FORNACE DA RIFARE
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È in partenza una crociata contro nutrie, istrici e alberi. Sono nel mirino dalle istituzioni locali che stanno provando a annoverarli tra i principali responsabili dell’alluvione: l’effetto diga della vegetazione negli alvei dei umi ha rallentato lo scorrere delle piene e le tane scavate negli argini ne hanno causato i crolli.
Il dito è puntato contro animalisti, ambientalisti e simpatizzanti della natura a vari livelli. Il presidente della Provincia, Michele de Pascale, ha cominciato a suonare la carica in una intervista al Corriere Romagna il 7 maggio: «Mai più potremo ascoltare le lamentele di chi non vuole che si abbattano alberi dentro agli alvei uviali o voglia soprassedere al controllo delle specie alloctone come le nutrie, che vanno azzerate». Messaggio poi ribadito a ogni occasione buona.
Il tono è quello di uno che sapeva cosa c’era da fare, ma non ha potuto farlo. Ma, di preciso, chi avrebbe avuto tutta questa potenza da impedire alla forza pubblica di accoppare nutrie e sradicare tronchi? Il sindaco ricorda le proteste in difesa delle nutrie arrivate alle minacce di morte nei suo confronti per cui l’azione del pubblico è stata costretta a fermarsi (lo stesso vale per i daini di Classe e i pavoni di Punta Marina). Insomma la lobby ambientalista come ostacolo insormontabile. Eppure non mancano esempi di decisioni prese da chi governa questo territorio fregandosene degli ambientalisti. Un esempio recente?
Il rigassi catore. In 120 giorni è stato autorizzato. Forse il miliardo di euro in ballo ha aiutato a non farsi intimorire dagli ambientalisti. La sensazione è che la minaccia dei verdi sia più usata come scusa per coprire un fallimento. Le autorità riuscirebbero a eradicare le nutrie se non ci fossero gli ambientalisti?
Il dito puntato contro le tane degli animali fossori evita anche di guardare altro. Possibile che nessun amministratore locale metta in discussione la gestione del territorio? Possibile che si possa ignorare il dato di Ispra secondo cui tra 2020 e 2021 il comune di Ravenna è stato il secondo in Italia per consumo di suolo?
Il sindaco ha attribuito gran parte del merito per il salvataggio di Ravenna dall’alluvione alla deviazione del ume Montone per la creazione dei Fiumi Uniti. Risale a metà del ‘700. Quindi in tre secoli – pur con tutto il progresso di ingegneria – non è stato fatto null’altro per la protezione idraulica del territorio.
Forse due storie recenti rendono meglio l’idea della vera consistenza dell’attenzione ambientalista di chi amministra Ravenna. Nell’autunno 2019 alcune migliaia di uccelli morirono nella valle Mandriole per un’epidemia di botulino che una gestione oculata avrebbe evitato. Nessuno si è preso responsabilità. A Marina Romea due mesi fa un’area verde di 700 mq in zona protetta è stata rasa al suolo e la giunta comunale si permette il lusso di dire che è successo a sua insaputa. Saranno state le nutrie.
di Moldenke
18 GUSTO
DAI PELATI ALLA PASSATA, TUTTO SUL POMODORO
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Non ho niente da fare, sono giovane, in forze, durante il giorno, detta come va detta, mi ammazzo di seghe. Ma ora basta, voglio darmi una svegliata, voglio nalmente dare una mano alla mia comunità. Ho visto che in alcune zone l’acqua è entrata nelle case, come in un lm. Ora che è scesa, c’è fango dappertutto, tanti miei coetanei hanno iniziato a darsi da fare. Sembra bello, magari c’è anche della ga. E i sel e con il fango, tra l’altro, vengono piuttosto bene. Ok, sarà un po’ dura ma poi alla ne con una doccia passerà tutto, mi dico.
Inizio, allora. Vado a spalare, spazzare, vangare, raccolgo fango a tutto spiano.
I vecchietti mi ringraziano, alcuni piangono, altri mi dicono che senza di me probabilmente ci avrebbero messo una settimana, un mese, un anno. Mi sento forte, mi sento go, mi sento giovane come in effetti sono. Ho anche conosciuto una tipa che non mi pare affatto male. Domani, con il fango sugli addominali, mi sa che ci provo pure.
Ma, un attimo, cosa leggo qui? Cosa dice il signor prefetto? Ma chi è, sopratutto, il prefetto? Cosa vuole dalla mia vita?
«Cari angeli del fango, il vostro lavoro è stato utile, vi ringraziamo, ma è meglio che stiate a casa».
Sta dicendo proprio così, il prefetto. Sta dicendo di non impicciarci, che c’è già chi fa il volontario di mestiere (ma esistono i volontari professionisti?), l’esercito, le forze dell’ordine, i sindaci. Noi possiamo tornare più avanti, che adesso siamo solo in mezzo, praticamente.
Ok, mi spiace, ma poco male. Continuerò a drogarmi sul divano.
Poi però vedo arrivare il Presidente della Repubblica, qui, nelle nostre città, e lo vedo posare vicino ad altri miei colleghi angeli del fango, leggo che li «loda», che mi pare voglia dire che ci apprezza, a noi angeli del fango. Grande Presidente, mi viene voglia di andare in piazza ad abbracciarlo, di tornare ad aiutare quei vecchietti, quei disperati che non hanno più niente, che continuano a dire che nessuno li aiuta, se non i giovani volontari come noi. Ma no, in effetti, ora che ci penso, si sta molto meglio qui sul divano. Dai, almeno ci ho provato...
«Ripartenza veloce e immediata, senza pause»
La richiesta delle istituzioni fa scattare la protesta di Pap
Il prefetto Castrese De Rosa e tutti i sindaci della provincia tramite la stampa hanno invitato: «a non mettersi in movimento in questi giorni nei quali sono ancora all’opera moltissimi uomini e mezzi della Protezione Civile, che potrebbero essere, seppure involontariamente, intralciati nel loro operato, con conseguente pregiudizio del buon esito delle attività in corso ed anche a tutela della loro incolumità e di quella degli altri». Insomma, dopo tante parole spese a lodare la solidarietà e l’impegno dei ragazzi, sembra che ora i volontari possano diventare un problema, anche per la viabilità. Quindi, in sostanza, grazie ma per ora basta cosi: «Tutte le istituzioni del Ravennate – termina infatti il comunicato – esprimono il loro più sentito ringraziamento a chiunque si sta attivando per dare una mano, sottolineando che ci sarà tempo e modo per tutti di offrire il loro supporto nel momento e nelle modalità più opportuni».
Martedì 30 maggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato i comuni colpiti dall’alluvione incluso ovviamente il nostro territorio provinciale. A Ravenna è stato ospitato in Prefettura per una colazione prima della visita in Municipio dove ha dichiarato: «Questo è un territorio per il nostro Paese di grande importanza. Ravenna lo è anche per la sua storia, non soltanto per le sue dimensioni, i suoi abitanti, ma per la storia di cui sono portatori, per il patrimonio di arte che conserva, per la vivacità del tessuto urbano e produttivo, per la vivacità delle contrade agricole che intorno a Ravenna contribuiscono al nostro Paese, alla sua vita e alla sua forza economica. Tutto questo richiede una ripartenza veloce e immediata, senza pause».
In seguito il Presidente è stato a Lugo dove ha stretto la mano ai cittadini accorsi ad accoglierlo davanti al teatro Rossini, uno dei luoghi simbolo dell’alluvione, dati i danni riportati. In ne, la giornata, che aveva previsto anche il sorvolo delle aree colpite in elicottero, si è chiusa a Faenza, in Municipio con un momento istituzionale dove Mattarella ha incontrato i primi cittadini dei Comuni colpiti (che hanno intonato anche un “Romagna Mia”) e i presidenti delle Province.
Qui ha salutato anche i ragazzi impegnati a ripulire la città, i cosiddetti “angeli del fango” in piazza. Ad accompagnarlo, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e i sindaci dei rispettivi Comuni.
Parole ovviamente che non sono piaciute a tanti e che in particolare hanno suscitato la reazione di Pap, Potere al Popolo. che domenica 28 maggio ha protestato in piazza del Popolo davanti alla Preferttura che ha difeso la necessità dei volontari chiedendo: «lo Stato dov’è? Certo stiamo vedendo la Protezione Civile lavorare, ma in affanno a causa della mancanza di personale e mezzi. Dove è il genio civile? E l’esercito poi che potrebbe mettere a servizio il genio militare è praticamente assente».
La storia del Pci (e cena di selvaggina) al circolo Aurora
Martedì 6 giugno alle 19 al Circolo Aurora di via Ghibuzza 12 a Ravenna, sarà presentato il libro di Flavio Cassani e Ivan Simonini Il Partito Comunista della provincia di Ravenna. Fotostoria 1921-2021 (400 pagine con oltre 800 illustrazioni) pubblicato dalle Edizioni del Girasole nel Centenario della nascita del PCI. Intervengono Carlo Lorenzo Corelli e Ivan Fuschini. Dopo la presentazione, sarà servita ai partecipanti, alle ore 20.30, una cena a base di selvaggina sotto la supervisione straordinaria di Libero Asioli. Il costo di partecipazione è di 30 euro comprensivo della cena di selvaggina e del libro. Per prenotare, telefonare al numero 0544 262989 oppure al 327 2061248.
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Domande entro il 30 giugno, l’aiuto su base mensile va da 400 a 900 euro in base al numero di persone in famiglia e in base ai giorni effettivi
Nell’ambito della gestione dell’emergenza alluvione, terminata la fase più critica relativa al vero e proprio evento emergenziale e agli interventi di pulizia e primo ripristino, la Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento di Protezione civile stanno mettendo in campo le prime azioni relative agli indennizzi e ai contributi economici.
È attiva la possibilità di richiedere il Contributo di autonoma sistemazione (Cas), destinato ai cittadini che hanno dovuto abbandonare le proprie case e che hanno trovato un alloggio alternativo, ad esempio da parenti o amici (il contributo non è destinato a chi abbia usato come alloggio alternativo una seconda casa o una sistemazione messa a disposizione dal Comune di Ravenna).
Gli importi previsti su base mensile sono di 400 euro per nuclei famigliari composti da una sola persona, 500 euro per due persone, 700 per tre, 800 per quattro e 900 per nuclei di cinque o più persone; e vengono aumentati di 200 euro per ogni componente del nucleo familiare con più di 65 anni (dall’1 maggio) o con disabilità o invalidità non inferiore al 67 percento. L’erogazione delle somme effettive è parametrata dividendo l’importo mensile per il numero dei giorni del mese di riferimento moltiplicato per i giorni di mancata fruibilità dell’abitazione.
Il Contributo di autonoma sistemazione deve essere richiesto inderogabilmente entro il 30 giugno. I cittadini possono scaricare il modulo dal sito internet del proprio comune di residenza e una volta compilato va consegnato a
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mano negli uf ci dedicati (l’elenco è consultabile sugli stessi siti web). Questo contributo non riguarda il risarcimento dei danni subiti. Le amministrazioni comunale sono in attesa di indicazioni da parte della Regione per le modalità di richiesta di indennizzi da parte dei cittadini e delle imprese. Il consiglio per ora è di fotografare/rendicontare gli oggetti che sono da buttare, conservare accuratamente foto e video realizzati, se si riacquistano beni o oggetti persi durante l’alluvione o si procede alla riparazione dei danni, occorre utilizzare metodi di pagamento tracciabili e conservare le fatture e fotocopiare gli scontrini.
Ora si va in treno da Ravenna a Bologna: si passa da Faenza e servono 70 minuti
Sono state riaperte dal 29 maggio le linee ferroviarie Bologna-Rimini e Bologna-Ravenna via Faenza dopo gli interventi di Rete ferroviaria italiana (Rfi) per ripristinare l’infrastruttura danneggiata dall’alluvione. Alle 12 del 30 maggio ha riaperto anche l’ultimo tratto della linea Ferrara-Ravenna-Rimini. Il numero delle corse e la velocità dei treni saranno incrementate gradualmente. Le riaperture di questa settimana consentiranno anche una prima ripresa del traffico merci, a favore in particolare del porto di Ravenna.
Fra Castel Bolognese e Ravenna è operativo un servizio di autobus sostitutivi con fermate a Solarolo, Lugo, Bagnacavallo, Russi e Godo, con orari scaricabili sul sito trenitaliatper.it e in fase di inserimento nelle piattaforme di acquisto biglietti. I lavori sono ancora in corso fra Castel Bolognese e Ravenna, linea già compromessa dopo la prima alluvione e dove si sono registrati alcuni fra i danni maggiori in particolare fra Castel Bolognese e Lugo e fra Bagnacavallo e Russi. L’obiettivo è di ripristinare l’infrastruttura e gli apparati tecnologici per la metà del mese di giugno. Restano ancora chiusi alla circolazione i tratti di linea fra Lugo e Granarolo Faentino, e fra Lugo e Lavezzola.
Ancora chiusa per il monitoraggio di possibili movimenti franosi la Faenza-Marradi. Sono numerosi i punti in cui la forza dell’acqua ha eroso il terreno e trascinato via il pietrisco su cui poggiavano i binari, rendendo necessaria la sua ricostruzione e la posa di nuove rotaie e di una nuova massicciata. A subire danni sono stati anche i cavi di interfaccia con i sistemi di circolazione.
Stima provvisoria per la provincia «Azzerrare i contributi per le imprese»
Una cinquantina di cooperative allagate nella provincia di Ravenna associate a Legacoop Romagna (una trentina a Forlì-Cesena e una ventina nel Riminese) e 48 milioni di danni diretti già stimati da Conselice a Cervia e decine di altri ancora da accertare. Tra questi prevalgono quelli al comparto agricolo ormai in ginocchio in tutte le sue liere, dall’ortofrutta, alle sementi, al settore vitivinicolo. Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna, spiega che non è solo l’agricoltura il problema: «Nel Ravennate sono stati coinvolti grandi stabilimenti produttivi, of cine e magazzini. In provincia di Ravenna parliamo di cooperative che nel 2021 avevano sviluppato un valore della produzione di 2,1 miliardi di euro e hanno ottomila dipendenti. Penso a quelli della Copura e della Cormec a Fornace Zarattini, della Icel di Lugo, della Fruttagel al Alfonsine e della Deco di Bagnacavallo. Sono stati allagati molti supermercati, e non si sono salvate case del popolo, cooperative delle costruzioni, meccanica, turismo. A Faenza è andato distrutto un nido della Zerocento. Si è salvato pochissimo».
Poi i danni indiretti: nel settore dell’autotrasporto saranno migliaia i camion che non trasporteranno frutta e verdura. Mancheranno frutta, verdura e latte da trasformare. Si produrrà meno vino perché mancherà parte dei conferimenti di uva. I supermercati dovranno comprare i prodotti da altri territori, con costi e qualità ben diversi.
C’è anche un problema occupazione: «C’è già chi sta attivando la cassa integrazione. In agricoltura saranno migliaia i lavoratori agricoli che dovranno fare i conti con una riduzione drastica di giornate di lavoro, che signicherà impoverimento diffuso».
La richiesta al governo è di intervenire scalmente: «Non basta la sospensione del pagamento dei contributi, bisogna azzerarli per tutto il 2023».
Di chi è la responsabilità della catastrofe? «Del clima che cambia per mano dell’uomo e di un territorio che va completamente ripensato. Dobbiamo usarne meno e meglio».
È vero che a Ravenna, ma anche in altre città, gli affitti sono cari ed è anche difficile trovare un alloggio. Il costo dei canoni è determinato solo in parte da domanda ed offerta. Ci sono anche i canoni concordati, disciplinati dalla legge 431/98 e dagli accordi tra le organizzazioni della proprietà edilizia e le organizzazioni dei conduttori maggiormente rappresentative. In Asppi, il “sistema dei concordati” viene incentivato il più possibile.
In atto un confronto tra Asppi e Flaminia per facilitare la ricerca alloggi agli studenti universitari. Per Asppi, la presenza nella nostra città di studenti universitari rappresenta un arricchimento culturale e un valore sociale ed economico per tutto il territorio.
Asppi è impegnata a informare i proprietari di alloggi della possibilità di offrire una locazione abitativa agli studenti universitari e a fornire alla Fondazione Flaminia l’elenco degli alloggi messi a disposizione dagli associati. Quindi una forma di garanzia per i piccoli proprietari che dovrà attivare Flaminia per far fronte alla carenza di alloggi per studenti universitari. L’obiettivo è quello di favorire l’incontro tra domanda ed offerta di locazioni.
Allo scopo di abbattere i costi Asppi propone anche, per gli studenti, una casa della frangia collegata con piste ciclabili, essendo in queste località, i costi per un alloggio con canone concordato, sensibilmente inferiori a quelli in città. Le difficoltà? Per uno studente senza l’automobile, è preferibile rimanere a Ravenna dove, nel pomeriggio e la sera, c’è qualche distrazione in più. Dovrebbe pertanto essere rinforzato il servizio di autobus in determinati orari serali o essere dotati di un’automobile.
In ogni caso informa l’Asppi per le tue disponibilità!
Ulteriori notizie sul sito www.asppi.ra.it
Ravenna - Viale Galilei 81/83 tel. 0544 470102
Ravenna - Via Maggiore 74 tel. 0544 257013 info@asppi.ra.it
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Il Consorzio di bonifica spiega gli allagamenti della frazione alle porte di Ravenna con mille residenti e migliaia di posti di lavoro: i canali Valtorto e Via Cupa hanno convogliato le acque
Gli allagamenti per l’alluvione nel comune di Ravenna hanno riguardato una super cie di 60 km quadrati soprattutto a ovest e nord della città, un decimo dell’estensione totale del comune che è il secondo più grande d’Italia dopo Roma (60 kmq equivalgono, ad esempio, a un terzo del comune di Bologna e di Milano).
Nelle zone sommerse c’è la frazione di Fornace Zarattini: in soli tre kmq di asfalto e cemento, a cavallo di un tratto di 4 km di via Faentina (tra lo svincolo con l’A14 Dir e il cavalca ferrovia), hanno sede circa duecento attività e imprese con qualche migliaio di posti di lavoro, oltre a un insediamento residenziale con circa 1.600 abitanti.
L’acqua ha raggiunto l’abitato nel pomeriggio del 18 maggio e in alcuni punti è rimasta anche più di una settimana. Cosa è successo a Fornace Zarattini? L’abbiamo chiesto all’ufcio tecnico del Consorzio di boni ca della Romagna.
Qual è la provenienza delle acque che hanno causato gli allagamenti di Fornace Zarattini?
Le acque che hanno invaso le aree ravennati sono arrivate dalla rotta dell’argine destro del ume Lamone nel Faentino, fra Reda e Prada. Le acque si sono riversate nel territorio a monte del Canale emilia-romagnolo (Cer) invadendolo e sono arrivate alle porte di Ravenna passando per Russi, San Pancrazio, Godo, Villanova e si sono dirette a Fornace perché è l’abitato attraversato dai canali Valtorto e Via Cupa, posizionati nei punti più bassi del territorio proprio per poter drenare i terreni, che hanno raccolto e recepito le acque dell’esondazione. Il canale Via Cupa, pensile, ha fatto barriera e ha impedito che l’acqua arrivasse a Ravenna.
Quali sono gli principali canali di scolo nel territorio di Fornace?
Valtorto e i suoi af uenti da monte (Giannello, Canalette
LA TESTIMONIANZA
di Villanova e Manzone). Il Via Cupa, canale pensile, passa a latere dell’area di Fornace e scarica a gravità le acque di pioggia (non è vocato a recepire acqua dei umi come successo nell’evento del 16-17-18 maggio) nella Pialassa della Baiona. Qual è l’identikit di questi canali?
Il Valtorto nasce nelle campagne fra Godo e Russi, è lungo circa 14,5 km, con portata di 4.500 litri al secondo (l/sec) e
Una delle strade della zona residenziale di Fornace Zarattini fotografata il 25 maggio dal drone di Andrea Montanari (foto pubblicata su Facebook)
ha la funzione di collettare a mare, tramite impianto idrovoro (Canale Valtorto) le acque di pioggia.
Il Via Cupa parte dalla via Emilia (fra Faenza e Forlì) e arriva alla Pialassa Baiona percorrendo il territorio per circa 36 km (portata di circa 50mila l/sec stimati da calcoli in quanto, essendo a de usso naturale non c’è un misuratore di portata).
I nostri canali sono dimensionati per recepire le acque di
Yuri Ghetti è il presidente del comitato cittadino, ha lasciato l’abitazione allagata per aiutare
i residenti: «Cento persone soccorse nei primi giorni, poi acqua rimossa con i camion cisterna»
Quando l’acqua ha allagato Fornace Zarattini nella notte tra il 18 e il 19 di maggio, tra le vie diventate canali girava una barchetta da pesca con due persone a bordo per aiutare i residenti più in dif coltà. Uno dei due in barca era il 24enne Yuri Ghetti, presidente del comitato cittadino nato lo scorso novembre. «Abito in via Giannello e al piano terra mi sono ritrovato un metro e mezzo di acqua. Con un amico abbiamo ci siamo messi sulla barca: la prima persona aiutata è stata una donna di 104 anni».
Le strade dove l’acqua è arrivata alle altezze maggiori sono quelle tra via Faentina e la linea ferroviaria: «Nei punti a ridosso dei binari si s oravano due metri di acqua». Dalla notte dei primi allagamenti sono cominciate 48 ore di soccorsi senza sosta: «Nei primi due giorni ci siamo arrangiati fra cittadini perché non c’è stato molto aiuto dalle autorità. Poi sono arrivati i sommozzatori della polizia e li ho assistiti perché i residenti (circa 1.600 gli abitanti e 170180 le imprese della frazione, ndr) chiamavano sul mio cellulare che avevano tutti ed era più facile prendere la linea rispetto al 115. In totale abbiamo aiutato un centinaio di persone». Gente che aveva scelto di ignorare l’ordine di evacuazione disposto dal Comune e comunicato casa per casa anche dalle forze dell’ordine: «Non si aspettavano davvero una cosa di questa portata».
Per rivedere emergere l’asfalto c’è voluta una settimana: «Visto che il de usso era lento, abbiamo organizzato un servizio di pompaggio con tre camion cisterna del Consar da 30mila litri ognuno che hanno fatto la spola continua tra Fornace e i canali di scolo alle Bassette».
I residenti hanno svuotato le case e tutto quello che era la quotidianità di tante famiglie è diventato una catasta di ri uti nella vicina via Ricci Curba-
stro. Per le strade stanno passando gli interventi di disinfestazione. Ora c’è da costruire la ripresa: «Consultando anche gli esperti del Comune o della protezione civile, ci è stato consigliando di non mettere mobili nelle case prima di un paio di mesi perché i muri sono inzuppati. Io sono fortunato perché ho un’altra casa a Ravenna dove vivo ora, ma c’è tanta gente che ha perso tutto. Cercheremo di aiutare più possibile, anche grazie a un camion di arredamenti donati dalla Toscana che arriverà il 5 giugno». (and.a.)
LA STORIA
Un garibaldino nel nome
La frazione di Fornace Zarattini nel comune di Ravenna deve il suo nome a Luigi Zarattini (1820-1896), proprietario con il fratello di una fornace di laterizi in quella zona. Zarattini fu un patriota e combattente delle guerre di indipendenza nazionale che seguì Giuseppe Garibaldi in tutte le battaglie: maggiore dell’esercito italiano, fu decorato con la medaglia d’argento al valor militare per il coraggio dimostrato nella battaglia di Custoza.
Nel 1873 fu istituita quella che poi sarebbe diventata la polizia locale: tra i fondatori anche Zarattini, membor del battaglione dei Cacciatori delle Alpi.
Fino a metà degli anni ’50 il territorio era amministrativamente sotto San Michele. La comunità che si andò formando attorno alla fornace era composta soprattutto da emigrati dalle colline faentine.
pioggia con una distribuzione temporale e quantitativa “normale” (20/40 mm di pioggia nelle 24 ore e non 450 mm di pioggia nelle 48 ore più le acque di esondazione dei umi).
Nel pomeriggio del 18 maggio, mentre gli allagamenti coprivano la campagna a sud della linea ferroviaria, nelle zone residenziali di Fornace l’acqua ha cominciato a uscire dai tombini in strada. C’è una spiegazione?
Le fognature bianche che raccolgono le acque meteoriche gravitano sui canali Giannello e Valtorto già pieni di acqua di pioggia e di esondazione del Lamone, e questo ha provocato un rigurgito dai tombini.
Come mai il vicino abitato di San Michele è riuscito a evitare gli allagamenti?
Sono terreni più alti e il percorso dell’acqua era diretto quindi verso la dorsale/direttiva fra il canale Via Cupa, a quote più alte, e il canale Valtorto. I terreni di Fornace sono “bassi”, si trovano nell’ex valle del Manzone, terre basse di boni ca.
Che cosa ha determinato lo scorrere delle acque da Fornace verso nord di Ravenna e non altrove?
La direzione delle acque dipende dalle quote dei terreni; quindi, si sono dirette prima a Fornace, insediata nei pressi della valle del Manzone, a quote inferiori rispetto alle aree circostanti, e hanno proseguito il cammino no alla chiusura del bacino di boni ca, ossia l’impianto idrovoro Canala/Valtorto che scarica nella pialassa della Baiona.
Perché il de usso da Fornace ha avuto tempi così lunghi?
Il quantitativo di acqua riversata dai umi è stato enorme rispetto alla potenzialità dei nostri sistemi di boni ca. L’idrovoro Canala/Valtorto ha una capacità di sollevamento e smaltimento delle acque di monte di 12mila l/sec, adeguati alle normali piogge ma inadeguati a sollevare piogge così abbondanti
che hanno provocato l’alluvione e portato nel nostro sistema le acque del Lamone. Ne consegue che per asciugare i territori, nonostante l’aiuto di una cinquantina di pompe idrovore mobili (portata totale 26mila l/sec), i tempi diventano molto lunghi.
Se non si fosse rotto l’argine del Lamone, il reticolo di boni ca sarebbe riuscito a gestire le piogge ed evitare allagamenti?
Dif cile dirlo. Forse avremmo avuto una situazione simile al 2015 con campagne allagate ma ripristinate in pochi giorni. Quali interventi sono stati fatti per aiutare Fornace Zarattini?
Il consorzio ha posizionato circa 50 motopompe provenienti da altri consorzi italiani, che ci sono venuti in soccorso, in punti strategici per poter riversare le acque nel Via Cupa alleggerendo il sistema Canala/Valtorto. Essendo il Via cupa pensile e a de usso naturale, riusciva a scolare e avere un discreto franco di sicurezza, mentre non era possibile scaricare nello scolo Canala, già in piena e per non aumentare il carico dell’impianto idrovoro Canala/Valtorto in zona Bassette alla chiusura di bacino, che ha lavorato per giorni oltre le sue capacità di pompaggio.
Ci sarebbe stata la possibilità di evitare l’allagamento di Fornace intercettando le acque a monte e indirizzandole verso altri canali?
No, i canali recettori sono quelli che abbiamo descritto prima e il percorso delle acque è condizionato dalle quote: i canali che le intercettano sono stati costruiti nelle quote più basse del territorio proprio per tale motivo. Qualsiasi altra strategia avrebbe aggravato e allargato le aree di allagamento già in atto.
Andrea AlberiziaI bambini di Sant’Agata a scuola nei comuni vicini Bagnacavallo fuori dall’emergenza
A due settimane dai giorni critici delle alluvioni, in provincia la situazione più grave rimane Conselice. Solo a ne maggio il comune di diecimila abitanti ai con ni con la provincia di Ferrara ha cominciato a liberarsi dalle acque in buona parte del centro abitato. Per vedere calare i livelli degli allagamenti è servito l’impiego H24 di decine di pompe idrovore, arrivate anche da altre regioni, per sollevare le acque dal piano campagna e versarle nel canale Destra Reno e nel ume Santerno per smaltirle verso il mare. Le prime analisi di Arpae nei pressi di due industrie allagate (Of cina dell’Ambiente e Unigrà) hanno restituito esiti di non inquinamento. Così come non si registrano aumenti rispetto all’anno scorso di disturbi e malattie tra la popolazione dei tipi legati a possibili peggioramenti delle condizioni igienico-sanitarie.
L’altro scenario critico è Faenza. Qui l’acqua non c’è più da tempo ed è in corso la pulizia dei quartieri alluvionati (dove si trovano circa seimila famiglie e tremila attività). L’estensione e i danni sono talmente ingenti che le vie sono ancora coperte di fango che asciuga e solidi ca diventando massiccio e polveroso.
Anche a Bagnacavallo è terminata la fase acuta dell’emergenza. Particolarmente colpite la zona industriale, larga parte delle campagne di Boncellino e Traversara e la frazione di Villanova no a lambire Villa Prati e Glorie.
Castel Bolognese ha dovuto rinunciare alla sagra di Pentecoste ma la domenica della festa è stata l’occasione per fare il punto della situazione: Biancanigo è la frazione più danneggiate con abitanti ancora fuori dalle proprie case. Ma anche il centro abitato è alle prese con la rimozione di ri uti e macerie.
A Sant’Agata, dove il Santerno ha inondato il centro cittadino, si continua a rimuovere macerie dalle strade. Intanto dal 29 maggio tutti i bambini e ragazzi hanno potuto riprendere le proprie attività scolastiche grazie a sistemazioni provvisorie nei Comuni limitro dell’Unione.
Tra le aziende in ginocchio di Fornace Zarattini c’è anche Ravenna Interni, negozio di arredamento che è stato costretto praticamente a buttare tutto. Lo showroom è stato devastato dagli allagamenti, così come i muri, i pavimenti in legno, gli impianti elettrici. «Stiamo ancora facendo l’inventario – ci dice al telefono, affranto, uno dei titolari, Roberto Mascellani – ma da una prima stima i danni saranno di almeno 400mila euro, con un’assicurazione che potrebbe non servire a nulla, in quanto a una prima analisi pare non possa coprire i danni da alluvione, in quanto considerata catastrofe naturale e non evento meteorologico».
Al momento l’unica speranza è un intervento dello Stato: «Finora siamo stati lasciati soli, gli unici ad aiutarci sono stati volontari, gratuitamente. Speriamo arrivino dei risarcimenti, altrimenti sarà difficile poter ripartire con l’azienda».
Sommersa anche l’azienda che distribuisce le bevande a bar e ristoranti: «Servono aiuti concreti dallo Stato»
Stima danni per oltre mezzo milione di euro la Erre-Bi di Fornace Zarattini, azienda di distribuzione di bevende e prodotti alimentari con duemila clienti tra bar, ristoranti, alberghi e stabilimenti balneari. Qui, l’acqua nel piazzale ha raggiunto il metro e mezzo di altezza e tutta la merce pronta per essere distribuita è andata distrutta. «Hera ha già portato via 25 camion di roba, altra è ancora qui che attende di essere smaltita», dichiarava il presidente Franco Boschetti al “Carlino Ravenna” in edicola il 31 maggio. Nonostante il disastro, l’azienda ha cercato di rimettersi subito in moto, garantendo le consegne già dopo pochi giorni l’allagamento. «Ma ora ci aspettiamo un aiuto concreto da parte delle istituzioni».
Fabio Magnani, nostro storico collaboratore delle pagine del Gusto, ha perso tutto. La casa, dove l’acqua è arrivata fino a 1 metro e 70 centimetri, e la sua attività, la Vineria Fornace, enoteca lungo la Faentina.
Muri rovinati, bottiglie spaccate, materiale disperso e distrutto, attrezzature e impianti danneggiati, fornitori da saldare, difficoltà a reperire merce e pagare tutto quello che c’è da ripristinare. Stiamo ancora quantificando ma i danni ammontano a diverse migliaia di euro», scriveva nei giorni scorsi Magnani sui social.
«La sensazione, qui a Fornace – ci dice Fabio al telefono – è che ci abbiano allagati, che l’allarme sia arrivato in ritardo. E che a Ravenna in pochi siano davvero consapevoli di quello che è successo...».
La Vineria Fornace ha aperto una raccolta fondi: Iban, IT21Q0538713129000003047884; causale: donazione per alluvione. Anche con Satispay.
Tra le attività commerciali che caratterizzano Fornace Zarattini ci sono le concessionarie auto. In un tratto di circa due km di via Faentina si trovano una quindicina di marchi. Non tutte hanno subìto gli stessi danni.
Una delle più colpite è stata Destauto che commercializza Nissan, Renault e Dacia: sui 17mila mq totali l’acqua è arrivata a un’altezza compresa tra 30 cm e un metro, in base ai punti. Si è salvata una decina di vetture e 205 invece dovranno essere rottamate. Se si considerano anche i danni a uf ci, salone e of cina il calcolo arriva a circa 4,5 milioni di euro. «È tutto coperto dall’assicurazione», spiega Adolfo De Stefani Cosentino, titolare dell’omonimo gruppo. Quella di Fornace è l’unica delle sei concessionarie in Romagna che ha riportato danni: «Pensavamo che il pericolo fosse per il salone Mercedes vicino al ponte dei Fiumi Uniti e invece è successo da un’altra parte. Una volta che l’acqua è de uita ed è stato possibile ripulire gli ambienti, Destauto è tornata operativa anche perché il mercato locale ora avrà bisogno di sostituire molti veicoli: «Alla ne di maggio avevamo già 34 auto di clienti da controllare. Diciamo che se l’acqua si è fermata ai mozzi delle ruote si può stare tranquilli. Se è arrivata più in alto va fatta vedere e ci può essere un 50 percento di possibilità di salvarla. A meno che non sia un’auto elettrica, in quel caso non c’è speranza». De Stefani è presidente nazionale di Federauto, il sindacato dei concessionari: «Oggi per un’auto nuova di fascia generalista le medie dei tempi di consegna stanno sui
90-100 giorni. Al Governo abbiamo chiesto di riconoscere un contributo per chi cambia un’auto alluvionata e compra almeno un Euro 6 che signi ca un usato di tre anni».
Una settantina di auto nuove è il danno subito da Ghetti (Jeep, Fiat, Lancia, Alfa Romeo). Erano parcheggiate in un’area nei pressi della sede Enel. «Per le auto siamo assicurati – spiega il titolare Gianluca Ghetti –. Siamo stati fortunati a non avere acqua nella sede e quindi abbiamo dovuto solo aspettare che si ritirasse l’acqua dalle strade per tornare operativi. Sulle auto stiamo facendo controlli una per una». Ghetti apprezza la prontezza dei vigili del fuoco: «Ci hanno chiamato prestissimo per segnalarci i rischi di incendio per le auto elettriche e le richieste di quarantena. Ora speriamo che le case sappiano distribuire forniture straordinarie per le esigenze del territorio».
Il 36enne Andrea Minguzzi, con il padre Alberto, è il titolare di Minguzzi Auto, concessionaria multimarca di auto usate. La notte tra il 18 e il 19 maggio non la dimenticherà mai: «Ci siamo resi conto che ci saremmo allagati e siamo stati salvati da un dirigente della vicina polisportiva che è in una posizione rialzata e ci ha aperto i cancelli per mettere là le nostre auto. Con tutti i dipendenti ne abbiamo spostate 80, per un valore di 1,6 milioni di euro, e abbiamo salvato tutto. Anche negli uf ci siamo riusciti a mettere in alto computer e carte e ci siamo trovati mezzo metro di acqua. Non abbiamo un’assicurazione contro le alluvioni, sarebbe stato un danno davvero pesante per il parco mezzi in vendita». Spostare le auto non è stata l’unica accortezza messa in campo quella notte: «Ci siamo accorti che c’erano movimenti strani per le strade, gente che sembrava interessata alle auto. E allora io e mio padre abbiamo dormito nel piazzale facendo i turni di ronda».
Dallo scorso novembre a Fornace è arrivato il gruppo Ferri, concessionario del marchio Ford. Quella ravennate è l’unica delle cinque sedi romagnole che ha avuto danni. Ma non ingenti: l’acqua è entrata dal piazzale in via Fornace, ha raggiunto la parte più bassa del salone e un magazzino, una ventina di auto saranno da controllare. Stime dei danni in corso di valutazione con il perito dell’assicurazione. Il gruppo si è raccolto attorno alle famiglie di cinque dipendenti che hanno subito danni nelle proprie case e poi ha creato un team speci co per la gestione dell’emergenza con tre membri dello staff e un numero telefonico dedicato. I clienti possono chiedere informazioni sul da farsi e prenotare un controllo in of cina. Il servizio carro attrezzi è offerto dalla concessionaria. In linea teorica ogni veicolo è riparabile, la questione è se conviene. L’indicazione che arriva da Ferri, in sintesi, è questa: se l’acqua è arrivata al livello della leva del cambio abbandonate le speranze. (and.a.)
ALLUVIONE A FORNACE/5
Nella zona artigianale in fondo a via Braille, in una Fornace Zarattini che si sta cercando di riprendere dall’alluvione, sono nate delle montagne. Sono quelle dei rifiuti prodotti dal fango e dall’acqua che hanno travolto la località. Hera coordina la raccolta e sistema i rifiuti il più lontano possibile, ma comunque inevitabilmente a ridosso delle aziende. Decine di metri di una discarica a cielo aperto che rende bene l’idea dei danni subìti da aziende e famiglie di Fornace.
ALLUVIONE A FORNACE/6
L’Obi ha riaperto in un temporary shop realizzato in una tensostruttura allestita nel parcheggio
Tempi più lunghi per il supermercato Famila: la merce sugli scaffali e in magazzino è stata buttata tutta
Il primo segnale di ripartenza lo ha dato l’Obi, aprendo mercoledì 31 maggio nel piazzale di fronte al negozio una sorta di temporary shop in una tensostruttura appositamente realizzata. E così, dopo diversi giorni di surreale deserto, il parcheggio a ridosso del cavalcavia della Faentina, alle porte di Ravenna, è tornato a riempirsi di clienti o semplici curiosi. In vendita i prodotti che sono stati salvati dall’alluvione e non solo, in attesa della riapertura del negozio vero e proprio, allagato come tutto il resto qui attorno, che pare non essere immediata. Sbirciando attraverso le porte d’ingresso, durante i lavori di ripristino, non sembra essere imminente neppure la riapertura di Cisalfa, frequentatissimo
ALLUVIONE A FORNACE/7
negozio sportivo, così come ha subìto danni ingenti il Toys e resta desolatamente chiuso Mediaworld
E anche la riapertura del supermercato Famila di via Faentina non è prevista in tempi brevi. Al momento non c’è una data perché sono ancora in corso le operazioni di pulizie a ripristino af date a una ditta specializzata in boni che. Il negozio di circa 1.300 mq ha subito danni ingenti: la merce sugli scaffali e nel magazzino è stata buttata tutta. Anche quella rimasta sopra il livello dell’acqua presentava comunque segni di umidità che non la rendevano più vendibile. Lo stesso motivo per cui non è stato possibile donare il materiale in favore delle popolazioni colpite dalle alluvioni. In buona sostanza il ne-
Rani (Net Seals): «Danni per 300mila euro»
Ma il nuovo “Terminal” al centro Mir ha già riaperto
Il centro Mir, struttura di circa 17mila mq che ospita diverse attività commerciali, fa i conti con situazioni differenti al suo interno dove l’acqua non è arrivata ovunque allo stesso livello.
Il nuovo ristorante Terminal e la società Net Seals, che commercia guarnizioni per oleodinamica, fanno capo alla stessa proprietà. «In totale abbiamo avuto danni per circa 300mila euro – dice Andrea Rani – ma non è un colpo pesante per una realtà che fattura 11-12 milioni all’anno. Il problema principale è stato rimanere chiusi per una settimana con le mancate entrate di entrambe le attività».
Il Terminal, inaugurato un anno fa, ha il pavimento rialzato e quindi danni contenuti al minimo, tanto che ha già riaperto. Peggio è andata nel magazzino della Net Seals: «Sono saltati alcuni motori di nostri macchinari». La ripresa ha richiesto gli sforzi di tutto il personale per la pulizia.
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CHIUSO ANCHE IL TECNOMAT
“Oggi chiuso” è il cartello che blocca la strada di accesso alla Tecnomat dai giorni dell’alluvione. Anche il negozio inaugurato appena un anno fa ha riportato danni a causa degli allagamenti di Fornace Zarattini; dalla direzione ci dicono che sono al lavoro per la riapertura e a chi domanda quale sia l’obiettivo la risposta è di consultare la scheda Google. Dove la riapertura al momento è annunciata per sabato 3 giugno...
gozio dovrà affrontare una sorta di ristrutturazione complessiva i cui tempi potranno essere chiari solo quando saranno state compiute le veri che strutturali sull’edi cio.
Al momento per i clienti del punto vendita con carta fedeltà è previsto uno sconto del 10 percento negli altri punti vendita della città.
In parallelo il gruppo Arca Commerciale, di cui fa parte l’insegna Famila che solo a Ravenna ha subìto danni in Romagna, ha avviato una raccolta fondi: no all’11 giugno chi fa la spesa può donare una cifra a sua scelta quando paga il conto alla cassa e l’azienda verserà altrettanto. I fondi andranno a sostegno di iniziative locali ancora da de nire.
RAVENNA&DINTORNI 1-7 giugno 2023
Il 2 giugno riapre il Pineta, la celebre discoteca di Milano Marittima chiusa da tre mesi per vicende giudiziarie. Il nuovo corso del locale cult degli anni Novanta è sotto l’egida del gruppo imprenditoriale riconducibile alla casa di moda di Roberto Cavalli. E infatti il club ora si chiamerà JPineta, con il richiamo all’iconico brand Just Cavalli di Milano, poi diventato Just Me, impiantato anche in altre località della movida.
Breve riassunto dei fatti che hanno portato al nuovo corso. Il 3 aprile il tribunale di Ravenna aveva stabilito lo sfratto esecutivo della discoteca dai locali in viale Romagna occupati n dall’apertura sessant’anni fa. La decisione del giudice è arrivata per 140mila euro di af tti non pagati nel 2022 su un canone annuo di 350mila euro. Venne quindi interrotto il contratto di locazione tra Romagna srl, società proprietaria dell’immobile, e Hdp22, società milanese che a marzo 2022 aveva rilevato la gestione del club dalla società Andromeda di Cervia.
Dal 3 marzo la gestione del Pineta non era più sotto il controllo di Hdp22 per effetto di un provvedimento di sequestro chiesto e ottenuto dal commercialista Claudio Colatorti, curatore di Andromeda che da dicembre è in liquidazione giudiziale con 1,5 milioni di euro di debiti. Colatorti era convinto che il passaggio del Pineta alla Hdp22 fosse avvenuto senza la tutela delle garanzie per i creditori di Andromeda.
La modella Barbara Prezja fa la spola da Milano: «Sommersi tutti gli strumenti nella casa del mio e fidanzato rogetti futuri a musica: sogno anremo »
Tra i cosiddetti “angeli del fango” di Faenza c’è anche una delle naliste dell’ultima edizione di Pechino Express, reality show di Sky. Si tratta di Barbara Prezja, modella 31enne di origini albanesi ma cresciuta nel Ravennate, prima di trasferirsi a Milano per lavoro. Barbara, come hai reagito quando hai saputo quello che era successo in Romagna?
«Sono stata in allerta tutta la notte chiamando i miei genitori e la mattina seguente ho deciso subito di partire insieme a una mia amica. Mi sono fermata in autogrill a comprare dall’acqua ai viveri di prima necessità, no agli stivali di gomma, tutto quello che poteva essere utile vista la situazione di emergenza. Le strade erano chiuse e abbiamo viaggiato una giornata intera; quando sono arrivata ho visto l’inferno. La cosa bella è stata l’umanità che ho sentito, non solo in Romagna ma anche qui a Milano: io per prima ho cercato di comunicare e chiedere aiuto attraverso Instagram. Ci tengo tantissimo ad aiutare e cercherò di tornare tutti i ne settimana da Milano per dare una mano».
Hai avuto danni in prima persona a causa dell’alluvione?
«Sono arrivata a Ravenna quando avevo 2 anni, ma la parte più recente della mia vita, dai 22 ai 30, l’ho trascorsa a Pieve Cesato, vicino a Faenza, insieme al mio ex danzato Mattia, con cui ho condiviso la passione per la musica (lui è il cantautore Dulcamara, mentre Barbara sta scrivendo musica con il nome d’arte di Bluette, ndr). La casa dove abitavamo è in campagna ed è stata sommersa dall’alluvione, insieme a tutti gli strumenti e ai pianoforti che c’erano. Io e Mattia l’avevamo ricostruita insieme cinque anni fa: essendo due artisti cercavamo cose autentiche, si può dire che più che una casa si è smontato un museo d’arte. Per me è una perdita incredibile, in quel luogo sono cresciuta come artista e come persona. Proprio perché sono così legata a questo territorio sono andata a Faenza a spalare il fango».
I tuoi familiari e conoscenti?
«I miei genitori abitano ancora a Ravenna, vicino al Pala De Andrè, e per fortuna in quella zona l’acqua non è arrivata, però conosco tante persone che hanno perso tutto. Ho degli amici che abitano a Sant’Agata sul Santerno e che sono rimasti per due giorni sul tetto della loro casa con un bambino di due anni ad aspettare che andassero a salvarli. Una vicina li ha aiutati allungando da mangiare: pensavo che queste cose si potessero vedere solo nei lm e invece purtroppo è la realtà. Conosco anche tante persone di Forlì che hanno la casa distrutta».
Raccontaci invece di Pechino Express, cosa ti ha lasciato questa esperienza?
«Dopo il viaggio guardo e vivo la vita con altri occhi, ho cambiato pelle in positivo. Durante il programma passi tra vari estremi, dalla bellezza che c’è intorno agli occhi della gente che incontri; vedi persone semplici che sono felici con niente, al contrario di noi che siamo abituati alla super cialità e diamo molte cose per scontate. Il viaggio è stato come un libro di tremila pagine lette in pochissimo tempo. Se non una canzone, scriverò un libro su questa esperienza».
Il rapporto con gli altri concorrenti? Vi sentite ancora?
«La mia compagna di viaggio (Carolina Stramare) la conoscevo già, spesso ci ritrovavamo in qualche cena insieme a Milano. È stata una compagna di viaggio incredibile, molto forte sicamente, e se non ci fosse stata lei non avrei superato tante prove. Per quanto riguarda gli altri concorrenti, ho legato molto con la coppia degli italoamericani (Joe Bastianich e Andrea Bel ore) e con Martina Colombari e il glio Achille Costacurta. Durante il gioco ci sono stati tanti screzi, ma alla ne ci siamo salutati tutti e abbiamo avuto modo di chiarirci. A volte ci sentiamo, abbiamo un gruppo con tutti quanti. Alla ne è un gioco ed è normale che si creino delle incomprensioni».
Da dove nasce la passione per la musica?
«I miei genitori sono musicisti e poi la passione è cresciuta grazie al mio ex danzato; suono chitarra e pianoforte e già alle medie vincevo le gare di canto, poi dal 2017 ho iniziato a partecipare ai primi eventi privati di musica. Adesso sto lavorando ai miei primi due pezzi che vorrei fare uscire a novembre, il mio sogno è arrivare a Sanremo».
Altri progetti per il futuro?
«Mi stanno arrivando delle proposte molto belle, anche nel campo della musica e del cinema, che non vedo l’ora di comunicare».
L’intervista completa nei prossimi giorni su Ravennaedintorni.it
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SERVIZIDIPULIZIA-PRONTOINTERVENTOEEMERGENZE PULIZIEESANIFICAZIONEAMBIENTI,UFFICIEABITAZIONI TRATTAMENTOPERZANZARATIGRE GIARDINAGGIO
NATURA
Da Milano Marittima a Ravenna a piedi con Trail Romagna, anche per ri ettere sugli allagamenti
La programmazione di Trail Romagna riparte il 2 giugno con la Milano Marittima-Ravenna walking. Un itinerario che attraversa un territorio a Sud di Ravenna che fino a metà del secolo scorso era per gran parte ricoperto da valli e risaie. Tre percorsi di 9, 14 e 24 km che partono in prossimità di altrettante idrovore per raccontare una storia, purtroppo tremendamente attuale, ma importante per creare la consapevolezza di vivere su una terra strappata dall’acqua dove l’equilibrio tra questi elementi è estremamente delicato. La presenza di una guida del Consorzio di Bonifica permetterà ai partecipanti di capire meglio le problematiche idrogeologiche. I percorsi terminano al Centro Sportivo Aquae di Porto Fuori con un momento conviviale aperto a tutti. Il 50% del ricavato sarà devoluto a due giovani volontarie di Trail Romagna per contribuire al ripristino delle loro abitazioni di Fornace Zarattini. Info: trailromagna.eu.
Nel Cervese un weekend di eventi per ripartire dopo l’alluvione. Dal 2 al 4 a Milano Marittima si terrà l’anteprima della 51esima edizine di “Cervia Città giardino” con un mercato floreale alla rotonda Primo Maggio. Dove, il 2 giugno alle 21 a ingresso gratuito, si esibirà in uno spettacolo il comico Gene Gnocchi
Il 3 e 4 giugno poi torna “C’è Sport e Benessere”, la festa dello sport di Cervia, tra piazza Garibaldi, Magazzini del Sale e Borgomarina. Con spettacoli ed esibizioni delle società sportive cervesi tra basket, danza, pallavolo, tennis, nuoto, scherma, atletica. Ci saranno laboratori e animazione per bambini e un’area benessere dedicata allo yoga e ai massaggi, con espositori di prodotti naturali.
Il 3 giugno dalle 20 una camminata contro i tumori, con partenza da piazza Garibaldi, dove seguirà un concerto gospel.
Un weekend di festa a Marina di Ravenna con il Marina Cosplay& Games, festival dedicato al mondo del fumetto, dei cartoni animati e dei giochi da tavolo. Appuntamento da venerdì 2 a domenica 4 giugno tra Marinara e piazza Dora Markus tra sfilate e concorsi per Cosplay, vere e proprie ludoteche, mercatini, street food, esibizioni di spade laser, musica (con il concerto dei Gem Boy) e incontri (con un’intervista al doppiatore Ivo De Palma). Info su marinadiravenna.org.
+APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30
DALL’1 AL 4 GIUGNO
DELL’AQUILA piazza XX Settembre 1 tel. 0544 30173;
COMUNALE 8 via Fiume Montone
Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; SAN ZACCARIA via Dismano 587/a (San Zaccaria) - tel. 0544 554006.
DAL 5 ALL’11 GIUGNO
CANDIANO via Trieste 1 tel. 0544 422590;
COMUNALE 8 via Fiume Montone
Abbandonato 124 - tel. 0544 402514;
MEZZANO via Reale 470 (Mezzano) - tel. 0544 521513;
PIFERI viale dei Navigatori 37 (Punta Marina) - tel. 0544 437448.
+APERTURA TUTTI I GIORNI DELL’ANNO, FESTIVI COMPRESI, 24 ORE AL GIORNO
servizio diurno 8 - 22.30
servizio notturno a chiamata 22.30 - 8
COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514.
+ Per info www.farmacieravenna.com
FIDO IN AFFIDO
Infine, da segnalare l’apertura il 1 giugno al Musa - museo del sale di Cervia della mostra dedicata ad uno dei locali pompe della salina dal titolo “Le Saline e il governo delle acque. Le pompe ed i sistemi di sollevamento” con immagini in mostra del Gruppo Fotografico Musa. Nelle serate del 3, 10, 17 e 24 giugno alle 21 i visitatori saranno accompagnati lungo il percorso della mostra dal salinaro Augusto Pezza. Venerdì 2 giugno alle 21 l’apertura ufficiale. Il museo dal 1° giugno sarà aperto tutte le sere dalle 20.30 alle 24.
REX
Rex, 8 anni, sanissimo e ben educato, pieno di voglia di stare in compagnia. Chi lo adotterà potrà seguire gratuitamente un periodo di affiancamento finalizzato a conoscersi meglio e ad imparare a fare assieme esercizi divertenti. Per conoscerlo invia un messaggio al 349 6123736, sarai ricontattato!
ADOTTAMICI
CELINE
Due meravigliose gattine persiane cercano adozione di coppia! Quattro anni, un po’ timide ma desiderose di compagnia, hanno sempre vissuto insieme. In regola con visite e vaccinazioni, entrambe sterilizzate. Celine soffre di una leggera cardiopatia, sotto controllo con visite e farmaci non costosi. Per info inviate un messaggio al 339 8952135 con una breve presentazione, sarete ricontattati!
A causa dell’alluvione sono saltate le date di Fusignano e Alfonsine della tournée italiana del Cirque Bidon, che però ora può confermare ufficialmente l’ultima tappa prevista in provincia di Ravenna, quella di Lugo. Nell’ambito del Lugo Music Festival, l’appuntamento è per quattro sere (sempre dalle 21.30), dal 4 al 7 giugno, al Parco del Tondo.
Testimone di una scelta di vita controcorrente – si sposta per il mondo su carrozze trainate da cavalli – il Cirque Bidon è nato in Francia negli anni ’70, in netta controtendenza rispetto al circo tradizionale, quello degli animali esotici e delle grandi famiglie circensi: il Bidon propone un mix di teatro, acrobazie, musica dal vivo e clownerie.
I biglietti si possono comprare in prevendita e una parte viene venduta direttamente in biglietteria il giorno stesso dello spettacolo, da un’ora prime.
LA MOSTRA
“Noi come loro”, il ruolo dell’arte nella parità di genere
Stefania Salti, Abra Degli Esposti, Elena Fregni, GaiaMaya e la fotografa Lavinia Nitu sono le cinque artiste che esporranno nella mostra d’arte “Noi Come Loro”, che sarà inaugurata sabato 3 giugno, alle 16, nella Manica Lunga della biblioteca Classense di Ravenna, con l’introduzione della scrittrice e giornalista Carla Baroncelli. La mostra sarà visitabile fino al 24 giugno e si propone di celebrare l’inclusione e la diversità nell’arte contemporanea, sottolineando il valore delle prospettive femminili.
Nel 25° anniversario del Nostro Chiosco, vogliamo ringraziare tutta la nostra Clientela che ha contribuito a renderci Fiere del Nostro Lavoro!!!
anche con impasti senza livieto, strutto e latte. Si utilizzano farine locali e/o nazionali Pizza fritta, involtini, patatine fritte e tante altre proposte anche su vostra richiesta
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RAVENNA&DINTORNI 1-7 giugno 2023
RAVENNA FESTIVAL/1
Persone di ogni età, tante lingue, musica e collaborazioni sopra e dietro il palco per antiq t a r Il Verbo degli ccelli
Il 3 giugno all’Alighieri “gli Acarnesi”, nuovo progetto (triennale) della non-scuola di Marco Martinelli
Al suo debutto, Il Grande Teatro di Lido Adriano non tradisce le premesse del nome che si è dato: a essere in scena è infatti non è un semplice spettacolo, ma un intero paese e, anche meglio, la rappresentazione che una certa idea di paese o comunità che dir si voglia è possibile. Il Ravenna Festival ha preso il via quest’anno da una delle località decentrate della città, quel lido che negli anni ha assunto tante identità diverse e dove da anni opera con coraggio e successo il Cisim, in seno al quale è nato questo nuovo progretto pluriennale. La prima produzione è dunque Mantiq At-Tayr, il verbo degli uccelli (in scena no al 2 giugno, alle 20). Un testo di Farid Ad Din Attar, autore persiano del XII secolo, la drammaturgia è dello scrittore da Tahar Lamri, per la regia dell’attore e autore fondatore delle Albe Luigi Dadina.
Un’apertura del Festival, dunque, senza grandi star internazionali, che celebra un’esperienza di coinvolgmento della cittadinanza “dal basso”. In scena, a impersonare gli uccelli, ci sono infatti bambini e bambine, ragazzi e ragazze, uomini e donne letteralmente di tutte le età, capaci di parlare una moltitudine di lingue, tutte rappresentate in scena (incluso il dialetto romagnolo in uno dei momenti sicuramente più divertenti e riusciti dello spettacolo).
Dopo un suggestivo prologo sulla spiaggia, il palcoscenico è quello ovviamente del centro di via Parini 48 che offre una scenogra a di grande impatto, grazie anche alle luci e a tappeti a terra che fanno pensare a magici tappeti volanti. Raccogliendo e rielaborando l’esperienza un po’ della non-scuola, un po’ della chiamata pubblica che avevamo visto per La Divina Commedia (con Marco Martinelli ed Ermanna Montanari), lo spettacolo dà spazio a tante voci guidate in scena da un attore professionista quale è Lorenzo Carpinelli, come sempre bravissimo.
Parte integrante dello spettacolo sono le musiche, suonate dal vivo (coordinamento di Francesco Giampaoli), e i brani rap dell’acclamato Moder (tra i fondatori peraltro dello stesso Cisim), e le magni che interpreti femminili. Uno spettacolo capace di mescolare non solo gli attori più o meno protagonisti, ma anche il pubblico, fatto di appassionati di teatro, curiosi, famigliari degli attori e l’emozione di tutti è palpabile nel guardare i corpi in movimento, i gesti scenici, le parole di una storia che parla di ricerca, di coraggio, collettività e individualità, tensione verso il giusto, a tratti mistica, a tratti poetica, sempre fortemente simbolica e dal valore universale e popolare.
Come davvero universale del resto appare questo esperimento di comunità che mette insieme persone apparentemente così diverse in una periferia di provincia che si fa esempio e perché no modello di una possibile condivisione e convivenza nel nome dell’arte e dello scambio reciproco, dando vita a un linguaggio nuovo che racconta un’Italia nuova, capace di accogliere e per questo di rinnovarsi e dar vita all’inedito, senza timori di contaminazioni.
Del resto non è solo ciò che si vede sul palco a raccontare molto del Gran Teatro di Lido Adriano, ma anche tutto ciò che è ruotato attorno alla realizzazione dello spettacolo a cui hanno collaborato realtà artistiche e artigianali e associative di tutta la città, tutte insieme, mescolando saperi e competenze. Che dire? Grazie, continuate così.
Federica AngeliniMantiq At-Tayr - Il Verbo degli Uccelli; direzione artistica Luigi Dadina, Lanfranco Moder Vicari; regia Luigi Dadina; drammaturgia Tahar Lamri; direzione organizzativa e costumi Federica Francesca Vicari; creazione scena e supervisione costumi Alessandra Carini, Nicola Montalbini; ideazione costumi Sartoria Natascia Ferrini, Stefania Pelloni, Simona Tartaull; composizione musiche e arrangiamenti Francesco Giampaoli; composizione testi dei brani musicali e direzione cori Lanfranco Moder Vicari; coordinamento musicale Francesco Giampaoli, Enrico Bocchini; narrazione e cura degli spazi scenici Massimiliano Benini con Lorenzo Carpinelli; in scena un centinaio di persone tra attori e musicisti.
al Teatro Alighieri alle 21, va in scena per Ravenna Festival lo spettacolo Acarnesi Stop the War!, una riscrittura da Aristofane per la drammaturgia e la regia di Marco Martinelli, con musiche di Ambrogio Sparagna e in scena adolescenti di Pompei, Torre del Greco e Castellammare di Stabia. Si tratta infatti di un nuovo progetto della non-scuola che Marco Martinelli torna a praticare dando inizio, dopo il prologo di Uccelli del 2022(nella foto), a un nuovo triennio dedicato ad Aristofane. Acarnesi è la prima commedia del commediografo greco, scritta in giovane età: Diceopoli, vecchio contadino ateniese, non sa convincere i concittadini a smetterla con la guerra, e decide per una “tregua separata” con gli Spartani. Così se ne torna nel suo podere a celebrare Dioniso mentre la città è in amme. Gli Acarnesi gli si oppongono, ma Diceopoli (“il giusto cittadino”) spiegherà loro che servire la patria signi ca cercare la Pace. Un inno scenico quanto mai attuale, in questo millennio funestato come allora dall’incubo della guerra.
Interviste, ri essioni, approfondimenti: in distribuzione la rivista uf ciale del Festival
Come ogni anno, in concomitanza con l’avvio del Ravenna Festival, esce in distribuzione gratuita il Magazine ufficiale della manifestazione edito da Reclam. Approfondimenti, interviste, notizie sull’evento culturale di maggior rilevanza e richiamo internazionale del nostro territorio (non a caso la rivista ha anche abstract in inglese di tutti gli articoli) per conoscere meglio i protagonisti, gli spettacoli, i linguaggi in scena fino al 23 luglio in tutta la provincia.
Come ogni anno, tante le firme che hanno contribuito a realizzare le 124 pagine di un prodotto editoriale unico nel suo genere, corredato anche da un ampio corredo fotografico e reso possibile anche grazie alla collaborazione degli inserzionisti che continuano a credere nella cultura come mezzo di dialogo e crescita per l’intera comunità ravennate.
È possibile trovare la rivista in tutte le sedi di spettacolo del Festival e in tutte le aziende e le attività sponsor del progetto che saranno segnalati da un’apposita vetrofania. Sarà inoltre disponibile negli areoporti di Bologna e Forlì, in tutti i luoghi istituzionali della cultura dell’intera Romagna e nelle edicole del Ravennate. Buona lettura!
l ran e eatro i i o riano al gran ebutto in scena
Dall’1 giugno, quindici appuntamentamenti per un viaggio storico accompagnato dalla Cherubini
Quest’anno Ravenna Festival approda anche al Museo Classis: tra il 1 giugno e il 28 luglio, alle 18.30, la rassegna “Qualunque melodia più dolce suona”, organizzata in collaborazione con RavennAntica, intreccia un racconto del mondo antico ai concerti dei gruppi da camera dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e dell’Orchestra Arcangelo Corelli. Mentre le letture dei miti d’amore e trasformazione delle Metamorfosi di Ovidio dialogheranno con i programmi musicali – Palestrina, Mozart, Brahms, Arvo Pärt pagine d’opera, musica ebraica, musica per il cinema, classici del rock e la suite di Britten ispirata a episodi del capolavoro ovidiano… – studiosi e ricercatori di RavennAntica, dell’Università di Bologna e della Soprintendenza svilupperanno cinque temi che si rispecchiano nella “narrazione” del Museo Classis, dalle presenze etrusche alla Ravenna imperiale, senza trascurare il legame fra la città e il mare. Grazie a 28 metri quadrati di videowall e alla tecnologia Soundscape, in grado di simulare la risposta acustica di un dato spazio, i quindici appuntamenti nel piccolo auditorium immergeranno gli spettatori in un’esperienza visiva e sonora di altri luoghi, dalle Basiliche di San Vitale e Sant’Apollinare al Teatro Alighieri. Il biglietto del concerto (5 Euro) è valido per l’ingresso al Museo in una data successiva, no al 3 settembre compreso. Il primo appuntamento, giovedì 1 giugno, si apre con l’intervento di Giuseppe Sassatelli sugli Etruschi a Ravenna e il Sestetto n. 1 op. 18 di Brahms è af dato agli archi della Cherubini. Due gli eventi la settimana successiva: in entrambi i casi il tema delle introduzioni, af date rispettivamente a Fabrizio Corbara e Paola Perpignani, è “Ravenna tra mare e terra”, mentre il Quartetto Böcklin della Cherubini si cimenta con il Quartetto n. 8 op. 110 di Šostakovic e Crisantemi di Puccini (mercoledì 7 giugno) e il Trio eccentrico di ati de La Corelli propone il programma “Operisti da salotto”, un percorso da Mozart a Mascagni (venerdì 9 giugno).
vi invita alla a cura di in collaborazione con www.ravennaedintorni.it/ casa -premium- magazine
MUSICA CLASSICA/1
Concerto a Santa Giustina con Ana Marija Krainc
Prosegue la rassegna “Tasti” dell’associazione Collegium Musicum Classense. Il concerto previsto per il 21 maggio scorso nella chiesa di Santa Giustina a Ravenna, rimandato a causa dei gravi eventi alluvionali, sarà recuperato venerdì 2 giugno, nello stesso luogo, sempre alle ore 18,30, e vedrà protagonista la cembalista e organista slovena Ana Marija Krainc, che si esibirà sia sul cembalo sia sull’organo della chiesa in un programma dedicato alla musica italiana e fiamminga del primo Seicento. Ana Marija Krainc ha vinto il prestigioso concorso internazionale di clavicembalo “G. Gambi” 2022, sponsorizzato anche dall’associazione Collegium Musicum Classense.
MUSICA CLASSICA/2
Gli allievi del conservatorio in concerto al Museo Nazionale
Proseguono al Museo Nazionale di Ravenna i concerti del Conservatorio Statale “G. Verdi” di Ravenna, l’ingresso è libero. Venerdì 2 giugno alle 17, l’appuntamento è con il concerto finale del progetto orchestra didattica; sabato 3 giugno sempre alle 17, saranno protagonisti fiati e ottoni e percussioni; doppio appuntamento infine domenica 4 giugno. Alle 11 saranno di scena il “Concerto & coro” con il coro Ludus Vocalis diretto da Elisabetta Agostini, e alcuni studenti della Scuola della Banda, mentre alle 17 concluderà la rassegna dei quartetti d’archi.
“La scintilla della regina”: Accademia Bizantina al Goldoni, con introduzione di Bernardo Ticci
Al teatro Goldoni di Bagnacavallo mercoledì 7 giugno, alle 21, l’Accademia Bizantina eseguirà il concerto dal titolo “La scintilla della regina”. Alle 20, nel Ridotto del Teatro Goldoni, il musicologo Bernardo Ticci introdurrà il concerto con informazioni e curiosità sui compositori e le musiche in programma che prevede il Concerto grosso n. 5 in Re minore Allegro, Grave, Giga: Allegro, Minuetto, Suite in G minor (2 Oboes Bassoon) di Finger, Concerto Grosso Op.8 n.9 in Mi min. di Torelli, Ouverture del Vespasiano di Ariosti, Sinfonia da Chiesa a quattro op.V n.1 in A min. di Bononcini, La Follia dall’Opera 5 di Corelli di F. Geminiani con Ottavio Dantone – clavicembalo e direzione e Alessandro Tampieri nel ruolo di concertmaster.
giovedì 22 giugno ore 1820.30
Original ar uet SHOWROOM AZIENDALE Via del Lavoro 4 Alfonsine, Ravenna
METROPOLI DEL FUTURO
Relatore ro lessandro anevari
Relatori rch Giorgio iverani e rch ichele asumini - llevuelle architetti
Per informazioni e adesioni direzione reclam ra it
La Conferenza è riconosciuta e gode del patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Ravenna ai fini dei crediti formativi, a tutti i professionisti iscritti all’Ordine
RAVENNA&DINTORNI 1-7 giugno 2023
MUSICA CONTEMPORANEA/1
MUSICA CONTEMPORANEA/2
Torna la rassegna itinerante “Elementi”: alla Casa delle Farfalle l’artista sonora Li Yilei e la cornamusa di Erwan Keravec
Dal 4 giugno al 13 agosto torna, con la sua quarta edizione, Elementi, la rassegna di musica contemporanea itinerante, ideata dalle associazioni Mu e Magma nel 2020 con l’intento di ritrovare una dimensione performativa immersiva all’interno di paesaggi naturali dall’elevata potenza emozionale che caratterizzano il territorio romagnolo.
Il calendario di eventi performativi – come sempre gratuiti – vedrà il coinvolgimento di giovani talenti emergenti e artisti affermati nel panorama internazionale.
Si parte domenica 4 giugno con una doppia esibizione: Li Yilei, artista sonora e visiva di origine cinese, presenterà Tacit, Act II, un estratto del suo nuovo progetto basato sulla pratica dell’ascolto tacito; il musicista Erwan Keravec (nella foto) eseguirà invece il suo progetto Urban Pipes, che mira a dimostrare l’universalità della cornamusa francese, mettendone in discussione le modalità di esecuzione tradizionali.
Il live sarà preceduto dalla presentazione della guida cartacea della rassegna, disponibile gratuitamente al pubblico.
Non è stato possibile confermare la location dell’Aia della Salina di Cervia, in quanto la riserva naturale, nei giorni dell’alluvione, ha accolto nei suoi oltre cinquanta bacini l’acqua che si sarebbe riversata in città, facendo da “cassa di compensazione” e salvando di fatto il centro urbano, ma vedendo disintegrarsi in poche ore le sue immense montagne di sale. L’evento si svolgerà invece nella Casa delle Farfalle di Milano Marittima.
Laurie Anderson porta in Italia la tournée legata a Let X = X, performance tra teatro d’avanguardia, narrazione e pop music che la vedrà sul palco assieme alla band Sexmob, formazione jazz guidata dal grande trombettista Steven Bernstein, con “splendidi veterani” della scena downtown newyorkese (Briggan Kraus al sassofono, Tony Scherr al basso, Kenny Wollesen alla batteria e Doug Weiselman al clarinetto).
L’unico appuntamento italiano dello show è fissato per il 7 giugno al Pala De Andrè, all’interno della prima vera e propria giornata del Ravenna Festival 2023. Lo spettacolo prende il nome e si sviluppa attorno all’omonimo brano di Laurie Anderson contenuto nel classico Big Science (nella foto l’iconica copertina), pubblicato nel gennaio del 1982 e che ora diverrà cardine di un’abbagliante narrazione musicale.
La prevendita per gli ultimi biglietti disponibili è attiva alla biglietteria del teatro Alighieri, sul circuito Vivaticket e il sito ufficiale dell’evento. Il costo dei biglietti varia da 35 a 22 euro a seconda del settore scelto.
Il Ravenna Festival porta martedì 6 giugno al teatro Rasi la celebre cantante e compositrice americana Joan La Barbara, con alle spalle una lunga carriera segnata dalla ventennale collaborazione con John Cage e dedicata all’esplorazione delle molteplici potenzialità della voce. In programma due composizioni di musica contemporanea a lei dedicate.
L’appuntamento è alle 21. A seguire è in programma una conversazione tra l’artista e Franco Masotti, co-direttore artistico del Festival.
arina di Ravenna da luned a gioved giugno la decima edizione della rassegna dell’ ana i Il programma
Festeggia (dal 5 all’8 giugno) i suoi primi dieci anni Beaches Brew, festival musicale che si svolge a Marina di Ravenna, organizzato dello staff del Bronson club e del bagno Hana-Bi, con l’ausilio di curatori internazionali. Ed è proprio l’internazionalità una delle caratteristiche della rassegna, tra le poche in zona a poter contare su un pubblico proveniente da tutta Europa e a volte anche oltre, e sul palco artisti in rappresentanza delle più svariate culture del mondo.
La decima edizione arriva al termine dell’alluvione che ha devastato anche la provincia di Ravenna e il festival ha pensato di lanciare appositamente una raccolta fondi su Gofundme, così come andranno in bene cenza il 25 percento degli incassi da merchandising e braccialetti ideati per speciali abbonamenti.
Il festival resta invece come sempre a ingresso gratuito e continua nella ricerca tra i vari generi della musica contemporanea, dal rock alla world music passando per elettronica e suoni tradizionali.
Andiamo a scoprire il programma, giorno per giorno.
Lunedì 5 giugno si terrà la tradizionale serata di apertura in paese, al molo di Marina di Ravenna, dove sarà allestito anche il mercatino vintage del Garage Sale. Sul palco tre realtà italiane tra le più interessanti prodotte negli ultimi anni dall’etichetta dello stesso Bronson: dalle debuttanti Trust The Mask, duo femminile di electro-pop sperimentale al progetto bolognese Sleap-e (tra soul e R&B) no ai più noti Eugenia Post Meridiem, band ligure che propone un mix di elettronica, psichedelia, jazz, soul e indie-rock.
La tre giorni sulla spiaggia del bagno Hana-Bi parte invece il giorno dopo, martedì 6 giugno. Ad aprire sarà l’unica band italiana di quella che sarà la prima serata internazio-
ELETTRONICA
’ ana- i durante una delle passate edizioni di eaches re oto Francesca ara auli destra ongo sul palco mercoled 7 giugno
Mercoledì 7 giugno la quota tricolore è rappresentata da Archivio Futuro (progetto acustico/elettronico tra house, garage, jazz e prog-rock) mentre gli ospiti internazionali saranno il duo londinese saxbatteria O., il trio sudafricano Phelimuncasi (con una miscela di house music nata nelle periferie di Durban), gli olandesi Nusantara Beat (psych folk band ispirata addirittura alle canzoni tradizionali indonesiane degli anni 60 e 70...) e Pongo, nuova diva del Kuduro, genere di dance elettronica nato negli anni 80 in Angola dal mix tra musica locale ed europea.
nale, il duo bolognese So Beast (tra avanguardia, hyperpop e post-punk). A seguire, formazioni in arrivo dal continente americano: l’innovativo progetto Slauson Malone 1, a cavallo tra pop destrutturato, jazz e arte performativa, rmato dall’artista e musicista statunitense Jasper Marsalis; le folli contaminazioni tra death metal e tropicalismo rmate Chupame El Dedo, progetto che vede coinvolti membri delle band colombiane Meridian Brothers e Romperayo; l’icona del rap underground dell’East Coast Billy Woods e una delle artiste più attese, la producer losangelina Liv.e, il cui secondo disco (tra R&B e sperimentazioni elettroniche) è stato “Best New Album” di febbraio per Pitchfork.
L’ultima serata è in programma all’Hana-Bi giovedì 8 giugno con le sperimentazioni tra garage, post-punk e shoegaze del neozelandese Dion Lunadon, il songwriting a tinte classiche della cantautrice Rosali (da Philadelphia), il country-rock psichedelico delle americane Rose City Band, l’alt-folk degli irlandesi Lankum (prodotti da Rough Trade) e la miscela di pop, ambient e sperimentazioni di una delle artiste più attese, la violoncellista guatemalteca Mabe Fratti. A chiudere il festival sarà a ne serata il groov di Dj Fitz, ospite abituale di Beaches Brew.
Info e programma dettagliato sulle pagine social e sul sito www.beachesbrew.com
Al Kuta arrivano gli Urgonauts
Domenica 4 giugno alle 18 al bagno Kuta di Punta Marina concerto dello storico collettivo romagnolo rock-steady The Urgonauts. Sarà un viaggio che parte dagli anni ’60 a Kingston e ritorna allo ska delle grandi band caraibiche.
Al Polka i Baseball Gregg e LaPara
Venerdì 2 giugno dalle 18 al bagno Polka di Marina Romea concerto dei Baseball Gregg, ormai storico duo italo-americano di indie rock melodico. I concerti al Polka tornano già domenica 4, sempre dalle 18, con LaPara, progetto bolognese di lo-fi pop.
RAVENNA&DINTORNI 1-7 giugno 2023
In mostra alla Fondazione Sabe opere di Anceschi e Scarabelli
Entrambi gli incontri si terranno negli spazi di Faventia Salis lunedì 5 giugno
Sono attualmente due le presenze in mostra alla galleria Sabe a Ravenna che apre una contenuta retrospettiva dei lavori di due scultori italiani, entrambi di origine lombarda: Valerio Anceschi e Luca Scarabelli. Appartenenti a generazioni diverse ma distanziati da appena una decina di anni – Scarabelli è del 1965 mentre Anceschi nasce 10 anni dopo – i due scultori sono apparsi sul panorama nazionale rispettivamente fra gli anni ‘80 e il decennio succesivo.
In mostra è presente una selezione di lavori appartenenti agli ultimi loro 15 anni di lavoro, con qualche incursione in quelli precedenti in modo da enucleare la diversa poetica delle due personalità evidenziandone anche le vene comuni. Il titolo della mostra – Levia Gravia, preso a prestito da un verso di Ovidio e dalla raccolta di Carducci – racchiude il concetto di una leggerezza formale che caratterizza tutte le sculture presenti, lontane dall’idea di monumentalità tipica di molta tradizione scultorea. Il secondo concetto suggerito dal titolo invece riconduce la scultura nella sua linea di appartenenza terrestre, nelle sue relazioni con lo spazio e la materialità, nell’attenzione che entrambi gli scultori pongono alle super ci e alle trame spaziali possibili.
Entrando più speci catamente nel lavoro di Luca Scarabelli, occorre ricreare il contesto di una produzione che comprende pittura, scultura, allestimenti, libri d’artista, video, perfomance e anche un recente intervento di arte pubblica. La multiforme versatilità dei linguaggi utilizzati dall’artista delinea alcune corde in comune a tutti i lavori quali un’attenta sobrietà formale che interseca rivisitazioni di poetiche surrealiste per il riutilizzo di objects trouvés, l’attenzione a materiali artistici storicizzati, la rievocazione di un af ato ironico che resuscita le provocazioni delle Avanguardie storiche. La storia dell’arte del ‘900 è per l’artista un patrimonio a cui attingere: da Joseph Beuys – un maestro amato da Scarabelli che lo cita nel suo recente intervento di arte pubblica a Roma – trae ispirazione per un lavoro del 2006 – un cappello di feltro rovesciato ed eretto a pavimento – che riprende l’utilizzo ti-
pico del feltro di Beuys, eludendone però la carica eversiva politica e rimettendo in gioco al suo posto una prospettiva ironica. La bandiera di I’m sorry, I’m lost (2014) o le forbici piantate nel muro del più recente Hysteria (2022) riaccendono la vitalità degli oggetti trovati per caso, quelli che i Surrealisti credevano scegliessero le persone e non venissero scelti. Importante per questi lavori è la scelta del titolo – dal valore equiparabile alla materialità dell’intervento – proprio per i nessi immaginativi e culturali che si creano fra oggetto e apporto verbale.
Anche Valerio Anceschi divide il suo lavoro equamente fra diversi linguaggi, riducendo comunque gli interventi alla pittura, alla scultura e ad alcune incursioni nel design di gioielli. La poetica dell’artista gravita su una forte attenzione formale, sostanzialmente lirica nel segno e nelle risultanti tanto da essere inserito nel gruppo milanese dei Nuovi lirici, fondato nel 2008 dal critico e curatore Matteo Galbiati.
Dopo le prime giornate ravennati che hanno fatto il pieno di pubblico, ScrittuRa Festival, giunto alla decima edizione sempre sotto la direzione artistica di Matteo Cavezzali, approda in una delle città della provincia più colpite dall’alluvione: Faenza. Negli spazi di Faventia Sales sono due gli appuntamenti con la letteratura lunedì 5 giugno. Alle 18.30, l’ospite sarà la scrittrice Antonella Lattanzi con il uso ultimo libro Cose che non si raccontano (Einaudi) in un incontro dal titolo “Segreti incofessabili” con Ivan Tabanelli. Alle 21 invece, stesso luogo, per l’incontro con uno dei maestri del noir italiani, Carlo Lucarelli. Il suo ultimo romanzo torna all’epoca del fascismo (e della colonizzazione italiana spesso dimenticata nella trasmissione della memoria popolare), si intitola Bell’Abissinia. Il commissario Marino indaga su un cadavere ritrovato dalla polizia speciale di Mussolini. L’incontro si intitola “Crimine e fascismo” ed è condotto da Matteo Cavezzali. Il festival si sposterà poi, come ormai tradizione, a Lugo per una serie di giornate. Giovedì 8 sono attesi l’editor e autore Alberto Rollo (Chiostro del Carmine alle 18.30) e la coppia Maura Gancitano e Andrea Colamedici (Pavaglione, ore 21),
Incontro: Trilogia della vita vagabonda
Giovedì 8 giugno alle 18, la Fondazione Sabe per l’arte ospita una conversazione sulla Trilogia della vita vagabonda (Medusa, 2022) di Laura Falqui, con l’autrice, Raffaele Milani e Luciano Nanni. L’evento sarà trasmesso anche in streaming tramite il sito e il canale YouTube della Fondazione.
Le sculture di Anceschi vengono prodotte principalmente utilizzando materiali di scarto di produzioni provenienti da fonderie, che vengono poi risagomati e plasmati in opere caratterizzate da un’evidente leggerezza. Nei lavori meno recenti come Aeriforme del 2010, le grandi dimensioni e la relativa pesantezza visiva del materiale sono poste in discussione dalla levità dell’allestimento: l’opera dichiara la propria precarietà nella possibilità di muoversi nello spazio in questa sorta di traduzione portata al gigantismo degli storici mobiles di Alexander Calder. Altre volte, soprattutto per le sculture più recenti a muro come Io rinuncio (2021) o Aeriforme (2010), rigorosamente colorate nella bicromia di rosso o nero, le opere presentano una sorta di elasticità connaturata che permette al lavoro di adattarsi in posizioni e spettri spaziali diversi in altrettanti differenti spazi di allestimento.
Serena Simoni“Valerio Anceschi – Luca Scarabelli. Levia Gravia”, a cura di Francesco Tedeschi, Sede Fondazione Sabe per l’arte (via Giovanni Pascoli 31), Ravenna, no al 24 giugno; gio.-ven.sab. ore 16-19, Ingresso libero.
Merita sempre leggere i cataloghi delle mostre soprattutto quando contengono testi che rendono ragione di determinati processi creativi e inquadrano le opere nel loro contesto artistico e culturale. Il catalogo della “mostra di mosaici d’artisti contemporanei”, edito per le edizioni Angelo Longo nel 1967, rende bene le motivazioni che avevano portato alla realizzazione della mostra del 1959 resa possibile grazie allo stretto dialogo di importanti artisti dell’epoca con i mosaicisti della “Bottega del Mosaico” di Ravenna diretta da Giuseppe Salietti. Nell’introduzione Giuseppe Bovini, curatore del progetto, oltre a mettere in luce il fondamentale rapporto del mosaico con l’architettura, sottolineava come si fosse cercato di creare un dialogo tra l’artista, autore del cartone, e il mosaicista che doveva “tradurre” l’opera in mosaico. Al ne di rendere ef cace questo «stato di reciproca comprensione, se non di perfetta comunione, tra artista e mosaicista», erano stati pensati diversi colloqui e per rendere ancora più immediata l’idea di questo profondo legame tra loro, Bovini si af dava alla metafora della musica: «Siamo di fronte ad un procedimento che ha la più stretta analogia con un’opera musicale e la sua esecuzione, tuttavia siamo di fronte al felice e fortunato caso – che però è stato voluto e deliberatamente cercato – che il “compositore” ha fornito preventivamente chiarimenti, spiegazioni, delucidazioni, suggerimenti all’“esecutore”, anche – diciamo – in fase di prova».
Per vari motivi in questi giorni non ho avuto modo di vedere nessuna novità. Questa allora è l’occasione per scrivere della tendenza molto meritevole a riproporre in sala, come eventi speciali, alcuni dei più grandi capolavori del cinema in versione restaurata.
In questi giorni potrete rivedere il primo Alien del 1979 di Ridley Scott, il capostipite della celebre saga fanta-horror con protagonista Sigourney Weaver, ma anche con grandissimi attori quali Harry Dean Stanton, Ian Holm e John Hurt.
E a seguire il suo magni co sequel: Aliens – scontro nale del 1986, diretto da James Cameron, sempre con Sigourney Weaver.
Alien è una delle saghe più felici della fantascienza. L’idea di alieni parassiti nel corpo umano è da sempre un classico della fantascienza anni ‘50, ma è con questo film e i suoi sequel che l’idea viene portata al massimo della forza e del terrore: una specie animale simile agli insetti, ma spietatamente feroce nella sua lotta per la sopravvivenza, e col sangue acido, motivo per cui non può essere uccisa dentro una nave spaziale; un meccanismo claustrofobico nel quale o si vive o si muore; un uso geniale della scienza applicata alla narrativa.
A giugno poi potrete rivedere un meraviglioso classico del cinema: il Casablanca di Micheal Curtiz del 1942, con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Storia d’amore nel mezzo della Seconda guerra mondiale tra profughi politici e nazisti alla caccia dei capi della Resistenza, lm assurto a mito per una di quelle rare combinazioni in cui tutto funziona a meraviglia, a partire dal protagonista Humphrey Bogart. L’aneddoto che all’inizio il ruolo principale fosse stato proposto a Ronald Reagan è vero, ma solo perché inizialmente i produttori pensavano a un lm di produzione media, per poi scommettere sul suo successo e quindi af darsi alle due star Bogart e Bergman.
Sempre a giugno, un classico della comicità demenziale e irriverente: Animal House di John Landis (1978), con l’immortale John Belushi.
In ne, se lo ritrovate, magari in una arena estiva, di recente è stato rieditato anche Toro scatenato di Martin Scorsese del 1980, con Robert De Niro: la storia del pugile italoamericano Jake LaMotta, il lm probabilmente più bello di Scorsese.
Enrico
Acqua, fango, detriti. La Romagna, improvvisamente, si è trovata invasa da ciò che mai si sarebbe pensato. I umi, gon , hanno svuotato parte del loro inaspettato carico in maniera drasticamente democratica, sommergendo il ricco e il povero, il privato e il pubblico, il commerciale e il culturale.
Tra ciò che è annegato in questa liquida disperazione marrone, infatti, si contano una moltitudine di case, di negozi, di luoghi delle istituzioni. Per fortuna, la terra della Caveja si è dimostrata, ancora una volta, regione di impegno sociale tanto che le canoniche manifestazioni orali di solidarietà non sono cadute tra i soliti angoli della retorica, bensì hanno trovato terreno fertile per far sbocciare ciò che già era stato seminato nei cuori e nelle menti dei giovani (e no) che, muniti di pala, tira-acqua, o anche solo buona volontà, hanno combattuto contro il melmoso impasto latore di devastazione. Così non faceva differenza ciò cui ci si applicava, fosse essa una casa, un negozio, una scuola, un teatro, una biblioteca. Già, le sedi più importanti della cultura, sici custodi della memoria collettiva di un territorio deputati a formare, a tutti i livelli, gli individui hanno sofferto la stessa sorte di quei cassetti di truciolato nei quali erano riposti tesori dell’anima, fatti di carta e di sogno.
Non sorprende, ma stride davvero, l’acrimonia riversata da qualche scontata voce che denuncia come venga dato risalto alle condizioni dei luoghi della cultura (un esempio su tutti, l’ennesima polemica sul teatro Rossini di Lugo) e non a quello delle singolarità private presenti su tutto il territorio. Chi afferma ciò, però, non tiene conto, innanzitutto, dell’impossibilità di rendere di pubblico dominio le singole situazioni di tutti i privati cittadini che hanno, loro malgrado, subito questa disgrazia e, in secondo luogo, non considera che la res publica, in quanto tale, è un patrimonio di ogni abitante di questa società civile.
Non deve stupirsi chi questi luoghi li considera inutili e obsoleti, che ci siano stati slanci di volontariato e bene cenza di notevole portata, non solo verso chi è stato personalmente colpito, ma anche verso questi edi ci che, oltre al mero valore catastale racchiudono al loro interno un patrimonio assai dif cile da quanti care in denaro.
Per chi è proprio refrattario a questi ragionamenti, in ne, si pensi che questi luoghi, oltre a contenere aria e carta, sono il posto di lavoro del vicino di casa. * musicista e musicologo
di Federica Angelini
Per tutti quelli che avevano amato il primo libro di Cerone, la buona notizia è che il secondo è anche migliore. Per tutti quelli che amano leggere gialli e in particolare gialli seriali, la buona notizia è che c’è un “nuovo” scrittore sulla scena di cui aspettare con ansia il prossimo libro. Con Il trattamento del silenzio, sempre pubblicato dall’ottima Guanda, Gian Andrea Cerone non delude nessuna delle aspettative, tornando a modulare stilemi classici del genere con maestria e una voce propria. L’ormai nostro commissario Manzelli, già protagonista del primo romanzo Le notti senza sonno del 2022, ha deciso di prendersi un periodo di riposo e studio universitario, ma nisce per essere richiamato in servizio da un nuovo caso e dalla passione per il lavoro. E, un po’ come Maigret quando va in vacanza, nel suo breve interludio incrocia una storia criminale. Trama ricca, indagine complessa, personaggi seriali che evolvono, cambiano, si arricchiscono. Qualcuno nisce in secondo piano, altri fanno nuovi ingressi. Non mancano donne affascinanti e coraggiose, poliziotti retti anche se un po’ incasinati nella vita privata, brave persone che lavorano nella questura e affrontano un mondo, là fuori, fatto di vendette, frustrazioni, interessi e intrecci economici e politici. Ciò che sembra non è mai ciò che è a un più attento esame e se non potranno fare completamente giustizia, i nostri almeno troveranno il bandolo della matassa. Un libro di evasione, in un certo senso, giocato sulla suspense della trama, ma anche un libro dove è forte il piacere della compagnia di quei personaggi a cui ci siamo già affezionati e di cui conosciamo sempre più debolezze, sfumatore del carattere, intimità di coppia. Il ritmo non è frenetico, ma ottimamente bilanciato. Romanzo dal respiro lungo, sono quasi 600 pagine, a cui dedicare tempo, in cui affondare sentendosi tutto sommato rassicurati dal bravo Mandelli e dai suoi, nonostante l’orrore a cui ci espongono. Un orrore a tratti eccessivo, spettacolare, che si mescola al disagio psichico. E un orrore invece sommerso ma quotidiano, fatto di delitti comuni quali lo spaccio. In primo piano ancora una volta la città di Milano (e la milanesità dei personaggi) che si conferma una delle capitali mondialI del genere e non solo.
Per gli amanti degli audiolibri disponibile anche nella lettura di Mimmo Strati.
I luoghi della cultura sono un patrimonio di tutti
di
Gramigna *
Cerone, il secondo supera il primo
San Marzano, Costoluto, Datterino, Camone, Ciliegino, Prunil, Pizzuttello: sono solo alcune delle tipologie di pomodoro che, grazie alla sua forte presenza nella nostra cultura gastronomica, alle diverse varietà locali e alle coltivazioni tradizionali che rappresentano molto bene il concetto di biodiversità dell’agricoltura italiana, viene considerato, sia al naturale che lavorato, una delle tipicità del nostro territorio. E, al di là dell’ortaggio fresco che in stagione è sempre da preferire, oggi si trovano in commercio numerosi tipi di conservati, dalla polpa alla salsa, dai pelati alla passata, passando per il concentrato e l’essiccato.
Tutti prodotti questi che solo apparentemente sono intercambiabili in cucina, ma che in realtà sono stati pensati e realizzati per utilizzi molto diversi. Ecco, dunque, qui a seguire alcune informazioni utili per scegliere con consapevolezza.
Partiamo con il prodotto che si mantiene più fedele alla materia prima originaria, i pelati: sono pomodori interi, sbucciati, leggermente scottati e conservati nel loro succo. Ancora ricchi di acqua di vegetazione, sono estremamente adatti a preparazioni per le quali il pomodoro non deve disfarsi o deve essere appena scottato. Quelli migliori dichiarano in etichetta di essere stati ottenuti da varietà tipo San Marzano, mentre quelli che tacciono la provenienza appartengono solitamente a varietà minori e meno pregiate.
Si possono trovare anche barattoli con la dicitura “superiori”: questi contengono più polpa rispetto al succo (per i pelati è obbligatoria l’indicazione del peso netto sgocciolato); altre diciture come “extra”, “naturale” o “gustoso”, non hanno signi cato legale. Circa le bucce, nei pelati di qualità, la loro presenza deve essere scarsissima (la legge ne ammette un massimo di 3 cm2 per 100 grammi di prodotto, su una media di almeno 5 recipienti). Sotto questo aspetto si possono riscontrare differenze signi cative tra marche diverse. Ancora, i migliori sono quelli preparati senza aggiunta di cloruro di calcio, un additivo comunque permesso, che aumenta la consi-
stenza, ma non comporta nessun miglioramento nutrizionale, anzi, a concentrazioni appena superiori allo 0.03%, altera il gusto del prodotto.
In ne, oltre all’aggiunta di succo di pomodoro parzialmente concentrato, la legge consente di addizionare ai pelati anche il sale, purché non si superi il 20% dell’estratto secco (cioè della sostanza contenuta nella conserva, una volta eliminata l’acqua). In ogni caso più basso è il contenuto di sale e migliore è la conserva.
Passiamo ora alla polpa (spesso chiamata anche “pelato triturato”): sapore fresco e leggermente acido, ricavata direttamente da po-
Approfondimenti sugli ingredienti base della cucina e sul loro miglior utilizzo di Giorgia Lagosti Maestra di cucina Aici, esperta e consulente di comunicazione nel settore cibo, giornalista freelance
modori precedentemente tagliati e privati dei semi, ai quali viene aggiunto il succo. Viene usata prevalentemente per cotture lunghe o ad elevate temperature ed è particolarmente indicata per piatti come zuppe di pesce, ragù e brasati o come condimenti per bruschette rustiche.
Circa la sua qualità, valgono le regole descritte per i pelati ma in questo caso va aggiunto che le dimensioni dei pezzi devono essere omogenee, senza frammenti troppo piccoli o di dimensioni eccessive e che questi devono avere consistenza soda e non si devono “spappolare” facilmente.
E la passata? Si tratta di un prodotto più
Il concentrato di pomodoro è una salsa molto densa, quasi pastosa, ottenuta dalla lavorazione del succo di pomodoro riscaldato ad alte temperature (dagli 85°C ai 100°C) e privato della componente acquosa attraverso un processo di evaporazione. In base al livello di concentrazione e alla temperatura di lavorazione, dal succo di pomodoro possiamo ottenere tre diverse varietà di concentrato:
- Concentrato: la concentrazione di residuo secco (ciò che resta dopo l’evaporazione della componente liquida del pomodoro) oscilla tra il 18% e il 28%. Solitamente sono necessari 4-5 kg di pomodoro per 1 kg di concentrato.
- Doppio concentrato: per legge deve avere un livello di concentrazione che oscilla tra il 28% e il 30%, quindi per 1 kg di doppio concentrato occorrono circa 6 kg di pomodori freschi.
- Triplo concentrato: per ottenere un chilogrammo di triplo concentrato occorrono ben 7 chilogrammi di pomodori freschi. In questo caso la concentrazione di residuo secco non deve essere inferiore al 36% e la lavorazione avviene tra i 65 °C e i 75 °C gradi.
liquido in quanto i pomodori vengono cotti, tritati ed uniti alla loro acqua di vegetazione. Può essere arricchita da diverse erbe e spezie e classi cata come vellutata se più ne grazie all’eliminazione di semi e bucce o rustica se più verace e granulosa. Questo prodotto viene precedentemente cotto durante la produzione quindi necessita di una elaborazione molto veloce.
Per de nirne la qualità, il colore è estremamente importante: se il prodotto viene lavorato a temperature superiori ai 100°C (per ridurre i tempi o per nascondere eventuali difetti dei pomodori utilizzati), la passata assume una colorazione rosso scuro e un caratteristico
sapore di “cotto”, mentre se la cottura rimane sotto i 100°C, la passata mantiene un bel colore rosso vivo e un sapore più fragrante. Ancora, la passata deve essere di consistenza omogenea, con pochi semi e senza parti brose o pezzetti interi.
Arriviamo in ne alla salsa: è questo un termine comune che erroneamente viene attribuito a tutto ciò che è condimento a base di pomodoro. Può essere scambiata per passata, ma è il procedimento che fa la differenza: la salsa in realtà viene preparata partendo da una base di soffritto (solitamente di sedano, carota e cipolla) al quale viene poi aggiunto il pomodoro lavorato.
A cura di Angela Schiavina
Ecco un piatto estivo e gustoso: le tagliatelle al pesto e cozze
Ingredienti per 4 persone: 400 gr. di tagliatelle (potete acquistarle già pronte oppure prepararle in casa, con 1 uovo per 100 gr. di farina 0).
Per il condimento: 200 gr. di basilico; 100/150 gr. di cozze già sgusciate; otto cucchiai di olio extravergine; 6 cucchiai di parmigiano grattugiato; 30 gr. di pinoli; 30 gr. di gherigli di noce; uno spicchio d’aglio; mezzo cucchiaino di vino bianco; sale e pepe.
Preparazione: fate tostare leggermente i gherigli di noce insieme ai pinoli, lavate e mondate il basilico e fatelo asciugare.
Preparate il pesto: frullate il basilico con il parmigiano grattugiato, i pinoli, le noci, un po’ di olio, sale e pepe e metà dello spicchio d’aglio.
Fate saltare le cozze con tre cucchiai d’olio e mezzo bicchiere di vino bianco; fate evaporare il vino.
Cuocete le tagliatelle in acqua salata per cinque minuti, scolatele e mettetele nella padella con le cozze; mescolate. Aggiungete il pesto. Mescolate bene, poi mettetele nel piatto di portata e decorate con qualche fogliolina di basilico e una macinata di pepe nero.
Inauguriamo una nuova rubrica dedicata a un vino sempre diverso, di settimana in settimana, a cura del “nostro” sommelier Alessandro Fogli. Una rubrica che va momentaneamente a sostituire lo storico “Stappato” di Fabio Magnani, tra le vittime di questa alluvione, che gli ha devastato casa ed enoteca, a Fornace Zarattini (come raccontiamo nelle pagine di Primo Piano di questo numero). Sperando di riaccoglierlo il prima possibile, a Fabio vanno l’abbraccio e la solidarietà di tutta la redazione.
Dicono che sia il Fiano più alto d’Italia, e non vedo perché non crederci. Il Don Chisciotte Fiano Campania IGT 2021 di Pierluigi Zampaglione è coltivato a Calitri (Av) a 800 metri su suoli di matrice argillosa e vulcanica, e si sente: i profumi richiamano le erbe di montagna con piccole note mentolate, come pure la frutta gialla. Macerazione sulle bucce di circa dieci giorni, si potrebbe de nire orange, ma non è affatto estremo, anzi dimostra un’incredibile versatilità negli accostamenti col cibo.
Ottimo equilibrio tra sapidità, freschezza e morbidezza. Lo amo molto.
IlMolinettoèlietodicomunicarecheilsuoimpegno Green èincostanteevoluzioneedaumentoperché èfermamenteconvintochequestasialastradagiustadaseguire. Greenèbello!
A cura di Alessandro FogliRAVENNA&DINTORNI 1-7 giugno 2023
ALLUVIONE/1
Ecco
Nei primi due giorni di servizio straordinario sono state oltre mille le persone dei comuni di Conselice, Solarolo e Sant’Agata sul Santerno che si sono vaccinate contro il tetano. Una precauzione fortemente consigliata dall’Ausl Romagna in virtù dell’acqua che in alcune zone del territorio è rimasta stagnante per diversi giorni, con conseguenti rischi per la salute.
Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica di Ravenna ha organizzato ulteriori giornate straordinarie di vaccinazione antitetanica per adulti, rivolte in particolare alle persone che stanno svolgendo attività negli edi ci alluvionati (residenti, volontari o altro). L’invito ad accedere a questi ambulatori straordinari è rivolto a coloro che non sono mai stati vaccinati per il tetano oppure hanno fatto l’ultima dose di richiamo da più di 10 anni.
L’accesso avviene in modo diretto senza prenotazione. Ecco le giornate di apertura straordinaria.
A Ravenna (Cmp, piano terra-ambulatorio prelievi): lunedì 5 giugno dalle 14.30 alle 17 e mercoledì 7 giugno dalle 14.30 alle 17; a Cervia (Casa della Comunità-Piano Terra-Ambulatorio Igiene Pubblica) martedì 6 giugno dalle 8.30 alle 12.30; a Russi (Casa della Comunità-Piano Terra) mercoledì 7 giugno dalle 8.30 alle 12.30; a Faenza (via Zaccagnini 22-piano Terra-Ambulatorio Igiene Pubblica) lunedì 5 giugno dalle ore 14.30 alle 17; a Castel Bolognese (Casa della Comunità-Piano Terra) giovedì 1° giugno dalle ore 9,30 alle 13; a Lugo (Viale Masi 20-piano terra-Ambulatorio Igiene Pubblica) lunedì 5 giugno dalle ore 8,30 alle 12,30: a Bagnacavallo (Casa della Comunità-primo piano- Ambulatorio Igiene Pubblica) giovedì 1 giugno dalle ore 14.30 alle 17.
Lo stato vaccinale può essere veri cato sul Fascicolo Sanitario Elettronico o in alternativa può essere richiesto tramite mail a vaccinazioni.ra@auslromagna.it.
Entro il 30 giugno saranno recuperate tutte le prestazioni ambulatoriali sospese
Durante le giornate dell’emergenza che ha colpito il territorio dell’Ausl Romagna è stato necessario provvedere alla sospensione delle attività ambulatoriali, prelievi e attività chirurgica programmata, garantendo la sola attività urgente-emergente e prioritaria.
Le giornate di sospensione nei diversi Distretti, indicativamente dal 18 al 20 maggio, con l’eccezione di Ravenna dove si è protratta fino al 24 maggio, hanno interessato le attività in modo diverso.
L’Ausl ha già iniziato, dopo una precisa ricognizione, il piano di recupero di tutte le prestazioni che sono state sospese e comunicate tutti gli utenti. La comunicazione della nuova data di appuntamento a tutti i pazienti sta avvenendo tramite invii di Sms e telefonate.
«Tutte le prestazioni ambulatoriali sospese saranno recuperate entro metà giugno, tutti gli interventi chirurgici saranno recuperati, in base alla priorità, entro il 30 giugno nell’ambito di attività ordinaria ed aggiuntiva in tutti i presidi e sedi aziendali», assicura l’Ausl.
ALLUVIONE/4
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Farmaci di fascia C gratuiti per i cittadini sfollati
Il costo sarà a carico delle Ausl
Farmaci di fascia C gratuiti per i cittadini sfollati a causa dell’alluvione e ospitati nei centri di accoglienza: i medicinali che solitamente sono a carico del singolo saranno invece a costo zero per tutta la durata di permanenza in queste strutture e verranno erogati direttamente, con modalità operative definite dalle singole Aziende Usl.
Il provvedimento, voluto e definito dagli assessorati alle Politiche per la salute e al Welfare, è stato approvato dalla Giunta regionale per rafforzare ulteriormente l’assistenza sanitaria e il sostegno alla popolazione colpita dall’alluvione; coinvolge le province interessate dallo stato di emergenza, quindi Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, e vale dal 1° maggio fino al termine della fase emergenziale.
L’onere finanziario è a carico dei bilanci delle Aziende sanitarie regionali coinvolte, e chiamate ad effettuare una rendicontazione puntuale delle spese sostenute.
A FAENZA 13 NUOVI NATI: «SEGNO DI SPERANZA»
Negli otto giorni successivi alla terribile notte dell’alluvione, sono nati a Faenza 13 bambini con un’occupazione media ogni giorno di circa 7 letti della degenza in Ostetricia. Un dato che conferma il trend osservato nella Sala Parto di Faenza negli ultimi mesi, dopo la riorganizzazione dell’Unità Operativa Semplice di Faenza, afferente a quella Complessa di Ostetricia e Ginecologia di Forlì, la quale prevede, oltre all’integrazione delle due equipe, anche di espandere progressivamente l’accoglienza delle donne che desiderino partorire a Faenza. Per tre di queste 13 mamme, in realtà, era previsto il ricovero a Ravenna per la presenza di comorbilità che aumentavano il rischio ostetrico al travaglio e al parto, ma per le ovvie difficoltà logistiche non è stato per loro possibile e sono state quindi accolte e accompagnate in sicurezza a Faenza. «Ci piace leggere l’intensa natalità di questi giorni – hanno dichiarato Luca Savelli, primario di Ostetricia e Ginecologia di Forlì e Faenza e Chiara Belosi, responsabile dell’unità faentina – come un segno di speranza da dedicare a tutti coloro che, colpiti da questo dramma, si trovano a dover ricominciare dal niente a ricostruire la loro vita!».
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Il benessere del corpo parte dai piedi. Utilizzare un plantare ortopedico realizzato su misura offre numerosi benefici. Anzitutto comodità e comfort, senza contare che può essere di aiuto per non soffrire più di mal di piedi, per correg gere il piede piatto e per risolvere il problema di spina calcaneare, fascite e metatarsalgia Con un plantare si può correre senza problemi e trovare la giusta postura di tutto il corpo. Per essere confortevole deve essere sottile e non ingombrante, adatto a più tipi di calzature e garantire una buona durata nel tempo. Se poi si può avere l’assistenza nel tempo da parte del tecnico ortopedico che lo ha realizzato, si chiude positivamente il cerchio. La Sanitaria Ortope dia di Elena Tazzari a Bagnacavallo offre tutto questo perché dispone di un tecnico ortopedico che, partendo da una valutazione del piede con l’ausilio del baropodometro computerizzato per l’analisi delle pressioni e del passo, realizza un plantare su misura. Il tutto avviene in maniera semplice e veloce: il cliente viene fatto salire sulla piattaforma scalzo e in posizione naturale e rilassata. Il baropodometro acquisisce l’immagine statica che risulta dalla media di otto
impronte consecutive. Dopodiché viene effettuata una valutazione facendo deambulare il paziente sulla pedana, per ottenere la pressione esercitata da ciascun piede su ogni singolo sensore e, quindi, una successione di appoggi plantari, con rappresentazione del baricentro per tutte le fasi di registrazione. In ultimo, si procede alla realizzazione dell’impronta podalica su una schiuma fenolica e si inizia l’elaborazione del progetto Cam dell’ortesi plantare. La creazione dell’ortesi plantare Cad-Cam avviene per mezzo di una fresa a controllo numerico che stampa su un riquadro di materiale opportunamente scelto. Il software di controllo della fresa elabora e ottimizza per la stampa il progetto Cad, poi provvede alla stampa dei plantari.
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L’attività è ripresa dodici giorni dopo gli allagamenti che hanno portato all’evacuazione di 180 pazienti, di cui 16 in terapia intensiva
A dodici giorni dagli allagamenti causati dall’alluvione, il 30 maggio è ripresa a Cotignola l’attività diagnostica, ambulatoriale e chirurgica dell’ospedale privato Maria Cecilia, accreditato con il servizio sanitario nazionale.
Quando l’acqua ha raggiunto l’edi cio, è stato necessario evacuare180 pazienti, di cui 16 in terapia intensiva, che hanno ricevuto assistenza e continuità di cura grazie alla rete di strutture del Gruppo Gvm: i trasferimenti sono avvenuti verso San Pier Damiano Hospital di Faenza, Villa Torri Hospital di Bologna e Salus Hospital di Reggio Emilia per coloro che erano in degenza o in attesa di interventi e, grazie alla collaborazione con l’Ospedale di Rimini, anche chi era in Terapia Intensiva ha trovato ospitalità. Chi attualmente ha intrapreso il percorso di cura, lo proseguirà presso la struttura dove è stato trasferito no al momento delle dimissioni.
Anche i percorsi di diagnosi e di cura ambulatoriale sono proseguiti, già da venerdì 19 maggio. I pazienti sono stati richiamati per ssare un nuovo appuntamento nei centri Gvm della Romagna, come ad esempio al Primus Forlì Medical Center e al Centro Diagnostico Avanzato delle Terme di Castrocaro, dove si sono trasferiti tutti i medici degli ambulatori di Maria Cecilia Hospital. Gli ambulatori delle Terme sono stati operativi dalle 8 alle 23 e questi orari verranno mantenuti anche per i primi giorni di giugno per gestire il grande af usso di pazienti.
Il giorno della riapertura, Ettore Sansavini, presidente di Gvm, ha incontrato a Forlì il Presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, durante la visita in Romagna nei luoghi maggiormente colpiti dall’alluvione.
L’uf cio comunicazione di Gvm rende noto che, durante il colloquio, «Mattarella ha sottolineato la dedizione dimostrata per superare questo drammatico momento e restituire al territorio e all’Italia tutta in soli 12 giorni l’ospedale nella sua piena funzione».
Succede a Faenza, nonostante gli sciacalli
Non è arrivata l’acqua nella zona di via Piero Della Francesca a Faenza, ma sono arrivati gli sciacalli. Appro ttando delle interruzioni di energia elettrica per le alluvioni, che ha messo fuori uso sistemi di allarme di comunicazione, i ladri hanno razziato lo studio medico Astrea di Cerba Healthcare Italia in via Malpighi. Ma in pochi giorni il centro ha reperito nuovi macchinari (tre ecogra di ultima generazione oltre alle strumentazioni per la parte cardiologica e terapia sica) e ora la struttura è regolarmente in funzione. Non solo: «Abbiamo deciso di svolgere gratuitamente no alla ne di giugno prelievi, esami di laboratorio, di diagnostica per immagini e anche una serie di visite specialistiche per tutti coloro che ne hanno la necessità», racconta Filippo Bertazzini, amministratore delegato regionale del gruppo Cerba.
Per ottenere le prestazioni gratuite non è richiesto alcun adempimento burocratico, per i residenti in dif coltà nei comuni colpiti dall’alluvione basta prenotarsi (0546 623918, poliambulatorioastreamedical@cerbahealthcare.it) e presentarsi al centro medico con documento di identità e tessera sanitaria no alla ne di giugno.
Alla disponibilità delle strutture si è aggiunta quella di tanti medici che operano nel poliambulatorio di Faenza: «Questo ci ha consentito di allargare il ventaglio delle prestazioni gratuite a una serie di specialità mediche», ha dichiarato Stefano Massaro, ceo di Cerba Healthcare Italia, che è parte di un gruppo internazionale dedicato alla diagnostica ambulatoriale e alle analisi cliniche presente in 16 nazioni. In Italia è presente in 16 regioni con più di 400 tra centri medici e di prelievo e 34 laboratori.
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Maggio è stato un mese intenso. Alla prima alluvione è seguita la seconda. Ben più estesa e impattante. Su tutto un altro piano, certo imparagonabile a livello catastro co, ma anch’esso suscitante di pensieri, è uscito il lm di Bellocchio.
La prima pioggia intensa, quella dei primi di maggio, ha allagato una parte di Faenza. Solo quella, almeno per la mia percezione è stato così. I video avevano un’ambientazione circoscritta. Riprendevano le auto con l’acqua no al tetto parcheggiate in una via di Faenza. L’alluvione in teoria era concentrata in quella via. Al massimo riguardava le strade limitrofe. Una sera andai là.
Il silenzio assieme a un’aria fresca e umida raccontava di un’acqua che c’era stata. Le strade erano quasi asciutte. Ogni tanto incontravo qualche pozzangherona. Le evitavo, non solo per preservare le scarpe: le avvertivo come qualcosa di sbagliato e sgradito. Ero come un animale che non passa da alcuni spazi perché il suo istinto gli dice che lì c’è qualcosa che non va. Con rispetto, anche con una certa empatia guardavo quelle case disabitate, ma mi sentivo estraneo. Diverso da loro, come fosse qualcosa che non mi riguardava, e soprattutto che non mi potesse accadere.
Non era un ragionamento, un calcolo di probabilità, era un’autodifesa. Simile a quelle rispetto ai “brutti mali”, che si pensa possano capitare solo agli altri.
Per ogni casa distinguevo bene gli oggetti dei loro abitanti, nelle loro peculiarità. Un piccolo cavallo di legno era fuori da un’abitazione. Sul muretto di un’altra avevano lasciato un cubo di Rubik. Ho visto alla porta della successiva un materasso bianco bagnato con delle impronte di scarpe. Pensavo a chi ci avesse camminato sopra, ai passi concitati dei soccorritori. Mi sono immaginato le storie di questi residenti invasi dall’acqua. Ma le sentivo lontano. Come uno spettatore che dopo poco se ne torna all’asciutto a casa sua. All’asciutto ed al sicuro.
Poi è arrivata la seconda pioggia.
Ce n’è stato per tutti. Nessun ume che traccia la nostra Romagna è rimasto integro. All’inizio mi soffermavo su quello che scorre vicino a me. Ogni tanto andavo a vedere a che altezza fosse l’acqua. Per un po’. Poi non c’erano più limiti e regole. L’acqua poteva arrivare anche da un comune vicino, dal Canale Emiliano Romagnolo. A Ravenna hanno fatto le dune di protezione, come in spiaggia.
Quelli del borgo di Faenza non li vedevo più da spettatore.
L’estensione del fenomeno ha rinnovato una solidarietà sopita. I vicini di casa hanno iniziato ad aiutarsi anziché litigare. L’acqua insieme ai detriti ha tirato fuori anche la generosità delle persone.
Sono testimone diretto del lavoro di un gruppo di Ultras. La curva dell’Imolese mi ha aiutato a togliere acqua e fango da una casa di famiglia a Sant’Agata sul Santerno.
Gli Ultras, generosi, infaticabili e tanti, lavoravano senza riserve.
Quel giorno insieme al rammarico per gli oggetti distrutti provavo una gioia, un senso di abbraccio come mai prima di allora. Perlomeno che non avevo mai provato in relazione ad un gruppo di persone. C’era un’intimità di massa. Una disponibilità che mi hanno fatto pensare che quella, con quella gente, con quello spirito sarebbe stata la comunità ideale.
E il Film di Bellocchio? Perché lo metto qui in mezzo? Perché attraverso la storia vera di un bambino sottratto alla propria famiglia ebraica da esponenti della chiesa cattolica, mostra come le ideologie, specie la religione, producano dolori e drammi inutili. Come l’uomo sia capace di trovare strade per soffrire. È un lm molto bello. Per continuare l’espressione calcistica mostra una sorta di drammatico derby tra ebrei e cattolici. Evidenzia come si spadroneggi sulla pelle di un povero ragazzo, che plagiato diventa anche lui vittima e per certi versi carne ce. Sicuramente auto carne ce. Un lm da vedere, soprattutto in tempo di alluvione.
Meno male che, circa centocinquant’anni dopo, alle perversioni malate della chiesa hanno risposto, con il loro sano altruismo, gli ultras dell’Imolese.
* Psicoterapeuta psicoanalitico - dottenricoravaglia@gmail.com
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Tutti i numeri e gli indirizzi utili per il supporto psicologico gratuito per residenti e soccorritori
In questi giorni di emergenza, grazie anche all’attivazione del tavolo regionale sull’emergenza psicologica di cui fa parte l’Ordine degli Psicologi regionale e il Gruppo di Lavoro Oper di “Psicologia dell’Emergenza”, sono stati attivati diversi numeri telefonici e mail a cui i cittadini possono rivolgersi per un supporto psicologico. Persone che vivono nei luoghi colpiti dal maltempo, ma anche soccorritori, forze dell’ordine e tutti coloro che stanno collaborando per mitigare i danni dell’alluvione.
Questi i contatti:
- Numero verde 800024662 attivato dalla Regione e coordinato dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute, attivo 7 giorni su 7 dalle ore 8 alle 20, per quesiti e bisogni legati all’emergenza. Saranno gli operatori, opportunamente formati per indirizzare tutte le richieste, a mettere in contatto i cittadini con gli psicologi.
- Azienda Usl della Romagna. È disponibile una linea dedicata al supporto psicologico attiva 7 giorni su 7 dalle ore 10 alle 13 e dalle 18 alle 20. Per la provincia di Ravenna si potrà contattare il numero 338 1055333.
- Croce Rossa dell’Emilia-Romagna. Per informazioni e richieste si può scrivere via email all’indirizzo emiliaromagna@cri.it o chiamando il numero 051305445.
- Psicologi per i Popoli OdV ha attivato una linea dedicata al supporto psicologico (telefono e whatsapp) al numero 351 7837136 (contattabile al lunedì dalle 20 alle 22, il venerdì e il sabato dalle 13 alle 14 e domenica dalle 20 alle 22) e la mail psicopopoli.er@gmail.com.
- Sipem SoS ER ha attivato uno sportello per il supporto psicologico gratuito accessibile inviando una email a info@sipem-er.it.
- Ass.ne EMDR Italia contattabile al numero 3383470210 o all’indirizzo segreteria@emdritalia.it. Aggiornamenti su www.ordinepsicologier.it/ it/emergenza-alluvione.
Chiara Melandri, dottoressa specialista in podologia, laureata all’Alma Mater Studiorum di Bologna (con tirocinio presso l’ospedale Rizzoli) riceve in tre diversi studi sul territorio ravennate. Nell’ultimo periodo è impegnata in un master professionalizzante di primo livello dell’Università di Tor Vergata “Cura delle onicopatie in podologia”. «Frequentare questo master – racconta Melandri mi a dato modo di ri ettere sulla preven zione e di specializzarmi anche sugli aspetti dermatologici della cura del piede»
Con un occhio attento ed esperto infatti è spesso possibile individuare sulle unghie dei piedi segni riconducibili a specific e malattie anc e in stato precoce e in assenza di altri sintomi.
«La classica “unghia a pinza” ad esempio, può certamente essere dovuta a cause genetiche ma, se comparsa all’improvviso, può anticipare la presenza di lupus. I pa-
zienti oncologici invece possono soffrire di disagi ungueali (come frequenti onicocriptosi) a causa dei farmaci chemioterapici capaci di in uire sull aspetto della c eratina di un ie e capelli».
Tra le analisi preventive rese possibili da una corretta osservazione dell’unghia possiamo trovare la psoriasi (spesso confusa per micosi negli stati iniziali) o la presenza di melanomi, spesso scambiati per nei: «Per quanto riguarda la prevenzione e la tempestiva diagnosi di tumori della pelle, è importante una corretta pedicure: spesso si tende a rimuovere le cuticole dall un ia per fini estetici ma proprio la mancanza o il danneggiamento spontaneo delle cuticole ad anticipare la presenza di un melanoma» conclude Melandri.
Info: Dott.ssa Chiara Melandri Podologa − −
Alla Farmacia comunale 8 in vendita integratori per sostenerli anche nel periodo estivo
Il caldo estivo è già arrivato ed è tempo di prendersi cura dei propri animali domestici nel migliore dei modi perché da ciò deriva il loro benessere.
A differenza degli esseri umani, cani e gatti non sono dotati di ghiandole sudoripare diffuse su tutto il corpo, e sudano solo a livello di zampe o polpastrelli. Poiché ciò non è suf ciente per regolare la temperatura di tutto il corpo, gli amici pelosi fanno fuoriuscire il calore in eccesso attraverso il respiro. Ma quando la temperatura sale eccessivamente e il calore accumulato dall’animale è troppo elevato, questo meccanismo da solo non è suf ciente. Per questo motivo gli amici a quattro zampe hanno bisogno di opzioni per proteggersi dal sole ed evitare così il rischio di un colpo di calore.
Creare un riparo al fresco: cercare di creare ombra con ombrelloni se il giardino o il balcone sono particolarmente soleggiati. Inumidire i pavimenti o il terreno oppure offrire al proprio animale una super cie fresca su cui adagiarsi come ad esempio un tappetino refrigerante.
Mai lasciare il cane/gatto in auto: in brevissimo tempo le auto si trasformano in pericolose capsule di calore, anche se la temperatura esterna è mite. Purtroppo a una certa temperatura nemmeno i nestrini aperti riescono a garantire il necessario ricambio termico. In estate quindi il rischio che l’auto si surriscaldi troppo velocemente e l’animale subisca i danni di un colpo di calore potenzialmente letale è molto elevato. Quindi, è bene evitare di lasciare il proprio amico a quattro zampe in auto anche per piccole pause.
Bere molta acqua: quando il cane respira affannosamente, pressa aria contro le sue membrane mucose facendo evaporare i uidi; tale processo abbassa la temperatura dell’animale. Più il cane ansima, maggiore è la quantità di uidi che perde. Quando fuori fa molto caldo, quindi, è ancora più importante che il peloso beva a suf cienza. È indispensabile quindi che il cane abbia sempre a disposizione acqua fresca, incoraggiandolo attivamente a bere.
Alimenti a elevato contenuto di umidità: se il pro-
prio cane lo gradisce d’estate le crocchette possono essere integrate o sostituite con l’umido.
Adattare le passeggiate con il proprio cane alle diverse ore del giorno: sono da evitare le passeggiate dopo le 11 del mattino e prima delle 16.30 del pomeriggio. L’asfalto si surriscalda pericolosamente e il sole fa scottare la folta pelliccia dei nostri animale a quattro zampe.
Non esagerare con l’attività sica: le passeggiate troppo lunghe, le corse e in generale l’esercizio in estate andrebbero ridotti.
Durante il colpo di calore la temperatura del cane/gatto si alza (stato di ipertermia), si indebolisce e inizia a manifestare segni di letargia, nei casi più gravi può incorrere in un collasso. Il respiro diventa particolarmente affannato e
l’animale può mostrarsi irrequieto, barcollare sulle zampe e perdere bava dalla bocca.
Cosa fare se si sospetta un colpo di calore? Spostare l’animale in un ambiente fresco e areato, tamponarlo con acqua fresca, non fredda nelle zampe, sul collo e nella zona inguinale e non costringerlo a bere, ma lasciargli una ciotola d’acqua fresca a portata di zampa. Contattare, quindi, il prima possibile il veterinario.
Alla Farmacia comunale 8 di Ravenna – che abbiamo contattato per costruire questa breve guida – si possono trovare integratori che possono aiutare il recupero del cane dopo un colpo di calore e a sostenerlo nel periodo estivo dove solitamente gli amici a quattro zampe perdono un po’ l’appetito.