17 FEBBRAIO2014
È giusto chiedersi se ancora oggi la guerra, a Cassino e in Ciociaria, sia finita
PERCHÉ NON SIA LA SOLITA STORIA
I
l settantesimo anniversario del bombardamento di Cassino e della sua Abbazia che dall’alto vigila la piana della Casilina e della Linea Gustav, è ricordato in questi giorni sia nelle dichiarazioni di politici e cariche istituzionali, sia negli eventi della Città Martire. Una città che, assieme a moltissimi centri della nostra provincia, ha versato l’enorme tributo non solo di vite umane ma anche di prostrazione e di totale scoramento per quel colpo di coda, ancora sospetto, di una guerra che le radio annunciavano terminata. Anche il nostro giornale vuole dare risalto agli sciagurati fatti di settant’anni fa, con diversi servizi e con la copertina, dominata dallo sguardo profondo di un testimone oculare di quel giorno, lo stesso sguardo di chi allora era poco più di un ragazzo che, da lontano, intravedeva tra la polvere i resti di quel monastero che fu e resta un faro per la cultura e la spiritualità. Uno sguardo deciso. Perché è giusto ricordare, non solo per evitare il perpetuarsi di violenze ed orrori, ma anche per comprendere come mai l’uomo sia riuscito a spingersi così in basso. È giusto oggi testimoniare per cercare la verità, anche la più scomoda, la più insolente e la più controcorrente, ad ogni costo. Perché la commemorazione di questi giorni non sia la “solita storia”, fatta di ipocrisie ed eufemismi, è giusto chiedersi se il bombardamento di Cassino (e poi di Vallecorsa, Ceccano e di gran parte della Ciociaria) fu una normale azione di guerra degli “alleati” o una deliberata e crudele aggressione del territorio finalizzata, con la scusa dei tedeschi, a creare le premesse del Piano Marshall di cui ancora patiamo le conseguenze economiche e psicologiche. La “seconda passata”, con licenza di stupro, delle truppe marocchine, farebbe pensare anche di peggio. È giusto chiedersi se ancor oggi la guerra, a Cassino e in Ciociaria, sia finita. Certo, non quella delle bombe, ma quella più sottile, ma non meno violenta, dell’economia e del progresso. La sfida produttiva della Fca, il senso di abitare l’estrema periferia del “Lazio che conta”, i vassallaggi commerciali, la diffusione della malavita organizzata e tutta una serie di piaghe ci inducono quantomeno a non dare una risposta scontata.
Il prossimo numero sarà in edicola il 23 marzo
Camillo Savone c.savone@quionline.it
Non la guerra delle bombe ma quella più sottile, ma non meno violenta, dell’economia e del progresso
sotto IL GRATTACIELO Pronto un nuovo concorso riservato a infermiere con la quinta. E quando dico quinta non dico quinta elementare
L’
altro giorno, sotto il grattacielo, ho incontrato Massimo. Ci siamo fermati a chiacchierare, come sempre. Ciao Massimo… che mi racconti? Finalmente una buona notizia. Abbiamo messo un po’ di politici intorno a un tavolo e, dopo aver mangiato, abbiamo sottoscritto la nuova carta per rilanciare la sanità e gli ospedali. In tutto dieci punti (di sutura). Uno: barella gratis ai contribuenti. Due: flebo con vino Cesanese del Piglio. Tre: nuovo concorso riservato a infermiere con la quinta. E quando dico quinta non dico quinta elementare. Quattro: fornitura gratuita del “Piccolo medico” così al pronto soccorso ci si cura da soli e non ci si annoia più. Cinque: camere vista frana. Sei:
GENTE ALLEGRA L’ASL L’AIUTA
E L’INDICE DI GRADIMENTO S’IMPENNA
sottoilgrattacielo@quionline.it
camere miste con possibilità di scambio di coppia. Sette: sala di salsa e merengue al reparto ortopedia con ballerine professioniste italo-cubane-ciociare (le lezioni introduttive saranno tenute dalla premiata coppia Ombretta Ceccarelli – Alessandra Mandarelli). Otto: sala massaggi (i massaggi introduttivi saranno tenuti dalla premiata coppia Riccardo Mastrangeli – Claudio Caparrelli). Nove: sala prove, dove i medici proveranno a fare il possibile… Massimo mi ha sorriso, mi ha salutato e se n’è andato. Aspetta, ne manca uno… In realtà l’ultimo punto serve per far alzare il livello di gradimento. E non solo quello. L’Asl, grazie a un protocollo d’intesa con la Provincia, s’impegna a fornire Viagra gratis agli under cento che di lavoro facciano il commissario straordinario dell’amministrazione provinciale e le cui iniziali del nome e del cognome siano G e P. Tipo Giuseppe Patrizi…
cronache DA BRISBANE Per il giovedì grasso non se ne parla: deve restituire un milione di euro figurati se festeggia
Ruggero Cioci
(ciociaro emigrato Australia)
G
randi preparativi, anche Qui a Brisbane, per il mitico carnevale, nonostante la congiuntura. La sfilata stavolta sarà ecologica, ovvero niente trattori per via dell’inquinamento. C’era chi proponeva il carnevale differenziato ma è stato arrestato, e allora si metteranno i carri avanti ai buoi dei paesi tuoi e saranno tirati a mano dal popolo della Tarsu, come sempre. Si inizia con “Le grandi balle di Carnevale” una gara a chi la spara più grossa tra il governatore della contea Nick Sigaretti, peggio conosciuto come “il Senefreghista”, il commissario ordinario a vita della provincia di Brisbane, Joseph Patriks detto “Prezzemolo”, e il sindaco per acclamazione Nick Octopussy, per gli
CARNEVALE AUSTRALIANO
IL CARRO VA AVANTI AI BUOI
r.cioci@quionline.it
amici “The Dux mea lux”. Previste guest star come il rappresentante europeo Frankie The Angels, il senatore Frank Stairsia e altri campioni entranti di “Ok, la balla è giusta”. Per il giovedì grasso non se ne parla: deve restituire un milione di euro figurati se festeggia. Indiscrezioni annunciano il “Carro dei vitalizi”, quello dell “Ato2” e il carrozzone dell’Ater. Il generale del martedì sarà stavolta una generalessa: Isabel Mistergood “Mani di forbice”, appena nominata manager del reparto Lungosoccorso dell’ospedale di Brisbane che perde dal sottolavello. Sarà lei la reginetta del carnevale, prima osannata, poi sbeffeggiata con i “Thins Thins”, una pasta locale con le mani, e poi bruciata viva, dopo il processo, verso sera. «Uno spettacolo davvero imperdibile – dicono gli appassionati – perché a Brisbane il carnevale è una ricorrenza fedele al passato».
23 FEBBRAIO2014
VISTI DA QUI
foto GIACOMO CESTRA
FEBBRAIO2014 www.quionline.it mensile di informazione, attualità, cultura, satira e tempo libero. Registro della Stampa Tribunale di Frosinone n. 308
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sommario
in copertina foto Giacomo Cestra elaborazione grafica Salvatore Lala
attualità48
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politica30
teatro68 cultura66
musica71
arte60 questomese pag. 27 pag. 30 pag. 33 pag. 37 pag. 37 pag. 39 pag. 39 pag. 41 pag. 43 pag. 44
POLITICA PILLOLE DI POLITICA IN MARCIA VERSO L’EUROPA
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ATTUALITÀ ASI, TUTTI I RETROSCENA CASSINO ASPETTA IL GIRO D’ITALIA PONTECORVO: ADDIO CARRI ALLEGORICI VEROLI VERSO LE COMUNALI: IL PD CERCA IL CANDIDATO SINDACO CECCANO: DIMORE STORICHE, ARRIVANO I FONDI SORA: OPERE PUBBLICHE FANTASMA ANAGNI: UN GRILLINO PROVA A DIVENTARE SINDACO IL SANREMO DI CIOCIARIA: ECCO CHI CANTA QUI
pag. 54 pag. 56 pag. 60 pag. 66 pag. 68 pag. 71 pag. 72 pag. 74 pag. 75
SETTANT’ANNI FA LA DISTRUZIONE DI CASSINO E DELL’ABBAZIA LE DRAMMATICHE IMMAGINI DELLA GUERRA IO C’ERO: IL RACCONTO DI FRANCO ASSANTE CULTURA D’ALESSANDRO, SCACCIA, FILIPPETTA IN MOSTRA A FROSINONE, NEW YORK, ROMA GERARDO VACANA: LA VOCE DI UNA TERRA FEBBRAIO E MARZO A TEATRO I TURBOLENTI CONQUISTANO MOSCA CONSIGLI PER L’ASCOLTO L’ANGOLO DEL LIBRO AL CINEMA: I FILM DA NON PERDERE
rubriche eccoci qui 17
sotto il grattacielo 19
cronache da brisbane 21
visti da qui 23
sport 77
grandangolo 82
chi, dove, come, quando 94
così com’era 97
l’eco di Pier Paolo 98
27 FEBBRAIO2014
POLITICA
I segretari passano
DE ANGELIS RESTA SINDACO NON PER CASO OTTAVIANI “RADDOPPIA” La lucida strategia del primo cittadino del capoluogo
L’
acquisto del teatro Nestor non è stata soltanto un’operazione simbolica, ma anche politica. Nicola Ottaviani ha fatto capire che la sua amministrazione tiene alla cultura, guarda al centro storico e sa cogliere le occasioni. Dicevamo del significato politico, indubbio: il sindaco, che pure fa riferimento al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, tende a sganciare l’azione della giunta da quella di un contesto partitico definito. Il messaggio che lancia è evidente: «Voglio governare per l’intera consiliatura e probabilmente mi ricandiderò». Chi pensava che la fascia tricolore potesse rappresentare un incarico di transizione dovrà ricredersi: Ottaviani intende lasciare un segno come primo cittadino del capoluogo. Questo non significa che non potrà candidarsi, per esempio, alla Camera. Ma intanto la concentrazione sul ruolo di sindaco è totale. No che non m’annoio
Delitti e SEGRETI
La longevità politica dell’europarlamentare del Pd
I
segretari del Pci-Pds-DsPd passano, ma lui... resta. L’europarlamentare Francesco De Angelis (già in campagna elettorale per cercare la riconferma) è sulla breccia politica da decenni: ha fatto il segretario provinciale, il consigliere e l’assessore regionale, il parlamentare europeo, ha ricoperto svariati ruoli a livello locale. Le contrapposizioni all’interno del partito le ha viste tutte: OcchettoD’Alema, VeltroniD’Alema, Prodi-D’Alema, Bersani-Renzi, LettaRenzi. Lui ha tenuto sempre la stessa linea, rivendicando le scelte compiute, sia quando ha fatto parte della maggioranza del partito, sia quando è stato all’opposi-
Si rinnova l’eterno gioco del mettere in discussione ogni cosa
ASL: VICANO FA. E MASTROBUONO DISFA zione. Un anno fa il capolavoro: la scelta di puntare su Maria Spilabotte al Senato e su Mauro Buschini alla Regione. A dimostrazione che quando uno si preoccupa del partito, sa fare bene anche l’allenatore. In un momento in cui il Pd si è ripreso la centralità della scena politica in Italia, Francesco De Angelis continua a recitare da protagonista. L’ultimo immortale
SCHIETROMA NON PERDE LA CALMA
Nel momento più complicato Iafrate confermato segretario e Pizzutelli presidente
S
e Enrico Letta fosse rimasto presidente del Consiglio probabilmente Gian Franco Schietroma sarebbe stato nominato sottosegretario nel rimpasto. La staffetta con Renzi ha rimesso tutto in discussione, ma Schietroma in quelle stesse ore ha mantenuto la lucidità necessaria. E nel congresso provinciale ha battuto un doppio colpo: Danilo Iafrate confermato segretario, Vincenzo Pizzutelli indicato come presidente. Un riconoscimento alla “carriera” (politica) di un autentico “mostro sacro” della socialdemocrazia provinciale. Il tutto mentre Schietroma ha lanciato a Frosinone il giovane Vincenzo Iacovissi e dopo aver celebrato nel capoluogo il congresso regionale. Segno che si può fare politica sul territorio senza ricoprire per forza delle cariche, segno che è nei momenti più difficili che bisogna mantenere la calma. Ma segno soprattutto che il partito resta la preoccupazione principale per Gian Franco Schietroma. Il quale guarda in prospettiva. Lucido
Uno dei primi atti del nuovo direttore generale della Asl Isabella Mastrobuono è stato quello di bloccare alcuni trasferimenti decisi dal precedente manager. Non discutiamo nel merito, ma è impossibile non registrare che chiunque arrivi (sempre più spesso da fuori) ai vertici della sanità locale assume iniziative di discontinuità sul piano amministrativo. Alla fine il risultato è sempre lo stesso: aumento del tasso di conflittualità, valanga di polemiche, nessuna continuità amministrativa, obbligo a ricominciare daccapo. È un film già visto e che si continuerà a vedere. Con tutti i problemi enormi che la sanità provinciale ha, bisognerebbe fare esattamente il contrario. Invece no. Fra le altre cose, cambiano i presidenti della Regione Lazio (Polverini, Zingaretti), cambiano i manager (Suppa, Mastrobuono), ma non cambiano le “sforbiciate” ai servizi, al personale e alle strutture. Il tutto nell’indifferenza di chi non prova neppure a far sentire la propria voce. Abbandonati e rassegnati
29 FEBBRAIO2014
POLITICA
PASTI e rimPASTI Comune di Frosinone: cercasi minoranza
Idee chiare e stile assai efficace
FEDERLAZIO: NINO POLITO, “TRAGHETTATORE” Non era semplice subentrare alla guida della Federlazio ad un presidente carismatico come Silvio Ferraguti, nel frattempo entrato nell’agone della politica. Nino Polito lo ha fatto con stile e cautela, intervenendo subito su due argomenti cruciali come l’accordo di programma e come l’iniziativa della Camera di Commercio di stanziare dei fondi per la ricerca sull’inquinamento della Valle del Sacco. In questi anni la Federlazio si è distinta per un’attenzione su tutte le tematiche di attualità che riguardano le piccole e medie imprese della provincia. Nino Polito avrà il non facile compito di “traghettare” l’associazione di categoria fino al rinnovo delle cariche e all’elezione del presidente. Ma si è già capito che starà sul pezzo senza risparmiarsi, anche grazie ad una struttura collaudata. L’accordo di programma in questo senso sarà un banco di prova formidabile. Nino Polito ha già lasciato intendere che “reciterà” un ruolo da protagonista. La discrezione al potere
E SE FOSSE LA MARTINI A GUIDARE L’OPPOSIZIONE?
È
entrata per ultima in consiglio comunale, ma Stefania Martini potrebbe presto assumere di fatto la guida dell’opposizione a Frosinone. Nel gruppo del Partito democratico, infatti, il ruolo dell’ex sindaco Michele Marini non sembra essere quello della leadership e per il resto le minoranze sono molto divise. Ex assessore al bilancio, Stefania Martini ha già detto la sua su questioni stretta-
mente amministrative, però è un fatto che nella massima assise del capoluogo occorre un’opposizione che sia riconosciuta come tale e che metta in campo un’azione sistematica, non necessariamente sempre di pura contrapposizione. Secondo alcuni rumors, non appena il Partito democratico avrà definito le vicende provinciali, dovrà porsi il tema dell’azione politica a Frosinone. Sulla rampa di lancio
LAZIO: ECCO IL QUADRILATERO DELLO SVILUPPO
Il presidente di Unindustria Maurizio Stirpe punta su Roma in collegamento con le altre province
U
n’area metropolitana che abbia il fulcro in Roma Capitale ma che si protende all’esterno verso le quattro province dove è fondamentale il collegamento e lo scambio tra queste e la Capitale, nonché fra le province tra di loro. La proposta è del presidente di Unindustria Maurizio Stirpe (foto), che guarda alle opportunità di una città metropolitana che non perda di vista le quattro province del Lazio. In un convegno sul tema, Stirpe ha detto che «per realizzare questa riforma è fondamentale investire sulla rete infrastrutturale e costituire un sistema di relazioni forti per gli scambi fra le persone e le merci di tutte le province del Lazio». Individuato già il cosiddetto quadrilatero dello sviluppo. Due gli assi: la direttrice autostradale Orte-Cassino (asse dell’hard economy) e la direttrice tirrenica Montalto di Castro-Gaeta (asse della soft economy). «Entrambe – ha detto Stirpe – collegano gli altri territori tramite alcune trasversali: una connette Civitavecchia a Orte passando per Viterbo, una da Valmontone collegherà la A1 alla futura Roma-Latina, una congiunge Cassino a Gaeta». Una visione moderna e controcorrente. Fuori dal coro
Gli scandali alla Pisana continuano a riguardare ex eletti di Frosinone
LAZIOGATE: DOPO FIORITO GARGANO
D
a qualche giorno ha compiuto 50 anni e, come per tutti gli ex consiglieri regionali, è scattato il vitalizio. Soltanto che lui si chiama Giulio Gargano (foto), è stato anche assessore al personale della Pisana e negli anni scorsi è stato travolto dallo scandalo sulla sanità. Sergio Rizzo, mostro sacro del Corriere della Sera, ha sollevato il caso, scrivendo che, per via di una condanna della Corte dei Conti, Gargano dovrà risarcire 600.000 euro alla Regione Lazio per aver promosso in blocco 445 dirigenti in violazione ai regolamenti. Dunque, secondo quanto racconta Rizzo, l’intera questione è stata girata ad Equitalia. Per il pignoramento. Del vitalizio. Le condanne della Corte dei Conti per il risarcimento dei danni erariali stanno diventando un incubo per gli ex amministratori regionali di questa provincia. Non soltanto per Giulio Gargano, ma anche per Franco Fiorito, condannato a risarcire un milione e duecentomila euro. Sic transit gloria mundi
30 FEBBRAIO2014
EUROPA EUROPA
Si voterà il 25 maggio. Ma la campagna elettorale è già incandescente In provincia di Frosinone i candidati di punta sono Pallone, De Angelis e Ferraguti
A
SILVIO FERRAGUTI
La vera novità di questa tornata elettorale. Imprenditore, ex presidente della Federlazio, scende in politica con Forza Italia
lfredo Pallone, Francesco De Angelis, Silvio Ferraguti: i nomi di punta per le elezioni Europee della provincia di Frosinone sono questi tre. Destini paralleli alcuni, incrociati altri, distanti altri ancora. Ma in ogni caso densi di significato e di motivazioni politiche per una competizione che sarà fondamentale per l’Italia anche sul versante interno: la tenuta di Renzi, quella di Berlusconi, il duello a distanza tra il Cavaliere e Alfano. E Grillo, non dimentichiamolo mai. Anche in provincia di Frosinone gli spunti non mancano. Tenendo però a mente che il collegio comprende Lazio, Toscana, Umbria e Marche.
Non dimenticando che il sistema elettorale è proporzionale e quindi tende a mettere “l’uno contro l’altro armati”. Alfredo Pallone è leader del Nuovo Centrodestra ed europarlamentare uscente: sul territorio ha svolto un lavoro certosino, moltissimi amministratori e dirigenti dell’ex Pdl hanno seguito lui. Normale che si aspetti un risultato significativo in provincia. Però Alfredo Pallone in questi anni ha lavorato molto anche a Strasburgo, in una dimensione europea. Nell’intero collegio dirà la sua. Anche Francesco De Angelis (Pd) è europarlamentare uscente: punta alla riconferma e a cercare di ottenere un risultato importante in Ciociaria, anche per dimostrare che nel momento del bisogno il partito è in grado di seguirlo. Alle primarie nazionali ha sostenuto Cuperlo, a quello regionali Melilli. Non è un renziano ma uno
31 FEBBRAIO2014
POLITICA
Nessuno concederà un millimetro agli avversari Tutte le motivazioni e le implicazioni di un appuntamento decisivo
ALFREDO PALLONE
FRANCESCO DE ANGELIS
ARMANDO CUSANI
Europarlamentare uscente eletto con il Pdl, è il leader del Nuovo Centrodestra in provincia di Frosinone. In campagna elettorale è una macchina da guerra
È l’uomo forte (anzi, fortissimo) del Pd. Anche lui eurodeputato uscente, punta alla riconferma. Con la certezza di poter contare su tanti amministratori locali
Candidato con Forza Italia, l’ex presidente della provincia di Latina è l’uomo di Claudio Fazzone. L’obiettivo è raccogliere voti anche in Ciociaria
come lui è abituato a fare squadra sempre. Il che vuol dire che c’è anche attesa per i voti che potrà prendere in Toscana, feudo dell’enfant prodige fiorentino. Se Pallone e De Angelis sono politici con la “P” maiuscola, la storia di
Silvio Ferraguti è completamente diversa: imprenditore, da sempre nella trincea del lavoro, ex presidente della Federlazio, carica che ha interpretato senza “mandarle a dire”. Ha risposto alla chiamata di Silvio Berlusconi in persona, a dimostrazione che in Forza Italia è entrato dalla porta principale anche se in punta di piedi. Non farà la comparsa. Ha il sostegno di Mario Abbruzzese e ha già raccolto la sfida interna: Claudio Fazzone, segretario regionale degli azzurri, sosterrà l’ex presidente della Provincia di Latina Armando Cusani. Il vero rebus, come al solito, è rappresentato dalla tenuta unitaria di Forza Italia in Ciociaria. Antonello Iannarilli, per esempio, non ha fatto mistero di non aver condiviso la designazione di Ferraguti. Silvio Ferraguti lo sa ma non trema. Anche perché il suo risultato, oltre che in assoluto, verrà giudicato sulla base
del “valore aggiunto” che riuscirà a portare, specialmente sul territorio. Un dato che Berlusconi è abituato a valutare di persona. Per quanto riguarda gli altri partiti, tutti dovranno dare delle risposte ai vertici nazionali. Il Partito Socialista di Schietroma potrebbe proporre un uomo di peso per una conta significativa in provincia. Stesso discorso per l’Udc: in questo senso Anna Teresa Formisano e Marino Fardelli valuteranno attentamente la situazione. Non lascerà neppure un millimetro agli alleati di centrodestra Fratelli d’Italia. Non rimane che aspettare l’evolversi della situazione: si voterà il 25 maggio. C’è molto tempo prima della presentazione ufficiale delle liste. La campagna elettorale però è iniziata e sarà lunghissima e piena di insidie. D’altronde per arrivare a Strasburgo bisognerà farne di strada.
Il risultato delle urne sarà fondamentale anche per gli equilibri su tutto il territorio provinciale
33 FEBBRAIO2014
ATTUALITÀ
CONSORZIO ASI
LA COMMEDIA DEGLI EQUIVOCI
Un mese fa le finte dimissioni di Arnaldo Zeppieri da presidente Il 25 febbraio la parola passa all’assemblea dei soci
M
artedì 25 febbraio l’assemblea dei soci si riunirà per decidere il futuro assetto del Consorzio Asi. Il 23 gennaio scorso il presidente Arnaldo Zeppieri ha rassegnato le dimissioni (non irrevocabili) nelle mani del consiglio di amministrazione, che però ha “scoperto” successivamente (il 27 gennaio) di non avere competenze in materia e che inoltre le dimissioni vanno consegnate nelle mani del presidente del collegio dei revisori. Le regole sono regole. Ma perché si è arrivati a questo? Il 22 gennaio Arnaldo Zeppieri è stato rinviato a giudizio per una vicenda riguardante l’esproprio di un’area ricadente nel comune di Ferentino. Cosa succederà martedì, a quasi un mese di distanza dai fatti? Difficile fare previsioni, anche perché il silenzio è tombale da parte di tutti. Arnaldo Zeppieri è al secondo mandato come presidente dell’Asi: la riconferma, dopo i primi tre anni, è arrivata nell’aprile del 2012, con il 96,32% delle quote. Erano allora presenti 22 soci su 27. Il nome di Zeppieri fu avanzato formalmente dalla Camera di Commercio e dalle associazioni di categoria (Unindustria-FederlazioCna). Decisivo l’operato di Marcello
Pigliacelli, che riuscì a convincere l’allora presidente della Provincia Antonello Iannarilli. Adesso, però, la situazione è completamente cambiata: in questi anni le associazioni più volte hanno fatto emergere di non essere soddisfatti dell’operato del Consorzio. Ma il punto non è neppure questo. Il punto si sostanzia in una sorta di gioco delle parti e commedia degli equivoci dove nessuno intende scoprirsi. Non vuole farlo Arnaldo Zeppieri, che dovrebbe ripresentarsi ufficialmente come presidente: ancora una volta spera che siano altri a indicarlo. E spera soprattutto nella mancanza di alternative: alla fine del mandato manca meno di un anno e quindi nessuno è entusiasta di un eventuale ruolo di traghettatore. I comuni, e dietro di loro i partiti, sono alle prese con le prossime elezioni e preferirebbero procrastinare una scelta del genere. Insomma, nessuno intende “scoprirsi” fino all’ultimo e quindi non si può escludere la mancanza del numero legale e il successivo e inevitabile rinvio della questione. Il vicepresidente del Consorzio Asi è Giuseppe Patrizi (commissario della Provincia), il quale sta cercando di trovare una soluzione dipanando una
matassa intricatissima. Non è semplice però. Soprattutto per il sostanziale e prolungato silenzio di Zeppieri. La vera novità sarebbe rappresentata dalla conferma delle dimissioni (irrevocabili). Un suo passo indietro aprirebbe oggettivamente una fase di confronto nel Consorzio. Ma per uscire dal campo occorre maggiore coraggio di quando si… entra. In tutto questo nessuno parla dei risultati ottenuti (o non ottenuti) dall’Asi. Ci sarà qualcuno disposto ad alzare la manina e chiedere un dibattito su questo?
Il costruttore verolano spera in una riconferma Ma la politica ha tutt’altro a cui pensare
37 FEBBRAIO2014
COMUNI
Brevi da... PONTECORVO Colpo duro al Carnevale: all’origine problemi economici e organizzativi
ADDIO CARRI ADDIO TRADIZIONE
N
iente carri allegorici per il carnevale della cittadina fluviale. La tradizione resta ferma al palo. Per il 2014 il 2 marzo si svolgerà una grande festa ma niente di ciò a cui i cittadini sia del paese che del territorio sono abituati. Così un altro primato locale detenuto gelosamente e ogni anno confermato è stato smantellato, svuotato del suo aspetto essenziale. Ma perché tutto questo? Un po’ per i ritardi con cui i carristi sono stati pagati per l’edizione 2013, un po’ per l’accordo con l’associazione Agorà cui in un primo momento era stata data in gestione l’organizzazione di tutti gli eventi legati al carnevale – salvo poi ripensamenti –, un po’ per motivi economici. Fatto sta che neanche i mugugni dei cittadini e un consiglio comunale chiesto dalla minoranza sono serviti per far tornare l’esecutivo del sindaco Notaro sui suoi passi… Lontano dalle logiche di tutela e valorizzazione del territorio, personalismi e rivendicazione di ruoli hanno avuto per l’ennesima volta la meglio sul bene comune. Altro che rinascita del paese! Stefania Turchetta
CASSINO L’assessore Grossi: «Mostreremo la cartolina della città a tutto il mondo»
CASSINO ASPETTA IL GIRO D’ITALIA
È
stata presentata alla Bit di Milano la sesta tappa del Giro d’Italia 2014 che da Sassano, dopo 247 km, arriverà a Cassino il prossimo 15 maggio. La conferenza stampa per il lancio si è tenuta presso lo stand della Regione Lazio alla Bit di Milano. A fare gli onori di casa il direttore del Giro d’Italia, Stefano Allocchio. «Abbiamo aderito con grande entusiasmo a questo evento. – ha evidenziato l’assessore cassinate Danilo Grossi – Avremo la possibilità unica di mostrare la cartolina di Cassino, l’abbazia, le bellez-
ze archeologiche a tutto il mondo. Con convinzione abbiamo raggiunto questo obiettivo e siamo attrezzati per potere ospitare una manifestazione di questa portata. È un onore per tutta Cassino ospitare la carovana del Giro, sarà una grande festa del ciclismo e dello sport che avrà una visibilità unica con quasi 100 tv collegate da tutto 174 paesi nel mondo e oltre 250 giornalisti. Il comitato organizzatore “Cassino in Rosa” sta coinvolgendo anche le associazioni sportive, di volontariato e dei priFernando Riccardi vati».
CASSINO _ Marsella (Udc): «Situazione indecente»
A SCUOLA CON I RIFIUTI VIA ARNO INVASA DALL’IMMONDIZIA
O
gni giorno i genitori che accompagnano i loro figli alla scuola dell’infanzia di via Arno, a Cassino, sono costretti a turarsi il naso per non essere ammorbati dai miasmi che provengono dai tanti rifiuti gettati alla rinfusa sulla stradina che costeggia l’edificio scolastico. Una situazione pericolosa e davvero poco edificante anche perché in quei paraggi vi sono due scuole. «Ho portato il problema all’attenzione dell’amministrazione comunale – spiega il consigliere comunale Robertino Marsella – e ho ricevuto rassicurazione che al più presto avverrà una bonifica». Quella strada, infatti, non è mai stata asfaltata perché gli espropri non sono stati burocraticamente conclusi, anche se la proprietà risulta essere del comune di Cassino. «Il procedimento burocratico dovrebbe essere ripreso e concluso in modo da poter asfaltare e rendere fruibile la strada – ha affermato l’esponente dell’Udc –. Per il momento, comunque, la bonifica e la chiusura già costituiscono un grosso passo avanti». Fernando Riccardi
È PARTITA LA NUOVA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA
Organizzata dal circolo Fuorifuoco con il patrocinio del Comune
CASSINO – È partita a Cassino la nuova stagione della rassegna cinematografica, organizzata dal circolo “Fuorifuoco” e patrocinata dall'amministrazione comunale, che andrà avanti fino alla fine di maggio, ogni mercoledì del mese, alle ore 21.00, presso la biblioteca “Pietro Malltesta”. «Siamo particolarmente soddisfatti di dare il nostro appoggio incondizionato all'iniziativa – spiega l'assessore alla cultura del comune di Cassino Danilo Grossi –. Il circolo “Fuorifuoco” da anni svolge un lavoro enorme a servizio della cultura. Proprio per questo, accanto al patrocinio, abbiamo aggiunto anche l’adesione ad una licenza ombrello grazie alla quale è possibile procedere alla proiezione nei luoghi pubblici senza avere costi che si ripropongono di volta in volta. In questa maniera sarà possibile proiettare i film delle principali case di distribuzione senza dover ogni volta occuparsi di formalità e soprattutto ricevendo forti sconti che non vanno a gravare ulteriormente su chi organizza simili manifestazioni. Siamo, quindi, orgogliosi di presentare questa nuova stagione della rassegna cinematografica d’autore che grazie anche ad una direzione artistica di altissimo profilo ripeterà, senza ombra di dubbio, i successi fatti registrare negli anni passati».
F.R.
38 FEBBRAIO2014
COMUNI
Brevi da... ADDIO SETTIMANA CORTA: SABATO MATTINA UFFICI APERTI Passo indietro del Comune
ALATRI – Gli uffici comunali riaprono al pubblico il sabato mattina. Lo ha deciso la giunta comunale che ha dato mandato al primo cittadino di predisporre gli atti necessari al fine di eliminare la sperimentazione della settimana corta. Una sperimentazione introdotta all’epoca dell’amministrazione Magliocca (PdL), contestata a suo tempo dall’Udc e che oggi la maggioranza di centro-sinistra intende cancellare. «Tenuto conto che moltissimi sono i cittadini impossibilitati ad accedere agli sportelli comunali durante la settimana, ci è sembrato indispensabile e giusto proporre questo provvedimento, che non comporterà alcun sacrificio per i dipendenti, dei quali non saranno minimamente intaccati quelli che sono i diritti acquisiti e i carichi di lavoro personali», specificano dal Comune. Si tratterà di riorganizzare secondo moderne metodologie di gestione gli uffici interessati con maggiore efficienza e flessibilità. La riapertura, al momento, interesserà i servizi Anagrafe e Stato Civile e sarà data la possibilità della presentazione di documenti ed istanze attraverso l’ufficio del Protocollo. Dando seguito a queste indicazioni, il sindaco si è attivato per incontrare i dipendenti e parlare delle modifiche proposte, per spiegarne e concordarne le modalità di attuazione. Pie. Ant.
ALATRI _ Resta il degrado della struttura in pieno centro
EX OSPEDALE SEMPRE ABBANDONATO
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uò bastare una semplice rete metallica, posta a pochi centimetri dal muro, per salvaguardare l’incolumità di passanti e automobilisti dalla caduta di calcinacci dal vecchio ospedale di piazza Regina Margherita? Evidentemente no. Eppure questo è stato l’unico intervento messo in atto dopo il distacco di alcuni cornicioni avvenuto mesi fa. Inoltre c’è da considerare la presenza, rilevata e pericolosa, dell’amianto nel tetto. Insomma, degrado e rischi sotto diversi aspetti, ma l’edificio resta sempre lì, abbandonato a se stesso, nonostante tutti sappiano che esso rappresenta una “ferita” nel tessuto urbano cittadino. In trent’anni sono state avanzate tante ipotesi, proposte di recupero, vi sono stati incontri e dibattiti, una montagna di parole mai approdata a niente di concreto. Da fuori, qualcuno potrebbe meravigliarsi nel sapere che il proprietario dello stabile è ancora l’Asl, dunque l’ente preposto alla salute dei cittadini, ma anche di questo non ci si stupisce più: siamo nel Pie. Ant. Paese delle contraddizioni e dell’assurdo.
VEROLI Record negativo nei settori Segreteria e Lavori pubblici
TROPPI ASSENTI IN UFFICIO
C
ome si lavora in municipio a Veroli? Secondo le statistiche di presenze sul sito si lavorerebbe a tratti. Aprendo i collegamenti contenenti gli elenchi di presenze e giornate lavorative, si scoprono dati importanti sulle presenze del personale. Nel bimestre dicembre-gennaio, la palma d’oro di assenze su base delle giornate lavorative teoriche va all’ufficio segreteria: su sette impiegati, il periodo di assenza è del 27% prima e 36 poi. Ovviamente sono dati rilevati in base ai tabellari del contratto di lavoro collettivo per i dipendenti della pubbli-
ca amministrazione, tuttavia resta il fatto che in questo settore circa un terzo delle giornate vede assenze di personale. L’altro comparto “flagellato” è quello dei Lavori pubblici. Qui ventidue dipendenti viaggiano fra il 19 e il 25% di giorni di assenza. Su queste percentuali sicuramente incidono i recuperi di ferie arretrate che vengono concesse allo scadere dell’anno. Ma la decisione del sindaco di tenere la delega al personale lascia qualche sospetto sulla reale volontà politica di fare in modo che la macchina burocratica cammini al Achille Reali meglio.
ALATRI
Polemiche sulla scelta del sindaco Morini: non comprerà l’ex cinema
NIENTE SOLDI E NIENTE POLITEAMA
I
l Comune di Alatri non comprerà la sala del Cinema Politeama in via Roma, dismessa già da qualche anno. Lo ha reso noto il sindaco Morini che, avanzando problemi relativi alle risorse finanziarie, non scorge alcun motivo di urgenza per l’acquisto dello stabile e, in più, se la prende in maniera forte con chi da tempo perora una causa ritenuta inutile da lui e dalla maggioranza. Sulla questione, come nella migliore tradizione locale, i pareri si sono divisi tra coloro che sono “pro” cinema e coloro che sono “contro”. E gli attacchi al primo cittadino non sono mancati: molti hanno ricordato che a Frosinone, con le casse in rosso, è stato comunque acquistato il multisala “Nestor”; alcuni hanno evidenziato come in passato l’amministrazione avesse approvato una proposta per l’acquisto del Politeama stesso; altri hanno messo in luce come la terza città della provincia sia sprovvista di un suo teatro, facendo un torto alla sua lunga storia culturale. Insomma, l’ennesimo motivo di una polemica accesa. Pietro Antonucci
39 FEBBRAIO2014
CECCANO _ La città 86ª su 275 nel bando
PUNTURE di spillo
DIMORE STORICHE FONDI IN ARRIVO
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VEROLI
Il partito si organizza in vista delle elezioni
COMUNALI IL PD SI CHIARISCE LE IDEE
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l Pd verolano decide oggi dove andare: da solo con i propri candidati a sindaco, o con le altre liste civiche. È in programma infatti per le 10 alla galleria La Catena un’assemblea per definire la strategia politica dei prossimi giorni. L’obbligo di convocazione è stato accolto e assolto dal segretario Giampiero Martelluzzi il quale ha dovuto dare seguito alle 38 firme con cui altrettanti iscritti hanno richiesto di convocare l’assemblea. Da soli o con gli altri per decidere chi sarà il candidato alla poltrona di primo cittadino fra Danilo Campanari e Cesidio Trulli. Un binomio che ha portato il partito alla divisione netta fra chi vorrebbe il ritorno dell’ex sindaco e chi starebbe con il nuovo candidato. Achille Reali
l Municipio si Ceccano festeggia un importante traguardo raggiunto, ossia l’inserimento nel progetto per il recupero delle dimore storiche. Secondo il Comune «un’opportunità per incentivare turismo e occupazione». La città ha partecipato al bando di gara per la valorizzazione culturale e promozione turistica, classificandosi 86ª su 275 nella graduatoria dei richiedenti. Entro il 2019 il progetto ha l’ambizione di trasformare l’Italia in capitale Europea della cultura. Denominato “Valore Paese Dimore storiche” il progetto è rivolto agli enti pubblici e vede tra i partner promotori l’agenzia del demanio, Invitalia, l’Anci con la parte-
cipazione del Ministero dei beni culturali del turismo, il Ministero per la Coesione Territoriale e il Mise. Lo scopo è appunto finalizzato a valorizzare i beni culturali, gli edifici storici e incentivare l’imprenditoria turisticoculturale. La città di Ceccano partecipa al bando con Castel Sindici, il Castello dei Conti e tre edifici storici del centro, ovvero Palazzo Bovieri, il Montano e palazzo Misserville. Cl. Rin.
CECCANO _ Verranno realizzati in due anni 20 nuovi alloggi
ZONA PEEP VIGNE VECCHIE PARTITI I LAVORI
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vviati agli inizi di febbraio dovrebbero terminare, salvo malaugurati ritardi nel cronoprogramma, esattamente tra due anni, nel febbraio 2016. Stiamo parlando dei lavori di costruzione a Ceccano, in via Vigne Vecchie, in una zona destinata all’edilizia economica e popolare. Precisamente, 20 nuovi alloggi Peep per una prima tranche di finanziamento di 1.319.483,21 euro accreditati nelle casse del Comune. Si concretizza così in maniera positiva un progetto vecchio di cinque anni e che ha conosciuto delle difficoltà di erogazione fondi capaci di metterlo in forse. Un percorso partito con delibera di giunta regionale del 25/9/2009 dell’amministrazione dell’allora governatore del Lazio Marrazzo. Dopo la progettazione e l’assegnazione con bando di gara, c’era stata una prima consegna lavori il 31/8/2012. Ma già il 12 settembre successivo un ordine di servizio bloccava tutto in attesa dell’effettivo accredito dei soldi da parte della Regione che non arrivavano. Uno stallo protrattosi per mesi e mesi, con il Comune impegnato a premere verso gli uffici regionali competenti per sbloccare il finanziamento. La situazione si è finalmente risolta il 28 gennaio scorso quando con un provvedimento della giunta Zingaretti è stato dato il via libera definitivo all’accredito dei fondi tanto attesi. Cle.Rin.
STRADE COLABRODO: IL COMUNE CHIEDE AIUTO
Sos alla Provincia Ma intanto non pensa alle arterie di propria competenza CECCANO – Le frequenti precipitazioni di questo piovoso inverno hanno dato il colpo di grazia alla già malandata viabilità di Ceccano. Le strade sono un colabrodo, con l’assessore ai Lavori Pubblici Pasquale Casalese (in foto) che sollecita l’intervento della Provincia per quanto di sua competenza. La pavimentazione presenta in vari punti buche e dislivelli con conseguente disagio per gli automobilisti ma anche per i pedoni. Casalese ha dunque scritto una lettera alla Provincia al fine di “provocare” interventi. «La richiesta – afferma l’assessore – ha carattere di urgenza. Le condizioni delle strade sono arrivate ad un punto tale che è a rischio la sicurezza». Viene spontaneo dire: il Comune intanto sistemi le “sue” di strade. Lo sosteneva nel Vangelo uno molto, ma molto più importante di noi: prima di badare alla pagliuzza negli occhi degli altri, ci si deve preoccupare della trave nel proprio di occhio.
Cle.Rin.
41 FEBBRAIO2014
COMUNI
PUNTURE di spillo
POSTA FIBRENO
JAM SESSION IL VIAGGIO DI GIUSEPPE MARTINI
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n viaggio particolare, nei luoghi più o meno nascosti, anche dell’animo, ma che comunque non possono prescindere da un lago, dai ricordi e da ciò che ci appartiene e che ci tiene… insieme. Lo intraprende un autore, Giuseppe Martini che, doverosamente, impareremo a conoscere di più, catturati dallo zig-zagare delle storie, dalla fantasia intensa ma mai banale, dalle iniezioni di sapienza musicale, dalla memoria che affonda in aule conosciute e figure ormai nella leggenda, per chi li ha conosciuti e ri-conosciuti, nei personaggi che animano i brevi racconti. E se i libri in generale fanno bene alle persone per tutte le sollecitazioni che possono fornire, anche a ri-vivere se stessi, l’opera prima di Giuseppe Martini, “Jam Session”, può far anche intraprendere un percorso diverso, affascinante ed invitante, ad un territorio che ha bisogno, come il pane (di Posta Fibreno), di incitamenti culturali e stimoli intellettuali.
Jam Session - Racconti Giuseppe Martini casa editrice: F&C Edizioni pagine 132 - 12 euro editing e progetto grafico: Bruno La Pietra disegni di Paolo Sangermano
CAPITA
Piazza Annunziata
SORA _ Passano gli anni ma i lavori restano fermi Unica novità l’ultimazione di piazza Annunziata
CANTIERI CHIUSI
OPERE PUBBLICHE AL PALO
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l fantasma dell’opera? No, a Sora solo opere fantasma. Un anno e mezzo fa apparve Qui un elenco, certamente parziale, di quelle che vennero definite “le opere fantasma”. Tutto nasceva dalla considerazione che Sora sembrava una città stremata, agonizzante, ferma. Da allora è cambiato pochissimo, sono stati completati solo i lavori di piazza Annunziata. Così riproponiamo i quesiti sul destino di tutte le altre opere che, comunque, potrebbero risultare utili. Quale rito magico dobbiamo organizzare per far ripartire i lavori sul cantiere, bloccato da anni e ridotto a un stagno con palafitte di cemento, nell’area che avrebbe dovuto ospitare il nuovo edificio universitario? Quando potremmo utilizzare la nuova strada di accesso all’ospedale? E quella di collegamento tra la tangenziale e l’ingresso della superstrada Avezzano-Sora-Formia, ai confini con Broccostella? Per il centro commerciale nell’ex Tomassi, con relativa maledizione di Serapide, ci sono finalmente segnali per un’immediata ripresa, dei lavori?
Ma la riqualificazione di piazza Indipendenza non si farà più? Assodato che la galleria per Pescasseroli rimarrà per sempre tra i sogni proibiti, almeno non si potrebbero avere rassicurazioni sull’auditorium del Baronio per il quale appare improbabile che l’ostacolo siano veramente solo le sedie? E ancora, ma il mega complesso edilizio da destinare a college scolastico, addirittura stile americano, era tutta una bufala come in tanti sospettavano? Allora era trascorso più di un anno dall’insediamento della nuova amministrazione e si evidenziava come le speranze stessero lasciando il posto alla delusione. «Siamo certi però che, dopo il riposo estivo, ci sarà un sussulto di operatività e le cose inizieranno ad andare per il verso giusto», si scriveva a settembre 2012. Da allora è passato un altro anno e mezzo. I problemi sono tutti lì. Ma l’ottimismo deve prevalere. E quindi si rinnova l’auspicio che, nei due anni che restano, tutte le problematiche saranno risolte. Brillantemente. Ciro Altobelli
Capita che anche a Sora venga, una volta ogni tanto, in visita un ministro. Capita che questo sia stato il ministro della salute dell’ormai ex governo Letta. Capita che Beatrice Lorenzin sia stata invitata soprattutto per verificare le precarie condizioni del pronto soccorso dell’ospedale. Capita che ci siano state polemiche sulla visita. Da una parte chi ha criticato la “passerella” del ministro, dall’altra c’è chi ha sperato che, visto il potenziale del S.S.Trinità (struttura moderna ed accogliente, spazi vergognosamente inutilizzati per almeno quattrocento posti letto disponibil), la responsabile della sanità in Italia potesse spendere una parola buona in Regione, dove si prendono le decisioni, per far valorizzare il nosocomio sorano. Capita che, al di là delle ragioni, un altro effetto collaterale, da Qui, è apparso spiazzante e da evidenziare. È capitato infatti che il sindaco di Cassino, per protestare sul fatto che il ministro non avesse compreso nel suo tour provinciale anche il nosocomio cassinate, tirasse in ballo addirittura il sacrificio della sua città per il bombardamento subìto nella II guerra mondiale. Dopo le prese di posizione antisorane sulla vicenda del Tribunale, un’altra mazzata sui sogni di collaborazione tra le due città. Capita che a Sora abbia soprattutto sorpreso il silenzio dei politici locali. Comunque, meno male che in riva al Liri si dorme, altrimenti qualcuno avrebbe potuto anche ricordare il sacrificio di Sora nel terremoto di cento anni fa. Ma i morti è meglio lasciarli in pace.
43 FEBBRAIO2014
COMUNI FIUGGI
Nuova campagna promozionale sulle reti Rai
L’ACQUA FIUGGI TORNA IN TELEVISONE ANAGNI _ Il M5S ha ufficializzato il candidato sindaco In programma il 9 marzo le primarie del centrosinistra
MIRCO STERBINI
UN GRILLINO AD ANAGNI
F
iuggi sceglie la Rai per lanciare la nuova campagna promozionale della sua acqua. Ad annunciare il ritorno in televisione dopo diversi anni di assenza è stato il primo cittadino Fabrizio Martini che ha parlato di un «progetto di rilancio, innovazione, sviluppo e consolidamento della città fondato sulla riaffermazione di Acqua Fiuggi e del sistema collegato ai livelli di notorietà che le sono consoni». Lo spot, della durata di quindici secondi, è caratterizzato da un momento di spettacolarizzazione e di presenza del prodotto particolarmente incisivi, tesi a richiamare immediatamente la funzionalità di Acqua Fiuggi e l’indissolubile legame con la città, storici elementi che, negli anni, hanno consentito la nascita di un binomio di successo. «Il ritorno in tv, con un’importante campagna pubblicitaria in Rai – spiega il sindaco Martini – vuole testimoniare l’impegno dell’azienda, del Comune e delle maestranze nel ribadire l’importanza e la qualità del nostro prodotto. Sono certo che gli italiani sapranno premiarci riconoscendo il valore I.Qui. di Acqua Fiuggi».
M
irco Sterbini, trentaquattro anni ancora da compiere, programmatore Cobol per professione e poeta per passione, con il pallino dell’agricoltura biologica. È lui il candidato sindaco per il Movimento Cinque Stelle ad Anagni. Terminato l’esame delle candidature, il locale meetup ha ufficializzato, infatti, il suo nome al termine di un partecipato evento denominato “Graticola day” che si è tenuto nei locali del Monte Frumentario in via Garibaldi. Alla base del programma di Mirco vi saranno le priorità espresse dal Movimento nazionale, rapportate alla realtà locale, come afferma lui stesso: «Il lavoro, l’innovazione e l’impresa, il turismo, la sostenibilità ambientale, l’energia pulita, le pratiche di rifiuti zero e riciclo, la scuola, la salute e la sicurezza pubblica, la tutela degli animali, il sostegno alle categorie più deboli, la cultura, le pari opportunità nonché la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte fondamentali e agli indirizzi del consiglio. Inoltre, i punti programmatici, per loro costituzione, si aprono a un continuo approfondimento: i cittadini potranno dare il loro contributo sia attraverso la rete sia attraverso il contat-
to diretto. Tale strumento mira a coinvolgere nella stesura del programma anche chi non può accedere alla rete internet». Mirco se la dovrà vedere con vecchie volpi della politica e giovani rampanti. Quello che si profila all’orizzonte in vista delle elezioni è – ad oggi – un panorama variegato e ancora piuttosto confuso: nel centrodestra i nomi più ricorrenti per la candidatura sono quelli di Alberto Marocca, costruttore, e di Daniele Natalia, fino a poco tempo fa vice-sindaco, ai più noto anche per essere stato il braccio destro di Franco Fiorito. Quanto al centrosinistra propriamente detto, la data delle primarie è stata fissata al 9 marzo: i candidati, per ora, sono Roberto Cicconi (Sel), Aurelio Tagliaboschi (Pd) e Manlio Felici (Pd). Tutto da vedere, ancora, cosa intende fare Alberto Floridi, giovane avvocato a capo del movimento “L’AltrAnagni”, Simone Ambrosetti (liste civiche) e Carlo Marino (IdV), altri due giovani che hanno proposto la loro candidatura e al momento non sembrano intenzionati ad eventuali alleanze, ma la partita è ancora tutta da giocare. Ivan Quiselli
ACCORDO DI PROGRAMMA: L'EX VIDEOCON SPERA
Incontro tra Provincia, sindacati e lavoratori ANAGNI – La speranza si chiama Accordo di programma, i cui avvisi saranno pubblicati nei primi giorni di marzo. In ballo ci sono circa novanta milioni di euro di regione e Ministero per il rilancio del settore industriale in provincia di Frosinone. E quando si parla di aziende in crisi, la mente in Ciociaria corre subito alla Videocon. Per illustrare i termi dell'Accordo i segretari provinciali di Cgil (Guido Tomassi), Cisl (Pietro Maceroni), Uil (Gabriele Stamegna) e Ugl (Enzo Valente), insieme al commissario straordinario della Provincia Giuseppe Patrizi hanno incontrato i lavoratori ex Vdc. «Se facciamo indice 100 per quanto riguarda l’indubbio successo che è stato colto con la firma dell’accordo di programma, io dico che 90 si deve a voi lavoratori – ha sottolineato Patrizi – Ci avete sempre creduto e noi dobbiamo sempre ricordare che senza il problema enorme della ex Videocon non avremmo potuto fare nulla. Avete saputo mantenere il punto per sette lunghi anni, non vi siete mai divisi, avete sempre mantenuto contegno nelle vostre proteste. Non possiamo che ringraziarvi».
44 FEBBRAIO2014
VISTI DA QUI
45 FEBBRAIO2014
BIG
Mario Abbruzzese COLPA D’ALFREDO primo posto
Fabio Forte BELLO E IMPOSSIBILE
Francesco De Angelis CHI NON LAVORA NON FA L’AMORE secondo posto
Nicola Ottaviani TUTTA MIA LA CITTÀ
Alfredo Pallone L’ISTRIONE
Franco Fiorito LA DONNA CANNONE
terzo posto
premio della critica
premio giuria popolare
Fulvio De Santis NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE
Francesco Scalia DIECI RAGAZZE
Maria Spilabotte DONNA CON TE
Giovanni Sorge LA MIA LIBERTÀ
VECCHIE GLORIE
Michele Marini BISOGNA SAPER PERDERE primo posto
Gian Franco Schietroma TUTTI QUANTI ABBIAMO UN ANGELO secondo posto
Peppino Paliotta COSA RESTERÀ DEGLI ANNI ‘80 terzo posto
Riccardo Mastrangeli NON SONO UNA SIGNORA premio della critica
Angelo D’Ovidio STASERA MI BUTTO
Ombretta Ceccarelli LA BAMBOLA
Antonello Iannarilli LA MUSICA È FINITA
Domenico Marzi VECCHIO FRAK
Gennarino Scaccia RICOMINCIAMO
Oreste Tofani GRANADA
premio giuria popolare
47 FEBBRAIO2014
VISTI DA QUI
NUOVE PROPOSTE
Enrico Straccamore NON HO L’ETÀ
Mauro Buschini FINCHÉ LA BARCA VA
Angelo Pizzutelli IO VAGABONDO
primo posto
secondo posto
Simone Costanzo SPAGHETTI POLLO INSALATINA
Silvio Ferraguti AZZURRO
terzo posto
Andrea Turriziani VORREI AVERE IL BECCO premio della critica
Gabriele Picano FATTI MANDARE DALLA MAMMA
Luca Frusone VACANZE ROMANE
Danilo Magliocchetti TI PRETENDO
Fabio Tagliaferri PERDERE L’AMORE
Gianni Celli Adriano Roma SI PUÒ DARE DI PIÙ primo posto
Francesco Trina Daniele Zaccheddu VATTENE AMORE secondo posto
Martina Innocenzi Sara Battisti NON AMARMI terzo posto
Francois Hollande Peppe Patrizi UOMINI SOLI premio della critica
Massimo Ruspandini Riccardo Del Brocco AMICI MAI premio giuria popolare
Antonio Ciotoli Manuela Maliziola L’ELEFANTE E LA FARFALLA
Patrizio Cittadini Giuseppe Morini L’AMICO È
Sara Giansanti Antonio Abbate MILLE GIORNI DI TE E DI ME
Giuseppe Petrarcone Annalisa D’Anguanno FUNICULÌ FUNICULÀ
Alessia Savo Gianluca Quadrini IL GIGANTE E LA BAMBINA
premio giuria popolare
DUETTI
48 FEBBRAIO2014
ATTUALITÀ
VITTORIO MIELE
Pittore, nato a Cassino nel 1926. Solo un ragazzo durante la guerra. Quei drammatici giorni e l’impotenza di fronte alla ferocia e alla morte li ha raccontati nei suoi quadri. È morto nel 1999
1944 2014 FEBBRAIO2014
Seconda guerra mondiale. Settant’anni fa il bombardamento di Cassino Paura, morte, distruzione. Oggi la necessità di non dimenticare
1943, 1944
…l’inverno del ‘43 fu molto rigido. Si affievoliva in noi (sepolti da giorni in una grotta alle pendici di Montecassino, verso il lato nord) ogni speranza. Si faceva strada, nell’intimo, la certezza che tutto sarebbe stato vano e il nostro destino segnato. In una notte di dicembre i tedeschi effettuarono un rastrellamento di civili. Scoprirono il nostro rifugio dove ognuno giaceva stretto all’altro: per terrore, per non disperdere l’unico calore a disposizione, quello dei corpi. La notte fu interrotta da quelle voci incomprensibili, da ordini decisi e minacciosi; dalle armi spianate e dalle torce che ci accecavano (i nostri occhi non erano più abituati ad una luce così intensa). Furono catturati tutti gli uomini. Cercai mio padre e mi attaccai a lui, ai suoi abiti laceri, ad un brandello di giacca. Non ci fu pietà. Le donne e i bambini si disperavano. Nessuno fu sfiorato dal pianto di quegli innocenti, dagli occhi spauriti, sofferenti. Ci portarono via e fortuna volle che non mi separarono da mio padre…
15 febbraio 1944
L’alba. Eravamo tutti rannicchiati in quella grotta angusta. Mio padre lo vedevo di spalle. Appoggiato all’estremità della grotta volgeva lo sguardo all’esterno, verso l’uscita. Io, con il resto della famiglia, mi trovavo in fondo al rifugio. Mia madre, al mio fianco, teneva tra le braccia la piccola Jolanda, l’ultima arrivata. Jolanda, con il suo viso d’angelo, tremante di paura e consumata dalla fame. Mario, Eugenio e Benedetto erano una nidiata aggrappata alla mamma. Una scena indescrivibile. Mio padre era come una grande croce all’ingresso della grotta. Non ricordo l’ora esatta, forse le sette o le otto del mattino. Mio padre parlò – forse solo a se stesso – senza voltarsi. «Forse passano soltanto» disse di quegli aerei giunti all’improvviso, le sue ultime parole. Mi è rimasto, nella memoria, il tono, il suono delle parole più che le sillabe strozzate. In quell’attimo tutto crollò su di noi. Lui era già scomparso… appunti di Vittorio Miele
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50 FEBBRAIO2014
ATTUALITÀ
51 FEBBRAIO2014
Il 15 febbraio 1944 un devastante bombardamento alleato rade al suolo l’abbazia Un mese dopo viene distrutta la città di Cassino. Centinaia di vittime e un unico grido di dolore
LE BOMBE SULLA CIVILTÀ Fernando Riccardi foto Giacomo Cestra
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l 10 luglio del 1943 gli alleati sbarcano in Sicilia senza incontrare troppa resistenza. I tedeschi sono pochi. E l’esercito italiano è già in fase di smobilitazione. Il 3 settembre inizia l’invasione dell’Italia continentale. Il 9 gli inglesi approdano a Taranto e gli americani a Salerno. Sembrerebbe una marcia trionfale, senza ostacoli, con gli italiani ormai fuori gioco (l’8 settembre Badoglio ha firmato l’armistizio) e con i tedeschi che cercano di contenere l’incedere degli anglo-americani. Poi, però, si giunge nella piana di Cassino, nel cuore della Linea Gustav. È qui che iniziano i problemi. L’avanzata alleata si arresta e per lunghi mesi il fronte staziona in questo angolo ameno del Lazio meridionale. Pochi reparti tedeschi, giovandosi della conformazione del territorio, riescono a frenare un’armata ridondante di uomini e di mezzi. E a infliggere dure perdite al nemico. Nel gennaio del 1944, a Sant’Angelo
in Theodice, i soldati del 15° Panzer Grenadier distruggono sulla riva del fiume Rapido un’intera divisione texana. Per cercare di eliminare l’impasse il 22 gennaio del 1944 gli alleati sbarcano ad Anzio: si vuole chiudere l’esercito tedesco attestato sulla Gustav in una morsa inesorabile. La manovra, però, non riesce: gli angloamericani non si schiodano dal bagnasciuga laziale. Ci vuole, allora, qualcosa di grosso, un’azione risolutiva. E così qualcuno pensa di distruggere la millenaria abbazia di Montecassino: in tal modo si sarebbe piegata la resistenza tedesca imperniata proprio su quel possente baluardo. Dimenticando, però, che nel monastero non vi sono tedeschi ma soltanto alcune centinaia di profughi che lì hanno trovato rifugio. Un particolare che il comando alleato conosce perfettamente ma che preferisce ignorare. Si giunge così alla mattina del 15 febbraio. A partire dalle 9.45 e fino alle prime ore del
52 FEBBRAIO2014
IL CIMITERO POLACCO «Noi soldati polacchi abbiamo dato le nostre anime a Dio, i nostri corpi all’Italia e i nostri cuori alla Polonia». Più di mille croci. La Polonia, nella seconda guerra mondiale, pagò un tributo altissimo in termini di vite anche sul suolo italiano. Nel cimitero polacco ai piedi dell’abbazia di Montecassino sono sepolti i soldati dell’XI Corpo d’armata caduti nel 1944. A Cassino ci sono altri due sacrari che raccolgono le spoglie dei militari anglo-americani e tedeschi
53 FEBBRAIO2014
ATTUALITÀ
La guerra sta volgendo al termine Ma lo scontro fra tedeschi e americani è lungo e durissimo
pomeriggio, 250 aerei statunitensi sganciano sul monastero più di 500 tonnellate di bombe riducendolo in un ammasso informe di rovine. Moltissime le vittime tra gli sfollati: qualcuno parla di oltre 400 morti tra cui parecchie donne e bambini. Una cosa comunque è certa: sotto il bombardamento non perde la vita alcun soldato tedesco. Quella degli alleati, quindi, si rivela un’azione inutile. E, per giunta, dannosa. In poche ore la cecità di un pugno di militari riesce a distruggere un faro di civiltà, spiritualità e cultura. E ciò nel tentativo di colpire un manipolo di tedeschi che mai hanno osato oltrepassare la soglia del monastero. La stessa stoltezza che porta gli alleati, un mese dopo, il 15 marzo, a seppellire sotto un nugolo di bombe la sottostante città di Cassino ridotta ad un cumulo polveroso di pietre e di macerie. Ma era proprio indispensabile giungere a tanto? I primi anni che seguono la fine della guerra sono caratterizzati da un silenzio assordante. In seguito, però, da più parti iniziano a manifestarsi molte perplessità sull’azione degli alleati. Fino a giungere ai giorni nostri quando possente si alza la condanna per un’operazione caratterizzata da un’indecente miopia strategica, se proprio si vuole essere gentili verso chi si è reso responsabile di un comportamento così criminoso. Le distruzioni di Montecassino e di Cassino, lungi dall’accorciare la durata delle ostilità, l’hanno notevolmente prolungata: i parà tedeschi si insediano subito nelle macerie e nelle voragini scavate dalle bombe trasformandole in rifugi inespugnabili. Ecco perché pochi soldati riescono a bloccare a Cassino un’intera armata che, proprio a causa del terreno accidentato, non può dispiegare il suo enorme poten-
ziale bellico, in primis i mezzi corazzati. Una distruzione inutile quella di Cassino e dell’abbazia “sulla vetta del monte”, un misfatto aberrante. Un insulto alla civiltà. Il generale Clark, comandante operativo sul fronte di Cassino, nel suo diario scrive: «È davvero un peccato distruggere senza che ce ne sia necessità uno dei capolavori artistici del mondo». Non era necessario ma Montecassino viene polverizzata. E allora proviamo a fare un passo indietro. Cosa trattiene tanto a lungo (dall’autunno del 1943 alla primavera inoltrata del 1944) il poderoso esercito alleato a Cassino? Per quale misterioso motivo le truppe angloamericane continuano a sbattere contro i baluardi della Linea Gustav quando avrebbero potuto aggirare l’ostacolo? E perché una volta sbarcati ad Anzio non si procede rapidamente verso sud per neutralizzare l’esercito tedesco? Tutti interrogativi destinati a rimanere senza risposta. Anche se non ha più senso, ormai, parlare di incapacità, di imperizia tattica e di altre dabbenaggini del genere. La mattanza di Cassino è stata fortemente voluta, studiata a tavolino e messa in pratica con cinica determinazione. Un errore gravissimo che ha inferto a un territorio ferite profonde che ancora non si sono rimarginate del tutto. E ciò va detto con forza, senza timore di scomuniche o reprimende. E dopo la distruzione e la morte di tante persone innocenti, ecco le violenze bestiali delle truppe di colore e il dramma infinito della malaria. Eventi nefasti che tante piaghe profonde hanno inferto nell’animo e nel corpo di persone già così prostrate dall’immane bufera bellica. E pensare che ancora oggi si continua, con tetragona ostinazione, a tessere le lodi dei cosiddetti “liberatori”...
54 FEBBRAIO2014
ATTUALITÀ
IL LIBRO
CASSINO IERI & OGGI
Guerra e storie nel volume di Lottici e Marzilli
Milanese di nascita ma ciociaro d’adozione, Mauro Lottici ha trasformato la passione per le vicende storico-militari in qualcosa di più di un semplice hobby. Negli anni, da studioso, ha collaborato a numerose attività espositive ed editoriali, come le mostre uniformologiche in occasione del 50° anniversario delle battaglie di Cassino e Anzio-Nettuno e la pubblicazione dei volumi “Cassino 1944-1994” e “Vallerotonda: la battaglia delle Mainarde”. Dal 1998 è consulente per il Museo di Piana delle Orme (Lt). Nel 2000 ha realizzato insieme a Marco Marzilli il libro “Cassino ‘44 - Immagini della memoria”, un’opera improntata sulla battaglia di Cassino. Sempre con Marzilli ha pubblicato nel 2007 “Cassino ieri & oggi. Da Monte Lungo alla linea Hitler” (H.E. Herald Editore, 278 pagine), un volume ricco di immagini della guerra e della distruzione comprate con gli stessi luoghi a distanza di anni.
foto archivio Mauro Lottici
TERRORE. MORTE. SGOMENTO. DAL CIELO CADONO LE BOMBE DEGLI ALLEATI. L’ABBAZIA VIENE RASA AL SUOLO. RESTANO IL DOLORE E IL CORAGGIO DEI SOPRAVVISSUTI A battaglia finita un monaco rientra tra le rovine di Montecassino
Artiglieria francese nei pressi di Acquafondata
Le prime bombe sul monastero
55 FEBBRAIO2014
IL SITO
DAL VOLTURNO A CASSINO
La guerra vista da uno storico bresciano
Nato nell’estate del 2000 da una “folgorazione” di Valentino Rossetti, bresciano e appassionato di storia, il sito internet www.dalvolturnoacassino.it raccoglie centinaia di documenti storici, testuali e fotografici, risalenti al periodo storico che va dall’ottobre 1943 al giugno 1944 e cioè dall’attraversamento del fiume Volturno da parte delle truppe alleate fino al loro ingresso a Roma. «Dal 1994, nemmeno io ricordo il motivo scatenante – racconta Rossetti sul sito, – vengo fulminato dagli avvenimenti relativi alla battaglia di Cassino e dintorni. Per questo inizio a collezionare diversi volumi al riguardo ma la mia passione è ostacolata dalla lontananza. Allora ho deciso di creare il sito. L’idea è quella di dare una veste organica a tutto il materiale raccolto e aggregare altri appassionati, per discutere e scambiare opinioni e materiale».
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GLI EVENTI IN PROGRAMMA
Questo il programma degli eventi del 70° anniversario della distruzione di Montecassino e di Cassino che, come spiega il presidente del Comitato, Danilo Salvucci, è suscettibile di variazioni ≥
15 MARZO Cerimonia solenne a ricordo della distruzione di Cassino con la partecipazione (ancora da confermare) del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
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16 MAGGIO Incontro tra il sindaco di Cassino e una delegazione della Nuova Zelanda
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17 MAGGIO Giornata dedicata ai veterani neozelandesi. Cerimonia commemorativa alla stazione ferroviaria di Cassino. Biblioteca comunale: inaugurazione mostra di pittura “Legato” con spettacolo gruppo Maori. Funzione religiosa al cimitero del Commonwealth dei veterani neozelandesi
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18 MAGGIO Giornata dedicata ai veterani polacchi con messa al cimitero. Inaugurazione “Info point”. Intitolazione di una piazza e inaugurazione di una statua offerta dai veterani polacchi residenti in America al gen. Wladyslaw Anders
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19 MAGGIO Giornata dedicata ai veterani inglesi. Tour dei campi di battaglia. Spettacolo Maori
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20 MAGGIO Giornata dedicata ai veterani tedeschi. Funzione religiosa al cimitero militare tedesco di Caira
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4 NOVEMBRE Cerimonia conclusiva
Un carrarmato americano M-4 impantanato nelle acque del fiume Rapido
La fanteria Durham Light avanza tra le rovine
Paracadutisti tedeschi a Cassino
foto archivio www.dalvolturnoacassino.it
56 FEBBRAIO2014
GUERRA E MACERIE
57 FEBBRAIO2014
ATTUALITÀ
Fernando Riccardi foto Giacomo Cestra
La paura, il campo di concentramento a Roma, la distruzione del monastero. E la ricostruzione. Il racconto dell’avvocato Franco Assante, testimone di quei giorni tremendi sulla linea Gustav
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uindici febbraio 1944: giorno di follia, orrore, distruzione e morte. Dalle prime ore del mattino, e fino al pomeriggio inoltrato, un devastante bombardamento degli aerei alleati rase al suolo la millenaria abbazia di Montecassino. Nel breve volgere di poche ore il monastero cessava di esistere. E se oggi, a distanza di settant’anni da quel giorno funesto, riesce difficile immaginare un disastro del genere, anche allora, nel bel mezzo della bufera bellica, in pochi credevano che potesse materializzarsi un simile affronto alla storia e alla civiltà. «Ricordo perfettamente ciò che accadde quel giorno» così inizia il suo lucido racconto l’avvocato Franco Assante, classe 1923, all’epoca giovane studente universitario, nato in una modesta famiglia di artigiani con il padre che, fervente antifascista, faceva il sarto nella botteguccia cittadina. «A quel tempo – prosegue Assante – Cassino era un centro popoloso, sicuramente più ordinato di adesso dal punto di vista urbanistico, ma niente di molto particolare. Fino al luglio del 1943, quando gli alleati bombardarono l’aeroporto di Aquino, della guerra avevamo soltanto notizie lontane e confuse. Tutto cambiò, però, il 10 settembre, quando le prime bombe caddero a grappoli su Cassino e si contarono, tra le macerie degli edifici sventrati dalle esplosioni, parecchi morti. Fu allora che iniziammo a prendere confidenza con la guerra che diventò il nostro inseparabile compagno di viaggio per lunghi e drammatici mesi. Qualche giorno dopo il bombardamento di Cassino, mio padre, avendo intuito subito che le cose si
mettevano male, decise di trasferire la sua famiglia in un posto più sicuro. E così, raccolte tutte le povere cose che potevamo portarci dietro, ci recammo, a piedi, a Vallemaio, in località Valle Roffa, ritenendo che in questo piccolo borgo montano si potesse strare relativamente tranquilli. Ma anche il trasferimento non fu proprio una passeggiata, con gli aerei inglesi che ci mitragliarono dall’alto più volte. Solo la buona sorte evitò che io e mio fratello rimanessimo stesi morti a terra su quel ripido tratturo. Giunti in paese fummo ospitati nella casa di un contadino conoscente di mio padre che ci fece accomodare in soffitta, ambiente nel quale si accedeva attraverso un’angusta botola. Ma anche qui le cose non si misero bene. Le idee politiche di mio padre, che tutti nel cassinate ben conoscevano, ci procurarono parecchi grattacapi. E così, anche per non mettere in difficoltà quel brav’uomo che ci ospitava, decidemmo di trasferirci di volta in volta, quando la situazione lo richiedeva, in una fossa scavata nel terreno la cui entrata avevamo provveduto a nascondere con rami, paglia e foglie. E qui, specialmente io e mio fratello, passammo intere giornate senza mangiare e bere ed attenti a non farci scoprire da chi andava alla nostra ricerca». E fu proprio qui, da quella posizione privilegiata, quasi una terrazza sui monti dalla quale si godeva di un panorama invidiabile, che Franco Assante poté assistere esterrefatto al bombardamento del 15 febbraio del 1944 che polverizzò l’abbazia . «Gli aerei venivano ad ondate successive, scaricavano le bombe sul monastero e poi si allontanavano. E questo andirivieni durò per parecchio tempo, dalle prime ore della mattina fino al tardo pomeriggio, quando già incombevano le prime ombre della sera. Ai nostri occhi l’abbazia scompariva pezzo dopo pezzo tra una montagna altissima di fumo e di polve-
58 FEBBRAIO2014
ATTUALITÀ
re. Quando, il giorno dopo, la polvere si era diradata del tutto potemmo renderci conto che Montecassino non esisteva più. Si delineò al nostro sguardo una visione quasi irreale: non c’era più quel monastero a noi così familiare ma solo una massa informe di macerie accartocciate in maniera innaturale l’una sull’altra. Uno spettacolo sconvolgente. Ai nostri occhi tutto appariva di un bianco abbagliante».
E, di fronte a tale disastro, quale fu il suo primo pensiero?
«Debbo confessare che io, come tanti altri del resto, non ci rendemmo subito conto di quello che veramente era successo. Anzi, guardando l’abbazia di Montecassino distrutta, la prima cosa che pensammo era che la guerra si avviasse rapidamente alla conclusione. Eravamo convinti, insomma, chissà in base a quale astruso ragionamento, che i tedeschi, dopo il bombardamento, avessero abbandonato il fronte e si fossero ritirati in direzione di Roma. Cosa che, come ben sappiamo, non accadde. Eravamo rapiti, da una sorta di sollievo, sia pure con la morte nel cuore per la visione spettrale di Montecassino».
Ma voi di Cassino sapevate che nell’abbazia non c’erano soldati tedeschi?
«Assolutamente sì. Sapevamo perfettamente che i tedeschi si erano acquartierati sulla montagna nei pressi del monastero ma non avevano mai osato oltrepassare il portone d’ingresso. E questo lo sapevano benissimo anche gli anglo-americani che pure decisero di bombardare e di distruggere. Sapevamo anche che all’interno dell’abbazia avevano trovato rifugio molte persone sfollate e quando le bombe iniziarono a cadere fitte sull’edificio pensammo subito alla loro sorte. Qualche giorno dopo, non a caso, venimmo a sapere che c’erano stati parecchi morti. Così come che nessun soldato tedesco era rimasto vittima del terribile bombardamento». In seguito, e comunque prima del 15 marzo 1944, quando Cassino fu distrutta e rasa completamente al suolo da un altro pesantissimo (e altrettanto
inutile) bombardamento alleato, i tedeschi prelevarono la famiglia Assante (padre, madre, due figli e una zia) dalla loro casa-rifugio di Vallemaio e li portarono a Roma, in un vero e proprio campo di concentramento allestito nella vecchia fabbrica Breda. Qualche tempo dopo, però, gli Assante riuscirono a scappare e si andarono a sistemare nell’abitazione di un sarto che il padre conosceva da prima della guerra. Dotati di documenti falsi procurati dai partigiani capitolini, gli Assante rimasero per sei mesi chiusi nell’angusto sotterraneo di un negozio di scarpe per cercare di sfuggire alle retate dei nazifascisti. Un periodo drammatico in cui la paura la faceva da padrone, per non parlare dei morsi perenni della fame. Poi, per fortuna, il 4 giugno gli alleati fecero il loro ingresso in Roma e tutto sembrò rimettersi nel giusto verso. Franco Assante, con la sua famiglia, poté tornare a Cassino dove però «non era rimasto praticamente niente». E così il padre fu costretto a portare la famiglia nella vecchia casa di Sant’Apollinare dove dovette allestire la bottega di sarto visto che quella di Cassino era ridotta in macerie. E da qui il giovane Franco, ogni mattina, a bordo della sua lambretta, si recava a Cassino o, meglio, in quello che era rimasto della città, per consegnare ai clienti gli abiti cuciti o aggiustati dal padre. Furono momenti di grande difficoltà anche perché la poderosa macchina della ricostruzione, ad eccezione di ciò che accadeva sulla vetta del monte, stentava a mettersi in moto. E poi a complicare enormemente le cose arrivò una virulenta ondata di malaria perniciosa che fece molte vittime a Cassino e nei paesi della media valle del Liri. Nel frattempo Franco Assante, ricalcando le orme paterne, aveva iniziato la sua carriera politica che, passando dai Socialisti al Pci, lo porterà a ricoprire ruoli di primissimo piano. E non solo nel Parlamento nazionale dove fu deputato comunista (ma rigorosamente “riformista”, come tiene immancabilmente a precisare) per due legislature di seguito. Franco Assante, infatti, fu anche l’instancabile e dinamico segretario del “Comitato per la rinascita del Cassinate”, organismo che svolse un ruolo fondamentale nell’immane e titanica opera di ricostruzione post bellica.
59 FEBBRAIO2014
Dopo la guerra fu l’instancabile segretario del Comitato per la rinascita del Cassinate
60 FEBBRAIO2014
Alberto D’Alessandro - La Saletta, Frosinone Beatrice Scaccia - Residency Unlimited, New York Mariano Filippetta - Marchetti, Roma
LE MOSTRE
Frosinone, New York, Roma. Tre artisti. Tre appuntamenti da non perdere In mostra i lavori di D’Alessandro, Scaccia e Filippetta
61 FEBBRAIO2014
ALBERTO D’ALESSANDRO TUTTA LA FORZA DEL COLORE
L’autore cassinate continua il suo percorso fatto di sperimentazione Alla Saletta del capoluogo i quadri degli ultimi dieci anni
Rocco Zani
come se la natura avesse combattuto per ogni suo diritto negato riprendendosi ciò che è giusto, tracciando un confine lungo la linea delle angherie umane, del sopruso spicciolo, del brutto. E allora il luogo sembra stabilire ogni paletto del racconto; della storia narrata, del vocìo sottomesso, del giorno. “Dipingere la natura” può essere un luogo comune o enfatizzare un rimpianto secolare. C’è dell’altro in queste tele, molto di più. Vuole rimarcare di continuo la propria storia D’Alessandro, la sua radicale appartenenza. Non soltanto al luogo ma alla sua coscienza di uomo sapiente laddove la saggezza è il dialogo Alberto D’Alessandro
foto GIACOMO CESTRA
D
ovreste venire in questo lembo di Ciociaria, tuffato tra viottoli e querce secolari, cespugli e sassaie. D’estate è un sollievo d’ombre e di bagliori filtrati, di trebbiature polverose, di ramarri vigili e di merli svagati. Poi il cielo d’autunno muta finanche il senso della collina, le ombre, le pene, le grinze dei volti. E la nebbia prende il sopravvento, gonfia l’aria, ruba il cielo e la prospettiva. Sembra talvolta rendere ciechi o assonnati, assorti in una luce da barattare al mercato dell’impossibile. Vive qui Alberto D’Alessandro pittore, in questa minuta conca che ha sposato un tempo quasi inamovibile,
marcato (un intercalare) con la sua naturale discendenza. E non ripone tutto ciò in un “balletto sfarzoso” fatto di stilemi e innesti, di sillabari affollati. No, recita invero una sorta di nenia timbrica, consequenziale, affidata a una “immagine-fotocopia su cui riversare, quasi a celarla (o a custodirla?) un solo livello tonale. E allora tra le nebbie insolite dell’indaco, del vermiglio, della biacca, traspare l’esito della sua – della nostra – storia. L’albero debordante, il cespo che conquista la collina, il cielo, la terra dalle pieghe lunari. Una “poetica del pronunciamento” fatta di minuscoli sudari, di intonazioni che sono ferite quasi bambinesche, di un dire talvolta disperante. Perché l’arte sia – oggi più di ieri – scrittura e simbologia del guardare oltre, di ripristino della conoscenza, di affermazione essenziale della memoria. E lo fa affidandosi ad una sorta di “cifra periodica” Alberto D’Alessandro, a un immutevole resoconto di forme e cromie, consapevole forse che la sua “voce narrante” (volutamente orfana di timbri alti o bassi) possa farsi enigma, e pertanto dubbio. Di questo, probabilmente, abbiamo necessità. Del dubbio. Ovvero dell’ indugio che precede ogni decisione, ogni conveniente via di uscita. E D’Alessandro ce lo rammenta come immagine – imprescrittibile – del nostro giorno a venire. E lo fa con il battito definito del pendolo, come a sigillare l’oggetto con un patto di reciproca corrispondenza. Affinché l’occhio degli altri lo afferri, lo preservi, ne faccia luogo di domanda. “Cromie” – Galleria La Saletta Frosinone – fino al 16 marzo
62 FEBBRAIO2014
LE MOSTRE
BEATRICE SCACCIA IL POTERE E LA FORMA
Quando la ricerca riesce a superare ogni confine Importante tappa negli Stati Uniti per la giovane artista frusinate
È
all’altro capo del mondo Bea. O probabilmente ci siamo noi. Ma è stata lei ad aver attraversato l’oceano, a lasciarsi alle spalle il pane dei padri e spendere in un altrove i propri ricordi, le deboli certezze, il dubbio conseguente. Il viaggio come cammino meticoloso – atto di coscienza – eppure denso di espliciti timori. Come lo fu, forse, quello di altre donne e altri uomini in rotta con la propria drammatica consapevolezza. Non è certo il tempo dei bastimenti, dell’occhio avido e pauroso, di lingue sconosciute, della mattanza affettiva. No, non è certo quel tempo, non è tutto ciò quando a “disserrare l’igno-
to” è un desiderio intimo e insaziabile di conoscenza, di confronto, di stupore. E allora New York può essere – lo è, probabilmente – il “luogo dei cento luoghi”, metafora dell’immaginario comune o periferia assorta della propria “sostanza”. Beatrice Scaccia l’ha scelta come dimensione del proprio lavoro individuando in essa la peculiarità di una solitudine epocale e, al contempo, la casa di ogni sguardo. Le biografie spicciole di molti artisti si concludono con un emblematico «vive e lavora a...» come a sottolineare un dualismo fatale della propria condizione, ovvero a scomporre meticolosamente le ore del proprio tempo.
Beatrice Scaccia
Per Beatrice Scaccia le “due anime” sono di cera – come uno dei suoi materiali prediletti – capaci di fondersi, di sciogliersi e penetrarsi, capaci di un unico respiro. E vien da pensare che sia la cera di Beatrice a diluirsi in quella di Eve – protagonista del suo racconto pittorico – e a farne osservatorio di tracce, di voci, di intimi svelamenti, di memorie distratte. A lei Beatrice Scaccia affida un cammino parallelo, sotterraneo, talvolta trasparente. Perché Eve è maschera, invisibile, essenziale, corporea. Perché Eve – senza volto – attraversa il cosmo di milioni di volti che forse, paradossalmente, sono il suo. La curiosità di osservare, di raccogliere dati e riflessi, di inventariare le contraddizioni. Non è forse questo il desiderio smanioso di Bea-Eve? Ma a questa “figura di cera” l’artista ciociara – e mi rammento di Anton Giulio Bragaglia, del suo paradigma “fiero di essere ciociaro” – consegna una corporeità grafica altrettanto marcata, elaborazione meticolosa e penetrante di un lavoro – e di una vita nel lavoro – inarrestabile. Eve, che sa di biacca e matita, di inchiostro e cadmio. «Per realizzare i miei disegni – scrive Beatrice Scaccia del suo lavoro – uso della buona carta spessa. Disegno generalmente su un lato: poi, con l’aiuto di una tavola luminosa o della luce di una finestra, lavoro sulla parte posteriore con gesso, matita e colori a olio. Quando il lavoro è finito, do una mano di cera d’api calda sulla carta, la copro con della stoffa e poi stiro tutto con un tradizionale ferro da stiro. Così facendo, ottengo un lavoro visibile su entrambi i lati con un gioco di trasparenze». Forse un cammino parallelo, diremmo noi. “Little gloatingEve” ResidencyUnlimited – Brooklyn N.Y. – dal 26 febbraio
65 FEBBRAIO2014
LE MOSTRE
C’
è un filo sottile – mai casuale – che percorre e afferra le “fermezze” di Mariano Filippetta. È un filo che si snoda per accadimenti mirati, mai debordanti o salottieri, come è, naturalmente, nello spirito di questo artista. Gli ultimi due anni sono stati intensi, - “vibranti” come direbbe lui – colmi di incontri che ne hanno segnato finanche la percezione dell’incedere. Nel senso di un maggiore rigore linguistico, di felici e necessarie contaminazioni, di “sostanza” espressiva. Nell’ottobre del 2012 Mariano Filippetta fu tra i protagonisti, a Roma, di un convegno dedicato al Novecento con un intervento (“Sedie e fiumi: il disordine dell’amore nelle estetiche del novecento”) che ripercorreva, per bagliori, pudori e sfrenati teoremi, il senso intimo di quel secolo di arte e di vita, del “buon odore” degli uomini, dei silenzi, dell’incerto “scortato” per forme e cromie. Ovvero del Novecento come vera baia di appartenenza dalla quale ripartire ogni ora, ogni giorno, ad ogni “nuovo avvistamento”. E non è un caso allora che oggi le opere di Mariano Filippetta trovino spazio – quasi a riafferrare quel filo – nella storica Galleria D’Arte Marchetti, in quella via Margutta che è sale e sostanza della nostra storia recente. E non potevano mancare accanto ai
Le mie voglie col Blu, 2002 installazione
dipinti di Filippetta le opere di quegli autori (Accardi, Boetti, Carrà, Dorazio, Sanfilippo, Schifano, Turcato, Staccioli, solo per citarne alcuni) che del Novecento hanno percorso le strade molteplici, i soprusi, l’alito, la costa e il mare. Tra costoro Mariano Filippetta è il più giovane, ponte, non soltanto anagrafico tra le devianze del secolo scorso e le albe incerte del nuovo ma “cuneo”, per nulla accidentale, tra memoria e inediti approvvigionamenti. Il suo “tempo blu” sembra accendersi di luci inconsuete, di particelle di un nuovo e incalzante prologo. Come a continuare quel senso di “curiosa ispezione” che ha alimentato finora il suo essere uomo e artista. Il suo rigore. Che è magia. Galleria d’Arte Marchetti – Roma – fino al 30 marzo
MARIANO FILIPPETTA UN CIOCIARO A VIA MARGUTTA
Eccentrico, fuori dagli schemi, innovatore, anticonformista Le sue opere in esposizione alla galleria Marchetti
Il sangue che fa il suo giro, 2013 acrilico su carta
66 FEBBRAIO2014
CULTURA
AMBASCIATORE DI CULTURA IN EUROPA
Una vita dedicata alla letteratura
Gerardo Vacana è nato il 28 febbraio 1929 a Gallinaro, dove vive. Ha studiato anche in Belgio ed è stato assistente di italiano nei licei di Lione tenendo corsi di lingua e letteratura su incarico della “Dante Alighieri”. È stato preside della scuola media a San Donato Valcomino, del classico di Sora e rettore del Tulliano di Arpino. Ha vissuto anche una fase politica nel Psi, rivestendo per un decennio l’incarico di vicepresidente della Provincia e di assessore all’agricoltura. Ma la sua attività prediletta è quella culturale, sia dal punto di vista intellettuale che operativo. Numerose le opere poetiche, tradotte in diverse lingue. Con il suo centro studi “Val di Comino” ha fondato nel 1976 l’omonimo premio letterario, secondo per longevità solo al Viareggio, portando in Ciociaria i più noti scrittori, poeti, critici italiani e internazionali. Nel 1993 sono nati gli “Incontri internazionali di poesia” e nel 2003 il premio europeo di narrativa “G. Ferri-D.H. Lawrence”. Nel 2000 a Neuchatel, in Svizzera, gli è stato attribuito il prestigioso premio “Blaise Cendrars”, per la poesia e per il suo impegno di “traghettatore” della letteratura ciociara in Europa e di quella europea in Ciociaria.
Divulgatore instancabile, con il suo centro studi dal 1976 organizza il premio letterario “Val di Comino”
67 FEBBRAIO2014
GERARDO VACANA POETA ORGOGLIOSAMENTE CIOCIARO La critica lo definisce il successore di Tommaso Landolfi e Libero De Libero Il 28 febbraio compirà 85 anni. E ancora non ha messo da parte la sua Olivetti 22 Luca Sergio foto Giacomo Cestra
V
enerdì prossimo Gerardo Vacana compirà 85 anni. Il più grande poeta ciociaro vivente, conosciuto a livello internazionale, non ha messo ancora da parte la sua Olivetti 22. Anzi, è tutto preso da nuove opere e, soprattutto, dalla gravosa organizzazione dei suoi tre premi. Spiace dire che è stato lasciato solo, soprattutto dai privati, considerando che nessuno ricorda che Vacana da anni difende al meglio le nostre tradizioni culturali. In attesa di un Della Valle ciociaro, lo abbiamo intervistato.
La critica dice che è il successore di Landolfi e De Libero. A quale si sente più vicino?
«Landolfi si laureò in Lettere a Firenze come me. Alcuni tratti fiorentini del suo stampo mentale sono anche i miei, però la mia scrittura non ne porta tracce. Ma la differenza tra i nostri caratteri non potrebbe essere più grande. Con De Libero l’amicizia diventò subito fraterna, tanto che fino alla sua scomparsa sono stato depositario di tanti segreti. La prima base fu il mio libro “Cavallo di miniera”, che giudicò positivamente. Inoltre ci univa l’orgoglio di essere ciociari».
A proposito di De Libero, a che punto è la rivendicazione di trasferire a Fondi la salma?
«Una brutta questione, ancora aperta pretestuosamente. Il giorno della morte ci fu una lite per il luogo della sepoltura. Tutti sapevano che la voleva a Patrica, accanto alla madre. Solo la nipote Franca sosteneva Fondi. A dirimere la cosa invitarono me, convinti tutti che conoscessi la volontà del poeta. E io dissi quanto avevo spesso sentito dall’amico. Poi la nipote esibì un testamento con una volontà diversa. Quando avanzò al Comune la richiesta di trasferimento, il vice sindaco si rivolse a me. A determinare
una svolta decisiva fu il poeta e avvocato svizzero Meylan, che suggerì di far riconoscere la tomba monumento di interesse storico. Il mio auspicio è che quelle povere ossa vengano lasciate riposare in pace».
Può darci qualche anticipazione sul 39° premio letterario “Val di Comino”?
«Ritengo, con il conforto di molti colleghi scrittori, che è il più libero da condizionamenti editoriali, ideologici o politici. Della sua importanza fa fede il prestigioso albo d’oro dei vincitori. Per l’edizione 2014 pensiamo di ripristinare la sezione “Traduzione” e di dare maggiore rilievo alla sezione “Giornalismo”».
Un tasto dolente, considerando l’attenzione che in Italia si riserva alla cultura. Le iniziative culturali ottengono adeguate risorse?
«I tre grandi eventi che organizziamo da decenni hanno fatto della Val di Comino e della Ciociaria un luogo alto della letteratura italiana ed europea. Notevoli sono anche i ritorni sul piano turistico ed economico. I finanziatori sono sempre stati il Comune di Alvito, la Provincia e la Regione. Il Comune dà un contributo che, in rapporto agli abitanti, è la percentuale più alta che un ente riserva alla cultura. Nel 2013, purtroppo, non vi stato il bando per le attività culturali finanziate con le leggi regionali. Un’omissione imperdonabile! Unica speranza per pagare i debiti è nella sensibilità del commissario Patrizi. Quanto agli sponsor, purtroppo finora non ne abbiamo trovati. Speriamo che alcuni aprano mente e cuore». Già, speriamo...
68 FEBBRAIO2014
TEATRO a cura di Camillo Savone
SCELTI DA QUI
IL GIUOCO DI PIRANDELLO
TEATRO SISTINA
All’Eliseo un classico riadattato ma sempre attuale
gli spettacoli a Roma
TEATRO DELL’OPERA
musica di Giacomo Puccini opera in quattro atti libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica direttore Riccardo Muti regia Chiara Muti 06.48160255 06.4817003
CHRISTIAN DE SICA
di L. Kasha, D. S. Landay musiche di Gene De Paul liriche di Johnny Mercer (tratto dall’omonimo film) regia Massimo Romeo Piparo con Flavio Montrucchio e Roberta Lanfranchi 06.4200711
TEATRO QUIRINO
dal 25 febbraio al 16 marzo L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO di Oscar Wilde traduzione Masolino D’Amico regia Geppy Gleijeses con Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli e la partecipazione di Lucia Poli 06.6790616
dal 27 febbraio all’8 marzo MANON LESCAUT
TEATRO ARGENTINA
dal 4 al 23 marzo CIRCO EQUESTRE SGUEGLIA
testo e musiche originali di Raffaele Viviani regia Alfredo Arias scene Sergio Tramonti con Massimiliano Gallo, Monica Nappo, Gennaro Di Biase, Lino Musella 06.684000311
TEATRO OLIMPICO
dall’11 al 30 marzo L’AMORE E LA FOLLIA
U
mberto Orsini vale sempre una serata a teatro. Ora è all’Eliseo, fino al 9 marzo, per un grande classico di Pirandello, “Il giuoco delle parti”, con Alvia Reale, Michele Di Mauro, Flavio Bonacci, Carlo de Ruggieri, Woody Neri, con le scene di Maurizio Balò, i costumi di Gianluca Sbicca e la regia di Roberto Valerio che, con Orsini e Balò, ha curato anche l’adattamento in omaggio alla storica edizione che vide il giovane Orsini recitare con Rossella Falk. La vicenda di Leone Gala (Umberto Orsini), di Silia (Alvia Reale) e di Guido Venanzi (Michele Di Mauro), rispettivamente marito, moglie e amante che un intrigo di passioni, ricatti, offese vere o presunte porta alla necessaria e cruenta eliminazione di uno dei tre, è notissima. Nel riproporla il regista Valerio ha immaginato un Leone che riannodi i fatti sul filo della memoria.
fino al 16 marzo SETTE SPOSE PER SETTE FRATELLI
SECONDO UMBERTO ORSINI
di Max Tortora regia Max Tortora con Max Tortora, Stefano Sarcinelli 06.3265991
fino al 9 marzo 2014
IL GIUOCO DELLE PARTI di Luigi Pirandello regia Roberto Valerio con Umberto Orsini, Alvia Reale, Michele Di Mauro TEATRO ELISEO, ROMA 06.48872222
TUTTA LA MAGIA DI CINECITTÀ
Il cinema, il teatro e la voce di un indiscusso mattatore
U
na grande orchestra diretta da Marco Tiso, le ballerine con le coreografie di Franco Miseria, la regia di Giampiero Solari e, su tutto, la voce e la passione per questo genere di spettacolo di Christian De Sica, uno dei mattatori del nostro tempo ma anche autore e regista. «Oltre a Hollywood nel mondo come luoghi di cinema si conosce solo Cinecittà – dice per presentare il suo spettacolo – Una parola che riporta a un mondo fantastico, a un secolo di storia del cinema scritta da artisti geniali ma costruita anche sul lavoro di migliaia di comparse, di eccellenti maestranze. Una favola accompagnata da musiche indimenticabili, da parole e canzoni che fanno parte del nostro quotidiano. Una storia che appartiene alla cultura italiana ma che ha ispirato tutto il cinema internazionale». Christian De Sica vi aprirà i cancelli di Cinecittà e vi farà entrare contemporaneamente in due mondi magici: il cinema e il teatro.
dall’ 11 marzo al 13 aprile
CINECITTÀ di Christian De Sica, Riccardo Cassini, Marco Mattolini regia di Giampiero Solari musiche dal vivo dell’orchestra diretta dal maestro Marco Tiso coreografie di Franco Miseria con Christian De Sica, Daniela Terrei TEATRO BRANCACCIO, ROMA 06.80687231
69 FEBBRAIO2014
I GUAI DELLA FINANZA E LE RISATE CON BUCCIROSSO
Crisi, imbrogli e speranze per sorridere dell’Italia di oggi
S
i torna a teatro il 25 febbraio a Cassino con “La vita è una cosa meravigliosa” scritto e interpretato da Carlo Buccirosso, l’ottimo attore napoletano che sta conoscendo una fortuna e un’operosità senza pari a teatro, al cinema e alla regia. In questa suo lavoro il signor Buonocore (Carlo Buccirosso) deve affrontare guai con la Finanza sia per il tenore di vita superiore a quello di un semplice capotreno, sia per una serie di movimenti sul conto corrente. Dopo un interrogatoriointerrogazione, il nostro protagonista decide di ritirarsi nell’abitazione delle due sorelle, in teoria per ricucire i rapporti, in pratica perché l’unico modo per risolvere i problemi è quello di redimerle da uno stile di vita che Buonocore non approva. La stagione al Manzoni di Cassino continuerà con l’appuntamento con la lirica, il 13 marzo, con Traviata e con Massimo Ghini ed Elena Santarelli il 17 marzo con “Quando la moglie è in vacanza”.
25 febbraio
LA VITA È UNA COSA MERAVIGLIOSA... di Carlo Buccirosso regia Carlo Buccirosso con Carlo Buccirosso, Peppe Miale, Mario Porfito, Irene Grasso, Antonella Morea, Maria del Monte, Serenella Tarsitano, Giordano Bassetti, Sergio D’Auria, Davide Marotta TEATRO MANZONI, CASSINO 0776.313934
AL NESTOR CON MARIANO RIGILLO L’OPERA PRIMA DI ARTHUR MILLER
A Frosinone uno dei lavori più celebri e apprezzati del drammaturgo americano
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l 3 marzo Mariano Rigillo è protagonista al Nestor di “Erano tutti miei figli”, opera prima di Arthur Miller nella traduzione di Masolino D’Amico con la regia di Giuseppe Dipasquale. Con Rigillo nel ruolo dell’industriale Joe Keller, recitano Anna Teresa Rossini, Filippo Brazzaventre, Annalisa Canfora, Barbara Gallo, Enzo Gambino, Giorgio Musumeci, Ruben Rigillo e Silvia Siravo. Pubblicato nel 1947, “All my sons” è il primo grande successo teatrale di Miller, testo di svolta adattato anche per il grande schermo, che precede quel “Morte di un commesso viaggiatore” che lo consacrerà nel 1949. Il dramma è incentrato
sulla figura di Keller, un imprenditore che nella seconda guerra mondiale non aveva esitato a trarre lauti profitti dalla vendita di pezzi “difettosi” destinati all’aeronautica militare che erano costati la vita a ventuno piloti. Intrecci e drammi complicheranno la sua presunta redenzione.
3 marzo
ERANO TUTTI MIEI FIGLI di Arthur Miller regia Giuseppe Dipasquale con Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Barbara Gallo, Filippo Brazzaventre, Annalisa Canfora TEATRO NESTOR, FROSINONE 348.7749362 0775.265586 0775.65591
71 FEBBRAIO2014
MUSICA
I TURBOLENTI
TRE ALLEGRI RAGAZZI COL CIUFFO Hanno suonato nei migliori (e nei peggiori) locali della provincia E oggi stanno conquistando fan persino nella fredda Russia Americo Roma
“T
re ciociari in Russia”. Sembra il titolo di un film neorealista e invece no. Questa è la pazza storia di tre allegri ragazzi col ciuffo e l’amore profondo per gli anni ‘50, le hot road americane e i balli sfrenati, nati per dimenticare la guerra. I Turbolenti sono senza alcun dubbio una delle più solide realtà del panorama musicale ciociaro. Hanno suonato per anni nei migliori (ma anche nei peggiori) club della provincia. Come da manuale, contrabbasso in spalla e chitarre Hollowbody sotto braccio, si sono autoprodotti più di un full lenght, importando a Frosinone un fenomeno revival che ha preso sempre più piede su tutto il territorio
nazionale. Come, del resto, confermano i numeri di pubblico del Summer Jamboree, il festival del Rock’n’Roll che riempie Senigallia da più di un decennio. Quest’anno hanno portato il loro suono, liberamente ispirato a Chuck Berry e simili ma anche agli Stray Cats, nelle steppe della nuova Russia del boom degli anni 2000. Invitati nel dicembre 2013, per un tour di sei date, hanno riempito e fatto ballare ogni singolo locale in cui hanno proposto il loro repertorio. L’ultimo lavoro dal titolo “Bless This Mess” è un concentrato di note “conosciute”, un suono che sa di “nonno col fascino intramontabile di John Travolta”, che nulla ha da invidiare a lavori di band ben più blasonate nel panorama rockabilly come The Hormonauts e The Goodfellas. Luca, Alessandro e Roberto sono al lavoro su un nuovo album che vedrà la luce alla fine del 2014. I Turbolenti sono sempre impegnati dal vivo su tutto il territorio provinciale e non solo. Andate a sentirli dal vivo, armati di brillantina e voglia di ballare. Provare per credere, non ve ne pentirete di sicuro.
BLESS THIS MESS LIVE I Turbolenti & The Bad Ass Brass 1. Baby I’m drunk 2. Tu vuo’ fa’ l’americano 3. Miserlou 4. Drugstore rock’n’roll 5. Route 66 6. Billy Boogie 7. Ubangi Stomp 8. Sabato & Domenica 9. Shavin Foam 10. Crazy man crazy 11. Shake rattle roll 12. Turbolent Show https://www.facebook.com/pages/I-TURBOLENTI/262448920737?fref=ts
Reduci da un tour trionfale stanno già lavorando al prossimo disco in uscita a fine anno
72 FEBBRAIO2014
CONSIGLI PER L’ASCOLTO a cura di Americo Roma
QUI
MONDO
LORDE Pure Heroine
BRUCE SPRINGSTEEN High Hopes
Universal
Columbia
Fresca di un Grammy Award, Ella Yelich-O’ Connor, in arte Lorde, viene dalla Nuova Zelanda. Ha da poco compiuto diciassette anni ed è una delle più belle sorprese della scena main stream mondiale. Il sound ricorda il Trip hop della prima ora, quello dei Massive Attack o dei Portishead, intimo, delicato ed emozionale. Beat semplici, voce sinuosa e suoni elettronici e minimali. Un gran bell’album d’esordio che preannuncia una carriera sfavillante.
Il Boss è tornato e le grandi speranze, per titolo e aspettative, sono state rispettate. Con Tom Morello nella band, una cover come titletrack e una copertina che omaggia il doppio Elvis di Andy Warhol, Springsteen convince fino in fondo. La voce ruvida graffia ancora e le 12 tracce esplodono come proiettili, pronti ad arrivare al cuore dell’ascoltatore. Un album che di certo non farà semplicemente “numero” nella sua ricca ed eterogenea discografia.
ideale per: CHI ASCOLTA LA MUSICA DI NOTTE
ideale per: QUELLI CHE CERCANO UN SUONO SENZA TEMPO
voto:
voto:
QUI ITALIA
PERTURBAZIONE Musica X
THE ZEN CIRCUS Canzoni contro la natura
Mescal
La Tempesta
Freschi di recente “convocazione” tra i big di Sanremo, i Perturbazione arrivano al quarto album pieni di buone intenzioni. Anche se il compromesso sonoro non è dei più felici. Troppi fronzoli digitali, inadatti alle atmosfere soffuse e minimali a cui ci avevano abituato. Li aspettiamo al prossimo giro, con la speranza che Sanremo non cambi in peggio quella che per anni è stata una delle migliori realtà italiane.
Gli Zen Circus sono sulla scena indipendente da tanto tempo. Non fanno solo musica ma sono artisti capaci di scrivere piccoli inni contro l’ipocrisia, i luoghi comuni, l’omologazione, un’Italia che si appiattisce culturalmente. Non sono innovatori né sperimentatori, affondano saldamente le proprie radici sonore nell’indie rock e nel cantautorato. Un album ispirato, che racconta, senza banalità, questa Italia che non sa più cambiare.
ideale per: QUANTI VORREBBERO UN’ITALIA TUTTA NUOVA
ideale per: ANDARE CONTROCORRENTE. SEMPRE
voto:
voto:
LA TOP THREE I PIÙ SCARICATI DA ITUNES
1. PHARRELL WILLIAMS
Happy (from “Despicable Me 2”)
2. IMAGINE DRAGONS Demons
3. KLINGANDE Jubel
aggiornato al 14 febbraio 2014
73 FEBBRAIO2014
LIVE
IL CONCERTO DEL MESE
ALL TIME LOW NON CHIAMATELA BOY BAND A Ciampino uno dei gruppi più apprezzati dai teenager
Gli All Time Low sono stati una delle band più seguite degli ultimi anni dai teenager di tutto il mondo. Osannati da Alternative Press, Billboard Magazine e Rolling Stone, questi quattro ragazzi del Maryland sono stati scelti come supporter per il più recente tour mondiale dei Green Day. Adesso sbarcano nel Lazio, a Ciampino, per un concerto decisamente da non perdere. In apertura anche i britannici Blitz Kids e i ciociari The Anthem
2 MARZO www.alltimelow.com
PROSSIMAMENTE FROSINONE Affekt club/Dens live via degli Anziati, snc dens-events.org
TUTTI GLI APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
LATINA Sottoscala 9
via Isonzo, 194 sottoscala9.altervista.org
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sabato 1° marzo Affekt Techno – Reeko + Ogura
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venerdì 28 febbraio Dino Fumaretto live
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sabato 8 marzo Dens Live: live + djset Andrea Rock (Virgin Radio)
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sabato 1° marzo Carnevale con i Bluesbeers
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sabato 22 marzo Grindin’: Hip Hop Party
Cantina Mediterraneo
via Armando Fabi facebook.com/lacantinamediterraneo
El paso pub
martedì 4 marzo Ice One
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sabato 22 marzo Strueia (Premiere del nuovo album)
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sabato 29 marzo Droning Maud + Bagdad
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venerdì 7 marzo Live: The Gaia Corporation + Scenario + My Last Fall
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giovedì 13 marzo Live: Borknagar (NOR) + Månegarm (SWE) + Ereb Altor (SWE) + Shade Empire (FIN)
Circolo degli artisti
via Casilina Vecchia, 42 - Roma circoloartisti.it
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via Sabotino - B.go Piave elpasopub.com
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sabato 8 marzo Live: Velvet + Screamadelica
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venerdì 28 febbraio Re Queen (coverband Queen)
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sabato 29 marzo Fisherman’s Friend Air Guitar Torneo di Air Guitar
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sabato 8 marzo Festa della donna
Orion
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Orion Club viale Kennedy 52, Ciampino (Roma) € 20 in prevendita; € 25 in cassa www.ticketone.it
ROMA & DINTORNI Traffic live
via Prenestina, 738 - Roma trafficlive.org
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viale J.F. Kennedy, 52 - Ciampino orionliveclub.com
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sabato 15 marzo Asian Dub Foundation
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lunedì 31 marzo Gamma Ray + Rapshody of Fire
74 FEBBRAIO2014
L’ANGOLO DEL LIBR0 a cura di Camillo Savone
DUE DONNE IN BALLO PER TACER DEL CANE Due donne e una storia allegra, attuale, che mette energia. Un modo per partire con il 2014 con una nuova carica, grazie a questo lavoro dell’autrice di “Romanzo Rosa”, Stefania Bertola, oggi in libreria con “Ragazze mancine”. «Restare sveglia a guardare l’uomo amato che dorme è una delle più perniciose attività femminili» è una delle frasi chiave del libro: Adele ha trentadue anni e non ha mai lavorato un giorno in vita sua. Una mattina si sveglia e scopre che il suo mondo non esiste più: il marito ha dichiarato fallimento, ha prosciugato i conti in banca ed è scappato con l’amante. Come regalo d’addio le ha lasciato il gigantesco cane della sua nuova fidanzata. Stefania Bertola ha cinquant’anni e ha pubblicato, tra gli altri, “La soavissima discordia dell’amore” (Salani 2009), “Il primo miracolo di George Harrison” (Einaudi 2010) e “Romanzo rosa” (2012). È traduttrice, sceneggiatrice e autrice radiofonica. RAGAZZE MANCINE di Stefania Bertola Einaudi – I coralli pagine 288 , € 18,50
COSÌ STANNO UCCIDENDO IL MARE
PER GUARIRE dalla creduloneria Sulla scia della vicenda “Stamina” esce per Chiarelettere questo libro-verità di Salvo Di Grazia, medico, chirurgo e giornalista, con all’attivo un vasto osservatorio su medicina, scienza e ciarlatani al blog medbunker.blogspot.it/. Perché in politica si potrà anche accettare il giornalismo schierato, ma quando si parla di salute e medicina la voce deve essere anzitutto quella dell’autorevolezza. E invece, nel paese che crede a ciarlatani e stregoni, cercare di ripulire la medicina dagli aloni e dalle leggende metropolitane è uno sforzo titanico. Ci riesce però Di Grazia con queste pagine inconfutabili: «Per la salute e la bellezza – scrive – si è disposti a credere a tutto, a una lozione per far ricrescere i capelli o che con la cartilagine di squalo, l’aculeo dello scorpione o con le mandorle, si guarisca dal cancro». Un libro per guarire dal male del secolo: la creduloneria. SALUTE E BUGIE Come difendersi da farmaci inutili, cure fasulle e ciarlatani di Salvo Di Grazia Chiarelettere – Collana Reverse pagine 256, € 13,60
«Dal nostro inviato nella più grande discarica del pianeta». Con questo devastante pre-testo si apre il libro di Nicolò Carnimeo che ricorda, oltre al titolo, i versi della canzone di Dalla: «Così stanno bruciando il mare, così stanno uccidendo il mare, così stanno umiliando il mare, così stanno piegando il mare». Quanta plastica può tollerare il nostro organismo? Quanto mercurio c’è nel pesce che mangiamo? L’Adriatico è una discarica di tritolo? Perché meduse e alghe aliene invadono i nostri mari? La risposta nei tre reportage che Carnimeo ha scritto navigando oltre le rotte convenzionali nel mare di plastica, di mercurio e di tritolo. Carnimeo insegna Diritto della navigazione e dei trasporti all’Università di Bari. Dopo un viaggio in Nigeria e Malesia ha scritto “Nei mari dei pirati” (Longanesi) e “Montenegro, viaggio senza tempo” (Mondadori). Collabora con Limes, La Stampa, il Fatto Quotidiano, La Gazzetta del Mezzogiorno e la trasmissione Linea blu di Rai 1. COME È PROFONDO IL MARE di Nicolò Carnimeo Chiarelettere pagine 192, € 13,60
SULL’ORLO INFIDO DEL PASSATO CON CAROFIGLIO Un grande romanzo di formazione, tra ricordi e ritorni
Il “passato” secondo Carofiglio. Enrico Vallesi è un uomo caduto nella crisi conseguente al successo del suo primo romanzo, per reagire deve regolare i conti con il suo vissuto, con le “radici” come scrive Sorrentino ne “La grande bellezza”. Allora decide di prendere un treno e tornare nella sua città, dove è cresciuto e da dove è scappato. Il viaggio di riscoperta, attraverso i ricordi di un’adolescenza inquieta, è in bilico fra rabbia e tenerezza e si fa avvincente, tra fragili toni pastello e tinte struggenti specie quando riannoda l’amore per Celeste, giovane e luminosa supplente di filosofia. E poi nella pericolosa attrazione per Salvatore, compagno di classe già adulto ed esperto della vita, anche nei suoi aspetti più feroci. Lo stile di Carofiglio è ancora lo stesso, ritmo serrato, parola transitiva, frase giusta. Questo romanzo di formazione alla vita e alla violenza racconta molto di noi, la passione delle idee e per le parole, la storia d’amore, la riflessione sulla natura sfuggente del successo e quella del fallimento. Istruttivo. IL BORDO VERTIGINOSO DELLE COSE - di Gianrico Carofiglio RIZZOLI (Collana La Scala) - pagine 320, € 18,50
75 FEBBRAIO2014
AL CINEMA a cura di Nicola Cento
HOMEVIDEO
i film a casa tua
GRAVITY
dal 6 marzo
dal 6 marzo
ALLACCIATE LE CINTURE
300 – L’ALBA DI UN IMPERO
di Ferzan Ozpetek con Kasia Smutniak, Filippo Scicchitano, Francesco Arca, Francesco Scianna, Carolina Crescentini, Elena Sofia Ricci drammatico, Italia 2013, 110 minuti
di Noam Murro con Sullivan Stapleton, Eva Green, Lena Head, Mark Killeen, Andrei Calude, Rodrigo Santo, Jack O’Connell, Andrew Tiernan azione, Usa 2014, 102 minuti (in 2 e 3D)
Una storia d’amore e di amicizia. Come sa raccontare soltanto Ferzan Ozpetek, tornato dietro la macchina da presa dopo il non certo indimenticabile “Magnifica presenza”. Elena, una fantastica Kasia Smutniak, è divisa tra Antonio e Fabio. Una grande passione il primo; un rapporto platonico, un affetto intenso il secondo. I due saranno molto spesso uno contro l’altro. E, nel bene e nel male, segneranno la vita di Elena. Costretta, dopo anni, a fare i conti con se stessa e a tracciare il bilancio di un’esistenza intera
Guerra, onore, morte. E tanta, tantissima azione. Per tutti gli estimatori di 300 e delle gesta eroiche di Leonida e degli spartani, arriva sul grande schermo il sequel del campione d’incassi diretto da Zack Snyder e ispirato a Xerxes, graphic novel di Frank Miller. Il film racconta la battaglia di Campo Artemisio tra greci e persiani, con il generale Temistocle che tenta di unire tutto il popolo greco contro le forze persiane guidate da Serse e da Artemisia. Visivamente straordinario, soprattutto nella versione in 3D
da vedere se: GLI AMORI IMPOSSIBILI NON VI SPAVENTANO
da vedere se: L’ADRENALINA VI SCORRE NELLE VENE
di Alfonso Cuarón con Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Amy Warren fantascienza Usa – Regno Unito 2013, 90 minuti (dvd, blu-ray, 3D)
La dottoressa Ryan Stone, ingegnere biomedico, affronta per la prima volta un incarico nello spazio. Con lei c’è l’astronauta Matt Kowalsky, alla sua ultima missione. Durante una passeggiata all’esterno dello Shuttle, però, qualcosa va storto. È l’inizio di un incubo... Un film claustrofobico, non la solita fantascienza
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SACRO GRA dal 13 marzo
LEI di Spike Jonze con Joaquin Phoenix, Amy Adams, Rooney Mara, Olia Wilde, Caroline Jaden Stussi commedia, Usa 2013, 120 minuti
Theodore fa un lavoro strano, scrive lettere per conto di altri. Fino a quando arriva sul mercato una nuova generazione di sistemi operativi, animati da un’intelligenza artificiale ma quasi "umana" con la quale Thoedore, che dopo la separazione non riesce a rifarsi una vita, comincia a svilupare una relazione complessa. Nella versione originale la voce "artificiale" è di Scarlett Johansson, doppiata per l’Italia da Micaela Ramazzotti da vedere se: UN PO’ DI FANTASCIENZA... CI STA SEMPRE BENE
di Gianfranco Rosi documentario, Italia 2013, 90 minuti (dvd, blu-ray)
Leone d’oro al settantesimo Festival di Venezia, Sacro Gra è un incredibile e a tratti impietoso spaccato della periferia romana oltre il Grande Raccordo Anulare, straordinaria metafora della vita. Due anni di riprese e quasi uno di montaggio per raccontare storie e personaggi emarginati e distanti da ogni immaginario
77 FEBBRAIO2014
CALCIO
LA VOLATA DEL FROSINONE
«VOGLIO RESTARE IN VETTA FINO ALLA FINE»
Il tecnico Stellone sa che la strada da qui alla fine del campionato è ancora lunga Ma non nasconde la speranza di arrivare in casa del Perugia con almeno quattro punti sui grifoni Daniele Ciardi
D
ieci giornate di regular season ancora da giocare, per una classifica che al momento recita: Frosinone capolista, Perugia che insegue a tre punti (anche se gli umbri hanno già osservato il turno di stop) e Lecce in ritardo di otto lunghezze. Considerando che l’ultimo turno di campionato vedrà la sfida diretta del Curi tra grifoni e canarini, a questo punto si potrebbe ipotizzare che la promozione in serie B senza dover passare per la lotteria dei play off si deciderà solo quel giorno. «Io sinceramente – dice l’allenatore dei giallazzurri Roberto Stellone – spero di arrivare alla gara del 4 maggio con la matematica certezza di aver già vinto il campionato. Al momento siamo primi in classifica e quindi ritengo logico pensare questo. Chiaro, però, che la strada è ancora molto lunga e tutto può ancora succedere. Motivo per cui noi dobbiamo andare avanti alla giornata e in questo momento pensare solo a vincere la prossima partita. Poi la seguente e così via. Per quanto mi riguarda abbiamo tutte le carte in regola per restare davanti fino al termine della stagione». E allora concentrazione tutta rivolta alla sfida in programma oggi a Pontedera. Un avversario che il Frosinone nella gara di andata ha letteralmente travolto, nonostante i toscani si fossero presentati al Comunale nelle vesti di capolista. «Credo che la partita dell’andata non deve far testo. Al contrario, anzi, proprio per la pesante sconfitta subita in quella circostanza sono convinto che troveremo un Pontedera voglioso di riscatto. Non ultimo non bisogna dimenticare che il loro distacco dalla zona play off è di un solo punto. Per cui è certo che ci aspetta una partita non agevole, ma allo stesso tempo alla
portata. L’importante sarà interpretarla nel modo giusto dall’inizio fino alla fine». Quel roboante 5-0 della sfida d’andata, arrivò con un Frosinone schierato per la prima volta (e ultima almeno da inizio gara) con una difesa a tre. Un modulo che, alla luce del risultato finale, mise in chiara difficoltà l’undici toscano. Per tale motivo potrebbe
Il tecnico del Frosinone calcio Roberto Stellone foto Massimo Scaccia
essere riproposto anche in questo return match. «Non è da escludere a priori. Ogni modulo ha i suoi pro e i suoi contro. Pertanto solo alla fine decideremo quello migliore per affrontare il Pontedera che, di contro, rispetto alla sfida del Comunale potrebbe a sua volta aver cambiato qualcosa dal punto di vista tattico».
78 FEBBRAIO2014
SPORT IN PASTIGLIE
foto M. SCACCIA
a cura di Daniele Ciardi
BASKET VEROLI
L’espressione di coach Ramondino mostra chiaramente il momento negativo che attraversa la sua squadra. Ma il tempo per riscattarsi c’è tutto
BISOGNA RITROVARE IL PASSO PERDUTO
U
n momento purtroppo negativo quello che sta vivendo da qualche tempo a questa parte il Gcz Veroli. Nelle ultime cinque giornate, infatti, la formazione giallorossa non è riuscita ad andare oltre un solo successo a fronte di ben quattro sconfitte. E così Rossi e compagni sono precipitati dall’ottimo terzo posto di un mese fa all’attuale settimo (ultimo valido per giocare i play off per la serie A1) in compagnia tra l’altro di Trapani. A questo punto è scontato, che per mantenere quantomeno l’at-
tuale posizione di classifica fino al termine della regular season (e si tratterebbe di un grandissimo risultato per i ragazzi del presidente Massimo Uccioli) il quintetto di coach Marco Ramondino deve da subito tornare a giocare come in passato ha dimostrato di saper fare, ma soprattutto a vincere. A cominciare dalla trasferta di questo fine settimana a Verona, contro gli scaligeri che occupano la quarta piazza (insieme a altre due compagini), con due sole lunghezze di vantaggio sulla Veroli.
Una sola vittoria nelle ultime cinque gare, così i giallorossi sono scesi dalla terza piazza all’attuale settima. Se vogliono conquistare gli spareggi per la massima serie devono tornare a giocare come in passato
BASKET FERENTINO Il capitano Guarino sembra indicare ai suoi la strada per centrare una storica qualificazione ai play off: vincere le restanti sfide di regular season
Il settimo posto nel mirino La vittoria di domenica scorsa nel derby del “Città di Frosinone” ha permesso agli amaranto di accorciare a due soli punti il ritardo dalla zona play off
foto MASSINO SCACCIA
C
ontinua l’ottimo periodo della Fmc Ferentino capace nelle ultime cinque gare di vincere per quattro volte (tra l’altro la sconfitta contro Biella è arrivata sul suono della sirena dopo che a 7’ dallo scendere gli amaranto erano avanti 20 punti), in cui l’ultima di queste nel derby in casa del Gcz Veroli. Un ruolino di marcia che ha permesso alla squadra di Franco Gramenzi di portarsi a sue soli punti da quello che è l’obiettivo massimo di inizio stagione: la conquista di un posto nei play off per la A1. Tutto questo alla vigilia della sfida casalinga contro una delle due terzultime della classe, Triste, e quindi con la possibilità concreta di risalire ulteriormente la graduatoria generale fin da subito. Non ultimo, da qui alla fine della stagione regolare, il calendario di Guarino e compagni non sembra, almeno sulla carta, essere proibitivo, considerando che hanno già affrontato ben sei delle attuali prime sette della classifica.
79 FEBBRAIO2014
VOLLEY FROSINONE
UNICO OBIETTIVO LA SALVEZZA
Dopo l’ennesima sconfitta l’Ihf è lontanissima dai play off L’obiettivo è difendere il vantaggio sulla zona retrocessione foto MASSIMO SCACCIA
Q
Nonostante la crescita della sua schiacciatrice Kidder, il successo in casa delle frusinate manca da tanto tempo
uello che a inizio stagione era considerato l’obiettivo massimo (le ciociare in fondo sono alla loro prima esperienza in A1), vale a dire un posto nei play off per la conquista dello scudetto, per l’Hif volley Frosinone è ormai diventato irraggiungibile. Non solo perché le “pantere” sono distanti otto lunghezze dall’ottava piazza, ma soprattutto perché Gioli e compagne in tredici gare fin qui giocate sono state capaci di vincere in due sole occasioni. Pertanto l’unico obiettivo da perseguire diventa quello di difendere le attuali due lunghezze di vantaggio nei confronti dell’ultima della classe e quindi della retrocessione in A2. In altre parole, quasi certamente per il sestetto di coach Mario Regulo Martinez l’intera stagione si deciderà il 23 marzo nella sfida diretta del “Città di Frosinone” contro il fanalino di coda Forlì. A meno che nelle quattro partite che la separano dallo scontro diretto con le romagnole, l’Ihf riesca a portare l’attuale vantaggio di due punti quantomeno a quattro lunghezze.
VOLLEY SORA
LA GLOBO DEVE CONCENTRARSI PER I PLAY OFF A meno di un miracolo la sconfitta di domenica al tie break contro Monza ha cancellato quasi del tutto le possibilità dei bianconeri di conquistare l’A1 con la promozione diretta
foto MASSIMO SCACCIA
O
ccasione irripetibile e, purtroppo, buttata all’ortiche, quella capitata nell’ultimo turno alla Globo Banca Popolare del Frusinate Sora. I bianconeri terzi della classe, infatti, ospitavano al PalaGlobo “Luca Polsinelli” la reginetta Monza, posizionata tre sole lunghezze davanti al sestetto di coach Fenoglio. Ebbene, avanti 2 a 0 nel punteggio, la compagine del presidente Gino Giannetti si è fatta incredibilmente recuperare e superare al tie break. E così invece di ottenere l’aggancio alla piazza d’onore, ora la Globo è distante quattro lunghezze dai brianzoli. E non solo. L’eventuale conquista dei tre punti domenica scorsa, avrebbe permesso ai ciociari di portarsi anche a due lunghezze dal Padova capolista e con in programma all’ultima giornata la sfida tra Monza e i patavini. A questo punto, considerando che mancano tre sole giornate al termine della stagione regolare, conquistare la massima serie direttamente (primo posto alla fine della regular season) è impresa impossibile, motivo per cui alla Globo non resta che prepararsi al meglio per i play off.
Al tecnico Marco Fenoglio il compito di portare la squadra caricata al massimo in vista degli spareggi promozione
80 FEBBRAIO2014
SE È PRECARIA NON È SANITÀ Il coordinamento regionale Ipasvi scrive una lettera al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: la drammatica condizione degli organici infermieristici ha ormai superato il livello di criticità, pregiudicando la qualità dell’assistenza
81 FEBBRAIO2014
LE AZIENDE INFORMANO
I
l precariato ormai è un tasto dolente anche nella sanità. Per questo nei giorni scorsi il coordinamento regionale dell’Ipasvi, la Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali, Assistenti sanitari, Vigilatrici d’infanzia, ha scritto una lettera aperta al governatore del Lazio Nicola Zingaretti. La nota porta la firma dei referenti dei collegi provinciali del Lazio, rispettivamente Gennaro Rocco per Roma e il Lazio, Paolo Masi per Frosinone, Maurizio Vargiu per Latina, Mario Curzi per Viterbo e Felicia Stagno per Rieti.
«Egregio Presidente – si legge –, la situazione di emergenza in cui operano molte strutture sanitarie del Lazio, impone di sollecitare un Suo immediato intervento per scongiurarne il blocco. La drammatica condizione degli organici infermieristici, più volte richiamata da questo Coordinamento dei Collegi IPASVI del Lazio, ha ormai superato il livello di criticità, pregiudicando la qualità dell’assistenza e alimentando oltremisura il fenomeno della disoccupazione infermieristica e del precariato. Eppure in molte strutture sanitarie del territorio i servizi vengono drasticamente ridotti se non chiusi per la grave carenza di infermieri. L’ultima proroga dei contratti a termine che ha riguardato migliaia di operatori sanitari non può bastare ad arginare la crisi in atto. Serve una soluzione rapida e definitiva, superando il blocco del turn-over, stabilizzando i precari ed aprendo le procedure per l’arruolamento di nuovo personale. D’altronde lo scenario che abbiamo di fronte è quello che sta investendo in questi mesi il siste-
ma sanitario britannico dopo i tagli agli organici medici e infermieristici degli ultimi anni, con gli ospedali che non hanno coperto i posti vacanti, indagati per gli alti tassi di mortalità e finiti al centro di scandali che hanno scosso fortemente l’opinione pubblica. Un’esperienza che ha indotto i principali stakeholder della sanità britannica a chiedere al Governo di introdurre nuove leggi affinché gli ospedali garantiscano i livelli minimi di personale. La nostra sanità regionale ha un bisogno disperato di infermieri. La crisi finanziaria del SSR non può continuare a penalizzare così duramente i servizi, nessun cittadino deve subire disagi o rischi a causa della carenza di operatori qualificati. Perciò La invitiamo caldamente ad intervenire affinché la Regione Lazio attivi un confronto istituzionale ed ascolti il nostro grido d’allarme, quello dei sindacati e dei cittadini per valutare la reale possibilità di incrementare rapidamente gli organici infermieristici nei servizi ospedalieri e territoriali. È altrettanto importante assumere provvedimenti urgenti e straordinari per scongiurare il rischio di chiusura delle sedi di formazione infermieristica, schiacciate da una crisi non più sostenibile a causa della mancanza di trasferimenti di fondi regionali dedicati. La preparazione di base dei futuri infermieri non può essere dettata da una logica prettamente finanziaria, specie se questo vale solo per una categoria. E ciò accade nonostante il notevole apporto economico che gli studenti dei corsi di laurea in infermieristica forniscono con le loro tasse alle università. Alle sedi convenzionate non pervengono
via Morolense – località Le Lame residence Le Torri – palazzina B int. n° 115 03100 Frosinone tel. 0775/260420 - fax 0775/838146 info@ipasvi.fr.it
finanziamenti per l’attività di formazione e queste, con le scarse risorse residue, non riescono a garantire servizi e strutture adeguate, necessarie per una buona qualità formativa. Un circolo vizioso che si traduce in un tasso di abbandono dei corsi che sfiora ormai il 30%. Servono quindi provvedimenti finanziari adeguati, mirati e vincolati per questo tipo di attività assolutamente strategica. A ciò si aggiunge l’inaccettabile assenza di riconoscimento giuridico, contrattuale ed economico per i professori di Infermieristica a contratto e per i tutor che, con grande abnegazione, offrono un contributo straordinario alle nuove generazione di infermieri garantendo quotidianamente le attività formative nelle sedi universitarie e negli ospedali. Considerata la consistenza delle iscrizioni ai corsi di laurea, le università di Roma e del Lazio ricavano entrate ingenti dagli studenti infermieri pur investendo molto poco sull’infermieristica. Uno squilibrio assai pericoloso che va subito corretto anche con l’intervento della Regione con tutti i mezzi possibili ivi compresi i protocolli d’intesa che vengono sottoscritti dalle due istituzioni. Per quanto esposto, la comunità infermieristica del Lazio Le chiede di esercitare i Suoi poteri di Commissario Straordinario alla Sanità per affrontare con la massima urgenza e determinazione le emergenze rappresentate e sollecita la costituzione di un tavolo di confronto per collaborare all’individuazione delle più idonee soluzioni a tali spinosissimi problemi. Confidando in un Suo intervento risolutore, Le inviamo cordiali saluti».
82 FEBBRAIO2014
MINI
MA SOLTANTO NEL NOME
Presentata al bar Minotti di Frosinone la terza generazione della piccola anglo-tedesca Una grande festa per un’auto unica. E ancora più bella
N
on è un’auto. È uno stile di vita. Dal 1959 Mini significa libertà, voglia di evadere, di divertirsi, di sentirsi giovani. La nuova Mini, leggermente più grande ma sempre fedele all’originale, si conferma aggressiva nelle motorizzazioni e più spaziosa negli interni. E, come tradizione vuole, personalizzabile nei minimi dettagli e sempre piacevole da guidare. Di sicuro continuerà ad essere l’auto più cool. E proprio in uno dei locali più cool di Frosinone, cioè il “Caffè Minotti”, c’è stata la presentazione in anteprima nazionale dell’ultima arrivata, la terza generazione delle “nuove” Mini. L’appuntamento, organizzato dalla concessionaria Bmw L’Automobile, è stato un successo. Tantissimi ospiti da tutta la provincia per una serata che è stata sì l’opportunità per trascorrere qualche ora in compagnia ma soprattutto l’occasione per conoscere da vicino, grazie allo staff de L’Automobile, la nuova fantastica Mini. A questo punto non resta che allacciare le cinture e augurare buona Mini a tutti…
83 FEBBRAIO2014
1. Laura e Stefania Cellitti con Antonio Annunziata 2. Rolando Cellitti
foto Simone Desiato
Tantissimi ospiti all’evento organizzato dalla concessionaria L’Automobile 1
2
85 FEBBRAIO2014
LA CIOCIARIA IN VETRINA
A MILANO
Alla Borsa Internazionale del Turismo successo per lo stand e gli eventi organizzati da Frosinone
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l settantesimo anniversario della Battaglia di Montecassino, l’arrivo di tappa del Giro d’Italia e la successiva partenza a Frosinone, tutti gli eventi in programma sul territorio della Ciociaria sono stati al centro della conferenza stampa-degustazione organizzata dalla Camera di Commercio venerdì 14 febbraio in occasione della seconda giornata della Borsa Internazionale del Turismo di Milano. Il tutto si è svolto all’interno dello stand della Regione Lazio alla presenza del presidente Ospite d’eccezione della CCIAAA di Frosinone, Marcello Pigliacelli, e del commissario della Provincia, Giuseppe Patrizi, i lo chef hanno dimostrato che la sinergia tra gli enti è la Gianfranco Vissani quali carta vincente per la promozione del territorio. La conche ha invitato ferenza è stata aperta da un’ospite a sorpresa, Gianfranco Vissani il quale ha ricordato il legame a investire di più affettuoso che lo lega al nostro territorio ed ha invitato sulla gastronomia ad investire di più sulla ristorazione di qualità come antidoto alla preoccupante globalizzazione che investe anche i consumi alimentari. In conferenza stampa sono intervenuti Don Antonio Potenza che ha ricordato le iniziative previste per il 70esimo anniversario della battaglia di Montecassino. Patrizi ha presentato inoltre, alla Bit, un’elegante brochure promozionale “Week-end in Ciociaria” che oltre a essere stata distribuita a Milano sarà presto disponibile in tutte le strutture ricettive del nostro territorio. Da sinistra Giuseppe Patrizi, commissario della Provincia di Frosinone; Gianfranco Battisti, direttore Alta Velocità Trenitalia; Gianfranco Vissani, chef, e Marcello Pigliacelli, presidente della Camera di commercio di Frosinone
87 FEBBRAIO2014
BASTA PIANGERE
L’INVITO DI CAZZULLO
Continuano gli appuntamenti della Banca popolare del Cassinate Il giornalista del Corsera ha presentato ad Atina il suo ultimo libro
«N
on ho raccontato quel che ho fatto, ma chi sono, chi siamo». Parole di Aldo Cazzullo che, nell’ambito degli appuntamenti “Bpc incontra” organizzati dalla Banca Popolare del Cassinate, ha presentato ad Atina la sua ultima fatica “Basta piangere”. Un libro che ripercorre, con occhio critico, gli ultimi decenni della storia italiana. Ma soprattutto un invito che l’editorialista del Corriere della Sera rivolge a tutti gli italiani. «Bisogna ritornare a quell’Italia che andava verso il più e non verso il meno - sottolinea Cazzullo - dove mancavano molte cose ma non il senso di quel che si doveva e non si doveva fare, in cui il futuro non era un problema, perché eravamo convinti che dipendesse da noi e sarebbe stato migliore del presente se avessimo dato il meglio di noi stessi». Ospiti dell’incontro il presidente di Unindustria Maurizio Stirpe, il presidente della Bpc Donato Formisano, il professor Vincenzo Formisano, docente di Economia all’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e vicepresidente della Banca Popolare del Cassinate, e il sindaco di Atina Silvio Mancini.
Da sinistra Vincenzo Formisano, Aldo Cazzullo, Donato Formisano, Silvio Mancini e Maurizio Stirpe
foto Fabio Pacitti
89 FEBBRAIO2014
LEGGE ELETTORALE IL DIBATTITO È APERTO
A Roma il seminario permanente organizzato dal centro studi dell’associazione di cultura politica “Il cantiere”
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hi conosce Pier Paolo Segneri apprezza l’entusiasmo e la capacità di promuovere, da sempre, dibattiti e momenti di confronto. Sulla politica, il sociale, il mondo che ci circonda. Noi che lo conosciamo bene, quindi, non ci siamo stupiti quando ha dato vita a una nuova associazione di cultura politica, Il cantiere, che come obiettivo ha proprio l’approfondimento. A dimostrazione di ciò, nei giorni scorsi, il centro studi dell’associazione ha organizzato un seminario (permanente) dedicato alla riforma della legge elettorale. L’incontro, che si è tenuto all’Hotel Boscolo Aleph di Roma, ha avuto il merito di mettere intorno a un tavolo persone comuni e personalità diverse, di appartenenza politica varia e ciascuno con un proprio profilo professionale e Per Segneri culturale. Oltre a importanti ospiti tra politici, parlamentari, giornalisti, docenti universitari e giuristi, tra cui il punto Roberto Giachetti, vice presidente della Camera, di partenza Benedetto Della Vedova, senatore di Scelta Civica, della discussione Claudio Martelli, sono intervenuti Marco Beltrandi del è stata la proposta Partito Radicale, Enrico Morbelli, direttore della Scuola di Liberalismo di Roma nonché della Fondazione “Luigi per una riforma Einaudi”, Salvatore Bonfiglio, docente di diritto costituuninominale zionale italiano e comparato e tutela dei diritti fondamentali a Roma Tre e il prof. Enzo Di Nuoscio, ordinario di e maggioritaria Logica e Filosofia della Scienza alla facoltà di Scienze Umane e Sociali dell’Università del Molise. Le riflessioni sono state registrate dai microfoni di Radio Radicale e dalle telecamere della web tv “Liberi.tv”. A moderare i lavori è stata Camilla Nata, giornalista Rai e vice presidente dell’associazione. «Il punto di partenza della discussione – ha sottolineato Pier Paolo Segneri – è stata la proposta per una riforma uninominale e maggioritaria, con collegi piccoli e primarie di collegio. Le conclusioni restano aperte perché il seminario continua… Ma si è sottolineata la necessità di porre sul tavolo della discussione politica anche l’urgenza di rimettere in gioco la proposta per un sistema uninominale e maggioritario».
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1. Roberto Giachetti, vice presidente della Camera 2. Claudio Martelli e il senatore Benedetto Della Vedova 3. Pier Paolo Segneri con Camilla Nata
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91 FEBBRAIO2014
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UN VOLO IN LIBRERIA
L’ultimo bestseller, gli autografi e tante foto Fabio Volo incontra i fan da Ubik
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un attore. È uno scrittore. È simpatico. È intelligente. È bravo. Perché per essere bravo è bravo e c’è poco da discutere. E secondo le tantissime fan che hanno fatto la fila solo per incontrarlo è anche bello. Molto bello. E su questo non ci permettiamo di controbattere. Fabio Volo è stato ospite della libreria Ubik, in via Aldo Moro, a Frosinone. Un pomeriggio diverso, che ha coinciso con la domenica ecologica del capoluogo, per presentare “La strada verso casa” (Mondadori, 2013), l’ultimo libro dopo successi come “Esco a fare due passi” e “Il giorno in più”, da settimane primo in tutte le classifiche di vendita. Ad aspettarlo tantissime ragazze (e non solo!) e tantissimi ragazzi. Fabio Volo, disponibile e cordiale, ha firmato più di qualche libro e si è fatto immortalare con tutti. A dimostrazione che sarà pure uno scrittore da cinque milioni di copie ma resta il ragazzo della porta accanto. Che poi è il vero segreto di tanto successo...
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1. Laura e Gianlorenzo con Fabio Volo 2. Lo staff al completo della libreria Ubik, Laura, Gianlorenzo, Katia, Mauro e Luigi 3. Foto ricordo con il circolo letterario Foto Anna Maura Caira
93 FEBBRAIO2014
FORZA ITALIA SI ORGANIZZA
FERRAGUTI A BATTESIMO NELLA SUA FERENTINO Sabato 15 febbraio la convention con i giovani e gli amministratori all’Hotel Bassetto
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rima i giovani, poi gli amministratori. Forza Italia si organizza in vista degli importanti appuntamenti elettorali di maggio. Sabato 15 febbraio l’appuntamento era all’Hotel Bassetto di Ferentino alla presenza del coordinatore regionale del partito azzurro, Claudio Fazzone, del consigliere regionale Mario Abbruzzese, del vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, di Antonello Iannarilli e del candidato alle Europee Silvio Ferraguti. «A livello provinciale stiamo costruendo una grande squadra – ha detto Abbruzzese nell'introduzione del confronto – un’organizzazione che vuole rivestire un ruolo importante. Stiamo lavorando spalla a spalla con i Club Forza Silvio, ne abbiamo costituiti, ad oggi, già 118 nonostante il coordinamento nazionale ne avesse previsti soltanto 100, e i rappresentanti dell’esercito di Silvio per permettere una accurata capillarizzazione del partito. FI ha un appuntamento importante, quello delle elezioni Europee, dobbiamo arrivarci con delle proposte concrete ed in grado di tutelare gli elettoririale».
94 FEBBRAIO2014
CHI, DOVE, COME, QUANDO
ristoranti, pizzerie, enoteche, club di qualità segnalati dalla nostra redazione
Pepe Nero FROSINONE
Un mix tra piatti tradizionali e ricette più innovative con attenzione alle migliori materie prime. Oltre alla gran varietà di pizze, vanno citati i taglieri ricchi di salumi e formaggi; i saltimbocca preparati come panini farciti ma ripieni dentro la pasta della pizza cotta espressa a legna. E poi i primi piatti della tradizione partenopea come gli scialatielli con vongole, zucchine e parmigiano, i garganelli alla caprese o i paccheri ubriachi
via Tiburtina, 175 - tel. 0775/271184 - pepenerofrosinone@alice.it
La Ginestra FROSINONE
Il titolare Danilo e il suo staff hanno fatto di questo locale il ritrovo preferito di professionisti, imprenditori e gourmet alla ricerca di piatti creati con passione e ingredienti di primissima scelta. Basti pensare alle infinite proposte a base di pesce che esaltano sempre per gusto e freschezza a partire dagli antipasti. Attenta la selezione dei dolci e dei vini della carta. Servizio catering per eventi e cerimonie
via Adige, 1 - tel. 0775/824261
Ristorante Le Vigne FROSINONE
Questo è il posto, dalla cucina semplice e di grande qualità, dove assaporare, per esempio, degli ottimi bucatini all’amatriciana o alla gricia oppure una carbonara di pesce. E poi scegliere tra tagliate di manzo, bistecche di chianina o selezionatissime entrecote. I dolci vi stupiranno così come l’apericena, ogni sera dalle 19.30. Un locale dove trascorrere piacevoli serate in compagnia di amici
via Gaeta, 114 – Tel.0775.1887741 – la domenica aperto a pranzo
Ratafià
FROSINONE
La parola “Ciociaria” evoca da sempre il concetto di “genuinità” nel cibo e nella vita degli abitanti. Il ristorante Ratafià si propone di fare propri questo concetto e lavora per offrire una ristorazione di qualità, curata nei dettagli e nell’armonia dei sapori, ma attenta al costo. La nostra cucina utilizza materie selezionate; i prodotti sono tra i migliori di quelli espressi dal territorio ciociaro, il tutto lavorato e preparato rigorosamente in casa.
via del Plebiscito, 49 - tel. 0775.856632 - 339.4729050
Osteria Porca Vacca TECCHIENA DI ALATRI
Nel locale, arredato con gusto, ci si può fermare dalla colazione alla cena. Con una certezza: la ricerca della qualità in ogni momento. Perché ogni istante trascorso qui deve destare buoni ricordi. Ecco allora una varietà di pizze e di antipasti guarniti con i migliori prodotti del territorio, gli oli e gli ingredienti di primissima scelta e un menù ricco e stuzzicante. L’annessa enoteca garantisce una grande carta dei vini
via S.S. 155 Osteria di Alatri - tel. 0775/408384 - www.osteriaporcavacca.net
Agriturismo Tenuta Valle delle Ginestre CECCANO
Uno dei migliori agriturismi della Ciociaria, in località Badia di Ceccano, è la location ideale per eventi, riunioni, domeniche in famiglia e per organizzare comunioni e matrimoni. L’agriturismo promuove laboratori didattici, corsi di cucina e visite all’annessa fattoria. In tavola i prodotti dell’annessa azienda agricola, disponibili anche nel punto vendita per un gustoso ricordo della giornata nella tenuta
via San Paolo della Croce, 35 - tel. 0775/621009 - cell. 339/3276778
95 FEBBRAIO2014
Ristorante da Jin Feng FROSINONE Decisamente uno dei locali più belli e accoglienti del capoluogo. Ottimo design e un riuscitissimo mix tra luci e colori per il rinnovatissimo Jin Feng, il cinese per eccellenza. Dove ai piatti della tradizione orientale si aggiungono tante deliziose incursioni nella cultura gastronomica mediterranea. Servizio eccellente, cura dei dettagli e un conto mai esagerato. Da provare per festeggiare una ricorrenza o per una cena di lavoro
Cosa c’è DA SAPERE
via Monti Lepini, 45 - tel. 0775/200822 - 338/2919182
Ristorante Cerroni CECCANO
Dall’esperienza e dal successo del Ristorante Catering Cerroni nasce questo splendido gioiellino dal design e dall’atmosfera raffinati. Adatto per cene e colazioni di lavoro o per un incontro tra amici il ristorante propone chianine, selezionatissime carni argentine, angus irlandese e in esclusiva Ribeye americana. Deliziosi i primi così come gli sfiziosi antipasti. Da provare.
viale della Libertà (giardinetti)- tel. 0775/602150
Rocca di Rivituro
GUARCINO
Una rocca risalente ai primi secoli del passato millennio, ora trasformata in ristorante-albergo con un connubio fra rustico ed elegante che lo rende adatto a ogni tipo di cerimonia. Una cucina locale e tradizionale che riporta alla luce i sapori perduti di un tempo. La pizza cotta a puntino con ingredienti freschi e fantasiosi. Albergo con venti posti letto con ogni comfort e vista panoramica. Chiuso il lunedì
s.s. per Campocatino km 2,7 - tel. 0775.46565 - www.roccadirivituro.it
Il Girasole Agriturismo TECCHIENA DI ALATRI
Una vecchia casa colonica risalente al 1940 trasformata in ristorante tipico, con soffitti in legno e camino, dove la cucina custodisce scrupolosamente le tradizioni dei sapori antichi. Una vecchia stalla con fienile, da cui è stato ricavato un piccolo albergo dotato di ogni comfort, dove regna il legno e il ferro battuto. Un ambiente familiare dove è forte il senso di ospitalità
via Basciano, 5 (strada per Veroli) - tel. 348/7108182 - www.ilgirasoleagriturismo.it
S1mone - Braceria - Ristorante - Pizzeria TECCHIENA DI ALATRI
Per passare una serata indimenticabile, in compagnia degli amici, in un ambiente allegro e familiare a costi accessibilissimi, gustando i piatti della cucina ciociara, la carne locale e argentina, la pizza cotta nel forno a legna, la polenta. Venite a trovarci e la qualità dei nostri piatti, la varietà delle pizze, la genuinità degli ingredienti, vi convinceranno a tornare. Siamo in grado di soddisfare le vostre esigenze anche per cerimonie e banchetti
via Polledrara, 12 - tel. 393/7421963 - Chiuso il lunedì - ampio parcheggio
Dal Patricano PATRICA
Dal Patricano per riscoprire il piacere dei sapori tipici di una volta. Il fiore all’occhiello della cucina è la braceria con tagli di carni nazionali ed estere. Tutti i giorni pollo ruspante alla griglia, fiorentina, filetto, bisonte canadese e black angus statunitense. Eccezionale è il tiramisù del Patricano. Buona la carta dei vini. Ogni giorno è disponibile un menù a partire da 16 euro. Dal Patricano è anche hotel con stanze da sogno da 50 euro
s.s. Monti Lepini km 11,300 - tel. 0775/222459 - www.dalpatricano.it
VEROLI (FR)
9 marzo
SI RINNOVA LA TRADIZIONE DELLA CRESPELLA La crespella fa 50. Domenica 9 marzo, giorno in cui si celebra la santa patrona della frazione di Veroli, Santa Francesca Romana, centinaia di grandi e piccoli abitanti della stessa si trasformeranno in ciociari dell’ottocento, riproponendo per quanti accorreranno scene di vita quotidiana dell’epoca. L’idea venne nel 1965 ad un gruppo di persone della zona che, assieme ai due parroci di allora, don Carmelo e don Giuseppe, decise di riproporre in occasione delle celebrazioni religiose per la santa quelli che erano gli atti abituali dei nostri antenati. Tradizioni che si tramandavano da generazioni, come la scartolocciata, ovvero la festa organizzata dopo la raccolta del granturco, con canti e balli accompagnati dall’organetto. Alla rievocazione è associata la degustazione della crespella, ciambella di pasta di pane zuccherata fritta nell’olio bollente e cosparsa di zucchero che le nostre nonne preparavano in occasione delle ricorrenze più importanti. Sul palco, a fare da sottofondo alle rappresentazioni, gli organetti di Ninitto, della scuola di musica Expressione musica. In contemporanea, nella sala dell’ex-lavatoio, si terrà la mostra mercato di artigianato locale “CrespellArte”, dove sarà possibile acquistare costumi, ciocie, manufatti e tanto altro.
97 FEBBRAIO2014
COSÌ COM’ERA
Luca Sergio
SANITÀ ABBIAMO GIÀ DATO
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a troppo a troppo poco. Quando negli anni ‘80 c’erano in provincia tredici ospedali, di cui ben sei furono opportunamente chiusi e riconvertiti dal centrosinistra e recentemente tre dal centrodestra, i posti-letto per acuti erano più che sufficienti. Al momento, però, la nostra ricettività ospedaliera è ridotta ai minimi termini perché la sua dotazione supera di poco, con i day hospital, i mille posti: ne mancano perciò quasi seicento e questa carenza è una delle cause per cui i pronto soccorso di Frosinone, Cassino e Sora sono costretti a mettere i malati nei corridoi. Un’accoglienza da terzo mondo. A dare una grande mano a questa vergogna è stato lo scandaloso marchingegno delle macroaree, escogitato dalla giunta regionale guidata dall’allora presidente Renata Polverini per non ridurre i troppi posti-letto nelle strutture romane (soprattutto private) di fatto scippandoli alla periferia (in regola o poco sotto la percentuale nazionale prevista). Il nostro territorio è stato illogicamente “aggregato” all’Umberto I e così è sfumato anche il Dea di 2° livello nello “Spaziani”. L’attuale giunta Zingaretti ha previsto la cancellazione delle famigerate macroaree ma finora la promessa non è stata mantenuta: anzi, c’è qualche preoccupazione in merito dal momento che il centrosinistra regionale prosegue assurdamente nelle spoliazioni visto che intende depotenziare il centro trasfusionale di Frosinone, uno dei migliori del Lazio, e la realizzazione dell’elisuperficie nel capoluogo è stata “retrocessa” rispetto a Rieti, rinviandone a chissà quando i lavori. Insomma, sia se governa il centrosinistra o il centrodestra le cose non
cambiano affatto in quanto tutti e due si accaniscono sulla sanità ciociara per favorire sempre quella romana. La colpa principale è dei nostri rappresentanti alla Pisana che, evidentemente, non sanno farsi rispettare. Anche in questo settore che riguarda il bene primario della salute della popolazione. Una vergogna intollerabile. Ora, se c’è da auspicare un collegamento funzionale con l’eccellenza sanitaria romana è quello con il vicino policlinico di Tor Vergata. Anni fa l’idea fu lanciata dall’on. Alberto Volponi e fatta propria dall’Ordine dei medici. Ci furono anche incontri tra il vertice dell’Asl, il rettore dell’Università Lauro e il direttore generale del policlinico Bollero, ma poi tutto svanì a causa delle elezioni regionali 2010. È opportuno riparlare della possibilità di una collaborazione? L’arrivo come dg all’Asl lo scorso 4 febbraio della prof.ssa Isabella Mastrobuono, direttore Il perverso meccanismo sanitario aziendale a Tor delle macroaree Vergata fino al giorno prima, può essere una ha penalizzato il territorio buona occasione per in termini di posti-letto riprendere il discorso interrotto. La nostra pronegli ospedali vincia avrebbe tutto da guadagnarci. ll
Qualche anno fa si propose una collaborazione con Tor Vergata che però rimase sulla carta. Oggi con l’arrivo all’Asl del dg Isabella Mastrobuono il discorso potrebbe essere ripreso
98 FEBBRAIO2014
L’ECO di Pier Paolo
Pier Paolo Segneri
AUTORITÀ E AUTOREVOLEZZA
L’
autorità è il Potere costituito, l’autorevolezza è la forza dell’esempio. L’autorità intimorisce e mette paura, l’autorevolezza trasmette coraggio e libera dalle paure. Sono in tanti a distinguere tra autorità e autorevolezza, ma sono pochi coloro che hanno provato a spiegare i due differenti significati. Eppure la distinzione c’è ed è spesso netta. Infatti, autorità e autorevolezza sono due opposti. Sembrano due parole simili, appaiono quasi come sinonimi e sono, invece, agli antipodi. Del resto, ormai, la dicotomia tra i due vocaboli è entrata nel linguaggio comune, anche se non sempre questa distinzione è chiara, cioè non sempre si riesce a spiegare davvero in cosa consista l’una e in cosa l’altra. Il dialogo e il contraddittorio è il medesimo delle volte passate: da una parte vi è il Potere, dunque l’autorità; dall’altra parte vi è la Forza, con la maiuscola, cioè l’autorevolezza. Ovviamente, vi può essere un’autorità autorevole ma, in tal caso, quando ciò accade, la forza dell’autorevolezza impedisce all’autorità di essere autoritaria e, quindi, la libera dalle spire del Potere. Allo stesso modo, perciò, vi può essere un’autorevolezza autoritaria ma, in questo caso, essa è schiacciata dal predominio del Potere autoritario. Se si guarda alla vita politica della provincia di Frosinone, forse, si riesce a comprendere meglio il discorso. Più cresce l’atteggiamento arrogante, furbo, prepotente, menzognero, dispotico e più la politica perde la propria autorevolezza. Più cresce l’atteggiamento autoritario più diminuisce l’autorevolezza. Accade anche a scuola, quando gli insegnanti sono costretti a colmare il vuoto di autorevolezza, dovuto alla mancanza di un
alto riconoscimento sociale del compito civile e civico che i professori svolgono, sostituendo tale mancanza con un’autorevolezza personale e individuale. Ed è proprio per questo motivo che i professori andrebbero tutti applauditi per l’importante lavoro che svolgono ogni giorno, malgrado tutte le difficoltà della scuola e i limiti delle risorse disponibili. Ma qual è questa differenza di significato tra le due parole? Proviamo a tracciare un profilo dell’una e dell’altra: l’autorità impone, l’autorevolezza propone. Non basta? L’autorità è statica, l’autorevolezza è dinamica. L’autorità è data dal ruolo che si ricopre, l’autorevolezza è data dal carattere e dalle qualità della persona che la interpreta. L’autorità è ciò che incute silenzio, l’autorevolezza è ciò che comunica parola e dialogo. L’autorità pretende il rispetto per sé, l’autorevolezza conquista il rispetto per sé e per gli altri. L’autorità è gerarchica, Due termini spesso l’autorevolezza è liberale. usati in maniera errata: L’autorità è verticismo, l’autorevolezza è profonl’autorità è verticismo dità. L’autorevolezza è una mentre l’autorevolezza lunga pazienza e si conquista con il tempo. è profondità L’autorità non ha tempo né voglia. ll
La confusione dei ruoli e la necessità di ricorrere al “Potere” contribuiscono a generare disordine. Per questo sempre più di frequente l’autorevolezza passa in secondo piano. Basta guardare alla politica…