luglio 2014
N°18
Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di soluzione Laboratorio Servizi Pubblici Locali
Abstract Tra le questioni che ancora non hanno ricevuto un assetto compiuto vi è la tariffazione del servizio di fognatura e depurazione dei reflui industriali. L’AEEGSI ha avviato di recente una consultazione: è un tema delicato perché deve tenere contemperare le esigenze di tutela ambientale e l’impatto per le imprese impegnate in processi produttivi ad elevato consumo di acqua e inquinanti. Le esperienze, come quella della Regione Emilia-Romagna, insegnano che tariffe che riflettono i costi di trattamento dei reflui responsabilizzano gli operatori perché li inducono a interiorizzare il costo ambientale delle proprie scelte, ad esempio realizzando impianti di pretrattamento.
REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it) Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Federutility - Utilitatis, SMAT, IREN, Confcommercio - Imprese per l'Italia, CO.MO.I. Group, SIBA. Stesura: Donato Berardi, Lucia Quaglino e Samir Traini Editing: Giuseppe Voto e-mail: laboratorio@refricerche.it
La missione del Laboratorio
Dal 1° dicembre 2013 ha iniziato la sua attività il Laboratorio Servizi Pubblici Locali (Lab SPL), un forum di analisi e discussione che intende riunire selezionati rappresentanti del mondo dell´impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il dibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali. Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbliche nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell’ambiente. Nonostante questi avvenimenti, il comparto dei Servizi Pubblici Locali in Italia raramente è fonte di un dibattito “sistemico”: prevalgono nella discussione contrapposizioni e dicotomie (pubblico vs. privato, stato vs. mercato, locale vs. nazionale, …) quasi mai sorrette da analisi quantitative ed economiche. Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il “luogo ideale” sia per condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di “razionalità economica”, sia per porlo in relazione con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese.
Donato Berardi Direttore e-mail: dberardi@refricerche.it tel. 02 87078150
N°18
Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di soluzione L’AEEGSI avvia la consultazione Una consultazione per le tariffe destinate ai reflui industriali
Per i reflui industriali un'inquadramento differente dai civili
I limiti di una normativa ormai datata
Con un documento di consultazione di metà giugno u.s., l’AEEGSI ha avviato un percorso di consultazione in materia di tariffe di collettamento e depurazione dei reflui industriali autorizzati allo scarico in pubblica fognatura: un tassello quello del costo ambientale che va a completare la regolazione dei corrispettivi applicati alle utenze finali.
Come vedremo in dettaglio più avanti, ad oggi la tariffa di fognatura e depurazione per i reflui industriali presenta un inquadramento normativo/regolatorio differente da quello dei reflui civili. Due in particolare le questioni che presentano risvolti di criticità: • le soglie per l’assimilazione del refluo industriale al civile (ovvero il contenuto di inquinanti al di sotto del quale i reflui produttivi possono essere considerati alla stregua dei reflui domestici); • la definizione di una tariffa che copra i costi della depurazione nel rispetto del principio “chi inquina paga”. Sul primo punto, l’assimilazione, la disciplina è differenziata regione per regione: la mancanza di un criterio nazionale e la delega alle amministrazioni regionali per la definizione dei criteri per l’autorizzazione allo scarico in pubblica fognatura si è tradotta in assetti assai distanti sul territorio a parità di caratteristiche del refluo, e in condizioni di costo assai eterogenee per l’industria. Sul secondo punto, invece, la normativa è stata poco chiara: la Legge Galli aveva escluso esplicitamente la materia del refluo industriale dal perimetro della tariffa del Servizio Idrico Integrato, rinviando a quanto contenuto nella normativa nazionale, ovvero alle formule risalenti agli anni '70 (d.p.r. 24 maggio 1977). Giova ricordare alcuni limiti delle formule parametriche del '77 utili alla riflessione sul futuro assetto della tariffa: • si tratta di un algoritmo che non è in grado di contemplare il costo dei trattamenti e delle tecnologie depurative, che nel tempo si sono rese disponibili grazie al progresso tecnologico. Di conseguenza, laddove queste tecnologie sono state implementate, i costi per l’abbattimento degli inquinanti finiscono per gravare indistintamente anche sulle utenze che non contribuiscono a generarli, in violazione del principio comunitario “chi inquina paga”; • in secondo luogo, il corrispettivo di depurazione risultante dall’applicazione della formula dipende dai costi dell’impianto cui i reflui sono collettati, nonché dalla differenza tra le caratteristiche del refluo che origina dall’effluente industriale e il carico inquinante medio in ingresso al depuratore: come conseguenza, non sono infrequenti casi di corrispettivi differenziati in presenza di reflui industriali con il medesimo contenuto inquinante, collettati ad un diverso impianto in territori contigui; • l’articolazione tariffaria sbilanciata sulla componente variabile non riflette in modo adeguato la struttura dei costi della depurazione, che sono in prevalenza di natura fissa, connessi ai costi di realizzazione dell’impianto; • infine, il fatto che il corrispettivo variabile del servizio di fognatura delle utenze industriali non è necessariamente equivalente a quello delle utenze civili, generando una disparità di trattamento che appare non trovare una giustificazione nei costi di collettamento. luglio 2014
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Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di...
N°18
Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di soluzione Una ricognizione dello status quo: ampie differenze tra territori
... e in alcune realtà non è prevista alcuna tariffa specifica per gli usi industriali Disparità anche all'interno dello stesso bacino
Scelte dei parametri e deroghe all'origine delle differenze
Una ricognizione delle prassi in uso (cfr. tavola in Allegato n. 1) rivela una situazione alquanto frammentaria, in cui le Regioni/AATO adottano per i reflui industriali tariffe definite sulla base di: • metodo nazionale puro (formula tipo del d.p.r. 24 maggio 1977); • metodo nazionale con “varianti”, ovvero con modifiche ai criteri di determinazione dei parametri della formula del d.p.r. 24 maggio 1977; • nuovi metodi tariffari, con cui sono stati riformulati ex novo o a partire dalla formula nazionale i criteri di definizione della tariffa di fognatura e depurazione per i reflui industriali;
A ciò si aggiungono realtà in cui non è prevista l’applicazione di una tariffa di fognatura e depurazione specifica per le utenze industriali: l’assenza di un metodo tariffario specifico per i reflui industriali implica l’applicazione della medesima tariffa prevista per i reflui “civili”, ovvero domestici e assimilati. La disparità di trattamento a parità di “profilo” di scarico determina differenze territoriali nella spesa per il servizio di fognatura e depurazione, a cui si aggiunge un ulteriore elemento di variabilità anche all’interno dell’ATO e/o del bacino tariffario, dovuto alla corrispondenza non sempre verificata tra punto di immissione del refluo in pubblica fognatura e impianto di depurazione o, più in generale, tra impianto di depurazione e comuni serviti. Il bacino tariffario non è infatti sempre perfettamente coincidente con l’agglomerato. In sintesi si riscontrano formule di calcolo molto diverse. Alcune replicano in qualche misura la formula tipo del d.p.r. 24 maggio 1977, altre se ne discostano in modo molto evidente. Le principali differenze originano dalla scelta di parametrizzare i corrispettivi ai valori limite stabiliti dalla normativa nazionale per lo scarico in pubblica fognatura, in luogo delle caratteristiche medie dei reflui in ingresso agli impianti. Altre differenze vertono sulla presenza o meno di deroghe ai valori limite stabiliti dalla normativa rispetto a quelle che non contemplano affatto questa facoltà, con evidenti ricadute in termini di incentivi per le imprese che effettuano o meno il pre-trattamento. Spesa per il servizio di fognatura e depurazione di alcune utenze industriali
Misure di sintesi, anno 2010
Minimo
5,00
Massimo
Media
4,00
euro/m3
L'applicazione delle tariffe mostra una situazione geograficamente frammentata...
3,00 2,00 1,00 0,00
luglio 2014
Trasformazione prodotti ortofrutticoli
Azienda vitivinicola
Fonte: elaborazioni REF Ricerche
Caseificio
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Carta
Tessile
Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di...
N°18
Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di soluzione Spesa annua per il servizio di fognatura e depurazione di alcune utenze industriali
Euro, anno 2010
Bacino tariffario ATO 1 - Toscana ATO 2 - Toscana ATO 3 - Toscana ATO 5 - Toscana ATI 1-2 - Umbria ATI 3 - Umbria ATI 4 - Umbria ATO Ferrara ATO Modena ATO BG ATO BS ATO CR_Bacino A ATO CR_Bacino B ATO MN_Bacino A ATO MN_Bacino B ATO MI_Bacino A ATO MI_Bacino B
Trasformazione prodotti ortofrutticoli
Cantina vitivinicola
Caseificio
Cartaria
Tessile
211.018
11.904
2.447
895.580
161.327
204.851
10.244
2.523
1.238.811
237.930
135.851
11.302
1.882
572.557
88.799
106.835
6.979
1.932
287.804
114.117
56.583
6.273
1.534
395.029
77.907
49.933
6.071
1.559
365.078
79.714
111.623
8.107
1.562
463.032
96.158
45.550
6.505
1.706
339.193
118.428
47.021
3.773
837
219.697
51.580
69.000
5.754
791
206.425
55.075
72.293
4.825
952
200.401
43.969
38.953
3.758
993
187.866
41.614
36.190
3.350
936
171.960
44.870
78.811
10.163
2.362
332.124
121.346
74.380
7.520
2.051
424.467
122.950
103.003
10.375
2.751
608.963
180.049
105.450
10.664
2.881
617.783
182.321
Fonte: elaborazioni REF Ricerche
Differenze importanti anche a parità di profilo
Non da ultimo, non mancano realtà nelle quali ai reflui industriali si applicano i medesimi corrispettivi delle utenze civili. La ricostruzione della spesa per “profili tipo” restituisce la situazione descritta dalla figura allegata più sopra. Se la variabilità tra profili non preoccupa, perché anzi è conseguenza del diverso carico inquinante sotteso ai singoli reflui, degne di attenzione sono le differenze che si determinano, a parità di profilo, tra i territori.
La proposta dell’AEEGSI: verso tariffe d’ambito L'obiettivo dell'intervento è una tariffa commisurata ai costi
Per la depurazione l'orientamento è verso una tariffa d'ambito...
Se per l’aspetto dell’assimilazione dei reflui industriali a quelli civili, al di fuori della competenza regolatoria, l’AEEGSI auspica un intervento legislativo che conduca ad una riduzione delle eterogeneità regionali, al fine di evitare discriminazioni di trattamento e rispettare il principio “chi inquina paga”, l’autorità nazionale si prefigge l’obiettivo di disegnare una tariffa commisurata ai costi che originano dall’abbattimento del carico inquinante del singolo refluo industriale, ovvero alle caratteristiche che lo rendono conferme alle disposizioni che regolano lo scarico in acque superficiali. Questo percorso sarà necessariamente graduale in quanto dovrà tenere conto dell’aggravio che questa tariffazione ambientale comporterà per le imprese industriali. Nello specifico, l’AEEGSI è propensa: • a trattare distintamente la tariffa di fognatura/collettamento da quella per il servizio di depurazione in conseguenza dei differenti aspetti che caratterizzano i due servizi; • a rinviare la regolazione tariffaria del servizio di allacciamento, che è fonte di differenze di costo non facilmente interpretabili. In merito al servizio di depurazione l’AEEGSI ritiene opportuno abbandonare la logica di “una tariffa per ogni impianto”, mutuando un criterio di area territoriale più vasta, individuata dall’ambito territoriale (ATO). Una scelta che permetterebbe di far convergere i costi luglio 2014
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N°18 ... soluzione già testata in EmiliaRomagna
Un nuovo criterio di distribuzione dei costi di depurazione tra utenze civili e industriali
Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di soluzione del servizio di depurazione in territori limitrofi. Le differenziazioni di costo che inevitabilmente permarranno tra i diversi ambiti territoriali andranno a costituire i segnali di prezzo che una nuova attività imprenditoriale riceverà per la scelta della localizzazione. La proposta dell’AEEGSI sembra collocarsi lungo una direttrice già testata: è il caso della Regione Emilia-Romagna che sin dal 2006 aveva introdotto un metodo tariffario regionale la cui impostazione è accolta dai primi orientamenti del regolatore nazionale.
Infine, l’AEEGSI propone anche un nuovo criterio di distribuzione dei costi totali di depurazione tra utenze civili (domestiche e assimilate) e industriali: l’attribuzione diretta dei costi del trattamento dei reflui a ciascuna utenza industriale in base alle caratteristiche del refluo e la copertura, in via residuale, dei restanti costi, da parte delle utenze civili. La proposta, che sarà oggetto di una analisi costi/benefici (analisi di impatto della regolazione - AIR), appare ragionevole e in linea con quelle adottate in altri settori regolamentati. In termini di procedure sarà necessario il coinvolgimento degli enti competenti al rilascio delle autorizzazioni allo scarico in pubblica fognatura e dei gestori ai fini di monitoraggio della quantità e della qualità dei reflui in uscita dalle singole utenze e di quelli in entrata agli impianti di depurazione.
L’articolazione del nuovo corrispettivo: una prima valutazione Una quota fissa e una variabile, con separata indicazione della quota di fognatura da quella di depurazione
Se la capacità depurativa è insufficiente la tariffa è sostituita dal costo ambientale
L’AEEGSI è intenzionata a proporre una struttura polinomiale, che distingua quota fissa e quota variabile e tenga separata la quota di fognatura da quella di depurazione. Tra le quote fisse (distinte in fognatura e depurazione) dovrebbero rientrare i costi amministrativi e la quota parte dei costi fissi degli impianti di depurazione. Su quest'ultimo punto è opportuna una considerazione: la quota fissa, in particolare quella di depurazione, più che ai volumi autorizzati o effettivamente scaricati dal singolo effluente industriale dovrebbe essere legata alla capacità depurativa potenziale necessaria al trattamento del refluo. Infatti, i costi fissi per la gestione di un impianto dovrebbero riflettere l’impegno di potenza depurativa richiesto dall'utente industriale, impegno che è strettamente legato ai parametri quali-quantitativi presenti nell'autorizzazione allo scarico in pubblica fognatura. Gran parte dei costi fissi correlati al dimensionamento dell'impianto in termini di capacità depurativa (costi di capitale, costi degli impegni di potenza elettrica, ecc..) dipendono più dalla potenza depurativa impegnata che non dalle caratteristiche quali-quantitative misurate del refluo. Secondo questa lettura il peso della quota fissa della tariffa di depurazione potrebbe essere ben superiore al 20% che l’AEEGSI sembra orientata a fissare quale limite massimo, così come stabilito con il MTI1.
L’AEEGSI propone anche una soluzione nei casi in cui non sia disponibile una adeguata capacità di depurazione: in questi casi, caratterizzati dall’assenza di un parametro di costo da allocare tra gli utenti finali (industriali e non), l’AEEGSI propone di internalizzare il costo ambientale attraverso la componete ERC prevista dal MTI, ovvero attraverso una proxy del reale impatto sull’ambiente dei reflui non depurati. Per quanto concerne i criteri di definizione della parte variabile, l’AEEGSI è orientata a correlare: • il corrispettivo di fognatura al volume di acqua prelevata, in modo che rifletta i costi specifici di ciascuna gestione; 1 Art. 39.8 deliberazione 643/2013. luglio 2014
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N°18
Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di soluzione • il corrispettivo di depurazione, oltre che ai volumi di acqua anche alla qualità dei reflui,
Da valutare la fattibilità di una misurazione puntuale
Gettito vincolato ai ricavi
ovvero alla concentrazione dei diversi inquinanti nel singolo refluo e alla concentrazione media che si registra su tutti gli impianti dell’ATO; per la depurazione, diversamente da quanto proposto per la fognatura, il perimetro di riferimento è quello dei costi di tutti i gestori presenti nell’ATO.
Nel caso del corrispettivo di depurazione deve esser valutata la fattibilità tecnica di una misurazione puntuale delle concentrazioni inquinanti e delle concentrazioni medie in entrata ai singoli impianti.
Il gettito derivante dalla nuova tariffa di fognatura e depurazione sarà soggetto al vincolo dei ricavi e per questo l’AEEGSI prevede di stabilire anche un meccanismo di acconto e conguaglio, per tenere conto di eventuali scostamenti tra quantità e qualità del refluo definiti in sede di autorizzazione allo scarico e quantità-qualità effettivamente scaricata, in modo da permettere il riconoscimento dello scarto tra costi a preventivo e a consuntivo per la gestione degli impianti di depurazione.
Box n. 1 L’assimilazione dei reflui: in attesa di un intervento legislativo
In materia di scarichi industriali la competenza legislativa è, come ribadito più volte dalla Corte Costituzionale1, esclusiva dello Stato che ha il potere di adottare una propria disciplina. Questa rappresenta un limite di tutela non derogabile dalle Regioni a cui rimane solo la facoltà di stabilirne di più stringenti. La normativa di riferimento in vigore attualmente è contenuta nel Codice dell’Ambiente (d.lgs. 152/2006 come modificato e integrato dal d.lgs. 4/2008) che qualifica come industriali i reflui “provenienti da edifici od installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, qualitativamente differenti dalle acque reflue domestiche”2 e come domestici “i reflui provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche”. La normativa nazionale indica anche il criterio generale di assimilazione ai reflui domestici degli scarichi provenienti da attività produttive: questi ultimi sono assimilati ai domestici quando "presentano caratteristiche qualitative equivalenti a quelle domestiche e tali caratteristiche siano state indicate dalla normativa regionale”3. Il legislatore si spinge a specificare alcune attività i cui reflui sono assimilabili a quelli domestici ex lege: si tratta in particolare delle imprese agricole e di allevamento nel rispetto di determinate condizioni nella conduzione dell’attività. È tuttavia il criterio generale di assimilabilità che lascia ampi spazi di incertezza. La preventiva indicazione da parte della normativa regionale delle caratteristiche di qualità che le acque reflue provenienti da edifici o impianti in cui si svolgono attività produttive devono possedere è fonte di potenziali trattamenti differenziati, sia in termini di regime autorizzativo allo scarico in pubblica fognatura, sia in termini di trattamento tariffario. Molte Regioni italiane hanno infatti adottato criteri differenziati, indicati poi nei regolamenti del Servizio Idrico Integrato (o in quello specifico di fognatura e depurazione)4, creando così il paradosso che un medesimo refluo, in termini di carico inquinante, sia assimilato al domestico in alcune Regioni e considerato refluo industriale in altre, con evidente disparità di trattamento in termini di tariffa 1 Si vedano le sentenze 61/2009, 44/2011 e 187/2011. 2 Art. 74, comma 1, lettera h), d.lgs. 152/2006: “acque reflue industriali: qualsiasi tipo di acque reflue provenienti da edifici od installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, differenti qualitativamente dalle acque reflue domestiche e da quelle meteoriche di dilavamento, intendendosi per tali anche quelle venute in contatto con sostanze o materiali, anche inquinanti, non connessi con le attività esercitate nello stabilimento”. 3 Art. 101, comma 7, d. lgs. 152/2006. 4 Più in generale, i regolamenti stabiliscono i criteri di classificazione degli scarichi, i limiti per loro la conferibilità, le procedure di controllo delle caratteristiche qualitative (carico inquinante), nonché i procedimenti autorizzativi allo scarico. luglio 2014
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N°18
Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di soluzione applicata: quella dell’utenza civile nel primo caso e quella specifica dei reflui industriali nel secondo5. Un recente Decreto (d.p.r. 227/2011) in materia di semplificazione amministrativa per le imprese ha tentato di fare maggiore chiarezza in materia di assimilazione alle acque reflue domestiche degli scarichi provenienti da attività produttive. Il Decreto stabilisce che in assenza di specifiche determinazioni regionali sono considerati assimilati, e quindi reflui civili, gli scarichi che sono qualitativamente e quantitativamente inferiori ai limiti fissati nello stesso Decreto (Tavola 2 del d.p.r. 227/2011, in allegato), gli scarichi provenienti esclusivamente da servizi igienici, cucine e mense, nonché gli scarichi di alcune specifiche attività produttive, elencate dal Decreto stesso (Tavola 3 d.p.r. 227/2011, in allegato). L’intervento sana dunque tutte quelle situazioni in cui non vi è stato un esplicito intervento del legislatore regionale in materia di assimilabilità, ma non risolve il problema della mancata parità di trattamento tra Regioni che hanno adottato differenti criteri. Su questo tema è condivisibile la necessità, espressa dalla stessa AEEGSI, di un nuovo intervento legislativo che elimini le disomogeneità esistenti. 5 Qualora prevista. Ad oggi esistono realtà ove non è prevista l’applicazione di una particolare tariffa di fognatura e depurazione per i reflui industriali diversa da quella pagata dai reflui civili (reflui domestici e reflui non domestici assimilati ai domestici).
Box n. 2 L’evoluzione delle disciplina: la stratificazione degli interventi normativi
In Italia l’ultimo intervento in materia di tariffe di fognatura e depurazione per usi industriali risale al Decreto ministeria del 1/8/1996 che, in attuazione della Legge Galli, ha introdotto il cosiddetto “Metodo Normalizzato”. Il Decreto esclude esplicitamente l’applicazione della risultante tariffa alle utenze industriali, per le quali rinvia alla normativa nazionale e regionale vigente, ovvero alla L. 319/1976 (cosiddetta Legge Merli) come modificata dal d.l. 38/1981. L’art. 17 bis della Legge Merli assegnava alle Regioni il compito di elaborare ed aggiornare annualmente i valori dei parametri delle tariffe per i reflui industriali, elaborate sulla base di una formula tipo definita dal d.p.r. 24 maggio 1977. La tariffa di fognatura e depurazione così come dettata dal d.p.r. 24 maggio 1977 (cosiddetto metodo “puro” o “nazionale”) tiene conto di una serie di fattori quali le caratteristiche del refluo industriale conferito, le caratteristiche tecnologiche dell’impianto di depurazione che li riceve, il carico inquinante che mediamente viene trattato da quel determinato impianto. Nel corso degli anni ‘80 gran parte delle Regioni sono intervenute definendo i criteri di determinazione delle tariffe di fognatura e depurazione, approvando l’intervallo di valori, massimi e minimi, di alcuni parametri della formula tipo all’interno del quale i gestori avrebbero potuto fissare le tariffe. Da un’analisi delle principali esperienze regionali emerge non solo che la determinazione dei parametri di costo non ha seguito i medesimi criteri di fondo ma anche che, riguardo ad alcuni specifici coefficienti della formula tipo, non tutte le Regioni sono intervenute in maniera chiara, lasciando ampio spazio alla discrezionalità dei singoli gestori nella loro determinazione. A ciò si aggiunge il “vuoto” creato dal fatto che a partite dalla seconda metà degli anni ’90 le Regioni non sono più intervenute per aggiornare i parametri della formula, in quanto la Legge Galli1, abolendo l’art.17 bis della Legge Merli, aveva abrogato anche la competenza regionale in materia di tariffe di fognatura e depurazione. Un tentativo di risolvere il “corto circuito” normativo-regolatorio è arrivato con la L. 549/1995 che ha ribadito la relativa competenza in capo alle Regioni, fino al completamento del processo di riforma avviato con la Galli. L’intervento normativo non ha però avuto effetti, tanto che nel 2001 e nel 2002, per ovviare all’inattività delle Regioni e consentire ai gestori di recuperare gli incrementi dei costi del servizio, è stato il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ad intervenire in materia, dettando i criteri di aggiornamento dei parametri tariffari della formula e appropriandosi quindi di una competenza regionale. La confusione normativa ha lasciato spazio ad interventi di iniziativa regionale messi in atto con lo scopo di definire un quadro regolatorio più chiaro. Alcune Regioni hanno elaborato e adottato un metodo tariffario ad hoc, altre hanno affidato il compito di stabilire le tariffe alle AATO che hanno quindi 1 Art. 32 comma 1, L. 36/1994. luglio 2014
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N°18
Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di soluzione creato e applicato proprie formule. L’entrata in vigore del Codice dell’Ambiente nel 2006, che ha rivisto in maniera organica la legislazione in materia ambientale, ha trasferito dai Comuni alle AATO la competenza per il rilascio dell’autorizzazione allo scarico in pubblica fognatura e, per quanto riguarda le tariffe di fognatura e depurazione delle utenze industriali, ha inserito l’esplicito riferimento al principio comunitario “chi inquina paga”2 senza però indicare i criteri di determinazione della tariffa. 2 Art. 155, comma 5, d.lgs. 152/2006 (il c.d. Codice dell’Ambiente).
Allegato n. 1 Formule per il calcolo della tariffa di fognatura e depurazione: prospetto di sintesi
ATO
ATO BG ATO BS
Tariffa base Tariffa base fognatura depurazione
= domestico = domestico
= domestico = domestico
Coefficienti di costo unitario trattamenti depurativi
Quota fissa
fissati dall'AATO per area fissati dall'AATO per area
per scaglioni di consumo per scaglioni di consumo
Ulteriori parametri inquinanti
Coefficienti maggiorativi (es. 'K 2 ')
Oi e Si
NH4 + Ptot + Tens
COD/BOD; Tensioattivi
Valori in deroga
No
No
Oi e Si
Cl, P, NH4, NO2, Grassi, Tens, Fluoruri
attività produttiva
Valori in deroga
No
Sì
Oi e Si
non specificati
COD/BOD
Media Oi e Si effettivamente saricati
Sì
Sì
Oi e Si
non specificati
COD/BOD
Media Oi e Si effettivamente saricati
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
No
Sì
diversa domestico
diversa domestico
sulla base della sulla base della dotazione dotazione idrica, della idrica, della popolazione popolazione equivalente servita e equivalente servita e della tipologia di attività della tipologia di attività
diversa domestico
diversa domestico
sulla base della sulla base della dotazione dotazione idrica, della idrica, della popolazione popolazione equivalente servita e equivalente servita e della tipologia di attività della tipologia di attività
diversa domestico
N.P.
fissati dall'AATO per impianto
per scaglioni di consumo
Oi e Si
NO
COD/BOD
diversa domestico
diversa domestico
fissati dal gestore per Comune
per classi di attività e svolume annuo
Oi e Si
Azoto
a seconda dell'attività produttiva
ATO 1 - Toscana
% domestico
= domestico
utenze non domestiche
Oi e Si
non specificati
COD/BOD
ATO 2 - Toscana
% domestico
= domestico
ATO 3 - Toscana
% domestico
= domestico
ATO 5 - Toscana
% domestico
= domestico
diversa domestico
diversa domestico
= domestico = domestico
ATO CR
ATO MN_Gestore a ATO MN_Gestore b ATO MI
ATO Modena ATO Ferrara (formula nazionale) ATO Ferrara (formula regionale)
% tariffa base depurazione % tariffa base depurazione % tariffa base depurazione % tariffa base depurazione
utenze non domestiche
Oi e Si
non specificati
COD/BOD
utenze non domestiche
Oi e Si
non specificati
COD/BOD
utenze non domestiche
Oi e Si
non specificati
COD/BOD
fissati dall'AATO per impianto
per scaglioni di consumo
Oi e Si
NO
COD/BOD
diversa domestico
fissati dall'AATO per impianto
per scaglioni di consumo
Oi e Si
NO
COD/BOD
diversa domestico
% costo complessivo depurazione
per scaglioni di consumo
Oi e Si
Ni, Pi + altri
COD/BOD
COD/BOD
ATI 4 - Umbria (fino al 2010)
Parametri inquinanti di riferimento
Media Oi e Si effettivamente saricati Media Oi e Si effettivamente saricati Fissati dall'AATO per area Fissati dall'AATO per area
No
No
No
No
Sì
No
Sì
Sì
Sì
Sì
No
No
Fissati dal gestore/AATO per area
No
No
Limiti di legge Fissati dall'AATO per area Media Oi e Si effettivamente saricati Media Oi e Si effettivamente saricati Fissati dall'AATO per area
diversa domestico
diversa domestico
% tariffa base depurazione
utenze non domestiche
Oi e Si
azoto nitrico, azoto nitroso, azoto ammoniacale, tensioattivi anionici e non ionici
diversa domestico
diversa domestico
dimensione utenza
diametro collettore (potenzialità scarico)
Oi e Si
Conducibilità e Ph
COD/BOD
Fissati dal gestore/AATO per area
No
No
= altri usi civili
= altri usi civili
N.P.
= altri usi civili
N.P.
N.P.
N.P.
N.P.
No
No
ATI 1-2 - Umbria ATI 3 - Umbria
Differenze tra Differenze tra Comuni impianti all'interno all'interno del bacino del bacino tariffario tariffario
Parametri inquinanti di base
Fonte: elaborazioni REF Ricerche
luglio 2014
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Tariffe per gli usi industriali: le questioni in attesa di...