Qui magazine gennaio2015

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PROVIAMO A RIPARTIRE DA QUI. VERAMENTE

Un nuovo anno. I soliti problemi, gli stessi dubbi e la voglia di ricominciare

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l film con Bill Murray e Andy McDowell è del 1993. Da noi si intitola Ricomincio da capo e narra del maledetto giorno della marmotta nel quale resta impigliato un meteorologo della televisione, cinico ed egoista, costretto a rivivere ciclicamente ogni giorno gli stessi episodi, con le medesime battute e persone. Insomma, un vero e proprio loop temporale. Per uscire da questa condanna e conquistarsi il giorno dopo, dovrà mutare gli eventi. E allora il protagonista cambierà se stesso, il proprio rozzo carattere, diventerà umano e amerà. A questo film pensiamo all’inizio dell’anno, cominciato senza novità, con le solite bombe ecologiche pronte a esplodere (come le cellule dormienti dei terroristi), le classiche polveri sottili che ci avvelenano, i rituali blocchi del traffico, il viadotto Biondi rotto, così come l’ascensore, la sanità bloccata, la maggioranza in Provincia che non esiste, le opposizioni che latitano, le sparatorie, i partiti che litigano, da destra a sinistra passando per il centro, la cultura che è sempre al minimo storico, il lavoro non c’è e le opere pubbliche ferme. E poi la Regione che non ci considera, i comuni che sono in crisi, le tasse che aumentano, il lavoro che scompare, le manette inutili, i volponi che tirano le fila, i sequestri Se vogliamo (come quello della discarica di via Le Lame) che arrivano dopo vent’anni, il commercio che boc- davvero uscire cheggia, il centro storico che si desertifica, l’eco- da questo loop nomia che traccheggia, l’imprenditore che non dobbiamo rischia. E ancora la malavita che avanza ma per le cambiare. autorità non esiste, le classifiche sulla qualità della vita (o della sopravvivenza) che ci vedono in Tutti, uno per uno coda, i giovani col cervello che emigrano e quelli senza che fanno carriera, il turismo che non decolla e l’interporto che... finalmente qualcuno si vergogna, così come dell’aeroporto, di cui non si parla (per fortuna) più. Ecco, se vogliamo uscire da questo loop dobbiamo cambiare noi stessi, uno per uno. Noi abbiamo provato a farlo, con voi, con un nuovo quotidiano, Il Nuovogiorno, che vuole il cambiamento. Speriamo sia un segnale che, insieme ad altre rivoluzioni, ci faccia uscire tutti insieme dall’ultimo anno… della marmotta.

Camillo Savone

c.savone@quionline.it

Il prossimo numero sarà in edicola il 22 febbraio GENNAIO 2015

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Abbiamo iniziato la bonifica della discarica di via Le Lame. C’era di tutto…

sottoilgrattacielo@quionline.it

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altro giorno, sotto il grattacielo, ho incontrato Massimo. Ci siamo fermati a chiacchierare, come sempre. Ti vedo affaticato. Stranamente. Che hai combinato? Sono stato a lavorare, io, con un manipolo di volontari. E che avete fatto di bello? Abbiamo iniziato la bonifica della discarica di via Le Lame. Che faticaccia… Chissà che avete trovato tra i rifiuti… Di tutto. C’erano le tessere di partito di Fabio Tagliaferri. Una ventina. Le calze a rete di Daniele Zaccheddu. Usate ma come nuove. I frustini di Francesco Trina. E gli stivali con tacco a spillo di Riccardino Mastrangeli. Da urlo. Abbiamo trovato pure la camicia da notte in pelle di Ombretta Ceccarelli. E, a proposito di pelle, la poltrona in pelle umana (di

NON SI BUTTA QUASI NIENTE

E QUALCUNO SI RICICLA Adriano Piacentini, la pelle) che usava Memmo Marzi quando era sindaco. Ci stava anche il dizionario di italiano di Antonello Iannarilli. Ancora imballato. Scavando scavando è venuta fuori la tinta per capelli colore rosso mogano acceso tendente al marrone medio ma non troppo di Antonio Ciotoli. E poi le carte dei Pokémon di Mauro Buschini, i mocassini di Peppino Petrarcone, le valigette (vuote) di Franco Fiorito, gli occhiali a raggi X per vedere le donne nude ma che tanto non funzionano (ecco perché li ha buttati) di Claudio Caparrelli, il biglietto aereo di una vacanza a Cuba datata 1982 intestato a Francesco De Angelis e Francesco Scalia e i baffi di Angelo D’Ovidio. Bei tempi… Massimo mi ha sorriso, mi ha salutato e se n’è andato. E adesso? Adesso tocca fare la differenziata. Dei rifiuti? No, dei politici, i veri maestri del riciclo…



una città agli antipodi

Ruggiero Cioci

(ciociaro emigrato Australia)

r.cioci@quionline.it

Nel profondo sud della contea sono tutti armati e meglio addestrati dei terroristi

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nche Qui in Australia, carissimi amici di Qui, l’anno è iniziato non proprio in allegria. La vicenda francese ha portato le autorità locali, primo fra tutti il sindaco di Brisbane Nick Octopussy, seguito a ruota dal presidente della Contea, Antony Pompidou, a rafforzare la scorta agli obiettivi sensibili sia tra le infrastrutture che nelle sale del potere. Pertanto da qualche giorno c’è la scorta armata all’ascensore (fermo da oltre tre anni, per fortuna), al ponte (caduto da solo e senza spreco di dinamite e terroristi, due anni fa), alla discarica (sequestrata e quindi sotto scorta per forza), allo stadio nuovo (mai aperto) e alla stazione ferroviaria, dove ancora qualche treno passa ma sempre strapieno di

RAFFORZATA LA VIGILANZA

BAR E RISTORANTI NEL MIRINO pendolari. Per quanto riguarda i centri sensibili della politica locale sono stati rafforzati i turni di vigilanza ai bar del centro storico e a tutti i ristoranti fuorimano, dalle ore 22 fino alle 4 del mattino: «Sono i luoghi frequentati dai politici di basso e alto rango – ha dichiarato il capo della Questura di Brisbane – dove si svolgono le riunioni più delicate, le scelte amministrative, dove si concludono accordi, dove si scambiano pizzini e soprattutto dove si mangia, si beve e si delineano le strategie». Oltre a Brisbane tutta la Contea è in allerta. Tanne a Casino’s, il centro a sud (profondo, anzi profondissimo sud) nel quale oltre a un monastero c’è grande abbondanza di sale giochi: «Lì tutti sono armati – ha concluso il questore – e sono meglio addestrati dei terroristi islamici, vigilano sul paese con mezzi propri. Anche troppo».



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in copertina Olga Shutieva foto Alberto Buzzanca

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mensile di informazione, attualità, cultura, satira e tempo libero. Registro della Stampa Tribunale di Frosinone n. 308

EDITORIALE QUI srl direttore responsabile: MASSIMO PIZZUTI m.pizzuti@quionline.it direttore editoriale: DANIELE CIARDI d.ciardi@quionline.it redazione: redazione@quionline.it ENRICO MUGNAIO e.mugnaio@quionline.it CRISTIANO RICCI c.ricci@quionline.it CAMILLO SAVONE c.savone@quionline.it foto: GIACOMO CESTRA g.cestra@quionline.it hanno collaborato a questo numero: CIRO ALTOBELLI, ROBERTO CAPORILLI NICOLA CENTO, RUGGERO CIOCI, LUANA COMPAGNONE, NICOLETTA FINI, GIANLUIGI MEDORI, PIETRO PAGLIARELLA, LUCA SERGIO, CORRADO TRENTO, STEFANIA TURCHETTA, FRANCO TURRIZIANI, ROCCO ZANI segreteria: DANIELA COMPAGNONE segreteria@quionline.it stampa: ARTI GRAFICHE BOCCIA Spa Salerno direzione artistica: SALVATORE LALA e BIANCA POLTICELLI grafica: BIANCA POLTICELLI adv: DONATELLA FRANCATI

sommario

GENNAIO 2015

POLITICA pag. 27 PILLOLE E PUNTURE DI SPILLO pag. 30 A TU PER TU CON SARAH GRIECO pag. 32 UNA PROVINCIA SENZA GUIDA CHE SOGNA UN GRANDE CAPO ATTUALITÀ pag. 38 L’IMAM OMAR, L’ISLAM E L’INTEGRAZIONE CULTURA&SPETTACOLI pag. 46 DI FOLCO, IL MAESTRO CHE DISEGNA IL CIELO

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redazione: via Fratelli Rosselli, 49 03100 Frosinone - tel. 0775.877073 amministrazione@quionline.it pubblicità: NICOLA D’ANNIBALE n.dannibale@quionline.it testi, foto e ogni altro materiale, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I materiali pervenuti e le collaborazioni prestate, si intendono esclusivamente a titolo gratuito. QUI Magazine prezzo di copertina euro 1,00. Arretrati: il triplo del prezzo di copertina attuale al momento dell’ordine, indipendentemente dal numero del fascicolo richiesto. La disponibilità di copie arretrate è limitata, salvo esauriti, all’ultimo anno. Abbonamenti: abbonamento annuale (sconto 20%) Euro 9,60. Sped. in A.P. - 45% art. 2 comma 20 B L. 662/96 D.C.B. Frosinone. L’abbonamento andrà in corso dal primo numero raggiungibile e può avere inizio in qualsiasi periodo dell’anno. Garanzia della privacy (L. 675/96): l’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati proposte commerciali. Le comunicazioni si intendono acquisite se effettuate nei confronti dell’editore. chiuso in redazione il 20 gennaio 2015 tiratura 15.250 copie – distribuzione: 13.000 in edicola – 1.400 sped. abb. postale distributore: Carlo Fiorini & C. sas – Frosinone

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rubriche

pag. 53 SPAGNULO E SIMETI IN MOSTRA AL CAMUSAC pag. 54 TEATRO: ASPETTANDO SALEMME E ALBANESE pag. 55 A CASSINO SI RIDE CON LE DONNE DI CHEVRET pag. 56 GLI APPUNTAMENTI ROMANI E IL CICLONE BRIGNANO

eccoci qui

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sotto il grattacielo

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cronache da Brisbane

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visti da qui

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consigli per l’ascolto

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live

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al cinema

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l’angolo del libro

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qui comics

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food

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chi, come, dove, quando

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photoshow

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così com’era

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SPORT pag. 68 IL FROSINONE CALCIO GUARDA AVANTI: ECCO COSA LO ASPETTA NEL GIRONE DI RITORNO pag. 72 BASKET, I SOGNI DEL PICCOLO MYERS

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DISOCCUPATI RECORD Un esercito di “senza lavoro” NUOVI POVERI LA CARITAS IN TRINCEA

Le situazioni di disagio aumentano

Sempre più persone, sempre più famiglie si rivolgono alla Caritas diocesana per ottenere un aiuto: cibo, indumenti, pagamenti di bollette. Marco Toti, direttore della Caritas, ha detto che negli ultimi anni la situazione è peggiorata, basandosi sulle file ai Centri della Caritas e ai contatti. Oltre che sui numeri. Ma ha detto anche una cosa in più e cioè che molti non dicono subito il motivo per il quale chiedono aiuto. Per dignità. E questo dimostra che sotto la soglia di povertà stanno scivolando persone che hanno fatto parte fino a pochissimo tempo fa di quel ceto medio che per anni è stato il motore dell’Italia. Ma il disagio sociale oggi si manifesta sotto molteplici punti di vista, non esclusa la situazione di difficoltà nella quale si ritrovano all’improvviso i disoccupato ma anche i genitori divorziati. Rimane il fatto che la Caritas diocesana, ma anche diverse associazioni di volontariato, sopperiscono a queste situazioni spesso in assenza dell’intervento del pubblico. Solidarietà regina

Richieste di cibo ma anche di soldi per riuscire a pagare le bollette

Tomassi della Cgil lancia l’allarme Numeri da capogiro e prospettive preoccupanti

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uasi 116.000 disoccupati e un tasso reale di persone senza lavoro che in provincia di Frosinone si attesta al 22%. Numeri da brivido, che il segretario provinciale della Cgil Guido Tomassi (nella foto) ha sottolineato con forza. Specificando che la gravità

della situazione va detta con chiarezza, senza timore di essere definiti pessimisti. Un aspetto questo che merita una considerazione: non è minimizzando sempre e cercando di dire che “non è poi così strano”, che si esce dal tunnel della crisi. Anche perché i due/terzi degli iscritti ai centri per l’impiego ha un’iscrizione di oltre ventiquattro mesi, il che vuol dire che la disoccupazione è sistematica. Non è questo il momento né della caccia alle streghe, né dello scarico di responsabilità, ma il fatto che i continui appelli ai politici siano rimasti senza risposte testimonia ulteriormente come la capacità di reazione di questo territorio avvenga al rallentatore. Mentre i disoccupati aumentano inesorabilmente. Realista

FORZA ITALIA

CIACCIARELLI RADDOPPIA

Azzurri verso il congresso provinciale

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asquale Ciacciarelli si avvia alla conferma come segretario provinciale di Forza Italia. Anche perché non ci sono possibili sfidanti. Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, che pure sembrava interessato, non appare intenzionato. Sia perché le dinamiche del capoluogo richiedono massima attenzione, sia perché probabilmente intende giocarsi le sue carte quando si decideranno le candidature alla Camera. Anche Antonello Iannarilli si è posto in una posizione di osservazione: secondo alcune voci starebbe pensando ad una possibile candidatura a sindaco ad Alatri, qualora però non si aprissero varchi alle parlamentari o alla Regione, se Mario Abbruzzese dovesse essere eletto deputato. Neppure Alessia Savo concorrerà per la segreteria. Insomma, avversari non sembrano esserci all’orizzonte. Pasquale Ciacciarelli è un uomo politico che fa riferimento al consigliere regionale Mario Abbruzzese, che sta cercando di non turbare alcun equilibrio. Almeno fino a quando non si saprà quando si voterà alla Camera. Andamento lento

Punture DI SPILLO

SE TRINA NON FA SCATTI

Blocco del traffico e nulla di più Rieccoci con il blocco del traffico per contrastare l’inquinamento da polveri sottili. Oggi il debutto a Frosinone per il 2015; mentre già sono tornate di attualità le targhe alterne, provvedimento che riguarda però soltanto i veicoli di vecchia generazione. Preveniamo l’obiezione: sono provvedimenti dovuti visti i livelli di concentrazione di polveri sottili nel capoluogo ciociaro. Ma le decisioni assunte dall’assessore all’ambiente e ai trasporti Francesco Trina (nella foto) sono le stesse dei suoi predecessori, da anni a questa parte per la verità. Eppure il gruppo del quale Trina è espressione, Frosinone nel Cuore, aveva annunciato cambi importanti nell’approccio ai problemi, nella gestione delle deleghe. Invece nulla. Eppure qualcosa di diverso si poteva fare: l’approvazione di un piano di mobilità, una rivisitazione dei parcheggi, uno studio per accertare tutte le fonti di inquinamento da smog nel capoluogo. Limitarsi all’ordinaria amministrazione non sposta nulla e non risolve alcun problema. Replicante

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DAL SOGNO ALL’INCUBO INTERPORTO ALLA DERIVA Galloni si è dimesso nell’indifferenza

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a battuto tutti i record: per ventidue anni (la prima progettazione è datata 1993!) l’interporto ha rappresentato niente più che un’idea. Quella di realizzare, in località Selva dei Muli a Frosinone, un nodo di interscambio tra ferro e gomma, facendo quindi interagire strutture come la ferrovia e le superstrade. Ma nulla è stato fatto e alla fine il sogno è sfumato. Le dimissioni del presidente Giuseppe Galloni (nella foto) e dei cinque membri del consiglio di amministrazione hanno rappresentato esclusivamente l’ultimo atto di un sogno che però è costato svariati milioni di euro tra espropri, progettazioni, cause civili. Nel momento decisivo, però, le assemblee dei soci sono state disertate, come sempre avviene da queste parti. Quando si arriva a un punto di non ritorno, i progetti vengono lasciati alla deriva. Certamente però viene da chiedersi come possa succedere che due progetti del calibro di aeroporto e interporto vengano archiviati nell’indifferenza generale degli stessi protagonisti. Abbiamo scherzato

LEGHISTI DI TUTTO IL MONDO

UNITEVI

In tanti guardano a Noi con Salvini

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i chiama Noi con Salvini e rappresenta il contenitore politico che la Lega (che non a caso non sottolinea più la connotazione Nord) intende utilizzare per provare ad alzare la percentuale dei consensi nel sud e nel centro. Tra i nomi che circolano c’è quello dell’ex consigliere regionale Alessandra Mandarelli (nella foto). Che però potrebbe ritrovarsi con Carlo Gagliardi, assessore di Frosinone fuori fino a maggio per l’inizio della rotazione. Gagliardi ha partecipato a un recente incontro in provincia di Latina, insieme al consigliere comunale Dino Grimaldi. Sempre alla Lega guardano con estrema attenzione Carmine Tucci, consigliere comunale di Frosinone eletto nella Lista Marzi, e Gianfranco Rufa, consigliere di Veroli e già candidato a sindaco di Forza Italia. In tanti, dall’area del centrodestra provinciale, vedono nella Lega un’opportunità importante di fare politica. Ma il rischio è quello che si ritrovino dalla stessa parte esponenti politici di estrazioni diverse e lontani anni luce fra loro. Insieme per forza

IL FATTORE

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Provincia: il capogruppo del Pd Cinelli non concede tregua al presidente Pompeo

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l timore di Forza Italia e del Nuovo Centrodestra è che a un certo punto, inevitabilmente, il Partito democratico tornerà unito e anche alla Provincia le cose cambieranno. Ma, almeno per il momento, questo scenario non è vicinissimo e non lo è perché il capogruppo del Partito Democratico, Antonio Cinelli, non perde occasione di attaccare il presidente Antonio Pompeo e di “fare le pulci” a ogni delibera o prov-

vedimento adottato. A dimostrazione che alla fine i leader potranno anche trovare intese, ma la base resta sul piede di guerra, dopo una campagna elettorale che nella sostanza ha spaccato il partito sul territorio. Il prossimo congresso del Pd chiarirà diverse posizioni, pure sul piano strettamente locale. Un accordo alla Provincia però resta lontano. Non impossibile. La domanda comunque è anche un’altra: ve lo immaginate Antonio Cinelli vice di Antonio Pompeo? Sarebbe una situazione da vecchia Dc, con le “correnti” l’una contro l’altra armata. Nemici amatissimi

FROSINONE NEL CUORE HA PUNTATO LA PROVINCIA

Luca Sellari sempre più presente a piazza Gramsci Dopo aver ridotto ai minimi termini la maggioranza del sindaco Ottaviani, adesso il presidente di Frosinone nel Cuore, Luca Sellari, ha cambiato… consiglio. Assiste molto alle sedute dell’assise provinciale, dove lascia intendere di avere un rapporto politico forte con il presidente Antonio Pompeo. Nel capoluogo Frosinone nel Cuore ha scompaginato i gruppi consiliari, ha determinato una serie ininterrotta di fibrillazioni, ha “irritato” tutti i gruppi con la nomina a vicesindaco di Francesco Trina. Il risultato è che ora Ottaviani si ritrova senza una maggioranza autonoma, appeso agli umori di Carmine Tucci (Lista Marzi) e Sergio Crescenzi (Impegno Civico). Fossimo nei panni di Pompeo, adotteremmo tutte le cautele del caso. È vero che la Provincia è un ente di secondo livello, però anche lì serve una maggioranza. L’opera di Sellari potrebbe mandarla in frantumi. Considerando che le fibrillazioni alla Provincia sono già emerse in maniera fragorosa. Talismano al contrario

La maggioranza guidata da Pompeo non ha bisogno di altre distrazioni

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a cura di Corrado Trento

A TU PER TU CON

SARAH GRIECO La pasionaria del Pd che ama viaggiare «Lo Yucatan mi è rimasto nel cuore» L’età si può dire?

«Trentasette anni. E non sentirli».

Perché nel Pd? E perché in politica?

«Io politicamente nasco orgogliosamente nel Pd e con il Pd. Non sono “ex” di nulla. Il mio papà è un “sessantottino” e io sono cresciuta con Santoro, Biagi e Luttazzi. Poi c’è stata la mia prima candidatura con una lista civica. Quindi ho incontrato Franco Assante: il mio mentore, il mio padre politico». Lavoro?

«Faccio l’avvocato penalista. E sono docente di procedura penale all’Università di Cassino». Musica?

«Tutta. Ho studiato pianoforte. Adoro Michael Jackson e Sting. E non disdegno Tiziano Ferro. Ma oggi mi rendo conto che la musica di Pino Daniele ha segnato i momenti più importanti della mia vita». Film?

«Una premessa: prima della nascita delle mie figlie (splendide: una di cinque anni, l’altra di dieci mesi), andavo sempre al cinema. Ora di meno. Mi piacciono i film in bianco e nero: I soliti ignoti, Ladri di biciclette...». Libro preferito?

«Wonder, di Palacio, tratta il tema dell’integrazione». Lo sport nella tua vita?

«È vitale: corro, nuoto. E gioco a tennis, presso il mitico circolo del maestro Bruni a Cassino. Tutto a ora di pranzo». Caratterialmente come ti definisci?

«Una persona vera, detesto l’ipocrisia. Sono ritardataria

cronica, ottimista e molto esigente. In primis con me stessa. E perfino pignola. Ritengo che ognuno sia quello che fa, non quello che dice. In politica spesso non paga, ma la vita conta più della politica». Studi effettuati?

«Liceo classico. Poi due lauree: economia e giurisprudenza». Oggetti dai quali non puoi separarti?

«Il telefono (che ha le dimensioni di un citofono), il tablet, l’agenda legale. Il lucidalabbra. E le scarpe con i tacchi, alle quali non rinuncio mai». Ti piace viaggiare?

«Tantissimo».

Un viaggio che ti è rimasto nel cuore?

«Nello Yucatan. Visita ai templi Maya con lo zaino in spalla. Meraviglioso».

Quando hai capito che la politica avrebbe fatto parte della tua vita?

«Alla prima candidatura, preparata in un mese. Ho ottenuto 110 voti. Lì ho capito veramente che ero “tagliata” per la politica». Perché?

«Con quella primissima esperienza elettorale, dopo quasi dieci anni di vita romana, ho scoperto un inaspettato amore per la mia terra nonostante i suoi limiti e le sue difficoltà. Ho sentito il bisogno di incidere sui processi, non solo di registrare e subire quello che non va. E questo a costo di togliere del tempo a me stessa, al mio lavoro e a volte, purtroppo, anche agli affetti».

DUE/TRE COSE CHE... PARLANO DI ME 1 un ritratto di famiglia visto con gli occhi di mia figlia

6 l’album delle mie foto più belle

2 la tessera di chi mi ha insegnato che i partiti possono

7 mai senza profumo... la mia coccola quotidiana

ancora avere una funzione

3 il mio “telefono citofono”, li scelgo sempre più grandi 4 cappelli (li adoro da sempre), un po’ per gioco, un po’

per “cambiar testa”

8 anche in tempo di processi telematici... mi sentirei

persa senza di lei (l’agenda)!

9 tennis, nuoto, corsa... la mia scarica di endorfine,

rigorsamente a ora di pranzo

5 il mio rossetto perfetto? c’è ma non si vede! foto Donatella Francati

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La classe non è acqua Lo sguardo da professoressa non le manca. Il trucco c’è (ma si vede poco) e i gioielli pure (e si vedono troppo). I capelli raccolti donano quel tocco di serietà che non guasta mai. Voto sette per il rossetto e otto per le francesine. Dieci e lode per la classe... P.S. La prossima volta la vogliamo in tuta!

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SARAH GRIECO Coordinatrice della segreteria del circolo Pd di Cassino

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SERVE UN GRANDE CAPO! Aeroporto sfumato da tempo, interporto naufragato. Accordo di programma che non decolla. Disoccupazione record, fabbriche che chiudono, famiglie che arrancano, giovani senza prospettive. Provincia e Comuni in rosso. Politica debole e partiti nel caos. Se anche qualcuno volesse investire in Ciociaria, con chi dovrebbe rapportarsi? Mancano referenti in grado di determinare le decisioni dove vengono prese davvero

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CORRADO TRENTO

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autostrada, con i suoi 75 chilometri e i 7 caselli, potrebbe ancora rappresentare un valore aggiunto per la provincia di Frosinone, ma la crisi di questi ultimi anni ha spazzato via certezze e sogni. La dura realtà è che la Ciociaria è in recessione economica ma anche politica, finanziaria e infrastrutturale. Le idee non ci sono e se anche ci fossero, chi sono oggi i referenti di un territorio nel quale non arriva più un investimento? Con chi parlare, con chi discutere, con chi rapportarsi per cercare di arrivare a una svolta? I FALLIMENTI SUL CAMPO Per anni si è parlato della possibilità di realizzare un aeroporto civile al Moscardini. Convegni, studi di fattibilità, proposte, impegni da parte della Regione e della Provincia. Poi, come al solito, nulla. Per ventidue anni non si è fatto altro che puntare sull’interporto, un nodo di scambio intermodale (ferrogomma) che poteva dare una spinta alle imprese locali, al mercato. È di questi giorni la notizia delle dimissioni del presidente della Sif Giuseppe Galloni e dei membri del cda. L’interporto è tramontato. Si può continuare: sede della Corte d’Appello, Ente Fiera nel sito ex Permaflex, direttrici viarie importanti. Nulla. Qualche mese fa l’Accordo di Programma: solo due le imprese ammesse e adesso le solite polemiche di tutti contro tutti. E il tessuto delle piccole e medie imprese locali tagliato completamente fuori. L’ECONOMIA ALLA DERIVA L’impatto della crisi sul mondo del lavoro è stato devastante. L’importo medio di una pensione in provincia di Frosinone è di 663 euro, con un tasso di disoccupazione reale che si attesta al 22%. Più di un giovane su due non lavora, le persone iscritte ai centri per l’impiego sono ormai 116.000, su una popolazione di meno di 500.000 abitanti. Il che vuol dire, dal punto di vista aritmetico, che più di una persona su cinque non lavora. Per non parlare di un disagio sociale che la

Caritas e altre associazioni di volontariato fronteggiano quotidianamente con aiuti di ogni tipo: cibo, indumenti, pagamento delle bollette. LE INFRASTRUTTURE Ora si punta molto sul collegamento veloce ferroviario Cassino-FrosinoneRoma. Arrivare nella capitale in quaranta minuti, dicono tutti, darebbe a questo territorio prospettive diverse. Non soltanto per i benefici sui lavoratori pendolari, ma soprattutto per le prospettive di crescita sul piano delle opportunità. I cittadini romani dovrebbero vedere la Ciociaria come un’area vasta importante, dove si possono acquistare appartamenti a prezzi più vantaggiosi, dove si può risiedere, dove si può puntare su una qualità della vita migliore. Va sottolineato, però, che tutte le classifiche sulla qualità della vita bocciano inesorabilmente la Ciociaria da decenni. Ma ci sono altri collegamenti sui quali puntare, a cominciare da quello tra le due superstrade, la Ferentino-Frosinone-Sora e la Sora-Avezzano. Secondo gli addetti ai lavori, la svolta arriverebbe attraverso un asse di collegamento tra due importanti porti sul Tirreno e l’Adriatico, Gaeta e Termoli, un asse di collegamento passante tra Formia e San Vittore, che andrebbe a intersecarsi con il corridoio numero 5 della nuova rete transeuropea dei trasporti. Va tutto bene, ma con quali soldi, con quali progetti, con quale peso politico in grado di determinare certe decisioni? LA CRISI DI PROVINCIA E COMUNI La Provincia, ormai trasformata in ente di secondo livello, non ha le risorse normali, figuriamoci quelle straordinarie. E pure sul piano del coordinamento istituzionale e politico deve fare i conti con inevitabili passi

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Una provincia in recessione, una terra in crisi e la mancanza di una guida vera

indietro. I Comuni, falcidiati dalla spending review e dal taglio drastico dei finanziamenti dello Stato, a mala pena riescono a garantire l’ordinario. Diciamo la verità: oggi nessuna grande opera può essere neppure pensata sul piano strettamente locale. Chi la finanzia?

pio. Adesso diventa complicato capire chi sono i leader di riferimento, quelli in grado di farsi ascoltare nelle sedi deputate, sostenendo le ragioni del territorio, disegnando dei percorsi sui quali poi “calare” progetti veri, finanziati e in grado di generare occupazione.

IL RUOLO DELLA REGIONE Anche la Regione Lazio è alle prese con tagli e ridimensionamenti di risorse. Al punto che non è un mistero che diversi Comuni, schiacciati dagli anticipi di cassa effettuati al posto dell’ente della Pisana, attendono ancora che la Regione corrisponda quelle somme. Il Lazio in particolare deve fare i conti con la situazione della sanità che fin quando non sarà risolta peserà come un macigno.

I PROBLEMI DEL TERRITORIO L’inquinamento ambientale, ma anche le difficoltà (sempre per il solito discorso della mancanza di fondi) a garantire la manutenzione normale delle strade. Per non parlare poi di grandi proposte, come quella della bonifica della Valle del Sacco. Nell’ambito di una logica ecocompa-

LA POLITICA DEBOLE La classe politica di questa provincia non riesce a incidere sulle grandi scelte e spesso nemmeno su quelle piccole. Il fatto che in questa consiliatura la Ciociaria non esprima alcun parlamentare europeo non è cosa di poco conto. Perché ormai è a Strasburgo e Bruxelles che si decidono le dinamiche più importanti e per provare a contare ci devi stare. Le leggi elettorali susseguitesi in queste ultime legislature hanno avuto tutte un unico comun denominatore, quello di cancellare il peso della rappresentanza locale. Abbiamo un Parlamento di nominati e comunque il baricentro delle decisioni che contano si è spostato non solo verso il Governo ma anche verso l’Unione Europea. Per decenni, soprattutto dal dopoguerra in poi, questa provincia ha conosciuto politiche di sviluppo industriale e di benessere grazie a personaggi come Giulio Andreotti, che hanno determinato le condizioni affinché le aziende, anche multinazionali, venissero a investire qui. L’ASSENZA DI REFERENTI Se oggi si volesse presentare un grande progetto in grado di rilanciare l’economia provinciale, con chi dovrebbero confrontarsi le aziende, gli imprenditori, gli enti? La Ciociaria ha conosciuto i tempi di Cesare Augusto Fanelli e di Dante Schietroma, tanto per fare un esem-

tibile. Ma torniamo al punto di partenza: una proposta del genere si può parametrare soltanto se si hanno alcuni elementi: un progetto che abbia una copertura finanziaria certa, con delle prospettive di tempo determinate. Si può fare? Restringendo lo sguardo esclusivamente a Frosinone, la questione della discarica di via Le Lame e la vicenda della frana del viadotto Biondi sono emblematiche. In entrambi i casi servirebbe un rapido intervento di bonifica e di messa in sicurezza. Ma fino a questo momento, al di là delle solite polemiche furibonde sulla competenza, non ci sono certezze. Cosa fare allora? Difficile individuare un percorso. LE PROSPETTIVE Senza un’inversione di tendenza sul piano economico, occupazionale, perfino di fiducia delle famiglie, questo territorio non può pensare di uscire dal tunnel. Intanto continua il sostanziale silenzio di una classe dirigente, non soltanto politica, schiacciata dalla mancanza di risorse a disposizione da un lato e dall’incapacità di incidere dall’altro. Servirebbe almeno un grande capo. Ma non c’è. GENNAIO 2015

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Marocchino di nascita, italiano di nazionalità: è lʼimam di Frosinone La cultura araba, lʼIslam e lʼintegrazione PIETRO PAGLIARELLA foto FEDERICO PROIETTI

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na somiglianza impressionante con Omar Sharif. L’aria serena, carismatica e saggia della guida spirituale. Omar El Jaouzì, marocchino di nascita, oggi italiano di nazionalità, sette figli e trentacinque nipoti, è l’imam di Frosinone, ovvero quello che può essere definito il capo di una comunità religiosa anche se, vedendolo con i canoni della cultura islamica, è più precisamente una persona particolarmente erudita e colta, sapiente, dotta, che per le sue qualità viene riconosciuta come guida. Ed è proprio lui il nostro Virgilio che ci accompagna per mano nella conoscenza della realtà della comunità islamica di Frosinone e della Ciociaria. Una realtà fatta di circa 4.000 persone che frequentano la moschea di via Mària. Una presenza forte ma discreta «e perfettamente integrata – ci dice l’imam – con la città, con le altre confessioni religiose e con le istituzioni». Omar giunge in Italia nel 1989, proveniente dal Marocco, con un permesso da turista della durata di tre mesi. «Mi sono subito innamorato di questo paese. Sono arrivato in compagnia di

alcuni amici che si erano stabiliti a Trento. Io raggiunsi, invece, un altro mio conoscente a Terracina e lì è iniziata la mia vita da italiano». Da Terracina allarga le sue conoscenze e trova lavoro con alcune ditte che operano per conto della Sip. Giornalista e fotografo in patria, qui si ritaglia il suo spazio nel mondo dell’edilizia. Nel 1995 nasce la moschea di Frosinone. «All’inizio non eravamo tanti, ma l’istituzione di un punto di riferimento per i musulmani ha veicolato la crescita della comunità». La moschea, oggi, non è frequentata solo da persone provenienti da Paesi tradizionalmente musulmani ma da tempo sono molti gli italiani che la frequentano e si convertono. Nel tempo sono cresciuti anche i matrimoni misti, tra islamici e cristiani, che viaggiano sull’ordine numerico di almeno un paio al mese. «La preghiera – continua l’imam – si svolge cinque volte al giorno, mentre il venerdì rappresenta per i musulmani quello che per i cattolici è la domenica». La moschea, divenuta angusta per le esigenze tanto che nell’agosto 2015 dovrebbe trasferirsi in quella che si sta

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realizzando in viale dell’America Latina, non è solo luogo di preghiera, ma funziona anche come centro culturale e l’imam non è solo guida spirituale ma anche mediatore culturale, consulente amministrativo e matrimoniale e molto altro. La cultura araba ha una spiccata propensione all’ospitalità. E ospitalità è stata offerta anche da Frosinone e dalla Ciociaria: «Da quando sono arrivato qui mi sono sempre sentito bene e in pace con tutti. Nella storia dell’umanità l’immigrazione è un fenomeno naturale e l’arrivo di stranieri in questa città fa parte di questo dato di fatto. L’integrazione per noi è importantissima e bisogna fare il possibile perché sia realizzata sempre più. Il compito di chi, straniero e musulmano, giunge qui deve essere quello di conoscere la cultura di chi lo ospita e farsi conoscere. Tanto che tra noi parliamo italiano e non le lingue dei nostri paesi di origine. Esplorarsi reciprocamente è l’unica via efficace. Bisogna essere curiosi e mantenere una certa apertura mentale, per questo abbiamo aperto la moschea a chiunque». Ma è possibile una vera conviven-

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za? Molte volte i pregiudizi e gli stereotipi possono essere ostacoli invalicabili. Nadia, figlia dell’imam che nella vita fa l’interprete, non ha dubbi: «Per un musulmano il dettame più importante è quello di seguire le regole che la religione impone. Fra queste ci sono la pacifica convivenza e il rispetto. E questo approccio è parte fondamentale anche della formazione che diamo ai ragazzi. L’Islam insegna a conoscere l’altro per costruire la felicità sulla terra oggi, come specchio della felicità che sarà donata dopo la morte un domani. Tante persone vivono pregiudizi nei confronti dell’Islam semplicemente perché non lo conoscono: chi si avvicina alla religione musulmana trova invece in essa la pace, anche nel proprio animo. Allah significa “dio” per tutta l’uma-

nità, e non solo per chi è musulmano. L’Islam chiede di immedesimarsi nel prossimo, di ricercare costantemente l’umanità nel rapporto con l’altro e un comune sentire. L’obiettivo è la pacificazione e non il conflitto. Quindi sono fiduciosa sul fatto che una convivenza sia assolutamente possibile e devo dire che a Frosinone non ci sono mai stati problemi e c’è sempre stato reciproco rispetto, perché alla fine siamo tutti parte dello stesso corpo. Ognuno di noi rappresenta una parte di un tutto che va considerato unico. Sicuramente l’ignoranza, intesa come scarsa conoscenza, porta con sé il pregiudizio, e questo vale per tutti. Quando l’uomo non utilizza il proprio cervello per conoscere la realtà, o si accontenta di ciò che gli viene riportato, il risultato può essere una deforma-

zione della verità. Le persone vanno conosciute direttamente. L’essere umano all’inizio è spesso nemico di ciò che non conosce, ma chi conosce il vero Islam ne rimane conquistato». La piena integrazione passa anche attraverso i rapporti con le altre istituzioni: «Con il Comune – continua l’imam – ci sono relazioni positive. Quando abbiamo un’esigenza particolare la esponiamo e troviamo disponibilità e risposte positive. Lo stesso discorso vale per la Questura, la Prefettura e la diocesi. Poi c’è la preziosa opera di Abdul Oussaifi che con l’associazione “Nuovi cittadini” è un importante punto di riferimento». E per il futuro l’imam cosa si aspetta? «Che la pace possa dominare sul mondo e che l’integrazione diventi una realtà piena e condivisa».

La religione come strumento di conoscenza E come mezzo per crescere Nadia, figlia dell’imam, lavora come interprete

DUE CULTURE UN MONDO POSSIBILE La strage di Parigi, il terrorismo e la follia dellʼodio Il cammino comune del vescovo Spreafico e dellʼimam El Jaouzì NICOLETTA FINI

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l dialogo e la convivenza tra religioni diverse sono fondamentali per la pace mondiale. Bisogna allora puntare su ciò che unisce realtà e culture differenti. E ciò che unisce è molto di più di quello che spesso può dividere. È questo il comune pensiero del vescovo della diocesi di Frosinone Ambrogio Spreafico e dell’imam

Omar El Jaouzì. Un invito a riflettere sul dialogo tra cristiani e musulmani nella costruzione della società del convivere, a partire dalla vita comune nella città di Frosinone. Un invito a non permettere che i fatti di cronaca, su terribili rituali di morte, compiuti invocando una tradizione religiosa, prendano il sopravvento, piuttosto a pregare affinché attraverso l’amicizia,


I pregiudizi sono spesso la causa principale di incomprensioni e guerre

il rispetto per l’altro si ottenga la pace. «Siamo chiamati a rendere possibile la convivenza, a testimoniare l’amicizia e il rispetto. Condanniamo fortemente i fatti di Parigi. Chiunque uccide in nome di Dio sicuramente non è un credente».Una condanna al terrorismo (dopo la strage compiuta nella sede del settimanale francese satirico Charlie Hebdo, che ha causato dodici vittime e otto feriti) ma anche una testimonianza di amicizia e rispetto: con questo spirito, Spreafico e El Jaouzì si sono incontrati nella curia vescovile. Il rapporto con la realtà musulmana e con tutti gli altri immigrati della provincia di si basa sulla cordialità, sull’amicizia. È questo che ha tenuto a sottolineare il vescovo, ribadendo la sua amicizia, ormai da anni, con l’imam di Frosinone e il rispetto e la convivenza con tutte le realtà del territorio. Entrambi fermi contro il terrorismo. «La comunità musulmana condanna fortemente i fatti di Parigi – le parole dell’imam Omar El Jaouzì – Non si può uccidere in nome di Dio, al contrario in nome di Dio si deve aiutare la vita. La comunità islamica di Frosinone pensa che la convivenza tra le religioni di una parte e i laici dall’altra sia importante, ma non solo con

le parole, anche con i fatti. La nostra comunità è ben integrata culturalmente e ben rispettosa nei confronti del diverso. Io non faccio l’analista degli avvenimenti, ma vivo la mia religione con gioia e felicità e cerco di dividerla con gli altri a prescindere del loro credo. Sono certo che i nostri concittadini ciociari sanno distinguere tra i loro amici musulmani e gli assassini terroristi che non hanno nessun rapporto con la nostra religione, loro la utilizzano soltanto per scopi ignobili». Forte condanna anche del vescovo Spreafico. «Il terrorismo è un’aberrazione dell’umanità e della convivenza – ha detto – Ci uniamo a tutti quelli che in questi giorni hanno condannato in maniera ferma quanto accaduto a Parigi e in altre parti del mondo e in Nigeria dove si mandano bambine kamikaze per uccidere. Rimaniamo esterrefatti di come l’uomo possa arrivare a uccidere invocando il nome di Dio». Il vescovo ha portato all’attenzione anche l’ignoranza che talvolta prende il sopravvento. «Tante volte viviamo nella paura e di paure e ci impauriamo di fronte all’altro, viviamo di pregiudizi e non ci sforziamo di capire». Perché, invece, un mondo senza guerra è possibile.

IL VESCOVO E L’IMAM Un messaggio importante, forte. Il segnale che le diverse religioni possono e devono convivere. Mons. Ambrogio Spreafico, vescovo della diocesi di Frosinone, e l’imam Omar El Jaouzì condividono un percorso fatto di pace e incentrato sulla conoscenza reciproca. L’incontro che si è svolto qualche giorno fa nella curia vescovile del capoluogo ne è la conferma. Una bella conferma

foto SIMONE DESIATO

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QUI MAGAZINE

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Il piccolo Myers sogna in grande Si chiama Joel, è figlio del mitico Carlton e gioca con il Sora basket a pagina 72

LIFESTYLE CULTURA ARTE TEATRO CINEMA MUSICA LIBRI SPORT CUCINA

foto LUCA REA

Arte e magia nella bottega di Vladimiro Di Folco

Risate garantite con Vincenzo Salemme e Antonio Albanese

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Al Camusac le opere di Simeti e Spagnulo a pagina 53

Vincenzo Salemme sarà al teatro Nestor di Frosinone il 2 febbraio con lo spettacolo “Sogni e bisogni”


L’UOMO

CHE GUARDA IN ALTO La ricostruzione di Montecassino, la pittura e le esperienze a Roma, New York e Parigi Vladimiro Di Folco, lʼartista che disegna sogni e dà forma ai soffitti

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uando si volge lo sguardo al cielo si prega, si implora, si maledice. A volte si evita soltanto di vedere avanti a sé. Ma “guardare in alto” vuol dire soprattutto meditare, pensare, sognare e – metaforicamente – tentare di migliorarsi, di salire il gradino che separa dall’eccellenza, per raggiungerla e provare a superarla. Vladimiro Di Folco, artista sorano, maestro dell’artigianato, ha cominciato a puntare i suoi occhi all’insù sin da bambino. E non ha più smesso. Di Folco nasce nel 1953, in una Cassino che vede svilupparsi uno dei più ampi e frenetici cantieri dell’Italia meridionale dell’epoca, quello che si occupa della ricostruzione e del restauro dell’abbazia di Montecassino, distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. «Il mio padrino e altri amici di famiglia mi introdussero in quell’immensa officina – racconta il maestro – Rimasi profondamente affascinato dall’ampiezza degli spazi, dalla magnificenza dei decori. Per me quell’esperienza cognitiva, arrivata così presto, rappresentò una sorta di imprinting, certamente il primo passo all’interno di un mondo che non avrei mai abbandonato». Di Folco fa gli studi a Frosinone, al liceo artistico, quindi prosegue la sua formazione all’Accademia di Restauratore, Belle Arti di Roma. artigiano All’inizio del suo pere raffinato ebanista corso si avvicina alla in viaggio scultura e alla pittura, nel tempo realizzando dipinti ispirati all’arte figurativa. Un’esperienza tutt’altro che banale, che porta per la prima

GIANLUIGI MEDORI foto GIACOMO CESTRA

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volta l’artista all’attenzione dei critici, che scorgono il genio che si faceva spazio nell’anima di quello che era ancora un ragazzo. «Ma capii subito – precisa – che sarebbe stato solo un passaggio, poiché il tempo della pittura “tout court” era finito». I suoi primi incontri danno vita a un lungo viaggio d’istruzione. Grazie a un amico scenografo si trasferisce a New York. Torna in Italia dopo un anno, ma nel 1978 un mercante d’arte lo porta a Parigi, dove vive per più di un lustro, sviluppando idee e creatività, ampliando il suo raggio d’azione e le sue abilità. «Roma è “il” luogo dell’arte per eccellenza – sottolinea Di Folco – È stata una fucina di conoscenze, mi ha fatto scoprire innumerevoli cose; Parigi mi ha aiutato a metterle a fuoco. La sensibilità dei francesi per l’arte non è soltanto un luogo comune, ma un dato di fatto: Oltralpe c’è maggiore attitudine alla percezione del bello». Con il secondo ritorno in Italia, Vladimiro Di Folco comincia a dedicarsi al restauro di opere d’arte, palazzi storici, chiese. In modo particolare lavora sugli interni, si dedica a disegnare ambienti, un esercizio da vero e proprio scenografo. La collaborazione con Gepj Mariani, innovativo architetto, nipote di Roberto Rossellini, vede Di Folco protagonista del rifacimento e dell’ammodernamento di locali rinomati della capitale, tutti segnati dal genio progettuale e dalla perizia del maestro. Lo sfarzo decadente e trasgressivo del “Vertigini” di via Emilia ha stregato Paolo Sorrentino, che vi ha girato scene de “La Grande Bellezza”, ultimo Premio Oscar assegnato al nostro cinema. Ma l’idea fissa di Di Folco sono i soffitti: ad essi decide di dedicare la


A SORA UN LUOGO MAGICO E SENZA TEMPO

Nella bottega dove nasce l’arte

Nel Cinquecento era costume mandare “a bottega” i propri figli da maestri d’arte per affinarne le doti. Leonardo Da Vinci andò dal Verrocchio, Michelangelo Buonarroti dal Ghirlandaio, con i risultati che oggi ammiriamo. In Via Borgo San Nicola, a Sora, Vladimiro Di Folco lavora in un luogo dall’afflato magico, che ricorda gli antichi spazi dove ogni cosa prendeva la sua forma, dove l’arte classica del nostro paese è cresciuta fino a riempire il mondo della sua magnificenza. Di Folco ha creato un ambiente concepito per essere lo studio di un architetto e di un progettista, ma soprattutto l’opificio di un marmista, di un falegname, di un pittore, di un decoratore. Una struttura che è essa stessa un piccolo capolavoro di funzionalità. Al piano di sopra, un ampio tavolo riunioni e un computer per sviluppare disegni, considerare le geometrie, supportare l’ideazione grafica. Forse l’unico oggetto di congiunzione col terzo millennio. Al piano di sotto, uno spazio diviso in cinque ambienti comunicanti, perfettamente sinergici, disposti per ogni fase della lavorazione, dove pennelli e martelli, spatole e smalti, marmi e ottoni, trapani, frese e strumenti di ogni tipo, si fondono in una perfetta osmosi che racchiude cinque, sei mestieri, in uno solo. Il mestiere di Vladimiro Di Folco, maestro assolutamente unico nel suo genere. GENNAIO 2015

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I progetti, le sperimentazioni e l’impiego di materiali pregiati

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Vladimiro Di Folco, insieme al figlio Flavio, nella bottega di via Borgo San Nicola, a Sora

sua ricerca, il suo estro. «Lo studio sui soffitti era fermo al Seicento – spiega – La seconda guerra mondiale, poi, ha generato una sorta di oblio nei confronti dell’arte classica. Il mio impegno è stato rivolto alla rielaborazione delle cornici, all’evoluzione della progettazione e della realizzazione. Ho allacciato la mia storia a quella dei grandi del passato, cercando di ridare forma a quelle esperienze e spostando la mia attenzione oltre, provando a guardare più lontano, per affermare la mia presenza e cercare uno spazio nella storia. Poi sarà il futuro a giudicare, definire. Adesso, noi siamo nani sulle spalle di giganti, i geni della grande tradizione romanica, barocca e rinascimentale». Di Folco intraprende un lungo cammino verso la perfezione, stilistica e cromatica, maturata attraverso il lavoro, la specializzazione, che lo porta a essere architetto, scultore, pittore, decoratore, ebanista. Dai soffitti più semplici, in stucco e acrilico, si giunge a capolavori in oro zecchino, dalle modanature spettacolari, uniche, figlie di progettazione certosina e magistrale lavorazione manuale. Un passo fatto per diventare un numero uno nel settore, «perché di numeri due è pieno il mondo, e di loro ci si dimentica in breve tempo. Il target è diventato fare ciò che nessuno ha mai fatto». Da questa svolta decisa, nasce l’esigenza di concepire uno spazio adeguato ai vari cicli di lavorazione dei materiali e della reale costruzione GENNAIO 2015

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I SOFFITTI: QUANDO IL CIELO È PREZIOSO

Decorare con oro, legno e marmi

Cornici in legno, stucco, acrilico, e poi oro zecchino, oro bianco, argento, marmi pregiati. Ogni pezzo che compone un soffitto creato da Vladimiro Di Folco è unico, prezioso, ovviamente costosissimo. Il maestro è solito lavorare con le pietre dure (lapislazzuli, malachite, serpentino, cristallo di rocca) che diventano il cuore lucente delle sue opere, ma i suoi attuali studi si concentrano anche sulla pietra opaca, per la quale sta rivedendo il ruolo e la collocazione nel mondo della produzione artistica. Inoltre, la progettazione di soffitti disegnati sul tema degli ovali promette di segnare un nuovo passo avanti nell’ambito delle arti decorative, oggi ferme alle canoniche forme rettangolare, quadrata e ottagonale. Ogni cassettone necessita di settimane di lavoro, dall’intagliatura del legno fino alle pazienti decorazioni, passando per fasi di incorniciatura, verniciatura, fissaggio degli smalti, installazione del marmo e impianto delle luci che esaltano la brillantezza e lo sfarzo dei materiali. Il risultato è davvero stupefacente, perché la somma di ogni singolo materiale dà un totale di inestimabile splendore e ricchezza. La bellezza di tali opere fa pensare che oltre un soffitto realizzato da Di Folco, possa esserci solo il cielo.

degli elementi. A Sora nasce una bottega, un luogo senza tempo dove Di Folco, ora affiancato dal figlio Flavio, produce le opere che lo hanno reso noto e apprezzato nel mondo. Un opificio cinquecentesco dove ogni cosa ha il suo spazio, dove ogni oggetto si colloca perfettamente in un contesto di creatività e di produttività, dove i materiali poveri, quelli della tradizione classica ritrovano la loro dignità e si ricongiungono al loro antico compito, proprio della grande cultura greca e romana, di ambire all’eterno. «Prima di ogni cosa, noi siamo artigiani, lavoratori minuziosi. La progettazione grafica non sarebbe nulla senza lo sforzo manuale, i tentativi, la nascita e lo sviluppo delle idee – racconta Di Folco – L’investimento iniziale è talmente importante da richiedere rigore e concretezza, per poter aspirare alla perfezione». «La ricerca incessante del bello, è il carburante del nostro lavoro – continua – Una scelta coraggiosa, forse incosciente, che ci ha spinto in un mondo che rischia di non avere futuro. Ma lavorare in un ambito simile dà

modo di possedere realmente l’estetica, perché osservare un’opera d’arte è un mero esercizio di contemplazione, ma modellare dal nulla, creare tridimensionalmente un’opera, regala una percezione diversa. Siamo tra i pochi ad aver intrapreso una simile strada. Cerchiamo di fare cose nuove, mai viste, sfruttando tre decenni di esperienza, perché in questo mondo nulla si inventa o si improvvisa». Chiaramente un lavoro di questo tipo, trasposto nei nostri anni, genera difficoltà: «I costi di impresa sono altissimi, le committenze difficili da trovare; gli investitori sono spesso stranieri e farsi conoscere è spesso l’ostacolo più difficile da superare. Ma quando si arriva a un punto tale di sperimentazione, un ridimensionamento è impossibile». Sì, anche perché, in questo caso, tornare indietro sarebbe una sconfitta, l’abbandono di un sogno. Per questo Vladimiro Di Folco non smette di guardare in alto, come ha sempre fatto, per riempire con le sue idee concrete l’immensa tela tra cielo e terra. GENNAIO 2015

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TURI SIMETI Ovali gialli, acrilico su tela sagomata

PINO SPAGNULO Paesaggi, tecnica mista

LA FORZA DELLA MATERIA E LA LEGGEREZZA DELLO SPAZIO Due grandi artisti e una mostra imperdibile Al Camusac di Cassino le opere di Spagnulo e Simeti

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randi volumi d’acciaio che incontrano il fuoco e superfici monocrome elaborate con una o più forme capaci di raccontare un’elevata poetica spazialistica: l’arte prende vita. “Canzone di fuoco” e “Rilievi”: si intitolano così le mostre degli artisti Pino Spagnulo e Turi Simeti appena allestite e inaugurate al Camusac di Cassino. Creazioni contemporanee che potranno essere ammirate fino al prossimo aprile. Due diversi eventi, due artisti e due stili che “convivono” nelle ampie sale del museo, uno straordinario spazio espositivo aperto a Cassino dalla famiglia Longo grazie all’allestimento studiato dal direttore artistico del Camusac, il professore Bruno Corà. Sculture in acciaio per Spagnulo nella prima grande area del museo, e tele sagomate di Simeti in un ricco percorso lungo le pareti della seconda

parte della sala, che termina con alcune opere della collezione permanente del Camusac, mai esposte finora. Di Pino Spagnulo è stato scelto un nucleo di opere storiche e alcune creazioni più recenti, a partire dagli anni Settanta fino al 2012. Tra queste “Ferro spezzato”, realizzata nel 1969, “Paesaggi”, (tra il 1977 ed il 2012), e “Archeologia” del 1990. Creazioni che hanno contribuito a determinare i momenti salienti della produzione plastica dell’artista. “Rilievi” di Turi Simeti propone invece le diverse superfici delle opere pittoriche realizzate dall’artista siciliano attraverso la sagomatura della tela protesa da forme ovali che la pongono in tensione. Le opere si articolano sulle pareti del museo fornendo una preziosa occasione di osservazione delle creazioni di Simeti che grande riconoscimento sta ottenendo in Italia e all’estero.

Canzone di Fuoco/Rilievi Camusac – Cassino www.camusac.com fino al 26 aprile

Bruno Corà, Pino Spagnulo, Sergio Longo e Turi Simeti GENNAIO 2015

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a cura di Camillo Savone

SALEMME

FA I CONTI CON LA VIRILITÀ

Al Nestor riprende il cartellone dellʼagenzia Ventidieci  2 febbraio

SOGNI E BISOGNI di Vincenzo Salemme regia Vincenzo Salemme con Vincenzo Salemme, Nicola Acunzo, Domenico Aria, Andrea Di Maria Antonio Guerriero TEATRO NESTOR, FROSINONE Info: 0775.251740 – info@ventidieci.it

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stato uno dei successi delle ultime stagioni teatrali a Roma e in tournée: le vicende di Rocco e della sua virilità arresa all’età e ancora resistente, hanno fatto ridere migliaia di spettatori. «Ho scritto questa commedia nel 1995 con il titolo di “Io e lui”, chiaramente riferito al celebre romanzo di Moravia – spiega Salemme – e l’intreccio narrativo ruota intorno a due personaggi: Rocco Pellecchia e il suo pene. A differenza del racconto moraviano, dove il “lui” in questione era solo una voce, qui si stacca materialmente dal corpo del suo “titolare” e diventa egli stesso uomo, rivendicando una sorta di riconoscimento scenico. Ritiene, infatti, che la vita del grigio e mediocre Rocco Pellecchia mal si adatti alla grandeur del suo sottoutilizzato “tronchetto della felicità”. Sì, lui ama farsi chiamare proprio così! Lo spettacolo in pratica è un duello tra i due contendenti». L’intreccio è ovviamente popolato da numerosi altri personaggi: un ispettore chiamato da Rocco a risolvere il caso, la coppia di impressionanti portieri dello stabile, la moglie appassita e avvilita di Rocco. «Al di là degli accadimenti – conclude Salemme – “Sogni e bisogni” è una commedia di fortissimo impatto comico e allo stesso tempo mi consente di continuare il percorso che ho iniziato ormai già da qualche anno: aprire cioè, in qualche modo, la confezione borghese della commedia classica per intrattenermi e intrattenere il rapporto con il pubblico in sala. Avrò modo cioè di interloquire con loro per rispondere alle domande più frequenti che ci facciamo sulla profondità della natura umana sopratutto nei suoi aspetti apparentemente più semplici».

LE MILLE FACCE DI ANTONIO ALBANESE

Da Epifanio a Cetto La Qualunque passando per Alex Drastico: trent’anni di comicità

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i chiama “Personaggi” lo spettacolo che Antonio Albanese porta al Nestor per la stagione comica disegnata dall’agenzia Ventidieci. Lo show riunisce alcuni tra i volti creati dall’attore lombardo: dall’immigrato che non riesce a inserirsi al Nord, all’imprenditore che lavora sedici ore al giorno, dal sommelier serafico nel decantare il vino, al candidato politico poco onesto, dal visionario ottimista “abitante di un mondo perfetto” al tenero Epifanio. Caratteri che in questi anni abbiamo imparato a conoscere e ad amare, dove la nevrosi, l’alienazione, il soliloquio nei rapporti umani e lo scardinamento affettivo della famiglia, l’ottimismo insensato e il vuoto ideologico contribuiscono a tessere la trama scritta da Michele Serra e Antonio Albanese. GENNAIO 2015

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In scena uomini del sud e del nord, uomini alti e bassi, grassi e magri, ricchi e poveri, positivi e qualunquisti. Maschere irriverenti e grottesche, specchio di una realtà guardata con occhio attento a carpirne i difetti, le abitudini e i tic. Una galleria di antieroi che svelano un mondo fatto di ossessioni, paure, deliri di onnipotenza e scorciatoie, ma dove alla fine anche la poesia trova posto. Un recital che racconta un mondo popolato da personaggi tipici del nostro tempo, dal pensiero contemporaneo interpretato con dirompente fisicità. «Vorrei che dopo un mio spettacolo – dice Albanese – tutti si sentissero un po’ meno soli, un po’ più allegri, un po’ più forti, vorrei abbracciarli tutti. La risata è un abbraccio, un bisogno che ci sarà sempre». Provare per credere...

 6 febbraio

PERSONAGGI di Michele Serra e Antonio Albanese regia Giampiero Solari con Antonio Albanese TEATRO NESTOR, FROSINONE Info: 0775.251740 info@ventidieci.it


BUCCIROSSO E LA FAMIGLIA PERFETTA. O QUASI Il comico napoletano torna al Nestor

TRE DONNE IN CERCA DI GUAI E IL TAXI… A DUE PIAZZE

Al Manzoni di Cassino riparte la stagione teatrale  3 febbraio

DONNE IN CERCA DI GUAI di Jean-Marie Chevret regia Nicasio Anzelmo con Iva Zanicchi, Barbara Bouchet, Corinne Clery

 19 febbraio

TAXI A DUE PIAZZE di Ray Cooney regia Gianluca Guidi con Gianluca Guidi, Giampiero Ingrassia, Silvia Delfino, Bianca Maria Lelli, Antonio Pisu, Piero di Blasio e con la partecipazione di Renato Cortesi TEATRO MANZONI CASSINO 0776.313934

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n Francia è in scena da cinque anni: “Donne in cerca di guai” di Chevret è una commedia molto divertente dove sono vincitrici le donne con la loro forza e la loro determinazione. Il retrogusto di questa commedia è la crisi della mezza età e della solitudine, narrate qui con umorismo e allegria, dove il piacere della seduzione è sempre motivo di autoironia, giocato con gusto, eleganza e grande divertimento. È una commedia sapientemente gestita da una serie di delicati comici equilibri dove i cinque protagonisti sono continuamente sotto pressione con un finale sorprendente. La risata è assicurata. Il 19 febbraio tocca invece a Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia con il loro applauditissimo Taxi a due piazze, ovvero il tassista bigamo. Mario Rossi, sposato con Alice Rossi, residente in piazza Irnerio 100. Mario Rossi, sposato con Barbara Rossi, residente in piazza Risorgimento. Un curioso caso di omonimia, con tanto di professione identica? Assolutamente no: qui l’uomo è lo stesso perché ha sposato Alice in chiesa e Barbara in comune sei mesi dopo. E quindi è bigamo. Seguendo una precisa pianificazione di orari e turni, e grazie al lavoro di entrambe le mogli, Mario riesce per due anni a vivere nascondendo la verità: ovviamente Alice non sa di Barbara e viceversa. Tutto si complica quando, per salvare un’anziana signora da uno scippo, Mario riceve una brutta botta in testa che lo costringe, privo di sensi, al ricovero in ospedale. Al risveglio il tassista, ancora confuso, darà a un infermiere l’indirizzo della prima moglie, e, a un altro impiegato dell’ospedale, quello della seconda. Una serata che vi travolgerà. E vi regalerà molti sorrisi.

La provincia di Frosinone e Carlo Buccirosso da tempo sono reciprocamente innamorati: il prossimo 17 febbraio al Nestor di Frosinone ci sarà sicuramente il pubblico delle grandi occasioni. In scena il suo copione “Una famiglia quasi perfetta” di cui cura anche la regia ed è il protagonista. In una tranquilla villetta vive una famiglia qualsiasi: «Lui è un affermato psicologo, lei un’insoddisfatta casalinga – spiega Buccirosso – Vivono in apparente armonia assieme al loro figlioletto, adottato sin dall’età di sei anni, e che ora ne ha ventinove ma è sempre il loro principale punto di riferimento. Tutto ciò fin quando il padre naturale dell’amato pargolo ventinovenne piomba nel tepore delle mura della casa a recriminare la paternità di suo figlio che non vede da quando aveva tre anni. Il disordine legislativo, la mancanza di una quotidiana tutela del cittadino, porteranno gli eventi sul precipizio di una normale tragedia quotidiana, cui la nostra spietata battaglia esistenziale ci ha ormai abituato».

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a cura di Camillo Savone

SCELTI DA QUI

Eduardo De Filippo

E LE VOCI DI OGGI

GLI SPETTACOLI A ROMA

 SALA UMBERTO dal 27 gennaio FORBICI & FOLLIA

di Paul Portner regia Marco Rampoldi con Michela Andreozzi Roberto Ciufoli Max Pisu Barbara Terrinoni e la partecipazione di Nino Formicola e Nini Salerno  06.6794753

 TEATRO PARIOLI

dal 29 gennaio QUATTRO BUFFE STORIE da Luigi Pirandello e Anton Čechov regia Glauco Mauri con Mauro Mandolini, Laura Garofoli, Amedeo D’Amico, Lorenzo Lazzarini, Paolo Benvenuto Vezzoso  06.8073040

I fratelli Servillo e lʼattualità di Ziʼ Nicola

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a più corrosiva commedia di De Filippo torna all’Argentina nell’allestimento visto a giugno e poi su Raiuno il 2 novembre per i trent’anni dalla scomparsa di Eduardo. Toni Servillo è qui in coppia con il fratello Peppe e con una compagnia di attori napoletani di diverse generazioni. Scritta di getto nel 1948, la commedia è il ritratto di un’Italia che, dietro l’euforia della fine della guerra, della ricostruzione e delle prime avvisaglie del boom economico, cela la difficoltà delle relazioni umane, spesso improntate al sospetto. L’incomunicabilità è simboleggiata dal vecchio Zi’ Nicola che, convinto dell’impossibilità di essere compreso dai propri simili, si esprime coi mortaretti invece che con le parole. «Ancora oggi sembra che Alberto Saporito scenda dal palcoscenico per avvicinarsi allo spettatore – scrive Servillo – dicendogli che la vicenda che si sta narrando lo riguarda perché siamo tutti vittime, travolte dall’indifferenza, di un altro dopoguerra mondiale». Da manuale.

 fino al 15 febbraio

LE VOCI DI DENTRO di Eduardo De Filippo regia Toni Servillo con Toni Servillo, Peppe Servillo, Betti Pedrazzi, Chiara Baffi, Marcello Romolo, Lucia Mandarini, Gigio Morra, Antonello Cossia, Vincenzo Nemolato, Marianna Robustelli, Daghi Rondanini, Rocco Giordano, Maria Angela Robustelli, Francesco Paglino scene Lino Fiorito costumi Ortensia De Francesco TEATRO ARGENTINA, ROMA 06.684000311

 TEATRO GHIONE

dal 30 gennaio IL MERCANTE DI VENEZIA di William Shakespeare adattamento Giorgio Albertazzi regia Giancarlo Marinelli con Giorgio Albertazzi, Franco Castellano, Gaspare Di Stefano, Stefania Masala, Vanina Marini  06.6372294

 AUDITORIUM

CONCILIAZIONE

dal 4 al 22 febbraio LA FAMIGLIA ADDAMS di Marshall Brickman & Rick Elice regia Giorgio Gallione adattamento Stefano Benni con Elio, Geppi Cucciari, Pierpaolo Lopatriello, Giulia Odetto, Leonardo Garbetta, Sergio Mancinelli, Filippo Musenga, Paolo Avanzini, Clara Maselli, Andrea Spina costumi Antonio Marras scene Guido Fiorato direzione musicale Cinzia Pennesi coreografie Giovanni Di Cicco  06.97602968

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QUELLA COPPIA CHE SCOPPIA

Come ridere e riflettere sulle storie d’amore  dal 10 al 22 febbraio

MI PIACI PERCHÉ SEI COSÌ di Gabriele Pignotta regia Gabriele Pignotta con Vanessa Incontrada, Gabriele Pignotta, Fabio Avaro, Siddartha Prestinari scene Tiziana Liberotti costumi Margherita Meddi luci Maximiliano Lumachi musiche Stefano Switala TEATRO QUIRINO, ROMA 06.6794585

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ncora una commedia di Gabriele Pignotta, stavolta in compagnia di Vanessa Incontrada, reduce dai successi delle fiction televisive: Marco e Monica sono innamorati e sposati da qualche anno ma dopo la passione iniziale, come spesso accade in tante storie d’amore, arrivano i primi screzi e i primi cenni di noia. Quando la loro storia sembra finire, provano un’ultima estrema soluzione: una terapia di coppia sperimentale che metterà i due protagonisti in condizione di vedere il mondo con gli occhi del partner. Tre mesi a parti scambiate. Al loro fianco un’altra coppia, Stefano e Francesca (Fabio Avaro e Siddhartha Prestinari), i vicini di casa, che invece rappresentano la classica coppia di facciata nella quale i due partner sembrano felici agli occhi degli altri, ma in realtà si detestano profondamente e non hanno il coraggio di dirselo... La vita di queste due coppie si intreccerà fino a quando il coperchio salterà e nasceranno situazioni bizzarre e occasioni di puro divertimento.


L’EVOLUZIONE SECONDO

BRIGNANO

Al Sistina il nuovo spettacolo dell’attore romano

S

i chiama “Evolushow” il nuovo spettacolo di Enrico Brignano che parte dopodomani dal Sistina sulla scia degli anni di successo di Rugantino in Italia (biglietto d’oro della stagione 2013/14) e con la trionfale conclusione a New York, nel cuore di Broadway, il quartiere che da sempre significa teatro. Con questo copione, pieno di sorprese e attualissimo, Brignano racconta i nostri tempi con uno show tutto nuovo, dedicato all’evoluzione dei comportamenti e al nostro rapporto ormai vitale con la tecnologia. Del resto, sottolinea proprio Brignano, «un’evoluzione è un destino, diceva Thomas Mann. Le specie non sono immutabili, ma sono la conseguenza di qualche altra specie generalmente estinta, diceva Darwin. se il destino dell’uomo deve cambiare, è mutante…». Sono proprio queste le prime riflessioni che hanno portato Brignano a decidere di fare uno spettacolo nuovo, sull’evoluzione umana. In due ore Brignano racconterà millenni di storia, dal paradiso terrestre al digitale terrestre, dalla mela di Adamo alla mela di Jobs, dal fossile al missile. Ma se nulla si crea e nulla si distrugge, perché al cambio di stagione ci rimane un sacco di roba fuori dall’armadio? «Due sono le nuove divinità dei nostri tempi: la velocità e l’immagine – continua Brignano – Insomma, bisogna essere rapidi e belli. Ma cosa c’è oltre l’apparenza? E dopo che hai fatto tutto di corsa, col tempo che avanza che ci fai? Vuoi vedere che si corre senza avere ben chiaro qual è il traguardo? Ecco il senso di questo spettacolo: un viaggio attraverso l’evoluzione, giocando con le sue contraddizioni e sorridendo di qualche errore. Perché il cambiamento è inevitabile, bisogna sì guardare al passato, ma è lecito farsi qualche domanda sul futuro. Si tratta di un’evoluzione della specie o di una specie di evoluzione?». Il racconto si snoderà all’interno di una scenografia tecnologicamente avanzata, con un disegno luci suggestivo e con la magia di presenze virtuali che interagiranno con Brignano sul palco.

 dal 27 gennaio al 1° febbraio

EVOLUSHOW di e con Enrico Brignano TEATRO SISTINA, ROMA 06.4200711 Info prenotazioni@ilsistina.it www.ticketone.it www.boxtickets.it Botteghino Da lunedì a sabato 10-19 orario continuato Domenica 11-19 orario continuato Biglietti da 28 a 64 euro

Il passato, il futuro e tutte le diavolerie della tecnologia foto Gianmarco Chieregato GENNAIO 2015

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SLEATER-KINNEY

JUSTIN TOWNES EARLE

No cities to love

Absent fathers

Sub Pop Records

Vagrant Records - Loose music

Sono passati dieci anni da “The woods”. Un’eternità. Le tre ragazze di Olympia tornano dopo una lunga pausa di riflessione con un disco tosto, diverso dai lavori precedenti eppure convincente. “No cities to love” ribadisce, se mai ce ne fosse davvero bisogno, la ricerca stilistica e la solidità di una delle formazioni rock femminili più interessanti dell’ultimo ventennio. Brave. Speriamo che non si tratti soltanto di una reunion

A distanza di appena quattro mesi da “Single mothers”, Justin Townes Earle ci regala un’altra perla. “Absent fathers” è l’ennesimo gioiello del giovane cantautore di Nashville, logica conseguenza del disco precedente. Country folk, blues, una spruzzatina di soul, tanta chitarra e l’America più pura e più sensibile. Ritrovare il figlio del grandissimo Steve Earle è sempre un piacere. Ascoltare il suo ultimo disco una gradevole scoperta…

Ideale per: chiudere gli occhi e sognare

Ideale per: chi ama il lato genuino degli States

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voto:

EUGENIO IN VIA DI GIOIA

MARRACASH

Lorenzo Federici

Status

Libellula

Roccia Music

Sono quattro, sono torinesi e hanno appena dato alle stampe un album spensierato, divertente e soprattutto ben suonato. Gli Eugenio in Via di Gioia con “Lorenzo Federici” si confermano (il loro primo ep è andato letteralmente a ruba) una piacevole novità nel triste e stanco panorama musicale italiano. Undici canzoni che si muovono senza problemi tra irriverenza, realismo e ironia. Tanta ironia. Forse la vera arma vincente del gruppo

Il King è tornato. E con lui Fabri Fibra, Neffa, Salmo e, udite udite, Tiziano Ferro. Dopo tanti rinvii (e qualche progetto collaterale) il rapper siciliano cresciuto a Milano presenta finalmente il suo quarto lavoro in studio, mixato da Anthony Kilhoffer, un nome una garanzia. Diciotto tracce, tante collaborazioni e una certezza: il Re del rap è sempre lui. Messaggio ai fan: correte in negozio o volate su iTunes. Subito

Ideale per: sorridere del mondo di oggi

Ideale per: i ribelli dell’hip hop

voto:

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LA TOP THREE I PIÙ SCARICATI DA ITUNES

1. Hozier Take me to church

2. Fedez Magnifico

Mengoni 3. Marco Guerriero aggiornata al 16 gennaio 2015

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IL CONCERTO DEL MESE

IMPOSSIBILE AVERE PAURA DEL BUIO… Gli Afterhours fanno tappa a Roma

Uno spettacolo nuovo, per certi versi intimo, emozionante. Gli Afterhours continuano il tour nei principali spazi teatrali italiani. La band milanese, reduce dal successo della nuova versione di Hai paura del buio?, album capolavoro del 1997 e per la critica il miglior lavoro di Agnelli e compagni, fa tappa all’Auditorium Conciliazione. Occasione da non perdere

 31 GENNAIO

Auditorium Conciliazione via della Conciliazione, 4 – Roma da € 28 a 46 – ticketone.it

PROSSIMAMENTE ROMA & DINTORNI Atlantico

via dell’Oceano Atl., 271/d – Roma atlanticoroma.it

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sabato 31 gennaio Raf

TUTTI GLI APPUNTAMENTI DA NON PERDERE

Auditorium Parco della musica

viale Pietro De Coubertin, 30 – Roma auditorium.com

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giovedì 29 gennaio Peter Eötvös

venerdì 30 gennaio Enrico Zanisi e Mattia Cigalini

sabato 31 gennaio Francesco Cafiso lunedì 17 febbraio Deproducers

lunedì 2 febbraio Korn

martedì 18 febbraio Peter Hook & The Light

mercoledì 26 febbraio John Mayall

sabato 28 febbraio Bandabardò

Orion

mercoledì 11 febbraio Eluveitie

sabato 7 e domenica 8 febbraio Violetta

sabato 14 febbraio Radici nel cemento

martedì 17 febbraio Pere Ubu

via della Conciliazione, 4 – Roma auditoriumconciliazione.it

venerdì 27 febbraio Giovanni Lindo Ferretti

domenica 1° febbraio Lodovica Comello

sabato 28 febbraio Sud Sound System

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sabato 31 gennaio Maledizione alcolica

sabato 7 febbraio Stormlord

giovedì 12 febbraio Grudge Connection

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p.le dello Sport (zona Eur) – Roma palalottomatica.it

Auditorium Conciliazione

via Prenestina, 738 – Roma trafficlive.org

viale J.F. Kennedy, 52 – Ciampino orionliveclub.com

Palalottomatica

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Traffic Live

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a cura di Nicola Cento

HOME VIDEO I FILM A CASA TUA

SEX TAPE dal 29 gennaio

dal 29 gennaio

FURY

ITALIANO MEDIO

di David Ayer con Brad Pitt, Logan Lerman, Scott Eastwood, Shia LaBeouf, Jon Bernthal, Jason Isaacs, Michael Peña, Jim Parrack, Brad William Henke, Jonathan Bailey, Branko Tomovic, Marek Oravec azione, Usa 2014, 134 minuti

di Marcello Macchia con Marcello Macchia, Luigi Luciano, Enrico Venti, Lavinia Longhi, Barbara Tabita, Francesco Sblendorio, Rodolfo D’Andrea, Matteo Bassofin, Anna Pannocchia, Nino Frassica comico, Italia 2015, 88 minuti

Aprile 1945. Seconda guerra mondiale. Il sergente americano Wardaddy è a capo di cinque soldati in una missione nel cuore della Germania nazista. Tra i militari c’è Norman Ellison, un tipografo dell’esercito e il membro del gruppo più giovane, che vorrebbe diventare un cecchino, soprattutto per le influenze di Grady Travis, uomo di mondo e vizioso originario dell’Arkansas, da sempre dedito alla guida di carri armati

Giulio Verme è un ambientalista depresso che alla soglia dei quarant’anni si ritrova a fare la “differenziata” in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito e furioso, è ormai incapace di interagire con il mondo che lo circonda. Fino a quando un giorno incontra un suo vecchio compagno di scuola che ha un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola miracolosa che gli farà usare solo il 2% del cervello anziché il 20…

da vedere se: STATE DALLA PARTE DEI BUONI

da vedere se: MACCIO CAPATONDA È IL VOSTRO IDOLO

di Jake Kasdan con Cameron Diaz, Jason Segel, Rob Corddry, Rob Lowe, Ellie Kemper, Jolene Blalock, Kate Jurdi, James Wilcox, Melissa Paulo, Lily Davis commedia Usa 2014, 90 minuti (dvd e blu-ray)

Annie e Jay si sono conosciuti al college, si sono innamorati e da allora non smettono di amarsi. E di fare l’amore. Almeno fino al giorno in cui decidono di sposarsi, di avere dei figli e di arrendersi alla routine. Per ridare un po’ di brio alla sfera sessuale decidono di girare un film porno. Che, però, finisce nella... rete sbagliata •••

dal 5 febbraio

BIRDMAN di Alejandro González Iñárritu con Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan, Emma Stone, Naomi Watts, Lindsay Duncan, Merritt Wever, Jeremy Shamos, Bill Camp, Damian Young, Natalie Gold, Joel Garland commedia, Usa 2014, 118 minuti

Riggan Thompson è un attore famoso. Ha raggiunto il successo interpretando il supereroe Birdman. Il suo desiderio è portare in scena uno spettacolo a Broadway. Nei giorni che precedono la prima, l’attore combatte il suo ego e cerca di conciliare la sua famiglia, la sua carriera e soprattutto se stesso. Iñárritu torna dietro la macchina da presa a quattro anni da Biutiful, capolavoro con Javier Bardem. E anche stavolta non delude da vedere se: AVETE IL CORAGGIO DI GUARDARVI DENTRO

GLI ALTRI FILM IN USCITA

29 gennaio

Unbroken

di Angelina Jolie

5 febbraio

Jupiter - Il destino dell’universo

PANTANI di James Erskine documentario Usa, Italia 2013, 94 minuti (dvd)

La vita, le vittorie e la morte di Marco Pantani. Un campione diventato una leggenda dopo aver vinto sia il Giro d'Italia che il Tour de France. Sei anni dopo quell’impresa il suo corpo senza vita fu ritrovato in una stanza d’albergo. Questo documentario del regista inglese James Erskine racconta la sua rapida ascesa e il lato più oscuro del ciclismo

di Lana e Andy Wachowski

Le date di uscita possono subire variazioni GENNAIO 2015

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a cura di Camillo Savone

DAI PACCHI ALL’AMORE

Flavio Insinna, ovvero la scrittura oltre la televisione Capita spesso che un divo televisivo si trasformi in autore di libri (non scrittore, per carità) vista la potenza del mezzo mediatico che assicura fortuna a un mercato sottilissimo come quello editoriale. Ma Flavio Insinna, alle soglie dei cinquant’anni, dopo il suo primo successo (Neanche un morso all’orecchio, 2012) stavolta pare aver scoperto la vocazione dello scrittore, oltre a quella dell’attore e presentatore televisivo di grandissima audience. Qui narra la storia di Vittorio, uomo solitario e cinico, preda dell’insonnia. Una vita senza amore. Almeno fino a quando incontra la cassiera del cinema, anche lei provata da una vita difficile e forzatamente ironica. Scocca così la passione e tra colpi di scena e sottofinali che preludono alla catarsi, Vittorio diventa sempre più Flavio e pare di ascoltare lui, in mezzo ai pacchi, a dire però cose interessanti e intelligenti, parlare di vita interiore reale e non catodica. Un bel libro, insomma. Anzi, Insinna… LA MACCHINA DELLA FELICITÀ – Flavio Insinna Mondadori – pagine 224, € 17

QUANDO LO STRUZZO ingoia la televisione

Le (tante) occasioni PER ESSERE CRUDELI Ancora un personaggio televisivo autore di un libro. Stavolta si tratta di Salvo Sottile, palermitano classe 1972, giornalista e conduttore di programmi famosi come Quarto grado (Retequattro) e Linea gialla (La7) con alle spalle due lavori, Maqueda e Più scuro di mezzanotte. Qui la scena è Roma, teatro dell’omicidio di una studentessa universitaria avvenuto negli spazi di un ospedale psichiatrico dismesso. L’esecuzione è barbara, arricchita dal disegno di una croce rovesciata sul cadavere. Delle indagini si incarica un commissario specializzato in omicidi rituali e a questo si affianca un giornalista, Mauro Colesani, inviato di un crime magazine (Cruel, appunto) di grande successo, diretto da uno psichiatra famoso. Il thriller diventa così avvincente e sconfina nel giornalismo d’inchiesta con la descrizione di una redazione dove il male imperversa in ogni forma. E dove ci si accorge che la verità non è mai una sola. Anzi, il suo limite si sposta sempre più in là. Come nel domino. CRUEL Salvo Sottile Mondadori pagine 252, € 18

ANCHE SATANA CAMBIA STILISTA Tempo di saldi… e allora altro che Prada! Il diavolo, secondo Mia Valenti, giovane fashion designer che lavora a Firenze per una maison d’alta moda, oggi veste Zara. Come dire… agli antipodi. «La crisi picchia duro, le false partite Iva aumentano, i vecchi capi si tengono le poltrone? Ragazze, infilatevi un tailleur (di Zara) e stringete il vostro iPhone: il momento della riscossa è arrivato». La storia: Mia ha meno di trent’anni, una laurea e un dottorato, una passione per la moda, un profilo su tutti i social network e un lavoro precario da fashion designer. I suoi desideri più grandi sono: 1) Dormire, dormire, dormire di più; 2) Non mangiare sempre alla scrivania in pausa pranzo; 3) Dire quello che pensa (specialmente a Veronique); 4) Innamorarsi e poi firmare un abito per la Paris Fashion Week. Sì, perché Veronique, la sua supercapa, non le lascia spazio. Ma Veronique non sa mandare neanche un sms mentre Mia conosce la rete come le sue tasche, e allora…

Dopo “Se domani si vive o si muore”, Giuseppe Truini, docente di italiano, storia e scrittura, torna al romanzo con un affresco contemporaneo sospeso tra il noir e il comico-sarcastico. In tv un quiz punisce fisicamente i concorrenti, ci sono prostitute torturate e uccise durante riti cruenti, c’è Oscar Fiori, esperto di figure retoriche e operatore sociale, che investiga suo malgrado, insieme a una famiglia curiosa con una sorella incinta (per miracolo), nipoti geniali, il cane Wittgenstein e la gatta Camus. E poi c’è Edera, una ragazza che non può muoversi e che comunica solo grazie a un sintetizzatore vocale. «Una giostra letteraria tra giornalisti indelicati e sindacaliste orgogliose – è scritto nella presentazione – donne divine e poliziotti dalla cravatta sgualcita, un viaggio che scorre come un fiume in piena e che ironizza sugli aspetti grotteschi della tv, dell’informazione e, in definitiva, di ognuno di noi». DI POLVERE E DI ALTRE GIOIE Giuseppe Truini Ensemble Editore pagine 314, € 12

IL DIAVOLO VESTE ZARA Mia Valenti Mondadori pagine 250, € 15 GENNAIO 2015

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a cura di Luana Compagnone

IL BUON PANE DI UNA VOLTA

Un antico mulino, l’acqua, la farina E tutto l’amore della famiglia Baldassarra

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lla ricerca del “Sentiero dei Mulini” che dalla sorgente di Capodacqua si snoda fino a quel gioiello dell’XI secolo che è l’abbazia di Casamari, sbagliando qualche strada, arriviamo a Santa Francesca, nel comune di Veroli. Qui incontriamo i proprietari del Forno Baldassarra, nonché del medievale edificio, l’unico, di quei sedici mulini che durante il periodo napoleonico arricchivano il paesaggio rurale verolano, a essere ancora in attività. Angelica, ultima di una generazione di mugnai, ci accoglie nel punto vendita, proprio sopra la vecchia ruota costruita dal nonno e dal padre che, ancora negli anni ’60, alimentava ad acqua il mulino. Racconta dell’azienda familiare fondata da nonno Umberto nel 1936 dove lavorano papà Vincenzo e mamma Assunta, immortalata in una bella foto del toscano Enzo Cei che ne coglie la bellezza e l’alterigia di donna ciociara d’altri tempi. È lei che in quel forno fa il pane, come era abituata a farlo in casa per la sua famiglia. Lo fa con lievito madre e con grano che è

acquistato dalla vicina abbazia di Casamari, ma anche con il farro e la segale provenienti da aziende locali che praticano l’agricoltura biologica. Le sapienti mani di Assunta e Angelica lavorano gli impasti in religiosa attesa e rispetto dei tempi di lievitazione e la cottura a legna, con fornace e camera a pietra refrattaria, ne sublimano la creazione. Nulla è lasciato all’improvvisazione. Tutto è rituale, tutto è rispetto della natura e delle antiche tradizioni panificatorie verolane. E poi c’è il mulino. Tutto è fermo agli anni ’50, quando nonno Umberto diede nuova vita alla struttura medievale: le macine che lavorano a freddo mantenendo le qualità organolettiche del grano e il setaccio che, con un movimento ondulatorio e pigro senza soluzione di continuità, separa la farina dalla crusca. L’aria è impregnata della polvere che s’innalza dai contenitori che raccolgono le farine molite e che Vincenzo prende tra le mani controllandone la qualità con estrema perizia. Tutto intorno odore di farina. E di un tempo che pare essersi fermato…

L’OLIO EXTRAVERGINE: L’ULTIMA PRELIBATEZZA Una nuova scommessa sulle colline di Veroli La famiglia Baldassarra, nella ferma volontà di recupero delle antiche lavorazioni alimentari, ha affiancato alle due attività artigianali una terza: la produzione di olio extravergine di oliva spremuto a freddo nel frantoio che sorge vicino al mulino, dove olive locali coltivate su terreni posti a 500 e più metri d’altitudine, si trasformano in prelibato olio, volutamente non filtrato. Che, messo sul pane del forno Baldassarra, offre al palato la semplicità dell’eccellenza.

* FORNO, FRANTOIO

E MULINO BALDASSARRA via Vado Amaseno, 13 S. Francesca – Veroli tel. 0775.863158

foto Donatella Francati

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FROSINONE RITORNO AL FUTURO La seconda parte del campionato di Serie B è iniziata Bilanci e prospettive per la squadra allenata da Roberto Stellone

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FRANCO TURRIZIANI foto FEDERICO PROIETTI

All’andata nove vittorie e sette pareggi e un bottino di 34 punti

utti si affannano a dire che lo “spezzatino” di partite del primo turno del girone di ritorno, era in realtà la prima giornata del nuovo torneo di serie B, scattato a feste natalizie concluse. E a sostegno di questa tesi alquanto strana, aggiungono: adesso vedrete che le grandi squadre si daranno una mossa approfittando dei saldi di gennaio, come se a giugno scorso fossero rimaste a guardare le mosse sul mercato delle cosiddette piccole che, poste in terza fascia dagli addetti ai lavori, sono balzate con la prepotenza dei gol messi a segno agli onori della cronaca. Finora, però, i colpi che ti spingono a fare il salto di qualità, non è che siano stati poi molti anche se quasi tutti sono stati messi a segno da Catania, Bologna e Bari. Comunque aspettiamo qualche domenica ancora per verificare se ci saranno o meno le resurrezioni preannunciate. E, soprattutto, se si potrà veramente parlare di un nuovo campionato. Per ora solo segnali con il Bologna che si è posto all’inseguimento del

Carpi e con Catania e Pisa ancora distanti. Nell’attesa, ci sembra più opportuno interessarci a quello che è successo più che a quello che potrà accadere. E, dal momento che il girone di ritorno ha preso l’avvio soltanto da pochi giorni, riteniamo più giusto parlare di quello dell’andata che, diciamolo subito, ha visto il Carpi primo protagonista e il Frosinone subito dopo, anche se distaccato di nove punti, insieme al Bologna, nobile e blasonata compagna di questa prima fase di campionato. Il bilancio dei canarini è ben presto fatto: grazie alle nove vittorie e ai sette pareggi, il Frosinone ha chiuso a 34 punti, una quota mai raggiunta nei cinque campionati di B finora disputati. Solo nel campionato 2009/2010, la formazione allenata allora da Francesco Moriero fece registrare al giro di boa 31 punti, mentre la quota minima di 19 punti venne raggiunta nella stagione 2010/2011, quella maledetta della retrocessione in Prima divisione. Negli altri tre campionati non si andò oltre i 28 punti (2006/2007), tanti considerando che GENNAIO 2015

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l’undici di Ivo Iaconi affrontò squadroni del calibro di Juventus, Napoli e Genoa. Un bilancio, perciò, positivo quello dei canarini, anche se ora sarà difficile ripetersi, non perché ci saranno avversari più forti, bensì perché cali di tensione e di rendimento sono fisiologici in un campionato lungo ed estenuante quale è quello cadetto. Oltre ai 34 punti conquistati (nessuno ad inizio stagione avrebbe potuto puntarci), c'è da considerare un altro dato statistico che accresce i meriti di Frara e compagni: che cioè alcune vittorie si sono trasformate in goleade. Le indichiamo: 5 a 1 a Lanciano, 4 a 1 a Latina e in casa 4 a 1 col Trapani e 5 a 1 con Livorno. Certo, il girone di ritorno presenterà più insidie rappresentate da avversari forti e da altri con l’acqua alla gola, ma l’obiettivo minimo della salvezza non dovrebbe essere difficile da

raggiungere. Mancano sedici punti (l’anno della retrocessione i canarini ne conquistarono diciannove) mentre la zona play off non è una chimera. Nei cinque anni in cui il Frosinone ha giocato in B, il Mantova (2006/2007) ha disputato i play off con 64 punti; l’Ascoli (2007/2008) con 62; la Triestina (2008/2009) con 59 punti, il Crotone (2009/2010) con 60 punti e il Torino (2010/2011) con 58 punti. Attualmente il Frosinone di Stellone ha una base solida per affrontare un girone di ritorno come detto difficile ma che potrebbe riservare anche altre sorprese. La società, con il presidente Maurizio Stirpe, sta sul chi va là, pronta a intervenire se quel campanello, che da Brescia ha inviato per ora deboli segnali di allarme, dovesse mandarne altri e di intensità maggiore.

IL GIORNO DEL DERBY Domenica, ora di pranzo, stadio Francioni. È il 2 novembre. Frosinone e Latina, per la prima volta nella loro storia calcistica, si scontrano in Serie B. I canarini vincono (il risultato finale è di 4 a 1 con doppietta di Ciofani e reti di Dionisi e Curiale). E i tifosi impazziscono. Ciociari e pontini si rincontreranno, questa volta al Comunale, il 29 marzo GENNAIO 2015

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IL MIO NOME È

MYERS Joel Myers Gioca a pallacanestro come papà Carlton È riminese come papà Carlton Ha il numero 10 come papà Carlton Il talento e le ambizioni non gli mancano È il playmaker del Sora ma sogna l’Nba E a soli 19 anni ha le idee ben chiare su quale sarà il proprio futuro Ritratto del figlio di una leggenda vivente del basket italiano «Ma non paragonatemi a mio padre»

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ROBERTO CAPORILLI foto LUCA REA

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oel è un ragazzo di diciannove anni. Pieno di sogni e ambizioni come tanti della sua età. Ma non è un giovane come tutti gli altri. Porta addosso un cognome pesante, è il figlio di Carlton Myers, una delle stelle più scintillanti nella storia del basket italiano. Ma a distinguerlo dalla maggior parte dei suoi coetanei non c’è soltanto questo. Nonostante la giovane età è un affascinante mix di umiltà e convinzione dei propri mezzi, per lui le parole “sogno” e “obiettivo” hanno lo stesso significato e questo la dice lunga sulle ambizioni del ragazzo. I suoi però non restano obiettivi campati in aria ma ha le idee chiare su come raggiungerli e su cosa deve fare per emergere. Nonostante non giochi in Serie A si comporta come un atleta modello: dieta mirata, allenamento estenuante e pochissimi fronzoli per la testa sono le armi con cui punta al successo. La movida della sua Rimini non lo affascina, Joel preferisce dedicarsi anima e corpo alla pallacanestro ma rifiuta paragoni col papà: «La gente dovrà imparare a giudicarmi per ciò che sono e non per il passato di mio padre». Il giovane Myers ha scelto Sora come trampolino di lancio. In campo è la mente della squadra, colui che orchestra il gioco e guida i compagni, prendendosi responsabilità anche a livello realizzativo.

molto a superare questo momento di difficoltà, mi ha spronato a continuare perché stavo facendo bene in campo. Giudico molto positivamente l’esperienza qui a Sora, oltre che per quanto riguarda il basket credo di essermi arricchito come persona e penso che questo sia importante nel mio processo di crescita cestistica e umana».

«Lo dico sinceramente: non vengo da una grande stagione e in estate non ho ricevuto tantissime offerte, poi sono stato colpito dal fatto che coach Polidori abbia puntato fortemente su di me, volendomi qui dopo avermi visto all’opera una sola volta».

Il nome che hai dietro la maglia è pesante. Non hai paura di essere sommerso dalle aspettative?

Perché hai scelto Sora per iniziare la tua carriera?

Com’è stato ambientarsi?

«Confesso che i primi mesi sono stati difficili, non per problemi di gioco ma perché l’adattamento a un diverso stile di vita è complicato: avevo un po’ di nostalgia di casa e della mia fidanzata. Devo dire che ho sempre vissuto una vita agiata, a Rimini Da papà avevo molte abitudini vorrei prendere cui è difficile rinunquello spirito ciare, convivere con guerriero che l’ha altri ragazzi comporta portato in alto un periodo di ambientamento a una quotidianità diversa che non è stato semplice. Mio padre mi ha aiutato GENNAIO 2015

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Avere una guida come tuo padre è importante...

«Avere un padre che ha fatto certe cose nel corso della sua carriera e della sua vita è un grande vantaggio: può dirmi qualsiasi cosa, non è un genitore qualsiasi che loda il figlio a prescindere. Io ascolto ogni consiglio che mi dà, sia sul basket sia in generale, non sempre metto in pratica quello che mi dice, a volte perché non ci riesco o perché mi lascia la possibilità di provare alcuni errori sulla mia pelle per farmi crescere».

Chiederti a chi ti ispiri rischia di essere una domanda scontata…

«L’esempio che ho in casa non è facile da seguire perché io e mio padre abbiamo avuto delle vite completamente diverse, a partire dall’infanzia: a me non è mai mancato nulla mentre lui ha dovuto conquistarsi tutto. L’esempio principale che dovrei prendere da lui è quella fame, quella voglia, quello spirito del guerriero che l’hanno portato lontano, mentre a volte tendo ad essere troppo poco aggressivo».

«Non ho mai sofferto il paragone con papà e il suo passato non mi crea problemi. Io sono Joel, la gente imparerà a capire che deve giudicarmi solo per ciò che sono e non per ciò che è stato lui».

Dove vuoi arrivare? Quali sono i tuoi sogni e i tuoi obiettivi?

«Innanzitutto dovrò correggere alcuni difetti, come il mio atteggiamento in campo. Devo diventare più aggressivo e migliorare nella leadership: imparare a comunicare maggiormente coi compagni e a spronarli, anche rimproverandoli se c’è bisogno. Il mio sogno e il mio obiettivo sono la stessa cosa, io voglio arrivare ai massimi livelli. Punto alla Nba e magari qualcuno potrebbe darmi dell’illuso perché adesso sono qui a Sora ma fra due anni potrò essere in Serie A, il mio obiettivo è questo, ovviamente non è detto


JOEL MYERS

Joel Myers, classe 1995, altezza 185 cm. Gioca nella Nb Sora e arriva dai Crabs Rimini (51 presenze con la maglia dei Granchi, 116 punti nella stagione 2013/2014). In biancoceleste viaggia a 9.8 di media. Season high 23 punti nella gara dell’8 novembre scorso contro il Formia

che lo raggiunga. Però so che dipende solo da me».

Qual è il tuo ruolo e che tipo di giocatore sei?

«Io sono un playmaker e il mio ruolo è quello di gestire la squadra, per questo dicevo che devo aumentare la mia leadership nei confronti dei compagni. Sono dotato di un buon tiro e ho talento, come mi hanno detto spesso. Non sono un giocatore esplosivo ma baso il mio gioco maggiormente sulla tecnica». Invece fuori dal campo che tipo sei?

«Non sono un tipo che ama uscire e fare l’alba, non mi piacciono molto le grandi serate come quelle di molti miei coetanei, qualche volta capita ma in un anno si contano sulle dita di una mano.

Quando sono a Rimini mi piace uscire con la mia fidanzata e andare a cena fuori, a volte vado a ballare. A Sora esco con Elliott Johnson, il mio compagno di squadra, ma non capita mai di fare tardi». Il tuo numero di maglia?

«Ho sempre avuto il 10, che era il numero di mio padre e che ho iniziato a usare da bambino proprio per lui. Mi ci sono affezionato e non lo lascerò mai, a meno che, andando in Nba, qualcuno non mi obblighi a cambiarlo (ride, ndr)…».

Forse è un po’ presto, ma hai iniziato a pensare a cosa farai una volta finita la tua carriera?

«Ultimamente ho cominciato ad affrontare questo problema insieme a

mio padre. Mi ha detto che non si può prevedere il futuro e non si sa se nella mia carriera guadagnerò abbastanza da mantenermi anche dopo aver smesso oppure no. Mi ha consigliato di iscrivermi all’università, di studiare qualcosa legato al marketing o allo sport, in modo da poter avere l’opportunità di unirmi alla sua attività (attualmente Carlton ha una sua agenzia di rappresentanza per giocatori, ndr)…».

Nella prossima stagione dove sarai?

«Il mio intento è quello di riavvicinarmi a casa. Non giocherò di nuovo a Sora perché salirò di categoria, farò la Serie B, potrei anche rimanere proprio a Rimini. Comunque l’esperienza qui è stata molto positiva e ringrazio il Sora per questa opportunità». GENNAIO 2015

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chi, come, dove, quando

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Pepe Nero

FROSINONE

Un mix tra piatti tradizionali e ricette più innovative con attenzione alle migliori materie prime. Oltre alla gran varietà di pizze, vanno citati i taglieri ricchi di salumi e formaggi; i saltimbocca preparati come panini farciti ma ripieni dentro la pasta della pizza cotta espressa a legna. E poi i primi piatti della tradizione partenopea come gli scialatielli con vongole, zucchine e parmigiano, i garganelli alla caprese o i paccheri ubriachi

via Tiburtina, 175 - tel. 0775/271184 - pepenerofrosinone@alice.it

La Ginestra

FROSINONE

Il titolare Danilo e il suo staff hanno fatto di questo locale il ritrovo preferito di professionisti, imprenditori e gourmet alla ricerca di piatti creati con passione e ingredienti di primissima scelta. Basti pensare alle infinite proposte a base di pesce che esaltano sempre per gusto e freschezza a partire dagli antipasti. Attenta la selezione dei dolci e dei vini della carta. Servizio catering per eventi e cerimonie

via Adige, 1 - tel. 0775/824261

Ristorante da Jin Feng

FROSINONE

Decisamente uno dei locali più belli e accoglienti del capoluogo. Ottimo design e un riuscitissimo mix tra luci e colori per il rinnovatissimo Jin Feng, il cinese per eccellenza. Dove ai piatti della tradizione orientale si aggiungono tante deliziose incursioni nella cultura gastronomica mediterranea. Servizio eccellente, cura dei dettagli e un conto mai esagerato. Da provare per festeggiare una ricorrenza o per una cena di lavoro

via Monti Lepini, 45 - tel. 0775/200822 - 338/2919182

Ratafià FROSINONE

La parola “Ciociaria” evoca da sempre il concetto di “genuinità” nel cibo e nella vita degli abitanti. Il ristorante Ratafià si propone di fare proprio questo “credo” e lavora per offrire una ristorazione di qualità, curata nei dettagli e nell’armonia dei sapori ma attenta al costo. Materie selezionate e prodotti tra i migliori del territorio ciociaro. Il tutto lavorato e preparato rigorosamente in casa

via del Plebiscito, 49 - tel. 0775/856632 - 339/4729050

Osteria Porca Vacca

TECCHIENA DI ALATRI

Nel locale, arredato con gusto, ci si può fermare dalla colazione alla cena. Con una certezza: la ricerca della qualità in ogni momento. Perché ogni istante trascorso qui deve destare buoni ricordi. Ecco allora una varietà di pizze e di antipasti guarniti con i migliori prodotti del territorio, gli oli e gli ingredienti di primissima scelta e un menù ricco e stuzzicante. L’annessa enoteca garantisce una grande carta dei vini

via S.S. 155 Osteria di Alatri - tel. 0775/408384 - www.osteriaporcavacca.net

La trattoria

FROSINONE

La Trattoria nasce nei primi anni ‘50 ma è nel 1956 inizia l'attività di ristorazione con l'offerta di piatti legati alla tradizione. Oggi, situato nelle vicinanze del casello di Frosinone, con sale accoglienti e confortevoli, è il luogo ideale per consumare un pranzo di lavoro tra amici. Dalla preparazione dei pasti all'accoglienza ci si sente a casa fin da subito. La Trattoria è anche hotel e ha una splendida depandance.

via Licinio Refice - tel. 0775/292216 - www.latrattoriafrosinone.it


Ristorante Le Vigne

FROSINONE

Questo è il posto, dalla cucina semplice e di grande qualità, dove assaporare, per esempio, degli ottimi bucatini all’amatriciana o alla gricia oppure una carbonara di pesce. E poi scegliere tra tagliate di manzo, bistecche di chianina o selezionatissime entrecote. I dolci vi stupiranno così come l’apericena, ogni sera dalle 19.30. Un locale dove trascorrere piacevoli serate in compagnia di amici

via Gaeta, 114 – tel. 0775/1887741 – la domenica aperto a pranzo

Ristorante Cerroni

CECCANO

Dall’esperienza e dal successo del Ristorante Catering Cerroni nasce questo splendido gioiellino dal design e dall’atmosfera raffinati. Adatto per cene e colazioni di lavoro o per un incontro tra amici il ristorante propone chianine, selezionatissime carni argentine, angus irlandese e in esclusiva Ribeye americana. Deliziosi i primi così come gli sfiziosi antipasti. Da provare

viale della Libertà (giardinetti) - tel. 0775/602150

Rocca di Rivituro

GUARCINO

Una rocca risalente ai primi secoli del passato millennio, ora trasformata in ristorante-albergo con un connubio fra rustico ed elegante che lo rende adatto a ogni tipo di cerimonia. Una cucina locale e tradizionale che riporta alla luce i sapori perduti di un tempo. La pizza cotta a puntino con ingredienti freschi e fantasiosi. Albergo con venti posti letto con ogni comfort e vista panoramica. Chiuso il lunedì

s.s. per Campocatino km 2,7 - tel. 0775/46565 - www.roccadirivituro.it

Il Girasole Agriturismo

TECCHIENA DI ALATRI

Una vecchia casa colonica risalente al 1940 trasformata in ristorante tipico, con soffitti in legno e camino, dove la cucina custodisce scrupolosamente le tradizioni dei sapori antichi. Una vecchia stalla con fienile, da cui è stato ricavato un piccolo albergo dotato di ogni comfort, dove regna il legno e il ferro battuto. Un ambiente familiare dove è forte il senso di ospitalità

via Basciano, 5 (strada per Veroli) - tel. 348/7108182 - www.ilgirasoleagriturismo.it

Agriturismo Tenuta Valle delle Ginestre

CECCANO

Uno dei migliori agriturismi della Ciociaria, in località Badia di Ceccano, è la location ideale per eventi, riunioni, domeniche in famiglia e per organizzare comunioni e matrimoni. L’agriturismo promuove laboratori didattici, corsi di cucina e visite all’annessa fattoria. In tavola i prodotti dell’annessa azienda agricola, disponibili anche nel punto vendita per un gustoso ricordo della giornata nella tenuta

via San Paolo della Croce, 35 - tel. 0775/621009 - cell. 339/3276778

Dal Patricano

PATRICA

Dal Patricano per riscoprire il piacere dei sapori tipici di una volta. Il fiore all’occhiello è la braceria con tagli di carni nazionali ed estere. Tutti i giorni pollo ruspante alla griglia, fiorentina, filetto, bisonte canadese e black angus statunitense. Eccezionale è il tiramisù del Patricano. Buona la carta dei vini. Ogni giorno è disponibile un menù a partire da 16 euro. Dal Patricano è anche hotel con stanze da sogno da 50 euro

s.s. Monti Lepini km 11,300 - tel. 0775/222459 - www.dalpatricano.it



FOTO ALBERTO BUZZANCA

MELISSA CASTA

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Luca Sergio

IL TRADIMENTO DEI SINDACI

L’

impudenza di tanti politicanti locali ha toccato punte inimmaginabili. Come vanno opportunamente denunciando da tempo associazioni di volontariato e quei pochi politici responsabili che ci sono, «troppi sindaci stanno tradendo il mandato di difendere i cittadini amministrati» in un settore primario qual è quello della tutela della salute. Eppure, sia la Costituzione tanto citata e poco praticata che le leggi nazionali e regionali di fatto ignorate, prevedono specificatamente questa competenza. Prendiamo quella fondamentale che c’interessa: la legge regionale n. 18 del 16 giugno 1994 sull’istituzione delle Asl che all’art. 12, prevedendo la Conferenza locale per la sanità composta dai sindaci del territorio, afferma «che i comuni esprimono il bisogno sanitario della popolazione». Ma la legge dice di più, in quanto conferisce nella Conferenza ai primi cittadini queste competenze importantissime di natura decisoria e non, come sostengono a torto alcuni, meramente consultive: definizione programmatica delle attività dell’Asl, sia pure nell’ambito degli indirizzi regionali; esame dei bilanci delle Asl con eventuali osservazioni alla Regione; verifica dell’andamento generale dell’attività aziendale; contributo alla definizione di piani programmatici; invio al direttore generale e alla Regione di valutazioni e suggerimenti. Inoltre è previsto un Comitato di rappresentanza che nella nostra Asl è monco e totalmente assente. Le cinque competenze citate sono purtroppo disattese da sempre, considerato che l’organismo rappresentativo viene convocato quando non se può proprio fare a meno: come nel caso dell’appro-

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vazione dell’Atto aziendale dell’Asl. Ebbene, nell’assemblea del 13 novembre 2014, l’importante documento è stato approvato da appena 22 sindaci contro 17. La maggioranza era costituita dagli assenti: tolti Ceccano, Patrica e Pontecorvo commissariati, i “ponzio pilato” sono stati 49. Una vergogna per l’insensibilità morale prima che politica nei confronti di tanta parte della popolazione. Soprattutto anziana, che aumenta anche nel Frusinate e che pertanto ha bisogno di assistenza e non di menefreghisti. Alcuni si sono giustificati “a posteriori” adducendo i più svariati motivi, ignorando la possibilità di nominare un delegato. C’è da augurarsi che i cittadini si ricordino bene di questi signori quando andranno a votare. La loro faccia tosta arriva al massimo, visto che c’è chi si vanta di avere partorito fuori provincia e chi di curarsi addirittura all’estero. Cosa che un vecLa sanità, chio che prende la pensione il diritto sociale non può certamente dei cittadini permettersi. E in una proe il dovere vincia dove la povertà di chi deve aumenta. Ancora e sempre amministrarli vergogna.

La latitanza e i rinvii sono diventati l’unica certezza. Anche quando si dovrebbero prendere decisioni serie




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