiche or-
risultato è un formaggio che odora di fungo
sono gli aspetti tecnologici importanti, le
ganolettiche, in primis il gusto, ma anche
Champignon, con aromi di latte fresco o
eventuali problematiche microbiologiche e
alla piacevolezza del loro aspetto. Si tratta
acido, una buona dolcezza e cremosità
le possibili soluzioni.
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DIRITTO E ROVESCIO
FOCUS
Punti di forza: artigianalità e biodiversità microbica GERMANO MUCCHETTI
fungino, a sua volta spesso frutto di uno
del siero, talvolta fino a 36 ore, durante il
Professore Straordinario di Tecnologia Casearia, Università degli Studi di Parma
starter secondario. Il peso di questi for-
quale si completa la discesa del pH anche
maggi può variare dai 60 g del Picodon ai
fino a valori di 4,0.
300 g del Saint Maure de Touraine. In
L’umidità del formaggio fresco “classico”
modo analogo si ottiene la piemontese
è regolata da un essiccamento di qualche
Robiola di Roccaverano DOP.
giorno all’aria, che precede la stagionatu-
La piccola dimensione è funzionale a ga-
ra in condizioni pilotate di temperatura e
rantire stabilità alla struttura friabile tipica
umidità, durante la quale l’elevata acidità
dei coaguli acidi ottenuti senza il taglio
favorisce la crescita di lieviti e muffe, con
del coagulo. La formatura avviene trasfe-
colore spesso bianco e/o blu tipico di Ge-
rendo blocchi interi di coagulo acido ne-
otrichum candidum o Penicillium album, e
gli stampi con mescolo (la louche) e pre-
talvolta grigiastro.
cede lo spurgo. L’assenza di taglio del
La sicurezza microbiologica di questi for-
coagulo prolunga la durata dello spurgo
maggi a latte crudo, per i quali non esisto-
“La sicurezza microbiologica di questi formaggi a latte crudo è legata alla gestione rigorosa del programma dei prerequisiti” I formaggi di capra a crosta fiorita sono prevalentemente a coagulo lattico. I DOP francesi, artigianali e di caseificio, sono classicamente ottenuti con latte crudo non standardizzato, coagulazione lattica lenta (sieroinnesto naturale mesofilo e/o starter selezionati autoctoni e pochissimo caglio), salagione a secco e breve maturazione ma sufficiente alla crescita di feltro
L. MONOCYTOGENES L. monocytogenes è una problematica nei formaggi erborinati, a crosta lavata o fiorita che, indipendentemente dal fatto che sia stato usato o meno latte pastorizzato per la caseificazione, possono essere oggetto di una contaminazione ambientale che si localizza a livello della crosta. Infatti, a seguito dell’intenso metabolismo fungino e di altre microflore di superficie presenti sulla crosta, durante la maturazione si realizza un rialzo del pH che permette al microrganismo patogeno, quando presente, di crescere (G. Mucchetti ed E. Neviani, “Microbiologia e tecnologia lattiero-casearia”, 2006). Roccaverano
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DIRITTO ROVESCIO FOCUS EDIRITTO E ROVESCIO
no punti di eliminazione del rischio, è legata alla gestione rigorosa del programma dei prerequisiti. La riduzione del rischio è affidata solo al pH che tuttavia risale in maturazione, annullando ad esempio la protezione verso Salmonella, responsabile nel 2018 di un outbreak in cui fu coinvolto il francese Pelardon. Le piccole dimensioni rendono inoltre “obbligato” il consumo della crosta. Questo apre il tema della possibile presenza di Listeria monocytogenes di origine ambientale, comune anche ai formaggi con latte pastorizzato, come ricorda ad esempio il richiamo precauzionale del caprino dell’olandese Bettinehoeve nel 2020. La complessità del gusto data da artigianalità e biodiversità microbica è la forza di questi formaggi amati da generazioni di gourmand e tale forza ha determinato la nascita delle versioni industriali, che obbediscono talvolta anche ad altre logiche. Il paradosso italiano del “caprino di latte di vacca” in cui con caprino si fa riferimento a modo e aspetto del formaggio e non alla specie di origine del latte è esempio di una diversa cultura casearia. Le tecnologie industriali hanno dimenticato molti punti
Razza Roccaverano
cardine della tradizione. Il latte è pastorizzato per implementare la sicurezza. La rottura del coagulo acido, seguita da separazione più rapida del siero (tela, centrifuga, ultrafiltrazione) e quindi formatura accelera i tempi produttivi e conferisce una struttura diversa da quella classica, permettendo anche formati di maggiori dimensioni. Le caratteristiche sensoriali sono diverse, ma maggiore resa, sicurezza e redditività sono input forti. La disponibilità sul mercato di formaggi DOP e non DOP, classici o innovativi, permette ai consumatori di scegliere secondo le proprie preferenze, valori di riferimento
“La disponibilità sul mercato di formaggi DOP e non DOP, classici o innovativi, permette ai consumatori di scegliere secondo le proprie preferenze, valori di riferimento e potere d’acquisto”
e potere d’acquisto.
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DIRITTO E ROVESCIO
FOCUS
Costante attenzione al benessere dell’animale Consorzio per la Tutela del Formaggio Robiola di Roccaverano DOP
tempo tra le 24 e le 48 ore, può essere eventualmente inoculato con colture di fermenti lattici naturali e autoctoni dell’area di produzione (lattoinnesti e/o sieroinnesti).
“Il massimo controllo dell’igiene durante tutta la filiera produttiva e l’elevata acidità, rendono la Robiola di Roccaverano DOP un formaggio sicuro dal punto di vista microbiologico”
La coagulazione del latte avviene mediante aggiunta di una piccola quantità di caglio di origine animale non prima che sia iniziato il processo di acidificazione e a una temperatura compresa tra 18 e 24°C. Viene lasciato a riposo, alla stessa temperatura, per un tempo di coagulazione da 8 a 36 ore in funzione delle condizioni climatiche e ambientali di lavorazione. La cagliata acida viene delicatamente trasferita in appositi stampi forati muniti di fondo. Prima della formatura può essere effettuato uno spurgo del siero per sgoc-
La Robiola di Roccaverano DOP è prodotta
ro di capra. Il latte, proveniente da mungi-
ciolamento in tele a trama fine. La sosta
con coagulazione acida di latte crudo inte-
ture consecutive effettuate in un arco di
negli stampi si protrae fino a 48 ore con ri-
Photo by Manuel Cazzola
Photo by Manuel Cazzola
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DIRITTO ROVESCIO FOCUS EDIRITTO E ROVESCIO
Photo by Manuel Cazzola
Razza Camosciata Alpina, Photo by Manuel Cazzola
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voltamenti periodici al fine di favorire lo
Il latte caprino, come da disciplinare, deri-
lattazione, soggetto a variazioni in termini
spurgo del siero. La salatura deve essere
va da soggetti geneticamente non molto
di valori nutrizionali.
effettuata a secco sulle due facce del pro-
omogenei di razze caprine rustiche e spes-
Essendo un formaggio lavorato a latte cru-
dotto durante i rivoltamenti oppure al ter-
so autoctone come la razza Roccaverano,
do, dal punto di vista microbiologico è indi-
mine del processo di formatura. La matu-
la Camosciata alpina e loro incroci. È an-
spensabile mantenere il massimo controllo
razione naturale viene effettuata in apposi-
che da tenere in conto che le capre di uno
dell’igiene durante tutta la filiera produttiva.
ti locali per almeno tre giorni dal momento
stesso gregge partoriscono tutte nello
Questo deve partire dal caseificio e riguar-
della messa negli stampi. Dal quarto gior-
stesso ristretto periodo dell’anno, per cui i
dare la mungitura, la trasformazione, il com-
no dalla messa negli stampi è consentita la
parametri compositivi del latte subiscono
portamento del personale, fino all’etichetta-
vendita. Le caratteristiche sono: crosta as-
variazioni per quanto riguarda il tenore in
tura. I produttori effettuano piani di autocon-
sente o con presenza di una lieve fioritura
grassi, proteine e lattosio: con il procedere
trollo e sono seguiti accuratamente dalle
naturale di muffe, consistenza cremosa e
della lattazione i tassi di grasso e proteina
ASL competenti con analisi periodiche. Un
morbida, sapore delicato, saporito e/o leg-
del latte caprino tendono a diminuire per
altro punto fondamentale nella produzione
germente acidulo. La Robiola di Roccave-
poi aumentare verso l’ultimo periodo,
della Robiola di Roccaverano DOP è il be-
rano DOP è considerata stagionata a parti-
mentre il lattosio si mantiene pressoché
nessere dell’animale che viene controllato e
re dal decimo giorno dalla messa negli
costante per poi diminuire a fine lattazio-
visitato dai veterinari ASL in maniera molto
stampi. In questo caso, la crosta è di colo-
ne. La produzione di Robiola DOP, da di-
costante e dettagliata. Si presta molta at-
re paglierino o rossiccia con presenza di
sciplinare, è quotidiana, e perdura per tut-
tenzione all’alimentazione, alla possibilità di
una fioritura naturale di muffe, la consi-
to il periodo di lattazione, che si protrae
effettuare il pascolo e alla sua salute. Tutto
stenza morbida e leggermente compatta
per circa otto mesi l’anno: la variazione
questo, insieme a una caratteristica, l’acidi-
con il protrarsi della stagionatura, può es-
quantitativa dei componenti della materia
tà molto alta, contribuiscono a rendere la
sere cremosa nel sotto crosta e il sapore è
prima latte rende, in pratica, il formaggio
Robiola di Roccaverano DOP un prodotto
deciso.
prodotto nei vari periodi della stagione di
sicuro dal punto di vista microbiologico.
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DIRITTO E ROVESCIO
FOCUS
Gli ambienti di lavorazione sono isolati e disinfettati
ROBERTO FACCHETTI Casaro del Caseificio Lavialattea
“Possono esserci alcune problematiche legate agli inquinamenti durante la produzione, che però vengono risolte”
dei caseifici più piccoli in Europa per quantità
spesso a distacchi della crosta per la forma-
di latte lavorato. Di conseguenza non abbia-
zione di una camera d’aria interna.
mo una stanza dedicata alla lavorazione dei
Caratteristiche del Penicillium candidum sono
formaggi a crosta fiorita. Inoltre, lavorando
l’elevata diffusività, la buona resistenza al sale
latte crudo e non usando salamoia, abbiamo
e all’acidità e lo sviluppo lento. Quest’ultimo,
una serie di problematiche legate agli inqui-
purtroppo, può favorire lo sviluppo di altre muf-
namenti. Per formaggi a crosta fiorita intendo
fe indesiderate che sono in competizione con il
quelle produzioni in cui si fa uso del Penicil-
P. candidum, specialmente laddove vi sono
lium candidum. Si tratta di formaggi a pasta
correnti d’aria oppure errori nella lavorazione.
molle sia a coagulazione lattica, anche spinta
Una di queste muffe antagoniste è il Mucor,
per far scendere velocemente l’acidità, che
che ha uno sviluppo più veloce. Non dà pro-
presamica, con crosta attiva che maturano
blemi da un punto di vista igienico ma estetico
dall’esterno verso l’interno, sfruttando la ca-
molto evidenti. Per questo, spesso aggiungia-
ratteristica principale del Penicilluim candi-
mo nel latte piccole quantità di Geotrichum
dum, che non è solo quella estetica, ma di
candidum, che, sviluppandosi prima, contra-
forte azione proteolitica che crea una bella
sta il Mucor e apre la strada al P. candidum.
cremosità nel sottocrosta e il gusto tipico di
Il problema di chi come noi fa tanti tipi di for-
Champignon.
maggi, soprattutto a crosta lavata, è che il Pe-
Per insemenzare il formaggio con il Penicil-
nicillium candidum inquina altre lavorazioni,
lum candidum utilizziamo il metodo dell’a-
entrando in competizione con la microflora de-
spersione, ovvero la muffa non viene innesta-
siderata, come ad esempio il Brevibacterium li-
Il caseificio Lavialattea fonda le proprie radici
ta nel latte, ma aggiunta dopo la salatura
nens, il fermento rosso tipico del Taleggio. È
su una lavorazione artigianale a latte crudo,
spruzzandola con una soluzione di acqua e
per questo che in un caseificio piccolo come il
senza l’utilizzo di conservanti né addensanti.
sale al 2%, la percentuale ottimale per lo svi-
nostro, quando si lavora con il Penicillium can-
Fiore all’occhiello del caseificio, situato a Bri-
luppo del micelio fungino. Abbiamo optato
didum non si producono formaggi a crosta la-
gnano Gera d’Adda (Bergamo), sono i for-
per questa soluzione perché abbiamo visto
vata e gli ambienti devono essere isolati e poi
maggi di capra a crosta fiorita. Il nostro è uno
che l’aggiunta di P. candidum al latte portava
successivamente disinfettati.
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RICERCA INTERNAZIONALE
DOI: 10.1016/j.foodchem.2022.132613
L’acqua ricca di idrogeno può ridurre la formazione di ammine biogene nel burro Hydrogen-rich water can reduce the formation of biogenic amines in butter. Food Chemistry, Volume 384, 1 August 2022 M. Bulut, YÇSM. Murat Ceylan, D. Alwazeer, Mubinoyuncu La formazione di ammine biogene nei prodotti alimentari costituisce
mostrati per i campioni di burro lavati con HRW (acqua H2 e acqua Mg),
una seria sfida per i produttori alimentari e un pericolo per i consumato-
mentre i livelli più alti sono stati identificati per i campioni di burro lavati
ri. Esse possono formarsi nei prodotti lattiero-caseari come il burro du-
con acqua normale. Il lavaggio del burro crudo con HRW ha portato a
rante la conservazione. L’acqua ricca di idrogeno (HRW), che possiede
una significativa diminuzione della formazione di triptamina, 2-feniletila-
capacità riducenti e proprietà antiossidanti, potrebbe ridurre la forma-
mina, spermidina e spermina. Il livello più basso di istamina è stato mo-
zione di ammine biogene nel burro durante la conservazione a freddo. Il
strato per i campioni di burro lavati con H2 e Mg, mentre il livello più al-
burro, quindi, è stato lavato con acqua ricca di idrogeno preparata uti-
to è stato trovato per il burro lavato con acqua normale. Il lavaggio del
lizzando due metodi, ovvero acqua con bolle di idrogeno (acqua H2) e
burro con HRW non ha rivelato alcun effetto inibitorio sui batteri dello
acqua incorporata con magnesio (acqua Mg). Dopo 90 giorni di conser-
yogurt durante la conservazione a freddo. Il metodo proposto prevede
vazione, i livelli più bassi di formazione di ammine biogene sono stati
l’idrogeno molecolare che non è tossico per l’uomo e l’ambiente.
DOI: 10.3168/jds.2021-21326
Un nuovo metodo per produrre yogurt di qualità superiore, incentrato sul trattamento termico e sull’omogeneizzazione A new method for producing superior set yogurt, focusing on heat treatment and homogenization. Journal of Dairy Science, Volume 105, Issue 4, April 2022, Pages 2978-2987 T. Ichimura, T. Osada, K. Yonekura, H. Horiuchi
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La lavorazione a lunga conservazione (ESL) (cioè il trattamento termico
late con la dimensione del globulo di grasso indipendentemente dalla
a 130°C per 2 s) di solito non viene utilizzata per la produzione di yogurt
temperatura di trattamento termico. Rispetto alla cagliata ottenuta con
stabilizzato a causa della fragilità della struttura della cagliata. Sono sta-
il trattamento termico convenzionale, la cagliata trattata con ESL era
ti studiati gli effetti dell’omogeneizzazione condotta a una pressione
estremamente fragile, ma notevolmente liscia. Con la lavorazione ESL è
maggiore rispetto alle condizioni convenzionali (10 MPa per il primo sta-
stata ottenuta una durezza della cagliata >40 g, che è una forza suffi-
dio e 5 MPa per il secondo stadio) sulla struttura della cagliata dello yo-
ciente per i sistemi di trasporto commerciali, rendendo la dimensione
gurt, con particolare attenzione alla dimensione del globulo di grasso.
delle particelle di grasso <0,6 µm, utilizzando una pressione di omoge-
Ciascuna miscela di yogurt è stata regolata all’intervallo di dimensioni
neizzazione a 2 stadi: 35 MPa per il primo stadio e 5 MPa per la secon-
dei globuli di grasso da 0,45 μm a 1,1 μm da un omogeneizzatore e
da fase. Un’analisi al microscopio ha indicato che i globuli di grasso più
quindi riscaldata a 95°C per 5 minuti (trattamento termico convenziona-
piccoli rafforzano la struttura della rete. Lo yogurt prodotto con la lavo-
le), 120°C per 2 s, elaborazione ESL o 140° C per 2 sec. Le miscele di
razione ESL e quello con omogeneizzazione a 35 + 5 MPa hanno avuto
yogurt sono state fermentate da un comune starter di yogurt ed è stata
punteggi di valutazione sensoriale significativi. I risultati indicano che la
valutata la consistenza della cagliata. È stato osservato che la durezza
combinazione di trattamento ESL e omogeneizzazione 35 + 5 MPa è un
e la compattezza della cagliata dello yogurt erano negativamente corre-
metodo nuovo e utile per la produzione di yogurt.
Settembre/2022
RICERCA INTERNAZIONALE
DOI: 10.1016/j.ijfoodmicro.2022.109618
Una rassegna di metodi per l’inferenza e la conferma sperimentale delle reti di associazioni microbiche nel formaggio A review of methods for the inference and experimental confirmation of microbial association networks in cheese. International Journal of Food Microbiology, Volume 368, 2 May 2022 E. Parente, T. Zotta, A. Ricciardi Le interazioni tra i microrganismi condizionano profondamente la dina-
del formaggio sono state riviste più volte. Tuttavia, anche se i comples-
mica delle comunità microbiche del formaggio e, di conseguenza,
si set di dati multidimensionali generati da approcci multi-omici alla mi-
molteplici aspetti della qualità del formaggio, dalla produzione di meta-
crobiologia e alla biochimica del formaggio sono ideali per la rappre-
boliti che influenzano il gusto, l’aroma e il sapore, al corpo, alla consi-
sentazione delle interazioni biotiche e metaboliche come reti, i concet-
stenza e al colore. Comprendere e sfruttare le interazioni tra microrga-
ti e gli approcci della scienza delle reti sono raramente applicati alla mi-
nismi benefici o dannosi è quindi fondamentale per gestire la qualità
crobiologia del formaggio. In questa recensione sono illustrati i concet-
del formaggio. Questo vale per i sistemi più semplici (formaggi freschi
ti rilevanti per la descrizione delle interazioni microbiche utilizzando un
prodotti da latte pastorizzato con starter definiti) e ancor più per quelli
framework di scienze della rete. Quindi, vengono esaminati brevemen-
complessi e dinamici, in cui una successione dinamica di diversi mi-
te i metodi utilizzati per l’inferenza e l’analisi delle reti di associazione
crorganismi è essenziale per ottenere la combinazione desiderata di
microbica (MAN) e il loro potenziale utilizzo nell’interpretazione dell’in-
proprietà sensoriali garantendo al contempo la sicurezza. Le interazio-
terattoma del formaggio. Infine, sono analizzati i metodi sperimentali
ni positive (commensalismo, protocooperazione) e negative (competi-
utilizzati per confermare la natura delle interazioni microbiche tra i mi-
zione, amensalismo, predazione e parassitismo) tra i membri del biota
crobi del formaggio.
DOI: 10.1016/j.jcv.2022.104569
Variazioni genetiche legate alla percezione del sapore saponoso del Gorgonzola DOP Genetic variations associated with the soapy flavor perception in Gorgonzola DOP cheese. Food Quality and Preference, Volume 99, July 2022 MP. Concas, M. Piochi, G. Cabrino, A. Colaianni, GG. Nardone, P. Gasparinia, L. Torri
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Le preferenze alimentari sono influenzate da diversi fattori, tra cui diffe-
dividui ha percepito il sapore saponoso (SFP_P95). I risultati hanno mo-
renze individuali nella percezione fisiologica delle proprietà sensoriali e
strato che 144 individui (65,8%) hanno percepito il sapore saponoso in
fattori genetici. Questo studio ha lo scopo di indagare le basi genetiche
almeno un formaggio. L’analisi ha permesso di identificare quattro loci
alla base della percezione del sapore saponoso, un attributo sensoria-
che sono risultati condivisi in tutti e tre i GWAS e sono stati confermati
le identificato come fattore di antipatia per il formaggio erborinato. Le ri-
dalla SFP in almeno altri due campioni di Gorgonzola. In particolare,
sposte sulla percezione del sapore saponoso (SFP) in sei campioni di
sono stati evidenziati quattro geni (SYT9, PDE4B, AVL9 e HTR1B) coin-
formaggio Gorgonzola a Denominazione di Origine Protetta (DOP) so-
volti nei processi olfattivi o gustativi, suggerendo che potrebbero svol-
no state raccolte da 219 italiani genotipizzati (età 18-77 anni) applican-
gere un ruolo rilevante nel determinare le differenze individuali nella
do un test Rate-All-That-Apply (RATA) combinato con un test di gradi-
SFP. Inoltre, un SNP vicino al gene HTR1B ha influito anche sulla sim-
mento. Quindi, per un elenco prestabilito di termini, i consumatori indi-
patia per il Gorgonzola DOP. Nel complesso, il lavoro suggerisce possi-
cano se si applicano a un determinato prodotto e, in tal caso, per valu-
bili geni candidati associati alla percezione del sapore saponoso, for-
tarne l’intensità. Studi di associazione genome-wide sono stati condot-
nendo un punto di partenza per comprendere meglio le differenze indi-
ti su tre tratti fenotipici: l’SFP in almeno un formaggio (SFP_1), il nume-
viduali nella percezione del formaggio erborinato e ampliando le attuali
ro di campioni di formaggio in cui ogni individuo ha percepito il sapore
conoscenze scientifiche nell’area di ricerca emergente, che collega le
saponoso (SFP_N) e l’SFP nel formaggio in cui il maggior numero di in-
differenze genetiche individuali alla percezione del cibo e preferenze.
Settembre/2022
FLOORTEK
RICERCA INTERNAZIONALE
DOI: 10.1016/j.lwt.2022.113464
Effetti del confezionamento in atmosfera modificata in equilibrio sulla conservazione del formaggio Taleggio Effects of the equilibrium atmosphere on Taleggio cheese storage in micro perforated packaging. LWT, Volume 162, 1 giugno 2022 F. Ghisoni, A. Fiorati, F. Florit, GP. Braceschi, CM. Lopez, A. Rebecchi, L. De Nardo Il Taleggio è un formaggio italiano a pasta molle, il cui microbiota com-
conservazione. I risultati hanno mostrato che due dei sistemi di confe-
plesso richiede l’ottimizzazione del sistema di confezionamento per
zionamento microperforati alternativi erano in grado di controllare i
evitare variazioni eccessive durante la conservazione. I processi meta-
cambiamenti durante lo stoccaggio, limitando così la crescita ecces-
bolici del microbiota della crosta del formaggio possono essere sfrut-
siva di funghi e consentendo lo sviluppo tipico del microbiota della
tati nel confezionamento in atmosfera modificata in equilibrio (EMAP)
crosta. La valutazione sensoriale è risultata migliore per uno dei for-
bilanciando la respirazione del microbiota e la permeazione del film.
maggi confezionato in atmosfera modificata in equilibrio. Non sono
Lo studio presenta l’applicazione di tre diversi EMAP micro perforati
state trovate tracce di Listeria monocytogenes e Salmonella spp. in
come modelli per il formaggio stagionato rispetto a due configurazioni
tutte le condizioni testate. Questi risultati hanno dimostrato che l’E-
di confezionamento di controllo. Sono state eseguite analisi dei princi-
MAP può essere una valida soluzione alternativa per controllare la
pali gruppi microbici, del gas nello spazio di testa, del profilo struttura-
conservazione del formaggio Taleggio. Ulteriori studi potrebbero esse-
le e delle proprietà sensoriali per trovare il miglior imballaggio per la
re condotti per valutare questo sistema su altri formaggi spalmabili.
DOI: 10.1016/j.foodcont.2021.108412
Valutazione dell’effetto di fattori legati alla preparazione e composizione del Parmigiano Reggiano grattugiato mediante immagine iperspettrale NIR Evaluation of the effect of factors related to preparation and composition of grated Parmigiano Reggiano cheese using NIR hyperspectral imaging. Food Control, Volume 131, gennaio 2022 R. Calvini, S. Michelini, V. Pizzamiglio, G. Foca, A. Ulrici
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Lo studio è focalizzato sulla valutazione dell’effetto del tipo di grattugia e
state convertite in Common Space Hyperspectrograms (CSH), che so-
del contenuto di grasso della pasta sulla risposta spettrale ottenuta me-
no segnali ottenuti unendo in sequenza le curve di distribuzione di fre-
diante immagine iperspettrale nel vicino infrarosso (NIR-HSI), quando
quenza delle quantità calcolate da un modello di analisi delle compo-
questa tecnica viene utilizzata per determinare la percentuale di crosta
nenti principali (PCA) comune all’intero set di dati dell’immagine iper-
nel formaggio Parmigiano Reggiano. A tal fine sono stati preparati cam-
spettrale. L’ASCA è stata applicata anche al dataset CSH, al fine di valu-
pioni di Parmigiano Reggiano grattugiato considerando tutte le possibi-
tare l’effetto dei fattori considerati su questo tipo di segnali. In generale,
li combinazioni tra tre livelli di quantità di crosta (8%, 18% e 28%), due
tutti e tre i fattori sono risultati avere un effetto significativo, ma in misura
livelli di grasso della pasta e due diversi tipi di grattugia, e le corrispon-
diversa a seconda del metodo utilizzato per analizzare le immagini iper-
denti immagini iperspettrali sono state acquisite nell’intervallo spettrale
spettrali. Infatti, mentre il contenuto di grasso della pasta e la percentua-
900-1700 nm. In una prima fase, è stato calcolato lo spettro medio (AS)
le di crosta hanno mostrato un effetto comparabile sulla risposta spet-
da ciascuna immagine iperspettrale e il corrispondente dataset è stato
trale del set di dati AS, nel caso dei segnali CSH la percentuale di crosta
analizzato mediante Analysis of Variance Simultaneous Component
ha avuto un effetto maggiore rispetto agli altri fattori principali. Tuttavia, i
Analysis (ASCA), per valutare l’effetto dei tre fattori considerati e le loro
CSH erano anche più sensibili alle differenze attribuibili alla variabilità na-
interazioni sulla risposta spettrale. Quindi, le immagini iperspettrali sono
turale tra i diversi campioni di formaggio Parmigiano Reggiano.
Settembre/2022
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TECNICA
SHELF LIFE
Trattamenti termici del latte: la rassegna dell’IDF Il Bollettino IDF “Heat treatment of milk” n.516 fornisce una panoramica dei diversi trattamenti termici applicati al latte per il consumo diretto o prima di un’ulteriore lavorazione e le relative procedure di verifica Martina Halker
L 28
’IDF ha pubblicato lo scorso aprile
e in particolare a chi opera nel campo del-
za del prodotto destinato al consumo
un Bollettino dedicato al Trattamen-
la trasformazione. Il trattamento termico è
umano senza intaccarne i valori nutritivi,
to Termico del Latte (“Heat tre-
la tecnologia di lavorazione più utilizzata
le qualità e il gusto. Lo scopo è la tutela
atment of milk” n.516/2022), rivolto ai
e probabilmente la più antica nel settore
della salute pubblica al fine di distruggere
professionisti del settore lattiero-caseario
lattiero-caseario, per garantire la sicurez-
i batteri patogeni. A causa del potenziale
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SHELF LIFE
zionale al di sopra di 40°C, per un tempo
del prodotto, è importante determinare il
I principali trattamenti termici utilizzati dal settore lattiero-caseario
trattamento termico più appropriato per
Nonostante lo sviluppo di tecnologie alter-
concentrazione di uno o più microrganismi,
uno specifico alimento. La durata di con-
native, come il trattamento ad alta pressione
è considerato quindi trattamento termico.
servazione del prodotto dipende sia dal
e quello a campo elettrico pulsato per di-
Pertanto, il concetto di trattamento termico
tempo che dalla temperatura del tratta-
struggere i microrganismi, il trattamento ter-
copre una combinazione incalcolabile di
mento termico. Questa pubblicazione for-
mico rimane il metodo scelto per la maggior
tempi e temperature.
nisce una panoramica dei diversi tratta-
parte dei trattamenti battericidi nel settore
Il settore lattiero-caseario utilizza un’ampia
menti termici applicati al latte per il con-
lattiero-caseario e nella lavorazione di altri
gamma di trattamenti termici ed è utile avere
sumo diretto o prima di un’ulteriore lavo-
alimenti. Questa preferenza è in gran parte
una panoramica che evidenzi i differenti ef-
razione e le relative procedure di verifica.
attribuita all’enorme successo dei processi
fetti sul latte. La tabella 1 elenca i principali
Si tratta di una famiglia eterogenea di
di riscaldamento dall’introduzione della pa-
trattamenti, le loro applicazioni e i loro effetti
trattamenti che comprende per esempio
storizzazione del latte negli anni 1890, che
batteriologici, chimici e di altro tipo. I tratta-
la termizzazione (57-68°C/30 min-15 s), la
seguì la precedente scoperta di Pasteur che
menti possono essere classificati in quelli
pastorizzazione a bassa temperatura per
il trattamento termico del vino e della birra
utilizzati per il latte destinato al consumo di-
lungo tempo (LTLT-63°C/30-40 min), la
poteva prevenirne il deterioramento. Inoltre,
retto, come la pastorizzazione, il trattamento
pastorizzazione ad alta temperatura per
e soprattutto, i certificati di esportazione ri-
ESL (Extended Shelf-Life), il trattamento a
breve tempo (HTST-72-80°C/15-30 s), il
chiesti per i prodotti lattiero-caseari fanno
temperature ultra elevate (UHT) e la steriliz-
trattamento ad altissima temperatura
spesso riferimento al codice dell’Organizza-
zazione in contenitori, e quelli utilizzati per
(UHT-135 -150°C/10 -1 s) in combinazio-
zione mondiale per la salute animale (OIE),
prodotti lattiero-caseari specifici come, ad
ne con il confezionamento asettico e la
che non lascia spazio a trattamenti alternati-
esempio, yogurt e latte in polvere. Inoltre è
sterilizzazione in contenitori. Negli ultimi
vi all’utilizzo del calore.
inclusa la termizzazione, che viene utilizzata
anni, è sempre più applicata, in molti Pae-
Il latte crudo è definito dal Codex Alimenta-
per il trattamento del latte crudo, e consente
si, la lavorazione a lunga conservazione
rius, come il latte che non è stato riscaldato
di conservarlo più a lungo prima di un’ulte-
(ESL) sia con un processo combinato di
oltre i 40°C. Qualsiasi riscaldamento inten-
riore lavorazione, o per la caseificazione.
impatto del calore sulla qualità ottimale
TECNICA
sufficiente che consenta una riduzione della
bactofugazione più pastorizzazione HTST o di microfiltrazione più pastorizzazione HTST o con un’ultra pastorizzazione in un solo passaggio (120-140°C/10-1 s), a cui segue il confezionamento asettico. La lavorazione ESL intende combinare i vantaggi della pastorizzazione HTST, come l’assenza di sapore di cotto e la bassa denaturazione proteica, con la maggiore durata di conservazione del latte trattato UHT e confezionato in modo asettico. Nell’intenzione dell’IDF, sottolineata dal Direttore Generale, Caroline Emond, il bollettino “Heat treatment of milk” è una guida completa e accurata che contiene informazioni su questi trattamenti nel mondo, cosa particolarmente rilevante, dato che nella maggior parte dei Paesi esistono requisiti legali per i trattamenti termici dei prodotti.
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TECNICA
SHELF LIFE
Tabella 1. Principali trattamenti termici utilizzati nel settore lattiero-caseario. Trattamenti termici (Temperatura/ tempo)
Termizzazione (57–68°C)
Applicazioni Prolungamento della durata di conservazione del latte crudo prima dell’ulteriore lavorazione (63- 68°C/20 -15 s) Produzione di alcuni formaggi (57-65°C/30 min - 15 s)
Pastorizzazione (HTST: 72- 80°C/1530 s or LTLT: 63°C/30-40 min)
Pastorizzazione 72-76°C/15 s e microfiltrazione o battofugazione, combinato con imballaggio asettico per ESL
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Bere latte sicuro per il consumo umano Produzione di formaggio
Latte alimentare, latte aromatizzato, panna con ESL a temperatura di refrigerazione
Batteri distrutti
Effetti chimici significanti
Alcuni agenti patogeni non sporigeni e batteri deterioranti psicrotrofi; riduzione generale di 3-4 cicli logaritmici
Pochi effetti
Agenti patogeni non sporigeni e batteri deterioranti psicrotrofi; non spore o batteri vegetativi termodurici; Riduzione di 5 log di Coxiella burnetii
Piccolo effetto sulle vitamine solubili in acqua (<10% perdite ad eccezione di vit. C 20%), denaturazione di circa 5-20% delle proteine del siero di latte (72°C/15 s), inattivazione delle lipasi
Commenti Il prodotto deve essere fosfatasi positivo; il latte non è adatto a essere bevuto tal quale, in quanto alcuni agenti patogeni possono rimanere vitali. Ogni trattamento termico > 40°C - < 72°C per ≥ 15 s conta come termizzazione, ma nella maggior parte dei Paesi non vi è alcuna definizione legale Il prodotto deve essere fosfatasi negativo; standard minimo delle condizioni nella maggior parte dei Paesi sono solitamente 72°C/15 s Un’alternativa il processo di pastorizzazione in batch a 63°C/30 min Nessuna condizione di trattamento termico standard. Inattiva la lattoperossidasi (a volte usata come test per l’adeguatezza del trattamento termico ESL).
Tutti i batteri non sporigeni e la maggior parte delle spore psicrotrofiche e mesofile
Dipende dalle condizioni effettive di trattamento termico. Denaturazione significativa ma variabile delle proteine del siero di latte (35-90% della β-lattoglobulina).
Effetti minori con i sistemi di riscaldamento diretti rispetto a quelli indiretti; alto livello di denaturazione delle proteine del siero di latte (70-95% della β-lattoglobulina); epimerizzazione del lattosio in lattulosio, lattosilazione dei residui di lisina; formazione di composti sulfidrilici
Produce un sapore delicato riscaldato/cotto/ sulfureo; durante lo stoccaggio si verificano ulteriori cambiamenti chimici; la quota di mercato varia tra i Paesi da < 10% a > 90% del consumo di latte alimentare.
Leggera alterazione di sapore, ma minima a temperature più elevate per tempi più brevi.
Lavorazione UHT (Ultra High Temperature) (135150°C/10-1 s) con confezionamento asettico
Latte alimentare a lunga conservazione a temperatura ambiente
Tutti i batteri non sporigeni e tutte le spore eccetto le spore altamente resistenti al calore; produce un prodotto “commercialmente sterile”
Sterilizzazione in container (110120°C/20-10 min o 125°C/3 min)
Latte evaporato/ condensato non zuccherato, latte da bere a lunga conservazione a temperatura ambiente
Distrugge tutti i batteri non sporigeni e tutte le spore tranne quelle altamente resistenti al calore
Denaturazione completa delle proteine del siero di latte, ampia reazione di Maillard; produzione di composti aromatici riscaldati
Provoca un forte sapore di cotto e una leggera colorazione marrone; ora utilizzato per alcuni prodotti lattiero-caseari aromatizzati, formule per lattanti e miscele da forno.
90-95°C/5-10 min
Produzione di yogurt (latte prima della fermentazione)
La maggior parte dei batteri non sporigeni
Denaturazione quasi totale delle proteine del siero di latte (WP)
Provoca una maggiore viscosità dello yogurt attraverso la formazione di complessi WP-κcaseina e una maggiore capacità di legame con l’acqua
72-80°C/15-30 s
Latte scremato in polvere a bassa temperatura
Agenti patogeni non sporigeni e batteri deterioranti psicrotrofi
Per quanto riguarda la pastorizzazione; piccola denaturazione delle proteine del siero di latte WPNI1 > 6,0 mg/g
Prodotto utilizzato per latte ricombinato, standardizzazione del latte, produzione casearia
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SHELF LIFE
Trattamenti termici (Temperatura/ tempo)
Applicazioni
Latte scremato in polvere a media temperatura. 85°C/1 min; 90°C/30 s; 105°C/30 s
Preriscaldamento in lavorazione UHT.
Batteri distrutti
Agenti patogeni non sporigeni e batteri deterioranti psicrotrofi
Latte intero in polvere
90°C/5 min; 120°C/1 min; 135°C/30 s
Latte scremato in polvere ad alta temperatura
Agenti patogeni non sporigeni, batteri deterioranti psicrotrofi e la maggior parte delle spore nelle condizioni più gravi
>120°C/>40 s
Latte scremato in polvere ad alta temperatura
Agenti patogeni non sporigeni, batteri deterioranti psicrotrofi e la maggior parte delle spore
Effetti chimici significanti Denaturazione delle proteine del siero di latte da moderata a sostanziale - WPNI1 1,5- 6,0 mg/g; inattivazione (parziale) del sistema della plasmina; Esposizione di alcuni gruppi sulfidrilici e formazione di alcuni composti sulfidrilici che agiscono come antiossidanti nel latte intero in polvere.
TECNICA
Commenti
Prodotto utilizzato per gelateria, cioccolato, pasticceria. Riduce l’incrostazione degli impianti UHT e riduce la proteolisi catalizzata dalla plasmina durante la conservazione. Migliora la stabilità di conservazione del latte intero in polvere.
Denaturazione estesa delle proteine del siero di latte WPNI1 < 1,5 mg/g
Prodotto utilizzato per il latte evaporato ricombinato
Denaturazione quasi completa delle proteine del siero di latte - WPNI1 < 1,5 mg/g
Prodotto utilizzato per prodotti da forno e latte evaporato ricombinato
WPNI = indice di denaturazione delle proteine del siero di latte; indica il livello di proteine del siero di latte non denaturate e utilizzato per classificare il latte scremato in polvere.
Conclusioni I trattamenti termici per garantire la sicurezza e la shelf life del latte si sono evoluti nel corso degli anni. Le quote di mercato per il latte pastorizzato, trattato ESL o UHT e confezionato in modo asettico sono molto diverse in tutto il mondo e dipendono dalle abitudini di consumo di latte e dalla percezione sensoriale, dalle preferenze dei consumatori, dalle tradizioni, dall'industria e dalle strutture dei rivenditori, dal livello di sviluppo della catena del freddo, dalla politica dei prezzi. Le misure per il raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030, ma anche gli sviluppi verso una lavorazione minima per ridurre i cambiamenti chimici e microstrutturali, pur garantendo la sicurezza alimentare, potrebbero influenzare le tecnologie di trattamento termico applicate in futuro dalle aziende lattiero-casearie.
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DIRITTO TECNICAE ROVESCIO TECNOLOGIA APPLICATA
Raschera DOP, dagli alpeggi alla pianura casearia
Raschera DOP Credits: Consorzio per la tutela del Formaggio Raschera
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TECNOLOGIA APPLICATA
I GUIDO TALLONE Responsabile formazione lattiero-casearia AgenForm-Consorzio
l Raschera DOP appartiene, come
dal 1° giugno al 15 ottobre, ovviamen-
già in provincia di Cuneo per il Bra
te con alimentazione prevalente di pa-
DOP, alla categoria dei formaggi “a
scolo alla quale è ammessa una inte-
pasta cruda” ovvero formaggi che, a
grazione alimentare massima pari al
seguito della fase di coagulazione, non
10% della sostanza secca ingerita
subiscono né semicottura né cottura.
giornalmente. È possibile ottenere la
Formaggio di latte vaccino, eventual-
medesima menzione anche per quegli
mente addizionato con piccole ag-
allevamenti stanziali di montagna su
giunte di latte ovino e/o caprino, a pa-
terreni situati a quote superiori ai 900
sta cruda semidura, pressato, con sta-
m s.l.m., sempre rispettando le condi-
gionatura minima di 30 giorni.
zioni sopra indicate per la menzione
Può essere prodotto sia in forma ro-
“di Alpeggio”.
TECNICA
tonda che in forma quadrata, entrambe con facce piane. Il territorio di produzione è l’intera provincia di Cuneo con l’aggiunta del
DATI GENERALI DI PRODUZIONE
comune di Villafranca Piemonte per la stagionatura. Può essere prodotto an-
Al mese di giugno 2022 si contano 13
che nella menzione “di Alpeggio”
produttori e 18 stagionatori. La pro-
quando è ottenuto da latte, trasfor-
duzione per il 2021 è stata di
mato e stagionato nei comuni monta-
n°76.281 forme certificate, per un to-
ni della porzione monregalese della
tale di 570.875 kg di formaggio certi-
provincia di Cuneo. La produzione è
ficato. L’ente di certificazione è INOQ
limitata al periodo temporale che va
(www.inoq.it)
Raschera DOP pasta
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DIRITTO TECNICAE ROVESCIO TECNOLOGIA APPLICATA
Processo produttivo: lo schema tecnologico
Tabella 1. Caratteristiche del Raschera DOP Peso: forma rotonda da 5 a 9 kg – forma quadrata da 6 a 10 kg DIMENSIONI (in relazione alla stagionatura minima)
Scalzo: forma rotonda da 6 a 9 cm – forma quadrata da 7 a 15 cm Diametro: forma rotonda da 30 a 40 cm Lunghezza lato: forma Quadrata da 28 a 40 cm
Latte crudo
Crosta: sottile di colore grigio o rossastra, a volte con riflessi giallognoli, elastica, liscia e regolare, a volte con chiazze rossastre sugli scalzi, accentuate dalla stagionatura.
Riscaldamento da 27 a 38°C
CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE
Sapore: fine, delicato, tipicamente profumato e moderatamente piccante e sapido se stagionato.
Aggiunta di caglio di origine animale con almeno 80% di chimosina (e consentito anche l’uso di coagulanti non di origine animale) Primo e secondo taglio (anche in una unica soluzione) della cagliata a dimensione di chicco di mais/riso
Estrazione e formatura con o senza tela
Pressatura
Pasta: di colore bianco o bianco avorio. Struttura: piuttosto consistente, elastica, con piccolissime occhiature sparse e irregolari.
ASPETTI TECNOLOGICI IMPORTANTI
quindi formaggi che venivano coagulati a temperature intorno ai 30°C e che poi non subivano nessun riscaldamento della mi-
Basse temperature di coagulazione
scela cagliata/siero.
La pratica della semicottura, nei territori
mente influito sulla scelta di successive
cuneesi non si è mai diffusa in passato,
fasi, ma indica anche un’impronta princi-
anche se sino alla fine della seconda
palmente mesofila al patrimonio lattico
guerra si producevano, in pianura, for-
della materia prima di partenza, con inte-
maggi di pasta cotta della tipologia
ressanti risvolti di attività proteolitiche e li-
“Sbrinz” ad anche Emmental. Nacquero
politiche sul prodotto in stagionatura.
Questo passaggio tecnologico ha sicura-
Salatura in salamoia o a secco
Stagionatura minima di 30 gg. in cantine naturali o in celle climatizzate.
Apposizione del marchio a fuoco nel centro della forma NB. Il prodotto con almeno 160 giorni minimi di stagionatura può fregiarsi della dizione “oltre quattro mesi” Formatura. Credits: Caseificio Rabbia
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TECNOLOGIA APPLICATA
TECNICA
ALPEGGI DA RASCHERA DOP APPARTENENTI A UN COMUNE DI PIANURA Tra i comuni presenti nel disciplinare che possono ospitare allevamenti e caseifici di alpeggio per la produzione di Raschera DOP, è presente anche Magliano Alpi. Questo comune ha il suo territorio nella parte pianeggiante prossima alla zona montagnosa del Monregalese. Già nel 1698 acquisì dal “distretto” di Mondovì (la città più popolata del territorio) tre alpeggi Raschera, Seirasso e Brignola e più tardi, precisamente nel 1875, con una sentenza della Corte d’Appello di Torino, divennero a tutti gli effetti territorio “staccato” di Magliano Alpi che li ottenne quali terreni pascolivi atti a garantire il sostentamento e l’autonomia della nuova realtà.
CN
I due territori di Magliano Alpi pianura e montagna
Tabella 2. Dichiarazione nutrizionale Valori nutrizionali medi per 100 g ENERGIA
1484/358
kj/kcal
GRASSI
31
g
di cui acidi grassi saturi
22
g
CARBOIDRATI
0,8
g
di cui zuccheri
0,6
g
PROTEINE
19
g
PROTEINE
1,5
g
Formatura. Credits: Caseificio Rabbia
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DIRITTO TECNICAE ROVESCIO TECNOLOGIA APPLICATA
LA STORIA Sul territorio di produzione, in specifico della menzione “Raschera d’Alpeggio”, comprendente alcuni comuni montani del monregalese (CN), sono presenti nei pressi del Monte Mongioie, sia un lago (lago alpino situato a 2.108 m s.l.m. nelle Alpi Liguri), che un alpeggio (nel comune di Magliano Alpi), toponimi da cui ha preso il nome il formaggio. Un primo documento storico risale al 1400 e si trattava, come in altri casi di prodotti caseari, specie di alpeggio, di un contratto d’affitto, rinvenuto negli archivi comunali di Pamparato (Cuneo). Un notabile della zona Sella richiedeva il pagamento sotto forma di “quel buon formaggio fatto lassù” dai pastori che “conducono le loro mucche a brucare l’erba dei pascoli Raschera”. Quindi un formaggio prevalentemente di latte vaccino, a cui veniva aggiunto latte ovicaprino, a seconda della presenza di altre specie animali, certamente in percentuali molto minori. Un formaggio che, prima della denominazione “Raschera”, probabilmente rientrava nella grande “famiglia” cuneese del formaggio Nostrale, termine generico che ritroviamo in altre regioni sotto la variante di Nostrano. Con il tempo, specie nel XX secolo, la produzione si è inoltrata anche nella pianura cuneese, sino a trovare maggiore popolarità e volume di produzione. Grazie anche a una confraternita detta “Del Raschera e del Brüss” che dagli anni ’70, attraverso manifestazioni svolte nel comune di Frabosa Soprana, ha coinvolto il consumatore e anche personaggi più conosciuti nella promozione del formaggio Raschera, sino a portare l’attenzione alla Camera di Commercio di Cuneo che nel 1983 porta il formaggio Raschera a ottenere la Denominazione di Origine, per poi traghettarsi come gli altri formaggi in DOP nel 1996. La forma quadrata Caso più unico che raro, Raschera DOP si presenta, da disciplinare in due forme geometricamente distinte, la classica forma rotonda e la rara forma quadrata (soprattutto nelle produzioni d’alpeggio). La forma a base quadrata è più antica e trae origine dal fatto che, trasportato a dorso di mulo al momento della demonticazione a fine settembre-ottobre, era più facile da impilare, sistemare sul basto e ridurre i pericoli di rotture. Fratelli di forma Come dicevamo, non frequenti ma i formaggi a base quadrata DOP sono presenti al nord come al sud Italia:
� � � �
Quartirolo Lombardo DOP Ragusano DOP Salva Cremasco DOP Taleggio DOP
La stagionatura in montagna nelle cantine create dall’uomo definite “Selle” Particolarità di quella parte sud della montagna cuneese, che non si riscontrano in altre vallate verso il Monviso, sono le Selle, tipici edifici di piccola dimensione, di norma ricavati a ridosso di un pendio per usufruire al massimo della fresca temperatura del suolo ed eventualmente anche coperte di terra sul tetto. Ingressi ridotti al minimo, mancanza di finestratura, pavimento naturale e pareti in pietre, roccia e malta, piccole aperture per il ricambio dell’aria ben posizionate, il tutto per mantenere il più possibile condizioni di umidità elevate e di temperatura più vicina possibile agli 8-10°C.
BIBLIOGRAFIA I formaggi tipici del Piemonte e della Valle d’Aosta, Giovanni Delforno, Edizioni EDA, 1981 Disciplinare di produzione Formaggio Raschera DOP www.ruralpini.it
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Delvotest®
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PILLOLE LEGISLATIVE
Il Biologico in evoluzione: novità e aggiornamenti Cresce il comparto del Biologico (+4,4% degli ettari coltivati e +5% di operatori rispetto al 2020 - www. Sinab. it) e cambia la normativa: dal 1 gennaio 2022 è diventato applicabile il Regolamento (UE) 2018/848, e da poco è stata approvata la Legge 23/22, che contiene la normativa nazionale del settore, nonché il DM 20 maggio 2022 38
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PILLOLE LEGISLATIVE
NORMATIVA
aggregazione del prodotto e di filiere biologiche. La norma in esame disciplina, per il settore della produ-
Avv. Chiara Marinuzzi
zione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con
Studio Legale Gaetano Forte
»
Il sistema delle autorità nazionali e locali e degli or-
»
I DISTRETTI BIOLOGICI e l’organizzazione della
metodo biologico, i seguenti oggetti:
LA LEGGE 23/2022
È
stata pubblicata sulla GU del 23 marzo 2022 la Legge 23 recante “Disposizioni per la tutela, lo
ganismi competenti; produzione e del mercato, compresa l’aggregazione tra i produttori e gli altri soggetti della filiera;
»
Le azioni per la salvaguardia, la promozione e lo sviluppo della produzione agricola, agroalimentare e
sviluppo e la competitività della produzione agri-
dell’acquacoltura con metodo biologico, compresa
cola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo
la semplificazione amministrativa, e i mezzi finanzia-
biologico“, (in vigore il 7 aprile 2022).
ri per il sostegno alla ricerca e alle iniziative per lo
L’art. 1 co. 2 abbraccia un’accezione “etica” di produ-
sviluppo della produzione biologica, la realizzazione
zione biologica, definita come un “sistema globale di
di campagne di informazione e di comunicazione
gestione dell’azienda agricola e di produzione alimen-
istituzionale, nonché la promozione dell’utilizzo di
tare, basato sull’interazione tra le migliori prassi in ma-
prodotti ottenuti con il metodo biologico da parte
teria di ambiente e azione per il clima e di salvaguardia
degli enti pubblici e delle istituzioni;
delle risorse naturali e, grazie all’applicazione di norme rigorose di produzione, contribuisce alla qualità dei prodotti, alla sicurezza alimentare, al benessere degli ani-
»
L’uso di un marchio nazionale che contraddistingua i prodotti ottenuti con il metodo biologico, realizzati con materie prime coltivate o allevate in Italia.
mali, allo sviluppo rurale, alla tutela dell’ambiente e
Viene quindi istituito il marchio biologico italiano per ca-
dell’ecosistema, alla salvaguardia della biodiversità e al
ratterizzare i prodotti biologici ottenuti da materia prima
raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’intensità
italiana contraddistinti dall’indicazione «biologico italia-
delle emissioni di gas a effetto serra [...], e fornisce in
no». Il marchio biologico italiano, di proprietà del Mini-
tale ambito appositi servizi eco-sistemici, contribuendo
stero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, può
al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per
essere richiesto su base volontaria. Esso sarà oggetto
lo sviluppo sostenibile, nel rispetto dei vincoli derivanti
di successivi decreti.
dall’ordinamento dell’Unione Europea e delle compe-
La Legge in esame istituisce inoltre un tavolo tecnico
tenze delle regioni e delle Province autonome di Trento
per la produzione biologica oltre a un piano d’azione
e di Bolzano”.
nazionale per la produzione biologica con cadenza
Lo Stato promuove e sostiene la produzione con meto-
triennale e un piano nazionale per le sementi biologi-
do biologico, anche attraverso interventi volti a incenti-
che. Viene anche istituito il fondo per lo sviluppo della
vare la costituzione di organismi, punti e piattaforme di
produzione biologica.
VIENE ISTITUITO IL MARCHIO BIOLOGICO ITALIANO PER CARATTERIZZARE I PRODOTTI BIOLOGICI OTTENUTI DA MATERIA PRIMA ITALIANA CONTRADDISTINTI DALL’INDICAZIONE ‘BIOLOGICO ITALIANO’
Settembre/2022
39
NORMATIVA
PILLOLE LEGISLATIVE
Altre norme riguardano la formazione professionale de-
termini riferiti al biologico, sull’etichetta compare il numero di
gli operatori del settore e i distretti biologici.
codice dell’autorità di controllo o dell’organismo di controllo
Si osserva infine che, rispetto all’iniziale disegno di leg-
cui è soggetto l’operatore che ha effettuato l’ultima operazio-
ge, nel testo definitivo risulta soppresso il riferimento
ne di produzione o preparazione.
all’agricoltura biodinamica che aveva, di fatto, bloccato
Il DM in esame precisa che tale codice è attribuito dalla com-
l’iter parlamentare di approvazione della Legge.
petente autorità del MIPAAF a ciascun Organismo di controllo al momento della autorizzazione a operare ed è composto dalla sigla ‘IT’, seguita dal termine ‘BIO’, seguito da numero
IL DM 20 MAGGIO 2022
di tre cifre, stabilito dal Ministero delle politiche agricole ali-
Il 30 giugno 2022 è stato pubblicato il DM 20 maggio
mentari e forestali.
2022 recante le disposizioni per l’attuazione del Rego-
Al fine di assicurare un sistema di controllo che permetta la
lamento (UE) 2018/848 e che abroga i decreti ministe-
tracciabilità dei prodotti in tutte le fasi della produzione, pre-
riali 18 luglio 2018 n. 6793, 30 luglio 2010 n. 11954 e 8
parazione e distribuzione, ai sensi dell’articolo 5 del D.Lgs.
maggio 2018, n. 34011.
20/2018, gli Organismi di controllo attribuiscono un numero
Di particolare interesse i seguenti punti
di codice a tutti gli operatori o gruppi di operatori controllati. Qualora il logo biologico dell’UE sia riportato in più parti del-
40
Codice operatore
la confezione, si è tenuti a indicare le diciture previste dalla
Ai sensi dell’art. 32 del Reg. 848/2018 recante l’elenco delle
regolamentazione UE in relazione a uno solo dei loghi ripor-
indicazioni obbligatorie previste per i prodotti che riportano
tati sulla confezione.
Settembre/2022
PILLOLE LEGISLATIVE
A tal proposito, pertanto, viene meno quanto attualmente
art. 5 Produzione animale
previsto dall’art. 7 DM. 6793/2018 che prevedeva che: “Il
art. 6 Produzione di alghe e animali da acquacoltura
numero di codice dell’O.d.C. deve essere preceduto dalla
(NUOVO)
dicitura: «Organismo di Controllo autorizzato dal MIPAAF» e
art. 8 Produzione del vino (NUOVO)
che sui prodotti preconfezionati da agricoltura biologica de-
art. 9 Gestione delle deroghe
ve essere riportato il codice identificativo attribuito dall’orga-
Art. 10 Adozione di norme eccezionali di produzione
nismo di controllo all’operatore che ha effettuato la produ-
Art. 12 Adempimenti degli operatori ai fini del controllo
zione o la preparazione più recente, ivi inclusa l’etichettatu-
ALLEGATO 2
ra. Il codice è preceduto dalla dicitura «operatore controllato
Prodotti impiegati come corroboranti, potenziatori delle
n. ...»”.
difese naturali dei vegetali
La disciplina nazionale si allinea quindi a quanto previsto
ALLEGATO 3
dalla normativa armonizzata a livello comunitario che non
Gestione delle deroghe
prevede l’obbligo di indicare del codice dell’Operatore non è
ALLEGATO 4
prevista dal Reg. 848/2018.
Elenco tipi genetici a lento accrescimento
I DM 18 luglio 2018 n. 6793, 30 luglio 2010 n. 11954 e 8
ALLEGATO 5
maggio 2018 n. 34011 e ss.mm sono abrogati a decorrere
Procedura per l’utilizzo di prodotti e sostanze non biolo-
dalla data di entrata in vigore del presente Decreto (1° LU-
giche (Allegato V, Sezione A.2, Parte D del regolamento
GLIO 2022).
(UE) 2021/1165)
NORMATIVA
ALLEGATO 6
Alimenti trasformati
Piano di gestione sostenibile (Allegato II, Parte III, punto
Ai sensi dell’Allegato II, Parte IV, punto 2.1 del Reg.
1.5 del Regolamento)
848/2018, alla composizione degli alimenti biologici trasformati si applicano le seguenti condizioni:
Misure transitorie e abrogazioni
a) il prodotto è ottenuto principalmente da ingredienti
Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 60 del Reg.
agricoli o prodotti destinati a essere utilizzati come ali-
848/2018 (ai sensi del quale i prodotti ottenuti in con-
menti di cui all’allegato I (es. lieviti utilizzati come alimen-
formità del regolamento 834/2007 prima del 1° gennaio
ti, mate, granturco dolce, foglie di vite, cuori di palma,
2022 possono essere immessi sul mercato dopo tale
germogli di luppolo e altre parti commestibili simili di ve-
data fino all’esaurimento delle scorte), i prodotti biolo-
getali e prodotti da esse ottenuti, sale marino e altri sali
gici etichettati in conformità al decreto ministeriale 18
per alimenti, cera d’api etc.). Al fine di determinare se un
luglio 2018 n. 6793 possono essere immessi sul merca-
prodotto sia stato ottenuto principalmente da tali prodot-
to fino all’esaurimento delle scorte.
ti, non sono presi in considerazione l’acqua e il sale
Le etichette già stampate in conformità al decreto mini-
aggiunti;
steriale 18 luglio 2018 n. 6793 possono essere utilizza-
b) un ingrediente biologico non è contenuto insieme allo
te fino all’esaurimento delle scorte.
stesso ingrediente non biologico; c) un ingrediente in conversione non è contenuto insieme allo stesso ingrediente biologico o non biologico.
CONCLUSIONI
Il DM in esame precisa che per “prodotto ottenuto princi-
Il settore del Biologico sta assumendo sempre maggiore
palmente da ingredienti di origine agricola”, si intende un
importanza anche in attuazione del programma UE From
prodotto in cui gli ingredienti di origine agricola rappre-
Farm to Fork. I nuovi provvedimenti nazionali hanno defi-
sentano più del 50% in peso della totalità degli
nito le modalità di attuazione della normativa comunita-
ingredienti.
ria. Nonostante tali novità siano state salutate come un
Altre disposizioni riguardano:
successo, vi è chi teme che possano esserci problemati-
art. 3 Prodotti in Conversione
che interpretative anche nei rapporti con la Commissione
art. 4 Produzione vegetale
europea.
Settembre/2022
41
Board and online submission and review system EDITORS IN CHIEF Milena Brasca (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Milano) Giovanna Contarini (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria-CREA, Lodi)
SCIENTIFIC EDITORIAL BOARD Federico Baruzzi (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Bari) Luciana Bava (Università degli Studi di Milano) Giovanni Cabassi (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria-CREA, Lodi) Cinzia Caggia (Università di Catania) María Remedios Carrasco Sánchez (QueRed Zafra, Spain) Bianca Castiglioni (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Lodi) Fabio Coloretti (Università di Bologna) Roberto Consonni (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Milano) Maria Luisa Dettori (Università degli Studi di Sassari) Paolo Formaggioni (Università degli Studi di Parma) Piero Franceschi (Università degli Studi di Parma) Elena Franciosi (Fondazione Edmund Mach, San Michele all’Adige) Monica Gatti (Università degli Studi di Parma) Giorgio Giraffa (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria-CREA, Lodi) Yesid González Torres (Fundación Universitaria Juan de Castellanos, Tunja, Colombia) Nadia Innocente (Università degli Studi di Udine) Alejandra A.Latorre (Universidad de Concepción, Chillan, Chile) Camilla Lazzi (Università degli Studi di Parma) Massimo Malacarne (Università degli Studi di Parma) Lucia Monti (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria -CREA, Milano) Luisa Pellegrino (Università degli Studi di Milano) Giovanni Piredda (Agenzia Regionale per la Ricerca in Agricoltura, Sassari) Luca Settanni (Università degli Studi di Palermo) Tiziana Silvetti (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Milano) Andrea Summer (Università degli Studi di Parma)
HONORARY BOARD MEMBERS Giuseppe Losi
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Scientific papers / Original article
Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia / Vol 72, n.4, 44 - 50, 2022
Mena Ritota, Maria Gabriella Di Costanzo, Pamela Manzi*
Provolone Valpadana DOP: variazioni nella produzione ed effetti sulle caratteristiche chimico-nutrizionali Provolone Valpadana PDO: changes in cheesemaking and effect on chemical-nutritional features CREA Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione, Via Ardeatina 546, 00178, Roma
Received: Dec 20, 2021 Accepted: Jun 13, 2022 DOI: 10.36138/STLC.04.2022.01
*Corresponding author:
Pamela Manzi
CREA Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione Via Ardeatina 546, 00178, Roma, Italia E-mail: pamela.manzi@crea.gov.it
Riassunto Obiettivi: Il Provolone Valpadana DOP piccante è un formaggio a pasta filata dove il latte deve essere raccolto, conservato e trasportato nel rispetto delle condizioni di temperatura previste dalla normativa vigente. Obiettivo di questo lavoro è verificare se e come variazioni nella temperatura di stoccaggio del latte possano modificare alcuni parametri d’interesse chimico-nutrizionale del formaggio. Materiali e metodi: sono state effettuate due differenti sperimentazioni (A e B) in cui sono stati prodotti Provoloni (piccola pezzatura, tipologia piccante, stagionati per 60 giorni) come da Disciplinare di produzione ma effettuando una variazione nella temperatura di refrigerazione del latte crudo: Sperimentazione A) Provoloni prodotti con latte stoccato a 6°C e a 12°C per 60 ore; Sperimentazione B) Provoloni prodotti con latte stoccato a 10°C e a 12°C per
44
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15 ore e poi a 4°C per 45 ore. Nei formaggi sono stati analizzati alcuni acidi organici, calcio e fosforo (totale e solubile), colesterolo, vitamina A ed E, ed un indice di processo, il Grado di Isomerizzazione del Retinolo (GIR). È stata infine effettuata una valutazione della copertura dei fabbisogni per i nutrienti studiati. Risultati: L’aumento della temperatura di stoccaggio del latte a 12°C per 60 ore (sperimentazione A) ha influito negativamente sul contenuto di alcuni acidi organici e sull’indice GIR. Inoltre, il formaggio prodotto con queste condizioni evidenzia la minor copertura percentuale dei fabbisogni dei nutrienti studiati. Parole chiave: J
Provolone Valpadana
J
Acidi organici
J
Isomerizzazione del retinolo
J
Calcio solubile
J
Valutazione nutrizionale
Abstract Objectives: Provolone Valpadana PDO is a pasta filata cheese where milk is collected, stored, and transported according to the temperature conditions set by current regulations. The aim of this work is to verify how a change in milk storage temperature can modify some chemical-nutritional parameters of the cheese. Materials and methods: two experimental sets (A and B) were carried out on Provolone (≤6 kg) piccante-type cheeses, 60 days ripened, according to the Production specification, but by changing the refrigeration temperature of raw milk: A) Provolone produced with milk stored, for 60 hours, at 6°C and 12°C; B) Provolone produced with milk stored at 10°C and 12°C for 15 hours and then refrigerated at 4° C for 45 hours.
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Some organic acids, calcium, and phosphorus (total and soluble), cholesterol, vitamin A and E content and the Degree of Retinol Isomerization (DRI index) were detected in cheeses. Moreover, a nutritional assessment was performed. Results: An increase in milk storage temperature at 12°C for 60 hours negatively affected the content of some organic acids and DRI index, and Provolone produced with this milk showed the lowest estimated dietary intake (%) of the requirements of studied nutrients. Keywords: J
Provolone Valpadana
J
Organic acids
J
Retinol isomerization
J
Soluble calcium
J
Nutritional assessment
DOI: 10.36138/STLC.04.2022.01 © 2022 QUINE
Scientific papers / Original article
Mena Ritota, Maria Gabriella Di Costanzo, Pamela Manzi*
INTRODUZIONE
mente dalla composizione originaria del latte e dal processo di
Il Provolone Valpadana DOP, tipologia piccante, è un formaggio
caseificazione.
semiduro a pasta filata il cui disciplinare di produzione (1) pre-
Dal punto di vista nutrizionale, circa il 60-70% dell’assunzione
vede che il latte crudo debba essere immediatamente raffred-
di Ca proviene da latte e prodotti caseari, e il formaggio è la
dato a una temperatura non superiore a 8°C in caso di raccolta
fonte principale negli adulti (12). Anche il fosforo, come il calcio,
giornaliera, e non superiore a 6°C se la raccolta non viene effet-
è importante per lo sviluppo e il mantenimento di ossa e denti e
tuata giornalmente, mantenendo la catena del freddo ad un
i prodotti caseari in generale, rappresentano circa il 30%
massimo di 10°C durante il trasporto, e al massimo a 6°C pres-
dell’assunzione di fosforo (13). I minerali rappresentano circa lo
so lo stabilimento di destinazione, fino al momento della tra-
0,7% dei componenti del latte e la loro composizione è consi-
sformazione. Recentemente, un progetto del MIPAAF (Progetto
derata relativamente costante (14). Tuttavia, nel latte i minerali
TEMPRO) ha valutato la possibilità di utilizzare temperature di
influiscono sulla definizione delle caratteristiche strutturali e
stoccaggio del latte superiori, per favorire lo sviluppo di una mi-
sulle proprietà funzionali delle micelle di caseina, che risultano
croflora endogena filo-casearia potenzialmente utile nella filiera
poi determinanti in fase di caseificazione: esiste infatti un equi-
di produzione di questo formaggio e anche per andare incontro
librio dinamico tra i minerali nella forma solubile e le micelle di
alle esigenze dei produttori di Provolone Valpadana DOP.
caseina che può risentire della temperatura e del pH del latte,
Le condizioni di stoccaggio del latte possono avere, però, ri-
oltre che della forza ionica (15). Tra questi minerali il calcio ed il
percussioni non solo su analiti importanti dal punto di vista, chi-
fosforo giocano un ruolo fondamentale e il loro equilibrio deve
mico, microbiologico e tecnologico, ma anche su composti di
essere tenuto in debito conto (16), poiché eventuali variazioni
interesse nutrizionale (ad es. vitamine e sali minerali).
durante il processo di caseificazione possono modificarne la
Gli acidi organici sono importanti analiti non solo dal punto di
quantità e la distribuzione.
vista tecnologico, ma anche microbiologico e sensoriale: rap-
Dal momento quindi che le condizioni di stoccaggio del latte
presentano, infatti, l’espressione dell’attività della microflora
possono avere ripercussioni sulle caratteristiche chimico-nutri-
casearia e dello sviluppo microbico (2), che possono essere a
zionali, oltre che tecnologiche, microbiologiche e sensoriali del
loro volta influenzati dalla temperatura di refrigerazione del lat-
formaggio, in questo lavoro, venendo incontro alle esigenze dei
te. Gli acidi organici evolvono con la maturazione dei formaggi,
produttori di Provolone Valpadana DOP, sono stati studiati
concorrendo sia allo sviluppo del gusto e dell’aroma dei for-
campioni di Provolone Valpadana prodotti con latte mantenuto
maggi che all’eventuale formazione di off-flavours (3).
a diverse temperature di stoccaggio, e valutati per il loro conte-
Latte e formaggio sono una fonte di grassi e di composti lipo-
nuto di alcuni acidi organici, calcio e fosforo, sia totali che solu-
solubili, in particolare il grasso del latte rappresenta una buona
bili, alcuni composti della frazione insaponificabile e l’indice
fonte alimentare di vitamine liposolubili (4, 5). Alcuni di questi
GIR, al fine di individuare le migliori condizioni operative tali da
composti possono subire delle modifiche durante la caseifica-
non pregiudicare la qualità chimico-nutrizionale degli stessi
zione con particolare riferimento agli isomeri del retinolo. Per
Provoloni. Sugli stessi campioni, infine, è stata valutata la co-
diversi anni, infatti, la vitamina A è stata considerata resistente
pertura dei fabbisogni degli stessi nutrienti analizzati.
al calore e piuttosto stabile; tuttavia, è stato dimostrato che trattamenti termici e tecnologici applicati ai prodotti lattiero-caseari possono provocare una isomerizzazione a carico del reti-
MATERIALI E METODI
nolo, con conseguente alterazione della biodisponibilità del re-
Sono state effettuate due differenti caseificazioni sperimentali (A e
tinolo e riduzione dell’attività biologica della Vitamina A (6, 7).
B) di Provolone Valpadana (di piccola pezzatura, tipologia piccan-
Questi isomeri concorrono a definire il Grado di Isomerizzazio-
te) con 60 giorni di stagionatura. Tutti i formaggi sono stati prodot-
ne del Retinolo (GIR), indice di processo che è correlato con la
ti come da Disciplinare di produzione, ma variando le condizioni di
presenza di microrganismi (8) e aumenta con la severità del
refrigerazione del latte crudo secondo il seguente schema:
trattamento tecnologico del latte (6) e con la stagionatura del
1. Sperimentazione A: dallo stesso latte crudo sono stati ottenuti:
formaggio (9). Alcuni autori (10, 11) hanno confermato come la
n
Provoloni (PAT06060) da latte stoccato a 6°C per 60 ore
variabilità di alcuni componenti liposolubili, tra cui acidi grassi,
n
Provoloni (PAT12060) da latte stoccato a 12°C per 60 ore
carotenoidi, vitamine A ed E nei formaggi dipenda principal-
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Scientific papers / Original article
Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia / Vol 72, n.4, 44 - 50, 2022
Ca sol/Ca tot (%)
P sol/P tot (%)
GIR (%)
60,0 50,0
a
a
a
a
%
40,0 30,0
a
a
a
b 20,0 a
10,0
a
b
b
PBT10060
PBT12060
PAT06060
PAT12060
Figura 1. Rapporto percentuale di Ca sol/Ca tot e di P sol/P tot e Grado di Isomerizzazione del Retinolo (GIR %) in Provolone ottenuti con latte stoccato a 6°C e 12°C (sperimentazione A – Provoloni PAT) e con latte stoccato a 10°C e 12°C (sperimentazione B – Provoloni PBT) a 60 giorni di maturazione (lettere diverse p<0,05, per ogni variabile) Figure 1. Percentage ratio of Ca sol/Ca tot and P sol/P tot and Degree of Retinol Isomerization (DRI %) and in Provolone obtained with milk stored at 6°C and 12°C (trial A - PAT), and with milk stored at 10°C and 12°C (trial B - PBT), ripened for 60 days (different letters p<0.05, for each variable)
2. Sperimentazione B: dallo stesso latte crudo sono stati ottenuti: n
n
Il Grado di Isomerizzazione del Retinolo (GIR) è il rapporto per-
Provoloni (PBT10060) da latte stoccato a 10°C per 15 ore e
centuale tra il contenuto di 13-cis retinolo e trans retinolo (6).
mantenuto a 4°C per altre 45 ore
La copertura percentuale del fabbisogno di nutrienti è stata
Provoloni (PBT12060) da latte stoccato a 12°C per 15 ore e
calcolata considerando la porzione di formaggio raccomanda-
mantenuto a 4°C per altre 45 ore
ta (50g) e confrontata con i valori di riferimento (PRI, Population Reference Intakes) per l’adulto riportata nei LARN (20).
PAT e PBT sono due codici che identificano il Provolone (P), la spe-
I dati sono presentati come media e deviazione standard di
rimentazione (A o B) e la Temperatura di stoccaggio (T).
tre determinazioni. Per l’elaborazione statistica dei dati (ANO-
Per la determinazione degli acidi organici, campioni di formaggio (5g)
VA e t test) è stato impiegato XL-STAT Base 18.06 (Addinsoft
sono stati estratti mediante agitatore rotante (30 min a 300 rpm) con
1995-2017) e i risultati sono stati considerati significativi per
25 mL di H3PO4 0,5%, ultracentrifugati (15 min a 20000 rpm, 4°C) e
p<0,05.
filtrati. La caratterizzazione è stata effettuata mediante Cromatografia Liquida in fase inversa come riportato da Ritota et al. (17).
46
Calcio e fosforo totali sono stati determinati secondo il metodo
RISULTATI E DISCUSSIONE
AOAC (18).
In Tabella I si riportano i valori di acidi organici nelle due speri-
L’estrazione di calcio e fosforo solubile è stata effettuata secondo
mentazioni di Provolone Valpadana.
Metzger et al. (19) e successivamente aliquote del filtrato sono sta-
L’acido lattico, prodotto principale della fermentazione ad ope-
te analizzate secondo il metodo AOAC (18).
ra dei batteri lattici, è risultato l’acido organico presente in mag-
Per la determinazione di alfa tocoferolo, beta carotene, isomeri del
giore quantità, come confermato da alcuni autori (21). Il suo
retinolo e colesterolo è stato applicato un metodo cromatografico
contenuto, inoltre, non mostra variazioni tra i differenti campioni
in fase normale, previa saponificazione (7).
nelle due sperimentazioni.
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A)
B) PBT 12060
50
50
PBT 10060 PAT 12060 40
PAT 06060
30
% copertura
% copertura
40
20
10
0
30
20
10
Calcio
Fosforo
0
Vitamina A
Calcio
Fosforo
Vitamina A
Figura 2. Copertura percentuale dei fabbisogni per Vitamina A, calcio e fosforo in uomini (A) e donne (B) adulti, con una porzione (50g) di Provolone ottenuti con latte stoccato a 6°C e 12°C (sperimentazione A - PAT) e con latte stoccato a 10°C e 12°C (sperimentazione B - PBT) a 60 giorni di maturazione Figure 2. Estimated Dietary Intake (%) for Vitamin A, calcium, and phosphorus in men (A) and women (B) with a portion (50g) of Provolone obtained with milk stored at 6°C and 12°C (trial A - PAT), and with milk stored at 10°C and 12°C (trial B - PBT), ripened for 60 days
Da sottolineare, invece, i contenuti molto elevati di acido acetico
mentazione: questo potrebbe essere dovuto ad una più intensa
e acido formico nel campione PAT12060 (dati confermati anche
attività lipolitica e/o all’assenza di fenomeni inibenti tale meccani-
sul secco), i quali potrebbero essere entrambi ascrivibili all’attivi-
smo, come anche all’attivazione di particolari vie metaboliche
tà metabolica di microrganismi eterofermentanti (3, 22). Di diffici-
che interessano il catabolismo di determinati aminoacidi.
le interpretazione resta il contenuto altrettanto elevato di acido ci-
Nella Tabella I si riportano anche i valori di calcio e fosforo totali nei
trico nello stesso campione: il citrato, infatti, viene generalmente
formaggi studiati: entrambi i valori sono in linea con quelli riportati
co-metabolizzato, durante la maturazione dei formaggi, insieme
in precedenza per la stessa tipologia di formaggio (25). I valori di
al lattosio e altri zuccheri, ad opera dei microrganismi citrato-fer-
calcio riscontrati sono maggiori nella seconda sperimentazione
mentanti (23). Tuttavia, alcuni autori hanno osservato valori eleva-
(dati confermati anche sul secco). Il trattamento di refrigerazione
ti di citrato durante la stagionatura di formaggi, attribuendo tale
più severo (di 60 ore) potrebbe aver influito negativamente sul
fenomeno alla probabile assenza dell’attività di uno degli enzimi
contenuto di calcio del prodotto finito, ma ci sono anche altri fatto-
(isocitrato deidrogenasi) coinvolti nel Ciclo di Krebs (21, 24). Il
ri (ad es. contenuto di proteine, stadio di lattazione) che possono
contenuto elevato di acido acetico anche nell’altro Provolone del-
avere incidenza sul contenuto di calcio (14). Inoltre, è stata osser-
la prima sperimentazione (PAT06060) conferma che le temperatu-
vata un’influenza significativa sul contenuto di calcio del latte an-
re di refrigerazione più elevate e/o mantenute per maggior tempo
che da parte del sistema di alimentazione, del periodo di allatta-
possono favorire l’attività metabolica di microrganismi eterofer-
mento, o in alcuni casi della loro interazione (26).
mentanti (es. batteri lattici non starter o microflora secondaria) o
Riguardo al contenuto di minerali, alcuni autori hanno individuato
l’attivazione di particolari vie metaboliche che interessano il cata-
come un alto contenuto di calcio abbia un effetto positivo sulla ca-
bolismo di determinati aminoacidi. L’acido butirrico, uno dei pro-
seificazione, favorendo la ritenzione del siero nella cagliata, men-
dotti della lipolisi che ha luogo durante la maturazione dei for-
tre un elevato contenuto di fosforo aumenta la resa, sebbene sia
maggi, è risultato maggiore nei Provoloni della seconda speri-
associato ad una minore quantità di grasso nella cagliata (27).
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Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia / Vol 72, n.4, 44 - 50, 2022
Tabella I. Contenuto in acqua, acidi organici, calcio, fosforo, colesterolo (mg /100g), alfa tocoferolo, beta carotene e Vitamina A (µg/100g) in Provoloni a 60 giorni di maturazione ottenuti con latte stoccato a 6°C e 12°C per 60 ore (sperimentazione A – Provoloni PAT) e a 10°C e 12°C per 15 ore e poi a 4°C per 45 ore (sperimentazione B – Provoloni PBT) (lettere diverse p<0,05, per ogni riga) Table I. Content in water, organic acids, calcium, phosphorus, cholesterol (mg/100g), alpha tocopherol, beta carotene, and Vitamin A (μg/100g) in Provolone, ripened for 60 days, obtained with milk stored at 6 °C and 12 °C (trial A - PAT), and at 10 °C and 12 °C (trial B - PBT) (different letters p<0.05, each raw) PAT06060 media
ds
Acqua
38,8
0,1
Ac. Formico
9,4
Ac. Piruvico
PAT12060 media
ds
b
40,7
0,0
1,5
c
42,1
0,6
0,2
b
Ac. Lattico
2422,5
173,7
Ac. Acetico
62,2
Ac. Citrico
PBT10060 media
ds
a
37,6
0,1
2,6
a
7,7
0,8
0,2
a,b
a
2276,1
146,1
10,1
b
94,8
58,9
0,7
b
1,5
0,3
Ac. Butirrico
50,9
Calcio
PBT12060 media
ds
c
37,5
0,2
c
1,5
c
18,1
1,8
b
1,1
0,2
a
< LOQ*
0,0
c
a
2319,7
91,7
a
2133,5
84,9
a
5,9
a
42,2
4,4
c
29,6
1,8
c
138,1
7,1
a
55,2
4,8
b
56,1
1,9
b
b
1,6
0,2
b,c
3,3
0,1
a
1,0
0,0
c
7,3
c
43,7
3,7
c
75,1
2,3
b
87,3
2,4
a
761,1
10,8
b
705,0
4,6
c
835,3
11,8
a
830,6
22,5
a
Fosforo
507,8
3,1
a
480,9
3,1
b
516,3
3,1
a
507,1
6,9
a
Colesterolo
96,6
5,0
a
84,5
1,0
b
89,8
0,7
b
91,3
2,1
b
alfa tocoferolo
757,1
18,5
b
648,2
1,6
c
745,8
13,2
b
794,7
5,6
a
beta carotene
49,5
0,9
b
44,9
1,3
c
54,6
0,7
a
53,7
1,2
a
Vitamina A
290,8
11,9
a
264,3
1,2
b
296,7
3,5
a
288,9
4,4
a
Ac. Urico
*LOQ= Limit Of Quantification 0,05mg/100g
48
Il rapporto percentuale calcio solubile/calcio totale può essere
pregiudicando quindi la qualità tecnologica del latte (con un note-
considerato un importante parametro nutrizionale, poiché è stato
vole aumento, ad esempio, di entrambe le forme solubili sia di
riscontrato che il calcio assunto sotto forma solubile può miglio-
calcio che di fosforo). In Figura 1 sono riportati i risultati relativi al-
rarne l’assorbimento nel tratto gastrointestinale (28). Inoltre, uno
le percentuali di calcio e fosforo solubili nei Provoloni studiati:
studio precedente sull’influenza della temperatura di refrigerazio-
mentre non si evidenziano differenze significative tra le due speri-
ne su latte crudo per caseificazione (17), ha evidenziato come re-
mentazioni in termini di frazione di calcio solubile, si osserva un
frigerazioni più “estreme” (12°C per 60 ore) potevano portare, in
valore inferiore di percentuale di fosforo solubile nella prima spe-
alcuni casi, allo sviluppo di fermentazioni anomale e indesiderate,
rimentazione a 6°C. Gli equilibri minerali tra le forme solubili e col-
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Mena Ritota, Maria Gabriella Di Costanzo, Pamela Manzi*
loidali di calcio e fosforo dipendono fortemente dalla temperatu-
ma sperimentazione (Figura 1), e si riflette nel minor contenuto di
ra, dal pH, dalla forza ionica e dai livelli di citrato (15), pertanto sia
vitamina A nel PAT12060 (Tabella I).
il processo di caseificazione che la maturazione dei formaggi
Infine, in Figura 2 (A e B) si riportano le coperture percentuali, con
possono influire notevolmente su questo equilibrio dinamico.
una porzione (50g) di Provolone, dei fabbisogni di vitamina A, cal-
Proprio a causa dell’influenza di numerose variabili su tale feno-
cio e fosforo riferiti a uomini di 18-59 anni con un Livello di Attivi-
meno, i risultati ottenuti non possono essere ascrivibili solamente
tà Fisica (LAF) pari a 1,75, di 170 cm di altezza e con una neces-
alla differente temperatura di stoccaggio del latte.
sità giornaliera di 2830 kcal, e a donne (18-59 anni) con un LAF
Per quanto riguarda i composti della frazione insaponificabile (Ta-
pari ad 1,75, di 160 cm di altezza e con una necessità di 2300
bella I), i valori più bassi di alfa tocoferolo e beta carotene si ritrova-
kcal/die (20).
no nel formaggio della prima sperimentazione (PAT12060), in cui il
Tra tutti i campioni studiati, il Provolone PAT12060 è quello che
latte ha subito uno stoccaggio a temperatura più elevata per un
evidenzia la minore copertura dei fabbisogni. È anche importante
tempo più lungo (12°C per 60 ore). A conferma di ciò, analizzando i
notare che, indipendentemente dal tipo di latte utilizzato, una
composti sulla sostanza secca (dati non mostrati) i valori di alfa to-
porzione di questi formaggi, arriva a coprire in media il 15%
coferolo, beta carotene e vitamina A sono risultati significativamen-
dell'obiettivo nutrizionale per la prevenzione (SDT) per il coleste-
te inferiori solo nel campione PAT12060 (p<0,05). I dati riguardo la
rolo (dati non mostrati), stabilito in 300 mg/die nell'adulto (20).
stabilità dell’alfa tocoferolo sono tuttavia abbastanza controversi in
Infine, nella valutazione nutrizionale del prodotto non si può non
quanto, alcuni autori hanno riscontrato una diminuzione di vitami-
tener conto del rapporto molare calcio/fosforo. I LARN (20) racco-
na E durante la conservazione di latte UHT (29) o di latte in polvere
mandano per i bambini un rapporto molare di calcio/fosforo 0,9-
(30) mentre altri autori hanno verificato come un trattamento a
1,7 mentre per gli adulti è auspicabile il mantenimento del rappor-
73°C per 15 minuti non modifichi il contenuto di vitamina E (31).
to molare intorno a 1-1,3. I formaggi studiati si collocano, per gli
Il valore del GIR (%), indice che generalmente tende ad aumenta-
adulti, intorno ad un valore di 1,1 nei formaggi della prima speri-
re con la maturazione del formaggio o con l’intensità dei tratta-
mentazione (sia a 6 che a 12°C), e intorno a 1,2 nei formaggi del-
menti termici del latte (6), risulta maggiore nei formaggi della pri-
la seconda sperimentazione (sia a 10 che a 12°C).
CONCLUSIONI In questo studio sono state valutate le variazioni in alcuni
per altre 45 ore, ottenute nella sperimentazione B) sono quel-
composti di interesse chimico- nutrizionale in Provolone Val-
le da preferire. Inoltre, dal punto di vista nutrizionale, i dati
padana DOP, tipologia piccante, prodotto con latte stoccato a
hanno permesso di identificare come una porzione di 50g di
diverse temperature. La maggior parte dei dati ha evidenziato
Provolone Valpadana apporti una buona quantità di micronu-
come un aumento della temperatura di stoccaggio del latte a
trienti, ben soddisfacendo parte delle esigenze nutrizionali
12°C mantenuto per 60 ore abbia influenzato negativamente il
degli adulti, tuttavia, nel Provolone Valpadana prodotto con
contenuto di alcuni acidi organici e il Grado di isomerizzazio-
latte stoccato a 12°C per 60 ore (con le condizioni sperimen-
ne del retinolo e pertanto le condizioni meno estreme (stoc-
tali più severe) si evidenzia la minor copertura dei nutrienti
caggio del latte a 10 o a 12°C per 15 ore e mantenuto a 4°C
studiati.
CONFLITTO DI INTERESSE Gli autori dichiarano che non esistono conflitti di interesse economico da parte di uno o più autori. RINGRAZIAMENTI Gli autori desiderano ringraziare il Consorzio di Tutela del Provolone Valpadana per aver fornito la campionatura. La ricerca è stata finanziata nell’ambito del Progetto MIPAAF: Effetti della temperatura di stoccaggio sulla sicurezza e qualità del latte crudo e sulle caratteristiche del Provolone Valpadana DOP – TEMPRO, D.M. 16837/7100/2019 del 11/04/2019.
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Raimondo Gaglio, Massimo Todaro, Luca Settanni*
An overview of the microbiological characteristics of the wooden shelves used in cheese ripening Una panoramica delle caratteristiche microbiologiche delle assi in legno impiegate per la maturazione dei formaggi Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, Ed. 5, Università degli Studi di Palermo, Viale delle Scienze, 90128, Palermo, Italy
Received: Apr 20, 2022 Accepted: Jul 04, 2022 DOI: 10.36138/STLC.04.2022.02
*Corresponding author:
Luca Settanni Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, Ed. 5, Università degli Studi di Palermo, Viale delle Scienze, 90128, Palermo, Italy E-mail: luca.settanni@unipa.it
Abstract Cheese ripening is a complex phenomenon affected by several factors. Among these, the influence of the wooden shelves used for aging traditional cheeses is underrated. The surfaces of the wooden boards are in contact with cheese rind for the entire ripening period and develop a microbial community. The aims of this review article is to provide an overview on the microbiological approaches applied to study the biofilms associated to the wooden tools used for dairy
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productions and to summarize the studies specifically performed on the wooden shelves used to ripen traditional cheeses. A critical discussion is focused on the hygienic aspects and the safety of these systems applied in cheese production for centuries. Keywords: J
Cheese ripening
J
Lactic acid bacteria
J
Traditional cheeses
J
Wooden shelves
Riassunto La maturazione dei formaggi è un fenomeno complesso che dipende da vari fattori. Tra questi, l’influenza delle scaffalature in legno impiegate per la maturazione dei formaggi tradizionali è un aspetto sottovalutato e poco studiato. Le superfici delle assi di legno sono a contatto con la crosta del formaggio per l’intero periodo di maturazione e sviluppano una comunità microbica. L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire una panoramica sugli approcci microbiologici applicati per studiare i biofilm associati alle
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attrezzature in legno impiegate per le produzioni casearie e riassumere gli studi eseguiti nello specifico sugli scaffali di legno utilizzati per maturare i formaggi tradizionali. La discussione critica è focalizzata sugli aspetti igienici e sulla sicurezza di questi sistemi applicati per secoli nella produzione dei formaggi. Parole chiave: J
Maturazione dei formaggi
J
Batteri lattici
J
Formaggi tradizionali
J
Assi di stagionatura
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Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia / Vol 72, n.4, 51 - 56, 2022
INTRODUCTION
then for milk curdling (3). Several investigations demonstrated that
The dairy tradition is often firmly linked to the use of wood. Nowa-
the wooden vat represents a safe system to produce cheeses (3, 11-
days, wood represents the raw material for the manufacture of the
15). Those works focused on the wooden vat biofilms evidenced the
equipment and utensils used in the dairy factories for many typical
presence of lactic acid bacteria (LAB), responsible for curd acidifica-
cheeses (1), especially those enjoying quality labels (2, 3). In the
tion (starter LAB) and cheese ripening (non-starter LAB), and the
past, several containers in contact with foods were made of wood,
absence of pathogenic species, in particular Listeria monocytoge-
mainly because this material was locally available at low cost (4). At
nes and Salmonella spp. taken as food safety criteria in light of the
that time, the importance of wood was considered very crucial for
regulation EC no. 2073/2005 (16). Another well characterized dairy
the production of cheeses (5).
wooden tool is the open-topped table used for curd acidification or
The use of wooden equipment for dairy productions in Europe has
moulding, dominated by LAB (7, 17). Although the research on the
been almost replaced by stainless steel and plastic tools in several
microbiological characterization of the wooden shelves is more limi-
countries, because these materials are easy to clean. Basically, wo-
ted, in the last years, efforts are being made to determine firstly the
oden equipment are still used in France and Italy to produce several
safety of these tools widely used for cheese ripening.
traditional and typical cheeses thanks to the derogation of the Euro-
The present review article reports the main findings of the characte-
pean Commission (EC) no. 2074/2005 from the regulation EC no.
rization of the wooden boards used to ripen traditional cheeses fo-
852/2004 for foods with traditional characteristics “as regards the
cusing on the microbiological aspects and highlighting the main
type of materials of which the instruments and the equipment used
strength points and drawbacks.
specifically for the preparation, packaging, and wrapping of these products are made” (6). However, wood in dairy sector is still present The issues related with the wood surface derive from its porous ul-
APPROACHES TO ANALYSE WOODEN SURFACE MICROBIOLOGY
trastructure facilitating the absorption and trapping of bacteria de-
The approaches applied to characterize the microbiological
termining the development of complex biofilms (9). A biofilm is an
aspects of the wooden boards in contact with cheese during ripe-
aggregate of microorganisms embedded into their extracellular
ning are different, but the collection of biofilms from the wooden
polymeric substances (EPS) adhering to a solid surface (10).
surface is necessary in any case. Basically a biofilm from a surface
Traditional Sicilian cheeses, especially those enjoying a protection
can be collected through destructive and non-destructive me-
designation of origin (PDO) are in contact with wood during the enti-
thods (1). So far, there is no standard collection method for woo-
re production cycle, from milk collection until the end of ripening.
den surfaces because their roughness and porousness determine
The dairy tool better characterized for the microbiological aspects
difficulties in recovering microorganisms (18).
and safety is the wooden vat that is first used to collect milk and
In case of wooden surface biofilms, destructive methods for col-
in other continents, like South America (7) and North America (8).
Figure 1. Biofilm collection from wooden shelf surfaces. A, destructive method; B, non-destructive method.
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lection consist on the cut (planning) of a restricted representative
sequencing) present in a given sample. The last (culture-indepen-
area by scalpel or cutter (17) (Fig. 1A) or planer or of a surface grin-
dent) approach provides a complete overview of the microbial
ding (19). The non-destructive approach is mostly based on the
community composition of complex matrices (21).
collection of biofilms by a swab, gauze or brush within a given area delimited with sterile squares (Fig. 1B). Ismail and co-workers (19) ganisms more efficiently than non-destructive methods. However,
MICROSCOPIC INVESTIGATION OF WOODEN SHELVES USED TO RIPEN CHEESE
the last approach does not cause damages to the structure and
One of the most recent study carried out to characterize the woo-
can be routinely applied to monitor the hygienic characteristics of
den boards used for cheeses ripening was reported by Settanni et
the wooden tools.
al. (22). In that study, the wooden shelves analyzed were made of
Wooden biofilms can be visually inspected by microscopy. In order
silver fir, chestnut, Swedish pine, stone pine and common beech,
to produce a complete overview of the microorganisms developed
and were associated to the ripening of PDO Pecorino Siciliano,
into such a complex EPS matrix, scanning electron microscopy
PDO Piacentinu Ennese, and agri-food product (TAP) Caciocaval-
(SEM) is generally performed (20). The photograph taken during
lo Palermitano which represent three typical cheeses made from
the analysis allow to determine microbial cell morphologies, the di-
raw milk in Sicily (south Italy). The wooden boards were sampled
stribution of the different cells, the thickness of the polymeric sub-
during cheese ripening (the contact with cheese lasted two
stance in which they are embedded and the level of wood covera-
months for PDO Piacentinu Ennese, while four to five months for
ge by the biofilm. Of course, SEM can only be performed after the
the other two products) from 18 dairy facilities among different Si-
destructive collection of the biofilm, since wood splinters are sput-
cilian provinces. The photographs taken from the wooden shelf
ter coated with a thin layer of gold before microscopic investiga-
splinters subjected to SEM analysis (Fig. 2) showed a different le-
tion (14).
vel of microbial coverage. In a few cases, the woody roughness
The biofilms collected by non-destructive methods are generally
was well visible and only a few cells adhered to the shelf surface,
subjected to the classical analysis by plate count (culture-depen-
but for the majority of the samples the biofilms covered almost the
dent approach) and/or analyzed by the modern high-throughput
entire surface. The lack of a continuous thick layer of EPS typical
sequencing (HTS) of DNA of all microbial nucleic acids (shotgun
of bacterial biofilms detected on the wooden vats used for milk
stated that destructive methods recover wood associate microor-
Figure 2. Scanning electron microscopy (SEM) micrographs of wooden splinters from wooden boards used for traditional Sicilian cheese ripening.
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curdling (11, 14) could not be imputable to a different cleaning
ce. Mariani et al. (23) characterized the wooden shelves used for
procedure, because all shelves were cleaned once a year by a
PDO Reblochon de Savoie smear cheeses also by plate counts.
thorough brushing and a pressure washer, at the end of the sum-
Wooden shelf community was dominated by micrococci - coryne-
mer season. Not even a different contact with cheese rind could
bacteria which accounted for 7.2-7.3 Log CFU/cm2 followed by
explain the different distribution of the biofilms, since all shelves
yeasts and molds in the range 6.0-6.1 Log CFU/cm2. Leucono-
were sampled from the area just in contact with the cheeses. Re-
stocs, lactobacilli, enterococci, staphylococci, and pseudomo-
garding cell composition, the biofilms mainly hosted bacterial po-
nads were found at low levels (3.7, 2.2, 3.1, 3.2, and 3.0 Log CFU/
pulations with different proportions of cocci and rods, even thou-
cm2, respectively). These results were not surprising because sme-
gh the majority of samples were dominated by cocci. In some bio-
ar cheeses are inoculated with surface starters that are commer-
films, yeast cells were detected at a high frequency and a few fun-
cially available (26). Thus, the dominance of micrococci-coryne-
gal hyphae showed the high level of complexity of the microbial
bacteria and yeasts is an expected phenomenon.
community of the wooden boards used for Sicilian cheese ripe-
The wooden shelves analyzed within those used to ripen Sicilian
ning.
cheeses were specifically investigated for 12 microbial groups
Mariani et al. (23) focused on the characterization of the wooden
(22). The differences found among the 18 shelves were particu-
shelves used to ripen PDO Reblochon de Savoie, a raw milk sme-
larly high. E.g. total mesophilic microorganisms (TMM) were in
ar cheese produced in the French Alps. The shelves analyzed we-
the range 2.4-7.8 Log CFU/cm2. LAB were investigated conside-
re made of spruce wood, had a different age (from <4 years to >8
ring five main groups: mesophilic rods, thermophilic rods, meso-
years) and were sampled from eight farmhouses. SEM showed
philic cocci, thermophilic cocci and enterococci. The group of
the presence of bacteria and yeasts mostly in cracks, apertures,
mesophilic cocci was detected at the highest levels on all boards
and pores of the wooden surfaces. Also in this case, the microbial
and the densities registered were comparable to those of TMM,
biofilms did not cover entirely the surface of the shelves. Geotri-
indicating their dominance over the bacterial community of each
chum candidum cells were easily recognized thanks to their typi-
sample. Enterococci were enumerated from all wooden shelves
cal cylinder shape. SEM was also successfully applied to evalua-
and their levels did not exceed 4.1 log CFU/cm2. Regarding the
te the efficacy of a cleaning-drying treatment of spruce wood
undesirable groups, members of the Enterobacteriaceae family
shelves used to ripen PDO Reblochon de Savoie cheese (24). The
were found on six wooden shelves, with coliforms counted only
procedure applied consisted of cleaning with a brushing machine
from four samples. Pseudomonads were in the range 2.5 - 5.8 log
using cold water and drying in air with dedicated machines and
CFU/cm2 on 11 wooden shelves. Yeasts colonized all wooden
SEM analysis clearly showed that cleaning-drying removed consi-
boards in the range 1.8 - 6.8 log CFU/cm2, while molds develo-
stently yeasts and bacteria from the wooden shelves.
ped from 13 biofilms and their level was not above 5.4 Log CFU/
SEM analyses was also particularly useful to monitor the adhesion
cm2. Regarding microbiological and hygiene criteria for foodstuf-
of bacteria (Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa and
fs, barely three shelves were characterized by the presence of
Staphylococcus aureus) and yeasts (Pichia membranifaciens) arti-
viable E. coli which, however, did not carry Shiga-toxigenic E. co-
ficially inoculated onto the surface of three wood types: poplar,
li genes after PCR investigation, while coagulase-positive
Norway spruce and European beech (25). Although not able to
staphylococci, Salmonella spp., and L. monocytogenes were not
quantify microbial cells, SEM micrographs clearly showed the dif-
detected at all. A multivariate statistical treatment of the microbial
ferent adherence behaviour of the species included in the test and
loads indicated a cheese typology effect of the wooden shelves
indicated that P. aeruginosa was the species that better adhered
used for Sicilian cheese ripening (27).
to all wood types.
NEXT-GENERATION SEQUENCING APPROACH
54
CULTURE-DEPENDENT ANALYSYS OF WOODEN SHELVES
Next-generation sequencing tools show a high degree of identifica-
With the aim to investigate on the safety aspects of the wooden
last years, HTS became quite common to investigate deeply the
shelves used for cheese ripening, the determination of the level
biodiversity of the microbial communities of complex matrices. The-
and the identification of the viable cells is of paramount importan-
se tools are used in combination or even as alternative to the classi-
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tion and discrimination among microbial populations. Thus, in the
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Scientific papers / Original article
Raimondo Gaglio, Massimo Todaro, Luca Settanni*
cal culture-dependent methods to describe the microbial composi-
by Leuconostoc, Lactococcus, Lactobacillus, Pediococcus, and
tion of food matrices (28, 29) and biofilms associated to the
Streptococcus were detected at low percentages.
equipment surfaces in contact with foods (15, 17).
The same (Illumina) technology was used as sole tool to describe
Settanni et al. (22) applied Illumina technology to perform the taxo-
the microbiota of five wooden shelves used for aging artisan che-
nomic classification of the biofilms associated to the ripening of Sici-
eses in three dairy facilities located in the United States (33). The
lian cheeses. This approach allowed the identification of 137 bacte-
boards were made of cedar, pine and spruce. Although also in
rial groups from 93 families. The species identified most frequently
this case a significant board-to-board variation was observed,
from all wooden surfaces was Staphylococcus equorum, that rea-
the genera most frequently identified were Brevibacterium (23-
ched a maximum abundance of 64.75%. This species is salt tolerant
63%), Psychrobacter (~42%), Brachybacterium (11-23%), and
(30, 31) and represents a starter culture for surface-ripened semihard
Staphylococcus (11-16%), followed by low levels of Jeotgalicoc-
cheeses (32). Other cheese-surface-ripening bacteria such as Brevi-
cus, Nocardiopsis, and Corynebacterium. Those data suggested
bacterium and Corynebacterium were detected in almost all biofilm
that cheese-ripening environment selects for salt- and cold-tole-
samples. Illumina analysis also identified several halophilic (Halomo-
rant bacteria. Furthermore, Guzzon et al. (34) investigated the
nas, Tetragenococcus halophilus, Chromohalobacter, Salimicro-
biofilms of the wooden shelves used to ripen smear Fontina che-
bium, Marinococcus, Salegentibacter, Haererehalobacter, Marino-
ese by 454 pyrosequencing, finding a cause-effect relationship
bacter, and Idiomarinaceae) and moderately halophilic (Salinicoccus,
between the dominant Actinobacteria and the red-brown pig-
Psychrobacter, and Salinisphaera) species, while LAB, represented
mentation defect.
CONCLUSIONS The combined approaches applied to study the microbial di-
In particular, in all works performed so far, food safety and
versity of the wooden shelves used to ripen different cheeses
process hygiene criteria showed that the wooden shelves do
throughout the world evidenced that the majority of microor-
not represent microbiological risks for the human health. Ho-
ganisms associated to these systems are typically associated
wever, future works are necessary to better correlate micro-
with smear cheeses. Among bacteria, those most frequently
bial community of the wooden shelves and the final characte-
identified belonged to the halophilic and halotolerant groups.
ristics of the cheeses ripened onto their surfaces.
CONFLICT OF INTEREST DISCLOSURE All authors declare that they have no conflict of interest inherent the present paper.
FUNDING This work was supported by AGER 2 Project, grant no. 2017-1144.
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Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia / Vol 72, n.4, 51 - 56, 2022
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Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia / Vol 72, n.4, 57 - 63, 2022
Giulia Di Filippo1*, Marilena Marino1, Milena Brasca2, Michela Maifreni1, Nadia Innocente1
Studio dell’attività di Lacticaseibacillus casei come agente antigonfiore in formaggi a latte crudo Activity of Lacticaseibacillus casei to prevent late blowing in raw milk cheeses Dipartimento di Scienze AgroAlimentari Ambientali e Animali, Ambientali e Animali, Università degli Studi di Udine, Via Sondrio 2/A, 33100 Udine, Italia Istituto Scienze delle Produzioni Alimentari, ISPA-CNR, via Celoria 2, Milano, Italia
1 2
Received: Jan 17, 2022 Accepted: Jul 05, 2022 DOI: 10.36138/STLC.04.2022.03
*Corresponding author:
Giulia Di Filippo
Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali, Università degli Studi di Udine Via Sondrio 2/A, 33100 Udine Email: difilippo.giulia@spes.uniud.it
Riassunto Questo lavoro di ricerca mira a determinare la capacità di Lacticaseibacillus casei di controllare le fermentazioni anomale in un formaggio semiduro tipo Latteria. A tal fine, su quattro caseificazioni, di cui due di controllo e due sperimentali contenuti rispettivamente un L. casei LC4P1 (ceppo commerciale) e un ceppo isolato da Grana Padano, sono state effettuate analisi di tipo chimico-fisico e microbiologico per la valutazione dell’andamento della maturazione e delle cinetiche di crescita microbica. Dal punto di vista microbiologico, i risultati hanno evidenziato come l’inoculo della specie bioprotettiva non abbia interferito con lo sviluppo della microflora autoctona
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durante la maturazione e la stagionatura. Le analisi chimico-fisiche hanno portato alla conclusione che i due ceppi di Lb. casei determinano un rallentamento dei fenomeni proteolitici nel corso della maturazione ed inoltre, l’analisi della componente aromatica ha indicato come il ceppo commerciale non sia risultato efficace nel controllo della produzione di acido butirrico, tipico indicatore della comparsa di gonfiore tardivo. Parole chiave: J
Formaggio semiduro
J
Latte crudo
J
Bioprotezione
J
L. casei
J
Gonfiore tardivo
Abstract The aim of the present study was to evaluate the ability of Lacticaseibacillus casei to prevent anomalous fermentation in Latteria-type semi-hard cheese. Four laboratory-scale cheeses were produced: two control cheeses and two sperimental ones obtained with the addition of L. casei LC4-P1 (a commercial strain) and a strain isolated from Grana Padano. Chemical, physical, and microbiological analysis were performed to evaluate the development of ripening and the kinetics of microbial growth. From a microbiological point of view, results excluded a negative
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influence of the bioprotective species on the indigenous microflora throughout ripening. On the other hand, both L. casei strains slowed down the proteolytic phenomena during ripening and the aromatic profile analysis highlighted the inefficacy of LC4-P1 to prevent butyric acid production, a typical indicator of late blowing defect. Keywords: J
Semi-hard cheese
J
Raw milk
J
Bioprotection
J
L. casei
J
Late blowing
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MATERIALI E METODI
Analisi microbiologiche Campioni di latte crudo, latte in caldaia dopo l’aggiunta delle col-
Caseificazioni sperimentali
ture microbiche, cagliata dopo la salatura e dopo 15, 30, 50, 77 e
Sono state effettuate quattro caseificazioni sperimentali parallele:
90 giorni di stagionatura sono stati opportunamente diluiti con
n
caseificazione di controllo con aggiunta di lisozima (C1)
Maximum Recovery Diluent (MRD; Oxoid, MI) e sottoposti ad
n
caseificazioni senza lisozima con addizione di spore di
analisi microbiologica per la ricerca di: carica batterica mesofila
Clostridium tyrobutyricum (C2),
totale in piastre di Gelatin Peptone Agar (Oxoid) incubate per 48
caseificazione senza lisozima con addizione di spore di
h a 30°C, coliformi totali e fecali in piastre di ColiID (bioMérieux,
Clostridium tyrobutyricum e di un ceppo commerciale di
Firenze) incubate per 24 h a 37°C, batteri lattici mesofili in piastre
Lactobacillus casei commerciale (SP1)
di MRS agar (Oxoid) incubate per 48 h a 30°C in microaerofilia,
caseificazione senza lisozima con addizione di spore di
Streptococcus thermophilus in piastre di ST agar (9) incubate per
Clostridium tyrobutyricum e di un ceppo di L. casei isolato
24 h a 37°C, lattobacilli termofili in MRS agar acidificato a pH=5,4
da formaggio Grana Padano (SP2).
e incubato per 72 h a 37°C in microaerofilia, L. casei su MMV
n
n
agar (10) incubato per 72 h a 30°C, e lieviti su OGYE agar (Oxoid) Le colture microbiche utilizzate erano le seguenti: n
n
incubato per 5 gg. a 30°C. Le spore di clostridi butirrici sono sta-
Lyofast SBS 045A (Sacco S.r.l., Cadorago, CO) alla
te quantificate con il metodo MPN in RCM-lattato (Biogermina,
concentrazione di ca. 1011 UFC/60 L in tutte le caseificazioni
Arre, PD); dopo l’inoculo del terreno nelle provette e l’aggiunta di
Clostridium tyrobutyricum, fornito da ISPA (CNR, MI); le
paraffina sterile i campioni sono stati trattati termicamente a
spore sono state preparate secondo Ávila et al. (5) e
85°C per 15 min, quindi incubati a 37°C per 7 giorni in condizioni
addizionate nelle caseificazioni C2, SP1 e SP2 (ca. 200
di anaerobiosi.
spore/L) n
n
Lacticaseibacillus casei LC4-P1 (Sacco S.r.l.), utilizzato
Analisi chimico-fisiche dei formaggi
nella lavorazione SP1 (ca. 106 UFC/mL)
La cagliata dopo salatura e i formaggi dopo 15, 30, 50, 77 e 90
L. casei isolato da formaggio Grana Padano fornito da
giorni di stagionatura, sono stati sottoposti alle seguenti deter-
ISPA, utilizzato nella lavorazione SP2 (ca. 106 UFC/L).
minazioni analitiche: n
differenza in peso prima e dopo essiccamento in stufa a
crudo sono stati lavorati secondo la tecnologia tradizionale per
vuoto (Vuotomatic 50, Bicasa, Monza, Italia) per una notte
l’ottenimento di un formaggio a latte crudo tipo Latteria (7,8). Lo starter commerciale acidificante Lyofast SBS 045, contenente
a 75°C (AOAC, 1990); n
Coefficiente di maturazione, definito come il rapporto
Streptococcus thermophilus, è stato inoculato direttamente in
percentuale tra azoto solubile (NS) e azoto totale (NT).
caldaia in forma liofilizzata in quantità di una Unità Caldaia; la co-
L’NS e l’NT sono stati determinati secondo la metodica
agulazione presamica è stata effettuata mediante aggiunta di 24 mL di un caglio liquido di vitello 1:10.000 (Caglificio Clerici S.p.a,
58
Umidità mediante metodo gravimetrico, registrando la
In una caldaia sperimentale (Ingen, Coseano, UD), 60 L di latte
ufficiale Kjeldhal (FIL-IDF 25, 1964). n
Frazione volatile mediante la tecnica della micro-
Cadorago, Italia) nel latte riscaldato a 33°C. Nei momenti e nelle
estrazione in fase solida accoppiata all’analisi
caseificazioni opportune sono stati addizionati il lisozima (C1), le
gascromatografica (SPME-GC) (11). L’elaborazione dei
spore di C. tyrobutyricum in concentrazione di circa 200 spore/L
cromatogrammi è stata condotta utilizzando il software
(C2, SP1 e SP2) e i ceppi di L. casei (SP1 e SP2) ad una concen-
Mass Hunter Qualitative Analysis B.06.00 sfruttando
trazione finale pari a ca. 106 UFC/mL. La cagliata dopo il taglio è
l’algoritmo di deconvoluzione (Find by Chromatogram
stata sottoposta a cottura a 46°C e ad una fase di spinatura sot-
Deconvolution). I composti sono stati identificati
tofuoco per 10 min. Dopo lo scarico, sono state ottenute due ca-
confrontando il loro spettro di massa con quelli raccolti
gliate da circa 3 kg per ogni lavorazione. La pressatura, la salatu-
nella banca dati della biblioteca di cui è dotato lo
ra in salamoia (18-20% di NaCl, temperatura di 15°C) e la stagio-
strumento (Library NIST14.L, Standard reference
natura (12°C per 90 giorni) sono state effettuate presso un casei-
database). I dati sono stati espressi come aree assolute
ficio del Friuli-Venezia Giulia in provincia di Udine.
dei picchi ottenuti.
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Giulia Di Filippo, Marilena Marino, Milena Brasca, et al.
RISULTATI E DISCUSSIONE
ta di spore di C. tyrobutyricum presentavano concentrazioni simili
In tabella I sono riportate le caratteristiche microbiologiche del lat-
a quelle del campione C1.
te crudo, impiegato nelle diverse caseificazioni. La carica batterica totale è risultata conforme a quanto osservato
È stato successivamente valutato l’andamento della specie L. casei,
precedentemente su latte crudo di origine geografica analoga (12).
presente per tutto il periodo di maturazione, nelle quattro diverse ca-
Si è potuta riscontrare una certa carica di batteri lattici mesofili (tra
seificazioni. Come si può notare in tabella III, nelle caseificazioni di
1,4 x 103 e 1,8 x 104 UFC/mL), importante dal momento che contri-
controllo C1 e C2 il L. casei è presente, a riprova del fatto che questa
buiscono alla fermentazione dell’acido lattico, ai processi proteoli-
specie microbica fa naturalmente parte della flora autoctona del lat-
tici e di conseguenza alla formazione del profilo sensoriale del pro-
te di partenza (11). Le cagliate inoculate artificialmente con L. casei
dotto stagionato (9). I coliformi, sia totali che fecali, ed i lieviti erano
(SP1 e SP2) subito dopo la salatura hanno mostrato, come prevedi-
presenti in cariche contenute in tutti i campioni analizzati. Infine, le
bile, una maggiore concentrazione di partenza rispetto alle cagliate
spore di clostridi butirrici sono state determinate solo nel latte cru-
di controllo. Nonostante ciò, a partire dai 50/70 giorni di stagionatu-
do rispettivo al campione C1, dove erano presenti alla concentra-
ra si può notare una tendenza all’allineamento delle differenze di
zione di 150 MPN/L.
conta fra formaggi di controllo e sperimentali. È noto, infatti, che L.
In Tabella II sono riportate le conte microbiche delle colture aggiun-
casei sia una tra le specie autoctone, assieme a L. paracasei, che si
te (starter acidificante, L. casei e spore di clostridi butirrici) nel latte
adatta bene all’ecosistema del formaggio Montasio tanto da essere
in caldaia delle diverse lavorazioni. Come si può notare, i latti in
stato identificato tra le specie prevalenti durante tutto il periodo di
caldaia relativi alle lavorazioni C2, SP1 e SP2 a seguito dell’aggiun-
stagionatura (13).
Tabella I. Caratteristiche microbiologiche (UFC/mL) del latte crudo utilizzato per le diverse lavorazioni. Table I. Microbiological characteristics (CFU/mL) of raw milk used for the different cheesemaking processes. C1
C2
SP1
SP2
Conta batterica totale
3,30 x 104
6,00 x 103
4,00 x 103
4,20 x 103
Batteri lattici mesofili
1,40 x 103
4,40 x 103
1,60 x 104
1,80 x 104
Coliformi totali
1,20 x 102
6,50 x 102
1,50 x 102
1,30 x 102
Coliformi fecali
5
3,00 x 102
15
25
Lieviti
4,00 x 102
6,20 x 102
2,10 x 102
3,20 x 102
Spore di clostridi butirrici (MPN/L)
1,50 x 102
n.d.*
n.d.
n.d.
*n.d., non determinato
Tabella II. Conte microbiche (UFC/mL) delle colture aggiunte nel latte in caldaia delle diverse caseificazioni. Table II. Bacterial counts (CFU/mL) of starter cultures used for the different cheesemaking processes. C1
C2
SP1
SP2
St. thermophilus
5,20 x 106
5,70 x 106
6,50 x 106
4,20 x 106
Lattobacilli termofili
6,50 x 105
7,90 x 105
8,10 x 105
9,50 x 105
L. casei
n.d.*
n.d.
1,33 x 106
8,50 x 105
Spore di clostridi butirrici (MPN/L)
n.d.
2,00 x 102
2,10 x 102
2,10 x 102
*n.d., non determinato
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Tabella III. Evoluzione microbica (UFC/g) di L. casei nelle diverse caseificazioni durante la stagionatura. Table III. Microbial evolution (CFU/g) of L. casei in the different cheesemaking processes during ripening. 0 giorni
15 giorni
30 giorni
50 giorni
77 giorni
90 giorni
C1
9,00 x104
2,46 x106
3,50 x 106
2,30 x 106
3,00 x 108
3,85 x 108
C2
5,80 x 104
3,70 x 105
1,50 x 106
1,09 x 107
1,03 x 107
1,90 x 107
SP1
2,30 x 107
5,70 x 108
4,40 x 108
7,20 x 108
1,75 x 109
4,85 x 109
SP2
5,60 x 107
5,40 x 108
4,40 x 108
2,31 x 108
5,80 x 108
2,04 x 108
I formaggi sono stati analizzati nel corso della stagionatura per
standardizzazione della caseificazione nelle condizioni operative
valutarne l’umidità e il coefficiente di maturazione. Come si può
da noi adottate, piuttosto che ad un effetto legato alla presenza
notare in figura 1, l’umidità diminuisce correttamente nel tempo
del microrganismo aggiunto.
per tutte le caseificazioni a riprova dei normali processi di disidra-
Il coefficiente di maturazione, indice del regolare procedere dei
tazione che caratterizzano la maturazione. Tuttavia, i campioni di
fenomeni proteolitici della maturazione, aumenta progressiva-
formaggio relativi alle lavorazioni sperimentali (SP1 e SP2) pre-
mente nel corso della stagionatura per effetto della graduale libe-
sentano a fine stagionatura dei valori di umidità maggiori rispetto
razione di peptidi e amminoacidi. Si può evidenziare come tra i
a quelli dei campioni di controllo (C1 e C2). Non si può escludere
campioni di controllo e i campioni sperimentali ci siano delle dif-
che questa differenza possa essere attribuita ad una difficile
ferenze significative nell’evoluzione di questo indice. Tali differen-
45
45
35
35 25 30 15
25
20
CM (Nsol/Ntot)
UR (g/100g)
40
0
15
30
50
80
5
Tempo (giorni) Time (days)
UR C1 CM C1
UR C2 CM C2
UR SP1 CM SP1
UR SP2 CM SP2
Figura 1. Evoluzione dell’umidità e del coefficiente di maturazione nel corso della stagionatura. Figure 1. Moisture and ripening coefficient evolution during cheese ripening.
60
2022; (4)72: 57 - 63
Settembre/2022
DOI: 10.36138/STLC.04.2022.03 © 2022 QUINE
Scientific papers / Original article
Giulia Di Filippo, Marilena Marino, Milena Brasca, et al.
Somma aree totali (106)
Sun of absolute peak areas (106)
140 120 100
C1 C2 SP1 SP2
80 60 40 20
-
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Tempo (giorni) Time (days)
Figure 2. Somma delle aree assolute dei composti volatili presenti nello spazio di testa dei campioni di formaggio. Figure 2. Sum of the absolute areas of the volatile compounds measured in the headspace of cheese samples.
ze potrebbero essere attribuite ad una scarsa attività proteolitica
gnificative tra di essi. Il campione SP2 presenta una componente
dei ceppi di L. casei o/e ad una possibile azione competitiva de-
volatile costante nel tempo ed appiattita, a conferma del fatto
gli stessi nei confronti dei microrganismi autoctoni. Questa consi-
che il ceppo di Lb. casei isolato da formaggio Grana Padano in-
derazione si troverebbe in apparente disaccordo con quanto ri-
fluenzi il normale procedere dei fenomeni di maturazione iniben-
portato da altri autori, sebbene la capacità di rilasciare enzimi
do l’attività di enzimi prodotti dai microrganismi autoctoni e re-
proteolitici durante la stagionatura sia fortemente influenzata dal-
sponsabili della formazione di aromi.
la specie e dal ceppo di L. casei considerato (9,10). L’influenza
In figura 3 è riportata l’evoluzione dell’acido butirrico (a) e dell’a-
della presenza di L. casei sull’evoluzione della maturazione prote-
cido acetico (b) in quanto prodotti dalla fermentazione butirrica
olitica è evidente se si considera che il maggiore contenuto di
operata dai clostridi e quindi indici della comparsa del difetto di
umidità dei campioni sperimentali dovrebbe favorire un più rapi-
gonfiore tardivo. I campioni di controllo hanno confermato da un
do evolversi dei processi proteolitici (15).
lato l’effettiva efficacia del lisozima nel mantenere sotto control-
Il profilo della frazione volatile è considerato uno dei criteri più im-
lo lo sviluppo di microrganismi responsabili di fermentazione
portanti per la valutazione della qualità del formaggio. Per la sua
anomala (C1), dall’altro la capacità delle spore di C. tyrobutyri-
caratterizzazione, è stato impiegato il metodo della micro-estra-
cum di produrre acido butirrico e acetico, segnali della compar-
zione su fase solida (SPME) accoppiato alla gascromatografia. In
sa del difetto di gonfiore tardivo (C2). Tra le caseificazioni speri-
figura 2 è riportato l’andamento del profilo totale della frazione
mentali, solo SP2 presenta un’evoluzione dell’area dell’acido
volatile, espressa come rapporto tra la somma delle aree dei pic-
butirrico e dell’acido acetico più simile al campione di controllo
chi assoluti e l’area dello standard interno (∑ Aassolute/ASI) misurati
C1 contenente il lisozima come agente antigonfiore. Se ne de-
nello spazio di testa dei campioni. Si può denotare come i cam-
sume la capacità del ceppo isolato da Grana Padano di svolge-
pioni C1, C2 e SP1 presentino un aumento della frazione volatile
re un’azione competitiva nei confronti dei clostridi artificialmen-
nel corso della stagionatura senza differenze statisticamente si-
te inoculati nel latte.
2022; (4)72: 57 - 63
Settembre/2022
DOI: 10.36138/STLC.04.2022.03 © 2022 QUINE
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Scientific papers / Original article
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Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia / Vol 72, n.4, 57 - 63, 2022
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a)
b) 50
Area assoluta (x106)
Absolute peak area (x106)
Area assoluta (x106)
Absolute peak area (x106)
50 40 30 20 10 0
40 30 20 10
0
15
30
50
0
80
Tempo (giorni)
0
15
30
Tempo (giorni)
Time (days)
Time (days)
60
b) C1
Area assoluta (x106)
6
Absolute peak area (x10 )
50 40
C2
30
SP1 SP2
20 10
50
80
0
0
15
30
50
80
Tempo (giorni) Time (days)
Figura 3. Evoluzione dell’area assoluta riferita all’acido butirrico (a) e dell’acido acetico (b) nei formaggi nel corso della stagionatura. Figure 3. Absolute area evolution of butyric acid (a) and acetic acid (a) in cheese samples during ripening.
CONCLUSIONI
62
L’aggiunta di colture bioprotettive di L. casei non è risultata inter-
nendone la germinazione nel formaggio. Va tuttavia rilevato che
ferire con le normali cinetiche fermentative di un formaggio se-
l’attività antigonfiore è stata dimostrata soltanto per uno dei cep-
mi-duro a latte crudo. Questa specie microbica, intenzionalmen-
pi testati. Le analisi chimico-fisiche hanno invece evidenziato un
te addizionata al latte in caldaia o presente come specie autoc-
rallentamento nell’evoluzione dei fenomeni proteolitici e nella
tona, è risultata dominante durante tutta la stagionatura ed ha
produzione di composti aromatici nel corso della stagionatura
mostrato la potenzialità di agire contro le spore butirriche, preve-
dei formaggi addizionati di L. casei.
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Scientific papers / Original article
Giulia Di Filippo, Marilena Marino, Milena Brasca, et al.
CONFLITTO DI INTERESSI Non sussistono conflitti di interesse.
BIBLIOGRAFIA 1. Montel MC, Buchin S, Mallet A, Delbes-Paus C, Vuitton DA, Desmasures N, et al. Traditional cheeses: Rich and diverse microbiota with associated benefits. International Journal of Food Microbiology. 2014 May 2;177:136-54. 2. Innocente N, Corradini C. Effect of ripening temperature on the maturation of Montasio cheese. Italian journal of food science. 1996;8(4):291-302. 3. Gésan-Guiziou G. Removal of bacteria, spores and somatic cells from milk by centrifugation and microfiltration techniques. In: Improving the Safety and Quality of Milk. Elsevier; 2010. p. 349-72. 4. Su Y-C, Ingham SC. Influence of milk centrifugation, brining and ripening conditions in preventing gas formation by Clostridium spp. in Gouda cheese. International Journal of Food Microbiology. 2000 Mar;54(3):147-54. 5. Ávila M, Gómez-Torres N, Hernández M, Garde S. Inhibitory activity of reuterin, nisin, lysozyme and nitrite against vegetative cells and spores of dairy-related Clostridium species. International Journal of Food Microbiology. 2014 Feb 17;172:70-5. 6. Bottari B, Levante A, Neviani E, Gatti M. How the fewest become the greatest. L. casei’s impact on long ripened cheeses. Frontiers in Microbiology. 2018 Nov 22;9(NOV):2866. 7. Innocente N. La famiglia dei formaggi “tipo Latteria.” Scienza e Tecnica lattiero-casearia . 2004;5(6):413-22. 8. Innocente N, Biasutti M. Influenza di alcuni fattori tecnologici sulle caratteristiche dei formaggi del Friuli. Scienza e Tecnica lattiero-casearia. 2006;57(1):9-24. 9. Dave RI, Shah NP. Evaluation of Media for Selective Enumeration of Streptococcus thermophilus, Lactobacillus delbrueckii ssp. bulgari-
2022; (4)72: 57 - 63
cus, Lactobacillus acidophilus, and Bifidobacteria. Journal of Dairy Science. 1996 Sep 1;79(9):1529-36. 10. di Lena M, Quero GM, Santovito E, Verran J, de Angelis M, Fusco V. A selective medium for isolation and accurate enumeration of Lactobacillus casei-group members in probiotic milks and dairy products. International Dairy Journal. 2015 Aug 1;47:27-36. 11. Innocente N, Munari M, Biasutti M. Characterization by solid-phase microextraction-gas chromatography of the volatile profile of protected designation of origin Montasio cheese during ripening. Journal of Dairy Science. 2013 Jan 1;96(1):26-32. 12. Marino M, Maifreni M, Rondinini G. Microbiological characterization of artisanal Montasio cheese: analysis of its indigenous lactic acid bacteria. FEMS Microbiology Letters. 2003 Dec;229(1):133-40. 13. Carraro L, Maifreni M, Bartolomeoli I, Martino ME, Novelli E, Frigo F, et al. Comparison of culture-dependent and -independent methods for bacterial community monitoring during Montasio cheese manufacturing. Research in Microbiology. 2011 Apr 1;162(3):231-9. 14. Stefanovic E, Thierry A, Maillard MB, Bertuzzi A, Rea MC, Fitzgerald G, et al. Strains of the Lactobacillus casei group show diverse abilities for the production of flavor compounds in 2 model systems. Journal of Dairy Science. 2017 Sep 1;100(9):6918-29. 15. Upreti P, McKay LL, Metzger LE. Influence of Calcium and Phosphorus, Lactose, and Salt-to-Moisture Ratio on Cheddar Cheese Quality: Changes in Residual Sugars and Water-Soluble Organic Acids During Ripening. Journal of Dairy Science. 2006 Feb 1;89(2):429-43.
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DALLE AZIENDE
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Settembre/2022
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DALLE AZIENDE
Lyofast CNBAP contrasta Pseudomonas spp. in mozzarella
I
l deterioramento microbico dei formaggi freschi è motivo di
shelf life, il possibile scolorimento del prodotto e le conse-
grande preoccupazione per l’industria casearia perché i cam-
guenti perdite economiche nelle aziende lattiero-casearie.
biamenti nelle caratteristiche sensoriali dei prodotti ne riduco-
Una strategia intelligente per contenere la contaminazione da
no la qualità, pregiudicano la reputazione dei produttori e pos-
Pseudomonas spp. durante la produzione della mozzarella è
sono causare gravi perdite economiche alle aziende lattiero-
l’aggiunta di colture batteriche con effetto di protezione.
casearie (del Olmo, et al., 2018).
Sacco System Lyofast CNBAP è una miscela di Carno-
La mozzarella è il più famoso tra il gruppo eterogeneo dei for-
bacterium spp., testato contro un cocktail di Pseudomonas
maggi a pasta filata. Subisce un processo di filatura unico, che
spp. (costituito da ceppi per lo più isolati da mozzarella) diret-
avviene in acqua calda tra i 75-85 °C quando la cagliata/pasta
tamente in liquido di governo di mozzarella che è risultato in
ha raggiunto un valore di pH compreso tra i 5,1 e i 5,2. Suc-
grado di ridurre la conta finale di Pseudomonas spp senza in-
cessivamente alla filatura, la cagliata viene formata a caldo
fluire sulle caratteristiche sensoriali del prodotto finito.
modellandone la forma desiderata e lasciando raffreddare la
Sacco System Lyofast CNBAP può sopravvivere e crescere
mozzarella in acqua a una temperatura che varia tra gli 8-15°C
in condizioni di pH, concentrazione di sale, temperature simili
prima del confezionamento in liquido di governo. Il discreto
ai microrganismi deterioranti psicrofili: quindi, l’aggiunta di
contenuto di umidità del 58-63%, il valore del pH intorno a 5,2
Lyofast CNBAP al liquido di governo della mozzarella può du-
(acidità moderata) e il basso contenuto di sale, rendono la
rante la shelf life limitare la crescita di Pseudomonas spp., mi-
mozzarella suscettibile alla crescita sia di microrganismi dete-
gliorandone così la durabilità.
rioranti che patogeni (De Candia et al., 2007). I contaminanti
Si ipotizza che il meccanismo di azione della coltura di prote-
comuni della mozzarella includono Pseudomonas spp. che
zione sia legato alla competizione con Pseudomonas per i nu-
rappresenta l’ostacolo principale, causando la riduzione della
trienti presenti nel liquido di governo. SACCO SYSTEM www.saccosystem.com
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DALLE AZIENDE
Prodotti per mozzarella e pizza cheese
È
uno dei formaggi più conosciuti e prodotti al mondo: la mozzarella! Le sue origini si perdono nella notte dei tempi e risalgono addirittura al 1300. Dal gusto avvolgente e delicato, la mozzarella viene prodotta con la tecnica tradizionale della filatura utilizzando latte vaccino o di bufala. L’origine del suo nome deriva dal termine “mozzare”, operazione compiuta ancora oggi in alcuni caseifici tradi-
prolungamento della shelf life, il miglioramento di filabilità
zionali durante la fase finale della lavorazione, per separa-
e porzionatura, un alto profilo aromatico, oltre alla capacità
re manualmente dall’impasto i singoli pezzi. Dalla superfi-
di prevenire e ridurre i fenomeni d’imbrunimento durante la
cie liscia e lucente, la mozzarella è avvolta da una buccia
cottura delle paste filate su pizza e prodotti da forno. Oltre
sottile di colore bianco ed è caratterizzata da una pasta fi-
ai batteri lattici è disponibile una serie di cagli naturali di
brosa con una struttura a foglie sottili. Può avere diverse
origine animale e coagulanti di diversa natura, sia liquidi
forme, dalla tonda classica, alla treccia, fino ad arrivare al
che in polvere (microbici e 100% chimosina). La gamma è
filone per pizza che ha avuto un crescita enorme a livello
completata da colture aromatizzanti, coadiuvante tec-
globale.
nologico per liquido di governo e enzima lattasi.
Il Gruppo Alce ha applicato la propria filosofia, sviluppan-
Come afferma la Dott.ssa Elena Mogna, CEO del Gruppo:
do prodotti “su misura” per mozzarella e pizza cheese:
“La mozzarella è uno dei tanti prodotti su cui il Gruppo Al-
colture naturali di fermenti lattici liquidi e liofilizzati, a
ce si è dedicato nel corso degli anni. L’obiettivo non è sta-
inoculo diretto in caldaia e a inoculo semidiretto, che con-
to solamente la realizzazione di fermenti lattici, ma anche
sentono, in abbinamento a substrati colturali dedicati, di
l’attivazione dell’assistenza tecnica dedicata in grado di
riprodurre facilmente un fermento attivo da utilizzare in la-
coadiuvare il caseificio sia nella creazione di progetti inno-
vorazione. Le colture prevedono la standardizzazione dei
vativi che nella messa a punto dei processi produttivi tra-
tempi di fermentazione, l’assenza di post-acidificazione, il
dizionali”. ALCE www.alce.eu
66
Settembre/2022
DALLE AZIENDE
Il supporto tecnico è il nostro prodotto migliore
A
ffidabilità, competenza e passione sono i valori che ispirano da oltre 30 anni la storia di Foodcom, che accompagna all’eccellenza chi trasforma il latte in formaggi, yogurt, ricotta, panna e burro. Una storia che parte da una formazione professionale specifica e che prosegue con anni di esperienza nell’applicazione di fermenti lattici, caglio, enzimi, muffe in ogni tecnologia: ingredienti che svolgono un ruolo fondamentale nel determinare la qualità del formaggio in un perfetto equilibrio tra gusto, profumi e lavorazione conferendo caratteristiche organolettiche uniche ed esclusive. Negli ultimi anni e ancora di più durante
materie prime, ingredienti sicuri e di
gliorare ciò che stiamo già facendo.
il periodo della pandemia, sono variati
standard qualitativi elevati.
Aziende che commercializzano fermenti
abitudini e consumi portando alla luce
Simone Pegorini, fondatore e respon-
lattici, enzimi e coadiuvanti per l’indu-
esigenze che impongono ai produttori
sabile comparto assistenza tecnica di
stria lattiero-casearia ce ne sono molte,
una maggiore attenzione nella scelta di
Foodcom, intervistato, risponde: “Grazie
io credo però di aver creato un’azienda
alla nostra esperienza di persone in gra-
che non c’era, legata alla soddisfazione
do di lavorare il latte, sia esso vaccino,
del cliente, che opera applicando un
bufalino, pecorino o caprino, siamo in
metodo flessibile, ma collaudato.
grado di supportare i clienti nella scelta
I nostri tecnici conoscono le problemati-
dell’ingrediente più idoneo alle proprie
che di produzione, funzionalità e carat-
esigenze, nella trasformazione del latte e
teristiche dei fermenti lattici e le consu-
nella produzione del formaggio, dando
lenze sono condotte direttamente nel
loro un aiuto concreto non solo legato al
caseificio del cliente, in Italia o nel mon-
risultato tecnico, ma anche alla gestione
do. L’esperienza maturata sul campo in
del prodotto in fase di stagionatura, al ti-
oltre 30 anni, ci consente di individuare i
po di confezionamento o imballo.
parametri essenziali per realizzare il for-
Grazie ai clienti che ogni giorno ci affida-
maggio o lo yogurt come vuole il cliente,
no il loro lavoro, possiamo continua-
garantendo risultati costanti. Il supporto
mente imparare a fare cose nuove e mi-
tecnico è il nostro prodotto migliore.” FOODCOM www.foodcom.it
Settembre/2022
67
DALLE AZIENDE
Facciamo un po’ di chiarezza sui test rapidi di screening
O
ggi sul mercato ci sono tantissimi test rapidi per il
ottenere solo utilizzando test con incubazione a T°
rilevamento delle diverse famiglie di antibiotici nel latte,
controllata, non soggetti quindi alle forti variazioni
proposti a un prezzo di lancio molto accattivante. Tuttavia
della T° ambientale.
solo pochi di essi riescono in modo affidabile a
Per questo i Test Charm sono test rapidissimi (a partire
determinare e rilevare le diverse famiglie di antibiotici al di
da un solo minuto di attesa), a singolo passaggio (basta
sotto del limite MRL EU. A tal proposito è molto
pipettare il latte) e riconosciuti in tutto il mondo per la lo-
importante provvedere a sistemi di autocontrollo affidabili
ro estrema qualità. Il problema non è quante sensibilità
con verifiche quotidiane in allevamento o in caseificio,
rileva, ma come vengono rilevate. Se non rispettano i li-
che si aggiungono a quelli
miti MRL EU non c’è garanzia del prodotto finito, sce-
del sistema di pagamento
gliere un test sicuro e di qualità garantisce certezza e
del latte in base alla qualità
tranquillità.
e, ancora, agli interventi
Oggi Charm propone dei nuovi test combinati, in que-
dei controlli ufficiali per le
sto modo si evitano di eseguire più test a costi impro-
differenti finalità.
ponibili. Pensiamo al Charm MRL QUAD1, test combi-
Le esigenze aziendali oggi
nato che rileva quattro famiglie (Betalattamici, Tetraci-
richiedono
n
n
n
rapidi,
cline, Sulfamifdici e Chinoloni) con un solo Strip, la ga-
semplici da utilizzare e
ranzia di un controllo unico del suo genere. Da
affidabili.
affiancare al Quad1, il leader di mercato rimane il Test
test
Rapidi: non sempre si possono attendere 3 ore,
MRL Aflatossina M1- 50ppt, test rapido che in soli 15
occorre lavorare il latte prima.
minuti restituisce un risultato quantitativo. Test ormai
Semplici: tutti gli operatori possono usarli, più
comparabile al metodo HPLC.
passaggi ci sono più è alto il rischio di errore.
Combattere la disinformazione scientifica non è mai
Affidabili: per affidabilità si intende la capacità di un
una battaglia semplice, ma è una delle missioni che
test di garantire il risultato. È noto che l’affidabilità è
Alitest persegue da oltre 24 anni, offrendo servizi di
legata alla capacità del test di rilevare il maggior nu-
assistenza e consulenza tecnica ai suoi clienti.
mero di farmaci, alla sensibilità di rilevamento e alla
La qualità è una scelta seria e consapevole. Chi investe
ripetibilità dei risultati; tutte qualità che si possono
nella qualità vince sempre!
ALITEST www.alitest.it
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Settembre/2022
DALLE AZIENDE
Funzionalità delle colture a inoculo diretto
N
el mondo della trasformazione lattiero-casearia, i microrganismi sono parte essenziale delle lavorazioni ed è importantissimo conoscerli e capire come usarli al fine di produrre ogni giorno prodotti di elevata qualità. A seconda della tecnologia a disposizione e del prodotto finito che si vuole ottenere è possibile selezionare batteri lattici che si differenziano sulla base delle fonti di nutrienti utilizzati, optimum di temperatura di crescita e del ciclo metabolico.
Yogurt e latti fermentati probiotici La lista ingredienti di yogurt e latti fermentati è relativamente corta, sono quindi pochi gli ingredienti che possono fare la differenza: primi tra tutti troviamo i fermenti lattici. I ceppi Streptococcus thermophilus e Lactobacillus bulgaricus utilizzati nella gamma Yoflex® Premium oltre a offrire l’opportunità di ottenere una consistenza cremosa e un sapore delicato, entrambi cruciali per il consumatore, consentono di migliorare il profilo nutrizionale del prodotto stesso. Infatti, grazie a una minima variazione dell’acidità durante la shelf life, permettono di ridurre il contenuto di zuccheri aggiunti nello yogurt, comunemente utilizzati per addolcire il prodotto e contrastare l’elevata acidità, senza alterare il profilo sensoriale del prodotto finito. Per promuovere uno stile di vita sano e sviluppare prodotti attenti al benessere dei consumatori, è possibile combinare le colture della gamma Yoflex® con i ceppi probiotici Bifidobacterium, BB-12®, Lactobacillus rhamnosus, LGG® e Lactobacillus paracasei L.casei-431®. Le funzionalità dei probiotici sono “ceppo-specifiche”: ceppi diversi di una stessa specie, infatti, possono avere caratteristiche profondamente diverse. È perciò fondamentale ricercare ceppi probiotici ampiamente documentati in letteratura scientifica e testati clinicamente: per questo, scienza e ricerca sono alla base dello sviluppo dei ceppi probiotici Chr. Hansen. Bifidobacterium lactis, BB-12®, è sicuramente tra i fermenti probiotici più documentati al mondo, utilizzato dal 1986 è stato descritto in oltre 400 studi clinici. Lactobacillus rhamnosus, LGG® è stato isolato nel 1985 e negli ultimi 36 anni è stato citato in più di 1.000 pubblicazioni scientifiche, di cui più di 300 condotte sull’uomo.
Maturazione dei formaggi La stagionatura del formaggio è una fase del processo di caseificazione molto complessa e unica che prevede numerosi processi microbiologici e biochimici. Queste complesse atti-
vità metaboliche che avvengono con cinetiche differenti, consentono di caratterizzare l’aroma, il gusto e la struttura tipiche di una specifica tipologia di formaggio. Oltre agli starter microbici impiegati nella fase fermentativa iniziale, maggiormente coinvolti nelle reazioni di proteolisi, sono i batteri lattici non starter (NSLAB) i principali contributori ed esaltatori del profilo aromatico. Grazie alla loro attività enzimatica, i NSLAB sono in grado di ossidare il lattato proveniente dal lattosio in acetato, e il citrato residuo della cagliata in ulteriori composti aromatici a corta catena con acetoino e diaceitle, che hanno un importante ruolo sul flavor. Grazie alle colture di maturazione Chr. Hansen della gamma DVS® CR, è possibile personalizzare il profilo aromatico e sensoriale del tuo formaggio. Le colture di maturazione DVS® sono caratterizzate da proprietà uniche che facilitano lo sviluppo di nuovi formaggi con sapori indulgenti senza penalizzarne i valori nutrizionali. Un esempio, la coltura DVS® Delight™ è una coltura di maturazione con 3 funzioni in 1. Infatti, permette di eliminare il gusto amaro, riequilibrare il profilo aromatico e dare una struttura soffice ai formaggi con un ridotto contenuto calorico. Inoltre, DVS® Delight™ è stata sviluppata con l’obiettivo di non contribuire all’acidificazione della cagliata, no postacidificazione, incrementando così i possibili campi di applicazione come formaggi con elevata umidità e zuccheri residui o paste molli. CHR. HANSEN www.chr-hansen.com
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CASE STUDY
Perché automatizzare la fase di affioramento del latte
A 70
i clienti che conducono piccoli caseifici artigianali di
Spillatura manuale
Parmigiano Reggiano una delle prime attività in cui
Nella spillatura manuale è necessaria la presenza di
consigliamo di intervenire è la fase di affioramento del
un operatore molto esperto per ispezionare il latte
latte: attività fondamentale per resa e qualità del pro-
spillato e accertarne la corretta percentuale di gras-
dotto finito, in cui piccoli investimenti possono pro-
so, temperatura e igiene. Non solo per rispettare i ri-
durre sostanziali benefici sulla percentuale di prodot-
gidi parametri del disciplinare ma, soprattutto, per
to di prima scelta e anche sulle spese di lavorazione.
garantire l’adeguatezza del prodotto in fase di matu-
Cerchiamo di capire il perché.
razione.
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CASE STUDY
Il latte, raccolto alla sera, raffreddato e conservato nelle apposite
ni di temperatura. Inoltre la spillatura lenta riduce il me-
vasche, subisce il naturale processo di affioramento (separazione
scolamento del latte in vasca, la sedimentazione quindi è
dei globuli di grasso dalla parte magra per differenza di peso spe-
migliore, più netta. La parte di grasso superiore non entra
cifico) già dopo 6 ore di sosta. Tuttavia la spillatura manuale del
a contatto col latte sul fondo che viene spillato e rimane
latte (ovvero il lento deflusso del latte magro dal fondo della va-
più salubre.
sca) ha solitamente inizio solo dopo 10 ore di sosta del latte, soli-
3)
Le variazioni stagionali hanno forti ripercussioni sul latte
tamente tra 5.00 e le 6.00 del mattino, causando perdite di resa e
lavorato, così come le temperature degli ambienti esterni.
il rischio di lavorare con un prodotto eccessivamente magro.
Col variare delle stagioni i tempi di sosta e di spillatura dovrebbero adeguarsi, per garantire l’omogeneità del pro-
Processo automatico
dotto. Solo una misurazione strumentale è sufficiente-
Per automatizzare questa delicata operazione basta un impian-
mente precisa e costante per garantire sempre i medesi-
to molto semplice composto da una valvola pneumatica che
mi risultati al variare delle numerose condizioni e al di là di
possa gestire il flusso di prodotto spillato e dai necessari stru-
ogni errore umano.
menti per controllare che il latte mantenga la desiderata percen-
La registrazione di tutti i parametri di spillatura: temperatura,
tuale di grasso e la temperatura impostata.
grasso, tempi di attività e di sosta, e gli allarmi in caso di situa-
Nel caso in cui la forza di gravità non sia sufficiente a portare il
zioni anomale, fanno si che l’incaricato possa recarsi sul posto
latte a destinazione servirà anche una pompa consona alla mo-
di lavoro diverse ore più tardi, accertarsi del buon risultato e
vimentazione del latte, capace di dosare anche pochi centilitri al
procedere con la produzione. Questo comporta altri notevoli
minuto. Con un investimento assolutamente contenuto è quindi
benefici:
possibile operare in assenza di operatore e iniziare la spillatura
4)
La registrazione storica dei dati permette, anche a sta-
con molte ore di anticipo, garantendo enormi benefici:
gionatura terminata trascorsi diversi mesi, di verificare
1)
La spillatura può essere più lenta, quindi più efficiente. Il
come la variazione dei diversi parametri impatti sulla
flusso lento, costantemente controllato, si interrompe
buona riuscita del prodotto.
non appena la percentuale di grasso supera il valore im-
2)
5)
Non serve monitorare la spillatura dalle prime ore del
postato e riparte quando la stratificazione si è ricostituita.
mattino. Si riducono così i costi di lavorazione o, quan-
Diminuisce il tempo in cui il latte resta a contatto con l’a-
tomeno, si aumentano le ore di sonno se proprietario e
ria, quindi è soggetto a contaminazioni esterne e variazio-
casaro sono la stessa persona! GRUPPO BELLUCCI www.gruppobellucci.com
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DALLE AZIENDE
MACCHINE&IMPIANTI
Magazzini di stagionatura e tecnologia
C
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le forme di formaggio prelevandole dal carica/scarica e si muove autonomamente nei magazzini di stagionatura. CHEESETECH www.cheese-tech.it
Frigoristi più digitali grazie a Coldface
L
a gamma di controllori elettronici Coldface per celle frigorifere da oggi è connettibile grazie al nuovo dispositivo opzionale, il modulo HACCP, acquistabile separatamente per gestire comodamente da app sia il settaggio del controllore che lo scaricamento dei dati HACCP. Coldface è un controllore elettronico per celle frigorifere che ha il compito di regolare tutto ciò che è presente in una cella: dalla gestione del compressore, a quella di ventole e sbrinamento dell’evaporatore, dalla luce cella, all’apertura porta. È composto da un ampio contenitore in materiale autoestinguente PC+ABS, dotato di controllore con display a doppia linea,
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con un design funzionale che può ospitare comodamente tutti i dispositivi elettromeccanici necessari per il controllo completo delle celle refrigerate.
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MACCHINE&IMPIANTI
DALLE AZIENDE
Riempitrice asettica MUSTANG
R
aggiungere capacità operative estremamente elevate per soddisfare le richieste del mercato del BAG IN BOX. Ora è possibile grazie alla nuova riempitrice asettica a doppia testa
dulo continuo e presterilizzati. Grazie alla
di riempimento MUSTANG, completamente automatica e in
sua notevole flessibilità, la riempitrice MU-
acciaio INOX con capacità produttive fino a 1.200 sacchi/h.
STANG può lavorare con sacchi che utiliz-
Progettata per il riempimento di una vasta gamma di prodotti,
zano qualunque tipo di bocchello disponi-
come latte e derivati, panna, basi per gelati, la nuova riempitri-
bile sul mercato del BAG IN BOX, inclusi i
ce MUSTANG utilizza sacchi da 1,5 fino a 20 litri del tipo a mo-
tappi con tubi “dispenser”. FBR ELPO www.fbr-elpo.it
Fusore per pani di grasso e burro
I
l fusore continuo TECNO3 per materie grasse in pani è destinato alle industrie dolciarie, lattiero casearie e alimentari in genere. È dotato di un particolare sistema innovativo che garantisce un’elevata produttività, una riduzione dei costi energetici e un risparmio di manodopera. L’efficienza dello scambio termico è eccellente in conseguenza del lavoro meccanico di rotori caldi, che operano un’azione raschiante sulla superficie dei pani. Il ciclo di fusione risulta notevolmente ridotto rispetto ai classici impianti
TECNO3 www.tecno-3.it
statici, senza il ricorso a temperature troppo elevate, consentendo così di mantenere inalterate le caratteristiche qualitative della materia prima.
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NEWS
ORIGIN INFORMA
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26 ottobre 2022 • 10.00 - 13.00 - Globalizzazione e Transizione Ecologica: dove vanno le politiche europee? • 14.30 - 16.30 - Materiali Innovativi per un’Economia Circolare
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tecnologie all’avanguardia, innovazioni, start up e aree dimostrative
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ORIGIN INFORMA
NEWS
Revisione della politica IG
U
n’ampia maggioranza di ministri dell’Agricoltura dei Paesi dell’UE ha criticato la proposta di riforma del Sistema Indicazioni Geografiche,
relativamente al trasferimento, all’Ufficio europeo dei diritti intellettuali (EUIPO), di nuove competenze in materia di esame dei dossier. Le delegazioni hanno anche sollevato l’importanza delle IG per i territori rurali e l’economia. È interessante notare come molte delegazioni hanno chiesto alla Commissione Europea di chiarire che le IG non sono solo uno strumento di proprietà intellettuale, ma anche uno strumento di politica della qualità che fa parte della PAC.
Pesticidi
I
l 22 giugno, la Commissione Europea ha pubblicato la revisione del quadro normativo europeo sui pesticidi, proponendo un regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi.
Questo nuovo regolamento, facente parte della strategia Farm to Fork, non persegue l’obiettivo di vietare i pesticidi ma di sostituirli con alternative sicure e sostenibili e di utilizzarli come ultima risorsa. La principale rivendicazione della proposta di regolamento è quella di stabilire un obiettivo legalmente vincolante a livello europeo e nazionale per ridurre l’uso dei pesticidi del 50% entro il 2030. A seguito di intense discussioni tra i vari Commissari dell’UE e delle pressioni esercitate da diversi Stati membri, la proposta originale della CE è stata modificata. L’uso dei pesticidi sarà valutato caso per caso per ogni Stato membro e il calcolo terrà conto dell’intensità di tale uso e degli sforzi di riduzione compiuti in passato. Tuttavia, l’obiettivo di riduzione non potrà in ogni caso essere inferiore al 35% sia per l’uso che per il rischio dei pesticidi. La Commissione, per sostenere gli sforzi degli agricoltori, propone di utilizzare i fondi della PAC, collegando la proposta di regolamento sui pesticidi ai Piani strategici nazionali. Gli Stati membri dovranno includere nei loro PSN le modalità che contribuiscono alla riduzione dei pesticidi e potranno, inoltre, fornire aiuti agli agricoltori nell’ambito della PAC per coprire i costi di transizione e concedere fondi aggiuntivi, ad esempio tramite aiuti agli investimenti. Un’altra importante disposizione di questo nuovo regolamento è il divieto di utilizzo di tutti i pesticidi nelle aree sensibili. L’uso sarà vietato in luoghi come le aree verdi urbane, i parchi pubblici o i giardini, così come nelle aree protette in conformità con “Natura 2000” e nelle aree ecologicamente sensibili. Gli Stati membri dovranno presentare relazioni annuali sui progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi nonché relazioni sull’attuazione, per facilitare l’esame da parte della Commissione.
Bilancia commerciale
G
li ultimi dati sul commercio agroalimentare pubblicati dalla Commissione Europea martedì 28 giugno, mostrano che il valore totale del commercio agroalimentare dell’UE ha raggiunto 32,6 miliardi di euro nel
marzo 2022, con un +12% rispetto al marzo 2021 e un +13% rispetto al febbraio 2022. Nel marzo 2022, le esportazioni di prodotti agricoli dell’UE hanno raggiunto i 18,9 miliardi di euro, mentre le importazioni sono state valutate in 13,7 miliardi di euro.
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ORIGIN INFORMA
Pubblicato il decreto Agrisolare
È
stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che fornisce le direttive necessarie all’avvio della misura “Parco Agrisolare” nell’ambito del
PNRR. La misura prevista, finanziata con 1,5 miliardi di euro, prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Tra gli interventi ammissibili, oltre all’installazione di impianti fotovoltaici, vi rientrano gli interventi di riqualificazione ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture, quali la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, la realizzazione dell’isolamento termico dei tetti e di un sistema di areazione connesso alla sostituzione del tetto. I soggetti beneficiari dovranno realizzare, collaudare e rendicontare gli interventi entro 18 mesi dalla pubblicazione dell’elenco degli ammessi al contributo.
Sostegno alle eccellenze gastronomiche e agroalimentari
È
stato firmato il 4 luglio dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, il decreto attuativo che definisce i criteri per la concessione del
“Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”. Per l’attuazione, è stata prevista una dotazione finanziaria pari a 56 milioni di euro, di cui 25 milioni di euro per il 2022 e 31 milioni per il 2023, a valere sulla Legge di Bilancio. Il fondo è finalizzato a promuovere e sostenere le eccellenze della ristorazione e della pasticceria italiana, tramite l’erogazione di agevolazioni fino al 70% dell’investimento, per un massimo di 30.000 euro per singola impresa, per l’acquisto di macchinari professionali e altri beni strumentali durevoli innovativi. I beneficiari sono le imprese di ristorazione con somministrazione, le pasticcerie e le gelaterie iscritte da almeno 10 anni al registro delle imprese o in alternativa quelle che, nei dodici mesi precedenti la data di pubblicazione del decreto, hanno acquistato prodotti certificati DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e prodotti biologici.
144 milioni per aiuti straordinari al comparto zootecnico
I
l Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli ha firmato il decreto di “intervento a favore dei produttori del comparto zootecnico tramite la previsione di aiuti eccezionali
di adattamento per i danni indiretti subiti in seguito all’aggressione della Russia contro l’Ucraina”. Il provvedimento mira a sostenere alcuni settori del comparto zootecnico maggiormente colpiti dall’aumento dei costi di materie prime, dal caro energia e dalle altre conseguenze del conflitto, con l’obiettivo di favorire metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, del clima e del benessere animale. L’importo complessivo è di 144 milioni di euro, di cui 48 milioni di fondi comunitari e i restanti 96 milioni a titolo di cofinanziamento nazionale. L’erogazione delle risorse sarà effettuata entro il 30 settembre 2022 e, inoltre, per gli altri settori zootecnici non inclusi in tale decreto, il Mipaaf interverrà a breve con un ulteriore provvedimento per un importo pari a 80 milioni di euro.
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CAMPAGNA ABBONAMENTI
69 | VOLUME
ORIGIN INFORMA
BRE 2019 1 | OTTO numero
NEWS
gy chnolo and Te cience S l Latte y de ir i a ic Tecn sociation l of D Italiana e As Journa ciazione Dairy Scienc n dell’Asso Italian Rivista l of the Italia Journa
di duttivitàizione i fra pro os Relazionamento, comp enicoun allev e proprietà igila chimica e del latte per igiano rm sanitari azione in Pa trasformo herd Reggian ition between
LA RIVISTA DELL’INDUSTRIA E DEI TECNICI DEL LATTE
pos ips Relationshty, chemical comof milk for productiviiene parameters ese and hyg o Reggiano che Parmigian
liminare eto ione pre Valutaz senza di 3-ch ano della pretene in Parmigi 4-coles o DOP eto-4Reggian evaluation of 3-k giano
• IL RIFERIMENTO PER GLI OPERATORI DA OLTRE 50 ANNI •
ry o Reg Prelimina e in Parmigian cholestenese PDO che
i viti isolatzioni ità di lie du Biodiversinnesto di pro da siero-e italiane l caseari in natura
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bovino: del latte Qualità ità emergenti le critic con Giuseppe tro uio A colloq direttore del Cen i, zon Bol Nazionale Referenza
co per propileni Glicole re: uso e abuso le lattife o di chetosi, non i ent Utile in cas ile per trattam liab ché è consig i. Vediamo per sistematic 0-6361 ISSN 039
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Data
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Firma
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ORIGIN INFORMA
Etichettatura nutrizionale
L
a presidenza ceca del Consiglio dell’UE sta organizzando una conferenza sull’etichettatura nutrizionale, che si terrà il 10 novembre a Bruxelles e riunirà i
rappresentanti degli Stati membri, della Commissione, del Parlamento europeo e dell’industria per avviare la discussione in vista della proposta della Commissione di un’etichettatura nutrizionale armonizzata e obbligatoria sulle confezioni. Il testo è atteso per il quarto trimestre del 2022, ma potrebbe essere posticipato, mentre le conclusioni di questa conferenza saranno presentate al Consiglio Agricoltura del 12 e 13 dicembre. Nel corso di un’audizione dell’11 luglio davanti alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, il Ministro dell’Agricoltura ceco Zdeněk Nekula ha espresso la sua sfiducia nei confronti di Nutriscore. Ha infatti ribadito la possibilità concreta di discriminare i prodotti locali e regionali e, perciò, ha dichiarato apertamente che la Presidenza ceca proporrà l’introduzione di un sistema volontario, in grado di essere un vero riflesso del prodotto alimentare, oggettivo e descrittivo, così da non fuorviare il consumatore.
Approvati aiuti da 1,2 miliardi
L
a Commissione Europea ha approvato, ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, il regime italiano di 1,2 miliardi di euro a sostegno degli investimenti nei
pannelli fotovoltaici nel settore agricolo, resi disponibili attraverso il PNRR. Il regime, che contribuirà anche al conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo, durerà fino al 30 giugno 2026 e mira a sostenere gli investimenti delle imprese agricole, agroalimentari e agroindustriali nell’uso delle energie rinnovabili, con il conseguente miglioramento della competitività del settore e effetti positivi sul clima. Nello specifico, la Commissione ha constatato che il regime agevola lo sviluppo di talune attività economiche, in particolare gli investimenti nei pannelli fotovoltaici nel settore agricolo; ha un effetto incentivante in quanto i beneficiari non realizzerebbero gli investimenti nella stessa misura in assenza dell’aiuto; ha un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi all’interno dell’UE. Infine, è stato ritenuto in linea con gli obiettivi di sviluppo rurale dell’UE e con gli obiettivi strategici per la transizione ecologica.
Protezione IG in Nuova Zelanda
L
a Commissione ha pubblicato il testo dell’accordo, la cui versione potrebbe essere modificata durante la revisione legale. Per le IG, si veda il Capitolo 18: Proprietà
intellettuale (sottosezione 4 Indicazioni geografiche - da pag. 23) e l’Allegato 18-A: Elenco delle indicazioni geografiche. I testi definiscono la protezione accordata alle IG dell’UE in Nuova Zelanda e le deroghe concordate per alcuni prodotti, come il Gorgonzola e il Parmigiano Reggiano. È importante notare come l’accordo escluda la protezione di alcuni termini che fanno parte di denominazioni composte, in particolare Aceto, Balsamico, Bresaola, Grana, Mela, Mozzarella di Bufala, Pecorino, Prosciutto, Provolone e Salamini. 30 IG dell’UE potranno essere aggiunte all’elenco delle IG protette ogni 3 anni dall’entrata in vigore dell’accordo.
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ORIGIN INFORMA
NEWS
Informativa sullo stato di crisi causato dalla siccità
I
l Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, è intervenuto presso l’aula del Senato della Repubblica presentando l’informativa sulle
iniziative in relazione all’emergenza siccità. In primis, ha ricordato le competenze in materia del Mipaaf, consistenti nella programmazione e finanziamento degli interventi nel settore delle infrastrutture irrigue di rilevanza nazionale, la cui concreta esecuzione è demandata ai Consorzi di bonifica e agli Enti di irrigazione. Ha ribadito che la rilevanza nazionale degli interventi è definita sulla base della capacità degli invasi: sono infatti considerati di rilevanza nazionale gli investimenti che prevedono una capacità di invaso superiore a 250 mila metri cubi, mentre di rilevanza regionale quelli di dimensioni inferiori, come stabilito nel PSR. La competenza primaria sulle infrastrutture a uso idrico o plurimo è, ovviamente, in capo ad altri Ministeri, quali Mise e Mite. Nell’illustrare i dati
Sostenibilità
I
l 5 luglio, la Commissione ha accolto con favore il successo del suo codice di
condotta sulla sostenibilità nell’industria
dell’emergenza, il Ministro ha sottolineato il processo di lento ma inesorabile
alimentare a un anno dal suo lancio, che è
logoramento della disponibilità idrica a cui stiamo assistendo, indicando come il valore
stato firmato da 124 organizzazioni e
medio di risorsa idrica disponibile si sia ridotto, nell’ultimo trentennio, del 19%, con
aziende. Il codice propone obiettivi e azioni
conseguenze negative soprattutto sul comparto ortofrutticolo e su quello dei cereali. A
volontarie da sviluppare per migliorare la
tal fine, l’intervento del governo si è concretizzato con la dichiarazione dello stato di
sostenibilità del settore agroalimentare. Entro
emergenza, fino al 31 dicembre 2022, per Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia,
la fine dell’anno sarà pubblicata una
Lombardia, Piemonte e Veneto, deliberato dal Consiglio dei Ministri del 4 luglio. Lo stato
“mappatura” degli impegni assunti dalle
di emergenza, che potrebbe essere esteso anche ad altre regioni che hanno presentato
aziende.
richiesta, potrebbe comportare l’inserimento nel Decreto Siccità di alcune misure specifiche per contrastate la situazione, quali norme volte a rafforzare le strutture dei singoli ministeri preposti alla gestione degli interventi del PNRR sul tema idrico, nonché a istituire un fondo destinato a finanziare la fase di progettazione delle infrastrutture irrigue del Paese. Tra le misure dedicate esclusivamente al settore agricolo, il Ministro proporrà il rifinanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale, che oggi ha una dotazione di 13 milioni di euro, al fine di indennizzare le aziende agricole che, all’insorgere dell’emergenza, non beneficiavano della copertura assicurativa. Inoltre, ha evidenziato la scarsa capacità di stoccaggio dell’acqua piovana, proponendo diverse azioni risolutrici, e l’importanza del credito di imposta 4.0 in agricoltura, che consente di intervenire con strumenti che determinano un grande risparmio idrico.
Statistiche agricole
I
l 7 luglio, la Commissione ha pubblicato l’ultima relazione sulle prospettive a breve
termine dei mercati agricoli dell’UE. Questa pubblicazione fornisce una panoramica generale e settoriale delle ultime tendenze e prospettive dei mercati agroalimentari. Il rapporto mostra che le conseguenze dell’aggressione russa in Ucraina continuano ad avere un impatto sui mercati mondiali dei prodotti di base e rappresentano una grave minaccia per la sicurezza alimentare globale.
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GRATTUGIA
Inganno al consumatore ignaro?
L
a prima edizione di LattePiù dedicata alla transazione economica, ecologica e digitale si è conclusa con un buon successo di partecipazione, contenuti ed emozioni. Tre giorni, ovvero dodici sessioni durate oltre quindici ore, hanno ospitato una sessantina di relatori, di parole ne sono state dette tante. Alcune è
proprio il caso di risentirle, di riviverle! In proposito ricordiamo che tutte le sessioni del convegno digitale sono gratuitamente disponibili sul sito www.lattepiu.it. Tornando al punto, le parole che mi hanno emozionato maggiormente sono state pronunciate da Jay Waldvogel, Senior Vice President alla Dairy Farmers of America di Kansas City (USA), il quale parlando della sostenibilità del comparto lattiero-caseario statunitense ebbe a dire: “Negli USA è stato molto facile per i consumatori focalizzarsi solo sugli impatti negativi. Questo perché, a differenza dell’Europa in generale e dell’Italia in particolare, i consumatori americani hanno perso la connessione con il cibo. Che cos’è? Da dove deriva? Sono passate almeno due generazioni da quando la maggior parte dei consumatori cresceva in campagna, aveva visitato un’azienda agricola o aveva un nonno agricoltore”. Come se non bastasse, in tutto il mondo, i tassi di urbanizzazione aumentano e le persone che vivono a contatto con l’agricoltura sono sempre di meno. Purtroppo,
VINCENZO BOZZETTI
secondo il DESA (Department of Economic and Social Affair) delle Nazioni Unite, oggi il 55% della popolazione mondiale è urbanizzata e si stima che nel 2050 la percentuale salirà al 68%. Quindi, sarebbe proprio il caso di inserire nelle scuole dell’obbligo la materia basilare: Produzioni agro-alimentari e Nutrizione! Infatti, se i “consumatori urbanizzati” avessero un minimo di formazione agroalimentare, etichette come queste sarebbero intollerate: Dairy Free Milk traducibile in “Latte senza Latte”, Non Animal Whey Protein traducibile in “Proteine del siero non animale”, Plant based dairy products traducibile in “Prodotti lattiero-caseari da piante”. Questo non è un “inganno al consumatore ignaro”? Volete dire la vostra? Scrivere a: editorialoffice.stlc@quine.it
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Alitest Soluzioni di Qualità
CowSide II
Semplice - Economico - Sicuro Interpretazione del risultato
Blue Yellow II Negativo
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Interpretazione del risultato
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Un impegno verso
la sostenibilità
Nella nostra ampia gamma proponiamo una nuova tipologia, Parafluid Natural, formulato per ridurre la quantità di plastica e proteggere la qualità del formaggio oltre a conferire un aspetto naturale molto gradevole. Tra i nuovi prodotti abbiamo EDICOAT FOOD, un coating completamente edibile e naturale, costituito da materie prime appositamente selezionate derivanti da fonti vegetali, aromi che conferiscono un profumo e anche un colore alla superficie dell’alimento trattato, esenti da sostanze OGM e allergeni. Preparati con diverse viscosità per soddisfare le varie esigenze di applicazione.
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