luglio 2014
N°20
Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto Laboratorio Servizi Pubblici Locali
Abstract In questi mesi gli Enti d’ambito sono stati chiamati a formulare le proposte tariffarie per il biennio 2014-2015, in applicazione del nuovo Metodo Tariffario Idrico. Le tariffe recuperano di più laddove erano rimaste più indietro e rimangono in ogni caso tra le più basse d’Europa: la regolazione afferma il principio del full cost recovery. Il 75% della tariffa è ancora assorbito dai costi operativi: troppo poco lo spazio residuo per finanziare le infrastrutture. La pianificazione sul quadriennio 2014-2017 conferma una buona progressione degli investimenti a 35 euro/abitante/ anno: un volume ancora carente se confrontato con valori tre volte superiori di Germania, Francia e Regno Unito.
REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it) Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Federutility - Utilitatis, SMAT, IREN, Confcommercio - Imprese per l'Italia, CO.MO.I. Group, SIBA. Stesura: Donato Berardi, Francesca Signori e Samir Traini Editing: Giuseppe Voto e-mail: laboratorio@refricerche.it
La missione del Laboratorio
Dal 1° dicembre 2013 ha iniziato la sua attività il Laboratorio Servizi Pubblici Locali (Lab SPL), un forum di analisi e discussione che intende riunire selezionati rappresentanti del mondo dell´impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il dibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali. Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbliche nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell’ambiente. Nonostante questi avvenimenti, il comparto dei Servizi Pubblici Locali in Italia raramente è fonte di un dibattito “sistemico”: prevalgono nella discussione contrapposizioni e dicotomie (pubblico vs. privato, stato vs. mercato, locale vs. nazionale, …) quasi mai sorrette da analisi quantitative ed economiche. Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il “luogo ideale” sia per condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di “razionalità economica”, sia per porlo in relazione con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese.
Donato Berardi Direttore e-mail: dberardi@refricerche.it tel. 02 87078150
N°20
Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto Le evidenze in sintesi Un'analisi sui Piani Economici Finanziari approvati
La principali evidenze
Un’analisi su 35 gestioni ove risiedono circa 20 milioni di abitanti restituisce un quadro delle scelte degli Enti d’ambito in materia di investimenti e sviluppi tariffari. Si tratta di un esercizio sviluppato a partire dalle informazioni contenute nei Piani Economici Finanziari approvati ai sensi della 643/2014/r/idr, contestualmente alla definizione del moltiplicatore tariffario per gli anni 2014 e 2015. L’analisi ha riguardato la dimensione dei programmi di investimenti sottesi agli adeguamenti per il quadriennio 2014-2017, l’entità degli incrementi tariffari approvati e la composizione del vincolo sui ricavi.
Tra i risultati principali si evidenziano: 1. una buona accelerazione degli investimenti per il quadriennio 2014-2017 rispetto agli ultimi dati pubblici disponibili, in particolare per le gestioni dell’area del Centro: in media nazionale, gli interventi pro-capite, al netto dei contributi a fondo perduto, passano da 25,3 a 35,5 euro/ab./anno; 2. tariffe che si confermano tra le più basse del panorama europeo; 3. incrementi tariffari medi dell’8,6% nel 2014 e del 6,6% nel 2015; più consistenti al Sud dove il fabbisogno infrastrutturale è maggiore e le tariffe più contenute; 4. un contributo al vincolo sui ricavi sbilanciato sui costi operativi (75%) piuttosto che su quelli di capitale (appena 19%), a segnalare che unitamente al rilancio degli investimenti urge consolidare l’equilibrio economico delle gestioni; tra i costi operativi il 60% è rappresentato da costi passanti, dunque non efficientabili.
Investimenti: accelerazione nel quadriennio (2014-2017) Rimettere in moto gli investimenti
Le informazioni del PdI
Una misura indicativa del fabbisogno infrastrutturale
Tra gli obiettivi che ispirano la regolazione AEEGSI vi è certamente quello di definire regole certe in grado di rimettere in moto gli investimenti1. Lo stretto nesso che lega il riconoscimento degli adeguamenti tariffari agli investimenti è testimoniato, tra le altre cose, anche dall’obbligo di approvazione del Piano degli Interventi (PdI) posto in capo agli Enti d‘ambito quale condizione per l’avvio della revisione tariffaria. Nel PdI sono dettagliati gli obiettivi di servizio e i relativi interventi inclusi nella pianificazione, il valore degli investimenti previsti nel periodo 2014-2017 che, attraverso il Capex e il FoNI, costituisce uno degli elementi fondanti della richiesta di adeguamento tariffario. È opportuno precisare che gli investimenti del quadriennio 2014-2017 non hanno impatto sulle variazioni tariffarie del biennio 2014-2015 di seguito analizzate, ma dispiegheranno i propri effetti a partire dal 2016.
Tuttavia, l’analisi dei dati relativi agli investimenti nel quadriennio permette di avere una misura indicativa del fabbisogno infrastrutturale espresso dal servizio idrico, tenendo comunque in debita considerazione che la predisposizione dei PdI è stata effettuata in un 1 Si veda Contributo n.9, “Regolazione e investimenti: il servizio idrico può partire”, aprile 2014. luglio 2014
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Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte...
N°20 Gli investimenti complessivamente programmati nel quadriennio
Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto momento antecedente le Sentenze del TAR Lombardia del febbraio u.s.2.
Fatte queste premesse, per quanto riguarda le gestioni analizzate, gli investimenti complessivamente programmati nel quadriennio, al netto dei contributi3, sono pari a quasi 2 miliardi di euro, ovvero un valore medio, di circa 133 euro/ab. in quattro anni, ma con una notevole escursione, da un minimo di 19 euro/ab. e un massimo di oltre 330 euro/ab. Si tratta di 31 euro/ab./anno. Il Centro registra il livello più elevato di investimenti pro-capite, con un valore di 50 euro/ab./anno; segue il Nord con 34 euro/ab./anno e, a distanza, il Sud, dove gli investimenti si fermano a 15 euro/ab./anno. Investimenti programmati
2014-2018, euro/abitante/anno 50
euro/abitante/anno
40 30
47
20
35
34
10
15
Italia
Nord
Centro
Sud
Fonte: elaborazioni REF Ricerche
Desta preoccupazioni il dato del Sud
Il dato del Sud risulta preoccupante, in quanto si tratta dell’area geografica con il maggior deficit infrastrutturale. Il deficit, inteso come grado di mancata copertura del servizio di depurazione è in media nazionale pari al 15% se riferito alla capacità e a circa il 20% con riferimento al carico trattato: gli stessi indicatori passano rispettivamente a quasi il 29% e oltre il 31% nelle regioni del Mezzogiorno. Deficit infrastrutturale: estensione dei servizi per area geografica Acquedotto Nord Centro Sud Totale Italia
Fognatura
Depurazione (capacità)
Depurazione (carico trattato)
copertura
deficit
copertura
deficit
copertura
deficit
copertura
deficit
95.10% 94.20% 98.00% 95.60%
4.9% 5.8% 2.0% 4.4%
94.8% 92.6% 90.9% 93.1%
5.2% 7.4% 9.1% 6.9%
93.2% 87.2% 71.1% 85.0%
6.8% 12.8% 28.9% 15.0%
84.9% 81.1% 68.6% 78.5%
15.1% 18.9% 31.4% 21.5%
Fonte: Elaborazione Utilitatis su dati CoNViRI e ISTAT
ISTAT - Rilevazione sui servizi idrici, 2009 - dati riferiti al 2008 Co.N.Vi.R.I. - Rapporto sullo stato dei servizi idrici, 2011 - dati riferiti al 2009
2 Peraltro, per una valutazione sui benefici della buona regolazione sulla pianificazione degli investimenti sarà necessario attendere il parere del Consiglio di Stato sui ricorsi e la disciplina del valore residuo delle opere idriche di prossima emanazione. Per un approfondimento su questi punti si rimanda al Contributo n.8, “Ricorsi sul metodo tariffario: vince il diritto”, marzo 2014 e al Contributo n. 19, “Valore residuo delle opere del servizio idrico: cercasi certezze”, luglio 2014. 3 Gli investimenti sono considerati al netto dei contributi a fondo perduto già stanziati ed effettivamente disponibili, come previsto dal MTI (12.1, Allegato A). luglio 2014
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N°20 Rispetto al 2011 aumentano gli investimenti in tutte le aree geografiche
Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto Il confronto con il 2011, mostra un progresso degli investimenti pro-capite in tutte le aree geografiche. In particolare, al Nord il livello degli investimenti programmati è superiore del 12% rispetto al dato del 2011, sebbene inferiore a quanto realizzato nello stesso anno (al lordo dei contributi a fondo perduto). Le gestioni del Centro hanno programmato un volume di investimenti pro-capite superiore di quasi il 55% al dato 2011, crescita confermata anche nel confronto al lordo dei contributi a fondo perduto. Nel Sud, invece, nonostante l’aumento degli investimenti programmati (+40% rispetto al 2011) non si raggiunge il livello degli investimenti realizzati nel 2011 grazie anche ai contributi a fondo perduto. Investimenti pro-capite realizzati nel 2011 e programmati nel 2014/2017
euro/abitante/anno
Investimenti realizzati nel 2011 al lordo dei al netto dei Contributi Contributi 35.18 30.65 36.47 32.44 19.04 10.67 30.85 25.33
Nord Centro Sud Italia
Investimenti annui* programmati nel periodo 2014-2017 34.28 46.89 15.18 35.48
* Valore annualizzato, iportizzando una distribuzione costante nel periodo Fonte: Utilitatis (anno 2011) ed elaborazioni REF Ricerche sui dati dei PEF dei gestori (2014-2017)
Nel confronto internazionale tale accelerazione non basta
Nonostante l’accelerazione osservata è opportuno rilevare che gli investimenti pro-capite del nostro paese si collocano su livelli decisamente inferiori a quelli dei principali Paesi europei: si va dai 79 euro/abitante in Germania fino ai 139 euro/abitante in Danimarca (Figura). Investimenti pro-capite nel settore idrico in Europa 140
euro/abitante/anno
120 100 80
129
60 40
79
102
88
20 0 Germania
Francia
UK
Danimarca
Fonte: Federutility
Adeguamenti tariffari: le tariffe rimangono tra le più basse in Europa I vincoli del MTI
Il metodo tariffario fissa un limite massimo all’incremento annuale delle tariffe, da calcolarsi per il 2014 rispetto al moltiplicatore tariffario approvato dagli Enti d’ambito per il 2013, ed eventualmente validato da AEEGSI. La variazione massima consentita, fatta salva la possibilità di accedere ad un istruttoria specifica per richiedere una deroga, dipende dal luglio 2014
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Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte...
N°20 Il moltiplicatore tariffario si colloca spesso al di sotto del tetto massimo
Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto rapporto tra gli investimenti programmati (nel quadriennio 2014-2017) e la consistenza della RAB al 2011: l’incremento massimo annuo è del 6,5% (al lordo dell’inflazione) se il rapporto rimane al di sotto del 50%, ma si può spingere fino al 9% laddove il fabbisogno di investimenti risulti più elevato.
Tra le gestioni analizzate il moltiplicatore tariffario si colloca nella grande maggioranza dei casi su livelli inferiori al tetto massimo. Non mancano tuttavia casi di realtà che hanno chiesto di accedere all’istruttoria AEEGSI al fine di ottenere un incremento tariffario superiore. La Tavola illustra la distribuzione delle gestioni, distinte per area geografica, per livello di incremento massimo ammissibile, nonché alcune misure di sintesi dell’incremento deliberato e il livello della spesa media per il servizio di una famiglia di 3 componenti. La spesa per il servizio idrico
Inremento annuale media* 2014 2015
Incremento annuale massimo consentito 6,5% 9% (numero di gestioni)
Italia Nord Centro Sud
15 13 2 0
(var %)
20 7 9 4
Spesa media* 2013
(var %)
8.7% 7.3% 5.7% 14.8%
(euro/anno)
6.6% 5.4% 6.7% 8.6%
292 262 380 234
* Media ponderata sulla popolazione Fonte: elaborazioni REF Ricerche
Più di metà delle gestioni ha chiesto l’incremento massimo del 9%, soprattutto al Centro-Sud
Più di metà delle gestioni ha chiesto di accedere all’incremento massimo del 9%, in particolare al Centro e al Sud; il beneficio appare però discendere da un basso livello di RAB al 2011 più che da un elevato livello degli investimenti pro capite programmati. L’adeguamento medio, ponderato sulla popolazione residente, è pari all’8,7% nel 2014 e al 6,6% nel 2015. Tale risultato è frutto di incrementi più contenuti al Nord e al Centro e più sostanziosi al Sud. L’entità degli adeguamenti risulta inversamente correlata al livello iniziale della spesa a segnalare che siamo in presenza di un recupero di un divario accumulato pregresso, tra costi e ricavi operativi oltre che infrastrutturale. La Tavola illustra per ciascuna gestione alcune delle variabili che hanno contribuito a definire il livello della variazione. La variazione tariffaria del MTT
Gestione
Investimenti pro-capite 20142017
RAB pro-capite
Investimenti/ RAB
Limite incremento
Incremento Incremento tariffario 2014 tariffario 2015
(%)
(%)
(%)
1.67
9.0%
5.0%
8.6%
(euro/abitante)
(euro/abitante)
1
110
66
2
138
277
0.50
6.5%
6.0%
3.4%
3
195
12
16.74
9.0%
0.0%
0.1%
4
95
227
0.42
6.5%
6.4%
4.5%
5
134
236
0.57
9.0%
7.6%
5.8%
6
161
313
0.51
9.0%
9.0%
8.9%
7
218
76
2.89
9.0%
8.3%
8.5%
8
106
196
0.54
9.0%
8.5%
8.5%
9
43
79
0.54
9.0%
27.8%
16.3%
10
53
55
0.98
9.0%
7.3%
3.3%
11
116
70
9.0%
1.4%
6.0%
12
200
35
9.0%
6.2%
6.0%
85
209
1.65 (segue)
106
0
13 2014 luglio 14
5.70
0.41 Pagina 6 -
6.5% 5.5% in Europa si investe 5.8% tre volte... Investimenti 2014-2017: 9.0% 9.6% 1.1%
15
19
36
0.52
9.0%
8.0%
8.5%
16*
261
228
1.14
9.0%
6.5%
6.5%
N°20
2017 (euro/abitante)
(euro/abitante)
(%)
(%)
(%)
1
110
66
1.67
9.0%
5.0%
8.6%
2
138
277
0.50
6.5%
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3.4%
3
195
12
16.74
9.0%
0.0%
0.1%
4
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5
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9.0%
7.6%
5.8%
9
43
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9.0%
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11
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12
200
35
5.70
9.0%
6.2%
6.0%
13
85
209
0.41
6.5%
5.5%
5.8%
14
106
0
-
9.0%
9.6%
1.1%
15
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16*
261
228
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6.5%
6.5%
17*
261
228
1.14
9.0%
5.4%
5.4%
18*
261
228
1.14
9.0%
12.6%
12.6%
Investimenti in Europa si9.0%investe9.0% tre volte 6 161 2014-2017: 313 0.51 8.9% 7 218 76 2.89 9.0% 8.3% 8.5% tanto 8 106 196 0.54 9.0% 8.5% 8.5% (segue da pag. precedente)
19
323
135
2.40
9.0%
6.5%
6.5%
20
216
257
0.84
9.0%
3.4%
6.4%
21
220
345
0.64
9.0%
6.5%
6.5%
22
331
342
0.97
9.0%
6.5%
6.5%
23
138
241
0.57
9.0%
6.5%
6.5%
24
90
282
0.32
6.5%
5.2%
6.5%
25
165
485
0.34
6.5%
6.5%
6.5%
26
124
328
0.38
6.5%
5.2%
-0.9%
27
139
287
0.49
6.5%
6.5%
6.5%
28
151
559
0.27
6.5%
5.0%
5.0%
29
84
302
0.28
6.5%
6.5%
6.5%
30
220
362
0.61
9.0%
6.5%
6.5%
31
167
488
0.34
6.5%
6.5%
3.8%
32
169
342
0.50
6.5%
6.5%
6.5%
33
125
265
0.47
6.5%
6.5%
6.4%
34
201
592
0.34
6.5%
6.4%
6.6%
35
93
192
0.48
6.5%
6.5%
6.5%
36
142
354
0.40
6.5%
6.5%
6.5%
37
165
315
0.52
9.0%
6.1%
7.4%
Medie ponderate Italia Nord Centro Sud
138 137 201 61
210 249 272 59
0.66 0.55 0.74 1.03
8.7% 7.3% 5.7% 14.8%
6.6% 5.4% 6.7% 8.6%
* I dati sono relativi alla medesima gestione, che presenta variazioni differenziate per bacino tariffario Fonte: elaborazioni REF Ricerche
Gli aumenti originano da una spesa "relativamente bassa"...
L’aumento delle tariffe va tuttavia contestualizzato perché va ad incidere su una spesa di partenza per il servizio idrico integrato che per una famiglia di 3 componenti incide per circa l’1% della spesa per consumi (Tavola).
Spesa per il servizio idrico in Italia e quota sul totale dei consumi
Valori mediani, Anno 2012
1 comp. 80 m3 137 0.65%
Spesa per il servizio idrico (euro/anno) In % sulla spesa per consumi
3 comp. 160 m3 292 0.87%
5 comp. 210 m3 414 1.15%
Fonte: elaborazioni su dati REF Ricerche e ISTAT
... anche a livello europeo
Il livello contenuto della spesa è confermato anche dal confronto con gli altri Paesi europei: la maggior parte dei capoluoghi di provincia italiani registra una spesa unitaria (profilo di 200 m3/anno), inferiore a quella delle principali capitali europee, ad eccezione di Madrid, in linea con la media italiana. luglio 2014
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Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte...
N°20
Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto Costo unitario del servizio idrico integrato 7 Copenaghen
6
Germania (media)
euro/mc
5 4
Parigi
3 Londra
2 1
Madrid
0
Capoluoghi italiani (anno 2013)
Fonte: REF Ricerche e SMAT
La composizione del VRG: la quota maggiore a copertura dei costi operativi VRG: la quota più significativa è rappresentata dai costi operativi...
Tra le determinati del VRG, la quota più significativa è rappresentata dai costi operativi che complessivamente pesano per circa il 75%. Seguono i costi di capitale, pari a circa il 19%, mentre residuale è il peso del FoNI (3%) e delle componenti di recupero (2%), come illustrato nel grafico. Il confronto tra 2014 e 2015 mostra un lieve aumento della quota di capitale a scapito di quella relativa ai costi operativi. La composizone del VRG
Anno 2014 1% 19%
30%
Capex 4%
Foni OPEX end OPEX al Rc
46% Fonte: elaborazioni REF Ricerche
... con differenze territoriali
L’analisi mostra un peso maggiore dei costi di capitale nelle Regioni del Centro, dove raggiunge in media il 25%, e un peso molto ridotto al Sud, dove raggiunge appena l’8% sul totale, a conferma della scarsa “patrimonializzazione” delle gestioni in quest’area, conseguenza dei ridotti o assenti livelli di investimento del recente passato. luglio 2014
Pagina 8
Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte...
N°20 Al Sud pesa la morosità
Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto A determinare un maggior peso dei costi operativi nelle regioni del Sud è anche il costo della morosità, che viene riconosciuto fino ad un massimo differenziato per area geografica e pari a 1,6% del fatturato al Nord, al 3% al Centro e al 6,5% nelle Regioni del Sud. Laddove disponibile tra il dettaglio dei costi, la percentuale riconosciuta per la morosità si colloca ai massimi consentiti, a segnalare come la morosità sia diventata negli anni recenti una vera e propria emergenza diffusa. Composizione del VRG
Dettaglio per area geografica 100%
1%
3%
5%
80%
60%
76%
64%
Rc 82%
Foni
40%
20%
OPEX Capex
2% 20%
3% 25% 5% 8%
0% Nord
Centro
Sud
Fonte: elaborazioni REF Ricerche
Rispetto al biennio 2012-2013 aumenta il peso dei costi operativi “passanti”
Rispetto al biennio 2012-20134 si registra un aumento generalizzato del peso dei costi operativi “passanti” e una riduzione dell’incidenza dei costi di capitale; l’eccezione è rappresentata dalle Regioni del Centro dove si registra un leggero aumento dei costi di capitale, compensato da un calo dei costi operativi efficientabili. Composizione del VRG
MTT
Nord Centro Sud Italia
Costi operativi Costi di capitale efficientabili 27% 46% 29% 44% 16% 50% 25% 46%
Costi operativi passanti 27% 27% 35% 28%
MTI*
Costi operativi Costi di capitale efficientabili 23% 47% 31% 40% 14% 49% 23% 46%
Costi operativi passanti 30% 28% 38% 31%
* Al netto della componente Rc Fonte: elaborazioni su dati Utilitatis e REF Ricerche
Il peso dei costi operatici è un'anomalia in un settore capital intensive
Il peso preponderante dei costi operativi all’interno del VRG è un’anomalia, vista la natura capital intensive del settore: il confronto con il Regno Unito mostra un equilibrio speculare con un peso dei costi di investimento sul VRG pari al 61%. Una evidenza che riflette il divario cumulato in anni di mancati adeguamenti tariffari, pur in presenza di un aumento
4 Per garantire coerenza, il confronto rispetto al precedente aggiornamento tariffario (basato sul MTT) viene effettuato su macro aggregati di costo: costi di capitale (che comprendono Capex e FoNi), costi endogeni e costi esogeni. luglio 2014
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Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte...
N°20
Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto dei costi. Del resto, la crescita della quota dei costi operativi sul vincolo dei ricavi nei primi anni successivi all’introduzione di un nuovo quadro regolatorio è quanto si è osservato anche nell’esperienza inglese: solo successivamente con l’implementazione di una regolazione incentivante l’efficienza operativa i costi operativi hanno intrapreso una parabola discendente a fronte di una crescita significativa dei costi di capitale. La composizone del VRG
Anno 2014 Capex
Opex
Inghilterra e Galles
Italia
22% 39%
61% 78%
Fonte: elaborazioni REF Ricerche
I costi di capitale
Compressione del Capex
Il peso del deltaCUIT nelle Regioni del Sud
I costi endogeni rappresenta circa il 60% di quelli operativi
Tra i costi di capitale, la quota più significativa è quella relativa agli ammortamenti che pesa circa la metà (47%), seguita dagli oneri finanziari (30%) e dagli oneri fiscali (13%); residuale è l’impatto del deltaCUIT, cioè dei costi di capitale riconosciuti ai proprietari delle infrastrutture diversi dal gestore (ammortamento, oneri finanziari e oneri fiscali)5.
In alcuni casi, gli Enti d’ambito, dopo aver ridotto le componenti del FoNI riconosciute nel VRG, hanno optato (verosimilmente in accordo con il gestore) per una compressione del Capex, e in particolare degli oneri finanziari, al fine di mantenere l’incremento tariffario al di sotto del limite previsto dal MTI. Questa tendenza potrebbe quindi giustificare, almeno in parte, la riduzione del peso degli oneri finanziari sui costi di capitale, per lasciare posto, in primis, al recupero dei costi operativi.
Tra le differenze territoriali è interessante sottolineare il peso del deltaCUIT nelle Regioni del Sud, dovuto al fatto che in quest’area molti gestori utilizzano infrastrutture di proprietà di terzi, ovvero società patrimoniali detentrici delle reti e delle altre dotazioni patrimoniali, cioè soggetti strumentali degli Enti locali. Per quanto riguarda invece i costi operativi, la componente relativa ai costi endogeni rappresenta circa il 60%, senza peraltro particolari differenze a livello geografico, suggerendo che una quota consistente (40%) dei costi del servizio è considerata passante e quindi non suscettibile di efficientamento da parte del gestore.
5 Il valore viene nettato della quota riconosciuta come canoni e rimborso di mutui che confluiscono nei costi operativi esogeni ed è riconosciuto nei limiti della componente non inclusa nel FoNI. luglio 2014
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Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto Conguagli sostenuti dalla riduzione dei consumi
La componente più significativa è quella legata ai volumi
Le altre componenti
Si tratta della quota riconosciuta nel 2014 e nel 2015 e non di quella complessiva
Per quanto riguarda i conguagli, la componente più significativa è quella legata ai volumi: il MTI consente infatti di recuperare lo scarto (positivo o negativo) tra il gettito effettivo e quanto riconosciuto in applicazione del metodo tariffario transitorio (MTT). Nella maggior parte dei casi si registra una sovrastima a preventivo dei volumi rispetto a quelli effettivi, complice la riduzione del consumo domestico e, soprattutto, di quello non domestico in congiunzione della crisi economica. Tale scarto si scarica sul VRG 2014 e 2015, contribuendo a sostenere gli adeguamenti tariffari.
Le altre componenti di conguaglio, calcolate come differenza tra i costi previsti nei Piani d’ambito (ovvero quelli considerati nel VRG in applicazione del MTT), e quelli effettivamente sostenuti (da bilancio), riguardano la fornitura di energia elettrica, l’acquisto di acqua all’ingrosso, l’eventuale rimborso per la quota di fognatura restituita agli utenti perché non dovuta e gli altri oneri: tali conguagli complessivamente hanno un peso ridotto sulle gestioni. Nel valutare il peso della componente conguagli sul VRG è importante ricordare che si tratta della quota riconosciuta nel 2014 e nel 2015 e non di quella complessiva: in caso di variazioni tariffarie superiori al massimo consentito, infatti, gli Enti d’ambito hanno optato per una dilazione del recupero dei conguagli. E’ il caso, ad esempio, di 5 gestioni per le quali il recupero del 2014 è stato totalmente rinviato a dopo il 2015, e di altre per cui il rinvio è stato parziale ed ha interessato i 2/3 dell’intero ammontare. Complessivamente, i conguagli riconosciuti hanno un discreto impatto sulla variazione tariffaria annua, tanto da spiegare circa 1,3 punti percentuali di aumento medio delle tariffe.
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Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto Allegato 1. Le gestioni analizzate
I Piani analizzati si riferiscono a 35 gestioni che interessano complessivamente circa 2.000 Comuni ove risiedono circa 15 milioni di abitanti, circa il 25% della popolazione residente nel Paese. Nella Tavola allegata sono indicati, per ciascuna area geografica, il numero delle gestioni analizzate, quello dei Comuni serviti, la popolazione e la percentuale degli abitanti residenti serviti sul totale dell’area. Distribuzione delle osservazioni Italia Nord Centro Sud
Num. Gestioni
Num. Comuni
Popolazione
% Pop. Totale
35 20 11 4
1 998 1 114 413 471
14 747 387 6 495 957 4 644 972 3 606 458
25% 24% 39% 17%
Fonte: elaborazioni REF Ricerche
La distribuzione geografica vede la netta prevalenza di gestioni del Nord (20) e del Centro (11), con un peso in termini di popolazione servita rispettivamente del 24% e del 39% sulla popolazione residente, mentre le gestioni del Sud sono numericamente inferiori (4) ma con una incidenza della popolazione residente che comunque raggiunge il 17%. Le gestioni del Nord risultano mediamente di dimensioni inferiori: ogni gestione serve in media 56 Comuni e una popolazione di 325 mila abitanti. Al Centro prevalgono gestioni che servono realtà di grandi dimensioni, con un ridotto numero di Comuni: la popolazione servita da ciascuna gestione è in media di 420 mila abitanti. Al Sud ciascuna gestione interessa un numero elevato di realtà popolose: sono circa 120 i Comuni per ciascuna gestione, con una media di oltre 900 mila abitanti serviti.
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Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto Allegato 2. Il Metodo Tariffario Idrico: un breve richiamo
Prima di passare all’analisi dei dati, è utile richiamare brevemente i criteri del Metodo Tariffario Idrico (MTI) e le componenti di costo riconosciute nel vincolo dei ricavi che contribuiscono a determinare la tariffa finale. Il MTI definito dall’AEEGSI (delibera 643/2013/R/IDR) si basa sul principio del revenue cap, cioè un tetto massimo all’aumento dei ricavi dei gestori, e di fatto consiste nella definizione di un moltiplicatore annuale da applicare alle tariffe vigenti nel 2012. Il Vincolo ai Ricavi del Gestore (VRG) è calcolato come somma di diverse voci di costo (building block), distinte in: costi di capitale, costi operativi e conguagli tariffari. I costi di capitale sono a loro volta distinti in diverse componenti: una parte, cosiddetta Capex, è calcolata sulla base del capitale investito netto a fini tariffari, ovvero la Regulatory Asset Base (RAB) che nello specifico è costituita da: • ammortamenti, calcolati come quota del costo storico rivalutato del cespite, ripartita in base alla vita utile tecnica dello stesso, • oneri finanziari, ovvero il costo del capitale calcolato sulla base di un tasso di interesse standard di mercato, • oneri fiscali, calcolati come quota standard sul risultato ante imposte; • le infrastrutture di soggetti diversi dal gestore, in eccedenza rispetto a quanto riconosciuto come canone sia per i mutui sia per altri corrispettivi (cosiddetto deltaCUIT). Una seconda parte dei costi di capitale è costituita dalla quota relativa al Fondo Nuovi Investimenti (cosiddetto FoNI) che rispetto al Metodo Tariffario Transitorio (MTT) adottato per il biennio 20122013 è quantificata separatamente e non più come quota parte del Capex. Il FoNI è alimentato da tre diverse componenti, ovvero: • la quota riconosciuta a titolo di anticipazione per nuovi investimenti, ovvero il FNIFoNI (presente solo qualora la somma degli investimenti previsti nel periodo 2014-2017 sia superiore alla RAB) • la componente riconosciuta a titolo di ammortamento sui contributi a fondo perduto (AMMFoNI) • la componente riconosciuta a titolo di eccedenza del costo per l’uso delle infrastrutture degli Enti locali. Il FoNI è obbligatoriamente destinato alla realizzazione degli investimenti individuati come prioritari e a coprire le tariffe sociali previste nei regolamenti (delibera 585/2012/R/IDR). Dal punto di vista operativo, è opportuno segnalare che l’ammontare del Capex e del FoNI riconosciuto ai fini del calcolo del moltiplicatore tariffario per il 2014 si basa sugli investimenti realizzati nel 2012, primo anno di operatività della regolazione AEEGSI. Per quanto riguarda i costi operativi occorre distinguere tra costi endogeni che possono essere efficientati dal gestore e costi esogeni, quali ad esempio quelli per l’acquisto di acqua all’ingrosso o per i canoni di derivazione e oneri locali, che sono considerati passanti, in quanto su di essi il gestore ha una ridottissima capacità di intervento. Nello specifico, i primi dipendono dai costi operativi 2014-2015 previsti nel Piano d’Ambito vigente (cosiddetti costi di piano) e da quelli effettivi del 2011 (da bilancio) calcolati ai sensi del Metodo Tariffario Transitorio (MTT), aggiornati al 2014-2015 sulla base del tasso di inflazione indicato da AEEGSI, mentre i costi esogeni sono calcolati, per il 2014, sulla base dei costi rendicontati nel 2012, sempre aggiornati per il tasso di inflazione. Infine, la componente dei conguagli, non prevista nel MTT, ha lo scopo di riconoscere, seppur con un ritardo temporale di 2 anni, eventuali scostamenti, sia in difetto che in eccesso, nei ricavi garantiti dal vincolo, ad esempio per una variazione dei volumi fatturati, o nei costi esogeni, cioè voci di spesa non previste precedentemente o erroneamente valorizzate. Poiché, come esplicitato più avanti, il MTI prevede un tetto massimo agli incrementi annuali della tariffa, nel caso in cui il vincolo dei ricavi regolati (VRG) comporti una variazione superiore al limite, gli Enti d’ambito possono discrezionalmente (ovvero in accordo con il gestore) intervenire su alcuni voci di costo, ad esempio dilazionare il riconoscimento dei conguagli e possono ridurre il FoNI.
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