La bellezza nel mondo - Volume Unico

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La bellezza nel mondo

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Scuola secondaria di primo grado

Corso di religione cattolica

Educazione all’affettività

Didattica cooperativa e ludica

Itinerari di bellezza

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La bellezza nel mondo

Corso di religione cattolica

Com’è fatto il libro

La bellezza nel mondo è il corso che ti accompagnerà per i prossimi tre anni nello studio della religione cattolica. I volumi presentano 5 Unità per ciascuna classe; le Unità sono suddivise in Lezioni: scopriamo come sono organizzati i contenuti.

Unità e Lezioni

Risorse digitali

Cercando la bellezza

Il bello di...

Essere umani

All’inizio di ogni unità, inquadrando il QR code accederai a tutte le risorse digitali del capitolo.

La dimensione spirituale dentro di noi

In questa Unità esploreremo l’origine della religione, focalizzandoci sulle domande che permeano l’essenza umana e sul profondo bisogno di elevarci al di sopra delle cose terrene. Analizzeremo gli elementi distintivi delle religioni, tra rituali, miti e credenze, per scoprire che ciò che ci accomuna tutti è la ricerca del bello, del bene e di una spiritualità che possa guidarci alla pace interiore e collettiva.

Risorse digitali

Le videolezioni interattive sono arricchite da domande che trasformano la visione in un’esperienza di apprendimento attivo.

Uno spazio dedicato a storie, brani musicali, video da guardare con compagne e compagni, per riflettere insieme sulle relazioni e sul mondo che vi circonda.

Imparare ad amarsi

La bellezza è come una strada da scoprire e da seguire per vivere in armonia con il mondo che ci circonda e con gli altri. Il primo passo è imparare a cogliere la bellezza dentro di noi, andando oltre ciò che è visibile e guardando anche all’invisibile.

In classe, cercate in rete la canzone Voilà della cantautrice francese Barbara Pravi, seconda classificata all’Eurovision Song Contest del 2021. Ascoltate il brano e riflettete insieme sul testo dopo aver cercato la traduzione. Di seguito alcuni versi:

Ecco qua, ecco qua, ecco qua, ecco chi sono io Eccomi anche se messa a nudo ho paura, sì Eccomi nel rumore e nel silenzio [...] Vogliatemi bene come a un amico che parte per sempre Voglio che mi si ami, perché io non so amare bene ogni mia forma.

La canzone parla della difficoltà di accettare sé stessi con le proprie imperfezioni e di mostrarsi al mondo senza filtri. Pravi esprime il desiderio di essere amata nonostante le paure e le insicurezze e chiede di essere ascoltata e guardata nella totalità della propria esistenza, nel rumore e nel silenzio, nelle gioie e nelle difficoltà.

Nel fascicolo Itinerari di bellezza: La bellezza nell’anima ITINERARIO 1 La bellezza dentro di noi

Apri il fascicolo Itinerari di bellezza al percorso indicato e scopri tante attività e giochi da svolgere in classe.

della propria esistenza, nelrumo re e nel silenzio, nelle gioie e nelle difficoltà.

Nel fascicolo Itinerari di bellezza: La bellezza nell’anima

ITINERARIO 1 La bellezza dentro di noi

Risorse digitali

I laboratori di intelligenza emotiva ti permetteranno di esplorare le emozioni.

La patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica.

Oriana Fallaci (1929-2006) giornalista e scrittrice

importante è l’arca, l’armadio riccaornato e appoggiato alla parete riGerusalemme, in cui vengono all’interno dei loro preziosi i rotoli della Torah, ossia i cinque libri della Bibbia, e il Taltesto sacro dell’ebraismo.

Risorse digitali

La tradizione nella sinagoga

Gerusalemme e durante l’esilio babiloperdere le proprie tradizioni: fu potersi ritrovare il sabato e nei giorni biblici. villaggio della Palestina, poi, dudiventando il punto di riferimento di ogni

Scritture importante è l’arca, l’armadio riccaornato e appoggiato alla parete riverso Gerusalemme, in cui vengono conservati, all’interno dei loro preziosi contenitori, i rotoli della Torah, ossia i cinque libri della Bibbia, e il Talaltro testo sacro dell’ebraismo.

Ogni Unità è organizzata in Lezioni articolate in paragrafi e approfondimenti, con un ricco apparato iconografico che ti aiuterà nello studio.

Al loro interno le sinagoghe sono spesso riccamente decorate, ma non vi sono immagini sacre, in osservanza al divieto biblico di raffigurare Dio. Le sinagoghe tradizionali si caratterizzano inoltre per la presenza del matroneo, cioè un luogo riservato alle donne, per esempio uno spazio rialzato posto su tre lati dell’edificio oppure una stanza apposita. Questo perché i rabbini, in passato, sostenevano che la presenza delle donne potesse disturbare la concentrazione degli uomini.

Le parole della religione sono spiegate anche attraverso le immagini, per essere comprese da tutti e tutte.

primitiva: le veneri minuscola statuetta, alta solo 11 cm, è una famose sculture risalenti all’Età paleo(23 000-19 000 a.C.). Raffigura una donna un’acconciatura curata, seni grandi larghi, mentre il volto e le bracabbozzati. Ritrovata in Austria, borgo di Willendorf nel 1908, è anche se non è da associare alle dee della bellezza. Questa Venere collegata al culto della Dea Madre ed era un amuleto usato durante i riti favorire la fertilità. La statua è in dipinta di ocra rossa, a significare quindi, la vita.

Approfondimenti

La religiosità mesopotamica: Ishtar Ishtar era la divinità femminile più importante nella civiltà assirobabilonese. Dea dell’amore e della guerra, deriva dalla dea sumera Inanna, identificabile con la Madre Terra e dea della fecondità. Il suo culto si diffuse in Mesopotamia e in tutta l’Asia Occidentale diventando la personificazione della fertilità e della maternità. AIshtar era dedicata una delle otto porte di Babilonia. Possiamo trovarla rappresentata con le ali o assieme a gufi, a ricordo del suo viaggio nell’Oltretomba, oppure con uno o due leoni, che comunicano regalità. Oltre alle armi, in mano solitamente ha un listello e un anello, simboli di potere e comando.

Inquadrando il QR code potrai esplorare i luoghi di culto più da vicino e in modalità interattiva, scoprendo le informazioni principali sulla struttura.

GLOSSARIO

Rabbino: dall’ebraico rabbi, «mio maestro», è il capo spirituale di una comunità ebraica.

LO STATO ITALIANO E LE COMUNITÀEBRAICHE

La tradizione nella sinagoga

Anche la casa rappresenta per gli ebrei un luogo di culto, una sorta di piccolo tempio domestico: molte celebrazioni religiose, per esempio il pasto rituale del sabato o la cena di Pèsach, si svolgono intorno alla tavola dove la famiglia si riunisce.

La religiosità in Egitto: Iside Iside, dea della magia, della fertilità e della maternità, è raffigurata con il corpo avvolto da una tunica lunga fino alle caviglie. Era la moglie di Osiride, dio dei morti, e madre del dio falco Horo. Dopo la morte del suo sposo, provocata dalla gelosia del dio Seth, l’unica preoccupazione di Iside fu il benessere del figlio che portava in grembo. Il suo amore materno divenne proverbiale: venne infatti chiamata «grande madre» ed è raffigurata spesso in trono mentre allatta il piccolo Horo. Spesso è rappresentata con in testa due corna di mucca che reggono il disco del sole oppure con le ali. Possono essere presenti alcuni animali come il nibbio o il cobra, e attributi come la luna e il fiore di loto.

I rapporti tra l’Italia e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane sono regolati dalle disposizioni dell’Intesa, stipulata il 27 febbraio 1987, in cui all’art. 2 si legge: «In conformità ai princìpi della Costituzione, è riconosciuto professare e praticare liberamente la religione ebraica in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubbli-

La patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica. Oriana Fallaci (1929-2006) giornalista e scrittrice

La tradizione nella sinagoga

Al loro interno le sinagoghe sono spesso riccamente decorate, in osservanza al divieto biblico di raffigurare Dio. Le sinagoghe tradizionali si caratterizzano inoltre per la presenza del cioè un luogo riservato alle donne, per esempio uno spazio rialzato posto su tre lati dell’edificio oppure una stanza apposita. Questo perché i passato, sostenevano che la presenza delle donne potesse disturbare la concen rappresenta per gli ebrei un luogo di culto, una sorta di piccolo tempio domestico: molte celebrazioni religiose, per esempio il pasto rituale del sabato o la cena di Pèsach si svolgono intorno alla tavola dove la famiglia si riunisce.

Acoppie, cercate su internet il sito dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI), scegliete alcune sinagoghe d’Italia tra quelle elencate ed esploratele attraverso i tour virtuali proposti. UNITÀ 2 EDUCAZIONE CIVICA

Al loro interno le sinagoghe sono spesso riccamente decorate, ma non vi sono immagini sacre, in osservanza al divieto biblico di raffigurare Dio. Le sinagoghe tradizionali si caratterizzano inoltre per la presenza del matroneo cioè un luogo riservato alle donne, per esempio uno spazio rialzato posto su tre lati dell’edificio oppure una stanza apposita. Questo perché i rabbini in passato, sostenevano che la presenza delle donne potesse disturbare la concentrazione degli uomini.

Nel territorio in cui vivi c’è una comunità ebraica? Svolgi una ricerca e raccogli informazioni sulla sua storia.

LO STATO ITALIANO E LE COMUNITÀ EBRAICHE

1. Osserva il dipinto egizio in foto: quale tra le due figure è la dea Iside? Quali elementi ti hanno permesso

I percorsi attivi di queste pagine speciali ti guideranno nella comprensione dei messaggi dell’arte e nella riflessione sul rapporto tra ispirazione artistica e religione.

I rapporti tra l’Italia e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane sono regolati dalle disposizioni dell’Intesa, stipulata il 27 febbraio 1987, in cui all’art. 2 si legge: «In conformità ai princìpi della Costituzione, è riconosciuto il diritto di professare e praticare liberamente la religione ebraica in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto e i riti».

APPRENDIMENTO COOPERATIVO Ricerca in rete

Nel territorio in cui vivi c’è una comunità ebraica? Svolgi una ricerca e raccogli informazioni sulla sua storia.

Menti attive

Ricerca in rete

APPRENDIMENTO COOPERATIVO

Le lezioni sono ricche di spunti di riflessione, per stimolare la curiosità, coltivare il dialogo interreligioso e approfondire le tematiche dell’educazione civica.

Anche la casa rappresenta per gli ebrei un luogo di culto, una sorta di piccolo tempio domestico: molte celebrazioni religiose, per esempio il pasto rituale del sabato o la cena di Pèsach, si svolgono intorno alla tavola dove la famiglia si riunisce.

Alla fine di ogni lezione potrai fissare i concetti appresi con una breve verifica oppure cimentarti in attività cooperative insieme alle compagne e ai compagni, attraverso brainstorming, ricerche in rete, dibattiti

LO STATO ITALIANO E LE COMUNITÀEBRAICHE I rapporti tra l’Italia e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane sono regolati dalle disposizioni dell’Intesa stipulata il 27 febbraio 1987, in cui all’art. 2 si legge: «In conformità ai princìpi della Costituzione, è riconosciuto il diritto di professare e praticare liberamente la religio-

Immergiti negli episodi biblici come in una graphic novel e rielabora i contenuti insieme alla classe tramite compiti di realtà e attività creative.

Acoppie, cercate su internet il sito dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI), scegliete alcune sinagoghe d’Italia tra quelle elencate ed esploratele attraverso i tour virtuali proposti.

EDUCAZIONE CIVICA
LEZIONE 14 - La sinagoga
Scopri e Rifletti
Esplora la sinagoga sul Libro digitale
Scopri e Rifletti
Struttura di una sinagoga.
Esplora la sinagoga sul Libro digitale

Ripasso e verifica delle conoscenze

Ripassa l’unità svolta e preparati alla verifica in queste pagine pensate per la didattica inclusiva.

1 Indica con una crocetta le domande sul senso della vita. A Che cosa mangerò?

2 Abbina ciascuna immagine alla religione antica a cui appartiene.

Religione degli Egizi. Religiosità della Preistoria. Religione dei popoli della Mesopotamia.

3 Cerchia i nomi delle tre grandi religioni monoteiste. Egizi Ebraismo Cristianesimo Preistoriche Mesopotamica Romani

4 Scrivi la definizione delle seguenti espressioni.

a. Potere temporale: b. Potere spirituale:

5 Collega con una freccia il tipo di religione al suo significato.

Educazione civica

a. Religioni naturali b. Religioni rivelate c. Religioni monoteiste d. Religioni politeiste

Al termine di ciascuna classe si affrontano i temi dell’educazione civica e dell’Agenda 2030, con lavori di gruppo e compiti autentici

E

CIVICA LABORATORIO DI

Ficus religiosa : un albero per tre religioni

NEL BUDDHISMO

L’albero della Bodhi occupa un ruolo centrale nella spiritualità buddhista: seduto ai suoi piedi Siddharta Gautama raggiunse l’illuminazione, divenendo il Buddha. Questo albero venerato simboleggia la profonda saggezza e la realizzazione spirituale.

NELL’ISLAM Nel Corano l’albero di fico viene menzionato in diversi contesti e simboleggia la protezione, la prosperità e la pace. È spesso interpretato come un riferimento all’unicità di Allah e alla sua creazione.

NELL’INDUISMO

All’interno della tradizione induista è conosciuto come ashvattha e riveste un profondo significato spirituale: rimanda infatti ai concetti di eternità e immortalità. Nel poema religioso indiano Bhagavad Gita viene descritto come un albero capovolto, con le radici rivolte verso il cielo e i rami sparsi sulla terra, rappresentando così l’interconnessione tra il divino e il terreno.

Verifica le conoscenze apprese nell’unità.

Rifletti ed esprimi la tua opinione sui temi dell’unità, per sviluppare il pensiero critico

V F b. Le Veneri rappresentavano la fecondità. V F c. Il Pantheon è un luogo di culto. V F d. Le pitture nelle pareti delle caverne avevano solo funzione di abbellimento. V F e. Le sepolture dei popoli del Paleolitico fanno pensare a un’idea dell’aldilà. V F f. Le divinità delle antiche civiltà erano solo antropomorfe.

F

1. Quando è l’essere umano che crea la religione.

2. Quando si crede in tante divinità. 3. Quando si crede in un solo Dio.

LABORATORIO DI

La vita delle divinità era spesso simile a quella degli esseri umani.

F 7 Per ogni elemento che fa parte della struttura di una religione fai un esempio tratto dalle religioni antiche che hai studiato.

Divinità:

Luoghi di culto:

8 Qual è il ruolo condiviso da ebrei, cristiani e musulmani

Persone sacre:

Quando è il dio che si rivela.

E DUCAZIONE CIVICA

E DUCAZIONE CIVICA

AGENDA 2030

OBIETTIVO 15

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.

Alberi e spiritualità

L’importanza ecologica, sociale e spirituale delle piante

Gli alberi hanno svolto un ruolo fondamentale nella vita dell’essere umano sin dall’alba dei tempi, fornendo cibo, ossigeno, legname e risorse essenziali per la sopravvivenza. Tuttavia, la loro importanza va ben oltre l’aspetto pratico, poiché in molte tradizioni spirituali gli alberi sono venerati e considerati sacri. Nell’ambito delle religioni, gli alberi hanno assunto un significato simbolico profondo, rappresentando la vita, la saggezza, la rinascita e la connessione con il divino

MONACI SUGLI ALBERI

Nell’antichità, monaci che sceglievano di vivere su

giunzioni familiari e anche per sanare controversie civili. Non mancarono le donne, chiamate stilitisse, sebbene più tardi questa forma di ascesi venne loro vietata canonicamente.

Cerca su internet altre informazioni su questa forma di monachesimo.

Qual era il significato simbolico del vivere sugli alberi e sui pilastri?

Perché alle stilitisse fu vietato?

Nella Bibbia si trovano tantissimi riferimenti alle piante, ognuna caratterizzata da un significato specifico; scopriamone alcuni.

Eresse il sacrario nel tempio, nella parte più interna, per collocarvi l’arca dell’alleanza del Signore. [...] Lo rivestì d’oro purissimo e vi eresse un altare di cedro

Simeone Stilita il Vecchio e Simeone Stilita il Giovane 1699, icona greco ortodossa, Museo delle icone, Francoforte sul Meno (Germania). 1 Quali similitudini

Guardiani verdi della comunità Immaginate che la vostra classe sia stata incaricata di valorizzare un’area verde nella vostra città che necessita di cure e attenzioni. Insieme all’insegnante, identificate l’area verde su cui volete lavorare.

Non temete, animali selvatici, perché i pascoli della steppa hanno germogliato, perché gli alberi producono i frutti, la vite e il fico danno le loro ricchezze. (Gioele 2, 22)

Occorrente: cartelloni, materiale scolastico, supporti informatici Luogo: classe Tempo: 2 ore

1 FASE - Pianificazione del progetto A piccoli gruppi, pianificate un progetto di miglioramento dell’area verde che avete individuato. Il progetto potrà includere attività come la pulizia, la piantagione di nuovi alberi o piante, la creazione di cartelli educativi sull’importanza della natura, sugli aspetti simbolici delle piante nella cultura e nelle religioni. Un consiglio: individuate nuove idee attraverso un brainstorming. 2a FASE – Definizione delle attività Ogni gruppo si occuperà di un’attività, descrivendo attentamente

guanti, sacchi per la spazzatura ecc.) e le azioni concrete da svolgere (rimozione dei rifiuti e delle erbacce, smaltimento dei rifiuti raccolti ecc.); • piantagione di nuovi alberi: scegliete le piante con cui desiderate rendere più verde l’area e realizzate una piantina che identifichi dove piantare ogni albero e pianta; • creazione di cartelli educativi: approfondite l’importanza delle piante scelte dal punto di vista ecologico e il loro significato simbolico nelle diverse culture e religioni, poi progettate cartelli informativi che siano chiari e accattivanti.

Il 21 novembre è la Giornata mondiale dell’albero. Per saperne di più

tre religioni? Indicatene alcune.

Il FICO, tra le sette piante della Terra Promessa Il fico è una pianta molto antica, comparsa in Asia occidentale circa cinquemila anni fa. È stata importante per l’alimentazione e la sopravvivenza di popolazioni mediterranee come Egizi, Greci e Romani. Il frutto del fico, consumato fresco o secco, era essenziale durante i viaggi, mentre le foglie offrivano riparo dal sole. Oltre a fornire cibo, la pianta

Il CEDRO, albero del paradiso terrestre Originario della Cina e dell’India meridionale, il cedro fu introdotto nell’area mediterranea molto tempo prima dell’era cristiana. La pianta era nota per la sua bellezza e per i frutti di notevoli dimensioni. Fu il primo agrume coltivato in Israele. Durante Sukkot, la Festa delle capanne, gli Ebrei realizzano il lulav, un mazzo con fronde di palma, mirto, salice e

L’OLIVO, L’olivo è rea mediterranea della Palestina. di Gerusalemme, gnificativi

Nella Bibbia, fecondità: l’olio da labro nel e per santificare cristianesimo, mo è il crisma cresima

La foglia tata dalla diluvio.

Religione dei Greci. Religione dei Romani. Religiosità della Preistoria.
Religione dei Greci. Religione degli Egizi. Religione dei Romani.
Gli alberi nella Bibbia
E la colomba aveva nel
Scopri e Rifletti
COMPITO AUTENTICO

Approfondimenti

Approfondimenti

Classe 2a

Il

di… Conoscere la Chiesa delle origini

Il bello di… Scoprire religioni e identità

1 La bellezza nel mondo

UNITÀ 1 Il bello di… Essere umani

UNITÀ 2 Il bello di… Una voce che chiama

UNITÀ 3 Il bello di… Una storia infinita

UNITÀ 4 Il bello di… Un Dio che si fa umano

UNITÀ 5 Il bello di… Predicare con coraggio

LABORATORIO DI INTELLIGENZA EMOTIVA

Scopri, sul libro digitale, i laboratori di intelligenza emotiva collegati alle Unità

UNITÀ 1 Benedire

UNITÀ 2 Fiducia

UNITÀ 3 Compassione ed empatia

UNITÀ 4 Abbraccio

UNITÀ 5 Coraggio

Il bello di...

Conoscersi per la prima volta

Quando incontriamo qualcuno per la prima volta, è importante ascoltare con attenzione e mostrare apertura e curiosità verso la persona che abbiamo di fronte. Da una nuova conoscenza possono nascere relazioni importanti e il primo incontro è l’occasione per costruire basi solide di fiducia e rispetto.

UN GIOCO PER CONOSCERCI

Conoscersi in maniera autentica significa comprendere le sfaccettature uniche di ogni individuo. Attraverso la conoscenza, possiamo apprezzare le diverse prospettive, esperienze e sfide di vita degli altri, promuovendo un ambiente di comprensione e accoglienza. Spesso la timidezza e la paura, legate a un po’ di imbarazzo nell’avvicinarci a una persona che ancora non conosciamo, ci portano a dare giudizi che si basano solo su come ci appare. Proviamo a riflettere insieme sull’importanza di conoscere le persone prima di giudicarle e sulle emozioni che possono scaturire dall’essere giudicati.

Presentazione in cerchio

Spostate i banchi in modo da creare spazio in classe per disporvi in cerchio. Assicuratevi di avere con voi carta e penna, per appuntarvi le storie delle compagne e dei compagni o i vostri pensieri.

A turno, alzatevi e presentatevi nel modo che preferite.

FASE 2

Feedback dalla classe

In questa fase, potete esprimere il vostro parere sul modo di presentarsi e sugli interessi espressi da ciascuno.

Prendete appunti sui feedback che ricevete da compagne e compagni.

Se in classe ci sono persone che conoscete già dalla scuola primaria, potete esprimere il vostro parere basato sulle esperienze vissute insieme.

FASE 1

Viviamo in un mondo pieno di distrazioni, quindi mostrare vero interesse verso la persona con cui si sta parlando è un segno di rispetto. Quando incontri qualcuno per la prima volta, ti concentri davvero su di lui o lei o spesso ci sono altre cose che ti distraggono?

Cosa potresti fare per mostrare vero interesse verso le nuove persone che incontri?

Prova a fissare qui qualche pensiero.

FASE 3

Riflessioni personali

Provate ora a descrivere le sensazioni e le emozioni provate durante il gioco, appuntandole sul vostro foglio. Chi se la sente, può condividerle con la classe.

FASE 4

Discussione finale

Avviate infine una breve discussione di gruppo con l’aiuto dell’insegnante. Riflettete sul gioco che avete appena svolto e condividete le vostre opinioni sul giudizio, sul processo di conoscenza e sull’impatto dell’essere giudicati.

La religione intorno a noi

Tante sono le tracce della religione intorno a noi: passeggiando per le vie di un paese o una città è facile incontrare chiese, campanili, edicole votive, nomi di luoghi, di strade o di attività che rimandano al cristianesimo, la religione che fin dalle sue origini ha avuto un legame molto stretto con l’Italia. A Roma, infatti, giunsero gli apostoli Pietro e Paolo pochi anni dopo la morte e risurrezione di Gesù; qui sono stati martirizzati e sepolti e nei luoghi in cui riposano le loro spoglie sono sorte importanti basiliche. Oggi nelle città italiane non mancano elementi e testimonianze riconducibili anche ad altre religioni, come sinagoghe, moschee e templi.

Leggi attentamente le descrizioni degli edifici e collegale alle foto corrispondenti, riportando i numeri nei localizzatori sulla mappa della città di Roma. 1

1

CHIESA

Luogo di culto dei cristiani dove si celebra la liturgia. Le chiese presentano forme architettoniche diverse, a seconda dell’epoca di costruzione. All’interno sono ricche di dipinti, sculture e opere che raccontano la storia del cristianesimo e della devozione popolare.

Nella foto: chiesa di Santa Maria del Popolo.

CAMPANILE

Struttura architettonica a forma di torre sulla cui sommità sono collocate le campane, che invitano i fedeli alla preghiera. Può essere costruito sulla chiesa stessa o isolato dall’edificio religioso.

Nella foto: campanile della Chiesa di Santa Maria Maggiore. 2

3

EDICOLA VOTIVA

Piccolo edificio utilizzato per collocarvi statue o immagini sacre. La sua forma è spesso caratterizzata da due colonne che sorreggono la copertura (frontone). Questa piccola architettura sacra era già in uso in epoca romana.

Nella foto: edicola dell’Incoronazione della Vergine.

4

SINAGOGA

Luogo di riunione della comunità ebraica per lo studio dei testi sacri e la celebrazione della liturgia e delle feste. Al contrario della chiesa per i cristiani, la sinagoga non è un edificio sacro per gli ebrei. All’interno non si trovano dipinti o sculture poiché è proibita la realizzazione di immagini della divinità.

Nella foto: Tempio Maggiore di Roma.

5

MOSCHEA

Luogo di culto della religione musulmana, destinato alla preghiera e allo studio dei testi sacri. L’architettura delle moschee varia in base alle aree geografiche ma presenta alcuni elementi distintivi, come il minareto (torre simile al campanile cristiano) e, a volte, la mezzaluna.

Nella foto: Grande Moschea di Roma.

Spesso non ce ne accorgiamo ma i segni della religione sono davvero presenti nella nostra quotidianità, persino nel nostro abbigliamento!

Il fatto che questi simboli religiosi siano rintracciabili nei contesti più disparati – dalla musica all’arte, alla pubblicità o, ancora, nei tatuaggi e nei gioielli che indossiamo – evidenzia l’importanza che il mondo delle religioni ha avuto e continua ad avere nelle varie culture del mondo. Ma quando vediamo queste immagini, o addirittura le indossiamo, le riconosciamo? E siamo consapevoli della loro origine e del loro significato?

Con l’aiuto dell’insegnante, attribuite a ciascuna immagine la didascalia corretta tra le seguenti, inserendo il numero corrispondente nel quadratino bianco.

1. Murales di Jorit Agoch raffigurante san Gennaro, a Forcella (Napoli). 2. Ciondolo con la stella di David, simbolo sacro ebraico. 3. Insegna di una farmacia. 4. La rapper BigMama indossa una collana a forma di croce. 5. Tatuaggio raffigurante la cosiddetta «mano di Fatima», simbolo religioso per ebrei e musulmani. 6. Orecchino con l’Om, sillaba sacra induista. 7. T-shirt con una rappresentazione grafica di Buddha.

Perché parlare di religione a scuola?

Conoscere per comprendere e rispettare

La religione lascia un segno profondo nella vita di un popolo, tanto che non si può studiare una società, una cultura, l’essere umano, senza tenere conto della dimensione religiosa.

Studiare religione a scuola significa avere la possibilità di riflettere sul senso della vita, poter dare risposte a domande che da sempre interrogano il cuore di ogni essere umano. Significa prendere coscienza che conoscere le religioni facilita la comprensione delle culture. In un momento come quello che stiamo vivendo, in cui la convivenza con persone di diverse religioni è sempre più un fatto comune, diventa indispensabile conoscere per rispettare e quindi instaurare un clima di dialogo e di pace.

Cristianesimo cattolico

Ateismo e agnosticismo

Islamismo

Cristianesimo ortodosso

Cristianesimo protestante

Testimoni di Geova e altre religioni cristiane

Buddhismo

Nell’ora di religione potrai inoltre conoscere profondamente la cultura italiana, che da duemila anni si arricchisce di contenuti e di valori cristiani.

Altro

Induismo

Altre religioni orientali Ebraismo

La religione cristiana cattolica, in particolare, ha lasciato segni importanti come edifici, opere artistiche, feste, tradizioni e valori che aspettano di essere conosciuti e apprezzati anche da te.

Scopri e Rifletti

LE RELIGIONI IN ITALIA

Nel grafico sono rappresentate le religioni presenti in Italia e la loro distribuzione tra la popolazione.

Cristianesimo cattolico

Ateismo e agnosticismo

Islamismo

Cristianesimo ortodosso

Cristianesimo protestante

Testimoni di Geova e altre religioni cristiane

Buddhismo

Altro

Induismo

Altre religioni orientali

Ebraismo

Quante di queste religioni conosci? In quali occasioni ne hai sentito parlare?

Grafico realizzato unendo i dati Ipsos, Cesnur e Doxa delle religioni professate in Italia a inizio 2019. Fonte: italiaindati.com

Un dialogo che ci arricchisce

Scegliere di avvalersi dell’insegnamento della religione a scuola permette, come già accennato, anche di dialogare e confrontarsi in una realtà multiculturale e multireligiosa come quella che si sta delineando nella nostra società: è fondamentale conoscere bene tradizioni, cultura e religione che hanno segnato le radici dell’Italia e contemporaneamente volgere lo sguardo anche ad altre culture e religioni per essere in grado di dialogare con esse. Tutto questo può diventare, per ognuno, motivo di

Bellezza nella diversità

arricchimento e di apertura all’accettazione dell’altro, per comprenderlo meglio e rispettarlo.

L’insegnamento della religione in questo senso diventa una preziosa opportunità culturale e educativa, perché permette anche di mettersi in dialogo con tutte le altre discipline del percorso scolastico. Inoltre, è l’occasione per confrontarsi con la vita di ogni giorno, imparando ad affrontare le grandi domande che essa pone, cercando di trovare una strada per vivere in modo sereno.

Oggi gli Stati e le società civili avvertono sempre più l’esigenza di un confronto costruttivo e pacifico tra soggetti e comunità portatrici di diverse visioni. A questo proposito ricordiamo le numerose iniziative di incontro e dialogo interreligioso portate avanti da papa Francesco e dai suoi predecessori: in queste occasioni i leader religiosi del pianeta ragionano insieme e pregano per la pace nel mondo

Dividetevi in gruppi da tre o quattro persone. Immaginate di dover fare da guida ad amiche o amici che non hanno mai visitato la vostra città. Individuate su una mappa i luoghi che hanno a che fare con la religione e tracciate un itinerario da far percorrere ai visitatori e alle visitatrici.

Menti attive

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Il bello di...

Essere umani

La dimensione spirituale dentro di noi

In questa Unità esploreremo l’origine della religione, focalizzandoci sulle domande che permeano l’essenza umana e sul profondo bisogno di elevarci al di sopra delle cose terrene. Analizzeremo gli elementi distintivi delle religioni, tra rituali, miti e credenze, per scoprire che ciò che ci accomuna tutti è la ricerca del bello, del bene e di una spiritualità che possa guidarci alla pace interiore e collettiva.

Cercando la bellezza

Imparare ad amarsi

La bellezza è come una strada da scoprire e da seguire per vivere in armonia con il mondo che ci circonda e con gli altri. Il primo passo è imparare a cogliere la bellezza dentro di noi, andando oltre ciò che è visibile e guardando anche all’invisibile.

In classe, cercate in rete la canzone Voilà della cantautrice francese Barbara Pravi, seconda classificata all’Eurovision Song Contest del 2021. Ascoltate il brano e riflettete insieme sul testo dopo aver cercato la traduzione. Di seguito alcuni versi:

Ecco qua, ecco qua, ecco qua, ecco chi sono io Eccomi anche se messa a nudo ho paura, sì Eccomi nel rumore e nel silenzio […] Vogliatemi bene come a un amico che parte per sempre Voglio che mi si ami, perché io non so amare bene ogni mia forma.

La canzone parla della difficoltà di accettare se stessi con le proprie imperfezioni e di mostrarsi al mondo senza filtri. Pravi esprime il desiderio di essere amata nonostante le paure e le insicurezze e chiede di essere ascoltata e guardata nella totalità della propria esistenza, nel rumore e nel silenzio, nelle gioie e nelle difficoltà.

Nel fascicolo Itinerari di bellezza :

La bellezza nell’anima

ITINERARIO 1 | La bellezza dentro di noi

Dall’emozione alla religione

Perché nasce il senso religioso

GLOSSARIO

Sacro: deriva dal latino sacer e indica tutto ciò che è collegato o dedicato alla divinità.

Rito: cerimonia di un culto religioso che segue precise norme.

Da sempre l’essere umano non si accontenta di soddisfare i propri bisogni materiali come mangiare, vestirsi, avere un riparo. La sua capacità di ragionare lo porta a riflettere sul senso della vita e a porsi tante domande. Si spalanca così una dimensione più spirituale e religiosa. È la dimensione del sacro, legata al senso del mistero che da sempre affascina l’essere umano perché lo pone di fronte al desiderio di infinito.

Forse è capitato anche a te di provare emozioni intense ammirando un tramonto, un panorama e scoprendo la capacità di meravigliarti di fronte a tanta bellezza. Le emozioni forti portano il cuore a porsi domande e a cercare risposte spesso non facili.

Anche le civiltà più antiche hanno provato questi sentimenti e spesso hanno trovato risposte nella relazione con una potenza superiore, dalla quale sono nati preghiere e riti che permettono all’essere umano di entrare in contatto con la divinità

Divinità, riti e preghiere sono gli elementi che formano la religione, un’esperienza che gli esseri umani di tutti i tempi hanno condiviso, sia pure con tante differenze.

DOVE VADO? DA DOVE VENGO?

CHI SONO?

QUAL È LO SCOPO DELLA MIA VITA?

COSA C’È DOPO LA MORTE?

Una domanda è come un coltello che squarcia la tela di un fondale dipinto per permetterci di dare un’occhiata a ciò che si nasconde dietro.

Milan Kundera (1929-2023) scrittore e poeta ceco

Che cosa significa «religione»?

La parola religione ha fatto e fa ancora discutere storici e studiosi. Alcuni ritengono che il termine latino religio derivi dal verbo religare («legare, fissare, annodare») perché riferito al legame tra l’essere umano e Dio attraverso il culto; altri suppongono invece che derivi da relegere («cercare, guardare con attenzione, avere riguardo»), come invito all’osservanza scrupolosa delle pratiche di culto. Numerosi sono i criteri che si possono stabilire per classificare le religioni, ma è importante innanzitutto distinguere tra:

• religioni politeiste, in cui le diverse forze della natura, come aria, acqua, fuoco, necessarie alla vita degli esseri umani, sono considerate altrettante divinità da adorare;

• religioni monoteiste, i cui credenti confidano nell’esistenza di un solo Dio.

Bellezza nella diversità

Nel corso dei secoli gli esseri umani hanno cercato nelle religioni la risposta agli interrogativi più profondi del loro cuore.

Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell’uomo: la natura dell’uomo, il senso e il fine della nostra vita, il bene e il peccato, l’origine e lo scopo del dolore, la via per raggiungere la vera felicità, la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte, infine l’ultimo e ineffabile mistero che circonda la nostra esistenza, donde noi traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo.

(Concilio Vaticano II, Nostra aetate, n. 1).

Menti attive

Elenca almeno tre domande sul senso della vita.

All’alba della civiltà

Nasce il senso religioso

GLOSSARIO

Paleolitico: dal greco palaiòs, «antico», e lìthos, «pietra», ossia «età della pietra antica». Indica un’epoca storica compresa tra 2,5 milioni e 10 000 anni fa.

FOTO GLOSSARIO

Il senso religioso si manifestò già nei primi ominidi del Paleolitico, anche se in questo periodo non erano ancora presenti pratiche religiose ben precise. Nonostante ciò, sono giunti sino a noi segni di una religiosità primitiva, caratterizzata da graffiti realizzati sulle pareti delle grotte, e piccole statuette, dette veneri, che rappresentavano la fecondità del corpo femminile. Inoltre sono stati rinvenuti resti di sepolture, intorno alle quali gli archeologi hanno trovato suppellettili utili nella vita quotidiana, che fanno pensare che già si avesse l’idea di una forma di vita nell’aldilà simile a quella terrena. Le pareti delle caverne erano decorate con incisioni e pitture che avevano una funzione propiziatoria per favorire il buon esito della caccia. Si pensa inoltre che queste caverne decorate fossero utilizzate come santuari, dato che i soggetti rappresentati sulle pareti si trovavano nella parte più interna della grotta, assumendo così un significato simbolico.

Bellezza nella diversità

L’essere umano ha sempre manifestato la necessità di rappresentare le forze della natura e le divinità con le immagini. Questo avviene ancora oggi nelle religioni, ma con due importanti eccezioni: gli ebrei e i musulmani non possono rappresentare con immagini il proprio Dio. Ciò tuttavia ha stimolato presso gli Arabi forme artistiche di grande pregio dette «arabeschi», legate alle figure geometriche o alla calligrafia.

Veneri: statuette legate al culto della «Dea Madre» o «Madre Terra».
Rinoceronti e cavalli, 30 000 a.C., pitture rupestri, Grotta di Chauvet, Francia.

La fede nell’esistenza di Dio e la negazione dell’esistenza di Dio hanno un punto in comune: il desiderio di Dio.

Michelangelo Buonarroti (1475-1564) scultore, pittore e architetto

Le religioni delle civiltà antiche

Nel Neolitico (tra 8000 e 5000 anni fa), in Mesopotamia e in Egitto erano fiorite civiltà caratterizzate dalla rivoluzione urbana e dall’invenzione della scrittura. Tali civiltà erano politeiste, cioè affermavano l’esistenza di diverse divinità, le quali potevano essere:

• antropomorfe (dal greco ànthropos, «uomo», e morphé, «forma»), cioè avevano sembianze umane;

• zoomorfe (dal greco zòon , «animale», e morphé , «forma»), cioè con forma e aspetto animale.

La vita delle divinità assomigliava a quella degli esseri umani che, a loro volta, dovevano conquistarsi il loro favore attraverso riti che spesso coinvolgevano tutta la comunità. In queste civiltà la religione diventò sempre più un fenomeno organizzato, caratterizzato da elementi comuni: divinità, luoghi di culto, persone sacre, miti, riti e testi sacri.

GLOSSARIO

Neolitico: dal greco nèos, «nuovo», e lìthos, «pietra», ossia «età della nuova pietra».

Scopri e Rifletti

IL CULTO DEI GATTI NELL’ANTICO EGITTO

Gli antichi Egizi addomesticarono i gatti per tenere sotto controllo la proliferazione dei topi nei granai lungo il delta del Nilo. Con il tempo, i gatti divennero onnipresenti in case, templi e edifici, e tenuti in grande considerazione. Quando un gatto moriva, il proprietario si rasava le sopracciglia in segno di lutto e rispetto verso la dea Bastet, il cui culto era strettamente legato ai gatti. La legge egizia proteggeva i gatti, vietando di far loro del male o di trasferirli al di fuori del regno dei faraoni, con la pena di morte per chi violava tali norme.

Ti sembra che oggi ci sia rispetto per gli animali? Da cosa lo capisci?

A coppie, fate una ricerca sulle divinità zoomorfe egizie più famose, come il dio Horus con testa di falco, la dea Bastet con testa di gatto, o il dio Sobek con la testa di coccodrillo. Cercate informazioni sul ruolo di queste divinità nella mitologia egizia, il loro aspetto fisico e i loro attributi. Poi scegliete una divinità, disegnatela e scrivete una piccola didascalia. Infine, create un cartellone in classe con i vostri disegni.

LEZIONE

Il faraone Ramses I tra Horus (a sinistra) e Anubi (a destra), 1290 a.C., affresco. Luxor, Valle dei Re, Tomba di Ramses I.
Menti attive Competenze

Divinità e persone sacre 3

Dèi e dee

Quando si parla di religione, il primo elemento che la caratterizza è la fede in un dio, termine che indica un’entità superiore dalla potenza straordinaria. I nomi per invocare la divinità variano nelle diverse culture religiose. Le religioni delle antiche civiltà erano prevalentemente politeiste e riunivano le loro divinità in un pantheon, ovvero l’insieme di tutti gli dèi. Le principali civiltà in cui si sviluppò questo tipo di religione furono, oltre a quella egizia e a quella mesopotamica, anche la civiltà greca e quella romana.

La maggiore testimonianza della religione greca è rappresentata dai numerosi santuari e templi dedicati alle principali divinità: Atena, Apollo, Zeus, Era e Afrodite. Gli dèi, secondo i Greci, abitavano sull’Olimpo, il monte più alto di tutta la Grecia, e venivano spesso onorati anche con statue maestose, riposte all’interno degli edifici di culto. I Greci nutrivano timore nei confronti degli dèi, che venivano rappresentati con sembianze umane e dell’essere umano assumevano anche i comportamenti.

Il monte Olimpo, la montagna più alta della Grecia.

Scopri e Rifletti

LE DIVINITÀ GRECHE

La civiltà greca influenzò notevolmente quella romana che, oltre alle opere artistiche e letterarie, importò anche alcuni usi e costumi religiosi.

Grazie alle testimonianze artistiche e letterarie siamo in grado di ricostruire le caratteristiche delle divinità greche. In particolare, ognuna di esse aveva un attributo, cioè un oggetto specifico (o più di uno) che simboleggiava i suoi poteri. Per esempio, Apollo, dio della poesia, era spesso rappresentato con uno strumento musicale, la lira.

A coppie, svolgete una ricerca su una divinità del pantheon greco, a scelta tra Zeus, Era, Artemide, Afrodite, Atena, Ermes e Poseidone. In particolare, cercate i suoi attributi e una sua raffigurazione, per esempio una statua o un dipinto. Poi raccogliete le informazioni in un identikit della divinità che avete scelto.

Statua di Apollo, copia romana da un originale ellenistico, I sec. a.C., Museo Nazionale Romano, Roma.

La fede, così come l’amore, non passa attraverso la ragione.

Hermann Hesse (1877-1962) scrittore e filosofo tedesco

I sacerdoti

Con l’affermarsi di divinità forti e potenti si avvertì il bisogno di mediatori, cioè persone sacre che avessero un rapporto diretto con la divinità e aiutassero il resto del popolo a capirne il volere: i sacerdoti. Il primo a ricoprire il ruolo di sacerdote fu il re. Successivamente i poteri vennero divisi: da un lato il potere temporale (che riguardava l’amministrazione delle cose terrene), dall’altro il potere spirituale (che riguardava la cura delle anime). Il primo rimase in mano al re, il secondo venne invece affidato al sacerdote.

Nell’antico Egitto il ruolo dei sacerdoti era ereditario e la loro era una casta chiusa. Essi si occupavano di offrire acqua, incenso e cibo alle statue degli dèi, dei quali curavano le necessità. Presso gli antichi Romani, invece, i sacerdoti guidavano le cerimonie pubbliche ed erano divisi a seconda dei doveri a loro affidati. Gli àuguri, per esempio, avevano il compito di interpretare la volontà degli dèi attraverso l’osservazione del volo degli uccelli, in particolare la direzione e il tipo di versi che emettevano. Gli aruspici, invece, interpretavano i segni divini attraverso l’analisi delle interiora degli animali sacrificati, specialmente del fegato.

1. Il pantheon è:

A la divinità più importante.

B l’insieme delle divinità.

2. Secondo i Greci, gli dèi avevano sembianze di animali.

A Vero.

B Falso.

3. Il potere temporale riguarda:

A la cura delle anime.

B l’amministrazione delle cose terrene.

GLOSSARIO

Sacerdote: dal latino

Menti attive Verifica

ARTE E R ELIGIONE

La Dea Madre

Nelle culture del passato le divinità principali spesso erano femminili, a dimostrazione del fatto che le donne avevano un ruolo importante nelle società primitive. Alcuni studiosi hanno addirittura ipotizzato l’esistenza di società matriarcali, con valori centrati sulla cura e sulla risposta ai bisogni della comunità.

Leggi i testi a fianco e cerca di riconoscere quale immagine descrivono, poi completa le didascalie.

La religiosità primitiva: le veneri

Questa minuscola statuetta, alta solo 11 cm, è una delle più famose sculture risalenti all’Età paleolitica (23 000-19 000 a.C.). Raffigura una donna in piedi, con un’acconciatura curata, seni grandi e fianchi molto larghi, mentre il volto e le braccia sono appena abbozzati. Ritrovata in Austria, vicino al piccolo borgo di Willendorf nel 1908, è chiamata Venere, anche se non è da associare alle Veneri greche, dee della bellezza. Questa Venere, infatti, è collegata al culto della Dea Madre ed era probabilmente un amuleto usato durante i riti propiziatori per favorire la fertilità. La statua è in pietra calcarea dipinta di ocra rossa, a significare il sangue e, quindi, la vita.

La religiosità mesopotamica: Ishtar

Ishtar era la divinità femminile più importante nella civiltà assirobabilonese. Dea dell’amore e della guerra, deriva dalla dea sumera Inanna, identificabile con la Madre Terra e dea della fecondità. Il suo culto si diffuse in Mesopotamia e in tutta l’Asia Occidentale diventando la personificazione della fertilità e della maternità. A Ishtar era dedicata una delle otto porte di Babilonia. Possiamo trovarla rappresentata con le ali o assieme a gufi, a ricordo del suo viaggio nell’Oltretomba, oppure con uno o due leoni, che comunicano regalità. Oltre alle armi, in mano solitamente ha un listello e un anello, simboli di potere e comando.

di Willendorf, 23 000-19  000 a.C. Naturhistorisches Museum, Vienna.

La religiosità in Egitto: Iside

Iside, dea della magia, della fertilità e della maternità, è raffigurata con il corpo avvolto da una tunica lunga fino alle caviglie. Era la moglie di Osiride, dio dei morti, e madre del dio falco Horo. Dopo la morte del suo sposo, provocata dalla gelosia del dio Seth, l’unica preoccupazione di Iside fu il benessere del figlio che portava in grembo. Il suo amore materno divenne proverbiale: venne infatti chiamata «grande madre» ed è raffigurata spesso in trono mentre allatta il piccolo Horo. Spesso è rappresentata con in testa due corna di mucca che reggono il disco del sole oppure con le ali. Possono essere presenti alcuni animali come il nibbio o il cobra, e attributi come la luna e il fiore di loto.

Nefertari e Iside, XIII secolo a.C., Tomba di Nefertari, Luxor, Egitto.

1. Osserva il dipinto egizio in foto: quale tra le due figure è la dea Iside? Quali elementi ti hanno permesso di riconoscerla?

2. Sul quaderno prova a realizzare la riproduzione di una dea, utilizzando gli elementi che ti sembrano più interessanti tra quelli letti o cercandone altri in rete.

OSSERVO E IMPARO

4 Miti e testi sacri

Un racconto che viene da lontano

GLOSSARIO

Mito: dal greco mythos, «racconto».

Nella società arcaica il mito indicava una storia vera, i cui protagonisti erano dèi ed esseri umani esemplari per il loro coraggio, le loro virtù e le loro gesta. Il contenuto del mito era considerato sacro e narrava ciò che era accaduto alle origini della storia dell’umanità. Lo scopo dei miti era infatti quello di dare una risposta ai grandi interrogativi dell’essere umano. Per i popoli del tempo costituivano vere e proprie verità di fede, con un valore religioso e spirituale. Oggi invece la parola mito indica una narrazione fantastica con un valore simbolico.

I miti furono tra i principali «collanti» nelle società antiche, cioè contribuirono a mantenere intatto e saldo il senso di identità di un popolo: tutti, infatti, conoscevano le avventure mitologiche di dèi ed eroi, tramandate nei racconti. Nell’antica Grecia, per esempio, il racconto mitologico caratterizzò anche la poesia: ne sono un importante esempio l’Iliade e l’Odissea, benché i due poemi contengano un preciso fondamento storico.

Scopri e Rifletti

IDENTITÀ E CULTURA

La cultura di una società non può essere compresa solo attraverso le sue istituzioni religiose e politiche. È piuttosto un mosaico di tradizioni, musica e cucina, che definiscono l’essenza e l’identità di un popolo. Le tradizioni uniscono le comunità, la musica parla direttamente all’anima e la cucina rappresenta un’arte che racconta storie di vita attraverso i prodotti del territorio. Esplorare queste dimensioni culturali ci permette di apprezzare la diversità e la ricchezza delle civiltà umane.

Pensa a una tradizione, una musica e un piatto tipico del popolo a cui appartieni. Che cosa ti viene in mente?

Carl Gustav Jung (1875-1961) psichiatra, antropologo e filosofo svizzero

Miti che si somigliano

Molti miti, pur appartenendo a culture sviluppatesi in zone molto lontane tra loro, si assomigliano; a volte i racconti sembrano gli stessi, con l’unica differenza dei nomi dei personaggi. Come è stato possibile?

Una delle ipotesi è che uno stesso racconto possa essere stato diffuso in diverse parti del mondo da viaggiatori e mercanti. Un’altra teoria propone che intuizioni e spiegazioni siano comuni fra gli esseri umani, nel momento in cui tentano di chiarire qualcosa utilizzando immagini e situazioni molto simili tra loro. Questo porta a pensare che, più che di vari miti, si possa parlare di un solo mito con tante varianti.

Un esempio di questo fenomeno è rappresentato dal mito del diluvio universale che ritroviamo non solo nella Bibbia, ma anche nelle religioni egizia e mesopotamica.

Dal mito al testo sacro

Con il passare del tempo i miti, che inizialmente venivano tramandati a voce, sono stati raccolti e fissati attraverso la scrittura, portando alla nascita dei testi sacri, documenti e opere letterarie ritenuti sacri dalle religioni, che divennero il fondamento delle religioni stesse, delineandone la dottrina e la vita.

Bellezza nella diversità

GLOSSARIO

Diluvio universale: secondo il racconto biblico, grande pioggia torrenziale che sommerse la Terra per punizione divina e a cui riuscì a sopravvivere solo Noè con la sua famiglia.

Francis Danby, Il diluvio, 1840, Tate Britain, Londra.

Nel mito del diluvio universale raccontato dalla Bibbia il protagonista è Noè, al quale Dio dice di costruire un’arca per salvare la sua famiglia e gli animali da un’inondazione che purificherà l’umanità intera. In Mesopotamia, l’epopea di Gilgamesh racconta una storia simile: il dio Enlil decide di distruggere l’umanità, ma Utnapishtim costruisce una barca e sopravvive. Nell’antico Egitto, il mito narra di un diluvio inviato dal dio Ra per punire l’umanità ribelle, ma in questo caso è la divinità stessa a risparmiare alcuni esseri umani.

F. Danby, Il diluvio, 1840, Tate Britain, Londra.

Menti attive

Brainstorming

Confrontatevi in classe e riflettete insieme sul significato attuale della parola «mito», partendo dalle seguenti domande:

• A che cosa pensate quando sentite la parola «mito»?

• Considerando ciò che avete appena studiato sul mito, quale pensate che sia il suo significato originario?

• Secondo voi, anche nella nostra società sono diffusi dei «miti»? Quale significato hanno?

LA BIBBIA RACCONTA

L’essere umano e la natura

Nelle religioni antiche, il mito del diluvio universale nacque probabilmente per spiegare il perché delle grandi inondazioni attribuendole ai conflitti tra le divinità. Nel racconto che troviamo al capitolo 7 della Genesi, il primo libro della Bibbia, scopriamo che attraverso il diluvio Dio esalta il bene, identificato con Noè, rispetto al male, che è prevalente e coinvolge l’umanità intera.

IL DILUVIO

Il Signore disse a Noè:

Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. Di ogni animale puro prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono puri un paio, il maschio e la sua femmina.

Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; cancellerò dalla terra ogni essere che ho fatto.

Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.

Noè entrò nell’arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. Degli animali puri e di quelli impuri, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo un maschio e una femmina entrarono, a due a due, nell’arca, come Dio aveva comandato a Noè.

Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; nell’anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.

Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l’arca, che s’innalzò sulla terra. Le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra e l’arca galleggiava sulle acque. Le acque furono travolgenti sopra la terra centocinquanta giorni. (Gen 7, 1-24)

IL NOSTRO RAPPORTO CON LA NATURA

Realizzate un progetto artistico che metta a confronto il Diluvio universale e le questioni contemporanee legate al rapporto tra essere umano e natura. Dividetevi in gruppi e scegliete una delle seguenti proposte, poi cercate sul web, su riviste e giornali delle immagini rappresentative del concetto che volete esprimere in relazione al tema scelto. Potete completare la vostra opera anche disegnando a mano e aggiungendo frasi o citazioni.

a. Parallelismi tra il Diluvio universale e i cambiamenti climatici attuali: cause, effetti e possibili soluzioni.

b. Rapporto tra essere umano e animali a partire dalla storia di Noè: come si manifesta oggi? Quali implicazioni può avere sul nostro pianeta e sulla convivenza tra specie?

5 Comunicare con la divinità

I primi luoghi di culto

Fin dalle origini l’essere umano ha manifestato la necessità di esprimere la propria riconoscenza alla divinità o di chiederle un aiuto per affrontare le difficoltà della vita. Per fare questo ha scelto dei luoghi in cui fosse possibile manifestare tali esigenze attraverso particolari gesti, preghiere e cerimonie. Questi luoghi, che erano ritenuti sacri, cioè «abitati dalla divinità», potevano essere lasciati allo stato naturale, per esempio laghi, fiumi, montagne e rocce, oppure essere costruiti dall’essere umano.

Nel Neolitico, ultimo periodo della Preistoria, a questo scopo vennero eretti i menhir e i dolmen: si tratta di megaliti, cioè «grandi pietre» conficcate nel terreno presso le quali donne e uomini si recavano per comunicare con gli dèi.

Con il passare del tempo le civiltà più organizzate costruirono luoghi di culto sempre più imponenti e complessi, che contenevano spazi sacri destinati al popolo, ai sacerdoti e alla divinità. Presso le civiltà mesopotamiche, per esempio, la statua della divinità protettrice era custodita nella cella principale della ziggurat, l’edificio sacro della città.

Il complesso megalitico di Stonehenge (Regno Unito).

Ziggurat: grande piramide a gradoni costruita in mattoni. FOTO

Dio parla nel silenzio del cuore. Ascoltare è l’inizio della preghiera.

Madre Teresa di Calcutta (1910-1997) missionaria albanese santificata nel 2016

Il tempio greco

La religione greca inizialmente non prevedeva che si costruisse un edificio particolare per il culto della divinità, infatti per i Greci le divinità dimoravano sul monte Olimpo e non si potevano vedere, pertanto qualunque luogo era adatto per compiere riti sacri.

L’idea del tempio religioso si sviluppò in seguito, di pari passo con la nascita di

Come presso altre civiltà antiche, il tempio era per i Greci la casa della divinità: il cuore dell’edificio era la cella (naós), cioè la sala che custodiva la statua del dio o della dea, in genere una scultura di grandi dimensioni, realizzata con diversi materiali come marmo, avorio, oro.

La pianta del tempio andò evolvendosi nel tempo: da semplice cella con due colonne antistanti l’entrata, si arricchì di un portico a più colonne, poi di un doppio portico e, infine, di un colonnato che circondava la cella.

Verifica

1. I luoghi di culto sono sempre esistiti?

A Sì, fin dalla Preistoria.

B No, anticamente non erano presenti.

C Sì, ma solo con il nascere delle prime civiltà.

2. Quale tra questi non è un luogo di culto?

A Tempio greco.

B Ziggurat.

C Cella.

Esplora il tempio greco sul Libro digitale
Menti attive

6 Monoteismo e religioni rivelate

L’origine del monoteismo

Per classificare le religioni abbiamo già visto che è possibile distinguere tra religioni politeiste, caratterizzate dalla presenza di varie divinità, e religioni monoteiste, i cui credenti confidano nell’esistenza di un solo Dio.

Bellezza nella diversità

Accanto all’ebraismo, al cristianesimo e all’islam, esiste una religione monoteista ancora più remota, lo zoroastrismo, che si sviluppò in Mesopotamia attorno al 1000 a.C. Il nome di questo culto deriva da Zarathustra (o Zoroastro), il profeta che predicò la fede in un unico dio supremo, Ahura Mazdā. Lo zoroastrismo è stato per secoli la religione principale dei territori dell’Asia centrale, fino alla conquista araba del VII secolo d.C. e alla conseguente nascita e diffusione dell’islam.

Già in alcune antiche civiltà notoriamente politeiste, come quella egizia o quella babilonese, si verificarono delle tendenze monoteistiche. Queste tendenze, tuttavia, consistevano per lo più nella supremazia di una divinità sulle altre, considerate inferiori. Il monoteismo vero e proprio, invece, è un fatto storico che si è concretizzato con l’intervento di grandi personalità religiose come Mosè, Gesù e Maometto. Questi tre messaggeri hanno dato vita ad altrettante comunità di credenti: gli ebrei, i cristiani e i musulmani, tra i quali, storicamente, ci furono scontri, liti e guerre, ma anche tante occasioni di dialogo e collaborazione.

Scopri e Rifletti

LA DIFFUSIONE DELLE RELIGIONI MONOTEISTE

L’ebraismo, da cui derivano anche il cristianesimo e l’islam, rappresenta la radice della forma religiosa prevalente nel mondo moderno: oggi, infatti, le religioni più diffuse sono quelle che professano la fede verso un solo dio. A coppie, con l’aiuto dell’insegnante, svolgete una ricerca su internet utilizzando come parole chiave «islam», «ebraismo», «cristianesimo» e colorate le zone del mondo in cui sono diffuse le tre grandi religioni monoteiste.

Il dio Ahura Mazdā.

Dobbiamo perseguire una reale fratellanza, basata sulla comune origine da Dio ed esercitata nel dialogo e nella fiducia reciproca.

Papa Francesco

Dio si rivela

Un altro criterio di distinzione delle religioni si basa sul concetto di rivelazione. Parliamo infatti di:

• religioni naturali quando è l’essere umano a mettersi alla ricerca della divinità attraverso la natura, le sue forze e i suoi fenomeni: per questo l’aria, l’acqua, il fuoco, necessari alla vita dell’essere umano, sono considerati delle divinità da adorare;

• religioni rivelate quando è la divinità a manifestarsi all’essere umano facendosi conoscere.

Ebrei, cristiani e musulmani sono i fedeli di un Dio unico e rivelato. Egli per primo è stato il Dio di un intero popolo, il popolo ebraico, a partire da Abramo, Isacco e Giacobbe. È il Dio dell’antica Alleanza, che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù in Egitto fino a condurlo alla Terra Promessa.

Con Gesù è anche il Dio della nuova Alleanza, il Dio dei cristiani, che porta la legge dell’amore e il messaggio dei profeti. È inoltre il Dio dell’islam, Allah, la cui parola fu dettata al profeta Maometto nel 610 d.C.: in quella che i musulmani chiamano la «Notte del Destino», Maometto venne incaricato, grazie alle rivelazioni dell’arcangelo Gabriele, di diffondere e far conoscere all’umanità la Parola di Dio.

1. Completa le seguenti frasi.

GLOSSARIO

Rivelazione: significa «togliere il velo», quindi manifestare.

FOTO GLOSSARIO

Abramo: in ebraico Avraham, «Padre di molti/dei popoli». È infatti considerato il padre dell’ebraismo, in quanto primo patriarca del popolo ebraico; del cristianesimo, perché fondato da Gesù di Nazaret che era ebreo; e dell’islam, in quanto padre di Ismaele, capostipite del popolo arabo al quale appartiene il profeta Maometto.

a. Una religione è politeista quando .

b. Una religione è monoteista quando .............................................................................................................................................. .

c. Una religione è naturale quando .

d. Una religione è rivelata quando ....................................................................................................................................................... .

2. Rispondi.

a. Qual è la forma di religione prevalente nel mondo moderno?

b. Quale tra le tre grandi religioni monoteiste è nata per ultima?

Mappa attiva

Completa la mappa con le parole date. monoteiste – Preistoria – Greci – miti – religione – sacre

L’essere umano

alle domande fondamentali sulla sua esistenza la da sempre cerca le risposte

attraverso

come testimoniano gli antichi culti

dei popoli della degli Egizi e della Mesopotamia dei Romani dei

tutti caratterizzati da

persone ebraismo

luoghi di culto

testi sacri divinità

elementi presenti anche nelle

tre grandi religioni

Sintesi

• Come nasce il senso religioso?

Il senso religioso nasce dalle riflessioni e dalle domande dell’essere umano sul senso della vita. Le civiltà più antiche hanno trovato la risposta a queste domande nella relazione con una potenza superiore. Sono nati così riti e preghiere che permettono all’essere umano di entrare in contatto con la divinità.

• Quali sono le caratteristiche delle prime religioni?

Le prime religioni hanno delle caratteristiche comuni: - credono nell’esistenza di diverse divinità; - la comunicazione con la divinità avviene nei luoghi di culto, per esempio i templi; - ci sono persone sacre (sacerdoti) che sono in contatto diretto con la divinità; - si fondano sui miti, cioè racconti con protagonisti dèi ed esseri umani.

• Come si classificano le religioni?

In base al numero di divinità adorate, le religioni si distinguono in: - politeiste, quando i fedeli adorano tante divinità; - monoteiste, quando i fedeli credono in un solo Dio.

Le principali religioni monoteiste sono l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam. Esse sono religioni rivelate, perché Dio ha deciso di manifestarsi all’essere umano.

Ripasso creativo

Crea un cruciverba per il ripasso. Risolvi e riorganizza le definizioni qui date in ordine sparso, poi utilizza le caselle per costruire sul quaderno il tuo cruciverba.

Cerimonia di un culto religioso. Il numero delle principali religioni monoteiste.

Narrazione fantastica con valore simbolico.

Edificio rappresentativo della civiltà greca.

1 I ministri del culto degli antichi Romani.

La venerano i fedeli di una religione.

VERIFICO E RIFLETTO

1 Indica con una crocetta le domande sul senso della vita.

A Che cosa mangerò? B Da dove vengo? C Chi sono? D Dove dormirò?

2 Indica a quale religione antica appartiene ciascuna immagine.

A Religione degli Egizi.

B Religiosità della Preistoria.

C Religione dei popoli della Mesopotamia.

A Religione dei Greci.

B Religione dei Romani.

C Religiosità della Preistoria.

3 Cerchia i nomi delle tre grandi religioni monoteiste.

Egizi Ebraismo

A Religione dei Greci.

B Religione degli Egizi.

C Religione dei Romani.

Cristianesimo Preistoriche Mesopotamica Romani Greci Islam

4 Scrivi la definizione delle seguenti espressioni.

a. Potere temporale:

b. Potere spirituale:

5 Collega con una freccia il tipo di religione al suo significato.

a. Religioni naturali

b. Religioni rivelate

c. Religioni monoteiste

d. Religioni politeiste

1. Quando è l’essere umano che crea la religione.

2. Quando si crede in tante divinità.

3. Quando si crede in un solo Dio.

4. Quando è il dio che si rivela.

6 Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

a. Il senso religioso si è manifestato già nei primi ominidi del Paleolitico. V F

b. Le Veneri rappresentavano la fecondità. V F

c. Il Pantheon è un luogo di culto. V F

d. Le pitture nelle pareti delle caverne avevano solo funzione di abbellimento. V F

e. Le sepolture dei popoli del Paleolitico fanno pensare a un’idea dell’aldilà. V F

f. Le divinità delle antiche civiltà erano solo antropomorfe. V F

g. La vita delle divinità era spesso simile a quella degli esseri umani. V F

7 Per ogni elemento che fa parte della struttura di una religione fai un esempio tratto dalle religioni antiche che hai studiato.

a. Divinità:

b. Luoghi di culto:

c. Persone sacre:

d. Miti:

8 Qual è il ruolo condiviso da ebrei, cristiani e musulmani rispetto al Dio unico e rivelato?

A Essi riconoscono lo stesso Dio, che ha guidato il popolo ebraico dall’Egitto alla Terra Promessa.

B Ciascuna religione ha il suo dio unico e separato, con storie e insegnamenti distinti.

C Il Dio condiviso è stato rivelato solo ai cristiani attraverso Gesù Cristo.

9 Che cosa hanno in comune l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam?

A Hanno lo stesso luogo di culto.

B Sono nate nello stesso momento.

C Sono religioni rivelate.

PENSIERO CRITICO

Nel corso dell’Unità hai letto diverse citazioni (in alto nelle pagine di destra). Scegli quella che più ti ha colpito e riscrivila qui, poi esprimi la tua opinione.

Quanto condividi questa affermazione da 0 a 10? Colora la barra e motiva la tua risposta.

Perché:

2

Il bello di...

Una voce che chiama

Il popolo ebraico

In questa Unità esploreremo il valore del patto, dell’Alleanza e della fiducia attraverso le storie dei personaggi biblici che costituiscono il popolo eletto, al quale Dio si è rivelato. La scoperta delle loro esperienze ci consentirà di cogliere come questi principi permettano di superare l’invidia, un sentimento che spesso genera divisioni e infelicità, offrendoci preziose lezioni per la nostra vita quotidiana.

Cercando la bellezza

Coltivare la gioia per l’altro

Quando le persone intorno a noi raggiungono i loro obiettivi, può capitare di provare invidia, un sentimento normale ma su cui è importante lavorare per trovare un equilibrio. Impegnarci in questa crescita non solo ci fa stare meglio, ma rende anche il mondo intorno a noi un posto più bello e accogliente per tutti.

In classe, cercate in rete la parte finale di Harry Potter e la camera dei segreti. Hermione, che era rimasta pietrificata dal Basilisco, ritorna finalmente ad abbracciare gli amici e mostra una grande gioia per il loro successo:

Hermione: «Congratulazioni, è incredibile, avete risolto tutto!»

Harry: «Tu ci hai dato un aiuto notevole, non ce l’avremmo fatta senza di te».

Congratularsi e riconoscere le qualità degli altri è un atto di autentica generosità e solidarietà che rafforza i legami. Celebrare i successi degli amici non solo crea un clima di positività, ma dimostra anche il vero spirito di sostegno reciproco che arricchisce le relazioni umane.

Nel fascicolo Itinerari di bellezza : La bellezza nell’altro

ITINERARIO 2 | Dall’invidia alla felicità per l’altro

Un solo Dio

Verso il monoteismo

GLOSSARIO

Adonai: parola ebraica che significa «Signore». Viene utilizzata dagli ebrei come appellativo di Dio, poiché il suo vero nome JHWH, anche se è riportato con la scrittura consonantica, non può essere pronunciato.

L’etimologia della parola «ebreo» pare derivi dal nome di un antico progenitore, Heber, oppure dalla parola habiru che, nell’antica lingua parlata in Mesopotamia (accadico), significa «senza terra». Nel periodo più antico della sua storia, infatti, il popolo ebraico era costituito da tribù di pastori seminomadi che si muovevano sulle terre della Mezzaluna fertile, in cui scorrono i fiumi Tigri, Eufrate, Giordano e Nilo. Gli Ebrei di quest’epoca erano politeisti, ma una divinità su tutte era considerata la principale. Un giorno questa divinità, che gli Ebrei chiamano Adonai, decise di manifestarsi rivelandosi come unico Dio. A ricevere la chiamata da parte di Adonai fu Abramo, capo di una tribù di pastori che viveva a Ur, un’antica città sumerica. Da quella tribù discende il popolo ebraico e l’ebraismo, che fu la prima religione monoteista della storia. È difficile stabilire con esattezza l’epoca in cui visse Abramo (si pensa intorno al 2000 a.C.), in quanto i racconti della Bibbia hanno uno scopo più religioso che storiografico e quindi non sempre i punti di riferimento sono precisi.

L’esperienza religiosa del popolo ebraico è unica nel suo genere e ruota attorno a due concetti fondamentali: quello di Rivelazione e quello di Alleanza.

La regione storica della Mezzaluna fertile.

Bellezza nella diversità

Ebraismo, cristianesimo e islam sono le tre religioni monoteiste e rivelate. Sono dette anche abramitiche in quanto tutte considerano Abramo come loro capostipite.

Una promessa è un impegno, è il mettersi ancora in corsa, è il non sedersi su quel che si è fatto. Dà nuove responsabilità, obbliga a cercare, a trovare nuove energie.

Gino Strada (1948-2021) chirurgo di guerra e cofondatore di Emergency

Dalla Rivelazione all’Alleanza

Il Signore decise di rivelarsi come il Dio della storia che guida le vicende umane e scelse di manifestarsi, tra i tanti popoli, agli Ebrei. Nacque così un rapporto speciale tra Dio e il popolo eletto: Dio dichiarò il suo impegno ad amarlo, a prendersene cura, a proteggerlo in tutte le sue vicende, ma chiese agli Ebrei di avere con lui un rapporto unico ed esclusivo.

Tra il Signore e gli Ebrei si costituì così un patto di Alleanza trovò nella creazione, dono di Dio all’umanità, il suo punto di partenza.

Ben presto, però, il popolo ebraico si dimostrò disobbediente e infedele, allontanandosi da Dio per cercare altrove la feli cità. Dio fu così costretto a rinnovare questa Alleanza più volte, facendo conoscere (rivelando) ogni volta qualcosa in più di sé. Ciò avvenne attraverso personaggi la cui storia ci viene raccontata nella Bibbia: Noè, Abramo, Mosè, fino ad arrivare a Gesù, con il quale il patto d’amore tra Dio e l’umanità raggiunse il suo culmine.

Il concetto di Alleanza è la chiave di lettura di tutta la Bibbia, che ci aiuta a capire il significato delle tante vicende che in essa troviamo raccon tate e che insieme formano quell’unica grande sto ria, che i cristiani chiamano storia della salvezza

József Molnár, Il viaggio di Abramo verso Canaan, 1850, Magyar Nemzeti Galéria, Budapest.

Menti attive

Dibattito

GLOSSARIO

Popolo eletto: è il popolo ebraico, scelto da Dio per far parte della sua

Mantenere la parola data fortifica le nostre relazioni e contribuisce alla costruzione della fiducia reciproca. Eppure può succedere di venir meno a una promessa, magari per paura di perdere qualcosa; a volte, infatti, a prevalere è l’interesse personale. Ragioniamoci attraverso un dibattito.

Dividetevi in due gruppi, a ciascuno dei quali verrà assegnata una tesi da sostenere. Ogni gruppo raccoglierà fonti, informazioni e opinioni per sostenere e argomentare la tesi assegnata. Infine, pianificate e avviate il dibattito in classe.

Gruppo PRO

Mantenere la parola data ci rende persone migliori sulle quali si può fare affidamento, le amicizie diventano durature e, se anche qualcuno ci tradisce, la nostra coscienza sarà sempre a posto.

Mantenere la parola data è un’utopia: nessuno lo fa più. Si mantiene solo se ci sono interessi reciproci; se non ci si guadagna niente non ne vale la pena. Gruppo CONTRO

8 Una grande discendenza

Abramo: il capostipite

Abramo fu il capostipite e il primo uomo con il quale Dio stabilì il suo patto.

GLOSSARIO

Canaan: chiamata anche Palestina, antica regione che comprendeva il territorio attuale di Libano, Israele e parti di Siria e Giordania.

Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione».

(Gen 12, 1-2)

Udita la chiamata del Signore, Abramo obbedì prontamente: partì e, dopo un lungo viaggio, si stabilì a Canaan, la Terra Promessa. Ma quella della discendenza sembrava una promessa impossibile da realizzare: sua moglie Sara era ormai troppo anziana. Tuttavia, dopo una lunga attesa, partorì un figlio: Isacco. In seguito Dio volle mettere nuovamente alla prova la fede di Abramo e gli chiese di offrirgli in sacrificio il suo unico figlio. Abramo affrontò con fiducia anche questa terribile prova e salì su un monte con Isacco per sacrificarlo. Ma mentre stava per ucciderlo, Dio, vedendo la sua fede, intervenne per fermarlo e gli promise una grande discendenza proprio attraverso il figlio Isacco.

Scopri e Rifletti

ABRAMO NELL’ARTE

La figura di Abramo è facilmente riconoscibile nell’arte sacra, dove è sempre raffigurato come un uomo anziano con i capelli e la barba bianchi. Osserva, per esempio, il quadro del pittore seicentesco Luca Giordano, in cui viene rappresentato l’episodio del sacrificio di Isacco: il patriarca (1) tiene in mano un coltello (2) per sacrificare il figlio Isacco (3) quando interviene l’angelo (4) mandato da Dio per fermarlo.

Nell’arte è stato spesso rappresentato anche l’episodio dei tre angeli che annunciano ad Abramo e Sara la nascita di un figlio. Cerca su internet alcuni dipinti e prova a riconoscere la figura di Abramo.

Luca Giordano, Il sacrificio di Isacco, 1695, Museo del Prado, Madrid.

Una volta conosciuta, la vocazione personale deve essere rispettata fedelmente e coerentemente obbedita.

Carlo Gnocchi (1902-1956) sacerdote, educatore, scrittore, beatificato nel 2009

Per un piatto di lenticchie

Isacco prese in moglie Rebecca, dalla quale ebbe due gemelli, Esaù e Giacobbe, che mostrarono subito attitudini differenti: uno era un abile cacciatore, l’altro preferiva invece rimanere a casa. Esaù era il primogenito, ma Giacobbe riuscì a ottenere dal fratello il diritto di primogenitura scambiandolo con un piatto di lenticchie:

Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito». […] Giacobbe disse: «Vendimi subito la tua primogenitura». Rispose Esaù: «Ecco, sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?». Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito». Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe. Giacobbe diede a Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò.

(Gen 25, 29-34)

Abramo, Isacco e Giacobbe sono considerati i patriarchi dell’ebraismo.

Il figlio prediletto

Giovanni Andrea De Ferrari, Esaù e Giacobbe, XVII sec., Accademia ligustica di Belle Arti, Genova.

Da Giacobbe nacquero dodici figli che diventeranno i capi delle dodici tribù di Israele. Tra loro, Giuseppe era il figlio prediletto di Giacobbe e questo suscitò l’invidia e la gelosia dei fratelli, che decisero di sbarazzarsi di lui vendendolo come schiavo a una carovana di Ismaeliti.

Così Giuseppe giunse in Egitto. Qui, grazie alla sua capacità di interpretare i sogni entrò nelle grazie del faraone che lo nominò viceré e gli assegnò il compito di amministrare il grano per fronteggiare l’imminente carestia. Proprio durante la carestia Giuseppe incontrò i suoi fratelli, giunti in Egitto per acquistare cibo, ma loro non lo riconobbero. Giuseppe decise di metterli alla prova prima di perdonarli, poi li accolse nella terra d’Egitto.

Dopo Giuseppe gli Ebrei non furono più nomadi o seminomadi nella terra di Canaan, ma si stabilirono in Egitto, nella parte orientale del delta del Nilo.

Menti attive

Brainstorming

APPRENDIMENTO COOPERATIVO

Pensando alla storia di Esaù e Giacobbe, riflettete sulla seguente domanda: A che cosa non rinuncereste mai, neanche se vi venisse promesso un regalo prezioso?

GLOSSARIO

Ismaeliti: discendenti di Ismaele, figlio di Abramo e della schiava Agar. Ismaele è considerato il capostipite del popolo arabo.

9 Mosè libera il suo popolo

Gli Ebrei in Egitto

GLOSSARIO

Israeliti: nome degli antichi Ebrei in quanto discendenti di Giacobbe, chiamato anche Israele.

In Egitto gli Ebrei rimasero per circa 400 anni, durante i quali il loro numero aumentò notevolmente fino a diventare un’importante minoranza del Paese. Col tempo, però, la situazione politica dell’Egitto cambiò radicalmente e gli Israeliti, che fino ad allora erano stati semplici pastori, furono ridotti in schiavitù e costretti a lavorare nei campi e a fabbricare mattoni con paglia e argilla. In questa situazione, sotto il governo del faraone Ramses II, che regnò dal 1279 al 1213 a.C., nacque Mosè, al quale Dio affiderà il compito di liberare il suo popolo dalla condizione di schiavitù.

Scopri e Rifletti

MIRIAM LA PROFETESSA

Miriam, sorella di Mosè e Aronne, fu una profetessa di grande importanza per la tradizione ebraica. Da bambina il Signore le rivelò che colui che avrebbe guidato gli Israeliti fuori dall’Egitto sarebbe nato proprio dai suoi genitori perciò, quando la madre affidò Mosè alle acque del Nilo, ella seguì la cesta e si assicurò che la figlia del faraone adottasse il bambino. Secondo un’antica tradizione ebraica, i tre fratelli Miriam, Mosè e Aronne sono ricordati durante la cena pasquale, simboleggiati

«Salvato dalle acque»

Per paura che gli Israeliti potessero diventare troppo numerosi e forti, il faraone aveva ordinato l’uccisione di tutti i bambini maschi. La madre di Mosè, allora, per salvarlo, si vide costretta ad abbandonarlo appena nato: prese una cesta di papiro spalmato di bitume e di pece, vi sistemò il bambino e lo affidò alle acque del Nilo. Dopo aver galleggiato per un po’, la cesta si fermò proprio nel luogo dove la figlia del faraone stava facendo il bagno con le sue ancelle. La principessa si accorse della cesta, la aprì e vide il bambino e, pur riconoscendo che era ebreo, decise di tenerlo come un dono offerto dal dio Nilo. Lo chiamò Mosè, che significa «salvato dalle acque».

Aleksej Tyranov, Miriam assiste mentre la madre Iochebed affida il piccolo Mosè alle acque del Nilo (particolare), 1850, Galleria Tret’jakov, Mosca.

Quelli che non si muovono, non si accorgono delle loro catene. Rosa Luxemburg (1871-1919) filosofa, economista e rivoluzionaria polacca, naturalizzata tedesca

Liberati dalla schiavitù

Mosè crebbe alla corte del faraone come un principe, finché un giorno si imbatté in una guardia egiziana che stava percuotendo un ebreo. Per difendere l’uomo, Mosè uccise la guardia, ma questo gesto lo costrinse a fuggire dall’Egitto. Si diresse allora verso la terra di Madian, dove si stabilì occupandosi di pastorizia. Un giorno, mentre Mosè stava pascolando il gregge alle pendici del monte Sinai, Dio gli parlò da un roveto ardente, gli rivelò il proprio nome e gli ordinò di tornare in Egitto per liberare il suo popolo. Mosè chiese aiuto al fratello Aronne e insieme si recarono dal faraone, che però si rifiutò di lasciar partire gli Israeliti. Di fronte all’ostinazione del re, Dio manifestò la sua potenza attraverso alcuni prodigi (le «piaghe»), ma il faraone restò irremovibile. Allora Dio fu costretto a permettere un’ultima, drammatica piaga: la morte di tutti i primogeniti egiziani, compreso il figlio del faraone. A quel punto il sovrano, affranto per la perdita del figlio, permise agli Ebrei di partire.

La notte in cui gli Israeliti, guidati da Mosè, lasciarono l’Egitto rappresenta una tappa fondamentale nella storia di questo popolo perché segna il passaggio dalla schiavitù alla libertà: è la notte di Pèsach, la Pasqua ebraica.

Menti attive Verifica

1. Perché il piccolo Mosè fu abbandonato sulle acque del Nilo?

2. Completa le frasi sulla vita di Mosè.

GLOSSARIO

Pèsach: deriva dall’aramaico pasah e significa «passaggio». Inizialmente era una festa legata alle attività agricole. In seguito è divenuta per gli ebrei il memoriale della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto.

Una scena del film di animazione Il principe d’Egitto del 1998: Mosè guida il suo popolo al cospetto del faraone per chiederne la liberazione.

a. Crebbe alla ma fu costretto a fuggire dall’Egitto perché

b. Dio gli parlò da e gli affidò il compito di dalla schiavitù d’Egitto.

c. Dopo alcuni compiuti da Dio, il faraone si arrese e gli Ebrei poterono

10 In cammino nel deserto

Verso la terra di Canaan

Gli Israeliti lasciarono dunque l’Egitto e si misero in cammino per tornare a Canaan, la Terra Promessa da Dio ad Abramo tanti anni prima e che gli Ebrei avevano lasciato all’epoca di Giuseppe a causa della carestia.

Iniziò così l’esodo, cioè il lungo viaggio del popolo ebraico attraverso il deserto, durato circa quarant’anni e raccontato nel libro dell’Esodo, il secondo libro della Bibbia.

Il cammino iniziò subito con un evento prodigioso. Quando gli Ebrei raggiunsero le rive del mar Rosso videro alle loro spalle l’esercito del faraone che si avvicinava minacciosamente; il faraone si era infatti pentito di averli lasciati partire e voleva riportarli in Egitto. Il popolo ebraico si trovò dunque in trappola: fu in quel momento che il Signore volle manifestare la sua potenza e ordinò a Mosè di dividere le acque del mare, permettendo agli Ebrei il passaggio. Subito dopo le acque si richiusero e tutti i soldati del faraone annegarono.

Altri segni straordinari accompagnarono il cammino nel deserto. Agli Israeliti, infatti, non mancò mai da mangiare e da bere: quando ebbero fame poterono sfamarsi con la manna, una sostanza zuccherina miracolosamente inviata da Dio nel deserto; quando ebbero sete Dio fece scaturire per loro l’acqua dalle rocce.

Michelangelo Buonarroti, Mosè, 1513-1515, basilica di San Pietro in Vincoli, Roma.

Scopri e Rifletti

L’ICONOGRAFIA DI MOSÈ

Nell’arte Mosè è rappresentato con i capelli bianchi la barba lunga e biforcuta e le Tavole della Legge in mano. Ma c’è un altro curioso particolare che lo carat terizza: le corna sul capo. Questa insolita rappresen tazione nasce da un antico errore di traduzione: nell’e pisodio biblico in cui Dio gli consegna le tavole della Legge (Es 34), la traduzione in latino di san Girolamo riporta che il volto di Mosè «divenne cornuto (keren in ebraico)», tradotto in seguito correttamente con «divenne raggiante (karan)». Mosè non avrebbe, quindi, sulla testa due corna, ma due raggi di luce di vina che gli illuminano il viso.

Esistono tantissime raffigurazioni di Mosè nell’arte. Con l’aiuto dell’insegnante, fai una ricerca su internet e trova tre opere che rappresentino tre momenti chiave della sua storia.

Nessuno è nato schiavo né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli.

Nelson Mandela (1918-2013) politico e attivista sudafricano, premio Nobel per la Pace 1993

Il segno dell’amore di Dio

L’avvenimento che segnò per sempre la storia degli Ebrei, e che è molto importante anche per i cristiani, fu la promulgazione dei dieci Comandamenti. Durante il cammino, Dio chiamò Mosè sul monte Sinai e qui pronunciò le dieci regole che il suo popolo avrebbe dovuto osservare per mantenersi fedele al patto: in questo modo Dio rinnovò solennemente l’Alleanza con gli Israeliti Per gli Ebrei queste regole sono state un motivo di vanto perché segno dell’amore di Dio nei loro confronti, amore che li ha resi un popolo speciale. Perché i dieci Comandamenti restassero fissi per sempre furono scolpiti su due tavole di pietra, custodite con grande venerazione all’interno di una cassa chiamata arca dell’Alleanza, che veniva traportata durante tutto il cammino nel deserto e che, durante le soste, era custodita nel tabernacolo. Quando poi gli Ebrei raggiunsero la Terra Promessa, l’arca venne collocata al centro del maestoso Tempio di Gerusalemme che fu costruito come dimora di Dio in mezzo al suo popolo.

FOTO GLOSSARIO

Il Signore disse a Mosè: «Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». (Es 17, 5-6)

GLOSSARIO

Tabernacolo: grande tenda-santuario che veniva allestita dagli Ebrei durante l’esodo nei periodi di sosta. All’interno della chiesa cattolica è il luogo in cui viene conservata l’ostia consacrata.

Arca dell’Alleanza: cassa di legno ricoperta d’oro e riccamente decorata, costruita dagli Israeliti per trasportare le tavole della Legge durante l’esodo.

Verifica

1. Quale avvenimento ha segnato profondamente la storia del popolo ebraico?

2. Che cosa è l’arca dell’Alleanza?

Menti attive

11 Alla ricerca di una guida

I giudici

GLOSSARIO

Profeta: dal tardo latino propheta, significa persona ispirata che parla in nome di Dio.

Scopri e Rifletti

Dopo numerose vicende, gli Israeliti arrivarono finalmente nella terra di Canaan. Mosè era morto poco prima, potendo solo vedere la Terra Promessa da lontano, senza riuscire a prenderne possesso, e gli era succeduto Giosuè. La regione era già abitata da altre popolazioni e gli Ebrei dovettero conquistarsi il territorio attraverso varie guerre. Il popolo d’Israele era suddiviso in dodici tribù, che discendevano dai dodici figli di Giacobbe e che ne portavano i nomi. Una volta conquistato il territorio, questo fu diviso in undici parti e ne fu affidata una a ogni tribù, esclusa la tribù di Levi, che era destinata a svolgere il servizio sacerdotale.

DEBORA: DONNA, GIUDICE E PROFETESSA

Tra i giudici che, per un certo periodo, guidarono gli Israeliti, la Bibbia ricorda anche la profetessa Debora, che dunque ricoprì un ruolo davvero insolito per una donna di quell’epoca. Secondo il racconto biblico, mentre gli Ebrei erano minacciati dai Cananei, Debora invitò il generale Barak a radunare le milizie per sconfiggere l’esercito nemico. La profetessa era sicura della vittoria perché confidava nella Parola di Dio, ma Barak aveva paura e accettò di andare in battaglia solo se accompagnato da Debora. Da allora Debora è considerata dagli Ebrei una madre della patria.

Con l’aiuto dell’insegnante, leggi la storia di Debora nel libro dei Giudici (capitoli 4-5). Che emozioni suscita in te? Confrontati con la classe.

In questo periodo, in cui il popolo d’Israele entrò in contatto con le culture locali subendone l’influenza in più campi, svolsero un ruolo particolare i giudici, che erano capi militari, civili e religiosi. Tra questi condottieri, ricordiamo qui Sansone, famoso per la sua forza, Debora, profetessa e unica donna giudice, e Samuele, anch’egli profeta e ultimo dei giudici.

In quel tempo era giudice d’Israele una donna, una profetessa, Dèbora […]. Ella sedeva sotto la palma […] e gli Israeliti salivano da lei per ottenere giustizia. (Gdc 4, 4-5)

Un buon re è una benedizione per il Paese e una fortuna per il popolo. Antico proverbio

I re

I giudici guidarono il popolo per circa duecento anni, dalla morte di Giosuè fino all’elezione del primo re, Saul, che proveniva dalla tribù di Beniamino e fu consacrato dal profeta e giudice Samuele. Durante il suo regno Saul dovette combattere contro alcune popolazioni locali che minacciavano gli Israeliti. Ottenne diverse vittorie, ma morì in battaglia combattendo contro i Filistei.

A Saul succedette Davide, della tribù di Giuda, che proseguì le guerre di conquista riuscendo a impadronirsi anche della città di Gerusalemme, che divenne la capitale del regno. Davide riuscì a consolidare i confini del regno gettando le basi per un periodo di pace e di prosperità. Alla morte di Davide divenne re suo figlio Salomone. Con lui il popolo d’Israele conobbe il periodo di massimo splendore, grazie alla conquista di territori senza spargimenti di sangue e soprattutto per lo sviluppo di un fiorente commercio.

Salomone è ricordato anche per la sua sapienza e saggezza, oltre che per la costruzione del Tempio di Gerusalemme

Sir Edward J. Poynter, La visita della regina di Saba al re Salomone, 1890, Art Gallery of New South Wales, Sydney.

Menti attive Verifica

Bellezza nella diversità

Secondo il racconto biblico, la regina di Saba, avendo sentito parlare di Salomone come di un re saggio e sapiente, si presentò alla sua corte per metterlo alla prova con alcuni enigmi. Rimasta molto colpita dalla sapienza del re, lo omaggiò con preziosissimi doni (dipinto in foto).

Davide, Salomone e la regina di Saba sono presenti anche nel Corano, il libro sacro dell’islam. In particolare Salomone è citato tre volte come un profeta saggio e dotato addirittura di abilità magiche.

Indica con una crocetta il personaggio che ha compiuto l’impresa.

1. Condusse il popolo ebraico nella terra di Canaan. A Mosè B Giosuè C Davide

2. È ricordato per la sua forza. A Esaù B Sansone C Davide

3. Fu il primo re d’Israele. A Mosè B Giosuè C Saul

4. Fece costruire il Tempio di Gerusalemme. A Saul B Davide C Salomone

5. Era un discendente della tribù di Giuda. A Davide B Isacco C Giacobbe

6. Fu giudice e profeta. A Mosè B Debora C Sansone

LA BIBBIA RACCONTA

Profeti di ieri e di oggi

Profeti e profetesse sono figure presenti in diverse religioni. Ispirati dalla divinità, essi parlano in suo nome, annunciandone la volontà e talvolta predicendo il futuro.

Ma come si diventa profeti o profetesse? Proviamo a capirlo scoprendo come è avvenuta la chiamata di Samuele.

Quando il Signore lo chiama, egli sta dormendo nel Tempio accanto al suo maestro, il sacerdote Eli. Samuele è ancora un ragazzo e inizialmente non comprende da chi provenga la voce che sente...

DIO CHIAMA SAMUELE

La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio.

Allora il Signore chiamò:

Ed egli corse da Eli e gli disse:

Mi hai chiamato, eccomi!

Egli rispose:

Non ti ho chiamato, torna a dormire!

Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo:

Samuele!

Samuele si alzò e corse da Eli dicendo:

Mi hai chiamato, eccomi!

Ma quello rispose di nuovo:

Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!

Samuele!

Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane.

Eli disse a Samuele:

Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: «Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta».

Samuele, Samuele!

Samuele andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte:

Samuele rispose subito:

Parla, perché il tuo servo ti ascolta. (1Sam 3, 3-10)

UNA FONTE DI ISPIRAZIONE

Esistono persone, oggi, che ritenete siano affidabili come lo erano i profeti di un tempo? A coppie, scegliete un personaggio attuale o qualcuno che conoscete che vi trasmette particolare fiducia e che pensate possa essere un esempio per la vostra crescita. Poi inventate uno slogan che evidenzi il messaggio che questa persona vi comunica.

Il nostro slogan

12 Una storia travagliata

Il primo Tempio

GLOSSARIO

Deportazione: trasferimento forzato di una popolazione in un luogo fuori dai confini della patria.

Il Tempio fu costruito fuori dalle mura di Gerusalemme, sul terreno collinare acquistato in precedenza da re Davide. Salomone avviò i lavori nel 965 a.C. circa e l’edificio sacro fu terminato dopo sette anni. Il re radunò allora il popolo per una grande festa: era il momento di introdurre l’arca dell’Alleanza all’interno del Tempio. La Bibbia racconta che una grande nube, segno della presenza divina, riempì il Tempio: era il segno che Dio aveva gradito la dimora che gli era stata dedicata.

La deportazione a Babilonia

Subito dopo la morte di Salomone, avvenuta attorno al 930 a.C., si crearono tensioni tra la parte settentrionale del regno e quella meridionale. Questo causò la divisione del regno in due parti: le tribù del centro e del nord formarono il regno d’Israele, con capitale Samaria; le tribù del sud, invece, formarono il regno di Giuda e scelsero come capitale Gerusalemme. I due regni ebbero vita autonoma per qualche secolo, finché dovettero fare i conti con le grandi potenze militari del tempo e, seppure in momenti diversi, vennero sconfitti: il regno d’Israele fu conquistato dagli Assiri nel 722 a.C., quello di Giuda dai Babilonesi guidati da Nabucodonosor II nel 586 a.C.

In quell’occasione Gerusalemme fu rasa al suolo, il Tempio venne saccheggiato e distrutto e parte della popolazione fu deportata a Babilonia. Questo evento segnò in modo molto profondo la storia e la fede degli Ebrei: la certezza che Dio abitasse nel Tempio era per loro garanzia di protezione, perciò quella tragica sconfitta fu vissuta come una punizione di Dio per i peccati del suo popolo.

Scopri e Rifletti

LE MERAVIGLIE DI BABILONIA

EDUCAZIONE CIVICA

Il 5 luglio 2019 Babilonia è stata inserita all’interno del patrimonio mondiale dell’Unesco grazie ai resti della città antica: mura esterne e interne, porte, palazzi e templi, testimonianze uniche di uno dei più influenti imperi del passato. La città, inoltre, è associata a una delle sette meraviglie del mondo antico, i Giardini Pensili, che nel corso del tempo hanno ispirato la cultura artistica, popolare e religiosa di molti Paesi.

Conosci alcune caratteristiche dei Giardini Pensili o dei siti che hanno permesso a Babilonia di diventare un patrimonio Unesco? Cerca su internet informazioni e immagini.

Euripide (ca. 485-406 a.C) poeta tragico dell’antica Grecia

Il secondo Tempio

L’esilio a Babilonia durò diversi anni e fu vissuto dagli Ebrei come un tempo di purificazione, durante il quale rilessero la loro storia e, aiutati dalla parola dei profeti, sentirono la necessità di un cammino di conversione, per poter tornare a Dio con tutto il cuore e ristabilire con lui l’Alleanza. Finalmente, nel 538 a.C., i Persiani, guidati da Ciro il Grande, sconfissero i Babilonesi e concessero agli Ebrei di ritornare in patria, dando così inizio a un nuovo capitolo della storia di questo popolo. Il Tempio di Gerusalemme venne ricostruito e fu consacrato nel 515 a.C., ma senza l’arca dell’Alleanza, le cui tracce si persero al momento dell’occupazione babilonese. Seguì un periodo di tranquillità e di importanti riforme religiose, ma la libertà non durò a lungo. Nel 333 a.C., infatti, Alessandro Magno sconfisse i Persiani e la terra di Canaan, detta ora Palestina, venne occupata. Il re macedone fu molto tollerante nei confronti degli Ebrei e concesse loro molte libertà, soprattutto dal punto di vista religioso. In questo periodo fu forte anche l’influsso della cultura greca. Alla morte di Alessandro (323 a.C.), gli Ebrei passarono sotto il dominio dei Tolomei d’Egitto, che garantirono un lungo periodo di pace e prosperità.

Ipotesi di ricostruzione del Tempio di Salomone (primo Tempio).

Menti attive

Sottolinea tutte le date presenti in questa lezione, poi associale agli avvenimenti. Sfida ora il tuo compagno o la tua compagna di banco in una gara di domande: chi di voi è in grado di ricordare precisamente quale avvenimento è legato a ciascuna data?

Esplora il Tempio di Gerusalemme sul Libro digitale

GLOSSARIO

Diaspora: Dispersione in varie parti del mondo di un popolo costretto ad abbandonare la terra di origine.

Genocidio: distruzione di un gruppo etnico, attraverso lo sterminio sistematico di molti individui.

Lasciare la propria terra

La diaspora

Nel 37 a.C. a governare su gran parte della Palestina era re Erode il Grande che manteneva stretti rapporti con l’Impero Romano, garantendo la pace. A lui si devono importanti opere di ampliamento del Tempio di Gerusalemme, a partire dal 19 a.C., tra cui la costruzione dell’imponente spianata del Tempio, sulla quale si svolgeranno numerosi episodi della predicazione di Gesù di Nazaret, come raccontano i Vangeli.

Alla morte di Erode il regno venne diviso in tre parti e la convivenza con l’Impero non fu più pacifica. Gerusalemme fu sempre più spesso teatro di rivolte contro i Romani, che reagivano con dure repressioni, fino a quando, nel 70 d.C., il generale romano Tito conquistò la città e rase al suolo il Tempio, di cui oggi rimangono solo alcuni resti tra cui il Muro Occidentale detto anche Muro del Pianto. Da quel momento gli Ebrei cominciarono a disperdersi nei vari territori dell’Impero Romano e oltre: era la diaspora.

Secoli di persecuzione

Con la distruzione di Gerusalemme gli Ebrei si ritrovarono senza patria e soprattutto senza la città santa in cui, secondo la loro religione, dovevano recarsi per celebrare il loro culto: una vicenda drammatica che li costrinse a vivere lontano dalla Terra Promessa.

Nel corso dei secoli successivi non si arrivò mai a una soluzione e il popolo ebraico fu spesso perseguitato. Ad esempio, tra il 1347 e il 1350 la cosiddetta «peste nera» colpì l’Europa e, nel tentativo di trovarne le cause, gli ebrei furono accusati di propagare il morbo. Alla base di questa accusa c’era l’odio profondo della società cristiana che riteneva il popolo ebraico responsabile della condanna a morte di Gesù.

Nel XX secolo, invece, agli ebrei tedeschi venne attribuita la colpa della decadenza economica della Germania negli anni successivi alla prima guerra mondiale. Questa accusa è all’origine della Shoah, il terribile genocidio perpetrato durante la seconda guerra mondiale in cui furono uccisi circa sei milioni di ebrei.

Gli Ebrei in Egitto. 1700 a.C.

1900 a.C. Patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe).

1250 a.C. Esodo dall’Egitto (Mosè).

Periodo dei giudici. 1200 - 1030 a.C.

Divisione del regno: regno d’Israele a nord, regno di Giuda a sud.

930 a.C.

1030 - 930 a.C. Monarchia.

Distruzione del Tempio di Gerusalemme e deportazione degli Ebrei a Babilonia a opera di Nabucodonosor II. 586 a.C.

722 a.C. Caduta del regno di Israele a opera degli Assiri.

538 a.C. Editto di Ciro: ritorno degli Ebrei dall’esilio.

L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo.

Liliana Segre superstite della Shoah e senatrice della Repubblica Italiana

Scopri e Rifletti

STATO O NAZIONE?

Per molti secoli il popolo ebraico non ebbe uno Stato, tuttavia rimase unito come nazione. «Stato» e «nazione» non sono sinonimi, non sono cioè parole che si possano usare in modo intercambiabile, come se avessero lo stesso significato.

Lo Stato è un’organizzazione politica sovrana che governa su un popolo e su un territorio delimitato da precisi confini.

La nazione è una comunità di persone che condividono la stessa storia e le stesse tradizioni linguistiche e culturali.

E tu, a quale nazione appartieni? Prova a stilare un elenco di caratteristiche e valori che identificano la tua nazionalità.

Lo Stato di Israele

Finita la seconda guerra mondiale, una Risoluzione delle Nazioni Unite prevedeva per la Palestina la creazione di due Stati: uno arabo-palestinese e uno ebraico-palestinese. Molti ebrei, che fino ad allora avevano vissuto sparsi in tutto il mondo, decisero di fare ritorno in Palestina per costruirsi una nuova vita. I Paesi arabi circostanti, tuttavia, rifiutarono la Risoluzione Onu, pertanto, il 14 maggio 1948, giorno in cui venne proclamata ufficialmente la nascita dello Stato d’Israele, le armate arabe di Siria, Giordania, Egitto e Iraq attaccarono il Paese. Cominciò così la prima di una serie di guerre che purtroppo sono continuate nei decenni successivi e che hanno creato una situazione che oggi appare gravissima e dagli esiti quanto mai incerti.

Ricerca in rete

APPRENDIMENTO COOPERATIVO

Con la Legge 20 luglio 2000, n. 211, la Repubblica Italiana riconosce il 27 gennaio come Giornata della Memoria, per ricordare la Shoah. A coppie, cercate su internet il testo della legge per capire meglio in che cosa consiste questa giornata di commemorazione, poi cercate informazioni sulle iniziative organizzate nel luogo in cui vivete.

Alessandro Magno conquista la Palestina. 333 a.C.

515 a.C. Inaugurazione del secondo Tempio di Gerusalemme.

Tito conquista Gerusalemme e distrugge il Tempio; inizia la diaspora. 70 d.C.

135 a.C. La Palestina diventa una provincia dell’Impero Romano.

Gli Stati Uniti sono il primo Paese ad abolire tutte le restrizioni contro gli ebrei. 1776 d.C.

1347-1350 d.C. La peste nera in Europa.

Shoah: sterminio nei campi di concentramento di circa sei milioni di ebrei. 1939-1945 d.C.

1938 d.C. Persecuzione antiebraica in Germania.

Fondazione dello Stato d’Israele, in Palestina. 1948 d.C.

1947 d.C. Risoluzione ONU che prevede la creazione in Palestina di due Stati, uno arabo e uno ebraico. Mai attuata.

Menti attive

14

La sinagoga

Un luogo per riunirsi

GLOSSARIO

Sabato: deriva dalla parola ebraica shabbath, che significa «riposo». È considerato tempo di astensione dal lavoro e di preghiera, per ricordare il riposo di Dio nel settimo giorno della creazione.

Dopo la distruzione del primo Tempio di Gerusalemme e durante l’esilio babilonese, la comunità ebraica sentì l’esigenza di non perdere le proprie tradizioni: fu così istituita la sinagoga, un luogo in cui potersi ritrovare il sabato e nei giorni di festa, per pregare e leggere insieme i testi biblici. Le sinagoghe si diffusero prima in ogni città e villaggio della Palestina, poi, durante la diaspora, in tutto il mondo, diventando il punto di riferimento di ogni comunità ebraica per il culto e lo studio delle Scritture. All’interno della sinagoga l’elemento più importante è l’arca, l’armadio riccamente ornato e appoggiato alla parete rivolta verso Gerusalemme, in cui vengono conservati, all’interno dei loro preziosi contenitori, i rotoli della Torah, ossia i primi cinque libri della Bibbia, e il Talmud, altro testo sacro dell’ebraismo.

Bellezza nella diversità

I luoghi di culto ebraici, cristiani e musulmani sono tutti costruiti secondo un preciso orientamento: la sinagoga è orientata verso Gerusalemme; la chiesa cristiana solitamente verso oriente, cioè verso il sorgere del sole, simbolo di Cristo e quindi della salvezza; la moschea verso La Mecca, città santa dell’islam.

Rotolo della Torah.
Tempio maggiore Israelitico, Firenze.

La patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica.

Oriana Fallaci (1929-2006) giornalista e scrittrice

La tradizione nella sinagoga

Al loro interno le sinagoghe sono spesso riccamente decorate, ma non vi sono immagini sacre, in osservanza al divieto biblico di raffigurare Dio. Le sinagoghe tradizionali si caratterizzano inoltre per la presenza del matroneo, cioè un luogo riservato alle donne, per esempio uno spazio rialzato posto su tre lati dell’edificio oppure una stanza apposita. Questo perché i rabbini, in passato, sostenevano che la presenza delle donne potesse disturbare la concentrazione degli uomini.

Anche la casa rappresenta per gli ebrei un luogo di culto, una sorta di piccolo tempio domestico: molte celebrazioni religiose, per esempio il pasto rituale del sabato o la cena di Pèsach, si svolgono intorno alla tavola dove la famiglia si riunisce.

Esplora la sinagoga sul Libro digitale

Scopri e Rifletti

GLOSSARIO

Rabbino: dall’ebraico rabbi, «mio maestro», è il capo spirituale di una comunità ebraica.

Struttura di una sinagoga.

LO STATO ITALIANO E LE COMUNITÀ EBRAICHE

I rapporti tra l’Italia e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane sono regolati dalle disposizioni dell’Intesa, stipulata il 27 febbraio 1987, in cui all’art. 2 si legge: «In conformità ai princìpi della Costituzione, è riconosciuto il diritto di professare e praticare liberamente la religione ebraica in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto e i riti».

Nel territorio in cui vivi c’è una comunità ebraica? Svolgi una ricerca e raccogli informazioni sulla sua storia.

Menti attive

Ricerca in rete

APPRENDIMENTO COOPERATIVO

A coppie, cercate su internet il sito dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI), scegliete alcune sinagoghe d’Italia tra quelle elencate ed esploratele attraverso i tour virtuali proposti.

EDUCAZIONE CIVICA

15 Le feste ebraiche

Feste di pellegrinaggio

GLOSSARIO

Liturgia: insieme delle cerimonie sacre e dei riti propri di un culto religioso.

Festa delle capanne, Sukkot

Oltre al sabato (Shabbat), il calendario liturgico ebraico è ricco di feste che permettono ai fedeli di rivivere gli episodi della storia del loro popolo. Tra queste feste compaiono le tre feste di pellegrinaggio, chiamate così perché ai tempi in cui esisteva il Tempio ci si recava a Gerusalemme per partecipare alle celebrazioni. Esse sono Pèsach, Sukkot e Shavu’òth

• Pèsach (Pasqua), dura otto giorni e ricorda la li berazione degli Ebrei dalla schiavitù in Egitto. Il termine ebraico pèsach significa «passaggio» e si riferisce a una delle dieci piaghe, quando Dio «passò oltre» le case degli Ebrei, risparmiando i loro primogeniti dalla morte, che invece colpì tutti i primi nati egiziani.

Durante la Pasqua ebraica non si consumano cibi lievitati, per ricordare la cena consumata in fretta, alla vigilia della fuga dall’Egitto.

Il rito più importante è quello della cena, chiamata seder («ordine»), durante la quale si mangiano: azzime, cioè pane non lievi tato; un cosciotto di agnello arrostito, in ricordo dell’antico sacrificio pasquale; un uovo sodo, simbolo di lutto, in ricordo della distruzione del Tempio e simbolo della nuova vita dopo la liberazione dalle tante schiavitù subite; erbe amare, per ricordare l’amarezza della schiavitù; una composta di frutta, che ricorda l’argilla con cui gli schiavi Ebrei fabbricavano i mattoni.

• Sukkot (Festa delle capanne), nella quale si costruiscono delle capanne all’aperto, in ricordo dei quarant’anni trascorsi nel deserto, dopo la liberazione dalla schiavitù in Egitto. La capanna viene costruita con rami e foglie secondo regole precise: la più importante è che il tetto deve lasciare la possibilità di vedere il cielo. All’interno della capanna si consuma almeno il pasto della prima sera di festa.

• Shavu’òth (Festa delle settimane o Pentecoste), si festeggia sette settimane dopo la festa di Pèsach e ricorda i dieci Comandamenti che Mosè ricevette da Dio sul monte Sinai.

Piatto tipico di Pèsach

Feste solenni

Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.) avvocato, politico e filosofo romano

Un secondo gruppo è quello delle feste solenni, che comprende:

• Rosh Hashanah, il Capodanno ebraico, che non coincide con quello cristiano perché gli ebrei contano gli anni a partire dalla prima luna nuova dell’anno della creazione del mondo.

• Yom Kippur, il Giorno dell’espiazione, in cui si chiede il perdono a Dio per i peccati commessi, attraverso il digiuno e l’astensione dal lavoro e da qualsiasi svago.

Feste minori

Infine troviamo una serie di feste minori, tra cui:

• Purim (Festa delle sorti), una ricorrenza molto gioiosa e allegra, in cui si indossano maschere e costumi e si partecipa a sfilate. Ricorda la miracolosa salvezza del popolo ebraico quando si trovava alla mercé del malvagio Aman, in Persia, e fu salvato dall’intervento della regina Ester.

• Chanukkah (Festa delle luci), che ricorda il giorno in cui, sconfitto l’esercito del re greco-siriano Antioco IV, il popolo israelita si riappropriò del Tempio di Gerusalemme, consacrandolo nuovamente al culto del Dio ebraico. In quell’occasione venne riaccesa la chanukkiah, il candelabro votivo del Tempio. L’accensione del candelabro a nove bracci, dove ogni luce rappresenta uno degli otto giorni della festa (la nona candela serve per accendere le altre), è oggi una delle tradizioni più attese dai bambini. La

Verifica

Collega ogni festa ebraica al suo significato.

a. Espiazione

b. Pasqua

c. Festa delle luci

d. Festa delle capanne

e. Capodanno

f. Pentecoste

1. liberazione dalla schiavitù d’Egitto

2. esodo nel deserto

3. perdono dei peccati

4. primo giorno dell’anno nuovo

5. dieci Comandamenti ricevuti da Mosè

6. riconquista del Tempio di Gerusalemme

Menti attive
Secondo la tradizione, al termine di Rosh Hashanah e Yom Kippur viene suonato il corno di montone.
Festa delle luci, Chanukkah

Completa la mappa con le parole date.

Rivelazione – riti e feste – Alleanza – Giudici – sinagoga

La storia del popolo ebraico

La .................................................................. di Dio ad Abramo oggi rivive attraverso inizia con

luoghi di culto

con il quale stabilisce che continua con un patto di

• Patriarchi (Isacco, Giacobbe)

• Sabato

• Pasqua

• Pentecoste

• Capodanno

• Festa delle capanne

• Espiazione

• Festa delle sorti

• Festa delle luci

• Profeti (Mosè) • (Sansone, Debora, Samuele)

Muro del Pianto

• Re (Saul, Davide, Salomone)

da cui nascono che fa costruire

12 figli, futuri capi delle

12 tribù di Israele

il Tempio di Gerusalemme

Sintesi

• Quali sono i concetti fondamentali dell’ebraismo?

I concetti fondamentali dell’ebraismo sono la Rivelazione e l’Alleanza. La Rivelazione indica che Dio ha scelto di manifestarsi al popolo ebraico come unico Dio. L’Alleanza indica il rapporto speciale che Dio ha voluto stabilire con il popolo ebraico.

• Qual è il ruolo di Mosè nella storia del popolo ebraico?

A Mosè Dio affidò il compito di liberare il popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto. Con Mosè il popolo ebraico affrontò l’esodo, cioè il viaggio dall’Egitto a Canaan, la terra promessa. Durante il cammino, Dio consegnò a Mosè i dieci Comandamenti, cioè le regole che il popolo ebraico doveva rispettare per mantenere l’Alleanza con Dio.

• Che cos’è la diaspora?

La diaspora è la dispersione degli ebrei in varie parti del mondo. Iniziò con la conquista romana e proseguì per i secoli successivi, fino a quando nacque lo Stato d’Israele e gli ebrei poterono ritornare in Palestina.

Ripasso creativo

Scegli la festa ebraica che ti ha incuriosito di più e, con l’aiuto dell’insegnante, cerca su internet in che cosa consistono i festeggiamenti e quali elementi tradizionali la caratterizzano (abbigliamento, oggetti e piatti tipici ecc.), poi organizzala tu!

La festa che ho scelto di organizzare:

Il luogo dell’evento:

Chi mi piacerebbe invitare:

La data:

Lista delle cose che mi servono (cibo, addobbi ecc.):

VERIFICO E RIFLETTO

1 Leggi il testo e completa con le parole nell’elenco.

Mosè – Alleanza – Habiru – Mezzaluna – Ur – monoteismo

• La parola «ebreo» sembra derivare da , che significa «senza terra» e fa riferimento al fatto che si trattava di tribù pastorali nomadi. Queste erravano nella fertile, attraversata da grandi fiumi.

• Inizialmente politeisti, gli antichi Ebrei adoravano Adonai, rivelatosi come unico Dio ad Abramo, un capo tribù originario di ….............….....…….. Da Abramo nacque il popolo ebraico, fondando il ….............….....……..

• L’ tra Dio e gli Ebrei è centrale. Nonostante le frequenti disobbedienze e il distacco degli Ebrei nel corso della loro storia, Dio la rinnova più volte attraverso figure come Abramo, e infine Gesù.

2 Cerchia le parole che rappresentano la religione ebraica.

Monoteismo Roma Palestina Diaspora Stabilità Deportazione

3 Completa le frasi.

Divinità famigliari Ziggurat

a. L’ebraismo fu la prima religione ................................................................................................................................................. .

b. Il popolo ebraico è detto anche « ».

c. Abramo, Isacco e Giacobbe sono considerati dell’ebraismo.

d. Mosè crebbe alla .

e. Saul, Davide e Salomone furono del popolo d’Israele. f. Sansone fu un ...................................................................................................................................................................................... .

4 Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

a. Giuseppe diventa viceré dell’Egitto grazie alla sua capacità di interpretare i sogni. V F

b. Il popolo ebraico viene liberato dalla schiavitù dell’Egitto da Abramo. V F

c. Saul è il primo imperatore. V F

d. Salomone è ricordato per aver fatto costruire il Tempio e per la sua saggezza. V F

e. Le vicende raccontate nella Bibbia formano un’unica grande «storia della salvezza». V F

5 Rispondi alle domande.

a. Che cosa consegna Dio a Mosè sul monte Sinai?

b. Dove vennero custodite le tavole della Legge?

c. Quali sono i luoghi di culto della religione ebraica? ...........................................................................................................

d. In quale anno cominciò la diaspora?

e. Chi è il rabbino?

f. Che cos’è il Muro del Pianto?

g. Che cos’è il matroneo?

6 Indica la risposta esatta.

a. Tra Dio e il popolo ebraico si costituisce:

A un patto di Alleanza. B un concordato storico. C un accordo politico.

b. Ad Abramo Dio chiede di sacrificare il figlio:

A Esaù.

B Giacobbe. C Isacco.

c. Giacobbe ottiene la primogenitura scambiandola con un piatto di:

A carne.

d. Dio parla a Mosè:

B fagioli. C lenticchie.

A nella sinagoga. B da un roveto ardente. C nel Tempio.

7 Dopo aver letto attentamente l’Unità, riporta sotto ciascuna immagine il nome della festa ebraica corrispondente.

8 Quale personaggio della storia del popolo ebraico ti è piaciuto di più e perché?

PENSIERO CRITICO

Nel corso dell’Unità hai letto diverse citazioni (in alto nelle pagine di destra). Scegli quella che più ti ha colpito e riscrivila qui, poi esprimi la tua opinione.

Quanto condividi questa affermazione da 0 a 10? Colora la barra e motiva la tua risposta.

Perché:

3 Una storia infinita

Il bello di...

La Bibbia

In questa Unità conosceremo la Bibbia e il mondo in cui è nata. In ogni epoca gli esseri umani hanno scritto con le più diverse finalità; alcune parole più di altre hanno segnato profondamente e positivamente la vita umana orientando le persone alla riflessione e alla crescita spirituale ed etica. Nelle religioni i libri sacri comunicano parole di saggezza, messaggi divini che i fedeli sono chiamati ad ascoltare.

Cercando la bellezza

Scegliere le parole giuste

Le parole che pronunciamo dicono qualcosa di noi, contribuiscono alla creazione della nostra identità, anche online. Offendere e ferire ci rende brutti; imparare a scegliere le parole giuste, invece, fa stare bene noi e gli altri.

In classe, cercate in rete il TEDx* della sociolinguista Vera Gheno intitolato Dalle parole ostili alle parole o-stili, poi riflettete insieme soffermandovi sui i messaggi che avete compreso e quelli che non avete capito.

Vera Gheno è una studiosa dello sviluppo della lingua e in questo TEDx ci stimola a prendere consape volezza delle parole che usiamo. Ci invita a cambiare rotta, a mettere in discussione prima di tutto noi stessi, ricordandoci che le parole giuste hanno un gusto migliore e che il silenzio a volte dice più delle parole, comuni cando emozioni profonde e pensieri non espressi.

* TEDx (Technology Entertainment Design) è un format per eventi che permette di presentare e diffondere idee di valore attraverso mini conferenze di massimo 18 minuti. Nel fascicolo Itinerari di bellezza :

La bellezza nelle parole

ITINERARIO 3 | Saper scegliere le parole

La Parola di Dio in un Libro

Un solo Dio e un testo sacro

Come abbiamo visto nell’unità precedente, le religioni ebraica, cristiana e musulmana sono monoteiste e rivelate e vengono dette abramitiche perché tutte derivano dal patriarca Abramo.

FOTO GLOSSARIO

La religione ebraica si fonda sull’osservanza della Legge (Torah), cioè dell’Alleanza tra Dio e l’umanità.

Corano: testo sacro dei musulmani, contenente le rivelazioni ricevute dal profeta Maometto. Fu scritto qualche anno dopo la sua morte, tra il 644 e il 656 d.C., in lingua araba. È composto da 114 capitoli chiamati sure

Bellezza nella diversità

La Bibbia è un capolavoro di saggezza religiosa: molti artisti e persone di cultura vi hanno attinto per le loro opere: per questo ha segnato la storia dell’umanità.

La religione cristiana è la religione di Gesù Cristo che rivela il Padre: la conoscenza di Gesù come persona avviene attraverso i Vangeli, frutto della testimonianza di coloro che lo hanno incontrato.

L’islam invece è detto anche «religione del Libro» perché si basa sulla recitazione del Corano, il libro scritto in cielo e calato sulla terra attraverso la mediazione di Maometto.

In queste tre religioni il testo sacro contiene la Parola di Dio, quindi la sua volontà, e diventa norma di comportamento per i credenti.

Che cosa cambierebbe nel mondo se la Bibbia non esistesse? Probabilmente non si parlerebbe di popolo ebraico, profondamente radicato nelle Scritture, e di conseguenza nemmeno di cristianesimo. Senza la Bibbia si perderebbe un pezzo importante della storia dell’umanità, ma anche della letteratu ra, dell’arte e dell’architettura. E perfino l’islam sarebbe diverso da come lo conosciamo, poiché è dimostrato che la base su cui è intessuto il Corano riprende la retorica semitica, ovvero il modo di scrivere del popolo ebraico.

La Bibbia appartiene a tutti, agli atei e ai credenti in uguale misura. È il libro dell’umanità.

Un Libro in comune?

La religione ebraica e quella cristiana condividono, seppure con importanti differenze, lo stesso testo sacro: la Bibbia. La parola «Bibbia» deriva dal greco biblìa, che significa «libri». Ma perché utilizzare una parola al plurale? Perché la Bibbia, in realtà, è una raccolta di libri scritti da più autori in epoche diverse. Attraverso questi libri è giunto fino a noi il racconto della storia della salvezza, cioè la storia del rapporto speciale tra Dio e l’essere umano, che è stato vissuto dentro e attraverso la storia di un popolo specifico: il popolo d’Israele. C’è stato però un avvenimento molto particolare che, a un certo punto di questa storia, ha determinato una «rottura», facendo sì che dal popolo ebraico nascesse una nuova religione: il cristianesimo. Questo avvenimento è stato l’incarnazione di Gesù, che i cristiani hanno riconosciuto come il compimento delle promesse di Dio, compimento che invece per gli ebrei non è ancora avvenuto. Da qui hanno avuto origine le differenze tra la Bibbia ebraica e Bibbia cristiana

Brainstorming

• Quali insegnamenti sono importanti per la vostra vita? Da chi li ricevete?

GLOSSARIO

Incarnazione: atto per cui un essere divino assume un corpo fisico.

FOTOG LOSSARIO

Testo sacro: documento e opera letteraria ritenuta sacra da una religione, di cui costituisce il fondamento e delinea la dottrina e la vita. Oltre alla Bibbia e al Corano, ricordiamo anche i Veda, libri sacri dell’induismo, e i Tripitaka (in foto), la raccolta di testi sacri buddhisti.

Il libro sacro di una religione contiene insegnamenti che diventano norme di comportamento per tutti i fedeli. Provate a rispondere alle seguenti domande avviando una discussione in classe.

• Conoscete qualche insegnamento trasmesso dalla Bibbia? Quale? Che cosa ne pensate?

• Alcuni di questi insegnamenti potrebbero essere validi anche per chi non si professa cristiano?

Fëdor Dostoevskij (1821-1881) scrittore e filosofo russo LEZIONE 16 - La Parola di Dio

Scrivere la memoria 17

Dio, il vero autore delle Scritture

GLOSSARIO

Agiografo: scrittore di vite dei santi e di argomenti sacri ispirato da Dio.

Prima che i libri della Bibbia venissero scritti, le vicende della storia del popolo ebraico e gli insegnamenti venivano tramandati oralmente. Gli anziani raccontavano le storie ai più giovani e questo si ripeté per intere generazioni. Solo successivamente, e in epoche diverse, si passò al testo scritto. Si trattò di una redazione lunga e complessa, avvenuta in un arco di tempo che va circa dal 1200 a.C. al 100 d.C

Coloro che scrissero la Bibbia, gli agiografi, furono ispirati da Dio, che ne è il vero autore: Dio si serve dell’agiografo come «strumento» per trasmettere agli esseri umani la sua Parola. L’agiografo adempie la propria missione utilizzando la lingua, la cultura e le conoscenze che gli vengono dall’epoca e dal luogo in cui vive. Ecco perché all’interno del testo sacro troviamo lingue e generi letterari diversi.

Anche le informazioni storiche e scientifiche contenute nella Bibbia sono legate alle conoscenze disponibili nel momento in cui il testo è stato scritto, perciò a volte risultano inesatte rispetto alle conoscenze scientifiche attuali. Questo tuttavia non costituisce un problema per le verità contenute nella Sacra Scrittura, dal momento che lo scopo principale del testo biblico non è trasmettere informazioni scientifiche, ma far conoscere l’amore di Dio per l’umanità e la sua volontà di salvezza

Nulla osta

Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana

Roma, 25 settembre 2024, Prot. 2563/2024

Imprimatur

Senigallia, 15 ottobre 2024, Prot. N. 75/24 V

✠ Mons. Francesco Manenti, vescovo di Senigallia

Coordinamento redazionale: Stefania Bigatti, Silvia Civerchia

Pagine Arte e Religione realizzate da: Valentina Paciello

Redazione: Silvia Amaolo, Nicola Giulioni, Muriella Montanari, Benedetta Zaccarelli

Revisione testi: Maria Anna Cingolo

Progetto grafico e copertina: Simona Albonetti

Impaginazione: Simona Albonetti, Stefania Rossini

Illustrazioni:Andrea Da Rold, Elisa Bellotti

Referenze fotografiche: iStock - Alamy - Raffaello Libri - Adobe stock - Shutterstock -

Foto Austrian Archives/Scala, Firenze - DeAgostini Picture Library/Scala-Firenzeaut. Frolla Società Cooperativa Sociale - Foto Scala-Firenze

Coordinamento digitale: Paolo Giuliani

Supervisione contenuti digitali: Maria Angela Mazzantini

Redazione digitale: Chiara Mavica

Le parti ad alta leggibilità di quest’opera sono state realizzate con la font leggimi © Sinnos editrice

Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Il Gruppo Editoriale Raffaello mette a disposizione i propri libri di testo in formato digitale per gli studenti ipovedenti, non vedenti o con disturbi specifici di apprendimento.

L’attenzione e la cura necessarie per la realizzazione di un libro spesso non sono sufficienti a evitare completamente la presenza di sviste o di piccole imprecisioni. Invitiamo pertanto il lettore a segnalare le eventuali inesattezze riscontrate. Ci saranno utili per le future ristampe.

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Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

La bellezza nel mondo

La bellezza nel mondo è un corso di IRC per la scuola secondaria di primo grado che risponde in modo efficace e innovativo alle Indicazioni nazionali e ai Traguardi per lo sviluppo delle competenze. Tema centrale è la bellezza, intesa come via privilegiata per suscitare stupore, meraviglia e riflessione nei ragazzi e nelle ragazze, ponendo al centro l’educazione all’affettività

Il corso si distingue per un approccio metodologico moderno che integra la didattica delle emozioni, la didattica per competenze, il dialogo interreligioso, l’inclusione e l’educazione civica.

• Approccio interculturale e interreligioso per una integrazione consapevole

• Apprendimento cooperativo e proposte di debate, per il confronto e la metacognizione

• Percorsi attivi di arte, per riflettere sui messaggi dell’arte e sul suo rapporto con la religione

• I passi della Bibbia raccontati in chiave graphic novel, con proposte operative

• Laboratori di intelligenza emotiva, per esplorare il proprio mondo interiore e imparare a riconoscere le emozioni

• Laboratori di educazione civica, per approfondire i temi dell’Agenda 2030, con compiti autentici

Il fascicolo Itinerari di bellezza propone 15 percorsi laboratoriali organizzati per classe e in collegamento con le Unità del testo base: momenti di riflessione, di gioco e di approfondimento per entrare in contatto con il sentimento del bello oltre le apparenze.

CONFIGURAZIONI E CODICI PER ADOZIONE (modalità mista di tipo b - libro cartaceo e libro digitale)

ISBN 978-88-472-4824-3

Volume 1 + Itinerari di bellezza

ISBN 978-88-472-4825-0 Volume 2

ISBN 978-88-472-4826-7 Volume 3

ISBN 978-88-472-4827-4 Volume unico + Itinerari di bellezza

ISBN 978-88-472-4828-1

Volume di Didattica inclusiva

Il corso è disponibile anche nella modalità di tipo c (solo digitale). Per maggiori informazioni www.raffaelloscuola.it/testi-tipo-c

DIGITALE

Risorse digitali

Contenuti e strumenti di condivisione, per la lezione in classe e a casa.

Testo modificabile, dizionario integrato, servizio traduzione. Alta leggibilità

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