Aumentano gli spettatori nei teatri Al via le stagioni in tutta la provincia
Da Original Parquet di Alfonsine un nuovo incontro per i professionisti dell’architettura contemporanea In apertura il tour allo stabilimento produttivo
L’azienda, eccellenza nel campo dei pavimenti in legno, ha accolto gli ospiti con l’importante momento di approfondimento della visita in fabbrica. A seguire la conferenza di architettura del professore Biraghi e di Alessandro Bucci Architetti nella splendida cornice dello showroom
Dopo il successo dell’incontro del 10 ottobre scorso, Original Parquet raddoppia ospitando il secon do appuntamento della stagione delle conferenze di “SeDici Architettura”, la rassegna organizzata da Reclam (curata dal professore Alberto Giorgio Cassani, dall’architetto Emilio Rambelli e dal gior nalista Fausto Piazza c e propone una ri essione sull’arc itettura conte poranea e crea un’occa sione di incontro e dialogo fra le migliori aziende del settoree i professionisti architetti del territorio. Anche questa volta, gli incontri (patrocinati dall’Ordine degli Architetti di Ravenna e validi al fine del conseguimento dei crediti formativi) sono stati preceduti dalla visita guidata allo stabilimento produttivo di Original Parquet, in via dell’Artigianato 18, a pochi passi dallo Showroom di Alfonsine. «L’i dea del tour allo stabilimento è nata per rispondere a una richiesta emersa dall’Ordine degli Architetti rappresentato dall’architetto Rita Rava, presente alla visita. Per agevolare i progettisti dell’abitare organizziamo le conferenze in orario serale, ma abbiamo pensato a questo nuovo format con visita pomeridiana per dare modo ai professionisti di vedere in prima persona cosa c’è dietro al prodotto finale c e viene poi utilizzato nei loro pro etti spie a Giovanni Ballardini, presidente dell’azienda che da trent’anni si occupa della realizzazione di pavimenti in legno di alta qualità, sviluppando Origi nal Parquet in una delle imprese leader del settore in Italia, con importanti quote di export in tutto il mondo. Durante la visita alla fabbrica, sotto la guida competente e appassionata di Anna Ballardini, responsabile commerciale e dello showroom aziendale, architetti e visitatori hanno avuto modo di toccare con mano la straordinaria qualità dell’offerta di Original Parquet, dalle materie prime al pro dotto finito redia o c e uesto or at di appro ondi ento pre con erenza sia un o ento di incontro e condivisione con i professionisti del settore. Per noi è un piacere essere sede di questo tipo di piacevole interazione, così come è un piacere trasmettere a tecnici e progettisti la nostra qualità operativa e la nostra filosofia spie a nna Ballardini a visita allo stabili ento per ette inoltre di toccare con mano il nostro impegno, la nostra dimensione umana e professionale e l’investimento stratificato ne li anni da io ratello oberto Ballardini, ondatore dell’azienda, c e a se pre in vestito per creare una linea e ficiente e all’avan uardia, rinnovando costante ente i acc inari e i processi. Anche gli architetti ci hanno confermato che per loro è un valore aggiunto avere conoscenza della realizzazione delle finiture di una superficie di pre io co e il le no c e non si studia sui libri, a onda entale per la realizzazione a re ola d’arte dei pro etti
A restare impressa, durante la visita dello stabilimento, è l’attenzione per i dettagli, per l’innovazione e per la ecosostenibilità: si va dalle prime fasi di creazione dei listelli tramite pressatura a sand ic alla profilatura asc io− e ina create si ultanea ente da un apposito acc i nario all’avanguardia), all’interessante passaggio della verniciatura, eseguito magistralmente grazie all’utilizzo di tecnologie innovative e sostanze prive di componenti tossiche o inquinanti. Le vernici catalizzate da ra i arantiscono una per etta resa estetica e una lun a durata nel te po reia mo i nostri parquet con l’idea che non dovranno mai essere levigati, grazie alla qualità delle materie prime e all’ottima prestanza sul lungo periodo, ma nel caso dovesse occorrere possono anche essere rilevi ati ni listello a in edia passa i sulla linea della verniciatura, stratificando in superficie una iscela di colori se reta co e una ricetta per un risultato unico e irripetibile di erenza della verniciatura a spruzzo, che può essere rilasciata esclusivamente con due o tre mani, la verniciatura a rullo con asciu atura tra ite la pade uv per ette un’a pia stratificazione e un aspetto del tutto na turale, tanto da apparire come oliato, consentendo una manutenzione zero del pavimento sul lungo periodo. Antecedente alla verniciatura, la spazzolatura: un brushing meccanico che andando ad apri re il poro del le no per ette un per etto a rappa io della vernice bbia o infine la stuccatura, un vero e proprio processo artigianale dove ogni singola doga viene passata a mano con stucco colorato, per eliminare ogni imperfezione.
«Quando si pensa al mondo industriale si pensa alla velocità, alle macchine, ma il mondo del legno non è così. Il legno è un materiale vivo e la componente umana è fondamentale. Associamo all’utilizzo di acc inari all’avan uardia la ano esperta dei nostri arti iani co enta nna Ballardini ra cui una consistente presenza e inile
Oltre al core business del parquet, all’interno della fabbrica è presente un piccolo laboratorio di fale gnameria dove vengono creati i complementi accessori ai pavimenti, per un’estetica coordinata e lus suosa: dagli elementi a “L” per scalini alle mensole da bagno o ai piccoli arredi. Anche in questo caso si tratta di manufatti di altissima qualità, assemblati in maniera tradizionale per garantirne robustezza e durata l tour si concluso con il laboratorio dove ven ono e ettuati li stress−test sui ca pioni di pavimento, realizzati in modo da rispondere agli strettissimi parametri internazionali, per garantire non solo la conformità a quelli italiani ed europei, ma anche la possibilità di export in tutto il mondo. li punti vendita ri inal Par uet in talia si a fiancano in atti nu erose rivendite internazionali, compreso un recente negozio monomarca nato nel cuore di Shangai.
A seguito della visita guidata, un gradito coffee break e l’inizio delle conferenze.Il professore e stu dioso di storia dell’architettura Marco Biraghi a appro ondito l’a ascinante fi ura di e ool aas, architetto olandese noto per le sue opere visionarie e fuori dagli schemi (tra cui, in Italia, il Fondaco dei edesc i di enezia e la ondazione Prada a ilano con l’iconico edificio dorato c e spicca al centro di un’area industriale periferica completamente rigenerata). Alessandro Bucci di studio Aba (Alessan dro Bucci rc itetti a presentato invece alcuni dei pro etti inviati a concorso nell’arco di esi dal suo collettivo an a na sfida nata per esplorare il rapporto con il co ittente pubblico, spesso considerato come un’entità astratta dagli stessi architetti, ma in realtà formato da persone con cui intrecciare un rapporto di fiducia, ascolto e sca bio di idee o e da tradizione la con erenza si è conclusa con un momento conviviale offerto da Original Parquet: una ricca degustazione di pro poste gastronomiche del territorio e vini creati ed etichettati appositamente per l’azienda alfonsinese.
Salvini e l’ambientalista De Pascale
di Luca Manservisi
C’è un caso particolare, tra i tanti, che merita forse di essere segnalato al termine di questa campagna elettorale. Ed è il paradosso di Matteo Salvini che, per tirare la volata alla candidata di centrodestra Elena Ugolini, in un comizio di pochi giorni fa ha detto praticamente che alle prossime elezioni bisognerà scegliere tra chi vuole salvare gli uomini e chi vuole invece salvare le nutrie. Facendo intendere che bisogna scegliere tra gli ambientalisti e gli uomini del fare, quelli che salveranno i romagnoli dalla prossima alluvione (che sarebbero Salvini & co, mi pare di capire). E facendo intendere allo stesso tempo che De Pascale invece è tra gli ambientalisti che vogliono salvare le nutrie. Proprio lui, De Pascale, che invece aveva esattamente dato la colpa (anche) alle nutrie, nei giorni della prima alluvione e che per questo è stato più volte contestato dagli ambientalisti duri e puri. L’ambientalista De Pascale che, in un cortocircuito spaziotemporale, avrà di fatto festeggiato l’arrivo in questi giorni di Salvini al porto di Ravenna in veste di ministro (ne parliamo a pagina 10) per firmare il contratto per la realizzazione di una maxi diga in mare per tutelare il rigassificatore voluto dallo stesso De Pascale, ma impossibilitato a presenziare a causa della campagna elettorale (sigh). Peccato perché sarebbe stato bello sentire il ministro accusare di “ambientalismo” il sindaco che quel rigassificatore l’ha voluto fortemente, alla faccia degli ambientalisti. E al contrario del nuovo presidente della Liguria, che è un ex sindaco, come De Pascale, ma di centrodestra e che ha già detto che il rigassificatore di Piombino non lo vuole mica in Liguria. Mentre il presidente della Toscana (che è invece di centrosinistra) ricorda che per più di tre anni quel rigassificatore a Piombino non può stare. «Noi abbiamo un accordo che dura tre anni - ha dichiarato -. La nostra parte l’abbiamo fatta [...] Noi sappiamo che la strada è quella di invertire la produzione, di puntare sulle rinnovabili. C’è stato un momento di crisi in Europa, anche per la guerra tra Ucraina e Russia. E noi abbiamo dato una mano al Paese». Ora invece l’emergenza sembrerebbe finita e qualcuno dice che del rigassificatore di Piombino se ne potrebbe pure fare a meno. Figuriamo di un secondo, a Ravenna, che per affrontare un’emergenza del 2022 entrerà in vigore (comunque a tempo di record) nel 2025.
Detto tutto questo, una domanda sorge spontanea: ma un ambientalista vero, alle elezioni del prossimo 17 e 18 novembre, chi dovrebbe votare?
4 POLITICA
ELEZIONI REGIONALI, TUTTO
QUELLO CHE BISOGNA SAPERE
8 ECONOMIA
COLPO DI SCENA
ALL’EX FARMOGRAFICA
18 SOCIETÀ
L’APPELLO PER “SALVARE”
GALLA PLACIDIA DAI PINI
21 CULTURA
LA MOSTRA DI ROSETTA BERARDI A PALAZZO RASPONI
26 GUSTO
TEMPO DI SAGRE IN ROMAGNA
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001
Anno XXII - n. 1.072
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Ma quanto è bello dar del «coglione»
di Moldenke
Potrebbe esservi sfuggito quanto successo da poco in consiglio comunale.
Premessa: l’ex deputato Pier Luigi Bersani è stato assolto dal tribunale di Ravenna dall’accusa di avere diffamato il generale Roberto Vannacci, in seguito eletto europarlamentare con la Lega, con l’epiteto “coglione” proferito durante una intervista pubblica dal palco della Festa dell’Unità di Ravenna l’1 settembre 2023. L’assoluzione è arrivata «perché il fatto non sussiste» e il giudice ha sottolineato come Bersani fosse stato «volutamente ironico».
Un fatto che di per sé fa sicuramente ridere e che potrebbe portare i bambini dell’asilo a dare del coglione ai propri amici, se solo sapessero leggere. Figuriamoci in consiglio comunale. Pochi giorni dopo la sentenza, infatti, a Palazzo Merlato è un consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Renato Esposito, che ha colto la palla al balzo per dare a sua volta del «coglione» al collega del Partito democratico Gianmarco Buzzi, che in quel momento stava presiedendo la seduta in qualità di presidente del consiglio comunale. «Ma lo dico ironicamente, come ha detto il giudice» ha detto Esposito, citando appunto il caso Bersani-Vannacci.
Il giorno dopo, il Pd in una nota inviata alla stampa ha espresso «forte condanna per l’increscioso episodio accaduto in consiglio comunale». Secondo il Partito democratico, «il consigliere Esposito ha dimostrato un atteggiamento assolutamente irrispettoso e incompatibile con il ruolo istituzionale che ricopre, pronunciando più volte la parola “coglione”. L’insulto è un atto di intolleranza che non ha spazio nelle aule istituzionali, dove il confronto politico dovrebbe sempre essere basato sul rispetto reciproco e sulla dignità». Il tutto, senza mai citare il caso Bersani, perché altrimenti il Pd avrebbe perso un po’ di credibilità, naturalmente. Alla vigilia di un voto locale, anche se regionale, un altro bello spot per l’astensionismo. Olè.
ELEZIONI
Il 17 e 18 novembre oltre 300mila ravennati chiamati alle urne per scegliere presidente candidati e tre consiglieri in li a ncognita a uen a
Domenica 17 novembre (dalle 7 alle 23) e lunedì 18 (dalle 7 alle 15) si vota per scegliere il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna e il nuovo consiglio regionale. Le elezioni si tengono con qualche mese di anticipo rispetto alla ne naturale della legislatura per le dimissioni dell’ex presidente Pd Stefano Bonaccini eletto a giugno al Parlamento europeo.
Quattro candidati alla presidenza
A correre per la carica più importante di via Aldo Moro a Bologna ci sono il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, a capo di una coalizione di centrosinistra molto ampia con cinque liste a suo sostegno tra cui Italia Viva, Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle; Elena Ugolini, candidata civica, dirigente scolastico, con precedenti esperienze nel governo Monti, oggi sostenuta da tutti i partiti al governo nazionale e formazioni civiche di centrodestra per un totale di quattro liste; Federico Serra, sostenuto da una lista di estrema sinistra che raccoglie Pap, Rifondazione comunista e Pci; il no vax Luca Teodori, che nella circoscrizione ravennate si presenta senza alcuna lista a sosegno.
Quaranta candidati al consiglio per tre seggi
della Famiglia, Mirko De Carli, e Roberta Bravi, protagonista della recente scena politica lughese. L’elenco completo è disponibile su www.ravennaedintorni.it. Per poter entrare in consiglio lo sbarramento per le liste è al 3 percento dei voti. Per la coalizione vincente è previsto un premio di maggioranza di 9 seggi sui 50 del consiglio (40 invece sono assegnati su base proporziale e uno spetta al presidente eletto).
Gli elettori
Degli oltre 3,5 milioni di elettori chiamati alle urne in Emilia-Romagna, 309mila sono quelli della provincia di Ravenna. Come sempre è necessario presentarsi al seggio muniti di documento di idenità e tessera elettorale. Quanti di questi aventi diritto andranno effettivamente alle urne è una delle grandi incognite di questa tornata elettorale. Nel 2020 l’af uenza s orò il 68 percento, complice allora anche il cosiddetto “movimento delle sardine” e una competizione particolarmente aperta. Alla tornata precedente, tuttavia, che si svolgeva proprio a novembre, quindi esattamente dieci anni fa, andò alle urne appena il 37 percento degli aventi diritto.
Una sola scheda, 4 modi di votare Sbarramento al 3 percento
Per quanto riguarda il consiglio regionale, alla circoscrizione di Ravenna spettano tre rappresentanti. Sono ben quaranta i candidati ravennati in corsa divisi in dieci liste. Nelle ultime tornate sono sempre stati eletti due esponenti del principale partito della coalizione vicente e uno del principale partito della coalizione perdente. In pratica negli ultimi anni questo si è tradotto in due rappresentanti per il Pd e uno per la Lega (prima del sorpasso di Fratelli d’Italia registrato nelle ultime tornate elettorale). Tra i più papabili di conseguenza ci sono i quattro nomi in corsa per il Pd: i ravennati Massimo Cameliani, ex assessore e presidente del consiglio comunale, e Petia Di Lorenzo, l’ex sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni, il faentino Nicolò Bosi, presidente del consiglio comunale. Nel centrodestra tra i candidati di Fratelli d’Italia c’è il segretario provinciale nonché capogruppo a Palazzo Merlato Alberto Ferrero. Tra i candidati più “illustri” nel panorama politico locale anche il vicensindaco di Ravenna Eugenio Fusignani (nella lista Futura) e due assessori dei 5 Stelle (Igor Gallonetto di Ravenna e Massimo Bosi di Faenza). Nelle le del centrodestra compaiono, per la Lega, uno dei referenti nazionali del Popolo
La scheda e il voto
La scheda sarà una soltanto, di colore verde, ma sarà possibile votare in più di un modo. Innanzitutto si può votare solo per il candidato presidente, in questo caso il voto non si estenderà a nessna delle liste collegate. Si può votare solo per una lista, esprimendo no a due preferenze scrivendo i nomi purché di sesso diverso (pena l’annullamento della seconda preferenza) dei candidati di quella lista. In questo caso il voto andrà automaticamente anche al candidato presidente sostenuto dalla lista, come si fossero fatte due croci, una sul candidato e una sulla lista (altra opzione lecita). In ne, è previsto come per le comunali, il cosiddetto “voto disgiunto”, ossia il voto a una lista per il consiglio regionale e a un candidato presidente diverso da quello sostenuto dalla lista.
Il post voto
Comunque andranno le elezioni, Ravenna resterà senza sindaco. Michele de Pascale potrebbe restare primo cittadino e rinunciare al seggio in Regione ma ha già annunciato l’intenzione di non tornare a Palazzo Merlato nemmeno in caso di scon tta, quando il suo impegno diventerebbe quello di capo dell’opposizione in via Aldo Moro.
AGENDA ELETTORALE/1
La lista Futura in piazza a Faenza con Della Vedova e Bragagni
Venerdì 15 novembre alle 18 in piazza della Libertà a Faenza la lista Emilia Romagna Futura chiude la campagna elettorale con un aperitivo. L’incontro si terrà al gazebo appositamente allestito, alla presenza dei candidati Chiara Francesconi, Andrea Pasi e Federica Gullotta promotrice dell’evento, assieme a loro i responsabili provinciali dei partiti Filippo Govoni (Azione), Nevio Salimbeni (Più Europa) e Pierdomenico Lonzi (Partito Socialista).
Saranno inoltre presenti l’onorevole Benedetto Della Vedova (Più Europa) e Francesco Bragagni, segretario regionale del Partito Socialista.
AGENDA ELETTORALE/2
Roberto Fico parla di ma e per il Movimento 5 Stelle
Venerdì 15 novembre il Movimento 5 Stelle di Ravenna chiude la campagna elettorale in vista delle elezioni regionali (che vedono il Movimento nella coalizione di centrosinistra che sostiene il sindaco uscente di Ravenna, Michele de Pascale) parlando di infiltrazioni mafiose e autonomia differenziata.
Appuntamento alle 18.30 alla sala Buzzi di via Berlinguer con l’europarlamentare Giuseppe Antoci e l’ex presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.
AGENDA ELETTORALE/3
Pullman per il gran nale di De Pascale a Bologna
La campagna elettorale del candidato presidente del centrosinistra Michele De Pascale si chiuderà in piazza Santo Stefano a Bologna venerdì 15 novembre alle 20. Il Pd organizza pullman da Ravenna (alle 18.15 da via della Lirica) e Lugo (alle 18.45 piazzale dello stadio). Per prenotazioni e informazioni: 0544281611. Sempre il 15 novembre, la candidata Eleonora Proni sarà invece alla Bocciofila di Fusignano per una cena di fine campagna elettorale alle 19.
AGENDA ELETTORALE/4
Cena al Mattei per Forza Italia con Maurizio Gasparri
Forza Italia conclude la propria campagna elettorale, in appoggio alla candidata presidente Elena Ugolini, con una cena al Grand Hotel Mattei di Ravenna il 14 novembre a partire dalle 19.30 con il capogruppo del Senato, ex ministro, Maurizio Gasparri.
AGENDA ELETTORALE/5 Passeggiata “con delitto” e aperitivi per Alberto Ferrero di Fdi
Ancora due appuntamenti con il candidato al consiglio regionale Alberto Ferrero di Fratelli d’Italia. Giovedì 14 novembre alle 18 la lista civica Viva Ravenna organizza infatti un appuntamento “culturalconviviale” con il candidato. Partenza alle 18 dalla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo per una passeggiata di un’ora e mezza alla scoperta dei “delitti” più celebri della città. L’iniziativa si concluderà con un aperitivo all’hotel Diana (prenotazioni: 3486553345).
Venerdì 15 novembre invece Alberto Ferrero chiuderà la campagna elettorale a Faenza con un aperitivo al caffé Bellini, alle 19.
Il Ristorante Alexander, eccellenza gastronomica del territorio, presenta un’anteprima dei progetti per il 2025
Parlano i titolari: «Volge al termine un’annata di grandi soddisfazioni, a partire dal rinnovamento del design interno fino ai format estivi in collaborazione con Poggio della Dogana e ai tanti eventi aziendali ospitati. Per il 2025 i propositi sono di migliorare ulteriormente l’offerta culinaria dello chef Mattia Borroni con un nuovo menù e nuove iniziative»
Una cucina semplice e di cuore, lontana da sofismi e inutili formalità. Questa è l’idea che lo chef Mattia Borroni propone ogni giorno al Ristorante Alexander di Ravenna, dove lavora da quando aveva appena 19 anni: «Sono cresciuto in questa cucina sbagliando e sperimentando, studiando, documentandomi e investendo il mio tempo nella ricerca e nella pratica. Quello che voglio proporre oggi è una serie di piatti ben fatti, legati al gusto dell’infanzia e del “buono”, con un forte richiamo alla tradizione, seppur con le dovute licenze».
Il talento di Borroni rende infatti il Ristorante Ale xander una delle punte di diamante della città a li vello gastronomico. La cornice suggestiva fornita dall’ex cinema (completamente ristrutturato nel 2006 da Pia, proprietaria del ristorante, e recen temente rinnovato con un tocco più contempo raneo e d’avanguardia) e l’accoglienza di Sante, professionista di lungo corso nell’ambito della ristorazione e del suo staff, completano il quadro. «Ogni piatto che proponiamo racconta una storia, un’emozione, un ricordo. Abbiamo intenzione di migliorarci ulteriormente per dare il giusto valore alla cultura gastronomica nel ravennate» commenta lo chef, che confessa di essere nato e cresciuto col sogno di legare il suo nome all’ambi ta stella Michelin, ancora assente nel ravennate, e di avere però cambiato prospettiva nel corso degli anni.
«Maturando ho capito che si tratta di un ricono scimento soggettivo, contestualizzato in una se rie di dinamiche cittadine che vanno al di fuori della sola abilità culinaria. Oggi le guide mi interessano meno, la mia priorità è quella di fare al meglio il mio lavoro senza velleità. Cucino come se dovessero venire a cena i miei più cari amici, cercando un concetto di cucina che faccia stare bene: non esiste ristorante stellato sen za clienti soddisfatti. In molti credono che a una città come Ravenna spetti una stella, e allora il mio consiglio è quello di investire sui ristoranti e di premiare il lavoro costante».
Nell’ottica della crescita e valorizzazione dei talenti locali, è da segnalare l’appuntamento di food pairing di venerdì 15 novembre “Orient Express - un viaggio dall’Oriente all’Occidente” tra i piatti di Borroni e i cocktail del bartender Pier Zanotti, un’esperienza sofisticata e coinvol− gente che si muoverà tra i più vari connubi di sapori e culture. Guardando al futuro, è già confermato per l’estate del 2025 il ritorno delle ormai tradizionali
cene in collina e di alcuni eventi iconici del ristorante come “Il pranzo della domenica come una volta”. In vista della stagione festiva invece, l’Alexander si riconferma la location perfetta per sofisticate cene aziendali e incontri lavoro, con menù personalizzati appositamente per l’occasione. «Nessuno di noi è ravennate di origine ma abbiamo scelto Ravenna come casa d’elezione per i suoi valori, il suo vivace panorama culturale e la sua natura di città d’arte – concludono i titolari Pia e Sante –. Abbiamo il piacere di dare ogni giorno il nostro massimo alla città e siamo pronti ad accogliere la clientela con affetto e con il sorriso».
Ristorante Alexander via Bassa del Pignataro, 8 - Ravenna Tel. 0544 212967 - mail: info@ristorantealexander.it www.ristorantealexander.it - IG ristorantealexander - FB Alexander Ravenna
6 / POLITICA
RAVENNA&DINTORNI 14-20 novembre 2024
RACCONTI
Assessore regionale al Doposbornia
di uel momento della ita in cui le persone escono dall al um otografico dei tuoi ricordi e iniziano a fare capolino sui manifesti elettorali
È scomparso qualche mese fa il babbo di un mio caro amico, una persona che senza saperlo ha avuto una grande in uenza nella mia vita. Era un personaggio molto particolare, almeno per gli standard di una persona nata e cresciuta in campagna come me. Studioso di lettere classiche, ex bibliotecario, persona dotta e grandissimo commensale; non era decisamente frequente trovarsi a cena con un gruppo di venticinquenni e il padre sessantenne di uno di loro, e che tutti i venticinquenni stessero in silenzio ad ascoltare le sue storie. Con lui capitava sempre. Nella mia esperienza di vita è stato uno dei primi adulti di cui ho pensato che una volta sono stati anche ragazzi, e senza necessariamente comportarsi da eterno adolescente o cosa - credo avesse un trucco, credo di averlo capito, non lo svelo per scaramanzia. Era anche un discreto appassionato di musica, o comunque aveva in qualche modo la capacità di parlarne, e (da appassionato a mia volta) la mia storia preferita tra quelle che raccontava era una storia di musica, e arrivò per caso, buttata lì per caso a un certo punto. Avrete forse sentito parlare di un compositore di nome John Cage, forse il più importante intellettuale che nel novecento ha girato intorno alla musica. Una volta Ravenna dedicò a lui una piccola mostra in un luogo inusuale: la stazione Fs, con un concerto per piano preparato, un reading di Mimì Clementi e (mi pare) l’esposizione del famoso treno della sua performance. Alla ne degli anni settanta venne chiamato a sonorizzare un treno che percorreva la tratta Bologna-Rimini, un’opera poderosa di cui io ho potuto solo sentir parlare - una cosa che attraversava il mio territorio, piena di artisti chissimi, improvvisazioni, tutto a cura di un gigante della cultura del ‘900. E lui dice che in effetti su quel treno c’era stato e aveva conosciuto John Cage (immaginati la mia mascella), ma non ricordava musica o altro - forse erano sopralluoghi pre-performance, o che so io. In effetti l’unica cosa che ricordava era che s’era sparsa la voce di questo tizio importante ma anche cordiale e un po’ stralunato, e della sua cricca di amici che andava ad attaccar bottone e magari prenderlo un po’ per il culo. Di questa cricca uno dei più accaniti era tale Riccardo, nome di fantasia, uno di quei classici gli della campagna romagnola che a un certo punto vengono investiti da un tir carico di buone letture e diventano improvvisamente dei bohemien di sinistra con la sciarpina ma senza scordare il buonumore che respiri nella valle del Savio. Era una bella storia,
STORIA/1
Alla biblioteca Oriani la Resistenza di Ravenna
Si terrà venerdì 15 novembre, alle 17.30, alla sala “Spadolini” della biblioteca di storia contemporanea “Oriani” di Ravenna la presentazione del volume di Guido Ceroni, Ora e sempre. Storia dalla Resistenza (Danilo Montanari Editore 2024). Il libro è un viaggio dentro la memoria, privata e pubblica, della Resistenza ravennate. L’autore ne discuterà con il direttore della Biblioteca Alessandro Luparini. Seguirà la proiezione del documentario di Sergio Zavoli “L’Armata delle valli” (RAI 1966), che il grande giornalista girò nei luoghi della battaglia che nel dicembre del 1944 portò alla liberazione di Ravenna.
Credo che questa sia in fondo la forma ultima di democrazia: tirare una croce nella speranza di mandare a casa uno dei tuoi migliori amici
un po’ perché aggiungeva una dimensione umana alla gura di John Cage, ma soprattutto perché questo Riccardo aveva poi completato gli studi, fatto certe scelte di vita e in quell’esatto momento ricopriva la carica di sindaco nella città in cui ci trovavamo mentre il padre del mio amico raccontava la storiatra l’altro negli anni chiave di un percorso di imborghesimento liberale di un centrosinistra che stava scandagliando i tombini alla disperata ricerca di una personalità carismatica. Fine dell’aneddoto, e giunto no a qui mi rendo conto di averla tirata troppo per le lunghe. L’ho raccontato perché è stato a quel tavolo, qualche decina di anni fa, che ho scoperto un aspetto marginale ma signi cativo di quello che sarebbe stata l’età adulta: arriva un momento in cui alcune delle persone che popolano l’album fotogra co dei tuoi ricordi escono dal suddetto album e vanno a tappezzare le strade delle città in cui passi la tua vita, sotto forma di manifesti elettorali. E per quanto riguarda la mia esperienza, non è mai molto diverso dalla storia del treno, e se devo essere sincero è tutto un po’ deludente.
Quando giravo per i banchi del liceo alla disperata ricerca di un punto di riferimento politico era abbastanza evidente chi avrebbe dedicato la sua vita alla politica, da tutte e due le parti. A dirigere le attività della sinistra c’era un gruppo di personaggi vestiti più o meno come me, alcuni arrabbiatissimi e altri spesso storditi dalle cose che facevano nella loro vita privata; a destra c’erano diversi membri della Cesena bene che gravitavano attorno alle associazioni cattoliche e nuovi personaggi che stavano prendendosi la ribalta sull’onda del berlusconismo (a quei tempi appena nato). Erano spesso personaggi ai limiti del probabile, ma si riusciva a identi care tra loro alcuni nomi per i quali avresti giurato una carriera politica di grandissimo successo a livello nazionale. Erano spesso gure barricadere che nell’Italia del 1995 urlavano contro i pericoli dello statalismo e dell’ultraliberismo, a seconda dei casi, con un’energia e un trasporto che mi facevano intravedere in ligrana un alleato o un nemico su cui poter contare in futuro. E ovviamente non ho sentito parlare di nessuno di loro niti gli anni del liceo, quantomeno quando si trattava di politica. Le persone che riconosco nei manifesti per strada e negli spot su internet sono decisamente altre. Quasi sempre hanno trovato la loro vocazione politica più tardi, nella prima età adulta, e magari dopo
STORIA/2
Un convegno di due giorni su Don Minzoni “tra missione sacerdotale e impegno sociale”
“Don Minzoni, tra missione sacerdotale e impegno sociale” è il titolo del convegno in programma a Ravenna il 15 e 16 novembre alla Sala Bandini di via Boccaccio (dal mattino fino al tardo pomeriggio). Una due giorni di studio voluta dall’arcidiocesi di Ravenna-Cervia, dalla parrocchia di Argenta, da Agesci, Masci e scout d’Europa, con i più importanti studiosi della figura del sacerdote, per il quale nel 2023 è stata avviata la causa di beatificazione. Quattro le sessioni del convegno, che approfondiranno la formazione di Don Minzoni, il tempo della Grande guerra e del fascismo, gli scritti del sacerdote e alcuni aspetti biografici. Più divulgativa l’ultima tavola rotonda, coordinata da Giovanni Battista Bachelet e dedicata alla “eredita e all’attualità dell’opera di don Minzoni” con Giuseppe Vacca, Alberto Melloni, Flavia Piccoli Nardelli e il postulatore della causa di beatificazione, padre Gianni Festa.
PASSATISMI & PASSATELLI
Romagna, ospitalità, convivialità, passato e presente di Francesco Farabegoli Cesenate trapiantato a Ravenna, scrive o ha scritto su riviste culturali come Vice, Rumore, Esquire, Prismo, Il tascabile, Not
i trenta. A quel punto la loro vita era una somma di esperienze di cui non potevi avere idea, e il loro programma politico - ammesso che oggi si possa davvero parlare di programmi, ok - non rispecchia in alcun modo le foto che hai in testa. Alcun* hanno il viso pulito e parlano di un futuro green, ma tu te l* ricordi con qualcuno che teneva loro i capelli mentre sboccavano fuori dal Rock Planet e posti simili. Ci sono persone con cui hai diviso birre e con denze che ragliano contro il pericolo immigrazione e una sicurezza cittadina ormai allo sbando. Spariscono magicamente gli anelli al naso, le collane coi pentacoli, le occhiaie e le bottiglie di Tennent’s Super (parliamo dei più morigerati per carità cristiana), sostituiti da bizzarri completi scelti da qualche consulente per l’armocromia e pettinature indossate per la prima volta in occasione della foto, con lo stesso sdegno con cui la mia professoressa di lettere al liceo commentava i miei temi di cultura generale («e commentiamo ora il tema insipido e triste di Farabegoli, che per la fortuna di questo paese non sarà più tenuto a scrivere una singola riga di prosa una volta che riuscirà a rubare il suo diploma di maturità scienti ca»). Sciorinano un italiano formale e irriconoscibile, pugnalato dalle in essioni dialettali che maneggiavano così bene nei tavoli di quei bar forlivesi, nelle saltuarie tribune politiche del Tgr Emilia Romagna a cui partecipano. Leggo i loro nomi incolonnati nei manifesti che af ggono fuori dai seggi, spesso nei piani bassi delle liste di un partito contro cui sono venuto a votare, e credo che questa sia in fondo la forma ultima di democrazia - entrare nel segreto dell’urna e tirare una croce nella speranza di contribuire a mandare a casa uno dei tuoi migliori amici. Pensateci la prossima volta che prendete un treno e magari un diciannovenne nello scomparto dietro vi infastidisce ascoltando della trap orrenda con l’ampli catore bluetooth: fra 30 anni potrebbe essere lui a decidere se rifare o no l’asfalto davanti a casa vostra.
INCONTRI
Si parla di giustizia e magistratura alla sala Ragazzini di Largo Firenze
“Vostro onore mi oppongo. La giustizia spezzata. Riflessioni sulla proposta di separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura e sul nuovo Decreto sicurezza”. Questo il tema del nuovo incontro di informazione organizzato da LaboraUp Ravenna e dal Circolo Prc-Se “Un altro mondo è possibile”.
Il confronto si svolgerà giovedì 14 novembre, alle 20.30, nella sala Ragazzini di Largo Firenze, a Ravenna. Interverranno Carlo Benini, avvocato penalista da oltre 45 anni; Daniela Cavallini, professoressa associata di Ordinamento giudiziario presso l’Università degli Studi di Bologna (Dip. di Scienze politiche e sociali) e Direttrice del Centro Studi e Ricerche sull’Ordinamento giudiziario; Roberto Riverso, magistrato, Consigliere della Corte di Cassazione, sezione lavoro; docente a contratto all’Università di Bologna, autore di note e saggi sul diritto del lavoro. Coordina gli interventi Nevio Galeati.
RAVENNA&DINTORNI 14-20 novembre
I contributi statali non sono a fondo perduto e o r n n e rmo r
Si interrompe la trattativa per salvare l’azienda di confezioni per medicinali che una multinazionale austriaca ha deciso di chiudere dopo l’alluvione 2023. A rischio 79 posti di lavoro. Per la rinascita servono 21 milioni di euro
Sono di nuovo a rischio i posti di lavoro dei 79 ex dipendenti della M&M Packaging di Cervia (ex Farmogra ca) che realizzava imballaggi per medicinali (sette lavoratori hanno già trovato un’altra collocazione spontaneamente). Dopo 18 mesi di incertezze e trattative tra la multinazionale austriaca Mayer-Melnhof (che gestiva la produzione al momento dell’alluvione di maggio 2023 dopo la quale ha deciso di cessare l’attività) e il gruppo cervese Focaccia (che ha rilevato l’organico aziendale per l’avvio di una nuova impresa nel settore), sembrava arrivato il lieto ne per i lavoratori, grazie alla rma di un accordo con il ministero per le Imprese e il Made in Italy lo scorso 10 settembre che avrebbe permesso la concessione di fondi statali e l’avvio da parte di Focaccia della nuova società Arti Gra che Romagnole (Agr), con l’uf cializzazione dell’assunzione dell’intera forza lavoro il primo ottobre scorso. Ma una lettera del 31 ottobre inviata dall’imprenditore Riccardo Focaccia a istituzioni provinciali e sindacati, circolata nella serata del 6 novembre, annuncia la chiusura del progetto Farmogra ca per mancanza dei contributi richiesti.
L’aquirente ha già speso 350mila euro tra procedure legali e commerciali
L’avvio della nuova attività produttiva richiederebbe un investimento di oltre 21 milioni di euro (di cui 16 milioni per il ripristino delle linee produttive e 5,5 milioni per la costruzione della struttura edilizia per ospitare la produzione), una cifra impossibile da sostenere per il gruppo Focaccia senza un investimento a fondo perduto pari almeno al 50 percento dei costi complessivi.
Dopo i primi segnali di cauto ottimismo a seguito dell’incontro del 10 settembre, il team di Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) ha fatto marcia indietro, chiarendo che l’intervento di nanziamento messo in campo non sarebbe a fondo perduto, bensì pari a un fondo di investimento. L’azienda dovrebbe quindi presentare un budget secondo le aspettative di fatturato, che verrebbe poi valutato ed eventualmente
nanziato dalle istituzioni, con partecipazione di capitale in minoranza, da restituire al quinto anno di esercizio. Focaccia Group dovrebbe quindi investire 21 milioni di euro in cinque anni, iniziando a fatturare (forse) dopo due dall’apertura. Un progetto che, a queste condizioni, secondo l’imprenditore è destinato a naufragare in meno di un anno, «contro l’interesse di tutte le parti». In questi mesi di trattativa, il gruppo cervese ha già sostenuto oltre 350mila euro per le operazioni di acquisizione del ramo d’azienda, tra procedure legali e commerciali. A questi si aggiungono i pagamenti delle imposte e i 300mila euro mensili destinati al pagamento dei lavoratori. Vista la recentissima creazione della newco Agr, senza un piano industriale sostenibile o un indice di indebitamento non è altresì possibile attivare la cassa integrazione straordinaria legata alla ripartenza. A queste condizioni, l’amministratore ha dichiarato la chiusura del progetto entro la ne di novembre, essendo impossibilitato a sostenere ulteriormen-
È MORTO ARTURO FERRUZZI
È morto a 84 anni Arturo Ferruzzi, figlio di Serafino, fondatore dell’omonimo gruppo imprenditoriale ravennate, colosso agro-alimentare che salì alla ribalta delle cronache negli anni ottanta quando diventò azionista di maggioranza della Montedison. Arturo fu protagonista dell’ascesa e della successiva crisi dell’azienda, con la guida anche di suo cognato Raul Gardini (marito di una delle tre sorelle Ferruzzi, Idina). Dal primo matrimonio con Emanuela Serena Monghini, Arturo Ferruzzi ha avuto tre figli: Desideria, Massimiliano e Diletta. Nel 2001 sposò Maria Cristina Busi, proprietaria di alcuni stabilimenti di imbottigliamento della Coca Cola. Da alcuni anni, Arturo Ferruzzi aveva iniziato a seguire il business della moglie, spostandosi a vivere in Sicilia. È deceduto a Noto l’8 novembre. Da tempo soffriva di problemi cardiaci. I funerali si sono tenuti il 12 novembre a Ravenna nella basilica di San Francesco.
FAENZA
UN CORTEO FINO AL MUNICIPIO
Il 13 novembre si è svolto a Cervia un corteo organizzato dai sindacati per chiedere di salvare l’ex Farmografica. Dall’ingresso della sede storica, al civico 121 di via Di Vittorio, il corteo ha raggiunto il municipio. I sindacati lamentano la sostanziale indifferenza del Governo alla crisi dell’azienda di confezioni farmaceutiche. «Non abbiamo ad oggi ricevuto nessuna risposta concreta alla nostra richiesta di convocazione di un tavolo con tutte le parti in causa per approfondire le motivazioni dello stallo e trovare rapide soluzioni prima del naufragio del progetto di rilancio – spiegano Saverio Monno (Slc-Cgil), Ryan Paganelli (Uilcom) e Stefano Gregnanin (Fistel-Cisl) –. Pretendiamo ascolto, risposte e soluzioni concrete. Non c’è più tempo, il Governo intervenga rapidamente».
te la mole di spese senza ritorno certo e causando quindi il licenziamento di tutti gli 87 lavoratori.
Tra gli ostacoli al nanziamento, c’è anche la mancata registrazione del marchio “Farmogra ca”, non assimilabile a un’azienda storica territoriale. Neanche la sollecitazione al governo del 26 gennaio scorso, con due ordini del giorno sulla vicenda approvati all’unanimità dalla Camera dei deputati, sembra aver avuto rilevanza sull’esito politico della storia. È stata valutata anche l’ipotesi di restringere i costi tramite una riduzione dell’organico aziendale, ritenuta però fallimentare a fronte dello scontro con competitor troppo grossi nel settore farmaceutico e non in linea con il progetto di tutela dell’intera forza lavoro sostenuto dall’imprenditore.
Nell’ultimo mese stavano già prendendo il via gli assetti organizzativi della newco e la richiesta comune di sindacati, lavoratori e gruppo d’impresa ora è quella di non abbandonare la lunga lotta di non «gettare le promesse nel fango».
ARRIVANO I PRIMI AIUTI COMUNALI A CHI È STATO ALLUVIONATO PIÙ DI UNA VOLTA: 512MILA EURO ASSEGNATI A 60 FAMIGLIE
Sono sessanta le famiglie di Faenza che hanno ricevuto il contributo straordinario messo a disposizione dal Comune come aiuto ai nuclei che hanno subìto, nei propri piani terra, i danni di più di una alluvione. Il totale liquidato a oggi è di 512mila euro. Una trentina di altre pratiche è attualmente in corso di verica istruttoria. Il Fondo Alluvione è stato istituito il mese scorso a seguito degli eventi meteorologici di settembre 2024, per garantire una prima misura tangibile di sostegno ai cittadini. I potenziali bene ciari possono presentare domanda entro il 13 dicembre 2024. Per l’amministrazione si tratta di un primo importante passo per aiutare le famiglie più colpite da emergenze senza precedenti: una risposta materiale a un bisogno sociale. L’obiettivo è di offrire un sostegno economico immediato che, a differenza di Cis e Cas, consenta di rendicontare tutte le spese sostenute per le necessità del nucleo familiare come utenze domestiche (luce, acqua, gas), spese mediche, assicurative, rate mutui, acquisto di beni di prima necessità, compresi telefoni cellulari, bici, monopattini, auto, elettrodomestici, arredi, abbigliamento, ecc. Tutte le informazioni dettagliate sono disponibili sul sito del Comune di Faenza.
CERAMICA
on r n n o o n m one er o r or one e ommer o
a mostra mercato iennale a raddoppiato i atturati consueti per le imprese del aentino
L’edizione 2024 della biennale mostra-mercato della ceramica Argillà a Faenza ha generato un indotto economico di un milione di euro per le imprese del territorio che si occupano di ospitalità, ristorazione e commercio. La cifra viene da un’indagine condotta da Jfc (studio faentino di consulenza turistica e marketing territoriale) con interviste realizzate tra gli stand, le strutture ricettive, bar, ristoranti, negozi, visitatori e operatori culturali durante il festival andato in scena dal 30 agosto all’1 settembre. L’indotto di Argillà ha raddoppiato i fatturati delle imprese in quei tre giorni.
In netta crescita le vendite degli espositori che hanno venduto in media 120,8 opere, quasi il doppio del 2022 con un incasso medio per espositore di 2.656 euro e con una crescita rispetto al 2022 del 27,5 percento.
La provenienza dei visitatori per il 39,1 percento risulta faentino, in calo rispetto alla edizione precedente, il 17,7 percento dal comprensorio, il 13 percento dal Ravennate, 14,3 percento dalla restante Emilia-Romagna e il 10,4 da un’altra regione. Il 5,6 è la quota dei visitatori stranieri.
Le strutture ricettive faentine e del circondario hanno registrato in occasione di Argillà 4.551 arrivi alberghieri/extra alberghieri per un indotto turistico di 12.713 persone provenienti da fuori territorio.
AGRICOLTURA/1
Raccolta castagne in crescita del 30 percento
Sulle colline faentine il raccolto di castagne è tornato abbondante come un tempo. Lo segnala Coldiretti Ravenna: la stima dell’associazione agricola è di una produzione in aumento del 30 percento rispetto allo scorso anno. «Questo nonostante le piogge alluvionali dello scorso settembre, che hanno creato nuovi problemi alla viabilità di accesso ai castagneti, rendendo in diversi casi complessa se non impossibile la raccolta», sottolinea Coldiretti. Spiega Nicola Grementieri, castanicoltore e responsabile Coldiretti Ravenna per la zona dell’alta collina: «Il prodotto c’è, sia in qualità che in quantità e anche in pezzatura, con il prezzo che sta tenendo bene mentre ci avviciniamo alla fine della campagna».
AGRICOLTURA/2
Olive: crisi in Italia, ma Brisighella fa il record
La campagna 2024 di raccolta olive a Brisighella sarà una delle migliori degli ultimi 20 anni. Dice Sergio Spada, presidente di Cab Terra di Brisighella: «Record in termini di quintali, ma anche di qualità delle olive, perfette, in salute, senza difetti e questo nonostante la tanta pioggia caduta nel 2024. Stiamo viaggiando verso il traguardo dei 10-11mila quintali». Notizie positive, dunque, dalle colline che possono fregiarsi della prima Dop nazionale dell’olio extravergine. Il trend che si registra a livello nazionale invece è di cali di produzione superiori anche al 30 percento, in particolare per via della siccità record che ha interessato in particolare gli oliveti del sud.
COOP SOCIALI
NASCE ZEROCERCHIO: 1.200 SOCI E FATTURATO 2025 DI 38 MILIONI
all novem re u ficiale la usione tra erocento e erc io
È nata uf cialmente l’1 novembre la cooperativa sociale Zerocerchio, creata dalla fusione di due storiche realtà del territorio, Zerocento di Faenza e Cerchio di Ravenna. Con un totale di oltre 1.200 soci e dipendenti e un fatturato previsto per il 2025 di circa 38 milioni di euro, Zerocerchio si pre gge di rafforzare il proprio impegno nei confronti della comunità locale, offrendo servizi e sostenendo l’occupazione nel settore sociale.
Per il primo anno, la nuova cooperativa sarà guidata da un consiglio di amministrazione che include i membri dei due precedenti consigli.
Il direttore di Zerocerchio, Michele Babini (nella foto), illustra le prospettive future: «Abbiamo sviluppato un piano strategico che mira a consolidare e sviluppare la presenza di Zerocerchio sul territorio. I prossimi anni saranno anni di consolidamento e di sviluppo aziendale in tutte le aree del welfare, anche grazie alle preziose collaborazioni con gli storici partner cooperativi. Come Zerocerchio intendiamo garantire la piena occupazione e costruire condizioni di lavoro adeguate per il nostro personale. In questo modo, vogliamo sostenere al massimo l’impegno quotidiano dei nostri colleghi e delle nostre colleghe, che svolgono un lavoro di cura di crescente complessità nei servizi che gestiamo. La nostra ambizione è di rafforzare il ruolo della cooperativa come protagonista nel welfare locale, rispondendo in modo sempre più ef cace ai bisogni della comunità».
PORTO/1
Via ai lavori per la diga da 880 metri n m re er o er r ore
Costerà 216 milioni
di euro
lla firma del contratto tra p e l a ienda cciona era presente anc e il ministro al ini « talia non pu continuare a dire no al nucleare»
È stato firmato il contratto tra il committente (Autorità portuale di Ravenna) e l’impresa esecutrice (la spagnola Acciona Construccion) per la realizzazione della diga in mare aperto a protezione del rigassificatore che verrà attraccato a una ex piattaforma di estrazione a 8,5 km dalla costa di fronte a Punta Marina. Il contratto è stato sottoscritto il 12 novembre nella sede di Ap da Daniele Rossi (presidente Ap) e Elio Rainone (amministratore unico di Rcm, società capogruppo del raggruppamento temporaneo di imprese di cui fa parte Acciona) alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.
L’opera in cemento armato, progettata dalla Snam che sta realizzando i lavori del rigassificatore (adeguamento della piattaforma Petra e stesura di un metanodotto interrato di 40 km che partirà dal mare e aggirerà la città di Ravenna a sud), avrà una lunghezza di 880 metri e una larghezza di 22 metri. Il costo è di 216 milioni di euro, interamente finanziato dal committente con fondi concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, e rientra nella spesa totale di 1,3 miliardi di euro.
La diga a parete verticale avrà la funzione di proteggere il rigassificatore nelle condizioni meteo-marine più avverse. Snam prevede l’entrata in esercizio del rigassi -
Con ndustria soddisfatta: «Ravenna ha un ruolo di rilievo»
Una delegazione di Confindustria Romagna, composta dal presidente Roberto Bozzi e dagli imprenditori rappresentanti del settore portuale e logistico, ha presenziato alla firma del contratto per la diga: «Si tratta di un altro passo importante nel percorso verso l’operatività e la protezione di un’infrastruttura decisiva per la diversificazione delle fonti energetiche –afferma il presidente Bozzi – un tema su cui Ravenna gioca un ruolo di rilievo nella strategia energetica nazionale e nella transizione in atto».
PORTO/2
LA COMMISSIONE PARLAMENTARE ECOMAFIE IN VISITA SUL CANTIERE IN MARE
Una delegazione della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei ri uti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari, la cosiddetta commissione Ecoma e guidata dal deputato forlivese Jacopo Morrone (Lega), ha visitato l’8 novembre il cantiere del rigassi catore al largo di Ravenna. Facevano parte della delegazione, oltre al presidente Morrone, i deputati Carmela Auriemma (M5s), Carla Giuliano (M5s), Gianni Lampis (Fdi), Eliana Longi (Fdi), Marco Simiani (Pd-Idp) e i senatori Silvia Fregolent (Iv-C-Re) e Pietro Lore ce (M5s). «Una iniziativa di grande interesse che apre strade per il futuro. – ha commentato Morrone a margine della visita - In generale, la s da che si deve vincere è quella di raggiungere in tempi utili l’autosuf cienza energetica del Paese».
ficatore denominato Bw Singapore entro marzo 2025. La diga dovrebbe essere ultimata per ottobre 2026. «Il rigassificatore può operare anche con condizioni meteo non ottimali – fa sapere Snam –. La funzione della diga è quella di estendere l’esercizio dell’impianto anche in condizioni meteomarine particolarmente avverse». Nel periodo di esercizio senza diga è prevista la presenza stabile di ormeggiatori e rimorchiatori nei pressi della piattaforma in modo da intervenire se richiesto dal meteo. «Nei lavori per il rigassificatore siamo di fronte a un esempio di collaborazione tra
arteecucina
IlMolinettoèlietodicomunicarecheilsuoimpegno Green èincostanteevoluzioneedaumentoperché èfermamenteconvintochequestasialastradagiustadaseguire. Greenèbello!
Il Molinetto è lieto di comunicare che il suo impegno Green è in costante evoluzione ed aumento perché è fermamente convinto che questa sia la strada giusta da seguire. Green è bello!
pubblico e privato – ha detto il ministro Salvini –. C’è un approccio costruttivo e condiviso che guarda al futuro, invece a volte è più facile che ci siano dei no territoriali. Se tutti dicessero no, non ci muoveremmo di molto. E visto che parliamo di un’opera per il fabbisogno energetico, ribadisco che l’Italia non può restare ancora a lungo fra i pochissimi grandi Paesi al mondo che dicono no al nucleare. Non abbiamo un costo energia competitivo per famiglie e imprese se ci neghiamo quella che la stessa Unione Europea definisce una fonte green e sicura».
PORTO/4
NUOVI LAVORI IN BANCHINA: C’È IL PILOTA DI DRONI
r n no omo ve
r o mer m enn o obre m 2024 re ne vo r e o 202 e m er
I primi dieci mesi dell’anno registrano un calo dell’1,9 percento
Container: stabile il numero di attracchi ma il numero di Teus cala del 7,3 percento
Secondo i dati forniti dall’Autorità portuale di Ravenna, il traf co merci del porto nel periodo gennaio-settembre 2024 è stato di 18,9 milioni di tonnellate, in calo del 4,2 percento rispetto allo stesso periodo del 2023. Per il mese di ottobre 2024, però, si stima una movimentazione complessiva in signi cativo aumento (+21,5 percento) rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La stima dei primi dieci mesi del 2024, quindi, dovrebbe essere in calo di circa l’1,9 percento rispetto allo stesso periodo del 2023.
Analizzando le merci per condizionamento, nel periodo gennaio-settembre 2024 si evince che le merci secche (rinfuse solide, merci varie e unitizzate) - con una movimentazione pari a 15,3 milioni di tonnellate - sono diminuite del 5,9 percento rispetto allo stesso periodo del 2023. Nell’ambito delle stesse, le merci unitizzate in container, con 1.702.192 tonnellate, sono in calo del 5,6 percento; in calo anche le merci su rotabili (-5,3 percento) con 1.323.844 tonnellate, mentre i prodotti liquidi, con una movimentazione di 3.585.820 tonnellate, sono aumentati del 3,7 percento rispetto allo stesso periodo del 2023.
Il comparto agroalimentare (derrate alimentari e prodotti agricoli), con 3.579.897 tonnellate di merce, ha registrato nei primi 9 mesi del 2024 un calo pari al 9,5 percento (quasi 376 mila tonnellate in meno) rispetto
NOMINE
Nuovo presidente Ap, Salvini ha delle idee
A dicembre scade il secondo mandato di Daniele Rossi come presidente di Ap e non potrà essere rinominato. Il ministro Matteo Salvini ha detto: «Abbiamo delle idee, ne parleremo con tutti gli enti coinvolti». La nomina spetta al ministro, d‘intesa con la Regione, sentite le commissioni parlamentari. Un ruolo importante lo avrà il vincitore delle elezioni.
allo stesso periodo del 2023. Nei nove mesi del 2024 i materiali da costruzione hanno registrato una movimentazione complessiva di 3.217.074 tonnellate, in diminuzione del 3,4 percento rispetto al 2023 (111mila tonnellate in meno); in calo, in particolare, le materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo.
Nel periodo gennaio-settembre del 2024 i contenitori, con 153.021 Teus, sono diminuiti del 7,3 percento rispetto al 2023. Il nume-
ro di toccate delle navi portacontainer, pari a 341, in linea con 2023. Positivo il risultato complessivo dei nove mesi del 2024 per trailer/rotabili e automotive, in aumento del 4,2 percento per numero di pezzi movimentati. Prosegue l’ottimo risultato dell’automotive con 14.703 pezzi, 8.104 pezzi in più rispetto allo stesso periodo del 2023, sempre grazie al traf co di vetture Bmw dirette verso i mercati dell’Asia Orientale.
Una ricerca Randstad sui profili ricercati con il rinnovamento
Tra il 1980 e il 2020, nonostante un aumento del 21 percento del traffico marittimo italiano, il numero di lavoratori del sistema portuale è calato del 28 percento per effetto dell’automazione e della razionalizzazione delle attività, con una leggera ripresa nel 2022. Oggi si contano circa 16.500 addetti nel sistema portuale in senso stretto (escludendo gli occupati dei settori marittimo, logistico e dei servizi esternalizzati), con una presenza femminile limitata al 6,3 percento nell’ambito operativo.
È la fotografia del comparto che emerge da un rapporto realizzato da Randstad, agenzia di ricerca lavoro, sulle professioni future della portualità. Il report è stato presentato il 13 novembre all’Autorità portuale di Ravenna. Randstad Research ha individuato 10 gruppi di professionisti chiave per il futuro dei porti italiani.
1. Operatori specializzati nell’automazione e digitalizzazione; 2. Esperti di sicurezza e automazione; 3. Professionisti della logistica e del reshoring;
4. Operatori e tecnici portuali versatili;
5. Specialisti in economia circolare; 6. Formatori e specialisti in sicurezza; 7. Tecnici di manutenzione avanzata; 8. Specialisti in marketing portuale; 9. Secialisti nell’intermodalità; 10. Operatori di droni e tecnologie remote.
12 / PRIMO PIANO
one e ro re ono e or v e on n rov n
Sono oltre 60mila le presenze registrate tra Ravenna, Faenza, Bagnacavallo, Cervia e Russi Nei vari Comuni attive convenzioni da diverse centinaia di migliaia di euro per la gestione
La provincia di Ravenna non teme paragoni in ambito teatrale, sia per quanto riguarda la produzione, che per l’offerta di stagioni che nel giro di pochi chilometri riescono a portare sui palchi di teatri storici il meglio della prosa e del contemporaneo, della danza e della lirica, del comico e del teatro ragazzi. Ne parliamo tutte le settimane nella sezione Cultura del nostro settimanale (e in maniera “de nitiva” nell’annuario delle stagioni della provincia, Palcoscenico, la cui ultima edizione è appena uscita, vedi box), qui proviamo invece a fornire una panoramica per non addetti ai lavori, riuscendo forse a rendere concreta l’importanza del comparto teatrale nel tessuto culturale (ed economico) del nostro territorio. A partire dal numero di spettatori, oltre 60mila nell’ultima stagione, sommando i dati dei vari comuni qui di seguito. Sono ben sette quelli che possono vantare una tradizione di stagioni teatrali, che quest’anno si ridicono però a cinque a causa dell’indisponibilità dei teatri di Lugo e Conselice causa alluvione del 2023 (vedi box nella pagina a anco). Ma andiamo con ordine, partendo dal capoluogo.
RAVENNA. A curare la programmazione più corposa è Ravenna Teatro, Centro di Produzione Teatrale fondato nel 1991 dall’unione delle compagnie Teatro delle Albe e Drammatico Vegetale. “La stagione dei teatri”, come è stata ribattezzata da alcuni anni, comprende sia appuntamenti legati alla tradizione che affondi nel contempora-
neo. Dopo alcuni appuntamenti di prologo, la stagione parte il 22 e 23 novembre con un nome noto del piccolo schermo, Geppi Cucciari, che porta in scena un monologo di Mattia Torre. Oltre venti gli appuntamenti tra Alighieri e Rasi, entrambi recentemente rinnovati: l’Alighieri è diventato il primo teatro di tradizione alimentato dal sole per il 25% del suo consumo energetico grazie al fotovoltaico sul tetto, con un intervento di ef cientemente energetico di 900mila euro (in gran parte dal Pnrr) terminato lo scorso gennaio; il Rasi ha riaperto dopo un’importante riquali cazione nel 2022.
A questa stagione si af ancano i titoli di lirica e danza (vedi p. 14) a cura di Ravenna Manifestazioni - la fondazione che ha in gestione l’Alighieri e si occupa tra le altre cose della realizzazione del Ravenna Festival - e un mini cartellone di teatro comico, af dato ad Accademia Perduta. A completare il programma ravennate gli spettacoli all’Almagià (è in corso la rassegna Fèsta della cooperativa E) e quelli al Socjale di Piangipane, promossi sempre da Ravenna Teatro, che con la supervisione di Drammatico Vegetale allestisce anche una rassegna per ragazzi tra Socjale e Rasi. Sempre per famiglie è la storica “Le arti della marionetta” dell’Almagià, a cura del Teatro del Drago Il Comune di Ravenna complessivamente investe tramite lo strumento delle convenzioni circa 156mila euro a favore dei soggetti del settore (tra questi anche la compagnia di Beppe Aurilia, che
presenta una stagione tra Alighieri e Rasi con gli esiti dei laboratori che tiene in particolare nelle scuole) mentre ammonta a circa 2 milioni di euro all’anno il corrispettivo del Comune per la gestione dei teatri e la direzione delle stagioni, circa 423mila a Ravenna Teatro e il resto a Ravenna Manifestazioni (anche come nanziamento per Ravenna Festival).
Per quanto riguarda gli spettatori, ci viene fornito il dato delle rassegne organizzate da Ravenna Teatro: per dare un’idea, compresi gli spettacoli rivolti alle scuole, alle famiglie, le puntate di “Storie di Ravenna” e i titoli al Socjale di Piangipane - nel periodo compreso tra ottobre ‘23 e giugno ’24 il numero di presenze totali alla Stagione dei teatri ha superato quota 20mila (a cui bisogna aggiungerne qualche migliaio tra danza-opera e ragazzi
Via Corrado Ricci, 31 - Ravenna tel: +39 0544 213584 info@cortoni.it
I pannelli fotovoltaici sul tetto dell’Alighieri di Ravenna, divenuto il primo teatro di tradizione in Italia alimentato dal sole per il 25 percento del suo consumo a pa ina a an o il pubblico del Goldoni di Bagnacavallo, in grande crescita
all’Almagià). Gli abbonamenti alla stagione teatrale prima della pandemia si erano attestati su quota 2mila, dato che ha avuto un crollo di oltre il 40 percento dopo il Covid, ma che ora è tornato a crescere in maniera vertiginosa: «La stagione che andiamo ad inaugurare - ci dicono da Ravenna Teatro - sta infatti raggiungendo gli stessi numeri pre Covid. Un dato sicuramente da segnalare è che quest’anno ci sono stati molti nuovi abbonati rispetto a quelli considerati storici e si tratta principalmente di donne».
FAENZA. Il secondo comune per abitanti della provincia ha una tradizione teatrale importante, con l’ultima stagione al Masini che si è chiusa con quasi 21.000 spettatori e ben 2.050 abbonamenti sottoscritti (contro i 1.946 della stagione pre-
TUTTI
GLI SPETTACOLI SU PALCOSCENICO
È in distribuzionecome sempre gratuitamente - la nuova edizione di Palcoscenico, una rivista unica sul territorio, sorta di annuario delle stagioni teatrali della provincia di Ravenna, edito da Reclam e realizzato dalla redazione di Ravenna&Dintorni. All’interno i cartelloni con tutti gli spettacoli dei teatri di Ravenna, Faenza, Bagnacavallo, Cervia e Russi, approfondimenti, recensioni, interviste ai protagonisti. In copertina (qui a fianco) il Fantozzi di Gianni Fantoni, protagonista di una divertente chiacchierata riportata all’interno. Si potrà trovare la rivista in tutti i teatri e nei luoghi della cultura della provincia, oltre che nellle edicole e nei negozi convenzionati.
cedente) a fronte di 65 aperture di sipario per 46 spettacoli. In questo caso a gestire la stagione (che comprende, a differenza di quella di Ravenna Teatro, per evitare paragoni, anche il comico e la danza) è dal 1994 Accademia Perduta/Romagna Teatri, tramite un bando che prevede anche la produzione di nuovi spettacoli a fronte di un corrispettivo da parte del Comune di circa 1,5 milioni di euro complessivi per quattro stagioni (la scadenza è nel 2026). L’Amministrazione ha avviato anche una innovativa formula di coprogettazione con il Teatro Due Mondi per la gestione della piccola Casa del Teatro di via Oberdan, dove è partita da pochi giorni una stagione “alternativa” a quella del Masini, con cui in alcuni casi si incrocia. Il Comune di Faenza sostiene anche l’associazionismo in ambito teatrale attraverso convenzioni per
un totale di circa 11.000 euro all’anno.
La stagione di prosa 2024/25 del Masini è già stata inaugurata lo scorso 4 novembre con un riallestimento di Trappola per topi di Agatha Christie e ha registrato un aumento di abbonamenti, qualche decina, arrivando quasi a 1.100 tessere. Devono ancora partire invece le altre rassegne (per cui è ancora aperta la campagna abbonamenti), in particolare contemporaneo, comico e danza, per un totale di 55 eventi tra spettacoli e incontri con gli artisti negli spazi del ridotto.
BAGNACAVALLO. C’è sempre Accademia Perduta (con una convenzione da 120mila euro all’anno) alla “guida” di un altro dei teatri più affascinanti della provincia, il Goldoni di Bagnacavallo, recentemente toccato da diversi
Lugo e Conselice senza teatro a causa dell’alluvione del 2023
Sono ancora senza teatro Lugo e Conselice, dove si sono sempre svolte stagioni importanti. La causa è l’alluvione del 2023, con il Rossini di Lugo che ne è diventato suo malgrado un simbolo, con le poltroncine portate all’esterno del teatro ad asciugare. Un primo intervento da circa 400mila euro è stato già eseguito, mentre quello più corposo da 1 milione di euro deve essere ancora appaltato, con l’obiettivo di riaprire in tempo per la stagione 2025/26. I fondi arrivano interamente da donazioni. A Conselice invece la scorsa stagione si è svolta al nuovo centro civico, che quest’anno però il nuovo sindaco non ha reso disponibile, preferendo utilizzarlo per le sue funzioni originarie. Questo inverno l’obiettivo è definire il progetto e l’investimento, ma non saranno sufficienti i 400mila euro raccolti dalle donazioni. In questo caso, ci dicono dall’Amministrazione, l’obiettivo della riapertura nel 2025 è forse fin troppo ottimistico...
interventi di recupero agli arredi e al sipario storico, di riquali cazione energetica, e che nel 2019 ha presentato il recupero del ridotto. Qui la stagione è già iniziata (a pagina 20 i prossimi appuntamenti) ed è pertanto terminata la possibilità di abbonarsi. «Abbiamo confermato i numeri della passata stagione - ci dicono da Accademia Perduta -, cioè 462 abbonati: nella prima serata 225 su 229; nella seconda serata 237 su 233». Un dettaglio tra prima e seconda serata che al Goldoni è diventato una prassi grazie al Covid: «Ai tempi del distanziamento obbligatorio le serate di rappresentazione sono diventate due (prima era una sola) e quando è cessato il contingentamento abbiamo mantenuto le due serate per permettere a tutti di confermare il loro abbonamento. Pertanto la richiesta e la partecipazione di pubblico non hanno subito essioni nel post pandemia, anzi…».
L’anno scorso al Goldoni si sono registrati complessivamente 10mila spettatori, 1.300 in più rispetto all’anno precedente.
CERVIA. Per forza di cose più ridotta la proposta di Cervia, terzo (e ultimo) teatro, intitolato a Walter Chiari, gestito in provincia da Accademia Perduta (con una convenzione che prevede 96mila euro annui), in procinto di essere restaurato dal Comune (è stato presentato al bando della Regione per l’ottenimento dei contributi un progetto da 250mila euro).
La scorsa stagione si è chiusa con 4.500 spet-
tatori, anche qui in crescita, del 12 percento. Quest’anno la rassegna inizia giovedì 14 novembre (vedi sempre pagina 20) e a pochi giorni dalla chiusura della campagna, Accademia Perduta comunica di aver raggiunto una percentuale di conferme del 96 percento sulla prosa (268 su 279 su due serate) e del 98 percento sul comico (143 su 145).
RUSSI. Dopo i tre appuntamenti della stagione concertistica, venerdì 15 novembre si alza il sipario sul primo spettacolo di prosa, per cui i biglietti sono andati velocemente esauriti (con Giuseppe Battiston, vedi sempre pagina 20). La stagione del teatro comunale in questo caso è composta da 12 spettacoli tra prosa, musica e danza ed è realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune e Ater Fondazione. In particolare, è in vigore una convenzione quinquennale (in scadenza nel 2025). Nel 2023 e nel 2024 la cifra stanziata a favore della fondazione è stata di 70.000 euro; per il 2025 ( no al 30 giugno) sono stati impegnati invece 40.000 euro.
Per quanto riguarda gli spettatori, la stagione teatrale 2023-24 ha registrato 3.524 spettatori complessivi, con un incremento di af uenza del 5 percento su quella precedente (che era già tornata ai livelli pre Covid) e un tasso medio di riempimento pari al 72 percento. Quest’anno gli abbonamenti sono risultati in ulteriore crescita (203 contro 171).
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Dal 15 al 19 novembre all’Alighieri due nuovi allestimenti con la regia di Pizzi e un recital del controtenore Orlinski. Spettatori anche da Australia e Canada
Da Verdi a Mozart, da Puccini a Leoncavallo e Mascagni, da Bellini e Bizet no a esplorare l’eredità dantesca e l’operetta: negli anni la Trilogia d’Autunno ha attraversato grandi stagioni della lirica e questa volta, a coronamento della XXXV edizione di Ravenna Festival, si avventura no alle radici del belcanto e alle origini dell’opera. È infatti al Seicento barocco che appartengono i titoli e il repertorio in scena al Teatro Alighieri di Ravenna dal 15 al 19 novembre. Come al solito la Trilogia si rivela essere un’attrazione anche per il pubblico internazionale, con presenze annunciate da 15 paesi da tutto il mondo, da quelli europei no ad Australia, Canada e Stati Uniti.
Due i nuovi allestimenti che possono contare sulla raf nata regia di Pier Luigi Pizzi e la sapienza musicale di Accademia Bizantina e Ottavio Dantone: il primo è Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi (15 e 18 novembre, alle 20), mentre il secondo è dedicato a Purcell, la cui ode a Santa Cecilia incastona Dido and Aeneas (16 e 19 novembre, alle 20). Al centro del dittico di “eroi erranti in cerca di pace”, come vuole il titolo della Trilogia, c’è un recital: il controtenore polacco Jakub Józef Orlinski, af ancato dall’ensemble Il Pomo d’Oro, propone Beyond | Orlinski (17 novembre alle 15.30).
È con il lamento di Penelope che si apre Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi – che debuttò per il Carnevale del 1640 al Teatro Santi Giovanni e Paolo a Venezia – dato che l’argomento era suf cientemente noto per un esordio in medias res. Accanto al trittico dei protagonisti umani (a Ravenna Ulisse è Mauro Borgioni, mentre Penelope e Telemaco sono rispettivamente Delphine Galou e Valerio Contaldo) gurano le divinità, ovvero il Giove di Gianluca Margheri, il Nettuno di Federico Domenico Eraldo Sacchi, la Minerva di Arianna Vendittelli e Giunone di Candida Guida. Senza contare le personi cazioni della Humana Fragilità (Danilo Pastore), del Tempo (Gianluca Margheri), della Fortuna (Chiara Nicastro) e di Amore (Paola Valentina Molinari). Fra i mortali, accanto ai Proci – interpretati da Federico Domenico Eraldo Sacchi, Danilo Pastore, Jorge Navarro Colorado e Žiga Copi – e alle donne al servizio di Penelope (la nutrice Ericlea, ovvero Margherita Maria Sala, e l’ancella Melanto, cioè Charlotte Bowden),gurano il fedele porcaro Eumete (Luca Cervoni) e Iro (Robert Burt), un mendicante che è anche il primo personaggio comico di Monteverdi. Il suo grottesco compianto per la pancia vuota e la gola asciutta è un controcanto al severo, elevato recitativo di Penelope e Ulisse, alle canzonette da schermaglia amorosa fra Melanto e l’amante Eurimaco, alla vocalità più elaborata e orita degli dei e soprattutto al lamento di Penelope, vetta dello stile patetico monteverdiano. Come affermò il librettista dell’opera, Giacomo Badoaro, con questa partitura il compositore aveva
LA CURIOSITÀ
fatto “conoscere al Mondo qual sia il vero spirito della Musica teatrale”.
Presentata la stagione di opera e danza
Portano a Roma tutte le strade della Stagione d’Opera 2025 del Teatro Alighieri di Ravenna: la città eterna è l’orizzonte dei tre titoli in scena a partire dal 17 gennaio, quando la Stagione si aprirà con il debutto di Giulio Cesare (replica 19 gennaio), un nuovo allestimento che vede Chiara Muti alla regia e Ottavio Dantone alla guida di Accademia Bizantina. In scena all’Alighieri ci sono anche La vestale (28 febbraio, 2 marzo) e Tosca (28, 30 marzo), nuove coproduzioni che hanno per capofila rispettivamente Jesi e Lucca. Per il capolavoro di Gaspare Spontini, del quale ricorrono i 250 anni della nascita, il regista Gianluca Falaschi ha tracciato un parallelo fra la protagonista dell’opera e Maria Callas (diretta da Luchino Visconti nel ruolo della vestale Giulia), donne segnate dal sacrificio della propria identità a favore del ruolo che rappresentano; in buca La Corelli diretta da Alessandro Benigni. Nel titolo pucciniano, la regia di Luca Orsini vede invece una storia di riscatto femminile finito in tragedia, proiettata su una Roma oscura e decadente; sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini c’è Henry Kennedy, già allievo dell’Accademia dell’opera italiana di Riccardo Muti nel 2021.
In Didone e Enea nel giorno di Santa Cecilia, gli allievi di una scuola di musica intonano Hail, bright Cecilia: l’omaggio alla santa patrona della musica suggerisce l’improvvisazione, all’interno dell’ode, del Dido and Aeneas, che Purcell compose attorno al 1689 proprio per le giovani gentildonne di un convitto nel sobborgo londinese di Chelsea. Anche il libretto di Nahum Tate sceglie per orizzonte l’epica classica, in questo caso virgiliana. Naufrago a Cartagine, l’eroe troiano interpretato da Mauro Borgioni si innamora della regina, af data ad Arianna Vendittelli, ma una maga (Delphine Galou) trama con le sue compagne (Chiara Nicastro e Paola Valentina Molinari) per separare gli amanti. Lo spirito maligno da loro evocato assume le sembianze di Mercurio (Žiga Copi) e ordina ad Enea di riprendere il mare per compiere il suo destino. La partenza dell’amato, annunciata dall’aria del marinaio (Jorge Navarro Colorado), spinge Didone al suicidio, sulla celeberrima aria nale When I am laid in earth, con cui la regina prega la con dente Belinda, ovvero Charlotte Bowden, di ricordarla. Il cast vocale si completa con Candida Guida nei panni di un’ancella; nella produzione saranno inoltre in scena Gianluca Margheri e Federico Domenico Eraldo Sacchi e il Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini preparato da Lorenzo Donati. Info e prevendite 0544 249244 e www.ravennafestival.org. Previsti sovratitoli per le opere; inoltre, con l’app gratuita Lyri sottotitoli e trama del libretto sono disponibili in diretta su smartphone.
Sono due gli appuntamenti a Teatro con la danza: People della DaCru Dance Company (1, 2 febbraio) è una riflessione sulla solitudine sociale, mentre la Trilogia dell’estasi con la Compagnia Zappalà Danza (22, 23 febbraio) vede il coreografo Roberto Zappalà affrontare un trittico di classici del Novecento. Per la prima volta, il cartellone si arricchisce di due fuori abbonamento alle Artificerie Almagià il 13 marzo e il 15 aprile, grazie a Impromptus: arie, danze e improvvisazioni, un progetto di improvvisazioni in musica e danza concepito con il Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto.
A Faenza per portare la lirica tra la gente ci sono ash mob al supermercato, per strada, al ristorante...
L’opera lirica a Faenza arriva dove meno te lo aspetti, grazie a veri e propri flash mob messi in scena dall’Associazione Lirica Manfreda e dal Coro Lirico Città di Faenza. Su Youtube ci sono alcuni video che ben fanno capire l’originalità dell’idea: al supermercato, in un ristorante, per strada, a un certo punto parte la musica e momenti di vita quotidiana - un bisticcio, una conversazione, o altro - diventano un’opera lirica improvvisata. Ideatrice del progetto è Monica Ferrini, presidente dell’associazione, direttrice d’orchestra e maestra del coro. Tra i protagonisti anche il tenore Fabiano Naldini.
«In questo modo - ha dichiarato Ferrini in un’intervista al Corriere Romagna - crediamo di divulgare l’opera lirica, facendola conoscere ai tanti che magari non si sono mai interessati».
Per quanto riguarda l’attività più canonica, quest’anno cantanti e coristi faentini si sono impegnati in un vasto cartellone di celebrazioni per i cento anni dalla scomparsa di Giacomo Puccini. In prossimità dell’anniversario, domenica 17 novembre alle 17 al teatro dei Filodrammatici vi sarà l’ultima data in programma dal titolo “Amore e dramma – La magia di Giacomo Puccini”. Al pianoforte e alla concertazione sarà Monica Ferrini. Tra i protagonisti Elena Biavati, Ana Caraman e Giulia Neri (soprani), Fabio Naldini e Cosimo Gregucci (tenori). Info e prenotazioni 351 3993735.
m or e o o e 2024
L’associazione nazionale dei critici ha consegnato il riconoscimento al “Verdi” di Padova per la prima messa in scena italiana della Trilogia della città di K.
Fanny & Alexander sugli scudi al teatro Verdi di Padova, dove lunedì 11 novembre sono stati assegnati i premi 2024 dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro (Anct). Come “Miglior spettacolo” è stato incoronato infatti la Trilogia della città di K. ideato - insieme a Federica Fracassi - da Chiara Lagani (adattamento e drammaturgia) e Luigi De Angelis (regia, scene, luci e video), co-fondatori della compagnia ravennate.
Lo spettacolo, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e che ha debuttato a novembre 2023 al Teatro Studio Melato del Piccolo - è tratto dal triplice romanzo omonimo di Agota Kristof, di cui rappresenta la prima messa in scena italiana, un libro iconico che si compone di tre romanzi singoli pubblicati tra il 1986 e il 1991, e tradotti in oltre 30 Paesi, dove hanno rappresentano un caso editoriale per poi diventare un classico. Allo stesso modo tre sono gli atti dello spettacolo, in cui una serie progressiva di personaggi si moltiplica con ritmo implacabile. Federica Fracassi, Andrea Argentieri, Consuelo Battiston (della compagnia faentina Menoventi), Alessandro Berti, Lorenzo Gleijeses in scena prestano voce e corpo a tutti i personaggi della storia. Le presenze siche degli attori si intrecciano con le presenze in video, con le voci, con la scultura di scena che rappresenta il piccolo Mathias che emerge da una botola come una creatura del sottosuolo ad opera di Nicola Fagnani, e con le musiche di Mirto Baliani ed Emanuele Wiltsch Barberio.
In arrivo le nomination degli Ubu, oscar del teatro I vincitori ravennati
Lunedì 18 novembre (dalle ore 17.30), al cinema Modernissimo di Bologna, si terrà l’annuncio delle nomination della 46esima edizione dei premi Ubu.
Il premio Ubu, fondato nel 1977 dal critico Franco Quadri, è considerato il riconoscimento più importante di teatro in Italia, ed è considerato appunto come una sorta di Oscar del teatro.
A Ravenna il premio è arrivato tantissime volte negli anni, e a far la parte del leone è il Teatro delle Albe, che se ne è aggiudicati complessivamente 17 (tra Ermanna Montanari, che ne ha vinti 8, tra migliore attrice e progetti speciali, ovviamente Marco Martinelli, poi Ravenna Teatro, il musicista Luigi Ceccarelli e Alessandro Argnani, che l’ha vinto nel 2006 per miglior attore under 30).
Una potente opera corale in cui teatro e multimedialità – l’apparire dinamico di 21 schermi che, uttuando nell’aria, trasformano lo spazio ed evocano i personaggi – traducono la scena del teatro mentale della narratrice in un gioco di sdoppiamenti in cui alla ne risulta dif cile credere a chiunque.
«Da quando Federica Fracassi ci ha proposto di mettere in scena questo triplice romanzo –racconta Chiara Lagani – lo abbiamo ossessivamente riletto: a ogni lettura aumentavano le domande. La storia e la nzione si intrecciano di continuo».
«L’unico modo per onorare questa complessità labirintica – continua De Angelis – era lavorare su una messa in scena più dinamica possibile. Prima di tutto c’è l’idea di adattamento di Chiara Lagani, quindi quella prima dif coltà di far passare la voce interiore di una materia fatta per la lettura a una voce esteriore da far incarnare attraverso dei corpi; n da subito poi, assieme a Federica Fracassi che ci ha proposto inizialmente l’idea, abbiamo deciso di mettere in scena tutti e tre i libri. Poi ci sono delle immagini che hanno guidato me nell’idea di regia, come quella che più volte ho avuto modo di ve-
I Fanny & Alexander di Luigi De Angelis e Chiara Lagani (freschi di premio della critica, vedi articolo principale) hanno vinto tre Ubu nella categoria “premi speciali” (2000, 2005 e 2019), Marco Cavalcoli, a lungo con i Fanny, ha vinto come miglior attore nel 2021, mentre Elena Bucci, cofondatrice della compagnia Le Belle Bandiere di RUssi, ha vinto due volte (2000 e 2016) come Miglior attrice. Maurizio Lupinelli ha vinto per il Miglior spettacolo di danza nel 2021. La lughese Silvia Calderoni ha vinto come Miglior attrice under 30 nel 2009.
dere in un museo a San Paolo del Brasile, una installazione dell’architetta italo-brasiliana Lina Bo Bardi che ha creato questo museo in cui le opere sono presentate non secondo una rappresentazione gerarchica, cronologica, ma attraverso una stanza unica in cui le opere sono incastonate in dei vetri appesi a un basamento di marmo e sembrano galleggiare, uttuare nell’aria. Questa immagine è un po’ il lo rosso della nostra Trilogia: un’unica stanza ospita icone, quadri che non hanno neanche un titolo, quindi ti chiedono di fare un movimento di avvicinamento, un atto di volontà del fruitore».
LABORATORI/1
e ro e on en on n on ro err
A Faenza la compagnia continua il dialogo con le fasce di pubblico con minori opportunità
Inizia giovedì 14 novembre dalle 20 alle 22 alla Casa del Teatro di Faenza, con la possibilità di inserirsi liberamente in qualsiasi fase del percorso, il laboratorio teatrale settimanale aperto gratuitamente a tutti “Senza Con ni”, a cura del Teatro Due Mondi.
«Da oltre tredici anni proponiamo alla città un laboratorio rivolto a persone di diversa provenienza, età, cultura: uno spazio di espressione e relazione dove chiunque può, attraverso il teatro, dare testimonianza pubblica della possibilità di superare i pregiudizi, scon ggere l’ignoranza, rimuovere la paura», spiega Alberto Grilli della compagnia faentina. «Siamo per la pace e contro la guerra, vogliamo, attraverso gli incontri del laboratorio e una azione teatrale nale, testimoniare con forza l’impegno nel dire no alle armi e alla violenza. Come sempre questa proposta è rivolta a tutte e tutti, chiediamo solo di impegnare poche ore al mese del vostro tempo per rendere “Senza Con ni. Contro tutte le guerre” un momento importante e partecipato».
gliere le urgenze della società. Uno degli obiettivi del lavoro è, da sempre, creare un dialogo con le fasce di pubblico con minori opportunità (stranieri, persone distanti dalla fruizione culturale, fasce socialmente deboli, giovani). In oltre quarant’anni di attività militante hanno portato i loro spettacoli e i loro progetti artistici e sociali in tutto il mondo, dal Nord Europa al Sudamerica, dall’Asia all’Est Europa (più di quattromila repliche nei teatri e nelle piazze di trentasei Paesi di quattro continenti).
Nato a Faenza nel 1979 come teatro di gruppo, il Teatro Due Mondi è da allora impegnato in una ricerca tesa alla costruzione di un teatro colto e popolare, sia per spazi al chiuso che all’aperto, radicato nelle tradizioni ma teso a costruire un linguaggio accessibile a tutti, attento a co-
PARTECIPAZIONE
Partecipazione libera e gratuita a tutti gli appuntamenti. La Casa del Teatro si trova in via Oberdan 7/a a Faenza.
Primi incontri: 14 e 21 novembre, 12 e 19 dicembre. Gli appuntamenti futuri saranno comunicati prossimamente.
Info: 0546 622999 e teatroduemondi.it.
EROSANTEROS CERCA “VISIONARI” PER SCEGLIERE DUE SPETTACOLI DI POLIS
Mentre ErosAntEros è impegnata nella tournée internazionale di Santa Giovanna dei Macelli, produzione internazionale e multilingua presentata al festival Polis, muove i primi passi la nuova edizione del festival curato dalla compagnia ravennate. ErosAntEros apre infatti anche quest’anno una chiamata pubblica per permettere a tutte le persone appassionate o incuriosite di scegliere due spettacoli da inserire nel programma della prossima edizione di Polis (il prossimo maggio). La chiamata pubblica ha l’obiettivo di creare un gruppo di spettatori attivi, i “Visionari”, che si impegnano a prendere visione delle creazioni che le varie compagnie che operano professionalmente nel teatro contemporaneo e nell’arte performativa, invieranno in risposta al bando della rete nazionale L’Italia dei Visionari. Per entrare nel gruppo non sono necessarie particolari competenze, ma curiosità e passione nei confronti del teatro e delle arti performative, nonché la disponibilità a riunirsi tra dicembre e marzo per quattro incontri collettivi. È possibile iscriversi entro il 5 dicembre, quando si terrà il primo incontro. Quelli successivi si svolgeranno con cadenza mensile.
LABORATORI/2
I DETENUTI METTONO IN SCENA
LE FATICHE DELLA VITA
Arriva alla casa circondariale di Ravenna il festival di “teatro carcere”
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Fino a venerdì 15 novembre il festival “Trasparenze di Teatro Carcere” va in scena nella casa circondariale di Ravenna (via Port’Aurea, 57), palcoscenico di La Scelta- che fatica Ercole 2.0, una produzione Lady Godiva Teatro e Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna. Lo spettacolo, la cui drammaturgia e regia sono di Eugenio Sideri, indaga la fatica, il dolore, la battaglia che ognuno si porta dentro nel cammino tra le fatiche della vita, attraverso la metafora delle fatiche di Ercole. In scena gli attori detenuti della casa circondariale ravennate e Asja Masoli e Letizia Fantini (del gruppo de Le Oltraggiose), con la partecipazione di alunni e docenti classe IV M Turismo - ITE Ginanni di Ravenna. Il festival - giunto alla quarta edizione e in corso no al 20 dicembre in sette istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna - è un percorso tra gli spettacoli del Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna - formato delle compagnie che operano con progetti teatrali nelle carceri dell’Emilia-Romagna - e organizzato dal Teatro del Pratello.
Il festival è sostenuto dal Ministero della Cultura, con un contributo della Regione Emilia Romagna (L.R. 13/99) e con il sostegno dei fondi otto per mille della chiesa Valdese. Le attività annuali negli istituti penitenziari sono realizzate nell’ambito del protocollo tra Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, Regione Emilia-Romagna, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e Centro Giustizia Minorile dell’Emilia Romagna. L’accesso agli spettacoli è subordinato al permesso dell’Autorità Giudiziaria e prevede differenti tempistiche e modalità. Per info su tempi e modalità di partecipazione ai diversi spettacoli scrivere a teatrodelpratello@gmail.com.
LABORATORI/3
Torna la “non-scuola” delle Albe Dal 18 novembre al via i corsi per gli universitari
Torna anche quest’anno la non-scuola, esperienza di laboratorio teatrale che il Teatro delle Albe tiene viva da oltre trent’anni con gli adolescenti (nella foto di Alessandra Dragoni un momento della passata edizione) e che verrà proposta in diversi istituti scolastici della provincia, fino alla messa in scena degli spettacoli in programma come da tradizione in primavera. Tra i vari laboratori, ce n’è uno anche dedicato agli studenti del campus universitario di Ravenna - guidato da Roberto Magnani e Antonio Maiani. Il primo incontro sarà lunedì 18 novembre alle 21 al teatro Rasi e sarà comunque possibile iscriversi anche a laboratorio già iniziato. In tutto sono in programma una ventina di incontri serali della durata di circa 2 ore. Il corso si terrà tutti i lunedì sera al Teatro Rasi (via di Roma 39). Grazie al contributo di Fondazione Flaminia il laboratorio è completamente gratuito. Per informazioni e iscrizioni: non-scuola@teatrodellealbe.com.
LABORATORI/4
Una lezione di composizione coreogra ca il 24 novembre a Faenza con la compagnia Iris Domenica 24 novembre al Marconi 30 Coworking, in viale Marconi 30, a Faenza, la compagnia Iris propone un laboratorio dalle 10 alle 12.30. Si tratta di un atelier di ricerca di movimento e composizione coreografica condotto da Valentina Caggio e Paola Ponti, aperto sia a chi ha già esperienza di pratiche di danza, sia a chi non ha esperienza. Obbligatoria la prenotazione alla mail iristeatrodanza@gmail.com (quota di partecipazione 30 euro).
L’ESPERIENZA
on ro o e or ven vvero e o re
Un insegnante faentino ha ideato delle conferenze sul calendario civile degli italiani mettendo la sua capacità teatrale al servizio della didattica per gli studenti e non solo
La Storia? Mai stata così appassionante, grazie al teatro. Se a Ravenna già da diverse edizioni la rassegna “Storie di Ravenna” sta portando un folto pubblico al Rasi per assistere a lezioni-spettacolo che mettono insieme l’esperienza di registi e attori di Ravenna Teatro con le competenze di storici e studiosi, nel Faentino, un docente di Italiano e Storia dell’istituto iecnico Oriani, che è anche attore e uomo di teatro, sta sviluppando una sorta di conferenze-spettacolo incentrate sul calendario civile degli italiani. Inizialmente pensate per gli studenti, sempre più spesso escono dalla aule magne per incontrare anche un pubblico adulto. Luca Rosetti ci racconta come è nata l’idea. «Fu un collega, Michele Orlando, a chiedermi di provarci, perché ci eravamo accorti che spesso quando venivano magari esperti o studiosi per gli incontri di approfondimento e avevano un approccio diciamo tradizionale, i ragazzi si annoiavano in fretta. Così il collega, sapendo della mia esperienza per il teatro, mi suggerì di provare a fare qualcosa di diverso». Erano gli anni del Covid, in cui in generale la didattica dovette spesso reinventarsi e scoprire l’uso di materiali a partire dalle slide. Oggi le conferenzespettacolo di Rosetti prevedono dunque una parte didattica, naturalmente, ma una parte anche di “drammatizzazione”, con video, immagini e, soprattutto, racconto e interpretazione. «Nella lezione su Moro, per esempio, leggo la lettera che lui scrive quando ormai sa di essere condannato a morte, in quella sulle Foibe la storia incredibile
Nell’alluvione del ‘23 la compagnia ha perso 25 anni di scene e materiali
di Norma Cossetto, in quella sulla Resistenza la storia di Silvio Corbari. E devo dire che funziona perché i ragazzi si emozionano e così catturo la loro attenzione». Tra i lavori che hanno riscosso maggior successo quello dedicato a Matteotti, con un montaggio tale per cui agli spettatori sembra a un certo punto di trovarsi nel Parlamento durante il celeberrimo discorso del parlamentare ucciso dai fascisti. «La feci al Sarti per i ragazzi delle scuole superiori e poi facemmo una
replica per gli adulti, in centro a Faenza di sera, e venne tantissima gente, molto più di quanto ce ne aspettavamo perché erano stati gli studenti stessi a suggerire ai genitori di venire». E se a breve Rosetti sarà in un istituto tecnico di Torino a portare proprio la lezione su Matteotti e sarà impegnato per il liceo Torricelli sul con itto arabopalestinese, oggi tra i suoi maggiori committenti ci sono i Comuni del Faentino. Tra i prossimi appuntamenti una rassegna a Solarolo, appuntamenti a Riolo, a Castel Bolognese. E la Consulta del Comune di Faenza gli ha appena commissionato un nuovo lavoro sulla storia dell’Unione europea, per la primavera. «Per me c’è sempre un grande lavoro dietro – ci racconta –, innanzitutto di documentazione, e poi di montaggio e minutaggio. Ogni lezione deve essere accurata, ma avere anche un buon ritmo per catturare chi ascolta». Ed è appunto in questo che diventa essenziale il curriculum sicuramente sui generis del prof. Dopo studi di arte drammatica, per anni Rosetti con la sua compagnia, Teatro Lunatico, si è dedicato in particolare al teatro di strada, con spettacoli di giocoleria di grande impatto e suggestione. «L’ultimo è stato uno spettacolo di circo teatro dedicato all’Inferno di Dante nel 2019. Lo presentammo a Certaldo, dove si tiene uno dei festival più antichi del teatro di strada, e avevamo già pronta la tourné estiva. In scena c’erano sei attori e molti effetti speciali che avevano attirato tanto pubblico. Ma poi nel 2020 arrivò la pandemia. E dopo la pandemia, l’alluvione. Con i Pescheria-Rosticceria-Macelleria
risparmi di una vita avevo comprato un deposito di 55 mq in cui tenere tutti i materiali di scena. Era al secondo piano interrato di un condominio chiamato la “Casa sul ume”. L’alluvione ci fu il 16 maggio, siamo riusciti a entrare solo il 6 giugno nonostante le tre pompe in azione. Ho dovuto buttare via tutto. 25 anni di lavoro. Oggi porto in giro solo spettacoli più piccoli, insieme alla mia compagna. E poi, appunto, da qualche anno ci sono le conferenze-spettacolo che funzionano e in cui posso mettere a frutto in qualche modo le mie due vocazioni». Tra i prossimi appuntamenti pubblici con il prof. Rosetti, oltre alla diretta streaming dal liceo Torricelli, c’è quello del 16 dicembre su Matteotti alla biblioteca Dal Pane di Castel Bolognese (alle 21) e a gennaio su Moro e la strategia della tensione. Accanto a questi, un nuovo progetto in vista degli 80 anni della Liberazione con un gruppo di musicisti per uno spettacolo di teatro canzone. «Sono convinto che la storia ci possa aiutare a capire e vivere meglio, ma se diventa una roba da imparare a memoria non serve a nulla. Oggi credo che per trasmettere qualcosa alle nuove generazioni non sia sufciente sapere le cose, bisogna lavorare, e molto, su come renderle fruibili e appassionanti». Info su: www.calendariociviledegliitaliani.it.
Federica Angelini
RAVENNA&DINTORNI 14-20 novembre 2024
NON SOLO SPORT/1
L’ex difensore Filippo Galli al Milan Club Faenza
In occasione dei 40 anni dalla fondazione del Milan Club Faenza, il 21 novembre alle 19.30 nella sede di via Cavour 37 sarà ospite Filippo Galli per un incontro conviviale aperto a soci e appassionati sportivi. L’ex difensore rossonero, con oltre duecento presenze in A, oggi 61enne dirigente dell’area metodologica del Parma, ha vinto cinque scudetti e tre Coppe dei Campioni. Galli risponderà alle domande di Carlo Sangiorgi, fondatore del club, partendo dal suo libro “Il mio calcio eretico. Dai trionfi con il Milan al lavoro con i giovani” (Piemme). La figura di Galli è particolarmente nota nel contesto del calcio giovanile.
NON SOLO SPORT/1
Massimo Ambrosini a Massa Lombarda
L’ex calciatore Massimo Ambrosini, 47enne di Pesaro vincitore di 4 scudetti e due Champions League con il Milan, sarà il 18 novembre alle 20.30 alla sala del Carmine a Massa Lombarda (via Rustici 9) con il giornalista Marco Cattaneo di Dazn in occasione dell’appuntamento “Storie di sport” organizzato dal servizio Nuove generazioni e dal Centro per le famiglie dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna in collaborazione con Frugessport. L’incontro a ingresso libero vuole offrire una riflessione sullo sport, sul senso del gioco, sulla bellezza di favorire il dialogo tra ragazzi; inoltre i protagonisti della conversazione racconteranno aneddoti sulle loro sfide dentro e fuori dal campo da gioco.
L’ALLARME
m o eo n er o o r v mo er r o ro o e n
Un architetto paesaggista consiglia un intervento urgente: «Vento sempre più catastrofico, alcune piante da tagliare»
«Il mausoleo di Galla Placidia a Ravenna corre un gravissimo pericolo a causa dei pini italici altissimi che incombono sull’edi cio e che a causa del vento possono cadere con danni irreparabili». L’allarme è lanciato da Giulio Crespi, un architetto paesaggista con una lunga esperienza nel settore: per dieci anni è stato segretario dell’Associazione nazionale architetti del paesaggio, ha collaborato al progetto Boscoincittà a Milano, ha scritto sulla rivista Gardenia per 35 anni. Crespi è un progettista di parchi e giardini che è stato a Ravenna il mese scorso e ha visitato il monumento, che risale a oltre 1.500 anni fa, nei pressi della basilica di San Vitale: «Pur riconoscendo la buona manutenzione del complesso monumentale, a mio avviso bisogna intervenire subito e, probabilmente, due o tre magnifici pini andranno sacrificati perché sicuramente impattanti sull’edificio. Gli altri, dopo accurate valutazioni ad opera di tecnici incaricati, potrebbero essere controventati opportunamente. Non si tratta di stabilire la buona salute di questi alberi, quasi centenari, ma la loro stabilità sotto l’effetto del vento, sempre più catastrofico nei nostri territori».
Il professionista è consapevole che non si tratti di intervento di poco conto ma lo de nisce urgentissimo: «Prego di prendere in considerazione il mio accorato appello perché le emergenti catastro ambientali non lasciano scampo».
Scopri il menù stagionale
via Mazzini, 41 — Ravenna Tel. 0544 169 63 72
da martedì a sabato PRANZO 12 — 15 CENA 19 — 23 (chiuso domenica e lunedì)
POST ALLUVIONE/1
Il Chiribilli raccoglie fondi per Traversara
Al bar Chiribilli in piazza della Libertà a Bagnacavallo una serata di raccolta fondi per aiutare gli alluvionati di Traversara (sarà donato l’incasso). Appuntamento il 15 novembre: dalle 19 cena su prenotazione, dalle 20.30 dopocena con entrata gratuita. Diversi dj si alterneranno in consolle a partire dall’aperitivo. I partner coinvolti nella serata sono: Bagnacavallo Fa Centro, Cecilia Emme, Osteria Piazza Nova, Club Divino, Donnarosa, Gin Vitale, Rotary e Giorgi bevande.
POST ALLUVIONE/2 I bambini raccontano la loro esperienza
Alla biblioteca comunale di Lugo alle 11 del 16 novembre verrà presentata la pubblicazione “I bambini e l’alluvione”. Il racconto, con la prefazione di Carlo Lucarelli, parte dall’esperienza sul campo di Raffaela Paladini, Alessandra Cocchi e Laura Vella come psicologhe di Protezione Civile durante l’alluvione in Romagna del maggio 2023. Il breve saggio si conclude con consigli per affrontare momenti di crisi e di emergenza, anche quotidiani.
21 NOVEMBRE
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INCONTRI/1
Un corso per il personale sanitario per l’accoglienza di persone Lgbt
Dalla collaborazione tra il Centro antidiscriminazioni Lgbt di Ravenna, l’Arcigay e l’Università di Bologna nasce un corso di formazione sulle diversità rivolto a professionisti della sanità per individuare buone prassi, contrastare le discriminazioni, promuovere l’inclusione dell’utenza con un’identità di genere trans/non binaria. Tre incontri nella sala “Vanna Vanni” del Cmp in via Fiume Montone Abbandonato 134. È previsto il rilascio di un attestato di frequenza e Ecm con una frequenza minima dell’80 percento del totale ore. Il primo incontro il 15 novembre dalle 14 alle 18. Gli altri incontri sono il 22 novembre e 6 dicembre.
INCONTRI/2
Donne e consumo di droghe: se ne parla a Faenza con l’Ausl
Il Servizio dipendenze patologiche (Serdp) di Faenza propone la rassegna di tre incontri “Parole stupefacenti” ) per approfondire le problematiche legate al consumo di droga nella popolazione femminile, un quarto delle persone con gravi problematiche correlate alle droghe a livello europe. Il calendario (ingresso gratuito): il 14 e 19 novembre alle 18 a Faventia Sales, il 26 novembre alle 18.30 al teatro sala Fellini. Interverranno le dottoresse La Catena (Asl Taranto) e Meneguzzi (tossicologa). Info: sert.fa@auslromagna.it.
LA MOSTRA/1
m e e o r or m e mon men r ro o
Per due giorni a Faenza le creazioni con i mattoncini. Anche un’area per il gioco libero
CREATIVITÀ
Due giorni alla scoperta dell’intelligenza arti ciale
La creatività digitale, tra codice umano e linguaggi artificiali, sarà il filo conduttore di workshop, laboratori interattivi e seminari che si terranno a Ravenna a Palazzo Rasponi dalle Teste il 22 e il 23 novembre. L’iniziativa è del Comune, con la consulenza scientifica di G-Lab della Fondazione Golinelli. La partecipazione è gratuita. Venerdì 22 novembre (dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 16.30) si parlerà di “Navigare digitale: verità e consapevolezza nei social media” con l’intento di accrescere la consapevolezza nell’uso delle piattaforme digitali, anche rispetto alle fake news e al loro uso creativo e responsabile. Saranno presenti giornalisti digitali, content creator ed esperti di fake news. La giornata di sabato 23 novembre dal titolo “Il codice creativo tra umano e artificiale” (stessi orari del venerdì) è dedicata ad approfondimenti sull’intelligenza artificiale. Esperti del settore condivideranno esempi concreti di come questa tecnologia possa essere applicata per realizzare progetti innovativi, promuovendo così una visione all’avanguardia dell’intersezione tra tecnologia e creatività.
L’appuntamento per appassionati di diorami e costruzioni Lego è sabato 16 novembre (dalle 14 alle 19.30) e domenica 17 (dalle 9.30 alle 19.30) a Faenza: negli spazi del Palazzo del Podestà in piazza Martiri della Libertà la mostra “Mattoncini a Palazzo”, un’esposizione a ingresso gratuito che propone collezioni private rmate Lego, diorami e set commerciali vari. Sarà inoltre allestita un’area dedicata al gioco libero. Tra le costruzioni esposte, i visitatori troveranno la “City” comunitaria, un grande diorama uviale, riproduzioni storiche come il tempio di Portuno e la chiesa di Santa Maria Maddalena di Faenza. Non mancheranno attrazioni per gli appassionati di fantascienza, con le navicelle della saga Star Wars e diorami a tema spaziale come il “Classic Space” e la linea Nasa. La mostra è curata dall’associazione Romagna Lug e dal Lego Users Group della Romagna ed è promossa dal negozio Monobrand Store di via degli Ariani a Ravenna, interamente dedicato alle costruzioni Lego. La comunità di appassionati di Lego è nata in Romagna per promuovere l’arte e la creatività dei mattoncini.
PARTECIPAZIONE
A Lugo si cercano idee per un nuovo edi cio
All’interno del nuovo edificio in costruzione in via Emaldi a Lugo, che ospiterà anche l’auditorium, sorgeranno nuovi spazi di aggregazione: verrà avviato un percorso partecipato per individuare la destinazione. Il percorso sarà presentato sabato 16 novembre dalle 18 alle pescherie della Rocca, un momento di festa e condivisione di idee, alla ricerca di proposte. Il progetto complessivo di via Emaldi porterà alla creazione di spazi urbani capaci di ospitare più realtà: un auditorium, uno spazio dedicato ad attività formative sulle nuove tecnologie (laboratori aperti nell’ambito del progetto Atuss «Open labs») e dei locali da destinare a nuove funzioni e ad attività aggregative orientate alle nuove generazioni.
Dopo la presentazione del progetto e il confronto, la serata alle pescherie proseguirà con aperitivo e dj set per tutta la serata. L’ingresso è libero e aperto a tutti.
LA MOSTRA/2
RACCONTO FOTOGRAFICO SULL’UOMO CHE INQUINA IL MARE
Fino al 15 dicembre le immagini di Tazzari esposte in viale Berlinguer
Il mare Adriatico, la sua costa da Comacchio a Cattolica e le plastiche inquinanti sono al centro della mostra fotografica di Luigi Tazzari negli spazzi dell’ex circoscrizione in viale Berlinguer 11 a Ravenna (inaugurazione il 15 novembre alle 10, resterà aperta fino al 15 dicembre). La mostra composta da una cinquantina di immagini, promossa dal Centro di educazione alla sostenibilità (Ceas), è un percorso fotografico che offre una lettura critica della società attuale, del suo spreco e della sua sostanziale inciviltà. Il titolo, “Ossi di seppia”, è un richiamo ironico a Montale e ai suoi poetici paesaggi marini: gli ossi di seppia, quei resti dell’animale marino che da bambini si raccoglievano sulla battigia, sono stati sostituiti da rifiuti di ogni tipo abbandonati dall’uomo e destinati a inquinare le coste. La mostra è a ingresso libero, visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 17, il sabato mattina dalle 10 alle 12; è chiusa la domenica. Per info: ceasra21@comune.ra.it.
Battiston a Russi, Canino a Cervia con l’omaggio alla Carrà e Alessandro Benvenuti al Goldoni
Gli spettacoli dal 14 al 21 novembre in provincia
La programmazione teatrale della provincia per i prossimi giorni si apre giovedì 14 e venerdì 15 novembre (ore 21) con Fabio Canino, che sarà protagonista al Teatro Comunale “Walter Chiari” di Cervia con Fiesta, una commedia tributo all’intramontabile mito di Raffaella Carrà e alle sue canzoni. Gli interpreti dello spettacolo incontreranno il pubblico al ridotto venerdì 15 alle 18. Sempre al Comunale di Cervia, sabato 16 novembre (ore 21), la rassegna Favole, dedicata ai bambini e alle famiglie, si apre con la compagnia Teatro dell’Orsa e lo spettacolo Pollicino. Venerdì 15 novembre (ore 20.45) al Comunale di Russi si inaugura invece la nuova stagione con uno dei volti più noti del panorama cinematogra co e teatrale italiano, Giuseppe Battiston (nella foto), protagonista de La valigia. In viaggio con Dovlatov. Un torero squali cato, un’opera tratta dalla raccolta di racconti autobiogra ci dell’autore russo Sergei Dovlatov, con la regia di Paolo Rota. Domenica 17 novembre (ore 17) si va poi al Teatro Goldoni di Bagnacavallo per la rassegna Favole, che apre il cartellone con un vero e proprio classico, Alice nel paese delle meraviglie, spettacolo portato in scena dalla compagnia Fratelli di Taglia, scritto e diretto da Giovanni Ferma e Daniele Dainelli.
Rimanendo a Bagnacavallo, prosegue invece con Alessandro Benvenuti, mercoledì 20 e giovedì 21 novembre (ore 21), la stagione di prosa del Goldoni. Il celebre attore toscano sarà protagonista della commedia Falstaff a Windsor, liberamente tratta da Le allegre comari di Windsor di Shakespeare e adattata e diretta da Ugo Chiti. Completano il cast dello spettacolo Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti ed Elisa Proietti. Tutti gli interpreti della pièce saranno poi protagonisti del consueto incontro con gli artisti, che si terrà giovedì 21 novembre (ore 18) nel ridotto.
CARTOLINE DA RAVENNA
Mittente Giovanni Gardini
Un’armonia sinfonica di colori
Nel 1947, in occasione del XIV° centenario della consacrazione della Basilica di San Vitale, uscivano su Arte cristiana una serie di articoli dedicati a questo celebre monumento rmati rispettivamente da Sinesio Manni, Giovanni Mesini, Luigi Crema ed Eva Tea. A Mesini era stato af dato il compito di descrivere i mosaici di questo grandioso monumento e nell’introduzione al suo breve testo sottolineava l’importanza del legame tra architettura e mosaico: «L’architettura originale e suggestiva di S. Vitale si completa colla decorazione; ambedue sono legate da una intima unità. Nè solo la policromia dei marmi e dei capitelli a chiaroscuro e a traforo avviva, esalta coloristicamente le masse e le linee architettoniche; ma soprattutto la decorazione musiva, che si distende nel presbiterio e nell’abside, dove si raccordano e con uiscono tutte le linee e il movimento dell’architettura, formando un’armonia sinfonica di colori, che inebria e solleva lo spirito, al quale i musaici parlano un linguaggio alto, suadente, mistico. È il linguaggio della Bibbia, dei sacri misteri, della liturgia cristiana. I musaici ravennati formano un complesso unico; rivaleggiano con quelli di Roma; e fuori di queste due città non c’è altro complesso musivo paleocristiano, così vasto e di prima importanza. Il ciclo ravennate si svolge dal Mausoleo di Galla Placidia e termina a S. Apollinare in Classe. I musaici di S. Vitale tengono un posto speciale per la formale coesione e per l’unità concettuale».
VIDEO
Alesssandro Tedde e le immagini di archivi e archivisti nel cinema, nella televisione e nel web
Per l’apertura preserale di venerdì 15 novembre (ore 18), l’Archivio di Stato ha invitato il produttore, scenografo e docente presso l’Università per adulti di Ravenna Alessandro Tedde per un incontro cinematografico sulle immagini di archivi e archivisti nel cinema, nella televisione e nelle produzioni video pensate per il web. C’è un tema che accomuna Brazil di Terry Gilliam, Totò e i Re di Roma e l’episodio pilota di X-Files? C’è un personaggio ricorrente in Erin Brockovich, Il Divo, Star wars Episodio II e Le dodici fatiche di Asterix? La risposta è sì. Sono l’archivio e l’archivista, a volte come uno sottofondo stereotipato di polvere e noia, a volte come snodo centrale della trama. Ingresso libero.
AGENDA LIBRI
L’entomologo Maurizio Casiraghi al Caffè Letterario
Venerdì 15 novembre (ore 21) all’hotel Ala d’Oro di Lugo, l’entomologo Maurizio Casiraghi presenterà al Caffè Letterario il suo saggio Vite formidabili, edito dal Mulino.
Alla Manfrediana di Faenza arriva Dario Voltolini
Mercoledì 20 novembre (ore 18.30), il torinese Dario Voltolini presenta alla biblioteca Manfrediana di Faenza il suo romanzo Invernale, edito da La nave di Teseo, tra i finalisti del LXXVIII Premio Strega. Voltolini è autore di racconti, romanzi, testi di canzoni e libretti per il teatro musicale.
Baldini e Pagani a Villanova di Bagnacavallo
Sabato 16 novembre (ore 16.30) alla biblioteca di Villanova di Bagnacavallo Eraldo Baldini e Alberto Pagani, curatori di Transatlantica (Romagna & America), incontreranno il pubblico per presentare il volume, edito da Il Ponte Vecchio.
LA MOSTRA
AL
MIC DI FAENZA LE OPERE DI MAURA BIAVA
Fino al 12 gennaio è vistabile nella Project Room del Mic di Faenza in-form-azione, mostra-installazione di Maura Biava a cura di Alessandra Laitempergher. Biava presenta una selezione di sculture esistenti della serie Form Informed e un nuovo progetto che comprende sculture realizzate appositamente per questa mostra, integrate da opere fotografiche della serie #ZeroZero dal 2019 a oggi. L’esposizione mette in evidenza il momento dell’incipit artistico, quando le mani dell’artista entrano in contatto con l’argilla, a significare il passaggio dal concetto astratto alla creazione tangibile. Questa giunzione simbolica, che ricorre in tutto il lavoro di Biava, sfuma i confini tra l’atto della creazione e il suo completamento, presentandoli come un continuum piuttosto che come fasi distinte. Fotografie di mani ricoperte di argilla, apparentemente catturate nelle fasi iniziali del processo artistico, sono accostate a sculture in ceramica, considerate come il risultato artistico finale.
IL CONVEGNO
Ai Chiostri Francescani “Byron 1824-2024”
Venerdì 15 e sabato 16 novembre, ai Chiostri Danteschi della Fondazione Cassa di Risparmio, si terrà il convegno internazionale Byron 1824-2024 - Parole, Suoni, Immagini. Ad aprire i lavori, venerdì alle 10, sarà Diego Saglia, vicepresidente dell’Italian Byron Society, e docente di letteratura inglese all’Università di Parma, che introdurrà il tema il tema A Byronic Bicentenary Balance (Un bilancio del Bicentenario di Byron) assieme ad Anne Toner dell’Università di Cambridge. Nella due giorni si alterneranno poi alcuni dei più grandi esperti mondiali degli studi sul poeta.
L’INCONTRO
Al Mama’s Club
l’Elogio della follia di Cimatti
Venerdì 15 novembre (ore 21.30) al Mama’s Club, Maximiliano Cimatti sarà protagonista di una serata di racconto dal titolo Elogio della follia, accompagnato dalla chitarra di Gianluigi Tartaull. Ci si farà ispirare dalle storie di personaggi ritenuti folli da un mondo folle: dai ricordi di Alda Merini alle confessioni di Vincent Van Gogh, da Pirandello a John McEnroe, da Gigi Meroni al “matto” di De André, da Erasmo da Rotterdam ai matti del villaggio, e tanti altri personaggi strampalati che ci ricordano quanto sia importante essere un po’ folli. Info: mamasclub.it.
Dal dolore privato alla denuncia, l’arte tra “Malinconia” e “Poesia” di Rosetta Berardi
Col titolo Iconogra e del dolore privato si è da poco inaugurata la personale di Rosetta Berardi, un’artista di origine siciliana ma ormai di adozione ravennate data la sua attività sia come artista che referente nell’ambito della cultura cittadina.
La mostra - organizzata negli spazi di Palazzo Rasponi e curata da Linda Knif tz - è quanto mai di più vicino a una retrospettiva del lavoro eseguito dall’artista negli ultimi 50 anni. La curatrice ha selezionato una serie di opere attorno a una serie di nuclei tematici che sono ricorrenti negli anni, distruibuendoli nelle stanze e attribuendo a ciascuna un titolo collegato al tema. La scelta risulta molto omogenea, organizzata in modo da rendere unitaria ogni pausa del percorso nonostante l’utilizzo di media tecnici diversi, una caratteristica questa che contraddistingue n dalle origini l’operato di Berardi. È chiaro n dalla prima stanza che l’artista si è allineata a quella parte dell’arte contemporanea per cui il linguaggio espressivo non costituisce un vincolo privilegiato di espressione: dal disegno all’allestimento, dalla fotogra a all’acrilico su tela, dalla poesia visiva alla scultura di piccole dimensioni, le tecniche utilizzate vengono scelte in base alla loro capacità di predisporsi meglio a incarnare un’idea, un tema, un nucleo emotivo. La versalità tecnica presente n quasi dagli esordi viene spesa sempre con grande esperienza e risultati di forte equilibrio stilistico.
La prima stanza - intitolata “Malinconia” - raccoglie una selezione di oli su tela e alcune sculture in terracotta, opere appartenenti agli anni ‘70 del ‘900 quando l’artista aveva già concluso il periodo di formazione all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Nei dipinti come nelle sculture predominano le gure umane: il segno nervoso e geometrizzato dei pro li delle gure - che sono studi di nudo e di teste, ritratti di donne, autoritratti - , la segmentazione in campiture plastiche nette, la pennellata priva di indugi e la carica espressiva sono precisi riferimenti alla pittura di Umberto Folli, dal 1970 docente di Figura all’Accademia di Ravenna. Il primo approccio di Rosetta Berardi è quindi improntato a una pittura di matrice espressionista, ispirata al mondo circostante da cui traspare una forte vena sentimentale. La malinconia indica costitutivamente una distanza dalla pienezza dell’essere: qui si assiste a una distanza temporale fra spettatore e soggetto dell’opera che testimonia un tempo concluso, indagato attraverso l’unica funzione possibile della Memoria. Dalla “Malinconia” alla “Poesia” il passo è breve: anche i testi medico- loso ci del Rinascimento avevano individuato nell’atrabile, l’umore predominante nei malinconici, il sostrato della capacità poetica. Una recente pubblicazione di versi e immagini di Rosetta Berardi - dal titolo Un paese nell’anima - è la spia che chiarisce questo percorso di interesse, esplorato e radicato da alcuni decenni. Nel testo, le immagini fotogra che rielaborate dell’artista vengono messe in dialogo con i brevi testi poetici, de nendo quel legame che vede unite l’espressione verbale e quella visiva. Dalla lettura assidua delle poesie di Emily Dickinson è nata la bellissima ambientazione della stanza a lei dedicata dove un lungo ed elegante abito sovrasta un manto di fogli scritti a mano, leggermente piegati e disposti a rinfusa a pavimento. Sui fogli sono trascritte a mano le poesie della poeta inglese a cui rimanda il bianco dell’abito, unico colore da lei indossato dopo la reclusione volontaria nel pochi metri della sua stanza. L’abito vuoto è un simbolo spesso frequentato dalle artiste - citiamo solo una delle autorappresentazioni di Frida Kahlo - in cui convive l’ambivalenza fra presenza e assenza: Emily è presente nella rievocazione ma assente da questo tempo; è presente nel suo tempo ma assente, in esilio dal mondo. Le poche tavole dipinte da Rosetta ad acrilico su tarlatana della ne degli anni ‘90 racchiudono poi in immagini fulminanti alcuni versi di Dickinson creando una piena aderenza di evocazioni visive e in versi.
Il ritiro dal mondo è una delle scelte fatte da generazioni di donne che non avevano altra possibilità per affermare la propria libertà e autonomia creativa ma per altre generazioni il mondo privato non signi ca un luogo di elezione e sicurezza. Abituata alla ri essione delle donne sulle donne, Berardi è da tempo molto sensibile al tema della violenza esercitata all’interno della casa: nel 2015 ha creato l’installazione a pavimento Noli me tangere, costituita da 123 rose di lo spinato, che sintetizza visivamente il tranello del binomio violenza/ amore. Altre fotogra e-manifesto parzialmente strappate - una tec-
nica che cita alcuni esercizi di Mimmo Rotella - raddoppia la sensazione di perdità di identità delle vittime, oggettivizzate alla stregua di immagini bidimensionali e private dell’interezza e della sicità reale. In un’ottica intersezionale, la violenza esercitata sulle donne può allargarsi a comprendere la stessa natura o altre minoranze etniche, religiose, tutti coloro che portano nel corpo e nella vita una differenza. Si comprende quindi il legame esistente fra la stanza dedicata “Alla natura violata” e quella della “Pietas” in cui gli acrilici e gra te innalzati luttuosamente a memoria della scomparsa della Pineta Ramazzotti del nostro territorio - bruciata da anonimi piromani - rimandano alla Croce ssione dei primari (1992) in cui gli scatti testimoniano guerre, devastazioni e morti, come un requiem per le vittime del mondo. In questi lavori l’artista manifesta l’urgenza della denuncia e dell’attenzione sugli avvenimenti contemporanei. Il rimando implicito è alla stanza della “Meditazione” costituita da Silenzi in acrilico, da Specchi muti su tarlatana, a iconogra e e simboli sacri. La meditazione è anche immagine di donne di altre religioni in preghiera o opere eseguite mediante l’esercizio di una scrittura lenta e controllata su carta giapponese, in cui la creazione artistica è una preghiera come fanno i pittori di icone bizantine. Queste opere, disseminate nella stanza della “Meditazione” e nella successiva, creano virtualmente uno spazio spirituale in cui attraverso l’arte non si attua una fuga dal mondo ma una presa in carico del mondo.
Fino al 24 novembre a Palazzo Rasponi dalle Teste Dal martedì al venerdì ore 15.30-18.30; sabato e domenica dalle 11 alle 18.30
LA FIERA
IL PUBBLICO INCONTRA GLI ARTISTI ALL’ALMAGIÀ
Contemporaneo e design dialogano il 17 novembre a Visibile
Domenica 17 novembre, dalle 11 alle 19, le storiche Arti cerie Almagià, a Ravenna, ospitano la decima edizione di Visibile, l’evento che intreccia arte indipendente e design in una formula innovativa, promossa da Norma Aps in collaborazione con Appunti per un Terzo Paesaggio di Rete Almagià. Nato come spazio di incontro e di ricerca, Visibile rappresenta un appuntamento culturale capace di trasformare ogni incontro in un’esperienza interattiva e partecipativa, dove il pubblico è libero di acquistare opere direttamente dagli artisti e confrontarsi con loro, scoprendo le storie che animano ogni creazione. Tra gli stand, i visitatori possono esplorare manufatti e opere uniche realizzate da artisti e maker: design, pittura, mosaico, ore ceria, ceramica, incisione, fotogra a e illustrazione. Diciotto artisti selezionati dallo staff propongono le proprie opere in un contesto che coinvolge il pubblico sia nella presentazione del proprio lavoro sia nella vendita: Marco Avenante, Nicolò Bendandi, Federica Cinquepalmi, Chiara D’Orazio, Marco Ferrari, Valentina Fussi, Matteo Gobbi, Daniela Iurato, Luce Distorta, Macelleria Atelier, Giuditta Matteucci, Lorenzo Nasi, Patty Sacchi, Giada Scandolara, Snowine, Alessandro Tasselli, Tiratura, Yuyu Zhao. In questa cornice dinamica si rinnova l’intesa con Equidistanze – Residenze Artistiche, ideata da Magazzeno Arte Contemporanea e coordinata dall’Associazione XX a Filetto. Quest’anno Visibile accoglie in forma installativa multimediale le opere premiate di Michela Longone (Premio del Pubblico) e Stefano Ferrari (Premio della Critica), due voci artistiche che hanno saputo interpretare le trame della natura e delle relazioni umane, esplorando il potenziale del riuso, della sostenibilità e della connessione con il paesaggio. Visibile ospiterà anche Desartmakers, una mostra del Collettivo Mimèsi, composto da Mariachiara Gaspari, Federico Giustozzi ed Eugenio Lo Turco, nato all’interno dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Faenza. Vincitori del Premio MIDeC Design, i membri del collettivo fondono natura, artigianato e design.
Visibile offre inoltre due momenti di approfondimento con talk tematiche (a partire dalle 16): Sabina Ghinassi, curatrice e critica d’arte, dialogherà con il Collettivo Mimèsi sul tema del cambiamento di paradigma nel design, esplorando il valore dell’artigianato come laboratorio innovativo per nuovi linguaggi di interazione e scambio; Eleonora Savorelli, presidente di Marte Associazione, condurrà un dialogo con il fotografo Daniele Casadio e il coreografo Marco Valerio Amico sulla pratica artistica come forma di lettura e rigenerazione del territorio.
e er e e r er
n v o r onor
e ern e o- er r enere
Venerdì 15 e giovedì 21 novembre al Bronson arrivano due band internazionali molto attese
Bella doppietta al Bronson di Madonna dell’Albero, dove venerdì 15 novembre arrivano gli statunitensi Federale, seguiti giovedì 21 da Lucy Kruger & The Bad Boys, band art-pop e tender noise con sede a Berlino.
I Federale vengono da Portland, nello stato dell’Oregon, e sono in circolazione da vent’anni con il loro alt-rock dai toni western e cinematici. Al Bronson presenteranno il loro ultimo album, Reverb & Seduction appena uscito su Jealous Butcher Records. Come ha ben detto la stampa americana il disco suona come «se Lee Hazlewood avesse fatto un disco con Nick Cave e avessero assunto Ennio Morricone per gli arrangiamenti». Canzoni cupe e narrative, dunque, con un’attitudine cinematogra ca, che si scontrano con i riferimenti stilistici del passato. I pezzi di Reverb & Seduction ci immergono in paesaggi dark-wave anni ’80 intrisi di rimandi agli spaghetti western, ricordando a tratti dei Wall of Voodoo più ri essivi. E per tutto il tempo il profondo e intenso richiamo della voce baritonale di Collin Hegna trascina l’ascoltatore attraverso foreste di archi e sintetizzatori.
POP
ANDY DEI BLUVERTIGO OMAGGIA BOWIE AL SOCJALE
Venerdì 15 novembre (ore 21.30) il Teatro Socjale di Piangipane ospita Andy & The Bowieness, ossia un omaggio al genio di David Bowie da parte di Andrea “Andy” Fumagalli, coofondatore dei Bluvertigo. Attraverso un percorso che toccherà la musica e l’arte, Andy reinterpreta alcune delle vette della carriera di Bowie: da Station to Station a Space Oddity , da Stay ad Ashes to Ashes il concerto ripercorre la spaziale carriera del Duca Bianco. Info: teatrosocjale.it.
Il Cloro e Mondoriviera al Clan Destino di Faenza
Sabato 16 novembre (ore 22) il Clan Destino di Faenza ospita il doppio live di Il Cloro e Mondoriviera. Alfieri dell’elettronica più oltraggiosa e anticonformista, i ravennati Il Cloro si muovono con circospezione ai margini dell’underground italico. Mondoriviera è l’alter ego di Lorenzo Camera, musicista e artista visivo di base a Ravenna fra il kraut più bucolico e l’estasi lisergica.
Lo spagnolo Pedro Makay live al Mama’s Club
In apertura si potrà ascoltare il trio italiano Città Deserta.
La musicista berlinese/sudafricana Lucy Kruger è invece alla guida del gruppo art-pop e
soft noise The Lost Boys, fautori di una musica piena di atmosfera e intensità. Tornano in Italia in tour per presentare il loro nuovo lavoro, A Human Home (uscito da poco su Unique Records), scritto durante l’isolamento nella stanza di Lucy a Berlino. È una raccolta low- , intima ed espressiva di schizzi musicali che esplorano il signi cato di trovare e sentirsi a casa. Caratterizzato da una serie di collaborazioni a distanza, accidentali e intenzionali, l’album documenta un momento speci co, personale e universalmente condiviso. Lucy, tra l’altro, è stata selezionata per far parte dell’iniziativa Keychange, una rete globale e un movimento che lavora per la parità di genere nell’industria musicale. Inizio sempre ore 21.30.
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Sabato 16 novembre (ore 21.30) al Mama’s Club arriva il musicista e compositore spagnolo Pedro Makay, con la sua world music. Info: mamasclub.it.
JAZZ
Gli Italian Swing al Portoncino
Mercoledì 20 novembre (ore 21) la rassegna “parole & musica” del Borion’s Club opsita al circolo Portoncino di Ravenna gli Italian Swing, formazione di chiara impronta jazzistica che pesca a piene mani dalla letteratura musicale dell’epoca swing e la ripropone con ironia assieme ai racconti degli aneddoti e dei costumi. Info: 333.9588835.
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FIDO IN AFFIDO
MIA
Mia (nella foto) e i suoi due compagni Zeus e Ares sono tutti del marzo 2022... dei veri giovincelli! Un po’ timorosi inizialmente, ma davvero dolcissimi, si lasciano conquistare dall’affetto e sono pronti a darne a tonnellate a chi si accorgerà di loro!
Contattate il Canile di Ravenna al numero 0544 453095 o l’Associazione CLAMA con un messaggio al 349 6123736 per conoscerli, vi aspettano per un lieto fine!
ADOTTAMICI
GATTINI
Questi gattini meravigliosi di neanche sei mesi cercano famiglie meravigliose come loro che li vogliano adottare! Sono tutti in regola con la prassi sanitaria. Cosa aspettate, correte a conoscerli!
Contattate il 351 5575151 per innamorarvene e avere l’opportunità di donargli una casa e una famiglia che sia per sempre!
MUSICA CLASSICA/1
Si va da Salisburgo a Venezia con l’Ensemble Vivadi dei prestigiosi “Solisti Veneti”
L’Emilia Romagna Festival Winter è al teatro Masini di Faenza con una storica formazione da camera
Giovedì 14 novembre (ore 21) l’Emilia Romagna Festival Winter prosegue al Teatro Masini di Faenza cone l’Ensemble Vivaldi de “I Solisti Veneti”, che propone un programma dal titolo Da Salisburgo a Venezia. La formazione – composta da Lucio Degani e Enzo Ligresti, violini, Mario Paladin, viola, Giuseppe Barutti, violoncello, Roberto Loreggian, clavicembalo, Darko Brlek, clarinetto e Massimo Mercelli, auto – proporrà, partendo appunto da Salisburgo, il Quintetto in la maggiore KV581 per clarinetto, archi e Basso continuo di Mozart, per poi arrivare a Venezia con la Sonata in re minore op. 1 n. 12 La Follia per due
MUSICA CLASSICA/2
DESIGN
violini, violoncello e clavicembalo, il Concerto in fa maggiore op. 10 n. 1 per auto e orchestra, RV 433 La tempesta di mare, il Concerto in sol minore op. 10 n. 2 per auto e orchestra, RV 439 La notte e il Concerto in re maggiore op. 10 n. 3 per auto e orchestra, RV 428 Il gardellino, tutti di Vivaldi.
In occasione della Trilogia d’Autunno (di cui si parla a pagina 14) anche quest’anno Ravenna Festival dedica all’opera iniziative che si intrecciano al calendario di eventi all’Alighieri. È questo il caso dei due appuntamenti in programma sabato 16 novembre (ore 17) e domenica 17 (ore 11) a Classis. Dopo un’introduzione curata, rispettivamente, da Franco Masotti e Francesca Masi, saranno proposte le nuove composizioni originali degli allievi di Mauro Montalbetti, titolare della cattedra di Composizione al conservatorio “Giuseppe Verdi”.
A eseguire i brani creati da Gabriel De Pace, Andrea Badiali, Filippo Bittasi, Mattia Dattolo (nella foto) e Damiano Ferretti sarà l’Orchestra La Corelli, diretta dallo stesso Dattolo.
LA RASSEGNA
AL ROSSINI OPEN ARRIVANO GLI ISTANTANEA [9]
E IL VIOLINISTA MICHAEL BARENBOIM
Domenica 17 l’ensemble sarà alla chiesa del Suffragio l il fi lio del cele re direttore d orc estra al ondo
Doppio appuntamento con il festival lughese Rossini Open, che domenica 17 novembre ospita alla chiesa del Suffragio l’ensemble Istantanea [9], mentre giovedì 21 porta alla sala polivalente del Tondo il violinista franco-tedesco Michael Barenboim (nella foto)
Istantanea [9] proporrà un programma dal titolo Virtual Landscape, con musiche di Salvatore Sciarrino, Dimitri Sillato, Gioia Gurioli, Livia Malossi, Alfonso Santimone e Gyorgy Ligeti. Michael Barenboim è invece primo violino della West-Eastern Divan Orchestra fondata dal padre, il grande pianista e direttore d’orchestra Daniel Barenboim, molto attivo come solista e nella musica da camera, nonché docente affermato a Berlino. Accompagnato dalla pianista russa Natalia Pegarkova (sua moglie), Barenboim offrirà un programma francese di gran fascino, alternandosi al violino e alla viola, che comprende musiche di Ravel, Fauré, Boulanger, Chausson e Vieuxtemps. Info: teatrorossini.it.
MUSICA CLASSICA/3
Solisti e orchestra di San Francesco “raccontano” gli stili del Settecento
Domenica 17 novembre (ore 18.30) alla basilica di San Francesco, solisti e orchestra di San Francesco daranno un assaggio di quella musica che riempiva le vite degli uomini del Settecento, come le cantate, l’oratorio e il concerto grosso. Emilia Ferrari e Annarita Venieri saranno i soprani, Laura Ferrari il contralto, Luigi Lidonnici e Sandro Gori suoneranno gli oboi, Costantino Frullani il fagotto, Domenico Banzola il flauto, tutti diretti da Giuliano Amadei. Ingresso a offerta libera.
Crono n glo o metafisi o sospeso nello spa io e nel tempo
installa ione in legno dell ingegnere a oldati in esposi ione al arden l aga o trovato la iave per nire le mie passioni ella per l arte e l ar itett ra e ella per l ingegneria
n lobo etafisico di anelli in le no e s ere dorate c e alle ia a ica ente nell’aria n disco volante e fi ero e le ero ppure una turbina, un varco di ensionale, una cupola astratta on ueste parole Luca Soldati, in e nere attivo nel aentino, racconta la sua “Crono”, l’installazione sospesa in legno esposta all’interno della Christmas Gardenhouse del Garden Bulzaga di Faenza, visitabile durante l’intero periodo invernale e linee sinuose e su estive si ri anno a li antic i oro lo i astrono ici e al usto ottocentesco, con ric ia i alle estetic e senza te po del r stal Palace di ondra e ai aestri conte poranei dell’arc itettura iapponese on si tratta della pri a espo sizione di oldati, c e nel e aveva i portato i suoi lavori a Ba nacavallo, in occasione della iera di an ic ele, ne li spazi di nterno e dell’e ale na eria u fini rono, co e eta ora del te po, per ric ia are una struttura sospesa, fisica ente e concettual ente, al di l dello spa zio e delle epoc e continua oldati, c e dal produce una serie di obili di desi n, o ettistica e installazioni site specific di atrice artistico−arc itettonica o trovato la c iave per unire le ie due passioni, uella per l’arte, per l’arc itettura e per il desi n e uella per l’in e neria l percorso di or azione di oldati in atti a fianca a li studi in e neristici uelli arc itettonici n connubio di cono scenze c e i per ette di esplorare la ia artisticit senza troppe inter erenze burocratic e e senza l’aiuto di terzi e opere fir ate LSHD (Luca Soldati Human Design) sono in atti pensate per unire estetica, funzionalità e basso impatto ambientale ispirato alle ope re dell’arc itetto iapponese en o u a, oldati crea una serie di
opere a incastro c e ric iedono un uso ini o o nullo di collanti, viti e fissanti utto parte dall’i dea del desi n e dalla bozza in , c e viene poi inta liata sul le no o pi rara ente sul etallo tra ite resatura auto atica e successiva ente asse blata i ispiro al concetto di desi ner co e aker, antenendo il pieno controllo sul processo ideativo e produttivo dai pri i sc izzi fino all’opera finita i interessa l’aspetto speri entale e di ricerca, nella or a e nel ateriale e i intri a l’idea di poterlo applicare alle installazioni artistic e co e all’arredo di interni ra i pri i prototipi di oldati, in atti, una serie di obili a incastro, sco ponibili in lastre piatte c e li rendono per etti per il trasporto e lo stocca io nc e l’asse bla io risulta del tutto intuitivo razie all’assenza di viti l processo si adatta alla creazione di diversi ele enti di arredo, dai tavoli alle librerie passando per panc e, azebo e per olati di desi n, a anc e ai piccoli arredi e suppellettili el stata in atti lanciata una collaborazione con la chef Erica Liverani con la produzione di una serie di spianatoie con incise nel le no le or e per la produzione di pasta resca ltre alle opere disponibili sul sito e sui social del designer, possibile co issionare opere personalizzate
Info: LSHD – Luca Soldati Human Design tudio via Ruffilli 5, Ravenna solo su appuntamento mail: ls dstore@gmail.com - IG ls dstore - tel. 87646 45
PAISÀ rass. Finalmente è giovedì gio. 14: ore 21.00
GIURATO NUMERO 2 ven. 15 - sab 16: ore 18.30 - 21.00 dom. 17: ore 16.00 - 18.30 - 21.00 mer. 20: ore 18.30 (V.O.S.) - 21.00
L’INTERVISTA
Francesco Giampaoli e i Manuel Pistacchio «La musica è come un viaggio»
Il trio romagnolo presenta in anteprima il nuovo album al Cisim di Lido Adriano il 17 novembre
di Alessandro Fogli
Il concerto di Cesare Basile, domenica 17 novembre (dalle ore 17) al Cisim di Lido Adriano (vedi box), è anche un’ottima occasione, in apertura di serata, per ascoltare in anteprima dal vivo Pellegrino, terzo album dei Manuel Pistacchio che uscirà nel febbraio del 2025, preceduto da una serie di singoli (venerdì 15 novembre esce il secondo, Parole). Trio formato da Diego Pasini (testi, voce e chitarra) e Lorenzo Camera (synth, chitarra, percussioni e arrangiamenti, già in Ponzio Pilates e Mondoriviera), entrambi di Bellaria Igea Marina, e dal ravennate Francesco Giampaoli (basso, synth, percussioni e arrangiamenti, attivo, tra gli altri, in Sacri Cuori, Classica Orchestra Afrobeat, Hugo Race Fatalists e Opez, nonché titolare dell’etichetta Brutture Moderne), Manuel Pistacchio è senza dubbio una delle realtà più interessanti e apprezzate della scena rock indipendente nazionale. Abbiamo fatto due chiacchiere con Francesco Giampaoli e Diego Pasini. I titoli dei primi due dischi dei Manuel Pistacchio, Di primo mattino e Scordato Cuore, prendevano entrambi spunto da poesie (una di Roby Puma, artista e performer di Bellaria Igea Marina, l’altra di Montale) qual è invece l’origine di Pellegrino?
Diego Pasini: «Per Pellegrino non c’è un riferimento preciso a un poeta, ci piaceva usarlo perché secondo noi esprime la poetica, sia sonora che testuale, dell’album. È l’anima in comune di Manuel Pistacchio, quella dei tre musicisti che si fa in qualche modo pellegrina, devota e in qualche modo veggente, che intraprende un po’ questo viaggio che va avanti da cinque anni mettendo come meta sacra la musica. È un album che abbiamo davvero scritto in tre, ognuno ha suonato determinati strumenti (Francesco poi ha fatto i mix e la produzione) e messo la propria caratteristica in ogni brano».
Francesco Giampaoli: «Sicuramente il titolo ha a che fare col muoversi, col viaggio.
Quando ho conosciuto Diego e Lorenzo nel 2018, loro avevano fatto 4, 5 pezzi e ascoltarli per me fu davvero un’illuminazione, oltre al fatto che mi sembrava di essere con loro da sempre, erano come i miei amici di quando avevo vent’anni, e tutto questo senza dire nulla. Questa vicinanza in campo artistico prosegue da allora, e quindi è un viaggio che ha a che fare con la musica, con lo spostarsi, con dimensioni parallele, trascendentali, volendo, vai te a capire cosa è l’arte».
Una musica che trascende se stessa, quindi.
FG: «Per me è un’esperienza che ci porta ad approdare a luoghi nuovi e inaspettati e il fatto di farlo insieme rende questi luoghi unici. C’è condivisione, un dialogo dal punto di vista creativo, c’è questo trovarsi in posti sempre nuovi, muoversi, cercare. Per me fare musica ha assolutamente a che fare con lo spirito, va al di là della realtà più concreta e ti porta in altri mondi. Fare questa musica insieme è esso stesso rivelazione, occorre la volontà di ascoltarsi e farlo, questo viaggio. E credo che stiamo facendo davvero una bella passeggiata».
Si cerca sempre di capire come fare meglio però ci confrontiamo di continuo con generazioni sempre più giovani, ad esempio proprio i Manuel Pistacchio sono molto più giovani di me, il primo disco l’ho fatto semplicemente come discogra co, ne ho seguito la produzione, però dal vivo suonavano con il fratello di Lorenzo, Matteo Camera, che a un certo punto è partito per lungo tempo e l’ho sostituito, entrando nel gruppo abbastanza casualmente. Ma stiamo facendo dischi con ragazzi ancora più giovani, come Mary Bianco. Non ho però la ssa dei giovani, non credo sia un valore assoluto di per sé, anche se in questo momento sembrerebbe così, però anche avere questo rapporto costante tra generazioni, questo dialogo, secondo me è il modo giusto per portare avanti il pensiero creativo. Si chiamano radici, le si possono portare avanti oralmente e, appunto, con la condivisione umana, l’etichetta mi permette di fare tutto questo e ne sono molto contento».
«L’etichetta Brutture Moderne? Non è un business ma ci permette di portare avanti pensieri creativi»
Le sonorità di Pellegrino sono diverse dal precedente Scordato Cuore, sembra più “suonato”.
FG: «La sonorità dei Manuel Pistacchio è frutto di un approccio sempre molto maniacale, ma mentre prima eravamo ancora più astratti, ora abbiamo tirato fuori il musicista che suona in maniera un po’ più concreta, e questo disco è, se vuoi, un po’ più semplice, per quanto non manchino i tocchi di elettronica sperimentale. Manuel Pistacchio prima aveva una componente molto onirica nel suonare, adesso c’è anche quella più terrena del musicista che suona, più sicamente in primo piano. Prima a volte eravamo più astratti, ma anche questo fa parte del viaggio, dello spostarsi. Abbiamo sempre un’attenzione profonda nel rispetto di un pensiero estetico, però non c’è la paura di gettarsi anche nel vuoto. Ci siamo trovati in una situazione nuova e quindi, sì, ci sono sonorità diverse, così come lo erano quelle del secondo disco rispetto al primo. Siamo una vera band e tutti e tre gli elementi ci mettono dentro la propria creatività, creando tantissime possibilità».
DP: «Il fuoco in Pellegrino va più sull’alchimia tra musicista e strumento, come se lo strumento divenisse anche una sorta di oggetto magico, un ponte tra l’intuizione e la scrittura».
Diego, tu scrivi i testi: come arrivano? Ispirazioni improvvise o ri essioni su temi che ti stanno a cuore?
DP: «Un po’ entrambe le cose. Per scrivere una canzone o la linea melodica parto molto spesso dal testo e in rari casi sono riuscito a creare le due cose insieme. Sento che la mia creatività si manifesta molto nello scrivere, nel creare immagini con le parole. Un’elaborazione della scrittura parte molto spesso da una domanda, poi seguita da una ricerca. Usare la poesia e le immagini è il modo migliore in cui riesco a esprimere un determinato concetto, più che con la prosa. Lo vedo come un metodo più ermetico ma riesce a scavallare determinati muri, è una specie di simbolismo per chi vuole ascoltare anche più in profondità».
Francesco, la tua etichetta discogra ca Brutture Moderne ha quasi quindici anni, tempo di bilanci?
FG: «Sono sicuramente contento, ho sempre visto l’etichetta come gli argini di un ume che possono raccogliere la creatività e dargli più forza. Non è sicuramente un gran business, però continua a darci la possibilità di poter portare avanti dei pensieri creativi.
Ci sono artisti che in qualche misura si possono considerare un’ispirazione nel tuo lavoro di musicista?
FG: «Ho alcuni artisti che mi fanno da punto di riferimento – e che non cambiano per qualsiasi tipo di musica faccia –, come se fossi circondato da 4, 5 puntini che a seconda delle situazioni si trasformano in tante stelle polari. C’è Paolo Conte, il Mulatu Astatke delle ethiopiques series, poi Lou Reed e i Velvet Underground, a loro penso anche quando faccio afrobeat. In realtà è molto interessante ispirarsi ai Velvet Underground mentre stai facendo un brano di Fela Kuti, per dire.
C’è Duke Ellington, e poi c’è una bassista americana tuttora vivente che ho scoperto in tarda età, si chiama Carol Kaye, una delle bassiste più proli che della storia della musica, attiva negli anni ‘50, ‘60 e ’70. Lei inventò dei metodi scolastici, che ho studiato, e che tuttora mi danno spunti creativi. Poi io penso più agli arrangiamenti e ai modi di suonare che alle parti speci che, approcci creativi più che altro. Per fortuna mi capita di suonare in campi abbastanza diversi, ad esempio, con la Classica Orchestra Afrobeat ci confrontiamo con la musica africana, ma da poco ho fatto un disco assieme a Koralle/Lorenzo “Nada”, che si chiama Bassona, in cui suono contrabbasso e chitarre e lui tastiere e beat. Quindi mondi molto diversi».
Qual è il tuo rapporto con le piattaforme di streaming?
FG: «Le modalità di fruizione della musica stanno cambiando e noi cerchiamo di capire come poter adattarci al meglio. Conosco tanti artisti della mia generazione, e anche più vecchi, che danno vita a lotte in nite con Spotify, ma, a parte certe ragioni che posso condividere, il mondo cambia e devi imparare ad adattarti, non è una battaglia. In una situazione “mordi e fuggi” come quella attuale, fare uscire i vari brani uno alla volta, ad esempio, come per il disco dei Manuel Pistacchio, è un modo per comunicare un po’ di più l’intero disco. E comunque è ormai una prassi comune».
Cesare Basile con la dedica alla Palestina
I Manuel Pistacchio (vedi intervista qui a fianco) faranno da apripista al Cisim al concerto di Cesare Basile, domenica 17 novembre, dalle ore 17. che arriva con il suo Saracena Tour Con alle spalle una carriera ormai trentennale – il suo album d’esordio, La pelle, usciva nel 1984 –, l’artista siciliano si conferma tra i cantautori più intensi e originali della sua generazione. Saracena (Viceversa Records) è un disco dedicato al dramma palestinese e alle diaspore degli ultimi. Scuro e introspettivo, esistenziale e insieme sperimentale, a tratti crudo, l’intero lavoro è intriso di riferimenti poetici alti.
Uno strepitoso Elio Germano incarna Berlinguer in un film magnifico
di Albert Bucci
Ho visto il meraviglioso Berlinguer. La Grande Ambizione di Andrea Segre, biopic su Enrico Berlinguer qui interpretato da un monumentale Elio Germano. Il titolo cita una frase di Antonio Gramsci dai Quaderni dal carcere, che è anche incipit del lm: «Di solito si vede la lotta delle piccole ambizioni, legate a singoli ni privati, contro la grande ambizione, che è invece indissolubile dal bene collettivo». E il lm racconta la grande ambizione di Enrico Berlinguer nel cercare il bene collettivo, dal 1973 al 1978, no alla morte nel 1984, seguendo la sua vita politica e personale e attraversando la storia di quegli anni in Italia e nel mondo. L’inizio mostra il golpe in Cile del 1973 del generale Pinochet, proseguendo col fallito attentato contro Berlinguer in Bulgaria, la crisi economica di quegli anni, la distanza sempre più grande con l’Unione Sovietica di Breznev, le lotte sindacali e politiche, il referendum sul divorzio, la strage di Brescia del 1974, gli attentati e il terrorismo, il tentativo di costruire il compromesso storico con la DC di Aldo Moro, no al rapimento e morte dello stesso Moro nel 1978; tutto seguendo con sensibilità e verità anche la sua vita privata; e chiudendosi con le immagini di repertorio della morte di Berlinguer nel 1984 e del suo funerale.
Il regista Andrea Segre nasce documentarista, e si vede questa sua origine in una regia sobria e rigorosa.
La Grande Ambizione usa moltissime immagini di repertorio, ma in modo lmicamente originale e geniale. Invece di essere semplici citazioni extratestuali del passato, i repertori si incastrano con naturalezza nelle sequenze di ction: le immagini vere del golpe in Cile, della strage di Brescia, delle folle ai comizi, dei lavoratori per strada, sono sempre montate in modo coerente con le immagini del lm: possono essere una soggettiva di Berlinguer dal palco o che guarda la Tv, o veri e propri elementi di regia, sequenze che servono alla storia raccontata dal lm, senza distinzione tra ciò che è ricostruito in scena e l’originale da cui è tratto. Al di là delle personali opinioni su Berlinguer, La Grande Ambizione è molto bello ed evita l’effetto nostalgico da “santino”. Nota speciale per l’interpretazione di Elio Germano, per il quale si può scomodare il confronto con il magni co Gian Maria Volontè: il corpo dell’attore è al servizio totale del corpo del personaggio, in una simbiosi totale e magistrale, come quando Berlinguer fa ginnastica in casa. Ma la maestria è in tutti gli attori, nella loro sobria recitazione sempre al servizio dei personaggi interpretati. Tutti restituiscono, al pari dei repertori, l’umanità degli uomini e delle donne di quel tempo, un’antropologia remota e antispettacolare di come eravamo nei nostri corpi e nelle nostre idee.
Un consiglio per il Black Friday? Strumenti musicali!
di Enrico Gramigna *
Il nero è un colore speciale, dato dalla sottrazione di tutti i colori dello spettro visibile. Detto banalmente, quindi, è il prodotto dell’assenza di colore. Assenza che, nel lessico mondano concerne all’area semantica della negatività. In questo contesto, quindi, questo colore viene associato, come aggettivo, a sostantivi che, così, assumono un signi cato tutto tranne che positivo: basti pensare al famoso lunedì nero che sconvolse le borse nel 1987. Alla luce di ciò, dunque, il tanto amato Black Friday, atteso da milioni di americani (e ultimamente anche dagli europei) dovrebbe essere un giorno drammatico, invece così non è. Esso, infatti, è il giorno successivo al Ringraziamento, celebrazione di gratitudine per le messi e la benevolenza della divinità nell’anno passato. Il venerdì nero, quindi, non è un giorno di disgrazia, bensì apre la stagione delle spese natalizie. Quest’anno il caso vuole che coincida con uno dei giorni più sentiti dai musicisti, il giorno di Santa Cecilia, patrona della musica. Se, quindi, questo giorno deve essere “consacrato” alla ricerca del regalo, si permetta qui in questa sede di indulgere in un breve messaggio promozionale. Comprate strumenti musicali. Non sapete suonarli? Meglio! La musica oggi non è in salute come le etichette discogra che e le radio ci vogliono far credere. La musica soffre un abbattimento (ancor più che appiattimento) culturale notevolissimo, nuovo nella storia della musica e dovuto in gran parte alla globalizzazione che permette una diffusione capillare della cultura dominante. La cultura non è fatta di una sola visione, ma di molteplici colori che si combinano insieme per sintesi additiva, creando l’immagine luminosa, non sottrattiva, creando il buio. Oggi ciò che davvero manca è il dilettantismo. Non quello di coloro che sono presenti con le loro vuote carole negli altoparlanti delle radio, ma quello delle persone comuni che, per diletto, si “sporcano” con le note e che si cimentano con le idee di Bach, Mozart o, anche, i Led Zeppelin o i Queen. Oggi più che mai c’è bisogno di ritrovare il gusto di fare musica per sé stessi, per indagare quest’arte e, perché no, noi stessi, sviluppando orecchio e pazienza nello stesso tempo, approfondendo la conoscenza dello strumento e della nostra mente.
Oggi è prioritario recuperare la musica attiva, sempre più abbandonata in favore di ascolti passivi, per riconquistare, in de nitiva, l’umanità dell’umanità.
* musicista e musicologo
Alle origini del male
di Federica Angelini
Régis Jauffret è un autore francese pubblicato in Italia da Clichy noto, soprattutto in Francia, per le sue raccolte di racconti brevi Micro ctions (in uscita il secondo volume). Letteralmente centinaia, che diventeranno migliaia, di brevi storie in cui sono racchiuse intere vite che gli sono valse il premio Goncourt. Ma Jauffret è anche l’autore di un libro dal titolo italiano 1889, uscito prima in Italia che in Francia sempre per Clichy (traduzione di Tommaso Guerrieri), che è un affondo sulle origini del male, ossia la storia della gravidanza della madre di Adolf Hitler. «Tutto ciò che era veri cabile è stato vericato ed è storicamente vero» ha spiegato l’autore quando è stato ospite, in apertura della stagione autunnale, a Ravenna alla rassegna Il tempo ritrovato. Il punto è che di quel periodo sappiamo poco, mentre nel romanzo c’è moltissimo. C’è l’ambiente, la miseria, la condizione di vita quotidiana di un nucleo famigliare di un doganiere, c’è un affresco dell’Austria di quel tempo con le fatiche e i rischi e i pericoli di quell’epoca che appare ormai così lontana. E poi c’è una famiglia che oggi diremmo disfuzionale in cui un uomo maturo ingravida la giovane nipote, che lo chiamerà “zio” per tutta la vita. C’è il peso di una religione opprimente soprattutto sulle donne, c’è un antisemitismo onnipresente ma che non ha nulla a che vedere con quello che diventerà poi nel regime nazista. C’è, in particolare, un’invenzione letteraria che da sola vale la lettura del libro è che porta il lettore a interrogarsi sul potere della parola, sul pensiero che prende forma sica come suono e come segno, squarci sull’orrore che attende l’umanità. A partire da quel nome, anzi quel cognome, che nessuno aveva mai portato prima e nessuno porterà poi, coniato, si direbbe, apposta per un uomo che ha cambiato la storia dell’umanità. Di questo Jauffret si dice convinto: senza Hitler la storia del Novecento non sarebbe stata la stessa, cosa che, sempre secondo lo scrittore francese, non si può dire di nessun’altra gura storica mai esistita. Ecco perché non smettere di indagarla e studiarla e cercare in qualche modo di spiegarla, andando no al suo concepimento, ai nove mesi in cui la madre lo portò in grembo tra mille paure e in cui noi ci troviamo a sperare, nostro malgrado, che tutto vada bene e che il bambino nasca sano. Quando si dice il potere della letteratura. In un momento in cui la cronaca ci porta quotidianamente a interrogarci sull’uso e l’abuso della parola antisemita, in cui assistiamo inermi a una strage perpetrata dai pronipoti di chi fu vittima di uno sterminio senza precedenti e, sottolinea più volte Jauffret, senza nulla di simile a seguire, una lettura che è un romanzo storico ma anche una riessione in forma di ction sulle origini del male e della storia nel grembo di una donna come tante altre.
Tempo di sagre in Romagna. Aspettando quelle prettamente natalizie (dal 1° dicembre, per esempio, parte il rinomato Paese del Natale di Sant’Agata Feltria…), in novembre l’appuntamento è con i prodotti tipici. Primo su tutti, visto il periodo, il formaggio di fossa che viene celebrato a Sogliano al Rubicone con la 49esima edizione della era, diventata ormai un appuntamento rinomato a livello nazionale, che animerà le piazze e i vicoli del centro storico durante le domeniche del 17 e 24 novembre e del 1° dicembre. Per quei pochi che non lo conoscono, il formaggio di fossa è sicuramente il simbolo gastronomico di Sogliano al Rubicone, tanto che nel 2009 è riuscito a ottenere il marchio Dop con la denominazione “Formaggio di Fossa di Sogliano Dop”. Il processo necessario per ottenerlo è lungo e complesso - citiamo qui la descrizione della pro loco di Sogliano. In osservanza al rigido disciplinare di produzione, il formaggio di partenza, già parzialmente stagionato, deve provenire esclusivamente da latte ovino, vaccino o misto di alta qualità (il caprino non è ammesso dalla Dop), prodotto negli allevamenti dei territori collinari e montani delle Marche e della Romagna. Le forme vengono deposte in antiche fosse a forma di asco, scavate nella roccia arenaria per una profondità di circa tre metri. Questa tradizione nacque in epoca medioevale: i contadini soglianesi, alla ne della primavera, venivano in paese per af dare i loro formaggi agli infossatori, af nché li conservassero durante l’estate; in novembre
tornavano poi a ritirare le forme e, in tal modo, potevano far fronte alle ristrettezze dell’inverno. L’apertura tradizionale delle fosse, il 25 novembre, giorno di Santa Caterina d’Alessandria, anticamente era una ricorrenza molto sentita dalla popolazione soglianese.
La era di Sogliano sarà l’occasione perfetta per degustare e acquistare anche altri prodotti tipici soglianesi come il savòr, la saba, le teglie in argilla di Montetif (ideali per la cottura della piadina), miele, salumi. Ma non mancheranno anche altre eccellenze enogastronomiche, come vini e formaggi, provenienti da diverse regioni d’Italia. In piazza ci saranno cinque ristoratori soglianesi ed è in programma un percorso di degustazione a base di formaggio di fossa ed abbinamento con
vini presso le cinque fosse presenti in centro storico. Non mancherà, in ne, come di consueto il tradizionale pranzo/ristoro nei locali della Pro Loco di Sogliano. Molti gli eventi collaterali che faranno da contorno al contenuto gastronomico della era.
Appuntamenti con i prodotti tipici anche in uno dei borghi più belli d’Italia, Brisighella Domenica 10 novembre si festeggiano la pera volpina e il formaggio stagionato, il piccolo frutto rugginoso e il saporito formaggio locale in perfetto abbinamento gastronomico. Ad arricchire l’evento: mercato di prodotti tipici e dell’artigianato, musica, trenino turistico, stand gastronomico e ristoranti con menù
in tema con la sagra. “Sua Maestà il tartufo bianco e nero” sarà il protagonista d’eccellenza di domenica 17 novembre, a cui faranno da corona il tradizionale mercato dei produttori e degli ambulanti. Domenica 24 novembre, inne, a Brisighella appuntamento con la sagra dell’Olio e dell’Ulivo celebrerà il pregiato olio extra vergine, frutto del raccolto di un’annata di eccezionale qualità e quantità. Tamburi Medioevali e Banda del Passatore, gruppi storici brisighellesi, animeranno la giornata dedicata all’ultima sagra di novembre.
Il tartufo è protagonista anche alla seconda e ultima domenica, il 17 novembre, della sagra del “Tartufo bianco pregiato” della
Valle del Bidente, in centro a Cusercoli
A unire il pregiato fungo e il formaggio di cui parlavamo all’inizio ci pensa invece Mondaino, dove il 17 e il 24 novembre si celebrano i prodotti tipici del territorio nella manifestazione “Fossa Tartufo e Venere”, giunta alla 22esima edizione. Il tartufo bianco pregiato – Tuber Magnatum Pico – e il formaggio di fossa delle colline riminesi.
Una particolare declinazione del formaggio di fossa è poi l’Ambra di Talamello, nome dato da Tonino Guerra a questa unica delizia che riposa per tre mesi (agosto-novembre) all’interno di fosse scavate in roccia arenaria, nelle quali
subisce una trasformazione. Il 23 e 24 novembre l’appuntamento è con la 38esima edizione della era, nel Riminese, a Talamello appunto.
A completare le rassegne di novembre, torna la tradizionale Antica Fiera di Sant’Andrea a Galeata con la Festa del Sangiovese e Sagra del Tortello nella Lastra, domenica 24 novembre. Il tortello alla lastra è un prodotto agroalimentare tipico dell’Appennino toscoromagnolo. Numerose in Romagna le sagre che lo celebrano, sorta di crescione molto apprezzato, con ripieno di zucca e patate oppure alle erbe.
Sempre domenica 17 novembre, nel cuore di Terra del Sole torna la “Fugarena”, antica sagra popolare, con stand gastronomici, mostre e degustazione di vini e prodotti del territorio. L’evento clou è l’accensione in piazza della “fugarena”, con i rami potati degli alberi, con cui secondo remote tradizioni si voleva ringraziare le divinità agresti al termine di tutti i raccolti, dopo la vendemmia e la raccolta delle olive.
In ne, da segnalare sempre il 17 novembre “Non solo kiwi”, a Modigliana, occasione per mostrare i modi in cui si può consumare e cucinare questo gustoso frutto, largamente coltivato a Modigliana. Durante la manifestazione si potrà anche assaggiare pasticceria a base di kiwi realizzata dai forni locali. Una foto da una delle passate edizioni della sagra “Fossa Tartufo e Venere” in programma a Mondaino il 17 e il 24 novembre a
COSE BUONE DI CASA
A cura di Angela Schiavina
Torta al sapore di arancia
Tempo di arance: ecco una ricetta tratta da “I dolci degli Asburgo”. Ingredienti: 5 uova, 280 grammi di zucchero,280 grammi di mandorle, 1 arancia grande. Preparazione. Frullate a schiuma le uova con lo zucchero, poi unite la scorsa grattugiata e il succo dell’arancia, le mandorle pelate dopo averle tostate e tritate finemente e da ultimo lentamente gli albumi montati a neve.
Versate il composto in uno stampo con il buco, unto di burro, e mettete nel forno per circa 45 minuti alla temperatura di 180°. Fate la prova infilzandola con uno stecchino di legno prima di toglierla dal forno: se lo stecchino appare perfettamente asciutto e pulito la torta è cotta e possiamo sfornarla. Lasciate raffreddare e poi “sformatela” sul piatto di portata e tenetela in fresco per almeno un’ora prima di servirla.
SBICCHIERATE
Asinoi, ottimo con la fine di tutto
Oggi si parla di abbinamenti, nella fattispecie di quale vino accompagnare con un piatto molto di moda, il collasso globale della società. Per bilanciare le asperità di questo piatto, io mi affiderei a un “comfort wine”, una di quelle bottiglie che ti riportano a tempi in cui bere vino significava bere SOLO vino rosso in bicchieri infrangibili da osteria, potendosi anche permettere di offrire un giro a tutti senza scoppiare in lacrime. La boccia in questione è la Barbera d’Asti docg 2022 Asinoi di Carussin, in grado di ispirare fiducia e amore fin dalla bucolica etichetta con l’asinello. Asinoi nasce da sole uve Barbera – da vigne di oltre 40 anni – coltivate a regime biologico e biodinamico all’interno dei comuni piemontesi di San Marzano Oliveto, Nizza Monferrato e Agliano Terme, ed è uno di quei vini che mi piace definire antropomorfi, cioè che superano il loro status di bevanda adorata per assurgere a veri e propri compagni di vita. Ok, forse sto somatizzando un po’ troppo i tempi che corrono, ma il pensiero di trovare questa Barbera che mi attende in cantina è davvero confortante.
QUALITÀ DELL’ARIA
Contributi a fondo perduto dalla Regione per sostituire vecchi camini e caldaie
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È aperto il bando della Regione che mette a disposizione 19 milioni di euro per rottamare un generatore di calore a biomassa legnosa (camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia a legna/pellet) e, contestualmente, acquistare e installarne uno nuovo a 5 stelle o una pompa di calore. Con il nuovo Piano Aria (Pair 2030) adottato nell’aprile 2023 dalla Regione è previsto, infatti, l’obbligo di installazione di impianti a biomassa per riscaldamento domestico almeno 5 stelle. Il bando, dunque, è un aiuto per quei cittadini che vogliono sostituire gli impianti inquinanti con quelli più ef cienti. I contributi possono essere richiesti sino al 31 dicembre, o comunque no a esaurimento dei fondi disponibili dai cittadini in possesso dei requisiti e saranno assegnati secondo l’ordine cronologico di ricezione delle domande. Possono presentare domanda: le persone siche che siano residenti in provincia di Ravenna (tranne nei comuni montani di Riolo, Casola e Brisighella), che risultino essere proprietari oppure detentori/utilizzatori di una unità immobiliare di qualsiasi categoria catastale e che abbiano la residenza nell’immobile oggetto dell’intervento.
Condizione necessaria per la partecipazione al bando è che il richiedente risulti assegnatario dal Gse (Gestore servizi energetici), a decorrere dal 1° gennaio 2023, del contributo “Conto termico” 2.0, il fondo che incentiva interventi per l’incremento dell’ef cienza
energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili di edi ci o singole unità immobiliari accatastate e dotate di un impianto di riscaldamento.
La sostituzione deve riguardare un camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia legna/pellet di potenza inferiore o uguale a 35 kWt, con classi cazione ambientale inferiore o uguale a 4 stelle, con: nuovi impianti a biomassa di potenza inferiore o uguale a 35kWt almeno di classe 5 Stelle; pompe di calore.
Il contributo regionale, la cui entità viene determinata no al raggiungimento del 100% della spesa ammissibile validata dal Gse, è concesso a fondo perduto ad integrazione di quello riconosciuto dal Gse.
Le domande devono essere presentate esclusivamente per via telematica sulla piattaforma federa.lepida.it, con le credenziali di identità digitale Spid, Cie o Cns.
Forniture, servizi e idee per la casa
LOCAZIONI
I proprietari immobiliari: «Nessun accordo con gli inquilini per il canone concordato, ora af tti maggiorati»
Le associazioni della proprietà immobiliare Confedilizia, Asppi, Uppi, Appc, Confabitare - in una nota inviata alla stampa - «rendono noto il persistere delle difficoltà a siglare accordi con le associazioni degli inquilini per il rinnovo dei patti territoriali per i contratti a canone concordato uso abitativo».
«È necessario e urgente - continua la nota -, pertanto, un adeguamento del testo attuale per superare le criticità che nel corso degli anni ha fatto emergere la sua applicazione pratica. In particolare, a causa della mancata disponibilità delle associazioni degli inquilini ad adeguare le attuali tabelle tenendo conto degli aggiornamenti Istat, ci vedremo costretti ad invitare i nostri associati a siglare contratti con canoni liberi maggiorati delle agevolazioni fiscali previsti in caso di canoni concordati».
ALLUVIONE
Dalle donazioni in arrivo 10 milioni di euro per aiutare i cittadini a installare sistemi di protezione
Sistemi di prevenzione per accrescere la sicurezza delle abitazioni dagli eventi di piena. Con l’obiettivo di prevenire o mitigare gli effetti degli eventi alluvionali negli immobili che si trovano nei territori di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, colpiti dal maltempo del maggio 2023. Il bando, pubblicato dalla Regione, mette a disposizione circa 10 milioni di euro frutto delle donazioni dopo l’alluvione di maggio 2023 sul conto corrente “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”. I contributi potranno essere richiesti dai proprietari delle abitazioni per installare sistemi di protezione come paratie antiallagamento, barriere frangi-acque, valvole anti-ri usso, pozzetti di raccolta e pompe.
Previsti aiuti anche per l’acquisto di attrezzature tra cui generatori elettrici, sacchi di sabbia, sacchi auto espandenti, sanitari con scarico forzato. Il contributo potrà raggiungere il 100% della spesa sostenuta e documentata, no a un massimo di 3mila euro, cumulabile con altre agevolazioni ottenute dalla Regione e da altri soggetti pubblici o privati. La spesa ammissibile è relativa all’acquisto delle attrezzature, inclusa l’eventuale posa in opera.
Possono essere presentate le spese sostenute dal 1° maggio 2023 corredate dalla documentazione di spesa intestata al soggetto bene ciario. Non sono ammesse spese effettuate in contanti e spese sostenute per lavori in economia. Le domande potranno essere presentate online no al 31 gennaio (info sul sito della Regione). Entro 10 mesi dalla data di approvazione dell’elenco delle richieste e dei beneciari, gli interventi dovranno essere realizzati e i bene ciari ne dovranno rendicontare le spese.
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Micro ltrazione, osmosi inversa e addolcitori: termini sempre più diffusi anche in provincia, dove il trattamento delle acque domestiche è molto richiesto soprattutto tra le famiglie più numerose e negli ambienti lavorativi, grazie ai notevoli riscontri economici e ambientali.
A parlarcene è Annalisa Pelliconi, titolare di Teknoterm Progetto Casa, l’azienda lughese a conduzione famigliare di via Canaletto 1 che dagli anni ‘80 si occupa di trattamento dell’acqua, oltre che del commercio di materiale idraulico a tutto tondo e di arredo bagno. «I vantaggi dell’installazione di un ltro domestico per le acque sono principalmente tre: il primo, di matrice logistico-ambientale va a contrastare l’utilizzo di plastica monouso, non sempre adeguatamente riciclata, impedendo inoltre l’accumulo di riserve in casa, lasciando spazio per lo stoccaggio di diversi prodotti. Il secondo riguarda il risparmio economico: la plastica degli imballaggi e delle bottiglie d’acqua e il trasporto su ruote sono fattori che, oltre a danneggiare l’ambiente, pesano sul costo nale della bottiglia d’acqua al supermercato. Ultimo, ma non meno importante, l’aspetto salutistico: il trattamento rende l’acqua con un basso residuo sso e libera da pericolosi metalli pesanti, batteri e microplastiche, cosa non garantita dalla tradizionale bottiglietta in plastica, spesso stoccata in magazzini o piazzali anche sotto il sole».
Tra i diversi tipi di impianti possibili c’è la micro ltrazione, un processo che rimuove gran parte delle particelle solide e delle micro impurità contenute nell’acqua, trattenendo particelle, solidi sospesi e odori. Con questo sistema è possibile inoltre aggiungere all’acqua elementi come il magnesio e lo zinco e utilizzare erogatori che permettono di rendere l’acqua fresca o frizzante.
Un’alternativa è l’impianto a osmosi inversa, che separa l’acqua dalle sostanze disciolte e in sospensione grazie a un processo del tutto naturale. L’acqua viene ltrata per eliminare il cloro e i residui più grossolani, poi, per effetto della pressione, passa attraverso una sottile e porosa membrana
osmotica, caratterizzata da fori più piccoli di un milionesimo di millimetro, in grado di trattenere la maggior parte delle sostanze, compresi metalli pesanti, micro plastiche, batteri, virus, nitrati, calcare e sali minerali. Il risultato è un’ acqua depurata molto leggera con una bassa concentrazione salina, estremamente simile a quella del supermercato.
In ne ci sono gli addolcitori, strumenti in grado di ridurre la durezza dell’acqua, rimuovendo gli ioni di calcio e magnesio dall’acqua e sostituendoli con ioni di sodio, eliminando il calcare. I bene ci sono importanti per tutto l’impianto idraulico, per gli elettrodomestici e anche per la salute di pelle e capelli.
In provincia, i picchi di richiesta di installazione di depuratori si sono registrati a seguito della pandemia, e successivamente dell’alluvione: «L’acqua è un bene di prima necessità, ma particolarmente delicato e impegnativo da trasportare e stoccare in caso di emergenza - continua Pelliconi -. Anche il progetto “spesa a domicilio”, attivo duran-
te il periodo Covid per tutelare i cittadini più fragili, spesso prevedeva limitate quantità di casse d’acqua a causa delle dif coltà di trasporto. In molti hanno realizzato in quel momento l’importanza di avere acqua sana e buona sempre a disposizione. Nel periodo post alluvionale invece la maggior parte delle richieste riguardava il ripristino del sistema danneggiato. In qualche caso, anche coloro che si sono trovati bloccati ai piani alti della casa per più giorni hanno deciso di ricorrere all’installazione del sistema per una maggiore sicurezza in futuro. Noi siamo fortunati, perchè abitiamo in una zona dove l’acqua proveniente dall’acquedotto è sottoposta a rigidi e costanti controlli, e si può bere senza criticità per la salute. Il problema però resta il gusto, a causa del cloro e del calcare presenti. Partendo quindi dall’acqua sana che arriva nelle nostre case è facilmente possibile quindi produrre acqua “minerale” buona ma soprattutto libera da microplastiche e pericolosi metalli pesanti, come piombo e rame presenti negli impianti domestici obsoleti». Maria Vittoria Fariselli
ABITARE
Prezzi delle case vacanze: Milano Marittima ancora al primo posto delle località ravennati
I dati dell’osservatorio di Fimaa Confcommercio evidenziano un trend positivo per la riviera ravennate, poco interessata dalla contrazione del mercato. A Cervia gli scambi sono in crescita del 2,2 percento
Milano Marittima si riconferma la “reginetta” del mercato immobiliare nelle località turistiche della provincia di Ravenna, con prezzi al metro quadro che arrivano a un massimo di 7.500 euro per il top di gamma del nuovo. Al secondo e terzo posto, le aree limitrofe di Cervia (4.800 euro al metro quadrato) e Pinarella (4.050 euro al metro quadrato). Seguono poi Marina di Ravenna e Lido di Savio (3.600 euro), Punta Marina Terme (3.300 euro), Marina Romea (3.200 euro), Lido di Classe e Lido di Dante (2.950 euro), Casal Borsetti (2.850 euro). Chiudono la classi ca Porto Corsini e Lido Adriano (2.600 euro).
Questo quanto emerge dal rapporto dell’osservatorio Fimaa Confcommercio, presentato a ne ottobre dagli interventi di Nazario Fantini (presidente Confcommercio Ascom Cervia), Luca Dondi dall’Orologio (consigliere Esecutivo di Nomisma), Fabrizio Savorani (esperto del settore immobiliare turistico Fimaa) e Ivano Venturini, Presidente Fimaa Confcommercio Emilia-Romagna).
«È un periodo complicato per fare previsioni, ma con il piegarsi dell’in azione e la riduzione dei tassi crediamo si possa dare nuova linfa allo scambio immobiliare, con un’ascesa dei prezzi minore rispetto agli anni precedenti – commenta Fantini –. Sono stati mesi dif cili, caratterizzati da eventi che nessuno avrebbe mai potuto prevedere, non tutte le categorie sono riuscite a cavarsela bene, ma il settore immobiliare ha resistito. I dati relativi a Milano Marittima in testa, ma anche di Cervia e Pinarella che si attestano sul podio del mercato immobiliare, stanno a signi care che la località regge e che chi sceglie queste mete come seconda casa non lo fa solo come investimento nanziario ma anche per godere del il territorio apprezzandone la loso a e lo stile di vita». A livello nazionale emerge un rallentamento del mercato immobiliare, causato principalmente dall’indebolimento
dell’economia e dalle dif coltà di accesso al credito, che sembra aver interessato solo marginalmente le località della costa romagnola. «Sul territorio la essione delle compravendite è stata più contenuta che altrove, con Cervia che si è mossa addirittura in controtendenza facendo segnare un ulteriore incremento del +2,2 percento, a fronte del calo di circa il 10 percento di media che ha interessato la riviera» commenta Dondi. Anche per Venturini, la contrazione generale degli scambi immobiliari è da imputarsi all’incertezza economica e all’in azione che sta interessando il Paese: «Le vendite immobiliari sono calate rispetto allo stesso periodo del 2023, in parte a causa dell’in azione e delle incertezze economiche. Tuttavia, nonostante il rallentamento delle compravendite, il valore degli immobili ha mantenuto una certa stabilità, con variazioni contenute nei prezzi medi delle abitazioni, confermando una tendenza osservata già negli anni precedenti. In generale rimane sostenuta la richiesta di abitazioni energeticamente ef cienti ma, nella nostra provincia, la domanda rimane vivace anche per le altre tipologie di immobili, purché siano messi sul mercato al valore corretto. Un altro dei fattori che ha inciso maggiormente sul mercato è stata la riduzione del numero di immobili disponibili per la vendita, per via di un rallentamento delle nuove costruzioni e dell’aumento della domanda di af tti».
A Palazzo Rasponi il rapporto immobiliare
Fimaa Ravenna Confcommercio - Federazione Mediatori Agenti d’Affari invita alla presentazione del “Rapporto 2024 del mercato immobiliare a Ravenna e provincia”, in programma venerdì 29 novembre dalle 10 a Palazzo Rasponi Dalle Teste, in piazza Kennedy. A tutti i partecipanti verrà consegnato una copia del rapporto. Gli organizzatori chiedono di confermare la propria partecipazione alla mail: ravenna@confcommercio.it. Info: 0544.515718.
ne per l’ef cientamento energetico.
Nonostante queste dif coltà, le previsioni per il 2025 sono moderatamente ottimistiche. Gli operatori del settore guardano con speranza a una ripresa, supportata dall’aspettativa di una ulteriore diminuzione dei tassi di interesse sui mutui e in attesa di politiche di incentivazio-
In generale, il mercato delle locazioni ha mostrato una tenuta maggiore rispetto alla vendita, con una domanda in costante crescita soprattutto nelle zone centrali della città. Savorani sottolinea anche un ritorno di appeal a livello internazionale per la riviera. «Il real estate europeo torna a parlare italiano in un clima sempre più ottimistico che prevede un incremento in percentuale del numero delle compravendite per il 2025 superiore a tutti gli altri dati europei. Ciò rende sempre più appetibile, oltre che ai clienti italiani anche a quelli stranieri, il mercato delle seconde case in località turistiche e nelle città d’arte. È importante fare rete tra le località di Cervia e Ravenna, che possono valorizzarsi a vicenda sopperendo alle rispettive mancanze». (ma.fa.)
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Il caso studio di un immobile storico in centro a Ravenna: l’allestimento “Home Staging” a favore dei costruttori immobiliari
a cura di Deborah Onofri *
Affrontiamo il caso studio di un immobile storico proposto in vendita in centro a Ravenna. Si tratta di un edi cio su tre livelli, un’abitazione oggetto di recente ristrutturazione che ha coinvolto il restauro di paramenti murari di un ex chiesa a pochi passi dal Duomo di Ravenna. Arricchita da niture di pregio e materiali tecnologicamente all’avanguardia, ambienti confortevoli, eleganti e con particolare attenzione al risparmio energetico. Il risultato un’abitazione in classe energetica A+ sviluppata in un contesto unico dal punto di vista storico-artistico. L’architetto progettista e la società proprietaria della casa avevano dei dubbi su come proporre nel mercato delle vendite questa bellissima casa. La vendita dell’immobile vuoto non avrebbe reso giustizia all’idea voluta dal progettista di creare un ambiente caldo, moderno e rilassante. Vendere una casa vuota dove rimbombano le voci durante la visita, dove il cliente si deve immaginare tutto, non è la stessa cosa rispetto a un arredamento che si disegna appositamente per ogni ambiente. Era un peccato non poterla vendere al meglio delle sue potenzialità, inoltre avrebbero dovuto sostenere anche la spesa di un arredo fatto su misura per la casa e le sue caratteristiche.
La soluzione. È stato effettuato un sopralluogo con il progettista della ristrutturazione, dove ha spiegato di ogni stanza quale sarebbe stata la funzione e la collocazione ideale dei vari arredi. Si è individuato il potenziale cliente per quella tipologia di casa, in base alla posizione, la conformazione, le caratteristiche della ristrutturazione e la zona. È stato proposto alla società proprietaria il progetto di preparazione alla vendita con arredo realistico in cartone, tessuti e complementi d’arredo e servizio fotogra co professionale. Questo processo si è svolto in diverse fasi.
La prima consiste nel togliere i materiali residui della ristrutturazione, completare piccoli lavori (mettere lampadari e non lasciare la lampadina penzolante), pulire a
fondo la casa come se dovesse essere abitata dal giorno successivo.
La seconda fase è arredare con i mobili in cartone le varie stanze e decorarle in base all’idea che si è pensata insieme al progettista e far sembrare più realistico possibile l’intero arredamento.
La terza, controllare che tutto sia funzionante e che non ci siano intoppi o accessori che non funzionino.
In ne, completare la preparazione della casa per la vendita con un servizio fotogra co professionale che ne esalti le caratteristiche, faccia percepire gli spazi e attiri l’attenzione dei potenziali acquirenti.
L’epilogo. La casa nalmente pronta per essere mes-
sa sul mercato era veramente luminosa, rilassante, allo stesso tempo calda e accogliente, pronta per accogliere le visite per la vendita.
Sono stati organizzati dei mini Open House, concentrando le visite di due o più clienti nello stesso momento, su appuntamento. La casa veniva aperta prima che arrivassero i clienti, venivano accese tutte le luci. Gli ambienti sono stati apprezzati dai clienti che si immaginavano l’arredo che avrebbero potuto metterci secondo il loro gusto. La tipologia delle persone che hanno visitato l’immobile era adeguata alla casa, per questo non è stato perso tempo in visite con clienti non in target. La prima proposta di acquisto è stata ottenuta in quattro mesi dalla messa in vendita, vista con entusiasmo dai proprietari e dalla parte acquirente. Grazie all’arredo realistico che ha aiutato nella vendita ma non ha vincolato le parti nella cifra richiesta sul mercato. I vantaggi. Risparmio di denaro in quanto l’arredo in cartone è meno costoso e deducibile, utilizzabile ed adattabile in altri cantieri o appartamenti. Mentre l’arredo vero non si può spostare, può non piacere al cliente nale ed ha un costo superiore. Visite mirate hanno fatto risparmiare tempo nella vendita, che si è conclusa in breve tempo.
* Deborah Onofri è la titolare dell’Agenzia Maris Servizi Immobiliari di Lido Adriano