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INTRO / 3 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

SOMMARIO

IL COMMENTO

6 Il sindaco, l’immigrazione e la differenza di Federica Angelini

Al sindaco conviene prendere posizioni così nette a favore degli immigrati? Lo ha fatto in una nostra recente intervista annunciando anche una “civil card” per i figli nati a Ravenna da genitori stranieri, lo ha fatto con dichiarazioni e gesti simbolici come quello di “aprire” il porto di Ravenna per la nave Aquarius a cui ministro Salvini ha impedito l’attracco in Italia. A giudicare dai commenti terribili che ricevono le sue dichiarazione sui social si direbbe di no. A giudicare dai consensi che sembra conquistare quotidianamente il ministro dell’Interno che sta andando esattamente nella direzione opposta, nemmeno. Almeno se tutto viene misurato in termini di consensi immediati, sull’onda dell’emozione. E infatti nel suo partito la sua è una voce che si distingue dai tanti tentennamenti che ci sono stati in questi anni in casa Pd. Spaventati proprio dai sondaggi hanno talvolta scimmiottato la destra (sorvoliamo per esempio su alcune dichiarazioni sulle quote migranti anche dell’ex sindaco…), hanno ascoltato i loro iscritti più anziani e impauriti senza riuscire a fermare comunque l’emorragia di voti. E, se possibile, hanno alzato l’asticella tanto che ora per fare notizia non basta annunciare campi di prigionia in Libia (li aveva già fatti Minniti con il precedente Governo), ma bisogna bloccare i porti e censire su base etnica i rom. Un avvitamento pericoloso che fomenta un clima di scontro continuo tra poveri e poverissimi. Ma è anche in un certo senso un momento di cui il Pd potrebbe approfittare in termini di chiarezza, se avrà il coraggio di seguire la linea che ha intrapreso con convinzione il sindaco. E che, paradossalmente, potrebbe essere anche la più conveniente da un punto di vista politico. Perché se il successo di Salvini può insegnare qualcosa alla sinistra o ciò che ne resta è che serve un messaggio chiaro, che un tema come l’immigrazione, complesso e articolato, va comunque affrontato da principi e basi solide e certe, che non lascino spazio a dubbi sull’impostazione. Insomma, su questo tema non ci possono stare “ma anche”. E questo non solo per ragioni ideologiche che si possono più o meno condividere, ma anche per opportunità politica. Sui territori e a livello nazionale e anche a livello regionale, forse l’unica speranza per ciò che resta dei democratici e dei loro alleati è quella di marcare ogni giorno una differenza sostanziale, fondativa e identitaria. Mai come ora potrebbe diventare chiaro agli elettori del centrosinistra, magari stanchi o disillusi da una gestione del potere che anche qui ha finito per incrinare tante certezze in termini di servizi e protezioni sociali, che comunque ancora una differenza potrebbe esistere e che non sono tutti uguali. L’immigrazione può essere un buon punto di partenza. Ovviamente non può restare il solo.

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SCUOLA LA GARA D’APPALTO PER GLI EDUCATORI DEI DISABILI

ECONOMIA IL COLOSSO CINESE ASSUME A RAVENNA CENTO PERSONE

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COPERTINA DROGA: TRA CASI DI CRONACA, DATI E PSICOLOGIA

TRAFFICO NUOVE ZTL (E PARCHEGGI) IN CENTRO

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SPORT CALCIO, BASKET E VOLLEY: GRANDI MANOVRE ESTIVE

RAVENNA FESTIVAL LA DUE GIORNI DI RUSSI E IL “TREKKING”

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I-IV

GUSTO LA FESTA DELLA COZZA DI MARINA

INSERTO CENTRALE LA LUNGA ESTATE DEI NOSTRI AMICI ANIMALI

da pagina

31 INSERTO DI ANNUNCI IMMOBILIARI

RD &

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001

Anno XVII - n. 774

Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: commerciale1@reclam.ra.it; tel. 0544 408312 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872 Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola

Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Gianluca Achilli, Maria Cristina Giovannini (grafica). Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Galeati, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Guandalini, Giorgia Lagosti, Sabrina Lupinelli, Fabio Magnani, Alessandro Montanari, Enrico Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni. Fotografie: Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: Gianluca Costantini. Redazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 redazione@ravennaedintorni.it

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4 / PUNTI DI VISTA RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

LETTORI

FULMINI E SAETTE “Come fiumi” (Piallassa Baiona) di Adriano Zanni

La redazione risponde

CAOS NEL SERVIZIO SCOLASTICO EDUCATIVO Salve, sono la madre di un ragazzo che ha già da parecchi anni appoggio scolastico ed educativo con un educatore della Cooperativa Progetto Crescita. In tutti questi anni posso tranquillamente affermare di essermi sempre trovata bene [...]. Purtroppo, in questi giorni apprendo dalla stampa e dal nostro educatore che il Comune si è messo in moto con l'ennesimo appalto: quel che è peggio un appalto al ribasso che vuole dire anche una dequalificazione professionale in balia di altre cosiddette cooperative,che vengono da altre parti d'Italia ad abbassare il costo del lavoro! Vergogna! Mi hanno spiegato che già ora ci sono in atto tariffe orarie che non coprono completamente il costo del lavoro, cui si aggiunge tutto il lavoro extra di programmazione, consigli di classe, compilazione schede ecc, fatto con professionalità e devozione, ma non contribuito. [...] I nostri ragazzi ed i nostri educatori meritano di più, non meritano questo trattamento, non meritano di essere sminuiti, disprezzati ed umiliati con un appalto al ribasso i cui effetti si sono poi ben visti con l'appalto del pre-scuola e del post-scuola: altro che concorrenza progettuale qualitativa! [...] Qua si tratta di distruggere delicate relazioni alla base di un progetto di crescita umana dei nostri bambini. [...] Bello schifo! Mariangela Alioto

Gentile Mariangela, il suo sfogo e la sua amarezza sono comprensibili. La materia di cui ci parla è molto delicata e tocca temi difficili e sensibili con cui molte famiglie devono fare i conti e anche responsabilità diverse. Per questo i toni di alcuni suoi commenti sono comprensibili anche se la

situazione è particolarmente complessa e forse non è mancata anche qualche strumentalizzazione. Data l’importanza del tema, abbiamo provato a fare chiarezza affrontando la questione con i diretti interessati. Trova un articolo a pagina 6 con il quadro della situazione.

LA POSTA DEL CUORE Dipendenza da smartphone? Qualche consiglio utile di Enrico Ravaglia *

Caro dottore, le scrivo perché mi sono accorta di una sorta di dipendenza. Mi si è guastato il cellulare, per qualche tempo, pochi giorni. Credo di non esagerare a dire che ho vissuto momenti di panico. Una volta riparato mi sono resa conto di quanto ci guardi di continuo. Vorrei avere un utilizzo sano, prima che ci fossero gli smartphone non era così, avevo un telefono che, oltre a telefonare, mandava gli sms e non controllavo come adesso. Lettera firmata

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Senza creare allarmismi, credo che in qualche modo siamo nel campo, come ha anticipato lei, delle dipendenze. Ma, ripeto, non si preoccupi troppo, proviamo a capire insieme, infine le offrirò anche qualche consiglio. Il discorso può stare tra la psicologia e le neuroscienze. L’elemento psicologico riguarda il fatto che la dipendenza spesso risponde in modo compensatorio a un disagio, a una dimensione frustrante, a qualcosa di cui spesso non siamo neppure completamente coscienti, ma che non va nella nostra vita. Paradossalmente eleggiamo in una dipendenza una sorta di risposta per stare meglio. Parlavo anche di neuroscienze perche il nostro cervello rilascia sostanze che produco piacere e sollievo ogni volta che si attua l’agito di cui siamo dipendenti. Questo vale un per tutto, ovviamente ci sono differenze tra droghe, gioco alle slot, e cellulare. Ma il principio non è tanto dissimile. Va tenuto conto che lo smartphone è comunque un fenomeno sociale; non voglio ridimensionare il problema ma merita di essere contestualizzato. Il mio consiglio, è di interrogarsi non tanto sul perché guarda di continuo il telefonino, dato che questa è una sorta di conseguenza, ma sulla sua vita in generale. Poi un consiglio pratico, di indirizzo comportamentale, per ridurne la dipendenza da telefonino si svolge in quattro fasi. Per alcuni giorni continui pure a controllare i vari social, ma eviti il telefonino, ci guardi al computer. Successivamente cerchi di evitare di controllare lo smartphone quando si trova con altre persone, poi quando è riuscita in questi obiettivi stia per una giornata senza fare altro se non rispondere alle telefonate. So che le indicazioni pratiche sono sempre molto apprezzate, e quindi mi sono permesso di offrigliene qualcuna, ma ricordi un comportamento di dipendenza è rivelatore di qualcosa d’altro che ci riguarda. * Psicoterapeuta Psicoanalitico - postadelcuore@ravennaedintorni.it


PUNTI DI VISTA / 5 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

L’OSSERVATORIO

TUTTO D’UN TRATTO di Gianluca Costantini

Quello che si legge sul web, tra indignazione social e imbarazzo di Moldenke

Non si finisce mai di leggere commenti di gente che non capisce una cippa, sui social. Un caso recente è quello del maxi investimento a Ravenna nel campo dell’offshore di quella che sarebbe la più importante azienda statale cinese, con la promessa di assumere 100 addetti qualificati entro due anni: il commento più diffuso su Facebook è che assumeranno solo cinesi. Ecco poi il messaggio di un utente facebookiano convinto di scrivere al sindaco Michele de Pascale: «Vorrei sapere con precisione quanto il comune di Ravenna paga per ogni immigrato minorenne perché ho sentito diverse cifre!», postato, in realtà, su una pagina satirica che De Pascale lo prende per il culo e che, in modo geniale, gli risponde “Boh”. Scatenando così un’altra indignazione da social (tanto che ha denunciato il “caso” pure ai giornali). E restando a quello che si legge sul web, non ho dubbi invece sulla veridicità di una notizia (visto che l’ho letta su Ravennaedintorni.it) emersa nell’ambito del processo Cagnoni, ossia la richiesta di 40mila euro da parte dell’Udi (le femministe che sono parte civile del processo) anche per finanziare la pubblicazione dei resoconti del processo firmati dalla giornalista Carla Baroncelli sul blog della Casa delle Donne. Si tratta di resoconti di parte (non si prende neanche in considerazione l’ipotesi che Cagnoni possa essere innocente) in cui, per esempio, si possono leggere passaggi del genere: «[...] Le donne dimostrano di essere più preparate, più concrete e sensibili. Danno più attenzione alle persone, sono più empatiche. Insomma hanno delle risorse diverse dagli uomini, pur avendo meno diritti, meno opportunità. Più obblighi». O ancora: «[...] Le donne e gli uomini sono persone ma non lo sono allo stesso modo. Gli uomini nascono con un cognome che gli resterà tutta la vita. Anche i loro figli, maschi, avranno la strada spianata dal cognome che portano. La stirpe. Il sangue. L’onore. Il loro ruolo è assicurato per l’eternità. Per diritto. Per la famiglia. Le donne nascono con un cognome che raramente trasmetteranno, mentre nel corso della loro vita assumeranno quello del marito, talvolta, se si separeranno, quel cognome rimarrà comunque sulle bocche di molti anche per sempre. Il cognome delle donne si toglie e si mette alla bisogna. Le donne nascono persone, ma poi ben presto l’essere di genere femminile le fa diventare semplicemente figlie di, sorelle di, fidanzate di, mogli di, madri di, nonne di [...]». Certo non è giornalismo, ma chissà che davvero non possano servire a combattere i femminicidi. Lo spero, anche se io leggendoli provo solo imbarazzo. Sarà che sono uomo e il mio cognome vivrà in eterno...


6 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

IL CASO

Allievi disabili: la gara d’appalto che preoccupa famiglie ed educatori A bando il servizio all’interno delle scuole. Le ore passeranno da 80mila a 121mila Nell’anno appena concluso ha coinvolto 160 lavoratori e 300 bambini

INCONTRO Due anni di sindaco e giunta a Sala D’Attorre Giovedì 21 giugno alle 18, alla Sala D’Attorre (via Ponte Marino, 2), il sindaco di Ravenna Michele de Pascale con la partecipazione di tutta la giunta incontra la cittadinanza per illustrare i risultati raggiunti nel secondo anno di mandato (De Pascale fu eletto nel giugno 2016) e «le prossime sfide per Ravenna».

di Federica Angelini

Il tema è quanto mai delicato e sta suscitando grandi preoccupazioni tra le famiglie che hanno bambini con disabilità nelle scuole. È infatti in corso un’importante gara d’appalto per i servizi degli educatori che nella scuola integrano il lavoro degli insegnanti di sostegno. Il timore di genitori e lavoratori è che Progetto Crescita, la cooperativa che gestisce il servizio da decenni, possa perdere la gara con inevitabili cambiamenti nella gestione del servizio, mettendo a repentaglio soprattutto la continuità dei rapporti educatori-ragazzi. Tra chi in consiglio comunale si è fatto portavoce di questi timori c’è in particolare Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna. I numeri si parla di un appalto da 2.700.000 euro l’anno per due anni, rinnovabili per altri due. Dalle 80mila ore previste dal precedente appalto si passa a 121mila ore l’anno, dato anche il numero in costante aumento dei ragazzi: si è passati dai 135 dell’anno 2011/2012 ai 300 di quello appena concluso che sono stati seguiti da 160 educatori. Il servizio Si tratta di un supporto che il Comune offre a fronte di una carenza della scuola e dello Stato che in teoria dovrebbe fornire il numero di insegnanti di sostegno necessari all’assistenza ai bambini certificati per legge. Ma poiché il personale statale è carente, storicamente i Comuni, in particolare dell’Emilia Romagna, intervengono a tamponare la situazione per consentire un tempo scuola effettivo a tutti, che altrimenti potrebbe non essere garantito. Non solo, il Comune di Ravenna in particolare, a differenza di realtà anche vicine, ha da sempre preteso dalle cooperative l’impiego di educatrici qualificate (in questo bando per esempio sono 121mila ore di educatori contro appena 500 di Oss, che

hanno un costo orario inferiore). «So di non poter essere smentito se dico che il Comune di Ravenna è quello che impiega più risorse per questo servizio, perché per noi è una sfida educative irrinunciabile, non a caso il servizio con il nuovo bando sarà potenziato», dice il sindaco De Pascale. Il punteggio e i dettagli della gara Non sarà una gara semplicemente al massimo ribasso perché l’80 percento del punteggio sarà attribuito sulla base del progetto presentato, e saranno comunque escluse le offerte anormalmente basse. La base d’asta è di 21,43 euro l’ora (di cui solo una parte va al lavoratore). A garanzia della continuità lavorativa del personale, specificano dal Comune, ci sarà la clausola sociale che impone al vincitore del bando di rivolgersi prioritariamente ai lavoratori che già operano nel settore. A decidere è una commissione tecnica interna al Comune di cui non fanno parte sindaco e assessore e che è al lavoro proprio in qeusti giorni. I timori delle famiglie (e dei sindacati) La clausola sociale non vincola il vincitore a mantenere l’organizzazione del lavoro così come è stata strutturata fino a oggi, anche per il semplice motivo che si presume il progetto presentato sarà diverso da quello che è stato finora in vigore. Da qui nascono i timori delle famiglie: il lavoratore a cui non saranno assicurate condizioni accettabili per ragioni di orari, ruoli, retribuzione, potrebbe decidere di fare altre scelte, mettendo così a repentaglio la continuità nel rapporto con l’utente che sta seguendo adesso. L’obbligo di legge Il sindacato Sgb ha addirittura chiesto che venga revocata la gara d’appalto, ma un servizio così oneroso, spiegano dal Comune, non può essere affidato in modo diretto. E il timore è addirittura quello di poter esercitare “turbative o in-

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Una foto dell’incontro tra sindaco e famiglie inviata dal consigliere Alvaro Ancisi che ha portato le istanze di quest’ultime all’attenzione del consiglio comunale

fluenze” sullo svolgimento della gara. Per questo non sarebbe stato ammesso in consiglio comunale il question time di Ancisi. Non era possibile quindi nemmeno “suddiverlo” in lotti più piccoli per evitare la gara europea? Il sindaco non ha dubbi: «Sarebbe un reato». Ma perché allora non assumere direttamente questi lavoratori dal Comune? «In linea di principio – ci dice De Pascale potrei essere d’accordo, ma ce lo impedisce la legge che oggi prevede un turnover al 75 percento. Inoltre, va considerato che ci sono persone che lavorano in quei servizi da venti o trent’anni e che con l’appalto hanno la garanzia della clausola sociale, ma se si dovesse fare un concorso il rischio di perdere il lavoro sarebbe alto, perché naturalmente concorrerebbero moltissime persone. Infine, per questo caso in particolare, dove noi di fatto compensiamo una mancanza dello Stato, sarebbe per noi particolarmente complicato assumere 160 persone per un servizio che magari, se mai lo Stato si decidesse a fare la sua parte, in futuro non starebbe più a noi garantire». La vigilanza del Comune Quello che potrà fare l’Amministrazione, come faceva in precedenza del resto, è vigilare oltre che naturalmente sull’applicazione della “clausola sociale” che obbliga il vincitore ad assumere prioritariamente i lavoratori già impegnati nel servizio, anche che vengano assegnati gli educatori sulla base delle diverse necessità dei bambini, sempre in accordo con le scuole e la Neuropsichiatria infantile. Le rassicurazioni alle famiglie Le famiglie si sono presentate a Palazzo Merlato durante il consiglio comunale di martedì 19 giugno e il sindaco e l’assessore le hanno ricevute nella sala preconsiliare, un gesto e una disponibilità apprezzati da molti. Qui almeno una parte delle famiglie hanno ricevuto risposte convincenti e rassicuranti e un impegno dal sindaco. I problemi di queste famiglie, ci spiegano infatti alcuni di loro, non riguardano necessariamente il servizio educativo, ma piuttosto il complesso dei servizi per i bambini disabili con difficoltà, peraltro note da tempo, soprattutto con l’Ausl. A bando chiuso, il sindaco si è impegnato a incontrare alcune di loro per ascoltare e approfondire le questioni critiche alla ricerca di possibili soluzioni. Un impegno importante che ha generato naturalmente molte aspettative. Restano tuttavia per molte altre le preoccupazioni espresse, ma è evidente che a questo punto dei giochi, la questione si potrà di fatto riaprire solo a chiusura della gara. Che, peraltro, nulla esclude al momento che possa essere vinta anche dallo stesso Progetto Crescita, che ha naturalmente partecipato. Il sindacato di base continua la protesta Chi invece non è stato rassicurato dalle parole di Sindaco e Assessore è il sindacato di base Sgb che contesta diversi punti del capitolato che riguardano per esempio la copertura delle ore di lavoro non con i ragazzi o il mancato pagamento degli educatori in caso di assenze degli allievi, condizioni già oggi in vigore. Secrive Sgb: «Il capitolato previsto dalla gara di appalto è condizione di per sé di non garanzia delle tutele, dei diritti dei lavoratori impegnati e non vi può essere qualità del servizio senza qualità del lavoro. L’iniziativa di Sgb non si fermerà, né durante la procedura di affidamento del servizio, neppure dopo la sua aggiudicazione e durante la sua esecuzione. Una lotta che continuerà a fianco delle famiglie degli alunni». O almeno a parte di quelle famiglie.


ECONOMIA / 7 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

PORTO

Offshore e design da crociere: i cinesi di Cmit arrivano a Ravenna con dieci milioni di investimento Inaugurata la sede in via Guerrini, nel palazzo che fu dei Ferruzzi Già assunti 24 ingegneri ex Comart, in tutto saranno cento Un investimento da dieci milioni di euro e cento assunzioni in due anni. Sono le premesse con cui si è presentata a Ravenna la Cmit, società cinese che il 18 giugno ha inaugurato in via Guerrini 5 la sua sede europea che si dedicherà alla progettazione di navi e impianti per il settore dell’oil&gas e all’interior design di navi da crociera. La holding di cui fa parte è una tra le prime aziende statali cinesi in termini di valore e ricchezza: i ricavi nel 2017 hanno raggiunto circa 78 miliardi di euro con 17,7 miliardi di utili. L’azienda ha già assunto 24 ingegneri (provenienti anche da Comart, l’azienda del gruppo Tozzi colpita dalla crisi). Il team ravennate lavorerà in stretto rapporto con il porto cinese di Shenzhen, di proprietà della holding di Cmit. Paul Liang, presidente di Cmit ha annunciato anche la nascita in futuro a Ravenna, nel campo dell’oil&gas e del design per le navi da crociera, di «un centro ricerche di livello mondiale che intendiamo sviluppare in maniera molto veloce anche grazie alla collaborazione con il Comune, l’Autorità di sistema portuale e il Roca (Ravenna offshore contractor association)». «I piani di Cmit Europe – ha aggiunto il ceo Stefano Schiavo – prevedono di arrivare a un centinaio di dipendenti equamente distribuiti fra il settore industriale e quello

crocieristico. Cmit ha deciso inoltre di ridare vita a un palazzo che è stato negli anni novanta il cuore pulsante della città di Ravenna con il gruppo Ferruzzi. Le prime attività che vedranno coinvolto il personale saranno relative a un progetto per il Sud America in via di acquisizione e un altro in West Africa che riguarda la prima raffineria galleggiante al mondo».

PORTO CORSINI

IL TERMINAL CROCIERE È INSABBIATO E LA COMPAGNIA TEDESCA SALTA L’ATTRACCO La Tui rinuncia all’approdo alternativo, persi 1.900 turisti Il vicesindaco: operativo in agosto. A rischio altri accosti Il fondale del terminal crociere a Porto Corsini è insabbiato e per ragioni di sicurezza la capitaneria di porto ha disposto che possano attraccare solo navi con pescaggio non superiore a 7,9 metri. L’Autorità portuale ha predisposto un approdo alternativo temporaneo all’interno del Candiano, sulla banchina del terminal traghetti all’altezza di Largo Trattaroli che veniva utilizzata fino al 2011 quando venne inaugurata la stazione marittina nell’avamporto. Ogni singolo armatore è libero di valutare come comportarsi: la compagnia tedesca Tui Cruises ha preferito saltare la tappa di Ravenna prevista per il 16 giugno con la nave Mein Schiff 2 con circa 1.900 persone a bordo. Il vicesindaco con delega al porto Eugenio Fusignani ha risposto in consiglio comunale il 19 giugno a una interrogazione del gruppo misto fornendo alcune informazioni: vanno dragati 25mila mc, l’Autorità portuale ha avviato con urgenza il bando per i lavori rivolto a dieci ditte specializzate, lo scarico del materiale avverrà in un’area adiacente alla diga foranea nord, inizio lavori previsto per la seconda settimana di luglio e conclusione per la prima settimana di agosto. Il calendario degli arrivi per il 2018 prevede in totale 47 attracchi di cui 11 già avvenuti. A superare il limite di 7,9 sono la Mein Schiff 2 (attesa altre quattro volte) e la Oceana. Quest’ultima sembra intenzionata a utilizzare il terminal traghetti menre per la tedesca il problema si riduce alle due date che ricadono nel periodo di lavori. Non è noto cosa farà l’armatore. Intanto il gruppo misto chiede le dimissioni del presidente di Ap Daniele Rossi per questa vicenda. In sua difesa si è schierato Fusignani dicendo che non sono state commesse inadempienze.




10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

LA TRAGEDIA

Morì in overdose abbandonato in un parcheggio: arrestati 4 amici Giovani tra 22 e 28 anni, accusati di omicidio volontario: un coktail di sostanze fatale per un 19enne, lasciato in auto per coprire chi gli aveva ceduto il metadone di Andrea Alberizia

Era steso sul sedile passeggero dell’auto di sua madre, incosciente da ore per un’overdose da metadone, e attorno a lui c’erano gli amici – tra cui la ragazza che gli aveva procurato il flacone – con la musica alta che bevevano birra e tiravano cocaina per riuscire a stare svegli, convinti che ci fosse solo da aspettare e l’altro si sarebbe ripreso senza chiamare i soccorsi con le loro domande invadenti. È il quadro drammatico delle ultime ore di vita di Matteo “Balla” Ballardini, così come dipinto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere per quattro giovani tra 22 e 28 anni ritenuti responsabili a vario titolo della morte del 19enne lughese arrivata nella tarda mattinata del 12 aprile 2017 in un parcheggio appartato di via San Giorgio a Lugo, abbandonato da solo in auto. Sono stati arrestati il 13 giugno. Gli arrestati e le accuse I destinatari del provvedimento che segna una svolta nell’indagine della squadra mobile della polizia sono Beatrice “Bea” Marani (22 anni) di Lavezzola, Leonardo “Leo” Morara (28) di Lugo, Simone “Palo” Palombo (22) di Lugo e Ayoub Kobabi (24) senza fissa dimora. Le accuse mosse nei confronti dei quattro dalla procura (pm Alessandro Mancini e Marilù Gattelli) sono gravissime: tutti sono chiamati a rispondere in concorso di omicidio volontario pluriaggravato, alcuni anche di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il movente Gli accusati nei loro racconti hanno sostenuto di aver agito per risparmiare conseguenze punitive per “Balla” che da poco era stato in una struttura sanitaria per problemi di droga. In particolare Marani disse agli altri di aver già visto l'amico ridursi in condizioni simili ed era convinta che sarebbe passata anche questa senza smuovere i soccorsi e rischiare che qualcuno ficcasse il naso. L’ipotesi accusatoria è proprio che dietro a tutto ci sia stata solo la volontà del gruppo di assicurarsi la propria impunità – in particolare per la ragazza che ha saputo imporre la propria posizione – e proteggere una rete di conoscenze in cui il traffico di stupefacenti e lo sballo a colpi di droghe e antidepressivi è la quotidianità. Le parole del gip Andrea Galanti che firma l’ordinanza sono macigni: «Attendono che il ragazzo si riprenda miracolosamente da solo con l’accettazione, in caso contrario, del rischio previsto, concreto e attuale, che potesse anche morire». Il “coro muto” che usa Facebook e Whatsapp Quando gli inquirenti (Claudio Cagnini a capo della Mobile) hanno cominciato a lavorare per individuare chi fossero state le ultime persone ad aver visto vivo il 19enne e cosa fosse successo quella notte, si sono ritrovati dentro al mondo giovanile lughese in cui un passaparola capillare aveva

Gli inquirenti al lavoro nel parcheggio di via San Giorgio a Lugo il 12 aprile 2017: la Volkswagen Polo con lo sportello aperto sullo sfondo è quella della madre di Matteo Ballardini, il giovane è deceduto sul sedile passeggero. Uno degli investigatori regge un flacone di Metadone

diffuso notizie soprattutto tramite Facebook e Whatsapp. È emerso un gran numero di persone in possesso di informazioni utili, raccolte di propria iniziativa e condivise in chat con altri. Il gip usa l’espressione «coro muto» per denotare il carattere solo telematico delle voci dilagate dopo la morte del giovane. Attraverso gli interrogatori degli indagati e di molti giovani informati sui fatti, il setaccio delle chat, l’incrocio dei tabulati telefonici e delle celle agganciate dagli apparecchi, l’acquisizione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, i poliziotti sono riusciti a ricostruire ogni spostamento della notte dello sballo finita in tragedia. Cinque ragazzi, una vettura, tanta droga. Luoghi e tempi Ballardini esce di casa dopo le 21 di un giovedì per incontrare l'amica Marani. Poco prima si sono sentiti via What-

IL VIDEO Un barista si accorge che Matteo sta male e lo riprende con il telefono Uno dei quattro indagati risponde: «Se non ci lascia le penne...» Agli atti dell’indagine c’è un video che riprende lo stato di salute di Ballardini quella tragica notte e per il gip «occupa rilievo primario nel disvelamento della eccezionale gravità della vicenda». Lo ha girato di nascosto il barista dove Morara va a prendere le birre da condividere con gli amici in piena notte. Il barista si accorge subito che quel giovane sta male perché sente che fa versi strani per respirare e chiede informazioni, ma Morara lo rassicura dicendogli che si è solo calato qualche pasticca ma presto si riprenderà. «Il video testimonia quale fosse lo stato agonico in versava Ballardini – scrive il gip –, dà prova di come i quattro indagati siano sordi e ciechi all’inquietante sintomatologia del respiro agonico, è l’evidenza della volontaria e scellerata adesione da parte degli indagati all’accettazione che il destino di Matteo forse ancora in bilico tra vita e morte, fosse con significativa e concreta possibilità quello di non riprendersi mai più e dunque morire». Nel filmato acquisito dagli investigatori si sente Morara che prima fornisce spiegazioni all’amico barista e poi cambia discorso parlando di un raduno di bicicletta. Un passaggio è tragicamente profetico: «Anche se lo aiuto stasera, poi il prossimo weekend... poi se non ci lascia le penne».

La chat tra Bea e Balla

da cui è iniziata la serata: «Mi porti del metadone?» Tra le 18.08 e le 20.56 di giovedì 11 aprile 2017 Bea: Ballaaa Balla: Beaaa, sai che avevo bisogno proprio di te? Bea: Mi dica. Tu come stai? Balla: Io sto una merda, mi hanno fatto anche un Tso. Ti va se ci vediamo? O stasera o domani? Bea: Anche stasera. Balla: Dai, finito allenamento ci vediamo. Ne ho bisogno. Bea: Verso che ora? Balla: 9.30? Guarda se avessi metadone o Xanax ti darei la vita, ne ho veramente bisogno. Poi ci facciamo delle chiacchiere se non ti scoccia, ho bisogno di parlare con te sto strippando… cerca di capirmi e scusami per il disagio. Bea: Di metadone ne ho in quantità industriale, Xanax finito. Comunque sia, ci sono. Balla: Perfetto allora portamene assai te lo pago. Tu hai bisogno di qualcosa che ho? Bea: A me stanno dando del Felison per dormire e secondo loro dovrebbe essere una bomba ma ovviamente ne devo prendere un tot. Hai qualcosa che mi rincoglionisca? Balla: Stilnox. Lo dovrei avere, dopo ci guardo. Bea: Poi in giro dovrei avere un antidepressivo, la mirtazapina. Abbastanza peso anche quello. Ma avrei bisogno dello Xanax pure io ma lo finisco sempre subito Balla: Ah posso solo immaginare i motivi. Bea: Ah Balla per me è un periodo veramente del ca... Balla: Lo so anche per me. Per quello voglio stare un po’ con te e parlare. Io mi sto preparando tieniti pronta. E porta il metadone per favore.

sapp (vedi box grigio in alto). Il ragazzo passa a prendere la ragazza davanti alla pizzeria Tatì poi vanno al McDonald’s sulla Piratello e nel parcheggio prendono il metadone. Sono le 23 e “Balla” si sente male. Verso le 23.30 “Bea” chiama Palombo perché li raggiunga. “Palo” chiama Morara perché vada con lui: il secondo carica il primo sulla bici e a loro si aggiunge Kobabi che si stava fumando una canna con “Palo”. Davanti al McDonald’s non vogliono restare: spostano di peso il ragazzo incosciente dal posto guida al lato passeggero e si mettono in moto. Al volante “Leo” anche se è senza patente perché sospesa per guida in stato di ebrezza. Vanno nel parcheggio dietro la ditta Proni a Stuoie. Verso l'una Marani risponde al cellulare di Matteo: è la madre che chiede di portare a casa il figlio perché il giorno dopo ha una verifica a scuola. La 22enne dice che sono in un bar, che Matteo è al bagno e ha lasciato il telefono sul tavolo e fra poco sarebbero tornati. Ma non lo faranno. All'1.43 vanno a prendere pizze e brioche in una pasticceria in via De Brozzi, Ballardini è sempre incosciente sul sedile. All'uscita Palombo saluta la compagnia mentre gli altri passano a casa di Morara che prende le due palline di cocaina comprate quella sera prima di andare al McDonald's e tornano dietro a Proni. Più tardi il solo Morara, ancora con “Balla” sul sedile, va a prendere delle birre in un bar e le porta agli altri: mentre vegliano Matteo bevono, pippano e tengono la musica alta. Quando si avvicinano le 8 del mattino il gruppo si scioglie: Kobabi va per la sua strada, Morara accompagna Marani a casa della zia che l'aveva già cercata al telefono poi parcheggia la Polo in via San Giorgio che è più comodo per la sua abitazione e va a dormire. Alle 11 si sveglia e torna a controllare nel parcheggio trovando Matteo vivo ma ancora in stato comatoso. Fa venire sul posto un amico che gli consiglia di chiamare i soccorsi ma non lo fa. Va a lavorare al bar dei genitori e alle 15 torna per un ennesimo controllo e trova l'amico morto (l'autopsia colloca il decesso in tarda mattinata). Va da dall'avvocato e poi dai carabinieri.


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I PROTAGONISTI

«Beatrice? Carismatica e arrogante» Nel racconto degli amici il profilo della “toxic sister” con soldi e droga All’epoca dei fatti aveva 20 anni e ha tenuto in pugno il branco Accanto a lei un barista che tornò nel parcheggio e poi se ne andò «Di regola tutte le sere in quella casa c’è bordello». Così dice una delle tante persone ascoltate dagli inquirenti per indagare sul decesso di Matteo Ballardini, a proposito di un appartamento nella centralissima via Garibaldi a Lugo. Il bordello in questione sono festini a base di alcol e ogni tipo di droga con un numero variabile di giovani invitati, tra cui spesso la persona ascoltata. Il padrone di casa non lo nega: inutile farlo di fronte alle divise visto che – nonostante abbia avuto contatti telefonici nella notte tra l’11 e il 12 aprile 2017 con gli indagati e dica che «in sottofondo sentivo il rantolio del respiro affannato di “Balla”» – i suoi festini non sono direttamente coinvolti e lui risulta estraneo ai fatti che hanno portato un’accusa di omicidio volontario a carico di quattro giovani. Si può dire che il padrone di casa, per usare le parole del giudice per le indagini preliminari, faccia parte dello «sconfortante, scoraggiante e allarmante fosco sfondo plurisoggettivo che recita dietro le quinte della inquietante vicenda criminale». E quello che racconta torna utile alle indagini per capire con chi hanno a che fare gli inquirenti. Perché ai droga party di via Garibaldi erano soliti andare anche alcuni dei cinque protagonisti della storia, anche Ballardini stesso. E in quelle stanze alcuni di loro si ritrovano anche la sera del 12 aprile, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere, e la sera successiva.

La toxic sister Secondo gli investigatori quella notte tutto il gruppo fu tenuto in pugno da Beatrice Marani: per garantirsi la sua impunità a proposito della cessione di metadone convinse gli altri a non chiedere l’intervento di soccorsi o carabinieri. Il gip va giù duro nelle carte: «Personalità disturbante e menzognera la cui pericolosità è seconda solo alla sua pervasiva attitudine manipolatrice». Molte delle persone ascoltate ricordano come la ragazza avesse sempre metadone a disposizione in borsa oltre che psicofarmaci (sul traffico di metadone gli inquirenti hanno aperto un fascicolo parallelo che vuole chiarire i canali attraverso cui viaggiava). I conoscenti la incorniciano così: «È una dura, una capa, carismatica, carattere forte, non accetta di essere contraddetta, arrogante, trattava male tutti ma tutti la ascoltavano e la seguivano perché aveva soldi per procurarsi la droga». Quando riceve la telefonata da Morara nel pomeriggio del 12 in cui le dice che l’amico “Balla” se n’è andato, la ragazza infila tre staffilate: prima dice che deve ancora farsi il primo bong della giornata, poi si lamenta che nessuno abbia la sua resistenza con lo sballo e infine ordina di far sparire il flacone di metadone dal tappetino dell’auto. Nella rubrica sul telefonino di un’amica è memorizzata come “Toxic sister”. Di famiglia benestante, genitori separati, appassionata di equitazione, un paio di anni

Matteo Ballardini è morto il 12 aprile del 2017 all’età di 19 anni dopo un’agonia durata circa dodici ore per un’overdose di metadone, cannabinoidi e antidepressivi

prima dei fatti oggetto di indagine aveva abbandonato gli studi allo Stoppa di Lugo. La sintesi finale dell’amica è tranchant: «Quando non va a cavallo, sta in casa a dormire oppure fuma o guarda film». L’avvocato che la tutela, Fabrizio Capucci, dice che tutto quello che ha fatto e detto quella notte va contestualizzato tenendo conto che all’epoca aveva una forte tossicodipendenza. Il 4 luglio del 2017 è entrata in una comunità di recupero nel Forlivese dove dicono che stia seguendo un percorso con grande meticolosità: il giorno dell’arresto, il 13 giugno, sarebbe stato l’ultimo di assunzione del metadone dopo aver scalato progressivamente. Quello che non vuole sapere niente Il primo dei quattro che abbandona la comitiva è Simone Palombo. Ha portato del fumo a Marani a inizio serata e rimane con gli altri fino alle 2 del mattino: dopo la colazio-

ne al bar tutti insieme, con “Balla” agonizzante chiuso a chiave in auto, se ne va. Riceve la telefonata di “Leo” nel pomeriggio del 12 che lo invita a seguirlo dall’avvocato. Gli risponde che lui non ha tempo perché deve incontrarsi con un marocchino per cedergli del fumo. I precedenti per spaccio noti alle forze dell’ordine concludono la figura. Il barista che si vedeva sui giornali Un ruolo importante in questa storiaccia lo riveste Leonardo “Leo” Morara. Succube di Marani fino alle 8 del mattino quando lei è stata presente. Ma alle 11 torna da solo a controllare le condizioni di “Balla” in un parcheggio vicino a casa: respira ma ancora non si muove e sceglie di lasciarlo lì per andare al lavoro per il turno al bar dei genitori. Troverà Matteo morto alle 15: «Ho chiamato la Bea e non sapevo come dirglielo, io già mi vedevo sul giornale…». (and.a.)


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INDAGINI

Il pusher prende appuntamenti su Whatsapp e le piazze dello spaccio si svuotano Non serve più un luogo fisso dove farsi trovare. Le operazioni dell’Antidroga svelano lo scenario ravennate: mercato locale diviso tra la criminalità albanese che muove i grossi carichi e la manovalanza tunisina per il dettaglio di Andrea Alberizia

Con una fiammata nel forno dell’inceneritore è andato in fumo un milione di euro. Una decina di giorni fa nell'impianto F3 in via Baiona sono stati distrutti 40 kg di eroina e 80 kg di sostanza da taglio, sequestrati a febbraio in un appartamento di Ravenna. La distruzione col fuoco è l’epilogo – dopo eventuali campionamenti da conservare a fini processuali – di tutta la droga recuperata dalle forze dell'ordine. In quel caso l'operazione Pike fu condotta dagli uomini dell'Antidroga, sezione della squadra mobile della polizia. Un viaggio che tocca i dettagli delle principali indagini della Narcotici, che negli anni hanno occupato le pagine della cronaca locale e non solo, può dare uno spaccato del mercato dello spaccio di droghe pesanti nel Ravennate e di come si sia evoluto. La prima evoluzione è figlia della tecnologia. L’oggetto che abbiamo tutti in tasca ha fatto sì che le cosiddette piazze di spaccio si siano svuotate: non serve più un luogo fisico, magari appartato, dove il pusher si fa trovare dai clienti perché ora il pusher ha un numero di telefono e su Whatsapp ci si accorda per la consegna, magari addirittura a domicilio con una bicicletta come fosse una Capricciosa da asporto. I giardini Speyer rimangono l'angolo di Ravenna dove circola il piccolo spaccio, scenario simile agli spazi attorno alle stazioni ferroviarie di molte città. Il giardino di via Pola e il parco Manifiorite al quartiere Gulli sono stati osservati speciali nell’ultimo periodo. In passato ci furono l’area dell’ex Callegari (oggi diventata zona residenziale di pregio in via Fiume Montone abbandonato), l’ex piscina di Fornace Zarattini, la zona del fosso Fagiolo alle Bassette (dove due spacciatori finirono anche ammazzati) e piazza San Francesco all’inizio degli anni Ottanta. Cosa si consuma su piazza? I numeri dicono che sta tornando l'eroina. Per la più classica delle ragioni del mercato: è calato il prezzo. Un calo che va di pari passo con il calo della qualità. Oggi si smercia per lo più roba al 3-4 percento (la quantità di principio attivo è anche quella per cui si è chiamati a rispondere di fronte all’autorità giudiziaria), le partite che arrivano all'8-9 sono considerate roba eccelsa ma non tutti si azzardano a buttarla sul mercato a queste percentuali perché è una bomba a mano: troppo pura per le abitudini dei consumatori abituali, potrebbe essere un rischio. Ma l'eroina è diventata più diffusa anche perché è cambiata la modalità. Meno aghi e più stagnola: farsi in vena richiede una capacità maggiore e le malattie fanno ancora paura, fumarla invece è più agile. Oggi un chilo a qualità da strada viaggia tra sette-

Maxi sequestro della polizia: a febbraio la squadra mobile ha recuperato 40 kg di eroina e 80 kg di paracetamolo come sostanza da taglio. La partita era in un appartamento: l’indagine Pike è ancora aperta per individuare i trafficanti

mila e novemila euro (per un grammo possono bastare 20 euro e si riescono a fare 45 fumate). Se la qualità è più elevata possono volerci anche 50mila euro ma in questi casi a comprarla è chi poi si occupa di tagliarla per rivenderla. Nel caso della partita recentemente distrutta la sostanza da taglio era paracetamolo. La cocaina invece ha conosciuto un processo diverso. Con un grammo si fanno 56 righe da pippare: una volta servivano 200mila lire e oggi siamo attorno a 100 euro ma nel frattempo il potere di acquisto delle buste paga è cresciuto e la pista di neve da tirare è uno sballo che si possono permettere non solo i ricchi. La misura che va di più sul mercato è il cosiddetto “mezzino”: una pallina da mezzo grammo a 50 euro, una misura comoda sia per la spesa che per il consumo. È vulgata comune che il porto sia un canale di ingresso della droga non solo in città ma più in generale in Italia. I dati dicono che grandi carichi sulle banchine non sono stati sequestrati. Più spesso la roba viaggia su gomma. La sostanza più pura arriva dal nord Europa e dal sudest asiatico. I signori della droga alle nostre latitudini sono soprattutto i criminali di origine balcanica, soprattutto la malavita albanese. Che si è affermata negli anni Ottanta prima mettendosi in affari con il crimine autoctono e poi quando ha imparato il lavoro si è affrancata. Non si è ancora vista la mafia nigeriana o del centro Africa che in altre zone italiane ha il monopolio. Ma qui stiamo parlando del livello alto, di quelli che spostano i carichi pesanti. Perché poi sul marciapiede sono soprattutto nordafricani, in particolare tunisini: l’esercito di chi non ha nulla da perdere e diventa manovalanza per la criminalità. Ogni tanto compare qualcuno – magari non nuovo del giro ma che stringe nuove alleanze – che prova a prendersi una fetta della torta. Vi dicono niente le parole Black Magic? È il nome di un'operazione condotta dall'Antidroga tre anni fa, considerata dagli addetti ai lavori una delle più importanti degli ultimi anni. Il nome si ispirava all'abitudine di alcuni esponenti del sodalizio criminale – ai vertici due italiani con la collaborazione di albanesi – di rivolgersi a una chiromante. Li chiamavano anche la banda della Jaguar, dalla vettura che guidava il boss. La notifica degli avvisi di conclusione indagine a marzo 2015 arrivò a 23 persone (8 di queste erano già state arrestate nei mesi precedenti in diverse circostanze applicando misure di custodia cautelare). L’importanza dell’inchiesta non fu tanto nella quantità di droga piazzata, comunque non trascurabile visto che gli inquirenti stimarono un giro di affari da 400mila euro mensili, ma piuttosto nell’approcio con cui si erano affacciati: la banda era attrezzata con diverse armi, anche automatiche, dimostrando almeno a parole anche una facile predisposizione a utilizzarle. Le intercettazioni lasciavano poco spazio ai dubbi: «Devono capire che adesso comandiamo noi». Una sera fu necessario mandare due volanti a Forlì per far desistere il commando pronto a fare un agguato armato.

Bruciati nell’inceneritore una partita di 40 kg di eroina del valore di un milione trovati dalla polizia in una casa


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SALUTE PUBBLICA

Greco (Sert): «Il numero dei pazienti non cala e ci preoccupa il ritorno dell’eroina» Il direttore del servizio dell’Ausl che si occupa di tutti i tipi di dipendenza: «Nelle ultime settimane si sono avvicinati anche molti quarantenni dipendenti da cocaina». Nel 2017 sono state prese in carico 960 persone di Alessandro Montanari

Che sia una dipendenza psicologica come quella del gioco o da una sostanza, come droga e alcol, c'è un luogo in cui le persone con queste difficoltà possono andare a trovare un aiuto: il Servizio per le tossicodipendenze dell'Ausl Romagna. Il Sert ravennate, collocato nell'area ospedaliera, ha preso in carico 960 persone sulle circa 1.900 che sono entrate in contatto con il servizio nel corso del 2017. La maggior parte uomini ma il gap negli ultimi anni, secondo i dati della struttura, si sta riducendo. Dall'inizio del 2018, il ritorno dell'uso dell'eroina è un problema che al Sert di Ravenna preoccupa non poco. «Ce ne siamo resi conto nei primi mesi dell'anno – dice il responsabile, il dottore Giovani Greco – ed è un fenomeno che non riguarda soltanto la nostra area ma è purtroppo generalizzato». Il motivo per cui l’eroina è tornata a fare capolino nelle piazze dello spaccio, più che legato a fenomeni sociali, è dovuto a banali questioni di disponibilità: «Credo sia dovuto alle vicinanze con l'area di produzione e distribuzione che in questo momento è il Nord Africa. Le crisi economiche e politiche di quell'area portano a un accesso più facile della droga nel nostro Paese». Nelle ultime settimane, però, sono aumentati invece gli accessi legati alla cocaina. «Forse l'avvicinarsi della stagione estiva favorisce questo tipo di droga “performante”. Ab-

La sede del Sert in via Missiroli a Ravenna. Nel riquadro il direttore Giovanni Greco

biamo diversi casi di quarantenni, quindi non persone in tenera età, che in questi ultimi gioni sono entrati in contatto con noi». Greco aggiunge che ad aggravare la situazione c'è «la pessima qualità della cocaina inalata che provoca più danni del solito». Non ci sono invece persone che sono dipendenti da sostanze chimiche, come la ketamina o pasticche, mentre la dipendenza da cannabinoidi porta a un altro tipo di allarme:

«Ovviamente il problema esiste e diventa davvero preoccupante quando ci sono i correlati che tipicamente colpiscono i giovanissimi. Parlo in particolare dell'abbandono scolastico o di un radicale cambio di comportamento e di personalità». Di fatto, l'allarme sul problema delle dipendenze è sempre ben presente ed è piuttosto vario, spiega Greco. Il Sert ha risorse limitate «farebbe comodo un medico in più» - ma dal

punto di vista finanziario, «il budget ci è sempre bastato, poi ci sono le difficoltà economiche che sono generalizzate». Va ricordato che il Sert è attivo nel trattamento di persone con problematiche correlate alle dipendenze, non soltanto alla droga. Quindi tratta anche chi è dipendente da alcolici, gioco d'azzardo patologico, abuso di farmaci. Nel percorso di cura entrano persone di tutte le età – ad esempio per quanto riguarda l'alcol si tratta di un fenomeno che arriva fino ai sessant'anni – che vengono poi accompagnati in vari percorsi. «Alcune persone vengono in contatto con il Sert in piena autonomia. Ci sono ad esempi casi di pazienti anche molto giovani che hanno scelto di farsi aiutare. Oppure lo fanno perché spinti da amici o familiari». Le famiglie oggi sono però «in grossa difficoltà, le reti tradizionali sono molto carenti. Così capita che alcune persone vengano da noi per cercare sostegno e capire come aiutare un parente che si trova in una situazione di dipendenza». C'è ovviamente un dialogo costante con le strutture del territorio, in primis Ceis e Villaggio del fanciullo (vedi pagina 14). Il problema fondamentale, soprattutto, è che rispetto al passato le cose non sono migliorate granché «Al di là di tutti i ragionamenti che possiamo fare sulle tossicodipendenze nei vari periodi storici – è la conclusione di Greco – i fatti ci dicono che le persone in carico non diminuiscono affatto e il ritorno dell'eroina è una realtà inquietante».


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DISINTOSSICAZIONE

Nelle comunità di recupero sempre più giovani, policonsumatori e con problemi psichiatrici Le attività sul territorio della Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo e della cooperativa sociale La Casa che nel Ravennate hanno quasi un centinaio di ospiti da accompagnare verso il reinserimento sociale e lavorativo

«Rispetto a dieci anni fa, oggi i tossicodipendenti sono più giovani, il loro approccio alla sostanza inizia già nell'età dell'adolescenza e sono diventati policonsumatori, cioè assumono tante sostanze. Non c'è più solo il classico eroinomane del passato, adesso è più complicato intervenire, anche perché spesso ci troviamo di fronte anche a problematiche di tipo psichiatrico». A parlare è Patrizio Lamonaca, direttore generale del Nuovo Villaggio del Fanciullo, Fondazione che vede riuniti Industriali, associazioni di categoria, mondo della cooperazione e del volontariato con un fatturato annuo da 2,5 milioni di euro che si occupa da anni di recupero di tossicodipendenti (ma anche, tra le altre attività, di minori stranieri non accompagnati, progettazione europea e missioni in Africa come Ong). Nella storica sede di Ponte Nuovo, alle porte di Ravenna, c’è una comunità terapeutica con 50 posti letto, occupati attualmente da 47 ragazzi (tutti maschi) che ci restano per un lungo periodo, spesso superiore all'anno (anche se solitamente mai per più di due anni). «Qui forniamo loro formazione per facilitare gli inserimenti lavorativi, dalla cucina all'agricoltura, fino al recente laboratorio di gelateria. Il reinserimento sociale aiuta molto a limitare le ricadute che sono invece purtroppo piuttosto frequenti. Noi possiamo vantare quasi il 50 percento di “successi”, grazie anche al nostro progetto di accompagnamento fuori dalla comunità: mettiamo a disposizione appartamenti dove i ragazzi convivono e dove per due anni continuiamo a fornire supporto, fuori dalla comunità». Il Villaggio del Fanciullo gestisce anche Villa Nina, a Longana. «Qui ci sono i ragazzi (al momento 13, ndr) spesso più giovani, anche minorenni, ne abbiamo presi in carico anche di 14 anni. E qui, spesso su richiesta del Sert (il Villaggio del Fanciullo opera quasi esclusi-

L’allestimento del presepe vivente nel cortile del Villaggio del Fanciullo di Ponte Nuovo

vamente in accordo con il servizio pubblico, ndr) eseguiamo un inquadramento diagnostico dei pazienti, cercando di capire quale sia il loro problema per poi decidere quale percorso intraprendere, con l’ausilio di medici e psichiatri». Sono circa 60 gli operatori del Villaggio, di cui 45 dedicati esclusivamente al reparto delle tossicodipendenze. Difficile fare un identikit del tossicodipendente che si presenta in comunità, «ma sono ragazzi che hanno quasi sempre problematiche familiari alle spalle», conclude Lamonaca. Gli ospiti di una comunità non sono però lo specchio reale dei tossicodipendenti di oggi, dice invece Marcello Ravaioli, coordinatore della cooperativa sociale La Casa che si occupa anch’essa di recupero e reinserimento di ragazzi tossicodipendenti, ispirandosi al programma terapeutico del Ceis di Roma. «Le comunità sono nate come risposta sociale ai morti per overdose, trent’anni fa (quando è nata anche la comunità ravennate de La Casa, ndr) e hanno senza dubbio funzionato. Oggi quell’emergenza sociale non c’è più e a volte sembra quasi non si voglia più parlare di droga. I tossicodipendenti invece ci sono ancora e a differenza di

allora oggi è il Servizio pubblico (anche La Casa opera in accreditamenteo con il sistema sanitario, ndr) a decidere, sulla base anche delle risorse disponibili, chi mandare in comunità. E spesso quindi alla tossicodipendenza si associano disturbi sanitari/psichiatrici che si devono affrontare con personale qualificato». Sono una decina gli operatori della cooperativa che si occupano insieme a un nutrito gruppo di volontari dei ragazzi e delle ragazze (una trentina in tutto) accolti tra la storica comunità di via Augusto Torre, a Ravenna, e in due appartamenti dove vengono accompagnati verso l’indipendenza. «All’interno della comunità la nostra settimana tipo è scandita da tutte le attività di casa, tramite le quali gli ospiti acquisiscono anche nuove competenze. Ogni caso è diverso e si seguono percorsi personalizzati ma le caratteristiche comuni sono da una parte quelle dei sempre più giovani policonsumatori e dall’altra tossicodipendenti con “carriere” decennali alle spalle e problemi sanitari-psichiatrici da cui non sono mai riusciti a sfuggire». Luca Manservisi

LE AZIENDE INFORMANO

CONSORZIO SOLCO

Giocando senza frontiere, grande successo per la manifestazione organizzata dalla Coop La Pieve Dopo un inverno di preparazione, 200 atleti con disabilità si sono confrontati in diverse discipline sportive venerdì 1 giugno sul campo di atletica Marfoglia di Ravenna Grande successo per l’edizione 2018 di Giocando Senza Frontiere, il torneo dedicato ad atleti con disabilità che, in un’unica giornata di festa, hanno l’occasione di gareggiare in diverse attività sportive. L’iniziativa, ideata da due educatrici della cooperativa La Pieve di Ravenna, si è svolta il 1° giugno al campo di atletica Marfoglia ed è stata organizzata dalla stessa cooperativa sociale con il supporto del CSI Ravenna.

Alla giornata hanno partecipato circa 200 atleti provenienti dai servizi residenziali e diurni di Ravenna, Faenza, Lugo e Rimini che, sul campo di atletica, si sono cimentati in diverse discipline: velocità 25 metri, staffetta a squadre con passaggio di testimone, percorso di motricità globale, corsa 400 metri, lancio del vortex e corsa delle carrozzine. La manifestazione ha preso il via con lo start dell’Assessore allo Sport di Ravenna Roberto Giovanni Fagnani e la presenza del rappresentante CIP Sante Ghirardi (Marinando Ravenna). «La manifestazione è il risultato di un inverno di preparazione – fanno sapere gli organizzatori –. Adesso Atletici è una piattaforma per cui gli atleti guidati dagli operatori sportivi per la disabilità si preparano alla manifestazione. Le attività quest’anno sono state svolte all’interno del progetto “Sport, Salute e Socialità” del CSI Ravenna con la Cooperativa La Pieve e Sol.Co come partner. Sono state proposte attività a tutti i servizi per la disabilità di Ravenna, Faenza e Lugo, oltre ad una serie di giornate con la proposta di un progetto legato al dodgeball adattato per l’integrazione scolastica. “Perché lo sport è per tutti” è lo slogan che accompagna le attività proposte. L’attività motoria e sportiva sono un importante strumento educativo che coinvolge una pluri-area multisistemica dell’individuo,

questo svolto con continuità e strutturazione porta risultati eclatanti». Al termine delle gare i partecipanti hanno gustato un pranzo sotto i pini del campo di atletica e, successivamente, sono avvenute le premiazioni alle quali hanno partecipato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia monsignor Lorenzo Ghizzoni, il direttore dell’Opera S. Teresa don Alberto Camprini, l’Assessora ai Servizi sociali Valentina Morigi, la presidente della Atletica Ravenna Giovanna Baroni e il presidente dell’associazione PianoterRA Federico Blanc. «Un grazie particolare – concludono gli organizzatori – va agli studenti della Don Minzoni di Ravenna oltre all’Associazione Ravenna Cammina che hanno svolto il ruolo di cronometristi delle gare oltre ai numerosi volontari che hanno reso possibile la giornata. Ovviamente l’applauso più forte va ai veri protagonisti della giornata: gli atleti». Giocando senza Frontiere gode del Patrocinio del Comune di Ravenna Assessorato allo Sport e del CIP ed è realizzato grazie al contributo di: Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Gemos, Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù, Farmacia Santa Teresa, Deco Industrie, Clinica Dentale Santa Teresa, Forno Virna, Pubblica Assistenza, Famila, Centro Sociale Bosco Baronio.


PRIMO PIANO / 15 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

IL PARERE/1

«Spesso la dipendenza da cocaina non è ritenuta un problema dai pazienti» La psicologa Simonetta Guerrini: «Ho ricevuto disoccupati e ingegneri, single e padri di famiglia» Con un’esperienza di 14 anni in comunità terapeutiche alle spalle e oggi un’attività da libera professionista, Simonetta Guerrini è una psicologa che si occupa a Ravenna anche di tossicodipenze in ambito privato, come si evince anche dal suo sito e come sanno i suoi colleghi. Tuttavia, quando la contattiamo ci tiene a precisare che questa attività non le permette di rispondere, per esempio, alla richiesta che le facciamo del profilo psicologico del tossicodipendente di oggi. «Il punto è – ci spiega Guerrini – che in questo ambito le cose cambiano e anche se ho avuto pazienti con problemi di tossicodipendenza, il percorso terapeutico al di fuori della struttura, senza un lavoro di rete, è molto difficile. In genere la prima cosa che consiglio ai miei pazienti infatti è di rivolgersi ai servizi, per le analisi tossicologiche, ma non solo. Il problema è che a quel punto il rischio di perderli è altissimo». Nel suo studio arrivano soprattutto persone con problemi da dipendenza da cocaina, spinte spesso da mogli/mariti o compagni stanchi della situazione. Si tratta per lo più di persone che non riconoscono di avere un vero problema e che, soprattutto, non vogliono in alcun modo entrare nel circuito pubblico con il rischio di essere in qualche modo “etichettati” come tossicodipendenti. «Sono persone molto diverse tra loro, diciottenni, operai, disoccupati, liberi professionisti, single e padri di famiglia. Per questo non sento di poter fare un profilo. La cosa in comune per molti di loro è proprio l’idea di non aver un problema: l’uso della cocaina era percepito in fondo come una pratica normale e diffusa, anche solo per andare all’aperitivo con gli amici». Perché ormai la cocaina è la droga performante? «Sì, c’è questo aspetto, ho sentito racconti di serate in ville in ambienti anche molto benestanti, ma ho anche ascoltato di nottate passate in casa di amici a giocare ai videogiochi e ad assumere droga». Le conseguenze sulla vita di queste persone tuttavia possono essere importanti. «Mi è capitato un paziente che stava attraversando una separazione, e la causa era da ricercare anche nell’abuso di sostanze. A volte la cocaina viene assunta come premio o gratificazione, ma il “down” che può provocare il giorno dopo, i sintomi depressivi, il senso di colpa e di solitudine possono compromettere anche la vita professionale in un circolo vizioso». Ma che cosa spinge verso una dipendenza le persone, c’è una fragilità comune di fondo? «Nella storia di tutti sono presenti traumi familiari e problemi relazionali che vengono da lontano, ma questo è vero sempre, non solo nel caso delle dipendenze». (fe. an.)

IL PARERE/2

«LA DROGA USATA DAI RAGAZZI COME AUTOTERAPIA CONTRO ANGOSCIA, SOLITUDINE E NOIA» Lo psicologo Gianluca Farfaneti si occupa soprattutto di giovani in strutture pubbliche: «I genitori oggi sono più soli di un tempo» Gianluca Farfaneti, ravennate, psicologo, lavora da anni a Cesena per l’Ausl Romagna nei servizi pubblici che si occupano di tossicodipenza. A lui chiediamo, se possibile, di farci un profilo psicologico delle persone che oggi sono più a rischio. «Non è facile rispondere a questa domanda. Diciamo che l’età si sta abbassando ed è un fenomeno molto legato alla voglia di sperimentare e autonomizzarsi. Due costanti che osserviamo sono la solitudine e la noia di questi ragazzi. In generale, esistono fattori individuali, ambientali e sociali che intersecandosi possono rendere alcune persone più vulnerabili. Per esempio il rischia aumenta in chi già da bambino ha mostrato disturbi psicologici, in chi si trova in famiglie dove ci sono state difficoltà relazionali e carenze nell’accudimento, magari per un lutto o una separazione, e poi sì, ci sono le cosiddette “compagnie”, il contesto sociale degli amici e delle persone che si frequentano, come abbiamo visto nella tristissima vicenda di Lugo (vedi p. 10, ndr)». In particolare sulle circostanze della morte di Matteo Ballardini, chiediamo a Farfaneti se abbia colto elementi che gli siano parsi comuni ad altre situazioni. «Ho letto solo le cronache sui giornali, ma sì, ho ritrovato molto di tanti racconti, la modalità autoterapeutica di assunzione di droghe per non sentire angoscia e dolore, unita all’idea di essere un po’ onnipotenti; da qui il minimizzare, lo svicolare dalla realtà pensando che tutto passa». Ma che cosa può fare una famiglia per prevenire questo rischio nei figli? «Oggi i genitori sono più soli rispetto al passato, ci sono meno situazioni protettive come potevano essere, per esempio le parrocchie, i circoli, gli oratori, e quindi il consiglio è forse quello, nel dubbio, di chiedere aiuto ai consultori, ai servizi, al medico perché oggi invece c’è una rete più diffusa a cui rivolgersi. Più che il mito del dialogo, forse bisogna soprattutto osservare i figli, notare se per esempio fanno spesso tardi, se hanno un atteggiamento più chiuso, se esagerano con il bere o fumare. La scuola è sicuramente un fattore protettivo importante». Le famiglie con un figlio tossicodipendente rischiano di essere schiacciate dai sensi di colpa? «Sì, ma le famiglie fanno ciò che possono nelle condizioni in cui si trovano, il che non signfiica che non adottino comportamenti disfunzionali. Ma sollevarle dal senso di colpa è uno dei primi passi che attuiamo quando cerchiamo di riconnettere un dialogo interrotto all’interno del nucleo». (fe. an.)


16 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

NUOVO PARCO ARCHEOLOGICO

NUOVO PIANO MOBILITÀ

LE ZONE A TRAFFICO LIMITATO IN CENTRO A RAVENNA PASSERANNO DAL 36 ALL’84 PERCENTO Si parte con le vie Maggiore, Paolo Costa e Pascoli. Previsti mille parcheggi in più

Classis, «il museo che non c’è» apre le porte il primo dicembre Battezzato il nuovo spazio espositivo all’ex zuccherificio di Classe Investimento da 22 milioni. Stimati all’anno 60mila visitatori, una perdita di 264mila euro e una ricaduta economica di 1,8 milioni Il nuovo museo nell’ex zuccherificio di Classe si chiamerà Classis Ravenna, il logo richiamerà la vela dei celebri mosaici di Sant’Apollinare Nuovo (per la verità già utilizzata anche in quello dell’Autorità Portuale) e verrà inaugurato il prossimo 1 dicembre. «Un museo che non c’era, a Ravenna, e che non c’è in quasi nessuna città italiana», sottolinea anche per rispondere a chi parla di un museo inutile (il giorno precedente la presentazione in municipio era tornata all’attacco la lista civica La Pigna), Giuseppe Sassatelli, presidente di Ravennantica, la fondazione che aveva come mission proprio la realizzazione di un nuovo “museo della città e del territorio” nell’ex zuccherificio di Classe. «Il più compiuto esempio di recupero di un edificio di archeologia industriale della nostra città – sottolinea l’assessora alla Cultura Elsa Signorino –, in un luogo che, lo voglio ricordare, prima dei lavori era preda del degrado e destava allarme sociale, proprio vicino a un monumento patrimonio Unesco (la basilica di Sant’Apollinare in Classe, ndr)». È ancora Sassatelli, poi, a presentare in municipio il museo «vivente», come lo ha definito anche l’architetto Andrea Mandara che ne ha curato l’allestimento. «Racconterà la storia della città coinvolgendo in prima persona i visitatori e mettendosi non certo in contrapposizione con gli altri musei, ma piuttosto in sinergia, con una serie di rimandi e di inviti ad approfondire la storia altrove. Una sorta di portale, quindi, di volano per la rete museale». Saranno 800 i reperti presenti, di cui circa la metà provenienti da scavi recenti, tra cui anche il tanto discusso elmo di Negau del museo didattico di San Pietro in Campiano, i cosiddetti mosaici faentini o pezzi provenienti dal Museo Nazionale, una settantina in tutto. «Di cui peraltro – sottolinea Sassatelli – solo 20 erano esposti, gli altri erano nei magazzini. Con tutti gli enti coinvolti c’è stata grande collaborazione e in questo modo i vari reperti verranno valorizzati in un percorso coerente, come tessere sparse che ora possono finalmente formare un nuovo mosaico», dice sempre Sassatelli. I reperti saranno perno della narrazione della storia del territorio, raccontata con ampio ricorso a filmati e ricostruzioni grafiche e tridimensiliani, e soprattutto la linea del tempo che condurrà per mano i visitatori dalla preistoria fino all’Alto Medioevo (con anche una sezione finale dedicata alla storia dello stesso ex zuccherificio che ospita il museo). In dicembre verrà inaugurata (con ormai anni di ritardo rispetto alle previsioni, come sottolineato più volte) l’area espositiva di 2.600 metri quadrati (sui 4.250 disponibili, a cui si devono aggiungere i mille già occupati da laboratori e magazzini) ma anche il parco esterno, un’area verde di 15mila metri quadrati aperta alla città. Il tutto per un inve-

stimento di oltre 22 milioni di euro, di cui quasi 7 provenienti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e i restanti da enti pubblici, tra Comune (circa 3 milioni), Stato (oltre 8 milioni), Europa (oltre 3 milioni di euro) e Regione (circa 700mila euro). «Sì, i musei costano – è il commento sarcastico dell’assessora Signorino, apparsa piuttosto infastidita dalle polemiche sui costi di questi mesi – e anche quello di Classe, in linea con altri interventi simili. Ed ebbene sì: i musei non fanno neppure utili. Ma consentono una crescita culturale dell’intero territorio, crescita che ha poi ricadute importanti anche sul piano economico». Il riferimento è allo studio sulla sostenibilità economica realizzato su richiesta di Ravennantica a cura di Cles, di cui avevamo poche settimane fa pubblicato i dati principali della versione realizzata nel 2013. Ora sono stati diffusi i dati aggiornati, che naturalmente non si discostano troppo da quelli vecchi: sono calati di qualche migliaia di unità i visitatori previsti a regime (60mila) mentre è confermato un costo di gestione annuale, nel primo quinquennio, di quasi mezzo milione di euro, per una perdita, a fronte dei ricavi da biglietteria e bookshop, di 264mila euro all’anno. La ricaduta annuale sul territorio per entrate turistiche aggiuntive è però stimata invece in 1.844.000 euro. (lu.ma.)

Dati Istat: turisti in calo nei primi 4 mesi a Ravenna e Cervia. Cresce invece Faenza Dopo un anno, il 2017, da record per quanto riguarda i turisti arrivati nelle strutture ricettive, torna a palesarsi il segno meno nei dati Istat che riguardano il comune di Ravenna. Si tratta di quelli registrati nei primi quattro mesi dell’anno, con i pernottamenti in calo del 2,5 percento rispetto al 2017 (complessivamente sono oltre 255mila, circa 7mila in meno) e gli arrivi (ossia il numero di turisti che si presentano nelle strutture ricettive, indipendentemente dal numero di notti trascorse), diminuiti dell’1,9 percento (circa 2mila in meno rispetto ai 105mila del 2016). A pesare sul risultato finale del quadrimestre, nel comune, è la performance del mare, dove i turisti sono diminuiti del 7,2 percento e i pernottamenti del 5,4, mentre in città i dati sono perfino in leggera crescita. Guardando al resto della provincia, in calo anche Cervia, con il 4,2 percento in meno di pernottamenti (a fine aprile erano 226mila in valore assoluto) e quasi il 7 percento in meno di turisti registrati. Ottima invece la performance del terzo comune come grandezza turistica, Faenza, che ha registrato quasi il 12 percento dei pernottamenti in più rispetto al 2017 e quasi il 10 percento degli arrivi.

Come si passa dal 36 all'84 per cento di zone a traffico limitato in centro storico? È scritto nero su bianco nel Pums, il piano della mobilità urbana sostenibile, che sarà discusso prima in commissione consiliare e poi in consiglio comunale. Rispetto a quanto suggeriva il Pair – il Piano dell'Aria Regionale che detta le linee guida dei piani della mobilità – le percentuali si sono un po’ ammorbidite. Il Pair dettava infatti una percentuale piuttosto netta: il 100 per cento dei centri storici sarebbe dovuto essere sottoposto a Ztl. Il Comune ha ammorbidito, per quanto possibile, la linea. Un modo per ottenere il beneplacito delle associazioni di categoria, già sul piede di guerra. Nel documento è scritto che “secondo le indicazioni del Pair si dovrebbe prevedere l'estensione della Ztl a tutto il centro storico. Tuttavia, già in questa fase si evidenziano criticità relative all'accessibilità di particolari luoghi attrattori, tra cui la stazione ferroviaria” che sono localizzati nel cuore della città. Il compromesso è stato trovato con l'istituzione di “azioni alternative” come le zone 30 km/h e le isole ambientali in cui è richiesta una “particolare moderazione nei comportamenti del traffico motorizzato a favore di quello pedonale e ciclabile”. Non sono indicati gli anni precisi dei vari interventi, ma soltanto l'ordine delle priorità, tenendo presente che entro i dieci anni dall'entrata in vigore del Pums si dovrà arrivare appunto all'84 per cento del centro storico. Questo lo scenario: si partirà sul breve periodo con tre Ztl: quelle delimitate dalle vie Maggiore, Fiume Montone, Spreti, Landoni e Moradei; quella tra via Costa, via Rossi e via Ghiselli e quella tra via Pascoli, Cerchio, Oriani, Tombesi dall'Ova e Guaccimanni. Nel medio termine saranno studiati i piani particolareggiati anche per altre Zone a traffico limitato. Si andrà a regolamentare gli accessi nelle zone attorno a via D'Azeglio; via Sabbionara e Don Minzoni; via De Gasperi e piazza Caduti; nel borgo San Rocco in zona via Serra e in via Bixio e, infine, in via Chiesa e Morelli. Sul lungo periodo diventerà Ztl anche la zona tra le vie Alberoni e Roma; la via Carducci e limitrofe; le zone costituite dalle vie Maroncelli, Bassi, Bezzi e le strade che gravitano attorno a via Falier, parallela di via Rocca Brancaleone. Contestualmente, le aree pedonali arriveranno a coprire il 23 per cento del centro storico. Le nuove Zone a Traffico Limitato saranno compensate dall'ampliamento di parcheggi. In particolare quello di via Renato Serra avrà 150 stalli in più, altri 300 in piazzale Aldo Moro, 250 in via Monsignor Lanzoni, 250 in piazzale Vacchi e 80 nel parcheggio Callegari. In alcuni casi, come in via Serra, si ipotizzano parcheggi multipiano. Nel caso di piazzale Moro si lega l'aumento dell'offerta alla riqualificazione della stazione. In totale sono previsti quindi 1.030 parcheggi aggiuntivi. Da valutare anche le politiche di “road pricing”, ovver di accesso a pagamento in centro storico. “Nell’orizzonte temporale del Piano – si legge – si potrà prevedere la possibilità della tariffazione alla circolazione di determinate categorie di veicoli sia nei centri abitati che in determinati ambiti sensibili. A titolo esemplificativo, una prima attivazione della misura potrebbe riguardare l’istituzione della Ztl per bus turistici e/o il pagamento del transito sul ponte mobile per mezzi pesanti”. Solo un esempio, per ora. Nel caso, farà discutere. Alessandro Montanari


SOCIETÀ / 17 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

L’INTERVISTA

Quell’ex convento luogo di dialogo, ricerca e cittadinanza attiva Padre Claudio Ciccillo racconta l’esperienza della Fraternità di San Damiano che da quattro anni anima e apre alla città gli spazi degli ex Cappuccini in via Oberdan di Federica Angelini

I monaci, dopo cinque secoli, lo hanno lasciato da ormai quattro anni, ma questo spazio nel cuore di Ravenna è rimasto un luogo dove la spiritualità, la meditazione, il silenzio e quella ricerca che da sempre caratterizza il monachesimo sono di casa. Insieme a tante altre cose per la verità. Siamo nelll’ex monastero dei Cappuccini di via Oberdan 6 a Ravenna, ora dato in comodato gratuito alla Franternità San Damiano guidata da don Claudio Ciccillo, parroco di San Michele, presidente del Centro per iI servizi del volontariato e, appunto, referente ora per questo spazio in procinto di vivere un’estate all’insegna dell’apertura e dell’incontro. Nel solco di questi ultimi anni. In questi giorni, per esempio, sono ospitati cinque monaci tibetani che arrivano dall’India e che proprongono tra le altre cose la realizzazione del mandala di sabbia tibetana (fino al 23 giugno). Don Claudio, qual è il significato di questa presenza? «È segno della nostra scelta di dialogo nel bisogno di spiritualità e ricerca dell’assoluto, qualcosa che riguarda il monachesimo in tutte le sue forme, anche laiche. Non ci interessano gli elementi di folklore, ma il dialogo e lo scambio autentico, al di là delle singole fedi». Un dialogo e uno scambio che avviene anche con i musulmani? «Certo, al momento siamo in contatto con una comunità Sufi, che abbiamo conosciuto a La Verna, un fatto simbolico. Del resto, anche Francesco quando incontrò il Sultano instaurò un dialogo alla ricerca dei punti in comune. La mistica è qualcosa che trascende la religione e di cui tutti abbiamo bisogno. A Natale per esempio, abbiamo fatto le preghiere comuni: cristiani, musualmani, buddisti e un nativo americano». Per la verità questa sembra un’epoca in cui un’idea del dialogo e della ricerca delle cose in comune sembra un po’ controcorrente. Chi frequenta questo posto? «È vero, è così, ci sono troppe paure che vanno educate, perché nascono dalla non conoscenza reciproca. Qui oggi vengono credenti e non credenti, persone mosse da una curiosità interiore, che cercano il bello, il silenzio, momenti di contemplazione, la preghiera interiore, pratiche che magari nei percorsi tradizionali delle parrocchie è più difficile trovare. Abbiamo anche, nel tempo, ospitato eventi che mettevano in relazione fede, religone e psicanalisi, che tra loro non sono in contraddizione». Che età hanno? Sono più uomini o donne? «Sono soprattutto persone adulte, e soprattutto donne, forse perché sono in generale più interessate a questi temi, I giovani si avvicinano di più per le iniziative legate a temi di attualità e di cittadinanza attiva. Ma abbiamo ospitato anche i boy scout...». A proposito di cittadinanza attiva, qui ha per esempio sede la biblioteca sulla legalità dedicata a Peppino Impastato... «Sì, lavoriamo mettendo insieme Vangelo e

AGENDA INCONTRI Arcigay Ravenna dalle origini al nuovo L’associazione Arcigay Ravenna ha visto nei giorni scorsi l’insediamento del nuovo consiglio direttivo che è composto da: Ciro Di Maio (presidente), Giulia Maglia (vicepresidente), Dennis Casano, William Donati, Mira Pantera, Niccolò Agostini, Marco Mezzoli, Bruno Moroni. Il 21 giugno alle 18.30 a Kirecò, Arcigay Ravenna invita tutte le socie ed i soci, a partecipare all'incontro con la fondatrice del Circolo, Tania Moroni. Interverranno Paolo Minore ed Elio Venturi che ci racconteranno la loro esperienza in Arcigay Ravenna e la loro conoscenza di Arcigay nel panorama italiano.

“Energia e clima” con la Lega Navale, parla l’esperto Clò “Energia e clima” è il titolo della conferenza pubblica promossa dalla sezione di Ravenna della Lega Navale Italiana, in programma mercoledì 27 giugno, alle 18, alla Casa Matha di Ravenna (piazza Andrea Costa). Relatore dell'incontro il professore Alberto Clò, docente all'Università di Bologna, già ministro dell'Industria e del Commercio, direttore della rivista scintifica “Energia” e autore di numerosi saggi sul tema fra cui “Energia e clima. L'altra faccia della medaglia”. L'iniziativa è aperta a tutti i cittadini.

Riflessioni di un educatore al bagno Luana Beach

L’esterno dell’ex convento e in piccolo Don Claudio Ciccillo

Costituzione, Dio e uomo, perché crediamo che la democrazia si fondi su tre parole chiave: giustizia, pace e responsabilità. Per questo ci siamo occupati e ci occupiamo di modelli di economia alternativa perché più che mai non votiamo solo nell’urna, ma anche al supermercato, favorendo o sfavorendo forme di ingiustizia e sfruttamento. Tutti dobbiamo fare la nostra parte». Vangelo e Costituzione? Ma per essere buoni cittadini non dovrebbe bastare la seconda? I testi religiosi non rischiano di creare divisioni fornendo risposte magari diverse da quelle appunto condivise da una società civica e laica? «Sì, è vero, la Costituzione può bastare. Ma per chi crede sono due punti di riferimenti con molti temi in comuni. E, sa, il Vangelo è in verità più un libro pieno di domande che di risposte». Come si collocano I “mercoledì del chiostro” (vedi programma nel box) che iniziano il 27 giugno in questo contesto? Quest’anno aprirà Ivano Marescotti,

una figura che per certi versi non ci si aspetterebbe qui… «In realtà è un uomo dalla profonda spiritualità, con cui è nata una bella amicizia. I mercoledì sono nati e proseguono proprio nell’ottica di aprire questo luogo, far frequentare anche la parte che prima era riservata ai monaci, farlo diventare sempre più di tutti, abituare i ravennati alla sua frequentazione attraverso anche momenti di convivialità. È cominciato tutto grazie ad alcuni amici artisti che sono venuti gratuitamente, per darci una mano». Come vi finanziate? «Per queste serate, per esempio, chiediamo un biglietto per coprire i costi vivi come la Siae o i servizi tecnici, per il resto riceviamo un contributo di circa 2mila euro l’anno dal Comune e cerchiamo di autofinanziare alcune attività. Ma naturalmente tutto si basa sul volontariato. Gli iscritti all’associazione sono un’ottantina, di cui una decina le persone che quotidianamente o quasi mettono a disposizioni il proprio tempo».

Musica e parole (di pace) per i mercoledì del Chiostro: si comincia da Marescotti Il programma dei Mercoledì dei chiostri all’ex convento dei Cappuccini di via Oberdan 6 a Ravenna prende il via il 27 giugno con Ivano Marescotti e il suo divertente monologo che induce a riflettere su come parliamo, dal titolo La lingua neolatrina. Il 4 luglio sarà invece la volta delle chitarre bizantine con Egidio Collini, Roberto Zabberoni, Amedeo Annechiarico e Raimondo Raimondi per un concerto tutto “a suon di corda”. L’11 luglio ancora una serata all’insegna della musica con la voce e il piano di Irene Robbins e le percussioni di Stefano Calvano, per una selezioni di brani ispirati al tema della pace. Il 18 luglio Raimondo Raimondi presenta il suo nuovo album Isole. Il 25 luglio l’omaggio a Ivan Graziani del Duo Pigro. Alle 21, contributo richiesto di 5 euro. Per chi lo desidera dalle 19,30 cena buffet a 8 euro.

Impara l’arte e mettila da parte - Riflessioni di un educatore è il nuovo libro scritto da Enzo Lazzaro e pubblicato da Erickson che sarà presentato il 22 giugno alle 18 presso a Marina di Ravenna al bagno Luana Beach. L’iniziativa, dedicata a chi opera nel settore sociale, alle famiglie e agli ospiti che usufruiscono dei servizi, è organizzata dalla coop sociale La Pieve e dai centri Santa Rita e La Coccinella.

L’EVENTO Festa della musica a Cotignola e Cervia Doppio appuntamento in provincia per la festa della musica, il 21 giugno. Dalle 20.30, nel Giardino del Teatro Binario di Cotignola, cento musicisti si ritrovano per una serata rock dal titolo “Rotation Stage”. A Cervia, dalle 19.30 il centro storico si trasforma in un palcoscenico. All’esterno del Teatro Comunale si esibirà il gruppo Saxy Shop Band, dalle 20, in viale Roma, “L’angolo del pianoforte” con i ragazzi della Scuola comunale di musica G. Rossini. Alla stessa ora nel giardino Papa Innocenzo XII, il Gruppo strumentale della Scuola comunale di musica proporrà un repertorio di musica moderna. Alle 20.30, in via XX Settembre 98 si esibirà il Trio Esperanto. Alla stessa ora, nel Borgomarina avrà inizio l’esibizione itinerante della band Marakatimba, orchestra di percussioni afro-brasiliane, afro-cubane e funky. Alle 21.30 piazza Garibaldi si riempirà delle voci e degli strumenti della Scuola comunale di musica G. Rossini. Alle 22 in corso Mazzini 60, si esibirà il gruppo di Meldola Tarte Tatin, mentre in piazza Pisacane dalle 22.30 sarà la volta dei Los-T, da Modena.


18 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

PUNTA MARINA

BRISIGHELLA Torna la serata “romantica” nel borgo: candele, musica, racconti e danza a 15 metri di altezza

LE FRECCE TRICOLORI ANCHE AL MARE, TRA ELICOTTERI, PARACADUTISTI E FREGATA Dopo le celebrazioni di Lugo nel giorno del centenario della morte di Francesco Baracca (nella foto) le Frecce Tricolori tornano a Punta Marina con due spettacoli nei pomeriggi di sabato 23 e domenica 24 giugno nell’ambito della terza edizione di Valore Tricolore. In particolare, la giornata di sabato è dedicata alle prove, fino alle 18.30, mentre la domenica si entrerà nel vivo, sempre a partire dalle 16, con anche le esercitazioni di elicotteri e il lancio di paracadutisti della brigata Folgore dell’esercito. A Punta Marina (dove saranno in vigore modifiche importanti alla viabilità) sarà possibile anche visitare gli spazi espositivi delle forze armate e di polizia. Già nella mattinata di venerdì 22 inoltre arriverà alla banchina Fabbrica Vecchia di Marina la fregata Martinengo, che sarà visitabile a partire dal pomeriggio e fino a domenica mattina.

LUGO La “pedalata del secolo” per celebrare Baracca

FAENZA È tempo di Palio del Niballo: il rione giallo punta all’accoppiata

Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della morte dell'eroe lughese Francesco Baracca, l'asso dell’aviazione italiana, il mondo ciclistico lughese organizza la "Pedalata del Secolo" il 23 giugno da Lugo a Nervesa della Battaglia (luogo in cui è caduto Baracca), teatro di grandi battaglie nella Prima Guerra Mondiale. La distanza è di 200 km e potrà essere percorsa in entrambe le direzioni. Un servizio di autobus e furgoni garantirà il rientro.

Domenica 24 giugno va in scena il clou della 62esima edizione del Palio del Niballo, la rievocazione storica di Faenza che vede sfidarsi i cinque rioni della città manfreda (Borgo Durbecco, Rione Giallo, Rione Nero, Rione Rosso, Rione Verde). Il corteo storico partirà alle 16 di domenica 24 giugno da piazza del Popolo per arrivare allo stadio Bruno Neri, dove la giostra, ossia la sfida tra i cinque cavalieri dei Rioni, inizierà alle 18. Il vincitore conquisterà il drappo realizzato per l’edizione 2018 dall’artista Aldo Rontini. L’edizione 2017 è stata vinta dal Rione Giallo che quest’anno (nella foto) si è già imposto alla Bigorda d’Oro (il palio dei giovani).

Sabato 23 giugno torna Brisighella Romantica, una serata dedicata all’amore romantico, alla bellezza, alla musica, all’arte, al gusto. Ad accogliere i visitatori luci soffuse di mille candeline e ristoranti in versione en plain air nel borgo storico. La serata inizia in Piazza Carducci con un aperitvo musicale con l'Arpa di Marta Celli; piazza Marconi si veste da sera con due pianoforti a coda su tappeto bianco con Lorenzo Leonardi e di Chiara Cattani (in duetto con il violinista Roberto Noferini); il teatro dell'immobilismo barocco proporrà sculture viventi; all'Anfiteatro Spada lo spettacolo tra musica e racconti di Cristiano Cavina e Vittorio Bonetti. L'ensemble i Quarti di luna in Piazza Carducci proporranno un progetto di musica contemporanea con formazione classica, accompagnati da improvvisazioni eseguite dai ballerini di Luca Donato. Clou della serata sempre in Piazza Carducci lo spettacolo conclusivo di danza verticale e danza aerea a 15 metri di altezza della compagnia di danza contemporanea Cafelulè: gli spettatori con lo sguardo alzato saranno protagonista con il lancio di 1000 palloncini illuminati.

CERVIA

Il Festival della Romagna tra spettacoli e sapori Entra nel clou il Festival della Romagna, a Cervia (tra Magazzini del Sale, Torre San Michele, piazza Garibaldi e Lungomare) e Pinarella fino al 24 giugno. Fra gli eventi significativi, dopo l’omaggio dei giorni scorsi a Giovannini Guareschi (con tanto di deposizione di una targa nella casa cervese dell’autore e un premio consegnato alla famiglia), giovedì 21 ai Magazzini del Sale ci sarà il ricordo del poeta e collezionista Tito Balestra, venerdì sotto Torre San Michele, si terrà l’evento realizzato in collaborazione con Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, sul tema “Dai sapori della Romagna alla sana alimentazione”. Sabato invece alle 21 in piazza Garibaldi un grande spettacolo rievocativo delle musiche degli anni ’60, ’70,’80 e la sfilata di moda “Idee di Cristina”. Il clou domenica 24 con il grande spettacolo di chiusura con il tenore Maurizio Tassani che presenterà il suo concerto ”Da Forlì a New York viaggio tra le più belle canzoni del mondo”. Info e programma: www.festivaldellaromagna.it.

INFORMAZIONE SANITARIA

FARMACIE COMUNALI

Traumi e contusioni alleviati con i rimedi dell’omeopatia Sono terapie con un certo effetto benefico spiega la dottoressa Monica Ronconi della farmacia di Fusignano Traumi, contusioni, distorsioni, strappi muscolari, ferite sono eventi molto frequenti per tutti gli individui ma, soprattutto, per chi pratica sport e per i bambini. Nella medicina omeopatica, il trauma è sicuramente il caso più idoneo nel quale ottenere un beneficio: tanto più è tempestivo l’uso del rimedio omeopatico, tanto più ci sarà un effetto positivo. Sotto consiglio di un medico specializzato, l’omeopatia può essere usata con successo sia come unica terapia sia in associazione a trattamenti convenzionali, qualora la situazione lo richiedesse. Grazie al suo uso si può ridurre l’incidenza di emorragie, di dolore e facilitare la guarigione. A parlarne è la dottoressa Monica Ronconi della farmacia comunale di Fusignano (nella foto a destra). Qual è il medicamento di primo soccorso più adottato? «L’arnica montana è il rimedio cardine dei traumi sia diretto che indiretti, per la sua azione antidolorifica e antiedemigena su tutti i tipi di lesione traumatica. Agisce bene anche su lesioni contusive, sull’affaticamento muscolare e sugli ematomi grazie all’azione protettiva sul microcircolo, nonché su tutti i sintomi legati al trauma come indolenzimento, tensione muscolare ed emotiva». Quali effetti benefici produce l’arnica montana? «Applicata tempestivamente sulla zona colpita, sotto forma di gel o pomata, è in grado di far regredire rapidamente il gonfiore e l’edema dei tessuti molli, limitando la formazione di lividi e bernoccoli e di dare

rapido sollievo alla sensazione di dolore e tensione. Il gel di arnica può essere adottato come rimedio di pronto intervento per i bambini in caso di caduta o di piccoli traumi da “gioco”». Si può utilizzare anche in granuli o globuli, cioè in dose unica? «Sì. Nei traumi recenti è consigliabile arnica 9ch granuli. Nei traumi si può usare tempestivamente anche arnica 200ch dose unica per sopperire agli effetti psichici legati al trauma stesso. L’arnica 9ch in granuli può essere utilizzata anche nella prevenzione dei traumi degli sportivi utilizzandola nelle dosi opportune prima e dopo l’attività fisica». Che dire invece dell’arnica dei nervi? «L’Hypericum Perforatum che si ricava dalla radice dell’iperico è il rimedio delle contusioni e delle ferite del sistema nervoso e delle nevriti traumatiche. Rimuove sequele dolorose di traumi anche antichi. Agisce benissimo in qualsiasi trauma in zone molto innervate, quando seguono dolori pungenti e acuti». Quali sono gli altri possibili rimedi? «C’è l’Apis Mellifica che deriva dalle api. Trova la sua indicazione nelle primissime fasi dell’evento traumatico per la sua spiccata azione antiedemigena e per la sua modalità d’azione legata al freddo. Ha un’azione rapida, ma di breve durata e trova la sua corretta applicazione nelle prime ore del trauma legato alla combinazione con la tradizionale crioterapia. Da segnalare anche la Bryonia Alba, che ha una strut-

tura simile ai corticoidi con spiccata azione antiflogistica, ma anche antiedemigena e antiinfiammatoria, tant’è che è usato nei casi che migliorano con l’immobilità. Poi c’è Belladonna, con azione parasimpaticolitica, che agisce soprattutto sul dolore della contrattura. L’azione del rimedio è caratterizzata dalla modalità di comparsa del sintomo; insorgenza rapida, dolore pulsante e crampiforme, area flogistica molto calda, con possibile rialzo febbrile accompagnato da forte agitazione. E la lista è ancora lunga… L’importante resta il consiglio di un medico specializzato e l’assistenza di un farmacista di fiducia competente in materia». a cura di Roberta Bezzi


AMICI ANIMALI

SPECIALE / I 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

NORMATIVE

Cani in spiaggia, fra aree libere e bagni “accoglienti” Le inziative e i progetti dell’assessorato comunale al turismo fra servizi pubblici e inziative private dedicate agli animali Secondo la legge non è possibile portare i cani in spiaggia, in particolare durante la stagione turistica, men che meno a fare il bagnetto. Ma di fronte ad un numero sempre maggiore di proprietari di animali che non vogliono rinunciare a portare l’amico a quattro zampe a fare una vacanza al mare, operatori turistici e istituzioni pubbliche provano a “superare” il divieto delimitando aree riservate e fissando regole di comportamento. Insomma il turista con cane comincia ad essere un’opportunità da valutare, cercando di mediare su di una convivenza in riviera fra vacanzieri, non sempre facile ma comunque possibile. «Nelle spiaggie libere per i cani andiamo in deroga alla normativa regionale – spiega l’assessore comunale al turismo Costantini – che tra l'altro a sua volta eredita indicazioni superiori su pareri dell'Ufficio Veterinario e del'Ausl e in sostanza vieta l'accesso dei cani in spiaggia. Però deroghiamo nel rispetto della salute e della sicurezza. In queste spiagge il Comune si organizza per fare sei disinfestazioni all'anno contro i parassiti e una pulizia più accurata rastrellando periodicamente l'area per eliminare eventuali escrementi sepolti o altri rifiuti organici, in accordo con Hera. È una cura che ha un costo ma è anche un servizio per cittadini e turisti cinofili». Ma quante sono attualmente queste spiagge lungo tutta la costa ravennate? «Per ora sono due – precisa l’assessore –, una Casalborsetti, che abbiamo allargato da 70 a 100 metri – a fronte di una domanda crescente e in accordo con bagnini, comitato cit-

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tadini e consiglieri di quel territorio – poi ce n'è una a Lido di Classe, vicino alla foce del Savio che è a servizio anche di Lido di Savio. La nostra intenzione è quella di aumentarle queste aree nei prossimi anni, sapendo però che nei periodi di particolare affollamento della riviera, in luglio e agosto, la promiscuità tra cani e persone può portare a dei problemi di convivenza, con conseguenze spiacevoli. Perché noi possiamo anche offrire un servizio a favore dei proprietari di animali ma dobbiamo garantire il rispetto e la salute anche degli altri frequentatori delle spiagge, oltreché la sicurezza, soprattutto se parliamo di animali di taglia-medio grande. Ci sono regole che vanno rispettate e fissate proprio nelle ordinanze in deroga» «Pensando al futuro queste nuove aree potrebbero essere individuate dalla polizia municipale – rivela Costantini – che nei suoi pattugliamenti costieri anti-abusivismo può esplorare le potenzialità tenendo conto proprio della convivenza fra bagnati e animali. Inoltre c'è l'esigenza di risolvere la questione a Lido di Dante che era dotata di un’area per cani in passato, a fianco della foce dei Fiumi Uniti, creando un’abitudine e un’aspettativa che purtroppo è stata disattesa dalla proprietà di quella porzione di spiaggia che non ne vuole più sapere di cani». «D’altra parte ci sono diversi stabilimenti balneari che hanno deciso di ospitare i cani – conclude completando il quadro della situazione l’assessore Costantini – ma con regole precise di segnalazione e separazione di aree e percorsi dove gli animali possono stare. Alcuni

imprenditori hanno deciso di investire in questo tipo di offerta ma spesso non lo segnalano al Comune e non lo promuovono adeguatamente. L'ideale, per questi gestori di bagni sarebbe fare accordi e coordinarsi anche con strutture ricettive e altre di servizio agli animali, come quelle veterinarie. Insomma, sarebbe importante inizire a fare rete anche fra privati per promuovere e intercettare questo tipo di turismo, che possa integrarsi ed essere complmentare all’iniziativa pubblica».

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II / SPECIALE

AMICI ANIMALI

RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

VOLONTARI ANIMALISTI

CONTATTI

Enpa e Clama attivi sul caldo fronte estivo per affrontare gli abbandoni e le adozioni A tu per tu con i responsabili delle due associazioni animaliste, Locatelli e Zannoni Cani e gatti sono, da sempre, gli amici a quattro zampe più amati dalle famiglie, così come dai single, per l’affetto e la compagnia che sono in grado di donare. A fronte dei tanti animali curati e coccolati quotidianamente, ce ne sono altri però la cui vita è più grama. Per questo fondamentale è la paziente opera dei volontari delle associazioni animaliste, pronti a occuparsi di chi è in difficoltà perché abbandonato. A segnalare l’emergenza gattini, in questi ultimi giorni, è la sezione ravennate dell’Enpa – Ente nazionale protezione animali. «A seguito di diverse segnalazioni – racconta il presidente Carlo Locatelli – abbiamo recuperato una quindicina di gattini di circa due mesi alla di-

sperata ricerca di qualcuno che si prenda cura di loro. Una situazione di questo tipo è davvero insolita e francamente non ci era mai capitata con questa modalità. Il nostro è un vero e proprio appello: cerchiamo persone sensibili disposte ad aiutarci per l’acquisto di cibo per i cuccioli o interessate all’adozione. Le storie di questi gattini, dalla diversa provenienza, sono le più disparate: alcuni sono stati abbandonati, altri hanno perso la madre vittima di un incidente stradale e fra di loro c’è anche qualche consanguineo. La speranza è di poterli dare presto in affidamento, anche perché più passa il tempo e più diventa difficile collocarli». Attualmente, i gattini sono ospitati nei locali di

degenza in genere utilizzati per interventi ai randagi adulti. Il loro indirizzo è tenuto segreto, spiega il presidente dell’Enpa, per evitare il rischio di trovarsi davanti alla porta schiere di gatti abbandonati. Si tratta di una vera e propria emergenza? «C’è una certa criticità – aggiunge Locatelli –. La nostra degenza è piena di cuccioli e non ci consente, almeno per il momento, di accoglierne altri. Del problema ci stiamo facendo carico provvedendo a una temporanea sistemazione dei vari soggetti nonché alla loro cura e alimentazione. Lo stesso lavoro che portiamo avanti abitualmente per i 500600 gatti randagi, appartenenti a diverse colonie feline, che provvediamo ad alimentare, ste-

Per chi vuole aiutare l’Enpa e Clama Chi è interessato ad aiutare l’Enpa fornendo del cibo o a prendere in affido un gattino, può rivolgersi all’ufficio di via Corti alle Mura 68 a Ravenna, tutte le mattine dalle 9 alle 12, oppure telefonare allo 0544 36944. Per l’associazione Clama – che collaborabora con il nostro settimanale dal 15 anni fornendo periodicamente gli estremi delle adozioni di cani e gatti per le rubriche “Fido in affido” e “Adottamici” i contatti sono: cell. 349 6123736 (lunedì mercoledì e venerdì dalle 15 alle 19); mail: clama2010@libero.it.

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AMICI ANIMALI / III 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

cani di grossa taglia tenuti all’interno di spazi con recinti bassi, facilmente scavalcabili. Una possibile spiegazione? Probabilmente la crescita dell’adozione di cani provenienti da sud del nostro Paese, da parte di chi è un po’ sprovveduto o incapace di tener conto delle particolari esigenze di certi animali. Troviamo anche molti cani senza microchip, in particolare quelli da caccia, il cui recupero diventa quindi difficoltoso. Anche se in generale la piaga del randagismo è stata superata, soprattutto nelle campagne, servirebbe un maggiore controllo per evitare che molti animali poi finiscano dritto al canile». Tra questi possono esserci anche cani di turisti nel periodo estivo? «Certo, può capitare – rammenta ancora la presidentessa della sezione ravennate Clama –. Il problema, in tal caso, può essere che pur avendo il microchip, non si riesca subito a recuperare il nome del proprietario in quanto non sempre la banca dati italiana è collegata regione per regione. Per fortuna però la rete di associazioni animaliste sul territorio nazionale funziona bene, e in conclusione il lieto fine è quasi sempre garantito».

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SERVIZIO COMUNALE

«IL CANILE MUNICIPALE È OPERATIVO VISITABILE E IN CORSO DI RIQUALIFICAZIONE» L’afferma l’assessore per i diritti degli animali Baroncini. Discussione in Comune sull’affidamento della gestione Il canile di Ravenna è pienamente operativo e visitabile e si sta andando avanti con il progetto di riqualificazione e con i lavori programmati. «Quando tutto sarà pronto probabilmente organizzeremo un evento inaugurale – dice l'assessore per i Diritti degli Animali Gianandrea Baroncini –. Al momento ci sono una sessantina di cani e, a parte la zona in cui ci sono i due che erano stati sequestrati, l'area è visitabile». Nelle settimane scorse il canile ha avuto infatti alcuni problemi: prima una malattia infettiva, superata, e poi un'indagine dei Nas su sospetti maltrattamenti aveva portato la struttura al centro del dibattito politico. Del canile municipale si è discusso anche in Comune durante una commissione richiesta dall'opposizione a cui hanno partecipato l’assessore Baroncini, funzionari dell’Ausl e dell'amministrazione comunale e gli esponenti delle associazioni animaliste. È stato esaminato un dossier di linee guida operative, proposto dal servizio comunale che definiscono una serie di prescrizioni, in tutto 33, da seguire nella gestione del canile. Il documento ha ottenuto il parere favorevole della commissione, espresso all’unanimità, salvo la richiesta di una maggiore chiarezza su tre prescrizioni relative, rispettivamente, all’ingresso dei cani adulti e dei cuccioli e al trattamento delle cucciolate, ed essendo stato concordato di non porre limiti numerici alla presenza dei volontari nel canile che le visite della cittadinanza al canile nei giorni di domenica siano dietro appuntamento non obbligatoriamente, ma preferibilmente. Si è poi posto l’argomento dell’affidamento della gestione del canile a decorrere dal prossimo settembre, quando scadrà quello attuale, discutendo alcune prime linee guida per la formulazione del bando di gara, esposte dal dirigente del servizio Gregorio. Anche su queste si è registrato un parere di massima favorevole di tutta la commissione. La durata dell’appalto diventerà triennale, rispetto a quella annuale in atto, e comprenderà la gestione unificata di tutti i servizi, escluso solo il recupero dei cani vaganti, già affidato con convenzione ad un’associazione privata. L'entità dell'appalto è di 900mila euro. A causa della durata triennale, chiederà tempi tecnici di attuazione tali dal prevederne l’avvio solo da settembre 2019, così imponendo una proroga annuale dell’attuale gestione.

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rilizzare e curare». Quella dei gatti è un problema che sta letteralmente “scappando di mano” anche per l’associazione volontari animalisti Clama di Ravenna. «L’emergenza è continua con nascite indiscriminate soprattutto da maggio a settembre – afferma la presidentessa Paola Zannoni –. Da anni cerchiamo di sensibilizzare le persone verso la sterilizzazione che porterebbe da un lato alla prevenzione di tante malattie e dall’altro a un miglioramento della qualità di vita. Soprattutto nelle campagne, dove ancora si pensa che i gatti servano per cacciare i topi, si fa finta di ignorare il problema. Il risultato? Tanti gattini abbandonati e destinati a una vita di stenti e di malattie anche da adulti, senza che qualcuno di prenda cura di loro». Il problema dell’abbandono dei cani invece, soprattutto nel periodo estivo, sembra nettamente migliorato nel complesso rispetto al passato. «Esiste però il fenomeno della rinuncia di proprietà – rileva Zannoni di Clama – correlato alle più disparate motivazioni: il cambio di casa, la morte di uno dei proprietari, l’incapacità di prendersene cura con l’avanzare dell’età. Spesso purtroppo si tratta di cani anziani e di grossa taglia, i più difficili poi da ricollocare in affido. E si sa che, se nessuno li vuole, poi il rischio è che finiscano a languire al canile». Per Locatelli dell’Enpa, invece, il problema dell’abbandono resta serio. «Ci sono anche tanti uccellini, conigli e animaletti vari – dice – che vengono lasciati a loro stessi, per non parlare poi dei tanti casi di maltrattamenti di cui dobbiamo occuparci. Da una parte ci rallegra sapere che la sensibilità delle gente nel Ravennate è una delle migliori. Ma c’è ancora molto da fare. È intollerabile soprattutto la recente moda-mania di prendere cani particolari come pittbull, dago e altri. In molti casi si tratta di persone che non sono in grado di gestirli ma che li prediligono per puro esibizionismo. E alla fine, i cani diventano protagonisti di spiacevoli episodi o abbandonati quando il “giochino” non diverte più». Un altro fenomeno in aumento secondo Clama è quello dei cani che scappano di casa. «Sempre più persone – rileva Zannoni – non riescono a prendersi cura dei propri animali come dovrebbero. Un caso tipico è quello dei

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IV / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

IN FARMACIA

DAL VETERINARIO

Anche gli amici a quattro zampe sono vittime di patologie neurologiche Ce ne parla la dottoressa Giusi Bucca che sottolinea come certe problematiche discali e crisi convulsive possano risultare gravi per la salute degli animali COME PREVENIRE E ALLEVIARE IL FASTIDIO DERIVATO DALL’ATTACCO DEI PARASSITI

Se invece è più lunga, ossia qualche minuto, bisogna subito correre dal veterinario più vicino. «Importante, durante una crisi convulsiva, è lasciare il paziente più tranquillo possibile – evidenzia Bucca –. Spegnere le luci della stanza dove si trova il paziente e non gridare, perché in quel momento amplificano tutte le sensazioni che derivano dall’ambiente circostante. Ne sono soggetti anche i gatti, anche di giovane età, e nel loro caso è molto importante una buona diagnosi visto che spesso le convulsioni sono frutto di neoplasie che spesso possono essere operabili». Rientra tra le patologie neurologiche anche la sindrome vestibolare che di norma colpisce animali anziani. «Molti – conclude Bucca – collegano certi sintomi come la testa ruotata, a neoplasie, ma bisogna prima scongiurare che non si tratti di questa sindrome che, invece, si risolve in un paio di settimane. L’esperienza del medico, in tal caso, si rivela preziosa». Roberta Bezzi

Con l'arrivo dell'estate per chi possiede animali domestici si deve attrezzare per prevenire e alleviare gli attacchi di parassiti, soprattutto nei confronti di cani e gatti. Sono tanti infatti i parassiti che possono infestare i nostri amici a quattro zampe così come tante, e differenti, sono le conseguenze a cui possono andare incontro. Che vanno dal semplice, seppur fastidioso, prurito a problemi più seri e complessi che necessitano di essere trattati con l'utilizzo di farmaci. La prevenzione è importante non solo per loro, ma anche per le persone con cui vivono e condividono gli ambienti domestici. In farmacia sono disponibili – con l’ausilio e consigli di un farmacista competente – molteplici prodotti antiparassitari per alleviare e curare le insidie di pulci (che sono molto contagiose), i pidocchi (che necessitano anche di una disinfestazione ambientale) e insetti pericolosi come zecche, zanzare e pappataci che possono indurre infezioni e trasmettere patologie anche gravi come la malattia di Lyme, la babebiosi, l’ehrlichiosi (portate dalle zecche) e come la Filariosi cardio-polmonare (portata dalla zanzara che per i cani può essere anche letale) o la Leishmaniosi (portata dai pappataci, che può passare anche dal cane all’uomo). Diverse le tipologie di intervento preventivo, innanzitutto, e di cura per alleviare fastidi e infezioni con collari, pastiglie, shampo, gocce e spray. Naturalmente una buona prassi per prevenire e contrastare i parassiti è quella di tenere sempre puliti, oltreché gli stessi animali, gli ambienti in cui dimorano. Con vantaggi anche per la salute degli umani con cui convivono

AMICI ANIMALI

Anche gli amici a quattro zampe possono essere colpiti da patologie neurologiche, di gravità diversa e non sempre facili da riconoscere. Fondamentale in tal senso sono l’esperienza e l’intuito del medico veterinario, così come la prontezza d’intervento. Come accade agli esseri umani, anche i cani possono soffrire di problematiche discali, con conseguenze però più invalidanti: mentre l’uomo cammina in posizione eretta e la fuoriuscita del materiale discale è in genere laterale, l’animale va a quattro zampe e spesso l’ernia va a comprimere direttamente il midollo. «Il primo segnale che può insospettire il proprietario – afferma la dottoressa Giusi Bucca, specialista in Neurologia, Neurodiagnostica ed Elettrodiagnostica veterinaria –, è un’improvvisa difficoltà di deambulazione. Le problematiche discali colpiscono maggiormente i cani di piccola taglia, una tra le razze più colpite è quella dei bassotti. Fra di loro, può persino capitare anche a quelli di giovanissima età, di un anno o poco più. Fondamentale è la rapidità di intervento: più il proprietario è attento a qualsiasi alternazione nella deambulazione e più si arriva in fretta alla visita e alla diagnosi con risonanza magnetica. Se si interviene quando il cane ha solo un po’ di dolore e qualche lieve deficit nella deambulazione, la possibilità di riuscita è del 95 per cento, secondo alcuni recenti studi anche del 98 per cento. Nei gatti, invece, è molto più raro riscontrare una patologia spinale discale e in genere le difficoltà di movimento nascondono neoplasie o problematiche vascolari». C’è poi una seconda patologia neurologica, piuttosto frequente, che è ben più pericolosa al punto da poter compromettere la vita stessa dell’animale: le crisi convulsive. Si manifestano in maniera diversa a seconda della gravità dell’attacco: perdita di coscienza, scialorrea, movimenti tonico-clonici degli arti. Se si tratta di una piccola crisi di pochi secondi, il proprietario può organizzarsi e portare il cane in visita.

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SPORT / 19 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

MANOVRE D’ESTATE

Calcio, basket e volley di provincia ripartono tra nuovi allenatori e mini rivoluzioni La panoramica dei movimenti nei club dei principali sport di squadra in vista della prossima stagione: Luciano Foschi alla guida del Ravenna Fc, Andrea Mazzon all’OraSì e Gianluca Graziosi al Porto Robur Costa di Vincenzo Benini

Archiviata la stagione 2017-18, almeno per quanto riguarda i campionati “invernali”, si apre una parentesi in cui diventano protagonisti i dirigenti delle società ravennati, chiamati a costruire gli organici che da fine luglio (calcio) o da metà agosto (basket e volley) inizieranno a prepararsi per i tornei 2018-19. Se dodici mesi fa si festeggiavano ben cinque promozioni (Ravenna FC in C, Faenza Basket Project in A2, Orva Lugo in B, Teodora e Olimpia a braccetto, e poi unite, in A2), quest’anno si applaude al consolidamento delle realtà del territorio. Ecco un punto della situazione, sport per sport. CALCIO Grandi novità riguardano in particolare il Ravenna Fc, che dopo la brillante salvezza nella stagione del ritorno in Serie C, ottenuta con largo anticipo sfiorando addirittura i playoff, ha dovuto incassare due addii molto pesanti. Il primo è stato quello dell’allenatore Mauro Antonioli, tra gli artefici della promozione dalla D di un anno fa, il secondo del direttore tecnico Giorgio Screpis, architetto assieme al diesse Sabbadini della composizione della rosa giallorossa dell’ultimo biennio. A dirigere la squadra nel prossimo campionato sarà così l’esperto Luciano Foschi, che ha nel curriculum una lunga carriera in Serie C, avendo guidato tra gli altri Novara, Alessandria, Reggiana, Teramo, Livorno e Renate. I primi pilastri su cui il tecnico laziale potrà contare sono il capitano Lelj e i centrocampisti Papa e Selleri, con la speranza dei dirigenti di confermare altre pedine importanti. Scendendo di categoria, anche nel 2018-19 non dovrebbero risultare realtà della provincia nel torneo di Serie D, anche se il Classe, sconfitto nella finale dei playoff, ha annunciato che farà domanda di ripescaggio. Oltre ai biancorossi di Evangelisti, comunque, nella prossima Eccellenza regionale ci saranno Alfonsine, Faenza, Massa, Sanpaimola e, per la prima volta, Cotignola, quest’ultimo in virtù del ripescaggio dalla Promozione. Nel settore femminile al momento tutto tace a San Zaccaria dopo la bruciante retrocessione (con polemiche) del Ravenna Woman in A2. BASKET Una piccola “rivoluzione” è in atto in casa Basket Ravenna, che se da una parte ha rinnovato la fondamentale partnership con l’Unigrà, dall’altra ha cambiato la spina dorsale a livello dirigenziale e tecnico. Salutati il direttore generale Montini e l’allenatore Martino, quest’ultimo accasatosi alla Fortitudo Bologna, il presidente Vianello non ha perso tempo affidando il compito di costruire la rosa al navigato Julio Trovato e quello di dirigere il gruppo in campo ad Andrea Mazzon, coach dal curriculum di tutto rispetto anche in ambito europeo. L’obiettivo sarà quello di creare una realtà competitiva, in grado di raggiungere come minimo i playoff di A2, traguardo mancato in maniera clamorosa nella stagione da poco conclusa. Scendendo di categoria resta compatta la coppia che prenderà parte al prossimo torneo di Serie B. Reduce da una salvezza a dir poco miracolosa, il Basket Lugo Aviators sembra aver trovato le risorse necessarie per far continuare questo piccolo grande sogno ai suoi tifosi. Perso per strada il main sponsor Orva, rimpiazzato da un pool di aziende “vicine”, il sodalizio lughese ripartirà dal confermatissimo Gianluigi Galetti, a cui verrà affidata una squadra molto giovane. Terminata la lunga e felice parentesi targata Regazzi, che va via dopo sette anni caratterizzati da tante promozioni, si vive una fase di rinnovamento a Faenza, dove i Raggisolaris verranno guidati da Massimo Friso, “fresco” di playoff a Barcellona Pozzo di Gotto, dove ha sfiorato l’accesso alla final four. Passando alle donne, lanciato dalla meravigliosa annata culminata con la finalissima per la A1 il Faenza Basket Project aumenta gli sforzi e riparte dal duo formato da Cristina Bassi e Simona Ballardini, con quest’ultima che ricoprirà ancora il doppio ruolo di allenatrice-giocatrice. La società manfreda ha dimostrato subito di voler compiere un altro passo in

Le presentazioni dei nuovi allenatori di (da sinistra) Porto Robur Costa, Ravenna Fc e Basket Ravenna

avanti e sul mercato si è già assicurata due elementi di valore come la pivot lituana Preskinyte e la guardia Zanetti. VOLLEY Lasciatasi alle spalle la più bella stagione da vent’anni a oggi, il Porto Robur Costa sta vivendo un’estate di grande rinnovamento. Ben saldo al timone, il direttore generale Bonitta in panchina ha sostituito Soli, trasferitosi a Monza, con Gianluca Graziosi, tecnico di grande esperienza in particolare nel lavoro con i giovani e attuale selezionatore della nazionale B che parteciperà ai prossimi Giochi del Mediterraneo. Da definire ancora il nome dello sponsor che campeggerà sulle maglie giallorosse, anche l’organico subirà dei profondi cambiamenti: confermati al momento solo Goi, Poglajen e Raffaelli, sono stati tesserati giocatori di talento come Saitta in regia e Verhees al centro e giovani promettenti come gli schiacciatori Lavia e Rychlicki e l’opposto Ar-

genta (ultimi due ancora da ufficializzare). Grandi novità anche in casa Olimpia Teodora, con Bonitta che “raddoppia”, conducendo anche il mercato del club bizantino in vista del campionato di A2 femminile. La direzione della squadra è stata affidata a Nello Caliendo, coach della promozione sulla sponda Conad Teodora, che prende il posto di Angelini. Per quanto riguarda la rosa è previsto un certo rinnovamento: da una parte è stata confermata l’esperta Bacchi, dall’altra invece sono state tesserate la palleggiatrice Agrifoglio e il libero Rocchi. Restando nei campionati nazionali, in B2 femminile diventano due le formazioni della provincia, con la Liverani Castellari Lugo che si aggiunge al Cervia Volley. Nutrita infine la rappresentanza in Serie C: nel maschile oltre a Faenza ci saranno la Fulgur Bagnacavallo e i baby del Porto Robur Costa, mentre nel femminile il Massa si è aggiunto a Olimpia Ravenna, Cervia e Faenza.

INCONTRI Al Quevida torna Flavio Tranquillo

Flavio Tranquillo ritorna come ospite di “Back to Sporty”, il ciclo di incontri con personaggi del mondo dello sport organizzato da Sporty. Quello con il giornalista, scrittore e telecronista sportivo Tranquillo è ormai un appuntamento fisso della rassegna, che anche quest’estate fa tappa al bagno Que Vida di Porto Corsini, venerdì 22 giugno alle ore 21. Sarà l’occasione per una chiacchierata a tutto tondo sul basket. Interverranno all’incontro Stefano Bon, Riccardo Sabadini e Miro De Giuli, direttore sportivo del Derthona Basket.

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20/ CULTURA / RUBRICHE RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

VISIBILI E INVISIBILI

CARTOLINE DA RAVENNA

Dal film che mette in mutande l’Italia populista ai successi della scorsa stagione: in giro per arene

Topi, rospi e bisce

di Francesco Della Torre

mittente Giovanni Gardini

Sono tornato (di Luca Miniero, 2017) La trama, per quanto possa sembrare assurda, è molto semplice: il 28 aprile 2017 nel pieno centro di Roma riappare, o meglio “risorge” Benito Mussolini, più che mai deciso a riprendersi l'Italia. Luca Miniero realizza il remake del tedesco Lui è tornato del 2015, sostituendo ovviamente il Fuhrer con il Duce, tenendo ben saldo il timone sulla commedia, genere in cui è specializzato grazie alla lunga collaborazione con Paolo Genovese (regista di Perfetti Sconosciuti). E non è neanche una novità l'adattamento all'italiana di film di altri paesi che affrontano alcuni stereotipi loro legati: suo è anche Benvenuti al Sud, che aveva ripreso con intelligenza l'esilarante commedia francese Giù al Nord. Miniero non vuole fare un film sul fascismo, né tantomeno su Mussolini stesso, ma vuole ritrarre gli italiani, le reazioni, i pensieri e le azioni del giorno d'oggi con questo incredibile contesto che gli disegna attorno. Il regista ci riesce, non ha paura del politicamente scorretto e mette in mutande un paese populista che riesce a stupire in negativo lo stesso Mussolini, interpretato magnificamente da Massimo Popolizio. Il film, con Miniero presente in sala, verrà proposto alla Rocca di Ravenna venerdì 22. La politica è in ogni caso il tema dominante della settimana perché oltre a Sono tornato, la stessa Rocca propone The Post di Spielberg (il 23, contemporaneamente all'Arena di Bagnacavallo, che lo programma anche il giorno successivo) che torna a parlare di Nixon e Vietnam, anticipando di fatto il caso Watergate. Rigoroso e ben fatto. Il 24 e il 25 sempre alla Rocca è la volta de L'ora più buia, che grazie a un magnifico (e vincitore di Oscar) Gary Oldman nei panni di Winston Churchill, ripercorre l'ingresso della Gran Bretagna nella Seconda Guerra. Biografico. Più divertente e “nero” un altro film su una figura “forte” del novecento: Morto Stalin se ne fa un altro (Bagnacavallo, il 21) è realmente ambientato nel

marzo del 1953 alla morte del dittatore sovietico e vede i membri del partito contendersi la successione. Grottesco. Meno politico ma molto bello è Tre manifesti a Ebbing, Missouri che vede una donna alla ricerca della verità per l'assassinio di sua figlia. Un film sorprendente, la cui trama è spiazzante, uno dei miglio-

Dal film “Sono tornato” in visione alla Rocca il 22 giugno alla presenza del regista Luca Miniero

ri della stagione che vedremo alla Rocca il 27, e nella location di Amarissimo il 25 per la rassegna Cinema Divino, che invece il 21 come già scritto debutterà a Casa Spadoni a Faenza con Lovers di Matteo Vicino (presente in sala), un film che non è profeta in patria, perché all'estero ha avuto tantissimi riconoscimenti, in Italia purtroppo no. A proposito di Italia, in assenza di nazionale ai mondiali, Bagnacavallo colora di tricolore la settimana con Napoli velata di Ferzan Ozpetek (24, 25 e il 28 nella splendida Arena del Sole) e Il colore nascosto delle cose (26 e 27), film di Silvio Soldini ingiustamente poco visto in quanto distribuito a inizio settembre, e che parla di un incontro tra un artista e una non vedente. Proprio da vedere. Per chi li ha persi, l'Arena del sole propone l'ultimo Muccino, A casa tutti bene, il 27 (mentre il 24 è all'Arena Borghesi) e La ruota delle meraviglie di Woody Allen il 24. Classici? All'Arena Borghesi di Faenza, con Ho affittato un killer di Aki Kaurismaki targato 1990, il 25 gratuito!

Il carteggio di Corrado Ricci - Ristauri ai monumenti di Ravenna e altro carteggio ravennate e romagnolo - presso la Biblioteca Classense è materiale prezioso per chi voglia conoscere parte della storia dei nostri straordinari monumenti. In una sorta di introduzione a questo carteggio, Ricci descrive la situazione di partenza: «Non credo possibile immaginare in quale stato fossero ridotti i monumenti di Ravenna, quando, nello scorcio del 1897, dal Senatore Giovanni Codronchi fui incaricato di fondare in quella città la Sovrintendenza dei Monumenti. Casaccie aderenti che coprivano parti magnifiche, muri rovinosi, tetti sfondati, vetri mancanti alle finestre, pavimenti rotti, musaici lerci di polvere e di ragnatele, cloache otturate sé che spesso le acque invadevano le chiese, buchi di scavo abbandonati, rottami e immondizie accumulate, animali d’ogni genere! Il sepolcro di Galla Placidia s’allagava normalmente nell’inverno d’ogni anno e qualche volta anche S. Vitale. Il sepolcro di Teodorico era perpetuamente coi piedi nell’acqua per l’altezza di un metro e più. In S. Apollinare in Classe, in S. Maria di Porto Fuori, intorno al sepolcro di Teodorico, dai custodi davasi la caccia ai topi, ai rospi e alle biscie, mentre da coloro ch’erano stati incaricati dei ristauri, si abbattevano, per ignoranza, parti antiche come il protiro, a levante, di S. Vitale, gli stucchi dei lunettoni del Battistero del Duomo, i ruderi del lato estremo, a sud, del nartece di S. Apollinare in Classe».

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NEFERTARI’S DANCERS compagnia di danza orientale

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TURRINI LAGHI DUO soul power

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CULTURA / RUBRICHE / 21 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

FIORI MUSICALI

NdL - NOTA DEL LETTORE

L’ultima frontiera per la musica colta: quei video pieni zeppi di dannosi cliché

Le assaggiatrici, perché è un libro che sfiora la perfezione

di Enrico Gramigna

di Federica Angelini

La musica è un’arte che ha il suo svolgimento nel tempo. La sua stessa scrittura è sostanzialmente l’elaborazione di un piano cartesiano con il tempo sull’asse delle ascisse e la frequenza sull’asse delle ordinate: proprio in funzione di questo sviluppo nella quarta dimensione, la musica è un’arte che, nella sua interezza, non è stato possibile fissare altro che nella memoria umana fino al 1877 quando Edison inventò il fonografo. Prima di ciò, la musica era solo ascolto diretto, mentre ormai vi è un costante riferimento a ciò che è stato registrato e che è riprodotto in qualsiasi condizione. Si perde, così, l’idea dell’ascolto come unicum, un evento circoscritto nel tempo nel quale si contempla la bellezza di quest’arte. Le strategie di mercato dell’industria del disco, di conseguenza, ormai non puntano più (o non solo) sulla qualità del prodotto, ma anche (e spesso soprattutto) sulla capacità di ingolosire l’utente che compra il materiale sonoro. A tal riguardo, non è l’udito il primo senso su cui si tenta di far leva, ma la vista, primo incontro con la realtà di ogni essere umano: in virtù di ciò le immagini che corredano i dischi sono tra le più belle, o allusive, che si possano desiderare. Vi è, tuttavia, un’ultima frontiera alla quale la musica colta è arrivata, importandola direttamente dall’industria della musica leggera dove queste regole sono un vero e proprio diktat: il video musicale. Prendendo ad esempio i kilometri di pellicola utilizzati per i video della musica pop, si sono sintetizzati dei linguaggi specifici anche per i video consumati dall’utente di musica colta.

PULIZIA

Sgrassature e pulizie di fondo

La violinista VanessaMae, nota anche per i suoi videoclip musicali

dopo aver terminato il brano. Il secondo cliché è la manifestazione di quanto sia divertente suonare a velocità proibite persino sulle autostrade tedesche. Spesso poi, i musicisti vengono ripresi mentre suonano a memoria, anche se lo spartito, molto spesso, si nasconde fuori dalla portata della telecamera. Ultimo e più problematico tra i cliché è l’utilizzo della donna come oggetto. Aldilà delle drammatiche implicazioni sociali, sull’opportunità di mostrare ettari di muliebre pelle in riferimento ad una canzone che ha il medesimo peso culturale (in questa sede si glissa) tuttavia farlo in relazione ad un quartetto di Haydn, un concerto di Vivaldi o una sonata di Beethoven, non solo non aggiunge nulla né all’esecuzione né alla comprensione dell’opera d’arte, ma svilisce e mortifica il contenuto stesso che è sempre e comunque più elevato di una pulsione pelvica.

E GIARDINAGGIO

Condomini Uffici privati e pubblici Lucidatura pavimenti (CRISTALLIZZAZIONI)

Il primo cliché nel quale ci s’imbatte è, senza dubbio, l’esecuzione estatica, nella quale il musicista è condotto dalla Musa in un mondo onirico nel quale è condannato a vivere anche

Manutenzione giardini privati e pubblici Potature di alto fusto con macchinari specifici

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Non può certo sorprendere il fatto che Le assaggiatrici di Rosella Postorino sia entrato nella cinquina del Campiello (di gran lunga il premio letterario più interessante in Italia). Uscito per Feltrinelli pochi mesi fa, il romanzo dell’editor quarantenne si avvicina alla perfezione sotto diversi punti di vista. La storia innanzitutto, ispirata a una vicenda vera, ha già di per sé molti ingredienti interessanti, racconta infatti della sorte di una decina di donne chiamate appunto ad assaggiare il cibo del Führer per verificare che non fosse avvelenato, nelle campagne vicino al rifugio in cui il dittatore trascorse gran parte degli ultimi anni della guerra. Tre volte al giorno, tutti i giorni, in cambio peraltro di un ottimo stipendio. Mentre il resto della Germania pativa la fame più atroce, mentre Berlino era piegata dai bombardamenti, in questa campagna vicino al nascondiglio del Führer queste dieci donne vivono una vita tra privilegio non voluto e paura dell’avvelenamento, costrette a “salvare” quotidianamente Hitler. La protagonista è raccontata tramite un io narrante particolarmente lucido, umano ma in grado anche di mantenere una “giusta distanza”, non è nazista, ma non è nemmeno anti-nazista. Racconta i fatti al passato, ma la sensazione è comunque spesso quella della presa diretta, un equilibrio particolarmente riuscito nel tessuto narrativo. Storicamente collocato, il romanzo riesce

comunque a trovare subito anche una dimensione atemporale e assoluta. Il marchio del nazismo diventa quasi quello dei figli di Caino, di una colpa a priori. E il senso di colpa e di vergogna attraversa tutto il romanzo assumendo di volta in volta un aspetto diverso attraverso fiumi carsici che hanno a che fare con il cibo e il sesso, bisogni primari, si potrebbe dire, eppure così fortemente carichi anche di un significato simbolico. L’ambiente delle donne diventa un elemento a sé del romanzo, le storie di alcune di loro che si intrecciano in momenti di solidarietà, amicizia, invidia, scontro valgono da sole la lettura. Queste donne si trovano a condividere pasti e spazi, pezzi di vita fuori dal mondo, che non si sono scelte. Ci sono madri, vedove, donne con i mariti dispersi sul fronte russo. Ci sono personaggi di contorno che raccontano la disperazione di un impero al crepuscolo, la follia e cecità di chi fino alla fine ha creduto in Hitler. Ci sono l’amore e la passione, uno sguardo indulgente anche sulle debolezze maschili. E ci sono anche squarci, per quanto brevi, delle sofferenze inferte dalla guerra (la protagonista è di Berlino, fuggita in campagna per evitare i bombardamenti). C’è il ritmo, ci sono i dialoghi, c’è un passo che sembra perfettamente calibrato: non si corre, ma non si può nemmeno mai rallentare, si deve arrivare in fondo. E una volta che ci si è arrivati, questo è un libro dove si finisce per restare molto a lungo dopo l’ultima pagina.

o! l l e b è o l e i c il noi! n o c o l i r p o c s

Venerdì 22, ore 21 Occhi su Saturno: Alla scoperta del pianeta con gli anelli (Ingresso Libero - Cielo Permettendo)

Lunedì 25, ore 10:30 Marco Garoni: Il cielo estivo (attività adatta a bambini a partire da 5 anni)

Martedì 26, ore 21 Claudio Balella: Asteroidi: rischi d'impatto con la Terra

li per mille ag 5 o tu il a n Do ONTARIA0T; O L O V I D I T 9 EN . 920225803 e indica il n llo sviluppo ia contribuira ssociazione A della nostra a a Ravenna z n ie c e della S Il Planetario di Ravenna dispone anche di un’ampia

BIBLIOTECA TEMATICA!

Info e prenotazioni: Planetario di Ravenna, Viale Santi Baldini, 4/a - 48121 Ravenna tel. 0544.62534 Lunedì-Venerdì 8.30-12.30, Martedì e Venerdì 21-23 www.planetarioravenna.it - email: info@arar.it - Ingresso intero € 5, ridotto € 2 - Prenotazione consigliata


22 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

CONCERTI ROCK

ROCK ITALIANO

GARAGE DA NEW YORK E ROCK’N’ROLL ALL’HANA-BI

Al Finisterre si recuperano i Doormen Al bagno Finisterre di Marina di Ravenna venerdì 22 giugno dalle 21.30 è in programma il concerto (rinviato precedentemente) di due rock band ravennati, The Doormen e Cacao. Domenica 24 dalle 18, invece, Mauna Loa Project, con la cantante ravennate Messalina Fratti.

Al bagno di Marina di Ravenna anche Emma Tricca e Makai

L’indie-pop degli Amycanbe al Marlin L’indie-pop elettronico dei cervesi Amycanbe, della cantante Francesca Amati, protagonista venerdì 22 giugno dalle 21.30 al Marlin di Punta Marina.

Gli Old Rocker’s Community al Caesar Sabato 23 giugno dalle 17 al bagno Caesar di Lido Adriano full immersion nel rock e nel blues degli anni '70 con i romagnoli Old Rocker's Community.

Tra garage e power pop al Peter Pan Sabato 23 giugno doppio concerto al bagno Peter Pan a partire dalle 18 con il power-pop dei ravennati Lovespoon e il garage-beat rock del supergruppo romagnolo The Last Cavemen, metà Cavemen e metà Last Killers.

E tra Spagna e sudamerica al Polka Sabato 23 giugno dalle 18.30 al bagno Polka di Marina Romea concerto dei bolognesi Matu y Pandilla, gruppo italo-cileno tra musica folcloristica spagnola, capoverdiana, portoghese, forrò e cumbia.

INDIE

I DUNK SI RACCONTANO A RADIO MELODY Secondo appuntamento il 27 giugno (dalle 20 la programmazione direttamente dalla spiaggia) al bagno Peter Pan con Radio Melody. Protagonista sarà il nuovo progetto dei fratelli Giuridei con Luca Ferrari dei Verdena e Carmelo Pipitone dei Marta sui tubi: i Dunk. Si racconteranno (dalle 22) in un’intervista al dj Luigi Bertaccini, tra aneddoti, curiosità e riflessioni sull’essere musicisti, intervallando interventi musicali dal vivo.

MUSICA LEGGERA

Continuano i concerti di caratura internazionale del bagno Hana-Bi di Marina di Ravenna che giovedì 21 giugno (dalle 21.30) ospita nientemeno che il batterista dei Sonic Youth, Steve Shelley, e il chitarrista dei Dream Syndicate, Jason Victor, impegnati ad accompagnare in tour la cantautrice italiana Emma Tricca. Sabato 23 dalle 21 l’appuntamento è con Makai, moniker dietro cui si nasconde Dario Tatoli, producer, sound designer e polistrumentista pugliese, tra elettronica e forma canzone. Il giorno dopo, domenica 24, dalle 18, concerto rock’n’roll degli inglesi/neozelandesi Night Shades, per fan di Cramps, Lords of the New Church e Link Wray. Infine, martedì 26, sempre dalle 21.30, ecco The Mystery Lights,che negli anni – si legge nella cartella stampa – si sono guadagnati il titolo di miglior garage rock band della Grande Mela. Concerti gratuiti.

Ritmi reggae al bagno Kuta Domenica 24 giugno alle 18.30 al Kuta di Punta Marina concerto di Devon & Jah Brothers, reggae band riminese.

DANCE Alberto Camerini al bagno Lucciola

A cena con Uli al Quevida Al bagno Quevida di Porto Corsini domenica 24 dalle 19 concerto tra jazz, swing e canzone italiana del bolognese Miss Pineda Quartet. Mercoledì 27 dalle 21.30 prosegue invece la rassegna “A cena con qualcuno” con Uli, ossia Alice Protto, cantante, cantautrice e attrice vercellese.

Johann Sebastian Punk al Pancotto Mercoledì 27 giugno dalle 19.30 nel cortile dell’osteria del Pancotto di Gambellara concerto di Johann Sebastian Punk, nome d’arte di Massimiliano Raffa, di stanza a Milano, tra psichedelia, pop e avanguardia.

FAUSTO LEALI ALL’HOTEL CAVALLINO DI FAENZA Continuano i concerti del mercoledì (dalle 20) al ristorante Monte Brullo nella sede estiva dell’hotel Cavallino di Faenza con nomi che hanno fatto la storia della musica leggera italiana. Il 27 giugno l’appuntamento è con Fausto Leali.

Continuano le serate con ospiti d’eccezioni a “Ballo scalza”, la festa del venerdì sera del bagno Lucciola di Ravenna. Venerdì 22 giugno l’appuntamento è con Alberto Camerini, “l’arlecchino” dance-pop italiano.


CULTURA / 23 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

RAVENNA FESTIVAL/1 AGENDA RAVENNA FESTIVAL

A Russi dalle cento chitarre all’orchestra di Piazza Vittorio

La Sinfonia di Nerval Teatro con il pianoforte di Arevalos Il 21 giugno dalle 21 al teatro Alighieri va in scena la Sinfonia Beckettiana di Nerval Teatro, compagnia del ravennate Maurizio Lupinelli e di Elisa Pol che porta avanti laboratori teatrali per persone diversamente abili. In scena cinque di questi attori e musiche di Arvo Part e Valentin Silvestrov eseguite dal vivo dal pianista ravennate Matteo Ramon Arevalos (foto). Al violino Stefano Gullo.

Torna la due giorni di musica nel grande prato di Palazzo Rasponi Si parte con la maxi band realizzata in collaborazione con Rockin’ 1000 RAVENNA FESTIVAL/2 Anche quest’anno il Ravenna Festival approda a Russi, nel grande prato di Palazzo San Giacomo. “In a Blink of a Nightâ€?, venerdĂŹ 22 giugno, vedrĂ l’invasione delle 100 chitarre elettriche, un’imponente orchestra che si esibirĂ sul tempo cangiante e ossessivo dei bassi e sull’immancabile pulsazione di una batteria, diretta da Tonino Battista e con Luca Nostro e Giuseppe Marino rispettivamente chitarra e batteria solista. Per misurarsi con una scrittura “sinfonicaâ€? – incluse nuove composizioni firmate da Elliot Cole, Glenn Branca e Michele Tadini, quest’ultimo con una partitura ispirata al tema musicale di Siamo soli di Vasco Rossi – il Festival ha esteso l’invito a tutti i chitarristi del territorio (ma anche oltre, senza limiti o confini) attraverso la collaborazione con Rockin’1000, la piĂš grande rock band al mondo e community internazionale con base cesenate che ha giĂ firmato alcuni dei piĂš grandi eventi musicali collettivi degli ultimi anni. E quando le chitarre saranno giĂ ripartite (vedi box) alla conquista di altri lidi, sabato 23 giugno a Palazzo Rasponi arriva l’Orchestra di Piazza Vittorio, magma multietnico di musicisti nato a Roma nel 2002 sotto la guida di Mario Tronco, tra miscele esotiche e irresistibili, fatte di oud e flicorni, flauti andini e chitarre.

I cent’anni dell’Estonia secondo Heinavanker Domenica 24 giugno dalle 21.30 alla basilica di San Vitale nei 100 anni della nascita dell’Estonia concerto dell’Ensemble Heinavanker con un programma musicale che lega l’Estonia all’Europa continentale attraverso la polifonia di Ockeghem e accosta musiche appena composte dal direttore dell’ensemble, Margo Kolar, alla vitalità dei canti della tradizione popolare estone.

DAVID FRAY DIRIGE LA CHERUBINI A TEATRO Pluripremiato pianista francese, David Fray, sarà protagonista dell’appuntamento del 26 giugno al teatro Alighieri (dalle 21) dove sarà alla testa dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini con la quale eseguirà i concerti BWv 1052 e BWv 1055 di Johann Sebastian Bach e il concerto K 491 di Wolfgang Amadeus Mozart.

Le chitarre del Festival suonano anche nel Ferrarese: domenica 24 il concerto trekking nelle valli di Comacchio Il progetto sulla chitarra elettrica del Ravenna Festival termina a Ravenna giovedĂŹ 21 giugno all’AlmagiĂ con un tributo a Steve Reich e il solo di “Don Antonioâ€? Gramentieri; poi dopo l’appuntamento di Russi di cui si parla nell’articolo principale, il 23 e 24 giugno l’avventura naviga sul Po fra blues, mare e laguna, prima a Porto Garibaldi per interventi musicali lungo il porto canale, con la partecipazione anche di Eugenio Finardi, “Donâ€? Antonio Gramentieri e Vince Vallicelli, e infine domenica 24 giugno fino alle Valli di Comacchio con il concerto trekking (e quest’anno anche bike) dalle tinte blues, realizzato in collaborazione con Trail Romagna. In bici, a piedi e in battello fino alle antiche saline dove, fra fenicotteri rosa e casoni, si erge il posto di guardia estense, la cinquecentesca Torre Rossa. Un concerto di chitarre attende il pubblico al casone Serilla, vero e proprio emblema della vita dei vallanti; al Bettolino di Foce invece l’immancabile momento gastronomico della tradizione.

“Il canto ritrovato della cetraâ€? con nacchere e Quartetto Klimt LunedĂŹ 25 giugno nell’ambito della rassegna “Il canto ritrovato della cetraâ€? del Ravenna Festival, al chiostro della biblioteca Classense (ore 21.30) concerto della virtuosa delle nacchere, l’ottantenne, con alle spalle una carriera di stella assoluta del flamenco, Lucero Tena. Per l’occasione incontra il francese Xavier De Maistre, giovane ma giĂ avviato a fortuna internazionale con la sua arpa. Musiche di Mateo PĂŠrez de AlbĂŠniz, Antonio Soler, Enrique Granados, JesĂšs Guridi, Francisco TĂ rrega, Manuel de Falla. La rassegna nella rassegna prosegue sempre alla Classense mercoledĂŹ 27 giugno con il Quartetto Klimt, formatosi nel 1995 alla Scuola di Musica di Fiesole, e musiche di Schubert, Mahler, Schnittke, Corghi e Schumann.

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24 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

ARTE/1 L’INCONTRO La collezione dei mosaici contemporanei e la donazione della Stanza aulica

La tradizione del Nuovo Nasce il premio Guberti Dedicata al medico e critico d’arte, il progetto è curato da Elettra Stamboulis. I vincitori sono Elisa Strinna e Giuseppe De Mattia

Due artisti under 40 premiati: lei, Elisa Strinna (n. 1982), una padovana che vive a Maastricht (nella foto), lui, Giuseppe De Mattia (n. 1980), un barese che vive a Bologna; una commissione nazionale composta da undici membri tra artisti, critici e intellettuali; un collettivo orfico-cubista francese di inizio Novecento che ha ispirato una mostra ravennate del giugno 1979 che a sua volta ispira oggi la prima edizione di un premio nazionale d’arte contemporanea: questo è La Tradizione del Nuovo - Premio Giulio Guberti Anno I, un premio e una mostra d’arte al Mar di Ravenna che si interroga su ritorni, reminiscenze e restaurazioni e intanto guarda al futuro: il futuro del museo, del suo pubblico, della città e dell’arte contemporanea in Italia. Il Premio è dedicato al medico e critico Giulio Guberti, che curò un’importante stagione di mostre all’allora Pinacoteca Comunale di Ravenna, ed è sostenuto dal Comune di Ravenna, Assessorato alla cultura, dalla Regione Emilia Romagna e dalla clinica Domus Nova, di cui Guberti fu a lungo direttore sanitario. La Tradizione del Nuovo è il nome della rivista-catalogo che accompagnò quell’esperienza e che oggi guida il lavoro di indagine di ogni nuova edizione biennale del premio. Il comitato scientifico è composto da Elettra Stamboulis (curatrice del progetto), Federico A. Amico (critico e portavoce Arci Regione E.R.), Maria Rita Bentini (critica e docente Accademia di Belle Arti di Bologna), Rosetta Berardi (artista), Christian Caliandro (critico e docente Accademia di Belle Arti di Lecce), Massimo Casamenti (art director), Sabina Ghinassi (critica), Danilo Montanari (editore), Claudio Musso (critico e docente Accademia di Belle Arti di Bergamo), Marco Trulli (curatore e critico d'arte), Alberto Zanchetta (direttore del Museo di Lissone). Inaugurazione e premiazione: sabato 23 giugno alle 18, la mostra prosegue fino al 15 luglio.

ARTE/2

Il 28 giugno alle 16.30 al Museo d’Arte della città di Ravenna sarà presentato il catalogo Museo d’Arte della città di Ravenna. La collezione dei mosaici contemporanei a cura di Linda Kniffitz e Chiara Pausini, edito da Longo Ravenna che illustra l'intera collezione civica dei mosaici contemporanei del Mar. Seguendo una suddivisione per gruppi tematici in parte corrispondente all’ordine espositivo della collezione, il volume illustra le opere esposte attualmente, ma anche quelle temporaneamente conservate in magazzino, o la serie dei “Mosaici Danteschi” esposta al Tamo, per un totale di 90 opere. Nell’occasione viene anche presentata alla cittadinanza la donazione delle opere musive facenti parte della “Stanza aulica”, dello Studio Alchimia, realizzate tra il 1987 e il 1988 dall'Associazione Mosaicisti Ravenna, evocando un’ideale zona di contatto tra architettura, arte e design. L’Associazione Mosaicisti di Ravenna fu costituita il 14 luglio 1982 con intenti di “promozione, diffusione e rivalutazione dell’arte del mosaico, in particolare in Ravenna, ma anche in collaborazione con analoghi organismi internazionali”. Isotta Roncuzzi Fiorentini, Marcello Landi, Luciana Notturni, Severo Bignami, Paolo Racagni, Carlo Signorini, Giuliano Babini, Enzo Tinarelli furono i primi membri firmatari.

FRANGI IN CLASSENSE IL 21 giugno, solstizio d’estate, alle 19, secondo appuntamento alla Classense con Ascoltare Bellezza e in particolare l’artista Giovanni Frangi, a cui è stato chiesto di realizza una grande opera a parete appositamente per la Sala del Mosaico della biblioteca Classense. Per l'occcasione la voce recitante di Franco Costantini interpreterà alcune pagine di Aurelio Picca dal poema “Ninja” scelte dallo stesso Frangi. L’opera sarà visitabile fino al 21 agosto.


CULTURA / 25 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

ARTE/3

Al via Terrena, land art tra agriturismi, campanili, rocche e bacini

TEATRO/1

Inaugurano il 21 giugno le prime installazioni del nuovo festival della Bassa Romagna

I FATTI, TRA VOCE (DI DADINA) E MUSICA (DI GIAMPAOLI) Il 28, il 29 e il 30 giugno, alle 21 teatro Rasi di Ravenna, va in scena lo spettacolo I fatti, produzione Ravenna Teatro/Teatro delle Albe in collaborazione con Brutture Moderne che vede in scena il narratore Luigi Dadina e il bassista Francesco Giampaoli, entrambi ravennati. Uno spettacolo fatto di «voce e musica per attraversare il Novecento, il secolo operaio, dai trebbi della tradizione romagnola, ma anche i griot africani del Teatro delle Albe e il blues, musica nata nel delta del Mississippi, che Francesco Giampaoli ha rigenerato là dove è cresciuto, vicino alle familiari valli di Ravenna».

Allestimento in corso alla Cab Massari

Da giovedì 21 giugno fino al 28 luglio l’arte incontra la natura grazie alla prima edizione di “Terrena. Tracciati di Land Art in Bassa Romagna”, rassegna che propone un percorso artistico attraversi numerosi appuntamenti dedicati alla land art, la forma di arte contemporanea che prevede l’intervento dell’artista direttamente sulla natura, che toccheranno nei mesi estivi tutti i comuni della Bassa Romagna. Le installazioni artistiche nei prossimi mesi diventeranno il palcoscenico per incontri, esibizioni musicali, performance e visite guidate e include esperienze autonome e già consolidate come l’Arena delle balle di paglia di Cotignola e del labirinto effimero di Alfonsine. In particolare, per quanto riguarda i primi eventi a prendere il via, “Tra terra e cielo, tra ombra e luce” è il titolo del progetto che coinvolgerà l’agriturismo Massari di Conselice, in via Coronella 110, da giovedì 21 giugno con ingresso gratuito. L’iniziativa nasce dall’osservazione e valorizzazione del Boschetto dell’aeroplano della Cab Massari e prevede la realizzazione di nove installazioni di alcuni artisti del collettivo Crac in dialogo col terreno, col bosco e con gli alberi e alle 18.30e alle 20.30 si terranno due performance che inviteranno i partecipanti a prendere contatto con la terra e con gli alberi con un “Aperimpronte” organizzato dall’agriturismo. Mercoledì 27 giugno, invece, dalle 20.30 si terrà un evento dinamico-musicale con una camminata notturna, accompagnata da musicisti della “Spartiti per Skutariorchestra” e a seguire apericena. Le opere di Laura Rambelli saranno protagoniste nel bacino di laminazione del parco Golfera di Lugo, in via Paurosa 4, di “La guardiana delle acque”, in programma dal 21 giugno (inaugurazione venerdì 13 luglio). La natura si incontra con la musica e l’architettura in “Paesaggio sonoro e-vento per arpa eolia” grazie alle opere di Luigi Berardi montate nel campanile della Pieve di Santa Maria in Fabriago da mercoledì 27 giugno dalle 21. Inaugura venerdì 22 giugno alle 20.30 nel giardino della Rocca di Bagnara di Romagna “Madre terra popoli”, la scultura nel tronco di cedro radicato, realizzata dall’artista Daniela Romagnoli. I serpenti realizzati da Laura Rambelli accompagneranno anche le iniziative al Podere Pantaleone di Bagnacavallo, in vicolo Pantaleone 1, da domenica 24 giugno (visite guidate alle 14 e alle 22) con le opere “La muta della dea serpente”. L’inaugurazione è in programma martedì 26 giugno alle 20 con una performance musicale con idiofono di Gian Luca Simoncini e degustazioni. L’ingresso è gratuito. Info sul programma completo: www.terrenalandart.it.

TEATRO/2 Da un laboratorio “senza confini” un’azione che affronta il tema dei migranti e del viaggio Il 25 giugno alla Casa del Teatro di Faenza e il 26 giugno al Mic, sempre alle 21, Il Teatro dei due Mondi presenterà lo spettacolo La tempesta - azione tra terra e acqua, nato da un progetto, di cui è la compagnia faentina è capofila insieme a Laboratorio 53 di Roma e Farsi prossimo di Faenza, incentrato sul tema del viaggio e del naufragio per realizzare un sintetico racconto sulla realtà della migrazione, l’incontro di culture e la convivenza dal titolo. Si tratta del risultato del laboratorio di teatro partecipato “Senza confini” a Faenza e di un progetto a Roma. Dopo Faenza, lo spettacolo sarà anche per tre repliche a Roma.

AGENDA LIBRI Anilda Ibrahimi alla biblioteca di Bagnacavallo Lunedì 25 giugno secondo appuntamento con Bibliocafé alla biblioteca di Bagnacavallo organizzato da Emiliano Visconti. L’ospite sarà la scrittrice italo-albanese Anilda Ibrahimi che presenterà Il tuo nome è una promessa (Einaudi 2017). Alle 21.30.

Nevio Spadoni a Russi presenta la sua antologia poetica Mercoledì 20 giugno, prosegue al Bar Centrale di Russi la rassegna di incontri letterari con gli autori. L’ospite della serata sarò Nevio Spadoni che presenta la sua raccolta Poesie 1985-2017, edita da Il Ponte Vecchio. Conduce e recita Giuseppe Bellosi. L’incontro ha inizio alle 21.15.


roccacinema

26 / CINEMA RAVENNA&DINTORNI 21-27/6/2018

gio. 21 giugno

ven. 22 giugno

sab. 23 giugno

LA FORMA DELL'ACQUA

SONO TORNATO

THE POST

di Guillermo del Toro

• Cinemacity • Ravenna Favola

di Sebastiano Mauri lun., mar. e mer.: p.u. 21

Mary e il fiore della strega di Hiromasa Yonebayashi da gio. a dom.: p.u. 20.40

Papillon

di Michael Noer

www.roccabrancaleonecinema.com

di York Alec Shackleton fer., sab. e dom.: p.u. 21.10

Ogni giorno

di Joe Wright

MADE IN ITALY di Luciano Ligabue

apertura ore 20.45, inizio proiezione 21.30 biglietti: interi € 6 - ridotti € 5

Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh mer.: p.u. 21.30

Sposami, stupido!

di Tarek Boudali fer.: 20.40-22.45; sab. e dom.: 15.30-18.40-20.40-22.45

Big Fish & Begonia

di Michael Sucsy fer. (escluso mer.), sab. e dom.: p.u. 20.55

• Cinema Jolly • Ravenna

di Liang Xuan, Zhang Chun sab. e dom.: 16-18.10

Jurassic World Il regno distrutto

Chiusura estiva

Obbligo o verità

• Rocca Cinema • Ravenna

La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro gio.: p.u. 21.30

Sono tornato di Luca Miniero ven.: p.u. 21.30

Hurricane Allerta uragano

di Steven Spielberg

L'ORA PIÙ' BUIA

The Post

di Steven Spielberg

di Rob Cohen mer.: p.u. 21.20

• Cinedream • Faenza

Harry Potter e i doni della morte - Parte I di David Yates sab.: p.u. 15.30

Harry Potter e i doni della morte Parte II di David Yates lun.: p.u. 21

Papillon

di Michael Noer da mer.: 20.15-22.45

L’incredibile viaggio del fachiro di Ken Scott

Rocca Cinema Ravenna

di Cosimo Terlizzi fer., sab. e dom.: p.u. 21

di Marco Ponti fer. (escluso mer.): 20.40-22.45; sab. e dom.: 15.30-17.5020.40-22.45; mer.: p.u. 20.40

211 - Rapina in corso

DA GIOVEDÌ 21 A MERCOLEDÌ 27 GIUGNO The Post

di Steven Spielberg ven. e sab.: p.u. 21.30

di Xavier Legrand fer., sab. e dom.: p.u. 20.40

sab.: p.u. 21.30

Obbligo o verità

L’ora più buia

di Joe Wright dom. e lun.: p.u. 21.30

Made in Italy

di Luciano Ligabue mar.: p.u. 21.30

Hurricane Allerta uragano

di Rob Cohen da mer.: 20.30-22.45

Blue Kids

• Arena Borghesi • Faenza

Loveless

di Christopher Nolan ven.: p.u. 21.30

Solo A Star Wars Story

da mer.: 20.15-22.45

Faenza

A Quiet Passion

Ogni giorno

Jurassic World Il regno distrutto

di Ron Howard Proiezione in Dolby fer. (escluso mer.): p.u. 20.10; sab. e dom.: 17.40-20.10

Deadpool 2

di David Leitch Proiezione in Dolby fer., sab. e dom.: p.u. 22.45

Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini

di Andrey Zvyagintsev gio.: p.u. 21.30

di Michael Sucsy fer. e sab.: p.u. 20.20; dom.: 15.30-20.20

di Ferzan Ozpetek dom. e lun.: p.u. 21.30

• Cinema Sarti •

di York Alec Shackleton fer. (escluso gio.), sab. e dom.: 20.30-22.40

di Steven Soderbergh fer. (escluso lun. e mer.), sab. e dom.: p.u. 22.45

L’affido Una storia di violenza

di Lee Unkrich, Adrian Molina gio.: p.u. 20.25; sab. e dom.: 15.30-17.45

di Andrea Tagliaferri ven.: p.u. 21.15 (ospite il regista)

La truffa dei Logan

Big Fish & Begonia

Coco

Una vita spericolata

Dei

di Tarek Boudali fer., sab. e dom.: p.u. 20.45

di Marco Ponti fer., sab. e dom.: p.u. 21.15

di Martin McDonagh

di Terence Davies ven. e sab.: p.u. 21.15; dom.: 17.30-21.15

di Liang Xuan, Zhang Chun fer., sab. e dom.: p.u. 20.50

Sposami, stupido!

Una vita spericolata

TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI

di Jeff Wadlow fer.: 20.30-22.45; sab. e dom.: 15.30-17.5020.30-22.45

di J.A. Bayona Proiezione in Dolby Atmos fer.: 20.10-22.45; sab. e dom.: 17.35-20.10-22.45 Proiezione in Dolby fer.: p.u. 21; sab. e dom.: 15.30-16 (proiezione in 3D)-18.10-21

di Jeff Wadlow fer., sab. e dom.: p.u. 21.05

mer. 27 giugno

Napoli velata

211 - Rapina in corso

di J.A. Bayona fer. (escluso mer.), sab. e dom.: 20.30-21-21.30; mer.: 20.30-21

mer.: p.u. 20.50

di Luca Miniero

segnala questa settimana: dom.24-lun.25 giugno mar. 26 giugno

Dunkirk

Quello che non so di lei di Roman Polansky sab.: p.u. 21.30

A casa tutti bene di Gabriele Muccino dom.: p.u. 21.30

mar. e mer.: p.u. 21.30

• Arena del Sole • Lido di Classe

Ella & John the Leisure Seeker di Paolo Virzì gio.: p.u. 21.30

Peter Rabbit

Ho affittato un killer

di Will Gluck ven.: p.u. 21.30

Quanto basta

di Stephen Chbosky sab.: p.u. 21.30

di Aki Kaurismäki lun.: p.u. 21.30 (ingresso gratuito) di Francesco Falaschi mar.: p.u. 21.30

Loving Vincent

di Dorota Kobiela e Hugh Welchman mer.: p.u. 21.30

• Arena delle Cappuccine • Bagnacavallo

Morto Stalin, se ne fa un altro di Armando Iannucci gio.: p.u. 21.30

Wonder

La ruota delle meraviglie di Woody Allen dom.: p.u. 21.30

Cinquanta sfumature di rosso di James Foley lun.: p.u. 21.30

Cars 3

Dan Scalon mar.: p.u. 21.30

A casa tutti bene di Gabriele Muccino mer.: p.u. 21.30


JUNIOR / 27 21-27 giugno 2018 RAVENNA&DINTORNI

TEATRO

Burattini e favole classiche tra Africa ed Europa in spiaggia, nel forese e in giardino Da Sganapino al Finisterre di Marina di Ravenna fino a Pulcinella al Rasi. A Castiglione va invece in scena Cappuccetto Rosso Per la rassegna “E...state a Palazzo Grossi” a Castiglione di Ravenna, martedì 26 giugno, alle 15, va in scena Thioro, un cappuccetto rosso senegalese. Lo spettacolo è rivolto ad un pubblico dai 5 anni in su; ideato da Alessandro Argnani, Simone Marzocchi e Laura Redaelli con Fallou Diop, Adama Gueye, Simone Marzocchi. Organizzazione Moussa Ndiaye, regia Alessandro Argnani. Ingresso libero per questo spettacolo delle Albe che rivisita un grande classico europeo intrecciandolo con la tradizione africana. Sempre martedì 26 giugno, ma in serata, appuntamento con un’anteprima della dodicesima edizione della rassegna Burattini alla Riscossa, che già dal mese di giugno sta scaldando i motori in attesa degli appuntamenti più tradizionali ed attesi, come l'Arena Estiva a Valtorto, nel giardino delle ex scuole di Fornace Zarattini. L’appuntamento è al Finisterre Beach, il Bagno 28 di Marina di Ravenna dove a partire dalle 21.15 saranno protagonisti i burattini di Massimiliano Venturi con lo spettacolo Le Farse di Fagiolino e Sganapino. E i burattini e la tradizione saranno protagonisti anche della rassegna al teatro Rasi, dalle sette al-

FIDO IN AFF

IDO

PUCCIO E KIKO Puccio e Kiko hanno sempre vissuto insieme, ora cercano una nuova famiglia per motivi non dipendenti da loro. Kiko (nella foto) è un piccoletto di 7 anni, molto affettuoso e dolce, Puccio è di taglia grande, dal bellissimo mantello, anche lui di indole docile, ha 6 anni e mezzo. Abituati in giardino. Per conoscerli e adottarli, chiamate: cell. 338 6215272

ADOTTAM ICI NOIR E OMBRA Noir e Ombra (nella foto) sono due deliziosi gattini maschi di circa due mesi, pronti per essere adottati (anche separatamente) e coccolati per tutta la vita! Per conoscerli e adottarli, chiamate: cell. 338 6215272

SPETTACOLO La Corda al bagno Polka Spettacolo di teatro da strada, venerdì 22 giugno alle 18.30, al bagno Polka di Marina Romea, con La corda di Mr Gera. Dopo aver scelto tra il pubblico otto volontari, l’equilibrista camminerà sulla corda, facendo giocoleria con oggetti infuocati.

LABORATORI Dalla scrittura al tempo di Dante ai giochi della scienza: l’estate a Casa Vignuzzi

le nove. Mercoledì 27 giugno, infatti, alle 19, Luca Ronga (nella foto) porta in scena Le Guarattelle di Pulcinella, uno spettacolo adatto dai 3 ai 10 anni. Ronga è considerato tra i più interessanti interpreti di Pulcinella, vince premi e riconoscimenti nazionali e internazionali. Con i suoi spettacoli partecipa a numerosi Festival sia italiani sia stranieri (Israele, Iran, Polonia, Germania, Francia, Spagna, Ungheria, Austria, Svizzera, Irlanda). Biglietti in vendita il giorno stesso, un’ora prima d’inizio rappresentazione, al Teatro Rasi tel. 0544 30227. Posti limitati, è consigliata la prenotazione. Ingresso unico 5 euro.

Per i bambini della scuola primaria tornano nei mesi di giugno, luglio e agosto i laboratori creativi a Casa Vignuzzi con l'associazione Fatabutega e l'associazione Storica “Quelli del Ponte” sempre dalle 9.15 alle 12. Dal 25 al 29 giugno, il tema sarà “Scrivere e disegnare al tempo di Dante” per scrivere l'alfabeto gotico con penna d'oca e inchiostri ricreati su ricette medioevali (dagli 8 anni). Da lunedì 2 a venerdì 6 luglio, il tema sarà invece “Giochinviaggio”, per costruire insieme la versione da viaggio di cinque fra i più famosi giochi con legni e cartoni di recupero, bottoni, mollette, bacchette cinesi e sassi di fiume. Da lunedì 9 a venerdì 13 luglio, si parlerà invece di “Animali diversamente fantastici”, ossia creature dal mare al cielo, dal bosco al deserto, provenienti da ambienti diversi arriveranno dalla preistoria fino ai giorni nostri per intraprendere i sentieri del futuro. Da lunedì 27 a venerdì 31 agosto, “Pippi incontra Archimede” ossia, come funziona una catapulta? Perché le eliche volano in alto? “Folk Toys”: i giochi della tradizione che nascondono un mondo di scienza. Un laboratorio per scienziati pazzi che vogliono costruirsi da sé giocattoli scientifici.La quota di partecipazione di 15 euro per ogni settimana, iscrizioni all’ Ufficio decentrato di via Berlinguer n.11 Ravenna tel. 0544-482815 / 16, viaberlinguer@comune.ra.it, dal lunedì al venerdì 8-12.30 - martedì e giovedì 14-17.

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29 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

PRODOTTI TIPICI

La ricetta/Pasta al ragù di cozze Ingredienti per 4 persone: 2 kg. di cozze di Ravenna, 300 gr. di pomodori pelati, 2 spicchi di aglio, olio evo, sale marino integrale, pepe macinato al momento, prezzemolo fresco, peperoncino (se piace). Preparazione: pulire accuratamente le cozze e farle aprire in una grande padella con uno spicchio di aglio schiacciato e un filo di olio, a fiamma alta e padella coperta. Schiacciare uno spicchio di aglio e cucinarlo a fiamma bassa con olio poi aggiungere i pelati, schiacciati leggermente e lasciari cucinare per 10 minuti (aggiungere il peperoncino se piace). Una volta aperte le cozze, estrarre il “frutto” e buttare le valve, filtrare il liquido rimasto sul fondo della padella e aggiungerlo al pomodoro. Fare bollire abbondante acqua salata e iniziare a cucinare la pasta scelta per il piatto. Poi scolarla molto (davvero molto) al dente e portare avanti la cottura nel sugo di pomodoro e acqua di cozze. A pochi secondi dalla fine… aggiungere le cozze che erano state messe da parte. Servire con un filo di olio crudo, una abbondante macinata di pepe e qualche foglia di prezzemolo fresco. (ricetta di Giorgia Lagosti)

LO STAPPATO Un puro Cabernet franc prodotto da Luca Fedele di Fabio Magnani - glistappati@gmail.com

Assaggiamo un vino di “Luca Fedele” dell’omonima azienda agricola: “Sot la Mont Ros”, prodotto a Corno di Rosazzo in provincia di Udine. È ottenuto da Cabernet franc al 100 percento, il che si nota subito al naso. Sentori di frutta rossa e nera con un leggero tratto speziato. Ricordi di lampone, fragoline di bosco, ciliegia, ribes, more si mescolano a sentori di pepe nero e cioccolato. Il tratto verde di peperone, germogli di ribes, pepe verde ed erbe aromatiche tipiche del vitigno sono prevalenti ma piacevoli. Sfumature di rose e viole. Al palato si ritrova quanto percepito al naso, c’è giusta freschezza e tannino fine. Un vino piacevole, semplice, diretto nell’espressione che fa onore alla sua tipicità e alla zona di provenienza.

!!

Le cozze più prelibate vanno in tavola d’estate Qualità e pregevoli tratti organolettici del buon mitilo della costa ravennate Nella tradizione culinaria Ravennate – storicamente più legata al cibo contadino che dei pescatori – la “povera” gastronomia marinara, fino a qualche decina di anni fa, non contemplava i molluschi bivalvi che erano una rarità. C’erano un po’ di “poverazze” (anche in valle) e forse qualche cannolicchio raccolto sulla battigia... Ma piano piano sono “emerse” anche le cozze, un tempo poca roba abbarbicata alle palizzate (i pdoc’, in dialetto), oggi materia prima d’eccellenza pescata al largo. E questo grazie all’industrializzazione della costa, con le piattaforme per l’estrazione del metano a cui i neri bivalvi hanno iniziato ad aggrapparsi e proliferare, in un habitat ideale per il loro sviluppo organico. Così si è imposta sul mercato delle specialità ittiche di pregio, per le qualità gastronomiche e le ottime caratteristiche organolettiche, la cozza di Ravenna, mitilo del Mar Adriatico della specie Mytilus galloprovincialis. In genere, il mollusco può raggiungere la lunghezza massima di 11-12 cm, ma solitamente arriva sui banchi dei pescivendoli e sulle tavole dei ristoranti in taglie di 6-7 cm. In epoca matura gli individui maschili sono di un colore bianco-giallastro, quelli femminili di un intenso colore gialloaranciato. Generalmente si ritiene di buona qualità una cozza che ha una resa in polpa di circa il 25%, ottima se supera il 30%. La condizioni del ciclo vitale e stagionale in Adriatico in cui si hanno mitili di migliore qualità, con sapore più gradevole, è il periodo estivo, con temperature dell’acqua superiori ai 20-25°C. Oggi i mitili sono uno dei principali prodotti ittici dell’Adriatico e rappresentano una voce importante dell’economia del Paese. L’Emilia-Romagna ne produce circa 20.000 tonnellate annue, ed è uno dei maggiori produttori nazionali di mitili, di cui la gran parte proviene da allevamenti sulla fascia costiera. Parte importante, pari a circa il 5% del-

la produzione regionale, deriva dalla raccolta sui banchi naturali delle piattaforme al largo di Marina di Ravenna, effettuata tramite personale subacqueo, dalla tarda primavera alla fine dell’estate, proprio quando i mitili esprimono le loro migliori qualità. I mitili a crescita spontanea di Marina di Ravenna uniscono i pregi dei mitili da banco naturale, dotati di solide valve, ai pregi dei mitili da allevamento in sospensione, con una conchiglia pulita e lucida. Questo grazie al fatto che godono dell’ottima qualità delle acque del mare aperto, da cui derivano un elevato grado di salubrità e buone qualità organolettiche. Questo risultato è raggiunto anche grazie alla particolare tecnica di gestione della raccolta effettuata da esperti pescatori subacquei, che tende a prelevare il prodotto più adulto e a preservare i mitili più giovani per l’anno successivo. Guido Sani seguono altri articoli sulle cozze a pag.30


30 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 21-27 giugno 2018

EVENTO GOLOSO

ESCURSIONI SLOW Gita in mare alla scoperta dei “cozzari� e nella valle Baiona all’Isola degli Spinaroni

TRE GIORNI A MARINA DI RAVENNA PER FAR LA FESTA ALLE COZZE

In occasione della Festa della cozza sono in programma due escursioni fra mare e valle. Quella in mare si tiene sabato 23 giugno (ore 10.30) con escursione al largo per assistere alla raccolta dei sub-pescatori delle cozze a crescita spontanea sui piloni delle piattaforme Eni (su prenotazione e fino ad esaurimento posti cell. 339 4703606). L’altra gita è in calendario domenica 24 giugno (partenza ore 16 con rientro alle 19.30) ed è organizzata da Slow Food Ravenna con l’Associazione Spinaroni. L’escursione attraversa una parte della piallassa Baiona, fra canali, barene e l’osservazione di varie specie di uccelli di valle con sbarco sull’Isola degli Spinaroni. Nel capanno dell’isola che che raccoglie testimonianze storiche (della resistenza e della Seconda Guerra Mondiale) e naturalistiche dell’ambiente vallivo è previsto un apertivo con degustazione di cozze. Ritrovo all’imbarcadero su sterrato da via Baiona. Si consiglia un abbigliamento comodo. Info e prenotazioni, cell. 335 375212 - maurozanarini@gmail.com

Dal 22 al 24 giugno al Molo Dalmazia stand gastronomici e incontri sul tema Nel pieno della stagione della raccolta dei mitili, arriva il momento della festa per gustare le cozze in tutta la loro freschezza e prelibatezza, a Marina di Ravenna e sulle tavole di oltre 50 ristoranti della riviera e della cittĂ di Ravenna (grazie alla collaborazione di Confcommercio e Confesercenti). La festa è in programma da venerdĂŹ 22 a domenica 24 giugno, tre giorni all’insegna della Cozza di Marina di Ravenna, prodotto eccellente dell’Adriatico. L’appuntamento è anche uno degli eventi faro del progetto Festival del Mare, rassegna itinerante alla scoperta delle marinerie e dei prodotti ittici della costa dell’Emilia-Romagna. La quinta edizione della festa a Marina è anche il quarto appuntamento nazionale, perchĂŠ oltre alle cozze nostrane, tra le piĂš pregiate in Italia, saranno proposte al pubblico anche quelle di Castro (Lecce), Cervia e Scardovari, nei chioschi allestiti sulla Banchina Molo Dalmazia e presso il Mercato del Pesce, a due passi dal faro. La manifestazione culinaria – a cura di Tuttifrutti in collaborazione con Comune, Slow Food Ravenna e le due cooperative di pescatori di Marina e patrocinata da Ama e Regione – intende valorizzare il prodotto ittico, il territorio, la ristorazione e creare un valore aggiunto per i turisti. Nei tre giorni della festa lungo il porticciolo di Marina di Ravenna, sono allestiti ben sette i punti di ristoro dove sono serviti vari piatti a base di cozze preparati dai cuochi dei Pescatori di Marina con AkamĂŹ, dell’Associazione Ristoratori Ravennati e dei locali Casa Spadoni, I Fanti, Amarissimo, L’Acciuga, compreso uno stand gestito da Slow Food. Durante la festa, nello spazio incontri del Festival del Mare nell’Atrio del Mercato del Pesce. sono in programma incontri con esperti e workshop con pescatori e chef professionisti sulle tecniche di pesca e la gastronomia di mare. Inoltre sono previste visite guidate all’ex Mercato del Pesce e allo stabulario dove sono trattate le cozze prima dell’uso alimentare.

COSE BUONE DI CASA Vichyssoise, velluta di porri e patate da servire fredda di Angela Schiavina

Dopo le uova alla Benedict torno a raccontarvi di alcuni piatti assaggiati durante il mio recente soggiorno a New York. Ecco una vellutata estiva da servire fredda, la Vichyssoise, creata nel 1917 da Louis Diat, chef francese del Ritz Carlton Hotel. Ingredienti per 6/8 persone: tre porri senza le foglie ben lavati e affettati in maniera sottile, circa 60 gr. di burro, una cipolla media tritata finemente, 1 kg. di patate (circa 5 patate medie pelate e affettate) 1 lt. di brodo di pollo, 500

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in occasione della festa, piatti a base di cozze di Marina

ml. di latte fresco, 500 ml. di panna fresca e 250 ml. di panna densa (potrebbe essere uno yogurt greco come tipologia cremosa). Sale e pepe macinato fresco, erba cipollina tritata fine. Preparazione: fondere il burro a fuoco medio in una larga casseruola, aggiungere i porri e la cipolla e cuocere finchĂŠ siano dorati. Dopo 8/10 minuti aggiungere le patate e il brodo, portare a bollore e continuare a cuocere per altri 30 minuti. Lasciar raffreddare. Frullare il composto e poi rimetterlo nella casseruola, aggiungere il latte e la panna liquida riportare a bollore, togliere dal fuoco e lasciare raffreddare a temperatura ambiente. Versare la crema nella zuppiera attraverso un setaccio fine, salare e pepare, decorare con la panna densa, raffreddare bene e prima di servire cospargere di erba cipollina.

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Legge di Bilancio 2018, le novità per il condominio Tra le novità della legge di Bilancio 2018 vanno segnalati gli interventi di riqualificazione energetica combinati con quelli di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni degli edifici condominiali. La novità più rilevante consiste nel fatto che, la detrazione riservata alle spese per la riqualificazione energetica (normalmente pari al 70 o 75%, a seconda dei casi), viene incrementata all'80 o 85%, ove gli interventi determinino il passaggio, rispettivamente, a una o a due classi di rischio inferiore. Il massimale per gli interventi combinati è pari alla somma dei massimali già operanti per le due categorie di interventi: 40mila più 96mila, ovvero 136mila euro moltiplicato per il numero di unità immobiliari del condominio. L'incentivo si applica se l'edificio è ubicato nelle zone sismiche 1, 2 e 3. L'adozione di questa nuova misura dovrebbe rendere più appetibile il bonus sismico mai decollato. E' opportuno comunque precisare che la nuova detrazione che fonde ecobonus e sismabonus non si sostituisce all'incentivo per la messa in sicurezza sismica degli edifici che resta comunque in vigore così come previsto dalla manovra del 2017. Si tratta di un incentivo aggiuntivo, sia rispetto all'eco-bonus che al sismabonus fino ad ora in vigore. Caldaie a condensazione. Altra novità. L'iniziale riduzione della percentuale di detrazione dal 65 al 50% è stata rivista in modo più conforme all'orientamento della nuova Strategia Energetica Nazionale. Pertanto l'aliquota del 50% è stata confermata, ma è stata fissata una soglia minima qualitativa (classe A) al di sotto della quale le caldaie non sono più incentivate. Se però la caldaia è sostituita contestualmente all'installazione di sistemi di termoregolazione evoluti (appartenenti almeno alla classe V) l'aliquota è maggiorata al 65%. La stessa detrazione spetta per l'installazione di apparecchi ibridi (pompe di calore integrate con caldaie a condensazione) e di generatori d'aria calda a condensazione.

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