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TERMOVALORIZZATORE AMAGER BAKKE, COPENHAGEN
YES IN MY BACKYARD Dopo quasi cinque anni di lavori e con una soluzione avveniristica ha preso il via il nuovo termovalorizzatore della capitale danese. Sul tetto dell’impianto si potrà sciare e correre in mezzo al verde. Grazie all’architettura di Bjarke Ingels Group si generano nuove connessioni urbane e occasioni di attrazione turistica
Render del termovalorizzatore di Amager Bakke a Copenhagen. L’architettura sfrutta le caratteristiche morfologiche dell’impianto e trasforma la copertura in un giardino e in una pista da sci. Nella pagina di destra in basso una vista a volo d’uccello mostra l’inserimento nell’area industriale (courtesy Bjarke Ingels Group).
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Mentre in Italia si litiga se realizzare o meno nuovi termovalorizzatori, in Danimarca gli impianti diventano luoghi in cui si pratica lo sport. È il caso del termovalorizzatore di Amager Bakke (Copenhill) a Copenhagen, che porta la firma dello studio Big, Bjarke Ingels Group. Un’architettura che sfruttando le caratteristiche morfologiche dell’impianto ne trasforma la copertura in un giardino e in una pista da sci. Nella piatta Copenhagen l’Amager Bakke diventa così una collina urbana e un’attrazione turistica: un’idea visionaria che risale al 2011, epoca in cui lo studio danese vinse il concorso di progettazione capovolgendo in positivo, con creatività, l’effetto Nimby (not in my backyard) generalmente sollevato dagli impianti che trasformano i rifiuti in energia.
Un’idea condivisa dal committente, la società pubblica Amager Resource Center – che fa capo a cinque comuni danesi, tra cui Copenhagen – per affermare che le nuove generazioni di termovalorizzatori possono non solo convivere con le attività dell’uomo ma addirittura migliorare le relazioni con la città, trasformandosi in elementi di innovazione del panorama urbano e di attrazione turistica. L’impianto di Amager Bakke, il cui costo supera i 586 milioni di euro, è collocato in un’area industriale limitrofa al mare che nel corso degli anni è spontaneamente diventata un luogo dove svolgere attività sportive estreme quali wakeboard, gokart, parcour e flyboard. Un pezzo di periferia che tra le altre cose aveva necessità di essere rinnovato: l’architettura di Big crea una nuova connessione con l’intorno
urbano e genera nuove relazioni positive. L’impianto, i cui lavori sono iniziati nel marzo del 2013, è stato inaugurato alla fine del novembre scorso, ma per la pratica sportiva occorrerà attende ancora qualche mese (l’inaugurazione era in programma nel dicembre 2018). Tre sono le piste da sci, ciascuna con un diverso grado di difficoltà, e due gli impianti di risalita, mentre un ascensore conduce i visitatori alle terrazze panoramiche dove è collocata una caffetteria e il punto d’arrivo di una parete di arrampicata che con i suoi 80 metri è tra le più alte al mondo. Il parco verde sul tetto si estende per 16.000 mq. La pendenza, le condizioni climatiche, la presenza di venti e il calore emesso dagli impianti sottostanti sono stati altrettanti elementi di sfida nella progettazione delle opere a verde ma la creatività di Bjar-