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Nippo - Romagnolo Una novità da scoprire

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La barzelletta del palazzetto che non fa più ridere

Quando il Comune di Ravenna nell’estate 2019 cominciò i lavori per il nuovo palazzetto dello sport, accanto al Pala De Andrè già di sua proprietà, ci disse che sarebbero bastati due anni. Invece ne sono passati cinque, l’impianto non è ancora nito e siamo al punto in cui il Comune non sa quando sarà pronto. Parole testuali dell’assessora titolare della delega ai Lavori pubblici, meno di due settimane fa: «Troppe variabili in ballo, non mi sento la responsabilità di dare una data».

Stiamo parlando di un’opera che non era menzionata nel programma elettorale della prima candidatura di De Pascale nel 2016, ma è stata decisa nel corso del primo mandato. Non si tratta dell’angolo di un marciapiede da rattoppare o la pensilina di un autobus che fa acqua, ma un cantiere da oltre venti milioni di euro. Che ha avuto almeno tre conseguenze solo apparentemente secondarie. È stato progettato internamente dagli uf ci comunali aumentando i carichi di lavoro sul personale; ha impiegato importanti risorse pubbliche; sarà per sempre un segno di cemento nel territorio ravennate di cui pagheranno il peso (o godranno i bene ci) generazioni di ravennati no alla ne dei tempi. Una parte dei costi (tre milioni) vengono coperti dalla Camera di Commercio, cioè dal tessuto imprenditoriale del territorio. L’ente di viale Farini ritenne strategico investire in una struttura che – grazie agli eventi collaterali per cui doveva essere utilizzato – avrebbe potuto generare un ritorno economico per le imprese locali. È stata una gestione oculata delle preziose risorse delle imprese?

Il cittadino non può che chiedersi perché ci avevano promesso di farlo in due anni e dopo cinque sono in alto mare. Il paradosso è che non è così facile da spiegare. O meglio, le responsabilità sono talmente sparpagliate che tutti possono dare la colpa a qualcun altro. E così nessuno è colpevole. L’azienda che ha vinto l’appalto si è beccata un’interdittiva antima a ed è rimasta bloccata più volte. Il bando del Comune ha attirato solo due offerte e lo stesso sindaco ha ammesso che ci fu una sottovalutazione dei costi che rese poco appetibile il bando. Attualmente nessuna delle squadre cittadine degli sport indoor milita al massimo livello della propria disciplina. Ormai è una s da: tornerà prima una squadra ai vertici o sarà nito prima il palazzetto? Ma forse al Comune fa gioco che il palazzetto non arrivi mai a completamento. Il ritardo è talmente tanto da rendere la cosa una barzelletta che distrae l’attenzione dell’opinione pubblica (e in parte anche dell’opposizione) dal resto delle opere in ritardo. Ne citiamo una sola, tanto per restare in tema sportivo: la nuova piscina. Altri venti milioni di euro. L’ultimo aggiornamento prevedeva il completamento entro il 2026. Ma ormai c’è il precedente: a un certo punto si dirà che non si sa quando sarà completato e amen.

5 ECONOMIA

ALLUVIONE: TRE ORDINANZE PER RICOSTRUIRE

13 SOCIETÀ

LA TESTIMONIANZA DA BEIRUT DEL FOTOREPORTER TUGNOLI

17 CULTURA

AUDIO-PASSEGGIATA AL CIMITERO PER INTERROGARSI SULLA MORTE

19 MUSICA

A FAENZA TORNA IL FESTIVAL DELLE ETICHETTE INDIPENDENTI

22 GUSTO

LA BIRRA: SEIMILA ANNI DI STORIA E NON SENTIRLI

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001

Anno XXIII - n. 1.066

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Direttore responsabile: Luca Manservisi Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Alessandro Fogli, Serena Garzanti (segreteria), Gabriele Rosatini (grafica).

Collaboratori: Benedetta Bendandi, Roberta Bezzi, Albert Bucci, Giulia Castelli, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Francesco Farabegoli, Maria Vittoria Fariselli, Nevio Galeati, Iacopo Gardelli, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Giorgia Lagosti, Fabio Magnani, Enrico Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni, Adriano Zanni. Fotografie: Massimo Argnani, Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: Gianluca Costantini Redazione: tel. 0544 271068, redazione@ravennaedintorni.it

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Quelli che ci hanno ripensato

Com’è che si dice? Solo gli stupidi non cambiano mai idea? Sicuramente da queste parti di stupidi ce ne sono pochi. Prendete l’elenco delle varie liste civiche che stanno con Michele De Pascale, nella coalizione di centrosinistra che sostiene il nostro sindaco alle prossime elezioni amministrative. Ecco, c’è un ex sindaco che era sostenuto dal centrodestra, a Bagnara di Romagna (Riccardo Francone) per esempio. Che evidentemente non è uno stupido. E ora scopriamo che c’è anche un’ex candidata sindaca che otto anni fa si presentò a Ravenna proprio contro lo stesso De Pascale, Michela Guerra. Una cosa pare averla colpita, già 8 anni fa, quando propabilmente avrà tirato un bel sospiro di sollievo dopo la scon tta contro quello che oggi de nisce un «allora giovanissimo candidato a sindaco appena divenuto padre, in un momento della sua vita in cui era evidente e risaputo che non fosse nei suoi programmi immediati assumere un ruolo così importante in una città che non era la sua. L’ho visto crescere politicamente, con determinazione e resilienza, e soprattutto acquisire con grande velocità e costanza, ma soprattutto umiltà». Resilienza è la parola chiave, in questo caso. D’altronde, con queste motivazioni, chi non avrebbe cambiato idea? E d’altronde, tutto viene sempre al pettine. La Guerra era infatti candidata in una lista “grillina”, che ai tempi si batteva contro il Pd e odiava tutto quello che faceva il Pd. Ora gli stessi grillini invece stanno con il Pd e amano tutto quello che fa il Pd, quindi tutto torna. Ma attenzione, perché proprio in questi giorni i grillini hanno battuto i pugni sul tavolo come ai vecchi tempi e non vogliono stare più con Italia Viva, nonostante Italia Viva stia tranquillamente nella coalizione di centrosinistra, dice Renzi rispondendo a Conte, e ricordandolo anche a De Pascale, che forse se ne era dimenticato. E così DePa può cogliere l’occasione per scrivere a tutti una supercazzola: «Mi sono candidato per guidare l’Emilia-Romagna, per difendere la salute pubblica, per rendere sicuri i territori alluvionati, per conciliare il lavoro e la transizione ecologica. L’Emilia-Romagna è troppo importante, io mi voglio occupare solo di lei e, con grande rispetto, chiedo a tutti di fare lo stesso». Fatelo per l’Emilia-Romagna, quindi, soprattutto voi che eravate contro De Pascale, candidatevi insieme a lui!

e tro tr e o o ro ott e e e o er e o

Finisce otto a quattro l’elezione dell’organo di secondo livello. De Pascale ancora presidente

Domenica 29 settembre, tutte le province di Romagna sono state chiamate al voto per il rinnovo dei 12 componenti del consiglio provinciale,. A Ravenna, la lista di centrosinistra “Insieme per la provincia di Ravenna” elegge otto consiglieri, due in meno di quanto era accaduto nel 2021: il sindaco di Castel Bolognese Luca Della Godenza; la sindaca di Russi Valentina Palli; il sindaco di Alfonsine Riccardo Graziani, la consigliera comunale di Massa Lombarda Sara Guardigli, il consigliere comunale di Faenza Gionata Amedei e i consiglieri comunali di Ravenna Andrea Vasi, Maria Gloria Natali e Luca Cortesi.

La lista di centrodestra “Ravenna per la Romagna” elegge invece Francesco Martelli, Vincenzo Minardi, consigliere comunale a Castel Bolognese, Gabriele Padovani, consigliere comunale a Faenza, e Riccardo Vicari, consigliere comunale a Sant’Agata sul Santerno. Il voto è riservato a consiglieri comunali e il meccanismo prevede un peso maggiore per i comuni più grandi. Gli aventi diritto al voto erano in totale 291, con un’af uenza superiore all’80 percento (234 votanti totali). Non si è votato per il presidente della Provincia, che resta Michele de Pascale no alle elezioni regionali, quando gli subentrerà la vice Valentina Palli, con il ruolo di facente funzioni. I neoeletti consiglieri sarebbero poi chiamati nuovamente al voto per l’elezione del nuovo presidente e, in questo caso, il nome della sindaca di Russi risulta il più accreditato per la vittoria. Nel campo dell’opposizione, il consigliere Padovani, ex Lega, ora tra i fondatori di “Area Liberale” si dice particolarmente soddisfatto del risultato e invita le forze di opposizione a una ri essione anche in vista delle prossime amministrative del 2025 che coinvolgeranno, oltre a Ravenna, anche Faenza.

ENTI LOCALI/2

Minacce ai dipendenti comunali di Alfonsine Un corteo per la legalità

Tra giovedì 26 e venerdì 27 settembre si sarebbero verificati diversi episodi minatori ai danni di alcuni dipendenti del Comune di Alfonsine. In particolare, ad essere presi di mira da telefonate anonime con esplicite minacce (riguardanti anche la famiglia degli interessati), lettere e volantini calunniatori recapitati sul posto di lavoro, sono stati alcuni impiegati dell’ufficio tecnico, per motivi che sembrano legati alla gestione di un appalto. Il sindaco di Alfonsine Riccardo Graziani ha reso nota la vicenda tramite alcuni post su Facebook, assicurando che non c’è nessun legame tra gli episodi e le recenti alluvioni e che le autorità sarebbero già al lavoro per rintracciare l’anonimo mittente. Ai cittadini viene richiesta la massima collaborazione per l’identificazione. A tal fine l’1 marzo il sindaco è sceso in piazza in una partecipata manifestazione (nella foto) a cui hanno aderito anche i sindacati.

ENTI LOCALI/3

Russi: un incontro pubblico per fornire istruzioni in caso di emergenza

Cosa fare in caso di evacuazione? A cosa servono e come funzionano le allerte meteo? Quali sono i canali di comunicazione da seguire? Come opera il Comune in caso di calamità? Per dare risposta e a queste e altre domande a Russi è stato organizzato l’incontro informativo che si terrà martedì 8 ottobre, alle ore 20.30, al Teatro comunale. Interverranno Valentina Palli, sindaca; Fabrizio Sermonesi, responsabile Area Lavori Pubblici del Comune; Silvia Bagnaresi, Area Lavori Pubblici del Comune; Marco Sarasini, Nucleo Volontari Protezione Civile di Russi.

LA FOTO DELLA SETTIMANA

A cura di Federica Angelini

Il silenzio intorno alla “fuga in avanti”

di Isola

La clamorosa “ribellione isituzionale” del sindaco di Faenza Massimo Isola (in una foto postata in questi giorni su Facebook) a fronte della terza alluvione nell’arco di sedici mesi della città manfreda ha fatto ovviamente notizia e ha fatto discutere, ma non il Pd, ossia il suo partito. ll primo cittadino ha infatti annunciato l’intenzione di procedere con i cantieri anche senza tutte le autorizzazioni necessarie per uscire dal pantano della burocrazia ed eseguire in tempi brevi i lavori necessari alla messa in sicurezza della città da futuri disastri di carattere idrico e ha anche promesso 10mila euro a fondo perduto di indennizzo a chi ha subito almeno due alluvioni dal 2023. A commentare l’iniziativa è stata inizialmente la “vicina di casa” Elena Zannoni, da pochi mesi sindaca di Lugo che ha invocato la necessità di procedere insieme a livello provinciale per affrontare il problema, con una critica indiretta dunque al collega di partito e alla sua fuga in avanti. Parole di appoggio a Isola sono invece arrivate da Irene Priolo al momento facente funzione di Presidente della Regione e commissaria all’emergenza. E il Pd ravennate? Non un commento, non una parola né dagli altri sindaci, né, ancora più sorprendentemente, dal presidente della Provincia Michele de Pascale come noto candidato alla Regione nelle elezioni del 17 e 18 novembre. Né si è sentita la voce del segretario del partito locale, Alessandro Barattoni, a sua volta candidato sindaco per le amministrative di Ravenna nella primavera del 2025, quando la stessa Faenza tornerà alle urne ed è verosimile immaginare che lo stesso Isola correrà per la conferma al secondo mandato. Troppe campagne elettorali in corso, forse, e la questione toccata da Isola è a dir poco complessa...

LA PROTESTA

Cgil e Uil in piazza contro il Ddl sicurezza: «Una norma che ha il chiaro intento di azzerare la libertà e il diritto di manifestare»

Cgil e Uil hanno organizzato un presidio in piazza del Popolo, a Ravenna, per dire No al Ddl Sicurezza già approvato alla Camera e «difendere la libertà e il diritto di manifestare il dissenso». «Scendiamo in piazza del proteggere la democrazia del nostro Paese – spiegano Cgil e Uil –. Siamo nettamente contrari a una norma che ha il chiaro intento di azzerare la libertà e il diritto delle persone a manifestare il proprio dissenso, che introduce nuovi reati penali, e quindi il carcere, nei confronti di chi occupa strade, spazi pubblici e privati. Questo Ddl limita l’iniziativa e le mobilitazioni sindacali per difendere i posti di lavoro e contrastare le crisi aziendali e occupazionali. Chiude in carcere le donne in gravidanza o con figli entro un anno di età, introduce il reato della resistenza passiva rendendo impossibile ogni forma di dissenso pacifica, magari dovuta alle condizioni disumane di molte carceri. Il Ddl introduce nuovamente interventi a impronta securitaria e di criminalizzazione quando si parla di migranti. Tutto questo mentre il Governo decide di abolire i crimini contro la pubblica amministrazione, spesso reati spia di infiltrazioni mafiose».

L’APPROFONDIMENTO

Al Prometeo si parla dell’ascesa dell’industria militare italiana

Il 7 ottobre alle 20.45, al circolo Arci Promoteo (vicolo Pasolini a Faenza), si terrà un incontro dal titolo “Crescita silenziosa: l’ascesa dell’industria militare in Italia”. Un’occasione per approfondire le dinamiche all’interno dell’industria bellica italiana con Carlo Tombola, coordinatore scientifico di Weapon Watch, e con Linda Maggiori che presenterà il report “Curti va a alla guerra” . Il tutto alla luce del report del Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) secondo cui l’Italia ha registrato una crescita nell’export di armi nel periodo 2019-2023, con un +86% che lo proietta al sesto posto a livello globale.

RICOSTRUZIONE

re o e or e o o er e er re o t o e

nterventi su linee ferroviarie, ponti e nodi idraulici, ma anche misure per semplificare l assunzione da parte dei omuni di personale tecnico amministrativo senza concorsi

Tre nuove ordinanze sono state rmate dal commissario per la ricostruzione post alluvione Francesco Paolo Figliuolo, con l’obiettivo di accelerare la ricostruzione, come richiesto anche dalla presidente della Regione Irene Priolo. Il valore complessivo degli interventi pubblici ammonta così a 2,7 miliardi di euro.

La prima delle tre ordinanze, la numero 33, dà il via a una serie di interventi come il ripristino della linea ferroviaria Marradi-Faenza (per 12,2 milioni di euro), i ponti di Boncellino e di Sant’Agata sul Santerno (quest’ultimo per un investimento di 6,1 milioni di euro), la soluzione del nodo idraulico di Modigliana, fra i torrenti Ibola, Acerreta, Tramazzo e Marzeno. Finanziate anche la progettazione del ponte della Motta a Budrio (3 milioni di euro) e delle Grazie a Faenza (per 0,9 milioni di euro).

La seconda ordinanza rende più veloce l’assunzione da parte dei Comuni del personale tecnico-amministrativo, dando la possibilità di attingere a graduatorie di altre amministrazioni o di assumere con selezioni fatte solo per titoli.

amministrazioni locali – dice Figliuolo – per garantire che gli interventi di ricostruzione siano portati avanti con rapidità, ef cienza e nel rispetto delle normative ambientali».

Figliuolo ha ribadito l’importanza di una stretta sinergia con il Dipartimento centrale della protezione civile ed il Commissario delegato all’emergenza, Irene Priolo, che gestisce le attività volte a scongiurare i rischi immediati per i territori colpiti dalle recenti alluvioni del 18 e 19 settembre.

La terza, invece, inserita nell’ambito del Pnrr, recepisce l’investimento di un miliardo e 200 milioni per interventi nalizzati alla gestione del rischio alluvioni e alla riduzione del rischio idrogeologico, che erano stati al centro delle polemiche nelle ultime settimane.

«Continuiamo a lavorare a stretto contatto con le Regioni e le

Tra i primi commenti sui social, quello del sindaco di Faenza Massimo Isola, che una settimana fa aveva annunciato di voler andare avanti da solo con i progetti, stufo di aspettare i tempi della burocrazia. «Qualcuno mi ha già chiesto se l’improvvisa accelerazione su questa ordinanza è anche merito nostro – scrive su Facebook -. Questo noi non lo sappiamo. Per oggi prendiamo atto, con soddisfazione, del fatto che l’ordinanza 13bis ci permetterà di nanziare, insieme alle risorse per la somma urgenza, il progetto di difesa della città che stiamo realizzando». Il sindaco ha inoltre confermato che gli uf ci comunali stanno lavorando per elaborare lo scostamento di bilancio che permetterà al Comune di distribuire 10mila euro a fondo perduto ai faentini che abbiano subito almeno due alluvioni. La delibera dovrebbe essere pronta nel giro di una decina di giorni.

CONVEGNI

OTTAVA EDIZONE PER “FATTORE R” SULL’ECONOMIA DELLA ROMAGNA

ra i te i entrali an he la s a ella sosteni ilit er le i rese

Al via l’ottava edizione di Fattore R, il Romagna Economic Forum, in programma venerdì 4 ottobre a Ravenna al Teatro Alighieri dalle 9 alle 13. Il lo conduttore del Forum è eplicito dal titolo: “ESG: ambiente, sostenibilità e governance nella Romagna del futuro. La nuova Filantropia: come le aziende possono creare valore e comunità nel tessuto sociale del territorio”.

Fattore R è organizzato dalle Camere di Commercio congiunte (Romagna insieme a Ferrara e Ravenna), da Cesena Fiera e Bper Banca, con il supporto e la collaborazione delle principali associazioni di categoria. Davanti a una platea che al 2 ottobre contava oltre 450 accreditati, la giornata sarà aperta dai saluti di Giorgio Guberti (Presidente Camera di commercio di Ferrara Ravenna) e Carlo Battistini (Presidente Camera di commercio della Romagna). Il primo intervento sarà del direttore della Sda Bocconi, Stefano Caselli. Seguiranno tavole rotonde con giornalisti e imprenditori del territorio. La giornata si chiude con l’intervista ad Antonio Patuelli, presidente Associazione Bancaria Italiana da parte del giornalista del Corriere della Sera Andrea Ducci.

La partecipazione è a invito. Per maggiori informazioni: info@fattorer.com

Un’immagine del “Borgo” di Faenza che a settembre ha subito la terza alluvione in sedici mesi

Al 31 agosto attive 37mila imprese, numero stabile rispetto al 2023 Previsioni Prometeia: valore aggiunto 2024 oltre l’1,3 percento

I dati dell’economia ravennate nel primo semestre 2024, diffusi dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio, mostrano uno scenario eterogeneo. Sono in ripresa turismo, costruzione e commercio e invece mostrano segni di rallentamento l’industria e l’export. Cresce la stima del valore aggiunto: +1,3 percento. Per le costruzioni un aumento tendenziale del +3,8%, rispetto all’analogo periodo del 2023. In territorio positivo anche Commercio al dettaglio (+2,2%) e Turismo, che, nei primi sei mesi di quest’anno, fa segnare una crescita dei visitatori (+12,5%) e dei pernottamenti (+7,5%). L’Industria manifatturiera, pur registrando un +1,5% per la produzione ed un fatturato pressoché stabile rispetto all’analogo periodo del 2023 (+0,5%), segna una riduzione degli ordini complessivi (-1,7%) e del mercato internazionale (-0,3%). L’Artigianato evidenzia una essione nei volumi produttivi (-2,2%) e la riduzione degli ordini (-4,5%).

Dopo undici trimestri in crescita, rallenta la spesa delle famiglie e, dunque frenano i consumi. Calano i dati delle esportazioni ravennati diffusi da Istat (-5,5%), che includono le vendite all’estero delle imprese di maggiore dimensione. Il valore al 30 giugno ammonta a più di 2.850 milioni di euro, rimanendo, tuttavia, superiore, a valori correnti, ai dati dell’export dei corrispondenti periodi degli anni precedenti, con le eccezioni riguardanti il 2022 (anno record per le esportazioni ravennati) ed il 2023. Considerando, in ne, i soli mesi primaverili, l’andamento risulta al contrario positivo: rispetto a quello precedente, il secondo trimestre del 2024 fa rilevare una crescita del valore dell’export pari al +3,1%, in valore nominale corrispondente ad un surplus di quasi 44 milioni di euro.

I dati del registro delle imprese riferiti al secondo trimestre dell’anno rilevano un saldo positivo pari a +158 attività (+0,43%, a fronte del +0,5% regionale e nazionale). In espansione la maggior parte dei settori, fra cui i servizi alle imprese, le attività professionali, edilizia, il turismo e attività d’intrattenimento e tutte le tipologie d’impresa. La componente artigiana evidenzia uno tra i più brillanti risultati degli ultimi dieci anni (+0,67%). Al 31 agosto di quest’anno, lo stock complessivo delle imprese registrate in provincia di Ravenna, al netto delle cancellazioni d’uf cio, si attesta sulle 36.947 unità, in sostanziale stabilità rispetto all’analogo periodo del 2023 (+0,03%). Il valore aggiunto ravennate, in ne, secondo gli scenari delle economie locali realizzati da Prometeia, potrebbe, per il 2024, andare oltre il +1,3%.

ALLUVIONI

LE CAB STIMANO 30,3 MILIONI DI DANNI

«MA SOLO 5 MILIONI DI RIMBORSI RICEVUTI»

Le sette coop in provincia hanno 12mila ettari Dito puntato contro i ritardi del fondo Agricat

Secondo Legacoop Romagna i danni subìti dalle sette Cooperative agricole braccianti (Cab) associate in provincia di Ravenna per le alluvioni di maggio 2023 e settembre 2024 ammontavano in totale a circa 30,3 milioni di euro, di cui solo 300mila euro per gli eventi del mese scorso. A questo dato andranno aggiunti i costi aggiuntivi legati alla rimessa in opera dei terreni (rimozione limo e detriti, recupero della coltivabilità del terreno, utilizzo di colture più povere adatte al terreno così colpito e, quindi, di minor valore).

Tutto questo si somma al fatto che, dopo 16 mesi dalle precedenti alluvioni, non si è concluso il percorso del risarcimento dei danni per le Cab: a fronte, infatti, dei 30 milioni di euro quanti cati a seguito degli eventi del maggio 2023, i risarcimenti disposti dalle varie misure di aiuto ammontano a circa 12,3 milioni di euro, dei quali sono nora stati percepiti solamente 5,23. Dei restanti si attende l’erogazione.

Legacoop segnala in particolare il ritardo imponente del fondo mutualistico Agricat, istituito dal ministero dell’Agricoltura nel 2021 per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole: «Ancora non ha liquidato le posizioni relative al 2023. L’unico risarcimento erogato per intero risulta ad oggi quello relativo alla Riserva di crisi della Unione Europea». Il patrimonio delle sette Cab ravennati è pari a 12mila ettari ed è un bene accumulato in 140 anni di lavoro da generazioni di cooperatori; gli addetti sono 619, di cui 360 soci lavoratori.

PODCAST

“Per fare un broccolo”: la voce true crime di Migliaccio per spiegare la liera del cibo con Coop Alleanza 3.0

“Per fare un broccolo” è il podcast di Coop Alleanza 3.0 ideato che in sei episodi porterà gli ascoltatori dietro le quinte del cibo affrontandone ogni aspetto, dalla tracciabilità alla logistica e dalla conservazione ai controlli lungo tutto il percorso produttivo. La voce narrante è quella di Francesco Migliaccio (Demoni Urbani), noto nel mondo del true crime, che in questo podcast mescola l’atmosfera investigativa noir con un tocco di ironia.

Ogni episodio esplora una categoria di prodotti, dall’ortofrutta alla carne, dai latticini al pesce, fino ai prodotti confezionati e alla panificazione. Le domande sul cibo sono tante e saranno gli esperti a rispondere, ovvero i responsabili dei reparti nei negozi di Coop Alleanza 3.0.

Il podcast è disponibile su Spotify, Amazon Music, Spreaker e Apple Podcast dall’1 ottobre. Le puntate successive avranno cadenza quindicinale.

re or t o obb e

Legacoop invita un gruppo di esperti nazionali per affrontare le novità introdotte dalla direttiva europea Nis2 che entrerà in vigore il 18 ottobre

Esperti nazionali di sicurezza informatica a confronto giovedì 10 ottobre a Ravenna in occasione di un convegno sulla cybersicurezza (dalle 9.30 alla Camera di Commercio in via Farini). L’evento, promosso da Legacoop in collaborazione con Federcoop e con il patrocinio della Camera di Commercio, affronterà il tema alla luce del recepimento della nuova direttiva europea Nis2 da parte dell’Italia, previsto per il 18 ottobre.

Prenderanno la parola alcuni tra i massimi esperti italiani in materia di sicurezza cibernetica e legale. Tra i relatori, interverranno Stefano Mele, avvocato specializzato in Ict, Privacy e Cybersecurity Law; Giampaolo Zambonini, direttore del servizio per la sicurezza cibernetica del ministero dell’Interno; Ivano Gabrielli, direttore del servizio di polizia postale; Paola Giannetakis, docente e direttrice del master Cybersecurity alla Link Campus University; Alessandra Guidi, vicedirettrice del dipartimento Informazioni per la Sicurezza alla presidenza del Consiglio dei Ministri; Bruno Frattasi, direttore generale dell’agenzia per la Cybersicurezza nazionale. Il dibattito sarà coordinato da Alberto Pagani, esperto di intelligence e docente universitario di sicurezza informatica.

La nuova direttiva europea Nis2 impone obblighi stringenti alle imprese, soprattutto a quelle di dimensioni medio-grandi operanti in settori considerati chiave, come energia, trasporti, sanità e nanza. In caso di non conformità si rischiano sanzioni milionarie.

«La sicurezza informatica — spiega il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi — è oggi un elemento fondamentale per la protezione delle aziende. Le imprese devono adeguarsi a standard più elevati di protezione delle reti e delle informazioni, riducendo il rischio di attacchi informatici e perdite di dati. Ma investire in cybersicurezza signi ca non solo tutelare i dati sensibili, bensì garantire la competitività e la ducia del mercato, elementi chiave per il successo a lungo termine».

CONVEGNO/2

LA COOPERAZIONE CHE FA CULTURA: TRE PANEL PER LE STRATEGIE FUTURE

Appuntamento all’Almagià per discutere del settore. Iniziativa promosssa da Confcoop

La cooperazione in ambito culturale trova un momento di confronto e ri essione con Culturiamo, l’iniziativa organizzata da Confcooperative Romagna. Dopo l’esordio a Faenza nel 2023, appuntamento a Ravenna alle Arti cerie Almagià (quartiere Darsena) dalle 9.15 del 9 ottobre con una nuova formula e importanti protagonisti. Partenariato pubblico-privato, risorse e mecenatismo, welfare culturale sono gli argomenti di tre tavole rotonde intervallate da alcuni video.

«L’obiettivo è individuare possibili traiettorie di sviluppo intersettoriale – dichiara Giulia Fellini, presidente del coordinamento Cultura Turismo Sport Romagna di Confcoop –, sensibilizzando il mondo cooperativo al sostegno di progetti culturali, e di promuovere la conoscenza di esempi virtuosi di co-progettazione e partenariato». Il primo panel è intitolato “L’importanza del partenariato pubblicoprivato”. Modera l’incontro Maria Martinelli (presidente Start Cinema) che dialogherà con Franco Milella della Fondazione Fitzcarraldo e Chiara Crozzoli della Cooperativa Kilowatt Bologna. Alla seconda tavola rotonda il focus “Le risorse e gli strumentinanziari a disposizione per la Cultura” per fare il punto sul rapporto con il privato in un’ottica di mecenatismo e di incontro economico. Mauro Fabbretti (presidente Federazione Bcc Emilia-Romagna) e Romina Surace di Fondazione Symbola saranno i protagonisti del panel moderato dall’attore regista e pedagogo teatrale, già presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Fabio Mangolini. In ne si parlerà di Welfare culturale con il terzo panel moderato da Otello Cenci, presidente di Made Of cina Creativa, che dialogherà con Sara Uboldi di Pre-Texts Social Lab e Unimore e Mirca Renzetti presidente Federsolidarietà Romagna.

LE NOTTI DEGLI ADOLESCENTI

er ote o o e to o o o o tro o

Si moltiplicano le testimonianze di ragazzini che riescono anche a bere alcolici al tavolo

Gli imprenditori: «Serviamo solo maggiorenni, ma non possiamo sapere a chi danno il drink»

LA POLITICA QUANDO “LA PIGNA” PARLAVA DI BABY GANG...

La consigliera Verlicchi attacca: «Tutti negavano. E invece...»

Era il febbraio 2024, quando il gruppo consiliare La Pigna, a Ravenna denunciò pubblicamente gli episodi sempre più frequenti di microcriminalità e bullismo ad opera di alcuni gruppi di ragazzini, in centro a Ravenna, chiedendo interventi mirati e decisi. «La nostra iniziativa sollevò l’indignazione del Sindaco, del Prefetto e del Comandante della Polizia Locale, che negarono con veemenza al limite dell’indignazione le nostre affermazioni e quindi ogni intenzione di adoperarsi per contenere la problematica», ha ricordato in un nuovo comunicato di ne agosto la consigliera comunale dell Pigna, Veronica Verlicchi, sottolineando come ora invece il fenomeno baby gang sia stato in qualche modo “certi cato” (ne parliamo nella pagina qui a anco con il comandate dei carabinieri).

Il caso dei minorenni magrebini: chiude il centro di accoglienza

Un imprenditore:

«Io li lascio fuori dal mio locale»

Il 30 settembre ha chiuso il centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati di Santa Maria in Fabriago, nel Lughese. La cooperativa che lo gestiva ha preferito non rinnovare il contratto con la prefettura a causa della difficile gestione dei ragazzi, soprattutto minorenni magrebini. Numerosi gli interventi delle forze dell’ordine. Un po’ per le tante biciclette rubate poi rinvenute nei pressi del Cas, ma anche per una serata più movimentata a Marina di Ravenna - come scriveva il Corriere Romagna nei giorni scorsi - nella quale si è consumata una rapina in cui sembrano essere coinvolti alcuni di loro. «Io non ero razzista, ma lo sto diventando». A parlare è il titolare di una nota discoteca della riviera ravennate, che non vuole comparire con nome e cognome per evitare spiacevoli conseguenze, ma che rivela come ormai la scelta sia quella di lasciare direttamente fuori «facce che non conosco, ma che sono di “loro”». Il riferimento è ai ragazzi di origini nordafricane che vorrebbero entrare in discoteca, ma che vengono di fatto lasciati fuori dalla sicurezza perché spesso protagonisti dei casi di cronaca di questi ultimi tempi, tra baby gang, aggressioni e rapine. «Sto diventando razzista, sulla base dei numeri: è semplice statistica. In ogni caso di cronaca di questo tipo, sono sempre coinvolti loro». Come ci confermano sia le forze dell’ordine, sia i sanitari che spesso intervengono sul posto a seguito di risse. «Il mio locale è pieno di ragazzi neri - continua l’imprenditore -, ci mancherebbe, non è davvero una questione di razzismo. Il nostro custode è di origni marocchine ed è il primo a non volerli nel locale i giovani magrebini: dice che per colpa loro ci rimette anche lui». «Sono soliti rubare, girare con il coltello, se ci trovi da dire ti aspettano fuori, in gruppo. Purtroppo - conclude l’imprenditore - sono spesso gli stessi locali a richiamare questa clientela invitando rapper o trapper, magari di origini nordafricane, che nelle loro canzoni parlano di droga e criminalità, spesso loro stessi nei guai con la legge. Noi per scelta abbiamo deciso di non chiamarli nel nostro locale, anche se ci farebbero fare il pienone. Portano troppa clientela pericolosa». (gu.sa.)

«Sono andato in discoteca perché ci andavano i miei amici, mi sono divertito. Cos’ho bevuto? Un vodka lemon, mi pare si chiamasse». A parlare è un quindicenne, che la scorsa estate è entrato in una discoteca del litorale ravennate senza neppure bisogno di mostrare il documento falsi cato. È solo una delle diverse testimonianze raccolte tra ragazzini e genitori. Si va dalla 13enne che a Ferragosto è entrata in una popolare festa in discoteca con un documento che la certi cava come neomaggiorenne, al 15enne che sta preparando la carta d’identità fasulla in vista della riapertura dell’Astoria. Passando per i genitori di una 14enne che sono stati costretti ad andare a prenderla a Marina di Ravenna insieme a un’ambulanza (poi ri utata) dove versava in uno stato al limite del comatoso, dopo aver provato per la prima volta l’alcol. Pare gin allo stato puro. O per i ragazzini che entrano - ci hanno detto - senza neppure mostrare un documento in quanto sono già compresi in un tavolo prenotato da un amico maggiorenne. «Le ragazze, poi, entrano tutte, indipendentemente dall’età», fa notare un altro 15enne, basandosi sui racconti delle amiche.

I genitori sono spesso consapevoli: «Il suo giro di amici va in discoteca e hanno un anno di più. Cosa faccio, lo lascio a casa?», sono più o meno le argomentazioni raccolte da un paio di mamme. Testimonianze che naturalmente non trovano riscontro nei titolari delle discoteche della zona. È prevista per metà ottobre la riapertura delle serate di intrattenimento all’ex cinema Astoria a Ravenna. Le tre sale gestite dalla società che fa capo a Michael Landini, giovane imprenditore del settore notturno con interessi anche nei locali della riviera, proporranno un menù variegato con concerti dal vivo, cene con dj set, cabaret ma anche vere e proprie notti da discoteca. Una delle serate avrà come target indicativo la fascia d’età 18-20. «La nostra politica da sempre è quella di consentire l’accesso a chi ha 16 anni compiuti – spiega Landini –. È una nostra prerogativa. Gli addetti alla sicurezza hanno l’indicazione di controllare i documenti e non accettiamo che vengano mostrate fotogra e sul cellulare». I cosiddetti buttafuori, lavoratori di un’agenzia esterna, hanno l’input dalla gestione di impedire l’ingresso a persone di cui sono note precedenti responsabilità per disordini in altri contesti: «Le persone della sicurezza lavorano in vari locali e le facce dopo un po’ diventano note. Cerchiamo di tenere all’esterno persone che hanno creato problemi altrove o nei nostri locali. È l’unica cosa che possiamo fare per abbassare i rischi di episodi spiacevoli». Questa linea però può dare origine a problematiche nei pressi del locale: «In inverno è più dif cile perché in zona Astoria c’è poco da fare e fa freddo. Ma in estate chi resta fuori da una discoteca al mare (Landini è anche tra i titolari del Matilda di Marina di Ravenna, dove si applicano gli stessi regolamenti, dice, ndr) non va a casa, resta in giro e magari quando la gente comincia a uscire si innescano episodi di violenza. Ma fuori dal locale non abbiamo possibilità di intervento, possiamo solo chiamare le forze dell’ordine». Pochi giorni fa, il questore ha chiuso per 15 giorni il Marinabay, sulla spiaggia di Marina di Ravenna, anche se a ne stagione, per una serie di «furti e rapine», si legge nella nota inviata dalla polizia. «Una follia - dice il titolare del Marinabay, Angelo D’Ambra -, una decisione presa per alcuni furti che noi stessi abbiamo sventato, riuscendo a fermare il colpevole e a consegnarlo alle forze dell’ordine. Da parte della questura c’è un accanimento nei nostri confronti. In passato abbiamo vinto diverse cause contro provvedimenti simili (D’Ambra è titolare anche della discoteca Onyx di Godo, ndr). Facciamo una selezione accurata e abbiamo una sorta di black list grazie alla quale non facciamo più entrare chi in passato ha creato guai. Siamo tra i pochi a controllare il documento solo in versione originale, non accettiamo fotogra e. Sono i genitori i primi a lamentarsi, perché non facciamo entrare i loro gli. Ogni persona all’ingresso viene controllata con metal detector e al Marinabay c’è un contapersone digitale per evitare sforamenti nelle capienze. Ogni barista controlla i documenti e un maggiorenne che prenota un tavolo deve rmare un modulo in cui si prende la responsabilità. Certo, non possiamo sapere se un maggiorenne poi passa alcol a minorenni...». Guido Sani

«Non siamo certo felici di avere avuto ragione su una questione così preoccupante - continua Verlicchi - ma questa volta siamo noi ad indignarci e a puntare il dito senza paura contro chi in questi mesi avrebbe potuto fare ma non ha fatto. Sì, perché se a febbraio scorso, anziché in lare la testa nella sabbia, le autorità preposte avessero avuto l’umiltà di veri care quanto da noi evidenziato - frutto di numerose segnalazioni ricevute da diversi cittadini preoccupati - si sarebbe potuti intervenire prima, dando corso ad iniziative utili a contenere il fenomeno. La nostra disponibilità a collaborare era conclamata». La Pigna se la prese in particolare con il comandante della polizia locale, che avrebbe negato al gruppo consiliare un accesso ai dati. «Ora chiediamo fermamente le sue dimissioni da capo del nostro corpo di Polizia Locale».

NEL DETTAGLIO

Il Marinabay chiuso dal questore per furti e rapine «C’è un accanimento contro di noi, rispettiamo le regole»

La legge non ssa un’età minima per l’ingresso in disco

Per legge non esiste un’età minima specifica per l’ingresso nei locali con licenza di pubblico spettacolo come le discoteche.

Si può considerare il limite di 13 anni in base al codice civile e alla consuetudine di giurisprudenza legata ad altri contesti (per esempio la sottoscrizione di un profilo sui social network).

I locali che fissano l’ingresso a chi ha almeno sedici anni, quindi, lo fanno per una scelta autonoma. Non mancano però appuntamenti, di solito nella domenica pomeriggio, pensati per i teenager giovanissimi. Un genitore che volesse consentire l’entrata al figlio sotto i sedici anni quindi potrebbe farlo in qualunque circostanza. Va specificato che il gestore che fa entrare un minorenne non accompagnato è come se presupponesse che quest’ultimo abbia avuto il permesso dal genitore. In linea teorica i genitori di qualunque minorenne entrato in discoteca potrebbero rivolgersi al gestore in seguito, affermando che il figlio o la figlia non aveva la loro autorizzazione e chiedere il rimborso dell’ingresso. Questo perché il biglietto è equiparabile a un contratto fra privati e la legge dice che i contratti sottoscritti da minorenni sono sempre annullabili su richiesta del genitore. Per la vendita di alcolici invece il minimo è 18 anni.

Una serata al Matilda (foto di repertorio)

LE

FORZE DELL’ORDINE o e o e o e e t te o o e e o o e r t

Parla il comandante dei carabinieri, che hanno trattato 7 degli 8 casi di cui si sono stati trovati i presunti colpevoli «Molto spesso provengono da famiglie problematiche. Usano il coltello, arma facile da reperire e da nascondere»

Le pagine delle cronache locali durante l’estate appena conclusa hanno ospitato spesso – più spesso degli anni passati – resoconti di microcriminalità nelle strade e gli spazi del turismo notturno sulla riviera romagnola. Aggressioni, rapine, coltellate, risse: in provincia di Ravenna si contano nove episodi (solo per uno non sono ancora stati individuati gli autori, ma le indagini proseguono). Violenza di solito innescata da futili motivi, nei casi peggiori conclusa con ferimenti con prognosi di qualche settimana. Su alcuni media si è fatta largo la parola “malamovida”, versione malata del divertimento. Tratti comuni fra molte vicende sono l’età e la provenienza di vittime e autori. Giovanissimi: appena maggiorenni, ma spesso minorenni. Stranieri: immigrati dal nord Africa o italiani di seconda generazione. «Giornali e telegiornali ci dicono che l’aumento di questi episodi di violenza è una situazione diffusa a livello nazionale, è stato un problema con cui hanno fatto i conti molte località che richiamano alte af uenze di turisti e giovani in cerca di divertimento», commenta il colonnello Andrea Lachi, comandante provinciale dei carabinieri che hanno trattato sette degli otto casi per cui si è arrivati a individuare i presunti colpevoli.

Il pericolo è stato inserito presto all’ordine del giorno delle riunioni del comitato provinciale per l’ordine e le sicurezza. La prefettura, in sinergia con la procura, ha chiesto alle forze

dell’ordine il massimo sforzo: «La strada migliore per arginare questi atteggiamenti è la presenza di pattuglie sul territorio. Abbiamo ricevuto rinforzi dal comando regionale e abbiamo intensi cato l’attività di raccolta informazioni su potenziali autori».

Spesso si tratta di gruppi che si spostano dalle zone di residenza ad altre, magari in treno: «Di solito i momenti critici sono al rientro, quando forse incide anche qualche bevuta di troppo».

Un tema che chiama in causa i locali. Per legge gli alcolici possono essere serviti solo ai maggiorenni: «Un protocollo rmato in prefettura coinvolge i gestori e c’è una buona collaborazione. Agli imprenditori del settore chiediamo il rispetto delle norme amministrative perché questo aiuta anche la gestione dell’ordine pubblico. E poi è importante fermare sul nascere ogni situazione che potenzialmente può innescare un effetto domino no a gesti gravi».

L’esperienza diretta dei militari mostra una caratteristica frequente tra gli autori fermati: «Anche se sono giovani e spesso incensurati alla prima denuncia, mostrano spavalderia e arroganza di fronte alle divise, non si avvertono particolari segnali di pentimento».

La sintesi delle indagini aiuta a inquadrare il fenomeno. «Non si tratta di spedizioni premeditate. Solo in pochi casi si è arrivati a reati più gravi: non siamo di fronte a casi di delinquenza vera e propria, ma piuttosto più vicini a quella che potremmo chiamare devianza giovanile. Si esce di casa in cerca di una serata “sopra le righe” e a qualcuno non dispiace se questo comprende anche situazioni violente».

Nei giorni scorsi il procuratore capo, Daniele Barberini, ha sottolineato la risposta pronta delle autorità «perché non diventi una moda andare con il coltello in tasca nei luoghi del divertimento». Le lame sono uscite spesso nei nove casi ravennati: «È un’arma di facile reperimento – spiega il comandante Lachi –, per

averne uno non sono necessari collegamenti con la criminalità come sarebbe per avere una pistola. E poi è facile da portare, da tenere nascosto e da gettare dopo averlo usato». Quasi sempre si sono visti arnesi a serramanico di dimensioni ridotte, ma in un caso la perquisizione domiciliare di un indagato ha portato al sequestro di un coltello più massiccio: «Per fortuna non è stato usato quello perché forse ora parleremmo di conseguenze più gravi». Il comandante non può fare a meno di sottolineare la pochezza delle cause scatenanti: «Un commento spinto durante una serata in un locale che si sviluppa poi all’esterno, oppure veder passare una persona isolata con un paio di Nike o una cintura di Gucci e parte la rapina. Fra vittime e autori spesso ci sono conoscenze super ciali, questo ci dice che non c’è un tessuto criminale sullo sfondo, non ci sono questioni legate a spaccio o altri reati». Per capire meglio i soggetti coinvolti, Lachi invita a considerare anche il contesto da cui provengono: «Molto spesso le famiglie hanno problematiche e nel comportamento scolastico ci sono segnali da non sottovalutare». Ma anche in casa. Il comandante riconosce un aumento delle richieste di intervento al 112 da genitori che chiedono aiuto per gli aggressivi: «Me ne accorgo dalla lettura dei mattinali. La violenza domestica non è più solo quella che consideriamo più classica tra marito e moglie». Andrea Alberizia

IL SERVIZIO PUBBLICO

e r br or ote e o o er o t o be e ro e o o e t re e e o o

L’Unità di Strada di Ravenna ha registrato in un anno 9mila contatti. Ne parla la responsabile Sternini (SerDP): «Consumo in crescita. Ma l’alcol nell’età dello sviluppo è ancora più pericoloso»

Adolescenti sempre più ansiosi, che trovano spesso nell’alcol una risposta, lontano da una famiglia in cui è difcile riuscire ad aprirsi completamente. E così, capita che lo facciano davanti a totali sconosciuti, o quasi, come i professionisti dell’Unità di Strada di Ravenna, un progetto del Comune in collaborazione con il SerDP, il Servizio Dipendenze Patologiche dell’Ausl. Ne abbiamo parlato con la responsabile ravennate, la psicologa e psicoterapeuta Sara Sternini. «Di casi da raccontare ce ne sarebbero tanti: restiamo sorpresi da quanto gli adolescenti possano aprirsi con sconosciuti come noi, anche se il nostro logo è ormai sempre più riconosciuto tra i ragazzi. Si aprono in ri essioni profonde, ci parlano dei loro disagi. E si tratta di casi davvero trasversali, possono provenire da comunità per minori così come da famiglie all’apparenza perfette».

L’unità di strada nel 2023 ha svolto 51 uscite, praticamente una alla settimana, registrato 9mila contatti, che hanno portato a colloqui approfonditi con 100 adolescenti. «La nostra attività si divide in due fasi, una prettamente invernale con il nostro info point nelle scuole, dove sono i ragazzi a venirci incontro per avere informazioni, fermandosi spesso anche dopo la scuola. In estate, ci concentriamo più su Marina di Ravenna, fuori dai locali, dove siamo noi invece a cercare di intercettare ragazzini che spesso vediamo entrare in un modo e poi uscire in un altro, stravolti dall’alcol».

Quali sono i danni che l’alcol può avere sugli adolescenti?

«Il nostro corpo si sviluppa più o meno no ai 20 anni. E uno degli ultimi a svilupparsi è proprio l’enzima deputato a metabolizzare l’alcol, che è una molecola tossica per l’essere umano. In particolare, il nostro cervello si forma e si plasma anche no a 24 anni e l’alcol è come se lo stoppasse, rallentando gli aspetti cognitivi, la memoria, la soglia di attenzione. Troviamo ragazzi che hanno semplicemente meno potenzialità a causa di un consumo eccessivo. Senza considerare poi l’aspetto organico legato all’apparato digerente, con i casi di pancreatite acute che si possono veri care a causa dell’alcol».

Quali sono i dati sull’utilizzo da parte dei ragazzi?

«Da qualche anno in Italia il consumo di alcol è stabile, ma sta aumentando tra i più giovani, da 11 a 25 anni. Un trend in aumento che ritroviamo anche in Emilia-Romagna e nella nostra esperienza quotidiana in provincia di Ravenna».

Le discoteche hanno delle colpe, quando parliamo di minorenni?

«Devo dire che nel Ravennate abbiamo trovato gestori particolarmente sensibili e molto collaborativi. Quello che però chiediamo è di controllare, o di controllare meglio, i documenti all’ingresso, spesso falsi cati. Ce lo raccontano gli stessi ragazzi. Così come ci raccontano della prassi del “tavolo”: solitamente è prenotato a nome di un amico maggiorenne, o presunto tale, e questo basta per servire superalcolici, anche se al tavolo ci sono minorenni».

Cos’altro vi raccontano gli adolescenti, quando si rivolgono a voi?

«C’è stato un cambiamento in questi anni. Ora l’alcol è solo la punta di un iceberg. Non vengono solo a dirci che hanno bevuto, ma che hanno bevuto perché non stanno bene. Hanno maggiore consapevolezza ed esprimono malesseri più profondi, che in alcuni casi dobbiamo essere bravi noi a intercettare per poi far intervenire i servizi».

Perché bevono?

«L’alcol è uno dei più forti ansiolitici che esistano. E io credo che il motivo principale sia proprio l’ansia. Oggi i ragazzi sono sottoposti a una serie di richieste impressionanti, devono portare a casa performance sempre migliori, tra scuola e sport, che fa venire ansia solo a parlarne. A questo poi va unito il fatto che manca una alfabetizzazione

emotiva. Le famiglie non insegnano più i ragazzi a gestire le emozioni, una volta bastava anche uno sguardo di traverso. Oggi invece siamo tutti di fretta, presi dal lavoro, dai nostri cellulari. Magari le emozioni le trasmettiamo con le emoticon sugli smartphone ma non è la stessa cosa. E quando i ragazzi vanno fuori, nel mondo vero, le emozioni arrivano, nei rapporti con gli amici, in quelli sentimentali, e non sanno gestirle, non le sanno riconoscere. E l’alcol è lì, pronto. Spesso sono i ragazzi a confessarcelo direttamente, che non riescono ad andare a ballare, a stare con gli altri, senza alcol. Anche gli amici sono diventati “richiestivi”». Per quanto riguarda invece le droghe? Ci sono novità?

«I cannabinoidi sono sempre in voga, senza particolari cambiamenti rispetto al passato. Quello che sta aumentando invece è il consumo di stimolanti. L’Mdma, anche la cocaina. Poi dipende molto dai contesti: a Rimini, per esempio, si sta registrando una forte presenza di ketamina tra i giovanissimi».

Cosa sbaglia la famiglia?

«Se un genitore manda il proprio glio in discoteca con un documento falso è evidente che nisce con il disorientarlo. Cosa sta insegnando al propio glio? Sta violando un passaggio evolutivo. Così come quei genitori che ci dicono che “l’importante è saperlo”, se hanno bevuto o fumato, che non lo facciano di nascosto, come se andasse bene così. In quel caso invece bisogna dire ai nostri gli che siamo contenti che ce l’abbiano detto, ma perché così poi possiamo parlarne. Dobbiamo concentrarci sui loro compiti evolutivi, non solo sul “qui e ora”, ma su quello che stanno diventando».

Consigli ai genitori?

«Di fermarsi ad ascoltare questi ragazzi. Non solo chiedere come è andata a scuola, ma parlare con loro. Gli adolescenti sono sempre meno abituati e invece dobbiamo cercare un dialogo più puntuale. E cerchiamo di essere meno esigenti. Li stiamo martellando di richieste, tra famiglia e scuola. Non

Il centro MyLaB a libero accesso Il 10 ottobre un aperitivo per i genitori

In via Maroncelli 4, a Ravenna, è operativo da un paio d’anni il nuovo centro adolescenza MyLaB, di cui parla anche la responsabile Sara Sternini nell’intervista di questa pagina. Si tratta di un centro per ragazzi e ragazze dai 14 ai 25 anni che vi possono accedere in libero accesso il martedì e il venerdì dalle 14 alle 18. Offre consulenza e ascolto e vi opera un’equipe composta da psicologi, infermieri, medici, terapisti. Che si può contattare anche ai numeri di telefono 0544 287288 e 334 6472514. Una sorta di inaugurazione formale del centro è in programma giovedì 10 ottobre in occasione della giornata mondiale della Salute Mentale, per un evento in collaborazione con Fondazione Onda. Si tratta di un “Aperitivo dei genitori”: dalle ore 18.30 si terrà una tavola rotonda sui temi legati all’adolescenza, periodo considerato critico per lo sviluppo psichico dell’individuo. L’obiettivo della serata è quello di aprire un dialogo con i genitori che interverranno sulle principali tematiche legate all’adolescenza attraverso un intervento psicoeducativo di gruppo su temi relativi alla lettura dei bisogni, le sintonizzazione emotiva, l’utilizzo dei dispositivi elettronici. Per partecipare è necessaria la prenotazione inviando una mail all’indirizzo: mylab.ra@auslromagna.it riportando l’oggetto “OPEN DAY SALUTE MENTALE RAVENNA” e un proprio recapito telefonico.

hanno un minuto libero, mentre la noia è fondamentale, non riusciamo neanche a dargli la possibilità di annoiarsi». Non abbiamo ancora parlato di smartphone… «Le dipendenze tecnologiche sono reali, dai videogiochi ai telefoni. Ma oggi la loro vita è lì dentro, non si può demonizzare lo smartphone. Piuttosto dobbiamo fare un passo indietro noi adulti: anche la vita di noi genitori è ormai dentro a un telefono. Un pochino dobbiamo adeguarci, quindi. Dobbiamo essere bravi a mettere delle regole e poi a rispettarle anche noi. Non possiamo vietare lo smartphone a tavola ai nostrigli, per esempio, e poi rispondere al telefono se ci chiamano, «perché è lavoro». Discorso ancora diverso è per i social, che possono essere una fonte aggiuntiva di ansia, essendo ormai una vetrina, dove diamo in pasto agli altri quello che siamo. Spesso purtroppo attraverso ltri. Ecco, dobbiamo aiutarli a restare se stessi, a costruire una loro identità reale». A chi può rivolgersi un adolescente o la propria famiglia?

«Consigli ai genitori? arlate con

i

vostri

figli Gli smartphone? Servono regole, anche per gli adulti»

«A Ravenna abbiamo una rete che rappresenta un esempio virtuoso, in grado di mettere insieme biblioteche, centri di aggregazione, servizi sanitari, istituzioni, volontari, professionisti sanitari. Il primo accesso è rappresentato dal MyLab, un centro (vedi box) nato due anni fa e in cui lavorano tre servizi dell’Ausl in collaborazione, quello sulle dipendenze patologiche, il centro di salute mentale e neuropsichiatria, ognuno con una sua speci cità. Ci sono due giorni di libero accesso, il martedì e il venerdì dalle 14 alle 18, senza prenotazione. Si può suonare, salire e raccontarsi. Si tratta di un centro di valutazione per capire poi dove eventualmente dirottare i ragazzi per le terapie». Luca Manservisi

Una delle uscite
dell’Unità di Strada di Ravenna (Sara Sternini è la prima a destra)

LA PSICOLOGA

etro e t o e o r bb t t r

Virginia Suigo del centro Minotauro sarà ospite dello Speciale Adolescenza di Faenza

« ragazzi spesso non trovano figure adulte che possano essere un riferimento»

Psicologa e psicoterapeuta, tra le altre cose Virginia Suigo coordina l’equipe degli psicologi della Fondazione Minotauro che collaborano con i Servizi della Giustizia minorile della Lombardia, è docente e coordinatrice docenti di due master del Minotauro dedicati agli adolescenti e autrice del volume Figli violenti (2021). A gennaio sarà a Faenza per un incontro pubblico (vedi box).  Dottoressa Suigo, abbiamo un’emergenza con gli adolescenti violenti? Quanto è diffuso il problema?

«Va premesso che la juvenoia, ossia un generico sentimento di ostilità provato da una generazione più vecchia verso una più giovane, non è certo una novità. Ed è vero che soprattutto in questo periodo post Covid ci sono stati episodi di violenza di gruppo e dei singoli che naturalmente preoccupano. Ma in realtà, se guardiamo ai dati, vediamo anche che questa è la generazione di adolescenti meno trasgressiva e meno ribelle della storia. Paradossalmente noi psicologi siamo più preoccupati dal fatto che non corrono rischi, e per rischio si intende anche l’innamorarsi, ildanzarsi, il fare all’amore. Il nostro timore maggiore per gli adolescenti di oggi è che siano angosciati, che si ritirino, piuttosto che siano violenti. Premesso questo, va anche detto che in questi ultimissimi mesi abbiamo visto un cambiamento nel tipo dei reati che vengono commessi da giovanissimi, pur a fronte di uno storico che parla di una diminuzione generale di atti criminali». Qui durante l’estate abbiamo visto risse, aggressioni, furti... «Sì, stiamo assistendo a un rimbalzo, all’aumento di risse, lesioni, rapine tra ragazzi, tentati omicidi che contribuiscono alla percezione di una generazione di ragazzi violenti, un tema su cui ci stiamo interrogando e che ci sembra che il mondo adulto nella sua interezza sia chiamato a interessarsi».

E la causa di questa impennata?

«Si tratta di un corto circuito della paura. Questi ragazzi non provano una rabbia che sfocia in ribellione, sono invece spaventati. Se guardiamo ai ragazzi con precedenti, scopriamo che hanno innanzitutto paura e che quindi si armano per difendersi. Quello che li accomuna è la percezione di un mondo esterno pericoloso».

E quali sarebbero i pericoli?

«Noi lo vediamo a Milano, dove ovviamente ogni fenomeno è ingigantito perché si tratta di una

metropoli. Qui incontriamo i ragazzi ritirati, ma anche i liceali che hanno paura di essere scavallati da ragazzi dei quartieri popolari, i quali temono di essere scavallati o rapinati da parte degli arabi, e gli arabi che temono magari i minori non accompagnati, ragazzi che vengono da situazioni traumatiche e possono avere problemi legati anche all’uso di sostanze, il tutto quindi in un’escalation che va presto fuori controllo. Tutti hanno paura di qualcuno. E così si comincia a uscire armati».

Quindi è un fenomeno che attraversa tutti gli ambienti sociali? Ci sono soggetti particolarmente a rischio?

«La verità è che stiamo vedendo girare armato chiunque, anche il ragazzino di buona famiglia, che magari reagisce a una provocazione legata a una ragazza, no all’antisociale che ha subito molte rapine, alza il tiro e magari di coltelli ne porta due. Questi ragazzi si trovano davanti un mondo adulto che non si assume le proprie responsabilità, sono lasciati soli dalla famiglia, che magari è presente ma è percepita come fragile e debole, dalla scuola, da tutti. Non riescono a vedere nel mondo adulto un futuro accettabile e questo li spaventa nel profondo».

Ma cosa manca oggi agli adulti che si occupano di adolescenti?

«Per esempio stiamo crescendo ragazzi che non si misurano con il con itto e la rabbia, che in sé avrebbe una funzione vitale. Spesso si vuole evitare il disaccordo, si proteggono i gli bambini da tutto e si fa sentire il peso di un’aspettativa altissima, prima tra tutte “l’obbligo alla felicità”, a “vivere il momento”. Troppi ragazzi hanno paura di deludere i genitori. Non possiamo dare tutta la colpa al fatto che sono spesso dipendenti dai social».

La dottoressa Virginia Suigo della prestigionsa Fondazione Il Minotauro che da trent’anni si occupa di adolescenti

un sito locale o postato su canale Telegram è un obiettivo desiderabile. Ma anche in questo caso, ogni volta che sento dire che questa generazione è ormai schiava degli smartphone, mi chiedo, non lo sono anche gli adulti?»

Baby gang è un termine molto amato dai giornalisti, è corretto?

«A noi non piace perché da un

«Il genitore tende a evitare il disaccordo, si proteggono figli­ am ini da tutto e si fa sentire il peso di un’aspettativa altissima: troppi hanno paura di deluderci»

I social hanno un ruolo in questa impennata di violenza?

«I social possono avere una funzione di tam tam da un lato e dall’altro offrire occasioni a favore di telecamera. Per una generazione in cui il tema della visibilità e della popolarità è un must, apparire sui video delle cosiddette baby gang di

lato infantilizza i ragazzi che non sono affatto baby e anzi andrebbero responsabilizzati e trattati in modo più adulto, dall’altro il termine gang richiama a realtà strutturate che vengono dagli Stati Uniti e che nulla hanno a che fare con questi gruppi informali».

A chi si rivolge quindi Il Minotauro con progetti come quello di Faenza per affrontare

Incontri pubblici e gruppi per genitori e gli a Faenza

“Speciale Adolescenza: ottobre ’24 – gennaio ‘25”, è un calendario di incontri curato dal Centro per le famiglie dell’Unione Romagna Faentina, in collaborazione con l’equipe dello Spazio Adolescenza “U.F.O” dell’Ausl. Gli incontri pubblici si terranno tutti alle 20.30 a Faventia Sales (Via S. Giovanni Bosco, Faenza). Si parte il 16 ottobre con “Ritirarsi per crescere - Nuove sfide evolutive per gli adolescenti oggi”, a cura della dottoressa Anna Arcari (Psicologa e psicoterapeuta, docente presso il master “Adolescenti in crisi” della Fondazione Minotauro). Il 21 novembre si prosegue con “Parlare per comprendere. Genitori di fronte ai temi dell’identità sessuale dei figli adolescenti. Identità di genere, orientamento sessuale, le identità LGBT+”, a cura di Margherita Graglia. Incontro di chiusura il 20 gennaio con Virginia Suigo (vedi intervista). Sono inoltre previsti “Gruppi per genitori” con appuntamento mensile e un un ciclo di incontri per ai genitori di ragazzi/e che consumano cannabinoidi e alle famiglie con i genitori spearati. Previsti inoltre gruppi dedicati agli stessi adolescenti. Info: romagnafaentina.it – Centro per le Famiglie: 0546 691871 - informafamiglie@romagnafaentina.it.

questa moltitudine di temi?

«A chiunque si occupi di adolescenti o abbia gli. A chiunque li incontri nei contesti di crescita, insegnanti o educatori. Vediamo tanti ragazzi che nel momento del bisogno non hanno nessun adulto a cui potersi rivolgere. Dobbiamo ritrovare un lo, una connessione, un dialogo vero e, come adulti, dobbiamo anche ritrovare la nostra autorevolezza, siamo troppo spesso soverchiati da ciò che ci circonda e incapaci di essere quindi interlocutori credibili».

Federica Angelini

Dopo gli appuntamenti off a Conselice e Fusignano, prende il via la sesta edizione del “Sonora Fest”, che si terrà a Bagnacavallo venerdì 4 e sabato 5 ottobre all’antico convento di San Francesco, in via Cadorna 14. Il Sonora Fest è un progetto che indaga il mondo della comunicazione: linguaggi, metodi e strumenti, dal podcast al cinema, passando per musica, illustrazione e televisione. Nelle giornate di festival si alterneranno musicisti, scrittori, giornalisti, podcaster, registi, attori e ciascun ospite porterà il proprio contributo e la propria visione della disciplina che rappresenta, aprendo una nestra sulle opportunità per i giovani.

Venerdì 4 ottobre alle 20.15 il festival aprirà con Bianca Arrighini e Livia Viganò fondatrici di Factanza, una media company nata per rivoluzionare il mondo dell’informazione, adattandolo al modo di comunicare delle nuove generazioni. Alle 21.15 salirà sul palco del Sonora Fest Cecilia Sala per raccontare Storie di ragazzi nei Paesi di guerra. Sala è giornalista e scrittrice, in redazione a Il Foglio, ed è autrice e voce di Stories, il podcast quotidiano di Chora Media che racconta storie dal mondo.

Alle 22.30, dopo 30 anni dalla pubblicazione di Jack Frusciante è uscito dal gruppo e in contemporanea alla pubblicazione del seguito del romanzo, Enrico Brizzi torna a raccontare la storia del vecchio Alex e Adelaide come nel 1994: i capitoli del romanzo diventano racconti per voce e musica accompagnato dalla sua band The perfect cousins.

Il Sonora Fest continua sabato 5 ottobre: alle 15 Tommy Marino parlerà di sport, di playground, divertimento e del suo intento a portare un po’ di sana spensieratezza cestistica laddove i pensieri sono rivolti a tematiche ben più gravi ed impellenti, come in Kenya ed in altre zone dell’Africa. Alle 16 sarà il turno di Huda Lahoual, creatrice del podcast Huda, Nessuna e Centomila - La vita di una ragazza della generazione Z, dove

Valentina e Claudio

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e Pablo Trincia

approfondisce i temi del razzismo e “colorismo”, legati a quelli della disparità di genere. Lo fa attraverso il racconto della sua quotidianità di ragazza di seconda generazione in Italia.

Alle 17 sul palco Tommaso Naccari, autore e giornalista, dialogherà con Whtrsh, dj e host di Banana Burger, in una chiacchierata dedicata al music biz, ai ruoli e alle dinamiche che girano attorno a questo mondo. Alle 18 è previsto il concerto di Centomilacarie giovane cantautore da ascoltare senza fare paragoni o senza porsi troppe domande. Alle 19 la giornalista Gabriella Simoni, don Claudio Burgio e i suoi ragazzi racconteranno il podcast Quei cattivi ragazzi, prodotto da Chora Media, che racconta la storia degli abitanti della comunità Kayros alle porte di Milano, gestita da don Claudio Burgio: ragazzi appena usciti dal carcere o messi alla prova, che hanno un futuro intero da scrivere. Alle 20 il podcaster più in uente d’Italia con più di 10 milioni di download, Pablo Trincia sarà intervistato da Andrea Valmori dando vita a una conversazione su “Buoni e cattivi maestri”.

Alle 21.15 il giovane cantautore Giuse The Lizia si racconterà parlando della sua musica. Alle 22.30 è previsto il concerto del giovane Irbis (in apertura il 19enne Frigo). La serata terminerà con il dj set di Whtrsh, dj uf ciale di Coez, host per Munchies e Vice e speaker radiofonico.

BIBLIOTECHE

Nel corso delle due serate saranno presenti punto ristoro e caffetteria. Info sul sito www. radiosonora.it

LA SEZIONE ADOLESCENTI DELLA CLASSENSE FESTEGGIA DIECI ANNI: UN MESE DI EVENTI

La biblioteca Classense di Ravenna festeggia il decimo anniversario dell’apertura della sezione adolescenti con un programma di iniziative a tema horror per tutto il mese di ottobre. Tutti gli eventi si terranno nella sezione Holden (ingresso da via Baccarini, 3), sono gratuiti e rivolti a ragazzi dagli 11 ai 17 anni. A dare il via al calendario è stata la “panchina delle cose difficili” all’ingresso della biblioteca, ispirata al libro della scrittrice Linda Traversi (nella foto durante l’inaugurazione), uno spazio per ragazzi e ragazze dove dialogare, riflettere e fare nuove amicizie. Entrando nel vivo del calendario, per tre giovedì, alle 16, l’appuntamento sarà con “CineHolden”, dedicato alla visione dei film di Tim Burton. Venerdì 11 ottobre sarà protagonista lo scrittore, sceneggiatore e regista, Manlio Castagna, che alle 16, terrà un incontro su “Come si “legge” una serie tv per ragazzi”. Il programma completo su Ravennaedintorni.it. Info: 0544.482119 e holden@classense.ra.it.

AGENDA

Si gioca in centro con Ludo Orienteering

La città come palestra di vita, accessibile, all’aperto e gratuita, che si può approcciare giocando: è lo scopo di Ludo Orienteering, giunto alla quarta edizione. Si tratta di un grande gioco che si svolgerà nelle vie del centro di Ravenna nel pomeriggio di sabato 5 ottobre, se le condizioni meteo lo permetteranno, che ha lo scopo di coinvolgere le famiglie a percorrere le strade della città per riscoprire luoghi da giocare. Si inizierà alle 15,30 da una delle diverse “postazioni ludiche” disseminate in luoghi diversi della città che si possono rintracciare su una mappa scaricabile a questo link https:// bit.ly/3TSuBkN. Ognuno può scegliere da quale postazione iniziare e in ognuna troverà la mappa cartacea, laboratori con attività ludiche a sorpresa e i gettoni che saranno utili per la fase successiva del gioco, cioè il baratto e la merenda, tra le 17 e le 18 nei Giardini Speyer sotto i portici del palazzo dove ha la sede Cittattiva. Tutte le postazioni ludiche saranno presidiate da operatori e operatrici di organizzazioni locali che collaborano in rete.

La Comunità Educante in festa

Dal 6 al 13 ottobre torna a Faenza e nei comuni limitrofi il Festival della Comunità Educante. Si tratta di un’iniziativa partecipata, con la presenza di numerosi enti ed agenzie educative del territorio e che vuole aprire un dialogo costruttivo e collaborativo su tutti i temi che richiamano all’educazione. Il festival, coordinato da Kaleidos Cooperativa Sociale, vuole alimentare il dialogo attraverso linguaggi espressivi tradizionali e moderni, giovanili e adulti. Il programma è su www.festivalcomunitaeducante.it.

Tra gnosi e sungazing alla Piramide Cristallina

Cinque incontri ad ingresso libero alla Piramide Cristallina, negozio di via Mario Montanari 71, a Ravenna (dalle 20.30). Dalla gnosi, alla via iniziatica del guardare il sole, dai tarocchi di marsiglia a una serata di pura poesia. Ogni autore sarà accompagnato dal musicista Marco Rosetti. Venerdì 4 ottobre Paolo Riberi presenta “Il Serpente e la Croce. Duemila anni di gnosticismo, da Nag Hammadi ad Alien”; modera l’avvocato, esperto di esoterismo Giovanni Fresa. Mercoledì 9 ottobre Simonetta Farnesi su “Sungazing. L’antica pratica del guardare il sole. Una via iniziatica”.

Cecilia Sala

LA TESTIMONIANZA

A Beirut sotto le bombe per fotografare l’attacco di Israele e la popolazione in fuga

Il ravennate Lorenzo Tugnoli è un fotoreporter per il Washington Post che ha vissuto otto anni nella capitale libanese «Non erano preparati ai missili, scuole usate come rifugi. Difficile muoversi con le restrizioni di Hezbollah»

«Erano bombe da due tonnellate ognuna, fanno un gran rumore quando cadono. Le ho sentite bene da casa il 27 settembre, ho preso la macchina e sono riuscito a fare qualche foto della zona colpita». Il fotografo Lorenzo Tugnoli, 45enne originario di Sant’Agata sul Santerno, è a Beirut per la testata americana Washington Post per raccontare l’attacco di Israele. Il bombardamento di quel giorno ha distrutto sei palazzine e ha ucciso Hassan Nasrallah, da oltre trent’anni a capo del partito-milizia Hezbollah sorto a metà negli anni Ottanta. Il raid che ha ucciso lo storico leader è avvenuto nel quartiere di Dahieh, sobborgo a maggioranza sciita nel sud della città, la roccaforte del Partito di Dio dove si trovano i suoi uf ci di rappresentanza. «È distante circa tre chilometri da dove vivo ora – ci dice Tugnoli raggiunto al telefono il 30 settembre –. Sembra poca la distanza, ma nel mio quartiere la situazione è relativamente sicura: i negozi sono aperti e c’è una certa normalità». Da un paio di anni Tugnoli vive a Barcellona, ma negli otto anni precedenti ha vissuto nella capitale del Libano: «Ho sposato una donna libanese e abbiamo deciso di trasferirci in Spagna dove un anno fa è nato nostro glio. Ora sto usando l’abitazione dei familiari di mia moglie che si sono spostati fuori da Beirut in un’altra casa». Una settimana prima del bombardamento su Dahieh, Tugnoli si trovava in Giordania dove sta portando avanti un lavoro su gli e nipoti della diaspora dei palestinesi dopo il 1948 e il 1967. «Quando gli attacchi di Israele hanno cominciato a colpire il Libano sono partito in fretta temendo che potessero colpire l’aeroporto come capitò nel 2006 bloccando gli ingressi. Non è successo, ma se succede poi l’unico modo per entrare in Libano è via nave da Cipro perché per via terrestre è impossibile». La zona sud di Beirut si sta svuotando, la zona nord sta diventando il rifugio dei profughi interni. «Gli attacchi

israeliani nel sud e nell’est del Paese e nel sud della capitale hanno messo in movimento la popolazione locale, ma anche tanti palestinesi e siriani che erano nei campi profughi in quelle aree. Molti siriani hanno scelto di rientrare in Siria che ora è considerata più sicura. Si vedono famiglie intere che si spostano con quello che possono mettere nelle valigie e vanno verso nord, Beirut è un campo profughi. Al momento si stima un milione di profughi interni». La città non era affatto preparata a un bombardamento: «Praticamente tutte le ottocento scuole del Paese sono state trasformate in rifugi per gli sfollati. Però si vede tanta solidarietà e tanto calore fra le persone che cercano

Il primo è nora unico Pulitzer italiano

Lorenzo Tugnoli è nato nel 1979 a Lugo. Pochi anni dopo la famiglia si è trasferita a Sant’Agata sul Santerno.

Ha cominciato a fare foto da autodidatta ai tempi dell’università a Bologna – ha abbandonato Fisica a un esame dalla laurea – in occasione di manifestazioni studentesche, vendendo poi gli scatti alle testate locali. Si è formato nella studio fotografico di Massimo Sciacca. Tra 2010 e 2015 ha vissuto a Kabul (Afghanistan): nel 2011 il Wall Street Journal pubblica uno suo reportage da Herat. Poi si è spostato a Beirut (Libano) dove è rimasto fino al 2022. Da allora vive a Barcellona. Nel 2019 ha vinto il premio Pulitzer, primo e tutt’ora unico italiano a conseguire il prestigioso riconoscimento in 107 anni di storia. Il premio arrivò per un reportage in Yemen richiesto dal Washington Post: nove settimane di lavoro nello stato asiatico per raccontare la crisi umanitaria.

di aiutarsi». Gli spostamenti interni sono ostacolati anche da mancanze logistiche: «Nel 2006 ci furono migrazioni interne simili, ma c’era la struttura organizzativa di Hezbollah che riuscì a fornire supporto logistico. Stavolta invece il bombardamento è stato preceduto dall’attacco organizzato dal Mossad tramite i pager, i cercapersone. Sono rimasti feriti, mutilati o uccisi molti esponenti del partito che non sono tutti miliziani. Questo ha ridotto la disponibilità di persone per Hezbollah e ne risente la logistica».

Dal 2017 fa parte dell’agenzia Contrasto.

La conoscenza della città e della lingua araba stanno facilitando il lavoro del fotoreporter – «Riuscire a conversare con le persone aiuta per scattare foto migliori» – ma ci sono ostacoli che non si possono scavalcare: «Hezbollah controlla gli spostamenti nelle zone sotto il suo controllo e non fa entrare i giornalisti, o li fa entrare solo a sue condizioni. È successo il giorno del bombardamento a Dahieh: ci hanno portato su un terrazzino, ci hanno lasciato fare tre foto del cratere e basta. Questo ovviamente limita le situazioni che si possono raccontare».

Fare foto è dif cile anche per il pericolo che si corre: «Le zone già colpite possono essere colpite di nuovo e non ci sono preavvisi. Dahieh è una città fantasma con palazzi in amme e quando sei lì puoi solo sperare che non arrivi un altro attacco aereo». I reporter non hanno particolari protezioni: «Per rispondere all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 Israele sta usando un’aggressività che non si era mai vista, con pochi scrupoli anche verso la stampa. Qualche colpo di artiglieria è stato sparato contro i giornalisti vicino al con ne sud del Libano, tanto per chiarire che non li volevano nei dintorni. Nel 2006 in un mese di guerra ci fu circa un migliaio di civili morti. Quest’anno ce ne sono stati la metà in un giorno solo».

«La zona nord della città è diventata un campo profughi»

Andrea Alberizia

Il sito di un attacco aereo israeliano nei sobborghi meridionali di Beirut, il 28 settembre. In alto un’aula di una scuola di Sidon dove si sono accampate le famiglie che hanno lasciato i loro villaggi vicino al confine con Israele (foto dal profilo Instragram di Lorenzo Tugnoli, @lorenzotug)

RAVENNA&DINTORNI 3-9 ottobre 2024

E piazza Magnani sarà per un giorno senz’auto TEMPO

r bo e tor r o ert e or o o o o e e oo

Tour guidati e punti ristoro

Torna per il secondo anno “Cibovagando diPortainPorta”, l’appuntamento organizzato da Trail Romagna e Cheftochef emiliaromagnacuochi nell’ambito del progetto “Per un Borgo San Rocco” tra antiche osterie, storiche attività commerciali, vicoli e orticelli.

Il 5 ottobre, piazza Anna Magnani si libererà delle auto per tornare a essere aperta a tutti, per una festa del borgo alla riscoperta di luoghi iconici e misteriosi e l’assaggio di piatti gourmet preparati con ingredienti della tradizione, di stagione e a km0. Il tutto accompagnato da musica, spettacoli, approfondimenti e tour guidati. In programma tre diversi percorsi tematici di circa due ore ciascuno, che si concluderanno con 5 tappe gastronomiche in altrettanti punti ristoro. Il primo partirà alle 16.30 e, grazie alla guida della studiosa Paola Novara, si concentrerà sulla Ravenna Medievale vista dalle storiche mura. Il secondo tour, con partenza alle 17 andrà alla scoperta dei luoghi misteriosi del Borgo insieme all’archeologa Giovanna Montevecchi. In ne alle 17.30 si visiteranno le Porte di Ravenna, tra cui quelle del Borgo (Sisi, Mamante e Portonaccio) con la guida turistica Mauro Marino.

Anche quest’anno le tappe gastronomiche saranno curate dai soci di CheftoChef emiliaromagnacuochi - RavennaFood: gli chef Omar Casali, Daniele Baruzzi, Matteo Salbaroli, Mattia Borroni, Marco Luongo e Gaetano Latino presenteranno un menù speciale dedicato alla ne del fermo pesca estivo che riporta in cucina i grandi pesci dell’Alto Adriatico.

Tra gli eventi collaterali il concorso di pittura di Scuola di cucina Saperi e Sapori, i laboratori di pasta fresca per bambini a cura di Laboratorio81, il momento di musica live a cura degli studenti del Mama’s Club, la proiezione di lm storici di Tivuemme Ravenna, organizzata in serata all’interno del cinema Jolly, e la tavola rotonda dal titolo “Il pesce dell’alto Adriatico al termine del periodo di fermo pesca”.

Inoltre, le osterie e le botteghe (Farcia piadineria, Cantina Spinetta, San Rocco Caffè, Tirolo Gourmet, La Schiccia Mercato Coperto, Venerdì13, Enoteca Bastione) saranno aperte con diverse proposte gastronomiche, prodotti artigianali, vino e birra. È richiesta invece la prenotazione sul sito www.trailromagna.eu per i tour guidati.

Scopri il menù stagionale

via Mazzini, 41 — Ravenna

Tel. 0544 169 63 72

da martedì a sabato PRANZO 12 — 15

CENA 19 — 23 (chiuso domenica e lunedì)

NATURA

“Birdwatching” dalla basilica alla pineta con Trail Romagna

Si avvicina alla conclusione il variegato programma di Trail Romagna che domenica 6 ottobre alle ore 15 fa tappa alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe con “Birdwatching tra basiliche, valli e pinete”. Attraverso un’esperienza sui generis si passerà dall’osservazione attenta dell’iconografia musiva che ritrae flora e fauna del territorio, al riscontro diretto in natura per cogliere le differenze che il trascorrere dei secoli ha determinato (con l’aiuto di un binocolo). Ci si sposterà tra la pineta di Classe e la Valle dell’Ortazzo. L’itinerario bike da Sant’Apollinare in Classe alla Pineta di 11 chilometri sarà condotto da Ilaria Lugaresi del Museo Nazionale di Ravenna e dalle guide ambientali di Atlantide. Informazioni e iscrizioni su trailromagna.eu.

Si assaggia e si vota la miglior Albana con l’evento itinerante del Consorzio

È pronta a partire la dodicesima edizione dell’Albana Dèi, la selezione enologica nata da un’idea di Carlo Catani e Andrea Spada, promossa e coordinata dal Consorzio Vini di Romagna. Un evento come sempre itinerante. Si parte col doppio appuntamento di sabato 5 ottobre a Brisighella, al chiostro dell’Osservanza dalle 15.30 alle 18 (nell’ambito di Borgo Indie, vedi articolo a fianco), e a Bertinoro, in piazza del Comune dalle 16.30 alle 19.30. Domenica 6 ottobre, ci si sposta alla Torre di Oriolo dei Fichi per un altro appuntamento Assaggia e vota, dalle 14.30 alle 18. Ottobre prosegue con doppia tappa sabato 19: a Faenza, in Sala della Molinella dalle 17 alle 21, e a Mercato Saraceno, Osteria la Mentana via Valzania 19 dalle 16,30 alle 19,30 (successivamente sarà possibile votare anche durante la cena); mentre domenica 20 va in scena a Dozza all’Enoteca Regionale Emilia Romagna all’interno della Rocca Sforzesca dalle 11.30 alle 18. Si va a concludere l’Albana Dèi 2024 domenica 10 novembre a Imola alla Sala Checco Costa dell’autodromo – nell’ambito del Baccanale – dalle 18 alle 22. In tutte le location, sarà presente un banco d’assaggio per dar modo al pubblico di degustare, votare e apprezzare i 7 vini finalisti dell’Albana Dèi, promuovendo così la conoscenza del Romagna Albana Docg Secco.

Al Pavaglione di Lugo 80 produttori da tutta Italia per la seconda edizione di “Vèn”

Il Pavaglione di Lugo si appresta a ospitare la seconda edizione di “Vèn”, la rassegna enologica che vedrà la partecipazione di 80 produttori di vino da tutta Italia nelle giornate di venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 ottobre. Sarà possibile acquistare il kit completo con cinque token degustazione, calice e taschina porta calice o solamente la ricarica di cinque token. In programma anche le masterclass, pensate per approfondire la conoscenza e le specialità di vini e territori, al Salone estense della Rocca (info e prenotazioni al 342 0713988). L’area sarà attrezzata con un punto ristoro per accompagnare le degustazioni.

A Brisighella il Borgo è Indie e Divino: incontri, degustazioni e anche trekking

Il fine settimana del 4, 5 e 6 ottobre Brisighella ospiterà per il quarto anno consecutivo Borgo diVino in tour, il ciclo di eventi dedicato alle eccellenze del buon bere promosso dall’associazione “I Borghi più belli d’Italia”. Un intero weekend di degustazioni con centinaia di proposte da tutto il Paese. L’appuntamento è in centro, in Piazza Marconi, venerdì dalle 18 alle 23, sabato dalle 12 alle 23 e domenica dalle 12 alle 22. Uno spazio importante sarà riservato anche all’esperienza gastronomica con proposte street food e piatti della tradizione. Nello stesso weekend, all’ex convento dell’Osservanza, torna anche Borgo Indie, un festival per parlare di cibo, vini, indipendenza, sostenibilità e buone pratiche, per un pomeriggio di incontri e degustazioni (per informazioni: info@ tempidirecupero.it).

Si rinnova inoltre una collaborazione con il festival Itacà del turismo responsabile: sabato 5 ottobre alle 19 all’anfiteatro Spada concerto jazz con il sassofonista Piero Bittolo Bon e il batterista Andrea Grillini; domenica 6 ottobre dalle 10 in stazione parte un trekking con Stefano Schiassi, guida ambientale escursionistica che accompagnerà alla scoperta dei resti del castello medioevale di Rontana e del parco regionale della vena del gesso romagnola.

A Cotignola la 62esima Sagra del vino tipico Domenica torna il rito della pigiatura in piazza

È alle porte la 62esima Sagra del vino tipico romagnolo, classica festa che caratterizza l’autunno cotignolese. L’evento è in programma da giovedì 3 a domenica 6 ottobre nel centro cittadino. Protagonisti della festa il vino e le tipicità gastronomiche, attorno ai quali ruotano spettacoli, concerti, mostre, laboratori per bambini, mercatini e tanto altro. Il clou domenica 6 ottobre, quando tra le altre cose in piazza dalle 15 ci sarà il rito della pigiatura dell’uva a piedi scalzi, come una volta.

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MISURE ANTI SMOG: STOP A EURO 4 E CAMINETTI, RISCALDAMENTO A 19 GRADI

Sono scattate martedì 1 ottobre in Emilia-Romagna le limitazioni previste per il contenimento dello smog e il miglioramento della qualità dell’aria nella stagione invernale, che resteranno in vigore fino al 31 marzo 2025. Come lo scorso inverno, le misure strutturali – valide per tutti i Comuni di pianura della regione – prevedono: limitazioni sul riscaldamento (19 gradi per case, uffici, attività ricreative e di culto, attività commerciali, attività sportive; 17 gradi per attività industriali e artigianali), divieti di combustione all’aperto a scopo di intrattenimento (falò, fuochi d’artificio) a eccezione dei barbecue; divieto di abbruciamento di residui vegetali (con alcune deroghe possibili a determinate condizioni); il divieto di utilizzo di generatori di calore a biomasse (camini, caminetti, stufe) con classe di prestazione energetica inferiore a 3 stelle (nel caso in cui sia presente un metodo di riscaldamento alternativo).

Per quanto riguarda la mobilità, è stabilito il divieto di circolazione dalle 8.30 alle 18.30 nelle aree urbane individuate da appositi cartelli a tutti i veicoli diesel di categoria emissiva inferiore a Euro 4 compreso, ai veicoli a benzina di categoria inferiore a Euro 2 compreso e ai veicoli a doppia alimentazione, ciclomotori e motocicli di categoria inferiore a Euro 1 compreso. Per Ravenna, Faenza e Lugo (comuni con popolazioni superiori a 30mila abitanti) è previsto il divieto di circolazione anche per i veicoli diesel Euro 5 in caso di attivazione di misure emergenziali e tutte le domeniche, a esclusione di domenica 8 dicembre.

FOTOGRAFIA

A Cotignola inaugura una mostra con gli scatti dall’Arena delle Balle di Paglia

Venerdì 4 ottobre alle 18.30 il Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola invita a partecipare all’inaugurazione di “Che nessun Dorma! Fat sögn ca j’ho fât” realizzata in collaborazione con Pro Loco e Primola. L’esposizione, curata da Martina Minto e accompagnata da un testo di Mario Baldini, restituisce al pubblico una selezione di scatti realizzati da un gruppo eterogeneo di 7 fotografi durante l’Arena delle Balle di Paglia. Daniele Casadio, Lorenzo Pasini, Stefano Tedioli, Alessia Tavacca, Clarissa Panbianco, Filippo Censi ed Enrico Montanari offrono sguardi e immaginari differenti su uno degli eventi più magici del nostro territorio – l’Arena – in un allestimento che occupa gli spazi del piano terra di Palazzo Sforza.

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INCONTRI

3-9 ottobre 2024 RAVENNA&DINTORNI

ARCHITETTURE E CITTÀ, TORNANO LE CONFERENZE DI RECLAM

Il 10 ottobre alla Original Parquet di Alfonsine con Maurizio Gargano e Filippo Pambianco

Ripartono le conferenze di SeDici Architettura, promosse e organizzate da Reclam, a cura del professore Alberto Giorgio Cassani, dell’architetto Emilio Rambelli e del giornalista Fausto Piazza. Con il patrocinio e i crediti formativi dell’Ordine degli Architetti di Ravenna, per i partecipanti iscritti all’albo (gli incontri sono comunque aperti a tutto il pubblico interessato).

L’appuntamento è per giovedì 10 ottobre. Si parte già alle 15.30 con una visita allo stabilimento dell’azienda Original Parquet - leader nella produzione e vendita di pavimenti in legno - ad Alfonsine, in via dell’Artigianato 18. A seguire, ci si trasferirà nello showroom in via del Lavoro 4, dove alle ore 17.30 si aprirà la conferenza con il primo intervento del professor Maurizio Gargano dal titolo “Avanguardie e utopie. Architetture e Città: frammenti ipocriti”. Già redattore-autore per l’enciclopedia Treccani, Gargano è professore ordinario presso il dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, dove insegna Storia dell’Architettura e Storia della Città e del Territorio. Ha tenuto conferenze, lezioni e seminari in facoltà universitarie e istituzioni italiane e straniere. Tra le sue numerose pubblicazioni, le monogra e: Forma e materia. “Ratiocinatio” e “fabrica” nell’architettura dell’età moderna (Of cina, Roma 2006); Origini e Storia. Roma Architettura Città. Frammenti di Rinascimento (RR: Roma nel Rinascimento, 2016); Avanguardie e Utopie. Architetture e Città: frammenti ipocriti (Campisano, Roma 2022). Si prosegue alle 18.30 con l’intervento dell’architetto Filippo Pambianco (cavejastudio) dal titolo “Fight - Lotta per l’architettura. Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale”. Nel 2011 Pambianco assieme ad Alessandro Pretolani dà vita al progetto cavejastudio, uno studio inteso come “bottega” dove l’architettura si fa attraverso un processo lento, basandosi sullo studio del genius loci e dei caratteri speci ci che contraddistinguono ogni luogo. Questa loso a porta lo studio ad affermarsi nel panorama nazionale vincendo numerosi concorsi di progettazione. Posti limitati. Info e iscrizioni: direzione@reclam.ra.it.

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Con l’autunno tornano le presentazioni letterarie de Il Tempo Ritrovato

Dal 6 ottobre alla Classense arriveranno, tra gli altri, Régis Jauffret, Federica Manzon e Alberto Rollo

Nuova edizione per la rassegna letteraria Il Tempo Ritrovato, curata come di consueto da Matteo Cavezzali alla sala Muratori della biblioteca Classense (inizio sempre alle ore 17.30).

Gli appuntamenti autunnali si aprono domenica 6 ottobre con Régis Jauffret (nella foto), scrittore marsigliese vincitore del Premio Goncourt, il più prestigioso riconoscimento della lette-ratura francese. Descritto come scrittore della follia e della crudeltà, il transalpino mette in scena, in romanzi ispirati a eventi realmente accaduti, personaggi segnati da «soffe-renza, umiliazione, rapporti di dominio, desideri repressi». Il suo ultimo romanzo è 1889 (Clichy) e racconta l’infanzia di Adolf Hitler. Oltre che con Cavezzali, Jauffret dialogherà con la giornalista e traduttrice Federica Angelini. Si prosegue mercoledì 23 ottobre con Alberto Rollo, autore nalista del Premio Strega e uno tra i più importanti editor italiani, che torna in libreria con Billy il cane (Ponte alle Grazie). Tra gli ontani, gli aceri, i castagni e le balze erbose dell’estate, Billy il cane si muove non visto verso una meta che conosce lui solo: ha consumato il suo tempo. Si sottrae eramente al consorzio umano, come la sua profonda ferinità gli impone.

Il 30 ottobre sarà quindi ospite della rassegna Federica Manzon con Alma (Feltrinelli), romanzo vincitore del premio Campiello 2024, un lavoro

LIBRI/1

in cui l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i dif cili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa. Il 6 novembre è la volta di Antonio Franchini, autore del romanzo nalista al premio Campiello Il fuoco che ti porti dentro (Marsilio), dove racconta la vita e la morte di Angela, una donna dal carattere impossibile.

Il 27 novembre, in ne, la rassegna porta in città l’autrice torinese Marta Aidala, che si è fatta notare con il suo brillante esordio La strangera (Guanda). Dialogherà con Silvia Masi, direttrice della Classense. Info: pagina fb iltemporitrovato. LA RASSEGNA

ERALDO BALDINI

A PORTO FUORI, LUGO E BRISIGHELLA

Venerdì 4 ottobre (ore 20.45) Eraldo Baldini e Alberto Pagani saranno alla biblioteca Terzo Casadio di Porto Fuori per presentare il volume Transatlantica (Romagna & America). Vicende, personaggi, luoghi. I tanti aspetti di una lunga relazione, edito da Il Ponte Vecchio, di cui sono curatori. Entrambi presenteranno il volume anche il 10 ottobre alle 21 alla sala Cna di Lugo per il primo appuntamento del Caffè Letterario. Baldini sarà invece, sabato 5 ottobre (ore 17), anche nel foyer del Teatro Comunale di Brisighella, ospite della rassegna Cotidie Legere, per presentare il nuovo romanzo Le lunghe ombre fredde (Rizzoli, 2024).

LIBRI/2

Nevio Galeati presenta il suo romanzo

Giovedì 3 ottobre (ore 18) alla libreria Feltrinelli di via Diaz Nevio Galeati presenta il suo ultimo romanzo Verso il blu (Clown Bianco) in dialogo con Alberto Mazzotti. È la storia di tanti personaggi, giovani e meno giovani, uomini e donne. Orso è un ragazzo buono e timido, bullizzato da quello che dovrebbe essere un amico e con genitori oppressivi.

IL LIBRO

“Il SORRISO DELLA TERRA”, MOLTO

PIÙ DI UNA BIOGRAFIA SU TONINO GUERRA

Il lavoro di Rita Giannini verrà presentato venerdì 4 ottobre in Sala D’Attorre

CINEMA

Tonino Guerra, scomparso nel 2012, viene raccontato nel libro Tonino Guerra. Il sorriso della terra , scritto da Rita Giannini e pubblicato da Pazzini. Il libro verrà presentato a Sala D’Attorre venerdì 4 ottobre alle ore 18, in un appuntamento che apre il 51° ciclo del Centro Relazioni Culturali. C’è tutto in questa biografia: l’uomo, il poeta, il pittore, lo sceneggiatore, tutto strettamente collegato al suo amore per la terra e in particolare per la sua terra. Tonino, casualmente fermato nell’agosto del’44, nelle strade di Santarcangelo, da un fascista, portato via su un camion con altri prigionieri verso la Germania, a Troisdorf. Per alleviare il suo dolore e quello degli altri prigionieri, tutti romagnoli, indossò i panni di un Omero di campagna che scriveva poesie in dialetto perché fosse compreso e fosse di sollievo perché avevano il suono delle parole dell’infanzia. La sua narrazione poetica non si discosterà mai più dal dialetto anche dopo il suo ritorno a casa. Più tardi ebbe a collaborare con i più grandi registi del cinema italiano, da Fellini ad Antonioni, a Rosi, i Taviani e moltissimi altri registi. Molto stimato e richiesto da Vittorini, Pasolini, Bo e Contini che sono testimoni della sua poesia. Ma Guerra è un artista a tutto tondo e si dedica alla scultura, pittura, allestimenti, installazioni, parchi, fontane. Persino la pubblicità porta la sua impronta. Le sue parole rivelano il suo amore per la natura: «Sto bene nell’aria dei tramonti perché mi sembra in un certo senso di far parte della sera».

Anna De Lutiis

Al via le rassegne del Mariani, con i cult del lunedì e martedì e le proposte selezionate del giovedì

Tornano come da tradizione le rassegne del cinema Mariani, con appuntamento ogni lunedì e martedì per Two days cult movie e ogni giovedì con Finalmente è giovedì. Ad aprire la stagione, giovedì 3 ottobre (ore 21), l‘anteprima nazionale di Sk8face di Matt Bass, documentario sulla storia e l’evoluzione dell’arte grafica legata al mondo dello skate (la proiezione sarà preceduta da una discesa in skateboard da Porta Adriana al cinema). I giovedì del Mariani proseguono con la doppia proiezione del 10 ottobre, La sfida del samurai di Akira Kurosawa (17.30), in lingua originale e sottotitolato, e Per un pugno di dollari di Sergio Leone (21), due pellicole strettamente connesse tra loro (Leone si ispirò all’opera di Kurosava nella realizzazione del suo film). Si prosegue il 17 con Taxi Monamour di Ciro de Caro, la storia di due donne all’apparenza molto diverse che scopriranno di essere più simili di quello che pensano, e si chiude ottobre il 24, con la visione di Cannibal Holocaust, il cult horror degli anni ’80, restaurato in 4k.

Il lunedì e il martedì invece la rassegna dedicata ai cult vedrà una doppia proiezione quotidiana (18.30 e 21) e si parte lunedì 7 e martedì 8 ottobre con Campo di battaglia, di Gianni Amelio, uno spaccato sulla prima guerra mondiale dal punto di vista di due medici. Il 14 e 15 ottobre sarà la volta di Limonov (nella foto): Kirill Serebrennikov porta sul grande schermo la storia, raccontata da Emmanuel Carrère, di Eduard Limonov, poeta, dandy, agitatore politico, attivista, senza tetto e delinquente. Si prosegue lunedì 21 e martedì 22 con Vermiglio di Maura Delpero, il film scelto per rappresentare l’Italia nelle candidature agli oscar per il miglior film internazionale. Si chiude il ciclo di ottobre il 28 e 29, con l’opera di Patricia Font – candidata a 5 premi Goya – Il maestro che promise il mare, la storia di una promessa tra un’insegnante e i suoi studenti ricostruita a 75 anni di distanza.

TEATRO/1

Da lunedì 7 a domenica 20 ottobre (ore 17) il cimitero di Ravenna, nell’ambito del Prologo a La stagione dei Teatri, ospita la performance itinerante di Tahar Lamri e Alessandro Renda/Albe Nephesh Proteggere l’ombra.

Che relazione abbiamo con il nostro corpo e la natura, la nostra immagine e gli oggetti, il tempo e la paura del vuoto? Quando varchiamo la soglia di un cimitero cosa cerchiamo di vivo tra i morti? Cosa resta dopo la morte? Sono queste le domande che si sono posti Renda, attore delle Albe, e Lamri, scrittore, e che stanno alla base del progetto. Un gruppo di 20 spettatrici e spettatori, muniti di cuf e e dispositivi di riproduzione sonora, viene accompagnato in un percorso tra tombe e lapidi, polvere e ombre, iscrizioni e sculture presenti nel cimitero. Si tratta di un tempo di ascolto per ri ettere sui legami che uniscono le persone e la memoria, intrecciare ri essioni e racconti di vita e di morte e sul tempo che abbiamo a disposizione.

La drammaturgia sonora è sia guida, sia voce interiore che conduce tra zone monumentali e luoghi più nascosti e segreti. Una camminata allo stesso tempo collettiva e introspettiva, che offre visioni sulla morte provenienti da diverse culture o credenze religiose o da celebri passi letterari e loso ci che hanno esplorato il tema.

Nephesh. Proteggere l’ombra si svolge al tramonto, anche durante le consuete aperture del cimitero, senza recare alcun disturbo alle funzioni o frequentazioni, trattandosi di un evento silenzioso. La camminata è anche un’occasione per interrogarsi sul potere delle fotogra e e sulla nostra relazione con oggetti e cose, sull’architettura e le sue evoluzioni, sul profondo legame tra il cimitero e la città, sulla necessità di apprezzare appieno il tempo che abbiamo e le relazioni che coltiviamo.

Posti limitati, prenotazione obbligatoria. Info: ravennateatro.com.

TEATRO/2

FINO AL 4 NOVEMBRE

GLI ABBONAMENTI PER LA STAGIONE

In arrivo venti spettacoli tra Rasi e Alighieri

La nuova Stagione dei Teatri di Ravenna Teatro – che si aprirà a ne novembre – sarà caratterizzata, tra Rasi e Alighieri, da affondi in una tradizione rivisitata – come nel caso di Arlecchino? di Andrea Pennacchi (nella foto) e di Moby Dick alla prova, rmato dal regista Elio De Capitani – considerazioni sul tema del lavoro (introdotte dal ragioniere più famoso d’Italia, Ugo Fantozzi, impersonato dal comico Gianni Fantoni), ri essioni sull’essere donna, ieri come oggi, proposte da Marta Cuscunà, Geppi Cucciari, Concita De Gregorio, Maša Pelko e Chiara Lagani, introspezioni nell’animo umano fornite dal lavoro di Nicola Lagioia – che dà il titolo allo spettacolo della compagnia VicoQuartoMazzini, La ferocia – così come avviene in Via del popolo o, ancora, in Manson, spettacolo di Fanny & Alexander con Andrea Argentieri. La stagione sarà inoltre caratterizzata dal nuovo lavoro ideato da Marco Martinelli e Ermanna Montanari e dedicato alla gura di Gian Lorenzo Bernini, che porterà con sè occasioni di incontro e approfondimento. In questo ambito si colloca lo spettacolo di Alberto Giorgio Cassani su Leon Battista Alberti con Gianfranco Tondini. La formula dell’abbonamento prevede sei titoli ssi e due a scelta su altri quattordici disponibili. Sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento alla stagione teatrale creando un proprio percorso entro il 4 novembre. I biglietti saranno in vendita pochi giorni dopo, dal 9.

Una foto di Serena Spadavecchia, scattata durante le prove della performance

LO SPETTACOLO

IL FESTIVAL

TORNA A LUGO E DINTORNI IL “ROSSINI OPEN”, QUINDICI CONCERTI TRA PASSATO E PRESENTE

cent’anni della Radio italiana

Parlami d’amore, un omaggio alla canzone degli anni ‘20 e ‘30 nei

Domenica 6 ottobre al Socjale di Piangipane Mario Incudine guida il pubblico in un viaggio fatto di musica, parole e ricordi

Domenica 6 ottobre (ore 21) al Teatro Socjale di Piangipane, va in scena Parlami d’amore: quando la radio cantava la vita, un omaggio alla canzone degli anni Venti e Trenta in occasione dei cent’anni della radio italiana.

Il cantante, attore e musicista Mario Incudine guiderà il pubblico in un viaggio di musica, parole, ricordi e ironia nell’Italia di quei decenni, insieme ad Antonio Vasta (al pianoforte e alla sarmonica) e all’Orchestra La Corelli diretta da Jacopo Rivani, per un’inedita versione “sinfonica” dello spettacolo, grazie alla collaborazione con il Teatro Alighieri e la Fondazione Cherubini.

Tra il 1918 e il 1940 la produzione musicale italiana ebbe una straordinaria evoluzione. La nascita della radio, che divenne il mezzo principale della propaganda fascista, contribuì ad ampliare il pubblico degli ascoltatori e a diffondere la musica all’interno delle case italiane, rendendola un “affare” comune e condiviso. Se da un lato si rami cava la musica promossa dal fascismo – megafono di sentimenti patriottici, famigliari e lacrimosi – dall’altro si diffondeva, in rotta con le direttive dittatoriali, una musica d’oltreoceano, brillante e ironica.

Con Parlami d’amore va in scena uno spaccato non

solo di storia della musica italiana, ma anche e soprattutto di “storia patria”. Poiché la musica, da sempre, sa diventare il paradigma di una nazione e di un pensiero. L’Italia canticchiò per vent’anni Giovinezza, ma all’alba del 1945 intonò convinta Bella ciao. Con la regia di Pino Strabioli, artista da sempre sensibile al teatro-canzone, la verve e la capacità poliedrica di Mario Incudine si mettono al servizio di uno spettacolo che vuole essere anche un omaggio alla canzone d’autore di quegli anni, fatta di testi modernissimi, melodie indimenticabili e armonie ardite. Un patrimonio da riportare alla luce e da conservare e trasmettere. Info e prevendite: 0544-249244

TORNA AL PORTONCINO

IL PROGRAMMA LIVE DEL BORION’S CLUB

Torna al circolo il Portoncino (nell’omonima via di Ravenna) il programma di concerti jazz del Borion’s Club, con la rassegna serale (ore 21) Parole & Musica, che avrà come tema lo swing, e una tardo-pomeridiana (ore 19) dal titolo Caffè Concerto. Si inizia mercoledi 9 ottobre, quando arrivano gli Italian Swing Crashers capitanati dal pianista Michele Scucchia, seguiti il 23 ottobre da un personaggio del jazz italiano del calibro di Mauro Ottolini (nella foto). Il 6 novembre ecco poi i Blues Connotation di Daniele Santimone, con la voce jazz black di Cristina Scala, ideatrice del progetto insieme ad Alessandro Scala, che avranno come partner il pianista d’eccezione Alfonso Santimone, elemento di spicco del gruppo del batterista Roberto Gatto. Il 22 novembre spazio quindi all’Italian Swing Quartet, seguito il 4 dicembre dai The Good Fellas, gruppo storico romagnolo guidato da Stelio Lacchini, in arte Lucky. Infine, il 18 dicembre, arriverà al Borion’s Club il bluesman Vince Vallicelli. Romagnolo puro, Valicelli è un eclettico e virtuoso batterista, dall’indiscutibile classe. Nella sua lunga e fortunata carriera ha accompagnato, tra i tanti, musicisti come Rudy Rotta, James Thomson, Pippo Guarnera e Jimmy Villotti. Info: 333-9588835.

AGENDA

Moni Ovadia al Masini con Raffaello Bellavista

Giovedì 3 ottobre (ore 20.30) si chiude al Teatro Masini di Faenza il festival ”Suoni e Parole: un simposio informale tra le pietre di Luna”. In scena Esplorare i confini: tra colto e popolare, un lavoro di Moni Ovadia (nella foto) e del pianista e cantante Raffaello Bellavista, che con ironia e inventiva coinvolgeranno il pubblico in un viaggio dialogico e musicale. Tra i due sono nate quelle che potremmo definire alchimie empatiche, vibrazioni che caricano di energia propulsiva lo spettacolo. Info: 0546-1860017.

Il chitarrista Vincenzo Adelini al Planetario

Venerdì 4 ottobre (ore 21.30 e 22.45) il Planetario di Ravenna ospita il tour Moonlight From... del chitarrista Vincenzo Adelini, che eseguirà dal vivo brani originali con chitarra, theremin e altri strumenti suggestivi, sonorizzando le proiezioni della volta celeste. Info: 0544-62534.

In arrivo, tra gli altri, Charles Dutoit, Yi-Chen Lin Michael Barenboim, Silvia Colasanti ed Elio De Capitani

Inaugurato il 2 ottobre, torna no al 26 novembre il festival Rossini Open, quindici eventi musicali dislocati in sette sedi di concerto tra Lugo e dintorni. Nato come rassegna in spazi aperti nel 2021, il Rossini Open tornò nel 2022 al Teatro Rossini, riaperto dopo i necessari lavori di restauro, ma l’alluvione del 2023 ha reso di nuovo inagibile il teatro lughese, riportando il festival in sette luoghi del territorio, ossia la chiesa del Carmine, il teatro di San Lorenzo, l’antica pieve di Campanile a Santa Maria in Fabriago, la chiesa del Suffragio, la sala polivalente del Tondo, il teatro della Casa del Bambino di Voltana e il Teatro Goldoni di Bagnacavallo. Sabato 5 ottobre si prosegue allora con un’apoteosi di musiche fra Sei e Settecento con l’organista Lorenzo Ghielmi allo storico organo Callido, mentre giovedì 10 arriva il concerto dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” diretta dal celebre direttore svizzero Charles Dutoit (nella foto) Domenica 13 (ore 16), un salto nella musica del medioevo con il gruppo MiniM Ensemble Medievale e Ars Subtilior - Per aspera ad astra, con musiche e canti provenienti dal Codice Chantilly e dal Codice Modena, seguito il 18 ottobre dal Duo Archipelago – Caroline Halleck (sassofono) e Luigi Moscatello (pianoforte) – con il programma Orizzonti armonici. Il 23 ottobre arriva poi a Lugo un grande talento della tastiera, il trevigiano Elia Cecino (classe 2001), mentre il 27 ottobre si esibirà il Quartetto d’archi “La Toscanini”. Il 4 novembre ecco quindi una serata dedicata alla compositrice Silvia Colasanti, con la Cherubini e l’inconfondibile voce narrante di Elio De Capitani. L’8 novembre ci sarà un programma Tutto Wagner, con l’Orchestra La Corelli diretta dal riminese Manlio Benzi, e il 9 novembre un programma di musiche fra Cinque e Seicento con l’organista Fabiana Ciampi e il musicista Fabio Tricomi Il 12 novembre, per l’esecuzione integrale di Zanetto, opera in un atto di Pietro Mascagni, gli interpreti saranno Leonora So a, Jennifer Turri e l’Orchestra La Corelli diretta da Jacopo Rivani. Il 17 novembre è la volta di una serata di musica contemporanea, Istantanea 9 - Virtual Landscape, con musiche, tra gli altri, di Sciarrino e Ligeti. Il 21 novembre ecco poi il violinista franco-tedesco Michael Barenboim, glio del grande direttore d’orchestra Daniel Barenboim, e il 22 novembre appuntamento con la Filarmonica Arturo Toscanini di Parma diretta dalla taiwanese Yi-Chen Lin. Chiusura il 26 novembre con il debutto assoluto di una compagine che ha sede a Pesaro, l’Orchestra Olimpia, formata da sole donne. Inizio concerti ore 20.30, info: teatrorossini.it.

MUSICA CLASSICA

A Brisighella prosegue la Beethoven Mania proposta dall’Orchestra La Corelli

Domenica 6 ottobre (ore 11) nel foyer del Teatro comunale “Maria Pedrini” di Brisighella prosegue il ciclo dell’Orchestra La Corelli (diretta da Jacopo Rivani) Beethoven Mania, integrale delle Sinfonie di Beethoven concentrato in cinque appuntamenti e riproposto nella riduzione originale firmata da Damiano Drei per piccola orchestra. In questo caso tocca allla Terza e Quarta Sinfonia. Concepita inizialmente in onore di Napoleone Bonaparte, la Terza Sinfonia, soprannominata “Eroica”, rappresenta una pietra miliare nella storia della musica, segnando il passaggio dal Classicismo al Romanticism.

Il giovane violinista Martino Colombo esegue Ravel e Beethoven all’Alighieri

Domenica 6 ottobre (ore 17) la rassegna Autunno Musicale organizzata da Emilia Romagna Concerti saraà alla sala Corelli del Teatro Alighieri di Ravenna con un violinista legato alla Young Musicians European Orchestra del Maestro Olmi, Martino Colombo, che, accompagnato dal pianista Daniele Lasta, proporrà un programma con musiche di Ravel e Beethoven.

A Faenza tornano gli artisti “indipendenti” del Mei

Nella tre giorni dal 4 al 6 ottobre, tra i tanti, Enrico Brizzi & Band Diodato, Vinicio Capossela e il nuovo progetto di Giusy Ferreri

Da venerdì 4 a domenica 6 ottobre si tiene a Faenza la nuova edizione del Mei - Meeting delle Etichette Indipendenti, ideata e coordinata come sempre da Giordano Sangiorgi. Tra i nomi più noti in arrivo ci sono Diodato, Bloom, Roy Paci & Aretuska, Enrico Brizzi & Band, Filippo Graziani, Beatrice Antolini e Coca Puma, ma il programma delle tre giornate comprende così tanti ospiti da perderne davvero il conto. Diverse le iniziative solidali per gli alluvionati.

Partenza dunque venerdì 4 (ore 15) alle Galleria comunale d’arte con la prima Accademia Nazionale del Folklore Romagnolo, una masterclass della durata di tre ore aperta a tutti i cantanti, musicisti e studenti di musica d’Italia che, gratuitamente, desiderano imparare alcuni segreti e tecniche del liscio con Roberta Cappelletti, Jastin Visani, Luca Medri e altri maestri. In contemporanea, ecco Fire the stars, a cura del collettivo WKO-Camerata degli Ammutinati di Faenza, a cui seguirà la festa dei 30 anni dell’Orchestra di Roberta Cappelletti e l’esibizione di Luana Babini, alla quale verrà consegnato il Premio Arte Tamburini 2024 insieme a Matilde Montanari e Veronica Castellucci dei Santa Balera. Alle 18 ci si sposta al palco centrale in Piazza del Popolo per una serata inaugurata dalla Banda delle Fruste di Cassani di Solarolo, seguita dal concerto dei Santa Balera con tanti ospiti. Il vincitore della categoria emergenti di Voci per la Libertà - Una canzone per Amnesty, Emanuele Conte, eseguirà poi dal vivo il brano Proiettile bambolina. Un premio speciale alla carriera sarà consegnato poi a Diodato, che esordì proprio al Mei nel 2007 con il primo album autoprodotto; la serata si concluderà con i Bloom, band alternative rock formata da Giusy Ferreri, Max Zanotti, Roberta Raschellà e Alessandro Ducoli.

Sabato 5 (ore 14.30) alla galleria della Molinella si terrà la premiazione della storica etichetta discogra ca NUN, fondata

25 anni fa da Stefano Senardi, mentre dalle 15 vari artisti si esibiranno sui palchi di Piazza della Libertà e Piazza Martiri della Libertà. Tra questi, Enrico Brizzi & Band, per celebrare i trent’anni di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Paraonde (Voci sotto il Vulcano), Consuelo Al eri (Premio Nazionale Folk & World), Cristian Albani (Mei SuperStage Tradizione) e i vincitori dei contest Crescendo e Onda Rosa Indipendente. Nel corso del pomeriggio, sul palco centrale, si terrà la presentazione e la premiazione del libro di Stefano Senardi La musica è un lampo, con ospite Vinicio Capossela, di cui il discogra co ha prodotto i primi lavori. Protagoniste, a partire dalle 17, saranno poi le artiste di Onda Rosa Indipendente, il progetto a favore della valorizzazione delle donne nel mondo della musica. In serata, sempre sul palco centrale, si susseguiranno le esibizioni di Roy Paci con gli Aretuska, poi Filippo Graziani omaggerà il padre Ivan, mentre Beatrice Antolini presenterà in anteprima nazionale il suo nuovo album Iperborea e Coca Puma, dopo la propria performance, riceverà la targa Mei ExitWell come Artista emergente

dell’anno e Carlo Marrale, co-fondatore dei Matia Bazar, verrà premiato per i 40 anni di Vacanze Romane Domenica 6, a partire dalle 15, suoneranno tutti gli artisti di Crescendo Mei 2024, mentre sul palco Onda Rosa Indipendente verrà presentata una compilation di brani sui temi dell’alluvione con le esibizioni degli artisti che hanno contribuito alla sua realizzazione. Dalle 17, in Piazza del Popolo, ecco invece Graziano Romani e Fratelli & Margherita, seguiti alle 19 da Bandabardò & Cisco con lo spettacolo Ultimo Tango. Inoltre, in Piazza San Francesco suoneranno Art of Choir, Kirtan Druming Circle, Loading, Eko Orchestra e Songwriting Band. La serata si concluderà con l’esibizione dei Supergruppo Rock 1974-2024.

Tanti, come di consueto gli eventi collaterali al Mei, come (5 e 6 ottobre) il “Forum del giornalismo musicale” diretto da Enrico Deregibus, con il convegno Scrivere di musica e parlare di musica nelle radio libere, curato da Simona Cantelmi, e un seminario sul tema Le piattaforme musicali e gli spazi per la musica dal vivo

Enrico Brizzi & Band e Bloom

SK8FACE rass. Finalmente è giovedì gio. 03: ore 21.00

Fotografie e Femminismi, o e o e be

Dal 5 ottobre lo spazio di via Pascoli ospita la collettiva a cura di Federica Muzzarelli con immagini degli ultimi 50 anni

Sabato 5 ottobre (ore 11) la Fondazione Sabe per l’arte (a Ravenna in via Pascoli 31) presenta Fotogra a e Femminismi. Storie e immagini dalla Collezione Donata Pizzi, mostra collettiva a cura di Federica Muzzarelli, realizzata in collaborazione con il Gruppo di Ricerca Faf/Dipartimento delle Arti, Università di Bologna, all’interno del progetto Prin 2020 La Fotogra a Femminista Italiana

A partire da una selezione di immagini provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, la mostra mette in dialogo il lavoro di diverse generazioni di fotografe e artiste operanti nel panorama italiano degli ultimi cinquant’anni. In particolare, la collettiva focalizza la persistenza ideale, l’eredità culturale e, insieme, lo sviluppo e i mutamenti dell’immagine e della presenza delle donne attraverso gli snodi offerti da quattro nuclei tematici principali: Album di famiglia, Identità di genere, Stereotipi e spazi domestici, Ruoli e censure sociali. Lo fa accostando i lavori di artiste storicizzate quali Liliana Barchiesi, Lisetta Carmi, Lucia Marcucci, Paola Mattioli e Tomaso Binga, a quelli di Martina Della Valle, Giulia Iacolutti, Moira Ricci, Alessandra Spranzi e Alba Zari. Ma l’esposizione è anche un racconto nel racconto, quello di un’iniziativa pionieristica e lungimirante che ha portato Donata Pizzi a

L’ARTISTA

iniziare un percorso di valorizzazione del lavoro delle donne artiste e fotografe italiane. Completano la mostra una riproduzione anastatica di alcune maquette dell’iconico volume collettivo femminista Ci vediamo mercoledì. Gli altri giorni ci immaginiamo (1978), e una selezione di pubblicazioni e cataloghi che tracciano la storia espositiva e progettuale della Collezione Donata Pizzi. La mostra sarà aperta no al 15 dicembre. Orari: giovedì, venerdì, sabato e domenica ore 16-19. Ingresso libero.

All’ex convento Ettore Frani presenta il catalogo della sua personale

Sabato 5 ottobre alle 11 a Bagnacavallo all’Ex Convento di San Francesco si terrà la presentazione del catalogo realizzato in occasione della mostra Ettore Frani. Verso la gioia, in corso all’ex convento. Sarà presente l’artista, che dialogherà con i curatori Paola Feraiorni e Massimo Pulini. Al termine firmacopie.

CARTOLINE DA RAVENNA

Mittente Giovanni Gardini

«Mai vista tanta rozzezza e violenza»

Nel 1959 Pier Paolo Pasolini scrisse per la rivista “Successo” un resoconto di viaggio intitolato “La lunga strada di sabbia”, un’avventura che lo condusse, a bordo della sua Fiat Millecento, lungo le coste italiane, da Ventimiglia fino a Trieste. Pasolini fece tappa anche in Romagna - «le spiagge della mia infanzia e della mia adolescenza» - raccontando «lo spiaggione di Cattolica», la spiaggia di Riccione dove andava in villeggiatura quand’era al ginnasio, fino a quella di Porto Corsini, descritta con arguta crudezza: «Porto Corsini, agosto. Spiaggia per soli ravennati. Che arrivano ai loro stabilimenti, contro il mare di lacca, sulla spiaggia di calce. Il canale del porto giunge fino in mezzo al mare, con due braccia sottili di massi. Qui infuria la ragazzaglia della periferia, del contado, del proletariato che lavora alle fabbriche che l’ENI ha costruito lungo il canale da Ravenna a qui, quasi nuove cattedrali, nuovi Sant’Apollinari. Mai vista tanta rozzezza e violenza. Ravenna, isola, area marginale e quindi conservatrice. Bizantini? Goti? Questi giovani, piccoli di cranio, grossi di mascella, nasuti, sono scatenati. Non fanno che buttarsi e uscire dal canale, con urla animali. Due, sui massi, rincorrendosi, si sputano addosso, per scherzo, scatarrando e urlandosi a pieni polmoni “Sumèr, sumèr!” (somaro). Giù nel canale, tre giovani lanciano la loro barca a vela, per divertimento, contro quelli che fanno il bagno: roba da lasciarli secchi, da spappolargli il cranio».

Foto di Lisetta Carmi

CONTROCINEMA

Il bel neorealsimo magico, Leone d’Argento, che si rifà a Olmi e ai fratelli Taviani

Ho appena visto il bel lm Vermiglio di Maura Delpero, fresca vincitrice del Leone D’Argento Gran Premio della Giuria a Venezia. La regista Maura Delpero, italiana di Bolzano per anni vissuta in Argentina, già autrice di documentari, si era fatta notare col suo esordio Maternal del 2019, una storia di ragazze alloggiate in un convento a Buenos Aires, che aveva ricevuto la Menzione Speciale al Festival di Locarno. Vermiglio è un piccolo comune di montagna nel Trentino, dove è ambientata la storia. È l’inverno del 1944, l’Italia è in guerra. Vermiglio vive i tragici eventi in lontananza, per i tanti uomini del paese al fronte, e di cui non si hanno notizie. Cesare Graziadei è il maestro del paese, sposato con Adele, dedito alla comunità e alla sua numerosa famiglia di otto gli vivi più quelli morti neonati, tra cui le tre glie Lucia, Ada e la piccola Flavia, e il glio Dino. Cesare è l’intellettuale del paese, si impegna nel suo lavoro per dare qualcosa di più a tutti, anche insegnando agli analfabeti adulti. Lucia è la glia maggiore che aiuta la famiglia; Ada vive con dilemma le sue tendenze mistiche e religiose; la piccola Flavia sembra l’unica che potrà proseguire gli studi; Dino è in conitto col padre, perché non riesce a essere come lui. Un giorno il nipote Attilio torna dalla guerra: è scappato dal fronte e si è salvato grazie a un altro soldato che si rifugia con lui in montagna: Pietro, siciliano, anche lui in fuga. Tra Pietro e Lucia nasce l’amore: ma questo sarà l’inizio di un dramma, proprio quando la guerra sta per nire… Vermiglio è il paese natale del padre della regista. Un omaggio, certamente, alla memoria delle tradizioni familiari e alle sue radici contadine, nel quale si respirano i riferimenti più immediati al cinema di Ermanno Olmi e dei Fratelli Taviani, un dolce neorealismo magico sempre attento ai tempi e ai gesti dei contadini che vivono in montagna da generazioni, e che da generazioni lottano per esistere e resistere. Nella storia raccontata dalla Delpero, sono essenziali anche tutte le quotidianità e le fatiche patite da uomini e donne; gli eventi raccontati sono “diluiti” dentro l’esistenza collettiva di una piccola comunità e delle sue usanze e credenze, il che, pur allungando forse un po’ troppo il lm in questo eccesso di ”documentarismo” e di narrazione antropologica, ne è anche la cifra stilistica più notevole. Già dal cognome del patriarca Graziadei entriamo in una realtà in cui siamo tutti nati “orfani”, e dove l’antico dilemma sociale di genere tra patriarcato e matriarcato si stempera sullo sfondo di una memoria collettiva condivisa e da portare nel ricordo della Storia, e di una natura che nelle quattro stagioni dell’anno compie il suo ciclo.

FIORI MUSICALI

Quando l’acqua mette a tacere anche scuole e teatri

di Enrico Gramigna

La Romagna è un territorio in crisi? Probabilmente sì, almeno per quanto riguarda il ravennate non ci si può nascondere dietro un dito. I problemi idrogeologici si stanno manifestando sempre più frequentemente, in un territorio nato anche grazie alla volontà dell’uomo e dei celebri scariolanti che, con il loro sudore, boni carono quello che è a tutti gli effetti il regno dell’acqua. La salvaguardia di questa terra, allo stato attuale, è prioritaria per l’incolumità di tutta la popolazione che oggi vive nelle zone strappate ai utti. Il benessere sico e mentale dei cittadini deve essere la priorità sopra tutto. Proprio in quest’ottica deve essere un terri cante campanello d’allarme il silenzio cui la musica è costretta in questo mare d’acqua marrone che i umi vomitano sulle case pensate come baluardi sicuri dell’intima salvezza. Chi ha vissuto l’alluvione (quelle del maggio ’23 come quelle dello scorso settembre) potrà solo convenire con l’incredibile afonia dei paesaggi allagati. Simbolo di questa mancanza sonora sono due poli musicali, la scuola di musica Artistation di Faenza e il Teatro Rossini di Lugo. Per la prima non ci sono parole. Sono nite a maggio dell’anno scorso. Una scuola già colpita duramente due volte nell’arco di 15 giorni, dopo tanti sforzi (e soldi spesi) per riaprire, a 10 giorni dall’inaugurazione viene ancora soffocata da eventi atmosferici che si abbattono con furia inusitata (cui forse si aggiunge mala gestione, ma sarà il tempo a dircelo) che spazzano via il lavoro compiuto in tempo di record per la riapertura della scuola. Il secondo, invece, ancora chiuso a causa dei numerosi lavori necessari per la riapertura, tenta ancora un’operazione di vera e propria resilienza artistica. Il Rossini Open, ormai, è diventato la manifestazione musicale di maggior rilievo della città di Francesco Balilla Pratella. È evidente che non potrà sostituire in eterno le stagioni che si tenevano nell’edi cio opera anche del Galli Bibbiena, tuttavia, è encomiabile il tenace tentativo della Fondazione del Teatro Rossini di mantenere vivo il nome del proprio tempio sonoro e di non far cadere l’interesse culturale di una città, grazie anche alla delocalizzazione degli spettacoli anche in zone meno centrali del comune.

È chiaro che hanno la precedenza i bisogni primari degli individui, la vita e la casa su tutto, ma vedere i pianoforti gon d’acqua bloccarsi, come soffocati, e non emettere più nessun suono è un’esperienza cui nessuna persona che si dice di cultura può vivere a cuor leggero.

Un omaggio a Shirley Jackson

di Federica Angelini

Fresco di stampa, in libreria è arrivato ai primi di settembre La villa sulla collina , pubblicato da Astoria nella traudzione di Raffaella Maria Arnaldi Scarsini. Il romanzo dell’americana Elizabeth Hand ha per la verità un titolo orginale un po’ più esplicito, che è A Haunting on the Hill , ma per capire dalla copertina le atmosfere e i rimandi nella versione italiana bisognerà accontentarsi dell’immagine. Si tratta infatti di un esplicito omaggio alla grande Shirley Jackson e alle sue atmosfere tra gotico e horror e in particolare a uno dei suoi libri più celebri L’incubo di Hill House Citazioni, giochi e rimandi letterari si sprecano, ma La villa sulla collina non è solo un divertissement letterario. La suspense e la paura sono autentiche e lo spunto della trama è comunque curioso e originale. La protagonista è la newyorchese Holly, che decide di affittare per due settimane una casa in stile Georgiano nell’unico villaggio della zona non ancora toccato da gentrificazione per scrivere e produrre una pièce teatrale. Con lei ci sarà la fidanzata Nisa, che è una cantante, il loro amico e attore Steve e Amanda, una donna sulla sessantina che ha accettato di interpretare il ruolo principale. Il testo di Holly è ispirato alla storia di una donna che è stata arsa nella Londra del 1600 perché considerata strega. Fin dall’inizio non mancano gli indizi che ci spaventano: ombre di lepri che ghignano e si allungano, bambini che osservano da lontano, la domestica che non vuole mai per nessuna ragione restare dopo il buio pur essendo con il marito. La trama si sviluppa poi mettendo in relazione i quattro personaggi, i loro vissuti, le loro aspettative e, appunto, la casa in cui si trovano secondo uno schema che è diventato un archetipo della letteratura horror. Senza mai scadere nel ridicolo, sempre sul filo di una sfida con il lettore o la lettrice che intreccia il genere letterario, il tema dell’arte e del teatro con quello della vita vissuta fuori dalle scene e offre anche uno spiraglio per osservare il retroscena di un piccolo pezzo della New York di oggi. Quello che manca di effetto sorpresa, insomma, viene compensato dal resto. Ma, sopra ogni cosa, il merito del romanzo è forse soprattutto quello di offrire l’ennesima dimostrazione di quanto sia viva e vitale l’eredità della grande scrittirce americana Shirley Jackson, scomparsa a metà degli anni Sessanta, pubblicata in Italia da Adelphi e al cui capolavoro, guarda caso, è ispirata anche un una serie di Netflix. Un’autrice che evidentemente ha ancora molto da dire oltre un secolo dopo la sua nascita.

o tre e tor er e e be e o o r o o

Lager, Pils, Ales, alta e bassa fermentazione: alla scoperta di

un universo variegatissimo

IN ALTO I BOCCALI

Alla ricerca della schiuma perfetta

di Alessandro Fogli Sommelier, vignaiolo garagista e wine enthusiast

Parafrasando gli Of aga Disco Pax, il mondo della birra è come l’universo, non solo in nito ma in espansione, con i birri ci artigianali e i cosiddetti micro-birri ci che ormai da tempo stanno inondando il mercato di prodotti sempre più buoni e interessanti (per fare un esempio, nel solo 2023 sono state introdotte in Danimarca, terra di lunga tradizione birresca, oltre 2.000 nuove birre).

La birra è una delle bevande alcoliche più antiche del mondo, la più consumata, e la terza bevanda più popolare dopo l’acqua e il tè. Ma andiamo con ordine e vediamo di inquadrare storicamente e materialmente la nostra amata bibita spumosa. La prima descrizione documentata di una ricetta per produrre birra risale al 4000 a.C. a opera dei Sumeri e il procedimento è simile a quello utilizzato in tutte le birrerie del mondo, anche se il luppolo è entrato nell’uso comune circa 1.000 anni fa. Dalla Mesopotamia, la birra diviene in seguito nota in Egitto, poi tra gli Etruschi, a Roma, in Grecia, quindi nei paesi nordici, dove ebbe grande fortuna, anche grazie alle perfette temperature ambientali. Nel Medioevo i primi veri esperti di tecnologia birraria furono i frati dei conventi dell’Europa centrale, soprattutto i benedettini, cui va anche il merito di aver de nitivamente introdotto il luppolo come amaricante e antisettico. La storia della birra italiana moderna è invece fatta iniziare nel 1789, con il privilegio concesso dagli Stati Sardi a Baldassarre Ketter di produrne a Nizza Monferrato, in una fabbrica che oggi non esiste più. In Italia le birrerie ultracentenarie sono attualmente sette e tra le più antiche si possono ricordare la Peroni e la Menabrea, nate nel 1846.

Ma come si fa la birra? A prescindere dai vari stili, è una bevanda che deriva dalla fermentazione alcolica di un mosto ottenuto miscelando acqua, malto d’orzo o di frumento, e

SELVA DI BAJÖN, PILS A KM 0 CHE NON TEME RIVALI

Un ottimo esempio di Pils è la Selva del Birrificio Bajön di Porto Corsini. Siamo in presenza di una birra chiara a bassa fermentazione dunque, ispirata alle più luppolate Pils nostrane. Rispetto alle classiche tedesche, qui i malti conferiscono sentori dolci di miele di acacia e cereali. Birra piuttosto amara, secca, e abbondantemente luppolata, con evidenti note speziate erbacee e floreali. Ricetta ottimamente equilibrata, grazie anche a una lunga maturazione a freddo, che le dona un grande carattere. PROVATA

luppolo. La fermentazione viene attuata da particolari lieviti, appartenenti per lo più al genere Saccharomyces, che utilizzano gli zuccheri semplici presenti nel mosto e derivanti dal malto, per trasformarli in etanolo, ovvero alcool e anidride carbonica. L’acqua è l’ingrediente principale della birra e rappresenta il 93% del suo peso. Sebbene l’acqua di per sé sia, idealmente, insapore, il suo livello di minerali disciolti, in particolare ioni bicarbonato, in uenza il gusto nale della birra. Grazie alle proprietà minerali dell’acqua di ogni regione, alcune aree speci che erano originariamente le uniche produttrici di determinati tipi di birra, ciascuno identi cabile con caratteristiche precipue. Facendo qualche esempio, secondo la geologia regionale l’acqua dura di Dublino è adatta alla produzione di stout, come la Guinness, mentre l’acqua dolce della regione di Plzen, nella Repubblica Ceca, è ideale per la produzione di Pilsner (birra chiara), come la Pilsner Urquell (ma sulle varie tipologie torneremo più avanti).

La de nizione di birra è molto generica e racchiude in sé vari tipi, che si differenziano per la tipologia di fermentazione che il mosto subisce. All’interno dei vari tipi di birra, è possibile individuare invece delle sottocategorie, dette stili, a seconda della zona geogra ca di produzione, del malto o del lievito utilizzato o di altre caratteristiche peculiari che il prodotto possiede. La gradazione alcolica dipende invece dal lievito utilizzato, da quanto la fermentazione viene prolungata nel tempo e da quanti zuccheri sono presenti nel malto o resi disponibili dopo la bollitura.

Esistono tre tipi principali di birra, che si differenziano sulla base della temperatura di fermentazione e del comportamento dei lieviti che effettuano la fermentazione. In particolare, ci sono le birre a bassa fermentazione (il 90% della produzione mondiale), tra le quali le più conosciute sono le

Perchè si chiama così: l’origine del nome

Secondo alcuni studiosi, il nome birra deriva dall’indogermanico bh(e)reu o bh(e)ru, che significa ribollire, e ricorda la cottura del mosto e la fermentazione, quando le bollicine di anidride carbonica salgono in superficie e ne rimescolano il contenuto. Da quel termine arriva il tedesco bier (da cui arriva la parola italiana), che ha rimpiazzato l’antico cervogia, che indicava le birre fatte senza luppolo e che ha comunque portato allo spagnolo cerveza. Altri pensano che la parola sia un prestito del VI secolo dal latino volgare biber (bibita, bevanda), oppure derivi direttamente dal protogermanico beuwoz, da beuwo, che signifca orzo. In inglese si usa, oltre a beer, un altro termine per indicare la birra, ale

Lager (tanto che lager, termine tedesco che signi ca “deposito”, è ormai sinonimo di birra a bassa fermentazione), le birre ad alta fermentazione, dette anche Ales, e quelle a fermentazione spontanea, chiamate Lambic. Oggi parleremo un po’ di Lager e bassa fermentazione. Quindi birre prodotte a temperature comprese tra i 5 e i 10°C, generalmente utilizzando lieviti della specie Saccharomyces pastorianus. Durante la fermentazione i lieviti si raggruppano e si depositano sul fondo – da qui il nome “bassa fermentazione” – e sono in grado di effettuare la fermentazione anche a temperature basse, seppur non con la stessa ef cienza. Da ciò deriva che in genere le Lager hanno una gradazione alcolica medio-bassa, 3.5-5%, e un pro lo aromatico piuttosto delicato, dato essenzialmente dal malto e dal luppolo utilizzati. Sebbene le Lager più famose e vendute siano bionde (Pale Lager), esistono in commercio molte lager scure (dark Lager). Tra le Pale Lager più conosciute e consumate al mondo ci sono le Pilsner (o Pils), originarie della Boemia, capostipiti delle moderne birre chiare, dall’aroma ben bilanciato e con una schiuma corposa (la più famosa è la già citata Urquell, ma sono Pils anche la Heineken e la Beck’s, per dire); le Kellerbier, bionde non ltrate, con schiuma poco persistente (tra le più note, la Hacker-Pschorr e la Löwenbräu), e le Bock (nate nella città tedesca di Einbeck), bionde dal gusto maltato e alta gradazione alcolica (6-7%), ben rappresentate dalla Altenmünster Maibock e dalla Kulmbacher Eisbock (ma ce ne sarebbero davvero tantissime altre da menzionare).

Tra le Lager scure troviamo invece le Rauchbier, dalla città di Bamberg, prodotte con malti essiccati a fuoco diretto su legno di faggio, che conferiscono un delicato aroma affumicato; le Dunkel, birre scure tedesche tipiche di Sassonia e Bavaria, che al gusto si caratterizzano per note dolciastre

e maltate, perfette per mascherare l’amaro del luppolo; e le Schwarz, molto scure e decisamente amare, diffuse quasi solo in Germania, una versione amara della birra scura di Monaco.

In merito al servizio di Lager e Pilsner, ci sono due scuole di pensiero. La prima sostiene che si inizia a versare lentamente, a bicchiere inclinato, sollevando pian piano il bicchiere in posizione verticale, aumentando via via la velocità di mescita. Si versa poi l’ultima quantità di birra a bicchiere verticale, sulla schiuma già formata, per regolare la giusta quantità di schiuma e ottenere una cupola (o corona) che supera il bordo del bicchiere. La seconda scuola di pensiero prevede invece di eliminare la schiuma con un’apposita spatola. In ogno caso la schiuma deve essere abbondante (3-4 dita) e vaporosa, deve traboccare dal borso del bicchiere per le Pils e sviluppare l’aroma del luppolo, mentre è più limitata per le Lager.

COSE BUONE DI CASA

A cura di Angela Schiavina

Zuppa di orzo e funghi

Ingredienti: per 6 persone, tre piccoli porcini ben sodi, due coste di sedano, due carote, una zucchina, due fette di sedano rapa, una cipolla, 100 g di orzo, mezzo bicchiere di vino rosso, una scorzetta di limone, tre pomodori perini, un rametto di rosmarino, due cucchiai di prezzemolo tritato, due cucchiai d’olio, 2 l di brodo di carne o di brodo vegetale, parmigiano reggiano, sale pepe macinato fresco. Preparazione. Mettete a bagno l’orzo per un’ora, poi scolatelo e asciugatelo. Nel frattempo pulite tutte le verdure e tagliatele a dadini, pulite i funghi con una spazzola bagnata e tagliategli a fettine, scaldate l’olio in una padella capace e poi soffriggete tutte le verdure per due minuti; unite il rosmarino e i funghi, bagnate con il vino rosso e lasciatelo evaporare. Aggiungete il brodo, la scorza di limone, il pepe e l’orzo. Portate a ebollizione e lasciate cuocere a fuoco dolce no a quando l’orzo sarà cotto. Scottate i pomodori in acqua bollente, scolateli, sbucciateli ed eliminate i semi e tagliateli a pezzetti, uniteli alla minestra e continuate la cottura per altri 10 minuti. Salate la zuppa verso la ne della cottura. Servite con il parmigiano e il prezzemolo.

SBICCHIERATE

A cura di Alessandro Fogli

Barbagianna, orange senza ma

Iniziamo con un’intemerata. Nove volte su dieci, alla visione della carta dei vini di ristoranti e trattorie, vengo colto da fastidiosi episodi di gonadoclastia. Perchè, a parte la ricorrente incoerenza delle proposte, è assolutamente inaccettabile trovare in carta referenze provenienti dalla gdo. I vini del supermercato, in una carta seria, no, nein, niet, verboten, vade retro. Deve essere una regola aurea. Bene, passiamo alle cose belle, come il Barbagianna 2020 di Bragagni, a Brisighella. Si tratta di un vino bianco ottenuto da uve Famoso e Trebbiano – entrambe provenienti da un singolo vigneto – macerate sulle bucce per 20 giorni. Un cosiddetto orange wine, dunque, di quelli che quando ti rendi conto che è nito ti dai dell’idiota per averne acquistata una sola boccia. Grande profondità aromatica, pesca e albicocca vengono af ancate da sfumature delicate di tè ed erbe balsamiche. Il sorso fa resuscitare i morti, avvolgente, corposo, fresco e sapido, di grande personalità. Ma vedo che il mio spazietto è terminato.

Tripadvisor Travellers’ Choice Awards Winner 2024

Birrificio Bajon

PORTO CORSINI

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