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Diffondere nel mondo i formaggi DOP e IGP
Vincenzo Bozzetti
In occasione della sua recente Assemblea, AFIDOP – Associazione Formaggi Italiani DOP e IGP ha rinnovato i vertici nominando Antonio Auricchio Presidente per il triennio 2021-2023. Ad affiancare Antonio Auricchio in questo mandato saranno il Vicepresidente Gianni Maoddi (Pecorino Romano), Nicola Bertinelli (Parmigiano Reggiano), Domenico Raimondo (Mozzarella di Bufala Campana), Renato Zaghini (Grana Padano), Massimo Forino (Assolatte) e Giovanni Guarneri (Confcooperative – Fedagripesca). Il mondo dei formaggi per Antonio Auricchio non ha segreti. Alle spalle un’attività di famiglia che affonda le sue radici nel 1877 quando il bisnonno dà il via a un’Azienda oggi portabandiera del Made in Italy. Formaggi, viaggi e volontariato. Tutte cose nelle quali Antonio mette grandissima passione.
ANTONIO AURICCHIO
Antonio Auricchio è Vicepresidente di Assolatte e dallo scorso anno Presidente del Consorzio di Tutela del Gorgonzola. Il suo cognome è per antonomasia sinonimo di Provolone. L’Azienda produce Quartirolo, Taleggio, Salva Cremasco, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano e molto altro. Insomma, produttore e conoscitore di formaggi DOP e non.
Una nomina meritata se pensiamo al percorso che l’ha portata a confrontarsi con le realtà produttive di così tante produzioni di Origine?
Ho avuto la fortuna nella vita, in parte per lavoro e in parte per passione personale, di entrare a contatto con tanti imprenditori e molte delle eccellenze casearie nazionali. Ciò mi ha portato a essere presente in vari Consorzi di tutela e conosco tantissimi formaggi DOP o IGP, quasi tutti. E proprio perché ne conosco le caratteristiche, la bontà, i pregi e la storia, li difendo tutti indistintamente. Sono un acceso sostenitore e difensore di queste produzioni che – secondo me – non hanno eguali al mondo. Le nostre produzioni DOP e IGP non sono solo formaggi, sono gioielli e come tali vanno trattati e considerati; da quello più famoso a quello meno noto. Le imprese italiane sono come bravissimi orefici, che con la loro sapiente opera producono preziosi ineguagliabili.
Murazzano DOP
Rappresentare il mondo delle produzioni casearie DOP e IGP italiane, con le sue molteplici realtà e peculiarità, è indubbiamente un incarico importante. Con i suoi 55 formaggi, quella dei prodotti caseari è la principale categoria di prodotti DOP e IGP in termini di volume d’affari, con un valore alla produzione che sfiora i 4 miliardi di euro per un’incidenza del 60% sul totale del comparto food certificato. Quali ritiene siano le priorità per l’Associazione che rappresenta?
La priorità numero uno è quella di diffondere il più possibile nel mondo la conoscenza dei nostri formaggi DOP e IGP. Il mercato italiano da solo non può assorbire i volumi prodotti. I dati sono incontrovertibili: stiamo parlando di un vero e proprio patrimonio. Dobbiamo quindi fare di tutto per spiegare al mondo di che cosa è costituita questa nostra ricchezza; dobbiamo far conoscere tutti i nostri prodotti a indicazione di origine, le loro caratteristiche e peculiarità, la loro tradizione e la loro storia, i loro utilizzi e le loro produzioni. All’estero conoscono solo i formaggi più famosi; con il tempo stanno imparando a conoscerne di nuovi, ma molti sono ancora quelli che bisogna promuovere fuori dai confini italiani. Così come molti sono ancora i mercati da espandere o quelli nuovi sui quali puntare. In quest’ottica, AFIDOP continuerà a supportare la promozione e la valorizzazione dei formaggi italiani DOP e IGP, favorendo la partecipazione collettiva dei Consorzi di Tutela alle più importanti fiere internazionali di settore e aderendo alle attività di promozione che meglio risaltano l’eccellenza delle nostre eccellenze. È poi evidente che formaggi DOP più grandi hanno alle spalle Consorzi strutturati e attivi che hanno un ruolo e un peso nella promozione e nella difesa degli interessi delle proprie denominazioni. Non tutti i formaggi hanno le stesse possibilità. Come Presidente di AFIDOP, intendo mantenere una posizione super partes, ascoltando le istanze di tutti per portare avanti posizioni che siano nell’interesse dell’intero comparto caseario DOP e IGP. Per fare tutto questo c’è molto da lavorare, ma io sono pronto. Come più volte ho detto, le sfide non mi spaventano, anzi.
L’Italia ha confini troppo stretti per le sue eccellenze casearie e l’export è una via tracciata ormai da lungo tempo, ma con sfide sempre nuove. Quali sono quelle più importanti per i formaggi DOP?
Sebbene sia un convinto sostenitore delle cucine locali e del fatto che ci siano ancora molti margini di manovra nella promozione nazionale, bisogna insistere sulla promozione dei nostri prodotti all’estero, ma anche sulla tutela e sul corretto riconoscimento dei formaggi DOP e IGP. A livello comunitario, dove il terreno di gioco è comune e condiviso, è necessaria una maggiore integrazione e cooperazione tra i sistemi di controllo e di vigilanza. Una tutela certa ed estesa delle denominazioni di origine non può che rafforzare l’intero sistema dei prodotti DOP e IGP a livello europeo e – a cascata – anche nei Paesi extra-europei. Serve un sistema riconosciuto come garanzia di prodotti buoni, di qualità, sicuri e autentici. Un sistema utile sia nella lotta all’Italian Sounding e alle imitazioni delle nostre eccellenze che come strumento di valorizzazione dei prodotti stessi e dei loro territori di provenienza.
Le attuali strategie comunitarie puntano a un aggiornamento anche delle politiche sui regimi di qualità. Su quali aspetti ritiene sarebbe necessario che si concentrasse l’attenzione?
La Convenzione di Stresa è per i prodotti a denominazione di origine come la Bibbia o la Divina Commedia. Il mondo nel frattempo però è cambiato, si è evoluto. Senza abbandonare la strada maestra tracciata dalla Convenzione è però importante fare un passo avanti e mettere in luce quali sono gli elementi di forza dei nostri prodotti; bisogna puntare su salubrità e distintività. Oggi l’unico modo per rafforzare il sistema dei prodotti DOP e IGP è quello di puntare sugli elementi distintivi che li caratterizzano. I nostri prodotti devono valere il prezzo che chiediamo a chi sceglie di consumarli. In ogni nostro formaggio c’è una tradizione che altri non hanno, un saper fare che ci invidiano ovunque, una grande attenzione al benessere animale e a tutti gli aspetti della sostenibilità ambientale. Parliamo di un sistema di certificazione altamente controllato. I prodotti DOP e IGP sono un caposaldo sociale ed economico del nostro Paese. È dunque necessario che i regimi di qualità siano rafforzati per darci tutti gli strumenti utili a mettere in luce questi nostri valori e il lavoro che c’è alla base. Siamo pronti a lavorare per condividere quali siano gli strumenti migliori per misurare e rivendicare i risultati raggiunti e a individuare obiettivi chiari e realizzabili nel medio periodo. Chiediamo interventi in grado di assecondare l’adattamento dei sistemi IG alle evoluzioni del mercato attraverso lo snellimento delle procedure burocratiche necessarie alla modifica dei disciplinari. Chiediamo che le produzioni DOP e IGP – parte integrante delle diete e delle culture locali in cui si sono sviluppati – non vengano inutilmente penalizzate da sistemi di etichettatura nutrizionale fronte pacco discriminatori e semplicistici, ma valorizzati per il loro reale valore nutrizionale. Il tema delle diete sostenibili non può essere ridotto a un bollino o a un semaforo rosso. Anche questo è parte di un tema complesso, quello della sostenibilità, in cui gli elementi in gioco – ambiente, benessere animale, apporto nutrizionale, ricadute sociali ed economiche etc – sono tanti e interconnessi tra loro. I formaggi DOP e IGP hanno tutte le carte in regola per rientrare a pieno titolo tra i sistemi alimentari sostenibili e la revisione delle politiche in corso deve aiutarci a dimostrare questo.
Pecorino Romano DOP